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Freud
Freud
Freud nasce in Moravia nel 1856 e si trasferisce a Vienna, in cui studia medicina e si laurea nel 1881, In
questi anni inizia l’amicizia con Breuer, anch’egli un medico esperto di malattie mentali. È
particolarmente importante per la biografia intellettuale di Freud il suo incontro con Charcot, medico
della Salpretrière di Parigi in cui sono rinchiuse le donne affette da isteria. Charcot utilizza l’ipnosi per
curare le sue pazienti. L’isteria era da un certo punto di vista un oggetto privilegiato di studio da parte
della medicina dell’800, e Freud rimane colpito dagli studi e dalla terapia utilizzata da Charcot, il quale
considera la malattia mentale come un disagio profondo che ha le sue radici nella storia personale del
paziente. Il metodo di Charcot consiste nell’ ordinare le manifestazione sintomatiche.
Quando Freud torna a Vienna apre uno studio per il trattamento delle malattie mentali ed utilizza la
terapia ipnotica andando incontro alla critica della medicina ufficiale del tempo che era ancora
vincolata a dei principi positivistici, che non attribuisce nessuna validità scientifica al metodo
utilizzato da Freud e ritiene che le malattie mentali abbiano un’origine organica.
In realtà Freud vorrebbe confermare queste concezioni materialistiche, ma la sua esperienza gli
dimostra una relativa autonomia del fenomeno psichico, cioè risulta evidente che si tratta di un
fenomeno che è espressione di un disagio profondo legato alla storia personale del paziente. In questo
periodo collabora con Breuer e insieme mettono a punto il primo metodo terapeutico, quello catartico,
ed elaborano la prima teoria della malattia mentale, che riguarda il caso di Anna O.
Il presupposto del metodo catartico sono che ci siano processi psichici gravati da una grande carica
emotiva e non possono defluire lungo la via normale che porta alla coscienza e la mobilità corporea,
ma prendono una via sbagliata che è quella dell’innervazione somatica, quindi viene incapsulata, cioè
non può defluire per la strada normale, e si converte in un sintomo. Attraverso l’ipnosi, il paziente è
indotto a ripercorrere una sorta di viaggio a ritroso nel tempo la sua storia passata fino
all’individuazione dell’evento traumatico che ha generato il sintomo e poi libera l’energia che aveva
rimosso scaricando la tensione. Il termine catartico è assunto in riferimento all’effetto che secondo
Aristotele ha la tragedia sullo spettatore, quindi ha un effetto purificativo delle passioni che la
tragedia esercita sullo spettatore.
Questo metodo è utilizzato in un caso clinico: quello di Anna O, un caso che seguiva Breuer. Anno O è
un nome di copertura in quanto questa giovane che aveva sintomi isterici si chiamava Bertha
Pappenheim. Questa giovane ha un quadro clinico complesso in quanto presenta disturbi della visione,
dell’audizione, ha una paralisi completa degli arti inferiori e di quello superiore destro e parzialmente
nell’arto superiore sinistro, ha la tosse nervosa, è anoressica ed è idrofobica. Sotto ipnosi riesce a
raccontare tutti gli episodi connessi all’insorgere del sintomo, ma quello che sorprende sia Freud che
Breuer è che raccontando questi episodi rivive tutte quelle emozioni che non ha potuto esprimere,
quindi si libera. Racconta di un periodo difficile della sua vita quando ha dovuto assistere il padre
malato e parla di un episodio apparentemente insignificante che però in realtà è all’origine
dell’insorgere del sintomo dell’idrofobia: di quando ha visto il cane della governante bere da un
bicchiere, ed ha provato una grande repulsione che non ha potuto manifestare.
Provava verso la governante un grande ostilità , in quanto aveva sospettato che fosse l’amante del
padre. Una volta sveglia, dopo aver raccontato l’episodio, riesce a bere, quindi sembra apparentemente
guarire. Accade che Anna aveva manifestato un forte attaccamento affettivo nei confronti di Breuer,
tanto che egli abbandona il caso. Breuer ritiene che questo fenomeno però sia inevitabile di quella che
Anna definita la cura della parola.
Alla fine il presupposto della psicanalisi è proprio il coinvolgimento affettivo tra medico e paziente
all’interno del trattamento, espresso con il termine transfert. Freud durante la sua pratica medica ha
modo di valutare che i nevrotici durante il racconto della loro storia passata a volte incontrano delle
resistenze, cioè delle incapacità a raccontare al medico la causa dell’insorgere del sintomo. Il metodo
catartico sembrava un antidoto alle resistenze, in quanto sotto ipnosi il paziente riusciva a parlare, ma
poi Freud comprende quelli che sono gli inconvenienti dell’ipnosi, come il fatto che tende a di istaurare
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un rapporto di indipendenza troppo stretto tra il medico e il paziente, inoltre la guarigione è illusoria
in quanto quando il paziente viene poi privato del suo monologo ricade vittima del sintomo. Inoltre è
poco più che un palliativo (qualcosa di inutile), in quanto la vera cura consiste in un atto conoscitivo,
cioè in una scoperta consapevole della causa del sintomo, ma ciò non può accadere sotto lo stato di
ipnosi.
Poi non fornisce nessuna informazione utile nemmeno al medico in quanto il paziente tende a
raccontare troppo ed in modo indifferenziato. Questi inconvenienti portano Freud ad adottare un altro
metodo, che sta alla base dell’analisi: il metodo della libera associazione, che ha il suo strumento
nella regola aurea, cioè la regola fondamentale che fissa quelli che devono essere i comportamenti del
paziente, come l’abbandono di ogni controllo razionale, un atteggiamento di attenta auto osservazione,
una completa sincerità , in quanto il paziente deve aiutare il medico a ricostruire la mappa dei nessi
associativi a partire dal sintomo fino all’individuazione del nucleo patogeno che è l’origine del sintomo.
Freud invita il paziente a rilassarsi ed è invitato a dare libero flusso a pensieri, fantasie e concetti,
quindi deve impegnarsi a verbalizzare tutto ciò che passa nella mente, solamente che il paziente
ricorre alla resistenza in quanto tende a dare un ordine logico a suoi pensieri quando questo non c’è. È
inevitabile che accada ciò , in quanto se un contenuto è sgradevole è stato rimosso dall’inconscio vuol
dire che generava sofferenza, e la stessa forza psichica che ha presieduto la rimozione presiederà
l’impedire che riaffiori attraverso una resistenza.
Freud si interroga su quello che può essere l’episodio che ha generato questa sofferenza. Nei racconti
dei pazienti ricorrono gli stessi temi che riguardano la seduzione sessuale che un adulto presenta a
danno di un bambino. Quindi Freud elabora la sua prima teoria sulla malattia mentale: nell’infanzia del
futuro nevrotico c’è un pensiero di seduzione sessuale. In seguito la deve riformulare a partire da una
sua esperienza dolorosa: la morte del padre nel 1896. Egli vive un dolore fortissimo ed un malessere
psicologico, ed intraprende su se stesso un’esperienza conoscitiva sulle cause di questa sofferenza.
Sperimenta su di sé un’autoanalisi utilizzando gli stessi metodi che usa con i pazienti. Egli scopre che
in realtà questo episodio di seduzione che viene raccontato dai pazienti in realtà non è mai accaduto è
solamente stato immaginato, quindi è fantasmatico, quindi il fenomeno da generalizzare è la fantasia
di seduzione.
Con questo spostamento di piani, dalla realtà alla fantasia, avviene la scoperta dell’arcano che si cela
dietro a questa esperienza della sessualità : il complesso di Edipo, il quale afferma che anche i
complessi mentali possono essere vissuti come se fossero reali, cioè oggettivi. Questo viene intuito
attraverso l’autoanalisi, poi scoperto con l’interpretazione dei sogni, e ne riceve una sua elaborazione
teorica nei presagi della teoria sessuale.
Il conscio è un sistema i cui contenuti sono accompagnati dalla consapevolezza e possono derivare dal
mondo esterno attraverso la percezione o pervenire anche dal mondo interno.
Il preconscio è il conscio in modo latente, nel senso che è attualmente inconsapevole ma
all’occorrenza può diventare consapevole, a differenza dell’inconscio.
L’inconscio non può diventare cosciente, a causa di questo contenuto inconscio che genera sofferenza
e dispiacere. È legato al concetto di inconscio quello di rimozione, cioè il processo che consiste
nell’allontanare dal sistema conscio e preconscio quei contenuti che sono inaccettabili. La stessa forza
che presiede la rimozione contrasta attraverso una resistenza la tendenza di questi contenuti a
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riaffiorare nella coscienza sotto forma di sintomo nevrotico, nel racconto analitico, cioè una sorta di
doppio testo in cui il detto rinvia a qualcosa che viene celato ma che poi trapela nei discorsi.
Un’altra forma è il sogno, che però ha qualcosa in più rispetto a tutte quelle forme in cui si manifesta
l’inconscio e viene definito la via regia per conoscere l’inconscio. Freud non ha però scoperto
l’inconscio, in quanto già Platone ne parlava, ma anche Schopenhauer con la volontà , una forza ceca
irrazionale ed inconsapevole che vuole e si manifesta al di fuori dello spazio e del tempo.
La teoria elaborata da Freud è originale poiché in evidenza gli effetti di questa attività inconscia sulla
vita psichica dell’uomo. Il sogno ha un suo preciso significato e una sua precisa funzione che è quella
biologica, cioè impedisce all’organismo del soggetto di risvegliarsi, in quanto ci sono desideri inconsci
la cui pressione si fa molto intensa durante il sonno e quindi se si manifestassero in maniera troppo
diretta disturberebbero la coscienza provocandone il risveglio.
Il sogno quindi è una formazione di compromesso in quanto soddisfa una doppia esigenza: da una
parte l’esigenza di trovare un suo appagamento al desiderio, anche se questo poi è allucinatorio, e poi
di preservare il sonno.
Nel sogno interviene la censura, che sbarra la strada al desiderio inconscio e al suo appagamento
imponendo una deformazione. Quindi il sogno è ciò che resta del desiderio inconscio e del suo
appagamento dopo aver subito tali manipolazioni da parte della censura, la quale svolge il cosiddetto
lavoro onirico. Qualcosa viene deformato, cioè il contenuto latente, che va distinto dal contenuto
manifesto, ed è l’espressione completa del desiderio che ha una matrice di tipo erotico e sessuale.
Mentre il contenuto manifesto non è altro che il sogno così come lo sogniamo ed è il risultato della
deformazione attuata dalla censura, che applica determinate operazioni come la condensazione, lo
spostamento, l’elaborazione secondaria, la rappresentabilità .
I sogni in cui prevale la condensazione sono quelli brevi e sintetici. La condensazione è la fusione di
più elementi latenti in un unico elemento manifesto. Non è però un semplice riassunto, in quanto lo
stesso significato latente si può trovare in più elementi manifesti.
Per quanto riguarda la prevalenza dello spostamento, i sogni sono molto bizzarri. Questa modalità ha
la capacità di deformare i sogni e quindi ha una funzione di depistaggio. Lo spostamento è di un valore
psichico di un elemento importante del contenuto latente che diventa irrilevante in quello manifesto,
oppure viceversa. Quindi questa modalità svolge una funzione di depistaggio, in quanto ti costringe a
cercare il significato laddove invece non ci sono degli elementi importanti.
Lo stesso discorso vale per l’elaborazione secondaria che consiste in un’opera di manifestazioni del
contenuto latente che cerca di dare una sorta di ordine narrativo al contenuto latente. Quindi ti
costringe a cercare il significato del sogno in una sorta di trama. Ma nel sogno non esiste né un ordine
logico, né un ordine temporale o spaziale.
L’altra modalità è quella della rappresentabilità , cioè che tutto quello che viene manifestato nel sogno
deve essere espresso attraverso immagini, anche i pensieri più astratti. Ciò per quanto riguarda il
lavoro onirico, cioè il complesso di modalità di operazioni che vengono compiute dalla censura per
trasformare un contenuto latente in uno manifesto.
Il sogno è la via regia per conoscere l’inconscio in quanto a differenza dei sintomi nevrotici è un
fenomeno effimero (ha una durata definita), cioè non si integra in maniera permanente della vita
psichica, dunque consente di gettare uno sguardo privilegiato sull’inconscio. È un’ opera importante
per quanto riguarda l’interpretazione dei sogni perché Freud spiega come devono essere interpretati.
Il sogno è il risultato di una trasformazione compiuta dalla censura, quindi l’interpretazione deve
percorrere la via inversa, nel senso che deve ridiscendere dal contenuto manifesto a quello latente.
Questo passaggio avviene attraverso il metodo di libera associazione, che consiste nel fare raccontare
al paziente il sogno e poi vinee invitato ad abbandonarsi alle libere associazioni di parole e tutto ciò
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che emerge da questa associazione costituisce il materiale che una volta interpretato permette di
acquisire una conoscenza indiretta dell’inconscio.
Il meccanismo di produzione dell’atto mancato è un po’ complesso nel senso che deriva dall’iterazione
tra due intenzioni, in cui una è inconsapevole e ha una funzione perturbatrice, l’altra è consapevole e
subisce la perturbazione. Si tratta sempre di una formazione di compromesso perché l’azione
perturbatrice è parzialmente appagata, mentre l’altra consapevole subisce la perturbazione ma non
viene mai messa seriamente in pericolo.
La psicopatologia è un’opera importante in quanto dimostra quanto sia labile il confine tra salute e
malattia, in quanto ognuno di noi è allo stesso tempo sia sano che malato, dunque ha un equilibrio
poco stabile dovuto a pulsioni contrastanti dalla realtà esterna.
La cosa più sorprendente è che emergono ricordi parziali nei racconti a cui viene data un certo risalto,
ma in realtà sono ricordi di copertura che servono a sviare l’attenzione su esperienze più profonde che
sono state rimosse, quindi dimenticate, ma hanno lasciato delle tracce nel profondo, e il compito di
Freud è quello di ricostruire il passato per recuperare il ricordo. Sono dimenticanze sempre
relative alla sessualità infantile, ecco perché scrive questi 3 saggi.
La tesi che propone Freud è particolare, e fa ricorso alle critiche dell’opinione pubblica, poiché
presenta il bambino non come quell’essere puro ed innocente che il mondo adulto è abituato ad
immaginarsi, in quanto nel bambino ci sono delle pulsioni sessuali fin dai primi giorni di vita. Ecco
perché questi saggi vanno in contro ad una critica velata e alla resistenza della medicina dell’epoca
che ha nei confronti della psicanalisi.
Freud afferma che queste pulsioni hanno caratteristiche particolari che dipendono dallo sviluppo
psicosessuale del bambino che ha degli organi sessuali poco sviluppati, tanto che si parla di
sessualità pregenitale e ha un carattere autoerotico in quanto il corpo è sia oggetto che fonte del
piacere, in quanto ci sono diverse zone del corpo in cui si viene a generare il piacere. Queste zone poi
passano in secondo piano nell’età adulta.
Le fasi sono 3:
la fase orale cannibalesca: è la prima fase che va dai primi giorni di vita fino ai 2 anni circa, in cui
l’attività sessuale non è disgiunta da quella del nutrirsi, infatti la zona che genera piacere è quella delle
labbra. È definita cannibalesca in quanto la metà dell’attività è l’incorporazione dell’oggetto, ma anche
il significato della relazione affettiva che si instaura sulla madre è incentrato sul nutrirsi.
Fase anale: collocabile dai 2 ai 4 anni, ed è prematura. La zona erogena è quella anale ed è
subordinata ad un’attività : quella dello sfintere anale. Infatti l’attività consiste nella ritenzione ed
espulsione del contenuto intestinale. In questa fase si delinea una polarità che delinea tutta l’attività
adulta che è la ritenzione, in quanto il bambino ha la capacità di controllare la muscolatura, e dalla
passività che è rappresentata dall’espulsione. Inoltre compare un oggetto esterno che sono le feci, in
quanto il bambino crede che siano un qualcosa di prezioso di cui fare dono alla madre.
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Inoltre il bambino attraverso questo controllo è in grado di esercitare un ricatto rispetto il mondo
circostante, in quanto la ritenzione rappresenta una sfida rispetto un ambiente esterno ed una
forma di ricatto rispetto la madre, mentre l’espulsione rivela una docilità del bambino.
Fase fallica o genitale: è compresa tra i 3 e i 5 anni e si hanno determinate trasformazioni in quanto
l’interesse del bambino si sposta verso gli organi genitali maschili, in quanto solo successivamente la
bambina scoprirà la sua differenza anatomica e comprenderà di avere un organo genitale diverso. In
questa fase culmina e tramonta il complesso di Edipo.
Edipo era stato scoperto mediante l’interpretazione dei sogni ed è stato elaborato scientificamente nei
3 saggi. Edipo era figlio di Lario e Giocasta e viene allontanato dal padre perché gli avevano
profetizzato che l’avrebbe ucciso, e viene consegnato a dei pastori che per pietà non lo uccidono. Alla
fine per caso incontra il padre e per una banale questione Edipo uccide il padre, libera Atene
dall’incubo della Sfinge e gli viene dato come premio Giocasta con ala quale ha 4 figli. Quando scopre
che ha sposa la madre si acceca e vaga per tutta la reggia.
Il complesso di Epido è una serie di sentimenti contrastanti nei confronti dei genitori, è un
rapporto di amore intenso verso il genitore del sesso opposto e di odio e rivalità nei confronti del
genitore dello stesso sesso. Il bambino vorrebbe avere la madre tutta per sé e vorrebbe scalzare il
padre da questa posizione di predominio. La bambina invece vorrebbe avere un rapporto esclusivo
con il padre e avverte nella madre una temibile rivale, ma è più complessa la situazione perché per
volgere il suo amore al padre deve abbandonare il suo oggetto primario di amore che è la madre. Il
complesso di Edipo è destinato alla sconfitta, in quanto ad un certo punto il bambino ha paura di
essere punito dal genitore dello stesso sesso di cui avverte una superiorità fisica e biologica, è la paura
di castrazione, quindi rinuncia alle sue pulsioni edipiche rimuovendole dall’inc0nscio e introietta quel
divieto dell’incesto che prima era sentito come un divieto assurdo.
Quindi il complesso di Edipo si conclude con la rimozione degli impulsi e l’introiezione del divieto
dell’incesto. Il bambino entra quindi in una fase di latenza da cui ne uscirà soltanto quando troverà il
suo oggetto d’amore al di fuori della famiglia. Attraverso questa introiezione del divieto dell’incesto
inizia a formarsi nel bambino il superio, una sorta di censore che giudica i nostri atti, ed è l’erede del
complesso d’Edipo.
Con la risoluzione del complesso di Edipo, il bambino si civilizza e le proprie energie vengono
sublimate, cioè trasferite verso una meta che non è più sessuale ma civile. Rispetto al bambino, la
bambina sostituisce la paura della castrazione da una sorta di aspio per una sua condizione di
inferiorità femminile. La risoluzione del complesso è una condizione dello sviluppo psicosessuale del
bambino e se queste pulsioni sono state troppo represse, da adulto sviluppa sintomi nevrotici
attraverso cui si esprimono queste pulsioni. Se invece il controllo su queste pulsioni è stato scarso, si
vengono a generare perversioni sessuali.
I metapsicologici: si tratta di un termine che è utilizzato da Freud per indicare il suo tentativo di
elaborare una serie di teorie riguardo la sua psicologia. In questa fase vengono elaborati dei modelli
concettuali che sono distanti dalla sua esperienza clinica, poiché una sorta di finzione. Questi modelli
concettuali sono come quello di pulsione, economico , dinamico. Quindi i metapsicologici sono tutti
quegli scritti in cui tende di configurare la psicologia come una serie di teoria. Cambia quindi la sua
concezione di uomo, che viene visto dal punto di vista dinamico, cioè in ogni individuo esiste
un’energia psichica che è quantificabile, in quanto può aumentare o diminuire. Questa energia è la
fonte di un fenomeno pulsionale molto importante nella piscologica. La pulsione è diversa dallo
stimolo in quanto la sua origine è interna al soggetto in quanto deriva da uno stato di eccitamento del
corpo, dunque l’individuo non può sfuggire alla pulsione, al contrario avviene con lo stimolo, in quanto
l’individuo può mettere in atto dei meccanismi di fuga.
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Freud distingue una fonte da una meta in una pulsione, dove la fonte rappresenta lo stadio di
eccitamento che viene prodotto da qualcosa che stimola l’eccitamento. La meta rappresenta
l’eliminazione di questo eccitamento.
Freud distingue 2 pulsioni, dimostrando che tra di loro sono in conflitto e sono quelle dell’io e quelle
sessuali.
Quelle dell’Io tendono all’autoaffermazione dell’individuo, cioè nel lavoro, nella realtà . Quelle
sessuali invece solo quelle che hanno come unica meta il piacere. A questa originaria coppia, Freud ne
aggiunge un’altra che è eros e thanatos. La pulsione di eros tende alla conservazione, allo sviluppo
della vita. Le pulsioni di morte invece tendono alla distruzione e all’autodistruzione della vita. Una
pulsione di morte è quella aggressiva.
LA LIBIDO
Inizialmente Freud aveva definito la libido come l’insieme di tutte le forze vitali, ma poi
successivamente attraverso il confronto con Jung, che identificava la libido come l’insieme di tutte le
forze vitali, le intende come impulsi sessuali, dando un’immagine inquietante della libido, utilizzando
gli stessi termini di Schopenhauer quando aveva definito la voluttà .
Questa libido, per quanto promuova l’incontro tra i sessi, è una forza che tende al piacere a discapito
dell’impegno nel lavoro, nello studio. Dunque tutta la vicenda esistenziale dell’uomo può essere
schematizzata nel confronto tra principio del piacere, a cui tende la libido, e principio della
realtà, a cui tende l’io ragionevole.
Freud, approfondendo questa concezione pulsionale della vita, rimette in discussione la sua
precedente teoria della personalità , con la quale vincolava l’apparato psichico in una dimensione
conscia, preconscia ed inconscia. Ora capisce che tutta la vita profonda dell’individuo è governata
da altri soggetti che sono consci o inconsci.
Elabora quindi una seconda topica, in quanto deve capire quali sono i soggetti ed esaminare quando
sono consci e quando sono inconsci. Quindi la seconda topica non distingue più caratteri di sistemi
differenti, ma distingue all’interno della personalità 3 istanze che sono l’es, l’io e il superio e
possono essere viste dal punto di vista economico, dinamico o topico. Dal punto di vista dinamico, il
processo psicologico è il risultato di un conflitto tra istanze diverse. Dal punto di vita economico invece
è il risultato della composizione di una determinata quantità di energia psichica che promuove una
spinta che si manifesta come eccitamento del corpo.
L’es è un termine tedesco che indica il pronome neutro di 3 persona singolare, equivalente all’ id
latino, che Freud riprende da uno studioso di inglese dal libro dell’es. L’es è il polo pulsionale della
personalità i cui contenuti sono l’espressione psichica di una pulsione e sono inconsci o perché
rimossi, o ereditari, cioè innati. Viene definita come la parte oscura della personalità, quella che
Freud definisce un calderone ribollente. Questo es è la fonte di un’energia pulsionale che si
dispiega al di fuori di qualsiasi categoria logica kantiana e nozione di bene o male. L’es è inconscio
anche se tende ad elevarsi alla coscienza e dal punto di vista dinamico è in conflitto con l’io e il super
io.
Il superIo può essere definito come una coscienza morale. È una sorta di severo censore che giudica
i nostri atti più profondi, soprattutto quelli inconsci. Si pensa che però il superIo sia innato, ma non lo è
in quanto nasce per effetto di un potere esterno, cioè l’autorità dei genitori che comunque contiene
non solo un elemento repressivo ma anche affettivo. Ma il super io da un certo punto di vista assimila
una sorta di scelta unilaterale, una funzione punitiva e repressiva. Inoltre nasce quando si entra in
contatto con persone che svolgono una funzione educativa. Con queste avviene un processo di
identificazione, cioè un processo attraverso il quale viene introiettato nel superIo delle proprietà e ci si
trasforma sul modello di queste. Il superIo quindi svolge una funzione positiva, e rende possibile la
convivenza civile e inoltre porta infelicità, in quanto è anche repressiva nei confronti delle nostre
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pulsioni. Il superIo è stato oggetto di studi, in quanto attraverso questo è stato possibile trasmettere
dei luoghi comuni.
Inoltre Freud ha analizzato il superIo anche dal punto di vista sociologico, in relazione al rapporto
governanti e governati nelle dittature, all’interno di un’opera: “Psicologia delle masse, analisi
dell’io” del 1921. Quello che scrive nel 1921 si realizzerà nel 1933 con l’avvento del nazismo in
Germania. Parla delle masse definendole come quegli individui che introiettano nel loro superIo la
stessa persona che è il dittatore e poi si identificano tra di loro.
L’io è il concetto più complesso in quanto il suo territorio non è ben delineato e non ha nessuna
autonomia, inoltre non è delineata l’effettiva portata della sua azione. Infatti viene definita da Freud
come quella parte dell’es che è stata modificata sotto l’influsso e la vicinanza con la realtà
esterna. Quindi l’io deve mantenere un equilibrio psichico della persona mettendo d’accordo 3
diversi padroni: l’es, il superIo, e le esigenze della realtà , i quali sono in contrasto tra loro.
Non è semplice mettere d’accordo questi 3 diversi padroni, e l’io spesso fallisce. Anche l’io è
considerato da diversi punti di vista. Dal punto di vista dinamico rappresenta il polo difensivo della
personalità nei confronti meccanismi nevrotici. Dal punto di vista economico è colui che dà unità a
tutti i processi psichici, deve mantenere i legami tra questi, in quanto il suo compito è quello di
preservare l’integrità della persona, anche se per l’io non è facile svolgere questa funzione.
La ricerca psicanalitica presenta l’io su 2 piani diversi, in quanto da un parte richiama quell’apparato
che deriva da una differenziazione dell’es nella vicinanza e sotto influsso della realtà esterna. Inoltre è
anche il risultato di una serie di processi di identificazione che portano alla formazione all’interno
della persona di un oggetto che è investito dall’es, quindi l’io diventa un oggetto d0amore. Infatti nel
narcisismo l’io diventa oggetto d’amore, rifiutando l’amore rivolto agli altri per amare sé stesso.
È chiaro che se il potere della comunità viene sostituito con quello del singolo, viene limitata la libertà .
Questo discorso però è ancora sociologico. L’analisi di Freud è di tipo psicanalitico, quindi egli si sposta
da un piano sociologico, ad uno psicoanalitico, dicendo che questa limitazione della libertà produce
grossi danni al soggetto, perché la civiltà impone la limitazione delle pulsioni profonde dell’individuo e
la rinuncia al soddisfacimento di queste, oppure costringe a deviare le energie verso azioni che sono
ben lontane da soddisfare queste esigenze profonde. Ciò accade perché la società ha bisogno delle
energie del soggetto e quindi impone al singolo che devi le proprie energie verso mete socialmente
utili. Quindi alla fine le energie che può utilizzare il singolo per andare alla ricerca del piacere sono
veramente poche.
Freud potrebbe esprimere una condanna della società , ma egli non condanna la società , anzi cerca di
capire le ragioni che spingono la società a costruirsi e dell’imposizione delle regole repressive. Le
ragioni sono da cercare nella natura dell’uomo. Egli ha una concezione pessimistica dell’uomo,
infatti dice che non è una creaturina mansueta capace di reagire solo se viene attaccata. Dunque
l’uomo è un essere costitutivamente malvagio, tanto che Freud riprende l’immagine di HOBBES dell’
homo homini lupus, secondo cui le pulsioni più profonde dell’uomo sono aggressive, e se l’uomo fosse
libero di esprimere queste pulsioni profonde è chiaro che sarebbe rotta qualsiasi relazione
intersoggettiva. Ecco perché nella società è importante che ci siano dei vincoli all’aggressività
dell’uomo.
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Per far fronte a questa aggressività , si instaurano il super io e il senso di colpa. Dunque si ha
l’istaurazione di un super io non solo individuale, ma anche di tipo sociale, quindi la civiltà continua
nell’opera paterna consolidando il super io.
Il meccanismo di formazione del super io sociale è analogo a quello del super io individuale. Il superio
di tipo sociale impone all’io del soggetto delle esigenze ideale molto severe, il cui mancato
raggiungimento genere infelicità . Inoltre il superio non si interroga sulle capacità psicologiche del
soggetto, in quanto attribuisce all’io una capacità infinita di obbedire a qualsiasi richiesta. Inoltre
impone determinati comandi, senza imporsi se la persona sia nelle condizioni di eseguirli. Attribuisce
una capacità all’io di eseguire a questi ordini e inoltre anche un potere illimitato sull’es, come se l’io
riuscisse a tenere a bada in modo assoluto l’es. La risposta è che ciò porta all’angoscia. Le puslione
aggressive secondo Freud rientrano in quelle di morte, quella di thanatos, che tende alla distruzione
della vita e l’autodistruzione. L’aggressività è un insieme di tendenze del soggetto che si attuano in
determinati comportamenti che mirano ad umiliare l’altro, distruggendolo, e non sono
necessariamente azioni violente, ma comportamenti negativi, come l’astensione a prestare soccorso
all’altro, oppure l’ironia e il sarcasmo, comportamenti che mirano a demolire l’altro. Il processo
attraverso il quale viene istaurato il senso di colpa avviene attraverso il superio, che ha una funzione
repressiva, non sono nelle pulsioni libidiche, ma anche nei confronti delle pulsioni di morte.
L’aggressività viene repressa, quindi rimane inutilizzata e viene spostata dal supeio che la rivolge
verso io generando il senso di colpa. Quindi il senso di colpa è diverso dal rimorso, in quanto il
rimorso è la pena che si prova dopo aver compiuto un’azione aggressiva, mentre il senso di colpa è
espressione del timore nei confronti di un’autorità esterna che può essere quella dei genitori, da cui si
vorrebbe essere amati. Freud à una spiegazione della genesi storica del senso di colpa, andando alla
ricerca di questa genesi nell’alba dell’umanità , all’interno di 4 saggi tra cui “Ritorno del totelismo
dell’infanzia” e presenta una tesi ispirata all’evoluzionismo di Darwin che afferma che all’alba
dell’umanità gli uomini vivevano in orde primordiali, capeggiate da un maschio che era padrone di
tutte le donne e padre di tutti i figli, i quali non potevano accoppiarsi con le donne dell’uomo e
dovevano cercare di formare le coppie al di fuori dell’orda. Le donne a loro volta non potevano
accoppiarsi con altri maschi ma solo con questo capo. Una volta i maschi stanchi di questa situazione
decidono di uccidere il padre, conseguendo una liberazione sia sessuale che politica, anche se provano
un grande desiderio di espiazione, quindi un grande pentimento, senso di colpa che deve essere visto
nell’ambivalenza emotiva nel rapporto con il padre, come se ci fosse una sorta di complesso di edipo
collettivo. Nel momento che viene compiuto questo atto l’odio scomparisce e compare l’amore che si
manifesta nel pentimento, ed è lo stesso che ha fondato il superio che ha il potere di punire. Poiché
questa ambivalenza nei confronti del padre si manifesterà anche nelle generazioni future è chiaro che
il pentimento e il superio si rafforzano fino all’istituzione della civiltà .