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DISEGNO DI LEGGE: Disposizioni per la formazione del bilancio

annuale e pluriennale dello Stato - LEGGE FINANZIARIA 2008

TITOLO I
DISPOSIZIONI DI CARATTERE FINANZIARIO

CAPO I
RISULTATI DIFFERENZIALI

1. Art. 1

(Risultati differenziali del bilancio dello Stato)

1. Per l'anno 2008, il livello massimo del saldo netto da


finanziare è determinato in termini di competenza in 34.000
milioni di euro, al netto di 9.905 milioni di euro per
regolazioni debitorie. Tenuto conto delle operazioni di
rimborso di prestiti, il livello massimo del ricorso al mercato
finanziario di cui all'articolo 11 della legge 5 agosto 1978, n.
468, e successive modificazioni, ivi compreso l'indebitamento
all'estero per un importo complessivo non superiore a 4.000
milioni di euro relativo ad interventi non considerati nel
bilancio di previsione per il 2008, è fissato, in termini di
competenza, in 245.000 milioni di euro per l'anno finanziario
2008.
2. Per gli anni 2009 e 2010, il livello massimo del saldo netto
da finanziare del bilancio pluriennale a legislazione vigente,
tenuto conto degli effetti della presente legge, è determinato,
rispettivamente, in 31.000 milioni di euro ed in 11.000 milioni
di euro, al netto di 9.050 milioni di euro per gli anni 2009 e
3.150 milioni di euro per l’anno 2010, per le regolazioni
debitorie; il livello massimo del ricorso al mercato è
determinato, rispettivamente, in 230.000 milioni di euro ed in
215.000 milioni di euro. Per il bilancio programmatico degli
anni 2009 e 2010, il livello massimo del saldo netto da
finanziare è determinato, rispettivamente, in 16.000 milioni di
euro ed in 8.000 milioni di euro ed il livello massimo del

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ricorso al mercato è determinato, rispettivamente, in 215.000
milioni di euro ed in 212.000 milioni di euro.
3. I livelli del ricorso al mercato di cui ai commi 1 e 2 si
intendono al netto delle operazioni effettuate al fine di
rimborsare prima della scadenza o ristrutturare passività
preesistenti con ammortamento a carico dello Stato.
4. Le maggiori entrate tributarie che si realizzassero nel 2008
rispetto alle previsioni sono prioritariamente destinate a
realizzare gli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche
amministrazioni e sui saldi di finanza pubblica definiti dal
Documento di programmazione economico-finanziaria 2008-
2011. In quanto eccedenti rispetto a tali obiettivi, le eventuali
maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale sono
destinate, qualora permanenti, a riduzioni della pressione
fiscale finalizzata al conseguimento degli obiettivi di sviluppo
ed equità sociale, dando priorità a misure di sostegno del
reddito di soggetti incapienti ovvero appartenenti alle fasce di
reddito più basse, salvo che si renda necessario assicurare la
copertura finanziaria di interventi urgenti ed imprevisti
necessari per fronteggiare calamità naturali ovvero
improrogabili esigenze connesse con la tutela della sicurezza
del Paese.

TITOLO II
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ENTRATA

2. Art. 2 ICI
Detrazione prima casa
(Riduzione della pressione fiscale )

1. All’articolo 8 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.


504, dopo il comma 2 sono aggiunti i seguenti:
“2-bis. Dall’imposta dovuta per l’unità immobiliare adibita ad
abitazione principale del soggetto passivo si detrae un ulteriore
importo pari all’1,33 per mille della base imponibile di cui
all’articolo 5. L’ulteriore detrazione, comunque non superiore
a 200 euro, viene fruita fino a concorrenza del suo ammontare
ed è rapportata al periodo dell’anno durante il quale si protrae
la destinazione di abitazione principale. Se l’unità immobiliare
è adibita ad abitazione principale da più soggetti passivi, la
detrazione spetta a ciascuno di essi proporzionalmente alla
quota per la quale la destinazione medesima si verifica.
2-ter. L’ulteriore detrazione di cui al comma 2-bis si
applica qualora i soggetti passivi dell’imposta abbiano un
reddito complessivo ai fini dell’imposta sul reddito delle
persone fisiche non superiore a 50.000 euro.”.
2. La minore imposta che deriva dall’applicazione del
comma 1 sarà rimborsata, con oneri a carico del bilancio dello
Stato, ai singoli comuni, sulla base di certificazioni presentate
dai comuni. E’ fatta salva per le Amministrazioni dello Stato

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una verifica delle certificazioni inviate sulla base dei dati
statistici disponibili. Il rimborso sarà effettuato in acconto,
sulla base dei dati statistici disponibili alle Amministrazioni
dello Stato, con versamenti contestuali alle due scadenze di
pagamento dell’imposta di giugno e dicembre. Gli eventuali
conguagli saranno effettuati entro il 30 marzo dell’anno
successivo. Con decreto del Ministero dell’economia e delle
finanze, di concerto con i Ministeri dell’interno e degli Affari
regionali e delle Autonomie locali, sentita la Conferenza Stato-
Città ed autonomie locali,, verranno stabilite le disposizioni di
attuazione dei rimborsi.

3. All’articolo 16 del decreto del Presidente della Repubblica IRPEF –detrazioni a


22 dicembre 1986, n. 917, sono apportate le seguenti favore degli inquilini
modificazioni:

a) al comma 1 premettere il seguente comma: “01. Ai


soggetti titolari di contratti di locazione di unità immobiliari
adibite ad abitazione principale, stipulati o rinnovati ai sensi
della legge 9 dicembre 1998, n. 431, spetta una detrazione
complessivamente pari a :
a) euro 300, se il reddito complessivo non supera euro
15.493,71;
b) euro 150, se il reddito complessivo supera euro 15.493,71,
ma non euro 30.987,41.”;

b) al comma 1, le parole: “, rapportata al periodo dell’anno


durante il quale sussiste tale destinazione, nei seguenti
importi:” sono sostituite dalle seguenti: “complessivamente
pari a:”;

c) al comma 1-bis sono apportate le seguenti


modificazioni:
1) le parole: “A favore dei”, sono sostituite dalla
seguente: “Ai”; Detrazioni per i giovani
2) le parole: “qualunque tipo di contratto”, sono
sostituite dalla seguente: “contratti”;
3) le parole: “rapportata al periodo dell’anno durante il
quale sussiste tale destinazione, nei seguenti importi:”, sono
sostituite dalle seguenti: “complessivamente pari a:”;

d) dopo il comma 1-bis sono inseriti i seguenti:


“1-ter. Ai giovani di età compresa fra i 20 e i 30 anni, che
stipulano un contratto di locazione ai sensi della legge 9
dicembre 1998, n. 431, per l’unità immobiliare da destinare a
propria abitazione principale, sempre che la stessa sia diversa
dall’abitazione principale dei genitori o di coloro cui sono
affidati dagli organi competenti ai sensi di legge, spetta per i
primi tre anni la detrazione di cui al comma 1-bis lettera a) alle
condizioni ivi previste.
1-quater . Le detrazioni di cui ai commi da 01 a 1-ter , da

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ripartire tra gli aventi diritto, non sono tra loro cumulabili e il
contribuente ha diritto, a sua scelta, di fruire della detrazione
più favorevole.
1-quinquies. Le detrazioni di cui ai commi da 01 a 1-
ter, sono rapportate al periodo dell’anno durante il quale
l’unità immobiliare locata è adibita ad abitazione principale.
Per abitazione principale si intende quella nella quale il
soggetto titolare del contratto di locazione o i suoi familiari
dimorano abitualmente.
1-sexies. Qualora la detrazione spettante sia di
ammontare superiore all’imposta lorda diminuita, nell’ordine,
delle detrazioni di cui agli articoli 12, e 13, è riconosciuto un
ammontare pari alla quota di detrazione che non ha trovato
capienza nella predetta imposta. Con decreto del Ministro
dell’economia e delle finanze sono stabilite le modalità per
l’attribuzione del predetto ammontare.”.

4. Le disposizioni di cui all’articolo 16 del decreto del


Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come
modificato dal comma 3 del presente articolo, producono
effetti a decorrere dal periodo di imposta 2007.

5. Nell’articolo 13, del testo unico delle imposte sui redditi di Assegno di
cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre mantenimento
1986, n. 917, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) nel comma 5, dopo le parole: “lettere e), f), g), h) e
i)”, sono aggiunte le seguenti: “ ad esclusione di quelli
derivanti dagli assegni periodici indicati nell’articolo 10,
comma 1, lettera c), fra gli oneri deducibili,”;
b) dopo il comma 5 è aggiunto il seguente: “5-bis. Se
alla formazione del reddito complessivo concorrono redditi
derivanti dagli assegni periodici indicati fra gli oneri deducibili
nell’articolo 10, comma 1, lettera c), spetta una detrazione
dall’imposta lorda, non cumulabile con quelle previste dai
commi 1, 2, 3, 4 e 5, in misura pari a quelle di cui al comma 3,
non rapportate ad alcun periodo nell’anno.”.

6. Le disposizioni del comma 5 si applicano a decorrere dal


periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2007.

Esenzione irpef
7. Nell’articolo 11 del testo unico delle imposte sui redditi,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22
dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, dopo il
comma 2 è inserito il seguente: “2-bis. Se alla formazione del
reddito complessivo concorrono soltanto redditi fondiari di cui
all’articolo 25 di importo complessivo non superiore a 500
euro, l’imposta non è dovuta.”.

8. Le disposizioni del comma 7 si applicano a decorrere dal


periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2007.

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9. Nel testo unico delle imposte dirette, approvato con il Deduzione prima casa
decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1986, n.
917, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 12, dopo il comma 4, è inserito il seguente :
“4-bis. Ai fini del comma 1 il reddito complessivo è
assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare
adibita ad abitazione principale e di quello delle
relative pertinenze di cui all’articolo 10, comma 3-
bis.”;
b) all’articolo 13, dopo il comma 6, è inserito il seguente:
“6-bis. Ai fini del presente articolo il reddito
complessivo è assunto al netto del reddito dell’unità
immobiliare adibita ad abitazione principale e di quello
delle relative pertinenze di cui all’articolo 10, comma
3-bis.”.

10. Le disposizioni del comma 9 si applicano a decorrere dal


periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2007.
11. Sono prorogate per gli anni 2008, 2009 e 2010, per una Ristrutturazioni edilizie
quota pari al 36 per cento delle spese sostenute, nei limiti di
48.000 euro per unità immobiliare, ferme restando le altre
condizioni ivi previste, le agevolazioni tributarie in materia di
recupero del patrimonio edilizio relative:
a) agli interventi di cui all'articolo 2, comma 5, della legge 27
dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, per le
spese sostenute dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2010;
b) agli interventi di cui all'articolo 9, comma 2, della legge 28
dicembre 2001, n. 448, nel testo vigente al 31 dicembre 2003,
eseguiti dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2010 dai soggetti
ivi indicati che provvedano alla successiva alienazione o
assegnazione dell'immobile entro il 30 giugno 2011.

12. E' prorogata per gli anni 2008, 2009 e 2010, nella misura e
alle condizioni ivi previste, l'agevolazione tributaria in materia
di recupero del patrimonio edilizio relativa alle prestazioni di
cui all'articolo 7, comma 1, lettera b) della legge 23 dicembre
1999, n. 488, fatturate dal 1° gennaio 2008.

13. Le agevolazioni fiscali di cui al comma 11 spettano a


condizione che il costo della relativa manodopera sia
evidenziato in fattura.

… 14. Le disposizioni di cui all'articolo 1, commi da 344 a 347, Proroga agevolazioni


della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si applicano, nella 55% riqualificazione
misura e alle condizioni ivi previste, anche alle spese sostenute energetica degli edifici
entro il 31 dicembre 2010.

15. Al decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, Trasferimento di


n. 131, nell’articolo 1, della Tariffa, parte prima, è aggiunto, in immobili in aree
fine, il seguente periodo: destinate all’edilizia

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“Se il trasferimento ha per oggetto immobili compresi in piani residenziale
urbanistici particolareggiati diretti all’attuazione dei
programmi di edilizia residenziale comunque denominati, a
condizione che l’intervento cui è finalizzato il trasferimento
venga completato entro cinque anni dalla stipula dell’atto:
1%”.

16. Nell’articolo 1-bis della Tariffa annessa al decreto


legislativo 31 ottobre 1990, n. 347, sono aggiunte, in fine, le
seguenti parole: “, ovvero che importano il trasferimento di
proprietà, la costituzione o il trasferimento di diritti
immobiliari attinenti ad immobili compresi in piani urbanistici
particolareggiati diretti all’attuazione dei programmi di edilizia
residenziale comunque denominati”.

17. L’articolo 36, comma 15, del decreto legge 4 luglio 2006,
n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto
2006, n. 248, come modificato dall’articolo 1, comma 306,
della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è abrogato.

18. Le disposizioni dei commi 15, 16 e 17, si applicano agli


atti pubblici formati, agli atti giudiziari pubblicati o emanati,
alle scritture private autenticate poste in essere a decorrere
dalla data di entrata in vigore della presente legge, nonché alle
scritture private non autenticate presentate per la registrazione
a decorrere dalla stessa data.
. 19. L'articolo 8 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui Compensazioni
al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, orizzontali lavoro
n. 917, è sostituito dal seguente: autonomo e imprese
“Art. 8 (Determinazione del reddito complessivo). 1. Il minori
reddito complessivo si determina sommando i redditi di ogni
categoria che concorrono a formarlo e sottraendo le perdite
derivanti dall'esercizio di imprese commerciali di cui
all'articolo 66 e quelle derivanti dall'esercizio di arti e
professioni. Non concorrono a formare il reddito complessivo
dei percipienti i compensi non ammessi in deduzione ai sensi
dell'articolo 60.
2. Le perdite delle società in nome collettivo ed in
accomandita semplice di cui all'articolo 5, nonché quelle delle
società semplici e delle associazioni di cui allo stesso articolo
derivanti dall'esercizio di arti e professioni, si sottraggono per
ciascun socio o associato nella proporzione stabilita
dall'articolo 5. Per le perdite della società in accomandita
semplice che eccedono l'ammontare del capitale sociale la
presente disposizione si applica nei soli confronti dei soci
accomandatari.
3. Le perdite derivanti dall'esercizio di imprese
commerciali e quelle derivanti dalla partecipazione in società
in nome collettivo e in accomandita semplice sono computate
in diminuzione dai relativi redditi conseguiti nei periodi di
imposta e per la differenza nei successivi, ma non oltre il

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quinto, per l'intero importo che trova capienza in essi. La
presente disposizione non si applica per le perdite determinate
a norma dell'articolo 66. Si applicano le disposizioni del
comma 2 dell'articolo 84 e, limitatamente alle società in nome
collettivo ed in accomandita semplice, quelle di cui al comma
3 del citato articolo 84.”.

20. Le disposizioni del comma 19 hanno effetto con


decorrenza dal periodo d’imposta in corso al 1° gennaio 2008.

3. IRES
Art. 3
Modifiche base
(Razionalizzazione della disciplina in materia di IRES e di imponibile e riduzione
IVA) aliquota IRES

1. Al testo unico delle imposte sui redditi, approvato con


decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1996, n.
917, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) nell’articolo 56, secondo comma, le parole: “non dedotti ai
sensi degli articoli 96 e 109, commi 5 e 6”, sono sostituite
dalle seguenti: “non dedotti ai sensi dell’articolo 109, comma
5”;
b) l’articolo 61 è sostituito dal seguente: “Art. 61 (Interessi
passivi) 1. Gli interessi passivi inerenti l’esercizio d’impresa
sono deducibili per la parte corrispondente al rapporto tra
l’ammontare dei ricavi e altri proventi che concorrono a
formare il reddito d’impresa o che non vi concorrono in quanto
esclusi e l’ammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi..
2. La parte di interessi passivi non deducibile ai sensi del
primo comma non dà diritto alla detrazione dall’imposta
prevista alle lettere a) e b) del comma 1 dell’articolo 15.” ;
c) gli articoli 62 e 63 sono abrogati;
d) nell’articolo 77, le parole: “33 per cento” sono sostituite
dalle seguenti: “27,5 per cento”;
e) nell’articolo 83, comma 1, è aggiunto, in fine, il seguente
periodo: “In caso di attività che fruiscono di regimi di parziale
o totale detassazione del reddito, le relative perdite fiscali
assumono rilevanza nella stessa misura in cui assumerebbero
rilevanza i risultati positivi.”;
f) nell’articolo 84, comma 1:
1) il secondo periodo è abrogato;
2) al quarto periodo, le parole: “non dedotti ai sensi
degli articoli 96 e 109, commi 5 e 6”, sono sostituite dalle
seguenti: “non dedotti ai sensi dell’articolo 109, comma 5”;
g) nell’articolo 87, comma 1, le parole: “del 91 per cento, e
dell’84 per cento a decorrere dal 2007” sono sostituite dalle
seguenti: “del 95 per cento”;
h) l’articolo 96 è sostituito dal seguente: “Art. 96 (Interessi
passivi) 1. Gli interessi passivi e gli oneri assimilati, diversi da
quelli compresi nel costo dei beni ai sensi del comma 1, lettera

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b), dell’articolo 110, sono deducibili in ciascun periodo
d’imposta fino a concorrenza degli interessi attivi e proventi
assimilati. L’eccedenza è deducibile nel limite del 30 per cento
del risultato operativo lordo della gestione caratteristica.
2. Per risultato operativo lordo si intende la differenza tra il
valore e i costi della produzione di cui al primo comma lettere
A) e B) dell’articolo 2425 del codice civile, con esclusione
delle voci 10, lettere a) e b), così come risultanti dal conto
economico dell’esercizio; per i soggetti che redigono il
bilancio in base ai principi contabili internazionali si assumono
le voci di conto economico corrispondenti.
3. Ai fini del presente articolo, assumono rilevanza gli interessi
passivi e gli interessi attivi, nonché gli oneri e i proventi
assimilati, derivanti da contratti di mutuo, da contratti di
locazione finanziaria, dall’emissione di obbligazioni e titoli
similari e da ogni altro rapporto avente causa finanziaria, con
esclusione degli interessi impliciti derivanti da debiti di natura
commerciale.
4. Gli interessi passivi e gli oneri assimilati indeducibili in un
determinato periodo d’imposta sono dedotti dal reddito dei
successivi periodi d’imposta, ma non oltre il quinto, se e nei
limiti in cui, in tali periodi, l’importo degli interessi passivi e
degli oneri assimilati di competenza, eccedenti gli interessi
attivi e i proventi assimilati sia inferiore al 30 per cento del
risultato operativo lordo di competenza.
5. Le disposizioni dei commi precedenti non si applicano alle
banche e agli altri soggetti finanziari indicati nell’articolo 1 del
decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 87, alle imprese di
assicurazione nonché alle società capogruppo di gruppi bancari
e assicurativi.
6. Resta ferma l’applicazione prioritaria delle regole di
indeducibilità assoluta previste dai commi 7 e 10 dell’articolo
110 del presente testo unico, dall’articolo 3, comma 115, della
legge 28 dicembre 1995, n. 549, in materia di interessi su titoli
obbligazionari e dall’articolo 1, comma 465, della legge 30
dicembre 2004, n. 311, in materia di interessi sui prestiti dei
soci delle società cooperative.
7. In caso di partecipazione al consolidato nazionale di cui alla
sezione seconda del presente capo, l’eventuale eccedenza di
interessi passivi ed oneri assimilati indeducibili generatasi in
capo a un soggetto può essere portata in abbattimento del
reddito complessivo di gruppo se e nei limiti in cui altri
soggetti partecipanti al consolidato presentino, per lo stesso
periodo d’imposta, un risultato operativo lordo capiente non
integralmente sfruttato per la deduzione. Tale regola si applica
anche alle eccedenze oggetto di riporto in avanti, con
esclusione di quelle generatesi anteriormente all’ingresso nel
consolidato nazionale.”;
i) gli articoli 97 e 98 sono abrogati;
l) nell’articolo 102:
1) il comma 3 è abrogato;

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2) il comma 7 è sostituito dal seguente: “7. Per i beni
concessi in locazione finanziaria l’impresa concedente che
imputa a conto economico i relativi canoni deduce quote di
ammortamento determinate in ciascun esercizio nella misura
risultante dal relativo piano di ammortamento finanziario. Per
l’impresa utilizzatrice che imputa a conto economico i canoni
di locazione finanziaria, la deduzione è ammessa a condizione
che la durata del contratto non sia inferiore ai due terzi del
periodo di ammortamento corrispondente al coefficiente
stabilito a norma del comma 2, in relazione all'attività
esercitata dall'impresa stessa; in caso di beni immobili, qualora
l’applicazione della regola del periodo precedente determini un
risultato inferiore a undici anni ovvero superiore a diciotto
anni, la deduzione è ammessa se la durata del contratto non è,
rispettivamente, inferiore a undici anni ovvero pari almeno a
diciotto anni; la quota di interessi impliciti desunta dal
contratto è soggetta alle regole dell’articolo 96.”;
m) nell’articolo 102-bis, il comma 4 è abrogato;
n) nell’articolo 108, comma 2, i periodi dal secondo al quarto
sono sostituiti dai seguenti: “Le spese di rappresentanza sono
deducibili nel periodo d’imposta di sostenimento se
rispondenti ai requisiti di inerenza e congruità stabiliti con
decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, anche in
funzione della natura e della destinazione delle stesse, del
volume dei ricavi dell’attività caratteristica dell’impresa e
dell’attività internazionale dell’impresa. Tra le spese
qualificabili come spese di rappresentanza e sottoposte ai limiti
di inerenza e congruità previste dal predetto decreto, possono
essere contemplate anche le perdite fiscali di società sportive
professionistiche controllate, oggetto di consolidamento ai
sensi delle sezioni seconda e terza del presente capo. Sono
comunque deducibili le spese relative a beni distribuiti
gratuitamente di valore unitario non superiore a euro 50.”;
o) nell’articolo 109:
1) al comma 4, lettera b), le parole da: “Gli
ammortamenti dei beni materiali”, fino a: “, che hanno
concorso alla formazione del reddito.”, sono soppresse;
2) al comma 5, secondo periodo, le parole: “per la parte
corrispondente al rapporto di cui ai commi 1, 2 e 3
dell’articolo 96”, sono sostituite dalle seguenti: “per la parte
corrispondente al rapporto tra l’ammontare dei ricavi e altri
proventi che concorrono a formare il reddito d’impresa o che
non vi concorrono in quanto esclusi e l’ammontare
complessivo di tutti i ricavi e proventi”;
3) il comma 6 è abrogato;
p) nell’articolo 119, comma 1, lettera d), la parola: Decorrenza della
«ventesimo», è sostituita dalla seguente: «sedicesimo»; disciplina di cui al
q) l’articolo 122 è sostituito dal seguente: “Art. 122. (Obblighi comma 1
della società o ente controllante) 1. La società o ente
controllante presenta la dichiarazione dei redditi del
consolidato, calcolando il reddito complessivo globale

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risultante dalla somma algebrica dei redditi complessivi netti
dichiarati da ciascuna delle società partecipanti al regime del
consolidato e procedendo alla liquidazione dell’imposta di
gruppo secondo le disposizioni attuative contenute nel decreto
ministeriale di cui all’articolo 129 e in quello di approvazione
del modello annuale di dichiarazione dei redditi.»;
r) nell’articolo 134, comma 1, la lettera a) è abrogata;
s) gli articoli 123 e 135 sono abrogati;
t) dopo l’articolo 139 è aggiunto il seguente: “Art. 139-bis
(Recupero perdite compensate) 1. Nell’ipotesi di interruzione
o di mancato rinnovo del consolidato mondiale, i dividendi o
le plusvalenze derivanti dal possesso o dal realizzo delle
partecipazioni nelle società consolidate, percepiti o realizzate
dall’ente o società consolidante dal periodo d’imposta
successivo all’ultimo periodo di consolidamento, per la parte
esclusa o esente in base alle ordinarie regole, concorrono a
formare il reddito, fino a concorrenza della differenza tra le
perdite della società estera che si considerano dedotte e i
redditi della stessa società inclusi nel consolidato. La stessa
regola si applica durante il periodo di consolidamento in caso
di riduzione della percentuale di possesso senza il venir meno
del rapporto di controllo.
2. Con il decreto di cui all’articolo 142 sono stabilite le
disposizioni attuative del comma 1, anche per il
coordinamento con gli articoli 137 e 138.”;
u) nell’articolo 172, comma 7, è aggiunto, in fine, il seguente
periodo: “Le disposizioni del presente comma si applicano
anche agli interessi indeducibili oggetto di riporto in avanti di
cui al comma 4 dell’articolo 96.”.

2. Le disposizioni del comma 1 lettere a), b), c), d), f), numero
2), i), m), n), o), numeri 2) e 3) e u), si applicano a decorrere
dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31
dicembre 2007. Le disposizioni del comma 1, lettera h), si
applicano dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al
31 dicembre 2007, e per i primi tre periodi d’imposta di Rideterminazione delle
applicazione della nuova disciplina degli interessi passivi, il percentuali
limite del riporto in avanti dell’eccedenza non dedotta è esteso
dal quinto al decimo periodo successivo a quello di
competenza. Le disposizioni del comma 1 lettere e) e f),
numero 1), si applicano a decorrere dal periodo d’imposta in
corso al 31 dicembre 2007. La disposizione della lettera g) ha
effetto per le plusvalenze realizzate a decorrere dal periodo di Tassazione del reddito
imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007; di impresa delle
resta ferma l’esenzione in misura pari all’84 per cento per le imprese individuali e
plusvalenze realizzate dalla predetta data fino a concorrenza delle società di persone
delle svalutazioni dedotte ai fini fiscali nei periodi imposta con aliquota
anteriori a quello in corso al 1° gennaio 2004. La disposizione proporzionale
della lettera l), numero 1), si applica a decorrere dal periodo di
imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007 e la
disposizione del numero 2, concernente la durata minima dei

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contratti di locazione finanziaria, si applica a decorrere dai
contratti stipulati a partire dal 1° gennaio 2008. La
disposizione della lettera o), numero 1), ha effetto dal periodo
d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007,
ferma restando l’applicazione in via transitoria delle
disposizioni dell’articolo 109, lettera b), terzo, quarto e quinto
periodo, nel testo previgente le modifiche apportate dalla
presente legge, per il recupero delle eccedenze risultanti alla
fine del periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2007. Il
contribuente ha tuttavia la facoltà di eliminare il vincolo di
disponibilità gravante sulle riserve in sospensione, ma senza
alcun effetto sui valori fiscali dei beni e degli altri elementi,
assoggettandole in tutto o in parte a imposta sostituiva con
aliquota dell’uno per cento; l’imposta sostituiva deve essere
versata in unica soluzione entro il termine di versamento
dell’imposta sul reddito relativa al periodo d’imposta in corso
al 31 dicembre 2007. La eliminazione della rettifica di Imposta sostituiva per
consolidamento concernente la quota imponibile dei dividendi le operazioni di
distribuiti dalle società controllate, conseguente alle modifiche riorganizzazione e per il
recate dalle lettere q) ed r) del comma 1, ha effetto dalle riallineamento dei
delibere di distribuzione adottate a partire dal 1° settembre valori civili e fiscali
2007, esclusa la delibera riguardante la distribuzione dell’utile
relativo all’esercizio anteriore a quello in corso al 31 dicembre
2007. L’eliminazione delle rettifiche di consolidamento
concernenti il regime di neutralità per i trasferimenti
infragruppo, conseguente alle modifiche recate dalla lettera s)
del comma 1, si applica ai trasferimenti effettuati a partire dal
periodo d’imposta successivo a quello in corso alla data del 31
dicembre 2007. Resta ferma l’applicazione degli articoli 124,
comma 1, 125, comma 1 e 138, comma 1.

3. Al fine di garantire l’invarianza del livello di tassazione dei


dividendi e delle plusvalenze, in relazione alla riduzione
dell’aliquota dell’imposta sul reddito delle società disposta dal
comma 1 del presente articolo, con decreto del Ministro
dell’economia e delle finanze sono proporzionalmente
rideterminate le percentuali di cui agli articoli 47, comma 1,
58, comma 2, 59 e 68, comma 3, del testo unico delle imposte
sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22
dicembre 1986, n. 917.

4. Con il medesimo decreto di cui al comma 3 sono altresì


determinate la normativa transitoria e le relative decorrenze.

5. A decorrere dal periodo d’imposta 2008, le persone fisiche


titolari di redditi d’impresa e di redditi da partecipazione in
società in nome collettivo e in accomandita semplice residenti
nel territorio dello Stato possono optare per l’assoggettamento

11
di tali redditi a tassazione separata con l’aliquota del 27,5 per
cento, a condizione che i redditi prodotti ovvero imputati per
trasparenza non siano prelevati o distribuiti. In caso di
successivo prelievo o distribuzione, i redditi soggetti a
tassazione separata concorrono a formare il reddito
complessivo imponibile e l’imposta già versata si scomputa
dall’imposta corrispondente ai redditi prelevati o distribuiti.

6. L’opzione prevista dal comma 5 non è esercitabile se le


imprese o le società sono in contabilità semplificata. In
apposito prospetto della dichiarazione dei redditi deve essere
data indicazione del patrimonio netto formato con gli utili non
distribuiti dei periodi d'imposta nei quali è applicato il regime
di cui al comma 1 e le altre componenti del patrimonio netto.
Le somme trasferite dal patrimonio dell'impresa a quello
personale dell'imprenditore o dei soci, al netto delle somme
versate nello stesso periodo d'imposta, costituiscono prelievi
degli utili dell'esercizio in corso e, per l'eccedenza, di quelli
degli esercizi precedenti. L'importo che supera il patrimonio si
considera prelievo degli utili dei periodi d'imposta successivi,
da assoggettare a tassazione in tali periodi. In caso di revoca
dell’opzione, si considerano prelevati o distribuiti gli utili
ancora esistenti al termine dell'ultimo periodo d'imposta di
applicazione del regime opzionale.

7. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze sono


dettate le disposizioni attuative del regime di cui ai commi 5 e
6, con particolare riferimento, tra l’altro, ai termini e alle
modalità dell’opzione, al regime d’imputazione delle perdite,
al trattamento delle riserve di utili, al versamento dell’imposta
e al coordinamento con le altre disposizioni del testo unico
delle imposte sui redditi e in materia di accertamento.

8. Al fine di razionalizzare la disciplina delle operazioni di


riorganizzazione aziendale, al testo unico delle imposte sui
redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica
22 dicembre 1986, n. 917, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) nell’articolo 172, è aggiunto il seguente comma: “10-bis. Il
regime dell’imposta sostitutiva di cui al comma 2-ter
dell’articolo 176 può essere applicato, con le modalità,
condizioni e termini ivi stabiliti, anche dalla società
incorporante o risultante dalla fusione per ottenere il
riconoscimento fiscale dei maggiori valori iscritti in bilancio a
seguito di tali operazioni.”;
b) nell’articolo 173, è aggiunto il seguente comma: “15-bis. Il
regime dell’imposta sostitutiva di cui al comma 2-ter
dell’articolo 176 può essere applicato, con le modalità,
condizioni e termini ivi stabiliti, anche dalla società
beneficiaria dell’operazione di scissione per ottenere il
riconoscimento fiscale dei maggiori valori iscritti in bilancio a

12
seguito di tali operazioni.”;
c) nell’articolo 175:
1) al comma 1, le parole: “di aziende e”, e le parole:
“all’azienda o”, sono soppresse;
2) i commi 3 e 4 sono abrogati;
d) nell’articolo 176: Modifiche base
1) il comma 2 è sostituito dal seguente: “2. Le imponibile e riduzione
disposizioni del comma 1 si applicano anche se il conferente o aliquota IRAP
il conferitario è un soggetto non residente, qualora il
conferimento abbia ad oggetto aziende situate nel territorio
dello Stato.”;
2) dopo il comma 2, sono aggiunti i seguenti: “2-bis. In
caso di conferimento dell’unica azienda dell’imprenditore
individuale, la successiva cessione delle partecipazioni
ricevute a seguito del conferimento è disciplinata dagli articoli
67, comma 1, lettera c) e 68, assumendo come costo delle
stesse l’ultimo valore fiscale dell’azienda conferita.
2-ter. In luogo dell’applicazione delle disposizioni dei commi
precedenti, la società conferitaria può optare, nella
dichiarazione dei redditi relativa all’esercizio nel corso del
quale è stata posta in essere l’operazione o, al più tardi, in
quella del periodo d’imposta successivo, per l’applicazione, in
tutto o in parte, sui maggiori valori attribuiti in bilancio agli
elementi dell’attivo costituenti immobilizzazioni materiali e
immateriali relativi all’azienda ricevuta, di un’imposta
sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche,
dell’imposta sul reddito delle società e dell’imposta regionale
sulle attività produttive, con aliquota del 18 per cento. I
maggiori valori assoggettati a imposta sostitutiva si
considerano riconosciuti ai fini dell’ammortamento a partire
dal periodo d’imposta nel corso del quale è esercitata
l’opzione; in caso di realizzo dei beni anteriormente al secondo
periodo d’imposta successivo a quello dell’opzione, il costo
fiscale è ridotto dei maggiori valori assoggettati a imposta
sostitutiva e dell’eventuale maggior ammortamento dedotto e
l’imposta sostituiva versata è scomputata dall’imposta sui
redditi ai sensi degli articoli 22 e 79.”;
3) al comma 3, le parole: “il regime di continuità dei
valori fiscali riconosciuti”, sono sostituite dalle seguenti: “i
regimi di continuità dei valori fiscali riconosciuti o di
imposizione sostitutiva”, e le parole: “totale” e “parziale”,
sono soppresse;
4) al comma 5, premettere le seguenti parole: “Nelle
ipotesi di cui ai commi 1, 2 e 2-bis,”;
5) il comma 6 è abrogato.

9. Le disposizioni del comma 8 si applicano alle operazioni


effettuate a partire dal periodo d’imposta successivo a quello
in corso al 31 dicembre 2007. La disciplina dell’imposta
sostituiva introdotta dal comma 8, lettera d), numero 2), può
essere richiesta anche per ottenere il riallineamento dei valori

13
fiscali ai maggiori valori di bilancio iscritti in occasione di
operazioni effettuate entro il periodo d’imposta in corso al 31
dicembre 2007, nei limiti dei disallineamenti ancora esistenti
alla chiusura di detto periodo o del periodo successivo. Con
decreto di natura non regolamentare del Ministro
dell’economia e delle finanze sono adottate le disposizioni
attuative per l’esercizio e gli effetti dell’opzione, per
l’accertamento e la riscossione dell’imposta sostitutiva e per il
coordinamento con le disposizioni recate dai commi da 242 a
249 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, in
materia di agevolazioni alle operazioni di aggregazioni
aziendali. In caso di applicazione parziale dell’imposta
sostitutiva, l’esercizio dell’opzione può essere subordinato al
rispetto di limiti minimi.

10. L’eccedenza dedotta ai sensi dell’articolo 109, comma 4,


lettera b) del testo unico delle imposte sui redditi, approvato
con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986,
n. 917, nel testo precedente alle modifiche recate dalla
presente legge, può essere recuperata a tassazione mediante
opzione per l’applicazione di un’imposta sostitutiva
dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, dell’imposta sul
reddito delle società e dell’imposta regionale sulle attività
produttive, con aliquota del 18 per cento. L’applicazione
dell’imposta sostitutiva può essere anche parziale e, in tal caso,
deve essere richiesta per classi omogenee di deduzioni
extracontabili. Con decreto di natura non regolamentare del
Ministro dell’Economia e delle finanze sono adottate le
disposizioni attuative per la definizione delle modalità, dei
termini e degli effetti dell’esercizio dell’opzione. Si applicano
le disposizioni del comma 2-ter, secondo periodo,
dell’articolo 176 del citato testo unico.

11. L’ammontare delle differenze tra valori civili e valori


fiscali degli elementi patrimoniali delle società aderenti al
consolidato fiscale, risultanti dal bilancio relativo all’esercizio
precedente a quello di esercizio dell’opzione per l’adesione al
consolidato o di rinnovo dell’opzione stessa, da riallineare ai
sensi degli articoli 128 e 141 del citato testo unico delle
imposte sui redditi, al netto delle rettifiche già operate, può
essere assoggettato ad un’imposta sostitutiva dell’imposta sul
reddito delle società e dell’imposta regionale sulle attività
produttive nella misura del 7 per cento. La disposizione del
periodo precedente si applica anche per le differenze da
riallineare ai sensi dell’articolo 115 del predetto testo unico.
Con decreto di natura non regolamentare del Ministro
dell’Economia e delle finanze sono adottate le relative
disposizioni attuative.

12. Al fine di semplificare le regole di determinazione della


base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive

14
e di separarne la disciplina applicativa e dichiarativa da quella
concernente le imposte sul reddito, al decreto legislativo 15
dicembre 1997, n. 446, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) l’articolo 5 è sostituito dal seguente: “Art. 5
(Determinazione del valore della produzione netta delle
società di capitali ed enti commerciali). 1. Per i soggetti di cui
all’articolo 3, comma 1, lettere a), non esercenti le attività di
cui agli articoli 6 e 7, la base imponibile è determinata dalla
differenza tra il valore e i costi della produzione di cui al primo
comma lettere A) e B) dell’articolo 2425 del codice civile, con
esclusione delle voci 9, 10, lettere c) e d), 12 e 13, così come
risultanti dal conto economico dell’esercizio.
2. Per i soggetti che redigono il bilancio in base ai principi
contabili internazionali, la base imponibile è determinata
assumendo le voci del valore e dei costi della produzione
corrispondenti a quelle indicate nel comma 1.
3. Tra i componenti negativi non si considerano comunque in
deduzione: le spese per il personale dipendente e assimilato
classificate in voci diverse dalla citata voce B9, nonché i costi,
i compensi e gli utili indicati nel comma 1, lettera b), numeri
da 2 a 5 dell’articolo 11; la quota interessi dei canoni di
locazione finanziaria, desunta dal contratto; le perdite su
crediti; l’imposta comunale sugli immobili di cui al decreto
legislativo 30 dicembre 1992, n. 504. I contributi erogati in
base a norma di legge concorrono comunque alla formazione
del valore della produzione, fatta eccezione per quelli correlati
a costi indeducibili.
4. I componenti positivi e negativi classificabili in voci del
conto economico diverse da quelle indicate al comma 1
concorrono alla formazione della base imponibile se correlati a
componenti rilevanti della base imponibile di periodi
d’imposta precedenti o successivi.
5. Indipendentemente dalla effettiva collocazione nel conto
economico, i componenti positivi e negativi del valore della
produzione sono accertati secondo i criteri di corretta
qualificazione, imputazione temporale e classificazione
previsti dai principi contabili adottati dall’impresa”;
b) dopo l’articolo 5 è inserito il seguente: “Art. 5-bis
(Determinazione del valore della produzione netta delle
società di persone e delle imprese individuali). 1. Per i soggetti
di cui all'articolo 3, comma 1, lettera b), la base imponibile é
determinata dalla differenza tra l'ammontare dei ricavi di cui
all'articolo 85, comma 1, lettere a), b), f) e g), del testo unico
delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e delle variazioni
delle rimanenze finali di cui agli articoli 92 e 93 dello stesso
testo unico, e l'ammontare dei costi delle materie prime,
sussidiarie e di consumo, delle merci, dei servizi,
dell'ammortamento e dei canoni di locazione anche finanziaria
dei beni strumentali materiali e immateriali. Non sono

15
deducibili: le spese per il personale dipendente e assimilato; i
costi, i compensi e gli utili indicati nel comma 1, lettera b),
numeri da 2 a 5 dell’articolo 11; la quota interessi dei canoni di
locazione finanziaria, desunta dal contratto; le perdite su
crediti; l’imposta comunale sugli immobili di cui al decreto
legislativo 30 dicembre 1992, n. 504. I contributi erogati in
base a norma di legge concorrono comunque alla formazione
del valore della produzione, fatta eccezione per quelli correlati
a costi indeducibili. I componenti rilevanti si assumono
secondo le regole di qualificazione, imputazione temporale e
classificazione valevoli per la determinazione del reddito
d’impresa ai fini dell’imposta personale.”;
c) l’articolo 6 è sostituito dal seguente: “Art. 6
(Determinazione del valore della produzione delle banche e di
altri enti e società finanziarie). 1. Per le banche e gli altri enti
e società finanziari indicati nell’articolo 1 del decreto
legislativo 27 gennaio 1992, n. 87, come modificato
dall’articolo 157 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n.
385, salvo quanto previsto nei successivi commi, la base
imponibile è determinata dalla somma algebrica delle seguenti
voci del conto economico redatto in conformità agli schemi
risultanti dai provvedimenti emessi ai sensi dell’articolo 9,
comma 1, del decreto legislativo 28 febbraio 2005, n. 38: a)
margine d’intermediazione ridotto del cinquanta per cento dei
dividendi; b) ammortamenti dei beni materiali e immateriali ad
uso funzionale per un importo pari al 90 per cento; c) altre
spese amministrative per un importo pari al 90 per cento.
2. Per le società di intermediazione mobiliare e gli
intermediari, diversi dalle banche, abilitati allo svolgimento
dei servizi di investimento indicati nell’articolo 1 del decreto
legislativo 23 luglio 1996, n. 415, iscritti nell’albo previsto
dall’articolo 9 dello stesso decreto, assume rilievo la
differenza tra la somma degli interessi attivi e proventi
assimilati relativi alle operazioni di riporto e di pronti contro
termine e le commissioni attive riferite ai servizi prestati
dall’intermediario e la somma degli interessi passivi e oneri
assimilati relativi alle operazioni di riporto e di pronti contro Norme generali sulle
termine e le commissioni passive riferite ai servizi prestati modalità e sui limiti di
dall’intermediario. utilizzo dei crediti
3. Per le società di gestione dei fondi comuni di investimento, d’imposta per incentivi
di cui alle leggi 23 marzo 1983, n. 77, e 14 agosto 1993, n.
344, e al decreto legislativo 25 gennaio 1996, n. 84, si assume Modifiche alla
la differenza tra le commissioni attive e passive. disciplina dell’IVA di
4. Per le società di investimento a capitale variabile, si assume gruppo
la differenza tra le commissioni di sottoscrizione e le
commissioni passive dovute a soggetti collocatori.
5. Per i soggetti indicati nei commi 2, 3 e 4, si deducono i
componenti negativi delle lettere d) ed e) del comma 1 nella
misura ivi indicata.
6. I componenti positivi e negativi si assumono così come
risultanti dal conto economico dell’esercizio redatto secondo i

16
criteri contenuti nei Provvedimenti della Banca d’Italia 22
dicembre 2005 e 14 febbraio 2006, adottati ai sensi
dell’articolo 9 del decreto legislativo 28 febbraio, 2005, n. 38.
Si applica il comma 4 dell’articolo 5.
7. Per la Banca d’Italia e l’Ufficio Italiano dei cambi, per i
quali assumono rilevanza i bilanci compilati in conformità ai
criteri di rilevazione e di redazione adottati dalla Banca
Centrale Europea ai sensi dello Statuto del SEBC e alle
raccomandazioni dalla stessa formulate in materia, la base
imponibile è determinata dalla somma algebrica delle seguenti
componenti: a) interessi netti; b) risultato netto da commissioni
provvigioni e tariffe; c) costi per servizi di produzione di
banconote; d) risultato netto della redistribuzione del reddito
monetario; e) interessi attivi; f) ammortamenti delle
immobilizzazioni materiali e immateriali, nella misura del 90
per cento; g) spese di amministrazione, nella misura del 90 per
cento.
8. Per i soggetti indicati nei commi precedenti, non è
comunque ammessa la deduzione: dei costi, dei compensi e
degli utili indicati nel comma 1, lettera b), numeri da 2 a 5
dell’articolo 11; della quota interessi dei canoni di locazione
finanziaria, desunta dal contratto; dell’imposta comunale sugli
immobili di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.
504. I contributi erogati in base a norma di legge concorrono
comunque alla formazione del valore della produzione, fatta
eccezione per quelli correlati a costi indeducibili.
9. Per le società la cui attività consiste, in via esclusiva o
prevalente, nella assunzione di partecipazioni in società
esercenti attività diversa da quella creditizia o finanziaria, per
le quali sussista l’obbligo dell’iscrizione, ai sensi dell’articolo
113 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385,
nell’apposita sezione dell’elenco generale dei soggetti operanti
nel settore finanziario, la base imponibile è determinata
aggiungendo al risultato derivante dall’applicazione
dell’articolo 5 la differenza tra gli interessi attivi e proventi
assimilati e gli interessi passivi e oneri assimilati.”;
d) l’articolo 7 è sostituito dal seguente: “Art. 7
(Determinazione del valore della produzione netta delle
imprese di assicurazione) 1. Per le imprese di assicurazione, la
base imponibile è determinata apportando alla somma dei
risultati del conto tecnico dei rami danni (voce 29) e del conto
tecnico dei rami vita (voce 80) del conto economico le
seguenti variazioni: a) gli ammortamenti dei beni strumentali ,
ovunque classificati, e le altre spese di amministrazione (voci
24 e 70), sono deducibili nella misura del 90 per cento; b) i
dividendi (voce 33) sono assunti nella misura del cinquanta per
cento.
2. Dalla base imponibile non sono comunque ammessi in
deduzione: le spese per il personale dipendente e assimilato
ovunque classificate nonché i costi, i compensi e gli utili
indicati nel comma 1, lettera b), numeri da 2 a 5 dell’articolo

17
11; le svalutazioni, le perdite e le riprese di valore dei crediti;
la quota interessi dei canoni di locazione finanziaria, desunta
dal contratto; l’imposta comunale sugli immobili di cui al
decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504.
3. I contributi erogati in base a norma di legge concorrono
comunque alla formazione del valore della produzione, fatta
eccezione per quelli correlati a costi indeducibili.
4. I componenti positivi e negativi si assumono così come
risultanti dal conto economico dell’esercizio redatto in
conformità ai criteri contenuti nel decreto legislativo 26
maggio 1997, n. 173, e alle istruzioni impartite dall’ISVAP
con il Provvedimento n. 735 del 1° dicembre 1997.”;
e) nell’articolo 8, è aggiunto, infine, il seguente periodo: “I
compensi, i costi e gli altri componenti si assumono così come
rilevanti ai fini della dichiarazione dei redditi.”;
f) all’articolo 11:
1) nel comma 1, lettera a), numeri 2) e 3), le parole: “pari a
5.000” e “fino a 10.000”, sono sostituite, rispettivamente, con:
“pari a 4.600” e con: “fino a 9.200”;
2) nello stesso comma 1, lettera b), i numeri 1) e 6) sono
abrogati e al numero 2 sono aggiunte le seguenti parole:
“nonché i compensi attribuiti per obblighi di fare, non fare o
permettere di cui alla lettera l) del citato comma 1 dell’articolo
67;
3) i commi 2, 3 e 4 sono abrogati;
4) nel comma 4-bis, le parole: “euro 8.000”, “euro 6.000”,
“euro 4.000” e “euro 2000” sono sostituite, rispettivamente,
con “euro 7350”, “euro 5.500”, “euro 3.700” e “euro 1.850”;
5) nel comma 4-bis.1, le parole: “pari a euro 2.000”, sono
sostituite dalle seguenti: “pari a euro 1.850”;
g) l’articolo 11-bis è abrogato;
h) nell’articolo 16, comma 1, le parole: “l’aliquota del 4,25 per
cento”, sono sostituite dalle seguenti: “l’aliquota del 3,9 per
cento”.

13. Le disposizioni del comma 12 si applicano a decorrere dal


periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre
2007. L’ammontare complessivo dei componenti negativi
dedotti dalla base imponibile IRAP fino al periodo d’imposta
in corso al 31 dicembre 2007 previa indicazione nell’apposito
prospetto di cui all’articolo 109, comma 4, lettera b), del citato
testo unico delle imposte sui redditi è recuperato a tassazione
in sei quote costanti a partire dal periodo d’imposta successivo
a quello in corso alla suddetta data del 31 dicembre 2007; in
corrispondenza di tale recupero, si determina lo svincolo, per
la quota IRAP, delle riserve in sospensione indicate nel
suddetto prospetto. Per le quote residue dei componenti
negativi la cui deduzione sia stata rinviata in applicazione della
precedente disciplina dell’IRAP continuano ad applicarsi le
regole precedenti; ad eccezione delle quote residue derivanti
dall’applicazione del comma 3 dell’articolo 111 del citato testo

18
unico, il cui ammontare complessivo è deducibile in sei quote
costanti a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in
corso alla suddetta data del 31 dicembre 2007. Resta fermo il
concorso alla formazione della base imponibile delle quote
residue delle plusvalenze o delle altre componenti positive
conseguite fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre
2007 e la cui tassazione sia stata rateizzata in applicazione
della precedente disciplina.

14. Ferma restando la disciplina ordinaria in materia di


accertamento e di riscossione prevista dal decreto legislativo
15 dicembre 1997, n. 446, a decorrere dal periodo d’imposta
successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007, la
dichiarazione annuale dell’imposta regionale sulle attività
produttive non deve essere più presentata in forma unificata e
deve essere presentata direttamente alla regione o alla
provincia autonoma di domicilio fiscale del soggetto passivo.
Con decreto di natura non regolamentare del Ministro
dell’economia e delle finanze da emanarsi entro il 31 marzo
2008, sono stabiliti i nuovi termini e le modalità di
presentazione della dichiarazione IRAP e sono dettate le
opportune disposizioni di coordinamento.

15. A partire dal 1° gennaio 2008, anche in deroga alle


disposizioni previste dalle singole leggi istitutive, i crediti
d’imposta da indicare nel quadro RU della dichiarazione dei
redditi possono essere utilizzati nel limite annuale di 250.000
euro. L’ammontare eccedente è riportato in avanti anche oltre
il limite temporale eventualmente previsto dalle singole leggi
istitutive ed è comunque compensabile per l’intero importo
residuo a partire dal terzo anno successivo a quello in cui si
genera l’eccedenza.

16. Nell’articolo 73, ultimo comma, del decreto del Presidente


della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, dopo il primo
periodo, è inserito il seguente: “Agli effetti delle dichiarazioni
e dei versamenti di cui al precedente periodo non si tiene conto
delle eccedenze detraibili, risultanti dalle dichiarazioni annuali
relative al periodo d’imposta precedente, degli enti e società
diversi da quelli per i quali anche in tale periodo d’imposta
l’ente o società controllante si è avvalso della facoltà di cui al
presente comma. Alle eccedenze detraibili degli enti e delle
società per i quali trova applicazione la disposizione di cui al
precedente periodo si applicano le disposizioni di cui
all’articolo 30.”.

17. La disposizione del comma 16 si applica a partire dalla


liquidazione IVA di gruppo relativa all’anno 2008.
18. Il comma 4-bis dell’articolo 4 del decreto-legge 28 Contributi derivanti da
dicembre 2006, n. 300, convertito, con modificazioni, dalla Fondi disponibili
legge 26 febbraio 2007, n. 17, è abrogato. In relazione a

19
quanto previsto dal primo periodo del presente comma ed in
considerazione dell’effettivo utilizzo dei crediti d’imposta
previsti dagli articoli 7 e 8 della legge 23 dicembre 2000, n.
388, le risorse finanziarie a tale fine preordinate, esistenti
presso la contabilità speciale 1778 - Fondi di bilancio, sono
ridotte di 1.500 milioni di euro. Le predette risorse sono
versate al bilancio dello Stato nella misura di 500 milioni di
euro annui per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010.

19. All’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296: Credito di imposta per
a) nel comma 280, secondo periodo, la parola: “15” è sostituita la ricerca
dalla seguente: “40”;
b) nel comma 281, la parola: “15”, è sostituita dalla seguente
“50”;
c) il comma 284 è abrogato.
Dividendi in uscita
20. In attuazione del parere motivato della Commissione delle
Comunità Europee n. C(2006)2544 del 28 giugno 2006, al
decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n.
600, sono apportate le seguenti modifiche:
a) all’articolo 27:
1) al comma 3, primo periodo, dopo le parole: “soggetti
non residenti nel territorio dello Stato”, sono aggiunte le
seguenti: “diversi dalle società ed enti indicati nel comma
3-ter,”;
2) al comma 3, terzo periodo, dopo le parole: “azionisti di
risparmio”, sono aggiunte le seguenti: “e dalle società ed
enti indicati nel comma 3-ter”;
3) al comma 3-bis, primo periodo, le parole: “di cui al
comma 3”, sono sostituite dalle seguenti: “di cui ai commi
3 e 3-ter”;
4) dopo il comma 3-bis, è aggiunto il seguente: “3-ter. La
ritenuta è operata a titolo di imposta e con l’aliquota
dell’1,375 per cento sugli utili corrisposti alle società e agli
enti soggetti ad un’imposta sul reddito delle società negli
Stati membri dell’Unione Europea e negli Stati aderenti
all’Accordo sullo spazio economico europeo che sono
inclusi nella lista cui al decreto del Ministro dell'economia
e delle finanze emanato ai sensi dell'articolo 168-bis del
testo unico delle imposte suoi redditi di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, ed
ivi residenti, in relazione alle partecipazioni, agli strumenti
finanziari di cui all’articolo 44, comma 2, lettera a), del
predetto testo unico e ai contratti di associazione in
partecipazione di cui all’articolo 109, comma 9, lettera b),
del medesimo testo unico non relative a stabili
organizzazioni nel territorio dello Stato.”;
b) all’articolo 27-bis, commi 1 e 3, le parole: “al terzo
comma”, sono sostituite dalle seguenti: “ai commi 3, 3-
bis e 3-ter”;
c) all’articolo 27-ter, comma 1, le parole: “commi 1 e 3”,

20
sono sostituite dalle seguenti: “commi 1, 3, e 3-ter”.

21. Le disposizioni del comma 20 si applicano agli utili


formatisi a partire dall’esercizio successivo a quello in corso
al 31 dicembre 2007. A tal fine, le società ed enti che
distribuiscono i dividendi indicano in dichiarazione gli
ammontari degli utili o delle riserve di utili formatesi a partire
dall’esercizio di cui al periodo precedente e quelli formatesi a
partire in altri esercizi.

22. Fino all’emanazione del decreto del Ministro dell'economia


e delle finanze emanato ai sensi dell'articolo 168-bis del testo
unico delle imposte suoi redditi di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, ai fini
dell’applicazione delle disposizioni del comma 3-ter
dell’articolo 27 del decreto del Presidente della Repubblica 29
settembre 1973, n. 600, introdotto dal comma 1, lettera a),
numero 4), gli Stati aderenti all’Accordo sullo spazio
economico europeo sono quelli inclusi nella lista del decreto
del Ministro delle finanze del 4 settembre 1996, emanato in
attuazione dell’articolo 11, comma 4, lettera c) del decreto
legislativo 1° aprile 1996, n. 239.

23. Al fine di favorire la crescita dimensionale delle Crediti d’imposta per


aggregazioni professionali, funzionale al miglioramento della incentivare la
qualità dei servizi forniti alla collettività e dell’organizzazione formazione di studi
del lavoro, agli studi professionali associati o alle altre entità associati
giuridiche, anche in forma societaria, risultanti
dall’aggregazione di almeno quattro, ma non più di dieci
professionisti è attribuito un credito d’imposta di importo pari
al 15 per cento dei costi sostenuti per l’acquisizione, anche
mediante locazione finanziaria, dei beni indicati al comma 26,
nonché per l’ammodernamento, ristrutturazione e
manutenzione degli immobili utilizzati, che per le loro
caratteristiche sono imputabili ad incremento del costo dei
beni ai quali si riferiscono.

24. Il credito d’imposta spetta, con riferimento alle operazioni


di aggregazione effettuate nel periodo compreso tra il 1°
gennaio 2008 e il 31 dicembre 2010, per i costi sostenuti a
partire dalla data in cui l’operazione di aggregazione risulta
effettuata e nei successivi dodici mesi.

25. L’agevolazione di cui al comma 23, spettante a condizione


che tutti i soggetti partecipanti alle operazioni di aggregazione
esercitino l’attività professionale esclusivamente all’interno
della struttura risultante dall’aggregazione, non si applica a
quelle strutture che in forma associata si limitano ad eseguire
attività meramente strumentali per l’esercizio dell’attività
professionale.

21
26. Il credito d’imposta è commisurato all’ammontare
complessivo dei costi sostenuti per l’acquisizione di:
a) beni mobili ed arredi specifici, attrezzature
informatiche, macchine d’ufficio, impianti ed
attrezzature varie;
b) programmi informatici e brevetti concernenti
nuove tecnologie di servizi.

27. Il credito d’imposta, indicato nella relativa dichiarazione


dei redditi, è utilizzabile in compensazione ai sensi
dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997 n. 241, e
successive modificazioni.

28. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da


emanare di concerto con il Ministro dello sviluppo economico
e con il Ministro della giustizia, sono determinate le modalità
di attuazione delle disposizioni di cui ai commi da 23 a 27
sono stabilite le procedure di monitoraggio e di controllo,
nonché specifiche cause di revoca, totale o parziale, del
credito d’imposta e di applicazione delle sanzioni, anche nei
casi in cui, nei tre anni successivi all’aggregazione, il numero
dei professionisti associati si riduca in modo significativo
rispetto a quello esistente dopo l’aggregazione.

29. L’efficacia della presente disposizione è subordinata, ai


sensi dell’articolo 88, paragrafo 3, del Trattato CE,
all’autorizzazione della Commissione europea.

30. All’articolo 74-ter del decreto del Presidente della Detraibilità per IVA
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, dopo il comma 8 è congressuale
aggiunto il seguente:
“8-bis. Le agenzie di viaggi e turismo possono applicare, per
l’organizzazione di convegni, congressi e simili effettuati nel
territorio dello Stato a diretto vantaggio del cliente e
limitatamente alle prestazioni alberghiere, il regime ordinario
dell’imposta sul valore aggiunto”.

31. L’efficacia della disposizione di cui al comma 30 è


subordinata alla concessione di una deroga, ai sensi e alle
condizioni dell’articolo 395 della Direttiva 2006/112/CE del
Consiglio d’Europa del 28 novembre 2006, da parte dei
competenti organi comunitari.

32. La disposizione contenuta nel terzo periodo del comma 8 Ammortamento


dell’articolo 36 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, immobili strumentali
convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n.
248, e successive modificazioni, s’interpreta nel senso che per
ciascun immobile strumentale le quote di ammortamento
dedotte nei periodi di imposta precedenti al periodo di imposta
in corso al 4 luglio 2006 calcolate sul costo complessivo sono

22
riferite proporzionalmente al costo dell’area e al costo del
fabbricato.

….. 33. Al testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del White list
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono
apportate le seguenti modifiche:
a) all’articolo 2, il comma 2-bis è sostituito dal seguente: “2-
bis. Si considerano altresì residenti, salvo prova contraria, i
cittadini italiani cancellati dalle anagrafi della popolazione
residente e trasferiti in Stati o territori diversi da quelli
individuati con decreto del Ministro dell’economia e delle
finanze, di concerto con il Ministro degli affari esteri, da
pubblicare in Gazzetta Ufficiale.”;
b) all’articolo 10, comma 1, lettera e-bis), secondo periodo,
le parole: “e negli Stati aderenti all’Accordo sullo spazio
economico europeo che sono inclusi nella lista di cui al
decreto del Ministro delle finanze 4 settembre 1996,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 220 del 19 settembre
1996, e successive modificazioni, emanato in attuazione
dell’articolo 11, comma 4, lettera c) del decreto legislativo
1° aprile 1996, n. 239;”, sono sostituite dalle seguenti: “e
negli Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico
europeo che sono inclusi nella lista di cui al decreto
ministeriale emanato ai sensi dell’articolo 168-bis;”;
c) all’articolo 47, comma 4, il primo periodo è sostituito dal
seguente: “Nonostante quanto previsto dai commi
precedenti, concorrono integralmente alla formazione del
reddito imponibile gli utili provenienti da società residenti
in Stati o territori diversi da quelli di cui al decreto del
Ministro dell'economia e delle finanze emanato ai sensi
dell'articolo 168-bis, salvo nel caso in cui gli stessi non
siano già stati imputati al socio ai sensi del comma 1
dell’articolo 167 e dell'articolo 168 o se ivi residenti sia
avvenuta dimostrazione, a seguito dell'esercizio
dell'interpello secondo le modalità del comma 5, lettera b),
dello stesso articolo 167, del rispetto delle condizioni
indicate nella lettera c) del comma 1 dell'articolo 87.”;
d) all’articolo 68, comma 4, nel primo periodo, le parole:
“Paesi o territori a regime fiscale privilegiato di cui al
decreto del Ministro dell’economia e delle finanze adottato
ai sensi dell’articolo 167, comma 4,”, sono sostituite dalle
seguenti: “Stati o territori diversi da quelli di cui al decreto
del Ministro dell'economia e delle finanze emanato ai sensi
dell'articolo 168-bis”;
e) all’articolo 73:
1) al comma 3, secondo periodo, le parole: “istituiti in Paesi
diversi da quelli indicati nel decreto del Ministro delle
finanze 4 settembre 1996, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 220 del 19 settembre 1996, e successive
modificazioni,”, sono sostituite dalle seguenti: “istituiti in
Paesi o territori diversi da quelli di cui al decreto del

23
Ministro dell'economia e delle finanze emanato ai sensi
dell'articolo 168-bis,”;
2) al comma 3, terzo periodo, le parole: “istituiti in uno Stato
diverso da quelli indicati nel citato decreto del Ministro
delle finanze 4 settembre 1996,”, sono sostituite dalle
seguenti: “istituiti in uno Stato diverso da quelli di cui al
decreto del Ministro dell'economia e delle finanze emanato
ai sensi dell'articolo 168-bis,”;
f) all’articolo 87, comma 1, la lettera c) è sostituita dalla
seguente: “c) residenza fiscale della società partecipata in
uno Stato o territorio di cui al decreto ministeriale emanato
ai sensi dell'articolo 168-bis, o, alternativamente, l'avvenuta
dimostrazione, a seguito dell'esercizio dell'interpello
secondo le modalità del comma 5, lettera b), dell’articolo
167, che dalle partecipazioni non sia stato conseguito, sin
dall'inizio del periodo di possesso, l'effetto di localizzare i
redditi in Stati o territori diversi da quelli individuati nel
medesimo articolo 168-bis.”;
g) all’articolo 89, comma 3, il primo periodo è sostituito dal
seguente: “Verificandosi la condizione dell'articolo 44,
comma 2, lettera a), ultimo periodo, l'esclusione del comma
2 si applica agli utili provenienti dai soggetti di cui
all'articolo 73, comma 1, lettera d), e alle remunerazioni
derivanti da contratti di cui all'articolo 109, comma 9, lettera
b), stipulati con tali soggetti residenti negli Stati o territori
di cui al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze
emanato ai sensi dell'articolo 168-bis, o, se ivi non residenti,
relativamente ai quali, a seguito dell'esercizio dell'interpello
secondo le modalità del comma 5, lettera b), dell'articolo
167, siano rispettate le condizioni di cui alla lettera c) del
comma 1 dell'articolo 87.”
h) all’articolo 110:
1) il comma 10 è sostituito dal seguente: “10. Non sono
ammessi in deduzione le spese e gli altri componenti
negativi derivanti da operazioni intercorse tra imprese
residenti ovvero localizzate in Stati o territori diversi da
quelli di cui al decreto del Ministro dell'economia e delle
finanze emanato ai sensi dell'articolo 168-bis.”;
2) nel comma 12-bis, le parole: “Stati o territori non
appartenenti all’Unione europea aventi regimi fiscali
privilegiati”, sono sostituite dalle seguenti: “Stati o territori
diversi da quelli di cui al decreto del Ministro dell'economia
e delle finanze emanato ai sensi dell'articolo 168-bis”;
i) all’articolo 132, comma 4, secondo periodo, le parole:
“residenti in uno Stato o territori diversi da quelli a regime
fiscale privilegiato di cui al decreto ministeriale emanato ai
sensi dell’articolo 167, comma 4”, sono sostituite dalle
seguenti: “residenti negli Stati o territori di cui al decreto del
Ministro dell'economia e delle finanze emanato ai sensi
dell'articolo 168-bis”;
l) all’articolo 167:

24
1) nel comma 1, primo periodo, le parole: “Stati o territori
con regime fiscale privilegiato,” sono sostituite dalle
seguenti: “Stati o territori diversi da quelli di cui al decreto
del Ministro dell'economia e delle finanze emanato ai sensi
dell'articolo 168-bis,”;
2) nel comma 1, nel secondo periodo, le parole:
“assoggettati ai predetti regimi fiscali privilegiati”, sono
sostituite dalle seguenti: “situate in Stati o territori diversi
da quelli di cui al citato decreto”;
3) il comma 4 è abrogato;
4) nel comma 5, le parole: “b) dalle partecipazioni non
consegue l’effetto di localizzare i redditi in Stati o territori
in cui sono sottoposti a regimi fiscali privilegiati di cui al
comma 4”, sono sostituite dalle seguenti: “b) dalle
partecipazioni non consegue l’effetto di localizzare i redditi
in Stati o territori diversi da quelli di cui al decreto del
Ministro dell'economia e delle finanze emanato ai sensi
dell'articolo 168-bis”;
m) all’articolo 168:
1) nel comma 1, primo periodo, le parole: “Stati o territori
con regime fiscale privilegiato” sono sostituite dalle
seguenti: “Stati o territori diversi da quelli di cui al decreto
del Ministro dell'economia e delle finanze emanato ai sensi
dell'articolo 168-bis”;
2) nel comma 1, il secondo periodo, è sostituito dal
seguente: “La norma di cui al presente comma non si
applica per le partecipazioni in soggetti residenti negli Stati
o territori di cui al citato decreto relativamente ai redditi
derivanti da loro stabili organizzazioni situate in Stati o
territori diversi da quelli di cui al medesimo decreto.”;
n) dopo l’articolo 168 è inserito il seguente: “168-bis (Paesi
e territori che consentono un effettivo scambio di
informazione) 1.Con decreto del Ministro dell’economia e
delle finanze, di concerto con il Ministro degli affari esteri
sono individuati gli Stati o territori che consentono un
effettivo scambio di informazione.”.

34. Al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre


1973, n. 600, sono apportate le seguenti modifiche:
a) all’articolo 26:
1) nel comma 1, il terzo periodo è sostituito dal seguente:
“Tuttavia, se i titoli indicati nel precedente periodo sono
emessi da società o enti, diversi dalle banche, il cui capitale
è rappresentato da azioni non negoziate in mercati
regolamentati degli Stati membri dell’Unione europea e
degli Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico
europeo che sono inclusi nella lista di cui al decreto
ministeriale emanato ai sensi dell’articolo 168-bis del testo
unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917,

25
ovvero da quote, l’aliquota del 12,50 per cento si applica a
condizione che, al momento di emissione, il tasso di
rendimento effettivo non sia superiore: a) al doppio del
tasso ufficiale di riferimento per le obbligazioni ed i titoli
similari negoziati in mercati regolamentati degli Stati
membri dell’Unione europea e degli Stati aderenti
all’Accordo sullo spazio economico europeo che sono
inclusi nella lista di cui al citato decreto, o collocati
mediante offerta al pubblico ai sensi della disciplina vigente
al momento di emissione; b) al tasso ufficiale di riferimento
aumentato di due terzi, per le obbligazioni e titoli similari
diversi dai precedenti.”;
2) nel comma 5, il terzo periodo è sostituito dal seguente:
“L’aliquota della ritenuta è stabilita al 27 per cento se i
percipienti sono residenti negli Stati o territori diversi da
quelli di cui al decreto ministeriale emanato ai sensi
dell’articolo 168-bis del testo unico delle imposte sui
redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22
dicembre 1986, n. 917.”;
b) all’articolo 26-bis:
1) nel comma 1, la lettera a) è sostituita dalla seguente: “a)
soggetti residenti in Stati o territori di cui al decreto
ministeriale emanato ai sensi dell’articolo 168-bis del testo
unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;”;
2) nel comma 1, dopo la lettera a), sono inserite le seguenti:
“ b) enti od organismi internazionali costituiti in base ad
accordi internazionali resi esecutivi in Italia; c) investitori
istituzionali esteri, ancorché privi di soggettività tributaria,
costituiti in Stati o territori di cui al decreto indicato nella
lettera a); d) banche centrali o organismi che gestiscono
anche le riserve ufficiali dello Stato.”;
c) all’articolo 27, comma 4, le parole: “b) sull’intero importo
delle remunerazioni corrisposte, in relazione a
partecipazioni, titoli, strumenti finanziari e contratti non
relativi all’impresa ai sensi dell’articolo 65, da società ed
enti residenti in Paesi o territori a regime fiscale privilegiato
di cui al decreto ministeriale emanato ai sensi dell’articolo
167, comma 4, del citato testo unico”, sono sostituite dalle
seguenti: “b) sull’intero importo delle remunerazioni
corrisposte, in relazione a partecipazioni, titoli, strumenti
finanziari e contratti non relativi all’impresa ai sensi
dell’articolo 65, da società ed enti residenti negli Stati o
territori diversi da quelli di cui al decreto ministeriale
emanato ai sensi dell’articolo 168-bis del medesimo testo
unico”;
d) all’articolo 37-bis, comma 3, lettera f-quater), le parole:
“in uno degli Stati o nei territori a regime fiscale
privilegiato, individuati ai sensi dell’articolo 167, comma 4,
del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917,”,

26
sono sostituite dalle seguenti: “in uno degli Stati o territori
diversi da quelli di cui al decreto ministeriale emanato ai
sensi dell’articolo 168-bis del testo unico delle imposte sui
redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22
dicembre 1986, n. 917,”;

35. All’articolo 10-ter della legge 23 marzo 1983, n. 77, sono


apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1, primo periodo, le parole: “e negli Stati
aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo che
sono inclusi nella lista di cui al decreto del Ministro delle
finanze 4 settembre 1996, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 220 del 19 settembre 1996, e successive
modificazioni, emanato in attuazione dell’articolo 11,
comma 4, lettera c) del decreto legislativo 1° aprile 1996, n.
239,”, sono sostituite dalle seguenti: “e negli Stati aderenti
all’Accordo sullo spazio economico europeo che sono
inclusi nella lista di cui al decreto ministeriale emanato ai
sensi dell’articolo 168-bis del testo unico delle imposte sui
redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22
dicembre 1986, n. 917,”;
b) al comma 9, le parole: “e negli Stati aderenti all’Accordo
sullo spazio economico europeo che sono inclusi nella lista
di cui al decreto del Ministro delle finanze 4 settembre
1996, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 220 del 19
settembre 1996, e successive modificazioni, emanato in
attuazione dell’articolo 11, comma 4, lettera c) del decreto
legislativo 1° aprile 1996, n. 239,”, sono sostituite dalle
seguenti: “e negli Stati aderenti all’Accordo sullo spazio
economico europeo che sono inclusi nella lista di cui al
decreto ministeriale emanato ai sensi dell’articolo 168-bis
del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917,”.

36. Al decreto legislativo 21 novembre 1997, n. 461, sono


apportate le seguenti modifiche:
a) all’articolo 5, comma 5, la lettera a) è sostituita dalla
seguente: “a) soggetti residenti in Stati o territori di cui al
decreto ministeriale emanato ai sensi dell’articolo 168-bis
del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;”;
b) all’articolo 5, comma 5, dopo la lettera a), sono inserite le
seguenti: “b) enti od organismi internazionali costituiti in
base ad accordi internazionali resi esecutivi in Italia; c)
investitori istituzionali esteri, ancorché privi di soggettività
tributaria, costituiti in Stati o territori di cui al decreto
indicato nella lettera a); d) banche centrali o organismi che
gestiscono anche le riserve ufficiali dello Stato.”;
c) all’articolo 9, il comma 3 è sostituito dal seguente: “3. Le
disposizioni dei commi 1 e 2 si applicano nei confronti di:
a) soggetti residenti in Stati o territori di cui al decreto

27
ministeriale emanato ai sensi dell’articolo 168-bis del testo
unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917; b)
enti od organismi internazionali costituiti in base ad accordi
internazionali resi esecutivi in Italia; c) investitori
istituzionali esteri, ancorché privi di soggettività tributaria,
costituiti in Stati o territori di cui al decreto indicato nella
lettera a); d) banche centrali o organismi che gestiscono
anche le riserve ufficiali dello Stato.”.

37. Al decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con


modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n,. 410, sono
apportate le seguenti modifiche:
a) all’articolo 2, comma 5, secondo periodo, le parole:
“effettuati da soggetti non residenti, esclusi i soggetti
residenti negli Stati o nei territori aventi un regime fiscale
privilegiato, individuati dal decreto del Ministro delle
finanze in data 4 maggio 1999, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 107 del 10 maggio 1999,” sono sostituite dalle
seguenti: “effettuati da soggetti residenti in Stati o territori
individuati dal decreto del Ministro dell’economia e delle
finanze previsto dall’articolo 2, comma 2-bis, del testo
unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917,”.
b) all’articolo 7, il comma 3 è sostituito dal seguente: “3.
Non sono assoggettati ad imposizione i proventi di cui al
comma 1 percepiti da: a) soggetti residenti in Stati o territori
di cui al decreto ministeriale emanato ai sensi dell’articolo
168-bis del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986,
n. 917; b) enti od organismi internazionali costituiti in base
ad accordi internazionali resi esecutivi in Italia; c)
investitori istituzionali esteri, ancorché privi di soggettività
tributaria, costituiti in Stati o territori di cui al decreto
indicato nella lettera a); d) banche centrali o organismi che
gestiscono anche le riserve ufficiali dello Stato.”.

38. Le disposizioni contenute nei commi da 33 a 37 si


applicano, salvo quanto previsto dal comma 39, a decorrere dal
periodo di imposta che inizia successivamente alla data di
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministro
dell’economia e delle finanze emanato ai sensi dell’articolo
168-bis del testo unico delle imposte sui redditi di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.
917; fino al periodo d’imposta precedente continuano ad
applicarsi le disposizioni vigenti al 31 dicembre 2007.

39. La disposizione contenuta nel comma 33, lettera a), si


applica a partire dal periodo di imposta successivo a quello di
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto ivi previsto;
fino al periodo d’imposta precedente continuano ad applicarsi

28
le disposizioni vigenti al 31 dicembre 2007.

40. Nel decreto di cui al comma 38 sono inclusi, per un


periodo di cinque anni dalla data di pubblicazione del
medesimo nella Gazzetta Ufficiale, gli Stati o territori diversi
da quelli inclusi nel suddetto decreto ai sensi della lettera m)
del comma 33 e che prima della data di entrata in vigore del
presente articolo non sono elencati nei decreti del Ministro
delle finanze 4 settembre 1996, nonché nei decreti del
Ministero dell’economia e delle finanze 21 novembre 2001 e
23 gennaio 2002. Sono altresì inclusi, per il medesimo periodo,
nel decreto di cui al comma 38, gli Stati o territori di cui
all’articolo 2 del decreto del Ministero dell’economia e delle
finanze 21 novembre 2001, limitatamente ai soggetti ivi
indicati, nonché gli Stati o territori di cui all’articolo 3 del
medesimo decreto, ad eccezione dei soggetti ivi indicati.

4. Art. 4 Regime fiscale dei


contribuenti minimi e
(Semplificazioni fiscali per i contribuenti minimi e marginali) marginali

1. Si considerano contribuenti minimi, e sono assoggettati al


regime previsto dalle disposizioni dei commi fino al 21, le
persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni
che, al contempo:
a) nell’anno solare precedente:
1) hanno conseguito ricavi ovvero hanno percepito
compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 30.000 euro;
2) non hanno effettuato cessioni all'esportazione;
3) non hanno sostenuto spese per lavoratori dipendenti o
collaboratori di cui all’articolo 50, comma 1, lettere c) e c-bis),
del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto
del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917,
anche assunti secondo la modalità riconducibile a un progetto,
programma di lavoro o fase di esso, ai sensi degli articoli 61 e
seguenti del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276;
b) nel triennio solare precedente non hanno effettuato acquisti
di beni strumentali, anche mediante contratti di appalto e di
locazione, pure finanziaria, per un ammontare complessivo
superiore a 15.000 euro.

2. Agli effetti del comma 1 le cessioni all’esportazione e gli


acquisti di beni strumentali si considerano effettuati sulla base
dei criteri di cui all’articolo 6 del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633.

3. Le persone fisiche che intraprendono l'esercizio di imprese,


arti o professioni possono avvalersi del regime dei contribuenti
minimi comunicando, nella dichiarazione di inizio di attività di
cui all'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica
26 ottobre 1972, n. 633, di presumere la sussistenza dei

29
requisiti di cui al comma 2.

4. Non sono considerati contribuenti minimi:


a) le persone fisiche che si avvalgono di regimi speciali ai fini
dell’imposta sul valore aggiunto;
b) i soggetti non residenti;
c) i soggetti che in via esclusiva o prevalente effettuano
cessioni di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni
edificabili di cui all' articolo 10, n. 8), del decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e di
mezzi di trasporto nuovi di cui all' articolo 53, comma 1, del
decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con
modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427;
d) gli esercenti attività d’impresa o arti e professioni in forma
individuale che contestualmente partecipano a società di
persone o associazioni di cui all’articolo 5 del testo unico delle
imposte sui redditi approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, ovvero a società a
responsabilità limitata di cui all’articolo 116 del medesimo
testo unico.

5. I contribuenti minimi non addebitano l’imposta sul valore


aggiunto a titolo di rivalsa e non hanno diritto alla detrazione
dell’imposta sul valore aggiunto assolta, dovuta o addebitata
sugli acquisti anche intracomunitari e sulle importazioni. I
medesimi contribuenti, per gli acquisiti intracomunitari e per le
altre operazioni per le quali risultano debitori dell’imposta,
integrano la fattura con l’indicazione dell’aliquota e della
relativa imposta, che versano entro il giorno 16 del mese
successivo a quello di effettuazione delle operazioni.

6. L'applicazione del regime di cui al presente articolo


comporta la rettifica della detrazione di cui all’articolo 19-
bis2, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre
1972, n. 633. La stessa rettifica si applica se il contribuente
transita, anche per opzione, al regime ordinario dell'imposta
sul valore aggiunto. Il versamento è effettuato in un'unica
soluzione, ovvero in cinque rate annuali di pari importo senza
applicazione degli interessi. La prima o unica rata è versata
entro il termine per il versamento a saldo dell'imposta sul
valore aggiunto relativa all'anno precedente a quello di
applicazione del regime dei contribuenti minimi; le successive
rate sono versate entro il termine per il versamento a saldo
dell'imposta sostitutiva di cui al comma 10. Il debito può
essere estinto anche mediante compensazione ai sensi
dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.

7. Nella dichiarazione relativa all’ultimo anno in cui è


applicata l’imposta sul valore aggiunto nei modi ordinari si
tiene conto anche dell'imposta relativa alle operazioni indicate
nell'ultimo comma dell'articolo 6 del decreto del Presidente

30
della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, per le quali non si è
ancora verificata l'esigibilità.

8. L'eccedenza detraibile emergente dalla dichiarazione,


presentata dai contribuenti minimi, relativa all’ultimo anno in
cui l’imposta sul valore aggiunto è applicata nei modi ordinari
può essere chiesta a rimborso ai sensi dell’articolo 30, terzo
comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre
1972, n. 633, ovvero può essere utilizzata in compensazione ai
sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n.
241.

9. I contribuenti minimi non si considerano soggetti passivi


dell’imposta regionale sulle attività produttive di cui al decreto
legislativo 15 dicembre 1997, n. 446. Il reddito di impresa o di
lavoro autonomo è costituito dalla differenza tra l’ammontare
dei ricavi o compensi percepiti nel periodo di imposta e quello
delle spese sostenute nel periodo stesso nell’esercizio
dell’attività di impresa o dell’arte o della professione;
concorrono, altresì, alla formazione del reddito le plusvalenze
e le minusvalenze dei beni relativi all’impresa o all’esercizio
di arti o professioni. I contributi previdenziali versati in
ottemperanza a disposizioni di legge si deducono dal reddito
determinato ai sensi del presente comma.

10. Sul reddito determinato ai sensi del comma 9 si applica


un’imposta sostitutiva dell’imposta sui redditi e delle
addizionali regionali e comunali pari a 20 per cento. Nel caso
di imprese familiari di cui all’articolo 5, comma 4, del testo
unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917,
l’imposta sostitutiva, calcolata sul reddito al lordo delle quote
assegnate al coniuge e ai collaboratori familiari, è dovuta
dall’imprenditore. Si applicano le disposizioni in materia di
versamento dell’imposta sui redditi delle persone fisiche.

11.. I componenti positivi e negativi di reddito riferiti a


esercizi precedenti a quello da cui ha effetto il presente regime,
la cui tassazione o deduzione è stata rinviata in conformità alle
disposizioni del citato testo unico delle imposte sui redditi che
consentono o dispongono il rinvio, partecipano per le quote
residue alla formazione del reddito dell’esercizio precedente a
quello di efficacia del predetto regime solo per l’importo della
somma algebrica delle predette quote eccedente l’ammontare
di 5.000 euro. In caso di importo non eccedente il predetto
ammontare di euro 5.000, le quote si considerano azzerate e
non partecipano alla formazione del reddito del suddetto
esercizio. In caso di importo negativo della somma algebrica lo
stesso concorre integralmente alla formazione del predetto
reddito.

31
12. Le perdite fiscali generatesi nei periodi d’imposta anteriori
a quello da cui decorre il presente regime e quelle generatesi
nel corso del predetto regime possono essere computate in
diminuzione del reddito determinato ai sensi dei commi da 1 a
21 secondo le regole ordinarie stabilite dal testo unico delle
imposte sui redditi.

13. Ai fini delle imposte sui redditi, fermo restando l’obbligo


di conservare, ai sensi dell’articolo 22 del decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, i
documenti ricevuti ed emessi, i contribuenti minimi sono
esonerati dagli obblighi di registrazione e di tenuta delle
scritture contabili. La dichiarazione dei redditi è presentata nei
termini e con le modalità di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 22 luglio 1998, n. 322. Ai fini dell’imposta sul
valore aggiunto, i contribuenti minimi sono esonerati dal
versamento dell’imposta e da tutti gli altri obblighi previsti dal
decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n.
633, ad eccezione degli obblighi di numerazione e di
conservazione delle fatture di acquisto e delle bollette doganali
e di certificazione dei corrispettivi. I contribuenti minimi sono,
altresì, esonerati dalla presentazione degli elenchi di cui
all’articolo 8-bis, comma 4-bis, del decreto del Presidente della
Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, e successive modificazioni.

14. I soggetti che rientrano nel regime dei contribuenti minimi


possono optare per l'applicazione dell'imposta sul valore
aggiunto e delle imposte sul reddito nei modi ordinari.
L'opzione, valida per almeno un triennio, è comunicata con la
prima dichiarazione annuale da presentare successivamente
alla scelta operata. Trascorso il periodo minimo di permanenza
nel regime normale, l'opzione resta valida per ciascun anno
successivo, fino a quando permane la concreta applicazione
della scelta operata.

15. Il regime dei contribuenti minimi cessa di avere


applicazione dall'anno successivo a quello in cui viene meno
una delle condizioni di cui al comma 1 ovvero si verifica una
delle fattispecie indicate al comma 4. Il regime cessa di avere
applicazione dall'anno stesso in cui i ricavi o i compensi
percepiti superano il limite di cui al comma 1, lettera a), n.1),
di oltre il 50 per cento. In tal caso sarà dovuta l’imposta sul
valore aggiunto relativa ai corrispettivi delle operazioni
imponibili effettuate nell’intero anno solare, determinata
mediante scorporo ai sensi dell’ultimo comma dell’articolo 27
del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 per
la frazione d’anno antecedente il superamento del predetto
limite o la corresponsione dei predetti compensi, salvo il diritto
alla detrazione dell’imposta sugli acquisti relativi al medesimo
periodo. La cessazione dall’applicazione del regime dei

32
contribuenti minimi, a causa del superamento di oltre il 50 per
cento del limite di cui al comma 1, lettera a), n. 1), comporta
l’applicazione del regime ordinario per i successivi tre anni.

16. Nel caso di passaggio da un periodo di imposta soggetto al


regime previsto dai commi da 1 a 21 a un periodo di imposta
soggetto a regime ordinario, al fine di evitare salti o
duplicazioni di imposizione, i ricavi, i compensi e le spese
sostenute che, in base alle regole del regime di cui ai predetti
commi, hanno già concorso a formare il reddito non assumono
rilevanza nella determinazione del reddito dei periodi imposta
successivi ancorché di competenza di tali periodi; viceversa
quelli che, ancorché di competenza del periodo soggetto al
regime di cui ai citati commi, non hanno concorso a formare il
reddito imponibile del periodo, assumono rilevanza nei periodi
imposta successivi nel corso dei quali si verificano i
presupposti previsti dal regime di cui ai medesimi commi.
Corrispondenti criteri si applicano per l’ipotesi inversa di
passaggio dal regime ordinario di tassazione a quello previsto
dai commi da 1 a 21. Con i provvedimenti di cui al comma 20
possono essere dettate disposizioni attuative del presente
comma.

17. I contribuenti minimi sono esclusi dall’applicazione degli


studi di settore di cui all’articolo 62-bis del decreto legge 30
agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge
29 ottobre 1993, n. 427.

18. Per l’accertamento, la riscossione, le sanzioni e il


contenzioso, si applicano, in quanto compatibili, le ordinarie
disposizioni in materia di imposte dirette, imposta sul valore
aggiunto e imposta regionale sulle attività produttive. In caso
di infedele indicazione da parte dei contribuenti minimi dei
dati attestanti i requisiti e le condizioni di cui ai commi 1 e 4
che determinano la cessazione del regime previsto dal presente
articolo, le misure delle sanzioni minime e massime stabilite
dal decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, sono
aumentate del 10 per cento se il maggior reddito accertato
supera del 10 per cento quello dichiarato. Il regime dei
contribuenti minimi cessa di avere applicazione dall’anno
successivo a quello in cui, a seguito di accertamento divenuto
definitivo, viene meno una delle condizioni di cui al comma 1
ovvero si verifica una delle fattispecie indicate al comma 4. Il
regime cessa di avere applicazione dall'anno stesso in cui
l’accertamento è divenuto definitivo, nel caso in cui i ricavi o i
compensi definitivamente accertati superano il limite di cui al
comma 1, lettera a), n.1), di oltre il 50 per cento. In tale ultimo
caso operano le disposizioni di cui al terzo periodo del comma
15.

19. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze

33
sono dettate le disposizioni necessarie per l’attuazione dei
commi precedenti. Con uno o più provvedimenti del Direttore
dell’Agenzia delle entrate sono stabilite le modalità
applicative, anche in riferimento a eventuali modalità di
presentazione della dichiarazione diverse da quelle previste dal
decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322.

20. Sono abrogati l’art. 32-bis del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, l’articolo 14 della legge
23 dicembre 2000, n. 388, e l’articolo 3, commi da 165 a 170
della legge 23 dicembre 1996, n. 662. Resta ferma, fino a
scadenza, l’efficacia della opzione già esercitata ai sensi del
predetto articolo 32-bis, comma 7.

21. Le disposizioni dei commi precedenti si applicano a


decorrere dal 1° gennaio 2008. Ai fini del calcolo dell’acconto
dell’imposta sul reddito delle persone fisiche dovuto per l’anno
in cui avviene il passaggio dal regime ordinario di tassazione a
quello previsto per i contribuenti minimi, non si tiene conto
delle disposizioni di cui ai commi precedenti.
22. Al fine di consentire la semplificazione degli adempimenti Modalità per il
degli operatori doganali e la riduzione dei costi gestionali a pagamento ed il deposito
carico dell’Amministrazione finanziaria, è consentito il dei diritti doganali
pagamento o il deposito dei diritti doganali mediante bonifico
bancario o postale. A tale fine è autorizzata l’apertura di
un’apposita contabilità speciale, presso la Banca d’Italia, su
cui far affluire le relative somme. Le modalità di riversamento
all’Erario o agli altri enti beneficiari sono stabilite con
successivo decreto del Capo del Dipartimento per le politiche
fiscali del Ministero dell’economia e delle finanze.
23. Nell’articolo 3, comma 3-ter, del decreto del Presidente Revisione dei compensi
della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, concernente il a favore degli
regolamento sulle modalità per la presentazione delle intermediari che
dichiarazioni relative alle imposte sui redditi, all’imposta presentano le
regionale sulle attività produttive e all’imposta sul valore dichiarazioni
aggiunto ai sensi dell’articolo 3, comma 136 della legge 23
dicembre 1996, n. 662, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) al comma 3-ter:
1) nel primo capoverso, le parole: “di euro 0,52”, sono
sostituite dalle seguenti: “di 1 euro”;
2) l’ultimo capoverso è sostituito dal seguente: “La
misura del compenso può essere adeguata con provvedimento
del Direttore dell’Agenzia delle entrate, da pubblicare nella
Gazzetta Ufficiale, quando la variazione percentuale del valore
medio dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di
operai e impiegati relativo al periodo di dodici mesi terminante
al 31 agosto, supera il 2 per cento rispetto al valore medio del
medesimo indice rilevato con riferimento allo stesso periodo
dell’anno 2008.” .
b) al comma 11:

34
1) nel secondo periodo, le parole: “ la misura del compenso
spettante e “ sono soppresse;
2) l’ultimo periodo è soppresso.

24. La misura del compenso spettante alle banche


convenzionate e alla Poste italiane S.p.a. per il servizio di
ricezione e di trasmissione telematica delle dichiarazioni di cui
all’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 22
luglio 1998, n. 322, è fissata in 1 euro per ciascuna
dichiarazione.

25. La misura del compenso spettante agli intermediari di cui


all’articolo 3, comma 3, del decreto del Presidente della
Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, in relazione allo
svolgimento, da parte degli stessi intermediari, del servizio di
pagamento con modalità telematiche, in nome e per conto del
contribuente, delle entrate oggetto del sistema di versamento
unificato con compensazione, è fissata in 1 euro per ogni
delega di pagamento modello F24 trasmessa..

26. La misura del compenso di cui ai commi 24 e 25, può


essere adeguata con provvedimento del Direttore dell’Agenzia
delle entrate, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, quando la
variazione percentuale del valore medio dell’indice dei prezzi
al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativo al
periodo di dodici mesi terminante al 31 agosto, supera il 2 per
cento rispetto al valore medio del medesimo indice rilevato
con riferimento allo stesso periodo dell’anno 2008.

27. Ai fini delle trasmissioni telematiche gestite dal Ministero Codice


dell’economia e delle finanze il termine di cui all’articolo 64, dell’amministrazione
comma 3, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n.82, è digitale – trasmissioni
prorogato al 31 dicembre 2008. telematiche gestite dal
MEF e dalle Agenzie
fiscali
28. Dopo l’articolo 44 del decreto legge 30 settembre 2003, n. Semplificazioni mod.
269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 770
2003, n. 326, è inserito il seguente: “Art. 44-bis. 1. Al fine di
semplificare la dichiarazione annuale presentata dai sostituti
d'imposta tenuti al rilascio della certificazione di cui
all'articolo 4, commi 6-ter e 6-quater, del regolamento di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322,
e successive modificazioni, a partire dalle retribuzioni
corrisposte con riferimento al mese di gennaio 2009, i soggetti
di cui al comma 9 dell’articolo 44, comunicano mensilmente in
via telematica, direttamente o tramite gli incaricati di cui
all'articolo 3, commi 2-bis e 3, del decreto del Presidente della
Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, i dati retributivi e le
informazioni necessarie per il calcolo delle ritenute fiscali e
dei relativi conguagli, per il calcolo dei contributi, per

35
l'implementazione delle posizioni assicurative individuali e per
l'erogazione delle prestazioni, mediante una dichiarazione
mensile da presentare entro l'ultimo giorno del mese
successivo a quello di riferimento.

29. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di


concerto con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale,
sono definite le modalità attuative della disposizione di cui al
comma 28, nonché le modalità di condivisione dei dati tra
l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, l’Istituto
Nazionale di Previdenza per i Dipendenti
dell’Amministrazione Pubblica e l’Agenzia delle entrate.

30. Con il medesimo decreto di cui al comma 29 si provvede


alla semplificazione e all’armonizzazione degli adempimenti
di cui all’articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica
22 luglio 1998, n. 322, nel rispetto dei seguenti criteri:
a) trasmissione mensile dei flussi telematici unificati;
b) previsione di un unico canale telematico per la
trasmissione dei dati;
c) possibilità di ampliamento delle nuove modalità di
comunicazione dei dati fiscali e contributivi anche ad
enti e casse previdenziali diversi da quelli previsti nel
citato comma 9 dell’articolo 44.

Confidi
31. All'articolo 38-bis del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, primo comma, le parole:
“iscritti nell'apposita sezione dell'elenco previsto dall'articolo
106 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, con le
modalità e criteri di solvibilità stabiliti con decreto del
Ministro delle finanze”, sono sostituite dalle seguenti: “iscritti
nell'elenco speciale previsto dall'articolo 107 del decreto
legislativo 1° settembre 1993, n.385”.

32. All'articolo 8, comma 2, del decreto legislativo 19 giugno


1997, n. 218, dopo le parole: “polizza fideiussoria o
fideiussione bancaria”, sono aggiunte le seguenti: “ovvero
rilasciata dai Confidi iscritti nell'elenco speciale previsto
dall'articolo 107 del decreto legislativo 1° settembre 1993,
n.385”.

33. All'articolo 48, comma 2, del decreto legislativo 31


dicembre 1992, n. 546, dopo le parole: “polizza fideiussoria o
fideiussione bancaria”, sono aggiunte le seguenti: “ovvero
rilasciata dai Confidi iscritti nell'elenco speciale previsto
dall'articolo 107 del decreto legislativo 1° settembre 1993,
n.385”.

34. All'articolo 19, comma 1, del decreto del Presidente della


Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, dopo le parole: “polizza

36
fideiussoria o fideiussione bancaria”, sono aggiunte le
seguenti: “ovvero rilasciata dai Confidi iscritti nell'elenco
speciale previsto dall'articolo 107 del decreto legislativo 1°
settembre 1993, n. 385”.

….. 35. All’articolo 30 della legge 23 dicembre 1994, n. 724, sono Società non operative
apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1, lettera b), dopo le parole: “la
percentuale è ulteriormente ridotta al 4 per
cento;”, sono aggiunte le seguenti: “per tutti gli
immobili situati in comuni con popolazione
inferiore a 1000 abitanti la percentuale è dell’1
per cento;”;
b) nel comma 1, l’ultimo periodo, aggiunto
dall’articolo 1, comma 326 della legge 27
dicembre 2006, n. 296, è soppresso;
c) al comma 1, secondo periodo, numero 6), le
parole: “non inferiore a 100”, sono sostituite
dalle seguenti: “non inferiore a 50”;
d) al comma 1, secondo periodo, aggiungere,
infine, i seguenti numeri: “7) alle società che
nei due esercizi precedenti hanno avuto un
numero di dipendenti mai inferiore alle dieci
unità; 8) alle società in stato di fallimento,
assoggettate a procedure di liquidazione
giudiziaria, di liquidazione coatta
amministrativa ed in concordato preventivo; 9)
alle società che presentano un ammontare
complessivo del valore della produzione
(raggruppamento A del conto economico)
superiore al totale attivo dello stato
patrimoniale; 10) alle società partecipate da enti
pubblici almeno nella misura del 20 per cento
del capitale sociale; 11) alle società che
risultano congrue e coerenti ai fini degli studi di
settore.”;
e) nel comma 3, lettera b), dopo le parole: “la
predetta percentuale è ridotta al 3 per cento;”,
sono aggiunte le seguenti: “per gli immobili
classificati nella categoria catastale A/10, la
predetta percentuale è ulteriormente ridotta al 4
per cento; per tutti gli immobili situati in
comuni con popolazione inferiore a 1000
abitanti la percentuale è dello 0,9 per cento;”;
f) dopo il comma 4-bis sono inseriti i seguenti:
“4-ter. Con provvedimento del Direttore
dell’Agenzia delle Entrate possono essere
individuate determinate situazioni oggettive, in
presenza delle quali è consentito disapplicare le
disposizioni del presente articolo, senza dover
assolvere all’onere di presentare l’istanza di

37
interpello di cui al comma 4-bis.
4-quater. I provvedimenti del Direttore regionale
dell’Agenzia delle entrate, adottati a seguito delle
istanze di disapplicazione presentate ai sensi del
comma 4-bis, sono comunicati mediante servizio
postale, in plico raccomandato con avviso di
ricevimento, ovvero a mezzo fax o posta
elettronica.”.

36. Lo scioglimento ovvero la trasformazione in società


semplice, di cui all’articolo 1, commi da 111 a 117 della
legge 27 dicembre 2006, n. 296, può essere eseguito, dalle
società considerate non operative nel periodo di imposta in
corso al 31 dicembre 2007, nonché da quelle che a tale data
si trovano nel primo periodo di imposta, entro il quinto mese
successivo alla chiusura del medesimo periodo di imposta.
La condizione di iscrizione dei soci persone fisiche nel libro
dei soci deve essere verificata alla data di entrata in vigore
della presente legge, ovvero entro trenta giorni dalla
medesima data, in forza di un titolo di trasferimento avente
data certa anteriore al 1° novembre 2007. Le aliquote delle
imposte sostitutive di cui all’articolo 1, comma 112, primo e
secondo periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono
fissate nella misura rispettivamente del 10 e del 5 per cento.

5. Proroga leggi regionali


Art. 5 tasse auto e IRAP

(Disposizioni in materia di accise ed ulteriori interventi nel


settore tributario)

1. All’articolo 2, comma 22, della legge 24 dicembre 2003, n.


350, le parole: “1° gennaio 2007”, sono sostituite dalle
seguenti: “1° gennaio 2008”

Proroga deduzioni
2. Le disposizioni del comma 1 dell’articolo 21 della legge 23 impianti di
dicembre 1998, n. 448, in materia di deduzione forfetaria in distribuzione
favore degli esercenti impianti di distribuzione di carburante, carburanti.
si applicano per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre
2008.

3. Le disposizioni del comma 103 dell'articolo 1 della legge 23 Compensazione


dicembre 2005, n. 266, nei limiti di spesa ivi indicati, si contributi al SSN
applicano anche alle somme versate nel periodo d'imposta autotrasportatori
2007 ai fini della compensazione dei versamenti effettuati dal
1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2008.

38
4. Le disposizioni del comma 106 dell'articolo 1 della legge 23 Deduzione forfetaria
dicembre 2005, n. 266, nei limiti di spesa ivi indicati, sono autotrasporto
prorogate al periodo d'imposta in corso alla data del 31
dicembre 2007.

Incentivi fiscali
agricoltura
5. All’articolo 45, comma 1, del decreto legislativo 15
dicembre 1997, n. 446, e successive modificazioni, le parole
da: “per gli otto periodi d’imposta successivi”, fino alla fine
del comma, sono sostituite dalle seguenti: “per i nove periodi
d’imposta successivi l’aliquota è stabilita nella misura dell’1,9
per cento; per il periodo d’imposta in corso al 1° gennaio 2008
l’aliquota è stabilita nella misura del 3,75 per cento”.

6. Per l’anno 2008 sono prorogate le disposizioni di cui


all’articolo 11 della legge 23 dicembre 2000, n. 388.

7. Il termine del 31 dicembre 2007, di cui al comma 392


dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296,
concernente le agevolazioni tributarie per la formazione e
l’arrotondamento della proprietà contadina, è prorogato al 31
dicembre 2008.

8. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente


legge e fino al 31 dicembre 2008 si applicano le disposizioni in
materia di accisa concernenti le agevolazioni sul gasolio
utilizzato nelle coltivazioni sotto serra, di cui all'articolo 2,
comma 4, della legge 24 dicembre 2003, n. 350.

9. All’articolo 33 del testo unico delle imposte sui redditi, di


cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre
1986, n. 917, e successive modificazioni, è aggiunto il
seguente comma: “2-bis. Sono considerate produttive di
reddito agrario anche le attività di coltivazione di prodotti
vegetali per conto terzi svolte nei limiti di cui all’articolo 32,
comma 2, lettera b).”. All’onere derivante dall’attuazione del
presente comma, valutato in un milione di euro per il 2009 ed
in 600.000 euro a decorrere dal 2010, si provvede mediante
corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui
all’articolo 5, comma 3-ter, del decreto-legge 1° ottobre 2005,
n. 202, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre
2005, n. 244.

10. Nel testo unico delle disposizioni legislative concernenti le


imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni
penali e amministrative approvato con il decreto legislativo 26
ottobre 1995, n. 504, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all’articolo 17, nel comma 1, la lettera c) è sostituita dalla FF.AA. nazionali

39
seguente: “c) alle forze armate di qualsiasi Stato che sia parte
contraente del Trattato del Nord Atlantico, per gli usi
consentiti, con esclusione delle forze armate nazionali;”;

b) alla tabella A, nel punto 12: Taxi


1) la voce: “benzina e benzina senza piombo: 40 per cento
aliquota normale della benzina senza piombo”, è sostituita
dalla seguente: “benzina: euro 359,00 per 1000 litri;”;
2) nella voce “gasolio” le parole: “40 per cento aliquota
normale”, sono sostituite dalle seguenti: “euro 302,00 per
1000 litri;”;
Autoambulanze
c) alla tabella A, nel punto 13:
1) la voce: “benzina 40 per cento aliquota normale;” è
abrogata;
2) la voce: “benzina senza piombo: 40 per cento aliquota
normale;”, è sostituita dalla seguente: ”benzina: 359,00 euro
per 1000 litri;”; Modifica della Tabella
3) nella voce “gasolio” le parole: “40 per cento aliquota A in ordine alle FF.AA.
normale;”, sono sostituite dalle seguenti: “euro 302,00 per nazionali
1000 litri;”;

d) alla tabella A, dopo il punto 16, è aggiunto il seguente:


“16-bis. Prodotti energetici impiegati dalle Forze Armate
nazionali per gli usi consentiti:
Carburanti per motori:
Benzina euro 359,00 per 1000 litri
Gasolio euro 302,00 per 1000 litri
GPL esenzione Gas metano impiegato
Gas naturale esenzione dalle FF.AA. nazionali

Combustibili per riscaldamento:


Gasolio euro 21,00 per 1000 litri
GPL zero
Gas naturale euro 11,66 per 1000 metri cubi”.

11. Al gas naturale impiegato dalle Forze Armate nazionali Fondo FF.AA.
come combustibile per riscaldamento, per il quale è applicata
l’aliquota di accisa di cui al punto 16-bis della tabella A
allegata al testo unico delle disposizioni legislative concernenti
le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni
penali e amministrative, approvato con decreto legislativo 26
ottobre 1995, n. 504, non si applicano l’addizionale regionale
all’imposta di consumo sul gas metano usato come
combustibile e l’imposta regionale sostitutiva per le utenze
esenti di cui all’articolo 9 del decreto legislativo 21 dicembre
1990, n. 398, e successive modificazioni.

12. Nello stato di previsione del Ministero della difesa è


istituito un fondo con lo stanziamento di euro 107.155.000 a
decorrere dall’anno 2008, destinato al pagamento dell’accisa

40
sui prodotti energetici impiegati dalle Forze Armate nazionali
diverse dal Corpo della Guardia di finanza, per gli usi
consentiti. Con decreto del Ministro della difesa, da
comunicare, anche con evidenze informatiche, al Ministro
dell’economia e delle finanze tramite l’Ufficio Centrale del
bilancio, nonché alle competenti Commissioni parlamentari e
alla Corte dei Conti, si provvede alla ripartizione del fondo tra
le pertinenti unità previsionali di base dello stato di previsione
del predetto ministero.
13. Nello stato di previsione del ministero dell’Economia e
delle finanze è istituito un fondo con lo stanziamento di euro
7.845.000 a decorrere dall’anno 2008, destinato al pagamento
Friuli Venezia Giulia
dell’accisa sui prodotti energetici impiegati dal Corpo della
Guardia di finanza per gli usi consentiti. Con decreto del
Ministro dell’economia e delle finanze da comunicare, anche
con evidenze informatiche, alle competenti Commissioni
parlamentari e alla Corte dei Conti, si provvede alla
ripartizione del fondo tra le pertinenti unità previsionali di base
dello stato di previsione del predetto ministero.

14. All’onere derivante dai commi 12 e 13, pari ad euro


115.000.000 a decorrere dall’anno 2008, si provvede mediante
utilizzo delle maggiori entrate derivanti dall’applicazione delle
disposizioni di cui al comma 10, lettere a) e d).

15. A decorrere dal 1° gennaio 2008 il comma 16 dell’articolo


3 della legge 28 dicembre 1995, n. 549, e successive
modificazioni, è abrogato.

16. A decorrere dal 1° gennaio 2009 il regolamento adottato


con il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 16
dicembre 2004, n. 341, è abrogato.

17. All’articolo 49, primo comma, dello Statuto speciale della


regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale
31 gennaio 1963, n. 1, e successive modifiche, dopo il numero
7) è inserito il seguente: “7 bis) il 29,75 per cento del gettito
dell´accisa sulle benzine ed il 30,34 per cento del gettito
dell’accisa sul gasolio consumati nella regione per uso Zona franca di Gorizia
autotrazione;”.

18. L’efficacia della disposizione di cui al comma 17 decorre


dal 1° gennaio 2008.

19. Per gli anni successivi al 2010, con cadenza annuale,


mediante previsione nella legge finanziaria, è eventualmente
rideterminata l’entità delle compartecipazioni al gettito
dell’accisa sulle benzine e sul gasolio che competono alla
regione Friuli-Venezia Giulia ai sensi dell’articolo 49, primo
comma, punto 7-bis) della legge costituzionale 31 gennaio

41
1963, n. 1, e successive modificazioni, al fine di garantire un
effetto neutrale sui saldi di finanza pubblica e l’equilibrio
finanziario nei rapporti Stato-Regione.

20. Al comma 15 dell’articolo 3 della legge 28 dicembre 1995,


n. 549, e successive modificazioni, le parole: “e nell’ambito
della quota dell’accisa a loro riservata”, sono soppresse.

21. All’articolo 2, primo comma, della legge 1° dicembre


1948, n. 1438, recante disposizioni relative all’istituzione di Abrogazioni agevolazion
una zona franca in una parte del territorio della provincia di incompatibili
Gorizia, al numero 7), le parole: “combustibili liquidi e”, sono
soppresse; il potenziale valore globale delle agevolazioni di cui
all’articolo 3, quarto comma, della legge 27 dicembre 1975, n.
700, relativo ai prodotti di cui alle tabelle A e B allegate alla
medesima legge è ridotto di euro 50.123.520. Fondo compensativo
taxi
22. Entro il 30 aprile 2008 la Camera di commercio, industria,
artigianato e agricoltura di Gorizia provvede, ai sensi e con le
modalità stabilite dall’articolo 3, quarto comma, della legge 27
dicembre 1975, n. 700, a modificare, coerentemente con
quanto disposto al comma 7, le tabelle A e B allegate alla
medesima legge vigenti alla data del 1° gennaio 2008. A
decorrere dal 1° luglio 2008, in mancanza dell’emanazione del
predetto provvedimento della Camera di commercio, industria,
artigianato e agricoltura di Gorizia, è comunque soppresso
dalle tabelle A e B allegate alla predetta legge n. 700 del 1975,
nella formulazione in vigore al 1° gennaio 2008, ogni
riferimento a prodotti che, in relazione all’uso cui sono
destinati, risultino sottoposti ad accisa.
Fondo compensativo
23. All’articolo 7 del decreto-legge 29 dicembre 1987, n. 534, autoambulanze
convertito, con modificazioni dalla legge 29 febbraio 1988, n.
47, il comma 4 è abrogato.

24. L’articolo 6 del decreto-legge 22 novembre 1991, n. 369,


convertito, con modificazioni, dalla legge 22 gennaio 1992, n.
17, è abrogato.

25. All’articolo 7, del decreto-legge 30 dicembre 1991, n. 417,


convertito, con modificazioni dalla legge 6 febbraio 1992, n.
66, i commi 1-ter, 1-quater e 1-quinquies sono abrogati.

26. L’articolo 8-bis del decreto-legge 22 novembre 1991, n.


369, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 gennaio
1992, n. 17, è abrogato.

27. Nello stato di previsione del Ministero dell’economia e


delle finanze è istituito un fondo con lo stanziamento di euro

42
24.300.000 a decorrere dall’anno 2008, finalizzato al
miglioramento dell’efficienza energetica e alla riduzione delle
emissioni ambientali delle autovetture da noleggio da piazza,
compresi i motoscafi che in talune località sostituiscono le
vetture da piazza e quelli lacuali, adibiti al servizio pubblico da
banchina per il trasporto di persone. Con regolamento da
adottare con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di
concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il
Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare
sono stabiliti i criteri e le modalità di ripartizione del fondo ai
soggetti beneficiari.

28. All’onere derivante dal comma 27, pari ad euro 24.300.000


a decorrere dall’anno 2008, si provvede mediante utilizzo delle
maggiori entrate derivanti dall’applicazione delle disposizioni
di cui al comma10, lettera b).

29. Nello stato di previsione della spesa del Ministero


dell’economia e delle finanze è istituito un fondo con lo
stanziamento di euro 4.000.000 a decorrere dall’anno 2008,
finalizzato al miglioramento dell’efficienza dei veicoli adibiti
al servizio di trasporto degli ammalati e dei feriti effettuato
dagli enti di assistenza e di pronto soccorso di cui al punto 13
della Tabella A allegata al testo unico approvato con il decreto
legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e delle relative
attrezzature. Con regolamento da adottare con decreto del
Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il
Ministro dei Trasporti e con il Ministro della Salute sono
stabilite le modalità ed i criteri di ripartizione del fondo ai
soggetti beneficiari.

30. All’onere derivante dal comma 29, pari ad euro 4.000.000


a decorrere dall’anno 2008, si provvede mediante utilizzo
delle maggiori entrate derivanti dall’applicazione delle
disposizioni di cui al comma 10, lettera c).
31. Al testo unico sulle imposte sui redditi, approvato con Contributi alle
Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986 n. casse/assicurazioni
917, sono apportate le seguenti modificazioni: sanitarie integrative

a) all’articolo 10, la lettera e-ter) è sostituita dalla seguente :


“e-ter) i contributi versati, fino ad un massimo di euro
3.615,20, ai fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale
istituiti o adeguati ai sensi dell'articolo 9 del decreto legislativo
30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, che
erogano prestazioni negli ambiti di intervento stabiliti con
decreto del Ministro della salute da emanare entro 60 giorni
dall’entrata in vigore della presente legge. Ai fini del calcolo
del predetto limite si tiene conto anche dei contributi di

43
assistenza sanitaria versati ai sensi dell’articolo 51, comma 2,
lettera a). Per i contributi versati nell'interesse delle persone
indicate nell'articolo 12, che si trovino nelle condizioni ivi
previste, la deduzione spetta per l'ammontare non dedotto dalle
persone stesse, fermo restando l'importo complessivamente
stabilito;”;
b) all’articolo 51, comma 2, la lettera a) è sostituita dalla
seguente: “a) i contributi previdenziali e assistenziali versati
dal datore di lavoro o dal lavoratore in ottemperanza a
disposizioni di legge; i contributi di assistenza sanitaria versati
dal datore di lavoro o dal lavoratore ad enti o casse aventi
esclusivamente fine assistenziale in conformità a disposizioni
di contratto o di accordo o di regolamento aziendale, che
operino negli ambiti di intervento stabiliti con il decreto del
Ministro della salute di cui all’articolo 10, comma 1, lettera e-
ter), per un importo non superiore complessivamente ad euro
3615,20. Ai fini del calcolo del predetto limite si tiene conto
anche dei contributi di assistenza sanitaria versati ai sensi
dell’articolo 10, comma 1, lettera e-ter;”.

32. All’articolo 78, comma 25-bis, della legge 30 dicembre


1991, n.413, dopo le parole: “fine assistenziale”, sono aggiunte
le seguenti: “e i fondi integrativi del servizio sanitario
nazionale”, e dopo le parole: “dell’articolo 51”, sono aggiunte
le seguenti: “e quelli di cui alla lettera e-ter) del comma 1
dell’articolo 10”.

. 33. Le disposizioni in materia di tassa d’imbarco e sbarco sulle Diritti aeroportuali


merci trasportate per via aerea di cui al decreto-legge 28
febbraio 1974, n. 47, convertito, dalla legge 16 aprile 1974, n.
117, e successive modificazioni, di tasse e di diritti di cui alla
legge 5 maggio 1976, n. 324, di corrispettivi dei servizi di
controllo di sicurezza di cui all’articolo 8 del decreto
ministeriale 29 gennaio 1999, n. 85, adottato dal Ministero dei
trasporti e della navigazione, di concerto con il Ministero
dell’interno, concernente il regolamento recante norme di
attuazione dell’articolo 5 del decreto-legge 18 gennaio 1992, n.
9, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1992,
n. 217, in materia di affidamento in concessione dei servizi di
sicurezza, nonché in materia di addizionale comunale sui diritti
di imbarco di cui all’articolo 2, comma 11, della legge 24
dicembre 2003, n. 350, si interpretano nel senso che dalle
stesse non sorgono obbligazioni di natura tributaria.

34. Nell’articolo 1, comma 1-ter, lettera a), della tariffa Bollo telematico
dell’imposta di bollo, parte prima, annessa al decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, come
sostituita dal decreto del Ministro delle finanze 20 agosto
1992, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta
Ufficiale n. 196 del 21 agosto 1992, e come modificata, da

44
ultimo, dal decreto del Ministero dell’economia e delle finanze
22 febbraio 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 51 del
2 marzo 2007, le parole: “euro 42,00” sono sostituite dalle
seguenti: “euro 17,50”.

35. Per l’anno 2008 ai docenti delle scuole di ogni ordine e Detrazione
grado, anche non di ruolo con incarico annuale, ai fini autoformazione scuola
dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, spetta una
detrazione dall’imposta lorda e fino a capienza della stessa
nella misura del 19 per cento delle spese documentate
sostenute ed effettivamente rimaste a carico, fino ad un
importo massimo delle stesse di 500 euro, per
l’autoaggiornamento e per la formazione.
36. Alla lettera i-sexies), del comma 1, dell’articolo 15, del Studenti fuori sede
testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo le
parole: “e successive modificazioni”, sono aggiunte le
seguenti: “i canoni relativi ai contratti di ospitalità, nonché agli
atti di assegnazione in godimento o locazione, stipulati con gli
Enti per il diritto allo studio, Università, Collegi universitari
legalmente riconosciuti, enti senza fine di lucro e cooperative,”

37. Al fine di semplificare il procedimento di fatturazione e Fatturazione elettronica


registrazione delle operazioni imponibili, a decorrere dalla PP. AA.
data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 41,
l’emissione, la trasmissione, la conservazione e l’archiviazione
delle fatture emessi nei rapporti con le amministrazioni dello
Stato, anche ad ordinamento autonomo e con gli enti pubblici
nazionali, anche sotto forma di nota, conto, parcella e simili,
deve essere effettuata esclusivamente in forma elettronica, con
l’osservanza del decreto legislativo 20 febbraio 2004, n. 52, e
del Codice dell’amministrazione digitale.
38. A decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento
di cui al comma 41, le amministrazioni e gli enti di cui al
comma 37 non possono accettare le fatture emesse o trasmesse
in forma cartacea né possono procedere ad alcun pagamento,
nemmeno parziale, sino all’invio in forma elettronica.
39. La trasmissione delle fatture elettroniche avviene
attraverso il Sistema di Interscambio istituito dal Ministero
dell’economia e delle finanze e da questo gestito anche
avvalendosi delle proprie strutture societarie.
40. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze da
emanarsi entro il 31 marzo 2008 è individuato il gestore del
Sistema di Interscambio e ne sono definite competenze e
attribuzioni, ivi comprese quelle relative:
a) al presidio del processo di ricezione e successivo
inoltro delle fatture elettroniche alle amministrazioni
destinatarie;
b) alla gestione dei dati in forma aggregata e dei flussi

45
informativi anche ai fini della loro integrazione nei sistemi di
monitoraggio della finanza pubblica.
41. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di
concerto con il Ministro per le riforme e l’innovazione nella
pubblica amministrazione, sono definite:
a) le regole di identificazione univoca. degli
uffici centrali e periferici delle
amministrazioni destinatari della
fatturazione;
b) le regole tecniche relative alle soluzioni
informatiche da utilizzare per l’emissione e
la trasmissione delle fatture elettroniche e le
modalità di integrazione con il sistema di
interscambio;
c) le linee guida per l’adeguamento delle
procedure interne delle amministrazioni
interessate alla ricezione ed alla gestione
delle fatture elettroniche;
d) le eventuali deroghe agli obblighi di cui al
comma 37, limitatamente a determinate
tipologie di approvvigionamenti;
e) la disciplina dell’utilizzo, tanto da parte degli
operatori economici, quanto da parte delle
amministrazioni interessate, di intermediari
abilitati allo svolgimento delle attività
informatiche necessarie all’assolvimento
degli obblighi di cui al presente articolo;
f) le eventuali misure di supporto, anche di
natura economica, per le piccole e medie
imprese;
g) la data, a decorrere dalla quale decorrono
l’obbligo di cui al comma 37 ed il divieto di
cui al comma 38, con possibilità di introdurre
gradualmente il passaggio al sistema di
trasmissione esclusiva in forma elettronica.

…... 42. All’articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. Tributi locali
446, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 5, la lettera b), è sostituita dalla seguente: “b)
qualora sia deliberato di affidare a terzi, anche disgiuntamente,
la liquidazione, l’accertamento e la riscossione dei tributi e di
tutte le altre entrate, le relative attività sono affidate: 1)
mediante convenzione alla società di cui al comma 5, lettera
c), dell’articolo 113 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.
267; 2) nel rispetto della normativa dell’Unione europea e
delle procedure vigenti in materia di affidamento della
gestione dei servizi pubblici locali, ai soggetti iscritti nell’albo
di cui al successivo articolo 53, comma 1, ed agli operatori
degli Stati membri stabiliti in un Paese dell’Unione Europea
che esercitano le menzionate attività e che presentano una
certificazione rilasciata dalla competente autorità del loro Stato

46
di stabilimento dalla quale risulti la sussistenza di requisiti
equivalenti a quelli previsti dalla normativa italiana.
L’affidamento deve prevedere un termine massimo di durata
non superiore complessivamente ad anni sei.”;
b) il comma 6 è abrogato.

…. 43. Per il finanziamento di investimenti per il potenziamento Finanziamento di


della rete infrastrutturale e dei servizi nei porti, e nei investimenti per il
collegamenti stradali e ferroviari nei porti è attribuito alle potenziamento della
Regioni ed alle Province Autonome l’incremento delle rete infrastrutturale e
riscossioni dell’imposta sul valore aggiunto e le accise relative dei servizi nei porti
alle operazioni di importazione nei porti e negli interporti.

44. La quota spettante alle Regioni e alle Province Autonome è


computata, a decorrere dall’anno 2008, a condizione che il
gettito complessivo derivante dall’imposta sul valore aggiunto
e dalle accise, sia stato almeno pari a quanto previsto nella
Relazione Previsionale e programmatica, con riferimento
all’incremento delle riscossioni nei porti e negli interporti di
ciascuna regione rispetto all’ammontare dei medesimi tributi
risultante dal consuntivo dell’anno precedente.

45. A tal fine è istituito, nello stato di previsione del Ministero


dei trasporti, a decorrere dal 2008, un Fondo per il
finanziamento di interventi e di servizi nei porti, e nei
collegamenti stradali e ferroviari per i porti. Il Fondo è
alimentato dalle somme determinate ai sensi del comma 43 al
netto di quanto attribuito allo specifico Fondo dal decreto del
Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro delle
infrastrutture e con il Ministro dell’economia e delle finanze di
attuazione dell’articolo 1, comma 990, della legge 27 dicembre
2006, n. 296. Il Fondo è ripartito con decreto del Ministro dei
trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle
finanze e del Ministro delle infrastrutture, sentita la
Conferenza permanente tra lo Stato e le Regioni, al netto della
quota di gettito eventualmente già spettante alla Regione o
Provincia autonoma a norma dei rispettivi statuti. A ciascuna
Regione spetta comunque l’80 per cento dell’incremento delle
riscossioni nei porti nel territorio regionale.

46. Con decreto del Ministro dei trasporti, di concerto con il


Ministro dell’economia e delle finanze e il Ministro delle
infrastrutture, sono definite le modalità attuative della
partecipazione alle riscossioni dei tributi erariali e del
trasferimento del fondo, nonché i criteri per la destinazione
delle risorse e per il monitoraggio degli interventi.

… 47. Al comma 1, dell’articolo 3 del decreto del Ministero IFEL


dell’economia e delle finanze 22 novembre 2005, le parole:
“dello 0,6 per mille” sono sostituite dalle seguenti: “dello 0,8
per mille”.

47
6. Art. 6
(Trasporto pubblico locale)

1. Al fine di promuovere lo sviluppo del trasporto


pubblico locale, nella prospettiva del processo di
riforma del settore, è istituito, nello stato di previsione
del Ministero dei Trasporti, un Fondo di 500 milioni di
euro per l’anno 2008.
2. La disponibilità di tale Fondo è destinata per 220
milioni di euro all’adeguamento dei trasferimenti statali
alle Regioni al fine di garantire l’attuale livello dei
servizi, ivi incluso il recupero dell’inflazione, per 150
milioni di euro per le finalità di cui al comma 1031
dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e
per 130 milioni di euro per il finanziamento
dell’articolo 9 della legge 26 febbraio 1992, n. 211.
3. Le risorse per l’adeguamento dei trasferimenti statali
alle Regioni sono ripartiti con decreto del Ministro dei
Trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e
delle finanze, sentita la Conferenza Permanente per i
rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province
Autonome.
4. All’articolo 1, comma 1031, della legge 27 dicembre
2006 n. 296, dopo la lettera c) sono aggiunte le
seguenti:
“d) per l’acquisto di elicotteri destinati ad un servizio
minimo di trasporto pubblico locale per garantire
collegamenti con isole minori con le quali esiste un
fenomeno di pendolarismo.”;
“e) “all’acquisto dei veicoli di cui ai precedenti punti a)
e b) è riservato almeno il 50% della dotazione del
Fondo.
5. Gli interventi finanziati ai sensi e con le modalità della
legge 26 dicembre 1992 n. 211 con le risorse di cui al
comma 2, individuati con decreto del ministro dei
Trasporti, sono destinati al completamento delle opere
in corso di realizzazione in misura non superiore al
20%. Il finanziamento di nuovi interventi è subordinato
all’esistenza di parcheggi di interscambio, ovvero alla
loro realizzazione, che può essere finanziata con le
risorse di cui al comma 2.
6. Le modalità di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto
legge 21 febbraio 2005, n. 16, convertito con
modificazioni nella legge 22 aprile 2005, n. 58, si
applicano anche alle risorse di cui all’articolo 23,
comma 1, del decreto legge 24 dicembre 2003, n. 355,
convertito con modificazioni nella legge 27 febbraio
2004, n. 47.
7. Ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche,
per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2008 per

48
l’acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto
pubblico locale, regionale ed interregionale, spetta una
detrazione dall'imposta lorda, fino alla concorrenza del
suo ammontare, nella misura del 19 per cento per un
importo delle spese stesse non superiore a 250 euro. La
detrazione spetta semprechè le spese stesse non siano
deducibili nella determinazione dei singoli redditi che
concorrono a formare il reddito complessivo. La
detrazione spetta anche se la spesa è stata sostenuta
nell'interesse delle persone indicate nell'articolo 12 del
decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre
1986, n. 917 che si trovino nelle condizioni indicate nel
comma 2 del medesimo articolo 12.

7.
Art. 7
(Incentivazioni fiscali per il cinema)

1. Ai soggetti di cui all’articolo 73 del testo unico delle


imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 e ai titolari di reddito di
impresa ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche,
non appartenenti al settore cinematografico ed audiovisivo,
associati in partecipazione ai sensi dell’articolo 2549 del
codice civile è riconosciuto per gli anni 2008, 2009 e 2010 un
credito d’imposta nella misura del quaranta per cento, fino
all’importo massimo di euro 1.000.000,00 per ciascun periodo
d’imposta, dell’apporto in denaro effettuato per la produzione
di opere cinematografiche riconosciute di nazionalità italiana
ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo 22 gennaio 2004,
n. 28. Il beneficio si applica anche ai contratti di cui
all’articolo 2554 del codice civile.

2. Le imprese di produzione cinematografica destinatarie degli


apporti di cui al comma 1 hanno l’obbligo di utilizzare
l’ottanta per cento di dette risorse nel territorio nazionale,
impiegando mano d’opera e servizi italiani e privilegiando la
formazione e l’apprendistato in tutti i settori tecnici di
produzione.

3. Ai fini delle imposte sui redditi è riconosciuto un credito


d’imposta:
a) per le imprese di produzione cinematografica in misura
pari al quindici per cento del costo complessivo di
produzione di opere cinematografiche, riconosciute di
nazionalità italiana ai sensi dell’articolo 5 del decreto
legislativo 22 gennaio 2004, n. 28, e, comunque, fino
all’ammontare massimo annuo di euro 3.500.000,00 per
ciascun periodo d’imposta, condizionato al sostenimento sul

49
territorio italiano di spese di produzione per un ammontare
complessivo non inferiore, per ciascuna produzione,
all’ottanta per cento del credito d’imposta stesso;
b) per le imprese di distribuzione cinematografica, pari:
1) al quindici per cento delle spese complessivamente
sostenute per la distribuzione nazionale di opere di
nazionalità italiana riconosciute di interesse culturale ai
sensi dell’articolo 7 del decreto legislativo 22 gennaio
2004, n. 28, con un limite massimo annuo di euro
1.500.000,00 per ciascun periodo d’imposta;
2) al dieci per cento delle spese complessivamente
sostenute per la distribuzione nazionale di opere di
nazionalità italiana, espressione di lingua originale
italiana, con un limite massimo annuo di euro
2.000.000,00 per ciascun periodo d’imposta;
3) al venti per cento dell’apporto in denaro effettuato
mediante i contratti di cui agli articoli 2549 e 2554 del
codice civile, per la produzione di opere filmiche di
nazionalità italiana riconosciute di interesse culturale ai
sensi dell’articolo 7 del citato decreto legislativo n. 28
del 2004, con un limite massimo annuo di euro
1.000.000,00 per ciascun periodo d’imposta;
c) per le imprese di esercizio cinematografico, pari:
1) al trenta per cento delle spese complessivamente
sostenute per l’introduzione e acquisizione di
impianti e apparecchiature destinate alla proiezione
digitale, con un limite massimo annuo, non
eccedente, per ciascuno schermo, euro 50.000,00;
2) al venti per cento dell’apporto in denaro effettuato
mediante i contratti di cui agli articoli 2549 e 2554
del codice civile, per la produzione di opere
cinematografiche di nazionalità italiana
riconosciute di interesse culturale ai sensi
dell’articolo 7 del decreto legislativo n. 28 del
2004, con un limite massimo annuo di euro
1.000.000,00 per ciascun periodo d’imposta.

4. Con riferimento alla medesima opera filmica, i benefici di


cui al comma 3 non sono cumulabili a favore della stessa
impresa ovvero di imprese che facciano parte dello stesso
gruppo societario nonché di soggetti legati tra loro da un
rapporto di partecipazione ovvero controllati anche
indirettamente dallo stesso soggetto ai sensi dell'articolo 2359
del codice civile.

5. I crediti di imposta di cui ai commi 1 e 3 spettano per il


periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre
2007 e per i due periodi d’imposta successivi.

6. Gli apporti di cui ai commi 1 e 3, lettere b), numero 3) e c),


numero 2), non possono, in ogni caso, superare

50
complessivamente il limite del quarantanove per cento del
costo di produzione della copia campione dell’opera filmica e
la partecipazione complessiva agli utili degli associati non può
superare il settanta per cento degli utili derivanti dall’opera
filmica.

7. I crediti d’imposta di cui ai commi 1 e 3, lettere b), numero


3) e c), numero 2), possono essere fruiti a partire dalla data di
rilascio del nulla osta di proiezione in pubblico del film di cui
alla legge 21 aprile 1962, n. 161 e previa attestazione rilasciata
dall’impresa di produzione cinematografica del rispetto delle
condizioni richieste ai sensi dei commi 2 e 6. Essi non
concorrono alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui
redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta
regionale sulle attività produttive, non rilevano ai fini del
rapporto di cui agli articoli 96 e 109, comma 5, del testo unico
delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e sono utilizzabili
esclusivamente in compensazione ai sensi dell'articolo 17 del
decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.

8. Gli apporti per la produzione e per la distribuzione di cui ai


commi 1 e 3 sono considerati come risorse reperite dal
produttore per completare il costo del film ai fini
dell’assegnazione dei contributi di cui all’articolo 13 del
decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 28, e successive
modificazioni. In ogni caso, tali contributi non possono essere
erogati per una quota percentuale che, cumulata con gli apporti
di cui al presente articolo, superi l’ottanta per cento del costo
complessivo rispettivamente afferente le spese di produzione
della copia campione e le spese di distribuzione nazionale del
film.

9. Le disposizioni applicative del presente articolo sono dettate


con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, entro
tre mesi dalla entrata in vigore della presente legge. Detto
decreto è adottato di concerto con il Ministro dell’economia e
delle finanze, sentito il Ministro per lo sviluppo economico.

10. L’efficacia dei commi da 1 a 9 è subordinata, ai sensi


dell’articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della
Comunità europea, all’autorizzazione della Commissione
europea. Il Ministero per i beni e le attività culturali provvede
a richiedere l’autorizzazione alla Commissione europea. Le
agevolazioni possono essere fruite esclusivamente in relazione
agli investimenti realizzati e alle spese sostenute
successivamente alla data della decisione di autorizzazione
della Commissione europea.
11. Alle imprese nazionali di produzione esecutiva e di
post-produzione è riconosciuto un credito d’imposta,
per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al

51
31 dicembre 2007 e per i due esercizi successivi, in
relazione a film, o alle parti di film, girati sul territorio
nazionale, utilizzando mano d’opera italiana, su
commissione di produzioni estere, in misura pari al
venticinque per cento del costo di produzione della
singola opera e comunque con un limite massimo, per
ciascuna opera filmica, di euro 5.000.000,00.
12. Le disposizioni applicative del comma 11 sono dettate
con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali,
entro tre mesi dalla entrata in vigore della presente legge.
Detto decreto è adottato di concerto con il Ministro
dell’economia e delle finanze, sentito il Ministro per lo
sviluppo economico.

13. Il credito d’imposta di cui al comma 11 non concorre alla


formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e al
valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle
attività produttive, non rileva ai fini del rapporto di cui agli
articoli 96 e 109, comma 5, del testo unico delle imposte sui
redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22
dicembre 1986, n. 917, ed è utilizzabile esclusivamente in
compensazione ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo
9 luglio 1997, n. 241.

14. L’efficacia dei commi da 11 a 13 è subordinata, ai sensi


dell’articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della
Comunità europea, all’autorizzazione della Commissione
europea. Il Ministero per i beni e le attività culturali provvede
a richiedere l’autorizzazione alla Commissione europea.
L’agevolazione può essere fruita esclusivamente in relazione
al costo sostenuto successivamente alla data della decisione di
autorizzazione della Commissione europea.

TITOLO III
INTERVENTI SULLE MISSIONI

CAPO I
MISSIONE 1 - ORGANI COSTITUZIONALI, A
RILEVANZA COSTITUZIONALE E PRESIDENZA DEL
CONSIGLIO DEI MINISTRI

8. Art. 8

(Indennità membri Parlamento)

1. Ai fini della determinazione delle quote di cui all’art. 1,


secondo comma, della legge 31 ottobre 1965, n. 1261, per
cinque anni dalla data di entrata in vigore della presente legge
non si applica l’adeguamento retributivo previsto dall’art. 24,

52
commi 1 e 2, della legge 23 dicembre 1998, n. 448.

9. Art. 9

(Contenimento dei compensi ai Commissari straordinari di


Governo)

1. I compensi dei Commissari straordinari di Governo, di


cui all’articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono
ridotti del 20 per cento dal 1° gennaio 2008.

CAPO II
MISSIONE 3 - RELAZIONI FINANZIARIE CON LE

AUTONOMIE TERRITORIALI
10.
Art. 10
(Modifiche al Patto di stabilità interno degli enti locali)

1. Per gli anni 2008-2010 le disposizioni che


disciplinano il patto di stabilità interno degli enti locali di cui
all’articolo 1 della legge finanziaria 27 dicembre 2006, n. 296
sono modificate e integrate come segue:
a) al comma 676 le parole: “per il triennio 2007-2009”
sono sostituite dalle seguenti: “per gli anni 2007-2010” e al
comma 677 le parole: “2007, 2008 e 2009” sono sostituite
dalle seguenti: “2007, 2008, 2009 e 2010”;
b) dopo il comma 678 è aggiunto il seguente:
“678-bis. Per l’anno 2010 si applicano i coefficienti stabiliti
per l’anno 2009 ai sensi del comma 678, fermi restando i
dati triennali originariamente assunti ai fini della
quantificazione della manovra.”;
c) dopo il comma 679 è aggiunto il seguente:
”679-bis. Per gli anni 2008-2010 il concorso alla manovra
delle province e dei comuni, determinato ai sensi dei commi
678 e 679, che presentano una media triennale positiva per
il periodo 2003-2005 del saldo di cassa, calcolata ai sensi
del comma 680, è pari a zero. Conseguentemente, gli
obiettivi programmatici di cui al comma 681 sono pari al
corrispondente saldo finanziario medio del triennio 2003-
2005 calcolato in termini di competenza mista, costituito
dalla somma algebrica degli importi risultanti dalla
differenza tra accertamenti e impegni, per la parte corrente,
e dalla differenza tra incassi e pagamenti per la parte in
conto capitale, al netto delle entrate derivanti dalla
riscossione di crediti e delle spese derivanti dalla
concessione di crediti.”;

53
d) il comma 681 è sostituito dal seguente:
“681. Per il rispetto degli obiettivi del patto di stabilità
interno gli enti devono conseguire un saldo finanziario in
termini di cassa e di competenza, per l’esercizio 2007, e di
sola competenza mista, per gli esercizi 2008, 2009 e 2010,
pari al corrispondente saldo medio del triennio 2003-2005
migliorato della misura annualmente determinata ai sensi
del comma 678, lettera c), ovvero dei commi 679 e 679-bis.
Le maggiori entrate derivanti dall'attuazione dei commi 142,
143 e 144 concorrono al conseguimento degli obiettivi del
patto di stabilità interno.”;
e) dopo il comma 681 è aggiunto il seguente:
“681-bis. Per gli enti di cui al comma 679-bis che
presentano, nel triennio 2003-2005, un valore medio delle
entrate in conto capitale derivanti dalla dismissione del
patrimonio immobiliare e mobiliare - non destinate, nel
medesimo triennio, all’estinzione anticipata dei prestiti -
superiore al 15 per cento della media delle entrate finali, al
netto delle riscossioni di crediti, gli obiettivi programmatici
per gli anni 2008-2010 sono ridotti di un importo pari alla
differenza tra l’ammontare dei proventi in eccesso al
predetto limite del 15 per cento e quello del contributo
annuo determinato ai sensi dei commi 678 e 679 a
condizione che tale differenza sia positiva. In caso di
differenza pari a zero o negativa gli obiettivi programmatici
restano determinati in misura pari al saldo finanziario medio
del triennio 2003-2005 calcolato in termini di competenza
mista.“;
f) al comma 683, al primo periodo, le parole: “Ai fini del
comma 686, il saldo finanziario per ciascuno degli anni
2007, 2008 e 2009 e quello medio del triennio 2003-2005
sono calcolati, sia per la gestione di competenza sia per
quella di cassa,” sono sostituite dalle seguenti: “Ai fini del
comma 686, il saldo finanziario e quello medio del triennio
2003-2005 sono calcolati, per l’anno 2007, sia per la
gestione di competenza sia per quella di cassa e, per gli anni
2008, 2009 e 2010, per la sola gestione di competenza
mista,”;
g) Il comma 684 è sostituito dal seguente:
“684. Il bilancio di previsione degli enti locali ai quali si
applicano le disposizioni del patto di stabilità interno deve
essere approvato, a decorrere dall'anno 2008, iscrivendo le
previsioni di entrata e di spesa di parte corrente in misura
tale che, unitamente alle previsioni dei flussi di cassa di
entrate e spese di parte capitale, al netto delle riscossioni e
delle concessioni di crediti, sia garantito il rispetto delle
regole che disciplinano il patto. A tal fine, gli enti locali
sono tenuti ad allegare al bilancio di previsione un apposito
prospetto contenente le previsioni di competenza e di cassa
54
degli aggregati rilevanti ai fini del patto di stabilità interno.;
h) Il comma 685 è sostituito dal seguente:
“685. Per il monitoraggio degli adempimenti relativi al patto
di stabilità interno e per acquisire elementi informativi utili
per la finanza pubblica, le province e i comuni con
popolazione superiore a 5.000 abitanti trasmettono
trimestralmente al Ministero dell'economia e delle finanze -
Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, entro
trenta giorni dalla fine del periodo di riferimento,
utilizzando il sistema web appositamente previsto per il
patto di stabilità interno nel sito
"www.pattostabilita.rgs.tesoro.it", le informazioni
riguardanti sia la gestione di competenza che quella di
cassa, attraverso un prospetto e con le modalità definiti con
decreto del predetto Ministero, sentita la Conferenza Stato-
città ed autonomie locali. Con lo stesso decreto è definito il
prospetto dimostrativo dell'obiettivo determinato per
ciascun ente ai sensi dei commi 678, 679, 679-bis e 681-bis.
La mancata trasmissione del prospetto dimostrativo degli
obiettivi programmatici costituisce inadempimento al patto
di stabilità interno. La mancata comunicazione al sistema
web della situazione di commissariamento ai sensi del
comma 688, secondo le indicazioni di cui allo stesso
decreto, determina per l’ente inadempiente
l’assoggettamento alle regole del patto di stabilità interno.”;
i) dopo il comma 685 è aggiunto il seguente:
“685-bis. Al fine di attivare, con la partecipazione delle
Associazioni degli enti locali, un nuovo sistema di
acquisizione di dati riguardanti la competenza finanziaria
dei bilanci degli enti locali che si affianca al SIOPE –
Sistema Informativo delle Operazioni degli Enti Pubblici -
con Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, di
concerto con il Ministro dell’Interno e con il Ministro per
gli Affari regionali e le autonomie locali, sentita la
Conferenza Stato-città ed autonomie locali, sono stabiliti i
contenuti e le modalità per monitorare, in corso d’anno, gli
accertamenti e gli impegni assunti, secondo aggregazioni e
scansioni temporali adeguate alle esigenze della finanza
pubblica. La concreta realizzazione del sistema è effettuata
previa quantificazione dei costi e individuazione della
relativa copertura finanziaria.”;
l) al comma 686 è aggiunto il seguente periodo: “La
mancata trasmissione della certificazione costituisce
inadempimento al patto di stabilità interno.”;
m) dopo il comma 686 è aggiunto il seguente:
“686-bis. Qualora si registrino prelevamenti dai conti della
tesoreria statale degli enti locali non coerenti con gli
obiettivi in materia di debito assunti con l’Unione europea,
il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la
55
Conferenza Stato-città ed autonomie locali, adotta adeguate
misure di contenimento dei prelevamenti.”;
n) dopo il comma 690 è aggiunto il seguente:
“690-bis. Al fine di individuare un meccanismo di riequilibrio
del comparto degli enti locali in merito allo stock di debito e
alla sua sostenibilità è istituita, con decreto del Ministro
dell’economia e delle finanze, una commissione, senza costi
aggiuntivi per la finanza pubblica, composta da rappresentanti
dei Ministeri dell’economia e delle finanze e dell’interno, del
Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali,
dell’ISTAT, della Banca d’Italia, dell’UPI, dell’ANCI e
dell’UNCEM.”.
11. Art. 11

(Scioglimento dei consigli comunali nei casi di mancata


approvazione del bilancio)

1. Ai fini dell’approvazione del bilancio di previsione


degli enti locali e della verifica della salvaguardia degli
equilibri di bilancio sono confermate per l’anno 2008, le
disposizioni di cui all’articolo 1, comma 1-bis, del decreto
legge 30 dicembre 2004, n. 314, convertito, con
modificazioni, dalla legge 1 marzo 2005, n. 26.

12. Art. 12
(Disposizioni varie per gli enti locali)

1. I trasferimenti erariali per l’anno 2008 in favore di ogni


singolo ente locale sono determinati in base alle
disposizioni recate dall’articolo 1, comma 696, della
legge 27 dicembre 2006, n. 296.
2. Le disposizioni in materia di compartecipazione
provinciale al gettito dell’imposta sul reddito delle
persone fisiche di cui all’articolo 31, comma 8, della
legge 27 dicembre 2002, n. 289, confermate, da ultimo,
per l’anno 2007, dall’articolo 1, comma 697, della
legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono prorogate per
l’anno 2008.
3. Il comma 10 dell’articolo 25 della legge 28 dicembre
2001, n. 448 è abrogato ed è conseguentemente
soppressa l’autorizzazione di spesa prevista al comma
11 dello stesso articolo 25.

13.
Art. 13

(Comunità montane: razionalizzazione e contenimento dei

56
costi)

1. L’ articolo 27 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.


267, e successive modificazioni, è sostituito dal seguente:

“1. Le comunità montane sono unioni di comuni, anche


appartenenti a province diverse, costituite per la
valorizzazione delle zone montane, per l'esercizio di
funzioni proprie, di funzioni conferite e per l'esercizio
associato delle funzioni comunali.
2. La comunità montana ha un organo rappresentativo e
un organo esecutivo composti da sindaci, assessori o
consiglieri dei comuni partecipanti. Il presidente può
cumulare la carica con quella di sindaco di uno dei
comuni della comunità. I rappresentanti dei comuni della
comunità montana sono eletti dai consigli dei comuni
partecipanti.
3. La Regione individua, concordandoli nelle sedi
concertative di cui all'articolo 4, gli ambiti o le zone
omogenee per la costituzione delle comunità montane, in
modo da consentire gli interventi per la valorizzazione
della montagna e l'esercizio associato delle funzioni
comunali. La costituzione della comunità montana
avviene con provvedimento del Presidente della Regione,
tra non meno di tre comuni situati per almeno l’ottanta per
cento della loro superficie al di sopra di cinquecento metri
di altitudine sopra il livello del mare ovvero tra non meno
di tre comuni situati per almeno il cinquanta per cento
della loro superficie al di sopra di cinquecento metri di
altitudine sul livello del mare e nei quali il dislivello tra la
quota altimetrica inferiore e la superiore non è minore di
cinquecento metri. Nelle regioni alpine il limite minimo di
altitudine ed il dislivello della quota altimetrica, di cui al
periodo precedente, sono di seicento metri. Non possono
far parte delle comunità montane i capoluoghi di provincia
e i comuni con popolazione complessiva superiore a
40.000 abitanti.
4. I criteri di cui al comma 3 valgono ai fini della
costituzione delle comunità montane e non rilevano in
ordine ai benefici e agli interventi speciali per la montagna
stabiliti dall'Unione europea e dalle leggi statali e
regionali. Con decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e
le autonomie locali, di concerto con i Ministri dell’Interno
e dell’Economia e delle finanze, d’intesa con la
Conferenza unificata, sono definiti i criteri generali per
l’individuazione dei territori da considerare montani.
5. La legge regionale disciplina le comunità montane
stabilendo in particolare:

57
a) le modalità di approvazione dello statuto;

b) le procedure di concertazione;

c) la disciplina dei piani zonali e dei programmi annuali;

d) i criteri di ripartizione tra le comunità montane dei


finanziamenti regionali e di quelli dell'Unione
europea;

e) i rapporti con gli altri enti operanti nel territorio.

6. Al comune montano nato dalla fusione dei comuni il


cui territorio coincide con quello di una comunità montana
sono assegnate le funzioni e le risorse attribuite alla stessa
in base a norme comunitarie, nazionali e regionali. Tale
disciplina si applica anche nel caso in cui il comune sorto
dalla fusione comprenda comuni non montani. Con la
legge regionale istitutiva del nuovo comune si provvede
allo scioglimento della comunità montana.
7. Ai fini della graduazione e differenziazione degli
interventi di competenza delle regioni e delle comunità
montane, le regioni, con propria legge, possono
provvedere ad individuare nell' àmbito territoriale delle
singole comunità montane fasce altimetriche di territorio,
tenendo conto dell'andamento orografico, del clima, della
vegetazione, delle difficoltà nell'utilizzazione agricola del
suolo, della fragilità ecologica, dei rischi ambientali e
della realtà socio-economica.

8. Ove in luogo di una preesistente comunità montana


vengano costituite più comunità montane, ai nuovi enti
spettano nel complesso i trasferimenti erariali attribuiti
all'ente originario, ripartiti in attuazione dei criteri stabiliti
dall' articolo 36 del decreto legislativo 30 dicembre 1992,
n. 504 e successive modificazioni.”.

2. Alla data di entrata in vigore della presente legge i


comuni che non rispondono alle caratteristiche previste dal
comma 3 dell’articolo 27 del decreto legislativo 18 agosto
2000, n. 267, come modificato dal precedente comma,
cessano di appartenere alla comunità montana. Alla medesima
data sono soppresse le comunità montane che, anche in
conseguenza di quanto disposto nel periodo precedente,
risultano costituite da meno di tre comuni. I poteri degli
organi delle comunità montane soppresse sono prorogati per
sessanta giorni, ai soli fini di assumere le determinazioni
inerenti la ripartizione delle risorse umane, finanziarie e
strumentali e le altre determinazioni conseguenti alla
soppressione, senza corresponsione di indennità. Decorso il

58
predetto termine, le determinazioni sono assunte dal
Presidente della regione, sentiti i comuni interessati. I comuni
che la componevano succedono ad ogni effetto, anche
processuale, alla comunità montana soppressa, nel rispetto dei
principi di solidarietà attiva e passiva per quanto concerne i
rapporti obbligatori. Negli altri casi, sempre con decorrenza
dalla data di entrata in vigore della presente legge, il numero
dei componenti degli organi della comunità montana si riduce
in modo corrispondente al numero dei comuni che cessano di
farne parte.

3. Le regioni, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore


della presente legge, adottano disposizioni normative, sulla
base di accordi stipulati nei consigli delle autonomie locali o
in altra sede di concertazione prevista dai propri ordinamenti,
al fine di ridurre i componenti degli organi rappresentativi ed
esecutivi delle comunità montane e delle unioni dei comuni in
misura non inferiore alla metà ed entro i successivi tre mesi
provvedono ad adeguare la propria legislazione ai principi di
coordinamento della finanza pubblica stabiliti dall’articolo 27
del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, come
modificato dal presente articolo.

4. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della


presente legge, il Ministro per gli affari regionali e le
autonomie locali coordina, in sede di Conferenza unificata,
una verifica sull’applicazione delle disposizioni di cui al
presente articolo, comunicandone gli esiti al Parlamento con
una relazione.

5. A decorrere dall’anno 2008 il fondo ordinario di cui


all’articolo 34, comma 1, lett. a), del decreto legislativo 30
dicembre 1992, n. 504 è ridotto di euro 66.800.000 annui,
corrispondenti ai contributi delle comunità montane
soppresse.

14.
Art. 14

(Contenimento dei costi per la rappresentanza nei consigli


circoscrizionali, comunali, provinciali e degli assessori
comunali e provinciali)

1. All’articolo 17 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.

267, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 1 le parole: “100.000 abitanti” sono sostituite


dalle seguenti: “250.000 abitanti”;
b) al comma 3 le parole : “30.000 e i 100.000” sono

59
sostituite dalle seguenti: “ 100.000 e i 250.000”;
c) al comma 5 la parola: “300.000” è sostituita dalla
seguente: “250.000”.
2. L’articolo 37 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,
e successive modificazioni, è sostituito dal seguente:
“Art. 37. (Composizione dei consigli)
1. Il consiglio comunale è composto dal sindaco e:
a) da 60 membri nei comuni con popolazione superiore
ad un milione di abitanti;
b) da 50 membri nei comuni con popolazione superiore a
500.000 abitanti;
c) da 46 membri nei comuni con popolazione superiore a
250.000 abitanti;
d) da 32 membri nei comuni con popolazione superiore a
100.000 abitanti o che, pur avendo popolazione
inferiore, siano capoluoghi di provincia;
e) da 24 membri nei comuni con popolazione superiore a
50.000 abitanti;
f) da 22 membri nei comuni con popolazione superiore a
30.000 abitanti;
g) da 16 membri nei comuni con popolazione superiore a
10.000 abitanti;
h) da 12 membri nei comuni con popolazione superiore a
3.000 abitanti;
i) da 10 membri negli altri comuni.
3. Il consiglio provinciale è composto dal presidente della
provincia e:
a) da 36 membri nelle province con popolazione
residente superiore a 1.400.000 abitanti;
b) da 28 membri nelle province con popolazione
residente superiore a 700.000 abitanti;
c) da 24 membri nelle province con popolazione
residente superiore a 300.000 abitanti;
d) da 20 membri nelle altre province.
4. Il presidente della provincia e i consiglieri provinciali
rappresentano l'intera provincia.
5. La popolazione è determinata in base ai risultati dell'ultimo
censimento ufficiale.”.
6. All’articolo 47, comma 1, del decreto legislativo 18 agosto
2000, n. 267, e successive modificazioni, la parola: “sedici” è
sostituita dalla seguente: “dodici.”.
7. Il presente articolo si applica a decorrere dalle prime
elezioni per il rinnovo di ciascun consiglio comunale e
provinciale, successive alla data di entrata in vigore della
presente legge.
8. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge, le amministrazioni locali adeguano gli
importi dei gettoni di presenza di cui all’articolo 82 del
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, al limite
massimo previsto dal decreto di cui al comma 8 del
medesimo articolo 82, se allo stesso superiori.

60
9. L’articolo 84 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.
267, e successive modificazioni, è sostituito dal
seguente: “Art. 84. – (Rimborso spese di viaggio) – 1.
Agli amministratori che, in ragione del loro mandato, si
rechino fuori del capoluogo del comune ove ha sede il
rispettivo ente, previa autorizzazione del capo
dell'amministrazione, nel caso di componenti degli
organi esecutivi, ovvero del presidente del consiglio,
nel caso di consiglieri, sono dovuti esclusivamente il
rimborso delle spese di viaggio effettivamente
sostenute, nonché un rimborso forfetario
onnicomprensivo per le altre spese, nella misura fissata
con decreto del Ministero dell’interno e del Ministero
dell’economia e delle finanze, d’intesa con la
Conferenza Stato-città ed autonomie locali.
10. La liquidazione del rimborso delle spese è effettuata
dal dirigente competente, su richiesta dell'interessato,
corredata della documentazione delle spese di viaggio e
soggiorno effettivamente sostenute e di una
dichiarazione sulla durata e sulle finalità della
missione.
11. Agli amministratori che risiedono fuori del capoluogo
del comune ove ha sede il rispettivo ente, spetta il
rimborso per le sole spese di viaggio effettivamente
sostenute, per la partecipazione ad ognuna delle sedute
dei rispettivi organi assembleari ed esecutivi, nonché
per la presenza necessaria presso la sede degli uffici
per lo svolgimento delle funzioni proprie o delegate.”.
12. All’articolo 81, comma 1, del decreto legislativo 18
agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, le
parole: “Gli amministratori locali di cui all’articolo 77,
comma 2” sono sostituite dalle seguenti: “I sindaci, i
presidenti delle province, i presidenti dei consigli
comunali e provinciali, i presidenti delle comunità
montane e delle unioni di comuni, nonché i membri
delle giunte di comuni e province”.
15.
Art. 15
(Norma di indirizzo alle Regioni per la riduzione dei costi
derivanti da duplicazione di funzioni)

1. Anche ai fini del coordinamento della finanza pubblica,


in attuazione dell’articolo 118 della Costituzione, lo
Stato e le Regioni, nell’ambito di rispettiva competenza
legislativa, provvedono all’accorpamento o alla
soppressione degli enti, agenzie od organismi,
comunque denominati, titolari di funzioni in tutto o in
parte coincidenti con quelle assegnate agli enti

61
territoriali ed alla contestuale riallocazione delle stesse
agli enti locali, secondo i principi di sussidiarietà,
differenziazione e adeguatezza.
2. I comuni e le province provvedono alla soppressione
degli enti, agenzie ed organismi, comunque
denominati, istituiti dai medesimi enti locali
nell’ambito della rispettiva potestà regolamentare e
titolari di funzioni in tutto in parte coincidenti con
quelle svolte dagli enti locali medesimi.

16. Art. 16

(Sviluppo della montagna e delle isole minori)

1. Per il finanziamento del Fondo nazionale per la


montagna, di cui all'articolo 2 della legge 31 gennaio 1994, n.
97, e successive modificazioni, è autorizzata la spesa di 50
milioni di euro per l’anno 2008 e 10 milioni di euro per
ciascuno degli anni 2009 e 2010.
2. E' istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei
ministri - Dipartimento per gli affari regionali, il Fondo di
sviluppo delle isole minori, con una dotazione finanziaria pari
a 34 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008. Il fondo
finanzia interventi specifici nei settori dell'energia, dei
trasporti e della concorrenza, diretti a migliorare le condizioni
e la qualità della vita nelle suddette zone, oltre a misure
dirette a favorire le imprese insulari in modo che le stesse
possano essere ugualmente competitive. All'erogazione del
fondo si provvede sulla base del Documento triennale unico di
programmazione isole minori (DUPIM), elaborato
dall'Associazione nazionale isole minori (ANCIM), nel quale
sono indicati i singoli interventi e le relative quantificazioni,
approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le
autonomie regionali e del Ministro dell’interno, di concerto
con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la
Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto
legislativo 28 agosto 1997, n. 281.
3. Al fine di assicurare il necessario coordinamento e la
migliore finalizzazione di tutti gli interventi a favore delle
isole minori e ferme restando le contribuzioni per i progetti già
approvati con i decreti del Ministero dell’interno del 13
dicembre 2004 e 8 novembre 2005, le risorse iscritte sul fondo
per la tutela e lo sviluppo delle isole minori di cui all’articolo
25, comma 7 della legge 28 dicembre 2001, n. 448 dello stato
di previsione del Ministero dell’interno, sono trasferite al
fondo di cui al comma 2 alla Presidenza del Consiglio dei

62
Ministri – Dipartimento per gli affari regionali.
4. Il Ministero dell’economia e delle finanze è autorizzato ad
apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di
bilancio.

17. Art. 17

(Sostegno delle minoranze slovene, linguistiche storiche e


delle aree confinanti con le Regioni a Statuto Speciale)

1. Per le finalità previste dall’articolo 10 della legge 23


febbraio 2001, n. 38 è autorizzata la spesa annua, per un
quinquennio, di euro 66.200,00, a decorrere dall’anno 2008.
2. A decorrere dal 2008 l’autorizzazione della spesa per il
Fondo nazionale per la tutela delle minoranze linguistiche,
istituito dall’articolo 9 della legge 15 dicembre 1999, n. 482 è
di euro 6 milioni. A decorrere dalla stessa data il limite
dell’autorizzazione di spesa prevista dall’articolo 15 della
stessa legge è di euro 5 milioni.
3. Il Fondo per le aree svantaggiate confinanti con le
Regioni a statuto speciale di cui al comma 7 dell’articolo 6 del
D.L. 2 luglio 2007, n. 81, convertito con modificazioni dalla
legge 3 agosto 2007, n.127, è integrato di 20 milioni di euro
per l’anno 2008.

18. Art. 18

(Attuazione dei Piani di rientro regionali in materia sanitaria)

1. In attuazione degli accordi sottoscritti tra lo Stato e le


Regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia ai sensi
dell’articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n.
311, con i quali le regioni interessate si obbligano al
risanamento strutturale dei relativi servizi sanitari regionali,
anche attraverso la ristrutturazione dei debiti contratti:
a) lo Stato è autorizzato ad anticipare alle predette Regioni,
nei limiti di un ammontare complessivamente non
superiore a 9.100 milioni di euro, la liquidità necessaria
per l’estinzione dei debiti contratti sui mercati finanziari e
dei debiti commerciali cumulati fino al 31 dicembre 2005,
determinato in base ai procedimenti indicati nei singoli
Piani e comunque al netto delle somme già erogate a titolo
di ripiano disavanzi;
b) le regioni interessate, in funzione delle risorse trasferite
dallo Stato di cui al punto a), sono tenute a restituire, in un
periodo non superiore a trenta anni, le risorse ricevute Gli
importi così determinati sono acquisiti in appositi capitoli
del bilancio dello Stato.
63
2. All’erogazione delle somme di cui al comma 1, da
accreditarsi su appositi conti correnti intestati alle regioni
interessate, lo Stato procede, anche in tranches successive, a
seguito del riaccertamento definitivo e completo del debito da
parte delle regioni interessate, con il supporto dell’advisor
contabile, come previsto nei singoli Piani di rientro, e della
sottoscrizione di appositi contratti, che individuano le
condizioni per la restituzione, da stipularsi fra il Ministero
dell’economia e delle finanze e ciascuna regione. All’atto
dell’erogazione le regioni interessate provvedono
all’immediata estinzione dei debiti pregressi per l’importo
corrispondente e trasmettono tempestivamente la relativa
documentazione ai Ministeri dell’economia e delle finanze e
della salute.
3. In presenza della sottoscrizione dell’Accordo con lo
Stato per il rientro dai deficit sanitari, ai sensi dell’articolo
180 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, alle regioni
interessate che non hanno rispettato il patto di stabilità interno
in uno degli anni precedenti il 2007 spetta l’accesso al
finanziamento integrativo del Servizio sanitario nazionale a
carico dello Stato previsto per l’anno di riferimento dalla
legislazione vigente, nei termini stabiliti dal relativo Piano.

CAPO III
MISSIONE 4 - L'ITALIA IN EUROPA E NEL MONDO

19. Art. 19

(Potenziamento della presenza italiana presso le istituzioni


europee)

1. Al fine di promuovere lo scambio di esperienze tra la


pubblica amministrazione italiana e le istituzioni comunitarie,
anche nella fase di accesso agli uffici delle stesse, sono
organizzati, con modalità da stabilirsi con successivo decreto
ai sensi dell’articolo 17, comma 3 della legge 23 agosto 1988,
n. 400, su proposta del Ministro per le politiche europee
d’intesa con il Ministro degli affari esteri e con il Ministro
delle riforme e l’innovazione nella pubblica amministrazione,
seminari per la formazione specifica in materie comunitarie,
diretti a cittadini italiani vincitori di concorsi banditi dalle
istituzioni comunitarie.
2. Il Ministro delle riforme e l’innovazione nella pubblica
amministrazione, d’intesa con il Ministro delle
politiche europee e con il Ministro degli affari esteri,
provvede ad attivare fino ad un massimo di 50 tirocini
per ciascun anno, finalizzati all’inserimento dei
soggetti di cui al comma 1, presso le singole istituzioni
comunitarie o presso uffici delle pubbliche
amministrazioni italiane, anche delle Regioni e degli

64
Enti locali, preposti alla cura dei rapporti istituzionali
con i servizi della Commissione europea e del
Consiglio dell’Unione europea.
3. Per le finalità di cui ai commi 1 e 2 è autorizzata la
spesa massima di euro 340.000 per ciascuno degli anni
2008 e 2009.
4. A seguito delle decisioni della Commissione europea C
(2005) 4477 del 28 novembre 2005 e C (2007) 287 del 6
febbraio 2007 di non rinnovare la sua partecipazione al Centro
nazionale di informazione e documentazione europea –
Gruppo europeo d’interesse economico, la legge 23 giugno
2000, n. 178, recante “istituzione del Centro nazionale di
informazione e documentazione europea”, e successive
modifiche, è abrogata dal 1° gennaio 2008.
5. Al fine di continuare ad assicurare l’impegno dello
Stato italiano nelle attività di informazione e
documentazione europea e di garantirne la più ampia
diffusione nel rispetto del principio di trasparenza, il
Dipartimento per il coordinamento delle politiche
comunitarie provvede, in collaborazione con il
Parlamento europeo e la Commissione europea, anche
attraverso convenzioni con soggetti esterni
all’amministrazione, alla realizzazione di programmi di
diffusione dell’informazione e della documentazione
sul processo di integrazione e sulle politiche europee.
6. Il Ministro per le politiche europee presenta
annualmente alle Commissioni parlamentari
competenti per gli affari comunitari una relazione sulla
realizzazione di detti programmi.
7. All’onere derivante dalle disposizioni del presente
articolo si provvede, nel limite massimo annuo di 750.000
euro a decorrere dall’anno 2008, mediante corrispondente
riduzione dell’ autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1
della legge 23 giugno 2000, n. 178.

20. Art. 20

(Razionalizzazione degli organici e del personale utilizzato


dagli uffici locali all’estero)

1. In coerenza con il processo di revisione organizzativa


di cui all’articolo 1, comma 404, lettera g, della legge 27
dicembre 2006, n. 296, con decreto del Ministro degli affari
esteri di concerto con il Ministro dell’Economia e delle
Finanze e del Ministro per le Riforme e le innovazioni nella
pubblica Amministrazione da emanare, entro il mese di
giugno 2008, sono individuate le tipologie professionali
connesse con lo svolgimento dell’azione degli Uffici
all’estero, con l’obiettivo di razionalizzare la spesa destinata
alle relative funzioni e di ridurre quella relativa
all’utilizzazione degli esperti di cui all’articolo 168 del D.P.R.

65
n. 18 del 1967.
2. Il contingente di cui all’articolo 152 del D.P.R. 5
gennaio 1967, n. 18 e successive modificazioni viene
conseguentemente adeguato con decreto del Ministro degli
affari esteri di concerto con il Ministro dell’economia e delle
finanze.
3. Quota parte delle risorse derivanti dalle iniziative di cui
ai commi precedenti, previa verifica ed accertamento, è
destinata ad alimentare, nel limite di 5 milioni per l’anno 2008
e nel limite di 7,5 milioni a decorrere dall’anno 2009, il fondo
di cui all’articolo 3, comma 39 della legge 24 dicembre 2003,
n. 350, che per l’anno 2008 è integrato di 45 milioni di euro, e
a decorrere dall’anno 2009 è integrato di 42,5 milioni di euro.
4. Nel medesimo fondo confluiscono, altresì, le entrate
accertate ai sensi dell’articolo 1, comma 568 della legge 27
dicembre 2006, n. 296, nel maggior limite di 40 milioni di
euro, nonché quota parte delle dotazioni delle unità
previsionali di base dello stato di previsione del Ministero
degli affari esteri, da porre a disposizione degli uffici
all’estero.
5. A tal fine il Ministro dell’economia e delle finanze, su
proposta del Ministro degli affari esteri, è autorizzato ad
effettuare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di
bilancio.
6. Per il perseguimento delle finalità istituzionali e per
assicurare il proprio funzionamento, le Rappresentanze
diplomatiche e gli Uffici consolari di 1° categoria sono dotati
di autonomia gestionale e finanziaria.
7. Con decreto adottato ai sensi dell’articolo 17, comma 1,
della legge 23 agosto 1988, n. 400, sentiti i ministri
competenti in materia sono disciplinate le modalità
applicative della disposizione di cui al comma 6.

21. Art. 21

(Organizzazione G8 in Italia e approvazione della decisione


comunitaria n. 2007/436/CE, Euratom)

1.Per l’organizzazione del vertice G8 previsto per il 2009 è


stanziata la somma di euro 30 milioni per l’anno 2008.
2. Piena e diretta esecuzione è data alla decisione n.
2007/436/CE, Euratom del Consiglio, del 7 giugno
2007, relativa al sistema delle risorse proprie delle
Comunità europee, a decorrere della sua entrata in
vigore, in conformità a quanto disposto dall’art. 11,
paragrafo 3, della decisione stessa.

CAPO IV
MISSIONE 5 - DIFESA E SICUREZZA DEL TERRITORIO

22. Art. 22

66
(Sviluppo professionale delle Forze Armate)

1. Gli importi previsti dalla tabella A allegata alla legge 14


novembre 2000, n. 331, nonché dalla tabella C allegata alla
legge 23 agosto 2004, n. 226, così come rideterminati
dall’articolo 1, comma 570, della legge 27 dicembre 2006, n.
296, sono incrementati di 30 milioni di euro a decorrere
dall’anno 2008.
2 . Allo scopo di continuare ad assicurare le capacità operative
dello strumento militare per l’assolvimento dei compiti previsti
dalla legge, la dotazione del fondo di cui all'articolo 1, comma
1238, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è incrementata di
140 milioni di euro per l'anno 2008”.
.
3. La dotazione del fondo istituito dall'articolo 1, comma 899,
della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è determinata in 20
milioni di euro per l’anno 2008, dei quali 8 da destinare alla
prosecuzione degli interventi relativi all’arsenale della Marina
militare di Taranto”.

4. “Nello stato di previsione del Ministero della difesa è


istituito un fondo da ripartire per le esigenze di funzionamento
dell'Arma dei carabinieri, con una dotazione di 40 milioni di
euro per l'anno 2008. Con decreti del Ministro della difesa, da
comunicare, anche con evidenze informatiche, al Ministero
dell'economia e delle finanze, si provvede alla ripartizione del
fondo tra le unità previsionali di base del centro di
responsabilità “Arma dei carabinieri””.

CAPO V
MISSIONE 6 - GIUSTIZIA

23. Art. 23

(Razionalizzazione del sistema delle intercettazioni


telefoniche, ambientali e altre forme di comunicazione
informatica o telematica)

1. Il Ministero della giustizia provvede entro il 31


gennaio 2008 ad avviare la realizzazione di un sistema
unico nazionale delle intercettazioni telefoniche, ambientali
e altre forme di comunicazione informatica o telematica
disposte o autorizzate dall’autorità giudiziaria, anche
attraverso la razionalizzazione delle attività attualmente
svolte dagli uffici dell’Amministrazione della giustizia.
Contestualmente si procede all’adozione dei provvedimenti
di cui all’articolo 96, del decreto legislativo 1° agosto 2003,
n. 259 e successive modificazioni.
2. Il Ministero della giustizia, di concerto con il
Ministero dell’economia e delle finanze, procede al

67
monitoraggio dei costi complessivi delle attività di
intercettazione disposte dall’autorità giudiziaria.

CAPO VI
MISSIONE 7 - ORDINE PUBBLICO E SICUREZZA

24. Art. 24

(Riattribuzione delle funzioni istituzionali del personale in


posizione di comando appartenente alle Forze di polizia e al
Corpo nazionale dei vigili del fuoco)

1. Fermo quanto previsto dall’art. 1, comma 6-septies, del


decreto legge 28 dicembre 2006, n. 300, convertito con
modificazioni in legge 26 febbraio 2007, n. 17, a decorrere dal
1° febbraio 2008, il trattamento economico fondamentale ed
accessorio attinente alla posizione di comando del personale
appartenente alle Forze di polizia e al Corpo nazionale dei
vigili del fuoco è posto a carico delle Amministrazioni
utilizzatrici dello stesso. Resta fermo il divieto di cumulabilità
previsto dall’articolo 3, comma 63, della legge 24 dicembre
1993, n. 537 .

25. Art. 25

(Potenziamento della sicurezza e del soccorso pubblico)

1. Per l’anno 2008, è istituito nel bilancio del Ministero


dell’interno un fondo di parte corrente per le esigenze di
funzionamento della sicurezza e del soccorso pubblico, ad
esclusione delle spese per il personale e di quelle destinate al
ripianamento delle posizioni debitorie, con una dotazione di
100 milioni di euro, di cui 20 milioni di euro per le specifiche
necessità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, da ripartire
con uno o più decreti del Ministro dell’interno da comunicare,
anche con evidenze informatiche, al Ministero dell’economia e
delle finanze, tramite l’Ufficio centrale di bilancio, nonché alle
competenti Commissioni parlamentari e alla Corte dei conti.

26. Art. 26

(Sicurezza della navigazione)

1. Per l’anno 2008 è autorizzata la spesa di 20 milioni di


euro da iscrivere nel Fondo di cui all’articolo 1, comma 1331,
della legge 27 dicembre 2006, n. 296, da ripartire, per le
esigenze di funzionamento e per l’esercizio dei compiti di
vigilanza e controllo operativi in materia di sicurezza delle
navi e delle strutture portuali svolti dal Corpo delle
capitanerie di porto – Guardia costiera, con decreto del
Ministro dei trasporti, da comunicare anche con evidenze

68
informatiche, al Ministero dell’economia e delle finanze,
tramite l’ufficio centrale del bilancio.”
2. Al fine di sviluppare la componente aeronavale e dei
sistemi di comunicazione del Corpo delle Capitanerie di porto
– Guardia costiera è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro
per l’anno 2008, 10 milioni di euro per l’anno 2009 e 20
milioni di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011.

CAPO VI
MISSIONE 8 – SOCCORSO CIVILE

27. Art. 27

(Chiusura dell’emergenza conseguente alla crisi sismica


Umbria e Marche 1997)

1. Al decreto-legge 30 gennaio 1998, n. 6, convertito, con


modificazioni, dalla legge 30 marzo 1998, n. 61, sono
apportate le seguenti modificazioni:
a) Dopo il comma 7 dell’articolo 2 è aggiunto il
seguente comma:
“7bis. Alla cessazione dello stato di emergenza, le
regioni completano gli interventi di ricostruzione e
sviluppo nei rispettivi territori secondo le disposizioni
del presente decreto e dei piani e programmi
predisposti in attuazione delle ordinanze emanate,
durante la vigenza dello stato di emergenza, dal
Presidente del Consiglio dei ministri, dal Ministro
dell’interno e dai Commissari delegati”;
b) al comma 7 dell’art. 3 le parole .“alla fine dello
stato di emergenza” sono sostituite con le parole : “al
31 dicembre 2012”;
c) dopo l’art. 10 è aggiunto il seguente:
“Art. 10 bis. Alla cessazione dello stato di emergenza
dichiarato a seguito del sisma del 16 dicembre 2000,
che ha interessato i comuni della provincia di Terni,
continuano ad applicarsi l’articolo 1, commi 4 e 5
dell’ordinanza del Ministro dell’Interno, delegato per il
coordinamento della protezione civile 22 dicembre
2000, n. 3101, e l’articolo 6 dell’ordinanza del Ministro
dell’Interno, delegato per il coordinamento della
protezione civile 12 aprile 2001, n. 3124”;
d) dopo il comma 5 dell’articolo 12 è aggiunto il
seguente:
“6. Alla cessazione dello stato di emergenza, per il
quinquennio 2008 – 2012, i contributi di cui ai commi
2 e 3 sono determinati annualmente ed erogati agli enti
locali dal Ministero dell’interno nell’ambito dei
trasferimenti erariali ordinari in favore degli enti stessi.
La determinazione ed erogazione avvengono
assumendo come base di calcolo le certificazioni

69
analitiche del Ministero dell’interno relative all’anno
2006 e i relativi importi sono progressivamente ridotti
nella misura di un quinto per ciascun anno del suddetto
quinquennio”;
e) dopo l’ultimo periodo del comma 14 dell’articolo
14 è aggiunto il seguente periodo:
“alla cessazione dello stato di emergenza, per il
quinquennio 2008 – 2012, le spese necessarie per le
attività previste dal presente comma sono determinate
ed erogate assumendo come base di calcolo la spesa
sostenuta nel 2006 ed i relativi importi sono
progressivamente ridotti nella misura di un quinto per
ciascun anno del suddetto quinquennio”.
f) dopo il comma 5 dell’art. 15 è aggiunto il seguente
comma:
“5-bis Alla cessazione dello stato di emergenza le
risorse giacenti nelle contabilità speciali istituite ai
sensi del comma 3 dell’art. 17 dell’ordinanza
ministeriale n. 2668 del 28/09/1997 sono versate nelle
contabilità speciali di cui al comma 5 ed utilizzate per il
completamento degli interventi da ultimare.”
2. Per l’attuazione delle disposizioni di cui al comma 1,
lettere a), b), c) si provvede nei limiti delle risorse di cui
alla lettera f) del medesimo comma 1. Agli oneri derivanti
dalle disposizioni di cui al comma 1, lettere d) ed e), si
provvede nei limiti di euro 13,6 milioni per l’anno 2008,
di euro 11,4 milioni per l’anno 2009 e di euro 9,2 milioni
per l’anno 2010, 7 milioni per l’anno 2011 e 4,8 milioni
per il 2012.

3. I soggetti che hanno usufruito delle sospensioni dei


termini dei versamenti tributari, previste dall’art. 14,
commi 1, 2 e 3 dell’ordinanza 28 settembre 1997, n. 2668,
dall’art. 2, comma 1, dell’ordinanza 22 dicembre 1997, n.
2728, del Ministro dell’interno, delegato per il
coordinamento della protezione civile e dall’art. 2, comma
2, dell’ordinanza 30 dicembre 1998, n. 2908, del Ministro
dell’interno, delegato per il coordinamento della
protezione civile, e della sospensione dei pagamenti dei
contributi previdenziali, assistenziali ed assicurativi,
prevista dall’articolo 13 dell’ordinanza 28 settembre 1997,
n. 2668, del Ministro dell’interno delegato per il
coordinamento della protezione civile, e successive
modificazioni ed integrazioni, possono definire la propria
posizione relativa al periodo interessato dalla sospensione,
corrispondendo l’ammontare dovuto per ciascun tributo e
contributo oggetto della sospensione al netto dei
versamenti già eseguiti nella misura e con le modalità da
stabilirsi nei limiti di 47 milioni di euro a decorrere
dall’anno 2008 con DPCM su proposta del Ministero
dell’economia e delle finanze.

70
CAPO VII
MISSIONE 9 - AGRICOLTURA, POLITICHE
AGROALIMENTARI E PESCA

28. Art. 28

(Pesca e vittime del mare)

1. Il recupero degli aiuti erogati ai sensi del decreto-legge


30 settembre 1994, n. 561, convertito, con modificazioni,
dalla legge 30 novembre 1994, n. 655, dichiarati incompatibili
con il mercato comune con decisione della Commissione
europea del 28 luglio 1999, nonché di quelli erogati ai sensi
del decreto-legge 29 marzo 1995, n. 96, convertito, con
modificazioni, dalla legge 31 maggio 1995, n. 206, nonché ai
sensi del decreto-legge 31 dicembre 1996, n. 669, convertito,
con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1997, n. 30,
dichiarati incompatibili con il mercato comune con decisione
della Commissione europea del 25 novembre 1999, è fissato
in quattordici rate annuali, fino alla concorrenza del
complessivo ammontare delle somme effettivamente percepite
e degli interessi legali maturati. Le amministrazioni preposte
al recupero degli aiuti suddetti, entro 90 giorni dalla data di
entrata in vigore della presente legge, stabiliscono con propri
provvedimenti le modalità attuative per la restituzione delle
somme.
2. A carico del fondo di cui all'articolo 5, comma 1-bis, del
decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con
modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, si provvede a
liquidare le richieste di indennizzo relative agli eventi
verificatisi nel triennio 2002-2004, relativamente alle istanze
presentate anteriormente alla data di entrata in vigore della
presente legge, nei limiti della somma di 500.000 euro. Al
relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione,
per l'anno 2008, dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo
5, comma 3-ter, del decreto-legge 1 ottobre 2005, n. 202,
convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 2005,
n. 244.

29. Art. 29
(Dotazione del fondo per la razionalizzazione e la
riconversione della produzione bieticolo-saccarifera in Italia)

1. L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1,


comma 1063, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è
rifinanziata per l’importo di 20 milioni di euro per l’anno
2008, quale dotazione del fondo per la razionalizzazione e la
riconversione della produzione bieticolo-saccarifera in Italia
per il terzo anno del quinquennio previsto dalla normativa

71
comunitaria.

CAPO VIII
MISSIONE 10 - ENERGIA E DIVERSIFICAZIONE DELLE
FONTI ENERGETICHE

30. Art. 30

(Incentivi alle fonti energetiche rinnovabili)

1. Ai fini della piena attuazione della direttiva


2001/77/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27
settembre 2001, con particolare riferimento all’articolo 2 della
direttiva medesima, i finanziamenti e gli incentivi di cui al
secondo periodo del comma 1117 dell’articolo 1 della legge
27 dicembre 2006, n. 296, sono concessi ai soli impianti
realizzati ed operativi.
2. La procedura del riconoscimento in deroga del diritto
agli incentivi di cui al comma 1118 dell’articolo 1 della legge
27 dicembre 2006, n. 296, per gli impianti autorizzati e non
ancora in esercizio, e, in via prioritaria, per quelli in
costruzione, è completata dal Ministro per lo sviluppo
economico, sentite le Commissioni Parlamentari competenti,
inderogabilmente entro tre mesi dall’entrata in vigore della
presente legge.

CAPO IX
MISSIONE 11 - COMPETITIVITÀ E SVILUPPO DELLE
IMPRESE

31. Art. 31

(Partecipazione a programmi europei ad alto contenuto


tecnologico nel settore aeronautico navale e terrestri)

1. Per le finalità di cui all'articolo 5 del decreto- legge 17


giugno 1996, n. 321 convertito, con modificazioni, dalla legge
8 agosto 1996, n. 421, sono autorizzati contributi
quindicennali rispettivamente di 20 milioni di euro per l'anno
2008, di 25 milioni di euro per l'anno 2009 e di 25 milioni di
euro per l'anno 2010, da erogare alle imprese nazionali ai
sensi dell'articolo 5, comma 16-bis, del decreto-legge 14
marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge
14 maggio 2005, n. 80.”
2. Per le finalità di cui all’articolo 4, comma 3, della legge
7 agosto 1997, n. 266, è autorizzata la spesa di euro 318
milioni per l’anno 2008, di euro 468 milioni per l’anno 2009,
di euro 918 milioni per l’anno 2010 e 1.100 milioni per
ciascuno degli anni 2011 e 2012.
3. Per le finalità di cui all’articolo 1, comma 95, della
legge 23 dicembre 2005, n. 266, sono autorizzati contributi

72
quindicennali rispettivamente di 20 milioni di euro per l’anno
2008, di 25 milioni di euro per l’anno 2009 e di 25 milioni di
euro per l’anno 2010, da erogare alle imprese nazionali ai
sensi dell’articolo 5, comma 16-bis, del decreto-legge 14
marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge
14 maggio 2005, n. 80.

32. Art. 32

(Sostegno all’imprenditoria femminile)

1. All’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono


apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 847, dopo le parole “da piccole e medie
imprese” sono aggiunte le seguenti parole: “e per sostenere
la creazione di nuove imprese femminili ed il
consolidamento aziendale di piccole e medie imprese
femminili”;
b) al comma 848, è aggiunto in fine il seguente periodo:
“Nel caso in cui si adottino misure per sostenere la
creazione di nuove imprese femminili e il consolidamento
aziendale di piccole e medie imprese femminili il decreto
che fissa i criteri di intervento è adottato con decreto dal
Ministro dello Sviluppo Economico di concerto col Ministro
per i Diritti e le pari opportunità”.

CAPO X
MISSIONE 13 - DIRITTO ALLA MOBILITA’

33. Art. 33

(Interventi a favore dell’industria cantieristica e delle imprese


armatoriali)

1. Per il completamento degli interventi di cui agli articoli


2 e 4 della legge 28 dicembre 1999, n. 522, è autorizzata la
spesa di 6 milioni di euro per l’anno 2008 e di 14 milioni di
euro per l’anno 2009.
2. Per il completamento degli interventi di cui all’articolo
3 della legge 16 marzo 2001, n. 88, è autorizzata la spesa di
14 milioni di euro per l’anno 2008, 21 milioni di euro per
l’anno 2009 e 25 milioni di euro per l’anno 2010.
3. Il fondo di cui all’articolo 3, comma 2, della legge 9
gennaio 2006, n.13, è integrato di 4 milioni di euro per l’anno
2008 e di 10 milioni di euro per l’anno 2009.
4. A decorrere dal 1° gennaio 2008, è istituito, presso il
Ministero dei trasporti, un Fondo destinato a interventi volti a
migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni in
atmosfera delle navi passeggeri in navigazione e in porto oltre
quanto previsto dalla normativa vigente. La dotazione iniziale
di tale Fondo è pari a 1 milione di euro per l’anno 2008 ed a 5

73
milioni di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010.
5. Il Fondo ha la funzione di provvedere alla erogazione
di un contributo per attività di ricerca e definizione degli
opportuni standard di efficienza energetica e ambientale alla
luce delle tecnologie innovative disponibili, per
l’individuazione degli impedimenti burocratici, logistici e
organizzativi che riducono l’efficienza energetica e
incrementano le emissioni del trasporto marittimo, per
campagne informative sul trasporto marittimo sostenibile,
sulle opportunità tecnologiche praticabili e sulle migliori
pratiche riguardanti soluzioni già attuate, nonché per favorire
gli investimenti e compensare i maggiori oneri operativi
derivanti da interventi strutturali e impiantistici, componenti e
sistemi, ivi inclusi i sistemi di gestione e controllo, i
trattamenti autoleviganti e antivegetativi di carena che
consentono una maggior efficienza energetica della nave in
rapporto alla sua capacità di trasporto e/o la riduzione delle
emissioni in atmosfera, in navigazione e in porto, oltre
quanto previsto dalla vigente normativa internazionale e
comunitaria.
6. Il Ministro dei trasporti, di intesa col Ministro
dell’ambiente della tutela del territorio e del mare, stabilisce,
con proprio decreto, entro novanta giorni dalla data di entrata
in vigore della presente legge, gli indici e gli standard
energetici e ambientali necessari per soddisfare le finalità di
cui al comma 2, ivi incluse le modalità di verifica e
certificazione da parte dell’ Ente Tecnico, da definirsi in
coerenza con la normativa internazionale e comunitaria,
graduando la decorrenza del beneficio e l’entità del medesimo
in funzione dei miglioramenti di efficienza energetica e
ambientale ottenuti con gli interventi adottati.
7. Il Ministro dei trasporti, d’intesa con il Ministro
dell’economia e delle finanze, determina, con proprio
decreto, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore
della presente legge, in conformità con la normativa
comunitaria in materia, i criteri di attribuzione dei benefìci di
cui al presente articolo, nei limiti delle disponibilità di cui
comma 1. Il contributo non può superare il 30% degli
investimenti ammissibili per il raggiungimento degli standard
ambientali ed il 40% degli investimenti ammissibili per il
raggiungimento degli standard energetici, con l’eccezione
delle attività per studi, ricerche e campagne informative,
nonché per gli impianti terra-nave dedicati alla fornitura e
all’utilizzo della corrente di terra, per le quali viene
riconosciuto fino al 100% dei costi di investimento e dei costi
operativi.
8. Il Ministero dei Trasporti promuove la realizzazione di
accordi con le Autorità Portuali e i fornitori di energia
elettrica per l’approvvigionamento di elettricità alle navi a
prezzi convenzionati e compatibili con le attuali modalità di
approvvigionamento in porto.

74
9. All’articolo 155, comma 1, del decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, nel primo
periodo le parole: “in traffico internazionale” sono soppresse.
10. All’articolo 56, comma 1, secondo periodo, del testo
unico delle imposte dei redditi, di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo le parole
“della predetta sezione I ” sono inserite le seguenti: “e del
capo VI del titolo II”.
11. Le disposizioni di cui all’articolo 102, commi 1, 2, 3, e
7 del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, non si applicano ai
beni mobili registrati con costo ammortizzabile ai fini fiscali
in un periodo non inferiore a dieci anni, la cui utilizzazione
richieda un equipaggio di almeno sei persone, qualora siano
concessi in locazione finanziaria con obbligo di acquisto, da
un Gruppo Europeo di Interesse Economico (GEIE) o da una
società per azioni o a responsabilità limitata per le quali sia
stata esercitata l’opzione prevista dall’art. 115, comma 4, del
DPR 22 dicembre 1986, n. 917, ad un’impresa che li destini
all’esercizio della propria attività abituale.
12. Le quote di ammortamento sono deducibili dal reddito
del concedente in misura non superiore al 35 per cento del
costo in ciascun periodo di imposta e, anteriormente alla
entrata in funzione del bene, in misura comunque non
superiore all’ammontare dei corrispettivi pagati in ciascun
esercizio al costruttore. Con Decreto di natura non
regolamentare del Ministero dell’Economia e delle Finanze
sono adottate le disposizioni applicative del comma 11 anche
al fine di assicurare che la riduzione delle entrate per il
bilancio dello Stato non superi complessivamente la somma di
2,7 milioni di euro a decorrere dall’anno 2008.
13. l’efficacia del comma 11 è subordinata, ai sensi
dell’art. 88, paragrafo 3, del trattato istitutivo della Comunità
europea, all’autorizzazione della Commissione europea. Il
Ministero dei trasporti provvede a richiedere l’autorizzazione
alla Commissione europea.

34. Art. 34

(Miglioramento del sistema di trasporto nazionale per favorire


l’intermodalità e l’utilizzo di mezzi meno inquinanti)

1. Le annualità relative all’autorizzazione di spesa di cui


all’articolo 10 della legge 23 dicembre 1997, n. 454, sono
ridotte di 56.368.535 per ciascuno degli anni dal 2008 al
2012, e di 4.722.845 per il 2013.
2. Le somme resesi disponibili per pagamenti non più
dovuti relativi all’autorizzazione di spesa di cui all’articolo
10, comma 1, della legge 23 dicembre 1997, n. 454, e
successive modificazioni, sono mantenute nel conto dei
residui per essere versate all’entrata del bilancio dello Stato
per l’ammontare di euro 113.077.881,25 per ciascuno degli

75
esercizi finanziari dal 2008 al 2012.
3. Gli oneri previsti dalla tabella E, allegata alla legge 23
agosto 2004, n. 226, sono ridotti di 5 milioni di euro per il
2008, 7 milioni per il 2009 e 10 milioni per il 2010.
4. E’ abrogato l’articolo 145, comma 40 della legge 23
dicembre 2000, n. 388, come modificato dall’articolo 22,
comma 14, della legge 28 dicembre 2001, n. 448.
5. L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 6 della
legge 7 marzo 2001, n. 51, è ridotta della somma di 713 mila
euro a decorrere dal 2008.
6. Al fine di consentire la piena operatività degli incentivi
alle imprese di autotrasporto, di cui alla legge 22
novembre 2002, n. 265 ed il relativo regolamento di
attuazione di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 11 aprile 2006, n. 205, volti a spostare
quote rilevanti di traffico pesante dalla modalità
stradale a quella marittima, è autorizzata la spesa di 77
milioni di euro per ciascuno degli anni 2008-2009-
2010.
7. L’autorizzazione di spesa relativa al limite di impegno
quindicennale disposto dall’articolo 3, comma 2-ter,
del decreto legge 24 settembre 2002, n. 209,
convertito,con modificazioni dalla legge 22 novembre
2002, n. 265, è soppressa.
8. Per interventi necessari a fronteggiare i problemi di
mobilità e sicurezza derivanti dai programmati lavori di
ammodernamento dell’autostrada A3 nel tratto Gioia
Tauro – Reggio Calabria e per migliore la qualità del
servizio di trasporto e di sicurezza nello Stretto di
Messina è autorizzata la spesa di 20 milioni di euro per
l’anno 2008, 22 milioni di euro per l’anno 2009 e 7
milioni di euro per l’anno 2010, da destinare ad
interventi infrastrutturali nella misura del 50 per cento.
9. La programmazione degli interventi e la ripartizione
delle relative risorse sono approvate con uno o più
decreti del Ministro dei trasporti e del Ministro delle
infrastrutture per gli interventi infrastrutturali.
10. A valere sulle risorse assegnate dal Ministero dei
trasporti all’ENAC, ai sensi del decreto legislativo 25
luglio 1997, n. 250, sono individuate con decreto del
Ministro dei trasporti le risorse necessarie per il
potenziamento e la sicurezza dell’aeroporto di Reggio
Calabria, nonché per gli interventi di continuità
territoriale da e per tale aeroporto e per l’adeguamento
del servizio cargo da e per l’aeroporto di Catania.
11. L’attuazione delle disposizioni di cui al comma 5
dell’articolo 38 della legge 1° agosto 2002, n. 166, e
successive modificazioni, prosegue per un ulteriore
biennio, secondo le disposizioni di cui all’articolo 9 del
decreto legge 30 dicembre 2004 n. 315 convertito, con
modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2005 n. 21,

76
nonché al regolamento di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 2004, n. 340, e al
Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti
20 maggio 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
del 20 luglio 2005, n. 167, e successive modificazioni,
nell’ambito delle risorse finanziarie stanziate per il
triennio 2004-2006 effettivamente disponibili rivenienti
dalle operazioni effettuate ai sensi dell’articolo 38 della
citata legge n. 166 del 2002.
12. Con Decreto del Ministro dei trasporti sono definite
condizioni e modalità operative per l’attuazione di
quanto previsto al comma 11. Dalla data di entrata in
vigore del Decreto del Ministro dei trasporti di cui al
presente comma decorre il biennio di attuazione delle
misure di cui al medesimo comma 11.
13. Le somme del fondo istituito dal comma 6 dell’articolo
38 della legge 1° agosto 2002, n. 166, che residuano
dall’attuazione, nel triennio 2004-2006, delle misure di
cui al medesimo articolo sono utilizzate ai fini di
quanto disposto dal comma 11 del presente articolo.
14. L’attuazione delle disposizioni di cui all’articolo 38,
comma 7, della legge 1° agosto 2002, n. 166, prosegue
per un ulteriore triennio, secondo le disposizioni di cui
all’articolo 9 del decreto legge 30 dicembre 2004 n.
315 convertito, con modificazioni, dalla legge 28
febbraio 2005 n. 21, nonché agli articoli 14 e 15 del
Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre
2004 n. 340 per quanto compatibili con le disposizioni
di cui al presente articolo.
15. Il triennio di cui al precedente comma 11 decorre dalla
data di sottoscrizione degli accordi di programma di cui
all’articolo 38, comma 7, della legge 1° agosto 2002, n.
166.
16. Per l’attuazione di quanto disposto al precedente
comma 11, sul "Fondo per la contribuzione agli
investimenti per lo sviluppo del trasporto merci per
ferrovia, con particolare riferimento al trasporto
combinato e di merci pericolose ed agli investimenti
per le autostrade viaggianti" di cui al comma 6
dell’articolo 38 della legge 1° agosto 2002 n. 166,
istituito sullo stato di previsione del Ministero dei
trasporti, è autorizzata la spesa di 20 milioni di euro per
l’anno 2008 e di 15 milioni di euro per ciascuno degli
anni 2009 e 2010.
17. Per il completamento ed implementazione della rete
immateriale degli interporti finalizzata al
potenziamento del livello di servizio sulla rete logistica
nazionale, è autorizzato un contributo di 5 milioni di
euro per il 2009 e 10 milioni di euro per il 2010 .
77
18. Il contributo, previsto all’art. 1 comma 1044 della
legge 27 dicembre 2006 n. 296 dovrà essere utilizzato,
prioritariamente, ai fini della riduzione del
cofinanziamento nel limite del 35% del contributo
statale previsto dal Decreto del Ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti n. 18T del 20 giugno 2005
e dalla conseguente convenzione in essere tra il
Ministero dei Trasporti e la UIRnet S.p.A, stipulata in
data 21 dicembre 2006.
19. Al fine di implementare le azioni tese ad accrescere la
sicurezza stradale e dare attuazione alle azioni previste
dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale mediante
azioni mirate e sinergiche volte a rafforzare i controlli
su strada anche attraverso l’implementazione di idonee
attrezzature tecniche funzionali all’aumento dei
controlli stradali; intensificare l’attività ispettiva e le
verifiche previste dal Codice della Strada; dotare gli
uffici ed il personale preposto ad attività di sicurezza
stradale degli opportuni strumenti per l’esercizio delle
attività istituzionali, ivi compresa la formazione è
autorizzata la spesa di 35 milioni di euro per l’anno
2008, 30 milioni di euro per gli anni 2009 e 2010, 49
milioni di euro per l’anno 2011, 56 milioni di euro per
l’anno 2012 e 4 milioni di euro per l’anno 2013. Le
risorse del Fondo possono essere utilizzate per il
ricondizionamento di impianti, tecnologie e strutture
del Centro Sperimentale Impianti a Fune di
Montecompatri, al fine di garantirne l’operatività o in
via subordinata l’affidamento a soggetti esterni
adeguatamente qualificati, nel limite massimo di 2
milioni di euro.
20. Per garantire il funzionamento della Cassa di
previdenza e assistenza per i dipendenti dell’ex
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è
autorizzata la spesa di euro 3 milioni per l’anno 2008.
21. Per il proseguimento degli interventi previsti
dall’articolo 1, comma 1038, della legge 27 dicembre
2006, n. 296 è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro
per ciascuno degli anni 2008 e 2009 e di 15 milioni di
euro per l’anno 2010.
22. Il capitale sociale delle Ferrovie della Calabria Srl.,
delle ferrovie Appulo Lucane Srl, delle ferrovie del
Sud-Est Srl è aumentato nel 2008 rispettivamente di 10
milioni di euro per una spesa complessiva di 30 milioni
di euro.

CAPO XI
MISSIONE 14 - INFRASTRUTTURE PUBBLICHE E
LOGISTICA

78
35. Art. 35

(Finanziamento delle infrastrutture di preminente interesse


nazionale. Legge obiettivo)

1. Per la prosecuzione degli interventi di realizzazione


delle opere strategiche di cui alla Legge 21 dicembre 2001, n.
443 è autorizzata la concessione di contributi quindicennali di
100 milioni di euro a decorrere da ciascuno degli anni 2008,
2009, e 2010. A valere sulle risorse stanziate dal presente
articolo, per la prosecuzione degli interventi di cui all’articolo
1, comma 1008 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 sono
autorizzati contributi quindicennali di cinque milioni di euro a
decorrere rispettivamente dall’anno 2008 e dall’anno 2009, e si
procede ai sensi degli articoli 163 e seguenti del decreto
legislativo 12 aprile 2006, n. 163.

36. Art. 36

(Edilizia scolastica, penitenziaria e sanitaria)

1. E’ soppresso il fondo di garanzia sui debiti contratti dai


partiti politici, di cui all’articolo 6 bis della legge 6
giugno 1999, n. 157. Le relative disponibilità
confluiscono nei fondi per il rimborso da attribuire ai
movimenti e partiti politici della medesima legge
secondo modalità da stabilire con decreto del Ministro
dell’economia e delle finanze.
2. L’autorizzazione di spesa di cui alla legge 3 giugno
1999, n. 157 è ridotta di 20 milioni di euro annui a
decorrere dal 2008.
3. Il fondo di cui all’articolo 32-bis del decreto legge 30
settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni,
dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, è incrementato
di 20 milioni di euro, a decorrere dall’anno 2008, da
destinare ad interventi di adeguamento strutturale ed
antisismico degli edifici del sistema scolastico, secondo
programmi basati su aggiornati gradi di rischiosità.
4. Per l’utilizzazione delle risorse di cui al comma 3, il
DPCM di cui al comma 2 dell’articolo 32-bis del
decreto legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito con
modificazioni dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, è
emanato sentiti i Ministri delle infrastrutture, della
pubblica istruzione e dell’economia e delle finanze.
5. Al fine di fronteggiare l’emergenza penitenziaria con
l’adeguamento infrastrutturale degli edifici esistenti o
la realizzazione di nuovi edifici, è autorizzata la spesa
di 20 milioni per l’anno 2008, 20 milioni per l’anno
2009 e di 30 milioni per l’anno 2010 per l’avvio di un
programma straordinario di edilizia penitenziaria,
approvato con decreto interministeriale del Ministro

79
delle infrastrutture e del Ministro della giustizia. Con il
predetto decreto sono individuati gli interventi da
realizzare in ciascun anno, avvalendosi dei competenti
provveditorati interregionali alle opere pubbliche.
6. All’articolo 1, comma 796, lettera n), della legge 27
dicembre 2006, n. 296, le parole “ 20 miliardi di euro”
sono sostituite dalle parole “ 23 miliardi di euro”.
7. All’articolo 1, comma 796, lettera n), della legge 27
dicembre 2006, n. 296, nel secondo periodo le parole
“realizzazione di strutture residenziali
dedicate alle cure palliative” sono sostituite dalle
seguenti parole “realizzazione di strutture residenziali e
l’acquisizione di tecnologie per gli interventi territoriali
nel settore delle cure palliative”.

37. Art. 37

( Modifiche delle modalità di gestione dell’autostrada A4-


tronco Venezia Trieste: federalismo infrastrutturale)

1. Al fine della realizzazione di infrastrutture autostradali,


previste dagli strumenti di programmazione vigenti, le
funzioni ed i poteri di soggetto concedente ed aggiudicatore
attribuiti ad ANAS spa possono essere trasferiti con decreto
del Ministro delle infrastrutture da ANAS medesima ad un
soggetto di diritto pubblico appositamente costituito in forma
societaria e partecipato dal ANAS spa e dalle regioni
interessate o da soggetto da esse interamente partecipato.
2. Le attività di gestione, comprese quelle di
manutenzione ordinaria e straordinaria, del raccordo
autostradale di collegamento tra l’Autostrada A4-tronco
Venezia-Trieste, delle opere a questo complementari, nonché
della tratta autostradale Venezia-Padova, sono trasferite, una
volta completati i lavori di costruzione, ovvero scaduta la
concessione assentita all’Autostrada Padova-Venezia s.p.a.,
ad una società per azioni costituita pariteticamente tra Anas
s.p.a. e Regione del Veneto. La società, quale organismo di
diritto pubblico, esercita l’attività di gestione nel rispetto delle
norme in materia di appalti pubblici di lavori, di forniture e di
servizi ed è sottoposta al controllo diretto dei soggetti che la
partecipano. I rapporti tra la società ed i soggetti pubblici soci
sono regolati, oltre che dagli atti deliberativi di trasferimento
delle funzioni, sulla base di apposita convenzione. La società
assume direttamente gli oneri finanziari connessi al
reperimento delle risorse necessarie per la realizzazione del
raccordo autostradale di collegamento tra l’Autostrada A4–
tronco Venezia-Trieste, anche subentrando nei contratti
stipulati direttamente da Anas s.p.a. Alla società è fatto
divieto di partecipare, sia singolarmente sia con altri operatori
economici, ad iniziative diverse che non siano strettamente
necessarie per l’espletamento delle funzioni di cui al comma

80
1, ovvero ad esse direttamente connesse.

CAPO XII
MISSIONE 15 - COMUNICAZIONI

38. Art. 38

(Sostegno alle imprese editrici e TV locali )

1. A decorrere dai contributi relativi all’anno 2007, ai fini


della quantificazione dei contributi previsti dall’articolo 3,
commi 2, 2-bis, 2-ter, 2-quater, 8, 10 e 11, della legge 7
agosto 1990, n. 250, le imprese editrici sono tenute a
presentare il modello dei costi di testata, come definito con
circolare dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria
della Presidenza del Consiglio dei Ministri e reso noto sul sito
internet del Dipartimento stesso, debitamente compilato e
certificato dalla società di revisione incaricata della
certificazione del bilancio.
2. In applicazione dell’articolo 1, comma 1246, della
legge 27 dicembre 2006, n. 296, la somma disponibile per la
liquidazione dei contributi di cui agli articoli 3 e 4 della legge
7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, all’articolo
23, comma 3, della legge 6 agosto 1990, n. 223, e successive
modificazioni, e all’articolo 7, comma 13, della legge 3
maggio 2004, n. 112, è attribuita ai soggetti per i quali sia
stata accertata la sussistenza dei requisiti necessari per
l’erogazione dei contributi in quote proporzionali
all’ammontare del contributo spettante a ciascuna impresa.
3. A decorrere dalle domande relative all’anno 2007, le
compensazioni finanziarie derivanti dalle riduzioni tariffarie
applicate ai consumi di energia elettrica e ai canoni di
noleggio e di abbonamento ai servizi di telecomunicazione di
qualsiasi tipo, ivi compresi i sistemi via satellite, previsti
dall’articolo 11 della legge 25 febbraio 1987, n. 67, e dagli
articoli 4 e 8 della legge 7 agosto 1990, n. 250, sono
rimborsate direttamente all’impresa, nella misura del 40 per
cento dell’importo totale delle bollette, al netto dell’IVA.
Con successivo decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri, avente natura non regolamentare, sono indicate le
modalità e la documentazione relative alle richieste dei
rimborsi di cui al comma 1.
4. Il finanziamento annuale previsto per le TV locali
dall’articolo 52, comma 18, della legge 28 dicembre 2001, n.
448, come rideterminato dalla legge 27 dicembre 2002, n. 289,
dalla legge 24 dicembre 2003, n. 350, dalla legge 30 dicembre
2004, n. 311, dalla legge 23 dicembre 2005, n. 266 e dalla
legge 27 dicembre 2006, n. 296, è incrementato di 10 milioni
di euro per l’anno 2008.

81
39. Art. 39

(Sviluppo banda larga e digitale terrestre)

1. Al fine di sostenere nuovi processi di realizzazione


delle infrastrutture per la larga banda sul territorio
nazionale, le risorse del Fondo per le aree
sottoutilizzate di cui all’articolo 61 della legge 27
dicembre 2002, n. 289, destinate al finanziamento degli
interventi attuativi del “Programma per lo sviluppo
della larga banda nel Mezzogiorno” da parte del
Ministero delle Comunicazioni per il tramite della
Società Infrastrutture e telecomunicazioni per l’Italia
S.p.A. (Infratel Italia), di cui all’articolo 7 del decreto
legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con
modificazioni dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, sono
incrementate di 50 milioni di euro per l’anno 2008.
2 Il Fondo per il passaggio al digitale di cui all’articolo 1,
commi 927, 928 e 929 della legge 27 dicembre 2006, n.
296 è incrementato di 20 milioni di euro per l’anno
2008.
40. Art. 40

(Modifiche al Testo unico della radiotelevisione)

1. All’articolo 44 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177,


i commi 3 e 5 sono sostituiti dal seguente comma 3:
“3. Le emittenti televisive, i fornitori di contenuti televisivi e i
fornitori di programmi in pay-per-view, indipendentemente
dalla codifica delle trasmissioni, riservano ogni anno almeno il
10 per cento del tempo di diffusione, in particolare nelle ore di
maggiore ascolto, alle opere europee realizzate da produttori
indipendenti negli ultimi cinque anni, di cui il 20 per cento
opere cinematografiche di espressione originale italiana
ovunque prodotte. La concessionaria del servizio pubblico
generale radiotelevisivo, su tutte le reti e le piattaforme
distributive, indipendentemente dalla codifica delle
trasmissioni, riserva alle opere europee realizzate da produttori
indipendenti negli ultimi cinque anni una quota minima del 20
per cento del tempo di trasmissione, di cui il 10 per cento alle
opere cinematografiche di espressione originale italiana
ovunque prodotte. Le emittenti televisive, i fornitori di
contenuti televisivi e i fornitori di programmi in pay-per-view
soggetti alla giurisdizione italiana, indipendentemente dalla
codifica delle trasmissioni, riservano una quota non inferiore al
10 per cento dei propri introiti netti annui, così come indicati
nel conto economico dell’ultimo bilancio di esercizio
disponibile, alla produzione, al pre-acquisto e all’acquisto di
opere europee. Tali introiti sono quelli che il soggetto
obbligato ricava da pubblicità, da televendite, da
sponsorizzazioni, da contratti e convenzioni con soggetti

82
pubblici e privati, da provvidenze pubbliche e da offerte
televisive a pagamento di programmi di carattere non sportivo
di cui esso ha la responsabilità editoriale, inclusi quelli diffusi
o distribuiti attraverso piattaforme diffusive o distributive di
soggetti terzi. All’interno di tale quota del 10 per cento dei
suddetti introiti le emittenti e i fornitori di contenuti e di
programmi in chiaro destinano almeno il 30 per cento alle
opere cinematografiche di espressione originale italiana
ovunque prodotte e le emittenti, i fornitori di contenuti e di
programmi a pagamento destinano almeno il 35 per cento alle
opere di espressione originale italiana ovunque prodotte
appartenenti al genere di prevalente emissione da parte del
soggetto obbligato. La concessionaria del servizio pubblico
generale radiotelevisivo destina alle opere europee una quota
non inferiore al 15 per cento dei ricavi complessivi annui
derivanti dagli abbonamenti relativi all’offerta radiotelevisiva
nonché i ricavi pubblicitari connessi alla stessa, al netto degli
introiti derivanti da convenzioni con la Pubblica
Amministrazione e dalla vendita di beni e servizi; all'interno di
questa quota, nel contratto di servizio è stabilita una riserva
non inferiore al 20 per cento da destinare alla produzione, al
pre-acquisto o all’acquisto di opere cinematografiche di
espressione originale italiana ovunque prodotte e una riserva
non inferiore al 5 per cento da destinare a opere di animazione
appositamente prodotte per la formazione dell'infanzia. Gli
operatori di comunicazioni elettroniche su reti fisse e mobili
contribuiscono, gradualmente e tenuto conto delle condizioni
del mercato, alla promozione e al sostegno finanziario delle
opere audiovisive europee, destinando una quota dei ricavi
derivanti dal traffico di contenuti audiovisivi offerti al
pubblico a pagamento indipendentemente dalla tecnologia di
trasmissione, secondo criteri e modalità stabiliti dall’Autorità
con apposito regolamento da adottare entro sei mesi
dall’entrata in vigore della presente legge.”
CAPO XIII
MISSIONE 16 - COMMERCIO INTERNAZIONALE ED
INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL SISTEMA
PRODUTTIVO

41. Art. 41

(Sostegno all’internazionalizzazione del sistema


economico italiano)

1. Le somme resesi disponibili al 31 dicembre 2007 relative


alle autorizzazioni di spesa di cui agli articoli 1 e 3 della legge
31 marzo 2005, n. 56, nel limite massimo rispettivamente di
euro 12 milioni e di euro 2 milioni, sono mantenute nel conto
dei residui per essere versate all’entrata del bilancio statale
nell’anno 2008 e successivamente riassegnate nello stato di
previsione del Ministero del commercio internazionale per

83
essere destinate alle finalità di cui all’articolo 4, comma 61,
della legge 24 dicembre 2003, n. 350.

CAPO XIV
MISSIONE 17 - RICERCA E INNOVAZIONE

42. Art. 42

(Promozione e sicurezza della rete trapiantologica)

1. Per consentire al Centro nazionale trapianti


l’effettuazione di controlli e interventi finalizzati alla
promozione e alla verifica della sicurezza della rete
trapiantologica, e’ autorizzata, a partire dal 2008, la spesa di
euro 700.000, fermo restando quanto disposto dall’articolo 8,
comma 7, della legge 1° aprile 1999, n. 91 e successive
modificazioni e dall’articolo 92, comma 2, della legge 23
dicembre 2000, n. 388. Al relativo onere si provvede
mediante corrispondente riduzione, a decorrere dal 2008,
dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, lettera a) del
decreto-legge 29 marzo 2004, n. 81, convertito, con
modificazioni, dalla legge 26 maggio 2004, n.138.
2. Al fine di razionalizzare i costi e ottimizzare l’impiego
dei fondi di funzionamento, nonché di organizzare le risorse
umane e logistiche necessarie al conseguimento degli obiettivi
di sanità pubblica attribuitigli dalla legge, il Centro nazionale
trapianti, istituito con legge 1 aprile 1999 n. 91, ai fini
dell’esercizio delle funzioni di coordinamento e controllo
delle attività di donazione, prelievo e trapianto di organi,
tessuti e cellule, fatta salva la disciplina prevista dalla legge
21 ottobre 2005, n. 219, può:
a) stipulare accordi di collaborazione e convenzioni
con amministrazioni pubbliche, enti, istituti,
associazioni ed altre persone giuridiche pubbliche o
private, nazionali, comunitarie od internazionali;
b) stipulare, nei limiti del finanziamento costituito dai
fondi istituzionali e da quelli provenienti da programmi
di ricerca nazionali ed internazionali, contratti di lavoro
secondo le modalità previste dalle norme vigenti nella
pubblica amministrazione, ivi comprese quella
dell’articolo 15-septies del decreto legislativo 30
dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni e
integrazioni, per quanto compatibile.
43. Art. 43

( Ricerca e formazione nel settore dei trasporti)

1. Al fine di promuovere la ricerca e la formazione in


materia di trasporti anche mediante il ricorso alla ricerca
interuniversitaria e alla formazione, prevedendo anche degli
aiuti volti alla formazione in materia trasportistica in ambito

84
internazionale, in una prospettiva multidisciplinare e
multilaterale, è autorizzata la spesa di 2 milioni euro per
l’anno 2008, di 5 milioni di euro per l’anno 2009 e di 10
milioni di euro per l’anno 2010.

2. Per le finalità di cui all’articolo 5, comma 1, della legge


9 gennaio 2006, n. 13 e con le modalità previste dall’articolo
1, comma 1042, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è
autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per ciascuno degli
anni 2008, 2009 e 2010.

3. Per realizzare un sistema informativo del Ministero dei


Trasporti finalizzato anche ad attuare il trasferimento modale
delle merci dalla strade verso le Autostrade del Mare, è
autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per l’anno 2008.

CAPO XV
MISSIONE 18 - SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA
DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE

44. Art. 44

(Tutela dal rischio idrogeologico)

1. Per le finalità di difesa del suolo e per gli interventi nelle


aree a rischio idrogeologico di cui al decreto-legge 11 giugno
1998, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 3
agosto 1998, n. 267, il Ministro dell' ambiente e della tutela del
territorio e del mare adotta Piani Strategici Nazionali e di
intervento per la mitigazione del rischio idrogeologico e per
favorire forme di adattamento dei territori da attuare d'intesa
con le regioni e gli enti locali interessati tenuto conto dei piani
di bacino ai sensi dell’articolo 16 della legge 31 luglio 2002, n.
179. Per l’attuazione del presente comma e per l’istituzione di
fondi per il solare termodinamico e per l’innovazione
ambientale è autorizzata la spesa di euro 265.000.000 per
ciascuno degli anni 2008 e 2009 a valere sulle risorse di cui
alla legge 18 maggio 1989, n. 183.
2 .Per consentire la verifica ed il
monitoraggio delle aree ad elevato rischio
idrogeologico e la raccolta dei dati ambientali il
Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare è autorizzato alla stipula di
Accordi di Programma con altre
amministrazioni centrali e periferiche per
l’estensione del Piano Straordinario di
Telerilevamento, già previsto dall’articolo 27
della legge 31 luglio 2002, n. 179, al fine di
renderlo punto di riferimento e di accesso per le
cartografie e le informazioni ambientali di altre
amministrazioni centrali e periferiche. Per
l’attuazione del presente comma è autorizzata la
85
spesa di euro 10 milioni per ciascuno degli anni
2008, 2009 e 2010.
3.All'onere derivante dall'attuazione del comma 2,
determinato nella misura massima di 10 milioni di euro per
ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010 si provvede
mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di
spesa di cui all’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 21
febbraio 2005, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla
legge 22 aprile 2005, n. 58.

45. Art. 45

(Realizzazione di aree verdi per migliorare la qualità dell’aria


e tutelare la biodiversità)

1. E’ istituito presso il Ministero dell’Ambiente e della


Tutela del Territorio e del Mare un fondo di 50 milioni di euro
annui per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010 per la
riforestazione di aree incolte e antropizzate e per la
realizzazione di parchi urbani e non nei Comuni a maggiore
crisi ambientale al fine di ridurre le emissioni di Co2, di
migliorare la qualità dell’aria e di tutelare la biodiversità.

CAPO XVI
INTERVENTI IN MATERIA SANITARIA

46. Art. 46

(Disposizioni sulla spesa e sull’uso dei farmaci)

1. In nessun caso il medico curante può prescrivere,


per il trattamento di una determinata patologia, un
medicinale di cui non è autorizzato il commercio quando
sul proposto impiego del medicinale non siano disponibili
almeno dati favorevoli di sperimentazioni cliniche di fase
seconda. Parimenti, è fatto divieto al medico curante di
impiegare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, del decreto-
legge 17 febbraio 1998, n. 23, convertito, con
modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94, un
medicinale industriale per un’indicazione terapeutica
diversa da quella autorizzata ovvero riconosciuta agli
effetti dell’applicazione dell’articolo 1, comma 4, del
decreto-legge 21 ottobre 1996, n. 536, convertito dalla
legge 23 dicembre 1996, n. 648, qualora per tale
indicazione non siano disponibili almeno dati favorevoli di
sperimentazione clinica di fase seconda.
2. Ai fini delle decisioni da assumere ai sensi
dell’articolo 1, comma 4, del decreto-legge 21 ottobre
1996, n. 536, convertito dalla legge 23 dicembre 1996, n.
648, e dell’articolo 2, comma 1, ultimo periodo del
decreto-legge 17 febbraio 1998, n. 23, convertito, con

86
modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94, la
Commissione tecnico-scientifica dell’Agenzia italiana del
farmaco, subentrata nelle competenze della Commissione
unica del farmaco, valuta, oltre ai profili di sicurezza, la
presumibile efficacia del medicinale, sulla base dei dati
disponibili delle sperimentazioni cliniche già concluse,
almeno di fase seconda.
3. Le confezioni di medicinali in corso di validità,
ancora integre e correttamente conservate, legittimamente
in possesso di ospiti delle Residenze Sanitarie Assistenziali
(RSA) ovvero in possesso di famiglie che hanno ricevuto
assistenza domiciliare, per un loro congiunto, dall’ Azienda
sanitaria locale o da una organizzazione non lucrativa
avente finalità di assistenza sanitaria, possono essere
riutilizzate nell’ambito della stessa RSA o della stessa ASL
o della stessa organizzazione non lucrativa, qualora,
rispettivamente, non siano reclamate dal detentore all’atto
della dimissione dalla RSA o, in caso di suo decesso,
dall’erede, ovvero siano restituite dalla famiglia che ha
ricevuto l’assistenza domiciliare alla ASL o
all’organizzazione non lucrativa .
4. Al di fuori dei casi previsti dal comma 3, le
confezioni di medicinali in corso di validità, ancora integre
e correttamente conservate, ad esclusione di quelle per le
quali è prevista la conservazione in frigorifero a
temperature controllate, possono essere consegnate dal
detentore che non abbia più necessità di utilizzarle ad
organizzazioni senza fini di lucro, riconosciute dalle
Regioni e Province autonome, aventi finalità umanitarie o
di assistenza sanitaria.
5. Ai fini del loro riutilizzo, le confezioni di medicinali
di cui ai commi 3 e 4 sono prese in carico da un medico
della struttura od organizzazione interessata, che provvede
alla loro verifica, registrazione e custodia. Le disposizioni
del presente articolo si applicano anche a medicinali
contenenti sostanze stupefacenti o psicotrope.
6. Al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli
stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e
riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui
al D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 e successive
modificazioni, sono apportate le modifiche seguenti:
a) all’articolo 41, comma 1-bis, e all’articolo 43,
commi 7 e 8, le parole “in corso di patologia
neoplastica o degenerativa” sono soppresse;
b) il comma 3 dell’articolo 42 del testo unico è
sostituito dal seguente:
“3. I direttori sanitari e i titolari di gabinetto di cui al
comma 1 devono tenere il registro di cui all’articolo
60, comma 1”;
c) all’articolo 43, dopo il comma 4 è inserito il
seguente:

87
“4-bis – Per la prescrizione nell’ambito del Servizio
Sanitario Nazionale di farmaci previsti dall’allegato
III-bis per il trattamento di pazienti affetti da dolore
severo, in luogo del ricettario di cui al comma 1,
contenente le ricette a ricalco di cui al comma 4, può
essere utilizzato il ricettario del Servizio Sanitario
Nazionale disciplinato dal decreto del Ministero
dell’economia e delle finanze, di concerto con il
Ministero della salute, emanato il 18 maggio 2004,
pubblicato nel Supplemento ordinario alla Gazzetta
Ufficiale n. 251 del 25 ottobre 2004; in tal caso ai fini
della prescrizione devono essere rispettate le
indicazioni del predetto decreto e il farmacista
conserva copia o fotocopia della ricetta ai fini del
discarico nel registro previsto dall’articolo 60, comma
1. Il Ministro della Salute, sentito il Consiglio
superiore di sanità, può, con proprio decreto,
aggiornare l’elenco dei farmaci di cui all’allegato III-
bis.”.
d) all’articolo 45, comma 2, le parole: “sulle ricette
previste dal comma 1” sono sostituite dalle parole:
“sulle ricette previste dai commi 1 e 4-bis”.
e) all’articolo 60, comma 1, è aggiunto, in fine, il
seguente periodo: “lo stesso termine è ridotto a due
anni per le farmacie aperte al pubblico e per le
farmacie ospedaliere. I direttori sanitari e i titolari di
gabinetto di cui all’articolo 42, comma 1 conservano il
registro di cui al presente comma per due anni dal
giorno dell’ultima registrazione.
f) all’articolo 62, comma 1, le parole: “sezioni A e C,”
sono sostituite dalle parole “sezioni A, B e C,”.
g) all’articolo 63 sono apportate le seguenti
modificazioni:
1) al comma 1 è aggiunto, in fine, il seguente
periodo: “Tale registro è conservato per
dieci anni a far data dall’ultima
registrazione.”;
2) il comma 2 è abrogato;
g) al comma 1 dell’articolo 64 le parole “previsto
dagli articoli 42, 46 e 47” sono sostituite dalle
parole: “previsto dagli articoli 46 e 47”.
7. L’adempimento ai fini dell’accesso agli importi di cui
all’articolo 1, comma 181, della legge 30 dicembre 2004,
n.311, con riferimento alla spesa farmaceutica registrata
nell’esercizio 2007, s’intende rispettato alle seguenti
condizioni:

a) con riferimento al superamento del tetto del 13 per


cento, per la spesa farmaceutica convenzionata, alla
verifica del conseguimento degli effetti finanziari delle
misure di contenimento della spesa farmaceutica

88
adottate nell’anno 2007, negli importi definiti e
comunicati alle regioni dal Tavolo tecnico per la
verifica degli adempimenti, ai sensi dell’articolo 1,
comma 796, lettera l) della legge 27 dicembre 2006, n.
296, per l’anno 2005, ovvero, per le regioni che hanno
sottoscritto un Accordo con lo Stato ai sensi
dell’articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre
2004, n. 311, negli importi programmati nei piani di
rientro di riorganizzazione, di riqualificazione e di
individuazione degli interventi per il perseguimento
dell’equilibrio economico. La verifica del
conseguimento degli effetti finanziari delle misure
adottate dalle regioni è effettuata dal predetto Tavolo di
verifica degli adempimenti, che si avvale del supporto
tecnico dell’Agenzia italiana del farmaco;

b) con riferimento al superamento della soglia del 3


cento per la spesa farmaceutica non convenzionata,
alla verifica dell’idoneità e della congruità del
processo attuativo dei Piani di contenimento della
spesa farmaceutica ospedaliera adottati dalle regioni.
La predetta verifica è effettuata congiuntamente dal
Comitato paritetico permanente per la verifica
dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e
dal Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti,
che si avvalgono del supporto tecnico dell’Agenzia
italiana del farmaco.

47. Art. 47

(Personale della Croce Rossa Italiana )

1. Al fine di assicurare l’espletamento delle attività che la


Croce Rossa Italiana svolge in regime convenzionale nel
settore dei servizi sociali e socio-sanitari, i contratti di lavoro a
tempo determinato stipulati sulla base delle convenzioni, sono
confermati per la durata delle convenzioni medesime. In tutti
gli altri casi restano ferme le limitazioni previste dalla presente
legge in materia di lavoro flessibile. Alla copertura dell’onere
relativo la Croce Rossa Italiana provvede nell’ambito delle
risorse finanziarie previste dalle convenzioni e in ogni caso
senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

48. Art. 48

(Vaccinazione HPV e Partecipazione dell'Italia alle


iniziative AMC e MDRI)

1. A valere sulle risorse dell’apposito fondo da ripartire


istituito presso lo stato di previsione del Ministero della salute

89
ai sensi dell’articolo 79 della presente legge, una quota delle
medesime risorse pari a 30 milioni di euro per l’anno 2008 è
destinata alla concessione, con decreto del Ministro della
salute, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti
tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano, di un contributo finanziario alle regioni e alle
province autonome finalizzato ad agevolare la diffusione tra
le dodicenni della vaccinazione HPV basata sull’offerta attiva
del vaccino.
2. Per la partecipazione dell'Italia alle iniziative Advanced
Market Commitments, per accelerare la scoperta di vaccini
contro lo pneumococco, e MDRI, per la cancellazione del
debito dei Paesi poveri nei confronti delle Istituzioni
Finanziarie Internazionali, è autorizzata la complessiva spesa
di euro 2.074 milioni, di cui 40 milioni per l'anno 2008, euro
50 milioni annui per ciascuno degli anni dal 2009 al 2048 ed
euro 34 milioni per l'anno 2049.

CAPO XVII
MISSIONE 21 - TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI
E ATTIVITÀ CULTURALI E PAESAGGISTICI

49. Art. 49

(Utilizzo più razionale delle risorse disponibili per i beni e le


attività culturali)

1. Il quarto ed il quinto periodo del comma 8 dell’articolo 3


del decreto legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito con
modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 135, aggiunti
dall'articolo 1, comma 1143, della legge 27 dicembre 2006, n.
296, sono sostituiti dai seguenti: “Gli interventi relativi a
programmi approvati dal Ministro per i beni e le attività
culturali per i quali non risultino avviate le procedure di gara
ovvero definiti gli affidamenti diretti entro il termine del 31
dicembre dell’anno successivo a quello di approvazione sono
riprogrammati con decreto del Ministro per i beni e le attività
culturali nell’ambito dell’aggiornamento del piano e
dell’assegnazione dei fondi di cui al penultimo periodo del
comma 1 dell’articolo 7 del decreto legge 20 maggio 1993, n.
149, convertito con modificazioni dalla legge n. 237 del 1993.
2. Le risorse finanziarie relative agli interventi riprogrammati
possono essere trasferite, con le modalità di cui alla legge 3
marzo 1960, n. 169, da una contabilità speciale ad un’altra ai
fini dell’attuazione dei nuovi interventi individuati con la
riprogrammazione, ove possibile, nell’ambito della stessa
regione. Entro e non oltre il 31 gennaio di ciascun anno i capi
degli Istituti centrali e periferici del Ministero per i beni e le
attività culturali, titolari delle predette contabilità speciali,
sono tenuti a comunicare alla Direzione generale centrale

90
competente gli interventi per i quali non siano state avviate le
procedure di gara ovvero definiti gli affidamenti diretti ai fini
della riprogrammazione degli stessi."

CAPO XVIII
MISSIONE 22 - ISTRUZIONE SCOLASTICA

50. Art. 50

(Rilancio dell’efficienza e dell’efficacia della scuola)

1 . Per una maggiore qualificazione dei servizi scolastici, da


realizzare anche attraverso misure di carattere strutturale, sono
adottati i seguenti interventi:
a) a partire dall’anno scolastico 2008/2009, per
l’istruzione liceale, l’attivazione delle classi prime dei corsi
sperimentali passati ad ordinamento, ai sensi del decreto
ministeriale n. 234 del 26 giugno 2000, è subordinata alla
valutazione della congruenza dei quadri orari e dei piani di
studio con i vigenti ordinamenti nazionali;
b) il numero delle classi prime e di quelle iniziali di ciclo
dell’istruzione secondaria di secondo grado si determina
tenendo conto del numero complessivo degli alunni iscritti,
indipendentemente dai diversi indirizzi, corsi di studio e
sperimentazioni passate ad ordinamento. Negli istituti in cui
sono presenti ordini o sezioni di diverso tipo, le classi prime si
determinano separatamente per ogni ordine e tipo di sezione;
c) il primo comma, secondo periodo, dell’art. 3 della
legge 20 agosto 2001 n. 333, è così modificato “Incrementi del
numero delle classi, ove necessario, sono disposti dal dirigente
scolastico interessato previa autorizzazione del competente
direttore generale regionale, secondo i parametri di cui al D.M.
24 luglio 1998, n. 331”;
d) l’assorbimento del personale di cui all’art. 1, comma
609, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è completato entro
il termine dell’anno scolastico 2009/2010, e la riconversione
del suddetto personale è attuata anche prescindendo dal
possesso dello specifico titolo di studio richiesto per il
reclutamento del personale, tramite corsi di specializzazione
intensivi, compresi quelli di sostegno, cui è obbligatorio
partecipare.
2. Le economie di spesa di cui all’art. 1, comma 620, della
legge 27 dicembre 2006, n. 296, da conseguirsi ai sensi dei
commi da 605 a 619 del medesimo articolo, nonché quelle
derivanti dagli interventi di cui alle lett. a), b) c) e d) del
comma 1 sono complessivamente determinate come segue:
euro 535 milioni per l’anno 2008, euro 897 milioni per l’anno
2009, euro 1.218 milioni per l’anno 2010 ed euro 1.432
milioni a decorrere dall’anno 2011. Al fine di garantire
l’effettivo conseguimento degli obiettivi di risparmio relativi
agli interventi di cui alle lettere da a) a d) del comma 1, si

91
applica la procedura prevista dall’art. 1, comma 621, lett. b),
della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
3. Fermo restando quanto previsto dal comma 605, lettera b)
dell’art. 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il numero dei
posti degli insegnanti di sostegno, a decorrere dall’a.s.
2008/09, non può superare complessivamente il 25% del
numero delle sezioni e delle classi previste nell’organico di
diritto dell’anno scolastico 2006/2007. Il Ministro della
pubblica istruzione, con decreto adottato di concerto con il
Ministro dell’economia e delle finanze definisce modalità e
criteri per il conseguimento dell’obiettivo di cui al precedente
periodo. Tali criteri e modalità devono essere definiti con
riferimento alle effettive esigenze rilevate, assicurando lo
sviluppo dei processi di integrazione degli alunni diversamente
abili anche attraverso opportune compensazioni tra province
diverse e in modo da non superare un rapporto medio
nazionale di un insegnante ogni 2 alunni diversamente abili.
La dotazione organica di diritto relativa ai docenti di sostegno
è progressivamente rideterminata, nel triennio 2008-2010,
fino al raggiungimento, nell’anno scolastico 2010/2011, di una
consistenza organica pari al 70% del numero dei posti di
sostegno complessivamente attivati nell’anno scolastico
2006/2007, fermo restando il regime autorizzatorio in materia
di assunzioni previsto dall’articolo 39, comma 3bis, della legge
27 dicembre 1997, n. 449. Conseguentemente, anche al fine di
evitare la formazione di nuovo personale precario, all’articolo
40, comma 1, settimo periodo, della legge 27 dicembre 1997,
n. 449, sono soppresse le parole da: “nonché la possibilità”,
alle parole: “particolarmente gravi”, fermo restando il rispetto
dei principi sull’integrazione degli alunni diversamente abili
fissati dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104. Sono abrogate tutte
le disposizioni vigenti non compatibili con le disposizioni dei
commi 3 e 4.

5. All’articolo 1, comma 605, lettera c), secondo periodo, della


legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole “20.000 unità” sono
sostituite dalle parole “30.000 unità”

6. Con regolamento da emanare a sensi dell’articolo 17,


comma 4, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del
Ministro della pubblica istruzione di concerto con il Ministro
dell’economia e delle finanze, è definita la disciplina
procedurale per il reclutamento del personale docente,
attraverso concorsi ordinari periodici, con conseguente
eliminazione delle cause che determinano la formazione di
situazioni di precariato, nei limiti delle risorse disponibili a
legislazione vigente per il reclutamento del personale
scolastico e senza maggiori oneri per il sistema universitario.
7. Fermo restando il vigente regime autorizzatorio delle
assunzioni, vengono disciplinati:

92
a) i corsi di specializzazione universitari con una forte
componente di tirocinio, dimensionati sulla base delle
previsioni territoriali del fabbisogno di insegnanti nell’ambito
della programmazione universitaria e delle relative
compatibilità finanziarie;
b) le procedure selettive di natura concorsuale e
formazione in servizio;
c) i profili della valutazione degli esiti dell’attività
didattica al termine della formazione in servizio.
8. Con effetto dalla data di entrata in vigore del regolamento
previsto dal comma 6, dal quale non devono derivare maggiori
oneri per la finanza pubblica, sono abrogate le disposizioni,
con esso incompatibili, di cui all’articolo 5 della legge 28
marzo 2003, n. 53 e del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n.
227.

9. Con atto di indirizzo del Ministro della pubblica


istruzione, di concerto con il Ministro dell’economia e
delle finanze, adottato entro il 31 marzo 2008, d’intesa con
la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto
legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono stabiliti finalità,
criteri e metodi della sperimentazione di un modello
organizzativo volto a innalzare la qualità del servizio di
istruzione e ad accrescere efficienza ed efficacia della
spesa. La sperimentazione riguarda gli anni scolastici
2008/09, 2009/10 e 2010/11 e gli ambiti territoriali, di
norma provinciali, individuati nel medesimo atto di
indirizzo.
10. L’atto di indirizzo di cui al comma 9 contiene
riferimenti relativi a:
a) tipologie degli interventi possibili per attuare il
miglioramento della programmazione dell’offerta
formativa, della distribuzione territoriale della rete
scolastica, dell’organizzazione del servizio delle
singole istituzioni scolastiche, ivi compresi gli
eventuali interventi infrastrutturali e quelli relativi alla
formazione e alla organizzazione delle classi, anche in
deroga ai parametri previsti dal decreto ministeriale del
24 luglio 1998 n.331;
b) modalità con cui realizzare il coordinamento con le
Regioni, gli enti locali e le istituzioni scolastiche
competenti per i suddetti interventi;
c) obiettivi di miglioramento della qualità del servizio e di
maggiore efficienza in termini di rapporto
insegnanti/studenti;
d) elementi informativi dettagliati relativi alle previsioni
demografiche e alla popolazione scolastica effettiva
necessari per predisporre, attuare e monitorare gli
obiettivi e gli interventi di cui sopra;

93
e) modalità di verifica e monitoraggio dei risultati
conseguiti al fine della quantificazione delle relative
economie di spesa tenendo conto della dinamica
effettiva della popolazione scolastica;
f) possibili finalizzazioni delle risorse finanziarie che si
rendano disponibili grazie all’aumento complessivo
dell’efficienza del servizio di istruzione nell’ambito
territoriale di riferimento;
g) modalità con cui realizzare una valutazione dell’effetto
degli interventi e base informativa necessaria a tale
valutazione.

11. In ciascuno degli ambiti territoriali individuati ai sensi


del comma 9, opera un organismo paritetico di coordinamento
costituito da rappresentanti regionali e/o provinciali
dell’Amministrazione della pubblica istruzione, delle Regioni,
degli enti locali e delle istituzioni scolastiche statali, con il
compito di :
a) predisporre un piano triennale territoriale che, anche
sulla base degli elementi informativi previsti dall’atto di
indirizzo di cui al comma 9, definisca in termini qualitativi
e quantitativi gli obiettivi da raggiungere;
b) supportare le azioni necessarie all’attuazione del piano
di cui alla lettera a), nonché proporre gli opportuni
adeguamenti annuali al piano triennale stesso anche alla
luce di scostamenti dalle previsioni, previa ricognizione
degli interventi necessari per il raggiungimento degli
obiettivi.
12.Le proposte avanzate dall’organismo paritetico di
coordinamento sono adottate, con propri provvedimenti,
dalle Amministrazioni competenti.
L’organismo paritetico di coordinamento opera senza oneri
aggiuntivi a carico della finanza pubblica.

13. I piani di cui al comma 11 sono adottati fermo


restando, per la parte di competenza, quanto disposto
dall’art. 1, comma 620, della legge 27 dicembre 2006,
n. 296 e successive modificazioni.
14. L’Ufficio scolastico regionale effettua il monitoraggio
circa il raggiungimento degli obiettivi fissati dal piano di
cui al comma 11, ne riferisce all’organismo paritetico di
coordinamento e predispone una relazione contenente tutti
gli elementi necessari da inviare al Ministero della
pubblica istruzione al fine di effettuare, di concerto con il
Ministero dell’economia e delle finanze, la verifica delle
economie aggiuntive effettivamente conseguite, per la
riassegnazione delle stesse allo stato di previsione del
Ministero della pubblica istruzione.

15. Nel triennio di sperimentazione, le economie di cui al


comma 14 confluiscono in un fondo iscritto nello stato di

94
previsione del Ministero della pubblica istruzione, per
essere destinate alle istituzioni pubbliche che hanno
concorso al raggiungimento degli obiettivi, per le finalità
di miglioramento della qualità del settore della pubblica
istruzione.

16. Entro la fine dell’anno scolastico 2010/11, sulla base


del monitoraggio condotto ai sensi del comma 14 e della
valutazione degli effetti di tale sperimentazione di cui al
comma 10, lettera g), il Ministro della pubblica istruzione
di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze,
adotta, previa intesa con la Conferenza unificata di cui
all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281,
un atto di indirizzo finalizzato all’estensione all’intero
territorio nazionale del modello organizzativo adottato
negli ambiti territoriali individuati ai sensi del comma 9,
tenendo conto degli elementi emersi dalla sperimentazione.

17. Al fine di pervenire a una gestione integrata delle


risorse afferenti il settore dell’istruzione, per gli interventi
a carico del fondo di cui al comma 15 può trovare
applicazione l’articolo 8 del decreto del Presidente della
Repubblica 20 aprile 1994, n. 367.

51. Art. 51

(Alternanza scuola lavoro e attività di supporto)

1. A decorrere dall'anno 2008, al fine di aumentare


l'efficienza e la celerità dei processi di finanziamento degli
interventi relativi all’alternanza scuola-lavoro di cui al
decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 77, il finanziamento
previsto all’articolo 9 del medesimo decreto legislativo,
pari a euro 30 milioni, è iscritto in uno specifico capitolo
dello stato di previsione del Ministero della pubblica
istruzione, avente la seguente denominazione: "Interventi
per l’alternanza scuola-lavoro", riducendo
corrispondentemente lo stanziamento del fondo di cui alla
legge 18 dicembre 1997, n. 440.
2. Nell’ambito dell’autorizzazione di spesa di cui
all’articolo 1, comma 634, della legge 27 dicembre 2006,
n. 296, a decorrere dall’anno 2008, un importo, fino a un
massimo del 15 per cento della predetta autorizzazione di
spesa è finalizzato: ai Servizi istituzionali e generali
dell’Amministrazione della Pubblica Istruzione; all’attività
di ricerca e innovazione con particolare riferimento alla
valutazione del sistema scolastico nazionale; alla
promozione della cooperazione in materia culturale
dell’Italia nell’Europa e nel mondo.

CAPO XIX

95
MISSIONE 23 - ISTRUZIONE UNIVERSITARIA
52. Art. 52

(Strumenti per elevare l’efficienza e l’efficacia del sistema


universitario nazionale)

1. Ai fini del concorso dello Stato agli oneri lordi per gli
adeguamenti retributivi per il personale docente e per i rinnovi
contrattuali del restante personale delle università, nonché in
vista degli interventi da adottare in materia di diritto allo
studio, di edilizia universitaria e per altre iniziative necessarie
inerenti il sistema delle università, nello stato di previsione del
Ministero dell’università e della ricerca è istituto un fondo con
una dotazione finanziaria di 550 milioni di euro per l’anno
2008, di 550 milioni per l’anno 2009 e di 550 mln di euro per
l’anno 2010 comprensiva degli importi indicati all’art. 96,
commi 8 e 14 della presente legge. Tale somma è destinata ad
aumentare il Fondo di finanziamento ordinario per le
Università (FFO), per far fronte alle prevalenti spese per il
personale e, per la parte residua, ad altre esigenze di spesa
corrente e d’investimento individuate autonomamente dagli
Atenei..
2. L’assegnazione delle risorse di cui al comma 1 è
subordinata all’adozione entro gennaio 2008 di un Piano
programmatico, approvato con decreto del Ministro
dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro
dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza dei Rettori
delle Università italiane (CRUI). Tale Piano è volto a: a)
elevare la qualità globale del sistema universitario e il livello
di efficienza degli atenei; b) rafforzare i meccanismi di
incentivazione per un uso appropriato ed efficace delle risorse,
con contenimento dei costi di personale a vantaggio della
ricerca e della didattica; c) accelerare il riequilibrio finanziario
tra gli atenei sulla base di parametri vincolanti, di valutazioni
realistiche e uniformi dei costi futuri e, in caso di superamento
del limite del 90% della spesa di personale sul FFO, di
disposizioni che rendano effettivo il vincolo delle assunzioni di
ruolo limitate rispetto alle cessazioni; d) ridefinire il vincolo
dell’indebitamento degli atenei considerando, a tal fine, anche
quello delle società ed enti da essi controllati; e) consentire una
rapida adozione di un sistema programmatorio degli interventi
che preveda adeguati strumenti di verifica e monitoraggio da
attivare a cura del Ministero dell’università e della ricerca,
d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze, sentita
la Conferenza dei Rettori delle Università italiane e che
condizioni l’effettiva erogazione delle maggiori risorse
all’adesione formale da parte dei singoli atenei agli obiettivi
del piano.

CAPO XX
MISSIONE 24 - DIRITTI SOCIALI, SOLIDARIETÀ

96
SOCIALE E FAMIGLIA

53. Art. 53

(Strumenti per la diffusione della cultura e delle politiche di


responsabilità sociale d’impresa)

1. E’ istituito presso il Ministero della solidarietà sociale


il Fondo per la diffusione della cultura e delle politiche di
responsabilità sociale delle imprese, con una dotazione pari a
1,25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e
2010. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente
riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 20,
comma 8, della legge n. 328 del 2000 relativa al fondo per le
politiche sociali.

2. Nell’ambito delle disponibilità del Fondo di cui al


comma 1, è finanziato il contributo alla Fondazione per la
diffusione della responsabilità sociale delle imprese, istituita
dall’articolo 1, comma 160, della legge 30 dicembre 2004, n.
311. Il contributo, di cui all’articolo 1, comma 1269, della
legge 27 dicembre 2006, n.296, è determinato annualmente
con decreto del Ministro della solidarietà sociale, visto il
piano annuale di attività presentato dalla Fondazione.

3. Col medesimo Fondo è finanziata una Conferenza


nazionale annuale sulla responsabilità sociale d’impresa,
nonché le attività di informazione, promozione, innovazione,
sostegno e monitoraggio delle politiche di responsabilità
sociale attraverso la implementazione di ricerche ed indagini,
e la raccolta, l'organizzazione in banche dati e la diffusione
della documentazione, con particolare riferimento alle buone
prassi in materia.

54. Art. 54

(Congedo di maternità e parentale nei casi di adozione e


affidamento: equiparazione al figlio biologico)

1. L’articolo 26 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151,


è sostituito dal seguente:
“Art. 26. Adozioni e affidamenti. - 1. Il congedo di
maternità come regolato dal presente Capo spetta, per un
periodo massimo di cinque mesi, anche alle lavoratrici che
abbiano adottato un minore.
2. In caso di adozione nazionale, il congedo deve essere
fruito durante i primi cinque mesi successivi all’effettivo
ingresso del minore nella famiglia della lavoratrice.
3. In caso di adozione internazionale, il congedo può essere
fruito prima dell’ingresso del minore in Italia, durante il
periodo di permanenza all’estero richiesto per l’incontro
97
con il minore e gli adempimenti relativi alla procedura
adottiva. Ferma restando la durata complessiva del
congedo, questo può essere fruito entro i cinque mesi
successivi all’ingresso del minore in Italia.
4. La lavoratrice che, per il periodo di permanenza
all’estero di cui al comma 3, non richieda o richieda solo in
parte, il congedo di maternità, può fruire di un congedo
non retribuito, senza diritto ad indennità.
5. L’ente autorizzato che ha ricevuto l’incarico di curare la
procedura di adozione certifica la durata del periodo di
permanenza all’estero della lavoratrice.
6. Nel caso di affidamento di minore, il congedo può essere
fruito entro cinque mesi dall’affidamento, per un periodo
massimo di tre mesi”.
2. L’articolo 27 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151,
è abrogato.
3. L’articolo 31 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151,
è sostituito dal seguente: “Art. 31. Adozioni e affidamenti. –
1. Il congedo di cui all’articolo 26 commi 1, 2 e 3 che non
sia stato chiesto dalla lavoratrice spetta, alle medesime
condizioni, al lavoratore.
2. Il congedo di cui all’articolo 26 comma 4 spetta, alle
medesime condizioni, al lavoratore. L’ente autorizzato che
ha ricevuto l’incarico di curare la procedura di adozione
certifica la durata del periodo di permanenza all’estero del
lavoratore”.
4. L’articolo 36 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151,
è sostituito dal seguente:
“Art. 36. Adozioni e affidamenti. 1. Il congedo parentale di
cui al presente Capo spetta anche nel caso di adozione,
nazionale e internazionale, e di affidamento.
2. Il congedo parentale può essere fruito dai genitori
adottivi e affidatari, qualunque sia l’età del minore entro
otto anni dall’ingresso del minore in famiglia, e comunque
non oltre il raggiungimento della maggiore età.
3. L’indennità di cui all’articolo 34 comma 1 è dovuta, per
il periodo massimo complessivo ivi previsto, nei primi tre
anni dall’ingresso del minore in famiglia”.

5. L’articolo 37 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151,


è abrogato.

55. Art. 55

(Sviluppo di un piano contro la violenza alle donne)

1. Per l’anno 2008 è istituito un Fondo con una dotazione di


20 milioni di euro destinato a un Piano contro la violenza alle
donne.

98
CAPO XXI
MISSIONE 25 - POLITICHE PREVIDENZIALI

56. Art. 56

(Investimenti degli Enti previdenziali in campo immobiliare)

1. A decorrere dall’anno 2008, al fine di assicurare il


conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica stabiliti in
sede europea, indicati nel Documento di programmazione
economico-finanziaria e nelle relative note di aggiornamento,
gli Enti previdenziali pubblici possono effettuare investimenti
immobiliari, esclusivamente in forma indiretta e nel limite
del 7% dei fondi disponibili.
2. Le somme accantonate per piani di impiego già
approvati dai Ministeri Vigilanti a fronte delle quali non sono
state assunte obbligazioni giuridicamente perfezionate sono
investite nella forma ed entro il limite di cui al comma 1.
3. Al fine di consentire agli Enti Previdenziali pubblici di
realizzare gli investimenti in forma indiretta, le quote di fondi
immobiliari o le partecipazioni in società immobiliari da essi
acquisite, ai sensi dell’ articolo 11 del Decreto Legislativo 16
febbraio 1996 n. 104 e di altre norme speciali in materia,
nonché del comma 1 del presente articolo, non costituiscono
disponibilità depositate a qualunque titolo presso le aziende di
credito ai fini del calcolo del limite del 3 per cento di cui al
primo comma dell’articolo 40 della legge 30 marzo 1981,
n.119 e successive modificazioni, e di quello eventualmente
stabilito con il decreto di cui all’ottavo comma dello stesso
articolo 40.
4. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze,
su proposta del Ministro del lavoro e della previdenza sociale,
previa valutazione della compatibilità con gli obiettivi di cui
al comma 1, può essere autorizzato il superamento del limite
di cui al medesimo comma 1.
5. A decorrere dal 1° gennaio 2008 non si applicano le
percentuali fissate da precedenti disposizioni per gli impieghi
delle risorse disponibili.

57. Art. 57

(Gestioni previdenziali)

1. L’adeguamento dei trasferimenti dovuti dallo Stato, ai


sensi rispettivamente dell’articolo 37, comma 3, lettera c),
della legge 9 marzo 1989, n. 88, e successive modificazioni, e
dell’articolo 59, comma 34, della legge 27 dicembre 1997,
n. 449, e successive modificazioni, è stabilito per l’anno 2008:
a) in 416,42 milioni di euro in favore del Fondo pensioni

99
lavoratori dipendenti, delle gestioni dei lavoratori
autonomi, della gestione speciale minatori, nonché in
favore dell’Ente nazionale di previdenza e di assistenza
per i lavoratori dello spettacolo (ENPALS);
b) in 102,89 milioni di euro in favore del Fondo pensioni
lavoratori dipendenti, ad integrazione dei trasferimenti di
cui alla lettera a), della gestione esercenti attività
commerciali e della gestione artigiani.
2. Conseguentemente a quanto previsto dal comma 1, gli
importi complessivamente dovuti dallo Stato sono determinati
per l’anno 2008 in 17.066,81 milioni di euro per le gestioni di
cui al comma 1, lettera a), e in 4.217,28 milioni di euro per le
gestioni di cui al comma 1, lettera b).
3. I medesimi complessivi importi di cui ai commi 1 e 2
sono ripartiti tra le gestioni interessate con il procedimento di
cui all’articolo 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e
successive modificazioni, al netto, per quanto attiene al
trasferimento di cui al comma 1, lettera a), della somma di
910,22 milioni di euro attribuita alla gestione per i coltivatori
diretti, mezzadri e coloni a completamento dell’integrale
assunzione a carico dello Stato dell’onere relativo ai
trattamenti pensionistici liquidati anteriormente al 1º gennaio
1989, nonché al netto delle somme di 2,56 milioni di euro e di
59,39 milioni di euro di pertinenza, rispettivamente, della
gestione speciale minatori e dell’ENPALS.

58. Art. 58

(Trasferimenti all’INPS)

1. Ai fini del finanziamento dei maggiori oneri a carico


della Gestione per l’erogazione delle pensioni, assegni e
indennità agli invalidi civili, ciechi e sordomuti di cui
all’articolo 130 del decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 112,
valutati in 667,60 milioni di euro per l’esercizio 2006 sono
utilizzate:

a) le somme che risultano, sulla base del bilancio


consuntivo dell’INPS per l’anno 2006, trasferite alla
gestione di cui all’articolo 37 della legge 9 marzo 1989,
n. 88, in eccedenza rispetto agli oneri per prestazioni e
provvidenze varie, per un ammontare complessivo pari a
559,77 milioni di euro;
b) le risorse trasferite all’INPS ed accantonate presso la
medesima gestione, come risultanti dal bilancio
consuntivo dell’anno 2006 del predetto Istituto, per un
ammontare complessivo di 107,83 milioni di euro, in
quanto non utilizzate per i rispettivi scopi.

100
59. Art. 59

(Accantonamento risorse per previdenza complementare in


favore dei dipendenti della pubblica amministrazione)

1. Le risorse di cui all’articolo 74, comma 1, della legge


23 dicembre 2000, n. 388, limitatamente allo stanziamento
relativo all’anno 2008 possono essere utilizzate anche ai fini
del finanziamento delle spese di avvio dei Fondi di previdenza
complementare dei dipendenti delle amministrazioni
pubbliche.

60. Art. 60

(Determinazione del valore capitale della quota di pensione


spettante iscritti Fondo volo)

1. Ai fini della determinazione del valore capitale della quota


di pensione spettante agli iscritti al Fondo di previdenza per il
personale di volo dipendente da aziende di navigazione aerea,
antecedentemente all’entrata in vigore dell’articolo 11, comma
2, della legge 31 ottobre 1988, n. 480 devono intendersi
applicabili i coefficienti di capitalizzazione determinati sulla
base dei criteri attuariali specifici per il predetto Fondo,
deliberati dal Consiglio di Amministrazione dell’Istituto
nazionale della previdenza sociale su conforme parere del
Comitato Amministratore del Fondo di previdenza per il
personale di volo dipendente da aziende di navigazione aerea.

61. Art. 61

(Interpretazione autentica degli articoli 25 e 35 del D.Lgs n.


151 del 2001 nonché dell’ articolo 6, comma 3, della legge 15
aprile 1985, n. 140)

1. Le disposizioni degli articoli 25 e 35 del decreto


legislativo 26 marzo 2001, n. 151 si applicano agli iscritti in
servizio alla data di entrata in vigore del medesimo decreto
legislativo. Sono fatti salvi i trattamenti pensionistici più
favorevoli già liquidati alla data di entrata in vigore della
presente legge

2. L’ articolo 6, comma 3, della legge 15 aprile 1985, n.


140 si interpreta nel senso che la maggiorazione prevista dal
comma 1 del medesimo articolo si perequa a partire dal
momento della concessione della maggiorazione medesima
agli aventi diritto.

62. Art. 62

(Risorse per l’attuazione del “Protocollo su previdenza, lavoro

101
e competitività per l’equità e la crescita sostenibili” del 23
luglio 2007)

1. Ai fini dell’attuazione di quanto previsto dal


“Protocollo su previdenza, lavoro e competitività per l’equità
e la crescita sostenibili” del 23 luglio 2007 è istituito, nello
stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza
sociale, un Fondo per il finanziamento del Protocollo
medesimo nel limite complessivo di 1.548 milioni di euro per
l’anno 2008, di 1.520 milioni di euro per l’anno 2009, di
3.048 milioni di euro per gli anni 2010 e 2011 e di 1.898
milioni di euro a decorrere dall’anno 2012. A valere sulle
risorse del Fondo di cui al presente comma è assicurata la
copertura finanziaria di specifico provvedimento collegato
alla manovra di finanza pubblica per il triennio 2008-2010 e
recante le disposizioni attuative del predetto Protocollo.

CAPO XXII
MISSIONE 26 - POLITICHE PER IL LAVORO

63. Art. 63

(Sostegno all’attività di formazione nell’ambito dei contratti di


apprendistato e dotazioni per Italia lavoro e ISFOL )

1. Per l’anno 2008, il Ministero del lavoro e della previdenza


sociale assegna a Italia Lavoro S.p.A. 14 milioni di euro quale
contributo agli oneri di funzionamento ed ai costi generali di
struttura. A tale onere si provvede a carico del Fondo per
l’occupazione di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legge
20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla
legge 19 luglio 1993, n. 236.

2. All’articolo 118, comma 16, della legge 23 dicembre 2000,


n. 388 le parole “e di 100 milioni di euro per ciascuno degli
anni 2003, 2004, 2005, 2006 e 2007” sono sostituite dalle
seguenti “e di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni
2003, 2004, 2005, 2006, 2007 e 2008”.
3. Per consentire all’Istituto per lo sviluppo della formazione
professionale dei lavoratori (ISFOL), istituito dall’articolo 22
della legge 21 dicembre 1978, n. 845, di svolgere le proprie
funzioni istituzionali nonché di completare i processi di
stabilizzazione previsti dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296, nel
rispetto dei requisiti prescritti dall’articolo 1, comma 519, della
medesima legge, a decorrere dall’anno 2008 il contributo
ordinario annuale per il funzionamento e le attività dell’Istituto
medesimo è incrementato di ulteriori 30 milioni di euro: Al
relativo onere si provvede mediante riduzione:
- per gli anni 2008 e 2009 dell’autorizzazione di spesa di
cui all’articolo 1, comma 1209, della legge 27
dicembre 2006, n. 296,

102
- a decorrere dall’anno 2010 delle risorse del Fondo per
l’occupazione di cui all’articolo 1, comma 7, del
decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con
modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236.

64. Art. 64

(Riutilizzazione di risorse stanziate per il personale del


Comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro)

1. Le risorse stanziate dall’articolo 1, comma 571, della


legge 27 dicembre 2006, n. 296, per l’anno 2008 sono così
utilizzate:

a) € 1.734.650,70, per il finanziamento delle


necessità strumentali, di supporto e di
formazione del personale del Comando dei
carabinieri per la tutela del lavoro;
b) € 1.015.000,00 per l’incremento di organico
del Comando dei Carabinieri per la tutela del
lavoro, pari a 60 unità.

65. Art. 65

(Proroga degli strumenti per il sostegno del reddito dei


lavoratori ( ammortizzatori sociali))

1. In attesa della riforma degli ammortizzatori sociali e


nel limite complessivo di spesa di 460 milioni di euro, di cui
20 milioni per il settore agricolo, a carico del Fondo per
l’occupazione di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legge
20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla
legge 19 luglio 1993, n. 236, il Ministro del lavoro e della
previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell’economia
e delle finanze, può disporre, entro il 31 dicembre 2008, in
deroga alla vigente normativa, concessioni, anche senza
soluzione di continuità, dei trattamenti di cassa integrazione
guadagni straordinaria, di mobilità e di disoccupazione
speciale, nel caso di programmi finalizzati alla gestione di
crisi occupazionale, anche con riferimento a settori produttivi
e ad aree regionali, ovvero miranti al reimpiego di lavoratori
coinvolti in detti programmi definiti in specifici accordi in
sede governativa intervenuti entro il 15 giugno 2008 che
recepiscono le intese già stipulate in sede territoriale ed
inviate al Ministero del lavoro e della previdenza sociale entro
il 20 maggio 2008. Nell’ambito delle risorse finanziarie di cui
al primo periodo, i trattamenti concessi ai sensi del comma
1190 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono essere
prorogati, con decreto del Ministro del lavoro e della
previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell’economia

103
e delle finanze, qualora i piani di gestione delle eccedenze già
definiti in specifici accordi in sede governativa abbiano
comportato una riduzione nella misura almeno del 10% del
numero dei destinatari dei trattamenti scaduti il 31 dicembre
2007.
2. La misura dei trattamenti di cui al secondo periodo del
comma 1 è ridotta del 10% nel caso di prima proroga, del
30% nel caso di seconda proroga e del 40% nel caso di
proroghe successive.
3. In attesa della riforma degli ammortizzatori sociali e
comunque non oltre il 31 dicembre 2008, possono essere
concessi trattamenti di cassa integrazione guadagni
straordinaria e di mobilità ai dipendenti delle imprese
esercenti attività commerciali con più di cinquanta
dipendenti, delle agenzie di viaggio e turismo, compresi gli
operatori turistici, con più di cinquanta dipendenti e delle
imprese di vigilanza con più di quindici dipendenti, nel limite
massimo di spesa di 45 milioni di euro, a carico del Fondo per
l’occupazione di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legge
20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla
legge 19 luglio 1993, n. 236.

4. Per il rifinanziamento delle proroghe a 24 mesi delle


crisi aziendali per cessazione di attività, sono destinati 30
milioni di euro per l’anno 2008 alla finalità di cui all’art.1,
comma 1, del decreto legge 5 ottobre 2004, n.249, convertito
con modificazioni dalla legge 3 dicembre 2004, n. 291, e
successiva modificazioni, a carico del Fondo per
l’occupazione di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legge
20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla
legge 19 luglio 1993, n. 236.

5. Per l’Iscrizione nelle liste di mobilità dei lavoratori


licenziati per giustificato motivo oggettivo da aziende fino a
15 dipendenti, all’articolo 1, comma 1, del decreto legge 20
gennaio 1998, n.4, convertito, con modificazioni, dalla legge
20 marzo 1998, n.52, e successive modificazioni, le parole:
“31 dicembre 2007”, sono sostituite dalle seguenti: ”31
dicembre 2008” e dopo le parole:”nonché di 37 milioni di
euro per il 2007” sono inserite le seguenti: “e di 45 milioni
per il 2008”.

66. Art. 66

(Incentivi per la riduzione dell’orario di lavoro per le imprese


non rientranti nella disciplina dei contratti di solidarietà)

1. All’articolo 1, comma 2, primo periodo, del decreto legge


20 gennaio 1998, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla
legge 20 marzo 1998, n.52, e successive modificazioni, le

104
parole: “31 dicembre 2007” sono sostituite dalle parole “31
dicembre 2008”. Ai fini dell’attuazione del presente comma, è
autorizzata per l’anno 2008 la spesa di 20 milioni di euro a
valere del Fondo per l’occupazione di cui all’articolo 1,
comma 7, sul decreto legge 20 maggio 1993, n. 148,
convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n.
236.

67. Art. 67

(Sicurezza sui luoghi di lavoro)

1. All’articolo 1, comma 2 lettera p) della legge 3 agosto


2007, n. 123, le parole “da finanziare, a decorrere dall’anno
2008, per le attività di cui ai numeri 1) e 2) della presente
lettera, a valere, previo atto di accertamento, su una quota
delle risorse di cui all’articolo 1, comma 780, della legge 27
dicembre 2006, n. 296, accertate in sede di bilancio
consuntivo per l’anno 2007 dell’INAIL” sono abrogate.
2. All’articolo 1, comma 2 della legge 3 agosto 2007, n.
123, dopo il comma 7 aggiungere il seguente comma 7 bis:
“Per l’attuazione del principio di delega di cui al comma 2
lettera p) è previsto uno stanziamento di 50 milioni di euro a
decorrere dal 1° gennaio 2008.”

CAPO XXIII
MISSIONE 27 -IMMIGRAZIONE, ACCOGLIENZA E
GARANZIA DEI DIRITTI

68. Art. 68

(Politiche migratorie nazionali e comunitarie)

1. E’ autorizzata la spesa di euro 1.500.000 per ciascuno degli


anni 2008, 2009 e 2010, per la partecipazione del Dipartimento
per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’interno
ai programmi finanziati dall’Unione Europea attraverso i fondi
europei in materia migratoria. Al relativo onere si provvede
mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa
di cui all’articolo 3, comma 151, della legge 350 del 2003.
2. Il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati, istituito
presso il Ministero della solidarietà sociale dall’articolo 1,
comma 1267, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è integrato
di 50 milioni di euro per l’anno 2008.

CAPO XXIV
MISSIONE 28 - SVILUPPO E RIEQUILIBRIO
TERRITORIALE

69. Art. 69

105
(Fondo per le aree sottoutilizzate)

1. All’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono


apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 863, le parole “di cui 100 milioni per
ciascuno degli anni 2007 e 2008, 5.000 milioni per
l'anno 2009 e 59.179 milioni entro il 2015” sono
sostituite dalle seguenti parole: “di cui 100 milioni
per l’anno 2007, 1.100 milioni per l’anno 2008,
4.400 milioni per l’anno 2009, 9.166 milioni per
l’anno 2010, 9.500 milioni per l’anno 2011, 11.000
milioni per l’anno 2012, 11.000 milioni per l’anno
2013, 9.400 milioni per l’anno 2014 e 8.713 milioni
per l’anno 2015”;
b) al comma 866, il primo periodo è sostituito dal
seguente periodo: “Le somme di cui al comma 863
sono interamente ed immediatamente impegnabili.
70.

Art. 70
(Misure per sostenere i giovani laureati e le nuove imprese
innovatrici del Mezzogiorno nonché per la gestione delle quote
di emissione di gas serra)

1. Le economie derivanti dai provvedimenti di revoca


totale o parziale delle agevolazioni di cui all'articolo 1,
comma 2, del decreto legge 22 ottobre 1992, n. 415,
convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre
1992. n. 488. nel limite del 85 per cento delle economie
accertate annualmente con decreto del Ministro dello
sviluppo economico, da adottare entro il 30 ottobre sono
destinate alla realizzazione di interventi destinati a
finanziare:

a) Un Programma nazionale destinato ai giovani laureati


residenti nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria.
Campania, Molise, Puglia. Sardegna e Sicilia, al fine di
favorire il loro inserimento lavorativo. dando priorità ai
contratti di lavoro a tempo indeterminato. La definizione
di tale programma sarà disciplinata con un decreto del
Ministero del Lavoro d'intesa con il Ministero dello
sviluppo economica e con il concerto delle Regioni
interessate da emanarsi entro 60 giorni dalla data di
entrata in vigore della presente legge;

b) agevolazioni alle imprese innovatrici in fase di start up,


definite ai sensi di quanto previsto nella Disciplina
comunitaria in materia di aiuti di stato a favore di ricerca
sviluppo e innovazione (2006/C 323/01), attraverso la
106
riduzione degli oneri sociali per tutti ricercatori, tecnici e
altro personale ausiliari impiegati a decorrere dal periodo
d'imposta dell'anno 2007. I criteri e le modalità per il
riconoscimento delle predette agevolazioni, che saranno
autorizzate entro i limiti fissati al punto 5.4 della predetta
Disciplina, saranno disciplinate con apposito decreto del
Ministro del Lavoro, d'intesa con il Ministro dello
sviluppo economico, da emanare entro 60 giorni dalla
entrata in vigore della presente legge

c) la creazione di un Fondo denominato "fondo per la


gestione delle quote di emissione di gas serra di cui alla
direttiva 2003/87/CE", da destinare alla "riserva nuovi
entranti" dei Piani nazionali di assegnazione delle quote
di cui al decreto legislativo 4 aprile 2006, n.216 secondo
modalità stabilite con decreto del Ministro dell'economia
e delle finanze. d'intesa con il Ministro dello sviluppo
economico e del Ministro dell’ambiente e della tutela del
territorio e del mare, da emanarsi entro 60 giorni dalla
entrata in vigore della presente legge;

d) la proroga per gli anni 2008, 2009 e 2010 della


deduzione forfettaria dal reddito d'impresa in favore
degli esercenti impianti di distribuzione di carburanti di
cui all'articolo 21, comma 1, della legge 23 dicembre
1998. n. 448;

e) interventi a sostegno dell'attività di ricerca nel sistema


energetico e di riutilizzo di aree industriali, in particolare
nel Mezzogiorno

2. In sede di prima applicazione delle disposizioni di cui al


presente articolo, il decreto del Ministro dello sviluppo di cui
al precedente comma 1 è adottato entro il mese di febbraio
2008.

3. Il Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del


Ministro dello sviluppo economico, è autorizzato ad iscrivere,
nei limiti degli effetti positivi stimati per ciascun anno in
termini di indebitamento netto, le risorse derivanti dalle
economie connesse alle revoche di cui al comma 1, in
apposito fondo dello stato di previsione del Ministero dello
sviluppo economico ai fini del finanziamento delle iniziative di
cui al medesimo comma 1.

71. Art. 71

(Contrasto all’esclusione sociale negli spazi urbani)

1. L’articolo 1, comma 340, della legge 27 dicembre


2006, n. 296, è sostituito come segue:

107
“340. Al fine di contrastare i fenomeni di esclusione sociale
negli spazi urbani e favorire l’integrazione sociale e
culturale delle popolazioni abitanti in circoscrizioni o
quartieri delle città caratterizzati da degrado urbano e
sociale, sono istituite, con le modalità di cui al comma 342,
zone franche urbane con un numero di abitanti non
superiore a 30.000. Per le finalità di cui al periodo
precedente, è istituito nello stato di previsione del Ministero
dello sviluppo economico un apposito Fondo con una
dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008
e 2009, che provvede al finanziamento di programmi di
intervento, ai sensi del comma 342.”.

2. L’articolo 1, comma 341, della legge 27 dicembre


2006, n. 296, è sostituito come segue:
“341. Le piccole e microimprese, come individuate dalla
Raccomandazione n. 2003/361/CE del 6 maggio 2003, che
iniziano, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2008 e il
31 dicembre 2012, una nuova attività economica nelle
zone franche urbane individuate secondo le modalità di
cui al comma 342, possono fruire delle seguenti
agevolazioni, nei limiti delle risorse del Fondo di cui al
comma 340 a tal fine vincolate:
a) esenzione dalle imposte sui redditi per i primi
cinque periodi di imposta. Per i periodi d’imposta
successivi, l’esenzione è limitata, per i primi cinque, al 60
per cento, per il sesto e settimo al 40 per cento e per
l’ottavo e nono al 20 per cento;
b) esenzione dall’imposta regionale sulle attività
produttive, per i primi cinque periodi di imposta, fino a
concorrenza di euro 300.000, per ciascun periodo di
imposta, del valore della produzione netta;
c) esenzione dall’imposta comunale sugli
immobili, a decorrere dall’anno 2008 e fino all’anno 2012,
per i soli immobili siti nelle zone franche urbane dalle
stesse imprese posseduti ed utilizzati per l’esercizio delle
nuove attività economiche;
d) esonero dal versamento dei contributi sulle
retribuzioni da lavoro dipendente, per i primi cinque anni
di attività, nei limiti di un massimale di retribuzione
definito con decreto del Ministro del lavoro e della
previdenza sociale, solo in caso di contratti a tempo
indeterminato, o a tempo determinato di durata non
inferiore a dodici mesi, e a condizione che almeno il 30%
degli occupati risieda nel Sistema Locale di Lavoro in cui
ricade la zona franca urbana. Per gli anni successivi
l’esonero è limitato, per i primi cinque, al 60 per cento,
per il sesto e settimo al 40 per cento e per l’ottavo e nono
al 20 per cento.
341 bis. Le piccole e microimprese che hanno avviato la
propria attività in una ZFU antecedentemente al 1°

108
gennaio 2008, possono fruire delle agevolazioni di cui al
comma precedente, nel rispetto del Regolamento (CE) n.
1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006,
relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato
agli aiuti di importanza minore, pubblicato nella G.U.U.E.
del 28.12.2006 L379.
341 ter. Sono, in ogni caso, escluse dal regime
agevolativo le imprese operanti nei settori della
costruzione di automobili, della costruzione navale, della
fabbricazione di fibre tessili artificiali o sintetiche, della
siderurgia e del trasporto su strada.
341 quater. Con decreto del Ministro dell’economia e
delle finanze, da emanarsi entro trenta giorni dalla data di
entrata in vigore della presente legge, saranno determinati
le condizioni, i limiti e le modalità di applicazione delle
esenzioni fiscali di cui ai precedenti commi.”.
3. Il comma 342 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre
2006, n. 296, è sostituito come segue:
“342. Il Comitato interministeriale per la programmazione
economica (CIPE), su proposta del Ministro dello
sviluppo economico, provvede alla definizione dei criteri
per l'allocazione delle risorse e per la individuazione e la
selezione delle zone franche urbane, sulla base di
parametri socio-economici, rappresentativi dei fenomeni
di degrado di cui al comma 340. Provvede,
successivamente, su proposta del Ministro dello sviluppo
economico, alla perimetrazione delle singole zone franche
urbane ed alla concessione del finanziamento in favore dei
programmi di intervento di cui al comma 340. L’efficacia
delle disposizioni dei commi da 341 a 342 è subordinata,
ai sensi dell’articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo
della Comunità europea, all’autorizzazione della
Commissione europea.”.

CAPO XXV
MISSIONE 30 - GIOVANI E SPORT

72. Art. 72

(Promozione dello sport)

1. Al fine di promuovere il diritto di tutti allo sport, come


strumento per la formazione della persona e per la tutela della
salute, e per la costituzione e il funzionamento, presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Osservatorio
nazionale per l’impiantistica sportiva, è istituito, presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri, un fondo denominato
“Fondo per lo sport di cittadinanza”, al quale è assegnata la
somma di 20 milioni di euro per l'anno 2008, di 35 milioni di
euro per il 2009 e di 40 milioni di euro per il 2010.
2. Gli atti e i provvedimenti concernenti l’utilizzazione
109
sul territorio delle risorse del Fondo sono adottati dal Ministro
per le Politiche giovanili e le Attività sportive previa intesa in
sede di Conferenza Unificata di cui all’art. 8 del decreto
legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

3. Il Fondo per gli eventi sportivi di rilevanza internazionale,


istituto con l’articolo 1, comma 1291, della legge 27 dicembre
2006, n. 296, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri,
è incrementato di 10 milioni di euro per l’anno 2008.
4. Il contributo al Comitato Italiano Paralimpico di cui
all’articolo 1, comma 580, della legge 23 dicembre 2005 n.
266, è incrementato di 1 ulteriore milione di euro per gli anni
2008, 2009 e 2010.

73. Art. 73

(Agenzia nazionale per i giovani)

1. La dotazione organica del personale dell’Agenzia nazionale


per i giovani di cui all’art. 5 del decreto legge 27 dicembre
2006, n. 297, convertito in legge 23 febbraio 2007, n. 15, è
determinata in 45 unità di personale di ruolo, di cui tre
dirigenti di seconda fascia.

2. Nell’ambito delle procedure di autorizzazione


all’assunzione, mediante utilizzo dell’apposito fondo previsto
dall’art. 1, comma 527, della legge 27 dicembre 2006, n. 296,
è prioritariamente considerata l’immissione in servizio del
personale dell’Agenzia per i giovani.

3. Nelle more dell’espletamento delle procedure concorsuali


per l’assunzione di personale a tempo indeterminato
all’Agenzia per i giovani è consentito assumere, nel limite
massimo di 15 unità, personale a tempo determinato, con
contratti di durata non superiore a due anni non rinnovabili
previo l’effettivo svolgimento di procedure di mobilità, nonché
il ricorso al fuori ruolo o all’assegnazione temporanea di
personale secondo le modalità previste dall’art. 17, comma 14,
della legge 15 maggio 1997, n. 127
CAPO XXVI
MISSIONE 32 - SERVIZI ISTITUZIONALI E GENERALI
DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

74. Art. 74

(Razionalizzazione del sistema degli acquisti di beni e


servizi)

1. Le amministrazioni statali centrali e periferiche, ad


esclusione degli istituti e scuole di ogni ordine e grado, delle
istituzioni educative e delle istituzioni universitarie, inviano,

110
entro il 30 giugno di ciascun anno, al Ministero dell’economia
e delle finanze un prospetto contenente i dati relativi alla
previsione annuale dei propri fabbisogni di beni e servizi,
secondo le modalità ed i termini indicati con decreto del
Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il
Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica
amministrazione, da emanarsi entro novanta giorni dalla data
di entrata in vigore della presente legge.
2. Il Ministero dell’economia e delle finanze, avvalendosi
di Consip S.p.A., individua, sulla base delle informazioni di
cui al precedente comma elaborate attraverso l’utilizzo di
sistemi informativi integrati realizzati ai sensi dell’articolo 1,
comma 454, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, indicatori
di spesa sostenibili per il soddisfacimento dei fabbisogni
collegati funzionalmente alle attività da svolgere, tenendo
conto delle caratteristiche di consumo delle specifiche
categorie merceologie e dei parametri dimensionali della
singola amministrazione, nonché dei dati di consuntivo.
3. I responsabili degli uffici preposti agli acquisti di beni e
servizi delle amministrazioni indicate al precedente comma
trasmettono i relativi programmi di acquisto, entro il 30
giugno ed il 31 dicembre di ciascun anno, agli uffici preposti
al controllo di gestione, ai sensi del decreto legislativo 30
luglio 1999, n. 286.
4. Gli indicatori di cui al precedente comma 2 vengono
messi a disposizione delle amministrazioni di cui al comma 1,
anche attraverso la pubblicazione sui siti del Ministero
dell’economia e delle finanze e di Consip, quali utili strumenti
di supporto e modelli di comportamento secondo canoni di
efficienza, nell’attività di programmazione degli acquisti di
beni e servizi e nell’attività di controllo della stessa. Il sistema
delle autonomie locali può tener conto, nella propria attività di
programmazione, dei detti indicatori, ove ritenuti rispondenti
alle specifiche esigenze territoriali.
5. In relazione ai parametri di prezzo-qualità di cui al
comma 3 dell’articolo 26 della legge 23 dicembre 1999, n.
488, il Ministero dell’economia e delle finanze, attraverso
Consip S.p.A., entro tre mesi dall’entrata in vigore della
presente legge, predispone e mette a disposizione delle
amministrazioni pubbliche gli strumenti di supporto per la
valutazione della comparabilità del bene e del servizio e per
l’utilizzo dei detti parametri, anche con indicazione di una
misura minima e massima degli stessi.
6. Gli uffici preposti al controllo di gestione di ciascuna
amministrazione pubblica effettuano la verifica
dell’osservanza dei parametri di cui al comma 3 dell’articolo
26 della legge 23 dicembre 1999, n. 488 tenendo conto degli
strumenti di cui al precedente comma.
7. Gli acquisti di beni e servizi attraverso le convenzioni
stipulate dalle centrali di acquisto costituite dalle regioni, ai
sensi dell’articolo 1, comma 455 della legge 27 dicembre

111
2006, n. 296 e dalle strutture territoriali preposte a programmi
di centralizzazione degli acquisti, sono effettuati osservando i
parametri di prezzo-qualità delle convenzioni stipulate da
Consip ai sensi dell’articolo 26 delle legge 23 dicembre 1999,
n. 488, come limiti massimi nel caso di beni e servizi
comparabili, ai sensi del comma 3 del detto articolo 26.
8. Per raggiungere gli obiettivi di contenimento e di
razionalizzazione della spesa pubblica ed ai fini del concorso
delle regioni e delle autonomie locali al rispetto del patto di
stabilità interno, fermo quanto previsto dagli articoli 26 della
legge 23 dicembre 1999, n. 488 e 58 della legge 23 dicembre
2000, n. 388 e dall’articolo 1, comma 449 della legge 27
dicembre 2006, n. 296, i soggetti aggiudicatori di cui
all’articolo 3, comma 25 del decreto legislativo 12 aprile 2006
n. 163 possono ricorrere per l’acquisto di beni e servizi alle
convenzioni stipulate da Consip ai sensi dell’articolo 26 della
legge 23 dicembre 1999, n. 448, nel rispetto dei principi di
tutela della concorrenza.
9. Le dotazioni delle unità previsionali di base degli stati di
previsione dei Ministeri, concernenti spese per consumi
intermedi, non aventi natura obbligatoria, sono rideterminate
in maniera lineare in misura tale da realizzare
complessivamente una riduzione di 500 milioni di euro per
l’anno 2008, 700 milioni di euro per l’anno 2009 e 900
milioni di euro a decorrere dal 2010. Dalla predetta riduzione
sono esclusi i fondi di cui all’art. 1, comma 601, della legge
27 dicembre 2006, n. 296.

75. Art. 75

(Razionalizzazione degli acquisti tramite il sistema a rete


delle centrali regionali)

1. L’articolo 1, comma 457 della legge 27 dicembre 2006, n.


296 è sostituito dal seguente testo:
“457. Al fine di estendere gli effetti dei programmi di
razionalizzazione della spesa pubblica, le centrali regionali, le
strutture territoriali preposte a programmi di centralizzazione
degli acquisti e la CONSIP S.p.A. costituiscono un sistema a
rete ai sensi degli articoli 72 e seguenti del decreto legislativo
7 marzo 2005, n. 82 che opera attraverso: forme di
complementarietà dei processi di razionalizzazione della
spesa, anche con riferimento alla tipologia dei fabbisogni ed
alle categorie merceologiche; criteri di interoperabilità delle
piattaforme e delle infrastrutture tecnologiche per l'acquisto di
beni e servizi, tenendo conto dei canoni di efficienza
nell’utilizzo delle risorse finanziarie; trasferimento e
condivisione di metodologie ed esperienze; monitoraggio del
raggiungimento dei risultati”.
2. All’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, dopo il

112
comma 457 è inserito il seguente comma 457 bis:
“457 bis. Nel quadro del patto di stabilità interno, la
Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e
le province autonome di Trento e di Bolzano approva
annualmente, entro il 31 ottobre di ogni anno, i programmi
per la realizzazione delle finalità di cui al precedente comma
457 e per lo sviluppo del sistema a rete. Dall'attuazione del
comma 457 e del presente comma non devono derivare nuovi
o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
3. E’ abrogato l’articolo 1, comma 456 della legge 27
dicembre 2006, n. 296.

76. Art. 76

(Contenimento dei costi delle amministrazioni pubbliche: auto


di servizio, corrispondenza postale, telefonia, immobili)

1. A decorrere dall'anno 2008 la cilindrata media delle


autovetture di servizio assegnate in uso esclusivo e non
esclusivo nell'ambito delle magistrature e di ciascuna
amministrazione civile dello Stato non può superare i 1600
centimetri cubici, escludendo dal computo le autovetture
utilizzate dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco e per i
servizi istituzionali di tutela dell'ordine, della sicurezza
pubblica e della protezione civile.

2. Il CNIPA effettua, anche a campione, azioni di


monitoraggio e verifica del rispetto delle disposizioni di cui
all’articolo 47 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e
successive modificazioni, nonché delle disposizioni in materia
di posta elettronica certificata. Il mancato adeguamento alle
predette disposizioni in misura superiore al cinquanta per
cento del totale della corrispondenza inviata, certificato dal
CNIPA, comporta, per le pubbliche amministrazioni dello
Stato, comprese le aziende ed amministrazioni dello Stato ad
ordinamento autonomo, e per gli enti pubblici non economici
nazionali, la riduzione, nell’esercizio finanziario successivo,
del trenta per cento delle risorse stanziate nell’anno in corso
per spese di invio della corrispondenza cartacea.
3. Con decreto del Ministro per le riforme e le
innovazioni, di concerto con il Ministro dell’economia e delle
finanze e con il Ministro delle comunicazioni, da adottare
entro due mesi dall’entrata in vigore della presente legge,
sono stabilite le modalità attuative del presente articolo.
4. All’articolo 78 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n.
82, sono aggiunti, in fine, i seguenti commi:
“2-bis. Le pubbliche amministrazioni centrali sono tenute, a
decorrere dal 1° gennaio 2008 e comunque a partire dalla
scadenza dei contratti relativi ai servizi di fonia in corso alla
data predetta, ad utilizzare i servizi “Voce tramite protocollo

113
internet” (VoIP) previsti dal sistema pubblico di connettività
o da analoghe convenzioni stipulate da Consip ovvero a
livello territoriale.
2-ter. Il CNIPA effettua azioni di monitoraggio e verifica
del rispetto delle disposizioni di cui al comma 2-bis.
2-quater. Il mancato adeguamento alle disposizioni di cui al
comma 2-bis comporta la riduzione, nell’esercizio
finanziario successivo, del trenta per cento delle risorse
stanziate nell’anno in corso per spese di telefonia.”.
5. Con decreto del Ministro per le riforme e le
innovazioni, di concerto con il Ministro dell’economia
e delle finanze e con il Ministro delle comunicazioni,
da adottare entro due mesi dall’entrata in vigore della
presente legge, sono stabilite le modalità attuative dei
commi 2-bis, 2-ter e 2-quater dell’articolo 78 del
decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, come introdotti
dal comma i del presente articolo.
6. In relazione a quanto previsto dai commi 4 e 5, le
dotazioni delle unità previsionali di base degli stati di
previsione dei Ministeri, concernenti spese postali e
telefoniche, sono rideterminate in maniera lineare in
misura tale da realizzare complessivamente una
riduzione di 7 milioni di euro per l’anno 2008, 12
milioni di euro per l’anno 2009 e 14 milioni di euro a
decorrere dal 2010. Le altre pubbliche Amministrazioni
dovranno altresì adottare misure di contenimento delle
suddette spese al fine di realizzare risparmi in termini
di indebitamento netto non inferiori a 18 milioni di
euro per l’anno 2008, a 128 milioni di euro per l’anno
2009 ed a 272 milioni di euro per l’anno 2010. Al fine
di garantire l’effettivo conseguimento di tali obiettivi di
risparmio, in caso di accertamento di minori economie,
si provvede alle corrispondenti riduzioni dei
trasferimenti statali nei confronti delle pubbliche
amministrazioni inadempienti..
7. Ai fini del contenimento delle spese di funzionamento
delle proprie strutture, le amministrazioni pubbliche di
cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30
marzo 2001, n. 165 adottano piani triennali per
l’individuazione di misure finalizzate alla
razionalizzazione dell’utilizzo:
a) delle dotazioni strumentali, anche informatiche,
che corredano le stazioni di lavoro
nell’automazione d’ufficio;
b) delle autovetture di servizio, attraverso il ricorso,
previa verifica di fattibilità, a mezzi alternativi di
trasporto, anche cumulativo;
c) dei beni immobili ad uso abitativo o di servizio, con
esclusione dei beni infrastrutturali.

114
8. Nei piani di cui alla lettera a) del comma 7 sono altresì
indicate le misure dirette a circoscrivere l’assegnazione di
apparecchiature di telefonia mobile ai soli casi in cui il
personale debba assicurare, per esigenze di servizio, di
pronta e costante reperibilità e limitatamente al periodo
necessario allo svolgimento delle particolari attività che ne
richiedono l’uso, individuando, nel rispetto della normativa
sulla tutela della riservatezza dei dati personali, forme di
verifica, anche a campione, circa il corretto utilizzo delle
relative utenze.

9. Qualora gli interventi di cui al presente articolo


implichino la dismissione di dotazioni strumentali, il piano è
corredato della documentazione necessaria a dimostrare la
congruenza dell’operazione in termini di costi e benefici.
10. A consuntivo annuale, le amministrazioni trasmettono
una relazione agli organi di controllo interno e alla Sezione
regionale della Corte dei Conti competente.
11. I piani triennali di cui al presente articolo sono resi
pubblici con le modalità previste dall’articolo 11 del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e dall’articolo 54 del decreto
legislativo 7 marzo 2005, n. 82.
12. Le amministrazioni di cui al comma 7, sulla base di criteri
e modalità definiti con decreto del Presidente del consiglio dei
ministri da adottare, sentita l’Agenzia del Demanio, entro
novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge,
all’esito della ricognizione propedeutica alla adozione dei
piani triennali di cui alla lettera c) del comma 7, provvedono a
comunicare al Ministero dell’Economia e delle Finanze i dati
relativi a:
a) i beni immobili ad uso abitativo o di servizio, con
esclusione dei beni infrastrutturali, sui quali vantino a
qualunque titolo diritti reali, distinguendoli in base al
relativo titolo, determinandone la consistenza
complessiva ed indicando gli eventuali proventi
annualmente ritratti dalla cessione in locazione o in
ogni caso dalla costituzione in relazione agli stessi di
diritti in favore di terzi;
b) i beni immobili ad uso abitativo o di servizio, con
esclusione dei beni infrastrutturali, dei quali abbiano a
qualunque titolo la disponibilità, distinguendoli in base
al relativo titolo e determinandone la consistenza
complessiva, nonché quantificando gli oneri annui
complessivamente sostenuti a qualunque titolo per
assicurarne la disponibilità.
13. Le regioni, le province autonome e gli enti del Servizio
sanitario nazionale, entro novanta giorni dall’entrata in vigore
della presente legge, adottano, secondo i propri ordinamenti,
gli atti di rispettiva competenza al fine di attuare i principi
fondamentali di coordinamento della finanza pubblica
desumibili dal presente articolo.

115
14. All’articolo 4, comma 2, del decreto legislativo 12
febbraio 1993, n. 39, la parola: “quattro” è sostituita dalla
seguente: “due”.
15. Fino al 2 agosto 2009 l’organo collegiale di cui all’articolo
4, comma 2, del decreto legislativo n. 39 del 1993 è costituito
dal Presidente e da tre membri fino alla predetta data, ai fini
delle deliberazioni, in caso di parità di voti, prevale quello del
Presidente.

77. Art. 77

(Contenimento dei costi della giustizia militare)

1. Ai fini del contenimento della spesa e della


razionalizzazione dell’ordinamento giudiziario militare, a far
data dal 1° maggio 2008:
a) sono soppressi i tribunali militari e le procure militari della
Repubblica di Torino, La Spezia, Padova, Cagliari, Bari e
Palermo. Contestualmente: il tribunale militare e la procura
militare di Verona assumono la competenza territoriale
relativa alle regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria,
Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia
Giulia, Emilia Romagna; il tribunale militare e la procura
militare di Roma assumono la competenza territoriale
relativa alle regioni Toscana, Umbria, Marche, Lazio,
Abruzzo e Sardegna; il tribunale militare e la procura
militare di Napoli assumono la competenza territoriale
relativa alle regioni Molise, Campania, Puglia, Basilicata,
Calabria e Sicilia;
b) sono soppresse le sezioni distaccate di Verona e Napoli
della corte militare di appello e i relativi uffici della
procura generale militare della Repubblica;
c) il ruolo organico dei magistrati militari è fissato in
cinquantotto unità.

2. Per le stesse finalità di cui al comma 1, a decorrere dalle


prime elezioni per il rinnovo del Consiglio della
magistratura militare che si terranno dopo l’entrata in
vigore della presente legge, i componenti del Consiglio
previsti all’articolo 1, comma 1, lettere c) e d), della legge
30 dicembre 1988, n. 561, sono ridotti, rispettivamente, da
cinque a tre, di cui almeno uno con funzioni di cassazione
o di appello, e da due a uno, che assume le funzioni di vice
presidente del Consiglio. Con decreto del Presidente della
Repubblica è conseguentemente rideterminata la dotazione
organica dell’ufficio di segreteria del Consiglio della
magistratura militare, in riduzione rispetto a quella attuale.

3. I procedimenti pendenti al 1° maggio 2008 presso gli uffici


giudiziari militari soppressi sono trattati dal tribunale militare
o dalla corte militare d’appello che ne assorbe la competenza,

116
senza avviso alle parti. L’udienza fissata in data successiva alla
soppressione degli uffici giudiziari di cui al comma 1, si
intende fissata davanti al tribunale o alla corte militare
d’appello che ne assorbe la competenza, senza nuovo avviso
alle parti.

4. In relazione a quanto previsto al comma 1, entro centottanta


giorni dall’entrata in vigore della presente legge:
a) il ruolo organico della magistratura ordinaria è
rideterminato in 10.154 unità;
b) il numero di magistrati militari eccedenti la nuova
dotazione organica di cui al comma 1 transita in
magistratura ordinaria secondo le seguenti modalità e
criteri: nell’ordine di scelta per il transito viene seguito
l’ordine di ruolo organico mediante interpello di tutti
magistrati militari; i magistrati militari che transitano in
magistratura ordinaria hanno diritto ad essere assegnati ad
un ufficio giudiziario nella stessa sede di servizio, ovvero
ad altro ufficio giudiziario ubicato in una delle città sede di
corte d’appello, con conservazione dell’anzianità e della
qualifica maturata, nonché delle funzioni corrispondenti a
quelle svolte in precedenza, con esclusione di quelle
direttive e semi-direttive eventualmente ricoperte;
nell’ambito del procedimento di trasferimento a domanda
dei magistrati militari viene data precedenza ai magistrati
militari in servizio presso gli uffici giudiziari soppressi con
la presente legge; qualora a conclusione del procedimento
di trasferimento a domanda permangano esuberi di
magistrati rispetto all’organico previsto al comma 1, lettera
c), i trasferimenti sono disposti d’ufficio partendo
dall’ultima posizione di ruolo organico e trasferendo
prioritariamente i magistrati militari in servizio presso gli
uffici giudiziari soppressi; i suddetti trasferimenti, sia a
domanda sia d’ufficio, sono disposti con decreto
interministeriale del Ministro della difesa e del Ministro
della giustizia, previa conforme deliberazione del
Consiglio della magistratura militare e del Consiglio
superiore della magistratura; i trasferimenti dei magistrati
componenti del Consiglio della magistratura militare
hanno esecuzione dalla cessazione del mandato in corso
del Consiglio stesso;
c) sono rideterminate le piante organiche degli uffici
giudiziari militari per effetto della soppressione degli uffici
operata al comma 1, tenuto conto della equiparazione di
funzioni tra i magistrati militari e i magistrati ordinari e, in
prima applicazione delle nuove piante organiche, è
possibile provvedere al trasferimento d’ufficio, anche con
assegnazione a diverse funzioni, dei magistrati non
interessati al trasferimento nei ruoli del Ministero della
giustizia, comunque in esubero rispetto alle nuove piante
organiche dei singoli uffici;

117
d) con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con i
ministri della difesa e dell’economia e delle finanze viene
individuato un numero di dirigenti e di personale delle
cancellerie e segreterie giudiziarie militari non superiore a
quello corrispondente alle dotazioni organiche degli uffici
giudiziari militari soppressi ai sensi del comma 1 che
transita nei ruoli del Ministero della giustizia con
contestuale riduzione del ruolo del Ministero della difesa e
vengono definiti criteri e modalità dei relativi trasferimenti
nel rispetto delle disposizioni legislative e contrattuali
vigenti. Ove necessario e subordinatamente
all’esperimento di mobilità di tipo volontario i
trasferimenti possono essere disposti d’ufficio.

5. Alla legge 7 maggio 1981, n. 180, sono apportate le seguenti


modificazioni:
a) all’articolo 5, il comma 1 è sostituito dal seguente: “1.
L’ufficio autonomo del pubblico ministero militare presso la
Corte di cassazione è composto dal procuratore generale
militare della Repubblica e da un sostituto procuratore
generale militare.”;
b) l’articolo 11 è abrogato.

6. All’articolo 1, della legge n. 561 del 1988 sono apportate le


seguenti modificazioni:
a) al comma 1, lettera d), sono soppresse le parole: “uno di
essi è eletto dal Consiglio vice presidente”;
b) al comma 2, primo periodo, è soppressa la parola: “eletto”;
c) al comma 4, le parole “sei componenti, di cui tre elettivi”
sono sostituite dalle seguenti: “quattro componenti, di cui
due elettivi”.

7. Il termine di centottanta giorni di cui all’articolo 5, comma


3, della legge 30 luglio 2007, n. 111, decorre per la
magistratura militare dalla rideterminazione delle piante
organiche di cui al comma 3, lettera c), del presente articolo.

8. Dall’ applicazione delle disposizioni di cui ai commi


precedenti non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del
bilancio dello Stato. Il Ministro dell’economia e delle finanze
è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le variazioni
necessarie in diminuzione sugli stanziamenti del Ministero
della difesa, in relazione al decremento degli organici di
magistrati e di personale amministrativo, e in aumento sui
corrispondenti stanziamenti del Ministero della giustizia, in
relazione all’incremento degli organici.
78.
Art. 78

(Divieto di estensione del giudicato)

118
1. Per il triennio 2008-2010 è fatto divieto a tutte le
amministrazioni pubbliche di cui agli articoli 1, comma 2, e
70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, e
successive modificazioni, di adottare provvedimenti per
l’estensione di decisioni giurisdizionali aventi forza di
giudicato, o comunque divenute esecutive, in materia di
personale delle amministrazioni pubbliche.

79. Art. 79

(Disposizioni di carattere generale di contenimento e


razionalizzazione delle spese)

1. A decorrere dall’anno 2008, non si dà luogo alle iscrizioni


di stanziamenti negli stati di previsione dei Ministeri in
correlazione a versamenti di somme all’entrata del bilancio
dello Stato autorizzate dai provvedimenti legislativi di cui
all’elenco N. 1, allegato alla presente legge, ad eccezione
degli stanziamenti destinati a finanziare le spese della
categoria 1 “redditi da lavoro dipendente”.
2. In relazione a quanto disposto dal comma 1, negli stati di
previsione dei Ministeri di cui al medesimo comma sono
istituiti appositi fondi da ripartire, con decreti del Ministro
competente, nel rispetto delle finalità stabilite dalle stesse
disposizioni legislative.
3. A decorrere dall’anno 2008, la dotazione dei fondi di cui al
comma 2, viene determinata nella misura del 50% dei
versamenti riassegnabili nell’anno 2006 ai pertinenti capitoli
dell’entrata del Bilancio dello Stato . L’utilizzazione dei fondi
è effettuata dal Ministro competente d’intesa con il Ministro
dell’economia e delle finanze in considerazione
dell’andamento delle entrate versate. La dotazione dei fondi
viene annualmente rideterminata in base all’andamento dei
versamenti riassegnabili effettuati entro il 31 dicembre dei due
esercizi precedenti in modo da assicurare in ciascun anno un
risparmio in termini di indebitamento pari a 300 milioni di
euro.
4. A decorrere dall’anno 2008, le spese annue di
manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili
utilizzati dalle Amministrazioni centrali e periferiche dello
Stato non possono superare la misura del 3 per cento del
valore dell’immobile utilizzato. Detto limite di spesa è ridotto
all’1 per cento nel caso di esecuzione di interventi di sola
manutenzione ordinaria. Per gli immobili in locazione
passiva, è ammessa la sola manutenzione ordinaria nella
misura massima dell’1 per cento del valore dell’immobile
utilizzato. Dall’attuazione del presente articolo devono
conseguire economie di spesa, in termini di indebitamento
netto, non inferiori a 400 milioni per l’anno 2008, 415 milioni
per l’anno 2009 e 425 milioni a decorrere dall’anno 2010.
5. Le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria di cui al

119
comma 4 devono essere effettuate esclusivamente con
imputazione a specifico capitolo, anche di nuova istituzione,
appositamente denominato, rispettivamente di parte corrente e
di conto capitale, iscritto nella pertinente unità previsionale di
base delle Amministrazione in cui confluiscono tutti gli
stanziamenti destinati alle predette finalità. Il Ministro
competente è autorizzato, a tal fine, ad effettuare le occorrenti
variazioni di bilancio.
6. L’Agenzia del demanio entro il mese di febbraio 2008
provvede a determinare il valore degli immobili a cui devono
fare riferimento le Amministrazioni ai fini dell’applicazione
del comma 4 e a renderlo pubblico anche mediante
inserimento in apposita pagina del sito web dell’Agenzia
stessa.
7. Il Ministro competente può richiedere una deroga ai limiti
di cui al comma 4 al Ministro dell’economia e delle finanze in
caso di sopravvenute ed eccezionali esigenze.
8. La presente norma non si applica agli immobili trasferiti ai
fondi immobiliari costituiti ai sensi dell’art. 9 decreto-legge
25 settembre 2001, n. 351, convertito, con modificazioni,
dalla legge 23 novembre 2001, n. 410.
9. A decorrere dall’anno 2008 gli enti ed organismi pubblici
inseriti nel conto economico consolidato della P.A. individuati
dall’ISTAT ai sensi dell’art. 1, comma 5, della legge 30
dicembre 2004, n. 311, con esclusione degli enti territoriali e
locali e degli enti da essi vigilati, delle Aziende sanitarie ed
ospedaliere, degli Istituti di ricovero e cura a carattere
scientifico, si adeguano ai princìpi di cui al presente articolo
riducendo le proprie spese di manutenzione ordinaria e
straordinaria in modo tale da rispettare i limiti previsti nel
presente articolo. L’eventuale differenza tra l’importo delle
predette spese relative all’anno 2007 e l’importo delle stesse,
rideterminato a partire dal 2008 secondo i criteri del presente
articolo è versato annualmente all’entrata del bilancio dello
Stato entro il 30 giugno. Gli organi interni di revisione e di
controllo vigilano sull’applicazione del presente comma.
10. Il comma 2 dell’art. 22 del decreto legge 4 luglio 2006, n.
223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006
n. 248, è abrogato.
11. Il comma 7 dell’articolo 1 della legge 23 dicembre 2005,
n. 266, è abrogato.
80. Art. 80

(Regolamenti di organizzazione)

1. All’esito della riorganizzazione di cui all’articolo 1, comma


404, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, mediante
l’emanazione dei regolamenti ivi previsti, per l’organizzazione
dei Ministeri si applicano le disposizioni dell’articolo 4 del
decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300.

120
81. Art. 81

(Contenimento degli Uffici di diretta collaborazione)

1. All’articolo 4, comma 4, del decreto legislativo 30


marzo 2001, n. 165 è aggiunto, in fine, il seguente periodo:
“A tali amministrazioni è fatto divieto di istituire uffici di
diretta collaborazione, posti alle dirette dipendenze
dell’organo di vertice dell’ente”.
2. Alla scadenza del rispettivo incarico i vertici degli
uffici di diretta collaborazione istituiti alla data di entrata in
vigore della presente legge presso le amministrazioni di cui
all’articolo 4, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo
2001, n. 165, decadono e il personale appartenente ai ruoli
della pubblica amministrazione, compresi i dirigenti, è
riassegnato secondo le procedure ordinarie.

82.
Art. 82
(Soppressione e razionalizzazione degli enti pubblici statali)

1. Al fine di conseguire gli obiettivi di stabilità e crescita, di


ridurre il complesso della spesa di funzionamento delle
amministrazioni pubbliche, di incrementare l'efficienza e di
migliorare la qualità dei servizi, con uno o più regolamenti, da
emanare, entro il termine di centottanta giorni dalla data di
entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell’articolo 17,
comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del
Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica
amministrazione e del Ministro per l’attuazione del
programma di governo, di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze e con il Ministro o i Ministri
interessati, sentite le organizzazioni sindacali in relazione alla
destinazione del personale, sono riordinati, trasformati o
soppressi e messi in liquidazione, enti ed organismi pubblici
statali, nonché strutture amministrative pubbliche statali, nel
rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:

a) fusione di enti, organismi e strutture pubbliche comunque


denominate che svolgono attività analoghe o complementari,
con conseguente riduzione della spesa complessiva e
corrispondente riduzione del contributo statale di
funzionamento;

b) trasformazione degli enti ed organismi pubblici che non


svolgono funzioni e servizi di rilevante interesse pubblico in
soggetti di diritto privato ovvero soppressione e messa in
liquidazione degli stessi secondo le modalità previste dalla
legge 4 dicembre 1956, n. 1404, e successive modificazioni,
fermo restando quanto previsto dalla lettera e) del presente

121
comma, nonché dall'articolo 9, comma 1-bis, lettera c), del
decreto legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito, con
modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n. 112;

c) fusione, trasformazione o soppressione degli enti che


svolgono attività in materie devolute alla competenza
legislativa regionale ovvero attività relative a funzioni
amministrative conferite alle regioni o agli enti locali;

d) razionalizzazione degli organi di indirizzo amministrativo,


di gestione e consultivi e riduzione del numero dei
componenti degli organi collegiali almeno del trenta per
cento, con salvezza della funzionalità dei predetti organi;

e) previsione che, per gli enti soppressi e messi in


liquidazione, lo Stato risponde delle passività nei limiti
dell'attivo della singola liquidazione in conformità alle norme
sulla liquidazione coatta amministrativa;

f) abrogazione delle disposizioni legislative che prescrivono il


finanziamento, diretto o indiretto, a carico del bilancio dello
Stato o di altre amministrazioni pubbliche, degli enti ed
organismi pubblici soppressi e posti in liquidazione o
trasformati in soggetti di diritto privato ai sensi della lettera
b);

g) trasferimento, all’amministrazione che riveste preminente


competenza nella materia, delle funzioni di enti, organismi e
strutture soppressi.

2. Gli schemi dei regolamento di cui al comma 1 sono


trasmessi al Parlamento per l'acquisizione del parere della
Commissione di cui all’articolo 14, comma 19, della legge 25
novembre 2005, n. 246. Il parere è espresso entro trenta giorni
dalla data di trasmissione degli schemi di decreto, salva la
richiesta di proroga ai sensi del comma 23 del medesimo
articolo 14. Trascorso tale termine, eventualmente prorogato, il
parere si intende espresso favorevolmente.

3. Tutti gli enti, organismi e strutture compresi nell’elenco di


cui all’allegato A, che non sono oggetto dei regolamenti di cui
al comma 1, sono soppressi a far data dalla scadenza del
termine di cui al medesimo comma 1. Con regolamento
adottato ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23
agosto 1988, n. 400, con le procedure di cui ai commi 1 e 2, è
stabilita l’attribuzione delle funzioni degli enti soppressi che
debbono essere mantenute all’amministrazione che riveste
primaria competenza nella materia, ed è disciplinata la
destinazione delle risorse finanziarie, strumentali e di
personale degli enti soppressi.

122
4. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da
adottarsi entro sei mesi dalla scadenza dei termini per
l’emanazione dei regolamenti ai sensi del comma 1, su
proposta del Ministro per le riforme e le innovazioni nella
pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro
dell’economia e delle finanze e con i Ministri interessati, è
disciplinata la destinazione delle risorse finanziarie,
strumentali e di personale degli enti soppressi ai sensi dello
stesso comma 1.

5. Sugli schemi di decreto di cui al comma 4 è acquisito il


parere delle competenti Commissioni parlamentari, che sono
espressi entro trenta giorni dalla data di trasmissione.
Trascorso tale termine, i decreti possono comunque essere
adottati.

6. Tutti gli atti connessi alle operazioni di trasformazione non


rilevano ai fini fiscali.

7. A decorrere dal 1° gennaio 2008, è abrogato l’articolo 28


della legge 28 dicembre 2001, n. 448, e successive
modificazioni, ad eccezione dei commi 7, 9, 10 e 11. Sono
comunque fatti salvi i regolamenti emanati in applicazione del
citato articolo 28.

8. A decorrere dalla data di cui al comma 7, dall’attuazione del


presente articolo deve derivare il miglioramento
dell’indebitamento netto di cui all’articolo 1, comma 483, della
legge 27 dicembre 2006, n. 296, tenuto conto anche degli
effetti in termini di risparmio di spesa derivanti dai
regolamenti emanati in applicazione dell’articolo 28 della
legge 28 dicembre 2001, n. 448. In caso di accertamento di
minori economie, rispetto ai predetti obiettivi di miglioramento
dell’indebitamento netto, si applica il comma 621, lett. a),
dell’articolo 1 della citata legge n. 296/2006.

83. Art. 83

(Riduzione del costo degli immobili in uso alle


Amministrazioni statali)

1. All’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 sono


apportate le seguenti modificazioni;
a) il comma 204 è sostituito dal seguente: «204. Al fine di
razionalizzare gli spazi complessivi per l'utilizzo degli
immobili in uso governativo e di ridurre la spesa relativa agli
immobili condotti in locazione dallo Stato, il Ministro
dell'economia e delle finanze, con propri decreti, determina i
piani di razionalizzazione degli spazi e di riduzione della
spesa, anche differenziandoli per ambiti territoriali e per

123
patrimonio utilizzato, elaborati per il triennio 2008-2010
d’intesa tra l’Agenzia del Demanio e le amministrazioni
centrali e periferiche, usuarie e conduttrici. Tali piani sono
finalizzati a conseguire una riduzione complessiva non
inferiore al 10% del valore dei canoni per locazioni passive e
del costo d’uso equivalente degli immobili utilizzati per l’anno
2008 e ulteriori riduzioni non inferiori al 7% e 6% per gli anni
successivi.»;
b) il comma 206 è sostituito dal seguente: «206. In sede di
prima applicazione, il costo d’uso dei singoli immobili di
proprietà statale in uso alle Amministrazioni dello Stato è
determinato in misura pari al 50% del valore corrente di
mercato, secondo i parametri di comune commercio forniti
dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare, praticati nella zona
per analoghe attività; a decorrere dal 2009, tale percentuale è
incrementata annualmente di un ulteriore 10% fino al
raggiungimento del 100% del valore corrente di mercato»;
c) al comma 207 la parola «possono» è sostituita da:
«devono»;
d) al comma 208 le parole «nell’atto di indirizzo di cui» sono
soppresse.
2. Dall’attuazione del presente articolo devono conseguire
economie di spesa, in termini di indebitamento netto, non
inferiori a 140 milioni per l’anno 2008, 80 milioni per l’anno
2009 e 70 milioni a decorrere dall’anno 2010.

CAPO XXVII
MISSIONE 33 - FONDI DA RIPARTIRE
84. Art. 84

(8 per mille e 5 per mille)

1. L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 47, secondo


comma, della legge 20 maggio 1985, n. 222, e successive
modificazioni, relativamente alla quota destinata allo Stato
dell’otto per mille dell’imposta sul reddito delle persone
fisiche (IRPEF), è incrementata di 60 milioni di euro per
l’anno 2008.
2. Al comma 1237 dell’art. 1, della legge 27 dicembre 2006, n.
296, le parole “250 milioni di euro” sono sostituite dalle
seguenti: “400 milioni di euro”.
CAPO XXVIII
DISPOSIZIONI DI CONTENIMENTO E
RAZIONALIZZAZIONE DELLE SPESE VALIDE PER
TUTTE LE MISSIONI

85. Art. 85

(Riduzione dei componenti degli organi societari delle società

124
in mano pubblica e pubblicità delle consulenze delle
amministrazioni pubbliche)

1. Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 1, commi 459, 460,


461, 462 e 463 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le
amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, che detengono,
direttamente o indirettamente, il controllo di società, ai sensi
dell’articolo 2359, primo comma, n. 1) e 2) del codice civile,
promuovono entro novanta giorni dall’entrata in vigore della
presente legge, nelle forme previste dalla vigente normativa,
anche attraverso atti di indirizzo, iniziative volte a:

a) ridurre il numero dei componenti degli organi


societari a cinque, se composti attualmente da più di
cinque membri e a sette, se attualmente composti da più di
sette membri;

b) prevedere, per i consigli di amministrazione o di


gestione costituiti da tre componenti, che al presidente
siano attribuite, senza alcun compenso aggiuntivo, anche
le funzioni di amministratore delegato;

c) sopprimere la carica di vice presidente,


eventualmente contemplata dagli statuti, ovvero prevedere
che la carica stessa sia mantenuta esclusivamente quale
modalità di individuazione del sostituto del presidente in
caso di assenza o di impedimento, senza titolo a compensi
aggiuntivi;

d) eliminare la previsione di gettoni di presenza per i


componenti degli organi societari, ove esistenti, nonché a
limitare la costituzione di comitati con funzioni consultive
o di proposta ai casi strettamente necessari.

2. Le modifiche statutarie hanno effetto a decorrere dal primo


rinnovo degli organi societari successivo alle modifiche stesse.

3. Nelle società di cui al comma 1 in cui le amministrazioni di


cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo
2001, n. 165, detengono il controllo indiretto non è consentito
nominare, nei consigli di amministrazione o di gestione,
amministratori della società controllante, a meno che non siano
attribuite ai medesimi deleghe gestionali a carattere
permanente e continuativo ovvero che la nomina risponda
all’esigenza di rendere disponibili alla società controllata
particolari e comprovate competenze tecniche degli
amministratori della società controllante. Nei casi di cui al
presente comma gli emolumenti rivenienti dalla partecipazione
agli organi della società controllata sono comunque riversati

125
alla società controllante.

4. Le società di cui al presente articolo adottano, per la


fornitura di beni e servizi, parametri di qualità e di prezzo
rapportati a quelli messi a disposizione delle pubbliche
amministrazioni dalla Consip, motivando espressamente le
ragioni dell’eventuale scostamento da tali parametri, con
particolare riguardo ai casi in cui le società stesse siano
soggette alla normativa comunitaria sugli appalti pubblici.

5. Le disposizioni del presente articolo non si applicano alle


società quotate in mercati regolamentati, nonché, relativamente
al comma 1, lettera b), alle società di cui all’articolo 1, commi
459 e 461, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

6. Ai fini di quanto disciplinato dal presente articolo, alle


società di cui all’articolo 1, comma 729, della legge 27
dicembre 2006, n. 296 continuano ad applicarsi le disposizioni
del predetto comma 729, nonché le altre ad esse relative
contenute nella medesima legge n. 296 del 2006.

7. I contratti relativi a rapporti di consulenza con le pubbliche


amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165 sono efficaci a decorrere
dalla data di pubblicazione del nominativo del consulente,
dell’oggetto dell’incarico e del relativo compenso sul sito
istituzionale dell’amministrazione stipulante.
86. Art. 86

(Disposizioni in materia di arbitrato


per le pubbliche amministrazioni, gli enti pubblici economici e
le società pubbliche)

1. E’ fatto divieto alle pubbliche amministrazioni di cui


all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001,
n. 165, di inserire clausole compromissorie in tutti i loro
contratti aventi ad oggetto lavori, forniture e servizi ovvero,
relativamente ai medesimi contratti, di sottoscrivere
compromessi. Le clausole compromissorie ovvero i
compromessi comunque sottoscritti sono nulli e la loro
sottoscrizione costituisce illecito disciplinare e determina
responsabilità erariale per i responsabili dei relativi
procedimenti.
2. Le disposizioni di cui al comma 1 si estendono alle
società interamente possedute ovvero partecipate dalle
pubbliche amministrazioni di cui al medesimo comma, nonché
agli enti pubblici economici ed alle società interamente
possedute ovvero partecipate da questi ultimi.
3. Relativamente ai contratti aventi ad oggetto lavori,
forniture e servizi già sottoscritti dalle amministrazioni alla
data di entrata in vigore del presente articolo e per le cui

126
controversie i relativi collegi arbitrali non si sono ancora
costituiti alla data del 30 settembre 2007, è fatto obbligo ai
soggetti di cui ai commi 1 e 2 di declinare la competenza
arbitrale, ove tale facoltà sia prevista nelle clausole arbitrali
inserite nei predetti contratti, e dalla data della relativa
comunicazione opera esclusivamente la giurisdizione
ordinaria. I collegi arbitrali eventualmente costituiti
successivamente al 30 settembre 2007 e fino alla data di
entrata in vigore della presente legge, decadono
automaticamente e le relative spese restano integralmente
compensate tra le parti.
4. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del
Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il
Ministro della funzione pubblica, il Ministro delle
infrastrutture ed il Ministro della giustizia, provvede
annualmente a determinare con decreto i risparmi conseguiti
per effetto dell’applicazione delle disposizioni del presente
articolo affinchè siano corrispondentemente ridotti gli
stanziamenti, le assegnazioni ed i trasferimenti a carico del
bilancio dello Stato e le relative risorse riassegnate al
Ministero della giustizia per il miglioramento del relativo
servizio. Il Presidente del Consiglio dei Ministri trasmette
annualmente al Parlamento ed alla Corte dei Conti una
relazione sullo stato di attuazione delle disposizioni del
presente articolo.

87. Art. 87

(Limiti alla costituzione e alla partecipazione in società delle


amministrazioni pubbliche)

1. Al fine di tutelare la concorrenza e il mercato, le


amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165, non possono costituire
società aventi per oggetto attività di produzione di beni e di
servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle
proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere
direttamente o indirettamente partecipazioni, anche di
minoranza in tali società. E’ sempre ammessa la costituzione
di società che producono servizi di interesse generale e
l’assunzione di partecipazioni in tali società da parte delle
amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nell’ambito dei rispettivi
livelli di competenza.

2. L'assunzione di nuove partecipazioni e il mantenimento


delle attuali deve essere autorizzata dall'organo competente
con delibera motivata in ordine alla sussistenza dei presupposti
di cui al comma 1.

3. Entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della

127
presente legge, le amministrazioni di cui all’articolo 1, comma
2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nel rispetto
delle procedure ad evidenza pubblica, cedono a terzi le società
e le partecipazioni vietate ai sensi del comma 1.

4. Le amministrazioni che, nel rispetto del comma 1,


costituiscono società o enti, comunque denominati, o
assumono partecipazioni in società, consorzi o altri organismi,
anche a seguito di processi di riorganizzazione, trasformazione
o decentramento, adottano, sentite le organizzazioni sindacali
per gli effetti derivanti sul personale, provvedimenti di
trasferimento delle risorse umane, finanziarie e strumentali in
misura adeguata alle funzioni esercitate mediante i soggetti di
cui al presente comma e provvedono alla corrispondente
rideterminazione della propria dotazione organica.
5. Sino al perfezionamento dei provvedimenti di
rideterminazione di cui al comma 3, le dotazioni organiche
sono provvisoriamente individuate in misura pari al numero
dei posti coperti al 31 dicembre dell’anno precedente
all’istituzione o all’assunzione di partecipazioni di cui al
comma 3, tenuto anche conto dei posti per i quali alla stessa
data risultino in corso di espletamento procedure di
reclutamento, di mobilità o di riqualificazione del personale,
diminuito delle unità di personale effettivamente trasferito.
6. I collegi dei revisori e gli organi di controllo interno delle
amministrazioni e dei soggetti interessati dai processi di cui ai
commi 3 e 4 asseverano il trasferimento delle risorse umane e
finanziarie e trasmettono una relazione alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri – Dipartimento della funzione pubblica
e al Ministero dell’Economia e delle Finanze – Ragioneria
Generale dello Stato, segnalando eventuali inadempimenti
anche alle sezioni competenti della Corte dei Conti.

88. Art. 88

(Riorganizzazione delle modalità di attribuzione dei fondi per


investimenti, dei trasferimenti correnti per le imprese e delle
risorse per contratti di servizio e di programma )

1. A decorrere dall’anno 2008, il fondo per gli


investimenti, istituito nello stato di previsione della spesa di
ciascun Ministero ai sensi dell’articolo 46 della legge 28
dicembre 2001, n. 448, è assegnato alle corrispondenti
autorizzazioni legislative confluite nel Fondo medesimo.
L’articolo 46 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, cessa di
avere efficacia a decorrere dall’anno 2008.
2. A decorrere dall’esercizio 2008 i commi 15 e 16
dell’articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, cessano

128
di avere efficacia. Le disponibilità dei Fondi da ripartire per i
trasferimenti correnti per le imprese di cui ai predetti commi,
sono destinate alle finalità di cui alle disposizioni normative
indicate nell’elenco 3 della medesima legge n. 266 del 2005.

89. Art. 89

(Riqualificazione del bilancio dello stato attraverso una


modifica del termine di perenzione dei residui delle spese in
conto capitale e programma di ricognizione)

1. All’articolo 36, terzo comma, del regio decreto 18


novembre 1923, n. 2440, le parole “settimo esercizio
successivo” sono sostituite dalle seguenti “terzo esercizio
successivo”.

2. Con cadenza triennale, a partire dall’anno 2008, e con


le modalità di cui al comma 3, si provvede all’analisi ed alla
valutazione dei residui passivi propri di conto capitale di cui
all’articolo 275, comma 2 lettera c) del R.D. 23 maggio 1924
n. 827, ai fini della verifica della permanenza dei presupposti
indicati dall’articolo 20, comma 3, della legge 5 agosto 1978,
n. 468.
3. Per le finalità di cui al comma 2, il Ministro
dell’economia e delle finanze, d’intesa con le amministrazioni
interessate, promuove un programma di ricognizione dei
residui passivi di cui al comma 2, da attuarsi in sede di
Conferenza permanente prevista dall’articolo 9 del decreto del
Presidente della Repubblica 20 febbraio 1998, n. 38, e da
concludersi, entro il 30 aprile, con l’individuazione di quelli
per i quali, non ricorrendo più i presupposti di cui al
medesimo comma 2, si dovrà procedere alla eliminazione.
4. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze,
di concerto con i Ministri interessati, è quantificato
l’ammontare degli stanziamenti in conto residui da eliminare
ai sensi del comma 3, che sono conseguentemente versati
dalle Amministrazioni interessate all’entrata del bilancio dello
Stato, nonché l’ammontare degli stanziamenti da iscrivere,
compatibilmente con gli obiettivi programmati di finanza
pubblica e comunque nei limiti degli effetti positivi stimati in
ciascun anno in termini di indebitamento netto conseguenti
alla eliminazione dei residui, in appositi Fondi da istituire
negli stati di previsione delle Amministrazioni medesime per
il finanziamento di nuovi programmi di spesa o di quelli già
esistenti. L’utilizzazione dei Fondi è disposta con decreti del
Ministro dell’economia e delle finanze, su proposta del
Ministro interessato, previo parere delle competenti
Commissioni parlamentari.”
90. Art. 90

129
(Limiti ai prelevamenti dalla tesoreria statale)

1. Per il triennio 2008-2010 i soggetti titolari di conti


correnti e di contabilità speciali aperti presso la Tesoreria
dello Stato, inseriti nell’elenco del conto economico
consolidato delle amministrazioni pubbliche, non possono
effettuare prelevamenti dai rispettivi conti aperti presso la
Tesoreria dello Stato superiori all’importo cumulativamente
prelevato alla fine di ciascun bimestre dell’anno precedente
aumentato del 2 per cento. Sono esclusi da tale limite le
regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, gli
enti locali di cui all’articolo 2, commi 1 e 2, del testo unico
di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, gli enti
previdenziali, gli enti del servizio sanitario nazionale, il
Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, gli enti del
sistema camerale, gli enti parco, le autorità portuali, il
Ministero dell’economia e delle finanze per i conti relativi
alle funzioni trasferite a seguito della trasformazione della
Cassa depositi e prestiti in Spa, le agenzie fiscali di cui
all’articolo 57 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300
ed i conti accesi ai sensi dell’articolo 576 del regolamento di
cui al regio decreto 23 maggio 1924, n. 827, e successive
modificazioni. Sono, inoltre, esclusi i conti riguardanti
interventi di politica comunitaria, i conti intestati ai fondi di
rotazione individuati ai sensi dell’articolo 93, comma 8, della
legge 27 dicembre 2002, n. 289, o ai loro gestori, i conti
relativi ad interventi di emergenza, il conto finalizzato alla
ripetizione di titoli di spesa non andati a buon fine, nonché i
conti istituiti nell’anno precedente a quello di riferimento.
2. I soggetti interessati possono richiedere al Ministero
dell’economia e delle finanze deroghe al vincolo di cui al
comma 1 per effettive e motivate esigenze. L’accoglimento
della richiesta ovvero l’eventuale diniego, totale o parziale, è
disposto con determinazione dirigenziale. Le eccedenze di
spesa riconosciute in deroga devono essere riassorbite entro
la fine dell’anno di riferimento, fatta eccezione per quelle
correlate al pagamento degli oneri contrattuali a titolo di
competenze arretrate per il personale.
3. Il mancato riassorbimento delle eccedenze di spesa di
cui al comma 2 comporta che nell’anno successivo possono
essere effettuate solo le spese previste per legge o derivanti
da contratti perfezionati, nonché le spese indifferibili la cui
mancata effettuazione comporta un danno. I prelievi delle
amministrazioni periferiche dello Stato sono regolati con
provvedimenti del Ministro dell’economia e delle finanze.

130
91. Art. 91

(Limiti alle retribuzioni dei dipendenti delle pubbliche


amministrazioni)

1. Il comma 593, dell’articolo 1, della legge 27 dicembre 2006,


n. 296 è sostituto dal seguente:

“593: Fermo restando quanto previsto al comma 466, la


retribuzione di tutti i dipendenti delle Amministrazioni
pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n, 165 - ivi compresi tutti gli enti
pubblici economici – non può superare quella del primo
Presidente della Corte di cassazione. La disposizione di cui al
periodo precedente si applica anche ai titolari di qualsiasi
incarico caratterizzato da durata e continuità della prestazione
comunque conferito dalle medesime amministrazioni
pubbliche e dalle società da queste totalmente o
prevalentemente partecipate. Nessun atto comportante spesa ai
sensi dei precedenti periodi può ricevere attuazione, se non sia
stato previamente reso noto, con l’indicazione nominativa dei
destinatari e dell’ammontare del compenso, attraverso la
pubblicazione sul sito web dell’amministrazione o del soggetto
interessato, nonché comunicato al Governo e al Parlamento; in
caso di violazione, l’Amministratore che abbia disposto il
pagamento e il destinatario del medesimo sono tenuti al
rimborso, a titolo di danno erariale di una somma pari a dieci
volte l’ammontare eccedente la cifra consentita. Le
disposizioni di cui al primo e al secondo periodo del presente
comma, non possono essere derogate se non per motivate
esigenze di carattere eccezionale e fermo restando quanto
disposto dal periodo precedente; le amministrazioni pubbliche
- ivi compresi tutti gli enti pubblici economici - sono tenute
alla preventiva comunicazione dei relativi atti alla Corte dei
conti. Per le Amministrazioni dello Stato le deroghe sono
autorizzate con DPCM su proposta del Ministro per le riforme
e le innovazioni nella Pubblica Amministrazione di concerto
con il Ministro dell’economia e delle finanze.

CAPO XXIX
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI PUBBLICO
IMPIEGO

92. Art. 92

(Contenimento degli incarichi, del lavoro flessibile e


straordinario nelle pubbliche amministrazioni)

1. Al comma 6, dell’articolo 7 del decreto legislativo 30


marzo 2001, n. 165 le parole “di comprovata competenza”
sono sostituite dalle seguenti: “di particolare e comprovata

131
specializzazione universitaria”.
2. Resta fermo quanto previsto dall’articolo 1, commi 529
e 560 della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
3. L’articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.
165 è sostituito dal seguente:

“Articolo 36
(Utilizzo di contratti di lavoro flessibile)

1. Le pubbliche amministrazioni assumono


esclusivamente con contratti di lavoro subordinato a tempo
indeterminato e non possono avvalersi delle forme contrattuali
di lavoro flessibile previste dal codice civile e dalle leggi sui
rapporti di lavoro subordinato nell'impresa se non per
esigenze stagionali e per periodi non superiori a tre mesi.
2. In nessun caso è ammesso il rinnovo del contratto o
l’utilizzo del medesimo lavoratore con altra tipologia
contrattuale.
3. Le amministrazioni fanno fronte ad esigenze
temporanee ed eccezionali attraverso l’assegnazione
temporanea di personale di altre amministrazioni per un
periodo non superiore a sei mesi non rinnovabile.
4. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 non possono
essere derogate dalla contrattazione collettiva.
5. Le amministrazioni pubbliche trasmettono alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della
funzione pubblica e al Ministero dell'economia e delle finanze
- Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, le
convenzioni concernenti l'utilizzo dei lavoratori socialmente
utili.
6. In ogni caso, la violazione di disposizioni imperative
riguardanti l'assunzione o l'impiego di lavoratori, da parte
delle pubbliche amministrazioni, non può comportare la
costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con le
medesime pubbliche amministrazioni, ferma restando ogni
responsabilità e sanzione. Il lavoratore interessato ha diritto al
risarcimento del danno derivante dalla prestazione di lavoro in
violazione di disposizioni imperative. Le amministrazioni
hanno l'obbligo di recuperare le somme pagate a tale titolo nei
confronti dei dirigenti responsabili, qualora la violazione sia
dovuta a dolo o colpa grave. Le amministrazioni pubbliche
che operano in violazione delle disposizioni di cui al presente
articolo non possono effettuare assunzioni ad alcun titolo per
il triennio successivo alla suddetta violazione.
7. Le disposizioni di cui al presente articolo non si
applicano agli uffici di cui all’articolo 14, comma 2, del
presente decreto, nonché agli uffici di cui all’articolo 90 del
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Sono altresì esclusi
i contratti relativi agli incarichi dirigenziali ed alla
preposizione ad organi di direzione, consultivi e di controllo
delle amministrazioni pubbliche.

132
8. Gli enti locali non sottoposti al patto di stabilità interno
e che comunque abbiano una dotazione organica non
superiore alle 15 unità possono avvalersi di forme contrattuali
di lavoro flessibile, oltre che per le finalità di cui al comma 1,
per la sostituzione di lavoratori assenti e per i quali sussiste il
diritto alla conservazione del posto, sempreché nel contratto
di lavoro a termine sia indicato il nome del lavoratore
sostituito e la causa della sua sostituzione.
9. Gli enti del servizio sanitario nazionale, in relazione al
personale medico, con esclusivo riferimento alle figure
infungibili, al personale infermieristico ed al personale di
supporto alle attività infermieristiche, possono avvalersi di
forme contrattuali di lavoro flessibile, oltre che per le finalità
di cui al comma 1, per la sostituzione di lavoratori assenti o
cessati dal servizio limitatamente ai casi in cui ricorrano
urgenti e indifferibili esigenze correlate alla erogazione dei
livelli essenziali di assistenza compatibilmente con i vincoli
previsti in materia di contenimento della spesa di personale
dall’articolo 1, comma 565, della legge 27 dicembre 2006, n.
296.
10. Le università e gli enti di ricerca possono avvalersi di
contratti di lavoro flessibile per lo svolgimento di progetti di
ricerca e di innovazione tecnologica i cui oneri non risultino a
carico dei bilanci di funzionamento degli enti o del Fondo di
finanziamento degli enti o del Fondo di finanziamento
ordinario delle università. Gli enti del Servizio sanitario
nazionale possono avvalersi di contratti di lavoro flessibile
per lo svolgimento di progetti di ricerca finanziati con le
modalità indicate nell’articolo 1, comma 565, lettera b)
secondo periodo della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
L’utilizzazione dei lavoratori, con i quali si sono stipulati i
contratti di cui al presente comma per fini diversi determina
responsabilità amministrativa del dirigente e del responsabile
del progetto. La violazione delle presenti disposizioni è causa
di nullità del provvedimento.”

4. Con effetto dall’anno 2008 il limite di cui all’art. 1, comma


187, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, come modificato
dall’art. 1, comma 538, della legge 27 dicembre 2006, n. 296,
è ridotto al 15%.

5. In coerenza con i processi di razionalizzazione


amministrativa e di riallocazione delle risorse umane avviati
ai sensi della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le
Amministrazioni Statali, ivi comprese quelle ad ordinamento
autonomo e la Presidenza del Consiglio dei Ministri,
provvedono, sulla base delle specifiche esigenze, da valutare
in contrattazione integrativa e finanziate nell’ambito dei fondi
unici di amministrazione, all’attuazione delle tipologie di
orario di lavoro previste dalle vigenti norme contrattuali,
comprese le forme di lavoro a distanza, al fine di contenere il

133
ricorso a prestazioni di lavoro straordinario.
6. In ogni caso, a decorrere dall’anno 2008, per le
Amministrazioni di cui al comma 1 la spesa per prestazioni di
lavoro straordinario va contenuta entro il limite del novanta
per cento delle risorse finanziarie allo scopo assegnate per
l’anno finanziario 2007.
7. Le pubbliche amministrazioni non possono erogare
compensi per lavoro straordinario se non previa attivazione
dei sistemi di rilevazione automatica delle presenze.
8. Le disposizioni di cui ai commi 5 e 6, si applicano anche ai
Corpi di Polizia ad ordinamento civile e militare, alle Forze
Armate e al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Le eventuali
ed indilazionabili esigenze di servizio non fronteggiabili sulla
base delle risorse disponibili per il lavoro straordinario o
attraverso una diversa articolazione dei servizi e del regime
orario e delle turnazioni vanno fronteggiate nell’ambito delle
risorse assegnate agli appositi fondi per l’incentivazione del
personale, previsti dai provvedimenti di recepimento degli
accordi sindacali o di concertazione. Ai predetti fini si
provvede al maggiore utilizzo e all’ apposita finalizzazione
degli istituti retributivi già stabiliti dalla contrattazione
decentrata per fronteggiare esigenze che richiedono il
prolungato impegno nelle attività istituzionali. Sono fatte salve
le risorse di cui all’art. 95 comma 4.

93. Art. 93

(Assunzioni di personale)

1. Le assunzioni autorizzate per l’anno 2007 ai sensi del


comma 96 dell’art. 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311
possono essere effettuate entro il 31 maggio 2008.
2. All’articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001,
n. 165 dopo il comma 5-bis è aggiunto il seguente:
“5-ter Le graduatorie dei concorsi per il reclutamento del
personale presso le amministrazioni pubbliche rimangono
vigenti per un termine di tre anni dalla data di pubblicazione.
Sono fatti salvi i periodi di vigenza inferiori previsti da leggi
regionali.”
3. All’art. 1, comma 527, della legge 27 dicembre 2006,
n. 296, le parole “non interessate al processo di
stabilizzazione previsto dai commi da 513 a 543” sono
soppresse.
4. Per l’anno 2008, per le esigenze connesse alla tutela
dell’ordine pubblico, alla prevenzione ed al contrasto del
crimine, alla repressione delle frodi e delle violazioni degli
obblighi fiscali ed alla tutela del patrimonio agroforestale la
Polizia di Stato, l’Arma dei carabinieri, il Corpo della Guardia
di finanza, il Corpo della polizia penitenziaria ed il Corpo
forestale dello Stato sono autorizzati ad effettuare assunzioni
in deroga alla normativa vigente entro un limite di spesa pari a

134
50 milioni di euro per l’anno 2008, a 120 milioni di euro per
l’anno 2009 ed a 140 milioni di euro a decorrere dall’anno
2010. A tal fine è istituito, nello stato di previsione della
spesa del Ministero dell’economia e delle finanze un apposito
fondo con uno stanziamento pari a 50 milioni di euro per
l’anno 2008, a 120 milioni di euro a decorrere dall’anno 2009
ed a 140 milioni di euro a decorrere dall’anno 2010. Alla
ripartizione del predetto fondo si provvede con D.P.R. da
emanare entro il 31 marzo 2008, secondo le modalità di cui
all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n.
449 e successive modificazioni.
5. I contratti di formazione e lavoro di cui al comma 528,
dell’art. 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 non convertiti
entro il 31 dicembre 2007 sono prorogati al 31 dicembre
2008.
6. Per il personale assunto con contratto di lavoro a tempo
parziale la trasformazione del rapporto a tempo pieno può
avvenire nel rispetto delle modalità e dei limiti previsti dalle
disposizioni vigenti in materia di assunzioni. In caso di
assunzione di personale a tempo pieno è data precedenza alla
trasformazione del rapporto di lavoro per i dipendenti assunti
a tempo parziale che ne abbiano fatto richiesta.
7. Per l’anno 2010 le amministrazioni di cui all’articolo 1,
comma 523 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono
procedere, previo svolgimento delle procedure di mobilità, ad
assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un
contingente di personale complessivamente corrispondente ad
una spesa pari al 60 per cento di quelle relativa alle cessazioni
avvenute nell’anno precedente.
8. Le assunzioni di cui al comma 7 sono autorizzate con
la procedura di cui all’articolo 1, comma 536 della legge 27
dicembre 2006, n. 296.
9. Per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di
particolare rilevanza, per il medesimo anno 2010 le
amministrazioni di cui al comma 7 del presente articolo
possono altresì procedere ad ulteriori assunzioni nel limite di
un contingente complessivo di personale corrispondente ad
una spesa annua lorda pari a 75 milioni di euro a regime. A tal
fine è istituito, nello stato di previsione della spesa del
Ministero dell’economia e delle finanze un apposito fondo
con uno stanziamento pari a 25 milioni di euro per l’anno
2010 ed a 75 milioni di euro a decorrere dall’anno 2011. Le
relative autorizzazioni ad assumere sono concesse secondo le
modalità di cui all’articolo 39 comma 3-ter della legge 27
dicembre 1997, n. 449 e successive modificazioni.
10. All’articolo 1, comma 103 della legge 30 dicembre
2004, n. 311, come modificato all’articolo 1, comma 537 della
legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole “a decorrere
dall’anno 2010” sono sostituite dalle seguenti: “a decorrere
dall’anno 2011”.
11. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 1, comma

135
519, della legge 27 dicembre 2006,n. 296, nell’anno 2008, i
bandi di concorso per le assunzioni a tempo indeterminato
nelle pubbliche amministrazioni possono prevedere una
riserva di posti non superiore al 20% dei posti messi a
concorso per il personale non dirigenziale che abbia maturato
almeno tre anni di esperienze di lavoro subordinato a tempo
determinato presso pubbliche amministrazioni in virtù di
contratti stipulati anteriormente alla data del 28 settembre
2007.
12. Al fine di incrementare la fruizione degli Istituti e
luoghi di cultura anche attraverso l'estensione degli orari di
apertura, il Ministero per i beni e le attività culturali è
autorizzato a bandire concorsi e procedere all'assunzione
straordinaria di 400 assistenti alla vigilanza, sicurezza,
accoglienza, comunicazione e servizi al pubblico, di posizione
economica B3, in deroga alle vigenti disposizioni limitative
delle assunzioni.
13. Al fine di rafforzare le strutture tecnico-amministrative
preposte alla tutela del paesaggio e dei beni architettonici,
archeologici e storico artistici, il Ministero per i beni e le
attività culturali è autorizzato a bandire concorsi e procedere
all'assunzione straordinaria di complessive cento unità di
personale di posizione economica C1, scelte tra architetti,
archeologi, storici dell'arte ed amministrativi, in deroga alle
vigenti disposizioni limitative delle assunzioni.
14. La definizione della pianta organica del Ministero per i
beni e le attività culturali, ai sensi dell'articolo 1, comma 404,
della legge 27 dicembre 2006, n. 296, tiene conto delle
assunzioni di cui al presente articolo nei limiti della dotazione
organica risultante dalla riorganizzazione operata ai sensi del
medesimo comma 404, dell'articolo 1, della legge 27
dicembre 2006, n. 296.
15. All'onere derivante dall'attuazione dei commi dal 12 al
14, pari a euro 14.621.242 annui, si provvede, a decorrere
dall'anno 2008, mediante utilizzo delle risorse di cui
all'articolo 1, comma 1142, della legge 27 dicembre 2006, n.
296, allo scopo intendendosi corrispondentemente ridotta
l'autorizzazione di spesa di cui al medesimo comma.
16. Allo scopo di potenziare il supporto tecnico
amministrativo alle funzioni del Ministero dell’economia e
delle finanze, in particolare in materia di politica economica e
finanziaria, di politiche fiscali e di amministrazione generale,
anche al fine di assecondare i processi in atto di
riorganizzazione delle strutture centrali e periferiche, è
autorizzata, anche in deroga ai limiti stabiliti dalle
disposizioni vigenti, la spesa di 4 milioni di euro per il 2008 e
di 9 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2009, per
l’attuazione di un programma straordinario di reclutamento,
attraverso procedure selettive aperte all’esterno per almeno la
metà dei posti disponibili, di personale, anche di livello
dirigenziale, di particolare qualificazione professionale. Si

136
applica l’ultimo periodo del comma 481, dell’art. 1, della
legge 27 dicembre 2006, n. 296.
17. Per l’anno 2008, il personale appartenente a Poste
Italiane spa., già dipendente dall’Amministrazione autonoma
delle Poste e delle Telecomunicazioni, ed il personale
dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato spa già dipendente
dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, il cui comando
presso uffici delle pubbliche amministrazioni è stato già
prorogato per l’anno 2007 ai sensi, rispettivamente, dell’art. 1,
comma 534, della legge 27 dicembre 2007, n. 296, e
dell’articolo 1 comma 6-quater del decreto legge 28 dicembre
2006, n. 300, convertito con modificazioni dalla legge 26
febbraio 2007, n. 17, può essere inquadrato nei ruoli delle
amministrazioni presso cui presta servizio in posizione di
comando o presso le amministrazioni di cui all’articolo 1,
comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 ai
sensi degli articoli 30, 33 e 34-bis del predetto decreto, nei
limiti dei posti di organico. I relativi provvedimenti di
comando sono prorogati fino alla conclusione delle procedure
di inquadramento, e comunque non oltre il 31 dicembre 2008.
18. All’articolo 1, comma 565, della legge 27 dicembre
2006, n. 296, sono apportate le seguenti modifiche:

a) al punto 3 della lettera c), sostituire le parole “può


essere valutata” con le seguenti: “è verificata”;

b) in fine, aggiungere il seguente periodo: “Nelle


procedure di reclutamento della dirigenza sanitaria,
svolte in attuazione della presente legge, il servizio
prestato nelle forme previste dalla lettera a) del
presente comma presso l’azienda che bandisce il
concorso è valutato ai sensi degli articoli 27, 35, 39, 43,
47 e 55 del DPR 10 dicembre 1997, n. 483.

19. Ai fini del concorso al raggiungimento degli obiettivi di


finanza pubblica, per ciascuno degli anni 2008 e 2009,
le Camere di commercio possono procedere ad
assunzioni di personale a tempo indeterminato, previo
effettivo svolgimento delle procedure di mobilità,
secondo le modalità di seguito indicate:
a) nel limite di un contingente di personale
complessivamente corrispondente ad una spesa pari al
70 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute
nell’anno precedente, ove l’indice di equilibrio
economico-finanziario risulti inferiore a 35;
b) nel limite di un contingente di personale
complessivamente corrispondente ad una spesa pari al
35 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute
nell’anno precedente ove l’indice di equilibrio
economico-finanziario risulti compreso tra 36 e 45;
c) nel limite di un contingente di personale
complessivamente corrispondente ad una spesa pari al
137
25 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute
nell’anno precedente , ove l’indice di equilibrio
economico-finanziario risulti superiore a 45.
20. L’indice di equilibrio economico-finanziario indicato al
comma 18 è determinato secondo le modalità ed i criteri di
cui al decreto del Ministro delle attività produttive 8
febbraio 2006.
21. Per le assunzioni di personale a tempo indeterminato,
l’Unioncamere fa riferimento alle modalità individuate nel
comma 18, lettera a).

94. Art. 94

(Misure straordinarie in tema di mobilità


del personale delle pubbliche amministrazioni)

1. Al fine di rispondere alle esigenze di garantire la


ricollocazione di dipendenti pubblici in situazioni di esubero e
la funzionalità degli uffici delle amministrazioni dello Stato,
anche ad ordinamento autonomo, delle Agenzie, incluse le
Agenzie fiscali, degli enti pubblici non economici, degli enti di
ricerca e degli enti di cui all’articolo 70, comma 4, del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la Presidenza del Consiglio
dei Ministri – Dipartimento della funzione pubblica ed il
Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento della
Ragioneria generale dello Stato, possono autorizzare, per il
biennio 2008-2009, in base alla verifica della compatibilità e
coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica, delle richieste di
autorizzazione a nuove assunzioni presentate dalle
amministrazioni, corredate dai documenti di programmazione
dei fabbisogni, la stipulazione di accordi di mobilità, anche
intercompartimentale, intesi alla ricollocazione del personale
presso uffici che presentino consistenti vacanze di organico.
2. Gli accordi di cui al comma 1 definiscono modalità e
criteri dei trasferimenti, nonché eventuali percorsi di
formazione, da attuare nei limiti delle risorse finanziarie
disponibili a legislazione vigente, nel rispetto delle vigenti
normative, anche contrattuali.
3. Per le medesime finalità e con i medesimi strumenti di
cui al comma 1, possono essere disposti trasferimenti anche
temporanei di contingenti di marescialli dell’Esercito, della
Marina e dell’Aeronautica in situazioni di esubero, da
ricollocare, previa selezione in relazione alle effettive
esigenze, prioritariamente in un ruolo speciale ad esaurimento
del personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile e
militare di cui al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195.
Con gli strumenti di cui al comma 1 vengono definiti gli
aspetti relativi al trattamento giuridico ed economico del

138
personale interessato, nonché i profili finanziari, senza
maggiori oneri per la finanza pubblica.
4. Per le medesime finalità e con i medesimi strumenti di
cui al comma 1, può essere disposta la mobilità, anche
temporanea, del personale docente dichiarato
permanentemente inidoneo ai compiti di insegnamento. A tali
fini detto personale è iscritto in un ruolo speciale ad
esaurimento. Nelle more della definizione del contratto
collettivo nazionale quadro per la equiparazione dei profili
professionali, con decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri, su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione, di
concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze sono
definiti, in via provvisoria, i criteri di raccordo ed
armonizzazione con la disciplina contrattuale ai fini
dell’inquadramento in profili professionali amministrativi,
nonché, con le modalità di cui al comma 2, gli appositi
percorsi formativi finalizzati alla riconversione professionale
del personale interessato. Con gli strumenti di cui al comma 1
vengono disciplinati gli aspetti relativi al trattamento giuridico
ed economico del personale interessato, nonché i profili
finanziari, senza maggiori oneri per la finanza pubblica.
5. Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri-
Dipartimento della funzione pubblica è istituita la banca dati
informatica finalizzata all’incontro tra la domanda e l’offerta
di mobilità, prevista dall’articolo 9, del decreto legge 10
gennaio 2006, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge
di conversione 9 marzo 2006, n, 80.
6. La predetta banca dati costituisce base dati di interesse
nazionale ai sensi dell’articolo 60 del decreto legislativo 7
marzo 2005, n. 82.

95. Art. 95

(Integrazione risorse rinnovi contrattuali biennio 2006-2007


e risorse rinnovi contrattuali biennio 2008-2009, ivi incluso
il personale del Corpo dei Vigili del Fuoco)

1. Ai sensi dell’articolo 48, comma 1, del decreto


legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e al fine di dare completa
attuazione alle intervenute intese ed accordi fra Governo e
Organizzazioni sindacali in materia di pubblico impiego, le
risorse per la contrattazione collettiva nazionale previste per
il biennio 2006-2007 dall’articolo 1, comma 546, della legge
27 dicembre 2006, n. 296 a carico del bilancio statale sono
incrementate per l’anno 2008 di 1.081 milioni di euro e a
decorrere dall’anno 2009 di 220 milioni di euro.
2. In aggiunta a quanto previsto al comma 1, per il
personale docente del comparto Scuola, in attuazione
dell’Accordo sottoscritto dal Governo e dalle Organizzazioni
sindacali il 6 aprile 2007 è stanziata, a decorrere dall’anno
2008, la somma di 210 milioni di euro da utilizzare per la

139
valorizzazione e lo sviluppo professionale della carriera
docente.
3. Per le finalità indicate al comma 1, le risorse previste
dall’articolo 1, comma 549, della legge 27 dicembre 2006, n.
296, per corrispondere i miglioramenti retributivi al personale
statale in regime di diritto pubblico per il biennio 2006-2007
sono incrementate per l’anno 2008 di 338 milioni di euro e a
decorrere dall’anno 2009 di 105 milioni di euro, con specifica
destinazione, rispettivamente, di 181 milioni di euro e di 80
milioni di euro per il personale delle Forze armate e dei Corpi
di polizia di cui al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195.
4. In aggiunta a quanto previsto dal comma 3 sono
stanziati, a decorrere dall’anno 2008, 200 milioni di euro da
destinare al personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia
di cui al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195, per
valorizzare le specifiche funzioni svolte per la tutela
dell’ordine e della sicurezza pubblica, anche con riferimento
alle attività di tutela economico-finanziaria, e della difesa
nazionale da utilizzare anche per interventi in materia di
buoni pasto e per l’adeguamento delle tariffe orarie del lavoro
straordinario, mediante l’attivazione delle apposite procedure
previste dallo stesso decreto legislativo n. 195 del 1995.
5. In aggiunta a quanto previsto dal comma 3, al fine di
migliorare l’operatività e la funzionalità del soccorso
pubblico, sono stanziati, a decorrere dall’anno 2008, 6,5
milioni di euro da destinare al personale del Corpo nazionale
dei vigili del fuoco.
6. In relazione a quanto previsto dalle intese ed accordi
di cui al comma 1, per le regioni e gli enti locali sottoposti al
patto di stabilità interno i corrispondenti maggiori oneri di
personale sono esclusi, per l’anno 2008, dal computo delle
spese rilevanti ai fini del rispetto delle disposizioni del patto
di stabilità.
7. In relazione a quanto previsto dalle intese ed accordi di
cui al comma 1, il concorso dello Stato al finanziamento della
spesa sanitaria è incrementato, in via aggiuntiva, di 661
milioni di euro per l’anno 2008 e di 398 milioni di euro a
decorrere dall’anno 2009.
8. Per le amministrazioni pubbliche non statali diverse
da quelle indicate ai commi 6 e 7, in deroga all’articolo 48,
comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ed in
relazione a quanto previsto dalle intese ed accordi di cui al
comma 1, i corrispondenti maggiori oneri di personale del
biennio contrattuale 2006-2007 sono posti a carico del
bilancio dello Stato, per un importo complessivo di 272
milioni di euro per l’anno 2008 e di 58 milioni di euro a
decorrere dal 2009, di cui, rispettivamente 205 milioni di
euro e 39 milioni di euro per le università ricompresi nel
fondo di cui all’articolo 52, comma 1, della presente legge.
9. Le somme indicate ai commi 1, 2, 3, 4, 5 e 8,
comprensive degli oneri contributivi e dell’IRAP di cui al

140
decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, concorrono a
costituire l’importo complessivo massimo di cui all’articolo
11, comma 3, lettera h) della legge 5 agosto 1978, n. 468.
10. Al fine di contenere la dinamica dei redditi da lavoro
dipendente nei limiti delle compatibilità finanziarie fissate per
il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, in sede di
deliberazione degli atti di indirizzo previsti dall’articolo 47,
comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e di
quantificazione delle risorse contrattuali, i comitati di settore
si attengono, quale limite massimo di crescita retributiva
complessiva, ai criteri e parametri, anche metodologici,
previsti per il personale delle amministrazioni dello Stato di
cui al comma 1. A tal fine, i Comitati di settore si avvalgono
dei dati disponibili presso il Ministero dell’economia e delle
finanze comunicati dalle rispettive amministrazioni in sede di
rilevazione annuale dei dati concernenti il personale
dipendente.
11. Per il biennio 2008-2009, in applicazione dell’articolo
48, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,
gli oneri posti a carico del bilancio statale per la
contrattazione collettiva nazionale, sono quantificati
complessivamente in 240 milioni di euro per l’anno 2008 e
in 355 milioni di euro a decorrere dall’anno 2009.
12. Per il biennio 2008-2009, le risorse per i
miglioramenti economici del rimanente personale statale in
regime di diritto pubblico sono determinate complessivamente
in 117 milioni di euro per l’anno 2008 e in 229 milioni di
euro a decorrere dall’anno 2009 con specifica destinazione,
rispettivamente, di 78 e 116 milioni di euro per il personale
delle forze armate e dei corpi di polizia di cui al decreto
legislativo 12 maggio 1995, n. 195.
13. Le somme di cui ai commi 11 e 12, comprensive degli
oneri contributivi e dell’IRAP di cui al decreto legislativo 15
dicembre 1997, n. 446, concorrono a costituire l’importo
complessivo massimo di cui all’articolo 11, comma 3, lettera
h) della legge 5 agosto 1978, n. 468 e successive
modificazioni.
14. Per il personale dipendente da amministrazioni,
istituzioni ed enti pubblici diversi dall’amministrazione
statale, gli oneri derivanti dai rinnovi contrattuali per il
biennio 2008-2009 sono posti a carico dei rispettivi bilanci ai
sensi dell’articolo 48, comma 2, del medesimo decreto
legislativo. Per il personale delle università, incluso quello di
cui all’articolo 3, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo
2001, n. 16, i maggiori oneri di cui al presente comma sono
inclusi nel Fondo di cui all’art. 52, comma 1, della presente
legge. In sede di deliberazione degli atti di indirizzo previsti
dall’articolo 47, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo
2001, n. 165, i comitati di settore provvedono alla
quantificazione delle relative risorse, attenendosi ai criteri ed
ai parametri, anche metodologici, di determinazione degli

141
oneri, previsti per il personale delle amministrazioni dello
Stato di cui al comma 1. A tal fine, i Comitati di settore si
avvalgono dei dati disponibili presso il Ministero
dell’economia e delle finanze comunicati dalle rispettive
amministrazioni in sede di rilevazione annuale dei dati
concernenti il personale dipendente.

TITOLO V
NORME FINALI

96. Art. 96

(Fondi speciali e tabelle)

1. Gli importi da iscrivere nei fondi speciali di cui


all’articolo 11-bis della legge 5 agosto 1978, n. 468,
introdotto dall’articolo 6 della legge 23 agosto 1988, n. 362,
per il finanziamento dei provvedimenti legislativi che si
prevede possano essere approvati nel triennio 2008-2010,
restano determinati, per ciascuno degli anni 2008, 2009 e
2010, nelle misure indicate nelle Tabelle A e B, allegate alla
presente legge, rispettivamente per il fondo speciale destinato
alle spese correnti e per il fondo speciale destinato alle spese
in conto capitale.
2. Le dotazioni da iscrivere nei singoli stati di previsione
del bilancio 2008 e del triennio 2008-2010, in relazione a
leggi di spesa permanente la cui quantificazione è rinviata alla
legge finanziaria, sono indicate nella Tabella C allegata alla
presente legge.
3. Ai sensi dell’articolo 11, comma 3, lettera f), della
legge 5 agosto 1978, n. 468, come sostituita dall’articolo 2,
comma 16, della legge 25 giugno 1999, n. 208, gli
stanziamenti di spesa per il rifinanziamento di norme che
prevedono interventi di sostegno dell’economia classificati fra
le spese di conto capitale restano determinati, per ciascuno
degli anni 2007, 2008 e 2009, nelle misure indicate nella
Tabella D allegata alla presente legge.
4. Ai termini dell’articolo 11, comma 3, lettera e), della
legge 5 agosto 1978, n. 468, le autorizzazioni di spesa recate
dalle leggi indicate nella Tabella E allegata alla presente legge
sono ridotte degli importi determinati nella medesima Tabella.
5. Gli importi da iscrivere in bilancio in relazione alle
autorizzazioni di spesa recate da leggi a carattere pluriennale
restano determinati, per ciascuno degli anni 2008, 2009 e
2010, nelle misure indicate nella Tabella F allegata alla
presente legge.
6. A valere sulle autorizzazioni di spesa in conto capitale
recate da leggi a carattere pluriennale, riportate nella Tabella
di cui al comma 1357, le amministrazioni e gli enti pubblici
possono assumere impegni nell’anno 2008, a carico di esercizi
futuri nei limiti massimi di impegnabilità indicati per ciascuna

142
disposizione legislativa in apposita colonna della stessa
Tabella, ivi compresi gli impegni già assunti nei precedenti
esercizi a valere sulle autorizzazioni medesime.
7. In applicazione dell’articolo 11, comma 3, lettera i-
quater), della legge 5 agosto 1978, n. 468, le misure correttive
degli effetti finanziari di leggi di spesa sono indicate
nell’allegato 1 alla presente legge.
8. In applicazione dell'articolo 46, comma 4, della legge
28 dicembre 2001, n. 448, le autorizzazioni di spesa e i
relativi stanziamenti confluiti nei fondi per gli investimenti
dello stato di previsione di ciascun Ministero interessato sono
indicati nell'allegato 2 alla presente legge.

97. Art. 97

(Copertura finanziaria ed entrata in vigore)

1. La copertura della presente legge per le nuove o


maggiori spese correnti, per le riduzioni di entrata e per le
nuove finalizzazioni nette da iscrivere nel fondo speciale di
parte corrente è assicurata, ai sensi dell'articolo 11, comma 5,
della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni,
secondo il prospetto allegato.
2. Le disposizioni della presente legge costituiscono
norme di coordinamento della finanza pubblica per gli enti
territoriali.
3. Le disposizioni della presente legge sono applicabili
nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di
Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei
rispettivi statuti e delle relative norme d'attuazione.
4. La presente legge entra in vigore il 1° gennaio 2008.

……………………………………………………………………………………………………….

Art.
(Razionalizzazione degli enti pubblici statali)

ALLEGATO A

1. Ente italiano per la montagna (E.I.M.) – Istituito con la Legge 27 dicembre 2006, n. 296, art.
1, comma 1279.
2. Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente (Is.I.A.O) - Istituito con la Legge 25 novembre 1995,
n. 505.
3. Istituto agroconomico per l’Oltremare (I.A.O.) – Istituito con Regio decreto-legge 27 luglio
1938, n. 2205, convertito, con modificazione, nella legge 19 maggio 1939, n. 737.

143
4. Unione italiana di tiro a segno (U.I.T.S) – Istituita con Regio decreto-legge 16 dicembre
1935, n. 2430, convertito dalla legge 4 giugno 1936, n. 1143.
5. Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia (U.N.U.C.I) – Istituita con Regio decreto-
legge 9 dicembre 1926, n. 2352, convertito nella legge 12 febbraio 1928, n. 261.
6. Lega navale italiana (L.N.I.) – Istituita con Regio decreto del 28 febbraio 1907, n. 48.
7. Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e
Irpinia (EIPLI) – Istituito con Decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 18 marzo
1947, n. 281.
8. Ente nazionale risi – Istituito con Regio decreto legge 2 ottobre 1931 n. 1237, convertito con
modificazioni nella Legge 21 dicembre 1931, n. 1783.
9. Ente irriguo umbro toscano – Istituito con la Legge 18 ottobre 1961, n. 1048.
10. Unione Accademica Nazionale (U.A.N.) – Istituita con Regio decreto 18 novembre 1923, n.
2895.
11. Fondazione Guglielmo Marconi – Istituita con Regio Decreto 11 aprile 1938, n. 354.
12. Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani” - Istituita con Regio Decreto legge 17 luglio 1937,
n. 1447, convertito con legge 27 dicembre 1937, n. 2254.
13. Opera Nazionale per i Figli degli Aviatori (O.N.F.A.) – Istituita con Regio decreto 21 agosto
1937, n. 1585.
14. Opere laiche palatine pugliesi – Istituite con Regio Decreto legge 23 gennaio 1936, n. 359,
convertito senza modificazioni dalla legge 14 maggio 1936, n. 1000.
15. Istituto nazionale di beneficenza “Vittorio Emanuele III”
16. Pio istituto elemosiniere
17. Istituto Beata Lucia di Narni

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