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Beowulf

Il background di Beowulf
La letteratura inglese inizia dopo l’arrivo degli invasori anglosassoni nel V e VI
secolo d.c. Questi popoli germanici erano noti come Angli, Sassoni e Juti. Le
tribù anglo-sassoni avevano differenti origini geografiche, ma tutti loro parlavano
dialetti germanici. Stabilirono dei regni Angli nell’est, nel nord e nel centro della
Britannia, dei regni Sassoni nel sud e nel sud-ovest ed un regno degli Juti nel
sud-est.

L’arrivo degli anglo-sassoni significò che gli abitanti Celti della Britannia, che si
erano adattati alla vita ed alle condizioni come parte dell’impero Romano, furono
costretti a muoversi verso ovest e verso il nord del paese dopo la ritirata dei
romani nel 410 dc. Queste persone conservarono la loro lingua e la loro cultura
nel Galles ed in altre aree della Britannia e non diedero nessun contributo
significativo alla letteratura britannica durante il periodo anglo-sassone.

I colonizzatori anglo-sassoni erano un popolo guerriero pagano che stabilì la


sua supremazia in Britannia per un periodo di secoli.
Nel 597 d.c. papa Gregorio mandò Agostino, il primo arcivescovo di Canterbury,
in Britannia con la missione di ricristianizzare il paese. Nel giro di un centinaio
d’anni, gli anglo-sassoni avevano accettato la cristianità, e la Britannia mandava
essa stessa missionari in Europa per convertire i pagani europei. Questo non
significava, comunque, che gli le abitudini pagane di pensiero e percezione
fossero sparite interamente dalla cultura di questo periodo.

Negli ultimi anni dell’ottavo secolo la pace e l’ordine delle chiese anglo-sassoni
furono distrutte da periodici attacchi violenti dei vichinghi. Alfredo il Grande
(849-99) fu l’unico re inglese a resistere all’invasione danese di quel tempo. In
più fu un patrono attivo della cultura inglese. Oltre ad invitare studiosi stranieri
alla sua corte supportò la traduzione di importanti lavori latini in inglese. Anche
le “Cronache Anglo-Sassoni”, il primo importante lavoro di prosa in inglese,
iniziarono sotto il suo regno.

I quattro manoscritti più importanti del Vecchio Inglese vengono da quel periodo:
il Manoscritto di Junio, il libro di Vercelli, il libro di Exeter e Beowulf. C’è
consenso tra i critici che queste collezioni furono salvate dai monasteri, ma ci
sono dibattiti su chi possa essere stato l’autore originale, e sulla loro data di
composizione. I lavori sembrano datare da ben prima del X secolo. C’e anche
un dibattito su quanto i lavori erano stati cambiati o corretti per riflettere la
cultura e le credenze cristiane. La vecchia poesia inglese usa un linguaggio
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molto formale e la sua struttura si base pesantemente sull’allitterazione. La
poesia fa anche riferimento al compito del poeta, lo scop, il quale fu di
improvvisare il lavoro da rappresentare in speciali occasioni. Originalmente la
poesia fu orale, ed i poemi venivano tramandati di generazione in generazione
mediante la parola. Fu solo più tardi che venne scritta.

La storia di Beowulf
Beowulf è il più lungo poema sopravvivente del vecchio inglese. Lo stesso
manoscritto è datato nel X secolo, per quanto gli studiosi pensano che la
versione originale del poema può datare fino a trecento anni prima. Molti critici
pensano che il poema fu il lavoro di un singolo autore.
Il poema è lungo più di trecento righe. Gli eventi raccontati nel poema sono
ambientati in Scandinavia; sono un miscuglio di miti, leggende e storia
germanica. Beowulf può essere diviso in due parti: la prima parla dell’arrivo di
Beowulf il Geat alla corte danese di Hrothgar. Beowulf è arrivato dal Geatland
alla corte per liberarla da Grendel, un mostro che ha continuato ad uccidere gli
uomini di Hrothgar per un periodo di dodici anni. Beowulf combatte il mostro e
lo uccide. La madre di Grendel minaccia il regno di Hrothgar, e Beowulf
sconfigge anche lei. Hrothgar ricompensa Beowulf ed i suoi uomini, ed essi
ritornano al loro paese.

La seconda parte del poema riguarda eventi che hanno luogo cinquant’anni
dopo. Beowulf è diventato il re di Geatland, ed ha governato saggiamente e
generosamente sul suo popolo, difendendolo nei tempi di guerra. Un ladro ha
disturbato un drago che stava facendo la guardia ad un grosso tesoro ed il
drago incomincia ad uccidere il popolo di Beowulf. Ancora una volta Beowulf
parte per uccidere il mostro, ma questa volta la vittoria gli costa la vita. Il poema
finisce con la descrizione dei suoi funerali.

CAPITOLO UNO
Gli antichi re danesi furono uomini coraggiosi e le loro avventure sono famose.
Uno di questi re fu chiamato Shield Sheafson. Era stato abbandonato da
bambino, ma diventò un fiero guerriero che sottomise i suoi nemici. Fu un buon
re.

Il figlio di Shield Sheafson fu chiamato Beow. Beow capì cosa aveva sofferto il
popolo in passato, e lo ricompensò generosamente mentre suo padre era
ancora re. In questo modo il giovane principe, che era benedetto da Dio, si
circondò di amici che gli sarebbero stati leali in tempi difficili.

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Quando Shield morì, ebbe uno splendido funerale. Misero il suo corpo in una
barca e la riempirono di tesori. Appesero uno stendardo dorato sulla sua testa
per mostrare chi fosse. Poi spinsero la barca verso il mare, dove andò alla
deriva sulle onde. Nessuno sa chi trovò la barca e si tenne il suo ricco tesoro.

Adesso era il turno di Beow di proteggere i danesi. Anch’egli fu un buon re che


piaceva alla gente. Gli eredi di Beow furono i grandi Halfdane. Halfdane ebbe
tre figli, Heorogar, Hrothgar e Halga. Ebbe anche una figlia che sposò il re
svedese Onela.

Hrothgar fu fortunato in guerra. Molti uomini erano entusiasti di servirlo ed il suo


esercito crebbe. Decidette di costruire un grande salone per le feste come
simbolo della sua potenza. Volle che il salone delle feste fosse la sua stanza del
trono. Volle anche che fosse il posto dove condividere i suoi beni con la sua
gente.

Chiamò operai da tutto il mondo per venire a costruire il suo salone delle feste,
che era chiamato “il palazzo di Heorot”. Presto la costruzione fu completata, ed
era splendida. Le sue torri si ergevano alte nel cielo, ed il suo tetto era largo.

Ci furono feste e canzoni ogni giorno nel palazzo di Heorot. Gli arpisti
suonavano la loro musica ed i poeti narravano la storia di come Dio creò la
terra, il sole e la luna.

Ma ci fu un demone che odiava la felicità del palazzo di Heorot. Il suo nome era
Grendel, e viveva in una landa desolata sulla costa. Grendel aveva già vissuto
in esilio con la famiglia di Caino, che aveva ucciso suo fratello Abele.

Una notte Grendel venne al palazzo di Heorot per guardare i danesi che
festeggiavano e si divertivano li. Li trovò addormentati dopo aver bevuto e prese
prigionieri trenta uomini e li portò via con se. Ritornò al palazzo più tardi quella
notte e lasciò trenta cadaveri macchiati di sangue.

Quando venne mattina i Danesi si alzarono e videro i corpi dei loro amici.
Gridarono alla loro vista. Il re Hrothgar non sapeva cosa fosse successo, e si
vergognava di non essere stato capace di prevenire quel terribile fatto. Era triste
per la perdita dei suoi uomini.

La notte successiva Grendel tornò ancora e uccise altri uomini di Hrothgar. I


danesi adesso erano spaventati, e incominciarono ad abbandonare il palazzo di
Heorot.
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Grendel adesso comandava. Il palazzo di Heorot era abbandonato. Il re
Hrothgar soffrì per dodici lunghi anni. I musicisti narrarono la storia di Grendel in
tutto il mondo, cantarono degli orribili omicidi e della lunga guerra tra il demone
ed il re. Cantarono del pericolo che tutti sentivano.

Grendel continuò i suoi attacchi ai danesi. Prese possesso del palazzo di


Heorot, malgrado non potesse entrare nel palazzo del trono.

I consiglieri del re Hrothgar fecero piani per difendere il regno dal demone.
Qualche volta anche pregarono idoli perchè li aiutassero nelle loro difficoltà.
Dimenticarono il vero Dio che creò i cieli e la terra.

Il re di Geatland era chiamato Hygelac. Uno dei suoi signori aveva sentito del
demone, e decise di aiutare Hrothgar. Questo signore era l’uomo più forte della
terra, un vero guerriero. Diede ordini perchè una barca fosse approntata perchè
lui potesse viaggiarci. Trovò quattordici uomini andassero volontariamente con
lui e partirono insieme con la barca.

La barca del signore navigò velocemente tra le onde nel suo viaggio.
Raggiunsero presto la loro destinazione ed erano felici di essere ancora sulla
terraferma. Ringraziarono Dio per la veloce traversata.

Quando la vedetta danese vide uomini in armatura uscire dalla barca, andò
verso di loro e gli ordinò di dire chi fossero:
“Chi siete e perchè siete venuti qui in armatura? E’ mio dovere far la guardia per
l’arrivo di uomini pericolosi sulle nostre coste. Io non ho mai visto prima un
gruppo di uomini armati come voi. Voi non avete chiesto a nessuno il permesso
di sbarcare.”

La vedetta guardò i guerrieri e continuò:


“Non ho mai visto un uomo grande come te. Tu devi essere un uomo
importante. Devi dirmi chi sei prima di andare verso l’interno. Devi dirmi anche
perchè sei venuto qui.”

Il guerriero rispose così alla vedetta:


“Noi veniamo da Geatland, ed il nostro re è Hygelac. Io sono il figlio di
Ecgtheow, che fu un grande soldato ai suoi tempi. Noi siamo venuti qui per
aiutare il tuo re, e non abbiamo nessuno scopo segreto. Perciò per favore dicci
cosa sta succedendo qui. Noi vogliamo sapere tutto di questo grande pericolo
che viene nelle notti, questo assassino di uomini del vostro paese. Io voglio
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offrire a Hrothgar il mio aiuto e consiglio. Io so come sconfiggere questo nemico
e come calmare il re.”

La vedetta guardò il guerriero e rispose:


“Ti credo. Prendete le vostre armature e le vostre armi e vi porterò dal re. I miei
uomini baderanno alla vostra barca fin quando non tornerete a Geatland.”

CAPITOLO DUE

La vedetta guidò i soldati di Geat al palazzo di Heorot. Furono estremamente


sorpresi quando videro l’enorme costruzione. La vedetta li lasciò, dicendo che
doveva tornare indieto al suo dovere sulla costa. I guerrieri di Geat si
avvicinarono al palazzo. Le loro armature brillavano al sole mentre
camminavano. Quando entrarono nell’edificio, si sedettero nel palazzo.

I danesi erano curiosi dei nuovi venuti e fecero loro delle domande:
“Chi siete? e perchè avete portato qui le vostre armi?”

Il guerriero Geat diede questa risposta:


“Noi siamo uomini di Hygelac. Il mio nome è Beowulf. Dirò al tuo re lo scopo
della nostra visità se vorrà vedermi.”

Un capo Wendel chiamato Wulfgar accettò di portare il messaggio di Beowulf al


re. Disse che delle persone dal Geatland erano sbarcate ed erano guidate da un
guerriero chiamato Beowulf, che sembrava un uomo potente.

Hrothgar rispose:
“Io conosco Beowulf. Lo ricordo come un giovane ragazzo. Dicono che ha la
forza di trenta uomini. Dio lo ha mandato qui per difenderci da Grendel. Darò a
lui una grande ricompensa. Ora vai e chiedi agli uomini di Geat di venire qui e
accertati di dire loro che sono benvenuti in Danimarca.”

I guerrieri Geat entrarono nella stanza del trono, e Beowulf parlò al re:
“Sono Beowulf. Ho avuto grandi vittorie contro i miei nemici, ed ora ho sentito la
storia di Grendel e della distruzione che ha portato alla Danimarca. I viaggiatori
ci hanno detto che il palazzo di Heorot è stato abbandonata dalla sua gente
perchè erano spaventati dal demone. Il consigliere di Hygelac mi ha
incoraggiato a venire per aiutarti, perchè sanno quanto sono forte. Sanno che
ho combattuto contro uomini e mostri marini, e che ho sempre vendicato i Geat.
Io voglio combattere Grendel in un combattimento singolo. Ti chiedo di lasciarmi
combattere con lui così. Ho anche sentito che Grendel non usa nessun’arma.
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Anch’io non voglio usare nessun’arma. Noi combatteremo solo con le nostre
mani. Dio deciderà chi vince. So che sarà terribile se Grendel vince. Il demone
mangerà il mio corpo, e non potrò avere una giusta sepoltura. Poi ucciderà i
miei soldati. Se io muoio, vi prego mandate questa mia armatura indietro al re
Hygelac. Questo è tutto quello che chiedo.”

Il re Hrothgar rispose a Beowulf:


“Tu sei venuto qui per aiutarci e per combattere per noi. Io ricordo bene tuo
padre, e come lo aiutai una volta quando il suo popolo lo mandò via a causa di
una contesa. Mi spiace di chiedere a chiunque aiuto per i nostri guai con
Grendel, ma sta distruggendo i miei soldati. Solo Dio può fermarlo! I nostri
uomini parlano del demone quando bevono, e promettono di proteggere il
palazzo di Heorot. Spesso lo hanno aspettato nella notte con le loro spade. Ma
la mattina il loro sangue era dappertutto nel palazzo. Questo è come sono morti,
ed ho perso molti soldati.”

Hrothgar invitò i Geat a pranzare nel palazzo, e sedettero insieme. Mangiarono


bene, ed un musicista suonò per loro.

Un uomo non era contento che i Geat fossero venuti in Danimarca. Questi era
Unferth. Era geloso del coraggio di Beowulf e della sua fama. Parlò in tono di
sfida al guerriero Geat:
“Tu sei lo stesso Beowulf che fece una famosa gara di nuoto con Breca? Quella
era solo vanità, tu volevi vincere anche se la gente ti aveva messo in guardia sul
pericolo. Tu entrasti in
acqua che era fredda e mossa. Tu lottasti per sette notti, ma Breca era più forte
di te. Raggiunse la terra una mattina e dimostrò di essere un nuotatore migliore
di te. Sarà lo stesso con Grendel. Nessuno è durato un’intera notte contro quel
demone.”

Beowulf sorrise ad Unferth e gli rispose:


“Quella gara di nuoto fu fatta perchè avevamo bevuto molto. Questo è quello
che è successo veramente. Breca ed io eravamo buoni amici. Ci conoscevamo
l’un l’altro da tutta la vita, ed eravamo sempre in cerca di qualcuno da sfidare.
Entrambi nuotammo con una spada per proteggerci dai mostri marini. Io ero più
forte di lui, e potevo sempre nuotare più a lungo di lui in mare. Andammo avanti
per 5 giorni in quel terribile freddo, nuotando fianco a fianco, poi il vento ci
divise. I mostri marini mi attaccarono tutto il tempo, ma io ne uccisi nove con la
mia spada. Alla fine arrivai a terra sano e salvo.”

Beowulf fissò duramente Unferth negli occhi, e poi continuò:


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“Non ricordo che tu abbia fatto alcuna impresa come questa, Unferth. Hai ucciso
la tua stessa gente e così andrai all’inferno quando morirai. Comunque, se tu eri
veramente così bravo come dici, avresti fatto qualcosa per Grendel. Ma lui sa
che non ha bisogno di temere te – o qualsiasi altro Danese, se è per quello. Ma
presto imparerà che io sono diverso. Gli mostrerò che cosa un Geat può fare in
battaglia. Il palazzo di Heorot sarà allora ancora sicuro per voi Danesi.”

Re Hrothgar ascoltò le parole di Beowulf con piacere. Contava sul coraggio e


sulla forza dell’eroe.

Il rumore delle voci e delle felici risa riempiva il palazzo. La regina Wealhtheow
entrò. Salutò tutti ed offrì al re qualcosa da bere. Poi girò attorno al palazzo
offrendo a tutti da bere, com’era usanza. Quando arrivò a Beowulf, gli diede il
benvenuto in Danimarca. Gli disse che Dio aveva risposto alle sue preghiere
mandandolo. Beowulf prese il calice dalla regina, e rispose alle sue parole:
“Quando salii sulla mia barca coi miei uomini avevo una chiara intenzione.
Quell’intenzione era di aiutare la tua gente o morire in battaglia con Grendel.
Manterrò fede a quell’intento.”

CAPITOLO 3
C’era una nuova atmosfera di gioia e di speranza nel palazzo di Heorot ora che
Beowulf era li. Il bere ed il ridere continuarono finchè non fu l’ora per Hrothgar e
la sua regina di lasciare il palazzo.

Hrothgar sapeva che Grendel sarebbe venuto quella notte, e augurò all’eroe
buona fortuna:
“Questa è la prima volta che ho lasciato qualcun’altro a difendere il palazzo di
Heorot. Falle buona guardia stanotte, e stai attento ai nemici.”

Dio aveva dato ai Danesi qualcuno che li può proteggere dal demone. Beowulf
lasciò la sua armatura con un soldato e gli disse di controllarla bene. Poi si
preparò per dormire, dicendo orgogliosamente:
“Non userò nessun’arma nella battaglia con Grendel. E’ molto forte, ma con
l’aiuto di Dio ne avrò la meglio.”

Beowulf si sdraiò ed i suoi Geat riposarono anche loro. Nessuno si aspettava


che Beowulf sarebbe mai tornato nel suo paese, ma Dio stava preparando la
vittoria per lui. I Geat volevano vincere con la forza di un solo uomo.

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Improvvisamente Grendel uscì dall’oscurità, aprì la porta di ferro del palazzo ed
entrò nella grande costruzione. Era pieno di odio. Una volta dentro, Grendel si
mosse furtivamente e velocemente oltre le guardie addormentate. Grendel
pensò che voleva uccidere molti uomini quella notte, ma i suoi giorni di omicidio
erano giunti alla fine.

Beowulf stava guardando il demone nell’oscurità. Improvvisamente il demone


afferrò un uomo che stava dormendo. Azzannò il corpo dell’uomo, ed il sangue
prese a scorrere dappertutto. Poi si mosse verso Beowulf.

Beowulf saltò dal suo letto ed incominciò a combattere col demone. Il demone
lottò contro il guerriero, ma Beowulf si aggrappò a lui strettamente. Grendel
cercò di scappare, ma non riusciva a liberarsi dalla presa di Beowulf. Uomo e
demone erano stretti insieme nel combattimento, ed il rumore della loro battaglia
poteva essere sentito in tutto il palazzo. Improvvisamente Grendel diede un
grande urlo – era l’urlo della sconfitta. L’uomo aveva azzannato il demone.

Beowulf non voleva che Grendel lasciasse il palazzo vivo. I suoi uomini erano
svegli adesso, e si mossero velocemente per aiutare il loro guerriero con le loro
spade. Non sapevano che il demone non poteva essere colpito da nessuna
spada. Aveva una magia contro le armi umane.

Adesso Grendel cominciava ad indebolirsi. Beowulf si aggrappò ancora a lui ed


il demone stava agonizzando. Le ferite che Beowulf gli faceva erano terribili.
Strappò le braccia e le spalle del demone. Alla fine il demone corse via dal
palazzo e scomparve nell’oscurità, ma stava morendo e lo sapeva. La mattina
dopo i guerrieri vennero da ogni dove per parlare della battaglia. Videro le
tracce del suo sangue a terra fuori dal palazzo e videro il posto dove il demone
si era buttato nell’acqua ed era annegato. La sua anima era andata all’inferno
ed i guerrieri elogiarono il coraggio di Beowulf. Dissero che non c’era uomo più
coraggioso di lui nel mondo intero.

Uno dei menestrelli del re cominciò a comporre un poema in onore del guerriero
Geat. Il poeta raccontò la storia di Sigemund, l’assassino di draghi, e comparò
Beowulf a quell’eroe.

Il re Hrothgar entrò nel palazzo con la sua regina Wealhtheow. Guardò i resti
delle braccia e delle spalle di Grendel e poi disse le seguenti parole:
“Noi dobbiamo ringraziare Dio per questa vittoria. Un pò di tempo fa sembrava
che in questa casa dovesse sempre scorrere il sangue delle vittime di Grendel.

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Ma Dio portò qui Beowulf, e Beowulf ha ottenuto qualcosa che noi Danesi non
potevamo ottenere.”

Si girò e parlò direttamente all’eroe Geat:


“Adesso penso a te come se tu fossi mio figlio. Ti darò tutte la ricchezze che
vuoi. Spero che Dio ti proteggerà sempre e ti ricompenserà.”

E Beowulf rispose al re:


“Noi abbiamo vissuto questa grande avventura. Avrei voluto che tu potessi
vedere il suo corpo qui nel palazzo. Volevo usare la mia forza per farlo cadere e
poi per scacciare la vita via da lui. E’ scappato da me, comunque, e Dio ha
consentito che ciò accadesse. Il demone ha lasciato qui con me le sue braccia e
le sue spalle, e questo è stato un grosso prezzo da pagare per la sua libertà.
Sarà presto morto a causa di queste ferite, se non è già morto. Poi andrà
davanti a Dio e riceverà il giudizio per la sua malvagità.”

Unferth guardò le braccia e le spalle del demone e rimase in silenzio. Non


poteva criticare Beowulf per niente adesso.

CAPITOLO 4
Il re Hrothgar ordinò ai suoi uomini di preparare il palazzo di Heorot per una
festa per la vittoria. Uomini e donne lavorarono duramente insieme per
rimuovere le tracce della terribile battaglia tra Grendel e Beowulf dalla
costruzione. Ogni cosa che era stata danneggiata dal combattimento venne
rinnovata, e presto il palazzo sembrò di nuovo splendido.

Nella notte della festa per la vittoria ci fu una grande felicità nel palazzo di
Heorot. La coppa passava di mano in mano e c’era allegria e amicizia.

Hrothgar dette a Beowulf uno stendardo d’oro in dono per la vittoria. Gli diede
anche alcune armature, un elmo ed una spada. Poi il re disse ai suoi uomini di
portare otto cavalli nel palazzo. Uno dei cavalli portava la sella del re. Hrothgar
diede anche questi cavalli a Beowulf.

C’erano anche riconoscimenti per gli altri Geat. Ogni uomo che era stato sulla
barca di Beowulf ricevette un dono di valore, e c’era un compenso per il
guerriero Geat che Grendel aveva ucciso.

Gli arpisti e musicisti si fecero avanti e suonarono delle musiche e cantarono


storie di eroi per far piacere al re ed ai suoi ospiti. Il poeta recitò un poema che
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parlava di un’antica contesa tra i Fresiani e i Danesi. Il poema parlava di
un’amara storia di sangue, tradimento e vendetta.

Tutti ascoltarono la recita con piacere. La regina Wealhtheow disse a Hrothgar:


“Brinda ai Geat mio signore, sii generoso verso di loro e goditi la loro
compagnia. Ma pensa gioiosamente a quello che stai facendo. Tu hai detto che
pensi a Beowulf come se fosse tuo figlio. Assicurati di lasciare il tuo regno ai
tuoi propri figli quando morirai. Ricorda tuo fratello, Hrothulf. Se tu muori prima
di lui, lui baderà alla Danimarca per i nostri figli. Li tratterà bene.”

La regina diede uno sguardo ai suoi due figli, Hrethric e Hrothmund. Beowulf era
felicemente seduto tra i due fratelli.

C’erano altri doni per Beowulf – oro, anelli e una magnifica collana. La regina
disse a Beowulf:
“Indossa questa collana come portafortuna, ed anche questa armatura. Ti
auguro buona fortuna nella tua vita. Tratta i miei figli gentilmente, perchè qui in
Danimarca gli amici sono leali l’un con l’altro.”

La festa continuò. I guerrieri stavano bevendo vino, e nessuno di loro sapeva


delle terribili cose che il futuro aveva in serbo per loro. Alla fine la festa finì, e le
guardie erano in posizione nel palazzo. Tutti si prepararono per dormire, ma
tenevano le loro armature e le loro armi vicine a loro. Quello era l’uso. Beowulf
non era nel palazzo. Gli era stata data una camera da letto lontana dagli altri
guerrieri.

Mentre tutti dormivano, qualcosa di orribile entrò nel palazzo nell’oscurità.


Improvvisamente il palazzo fu pieno di orrore e di urla, ed i guerrieri si
svegliarono. Ci fu un attimo di confusione. Le persone non sapevano cosa
stesse accadendo.

Poi capirono. La madre di Grendel era determinata a vendicare la morte del


figlio. Aveva già ucciso un guerriero mentre tutti stavano dormendo. Stava
portando il corpo al suo nascondiglio fuori dal palazzo. L’uomo ucciso era
chiamato Aeschere ed era stato uno dei migliori amici del re. I danesi corsero a
prendere le loro spade più veloce che poterono. Poi il demone prese
violentemente le braccia e le spalle di suo figlio e corse via dal palazzo.

In poco tempo Beowulf accorse nel palazzo coi suoi uomini. Hrothgar gli disse:
“La sofferenza è ritornata. Aeschere è morto, era il mio migliore amico, ed
abbiamo sempre combattuto insieme le nostre battaglie. Questo mostro viene
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qui e lo uccide. Deve aver deciso di vendicare la morte di Grendel. Non so dove
si nasconda, ma ho sentito alcune storie da alcuni signori che vivono lontano dal
palazzo. Dicono che la gente vede due di questi mostri. Uno di loro sembrava
un uomo – quello era Grendel, quello che hai ucciso. L’altro sembra una donna
– quella dev’essere sua madre. C’è uno strano posto a poche miglia da qui dove
la foresta scende fino ad un piccolo lago. E’ un posto ostile perchè l’acqua
brucia. Un animale braccato si girerà e farà fronte ai cani piuttosto che tuffarsi in
quell’acqua. Tu devi andare li, Beowulf, e vedere se riesci a trovare il demone.

CAPITOLO 5
Beowulf rispose alle parole di Hrothgar:
“Non siate triste, sire, è meglio vendicare la morte di un amico che piangerci
sopra. Seguiamo questo mostro insieme, non scapperà, ve lo prometto.”

Hrothgar fu felice per le parole di Beowulf. Si fece portare il suo cavallo, ed il re


lasciò il palazzo con Beowulf ed alcuni guerrieri.

Cavalcarono nella foresta dove potevano vedere le tracce del mostro. Ne


seguirono le tracce finchè non arrivarono nella parte della foresta dove c’era il
piccolo lago. Videro la testa di Aeschere che giaceva sulla terra davanti a loro.

I guerrieri si guardarono attorno. Videro il mostro seduto sulla scogliera sopra di


loro. Poi guardarono in basso verso l’acqua e videro che era piena di serpenti.
Beowulf tirò una freccia ad uno dei serpenti, e videro l’orribile animale morire
nell’acqua. Alcuni dei guerrieri tirarono il corpo del serpente a riva.

Beowulf indossò la sua armatura. Questa l’avrebbe salvato dal mostro quando
l’avesse attaccato. Indossò l’elmo. Poi prese una splendida spada che gli era
stata data da Unferth. La spada era chiamata Hrunting. Nessuno che usasse
quella spada era mai stato sconfitto. Il dono della spada di Unferth a Beowulf
provò che questi aveva paura di seguire egli stesso il mostro.

Quando fu pronto Beowulf parlò ancora al re:


“Ricorda che cosa mi hai promesso prima, mio signore. Se io sarò ucciso in
questa battaglia, bada ai miei uomini per me. E manda i doni che mi hai dato a
Hygelac. Se io muoio voglio che Unferth abbia la mia spada. Quella che mi ha
dato la porto con me per la battaglia.”

Poi Beowulf si tuffò nella fetida acqua. Nuotò giù per quasi un giorno prima di
poter vedere il fondo.
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Il mostro si accorse immediatamente che un uomo stava venendo verso di lei.
Nuotò verso l’alto e afferrò Beowulf. Poi spinse il guerriero sul fondo. Portò
Beowulf alla sua corte, tenendosi stretta a lui così fortemente che lui non poteva
usare le sue armi contro di lei.

Quando arrivarono alla corte, Beowulf vide una folla di mostri marini. Essi
nuotarono verso di lui e lo attaccarono.
Beowulf si liberò con un balzo dal mostro e alzò la sua spada. Calò la spada
sulla testa del mostro ma non successe nulla. La spada magica lo tradì. Beowulf
la gettò via con disgusto.

Il guerriero sapeva che avrebbe dovuto combattere il mostro con le sue sole
forze. Afferrò le sue spalle e la gettò sul fondo. La madre di Grendel si alzò
velocemente e lo afferrò di nuovo. Beowulf perse l’equilibrio e cadde. Il mostro
saltò su di lui e tirò fuori un coltello. Provò a fare un affondo, ma l’armatura di
Beowulf era forte – lo salvò dal pericolo. Ora Dio diede a Beowulf la vittoria. Si
alzò in piedi e prese una spada che vide nell’armatura del mostro. Era una
spada enorme che nessun’altro uomo poteva sollevare. Beowulf la sollevò e
vibrò un colpo alla madre di Grendel. La spada la colpì al collo. Cadde a terra.
Beowulf le tagliò la testa.

CAPITOLO 6

Hrothgar ed i suoi uomini erano ancora sulla sponda del lago, guardando se
vedevano qualche segno di Beowulf. Improvvisamente videro un’enorme onda e
l’acqua divenne rossa di sangue. I consiglieri di Hrothgar scossero la testa
tristemente. Sicuramente pensavano che l’eroe avesse trovato la sua morte giù
nel fondo del lago. Non si aspettavano di vedere Beowulf tornare indietro da
loro.

Il re ed i suoi uomini aspettarono per lungo tempo, e poi tornarono al palazzo di


Heorot. Gli uomini di Beowulf, comunque, rimasero dov’erano. Non avevano
speranza che Beowulf fosse vivo, ma rimasero lì lo stesso.

Sul fondo del lago Beowulf osservò la spada che aveva usato per uccidere la
madre di Grendel che cominciava a fondersi. Si dissolse allo stesso modo in cui
si scioglie la brina quando il sole è caldo. Beowulf guardò la corte del mostro e
vide molti ricchi tesori. Non portò nulla con se quando se ne andò, eccetto la
testa del mostro e l’elsa della spada.

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Nuotò verso l’alto attraverso l’acqua. I serpenti se n’erano andati adesso che il
mostro era morto, e l’acqua non bruciava più. Beowulf nuotò fortemente verso
terra tirandosi dietro il suo pesante carico.

I Geat furono pieni di gioia quando videro il loro eroe raggiungere la terra. Lo
aiutarono a togliersi la sua armatura ed a portare la testa del mostro. Misero la
testa su di una lancia, e si misero in marcia verso il palazzo di Hrothgar.

Beowulf mostrò al re la testa del mostro quando arrivò al palazzo. Aveva vinto la
sua battaglia, e disse al re:
“Noi siamo felici di portare questo segno della nostra vittoria. La battaglia
sott’acqua è stata difficile, ed io sono quasi morto laggiù. Non avrei potuto fare
nulla senza l’aiuto di Dio. Hrunting è una buona spada, ma mi ha tradito in
battaglia. Fortunatamente, ho trovato un’altra spada, una vecchia, ed è con
questa che ho ucciso il mostro. Adesso puoi dormire sicuro, te lo prometto.
Quell’orribile mostro non ti disturberà più.”

Beowulf diede l’elsa della spada al re in dono. Hrothgar la esaminò


attentamente, e poi disse:
“Un re come me, che ha promesso di proteggere la verità e di difendere la
tradizione, ha ragione a dire che un guerriero come Beowulf farà grandi cose
nella sua vita. Tu sei famoso adesso, Beowulf, tutti sanno chi sei. E perchè io
sono saggio, voglio dividere la mia saggezza con te.”

Poi Hrothgar diede a Beowulf questo consiglio:


“E’ fantastico come Dio permetta ad un uomo di ottenere molte cose e di
diventare potente nella sua terra. Ma poi quest’uomo dimentica che dovrà
morire un giorno. Vive per il proprio piacere, e non pensa alla vecchiaia ed alle
malattie. Non si preoccupa dei suoi nemici. Vede l’intero mondo obbedirgli, e
diventa orgoglioso. Smette di guardare attorno a se. Poi, un giorno un assassino
viene a cercarlo, qualcuno con un’arco. L’assassino sferra un colpo, e l’uomo
orgoglioso è colpito al cuore. Ora il demone va da lui, e rende ogni cosa amara.
Niente ha più significato per lui, ed ignora le vecchie usanze. Il suo corpo
muore, ed i beni dell’uomo vengono dati a qualcun’altro che non si cura di loro.”

Il re guardò Beowulf per un momento, e poi continuò:


“Non cadere in quella trappola, amico mio, dai la tua fiducia ad una cosa eterna.
Non essere orgoglioso della tua forza, che non dura per sempre. Ricorda che
puoi essere distrutto dalla malattia, dalla spada e dalla vecchiaia. La morte verrà
a te un giorno.”

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Tutti ora stavano ascoltando le sagge parole di Hrothgar. Continuò:
“Io ero così, vedi. Governai per cinquant’anni. Difesi la mia gente con la mia
spada. Pensavo di non avere altri nemici. Poi apparve Grendel, e distrusse il
territorio. Ringrazio Dio di aver visto la testa di questo mostro dopo tutte le mie
sofferenze.”

CAPITOLO 7

Il giorno dopo Beowulf ed i suoi Geat si prepararono per lasciare la Danimarca.


Erano impazienti di ritornare al loro paese. Beowulf ridiede Hrunting ad Unferth,
e lo ringraziò per avergliela data. Gli disse che gli era stata utile, e non diede la
colpa ad Unferth perchè lo aveva tradito in battaglia.

I Geat entrarono nella stanza del trono per salutare Hrothgar.

Beowulf disse:
“Vogliamo ora ritornare alle nostre case. Siamo stati benvenuti qui, e voi ci
avete trattati bene. Se posso fare qualcos’altro per te, mio signore, sarò pronto
a farlo. Se dei nemici arrivano nel tuo regno, io riattraverserò il mare ancora una
volta per aiutarti contro di loro. Io so che anche re Hygelac vorrà aiutarti se tu
hai bisogno di noi. Se tuo figlio Hrethric vuole viaggiare e venire a visitare Geat,
lì troverà molti amici.”

Hrothgar ascoltò le parole di Beowulf, e poi rispose:


“Dio manda a te queste parole, amico mio. Tu sei forte nel corpo, e tu sei forte
nella mente. Se qualcosa di cattivo succede ad Hygelac, se qualche nemico
volesse ucciderlo, o qualche malattia lo distrugge, tu potresti essere un
eccellente re per i Geat. Mi piaci, Beowulf. Tu hai portato amicizia tra i Geat ed i
danesi, malgrado gli odi del passato. Sarò amico dei Geat finchè vivo.”

Poi Hrothgar diede a Beowulf altri tesori e gli disse di iniziare il tuo viaggio. Il re
abbracciò l’eroe, e le lacrime scendevano dagli occhi del vecchio. Temeva di
non poter più vedere di nuovo l’eroe, e questo pensierolo fece diventare triste.

Beowulf ed i Geat marciarono verso il mare, passarono la vedetta, che cavalcò


verso di loro per salutarli. Poi caricarono i doni di Hrothgar sulla loro nave e
partirono.

Il loro viaggio attraverso il mare fu veloce, e presto arrivarono a casa. La vedetta


Geat corse per dar loro il benvenuto, e legò la loro barca al molo. Poi i tesori
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furono portati a riva, e Beowulf ed i suoi uomini andarono al caposaldo del re
Hygelac.

Hygelac salutò l’eroe ed i suoi uomini calorosamente. La regina Hygd passò la


tazza ad ognuno di loro gentilmente. Poi il re incominciò a chiedere a Beowulf
delle sue gesta. Voleva sapere ogni cosa di quello che era successo ed il re
fece le sue domande:
“Che cosa è successo nel vostro viaggio? Hai aiutato Hrothgar? La tua
avventura mi ha preoccupato, temevo per te. Ringrazio Dio che sei ritornato qui
sano e salvo.”

Beowulf rispose alle domande ansiose del re:


“Ogni cosa è stata fatta bene. Hrothgar ci ha salutati e ci ha chiesto di sederci
coi suoi figli nel palazzo. Ci ha trattati bene.”

Poi Beowulf parlò dell’ostilità tra i danesi e gli Heatobard:


“La figlia di Hrothgar, Freawaru, stava per sposare Ingeld l’ Heatobard.
Speravano che il matrimonio portasse la pace tra i danesi gli Heatobard, ma non
sono tanto sicuro che accadrà. Come si sentiranno gli Heatobard quando i
danesi verranno per le nozze? I danesi indosseranno alcune delle armature che
presero dai guerrieri Heatobard quando li sconfissero. Qualche vecchio
Heatobard che ricorda quei giorni guarderà i danesi. Riconoscerà qualche
pezzo di armatura che apparteneva ad un vecchio amico che morì nel
massacro. Poi il ricordo gli porterà amarezza. Dirà al figlio del morto, “Questa è
la spada di tuo padre, giovane amico – quella che portava il giorno che vennero
a combattere i Danesi.” Poi il giovane si alzerà e vendicherà la morte di suo
padre. I danesi e gli Heatobard si alzeranno arrabbiati. Ingeld guarderà la sua
giovane sposa Freawaru ed incomincerà ad odiarla per le violenze passate.”

Beowulf disse poi al re Hygelac del suo incontro con Grendel. Descrisse come
aveva combattuto il mostro nel palazzo di Heorot e di come l’aveva ucciso li. Poi
descrisse il combattimento con la madre di Grendel e del suo successo.
Quando Beowulf smise di parlare fece portare i doni che aveva ricevuto da
Hrothgar e li presentò ad Hygelac. Diede al re lo stendardo, l’elmo e l’armatura
ed i bei cavalli. Diede alla regina Hygd la magnifica collana che la regina di
Hrothgar gli aveva dato. Beowulf non tenne niente per se stesso. Si comportò
con pieno onore.

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CAPITOLO 8

La reputazione di Beowulf tra i Geat ora era grande. Re Hygelac non pensava
molto bene del giovane prima, ma tutto ciò cambiò dopo che ebbe ascoltato le
avventure di Beowulf. Il re lo premiò generosamente per il suo coraggio,
dandogli una spada e della terra.

Gli anni passarono, ed i Geat rimasero coinvolti nelle guerre contro i loro nemici.
Hygelac fu ucciso in battaglia, e Beowulf diventò re. Governò bene per
cinquant’anni ed invecchiò con saggezza.

Ora un nuovo pericolo minacciava il regno Geat. C’era un sepolcro sotterraneo,


che conteneva una grande quantità di tesori. I tesori erano appartenuti ad una
nobile famiglia molto tempo prima, ma la famiglia era stata distrutta in guerra.
L’unico sopravvissuto del loro sangue aveva seppellito le loro ricchezze nella
terra.

Tre secoli dopo un drago trovò il posto e fece lì la sua casa. Badò al tesoro in
pace e tranquillità. Nessuno venne a disturbare il sonno del drago sottoterra.

Ora un uomo stupido andò nel nascondiglio del drago e rubò un coppa d’oro
tempestata di pietre preziose. Il ladro portò la coppa dal suo padrone, e gli disse
dove il tesoro poteva essere trovato. Il drago si svegliò dal suo sonno ed era
furioso per la sua perdita. Vide le tracce di piedi umani ed emerse dal sepolcro
quando era buio. Soffiò fuoco dalla rabbia, e voleva vendicarsi. Attaccò i
contadini, bruciò le loro case ed uccise chiunque trovasse.

La nazione Geat era spaventata dalla terribile distruzione che il drago portava
con se. Un giorno Beowulf ricevette tristi notizie. Il drago era andato alla sua
casa e aveva bruciato la stanza del trono.

Beowulf rimase scosso dalla notizia. Pensò che aveva offeso Dio in qualche
modo. Decise di vendicarsi col drago. Era troppo orgoglioso per usare il suo
intero esercito nella battaglia, e non era spaventato dalla forza del drago. Pensò
di essere più forte della bestia.

Ricordò tutto delle sue avventure passate e questo gli diede coraggio. Si ricordò
della sua battaglia contro Grendel e contro la madre del mostro. Si ricordò di
come aveva aiutato i Geat dopo che il loro re Hygelac era stato ucciso. Aveva
sconfitto i nemici dei Geat con la sua spada ed aveva protetto il figlio di Hygelac,

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Heardred. Era diventato re dopo la morte di Heardred. Più tardi aveva vendicato
quella morte. Mentre pensava a tutte queste cose non era spaventato.

Beowulf prese undici guerrieri con lui, ed uscì a cercare il drago. In quel
momento capì cos’era successo. Aveva trovato il ladro che aveva preso la
coppa, e l’aveva fatto venire con se. Disse al ladro di mostrare dov’era il
nascondiglio del drago. Il ladro li portò sulla costa e mostrò loro il posto.

Beowulf sedette sulla cima della scogliera. Era triste perchè sentiva che la sua
morte era vicina. Voleva che i Geat che aveva portato con se avessero fortuna
in futuro. Disse loro:
“Sono sopravvissuto a molti pericoli nella mia vita. Venni a corte quando ero
giovane, e vidi preoccupazione nella famiglia reale e guerra contro i nostri
nemici. Hygelac mi diede della terra come ricompensa per la mia lealtà verso di
lui. Ho sempre preso il mio posto in prima fila nelle battaglie – e combatterò così
fino alla fine.”

Beowulf fece una promessa finale ai suoi uomini:


“Io sono stato spesso in pericolo quando ero giovane. Ora sono vecchio, e
rischierò ancora una volta per la gloria. Combatterò quel drago se uscirà dal suo
nascondiglio.”

Poi l’eroe guerriero disse addio ai suoi amici. Ordinò loro di rimanere dov’erano
cosicchè essi potessero vedere il risultato del combattimento.

CAPITOLO NOVE

Beowulf vide un arco di pietra all’entrata del sepolcro. Un ruscello di acqua


calda scorreva fuori dall’entrata. Poteva essere difficile per lui combattere il
drago li dentro. Continuò dopo l’entrata e gridò una sfida alla bestia. La sua
voce eccheggiò forte nel sepolcro. Il drago sentì la voce umana e si arrabbiò
molto. Emerse dal sepolcro, soffiando fuoco mentre veniva. Era pronto per la
battaglia. Beowulf stava pronto in piedi per ricevere la bestia con la sua spada e
lo scudo. Il drago gli girò attorno, ma l’eroe guerriero non scappò via. Presto le
fiamme del drago coprirono il posto dove stava, il suo scudo non lo proteggeva
dal calore e dal fumo. Alzò la sua spada e diede un possente colpo alla bestia
furiosa, ma la sua spada non fermò il drago. Il drago continuava a soffiare
fiamme. La spada di Beowulf l’aveva tradito ed egli dovette arretrare. Non era
facile per lui arretrare da un nemico. Era destino di Beowulf che quel giorno
lasciasse la sua vita.
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Poi il drago attaccò di nuovo. Beowulf era in pericolo, e non c’era aiuto dai suoi
amici. Tutti volevano correre via per salvare le proprie vite. Solo Wiglaff rimase
col re. Disse ai suoi compagni di restare a combattere il drago con lui:
“Noi abbiamo promesso di essere leali col nostro re, e lui c’ha regalato doni
preziosi ed armi. Ora ha bisogno del nostro aiuto. Andiamo da lui e portiamolo in
salvo dal fuoco e dalle fiamme del drago.”

Fu inutile. I compagni di Wiglaff scapparono impauriti. Lui estrasse la spada e si


avviò verso Beowulf. Era un giovane uomo, e questa era la sua prima battaglia.
Incoraggiò Beowulf con le sue parole:
“Forza, mio signore. Fai tutto quello che hai promesso avresti fatto. Il tuo
coraggio ti ha reso un uomo famoso. Difenditi, ed io starò al tuo fianco.”

Il dragoattaccò ancora una volta e lo scudo di Wiglaff non lo protesse dal calore.
Beowulf lo coprì con il suo scudo. Poi l’eroe guerriere raccolse le forze e diede
un grande colpo con la sua spada. Questa volta la spada si ruppe sulla testa del
drago. Il drago era assetato di sangue ora. Soffiò fuoco su Beowulf e corse
velocemente. Poi colpì profondamente al collo il guerriero. Il sangue scorse
dalla ferita. Beowulf stava morendo.

Wiglaff vide che la vita del re era in pericolo. Si fece avanti ed affondò la spada
nella pancia della bestia. Il drago sanguinava, e le sue fiamme divennero più
deboli.

Beowulf diede il colpo di grazia. Tirò fuori un pugnale dalla sua cintura e lo
affondò nel fianco del drago, uccidendo il suo nemico.Wiglaff e Beowulf
avevano distrutto il drago.

La ferita di Beowulf cominciava a far male, e lui capì che il drago l’aveva
avvelenato. Si sentì male e debole, e andò a sedersi. Wiglaff lavò le sue feritee
fece tutto quello che poteva per far star comodo Beowulf. Beowulf sapeva che
stava morendo e disse a Wiglaff:
“Ho governato per cinquant’anni, nessun nemico poteva spaventarmi. Ho
sempre fatto il meglio che potevo, e sono stato gentile con la mia gente. Sapere
questo mi conforta ora che sto morendo. Non ho fatto niente per far arrabbiare
Dio con me.”

Poi Beowulf diede a Wiglaff i suoi ordini:


“Vai e porta fuori il tesoro dal sepolcro, voglio vederlo prima di morire.”

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Wiglaff si affrettò ad obbedire al re. Entrò nel sepolcro, e li vide i magnifici tesori
del drago. Prese il tesoro velocemente e corse fuori verso Beowulf. Sperava di
trovare il re vivo quando tornava da lui. Beowulf aprì gli occhi e guardò il tesoro:
“Ringrazio Dio per aver visto questo tesoro. Ora posso lasciarlo alla mia gente
quando muoio. Tu, Wiglaff dovrai badare a loro quando me ne sarò andato.
Ordina ai miei soldati di costruire un sepolcro vicino alla costa. Lo voglio in cima
alla scogliera così che i marinai lo vedranno mentre attraversano il mare. Lo
chiameranno il sepolcro di Beowulf.”

Poi il re tirò fuori una collana d’oro che aveva addosso e la diede al giovane con
queste parole:
“Tu sei l’ultimo di noi.”

CAPITOLO 10

I compagni di Beowulf che erano corsi via dal drago tornarono indietro. Si
vergognavano, e guardavano mentre Wiglaff cercava di rianimare il loro re.
Wiglaff li guardò e disse loro rabbiosamente:
“Beowulf vi diede armi ed altri doni, ma fu inutile. Quando ebbe bisogno di voi,
voi l’avete abbandonato. Poi Dio gli consentì di uccidere il drago. Non ho potuto
fare molto per lui durante la battaglia, ma cercai di aiutarlo. Sono riuscito a dare
il meglio di me, ma non è stato abbastanza.”

Wiglaff parlò poi delle sue paure per il futuro:


“Quando i nostri nemici sentiranno della vostra codardia di oggi, verranno a
distruggere la nostra nazione. I Franchi ed i Fresiani sapranno presto che il
nostro re è morto. Presto verranno qui con i loro guerrieri. Gli Svedesi verranno
anche loro qui. Quando Beowulf era re ci proteggeva e ci portava in salvo.
Aveva cura della gente ma era anche un eroe.”

Poi Wiglaff disse ai guerrieri che cosa dovevano fare. Disse che la pira funeraria
di Beowulf doveva essere ricca. Dovevano mettere il tesoro che aveva
conquistato al drago sopra di essa.

I guerrieri piansero mentre guardavano il corpo del loro re. Vicino a Beowulf
videro il corpo del drago. A fianco videro il ricco tesoro del sepolcro. Dopo pochi
attimi Wiglaff parlò ancora:
“Spesso è pericoloso per un uomo fare quello che vuole. Questo è quello che è
successo qui. Beowulf ha disturbato il drago che stava facendo la guardia a
questo tesoro. Il nostro eroe guerriero ha trovato il tesoro, ma il costo è stato
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alto. E’ morto come risultato della sua ricerca. Mi disse cosa dovevo fare prima
di morire. Disse che dovevamo costruire un sepolcro per lui sulla scogliera.”

Wiglaff portò i guerrieri nel nascondiglio del drago. Tirò fuori il tesoro che era
ancora li. Poi gettarono il corpo del drago dalla scogliera nel mare.

Wiglaff disse loro di preparare legna per la pira funeraria. La gente Geat
alimentò un grosso fuoco. Misero scudi ed elmi sul fuoco, mentre Wiglaff dava
loro istruzioni su cosa fare. Poi piazzarono il corpo di Beowulf sulla cima.

Accesero la pira funeraria, e fiamme e fumo si alzarono nel cielo. Il rumore del
fuoco era più forte del suono che la gente faceva mentre piangevano per il loro
re.

Una donna Geat incominciò a cantare per il suo dolore e la sua perdita. Cantò
delle sue paure e della sua tristezza per la nazione. Cantò per il pericolo
dell’invasione, per la minaccia dei nemici. Cantò della morte dei Geat, della loro
schiavitù ed umiliazione.

Poi i Geat costruirono un grande sepolcro sulla scogliera. Era grande


abbastanza perchè i marinai potessero vederlo da molto lontano. Ci vollero dieci
giorni per finire il lavoro. Presero le ceneri di Beowulf, e le posarono nel
sepolcro. Seppellirono il tesoro del drago vicino al loro re morto.

Alla fine, dodici uomini cavalcarono attorno alla tomba. Erano tutti figli del re e
coraggiosi guerrieri. Cantarono una triste canzone per Beowulf, lamentandosi
per lui, sia come uomo che come re. Cantarono delle sue famose gesta, e
ringraziarono Dio per la sua grandezza. Questo fu come la gente Geat pianse il
suo signore. Dissero che era stato il miglior re del mondo intero, e che era stato
molto buono con la sua gente.

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