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[ANATOMIA GENERALE CAPITOLO 1 cRAMIAYE ‘ TERMINOLOGIA po log Il corpo si divide fondamen- talmente in due parti, jl tron- so.e gli arti (o sua volta ‘gua in superi rc L’anatomia si serve di una terminologia convenziona- le per indicare con esattez- za e ptecisione le varie parti del corpo ed il rapporto con Vambiente circostante. Per la descrizione anatomica, Vuomo & considerato in sta- zione eretta con i palmi delle mani in avanti, ed 2 inserito in un parallelepipedo a sei face. (figura 1) VeAlTRO Ue PAMTRRE GORA! Le due basi del parallelepipedo sono piani orizzontali, quella superiore & detta anche graniale 0 céfalica perché cortisponde alla testa, quella inferiore &détta plantare © podalica perché corrisponde alle piante dei piedi; i] piano orizzontale corrispondente al coccige 2 chiamato -cauidale perché corrisponde alla regione della coda abor- tiva Le facce che uniscono i lati maggiori di entrambe le basi sono i piani verticali o longitudinali ; quello anterio- red delta veftzale perche delimita lg parte anteriore del corpo, quello posteriore ¢ detta dorsale perché delimita la parte posteriore del corpo. Le Tacce del parallelepipe- do che delimitano e sono tangenti ai lati del corpo sono detti piani laterali (destrae sinistra). Grazie a questa analogia geometrica & facile comprende- re i termini di posizione e movimento del corpo umano. Si definiscono: termini,.di. posizione_quelli che caratterizzano la -situazione di una qualsiasi parte del corpo. nella quale esso si Termini di posizione | a posizione ci qualsiasi parte del corpo umano pud esse- re definita utilizzando tre piani fra loro perpendicolari ett pian di sezione (figura a. il piano frontale movment, b. il piano sagittale laievol) ©. ilpiano trasversale Per convenzione questi tre piani attraversano / seziona no il corpo umano e sono paralleli al piano orizzontale © ai piani verticali che celimitano il parallelepipedo nel |. quale @ inserito il corpo umano. ~\ Il piano frontale (parallelo al piano ventrale dorsale v del parallelepipedo) divide il corpo in.due meta (aftetiore «pet vie tenon nato cosi anche perché paral- lelo alla fronte. \ Il Piano, sagittale (paralle- lo ai piani laterali destro e sinistro del parallelepipedo) ® della parola che proviene dal latino sagitta/ freccia; U.piano medio-trasversale (parallelo al piano craniale e piano plantare del parallelepipedo) & orizzontale e divi- de il corpo in una met Superiore e una'infeyiore Termini di moviment Tardirezione dei movimenti @ indi- cata dall'asse intorno al quale essi hanno luogo. Gli.assi di movimento sono indlividuati dal d i precedentemente considerat Lasse verticale (intersezione fra il piano sagittale e frontale) Lasse trasversale (intersezione frail piano trasversale e frontale) (o) Lasse sagittale (intersezione frail piano orizzontale e sagittale). & Gili_assi_poss: re_considerati dellelinee immagi- narie che att sno il corpo e intorno alle quali si svolgono i movimenti, Pensiamo ad una porta. Essa ® un piano che si muove intorno ad un asse. L’asse é la lineaa che passa attraverso i cardini della porta. Il movimento della porta & determinato dall’inclinazione dei cardini ALngsito compo e tutte le articolazioni ruotano intor agli assi: a. Lasse ¢ verticale 0 longitudinale quando il corpo ® in posizions ereita e Faggp lo attraversa_perpendi- plamente/ial 1po fino ‘all'attaccatura dei tallo Sul piano &asversale in riferimento all'asse verticale hanno luogo i movimenti di rotazione che pessiamo pitt precisamente chiamare di torsione se riferiti alla colonna veriebrale, oppure di rotazione interna (intrarotazione) ed estema (extrarotazione) se riferiti abraccia e gambe. Un esempio tecnico di movimento@S intorno a quest'asse sono le piruettes. rfanea alata, Sl piano sagt inforn al le hanno luego i movimenti di flessiohe ed tei. quali il segmento si anotaote fettivamente anteriore e posteriore.(capovalta). sagittale quando ® diretto dalla superficie anteriore a quella posterioze del corpo e viceversa, & perpendicolare ai due assi precedenti. Sul piano fron- {ale intorno all’asse sagittale hanno luogo i movimen- trasvi fidi inane (termine rferito al bacino),flgssidne laterale {termine riferito alla colonna vé lee al capo, es. cambré alla seconda) e di ac a abalone se riferiti a braccia e gambe. oon io- ne O:inélinazione laterale la parte del corpo mobile si allontana dal piano sagittale (arti e capo/tronco). Per quanto riguarda Y'adduzione accade invece Mesatto contrario ovvero la parte del corpo in movimento si avvicina al piano sagittale mediano (arti). POINENT) SAPUCH Pitt in generale per indicare i movimenti del corpo nello spazio si utilizzano i seguenti termini: |) Flessione. movimento per cui un segmento tende a for- ‘mare con un altro un angolo sempre acuto/Indica una chiusura dellarticolazione e implica un‘idea di accor- ciamento. 12 )Estensione movimento per cui un segmento tende a ‘disporsi sullo stesso piano di un altro o per alcune arti- “colazioni a formare un angolo ottuso (es. testa, mano e . piede) 3) Inclinazione spostamento dell‘asse di un segmento in ~ una posizione obligua. 2) Abduzione allontanamento dal piano mediano di sim- / metria. 5 )Rotazione movimento compiuto da un segmento intor- no allasse verticale fs gli arti superiori_e inferiori si. distinguono rotazioné interna ed esterna in base al verso de] movimento che sara rispettivamente verso il centro e verso lesterno. NB:. per Vavambraccio e per il piede si usa il termine pronazione (rotazione interna) e supinazione (rotazione esterna); destre e sinistre sono invece le rotazioni della testa e delle parti del tronco eseguite rispettivamente in senso orario e antiorari ? ) Circonduzione movimento per cui un segmento descrive “un cono, fi cui apice & corrispondente al capo articolare Come nella rotazione si parla di circonduzioni interna ed esterna per agli arti (in riferimento al verso del movi- mento) e destra e sinistra per testa e tronco (in riferimen- to al senso orario 0 anti-orario). SS O@ASONe” * ‘Tutti i movimenti finora considerati si svolgons no ad un asse e sono diretti verso un piano, pertanto considerati come movimenti semplici poi movimenti in cui sia gli assi, sia i piarkfsis variabili nelle diverse fasi; sono i movimenti complessi o combinat APPARATO LOCOMOTORE ‘Lapparato locomotore costituito dagli organi di movi- mento che si distinguono in‘ nuscal e in passivi, le ossa e le articolazioni. L¢0s8a Jel loro insieme forma no Io schelero, ln cui fps & quella di costuire un _sostegno ec una proteziéne alle parti molli, ma anche di offrire punti d’inserzione ai muscoli che possono mette- re in movimento i singoli segmenti del corpo o I'intero individwo. 10 2 coxoyeworde LO SCHELETRO Lo scheletro 2 formato da una parte centrale (colonna tebrale, ja_toracica) e da una parté appendicolare, lo scheletro degli arti, il quale si unisce Hesperia cingolo scdpolare e il pelvico. polo sedpoare el epgo figures Le ossa sistema scheletrico & costituito da circa 206 ossa, gene- ralmente simmetriche Le ossa si possono classificare in tre grandi gruppi sheassn,Titaghe; sono caratterizzate dal fatto che una dimensione, la lunghezza, supera di molto le altre due; hanno un corpo, denominato(diafisi)costituito da un tubo d’osso compatto la cui cavita, il canale midollare, & costituito da tessuto spugnoso e contiene midollo osseo; le due estremita, denominate{ epi, presen Costituite da tessuto spugnoso. ‘Le 08a bievi: sono costituite da una parte centrale di tessuto spugnoso circondato da uno strato sot d'oss0 compatto e hanno le tre dimensioni pressoché uguali, sLé.058a piatte: hanno una delle tre dimensione assai Tidotta e possiedono due lamine d’oss0 compatto tra Je quali ® presente uno strato di tessuto 035e0 spu- gnoso chiamato@iploe. Xj NOTERPICD OTPOD! entero dtbecoesod epprenilibe tft ne, da abbozzi primitivi fibrosi e cartilaginei che evolvono verso la formazione ossea definitiva attraverso due vie: “ossificazione diretta: rappresenta lo sviluppo dell’0s~ ‘50-da fessuto connettivo; interessa le ossa della volta cranica e del massiccio facciale, e la clavicola. ossificazione indiretta: necessita della preesistenza di strutture cartilaginee. Queste vengono_sostituite con t La crescita avviene solo fino a quando la cartilagine & presente. a formazione delle ossa per sostituzione & resa possibi- le dalla presenza di GendvodastDuna varieta di cellule che distrugge la sostanza cartilaginea presente e permet- tela formazione del nuovo tessuto. Le articolazioni SOND | VNIVMS Le articolazioni uniscono le varie ossa tra di loro e si possono classificare in base a due criteri: strutturale a seconda se le ossa sono separate da tessuto ‘Tibroso (Ginartrosi), da cartilagine (anfiartrosijo da una cavita articolare (diartrosi) e funzionale in base al tipo e grado di movimento. La classficazione funzionale sucldivide le aticolezion in: articolazioni immobili o sinartrosi: dette anche artic lazioni per continuita, sono la forma pitt semplice da strettamente i capi essei, come una cerniera lampo sa, tanto da impedimne i movimenti. Si suddividono in: il grado di movimento ® nullo, dal momen- to che uniscono le articolazioni tramite tessuto osseo (come nel cranio dell'adulto). Sincondrosi: il grado di movimento & scarso, dal momento che uniscono le articolazioni tramite tes- suto cartilagineo denso (come le prime costole delio sterno). Sindesmosi_o, sinfibrosi; il grado di movimento limitato, dal momento che sono tenute insieme da tessuito connettivo fibroso (come la sinfisi pubica). G) Articolazioni ipomobili o anfiartrosi: egano due super- ‘Nome funzionale Nome strutturale sinartrosi ibrosa anfiartrosi cartilaginea diartrosi sinoviale 10 superfici_ cartilaginee € al centro sono vite) fici articolari, ricoperte da cartilagine, tramite legamenti interossei; tra le due superfici & interposto un disco . fibrocartilagineo che permette soltanto movimenti limi- tati. NelleGertebre, per esempio, superfici ossee pianeg- gianti sono unite da un disco interesseo cartilagineo che > funge da ammortizzatore. DArticolazioni mobili o diartrosi: dette anche articola- ‘ioni per contiguita, permettono movimenti piti o meno ampi in una 0 pid direzioni dello spazio (ginocchio, spalla, dita...) a seconda del tipo, i capi ossei sono a.con- tatto tramite le superfici articolari e. tivo d ticolari, le borse di scivolamentto. In base alle differenze di forma delle supertii. sto 51 distinguono in 5 gruppi: FARTRODIA\ > PHO nretVe Pa “Mswimenti permessi: semplice scorrimento elestico figuras esempi: articolazioni costo-vertebrali, le ossa del carpo nella mano e del tarso nel piede. [GIGLI ne a toro votta si sudiotdono in TROCLEE (ginglimo angolare) Movimenti permessi:flesso/estensione { Figure ulna Esempio: gomito, ginocchio TROCOIDI (ginglimo laterale/paralteto) Movimenti permessi: pronazione e supinazione Grado di movimento Esempio Fissa /immobile cranio (seri tobih) poco mobile (sem' obit) | vertebre molto mobile spalla uu a eo? abe II Esempio: articolazione radio-ulnare prossimale Radio ulna A SELLA o PEDARTROSI Movimenti permessi: flessione estensione, adduzione abduzione, circonduzione figura Esempio: tra il carpo ed metacarpo del police; tra lo sterno e la clavicola. CONDILARTROSI Movimenti permessi: flessi abduzione, cionduzione S 1e estensione, adduzione figura Esempio: tra il radio e il carpo; tra il metacarpo ¢ le falangi; l'articolazione del ginocchio; articolazione tem- poro-mandibolare. ‘Movimenti permessi: fessione estensione, adduzione owe 0 x) ), oa 3 Scepole “ pe sf abduzione, circonduzione, intra ed extrarotazione Tmovimenti si effettuano lungo tutti e tee gli assi fonda- mentali (sagittale, trasverso e verticale) 2 Sono le articolazioni pitt mobili del corpo uman Esempio: articolazione dell’anca (coxo-femorale); artico- lazione tra scapola e omero (scapolo-omerale ) | movimenti del corpo sono sempre molto complessi perché spesso pi di un‘articolazione prende parte all‘attuazione dello stesso movimento, e pid: movimenti semplici possono, awvenire contemporaneamente nella stessa articolazione; inoltre la struttura morfologica della superficie articolare non sempre corrisponde alle reali possibilita funzionali perché legamenti, tendini e muscoli possono limitame le capacita. E necessario quindi analizzare a fondo ogni singola articolazione per conosceme le capacits ma nel contempo studiare tutti i muscoli che la sovrastano e che prendono inserzione, per valutare le limitazioni e le reali possibilit’. UL SISTEMA MUSCOLARE| Tansee. : Jocamotre nec, Sissi tutti pari e simmetrici, attiva_dell’apparato. Esempio di muscoli con inserzioni mono, bi e pluriarticolari (figura 12) Grande adduttore (monoasticolare) AO Di seguito le varie clas i ‘vengono classificati in: ~ muscoli..monocipiti: sono quelli che hanno un solo punto di origine muscoli,bigipiti; sono quelli che hanno due punti di origine muscoli. trisipil origine muscoli sono quelli che hanno tre punti di icipiti: sono quelli che hanno quattro In base al numero d{PUNTI DI INSERZIONP. i muscoli vengono classificati int muscoli monocaudati punto di inserzione. muscoli bicaudati: sono quelli inserzione. rmuscoli tricaudati: sono quel inserzione ‘muscoli pluricaudati: sono di inserzione. Le inserzioni sono i punti inl le estremita dei muscoli si fissano allo scheletro direttamente o per mezzo di un tendine di varia foggia e dimensione. Inoltre | MUSGOI SSSERE INSERITI a cavallo di (na 0 pit articolazioni (figura 12) ‘muscoli monOartiGolari Te inserzioni tendinee estre- ‘me uniscono due segmenti ossei articolat tra di loro. Tl movimento pud avvenire solo su un’articolazione. muscoli biarticolari: le inserzioni tendinee estreme tuniscono tre segmenti ossei articolati in sequenza tra di loro, Il movimento pud avvenire utilizzando due articolazioni; ‘muscoli pluriarticolari: Ie inserzioni tendinee uni- scono € muovono pi segment’ ossei sono quefli che hanno un solo 1@ hanno due punti di che hanno tre punti di li che hanno pid punti In base al loro PUNTO DI ORIGINE e di INSERZIONE, i muscoli vengono classifica in Muscoli scheletrici: sono quelli che hanno sia origine sheinserzione nelle ossa Sartorio (biarticolare) 3 Megcostale (pluriarticolare) 3b ‘Muscoli_pellicciai: sono quelli che hanno almeno uno aon 5 muove la pelle. t Myscolo —Muscolo—Muscolo—_-Muscolo fusiforme, semipennate bipennato_plurinennato Lorientamento delle fibre muscolari all'interno del muscolo ne determina la forza e r'ampiezza di contrazio- ne. Rispetto al suo asse longitudinale, le cellule possono disporsi in modo parallelo (seguendo il decorso delle fibre tendinee) oppure obliquamente; In base al tipo di unione tra fasci muscolari e tendini vengono classificati in: Muscoli a fasci paralleli, (movimento ampio e veloce per Maggiore accorciamento, le fibre sono parallele all'asse longitudinale del ventre carnoso) + Muscoli-nastriformi: sono quelli che hanno fasci muscolari organizzati parallelamente fra di loro da tuna estremith al'altra, sono appiattiti e lunghi (es sartorio) ‘Muscoli fusiformi: sono quelli che hanno fasci musco- lari pressaché parallel tra di loro e che si fanno con- vergenti su un tendine in corrispondenza di una o di entrambe le estremita, sono affusolati, hanno due 0 tre sezioni, la parte centrale pid sviluppata mentre le estcemita sono pitt sottli. Sono ad esempio i bicipiti e tricipiti (i muscoli del braccio); “_Muscoli larghi: sono quelli che hanno fasci muscolari a x LORS piatti che si fondono con le aponeurosi alle estremita (diaframma e muscoli addominali) + Muscoli a ventaglio: sono quelli in cui i fasci musco- lari divergono in corrispondenza di una estremita © convergono su un tendine di inserzione all‘altra estremita (gran pettorale,glutei) Muscoli_a_fasci_obliqui_o_pennati (sviluppo di forza olevole,Te Hbre sono deposte come le bore diene piuma rispetto al calamo}; a seconda delle modalita di attacco sui tendini distinguiamo: * Muscoli bipennati: Ie fibre convergono da due diver- se linee di origine sulle due facce di un tendine cen- trale che entra nel muscolo (es, retto del femore); Muscoli.semipennati costituiti da un lungo tendine sul quale sono inserite obliquamente le fibre musco- lari, come una mezza pena (tibiale posteriore). Muscoli_pluripennati; sono quelli che hanno molti tendini di origine sui quali vanno a confluire e a ten dersi le fibre-muscolagi (deltoide) In base allf FUNZIONE possiamo distinguere: + lessori él estensori correnza collaborativa” 9 “contrasto d’azione” nel corso del movimento, semplice © complesso, che si compie distinguiamo: * Muscolt antagonist che si oppongono al movimen- foositifassano. * Muscolisinergisti sono quei muscoli che aiutano iTmiscolo “responsabile del_ movimento (Gnuscolo motore) nell’esecuzione dello stesso movimento, o che riducono contemporaneamente i movimenti inu- lili o addirittura controproducenti luscoli fissatgri.sono quei muscoli sinergisti spe- eels lizzati, Essi trattengono un osso o stabilizzano Vorigine di un motore primario In base alla morfologia e alle caratteristiche delle fib distinguiamo: * Muscoli.striati_scheletrici, che presentano caratte- tiche striature trasversali visibili anche ad occhio nnudo, meglio ancora al microscopio ottico. Queste siriature sono dovute alla disposizione regolare degli elementi contrattili, I muscoli striat{ scheletrici, si contraggono in seguito a impulsi nervosi provenient dai motoneuroni del sistema nervoso centrale, ovve- 10 a livello cosciente. Questi muscoli sono connessi a segmenti scheletrici e prese sntang la caratteristica di essere controllati dalla nesta velo. tuiscono la i cardiaci ¢ tuiscono la comy uscolare-(che ® anche la pit! cospicua) del Sore, detta_ iniocardio’ Microscopicamente parian- do, rispetto alle fibre muscolari scheletriche, oltre alle Strie trasversali note, posseggono altre striature tra- sversali ben evident, chiamate strie intercalari. Sono le zone di giunzione delle fibre stesse. Il muscolo cardiaco si contrae indipendentemente dalla volonta Muscoli.lisci..cosiddetti in quanto non presentano_ Striature trasversali, essendo disposti in essi di dinatamente gli elementi contrattili. Si presentano 14 in genere di colore pitt chiaro rispetto alla muscola- tura striata. Sono questi a costituire la componente smuscolare dei visceri/Lmuseoli lisci (alvo pochis- Sime eccezioni) sono ffivolontari, cio la contrazi di “ne if indipendente dalla “in maniera ‘moni, stimé aA = Fasticouo TevoWwe (eats dt peri) ePivisio enoourste STRUTTURA DEL MUSCOLO SCHELETRICO. I tessuto muscolare striato® composto da numerose fibre ‘muscolari, ogni fibra @ una cellula polinucleata denomi- nata fibrocellula ¢ percorre quasi 'intera lunghezza del muscolo. Le fibrocellule sono parallele tra loro, la loro struttura si compone di una membrana che delimita il citoplasma all'interno del quale sono immersi numerosi filamenti lunghi quanto la fibrocellula,tali filamenti sono detti miofibrille e sono costituiti quasi essenzialmente da Proteine. Il muscolo @ avvolto da uno speciale tessuto detto connettivo che pud avere nomi diversi a secondo della sua localizzazione all interno del muscolo Epimisio:® il tessuto connettivo che avvolge l'intero muscolo € si continua a formare i tendini. Esso per- ‘mette il trasferimento del movimento dal muscolo al ezz0 osseo Perimisio: & un tessuto connettivo che originandosi dall'epimisio penetra ne! muscolo riunendo le fibre in fasci terziari, secondari e primari contente anche vasi, nervi, e tessuto adiposo. Endomisio:® il tessuto connettivo che avvolge ogni singola cellttla muscolare Cerchiamo adesso di capire come & organizzato il muscolo dando una breve descrizione delle sue parti costitutive. La fibra muscolare @ avvolta dal sarcolemma una membrana caratterizzata da tre strati di fosfoli- pidi, appena sotto quest/ultima ci sono i nuclei delle fibre disposti in modo regolare. Il numero dei nuclei dipende dalla lunghezza della fibra . Una fibra musco- lare & composta da circa 1000 miofibrille. Esse sono la STRUTTURA DI BASE PER LA CONTRAZIONE (Al microscopio la miofibrilla 0 miofibra mostra come com- Ponente contrattile elementare il sarcomero, costituito a sua volta dalle proteirie miosina, actina, tropomiosi nae troponina La sommatoria dell'azione dei diversi satcomeri determina la contrazione di tutto il muscolo, quindi avvicinamento dei capi estremi di inserzione e di conseguenza, lo spostamento dei segmenti del corpo Ssuj quali sono inseritii tendini Vu sarcomero a a contrattile del muscolo, ovvero sponte del tessto che & capace di Abrilla & composta da migliaia di sar- Yazione complessiva di tuti i sarcomeri ii una fibroceltula che determina la sua contrazione. A tun esame microscopico il saréomero & delimitato da due linee sottili, dette linee Z, costituite da proteine di anco- raggio fra le quali possibile individuare diverse bande chiare e bande scure che si ripetono regolarmente costi- tuite da filamenti gpessie filament sottil.[ miofilamenti sono costituiti da * i filamenti sottilf costituiti da actina, una proteina ad a-elica, con una struttura globulare con forma ellissoidale; ad essa sono legate le altre due proteine, la tropomiosina formata da due catene avvote a spi rale attorno allfactinaé la troponina che completa la struttura del filariento sottile legandosi ad interv regolari * filamenti spessi sono invece costituiti principalmen- te da una proteina globulare, la’miosina)formata da una testa e una coda filamentost-——— Quando un muscolo 2 rilassatg, i filamenti sottilie quelli Spessi sono vicini, ma non collegati, mentre durante la 0s di contrazione saranno collegati,_ La disposizione di questi filamenti permette di distin- guere all'interno delle miofibrille una striatura trasver- sale dovuta all'alternanza di: * una banda chiara I (regione in cui troviamo solo fila- menti sottili) Al centro d’ogni banda chiara I visibile una sottile stria scura Z che delimita I'inizio e la fine del sar- comero e rappresenta la linea su cui si inseriscono i filamenti di actina una banda scura A (regione in cui troviamo entrambi i filament, pit dettagliatamente ogni filamento spes- 808 circondato da 6 sottilie ogni sottle da tre spessi); Al centro dogni banda scura A vi una zona chiara (banda H)) al cui centro si distingue un ulteriore stria seura M (formata solo da miosina), banda A banda I anda J linea 2 J tinea 2 banda H tinea M Yon BIUL colaie xy [ea ‘contazione dl-un muscolo@ddowuta all scor mento delle fibre che lo compongono, la forza della| contrazione la quantita di fibre reclutate. La contiaaions avaent Snes aerate ater mento delle sue miofibrlle, a Gontrazione di casca miiofibrllla infine, 2 il risultato dell‘accorciamento dil hiffri garcomer! in essa contenuti. Non esiste-contre La contrazion¢ emettendo piccole espansioni, bottoni sinaptici o sinapsi, sontenenti acetilcolina, fondamentale sontrazione. Lionda di depolarizzazione, 3 Yassone sino alla placca motrice, fa si che venga rilascia- ta Tacetilcolina, essa a sua volta si lega a dei recettori presenti nella superficie muscolare alterando I'equilibrio ionico del sarcolemma (membrana che ricopre la fibra) Questo meccanismo fa si che l'acetilcolina venga inatt- vata e la depolatizzazione renda la membrana tempo- raneamente permeabile. In conseguenza di cid, il calcio accumulato fuoriesce nel citoplasma e da inizio al proces- 0 di contrazione dei sarcomeri. L’actina diventa libera di legarsi alle teste della miosina perché il Ca" va a legarsi alla troponina e permette un cambio conformazionale della tropo miosina che lascia libero il sito d’attacco per a ‘miosina sull'actina, Le teste della miosina modificano la loro inclinazione e si agganciano all'actina. Nello studio della meccanica di contrazione muscolare si-definisce: arico - la forza esercitata dal peso di un oggetto, ad esempio un manubrio, su un muscolo;, sensione. muscolare - la forza esercitata sull’oggetto An.questione dal muscolo che si contrae,_. Tensione muscolare e carico sono quindi forze opposte, che come tali si contrappongono l'un I'altra: per vincere| un carico, la tensione muscolare dev'essere superiore alla forza (peso) che esso esercita.La contrazione musco- lare & quel processo attivo mediante cui si genera unal forza in seno al muscolo.l tipi di contrazione che si pos- Sono avere sono due: 1B} cli CONTRAONE Contrazioni dinamiche e contrazioni statiche CONTRAZIONI STATICHE 0 ISOMETRICHE 1 muscolo sviluppa tensione ma non modifica la propria Tunghezza e non produce lavoro. CONTRAZIONI MASSIMALI Tensione applicata con carico inamovibile. CONTRAZIONI DI STAZIONAMENTO ‘Movimento interrotto volontariamente. La tensione sviluppata @ pari alla resistenza applicata, il ‘muscolo non modifica la propria lunghezza e la distanza tra le inserzioni muscolari rimane invariata. © CONTRAZIONI DINAMICHE o ANISOMETRICHE AU muscolo sviluppa tensione e modifica la propria lun- ghezza producendo lavoro. La distanza tra le inserzioni varia durante la contrazione. CONTRAZIONI CONCENTRICHE (POSITIVE) La tensione sviluppata @ tale da consentire il supera- ‘mento della resistenza applicata. l muscolo si accorcia !comportando avvicinamento delle inserzioni Ls pwscoro 15 i I | | CONTRAZIONT ECCENTRICHE (NEGATIVE) La tensione sviluppata @ inferiore alla resistenza appli cata ed il muscolo si allunga, comportando Vallontana- mento delle inserzioni CONTRAZIONI ISOTONICHE Il muscolo si accorcia sviluppando una tensione che rimane costante per l'intera durata del periodo di accor- ciamento. In realt in vivo non esistono contra: isotoniche, in quanto la tensione sviluppata varia al variare della leva. Ci si avvicina alla contrazione isoto- nica eseguendo gli esercizi con l'utilizzo di attrezzature dotate di camme. CONTRAZIONI ISOCINETICHE 1! muscolo sviluppa la massima tensione per tutto Varco i movimento accorciandosi a velocita costante (si utiliz~ zano particolari attrezzature isocinetiche). CONTRAZIONI AUXOTONICHE O AUXOMETRICHE La tensione sviluppata aumenta progressivamente con Vaccorciamento muscolare (es. elastci). CONTRAZIONI PLIOMETRICHE Si tratta di contrazioni concentriche esplosive imme- diatamente precedute da contrazioni eccentriche; in tal modo si sfrutta lenergia accumulatasi nelle strutture élastiche del muscolo nella precedente fase eccentrica PUY PGs conéhnica Eccentnca —Isometnca L tipi di fibre muscolari TI tessuto striato schelettico possiede tre differenti tipo- logie di fibre che si comportano in maniera diversa in, base al tipo di sforzo richiesto e di conseguenza al tipo. sdimeccanismo energetico. Possiamo suddividere le fibre muscolari i: ~ Fibre a.contrazione lenta (Slow-Twitch 0 ST), 0 altr- menti chiamate Fibre Rosse, sono dotate di unele- vata portata di fosforilazione ossidativi e sono capaci di tener dietro alla portata, relativamente bassa, di demolizione dell'ATP. Queste fibre sono difficilmente affaticabili giacché I'elevata portata del flusso sangui- ‘gno ad esse destinato fornisce ossigeno e nutrienti in misura sufficiente a sostenere la bassa portata di scissione dell’ATP. Queste fibre sono di diametro relativamente piccolo e quindi non producono le forti tensioni che le fibre bianche sono capaci di sviluppare. ~ Eibte.acontrazione. rapida (Fast-Twitch 0 FT), 0 altrimenti chiamate Fibre Bianche, scindono rapi- damente ATP e sono capaci di produrlo altrettanto rapidamente mediante la GLICOLISI anaerobica; tut- tavia esse si affaticano presto giacché la loro elevata portata di scissione dell’ ATP esaurisce prontamente le loro riserve di glicogeno. Queste fibre hanno un gran diametro motivo per cui sono capaci di produrre forti tensioni ma solo per brevi periodi di tempo. 16 Trapporto di queste fibre in un muscolo varia a seconda del tipo di allenamento come dimostrato sotto: COMPOSIZIONE DELLE FIBRE MUSCOLARI Person: i a fen Roi) reer Mier Taide wx am 1% (tty a a % IL TRONCO CAPITOLO 2 I tronco & una regione del corpo umano con_funzione. ta lo scheletro—agsiale Gale per tutta la sua lunghezza e dalla casa toracicaJLo le grazie al cingolo scapolare e al cingolo dello s ‘pel ‘Zappendicolare” costituit ore e inferiore In questo testo, per ragioni leg. ettivi del corso, si @ scelto di trascurare alcune porzioni anatomiche ¢ i dare pitt spazio ad altre, per questo motivo questo capitolo trattera principalmente la colonna vertebrae, lasciando in secondo piano il cranio e la gabbia toracica, anche se molto importanti nell assetto scheletrico, LA.COLONNA VERTEBRALE. é * {22 lordos jetro_chiamata la. le apofi simile all’albero di una nave. ‘A tutti i livelli si incontrano dei tiranti legamentosi € muscolari. Quando si solleva uno degli arti inferiori, cio® quando il peso corporeo grava solamente su un arto, il bacino ruota dal lato opposto e la colonna é costretta ad assumere un decorso sinuoso: appare convessa, a livello Tombare, dal lato dell'arto sollevato, quindi concavo a livello dorsale e convesso a livello cervico-dorsale, sem- pre dal lato dell'arto sollevato. fsticita della colonna vertebrale dipende dal fatto che-esse°€ formata da numerosi segmenti sovrapposti collegati reciprocamente dai vari muscoli e legamenti. il protettore del midollo Le curve del Rachide nel loro insiente La colonna vertebrale nel suo insieme ha direzione ret- tilinea quando @ vista di facia 0 dal dorso, sul piano sagittale, invece, la colonna presenta quattro curve che song, dal, basso allalto: {8 curva ’Shcrale: @ rigida in quanto le vertebre sacrali sono fuse tra loro. & una curva a concavita anteriore; jombare: a concavitd posteriore, ‘{3° cifosi dorsale: a convessita posteriore; YB lordosi cervicale: a concavit’ posteriore. IB;.Nella porzione toracica-dorsale le vertebre si artico- lano con le 12 coste formando la cassa toracica insieme allo sterno posto anteriormente. Le coste sono ossa piatte, a loro estremita anteriore & sempre costituita da tun tratto cartilagineo; le prime sette si congiungono allo sterno mediante la cartilagine costale e sono dette coste vere, l’ottava la nona e la decima si articolano con Ia loro estremita anteriore alla cartilagine e si chiamano coste false e le ultime due terminano libere nella muscolatura addominale e sono dette fluttuanti. Posteriormente si articolano alle vertebre in corrispondenza del processo traperso, rae (pe fom crangic, |ocgetohe Costituzione della“VERTEBRA TIRO” Caratteristiche morfologiche delle vertebre: * Gap) 3 oma din, stato estore, Wella colonna vertebrale, sostiene il peso; ‘+ arco vertebrale: formato dall'unione delle sporgenze che emergono posteriormente al corpo vertebrale, le q Lez yers6 cui passa i versip2 protuberginze laterali che emer- mente al corp. ‘spingsd;sporgenza \mpari e mediana che superiori e trusioni sural I foro vertebrale,tramite le quali si articolano le vertebre. La vertebra & formata anterjormente da un corpo & posterormente da un aco gh delta foro vertebrae inc ol midolS spinal, Larco posterior ® le lamine; lateralmente si distaccano trasverse, di diverse dimensioni a seconda del segmento vertebrale. Posteriormente Marco si conclude con i peduncoli e l'apofisisninnsa snica e mediana cha os si palpa sotto la cute. Dal punto d’incontro tra lamine e peduncoli prendono origine le apofisi articolari, supe riori e inferiori, che sono il vero trait d’union tra una vertebra e Ialtra. Tra due vertebre si viene a formare il cosiddetto foro di coniugazione attraverso cui passa la radice spinale. Gli elementi di connessione intervertebrale Costituenti fibrosi e legamentosi annessi al PILASTRO ANTERIORE: legamento longitudinale anteriore che d la faccia anteriore dei corpi vertebrali, dalla cr sacro; 2 legamento longitudin dalla facia pi basilare dell occipite al can Annessi all’arco posterio¥ fano la cone! Struttura del Disco Intervertebrale La struttura di questo disco & molto caratterist mato da due parti distinte, Una parte centrale (nucleo polposo) che @ un gel traspa- rente formato per 1'88 % di acqua quindi molto idrofilo,, allintermo del quale non vi sono né vasi, né nervi. Una parte periferica (anulus fibrosus) 0 (anello fibroso) for- B for- 3» 22 Phanno obliquita mato dalla successione di strati fibrosi concentric, che \rociata allorché si passa da uno stra- toa quello vicino. Cosi il nucleo si trova rinchiuso in un alloggiamento inestensibile, fra i due piatti vertebrali sopra € sotto Vanello fibroso. Liotigine delle curve fisiologiche & dovuta sia alla forma dei dischi intervertebrali che a quella delle vertebre stesse: Segmento cervicale + struttura dischi. Segmento dorsale — struttura corpi vertebrali ‘Segmento lombare ~* struttura dischi. II Disco paragonato ad uno snodo Questo tipo di articolazione detta “a rotule” 0 a snodo, consente tre tipi di movimento. ‘Movimenti di inclinazione = inclinazione Sul piano sagittale: quando si effettua una flessione o una estensione; = inclinazione sul piano frontale: inflessione laterale Movimenti di rotazione di uno dei piatti vertebrali rispetto all‘altro. Movimenti di scivolamento 0 di taglio di un piatto sullaltro, con V'intermezzo della sfera, tale struttura consente un‘ampia possibilita di movimenti, e precisa- mente sei gradi di liberta: flesso-estensione, inclinazione da ciascun lato, scivolamento sagittale ¢ trasversale e rotazione destra e sinistra; tuttavia ogni movimento? di ampiezza molto modesta Comportamento del disco Intervertebrale nei movi- menti elementari Durante i movimenti di estensione la vertebra superiore si sposta all'indietro, lo spazio intervertebrale diminui- sce dietro ed il nucleo viene spinto in avanti. Nei movimenti di flessione la vertebra scivola in avanti € lo spazio intervertebrale diminuisce anteriormente; i nucleo si trova cosi sospinto allindietro contro le fibre posteriori dell’anello, Nei movimenti di inflessione laterale la vertebra supe- riore si inclina dal lato delinflessione mentre il nucleo viene sospinto dal lato della convessita. Nei movimenti di rotazione assiale le fibre dell’anello entrano in tensione ed assumono una direzione con obliquita contraria al senso de! movimento di rotazione, Ampiezza globale della flesso-estensione del Rachide I movimenti di flesso-estensione si effettuano sul piano sagittale, I] punto di riferimento a livello cranico, & il piano masticatorio. A livello del rachide lomibare: = la flessione @ di 60° = Hestensione & di 35° per l'insieme del rachide dorso-lombare: = ta flessione @ di 105° « Veslensione & di 60° A livello del rachide cervicale: = laflessione @ di 40° - Vestensione & di 75°. La flessione totale del rachide 2 quindi di 110°. L’estensione massima e complessivamente di 140°. Ampiezza globale dell'inflessione laterale del Rachide nel suo insieme L'inflessione laterale del rachide lombare @ di 20° L'inflessione laterale del rachide dorsale ® di 20° Liinflessione laterale del rachide cervicale & di 35 - 45°. Pertanto linflessione o inclinazione totale del rachide fra cranio e sacro varia da 75 a 85°. La colonna & quindi il sostegno di tronco, capo e arti superiori e nello stesso tempo consente al tronco una movimenti della colonna sono dati dalla somma dei pissin i ammortizzazione e una grande mobilita, Tovimenti parziali delle singole giunture e sono pitt ampi nel tratto cervicale e in quello lombare rispetto a quello toracico, limitato anteriormente dalla presenza della cassa toracica. Nella porzione sacrale la colonna articola con ilea, ischio e pube formando il bacino, che & la base del tronco e sede del baricentro. (TRMUSCOLTBECTRONC, 'Tmilscaif del tronco possono essere suddivisi in: ‘LMUSCOLI DEL DORSO (0 della schiena che infatti gitrovano posteriormente) (Ta JESTRINSECL 0 (SPINOMPPENDICOLARL (originano alla colonna vertebral St inseriscono sul. cingolo seapolare e sull'omero, sono superficialt) ¢ 1b INTRINSECI (Hanno origine e inserzione nel dorso) 5 ali (strato intermedio) - soinadarsali (strato profondo) 2,.MUSCOLI DEL TORACE (o peito, regione del corpo fie sf trova anteriozment fea il collo e Vaddome) 2a) ESTRINSECI o FonacoaPrenbicoLAn (si or Finano dal torace ¢ si wieriscono sul cingolo scapolare sull/omero sono superficiali) (2. INTRINSECI (Hanno origin e inserzione nel torace) 3.ILDIAERAMMA (separa la cavita toracica da quella addominale) 4. MUSCOLLDELLA’ADDOME (ventye. 0 pancia & una parte costituente il tronco.di.una_persona, non ha struttura s pase propria in quanto racchiude i visceri ma 8 ma/é,delimitata posteriormente dal tratto Jombare della cbfonna vertebrale ¢ ricoperta anterior mente, lateralmente e posteriormente da muscoli con importanti funzioni che analizzeremo di seguito). 4. MUSCOLI DEL DORSO 1a, ESTRINSECI 0 SPINOAPPENDICOLART ‘Appartengono al gruppo superficiale, sono muscoli generalmente larghi ed appiattiti, i quali dalla colonna vertebrale, e particolarmente dai processi spinosi delle vertebre, si portano alle estremita toraciche: cintura sca polare e omero; svalgono soprattutte funzione struttu- rale di collegamento degti arti al tronco ma hanno ampi rapporti con la gabbia toracica Nome Inserzione Origine ‘Azione Foto Tinea nucale superiore, dalla protuberanza coccipitale esterna, dal legamento nucale e dai “Tigperio faccia superiore della ‘lavicola, acromion, spina della scapola se prende panto fiso sul ache inal roncone dela sx {o portano indietro {ns chvisolae [abbassano l'estremi ly della scapol runt fiso sulla Scapol inlina cape, * fa colonaa eervicale ‘e quella toracica dal ‘proprio lato lla contazione simultanca i ‘processi epinosi delle sete ultime vertebre dorsali ecingue Tombari,cresta sacral, crestailiaca e ultime tre Tui asd compiono tun movimento di torsione a spirale fissandosi al solco bicipitale deltomero se prende punto fiso bul rachide tre in basso medialente endieto |Tomero facendolo se prende punt. sulfomero solevae pest in avanB iT ESaco e legamento nucale, dai process spinosie dai Tegament interspinosi dell ultima cervicele © dalle prime 4 toraciche sotto la spina ‘coste InTROKgTO! 9 renapore tt Romboide “Tato inferiore del__| Margine vertebrale inferiore della scapola se prende punto fsso sul rachide impone alla scapola un movimento di rotazione, retropone il moncone della spalla avvicinandola alla ‘colonna Flevatore della | process trasversi ‘Angolo medialee [se prende punto sso sipola delle prime 4 vertebre | superiore dela scapola | sulla colonna cervicale cervical suntalascapola. elevandone il margine imediale e abbassanda | ‘moncone delle spalla; ‘Se prende punto isso sulla scapola inclina lateralmente la. Occupand-lo.strato medio dei muscoli del dorso infatti si trovano su un livello pitt superficiale rispetto ai muscoli spino-dorsali profondissono innervati dai rami ventrali dei nervi spinali e percib sono da considerarsi come muscoli ventrali che si sono spostati nel dorso. Vengono identificati con questo nome perché vanno dai processi spinosi alle -£oste:essi consérvano chiarissima la primitiva disposizione segmentale. Nome \L=* [Origine Inserzione ‘Azione Foto Beueepecier [roman dae lemons [epmaran posteriore inferiore se prende punto fisso sulle coste nella contrazione unilaterale concorre alla flessione laterale cervieo-dorsale, nella contrazione simultanca blocca la colonna SP\NO-| C0 Deniat pesernge [procestspnes dole | argine infor PAbbaga le cote inte = ultime 2 toraciche e faccia esterna delle wuscolo espiratorio) Serakxt, [prime Sloman {ultme 4 este Tmuscoli spino-dorsali_ o comunemente conosciuti epmewnuscoli erettori deli clonna vertebrae costituiscono la parte pitt profonda dei muscoli del dorso infatti sono oer dai miscoli spinocosta li e spinoappendicolari; sono formati pleco asi ifs che decorono paral alls colonna vertebral ofondi, cortissimi, legano fra loro 3 vertebre, mentre/ifasci piu superficial, ancora piu lunghHlegano vertebre molto distant fa si muscolari si estendono fino agli ‘angoli delle coste nel segmento toracico e ai processicostiformi nel segmento lombare e sono rivestiti dalla superti- cie che separa i muscoli pit superficiali e che prende il nome di fescia nucale nella parte pitt in alto del rachide e di {fascia lombodorsale nei segmenti inferiori. Si possono dividere, dalla superficie in profondita in tre gruppi di muscoli: SUPERFICIALI + Mim. spleni della testa _e de collo (musco © M. sacrospinale (o eretiore della colonna vertebrale) che si pud scomporre in tre part: - Laterale, il muscol 0 Junghissimo, - Mediale, i] muscolo spinale (della testa, del collo, del dorso) INTERMEDI M. trasverso- spinal. E formato da tre parti poste su pian diversi; dalla superficie in profondita esse sono: ~-Muscolo semispinae (della testa, del coll, del torace), Ie! or v-¢ “Muscolo multifido. () ii core rappresenta il” centzo funzionale del corpo” e comprende “tutti i muscoli compresi fra spalle e pelvi che agi- Scono peril trasferimento di forza dalla colonna alle estremita ovvero consentendo ilcollegamento reciproco fra tratto aesilec tratt appendicolari” Controllare il cove significa assumere un ruolo primarionnella prevenzione enel recupero di patologie muscolo/scheletriche, nel controllo della postura ma anche nel miglioramento della performance. Tmuscoli del core si svituppano su 2 livellizunita interna e unita esterna. UNITA’ INTERNA oon Composta da 4 muscoli, essenzialmente forma un cilindro attorno alla colonna nella co zona lombare e nella pelvi che agisce come una fascia interna e stabilizza la colonna. Il diaframma forma la parte superiore del cilindro, il pavimento pelvico ne forma la base, il trasverso dell'addome la parte frontale ed infine il multifido forma la parte posteriore del cilindro, Questi muscoli sono anticipatori, ovvero si attivano prima che inizi il movimen- to, e mantengono un livello di contrazione basso durante tutto il processo del movimento. In pratica formano un meccanismo interno stabil per la colonna vertebrale e consentono all'Unita Esterna di muovere il corpo intorno a questa nucleo stabile. VUNITA’ ESTERNA us moneys Comprende 4 sistemi Tl sistema oblique anteriore che com- prende gli obliqui esterni e intern, gli adduttori controlaterali della coscia e Ia fascia addominale anteriore che interviene nel movimento Tl sistema abliquo posteriore che com- prende il gran dorsale, il grande gluteo e la porzione della fascia toracodorsale che interviene nel movimento Ti sistema longitudinale profon- do dellunita estema compren- de Verettore della colonna, la lamina profonda della fascia toracodorsale, il legemento saeratuberoso, bicipitefemorale Tl sistema laterale dell'unitd esterna comprende il medio e piccolo gluteo e gli adduttori controlaterali dela coscia. ‘TIPOLOGIE DI ESERCIZIO PER IL CORE TRAINING - YOGA - PILATES - ESERCIZI IN ISOLAMENTO E PROPRIOCETTIVI anche usando attrezzi specifici come: bosu, core board, tavo- lette propriocettive L ARTO SUPERIORE E L’ARTICOLAZIONE SCAPOLO-OMERALE CAPITOLO 3 Questa articolazione riveste un'importanza particolare sia per la sua localizzazione (arto superiore e quindi manua- Tita) sia perché 2 Varticolazione pitt mobile del nostro corpo. Sebbene gli anatomisti riconoscano classicamente 'articolazione scapolo-omerale, cic® 'unita funzionale costituita da testa omerale, cavita glenoidea con il suo cercine e capsula articolare con legamenti collegat, la realt& & pid! com- essa. Infat:in base alla loro funzione possiamo individuare anche delle articolazioni acromio-clavicolari,sternoclaviclare ed i piani di scivolamento sottoacromio deltoideo e scapolo toracico. In realta questi ultimi due non possono nemmeno essere definiti articolazioni vere mentre le prime non rientrano nella definizione classica di articolazione della “spalla” ‘Anteriormente Posteriormente: Lateralmente La spalla, come dicevamo, non & tna sola articolazione ma ® in realta costituita da cingue articolazioni che formano insieme il complesso articolare della spalla. Queste cingue articolazioni si dividono (secondo il Kapandji) in due grup seolastont BOs" Primo gruppo: due articolazioni OSs fiticolazione scapolo-omerale._ > “2 2 Gv anclaviong vera sero, anatomico (contatto di due superfici di scivolamento cartilagineo) ed & Iarticola- zione comunemente-Considerata dagli anatomisti quando si parla di spalla. Mette in contatto le superfci articolai dla testa omerale e della glenoide scapolare esi pud considerareI'articolazione principale Stehocos1o # a pases BAsticolazione sotto-deltoidea_ "Polvo" Non ® una articolazione in senso afatomico; ® possibile perd considerarla una articolazione in senso fisiologico, perché comprende due superfici di scivolamento una vicino allaltra Questa articolazione sotto-deltoidea ® mecca- Ricamente legata alla scapolo-omerale: tutt i movimenti nella scapolo-omerale comportano un movimento nella Sotto-deltoidea; essa permette, grazie ad una vasta borsa sierosa, lo scivolamento della faccia profonda del deltcide sulla cuff dei rotator, inserendosi sullestremit’ superiore dell’omero Secondo smppesucanicclasent, - (fy Gane ‘nvarticolazione“falsa"™6 ‘meglio articolazione solo in senso fisiologico. Questa ? I'articolazione pitt impor- tante del gruppo, tuttavia essa non pud funzionare senza le altre due che le sono meccanicamente associate; permet- te i movimenti della scapola in rapporto al torace grazie a due spazi di scivolamento situati sulle facce del muscolo gran dentato /4)Articolazione acromion-clavicolare_"' Vena" “B unvarticolazione vera (artrodia) , situata all‘estremita esterna della clavicola; mette in contatto V'estremo esterno della clavicola e Vangolo superiore esterno dell'acromion. Fondamentale in questo caso 'azione a “manovella della Glavicola” che permelte, attraverso una rotazione attorno al suo asse longitudinale di sollevare Y'estremita esterna senza modificare granché 'angolo dinclinazione del’articolazione sternale. «HArticolazione stermo-castocavicolare_* “ ettaaione vera sata slfestremia interna della avicla, Essa runisce Pestremita medial della clavicola, lo sterno e la prima costa. Vale, per la clavicola, quanto detto sopra per I'articolazione acromion-clavicolare. Riassumendo, si pud schematizzare cosi il complesso articolare della spall Primo gruppo Un‘articolazione vera e principale: la scapolo-omerale. Un’articolazione «falsan ed associata: la sotto-deltoidea, Secondo gruppo Un’articolazione «falsan e principale: la scapolotoracica. Due articolazioni vere e associate: I'acromio-clavicolare ¢ la sterno-costo-clavicolare. In ciascuno dei due gruppi le articolazioni sono meccanicamente coordinate, cioé funzionano abbligatoriamente nello stesso tempo. In altre parole i due gruppi funzionano simultaneamente, con delle proporzioni variabili nel corso dei movimenti. Si pud dunque dire, citando il Kapandji che: “le cinque articolazioni del complesso articolare della spalla furzionano simul- taneamente ¢ in proporzioni variabili da un grisppo allaltro.” iezza dei movimenti elementari la spalla iniziano a partire dalla posizione di riferimento che 2 la posizione anatomica con il palmo della mano orientato verso interno. a) Flessione-estensione: La flessione anteriore o antepulsione consiste nell’ elevazione dell ‘arto in avanti fino alla verticale con il palmo della mano che guarda verso I’ interno, sua ampiezza @ teoricamente di circa 180° Lestensione o retropulsione, movimento inverso, non supera i 50° b) Abduzione-adduzione: Liabduzione consiste nell’etevazione dell'arto sul lato fino alla verticale con il palmo della mano che guarda verso I’ esterno. La sua ampiezza teoricamente @ di circa 180L'adduzione consiste nellfavvicinare l'arto dall'asse del corpo sul piano frontale. Per potersi effettuare, essa si combina con la flessione 0 con l'estensione. La sua ampiezza @ di circa 30° Rotazione estemna-interna: er essere apprezzata senza l'intervento della pronosupinazio- ne, movimento di competenza dell’avambraccio, & necessario che il gomito sia flesso a 90° e si misura dall’angolo formato tra le 2 posizioni a cui giunge Yavambraccio. La rotazione esterna porta avambraccio in fuori e non supera gli 80°, La rotazione interna,impedita dal tronco, supera legger- mente i 90°, Per sfruttarla al massimo si domanda al soggetto di appoggiare la propria mano contro la schiena, pit in alto possibile, fino a raggiungere le vertebre dorsali pit alte, ) La citconduzione: Essa combina i movimenti elementari attorno ai 3 assi, I MUSCOLI DELL’ARTO SUPERIORE Si distinguono in. “ MUSCOLI ESTRINSECI prendono inserzione sullo scheletro dell’arto superiore, ma hanno la loro origine al di fuori di questo: -Muscoli del dorso estrinseci / spino appendicolari. M. trapezio M. gran dorsale M. grande romboide M. elevatore della scapola © M. pettorale ak = M. dentato Nb. Essi, infattisono stati esaminati nel capitolo precedente fra i muscoli del tronco in quanto nonostante le loro inserzioni siano sul cingolo scapolare e sullo scheletro dell‘arto superiore la loro localizzazione ® rispettivamente posteriormente sul dorso e anteriormente sul torace; MUSCOLI INTRINSECT: presentano sia I'origine che linserzione sullo scheletro dell'arto. Si distinguono in ‘1.MUSCOLI DELLA SPALLA MUSCOLI DEL BRACCIO MUSCOLI DELL’AVAMBRACCIO MUSCOLI DELLA MANO L.MUSCOLI DELLA SPALLA con inserzione sull‘omero: ‘ans Origine ican fais Few Delile Teter ata deo Tuberosia deen | se prende punt so P Gaviela, maging | delfomero Sulnapallaleve ato Inlet ami, pene finoa 9 ssscfte pater Sova peentopento dite pia dell td afomaosolevt set einer ne — pala nora iF SIA crests puting Seip ubercoo panes PE srl ouokea — tubernat chiea tame lateroie pb LE ARTICOLAZIONI SACRO-ILIACHE Le articolazione sacroiliache si instaurano tra la faccette articolari sacrale dell'osso iliaco e le faccette articolari iliache deli‘osso sa-cro. Ciascuna delle due faccettearticolari é rivestita da un sottile strato di cartilagine ialina che costitu- la cartilagine articolare. Inoltze 'articolazione possiede una propria capsula articolare che si tende tra i margini delle cartilagini articolari. Nella maggior parte dei casi tra le dite faccette articolari si interpone un esile disco arti- colare fibrocartilagineo i cui margini si inseriscono sulla capsula articolare, formando cosi una sinfisi, Tuttavia in alcuni casi il disco articolare pud essere assente e in tal caso l'articolazione costituisce una vera e propria artrodia la cui capsula articolare & rivestita da membrana sinoviale, Legamenti Larticolazione sacroiliaca & rinforza da alcuni legamenti FIG1 Legamenti ileolombari che uniscono le ossa iliache alle vertebre lombari:_ I fascio superiore del legamento ileo-lombare. FIG 2/1 ~ il fascio inferiore del legamento ileo-lombare. FIG2/2 Llegamenti ileo-sacrali che uniscono le ossa iliache al sacro. ~ il legamento ileo-trasversario sacrale, FIG2/3 ~ i legamenti ileo-trasversari coniugati, FIG2/4 = legamento sacroiliaco interosseo (chiamato anche assiale o legamento vago), costituisce un piano profondo det legamenti sacro-iliaci che si tende tra la tuberosita sacrale dellfosso sacro e la tuberosita ifiaca dell’oss0 iliaco, rappresenta per gli autori classici, V'asse attorno al quale avvengono i movimenti del sacro, da cid il suo nome. FIGI/UNISCE AEB piano legamentoso superficiale FIG2/5 ‘Tlegamenti sacroischlatic| che uniscono il sacro con gi ischi = il piccolo legamento sacro-ischiatico FIG2/6 ~ il grande legamento sacro-ischiatico FIG2/7 I bacino osseo & suddivisibile in 2 regioni: “vi: compresa tra le ? ali iliache; sitrovainferiormente alle al ache coniene lt ongani pelvic ni hanno importanza nel sesso femminile, poiché devono con- sentire il passaggio del feto. A questo proposito le tion dels cntara pelvica giocano un ruolo importante non solamente nella statica del tronco in posizione eretta, ma anche nel meccanismo del parto, come vedremo a proposito della fisiologia dell'articolazione sacro-iliaca.Ne consegue che il bacino presenta differenze sessuali che, nell'organismo adulto, appaiono pid’ o meno marcate secondo il tipo costituzionale del soggetto in esame. Le caratteristiche che consentono di assegnare una pelvi al tipo maschile 0 al tipo femminile iniziano a definirsi a partire dalla puberta raggiungendo la loro completa espressione al termine del periodo di accrescimento sche- letrico. Le differenze di ordine generale riguardano lo spessore, le dimensioni e l'incli- nazione del bacino. Caratteri specifici del maschio 0 della femmina, maggiormente variabili dal punto fividuale, riguardano la morfologia del bacino nell'insieme & nelle sue varie parti + Spessore Il bacino maschile & pit spesso di quello femminile e in esso i rilievi dovuti alle inserzioni muscolari si presentano pitt pronunciati «+ Dimensioni Per quanto riguarda le dimensioni, si nota nel bacino maschile una prevalenza dei diametri verticali rmentre, nel bacino della femmina, prevalgono i diametri trasversai + Inclinazione Nella femmina il bacino é pid inclinato in avanti; 'angolo formato dal piano passante per lo stretto ssuperiore con il piano orizzontale @ di 4-5° pid’ ampio che nel maschio. + Morfologia Nella femmina lo stretto superiore @ ovale, mentre ha la forma di cuore da carta da gitioco nel maschio; nella femmina, rispetto al maschio, le ai liache sono maggiormente inclinate in fuori, gli acetabolie le tuberosita ischiatiche sono meno ravvicinati, le pareti della piccola pelvi sono pitt vertical; il foro otturatorio ha contorno triangolare mentre & ovale nel maschio; la sinfisi pubica ® pid bassa nella femmina che nel maschio e angolo sottopubico é pitt aperto (110? nella femmina e 70° nel maschio) LARTOINFERIORE. ACT) \WEERAOLA F’costituito da + femore + tibia e fibula /pevove + ossa del piede unite ta loro da tre articolazioni principali:. 1. coxo-femorale 2. articolazione del ginocchio (tibio-femorale e rotulea) 3. tibio-tarsica pid le articolazioni tra bia e fibula e le articolazioni intrinseche del piede {ARTICOLAZIONE DELL/ANCA 0 COXOFEMORALE TAR dell'ance ® costituito da tre parti: ileo, ischio e pube, unite da una sinartrosi-alinterno dell'acetabolo. Latcolazione dellanca 0 coxofemorale 8 costituita dalla facia semilunare sete dalla testa del femore Il femore & I'osso pit lungo del nostro corpo e si suddivide in un corpo, un collo € dae estremita, una prossimale ¢ aaetetae Lieven dl'ancs st volgonoalvello della sla atcolasone coxofemorale Essa una dare di es ton eae tata grande sta» cscapt della mobili. Questa atiolazione pub svolgere moviment di flessione, estensione, rotazione, adduzione, abduzione e circonduzione. + Flessione dell’anea il movimento che porta la parte anteriore della coscia verso il tronco compensata dal rachi- de lombare; la sua mobilita attiva varia dai 90° a ginocchio esteso, ai 120° a ginocchio flesso; ampiezza passiva supera sempre i entrambe le anche e le ginocchia sono flesse, si aggiunge una rotazione del bacino che porta all’appiattimexfo del tratto lombare. + Leestensione delt'anca il movimento che porta arto inferiorejn.un piano posteriore a quello frontale ed & assai ‘meno ampio di quello di flessione a causa del legamento Gleofemorals>L’estensione attiva a ginocchio teso & di circa 20°, mentre a ginocchio flesso @ di circa 10°; estensione passiva pud arrivare a 30°,L’estensione dell’anca ® notevolmente aumentata dalla rotazione in avanti del bacino iper-estensione o iperlordosi lombare. SNSIONE COW ay BNA + Vabduzione dell/ancaPorta I'arto inferiore lontano dal piano mediano di simmetria. L’abduzione di un’anca si accompagna automaticamente ad un abduzione identica di quella conteolaterale a partire dai 30°. Con V'allena- mento l'abduzione attiva pud arrivare fino a 120-130° circa, mentre 'abduzione passiva pud raggiungere i 180° (spaccata frontal) + Vadduzione dell’anca avvicina arto inferiore al piano mediano di simmetria, Non esistono movimenti di add. puri, sono sempre associati ad: estensione, flessione 0 abd. dell’anca controlaterale, L’ampiezza massima dell’ad- duzione @ di 30° circa 1 legamenti assicurano la stabilita del ginocchio, sono molto potenti e si distinguono in: + Collaterali il legamento collaterale esterno (LE) = il legamento collaterale mediale (LLM) = Crociati = illegamento crociato anteriore (LCA) = il legamento crociato posteriore (LCP) + Rotulei (fissano Varticolazione femoro-rotilea) i mediale MM: strutture fibro-cartilaginee a forma M semilunare, si interpongono tra le superfici artico- lari svolgendo una funzione ammortizzante) rewneonvua — = Ia capsula articolare (Ja meniscectomia completa del r MM aumenta linstabilita rotatoria del 20%). me Eun articolazione che principalmente possiede un solo geado di liber: la flesso-estensione. Vi @ pert anche la pos- sibilita di un secondo grado di liberta: la rotazione sull asse longitudinale della gamba, che si verifica, traumi a parte, solo a ginocchio flesso; in questa posizione, inoltre.grazie ad un gioco meccanico si ha un movimento di lateralita di 1-2 cm rispetto alla caviglia, movimento che in estensione completa scompare, ess0 non rappresenta perd un terz0 grado di mobilita Vediamo pitt nel dettaglio i movimenti svolti dall'articola- zione del ginocchio: Laflessione ® differente a seconda della posizione delle anche é della modalita del singolo movimento; essa arriva a 140? se 'anca & stata precedentemente flessa, a 120° se Vanca & in estensione (in questo caso si pud aumentare Vescursione tramite un movimento balistico). La flessione passiva ha un‘ampiezza di 160° e permette al tallone di toccare il gluteo. Lestensione @ in realta costituita da due posizioni differenti + Lestensione assoluta + Viper-estensione Inrealta I'espressione “iper-estensione” 2 errata, il ginocchio pud compiere 5° - 10° gradi di estensione in pit ispetto alla posizio-ne naturale di estensione, L'iper-estensione vera 2 solo di natura patologica ed & cata da una lassita dei Iegamenti posteriori del ginocchio. LA rotaziond pud avvenire solo, a ginocchio flesso © pud essere: + interna [O° © esterna (O°) La rotazione interna ha un‘escursione di circa 30°, quella esterna ha un’escursione di circa 40° Le deviazioni assiali dellarticolazione del ginocchio possono produrre vari quadri, diversamente associati tra loro: IPERESTENSIONE in stazione eretta con piede appoggiato al suolo come punto fisso, i muscoli ischio-crurali ed il tricipite surale cam- iano la loro azione e da flessori del ginocchio ne diventano estensori FLESSIONE Liazione iperestensiva della copia ischiocrurali-potpacci @ limitata dall'articolazione femoro-tibiale. Raggiunto questo limite, se Vaccorciamento dei due gruppi muscolari progredisce, la linea di forza tisultante finale determina [a flessione del ginocchio. tr: SCUOLA PROFESSIONALE DI DANZA - MANUALE PER L'INSEGNANTE VALGISMO ea Ii ginocehio si definisce valgo quando il femore ela tibia non sono perfetamente pss sets me formano un angolo ottuso aperto lateralmente. Questa condizione® |\ | descritta nel linguaggio comune come “ginocchia a X", VARISMO Tl ginoechio si definisce varo quando il femore ¢ la tibia non sono perfettamente alineati, ma formano un angolo ottuso aperto medialmente (cio® verso altro jginoechio). Questa condizione determina un aspetto degli arti inferiori a “paren- “agg tesi contrapposte”: 0 Normale Varo 3, CAVIGLIA, PIEDE E L’ARTICOLAZIONE TIBIO-TARSICA. 11 piede costituisce la base d'appoggio dell’intero corpo e proprio per questo possiede una struttura morologica abbastanza complessa che differisce da tutte le alte, Il piede propriamente detto & collegato alla gamba tramite Tanticolaione tibio-tarsica o caviglia, che condiziona i movimenti della gamba rispetto al piede sul piano sagittal. Latteggiamento normale del piede si realizza quando il piano plantare & perpendicolare all'asse della gamba. SCHELETRO DEL PIEDE #23! Hone tse Il piede & costituito dal = Tarso [2 8 = Melatarso - Falangi I tarso & costituito da sette ssa, ’astragalo, il calcagno, il navicolare, il cuboide ele tre ossa cuneiformi. Il metatarso 2 costituito da cinque ossa metatarsali \ LLastragalo, essendo solidamente articolato con la tibia, trasferisce alla volta plantare Tintero peso del corpo, Esso viene sueldiviso in tre parti testa, collo e corpo. Quest ultimo si articola, nella parte superiore, con la tibia. Il caleagno Pil pit robusto osso del tars, ® stuato sotto 'astragalo ed anteriormente s articola con Yosso cuboide, Lestremith | posteriore & ispessita ed arrotondata e da inserzione al tendine di Achille. Trosso navicolare @ posto tra la testa dell'astragalo ele tre 0ssa cuneiform, mentre I'osso cuboide & posto al margine testerno del piede e i articola posteriormente con il calcagno. Le ossa metatarsali sono ossa lunghe com una curvatura fivolta dorsalmente, esse si mettono in articolazione tra loro a livelto dell'estremita prossimale. ARTICOLAZIONI DEL PIEDE Le articolazioni del piede si distinguono in: ~ Articolazione talocrurale o tibio-tarsica (superiore). = Articolazione subtalare e talo-calcaneo-navicolare (inferiore). inoltte esistono le articolazioni: cuneonavicolare,intertarsali, arsometatarsiche (tra le ossa tarsali e metatarsal, intermetatarsiche (ra le singole ossa metatarsali), metatarsofalangee (tra ossa metatarsal e dita) ele interfalangee: Llarticolazione tibio-tarsica E Varticolazione distale dell’arto inferiore ed & una troclea dotata di un solo tipo di movimento. La tibia e la fibula sono solidamente saldate tra loro e formano il mortaio crurale, la cui parte superiore é costituita dalla tibia e le due parti laterali dai ralleoli; in questo mortaio si inserisce la faccia superiore dell'astragalo. La capsula articolare ¢ molto compatta medialmente ¢ lateralmente, mentre & pit Tessa anteriormente e posteriormente grazie ad un complesso sistema legamen- tos0. SCUOLA PROFESSIONALE DI DANZA - MANUALE PER L'INSEGNANTE 1 MOVIMENTI DEL PIEDE » Nella flessione plantare sono possibili anche movimenti laterali intorno all’asse verticale; la flessione dorsale della tibiotarsica viene definita come i] movimento ns che avvicina il dorso del piede alla faccia anteriore della gamba, la sua ampiezza \ Nou varia da 20° a 30°; Vrestensione o flessione plantare della tibio-tarsica @ definita come il movimento che allontana il dorso del piede dalla faccia ante-riore della gamba, la sua ampiez~ 2a varia da 30° a 50°. Nei movimenti estremi si aggiunge il lavoro dell'articola- Zione tarsica meno importante ma non trascurabile per la stabilita della caviglia, Lrarticolazione tarso-metatarsica, consente movimenti di: flessione attiva di circa 30° - 409 passiva45* - 50°) # imovimenti di estensione aitiva di'50° - 60° e passiva di 90°, ) Il piede pud effettuare movimenti attorno all’asse longitudinale della gamba ed attorno al proprio asse orizzontale: \ ~ Adduzione e Abduzione X _____ hanno un‘ampiezza di circ 35° - 45° vengono eseguiti unicamente dalle artico- lazioni intrinseche del piede,-anche se molto spesso sono la conseguenza di una rotazione del ginocchio o di tutto Varto inferiore, in questo caso possono arrivare fino a 90° (vedi I'extrarotazione in prima posizione). Est WT i = Suinazione e Pronazione La supinazione ha un’ampiezza di circa 52° © corrisponde (come nella mano), ad una TotS- Zione verso T'esterno; la. pronazione invece corrisponde alla rotazione verso l’interno ed ha un‘ampiezza di cired 25° - 30°. I movimenti laterali delle dita del piede sono a carico delle articolazioni meta- tarso-falangee e sono molto meno ampi rispetto a quelli delle dita della mano, in particalar modo nel primo dito, dove nella mano troviamo il movimento di opposizione del pollice, assente nel piede. 7 MUSCOLATURA DELL/ARTO INFERIORE CAPITOLO 5 4.MUSCOLI DELL'ANCA Ja INTERN] 1b ESTERNI 2.MUSCOLI DELLA COSCIA 2a ANTERIORI 2b MEDIALL 2c POSTERIORI 3.MUSCOLI DELLA GAMBA 3a ANTERIORI 3b LATERALL 3c POSTERIORI 4,MUSCOLI DEL PIEDE 4a DORSALL 4b PLANTARI (medial, laterali, intermedi) 1L.MUSCOLI DELL'ANCA INTERNT Nome Origine Tnserzione ‘Azione Teopsoas: Useendo dal bacino, | Flette la coscia sul 2 pil potenteeil pit | Facce lateral dei carpi. | passando sotto al facino, adducendola Tungo dei flessori | dell racical> \2| legamento inguinale |e ruotandola grande psoas eeprime 4lombari, | egiungendo nella @sternamente. Gaidischi vertebrali | coscia passa davanti interpostifraesse e | allarticolazione dalla base dei processi | del’anca e si sul piccolo trasversi delle vertebre_| trocantere del femore lombari -iliaco Labbro interno della | Lileo termina sul ‘Se prende punto fisso crestaliaca, dalle due | margine laterale del} sul femore, fete Spine liache anterior’ |tendine del grande | troncoe lo inlina dal eealincisura fra esse | psoas e sul piccolo | proprio lato se prende interposta dalla fossa Jtrocantere femorale, | punto fisso sul bacino iliaca, dal legamento ‘sulle lombar lette ileo lombare, dalla le cosce sul bacino, porzione laterale del cextraruota leggermente sacro ed infine sulla ced indirettamente capsula articolare crea una retroversione dell’anca del bacino; se prende punto fisso sul femore fete il tronco eit pacino dal proprio lato infati tende a porre in antiversione il bacino Piccolo psoas Faccelaterali dei corpi |Faccia del muscoto | Partecipa alla flessione dlll'utima toracica, {iliac del tronco dalla prima lombare e dai disci interpost tea esi terno [econferenza interna | Fossa interrocanterica | se prende punto del foro oturatorio | del femore fermo sul bacino ruota estesnamente la sci; se prende punto fermo sul femore ruota leggermente i bacino Fépeti al Temoree ‘Otturatorio Blocea il bacino Taccia anteriore 0 Passa attraverso il foro | se prende punto pelvica del sacro | fSehiaticoperinderisi | fsso sul bacino ructa. esternamente la Coscia '3@ prende punto fisso sul femore agisce da lateroversore e da retroversore delle pelvi eblocea il sacro ESTERNT Grande gluteo | Marginelateale del | Tuberosit gluten della_| se prende punto 80 sacra delcoccigee | diafisi femorale sul bacinoestende, detileo abducee ruota verso Festerno; se prende puto fisso sul femore fstende il bacino sul femore® mantiene la slazione eretta Medio glateo | Facda eterna delVosso |Tascisiapronoa | se prende punto iso iiaco, dal labbro vventaglioe si inserisee_ sul bacino abduce esterno dela cresta | sul grande trocentere, iiaca, dalla spina iiaca - renter Sv ‘atemamente; pit anterioresuperiore © internamente, pid dla facia lutea che prediamente i asc lo icopre buterior ruotano interamente i femore mentre quel posterior lo ruotano fstemamente prende punto fisso Sul femore bloc i pacino codperando al tmantenimento della azine rete, nella RontFazione w inclina il bacing Jateralmente Piccolo glteo | Fascia esiera dellasso | Superfcie anteriore del | Abduce eruota Gnsiemesl medio {iliaco. dalfestemita | grande trocantere del |iemamente a csc sicontrae durante {anterioredel labbro | femowe S| Bsiende I bacno e Ta deambulazione) | esteno dela cresta HUT ro incina dal proprio iliac, Jato quando prende punto fisso sul ferore. Contribuisce al mantenimento della stazione eretta con la sua contrazione bilaterale Gemelli Entrambi si dirigone | Ruotano esternamente -superiore margine inferiore della |orizzontalmente in _| il femore e stabilizzano feriore tuberosit ischiatica | fuori e vanno a inserisi | 'articolazione dell'anca Facciaesterna della | sul tendine del muscoto tuberositaischiatica | otturatorio interno e guindi,tramite esso, nella fossa trocanterica del ferore Oiluratorio estemo | Contomo esterno del | Fossa trocanterca del [se prende punto ) 7 forosituratorio | femore(cicondando y articolazione esterni coscia; coxofemorale) Ee prende punto iso ‘Quadrato det Superfice esterna della ‘Ruota lateralmente femore {uberosita ischiatica il femore e stabilizza Vrartcolazione dell anca 2MUSCOLI DELLA COSCIA “ANTERIOR Nome Origine Inserzione ‘Azione Foto TTensore della fascia spina iiaca anvero” | Condilolateale della [se prende punto fss0 i tata superore e regione | tibia sul bacino abduce limita e-cosce; se prende punto fisso sulla tibia ncina i baci dalla ropria parte nella Eiitazione simultane, | mantiene equiibio ‘orizzontale def bacino slesg Sartorio Spina aca anteriore | Giungendo sul lato | 3e prende punto superior edalla parte | mediale del ginoechio | iso sulla SAS piv alta dellincisura | sullestrenit superiore | fete Ia gamba sulla Sottstante Gelsfectamediae | qeetea eset della tibia, Basing, ad arti tesi Tua ctemament Ia coscia:se prende Prt Fisso sulla tibia Fett il bacino verso le sgambe lo fa ruotare Teggezmente in dentro Quadricipite femorale: -retto femorale -vasto mediale -vaste laterale vasta intermedio Tramite 2 tendini si origina dalla spina iliaca anteriore inferiore ce dal margine superiore dell acctabolo, rnonché dalla capsula dellarticolazione coxofemarale linea aspra del femore rmargine antero-laterale del grande trocantere fe dal margine laterale della linea aspra del femore facce anteriore © laterale del fernore inferiormente alla lines Intertrocanterica Tquattro capt convergono in basso & a livello del ginacehio si raccolgono in un tendine apparentemente comune, ma formato dalla sovrapposizione di tre lamineLa lamina superficiate & La continuazione del retto del femore ‘Quella intermedia appartiene ai vasti mediale e laterale ‘Quella profonda al vastointermedio la maggior parte delle fibre tendinee trova Inserzione a livello della patella sul margine ‘mediale,laterale © principalmente nel legamento patellare che prende inserzione sulla fuberosita tbiale se prende punto Fisso sul femore e sul bacino estende [a gamba sulla osc lett I cose Bul Bacino; se prende punto fisso sulla gamba ‘mantiene estesa la coscia sulla gamba e ete i bacino sulla” MEDIALIadautiori) alate dela sinfist pica faccia mediale della tibia Te prende punto fiso sul bacinofltte a, amb, sulla coscia, niotandola leggermente g.adduce le casey 5e Drende punto fisso sulla gamba, concorre ad inclinare i bacino elo Pettineo a lato dela sntish ppubja, sulla cresta pettinea Tinea pettinea sulla fascia posteromediale el femore, sotto il piccolo trocantere oe prende panto Faso su bacino adduce cosca Iya ea ‘oa esernamente se prende punto fio sul femore let le pelv sulle cosce ele fsa ‘Adduttore breve 0 piccolo facia anteriore del ppube, un po" pid in basco delladduttore lungo Tinea agpra del fernore ‘Adduce e ruota allfesterno la coscia ‘Adduttore lungo 0 medio Taccia anteriore del pube Tinea aspra del fernore ‘Adduce e ruota allfesterno la coscia Grande adduttore | facca anteriore ‘Margine mediale della | Adduce e ota det schio linea aspra del femore | alter la coscia fino alfaltezza del tubereolo del grande aaddutore \ j POSTERIORI Bicipite femorale ‘apofisstiloide della [Se prende punto fsso -eapo lungo fibula (perone) sul bacino fete la suberosith isciatica gamba sulla coscia -capo breve linea aspra de femore & ruotandola leggermente dal seta inteamuscolare in fuori, ileapo fungo lateale estende la cosca sul bacino, la adduce © la ruotaleggermente verso Festerno; se prende punto fisso sulla gamba estende il bacino sulle casceeatira le cosce verso le gambe Seimitendinoso | Tuberosta hchintica [Parte superiore della | Distalmente unsce i faccia mediale della | suo tendine nela paste uibiaeampa d'oca) | anterioe con quello det , sartoiae lateralmente con quello del gracile, costtuendo la zampa i 'oca.Estende e it ‘adduce la cosa flote v fe ruotainternamente {0 ginocchio fess) la it gamba hah Tramite unlungo | per mezzo di un Fete « rola alFintorno| tendine dalla tuberosits | tendine aforma di la gamba ed estende la ischitica semiconosivaad | coscia \ inser su con | medial, laterle ed antero-aterale dla . tibia a Classifichiamo adesso i muscoli dell’anca e della coscia in base alla loro funzione: MUSCOLI _|1, PSOASILIACO: # il piti patente e i pid lungo dei flessori, ha anche azione di extra rotazione. LESSOR |2. SARTORI: @ principalmente un flessore ma ha anche un azione di abduzione e extra rotazione, 3, RETTO DEL FEMORE: ¢ un potente flessore soprattutto a ginocchio flesso 4, TENSORE DELLA FASCIA LATA: & dotato di componente non trascurabile di flessione, MUSCOLI CON |5. PETTINEO:é soprattutto adduttore CAPACITA’ [6 ADD LUNGO> ha azione flessoria fino ad un determinato punto, ACCESSORIA DI |7. GRACILE E FASCI PIU INTERNI DEL PICCOLO E MEDIO GLUTEO: hanno azione flessoria secon- FLESSIONE davia MUSCOLI | 1, GRANDE GLUTEO: ® il muscolo pit: potente e pid grosso di tutto il corpo, ha anche azione di extra ESTENSORI rotazione, 2, PICCOLO E MEDIO GLUTEO: i loro fasci posteriori collaborano con il grande gluteo nell’estensione e nella rotazione esterna 3, ISCHIO-CRURALL BICIPITE FEMORALE, SEMITENDINOSO, SEMIMEMBRANOSO sono muscoli biazticolarie la lore efficacia sull’anca dipende dalla posizione del ginocchio. MUSCOLI MEDIO GLUTEO: &il muscolo abduttore pit importante 5 an au ee ae hae TRE UN ent medead patos So et Sas imemo 2 AT TENS ae UES + suapees 2D lORTDE. GRANDE ADDUTTORS saiSSouT [i TaDRE ORLA FASC TTA MUSCOUL DELLA GAMBA metatarsale (rotazione interna); . cert eee ee a Gioeataw [ata mame [moose [Ea ‘movimenti di flessione dorsale e di adduzione del piede Peroniero faccia mediale base del 5° sso Fleite dorsalmente, anteriore(3) del perone e dalla | metatarsale abduce e ruota membrana interossea esternamente il piede LATERALT “Testa del perone e condilo laterale della tibia Gircondando il ‘malleolo laterale, attraversa in direzione anteromediale la faccia plantare del piede e va terminare sulla tuberosita del 1° osso ‘metatarsale, sul 1" cuneiforme e sulla base del 2° metatarsale Abduce e ruota allesterno il piede Agisce anche sulla volta plantare accentuandone la curvatura Peroniero breve Superticie laterale e posteriore del perone Circondando il ‘malleolo laterale in basso e in avanti e si fissa alla parte dorsale della base del 5° oss0 ‘Abduce e ructa all'esterno il piede metatarsale POSTERIORI Tricipite della T2 ventri si uniscono | se prende punto fisso ' sur per inserisi sulla coscia estende il d -Gastrocnemio (note come muscolo gemelli 0 pid comunemente polpaccio; rappresenta il ventre superficiale) Soleo Con un capo mediale e uno laterale origina al di sopra dei condili ‘medialie laterali del femore Testa del perone e dal margine fibulare della tibia tramite il tendine ‘calcaneale(a’ Achille) sul caleagno piede (releve) e flette la gamba sulla coscia; se prende punto fiss0 sul piede piega il ginoechio. se prende punto fisso su tibia e perone estende il piede (fette plantarmente) fe secondariamente lo supina; se prende punto fisso sul piede porta la gamba verso il piede Plantare Conall Iaterale del femore e dalla porzione posteriore della capsula de! ginocchio Sopra il tendine di Achille Ha un azione simile al tricipite della sara anche se meno potente [Popliteo ‘condilolaterale del femare e porzione laterale della capsula articolare del ginocehio posteriore della tibia | Flette e ruota allinterno la gamba Flessore lungo delle dita faccia pasteriore della tibia ‘Greondando il Flette le ultime quattro malleolo si divide in| dita e concorre alla ‘quattro tendini che si_| flessione plantare del fissano alla base delle | piede falangi distali delle ultime quattro dita Flessore lungo dellalluce Taccia posteriore tibia Base della falange | Flette Valluce e fe membrana interossea | distale del’alluce | conttibuisce alla Aessione delle altre dita e della pianta del interossea, dalla faccia ‘mediate della fibula adduce e partecipa ai movimenti di rotazione interna del piede piede | S iis Tibiale posteriore | facciaposteriore della. | Tubercolo dello cstende (Hette va tibia, dalla membrana | scafoide plantarment), o 4aDORSALI 4.MUSCOLI DEL PIEDE = PEDIDIO (ESTENSORE BREVE DELLE DITA) - ESTENSORE BREVE DELL’ ALLUCE (capo mediate de! pedidio) 4bPLANTARL MEDIACT LATERALI INTERMEDI ~ ABDUTTORE DELL’ALLUCE. ‘ABDUTTORE DEL V DITO ~ FLESSORE BREVE DELLE DITA “FLESSORE BREVE DELL’ALLUCE | - FLESSORE BREVE DEL V DITO -QUADRATO DELLA PLANTA. = ADDUTTORE DELL’ ALLUCE OPPONENTE DEL V DITO = LOMBRICALI ~ INTEROSSEI PLANTAR = INTEROSSEI DORSALT

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