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LEDACTUTORIAL
LEDACTUTORIAL
la corrente alternata
Tutorial
di Pietro Salvato
Pietro Salvato
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Pietro Salvato
INDICE
LEGGETEMI…pag. 3
BLA BLA BLA BLA…pag. 4
IL DIODO A EMISSIONE LUMINOSA COME SORGENTE DI LUCE… pag. 5
IL LED IN CORRENTE CONTINUA…pag. 6
IL LED E LA CORRENTE ALTERNATA…pag. 8
CIRCUITO CON 25 LED IN SERIE A PARTIRE DALLA TENSIONE DI RETE…pag. 9
CIRCUITO CON 25 LED IN SERIE MA SENZA PONTE…pag. 10
ALIMENTATORE A CADUTA CAPACITIVA…pag. 11
IL LED CON ALIMENTAZIONE A CADUTA CAPACITIVA…pag. 13
LAMPEGGIATORE CON DIAC E LED…pag. 14
M.E.C. DATA SHEET SUPER WHITE LED... pag.18
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Pietro Salvato
LEGGETEMI!
Mi spiego: normalmente la maggior parte delle persone quando apre un libro salta la parte
introduttiva. E’invece importante che voi leggiate questa parte perché vi darà delle indicazioni utili
sulle cose che sono contenute in questo tutorial, sugli scopi che questo si propone di raggiungere e
su come bisogna leggerlo.
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Pietro Salvato
- Non rovesciate liquidi sui vostri circuiti (alimentare correttamente il circuito, come vedremo
più avanti, non significa questo…)
- Non fate cadere i LED dal tavolo di lavoro: l’urto potrebbe danneggiarli.
- Non conservateli a temperatura superiori ai 50°C o inferiore ai 6°C.
- Non teneteli all’umidità. Non sono funghi chiodini…
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Pietro Salvato
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Pietro Salvato
Ma come questo tutorial non è dedicato all’uso del LED con 230Vac? Vi ho letto nel pensiero eh?
Certo, però per descrivere il suo funzionamento dei circuiti con LED partiremo dalla connessione
più semplice: quella in corrente continua.
Per il funzionamento di più LED ci sono due tipi fondamentali di circuiti. Quelli in serie e
quelli in parallelo.
I. Connessione in serie
Quando i LED sono piazzati in serie, la tensione “cade” tra i LED stessi. Per esempio, se
alimentiamo un circuito a 12Vcc in corrente continua c.c. e mettiamo in “serie” tra i due poli del
generatore un solo LED. Ricordiamoci di rispettare la corretta polarità: l’anodo (il terminale
positivo del LED, solitamente quello più lungo) collegato al
polo positivo del generatore, e il catodo (il terminale negativo
del LED) al polo negativo del generatore in c.c. Avremo,
quindi una differenza di potenziale tra i due terminali di ben
12V. Una tensione eccessiva (i LED, mediamente e a
seconda del tipo, ne possono sopportare tra 1,8 e 3,3V) tale
da bruciarlo in meno che non si dica… LED, appunto!
Tuttavia, se con gli stessi 12V si alimenta, come nello schema, un circuito in cui sono
connessi in serie 4 LED ci sarà una caduta di 1,8V su ognuno dei 4 LED (assumendo che i LED
sono del tipo fatto per funzionare con una tensione di 1,8V) i quali si illumineranno se non proprio
d’immenso… certamente. La funzione del Resistore R1, in accordo con la Legge di Ohm, è perciò
quella di “dosare” la quantità di corrente che attraversa ogni singolo LED. Mediamente un LED
funziona con una corrente diretta IF 20mA (talvolta anche di più o di meno a seconda del tipo)
perciò in questo caso risulta:
Vcc − VF 12 − (1,8 ⋅ 4) 4,8
R LED = = = = 240Ω (R1)
IF 0,02 0,02
La VF = 1,8V è tuttavia un valore compatibile con soli alcuni tipi di LED. Per questo occorre
sempre vagliare attentamente le specifiche tecniche dal “data sheet” del componente.
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Pietro Salvato
Appare evidente che la connessione in “serie” è da preferire con tensioni di alimentazione più alte
(alte, ovvio, relativamente al campo delle correnti deboli come 20mA)
Supponiamo di voler alimentare 3 LED con 2 semplici batterie stilo da 1,5V (per un totale quindi di
3V). Se connettiamo i 3 LED in serie, supponendo una caduta di tensione su ciascun LED di 1V
(3V/3LED) non ci sarà abbastanza tensione per “accenderli”.
Se, però, li colleghiamo in parallelo come nello schema a
fianco, ovvero colleghiamo tutti gli anodi (il terminale più
lungo) dei 3 LED al polo positivo della batteria e tutti i catodi a
quello negativo, ai capi di ogni LED avremo una tensione (3V)
sufficiente accenderli (solo per certi tipi, come visto).
Proprio per questo dimensioneremo una opportuna resistenza di protezione R1 con
procedimento analogo a quello visto per la connessione in serie. Ovviamente, questa volta, andrà
moltiplicata per 3 la corrente IF che viene ripartita su ogni LED.
Vcc − VF 3 − 1,8 1,2
R LED = = = = 20Ω (R1)
3⋅ IF 3 ⋅ (0,02) 0,06
E’evidente che la connessione in “parallelo” è da preferire con tensioni di alimentazione più basse.
OK, OK… Da adesso in poi si fa sul serio, con il prossimo paragrafo iniziano i circuiti a LED a
diretto contato con la tensione di rete… Fate attenzione!
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Pietro Salvato
Sfatiamo un mito. I LED non funzionano in corrente alternata. Essendo dispositivi unidirezionali
infatti possono condurre solo durante la porzione “positiva” dell’onda sinusoidale (e a patto poi che
il valore massimo VM non sia superiore al valore massimo di tensione diretta VF). Durante la
semionda “negativa”, invece, il LED si comporterebbe come un qualsiasi diodo inversamente
polarizzato e si opporrebbe quindi al passaggio della corrente. In realtà, la tensione inversa (e quindi
la corrente) risulterebbe troppo alta e tale comunque da distruggere inevitabilmente il componente.
Ovviamente i termini “negativo” e “positivo” sono delle semplici convenzioni. Per questo è
più opportuno parlare di conduzione diretta e di conduzione (blocco) inversa.
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Se usiamo 25 LED bianchi ad alta luminosità (del tipo di quelli riportati nel data sheet alla
fine del tutorial) con una tensione diretta VF di 3V ciascuno, la caduta di tensione complessiva sui
LED sarà: 3 ⋅ 25 = 75V La tensione di picco sul resistore R sarà pertanto: 325-75 = 250Vpicco
Questi 75V rappresentano circa 13° dei 90° del ciclo della semionda raddrizzata.
75
Infatti: arcsen = arcsen0,23 = 13°
325
Ciò significa che il resistore R condurrà per: 90°-13° =77°
76 ⋅ 100
Oppure per un ciclo utile (duty cycle): d% = = 85,5%
90
Determiniamo, quindi, il picco di corrente sul LED per ricavare il valore del resistore R.
Assumendo un valore tipico di corrente diretta efficace IFRMS = 20mA, il picco di corrente sarà:
IFpicco = I FRMS ⋅ 2 = 28mA
Siccome d% = 85,5% si ha allora:
28
I Fpicco⋅d % = = 32,7 mA
0,855
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Pietro Salvato
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Pietro Salvato
Per tensioni e correnti di modesta entità vengono talvolta utilizzati alimentatori che non necessitano
del trasformatore di ingresso, ma provvedono a ridurre la tensione di rete mediante caduta su
impedenza capacitiva (quindi senza dissipazione di potenza).
Se da un lato questi alimentatori offrono il vantaggio delle ridotte dimensioni, per contro
non consentono alcun isolamento galvanico del carico dalla rete.
PERTANTO, POSSONO ESSERE PERICOLOSI ED OCCORRE PERCIÒ ACCERTARSI CHE
NESSUNA PARTE SOTTO TENSIONE VENGA A DIRETTO CONTATTO CON
L’UTILIZZATORE. Lo schema base di questo tipo di alimentatore è il seguente.
Non si consideri per il momento il diodo Zener e si trascuri, dato il basso valore, l’effetto di R1. Si
supponga, in prima approssimazione, I(out) ≅ I(R2) costante e V(out) trascurabile rispetto a Va (la
tensione di rete con valor efficace di 230Vrete). Il valore 325V dello SPICE è riferito invece al valore
massimo VM. La corrente di rete nei due semiperiodi risulta pertanto limitata essenzialmente da C1
e vale, in valore efficace: I rete = ω ⋅ C1 ⋅ Vrete = (2π ⋅ 50 ⋅ C1) ⋅ 230
Nella semionda positiva Irete scorrendo attraverso D2 provvede alla carica di C2. Nella semionda
negativa, viceversa, D2 blocca la corrente e lo stesso C2 provvede a fornire la corrente I(out) ≅ I(R2)
al carico. L’andamento della corrente su C2 è pertanto:
Il condensatore C2, di elevato valore, determina a sua volta l’entità del ripple (il fattore di
ondulazione) ∆Vout. Poiché la scarica di V(out) avviene a corrente sostanzialmente costante, si può
I ( R 2) ⋅ ∆t
scrivere: C 2 = ; C2 deve avere una tensione di lavoro dell’ordine di 3-5 volte V(out).
∆V( out )
Dove ∆t è la durata della scarica, ed è leggermente superiore al semiperiodo (come si vede dal
grafico precedente: è il tratto in leggera pendenza tra i due “picchi”) e vale circa 12ms.
La R1 viene impiegata per limitare la corrente al momento dell’accensione, quando C1 è
ancora scarico. Il suo valore può variare da qualche decina di Ω al kΩ per una potenza di 0,5W.
Infine lo Zener, impiegato quasi sempre senza la resistenza di caduta, viene usato per meglio
stabilizzare la tensione d’uscita V(out).
Avete capito come funziona un alimentatore a caduta capacitiva? Bene, perché potrebbe venirvi
utile per alimentare qualche circuito che richiede una bassa tensione (nell’ordine della decina di volt
e di qualche decina di mA). Per esempio un circuito astabile a transistor o a porte logiche. In
questo modo si potrebbe persino fare lampeggiare elettronicamente i nostri LED a tensione di rete!
Esiste poi pure un metodo di dimensionamento più empirico che prevede l’aggiunta in
parallelo a C1 di un resistore R1 di sicurezza di valore 100÷220 kΩ (0.5W).
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Pietro Salvato
Nel caso volessimo progettare un alimentatore con tensione d’uscita V(out) 12V e corrente
sul carico I(RL) di 20mA (quindi la stessa che occorre per alimentare i LED) potremmo procedere nel
seguente modo:
- Porre la resistenza R1 pari a 220kΩ (0.5W) in parallelo a C1.
- Dimensionare la resistenza R2 per limitare il picco di corrente nell’istante iniziale, con C1 e
2500 2500
C2 scarichi, con la seguente formula: R 2 = = = 125Ω (* 120Ω - 0,5÷1W).
I RL (mA) 20
Adesso vediamo come alimentare direttamente un LED con una “sana” alimentazione capacitiva…
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Pietro Salvato
Come precedentemente citato i picchi di corrente che può sopportare il LED bianco presentato nel
data sheet è: di ben 100mAM (dal grafico risulta circa 70mAM, quindi siamo nei limiti).
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Pietro Salvato
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Pietro Salvato
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Pietro Salvato
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MEC
Data Sheet For 5mm Super White LED
1.0
8.7
• Reliable and Rugged
5.8
Part No. RF5A3SWG4-N1
MIN26.5
Lens Color Water Clear
ANODE
Source Color Super White
0.5
2.54
1.5
Typical Characteristic
Spectrum
Forward Current vs.
Chromaticity Coordinate (λD)
Relative Emission Intensity (a.u.)
0.35 1.2
Ta = 25 C Ta = 25 C
1.0 IF = 20mA
0.34
1mA 0.8
0.33
5mA 0.6
y
0.32 20mA
0.4
0.31 50mA
0.2
100mA
0.30 0
0.29 0.30 0.31 0.32 0.33 0.34 350 450 550 650 750
x Wavelength λ(nm)
IF = 20mA 40
0.34
50
0.33 0.5 60
-30 C
y 0 C 70
0.32 25 C 80
50 C
0.31 0
90
85 C 90 60 30 0 0.5 1
50
3 .0
20
2 .5
2 .0
10
1 .5
5
1 .0
0 .5
1
0
2 .5 3 .0 3 .5 4 .0 4 .5 5 .0 0 20 40 60 80 100 1 20
F o rw ard C u rren t I F P (m A )
F o rw ard V o ltag e ( V )
A m b ie n t T em p e ratu re v s. A m b ie n t T em p era tu re v s.
F o rw ard V o ltag e R elativ e L u m in o sity
5 .4
I F P = 2 0m A 2 .0
5 .0 IF P = 2 0 m A
Relative Luminosity (a.u.)
4 .6
Forward Voltage VF (V)
1 .0
4 .2
3 .8 0 .5
3 .4
3 .0
2 .6 0 .2
-4 0 -20 0 20 40 60 80 100 -4 0 -20 0 20 40 60 80 1 00
200 40
Allowable Forward Current IFP (mA)
Ta = 25 C
Allowable Forward Current IFP (mA)
100
30
50
20
30
20
10
10
1 5 10 20 50 100 0
0 20 40 60 80 100
D u ty R atio ( % )
A m b ien t T em p eratu re ( C )
Reverse Voltage 5 V
Y Green
y= = Y --- 0.27 --- --- IF = 20mA(Note 9)
X + Y + Z Re d + Green + Blue
Notes:
1. Lead Forming
a. At least 3mm from the base of the epoxy bulb should be keep when forming leads.
b. Do not use the base of the leadframe as a fulcrum during lead forming.
Lead forming should be done before soldering.
c. Because the stress to the base may damage the characteristics or it may break the LEDs, do not apply any bending stress to the
base of the lead
d. When mounting the LEDs onto a PCB, the holes on the circuit board should be exactly aligned with the leads of the LEDs. Stress at
the leads should be avoid when the LEDs are mounted on the PCB, because it causes damage to the epoxy resin and this will
degrade the LEDs.
(2) Storage
a. The LEDs should be stored at stored at 30 C or less and 70%RH or less after being shipped and the storage life limits are 3 months.
b. If the LEDs are stored more then 3 months, they can be stored for a year in a sealed container with a nitrogen atmosphere and
moisture absorbent material.
c. Please avoid rapid transitions in ambient temperature, especially, in high humidity environments where condensation can occur.
(6) Cleaning
a. It is recommended that isopropyl alcohol be used as a solvent for cleaning the LEDs. When using other solvents, it should be
confirmed beforehand whether the solvents will dissolve the resin or not. Freon solvents should not be used to clean the LEDs
because of worldwide regulations.
b. Do not clean the LEDs by the ultrasonic. When it is absolutely necessary, the influence of ultrasonic cleaning on the LEDs depends
on factors such as ultrasonic power and the assembled condition. Before cleaning, a pre-test should be done to confirm whether any
damage to the LEDs would occur.
(9) Others
a. Care must be taken to ensure that the reverse voltage will not exceed the absolute maximum rating when using the LEDs with
matrix drive. Keeping the Normal Forward to 20 mA.
IF
Rx
VF
IF = V - VF
Rx
b. The LEDs described in this brochure are intended to be used for ordinary electronic equipment (such as office equipment,
communications equipment, measurement instruments and household appliances). Consult Refond’s sales staff in advance for
information on the applications in which exceptional quality and reliability are required, particularly when the failure or malfunction of
the LEDs may directly jeopardize life or health (such as for airplanes, aerospace, submersible repeaters, nuclear reactor control
systems, automobiles, traffic control equipment, life support systems and safety devices).
c. User shall not reverse engineer by disassembling or analysis of the LEDs without having prior written consent from Refond. When
defective LEDs are found, the User shall inform Refond directly before disassembling or analysis.
d. The formal specifications must be exchanged and signed by both parties before large volume purchase begins.
e. The appearance and specifications of the product may be modified for improvement without notice.
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