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(f COMUNICAZIONI [) ~— DELL'ENTITA Al “A a7 Rivista bimestrale per la diffusione delle Comunicazioni ricevute nel C.I.P. CENTRO ITALIANO DI PARAPSICOLOGIA - NAPOLI ANNO 29° n. 1 / gennaio-febbraio 2005 In unione con “I P INFORMAZIONI PARAPSICOLOGICHE" Rivista semestrale del C.I.P. O Spedizione in abbonamento postale. Art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Fillale Bologna LO SPIRITO PORTA NELL’UOMO IL CONCETTO DI LIBERTA, BENE PRIMARIO E MOTORE DELL’EVOLU- ZIONE. L’INCARNAZIONE E UN FRENO ALLA LIBERTA PER I CONDIZIONAMENTI DELLA NATURA, DELLA SOCIETA E DELLE RELIGIONI. IL RISPETTO DELLA LIBERTA ALTRUI ATTRAVERSO LA REGOLAMENTAZIONE DELLA LIBERTA INDIVIDUA- LE: DIRITTI PUBBLICI E PRIVATI. STATI E RELIGIONI VINCOLANO LA LIBERTA: LA RIVOLUZIONE MORALE INIZIA NEL PRIVATO E PROSEGUE NEL SOCIALE. TROVARE DIO NEL PERCORSO INDIVIDUALE DI RICONOSCIMENTO DI SE STESSO. Seduta del 15 febbraio 2002 D.: Il tema su cui ti chiediamo di parlare é quello della liberta: desideriamo che tu torni su questo tema affascinante, la liberta come contrassegno primario dello Spirito. Lo Spi- rito incarnandosi diventa prigioniero del corpo e delle strut- ture sociali. Nonostante questo riesce a trasmettere all’essere umano Iaspirazione alla liberta, pero il corpo dell’uomo, le sue Strutture, sono refrattarie al tema della liberta, e ci hai detto che noi manchiamo di un concetto esatto, di un giusto concetto sull’uomo libero, hai affermato: non c’é possibilita di avere liberta se non si cambia la concezione che |'uomo stesso ha della liberta, concetto laico di liberta che ci manca. A.: Non c’é nell’Universo altro essere tanto libero quanto lo Spirito. Certo, dello Spirito pud dirsi che comunque é as- Soggettato a se stesso ed a una legge divina, ma la legge UE principio 1a, di sussistenza © di movimento divana che @ ‘ ee divina ¢ una legge che ha dato, —_ fc . oun spirituale, similmente alla natura di she ha confor che ha 0c sip 4 assoluta i tiberta Duo, w9 Pre anche altre volte parlato di liber Quan oom unto una cosa: il limite in fondo —_— » Pere Geilo Spirito? Il limite dello Spirito & ce, ma qual ¢ a act ambito della sua evoluzione, non perché & dover res a starci da una legge o da qualcosa, ma eg wore? ea le altre quote di liberta possibili oltre la . ssiede ancora. ae Spine ee te loge al principio di evo- ‘0 di responsabilita e anche di me- i irituale, attraverso la cono- ~* re ae oe ampli Dae evoluzione ed anche la : amplia oi occupare pil spazio mentale, = oa ‘Spaituale erp Se ceeitivo ed esperienziale, Ps engwe “ta si dilata all’infinito. . oe ts be a dello Spirito é¢ una liberta asso- 0 echt ls dobbiamo rapportare al principio di eternita ¢ 5 eect: che la liberta sia potenzialmente assoluta anche Sees ¢ wo’altra verita, ma d’altra parte lo Spirito non avreb- potuto avere una liberta assoluta entro uno schema suo evolutivo che non ha i caratteri assoluti, perché lo Spirito é eaposto al principio dell’ evoluzione, € dunque questi vari gangl si intersecano € formano una struttura unica entro la quale lo Spirito ha tutta la liberta entro i limiti della sua evoluzione, ¢ o sembra tutto questo anche estremamente giusto oltre che suemamente logico , . Nessuno darebbe tutts la libertd ad un bambino di due anni, egli non saprebbe che farsene di tanta liberta, @ questo vale anche per voi, voi non sapreste cose farvene & sltrs hberts se non faceste seguire al desiderio di hiberts suche wx provesso di trasformazione tale da poter po esufruwe & altre quote de liberta, e dunque la liberta come tutts 1 bem: wa conqustts. Il problema dello Spirito, della liberta, ¢ an problems mus simamente sentito quando avviene I mcarnancee, perche vou lo sapete, lo Spirito si incarna in um corpo che ¢ smogg=ttato a regole che non sono spirituali, e lo Sprto wwe qumds que- sta repressione vera e propria che ¢ esercitats sulle sus cutura, e con la quale combatte quotidianamente Un problema, dicevamo, perché lo Spartto wwole la bberts e soprattutto lo Spirito sa im anticipe che ls sua evelurince in Terra si gioca attraverso il principio della Gberté. per- ché lo Spirito sa bene che una libertad bleccats signuifics evoluzione bloccata, progetto bloccato, mposmibuita, mcape- cita di andare avanti, e lo Spirito sa anche che la iberta custe come principio sulla Terra perché c’é la sua presemza E la presenza dello Spirito che crea la pulsiowe alla iberta ouils mente dell'uomo. La mente dell'vomo soe avrebbe bberta ¢ sarebbe condizionata al biologico se 'womo soe posedeme una natura interiore che ¢ appunto la satura dello Spunto, quindi vi sono qualita, aspetti qualitativi, atiributi, attirbusiwai che fanno risalire immediatamente allo Spirito Se voi avete un'ansia di liberté. © quando = lavora per conquistare la liberta, sappiate che sempre bo Sparto ¢ @ anwar, perché egli ¢ l'unica forza nel corpo umamo, compreso la mente, che possiede la pulsione alla liberta. Noa emste oella mente la pulsione alla liberta, non esiste perché ta mente bielegica, la mente organica é un effetto del cervelle; vale a dire che i Beuroni seguone le leggi del cervelle, denque | acuroei in sé fon sono liberi: la tiberta ¢ un elemento qualificante esterno al rapporto mente-cervello, € dunque la liberta diventa un bene essenziale, ma quando pero riuscite a farla manifestare, e per farla manifestare dovete richiamare continuamente lo Spirito, che é la vostra natura interiore. , Gli vomini senza sapere tutte queste cose hanno sempre stabilito che la liberta é un bene prezioso, da sempre é stato capito, ma finanche negli stati totalitari, nelle filosofie totali- tarie si parla di liberta anche sapendo che non verra attuata, ma la liberta resta sempre comunque I’utopia. . Non sempre, dobbiamo dire, questo é accaduto nelle reli- gioni, perché le refigioni dogmatiche non prescrivono la liberta se non in quell’ ambito della dottrina stessa a cui si ispirano 0 che manifestzn0. L’vomo quindi é costretto, ma in questo caso pit lo Spurto, a fare i conti anche e non soltanto con i limiti del corpo, i casi limite € dato dall’incapacita di percepire l’anima, per cui un compo si trova ad essere come se fosse senz’anima; se I anima 20m evocasse continuamente il desiderio di liberta, che poi 5 traduce nella vita comune in insoddisfazione, in frustrazio- ne, in dolore, m ansia, im bisogni insoddisfatti, insomma in tutto d corredo che voi conoscete e che diventa la malattia dell’essere umano, oltre che con le regole degli uomini. Ecco pesché sulla liberia poi hanno parlato sempre tutti, si SOn0 espressi sempre tutti, e tantissimi uomini sono morti nel nome della liberia, hanno creato rivoluzioni, hanno creato sommosse, hanno ispirato i poeti, gli scrittori; in tutto il mon- do dove c’é siata una oppressione c’é stata contemporanea- mente anche una ansia di liberta vissuta magari attraverso il martirio dei sui eroi. Quindi la liberta é effettivamente il bene primari In liberta non accade nulla, ¢ Ia liberta che crea la cha perché il processo di civilté é la conseguenza di una disoby ' bedienza continua. La civilta voi non I’avreste avuta costrut- tivamente, l’avete avuta perché sempre nei secoli vi sono stati uomini che sono sopravanzati agli altri, disubbidendo alle re- wgole storiche e della societa. E la disubbidienza che ha creato V’avanzamento, e questa é, a mio avwviso, una delle migliori dimostrazioni dell’importanza per l’uomo di superare non soltanto la natura, la quale non € affatto libera, ma anche le regole degli uomini che, essendo imposte, sono regole che funzionano come quelle della natura e cioé in maniera condizionante; come il corpo é condizionato alle regole biologiche anche la mente dell’uomo é condiziona- ta dalle regole della societa e delle religioni, quindi la liberta diventa sempre e soltanto una utopia. Come manifestare la liberta ? Il discorso é complesso, evi- dentemente, ma non tanto se si pongono alcune premesse principali a tutto il discorso. Primo: l’uomo ha il diritto di essere libero, dal momento che abbiamo stabilito che la liberta ¢ un principio dello Spi- ito. Ma l’'uomo ha concretamente il diritto di essere libero? Io credo che nessuno potrebbe rispondere di no, ma tutti di- rebbero: si, certo che ha il diritto di essere libero. Secondo: la liberta deve essere assoluta per Puomo? Qui io principio che adopera lo Spirito: la liberta € la qualita dell’uomo che la manifesta. In terzo luogo la liberta non deve arrecare danno agli altri: io uso la mia liberta ma non devo arrecarti danno perché anche tu hai lo stesso diritto alla stessa liberta. Ma dobbiamo anche considerare una cosa, che gli uomini non sono eguali fra loro, nonostante si tenti di dire il contra~ rio, non sono eguali anzitutto per evoluzione, poi perché i corpi differiscono, le leggi ereditarie influenzano in modo tale porrei lo stesso proporzionata all: é diverso dall’altro. ono eguali, hanno tutti i medesimi diritti ‘ partire pero dalla propria quota ay part nel senso che yo. mo deve crescere continuamente. problema della crescita g strettamente legato alla qualita; io non posso darti una liber. ta di ascendere una montagna senza che prima impari come si scala una montagna 0 dove si mettono i Piedi, non posso lasciarti in mezzo al mare se non impari a nuotare; questo mi sembra elementare, cioe dare strumenti di liberta assoluta a chi gli strumenti non li $a usare o non li pud usare diventa estremamente pericoloso non soltanto per sé ma an- che per gli altri. Uno Stato come si deve regolare? Lo Stato, gli Stati si sono sempre regolati stabilendo le regole. Esistono delle leg- gi, esiste un diritto, in base a questo diritto ciascuno pud muoversi come crede purché si salvino i principi della convi- venza all’interno di una civilta, di uno stato etc... Le leggi servono proprio a neutralizzare gli eccessi stabi- lendo le regole: allora non devi uccidere, non devi rubare, devi rispettare gli altri, tutti hanno diritto allo studio, tutti hanno diritto etc... I diritti che sono diritti civili, sono diritti che rispettano la liberté, evidentemente, ma la concedono a condizione che vengano rispettati i diritti collettivi. I diritti collettivi ven no prima, quindi i doveri anche collettivi vengono prima della pulsione alla liberta. L’uomo, compresa la propria anima, vive due momenti sulla Terra, un momento pubblico ed un momento privato. Il mo- — Pubblico é il momento del rapporto col mondo, ¢ quin: i si entra nell’ambito di quelli che sono i diritti pubblici di cul dicevamo poco fa, che ogni essere Gli uomini S' I diritti privati sono quelli che ciascun uomo attua all’inter- no del proprio schema mentale, allargato allo schema della famiglia o del piccolo gruppo. In questo piccolo gruppo céla vera possibilita di crescere dentro, € il discorso direi che rimbalza tra il pubblico ed il privato. Migliorando il mio rapporto col mondo dal punto di vista pubblico io faccio e provoco una azione di crescita anche nella sfera del mio privato, migliorando il mio privato, acqui- stando pid quote di liberta, cioé crescendo e quindi maturando la mia interiorita mentale, creando un rapporto solido tra il desiderio dello Spirito e il desiderio della mente, io mi accre- sco riversando poi la mia maggiore maturazione anche sul pubblico, sicché l’interazione é continua, e quindi ben vedono i filosofi o coloro che si occupano di questi problemi sociologici, ben vedono quanta stretta relazione poi esista tra pubblico e privato. Il problema é l’impegno del soggetto. Abbiamo detto: lo Spirito viene con un programma, lo Spirito lo sa prima di nascere che la Terra gli sara di ostacolo ed il suo programma @ sempre un po’ pil ampio per avere margini entro i quali poter crescere. Se gid venisse con un programma minimo la sua pulsione sarebbe debolissima, deve venire con un pro- gramma pid intenso in modo tale da svilupparsi nel corpo una attenzione, una vigilanza ed un desiderio continuo di richiamo dell’ anima. Il programma dello Spirito ¢ un programma che non éuna astrazione, come molti credono, cioé soltanto un desiderio, il suo programma coincide con una vera realta, lo Spirito, (e possiamo chiamarlo anima) uno Spirito materializzato, acqui- sta il senso e la struttura dell’anima insieme con elementi psichici che si provvede dal momento del concepimento, o dopo il concepimento, durante comunque la Sestazione dell, mamma, e stabilisce un contatto che per lo Spirito & quasi ae contratto, con il proprio inconscio in formazione. Il bambino comincia a crearsi relazioni di inconscig tura dell’inconscio per trasferimento dalla psiche della perché c’é questo rapporto stretto. In pid bisogna aggiungere tutto quello che sta ere dal punto di vista cellulare, anche con una serie di impression che vanno a costituire un elementare inconscio, Proprio ele. mentare, dentro il quale avvengono transazioni tra Panima e il bios, quindi il progetto non é soltanto un desiderio dell’ anj- ma, é una vera e propria azione di natura materiale, 0 di natura energetica, come vi piace dirlo, e in un certo Senso sj ricompone I’unita dell’Universo, perché abbiamo detto che lo Spirito é costituito dalla stessa energia dell’Universo, perché la fonte é unica, e cioé Dio. Nel momento in cui si va a formare questo contatto, effet- tivamente c’é una entrata e uscita di segnali, |’anima da una Parte, € tutto il meccanismo psico-ereditario dall’altra, per cui la mente, che poi sara l’esito finale, che diventera finale quan- do il bambino acquistera il linguaggio e potra comunicare col mondo; sia pure inizialmente, questo sara il punto di incrocio di una serie di trasferimenti che vanno a costituire le simbologie pnimarie ed elementari di questo soggetto che sta nascendo, Sicch¢ il principio della liberta che viene trasferito diventa un Principio che ha una consistenza effettiva, cioé effettivamente anne nelinconscio ha un principio di liberta che une st ina a che diventa anche in parte e primariamen ra della mente. ae lavoro é un lavoro bellissimo, preciso, che non - Pazio a dubbi, ma appena nasce il bambino subisce © strut. Madre, ditando 10 primi traumi, perché i genitori, Vambiente, le religioni e gli stati e le leggi non tengono affatto conto di questo, comincia- no a imporgli una serie di regole che immediatamente sposta- no e rimandano indietro tutta la bella organizzazione che é venuta su nel corso della gestazione. Tl meccanismo da parte dell’anima é automatico, per- ché come sapete anche l’anima cade in una specie di son- no-letargo da cui si sveglia, ma le strutture funzionano da sole, automaticamente, cosi come da solo funziona il vo- stro corpo e la vostra mente anche quando la sera dormite; quindi non é questo il punto, il punto é invece che lo Spirito che conosce tutto questo meccanismo (0 glielo dicono se non lo conosce) sa che nel corso della vita dovra sempre recupe- rare, quella parte di sé che ha dimenticato, che ha obliato, che la societa umana lo ha costretto ad obliare, creando una vera € propria censura, un vero e proprio sbarramento, una vera e propria rimozione, direste voi in psicologia, per cui la strut- tura dell’inconscio, che poi mantiene sempre le pulsioni, vie- ne deprivata di una azione che é appunto I’azione progettuale. Poi l’inconscio si arricchira di tanti elementi, di tutti quelli che la societa e l’ambiente hanno voluto censurare, che diven- tano quindi ancora altre parti dell’inconscio, un materiale ric- chissimo che ha una forza prorompente; voi non immaginate quanto sia forte l’esistenza dell’inconscio, perché nell’incon- scio avete tutto quello che dovreste essere e non siete. Compito dell’uomo diventa allora quello di recuperare le parti perdute, che poi, guarda caso, sono le parti migliori, cioé sono le parti progettuali, perché se voi togliete all’uomo il desiderio e la sperimentazione di sé, lo avete trasformato in un vegetale che vive con il condizionamento sociale; crede di essere anche libero, tra I’altro, e non lo é; ecco perché la MW liberta diventa il punto di riferimento fondamental sieme ad altre caratteristiche della specie. La liberta é esattamente il contrario della natural so biologico, perché non funziona per schemi obi: funziona la natura, ma funziona per Schemi estem, cui sola obbligatorieta é quella comunque di anda verso I’infinito. In questo senso, si capisce, I’ evo} percorso obbligato, questo lo devo Ticonoscere, i il principio di evoluzione per lo Spirito (ma non di involuzione, questo neppure nell’universo m: cui noi parliamo di processo di trasformazione, liamo di involuzione: una stella che esplode no cesso di involuzione ma di trasformazione. Ecco perché il termine esatto é sempre trasformazione, ¢ questo vale per la psiche e questo vale per la fisica, questo vale per tutto, Universo é un universo in cui non ¢’é il segno della morte, percid non c’é il segno dell’involuzione, e tutto é sempre in trasformazione, o se volete dire in evoluzione che ¢ la stessa cosa, in questo significato, in questa accezione. Certo, ’'uomo dovrebbe lottare per tutta l’esistenza per la sua liberta, ma dovrebbe anche impegnarsi a trasformare le leggi ed a trasformare Puomo; io dico prima l’uomo e poi le leggi, perché é Sempre bene che sia prima I’uomo che si tra- sforma, per le leggi c’é sempre tempo di modificarle, |’impor- tante é che ’'uomo acquisisca il meccanismo della trasforma- hg Perché in questo modo che le pulsioni vengono esau ite. €, Certo in. ita in Sen- gati Come Poranei, |g re incontro luzione & un infatti esiste esiste quello ateriale) per ma non par- m ha un pro- Allora Pintervento sull’ tuo di educazione alla lib trasformazione, quindi un in effetti viene Svolta in uomo diventa un intervento cont!- ertd e di educazione al process a ‘a educazione permanente che ane termini conservativi, anzi si cerca ¢! 12 non modificare eccessivamente |’ m’é, anche perché l’uomo vive s nue. Un uomo lavora, si sposa, ha dei figli, ha doveri verso il territorio dove abita, e in questo modo si é assoggettato a tutte le leggi che poi mantengono |’equilibrio della societa, quindi per l’autorita morale é nel giusto colui che non cambia, cioé colui che non tenta di Sowvertire gli ordini connessi a queste categorie di rapporto tra il soggetto e l’ambiente. Nessun Stato “tollera” che i cittadini vadano contro le leggi © che i cittadini impongano dei cambiamenti che dovrebbero Sowvertire le leggi costringendo i legislatori a modificare i codici, gli Stati non tollerano tutto questo, forse neppure gli stati democratici che a loro volta sono condizionati da tante altre necessita, per cui non desiderano cambiare cid che é acquisito e in qualche modo funziona, per esempio dal punto di vista dell’economia. Poi sono costretti dai cambiamenti di costumi e di abitudini degli uomini a dover modificare leggi e farne decadere alcune oppure tollerare senza modificare le leggi, ma tutto questo poi si intreccia e va ad intrecciarsi con le motivazioni un po’ irreali delle religioni, specialmente delle religioni integraliste, cioé delle religioni dogmatiche che a loro volta - indipenden- temente e oltre le leggi di uno Stato che magari é ancora piu Conservatore - vogliono imporre leggi cosiddette morali, sic- ché poi il problema della liberta va a intrecciarsi in questo connubio, direi spesso complesso, dei rapporti tra uno stato e le religioni. In passato io credo, e senza che ve lo dica io molti di voi lo sapranno, c’é sempre stata una ricerca di questo conflitto tra stato e religioni, perché queste hanno voluto imporre le uomo, di lasciarlo cosi co- condo contrattazioni conti- 13 leggi morali agli stati, e gli stati hanno dovuto accettare quas; sempre le regole delle religioni, Perché gli uominj si a sempre fatti fagocitare dalle Teligioni, non avendo alcuna «. ° pacita né strumenti per trattare il problema del diving de sacro, non diciamo della Propria : Pha mai fatto, ma diciamo del sa interiorita, perché Nessuno .p cro; l’uomo ha Sempre rite. Auto fosse suo dovere obbedire alla legge di Dio, la legge qi Teligioni o viene tii; Prio privato. Cosa significa i] Proprio privato? Non Vesclusione del pub- blico, attenzione, il proprio Privato significa che l’uomo deve trasformarsi, Sapendo ch 5 he in siffatto modo egli potra agire tafonsrmszion © sociale, altrimenti € inutile che io voglia avrebbe senso = se, PEO, resto indietro di 100 anni; non no storicamente j ©88e proiettata nel futuro, le leggi seguo- anticipare una errocessi del presente; a volte si puo anche legislazione 2 eammazione, ma Parliamo delle leggi e la mondo, nel cine oricamente il processo di evoluzione del questi fra gi lore mo i vari Stati Seguono. Ecco perché poi che sono pid j aoe vanno daccordo, perché ci sono Stati indietro ed altri pid avanti, ed allora diventa 14 difficile la coabitazione e quindi sorge !’intolleranza. Allora in questo senso la lotta dell’anima o dello Spirito diventa una lotta di diritti: io devo acquistare i miei diritti Personali e devo svincolar mi dall’irrazionalismo. L’irrazio- nalismo é l’insieme di tutte le norme che si vogliono far diven- tare sociali partendo da una ipotesi che é Vipotesi del divino. L’ipotesi del divino non é Percorribile, perché nessuno di voi lo sa se veramente Dio C’éononc’é,e dunque é comun- que una ipotesi che ha un aspetto culturale ma che non puo essere imposta; tu non puoi impormi di credere in Dio se tu Dio non me lo mostri, tu mi devi mostrare Dio e siccome c’é una impossibilita di mostrare Dio cid toglie liceita all’ ordina- mento ed al comando. To non posso parlarti in nome di un re quando non c’é la monarchia, diventa utopico tutto questo, ma é quanto é acca- duto e continua ad accadere sulla vostra Terra, Per cui voi nominate qualcosa che appartiene al regno dell’interiorita, non dell’esteriorita, perché Dio certamente esiste, ma é presente nella vostra ricerca, é Presente nella vostra struttura ontologica, nella vostra sistemazione interna di tipo metafisico che alla fine pud diventare anche la vostra fede, ma é un inviluppo di Tealta intime soggettive che non PoOssono costituire oggetto di una normativa, perché sono il culmine di una ricerca che é individuale. Noi possiamo riconoscere che Cristo fu un innovatore per la qualita delle cose che ha detto ma non Per le cose che ha fatto, Perché le cose che ha fatto le hanno fatte tanti. Quando Cristo moriva in croce altre centinaia e centi- naia di individui morivano crocefissi dai romani, e tra questi anche profeti e falsi profeti, man mano che la dura legge ro- mana si imponeva, quindi il Cristo non é tale perché é stato crocefisso, ma perché oscuramente, direi miracolos: uomini hanno sentito di poter condividere un mess, ché questo messaggio é andato ad innestarsi della interiorita rendendo possibile ed accettabi cipio, ma sono tutte operazioni che gli uomini singolarmente verso Cristo, verso Maometto, Kri Ognuno ha aderito al suo Dio, ma come oper: nale, come opzione personale, che non autorizz: nome di un Dio, ma soltanto in nome di se Stess questa esperienza e quindi ho trovato D: dividuale. Il percorso individuale tra l’altro corrisponde al principio dell’Universo, ogni Spirito é un essere individuale, ogni Spirito @ solo con se stesso ed é una essenza unica. Allora se partiamo sempre dall’ origine noi vediamo che i problemi li risolviamo, ma bisogna partire dall’origine, dalle premesse, allora accettiamo che ogni essere spirituale ¢ un essere singo- lare ed é se stesso e basta, e non fa parte di una sommatoria Perché é un soggetto Pensante, intelligente, € operante, é un Soggetto in evoluzione, in accrescimento, ha il principio della Vita, é eterno, é infinito, dunque ogni essere é unico, e nessu- no € un altro, che é una cosa diversa dall’affermare ognuno simile ad un altro: ognuno é se stesso. A questo principio vogliamo dare un significato anche sulla Terra, e dobbiamo credere in questa premessa, perché se cre- diamo in questa Premessa, che esiste una realta immateriale - chiamata anima o Spirito o come vi pare - che non é mentale, non é fisiologica, allora le conseguenze devono essere logiche e dobbiamo Costruire tutto un uomo in base a quella premes- sa. Si pud obiettare che la premessa pero non é dimostrabile: @accordo, allora facciamo un altro Tagionamento. amente gli ‘aggio, per- sul tronco le un Pprin- hanno fatto sna o altri. azione perso- ‘@ a parlare in 0. Io ho fatto iO Come percorso in- 16 Gli uomini devono essere liberi © devono essere schiavi? Supponiamo di poter cancellare le filosofie ed i profeti e di metterci intorno ad un tavolo a discutere: gli uomini devono essere liberi 0 schiavi? Qualcuno dira: gli uomini devono es- sere liberi perché gli uomini awvertono la pulsione alla liberta, € poi perché anche la vita é personale e soggettiva. Se anche abbandoniamo idea dell’anima tornando a quella della vita: allora la vita é la mia 0 é la tua? Allora indipendentemente da una natura interiore, da una ontologia, da una sacraliz- zazione, da una metafisica, la vita mi appartiene? Credo sia difficile rispondere: non ti appartiene. Se la vita mi appartiene io continuo tutto il discorso, tal quale quello che ho fatto per l’esistenza dell’anima; da questo punto di vista allora, se mi appartiene, io devo avere le mie quote di liberta, quindi egualmente devo essere libero. Se optiamo per l’altra, gli uomini devono essere schiavi, allora bisognera spiegarmi perché gli uomini devono essere schiavi, € poi schiavi di chi, di altri uomini i quali invece perd dovreb- bero godere della liberta rispetto alla schiavitu? Ma in questa situazione il concetto di giustizia dove lo mettiamo? Se stabi- liamo che comunque le regole degli uomini devono essere giuste, allora non deve esserci lo schiavo e non deve esserci il padrone. . Oppure dobbiamo dire: si, gli uomini devono essere alcuni schiavi e alcuni padroni, perché non esiste la giustizia, cioé devo ammettere in questo discorso che la giustizia non deve essere esercitata, perché appena introduciamo il discorso della giustizia salta il discorso dello schiavo/padrone, perché nessu- no ti autorizza ad essere tu il padrone. . . . Allora si, facciamo gli schiavi e padroni, perd io faccio il padrone e tu lo schiavo, non io lo schiavo e tu il padrone; 17 allora con quale metro stabiliamo che io sia padrone e tu schiavo? A questo punto qualcuno dovrebbe dire: con i me- todo della violenza, ma allora il metodo della violenza non dovrebbe portarci alla creazione di una civilta, dove la violen- za viene espunta, € noi per contrario della violenza in la giustizia. Come vedete comunque voi iniziate il discor: sempre al principio della necessita della liberta nel che poi significa la liberta matura e la liberta mati che io ho il diritto di rivendicare tutte le mie quot ma contemporaneamente io devo rendermi dispo: degli strumenti che fanno Parte di questa liberta, cio devo imparare tutte le operazioni del mondo ma Soprattutto quelle di tipo morale, etiche (in questo caso, pubbliche), affinché poi ci sia sempre giustizia e la mia liberta non offenda ne’ ai la liberta degli altri, itendiamo SO ritornate lla giustizia, ura significa te di liberta, nibile nell’uso nnulli Tienza pit che del sapere, perché questo fa parte del progetto. Lo Spirito viene Per sperimentare e conoscere, non vie- ne solo per vivere perché lui é gia un vivente, non ha bisogno della vita, ma di sperimentare questo tipo di vita con tutta DP organizzazione e le conseguenze che ne derivano. Ecco che allora da tutto questo tipo di liberta di cui abbia- mo parlato poi si arriva al concetto vero di democrazia, la quale consiste appunto nel Tispetto delle idee altrui etc.. ma qui comincia un altro nuovo intoppo, passando dal personale al collettivo. La democrazia significa dare diritto a tutti di esprime- re le proprie idee. Ma a tutti chi? Anche a quelli che non hanno gli strumenti? E quelli che non hanno gli strumenti che cosa potranno mai dirci che noi si debba ascoltarli? Ma la democrazia prevede comunque il diritto di ascoltare le mino- Tanze, € questo é giusto, ma lo é anche quando le minoran- ze vogliono sovvertire lo stesso ordine della democrazia? Questo é stato un rosso problema per i filosofi e per coloro che si occupano di filosofia Politica: io ti lascio la liberta come cittadino con le leggi e tutto, ma tu che fai, questa liberta la vuoi usare Per sowvertire l’ordine della liberta? Non mi sta pit bene cosi, perché se questa liberta dello Stato la abbiamo conquistata a prezzo di rivoluzioni e di morti, tu non puoi nella tua minoranza, sowvertire un Principio che é diventato un Principio sacrale, quale é il Principio della democrazia e della liberta, quindi tu non puoi pit parlare, io te lo devo impedire perché altrimenti tu mi riporti la societa un’altra volta al medioevo. E allora ... Vedete quanti aspetti Prende la liberta e nella democrazia di quante cose bisogna Stare attenti affinché non si perda? 19 Le minoranze hanno diritto di esprimere liberamente jl pro- prio pensiero: io francamente distinguerei tra chi ne abbia i) diritto ¢ chi non ne abbia il diritto, nel pubblico almeno, ma questo poi anche nel privato, perché poi accade che le fami- glie sono vessate da persone assolutamente inette che nella vita non hanno fatto niente per conoscere, Per capire, non hanno fatto sulla per modificarsi, che semplicemente impon- gono la loro forza creando sofferenza all’interno di tali fami- eae dire che qui si aprirebbe un altro grande capitolo di discorso ma se per un assetto della democrazia bisogna ri- i attraverso tutta vivere, ma per conoscere: questo obbligo ¢ sacro Le anime tornano piu volte sulla Terra Perché vengono meno a questo obbligo, perché una volta incarnate subiscono I"influenza dei corpo, come addormentandosi € non riescono pid ad imporre il proprio programma, a vedere ed @ capire Questo significa anche la necessita di una scuola drversa, una scuola che istruisca i Propri giovani al Principio di hberta, al principio di evoluzione, al Principio di creativita, di accre- scimento; ma le scuole non Sono fatte cosi, le scuole sono create per l’obbedienza, non sono Create per Il’ evoluzione, sono create per la conoscenza didattica, non la Conoscenza defla vita; le famiglie tendono a far soprawvivere i figli, a dargh sicurezza, non a sperimentare anche i rischi ed i pericoli della vita, ¢ insomma tutto un Pullulare, é un fermento G atta Piuttosto conservatrici. I genitori hanno Paura, le scu ovviamente diventano Paurosi, almeno fino ad una certa eta. Po la pulsione di un’anima jole hanno paura, i ragazzi non Osano, non sfidane, i comincia la sfida e sette non ancora del tutte codificata ‘a le generazioni; i! motivo & que- pre ribellati perché hanno Biocato le anima nel principio di liberta, e poi inta di necessita, di condizioni parti- nza di occasioni, di abulia, di stanchez- sare gli strumenti, etc... € di fronte nuovamente al Principio della liberta e ai Principi della liberta, e non Sapete che fare, ma Oggi voi pagate gli errori, ma pid che errori voi Pagate I’ abu- lia, perché se avete Soverni totalitari, se avete economic to- talitarie, se avete stati imperialisti apparentemente democrati- ci, © anche democratici ma Contemporancamente imperialisti, Sto, i giovani si sono sem; ultime carte della Propria Si sono arresi sotto la Spi colari di vita, di mancai Za, di incapacita di u: Oggi voi vi trovat che vogliono estendere i propri territori, se avete stati poveri che devono subire tutto questo, dipende dal fatto che gli uomini sono rimasti immaturi e non sono riusciti mai a rivoluzionare il proprio sistema di vita, perché all’uomo non é stato mai detto che la vita é propria, e non appartiene a nessun altro, salvo i doveri verso Cesare. Questo principio é un principio che divide il pubblico e jj privato. Nel privato devi crescere affinché il pubblico diventi conseguenziale a tutto questo, ma l’impedimento viene dal fatto che i poteri sono poteri economici, ed essendo economi- ci rendono la vita dura anche alle volonta pit aperte e pit desiderose di cambiamento e di trasformazione. Al momento questo io direi, comunque intervenite sull’ar- gomento, io vi diré ancora qualcos’altro. D.: Concordo pienamente con quando dici; per realizzare la rivoluzione bisogna partire da se stessi, la rivoluzione comincia dentro ciascuno di noi e da li dobbiamo partire per svolgere un‘azione nel sociale per vincere le grandi difficolia Perché non si puo fare a meno di constatare che vi é la tendenza a fuggire dalla liberta nella grande massa. A.: Certo. D.: Ed é certo, questo, un fatto che rende pit difficili le cose anche per coloro che volessero trasformare o annullare Jo strapotere dei Ppoteri. AG Sapete quand’é che avete la certezza di essere diventati liberi, proprio liberi? Nel momento in cui fate qualcosa che non avevate mai fatto ed in quel momento la state facendo 22 senza awvertire alcuna resistenza e impedimento. Quando sto momento si raggiunge vuol dire che quella liberta é stata veramente raggiunta. Il superamento dell’ ostacolo é giungere dall’altra Parte senza cadere. Solo allora si acquista la certezza di avere imparato come si fa il salto, e tutte le volte successive si fara la stessa cosa, quindi la liberta significa poter essere se stesso senza impedimenti ideologici. Certo, a volte possono esserci le resistenze fisiche, io pos- so non imparare subito a nuotare perché non so bene come muovere le braccia, poi lo apprenderd, ma comunque nel momento in cui avviene si realizza quello che tutti hanno provato: chi ha imparato a nuotare sa che nuotera sempre, anche se per 50 anni non nuota piu, perché é un movimento acquisito. Cosi é per la mente, quindi il superamento, il quale costa fatica, é chiaro, ed é percid che voi non cambiate. Natural- mente coloro che ci riescono devono poi moltiplicare gli sfor- zi per poi raggiungere altre mete, altri obiettivi e perfezionare cid che hanno acquisito, e cosi da semplice persona che gal- leggia si pud diventare un nuotatore provetto. D.: La cosa che mi ha interessato molto é questo sovra- dimensionamento del programma in funzione del creare que- sta pulsione alla liberta dovuta proprio alla sperequazione tra le possibilita di vita... A.: Sai per ritornare ad una immagine olimpionica, tu ti alleni a correre i 500 metri pur dovendone correre 100. D.: Pud essere anche che uno alla fine ne corra 120. 23 A.: Naturalmente, 0 tutti i 500, peré lo Spirito si limiti, ma se li pone da sé con la propria evoluzione, pensare di diventare il papa se prima non diventi un Pone dej é inutile Prete, D.: Dopo queste tue belle parole sulla liberta si @ Satta Strada in me una convinzione che da tempo avevo, e 1a liberta non é un concetto ma una esperienza. Noi manifestare la libertad in base alla liberta che abbiamo den- 170, quindi il primo passo é costruirsela dentro, é Sare una esperienza di liberta dentro di noi, quindi una volonta che ci deve spingere non una volonta condizionata perché qualcuno ce la indica, deve avere radici Profonde dentro di noi per Poterci avviare a questo processo, una volonta che & anche espressione dello Spirito, dell’anima: L ‘evocazione di questa spinta, la possiamo Savorire, oppure é qualcosa che si rincor- Te, perché se faccio un lavoro su me stessa poi evoco questa volonta profonda? cioé che Possiamo A.: Prima della volonta ci vuole qualcos’altro; partendo dalla volonta si parte gia da un punto avanzato, perché prima della volonta c’é Pelaborazione che Poi porta alla volonta ed \ Vita pid rica, pii dinamica ? Il problema é Partire da una ipotesi filosofica. . 24 La prima domanda @, io credo: Terra e poiché sono un vivente, che Pistanza filosofica, sia pure eleme: “Potché io sono qui sulla cosa debbo fare ?” Quindi ntare, é assolutamente ne- di autoanalisi, soprattutto bisogni insoddisfatti, desideri, incontri sbagliati, delusioni. Accade a tutti questo, pero se si fanno delle Tiflessioni, delle meditazioni su tutto questo, € ci si comincia a domandare in che cosa una persona é sbagliata, per esempio se soffre, che cos’é che non va, gli errori compiuti e come si possono Tiparare, culture sbagliate, religioni sbagliate, e come Tiparare, quali sono le risorse che ho, i libri, gli amici, le conoscenze, la riflessione, parlare con chi sa, ed é una gamma che va dai libri allo Psico- logo all’amico alla lettura, all’ osservazione degli altri. Se una persona fa tutte queste cose per poter capire dov’é che é sbagliato, sta gia facendo un lavoro introduttivo, dopo del quale, se il lavoro é stato sufficientemente cortetto, arriva la volonta di voler iniziare un Percorso di cambiamento. Arriva la volonta, perché intanto ci si accorge che quelli che lo stanno facendo stanno meglio, sono piu felici, sono piu soddisfatti, impegnano il Proprio tempo in modo costruttivo, 0 anche addirittura Piacevole, insomma si stanno trasforman- do, e quindi arriva la volonta: anche io voglio trasformarmi. A questo punto la volonta deve essere anche accompagnata da atti di coraggio, perd, perché non sempre ci si pué trasfor- mare rispettando tutto cid che é intorno, ed allora l’atto di Coraggio consiste nel fare delle scelte; all’inizio possono esse- Te opzioni piccole, anzi sicuramente Piccole, allora si cerca di agire sul proprio carattere, si cerca di agire sul proprio com- Portamento, sui propri desideri, si fanno venire fuori alcuni bisogni e si cerca di esaudirli, insomma si lavora praticamente, 25 la trasformazione é un vero e proprio laboratorio aprire, e quando si attiva il laboratorio allora si stab cose che devono starci nel laboratorio e quelle che no starci, quello che bisogna buttare dalla finestra e bisogna invece far rientrare dalla porta principale. Questo lavoro, un vero e proprio lavoro, pian piano Tecupera la dimensione del desiderio, che é la dimensione che viene dall’anima, e allora volonta e desiderio diventano due molle potentissime per accelerare tutto il lavoro. Voi di tempo non é che ne avete tant nalmente, voi viventi non ne avete tant troppo voi queste riflessioni le cominci vita, se non addirittura pid avanti anco: possibile fino a poco prima (Vincontro la compagna giusta, la moglie, il marit Sto) per cui non riuscite a trovare un guato, € camminate un po’ alla gi momento vi accorgete che le cose no! he si deve iliscono le non devo. quelle che ‘©, Ma Non voi perso- 0, anche perché pur- ate a fate a meta della ra, tutto vi é sembrato giusto, il compagno o © giusto, il lavoro giu- ritmo di riflessione ade- ornata; poi ad un certo n funzionano, non vanno, » anche tutti gli aspetti negativi co- ido piano perché si sta irrobustendo Certo, in tutto questo lav Oro si pud anche sbagliare e, perché no, forse si deve anche sb; agliare, si sbaglia e ci si corregge cella e ridipinge. Eun lavoro di correzione continua di se Stessi, sempre per migliorare il Tisultato, non accontentarsi primi risultati, ma di Perfezionarli un po’ come Pesem dicevo della tela da Correggere o del nuoto per trasfo: nuotatore da semplice galleggiante. Insomma, ragionate anche con geriscono a volte la tensione: la Prova di esistenza. Lo Spirito vien esistenza in una condizione divers; turale di spirito. Quindi é un Perco: stenza deve essere sperimentale, be un senso, vi Tipeto, anche se il contrario di una vita sperimet vegetale, praticamente, e quind: velo, non é necessario essere © quasi mai dei pio che rmarsi in queste metafore che alleg- vita é un esercizio, é una fe in Terra per una Prova di a da quella sua Propria na- TSO sperimentale, tutta l’esi- allora ha un senso, ma avreb- non esistesse |’anima, perché ntale é una vita conservatrice i € anche il buon senso a dir- dei personaggi entro una reli- giosita, il cercare continuamente un Dio che Poi non sapete dove trovarlo: Voglio dire che la vita ha la sua sacralita nel- Pessere un percorso sperimentale. Se gli togliete questa funzione gli avete tolto tutto: gli esseri _vivono come vegetali, fanno le stesse cose dal mattino alla sera per anni e anni, non cambiano in niente, non speri- mentano niente, non si muovono di un Passo in pid di quello che hanno, e allora la vita si rallenta, si placa, si addormenta, la sperimentazione finisce e l’essere va incontro alla morte, Perché l’anima non trova pid il senso dell’esistenza. 27 La maggior parte di voi esseri umani muore senza aver sviluppato tutte le proprie msorse: poteva fare tanto altro e non lo ha fatto. . Co. Molti possiedono strumenti Preziosissimi e non lo sano, qualita nascoste che non verranno mai a luce: le qualita ven. gono a luce soltanto se voi le provate e niprovate € tutto quello che é possibile fare lungo Parco della vita, secondo la propria evoluzione (é chiaro che poi diventa secondo le pro- prie possibilita per conseguenza logica); entro quest’arco do- vete esplicare tutto il possibile, sia pure nel Tispetto della norma generale che una civilta si € data, questo mi pare evi- dente. D.: Allora la media delle nostre vite tranquille per lo Spirito sono delle esperienze mancate; se uno Spirito si sceglie la vita agiata rimane incastrato. A.: Infatti, aveva ragione Cristo nel dire: nessun ricco entrera nel regno dei cieli, perché poi é cosi. D.: Quella é una vita da narcosi, ci vuole una bella forza er sfondare certe resistenze. _ A. Pil facile che un cammello Passi per la cruna di un ago, Pluttosto che un ricco entri nel Tegno dei cieli, e qui il ricco non € nel senso della Ticchezza, ma nel senso dell’abulia come Conseguenza. D.: Quindi Partire dalla riflessione su se stessi, sommuo- vere la Propria volonta, muoversi, essere attivi 6 1 ‘inizio di quella rivoluzione 8enerale personale. 28 A. E il risveglio, proprio un risveglio diventa, per cui dovremmo proprio dire: risvegliatevi da questo lungo sonno della vita, risvegliatevi, ma questo non é accaduto. E percid che poi le religioni hanno cercato di addormentare questa volonta, per rendere obbediente Y'uomo al Dio, ma poi in realta per renderlo obbediente alle religioni. Renderlo ob- bediente a Dio aprirebbe un nuovo discorso: ma gli uomini devono obbedire a Dio ? D.: Ma quale Dio? A.: Appunto: lo Spirito deve obbedire a Dio? Lo Spirito non se lo pone il problema, evidentemente, lo Spirito é natu- ralmente in Dio e percid é per natura un essere divino, quindi Segue - € non puo non seguirla - la sua legge di vita che contiene tutte le prescrizioni, la prima delle quali é la liberta nell’evoluzione, e dunque lo Spirito é naturalmente libero. Allora se Dio l’ha reso libero, ’ha reso libero anche di negarlo, ed é quanto accade naturalmente, ma lo Spirito non pud negare Dio se non in brevi momenti della sua riflessione, Perché poi si accorge che é lui stesso una natura divina, e non pu negare Dio negando se stesso e non puo negare se stesso accettando Dio. Allora Dio e lo Spirito diventano in questa situazione ve- Tamente padre e figlio, questa filiazione che rende lo Spirito Sempre consapevole di essere una natura divina, o di essere quella natura essenziale del Principio di esistenza simile alla natura essenziale di Dio. Qui il rapporto diventa veramente un Tapporto sfumato e Vorrei dire ambiguo, che viene attraversato costantemente dalla meditazione dello Spirito. 29 avi che: @ i ae ateso2 © questo deve riflettere lo stesso = che aa tabilizza in Dio: anche Dio pensa in se Stesso, TT eutogmers il pensiero attivo, anche se qui usare il termine pensiero é totalmente improprio _ il Pensiero é qualcosa della mente, ma non saprei come farvi oe quindi il proprio essere ciog il proprio esistere che si espande in un senso cognitivo, in un senso creativo, In un meen: emanante. Diventa difficile fare le distinzioni tra lo Spirito € Dio: Dio é origine dello Spirito, ma “essere” l’origine & ambivalente, puo significare una esistenza vera nel senso autonomo di un vero, di una inesistenza vera, e mai come in questo caso il paradosso funziona, perché nella realta nessuno di noi ha mai visto Dio, ed allora in questa situazione, che apparirebbe paradossale agli occhi di chiunque, se anche noi potessimo non essere in grado di individuare Dio, come potreste essere in grado voi di prescrivere la volonta di Dio agli uomini; francamente é una utopia e una impossibilita Proprio sul pia- nO concettuale. Se neppure noi sappiamo bene come stanno le cose all’ ori- gine, man mano che risaliamo e tipercorriamo a ritroso dentro di noi il nostro viaggio di esseri, neppure noi lo sappiamo bene come stanno le cose, perché in Dio non possiamo entrar- ci, con Dio non possiamo comunicare, questo Dio non lo vediamo, non lo sentiamo, sembra u in mistero inesplorabile che tuttavia noi riconosciamo debba esistere, perché é in noi questo mistero, noi Spiriti siamo un mistero, un miste- ro esistente nel quale riconosciamo Porigine. La nostra natura non Potrebbe essere quella che é se non esistesse la fonte generatrice, verso la quale poi tutti conver- Bono; quindi c’é un punto di Partenza unico e c’é un finale di 30 )- convergenza che anche questo é ui nito di Spiriti converge sem stesso punto di origine. In qualche misura non ¢’é un punt: ché? Perché ritorniamo sempre all’ arrivo, ma questo praticamente é inc nico: tutto il numero infi- Pre dentro se stesso verso questo 0 di arrivo e Sapete per- Origine, allora non c’éun omprensibile all’uomo, D.: E come percorrere una circonferenza. A.: In un certo senso si, si sta sempre allo stesso punto, ma ogni volta il punto é sempre pil ampio. Ecco Perché é un viaggio in se stessi. La stessa riproposizione che noi suggeria- mo all’uomo: il vostro viaggio é un viaggio che dovete fare in voi stessi, e dal di fuori nessuno pud menomare la vostra liberta di fare il viaggio come vi Pare e piace, ma lo dovete fare il viaggio, perché é un vostro dovere sacrale, senza il quale la vostra esistenza sarebbe senza significato, é un viag- gio che siete obbligati a fare, proprio perché liberamente avete scelto la vita e adesso obbligatoriamente dovreste cer- care il viaggio. Se non lo fate secondo i cattolici andreste all’inferno, se- condo noi semplicemente vi Costringete un’altra volta a riper- Correre l’esperienza ed a ritornare un’altra volta. D.: Hai usato molte volte il termine dovete Jarlo, é un dovere ?. A.: Verso la propria anima, come no, verso la legge di Dio, verso la legge dello Spirito, in questa accezione si capisce, dovere nel senso di obbligo morale, di investimento morale, é chiaro. 31 D.: Che ognuno sente dentro di sé, naturalmente. A.: Che tutti dovrebbero sentire; purtroppo non tutti lo sentono perché per il risveglio a volte é necessario che suo- nino le trombe: le trombe sono le tante occasioni della vita, j dolori, la cultura, le letture, gli amici, l’impegno, il senso di riscoprire la propria natura interiore, i bisogni, i desideri, dalle cose piu futili alle pid importanti. La vita deve essere un atto di Tiflessione, dovete continua- mente interrogarvi, se manca la domanda cade la filosofia. La filosofia non é altro che un numero incredibilmente alto di domande alle quali il filosofo puo anche non saper rispon- dere, ma ha l’obbligo morale di porre le domande, poi ciascu- No risponde a modo suo, e c’é chi é pili logico e chi é meno logico, c’é chi sembra essere pil vicino alla verita e a chi no, ma qual ¢ la verita? Esiste forse una verita? Da come vi stia- mo esponendo le cose vi potete mai fare una idea di quale sia la vera verita? Non si sa qual é la verita, ogni discoprimento di sé é verita, naturalmente accompagnato dall’atto intuitivo che elabora, che Costringe anche all’azione, perché Pesperienza significa e im- = necessariamente |’azione, non la teorizzazione ma |’azio- Ecco Perché Pazione sociale e Pazione sul Sulla propria mente dive: questo il modello dell’ : Proprio corpo e ‘Atano i motori della vita attiva ed é esistenza. 32 LA NEGATIVITA RICONOSCIUTA CON INTELLIGENZA PUO TRASFORMARSI IN UNA ESPERIENZA UTILE PER LO SPIRITO. FAR EMERGERE LA SOGGETTIVITA DELLO SPIRITO. LA MEDITAZIONE E LA PREGHIERA. ESSERE TOLLERANTI, CAPIRE, SAPER PERDONARE, NON ESSERE AGGRESSIVI. Seduta del 30 settembre 1994 D.: Abbiamo convenuto di misurarci sulla Parte applicativa dell’insegnamento e sulle difficolta che si possono via via in- contrare nel momento dell applicazione concreta, esecutiva del programma. Spero che tu sia d’accordo. A.: Va bene, io ho avuto con voi un lungo periodo di decen- ni durante i quali ci siamo molto occupati di darvi quello che si usa dire la teoria, e vi abbiamo quindi dato praticamente tutto quello che vi si poteva dare, tenendo conto delle vostre intel- ligenze, della vostra evoluzione, ed anche tenendo conto di quella che é l’evoluzione media dell’uomo. Di cid che abbiamo detto sono state scritte molte cose, e dunque il messaggio é andato al di la dei presenti, e quindi vi abbiamo dato tutta la teoria possibile. Certo di quella stessa teoria vi sono molti aspetti che non Sono stati trattati, molti aspetti anche minuti che tuttavia non avrebbero illuminato di tanto altro la vostra conoscenza, ma Cera e ¢’é il risvolto di questa teoria. II fatto che voi dobbiate usarla nella pratica della vita altrimenti la teoria resta una bella ell” sistematizzazione che al pari di tutte le filosofie 0 di tutte le teologie resta scritta nei libri e non viene usata ed applicata da nessuno, come é sempre accaduto, tant’é che per farla applicare i sacerdoti hanno scoperto la colpevolizzazione del reo e quindi la condanna finale ad esempio dei cattolici nell’al di 1a. Nonostante questo € nonostante lo spauracchio dell’inferno, i buoni o cattivi cattolici si sono guardati sempre bene dall’ap- Plicare quello che Cristo aveva pur detto, e hanno convissuto con le loro liberta, con le loro disobbedienze, insomma con le vite di tutti i giorni che ben sapete. Questo perché la prescrizione in linea di massima presuppo- ne una persona obbediente e presuppone che ci sia sempre quel tempo storico entro il quale si possa prescrivere, e quindi se in alcuni momenti dell’esistenza é necessario Prescrivere, e dun- que c’é l’aspetto dittatoriale (a volte anche utile se formativo. se didattico, se insomma aiuta a capire), tuttavia vi sono altri momenti storici in cui cid non é pit possibile né consentibile. Voi Potete prescrivere determinate cose, le minime possibili. ad esempio ad un figlio quando é in formazione, se veramente, cié che prescrivete é saggio, se é utile Per la sua mente, se lo aiuta a svilupparsi e diventare un uomo libero, allora voi re- scrivete determinate cose. Ovviamente se Continuate a oe 7 vere anche quando il figlio é cresciuto, non state pia mead ene Tapporto didattico, ma soltanto un Tapporto autoritari oun fittando dell’ obbedienza. ° aPPro- Questo cosa significa? Significa che teoriche bisognerebbe poi vedere nella tica . nano. Ed ecco il secondo aspetto del discorso, quate. iio mo portando avanti con voi da qualche tempo: vedere se ~ vostra interiorita, se nella vostra soggettivit nella v 3 pBeetNila, sete capaci gj perare certe trasformazioni affinché lo Spirito possa meg ioe Partendo da premesse 34 pid liberamente distribuire la propria esperienza, utilizzare il proprio progetto, finalizzare la propria esistenza. Vi siete accorti, naturalmente noi lo sapevamo, ma anche voi, credo, che esistono grandi difficolta, che la vostra vita é cosi ingarbugliata psicologicamente, emotivamente, affettivamen- te, da non riuscire a finalizzarla secondo il programma dello Spirito ? ; Noi ce ne eravamo gia accorti in quanto Spiriti, ed infatti anche nella teoria vi abbiamo detto: “Guardate che lo Spirito fa gia una prima esperienza incarnandosi, e fa la seconda quando lascia il corpo perché comunque vada esistono alme- no questi due capisaldi sperimentali del nascere e del morire”. Naturalmente uno Spirito non viene in Terra per fare solo queste due cose del nascere e del morire. Ad esempio pud essere gia venuto altre volte ed aver gia superato questa espe- rienza, e quindi non ci sarebbe la necessita di tornare solamente per questo, ma tra il nascere ed il morire c’é una gamma di esperienze, e dovrebbe esserci una gamma di progettualita che pero cammina occultamente, e di cui il soggetto si rende conto soltanto vivendo la crisi della inapplicazione di questa Progettualita, ed un po’ tutti, chi pi chi meno, avete una parte di voi stessi che non state applicando e che non applicherete mai. E vero che lo Spirito rispetto all’esperienza umana ha un Progetto che contiene sempre qualcosa in pil o qualcosa di utopico, rispetto alle possibilita, ma é vero che il mondo del corpo é costruito come una vera e propria trappola, dalla quale lo Spirito non riesce a far capolino neppure per un momento, vi sono innumerevoli vite, molti livelli di vite nelle quali lo Spirito é pressoché inesistente, ed i soggetti si avvalgono di pochissime esperienze talvolta di riflesso. 35 C’é da dire che le moltissime vite inattive, di persone che fon operano alcun cambiamento, alcun atto critico, che subi- scono la vita, la subiscono nella gioia e ne! dolore, nel bello e nel brutto, cioé semplicemente seguono la vita e basta, tutti gli aspetti passivi alla fine potrebbero diventare una esperienza se lo Spirito almeno negli ultimi momenti dell’esistenza, 0 dopo - ™a qui spostiamo ancora di pit le responsabilita - riesce a considerare la sua passivita ancora una volta come una espe- Tienza e cioé, a dire, si accorge di una vita pressoché inutile dal punto di vista dell’attivita spirituale, ma tuttavia questa passi- vité assurge ad esperienza, € pud diventare motivo di una acuta Tiflessione appunto sul concetto di limitazione della corporeita. Allora ancora una volta noi ci accorgiamo come funziona in effetti Vintelligenza € la capacita dello Spirito, quindi del sog- getto e quindi della soggettivita, come voi dite, perché anche nelle peggiori condizioni, anche rispetto alle peggiori espe- rienze, che sono le pii inutili, tuttavia ha il guizzo della comprensione, lo scatto ideale intelligente del capire anche il valore della negativita; ¢ il caso qui di dire che la legge di Dio ha proprio pensato a tutto, dando tutta la gamma delle seri umani, non deve indurre al ri . nazione é sempre un episodio mono i vmporan cette met Spirito, in quanto che le occasioni di i e Waban ra diminuiscono proporzionalmente all'affollamenne Tes Terra, € cioé esistono sempre minori lita, Poich, é della diventa e sta diventando satura e diversi equilibri sono “Tom del collasso, sicché approfittare, benché il verbo fia bev cite Terra e del corpo, ¢ la spinta principe dell’ essere il oe ° sa 36 che l’occasione della vita e le possibilita che nella vita si espli- chino varie gamme di esperienza non deve essere sottovalutata. Per far questo bisogna tener presente sempre il fine della vita che é comunque riconoscere la finalita dell’ esistenza e non cre- dersi solo un soggetto materiale ma un soggetto spirituale che vive in un corpo. Se é chiaro questo principio e se é chiaro anche il dovere di vivere in un certo modo oltre che il diritto di vivere, ecco che il soggetto qualifica la sua esistenza, ma per far questo deve capire che molte forzature sono necessarie per capovolgere incrostazioni di esistenza, di miti, di formazioni, di volonta sociali, insomma deve abituarsi ad un concetto rivolu- Zionario dell’ esistenza. Certo, la domanda che subito mi si pud fare é che l’uomo vivendo ha anche una serie di responsabilita, le acquisisce nel bene o nel male, avendo sbagliato o non avendo sbagliato, le ha acquisite. Vi sono doveri: come comportarsi quando il proprio Spirito riconosciuto come tale, cioé quando il soggetto si rico- nosce un essere spirituale, deve comportarsi in queste situazioni di responsabilita. Qui andrebbe fatta una distinzione che consiste in questo: voi siete principalmente degli esseri spirituali, il fatto che voi non lo sappiate, il fatto che voi non lo riconosciate nulla toglie al problema, voi siete dei soggetti spirituali. Questo é un primo diritto di autoriconoscimento che dovete avere e questo vi colloca nella posizione di colui che sa anche di essere un soggetto individuale, naturalmente che vive insie- me ad altri i quali dovrebbero avere la stessa comprensione ma quasi sempre non la hanno. Ora, dove comincia e dove finisce il cosiddetto proprio dovere? Il proprio dovere non pud essere condotto al sacrificio quando lede la propria evoluzione; voi siete soggetti responsa- 37 bili di voi stessi, state attenti perché quando sarete Spiriti senza un corpo e€ non ci saranno pid tutte le relazioni sociali come le avete adesso e non sarete pil madre e figlio, marito e moglie, fratello e sorella e non avrete piu il nome e cognome e dunque non vi sara pid il dato sociale rappresentativo, é evidente che a quel punto saranno cambiate anche le regole € anche i vostri doveri non ci saranno piti e voi vi autoriconoscerete come Spiriti passeggeri di una Terra e capirete che i diritti ed i doveri sono reciproci fra gli esseri umani, e dunque anche gli altri, hanno il dovere di capire. To mi rendo conto di tutti i problemi connessi ai progetti di cambiamento, di evoluzione, so che coinvolgete anche gli altri € tuttavia se avete il diritto di vivere la vostra vita potete avere il dovere di coinvolgere anche gli altri; se gli altri non vi seguo- no il vostro dovere finisce li, cosi come il buon insegnante puod insegnare finché i discente segue, ma se il discente non vuole seguire, non vuole capire e si rifiuta di capi insegnant ha pid alcun dovere né pué far pili raged nea oan il discente al proprio destino. esto € in tutte le regole del vivere umano. soltante vostre regole affettive voi includete il sacrifice del dovose Fe una cosa in cui io come essere spirituale non dovrei entrarci perché si tratta di parti della psiche troppo umane rived debba dir qualcosa di definitivo. Perché io Devo soltanto avvertirvi pero =. mate dovere é soltanto un eee lea che chia- e verso la vostra vigliaccheria di fondo, ciog ‘ioe ae paura coraggiosi, ma siete pieni di paure, per cui cig che at tanto I amet é sien il riflesso del vostro terre dente nella vita pid che una vera i i — aes. P € propna paura di dameggiare ali 38 ££ Jo naturalmente vi invito sempre alla prudenza, ma quando il fratello C. pone la pregiudiziale della difficolta di passare dalla teoria alla pratica, ebbene la pratica é sempre cruenta perché io non credo che voi vogliate fare il cambiamento nel senso di cambiare le cose che mangiate a mezzogiorno o di dormire sul fianco destro o sul fianco sinistro, 0 di vestire in un modo invece che in un altro o di tagliarvi i capelli o di non tagliarveli. Io non credo che voi alludiate a questi cambiamen- ti, ma che voi alludiate ai veri cambiamenti di comportamento, rispetto agli altri e quali altri? Dato per scontato che degli altri estranei a voi non interessa niente, per come siete fatti, é evidente che gli altri sono quelli che ricadono nella sfera della vostra affettivita, perché é li che si misura la vostra qualita, negli altri incontri io credo che voi non sentiate né complessi di colpa né responsabilita e neppure vi interessa granché se l’altro soffre o non soffre, o del come organizzare la vostra vita interiore rispetto alla vita interiore degli altri; credo che dunque il campo vada ristretto altrimenti si fa un’altra volta teoria, perché la teoria consiste nell’occu- parsi di cose che sostanzialmente non vi interessano nel profon- do, quella é la teoria dal punto di vista comportamentale, e invece il cambiamento é¢ il cambiamento che rientra nella vostra sfera emotiva ed é quello che conta. Teorizzare sugli altri che non vi interessano é facile, teoriz- zare invece su quelli che sono i vostri rapporti gia é pit diffi- cile, ecco perché voi vi scontrate con il reale, con Pimmediato, con la vita quotidiana. Quando parlate di applicare le regole che scaturiscono dalla teoria che vi abbiamo dato - la quale princi- palmente si fonda sul fatto che siete degli esseri individuali, che siete degli esseri liberi, che essendo liberi ed individuali dovete pensare secondo la vostra coscienza interiore e non secondo la 39 coscienza degli altri, altrimenti gia non sareste pid liberi - do- vreste impostare la vostra vita in coerenza coi vostri principi. Naturalmente questo significa anche soffrire ed allora valu- tate se siete abbastanza forti e potete dosare la vostra indivi- dualita in base ai vostri bisogni, perché da cid deriva la respon- sabilita dello Spirito. Se voi credete di essere uno Spirito che Pensa, cioé un soggetto il quale non é strettamente legato alla materia, ma pud emanciparsi dalla materia, e che la vostra Soggettivita pud soprawvivere a questa materia, e dunque siete un nucleo pensante attivo, pi o meno legato a questo corpo e al cervello, ma siete anche un nucleo autonomo, allora siete Tesponsabili di cid che fate e di cid che non fate, perché da una Parte avete le leggi dello Spirito che Pressano, da quest’altra Parte avete le leggi della Terra che interessano un corpo che pero dovete lasciare. Voi vi trovate nella curiosa situazione di obbedire in tutto alle leggi del corpo che dovete lasciare, di un corpo che andra in disfacimento, e di non obbedire nemmeno un poco alle regole di questo Spirito che invece é immortale. La situazione é lette- ralmente paradossale, voi obbedite a Tegole che non esistono sul Piano universale, perché le leggi sociali dal Punto di vista universale non esistono, sono leggi costruite all’interno dell’or- ganizzazione animale dei corpi viventi; dunque voi obbedite a queste leggi di corpi che diventeranno soltanto polvere e non obbedite neppure un Poco a quelle istanze Spirituali che invece hanno un carattere di immortalita, di Profondi- ta, di sacralita e che Provengono, promanano da uno Spi- rito che é dentro di voi, questa sostanza immateriale che stiamo chiamando Spirito ma che insomma é la vostra Sog- gettivita eterna. 7 40 ‘A questo voi non ci pensate, delle istanze di questo Spirito non vi importa niente perché voi disobbedite a questo Spirito unicamente per accontentare le pit banali tegole del mondo e delle vostre compromissioni pseudoaffettive € pseudosociali. , Allora esaminate questa vostra paradossalita e dite a voi stessi: ma cosa sto facendo? Se credete profondamente come spiritualista, come cristiano, come maomettano Seaeraptewes vi pare - non é questo il punto - qualunque cosa vi de ate) ma se vi definite una soggettivita spirituale, il vostro primo dovere é l’obbedienza alla legge dello Spirito, non certo a quella di questi vostri corpi gid per meta vecchi, e quindi gia per meta morti. Questa é la verita, é inutile che voi pensiate che questo vecchio A. vi dica delle cose spiacevoli. Siate realisti, perché non volete essere realisti in questo, ed anche riconoscere il realismo di quello che dicevo prima, se vi misurate con la = stra spiritualita ? Se poi rinunciate alla vostra spiritu: ita nos capisco neppure il motivo che vi porta a stare qui, om co” munque nei luoghi ove echeggia la voce dello Spirito, ell irito. | . . ona logico realismo deve portarvi a concepire la vita in funzione della spiritualita e quindi delle mete e dei it delle istanze e delle necessita spirituali, altrimenti vivete © = vrete sempre questo ibrido di non sapere di essere on 2 né Spiriti e quindi, cioé, di esistere passivamente € mte niente. oo. erases riprendendo la domanda ee questo costa, ma io vorrei che voi Provaste oe vf id vorrei che voi elaborando le situazion! ormai vecchie, ease i nite, nelle quali vivete, (le situazioni noi e bas oo-nresets ts le vostre giomate come essen iate che vi portano a vivere | o sencictianal amor) tentaste di modificarle affrontando la sfera 4) ie siano compagni di vii a Cio€ le persone che rientrano nella sfera della vostra ie del vostro interesse mentale. i Sttivita, 0 in C€ questo esame cosi , ” ae Pil le regole de} mondo; |’ = condizionament a = etamente Sganciato dal’ affetti oe tte dai te le cose Significative che si al doveri e Stamma; vi sono le varia; funzi > Sono le variazioni se, ; nzione del pro- Fentlmente cid ch condo l’evoluzione, ma fonda- nzione dell’utilita spirituale le del Programma o in € VOi poteste vedere il ;. pas € il disagic int. spirituali che lasciato ; $agio interiore qj Ticchezza della propria Corpo si immaginang . queste creature na esistey a Poter vedere |. volta con le loro str nz Perché si iJ} ela accorgono che ton hae fi € di aver fatto rainy ils ah a . © fatto nie, ; nella vita, si te non hanno Capito il signif, nte Perché fondamentalmen- ita, € non ay, > endolo vita, nzion Cato della yj 42 capito sono ancora una volta come quegli studenti che vanno ad ascoltare il professore, il quale finisce la lezione e loro non hanno capito niente. Vi sara capitata quando andavate a scuola una situazione del genere e quindi con la frustrazione di non aver capito assolutamente una parola della lezione. Lo Spirito ha la stessa reazione di delusione, di essere vis- suto una intera esistenza e non aver fatto e capito niente. Poi ci sara qualche figura che fara capolino e dira (natural- mente qui sto celiando ma non troppo): “perd ve lo avevamo detto, per 20, 30 anni da quando siete qui, ve l'avevamo detto e non soltanto a voi ma agli altri che leggono, che ascoltano, ve l’avevamo detto, perché non avete voluto neppure un poco applicarvi a rendere la vostra esistenza pitt vissuta nel senso Spirituale?” Ecco che diventa importante prendere coscienza che sono le esperienze che si fanno quelle che contano, non le esperienze che si raccontano, ma le esperienze che si fanno, quelle trasfor- mano. Trasformano sempre direi, perché sono operazioni sulla real- ta, quindi sempre lasciano una traccia. Se poi le fate con vera coscienza allora le tracce sono pitt abbondanti e piu incisive. Ecco perché credo che sia pit importante che voi vi impe- Sniate di pid o addirittura cominciate da capo a trasformare la Vostra esistenza ed a impegnarvi di pid nella vita, a non subirla Passivamente ed anche farvi la domanda del perché state viven- do sulla Terra e quale diritto abbiate di vivere. E una domanda Pienamente legittima, perché vivendo passivamente voi state occupando inutilmente un posto che un altro Spirito in attesa potrebbe utilizzare pit proficuamente e non pud perché ci siete Voi qui e siete gia troppi. ente non mi sto riferendo a nessuno in part; Naruiep rguarda Puranita in genere e vuole ral i oa sao di responsabilita di voi esseri umani, —. iad vivere I’esperienza dell’incarnazione non @ illimitato il ano potrebbe rispondervi a questa domanda: “quale gi. ae ho di esistere al mondo?” Colare, Sere un D.: A volte ci si scontra con situazioni che Ssvolgendosj sul piano del sociale possono andare a modificare di molto anche il programma esterno che ognuno di noi aveva Progettato, almeno quello cosciente, non quello spirituale. A volte bisogna scegliere tra il voler vivere senza modificare di troppo le pro- prie sicurezze esterne, oppure Proiettarsi verso il senso della Siustizia pero rischiando di destabilizzarsi. A.: Tutto quello che ho detto é la Tegola che tuttavia ciascu- Do applica in base alla Propria evoluzione, alla Propria sensibi- lita, alle proprie necessita, quindi non Prendete alla lettera quel- lo che dico, ma adattatelo un Po’ alle situazioni. C’é stata quella bellissima risposta di Cristo quando dice: “ date a Cesare quel che é di Cesare e a Dio quel che é di Dio”. I significato & chiaro: voi avete il dovere di obbedire alle Kasi dello Stato, in quanto cittadini det mondo, di uno Stato = S18 uno stato libero, democratico, mentre non avete alcun a di - bbedire alle leggi vessatorie, alle leggi che minano Jonna lbertt: In questo caso avete 7 dovere di fare i rivo- i Onari, quando le liberts Tuttavia dare a Ce ando non esistong le situazioni estreme dovete Societa co, me uel che @ di Cesare, alla societa quel che la me collettivita Teclama, 44 Ma voi avete una doppia vita, una vita per cosi dire Privata, nel senso di una soggiace alle leggi dello Stato, ed éla vo interiore nella quale veramente poi siet quanto lo siate nel rapporto con lo Stat il mondo del lavoro, il mondo pubblico; tutti gli atteggiamenti interiori, ma non es, da estenderli anche sul sociale poich hanno le loro esigenze. Voi avete bisogno di lavorare, avete bisogno della stima e del rispetto del mondo del lavoro e quindi del mondo sociale, e quindi del mondo politico, €conomico; sono le cose di cui non Potete fare a meno, e non dovete farne 4 meno, tranne nelle situazioni che ho detto Poc’anzi, e cioé di ingiustizia, aggres- sione alla liberta, etc.; quindi in questo senso vi invito alla prudenza. Ma cid non toglie che voi nella vostra intimita, e qui per il Privato io intendo solo la sfera Soggettiva, voi possiate pensare come vi pare ed essere completamente sganciati dalle regole del mondo, se ci riferiamo a quelle regole dove rientrano le etiche, le morali, le leggi culturali e le situazioni antropologiche. Verso queste cose, siete assolutamente liberi di agire come vi pare perché @ qui soprattutto che voi misurate la vostra capacita spirituale di autorealizzazione. Lo Spirito ha due c di obbedire al mondo Pubblica ed una vita vita vostra che non stra sfera di esistenza € molto pit liberi di © in quanto lo Stato é allora voi potete avere Sere tanto autodistruttivi é le leggi degli uomini ompiti quando si incarna: uno, é quello perché deve rispettare il luogo, il territo- No, il mondo in cui si incarna, perché rispettandolo entro i himiti che Vi ho detto sj favoriscono anche le vite degli altri esseri Spirituali; Peré avete Contemporaneamente il compito di svilup- Pare la vostra interiorita, la vita del vostro Spirito che é com- Pletamente un altro tipo di vita, che deve restare in equi- , indi non pud sovrastare € cancellare |’altr librio con - es i ecesia autodistruttivo ed anche altrimenti la non si possono pit perseguire. le eer the vela vita cosiddetta privata, cioé non quella de} mondo estemno, voi vi trovate nelle situazioni che abbiamo dj. sons prima e che risolvete da par vostro ‘secondo la Vostra evoluzione, sensibilita, necessita, relazioni di affetto ed insom. ma tutto quello di cui stiamo parlando da qualche tempo. Non so se questa é la cosa che mi chiedevi in questa pienezza di discorso. D.: Non esatiamente; il concetto era quello che reagendo a certe ingiustizie sociali si crea anche il presupposto perché altri fratelli che verramno e si incarneranno riescano a vivere una esperienza pit ampia proprio perché siamo riusciti ad eliminare col nostro lavoro dei limiti di questo mondo e delle vessazioni che ci vengono da questa societd, per cui non ho capito quale equilibrio si debba trovare tra il muoversi inter- namente e quindi guardare individualmente il proprio pro- gramma, e portare avanti quello che tenderebbe a mantenere tutte le cose esterne in equilibrio, cioé tendo a mantenere tutta la mia fascia di sicurezze immobilizzate Per continuare a = tranquillamente nell’ambito del privato e degli af- fetti A.: Tu puoi avere influenza e buon gioco o ampiezza di ovimenti ovviamente nel tuo Privato. In quello che ho chia- =, —_ forse la definizione é imprecisa nel suo genere, ‘se a ate ciascuno pud muoversi come vuole, ma io credo a collettive e non nelle azioni singole, questo é il 46 Io ti do ragione per quello che dici, Perd posso anche dint per esperienza di tante vite vissute che I’attivita del singolo non raggiunge quasi mai Tisultati apprezzabili nella collettivita Pr non quello dell’ autodistruzione personale, mentre invece é V’azio- ne delle masse che funziona per demolire una Situazione gene- rale di ingiustizia. Ecco che io credo dal punto di vista pubblico nella rivoluzione delle masse e non nelle rivoluzioni del singolo, perché il singolo é facilmente eliminabile, & facilmente distrut- tibile e sostituibile con un altro soggetto. Ecco che allora il cosiddetto eroismo del singolo ha per il singolo una grande importanza, ma non !’ha dal punto di vista pubblico. Questa si capisce é una mia opinione, e qui, non avendo un carattere spirituale, non dovete prenderla come un principio universale. Dico pero che indubbiamente puo essere nobile dal punto di vista del soggetto agire in un determinato modo e combattere l’ingiustizia, ma é una ingiustizia che non viene demolita perché il singolo non ha la forza per poter demolire quello che € pubblico, il quale raccoglie una serie di forze inimmaginabili che credo abbiano bene studiato i sociologi, e cioé la forza del potere. La forza del potere non pud essere Sowvertita dal singolo, se il singolo non é rappresentativo di una massa di forze e di urto. Ecco perché le rivoluzioni che riescono sono le rivoluzioni pid cruente, Purtroppo, perché soltanto la rivoluzione cruenta ha la forza dominatrice di scardinare il potere, altrimenti ad un Potere se ne sostituisce un altro, e quando le rivoluzioni sono sufficientemente pacifiche in realta non servono quasi a niente. ; D.: Credo che il miglior impegno sociale che possa dare il Singolo sia proprio V’impegno al lavoro interiore, perché se 47 questo lavoro raggiunge certi livelli qualitativi comunque c's am riverbero intorno a sé e credo che il singolo pitt di questo non possa fare di economicamente positivo. ‘A.: Diciamo che non lo pud fare, infatti ne abbiamo Parlato anche in passato di questa riverberazione; lo puo anche fare, ma il suo sacrificio diventa del tutto inutile. E certamente valido per la sua spiritualita, certamente questo, per la sua capacita dj evoluzione, questo sicuramente, ma non modifica un assetto che é sotto il controllo del potere perché la forza del potere & data da un numero enorme di componenti che il singolo non pué controllare, non pud mediare, non puéd far nulla. D.: Pero il singolo puo sentire il dovere interiore di ribel- larsi al potere e fare questa grande esperienza della lotta contro il potere. A. : Certo che lo pué fare, e il suo gesto € un gesto perso- praean Sella spirituale, semplicemente peré che non tuazioni estreme ig haturalmente potrebbero anche esserci si- zione, perd nell, in Cul Si possa Tiuscire a modificare una situa- tific - os generale é che questo non si pud ve- Sioa a = é molte volte € necessario cambiare tutto il soltanto di atfo me Peace, quindi una persona singola rischia regola generale , a sola. Questo vi dice che nella vita la esistono gli atti - 1 © anche la prudenza; poi naturalmente Piuti e cioé mi som ‘uzionari, ed io nella mia vita ne ho com- €ssermi ribellato; bo di Tibellato ed ho pagato di persona per $0 bene: tuttavig © disobbedito, e disobbedito pagando, quindi » tuttavia non ho sortito granché. Resta soltanto il mio impegno personale di ribellione, il pia- cere della ribellione che ¢ un grande piacere, é una grande soddisfazione, é veramente qualcosa di profondo a cui Poi se- gue anche la prostrazione, perché i poteri poi ti inseguono, ti travolgono, ti uccidono e non puoi difenderti perché gli altri uomini che subiscono le stesse ingiustizie sono vigliacchi, non ti aiutano, ti rifiutano, se ne scappano, e tu resti solo a combat- tere, ed allora vuoi portare avanti il tuo discorso di ribellione, che a quel punto diventa soltanto un discorso di orgoglio, non ce la fai pit ma devi continuare a distruggerti fino alla fine. Per questo esistono gli eroi, per questo esistono i fondatori di religioni che si sacrificano fino alla morte, e naturalmente dal punto di vista del singolo sono tutti grandemente apprezzabili, per noi stiamo cercando di fare un discorso dinamico, in cui sono previste persone che nel loro cambiamento acquistano anche un maggior senso della giustizia, quindi della liberta, quindi della ribellione, quindi dell’impostare un nuovo modo di vita. In queste circostanze si creano anche le situazioni di cui diceva il fratello M. e cioé quelle in cui si sente l’ingiustizia e si vuole e si dovrebbe far qualcosa. Ecco che allora pit! che muoversi come singoli bisognerebbe muoversi come collettivi- ta, come gruppo, mobilitare altra gente, cercare di non essere soli, perché la persona sola é¢ quasi sempre schiacciata, invece quando non si é pid soli, allora ci si pud muovere, il gruppo st crea e si da la forza, anche senza necessariamente essere un grande gruppo, ma un movimento di persone, € questo nella sfera publica dell’essere, ovviamente. : Nella sfera privata invece vi muovete da soli, meglio se anche qui vi costituite come gruppo di movimento in cul circolano le stesse idee e ci si rafforza e ci si conforta e ci si aiuta a vicenda.

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