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(8 COMUNICAZIONI [1] DELL" ENTITA Alan Rivista bimestrale per la diffusione delle Comunicazioni ricevute nel C.I.P. CENTRO ITALIANO DI PARAPSICOLOGIA - NAPOLI ANNO 30° n. 1 / gennaio-febbraio 2006 In unione con "| P INFORMAZIONI PARAPSICOLOGICHE" Rivista semestrale del C.I.P. O Spedizione in abbonamento postale. Art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Fillale Bologne COMUNICAZIONE DELISENTITA “A Anno n. 1 / gennaio-febbralo 2000 IN QUESTO NUMERO: Comunicato di “Uomini e Idee” - Auguri a noi tutti: 2... ee eee er cee eee La realta; vivere il cambiamento, ma ferire gli altri. Concezione errata della famiglia: La famiglia come fenomeno sacrale. I] contratto sociale. Possessivita, gelosia: trappola culturale. Star bene da soli. Innamoramento, amore ed amicizia. Avere coscienza di sé.: ------- Amore spirituale: retorica € realta. Amore come categoria umana. Amore spirituale; amore € ruoli umani: in- namoramento. Ontologia del linguaggio. Intelligenza del corpo come simulazione del piano spirituale. Impegno spirituale oltre la retorica. La matematica, strumento interpretativo dell’ Universo. Dipendenza ed indipendenza dello Spito,.... » 41 » 21 DUE LIBRI DI CORRADO PIANCASTELLI Sono in tutte le librerie italiane, due libri dello scrittore € filosofo napoletano Corrado Piancastelli. Il primo, “Elogio dell’amore”, Edizioni Colonnese (Napo- li) verra presentato a Napoli il prossimo 2 febbraio, alle ore 18, nella “Saletta rossa” della Libreria Guida a Port’ Alba. “Elogio dell’amore” @ un libriccino di folgoranti aforismi controcorrente sugli spesso banalizzati aspetti dell’amore € dell’erotismo: nel risvolto di copertina I’editore li definisce “razzi che esplodono facendo scintille di luce che inducono alla riflessione.” In realta per Piancastelli l'amore, nel senso proprio di Eros, ha il suo radicamento in una filosofia della vita il cui principio @ la liberta. Nella prassi comune, invece, l’'amore viene continuamente profanato dalla retorica e dalle ipocrisie con cui nei rapporti interpersonali i partners gesti- scono il sentimento e¢ le pulsioni. Sentimenti importanti e pulsioni sessuali si deformano at- traverso una comunicazione amorosa spesso istupidita e bloc- cata dalle paure e dalla morale publica. Gli aforismi di Piancastelli spezzano tutti i nodi convenzionali e si Presenta- no, al di 1a del linguaggio aforismatico, come veri € propri “pezzi” di filosofia vissuta. Il secondo libro ha per titolo “In una notte come questa ~ Studi sulla visione interiore” Edizioni Airplane (Bologna). Prefazione di Franco Voltaggio. In questo lavoro Piancastelli propone un nuovo modo di discutere I’ontologia nel tentativo di offrirle una base scienti- fica. La complessa tematica viene ridiscussa con una serrata e creativa dialettica in cui l'autore si misura con alcune delle voci pid significative del pensiero filosofico e scientifico con- temporaneo. Il filosofo della scienza Franco Voltaggio, in apertura del volume, scrive che lo stile aforismatico, la vena mistica che contrassegna le argomentazioni di Piancastelli, il continuo calarsi in prima persona nei contenuti trattati, fa del libro un saggio di nuova metafisica in forma di confessione autobiografica. “La battaglia per l’ontologia — scrive Voltag- gio — cioé per il definitivo affrancamento del Sé o essere assoluto, nel radicale rifiuto laico dello scientismo e del confes- sionalismo comunque declinato, nell’appello ad una nuova li- berta, moralita e solidarieta civile, fanno di “In una notte Come questa” la testimonianza di un’ utopia politica di ampio respwro nella quale misticismo e illuminismo si congiungono in we carcolo virtuoso {) libro verra presentato a Napoli il 3 marzo p.v., alle ore 17. presso I'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Pa- larzo Serra di Cassano (Via Monte di Dio). Altre presentazioni, in corso di definizione, taramme temete a Roma (Libreria Rinascita) e Bologna. AUGURI A NOI TUTTI Quest’anno la nostra rivista “Comunicazioni dell’ Entita “A” (C.D.A.) raggiunge il trentesimo anno di edizione. E stata, ed @, una grande fatica, superata dalla passione che molti di noi hanno posto per dare a tutti la parola di “An- drea”. Superfluo fare i nomi, ci conoscete tutti e sapete anche che non abbiamo mai lucrato sul grande patrimonio spirituale e culturale che abbiamo avuto la fortuna di possedere, né dei Vostri bisogni esistenziali e spirituali, limitandoci a richiedervi il minimo della collaborazione economica necessaria alla so- pravvivenza nel tempo sia della rivista che del CIP. Quest’anno abbiamo ancora un motivo per rallegrarci: di Corrado Piancastelli, nostro presidente, @ appena uscito un libro di filosofia dal titolo “In una notte come questa - Stu- di sulla visione interiore” (pubblicato, per una curiosa coin- cidenza, proprio a Bologna per conto dell’editore AIRPLANE- Perdisa). Il libro, che verra presentato oltre che a Napoli e Roma, anche a Bologna, costituisce una riconcettualizzazione in chiave esclusivamente filosofica e scientifica delle lezioni di “A” e costituira, anche per il futuro, un caposaldo, un punto fermo sia per noi che per la cultura contemporanea. Il nostro augurio @ che si possa stare ancora insieme per molto tempo e che “A” ci dia ancora tante lezioni su cui meditare. eee — TT juso @ stato contrassegnato da Lianno che si appena CMe To) fra la Chiesa e i lic, vivaci sconti potent almente, viene posto il relativismo Sotto accusa, fondament he 1s Tnodemnita rifiuta la dottrina etico, in pratica il pela vie, specialmente quella della ricerca cattolica preferendo ® ne estioni di dottrine orientali. rsonale di Dio ae ado la gerarchia cattolica, non oer ‘i valori forti, ma di etiche deboli o addi- sare ae ro rdibatito in corso @ estremamente vivace, so- nae hé, per la prima volta nella sua storia, la Chiesa Prat er endere in campo su un territorio in cui per eat he agito praticamente senza opposizioni e, quando le ha avute, la sua risposta é stata la condanna degli eretici e la loro mane riguarda nessuno pid di noi é in grado di valutare I’erronea accusa della Chiesa. Ne abbiamo, noi del CIP, un esempio pit che tangibile. Nell’insegnamento di “A” c’é un’etica profondissima e una proposta di senso della vita di cui hanno beneficiato migliaia di persone che hanno appro- fondito il suo messaggio. I nostro Maestro ci ha chiarito che una cosa é la religiosita nel senso di una sacralita trascendentale e altra cosa é il suo uso strumentale attraverso le religioni prescrittive. In realta il relativismo etico @ un’etichetta che la Chiesa appiccica a chiunque esce dall’ ortodossia cattolica. Essa afferma che solo nella Chiesa c’é la verita € fuori di essa c’é errore. L'invito che oggi rivolgiamo ai soci @ questo: approfondi- scano ancora meglio le lezioni di “Andrea” e, se hanno gli strumenti, facciano comparazioni culturali in modo da poter meglio valutare le differenze che per noi si riassumono in questi (ed altri) punti cardine: 1) - Per Andrea ciascuno di noi 2 portatore di un “essere” di natura divina, autonomo, libero e intelligente, una di Lui proiezione che si incarna per un progetto di conoscenza. Per la dottrina cattolica, invece, l’anima @ qualcosa (ma non si capisce bene cosa) che viene “infusa” da Dio al momento del concepimento, per cui Ja vita dell'uomo non avrebbe altro scopo che quello di obbedire a precetti dettati da un presunto Dio (0 dalla Chiesa?), vanificando, con cid, un percorso di conoscenza. 2) — Per Andrea 1’ Anima, quale forma dello Spirito, 2 della stessa natura divina, ed @ una realta-energia diversa dalla natura fisica del corpo e non deriva, nella sostanza, dal cervello, come invece sostiene il materialismo. 3) — Per Andrea il diritto soggettivo dello Spirito @ sostan- ziale. Egli vive nella sua autonomia ed @ assoggettato al prin- cipio di evoluzione cosciente di sé e dell’universo. Per la Chiesa il problema non si pone se non nel senso che essa parla di Persona totale il cui dovere @ sempre e solo quello di obbedire alla volonta di Dio rappresentato, sulla terra, dalla Chiesa stessa. Non c’é alcuna liberta se non quella di sottostare a cid che Dio vuole e che la Chiesa prescrive. Per Andrea l’anima dopo la morte pud reincarnarsi. Per la Chiesa, invece, essa viene giudicata e smistata all’inferno, al purgatorio o al paradiso e in questi luoghi (tranne il purgato- rio) vi resta per l’eternita senza alcun appello. 4) — Per Andrea il bene e il male costituiscono, per I’anima, esperienze di conoscenza. Per la Chiesa il male @ l’adesione a Satana e il bene a Dio. 5) — Per Andrea ci si evolve con l’esperienza concreta, con la crescita personale. Per la Chiesa ci si evolve con lobbe- dienza a Dio e al Catechismo. ene va ricercato ad personam eé ciascu- trovare il senso del divino con la ragione e con Je. Per la Chiesa il bene é l'essere cristiani obbedienti ed criticato il rapporto personale con Dio quan- do, cioe, non passa attraverso ! istituzione religiosa. Infatti sono sotto accusa anche i] misticismo ed i mistici perché si tratta di qualcosa che ignora Dobbedienza alla struttura gerar- choca della Chiesa. 6) - Per Andrea il be no cerca e pud il lavoro persona Ci fermiamo qui, ma potremmo continuare ancora per molto. Qual @ il senso del nostro discorso ? Esso vuole essere una precisazione per quanti ancora continuano a credere che tra ‘mires, la Chiesa cattolica e le altre filosofie cosiddette metafisiche, tutto sommato non c’é alcuna differenza perché tutti parlano di Dio e della spiritualita. B’ falso. Le differenze ci sono, e sono tante, come ad esempio quelle tra la ragione ela fede. Per Andrea la ragione pud anche giungere alla fede, ma si tratta di una tautologia. La ragione che arriva a credere nei valori del sacro, non é fede, ¢ solo una ragione che crede. La Chiesa, invece, pretende che la ragione si lasci guidare dalla fede e questo per Andrea @ assolutamente inconcepibile pur non negando il senso della fede come opzione mistica ed emsenziale. +E \ Pertanto Vaugurio che vogliamo fare ai nostri soci nel tren- ioprotuaie Leen rivista, vuole essere anche un invito ad nella prope, sstmatiche prima esposte non lasciar fluire Propria vita le parole di “A” senza che lascino una traccia profonda e, se possibile, compararle con altre tesi di- verse. Andrea non vuole sudditanza e neppure reclama la fede in cid che dice. La sua lezione @ una perenne (per noi sessantennale) richiesta di usare Ja testa, la propria testa umana e la propria anima spirituale per capire ¢ accettare il perché della nostra vita e qual @ la sua funzione. E possibile (se convinti dei suoi ragionamenti) accogliere anche se in minima parte, questo ragionevole invito ad essere © diventare se stessi ? Ad ogni buon conto, ancora una volta, invitiamo tutti i soci a volerci esporre, anche alla luce di quanto sopra esposto, eventuali dubbi, perplessita o proposte di appro- fondimento; cid sia al fine di cementare ancora di pit il nostro rapporto e sia perché riteniamo importante il con- fronto in una materia cosi complessa. E sempre utile chia- rire meglio le pid riposte implicazioni delle lezioni di “A” fin qui ricevute affinché non restino riserve 0 dubbi. Cordialmente, il Consiglio Direttivo del CIP LA REALTA; VIVERE IL CAMBIAMENTO, MA NON FE- RIRE GLI ALTRI. CONCEZIONE ERRATA DELLA FAMIGLIA. Seduta del 17 gennaio 2003 D.: Forse la realta vera 2 solamente il pulsare, l'aprire e il chiudersi, la tesi e l'antitesi, lo Spirito e la materia, questa attivita pulsante di Dio che emana? Forse la realta 2 solo questo movimento ? A.: La realta vera 2 il movimento dello Spirito nel momen- to in cui si sta effettuando, quella @ la realta vera, ed @ li che deve puntare tutta I’ organizzazione del soggetto per arricchire Ja realta che si sta svolgendo nel momento in cui sta accaden- do, in cui ci sia una vera congiunzione tra il pensiero e la cosa che sta accadendo, quella @ la vera realta, altrimenti si @ sol- tanto nella memoria della realta, nel ricordo di una realta gid svolta. Ecco, @ per questo motivo che noi vi abbiamo continua- mente detto di vivere il cambiamento, di realizzare l"esperien- za, perché 2 nel momento che la state realizzando che dovete concentrare tutta la vostra attenzione perché diventi si- gnificante, qualificante, diventi conoscenza. Quando I'esperienza & passata voi avete il ricordo dell’espe- rienza, quindi voi lavorate sui ricordi. E anche giusto lavorare sui ricordi, per rielaborare, ma tutti gli elementi li dovete avere nel momento in cui lesperienza si se erché @ in quel momento che voi potete fare atten- me j significati, dopo potere reinventarli, reinter- - Se come in quel momento, ¢ siccome in questo i siete uomini, chiaro che questo lo Potete ot- s < “eraverso I corporeita ¢ attraverso la capacita intellet- ¢ attraverso la sensibilita € la sensitivita di cogliere le t ton aperienze. . ‘ Se ve la fate sfuggire. dopo dovete lavorare sulla memoria ¢ eos pid direttamente sull’accadimento. Qwesta @ una forma di esercizio, in un certo senso di me- deamone, che nessuno fa come dovrebbe. bE molto difficile da fare. A.: Mi rendo conto. D.: A volte ci provo perché @ importante vivere il presen- te, (non l'attimo inteso in senso fuggente) e contemporanea- mente approfondire, attraversare | *esperienza ed elaborarla. A.: Mi rendo conto, perché comunque bisogna che faccia parte di un esercizio vero e proprio della vita. Una esperienza va ripetuta molte volte, quando @ possibile si capisce, anche la pid banale. In effetti tanto tempo fa si parlava della pid banale delle esperienze, come quella di masticare un pezzo di pane. Anche Al peezo di pane pud diventare esperienza, e col pezzo di pane tame le altre cose materiali che potete immaginare: significa fare attenzione al sapore, significa trattenere il piacere del Sesto, significa guardare nel momento intorno cosa accade, significa pensare alle varie associazioni tra il sapore e altri sapori, significa insomma trasformare un fatto banalissimo come quello di mangiare del pane in una esperienza del pane, € poi osservare gli altri che vi stanno intorno ¢ che non stanno provando la stessa esperienza, oppure se stanno facendo la stessa esperienza come stanno reagendo, € poi mettere a con- fronto le esperienze e capire perché in quel momento il pane ha quel sapore e se lo mangiate domani ha un altro sapore, etc. Insomma, credo che voi sappiate bene escogitare tutte queste cose, il problema @ avere attenzione, focalizzare la cosa che state facendo, & soltanto quella, isolarla anche dal contesto, ripeterla pit volte e ogni volta arricchirla di nuovi elementi: vi accorgerete che la stessa cosa alla decima volta é diventata un’altra cosa rispetto alla prima volta, perché ogni volta voi ci aggiungete nuovi elementi di partecipazione, di riconoscimento. Lo so che é difficile perché siete portati a distrarvi ed a subire la cosa pid che a parteciparvi, subire anche nel senso pid nobile e giusto, ma comunque non a parteciparvi come dovreste. D.: Lavorare sul livello percettivo ed emotivo. A.: Lavorare su queste cose; certo, poi esistono gli aspetti pid complessi, come il lavorare sulle emozioni, lavorare sul dolore, sui piaceri, lavorare direi nei confronti dialettici, lavo- rare appunto sul proprio carattere, sulla propria persona ita, di lavoro ce n’é tanto che non basta, si capisce, una vita. Perd poi da tutta questa complessita, in vari momenti sto- rici della propria esistenza, bisogna tirare fuori le cose pid significative che in quel momento storico hanno bisogno di essere rielaborate per poterle riaggiustare, per poterle perce- 13 pore. e dunque per poter vivere secondo lindirizzo dello Spi- rm. che & fondamentalmente quello di vivere Ia materialita per capire dal suo punto di vista come @ fatto altro mondo che sarebbe il vostro. D.: Hai detto prima che una esperienza bisogna ripeterla varie volte per capirla. Quale pud essere un segnale di com- prensione interna che lesperienza @ stata superata? A.: Il segnale di comprensione interna é il piacere che vie- ne da questa esperienza superata. Quando tu raggiungi una delle mete, sei soddisfatta di te, sei contenta, perché tu lo capisci, intuitivamente oltre che pra- ticamente, che si 2 aggiunto qualcosa in te, che hai superato un ostacolo, te ne accorgi, € questo 2 uno stato di percezione. Certo, si pud anche sbagliare nel percepire questo, ma 2 difficile, perché quando c’é un certo tipo di lavoro, 2 sempre Tutilita che si coglie di questo lavoro, qualsiasi ostacolo, qualsiasi arricchimento di sé porta la gioia, il piacere, la sod- disfazione. Diciamo che queste reazioni psicologiche, che possono essere spirituali, che diventano sicuramente spirituali, sono la compensazione, sono il dono che lo Spirito si da del ricono- scimento, perché poi c’é una eco profonda: raggiungere un obiettivo, modificare o arricchire qualcosa di sé determina il piacere. Ecco perché la finalita del piacere @ quella di dare se- gnali che lo Spirito @ arrivato all’esperienza, ¢ allora jo Spirito che si impadronisce della cosa che ha cercata riverbera di s€ dentro, quindi 2 uno stato di quiete, @ uno stato di pace, che @ appunto lo stato del piacere. Non é difficile. 14 D.: Nel corso di una esperienza, se si riesce a disidenti- ficarsi da questa esperienza, a prendere il distacco, a non subirla pit come una coazione a ripetere, @ allora che si comincia a cogliere il senso dell’esperienza? A.: Naturalmente per fare tutto questo bisogna disinnescare i meccanismi culturali che stanno alla base del non fare, ma i meccanismi culturali si disinnescano operando, non si disinnescano semplicemente pensandovi, questo @ il punto essenziale del discorso, le cose vanno fatte, e pensate mentre si fanno, ma comunque rielaborate nella pratica e nella realta, altrimenti i libri basterebbero e non sarebbe necessario vivere. D.: Ho fatto l'esperienza del tavolo operatorio. Credo di aver assorbito bene l'esperienza partecipandovi, e sono qua- si contento di averla fata questa esperienza, 2 questo un segnale di avere interiorizzato? ‘A: Si, perché poi I’esperienza corporea anche una delle cose pid belle, se vogliamo: prendere contatto col nostro corpo, sapere come si @ fatti dentro, sentirsi e vedersi vivere, e ve- dere la propria parte che quasi sempre @ esclusa dal meccani- smo dell’esistenza. Pensate a tutte le parti interne del vostro corpo delle quali non avete alcuna coscienza. D.: Ed alcun dominio. A.: Si appunto. Voi camminate per il mondo con parti di voi che non conoscete, che non avete mai visto e non vedrete mai, tutte le parti interne, eppure siete voi anche li, anche quella parte del corpo 2 vostra, ed allora questa esperienza Is che ci diceva il fratello @ una esperienza interessante, capisco benissimo tutto questo. Certo, sono esperienze che tutti do- vrebbero fare, ma non sempre & possibile, ed allora dovete accontentarvi elle che il corpo con il suo sensorio, con le sue capacita di sensazioni, con le sue possibilita percettive riesce a darvi, sforzandovi di colmare le parti che non vedete € che non percepite neppure. Quando vi diciamo: l’esperienza deve essere fatta bene, il nostro “bene” sta a significare che deve supplire anche Je parti vostre che non emergono, perché fanno parte di una corporeita che non riesce a salire a galla. Certo & un doppio lavoro, occorre pid attenzione a vedere un chirurgo che vi opera, la vostra attenzione @ gid pid super- ficiale, perché 2 I'altro che vi sta operando e voi subite ¢ guardate, potete meditare, sicuramente meditate e vi fate tutti i discorsi possibili. Quando invece questo non @ visibile, ma il vostro corpo partecipa all'esperienza, dovete fare una doppia fatica per recuperare anche cid che del vostro corpo non vedete ma che sta partecipando indirettamente all’azione. Ecco perché la possibilitd di accedere alla conoscenza at- traverso la Corporcita resta I'unica possibilitd per l’anima, che altrimenti sarebbe totalmente esclusa dalle vicende del mondo € dalle vicende sue stesse per le quali si 2 incarnata. D.: Ad un certo punto del cambiamento, ci si accorge di avere un'anima, vengono fuori tutte le pulsioni, i desideri, si vorrebbe gridarlo a tutti, ma non si pud fare violenza a nes- suno, percid bisogna controllarsi ed incanalare su altre vie queste esigenze. Tuttavia c'e il desiderio di farsi conoscere per quello che si 2. Come si pud attuare questo senza turbare 16 chi ci conosce sotto una maschera che non 2 piit la nostra? A.: Questo 2 un grosso discorso, che investe tutto il pro- cesso del cambiamento. Nella tua domanda hai comunque citato una serie di affer- mazioni che non sono mie, ma che perd provengono un po’ dalla vostra psicologia, dal fatto che non avete la forza e il coraggio di cambiare, dal fatto stesso che non yolete che gli altri poi soffrano delle vostre libere interpretazioni della vita, diciamo cosl. Posso capire tutto questo, resta perd il fatto fondamentale che purtroppo voi vivete per tutta la vita cercando di camuf- fare gli errori che avete fatto ad un certo punto della vostra esistenza, perché non c’é dubbio alcuno che voi vi trovate nella situazione, a volte, di non poter cambiare, ma direi quasi sempre di non voler cambiare perché altrimenti scompagine- reste la vita degli altri ¢ quindi anche 1a vostra; entrate allora in quello stato di vigliaccheria personale, non saprei trovare un‘altra parola, per cui fate scorrere la vita come viene non sapendo pil intervenire nella vostra esistenza. Tutto questo dipende dagli errori che avete fatto, e sicco- me suppongo che vi stiate riferendo alle vostre famiglie, le famiglie che avete costituito voi con i vostri amori o pseudo amori, con le vostre necessitd 0 pseudo necesita, tutte cose che ben sapete e che sappiamo della vita umana ma che tut- tavia non avevano il fondamento necessario per poter resistere una intera esistenza, oppure perché avete accettato una serie di regole credendole giuste al momento, ma che poi nel corso della esperienza della vita, nel concreto, avete cominciato via via a sentire che non erano giuste, che vi portavano comunque ad escludervi, che vi portavano a vivere delle vite con rinuncia. 7 ? A questo punto NON existe pid una jefinitiva " Che fare, in d ¢ se gli errori ci sono stati, ¢ gj regola generale, nel senso chi . no. stati, quelli resta — ~ sea diventa soltanto un problema etico: fin quan. P li altri nel nostro desiderio ai do bisogna coinye is yendo che gli altri soffrirebbero de caemvove modo di interpretare la vita e quindi di agire vita ? rs she fede in cid che si crede 0 non si ha fede, non esiste una werza strada, o si crede che la vita umana é da costruirsj tp an certo modo, oppure ci si lascia andare alla Corrente della vita, o si trova il coraggio di affermare se stessi e coinvolgere gli altri. _s 7 «one : Ma da cid deriva la definizione stessa di famiglia, € percid ho detto che dovremmo forse dedicare un intero discorso pid completo e non da farsi a fine seduta; ma tenete Presente una cosa, che famiglia significa scambio, significa sincerita, chiarezza, lealta, amicizia, significa raccontarsi e far rac- contare, significa darsi e dare, significa intelligenza, sig) fice progettualita, significa partecipare alle emozioni degli altri, scambiarsi le emozioni, inventarsi la vita, significa una serie di queste cose. Se queste cose non ci sono non ci troviamo di fronte ad wna famiglia, ma ad una microsociet& che sta insieme direi allaristicamente, soltanto per continuare a stare insieme per tutu altri motivi in cui non c’entra pid la relazione d’amore, @ afletio, etc., ma soltanto una esistenza di contatto, cosi come ewstono le famiglie delle specie animali esistono le famiglie della specie umana, ma se si vuole intendere qualcosa di eti- Semente diverso, perché eticamente diverso @ ’uomo dalla ‘pene animale, bisogna riconoscere l’esistenza di determinati 1s valori che conservino intatte le libertad dei singoli membri appartenenti alla famiglia, E allora & tutto il discorso che va fatto in un altro modo, finché restiamo nelle definizioni Solite, un po’ come quelle di Dio, che Dio & fatto in un certo modo e non si discute piu, é infinito, @ eterno, & onnipotente, misericordioso, ed é finito Ni il discorso e non c’é altro da dire, Allora se per famiglia intendiamo quella che esiste sulla Terra, alla quale attribuiamo una serie di valori che non coin- cidono con la realt& con cui quella famiglia @ costruita: unita, concordia, dialettica, scambio (€ quando mai esiste questo nella famiglia ?) allora vuol dire che @ la definizione che 2 sbagliata o che per lo meno si intende portare avanti una definizione di famiglia che non coincide con la volonta dei singoli membri nel tempo, che non coincide con !’interesse nel tempo, con I’affettivita nel tempo, e allora guardare la fami- glia soltanto come ad una definizione culturale che viene data storicamente per motivi sociali e non Per motivi spirituali o motivi di bisogno spirituale, significa portare avanti un discor- so che @ irrazionale ed & sbagliato e il cui risultato & la sof- ferenza dei singoli membri. Poi alla domanda: “come uscire da questa cosa senza tur- bare il sonno degli altri?” rispondo che credo sia impossibile non turbare il sonno degli altri quando questi altri continuano a credere nel concetto di famiglia teorico e non reale, e dun- que verrebbero sicuramente feriti, e dunque non c’é una me- dicina per questo, perché la medicina consiste nell’accettare una nuova definizione di famiglia in cui siano Tispettate le esigenze dello Spirito. Invece le esigenze dello Spirito non sono tenute in nessun conto, cos} come le esigenze delle esperienze individuali, le 19 j libertad , le esperienze di libera manifestazione an . esperienze . della propria individualita, della propria inte. del proprio s rior, allora che cosa significa famiglia, quando tutti Volete a simulare, devono mentire, devono Coprirsi e ee rispettarsi ¢ rispettare in maniera formale ¢ coprire, sostanziale, mi sapete dire che cosa significa allora famj- non * a esto ambito allora chiedermi come fare per non ferire tli mut io non so rispondere finché Testa questa definizione, sono costretto a dire che nell’ambito di questa definizione non c’t soluzione: bisogna reinventarsi la famiglia sulla base dei bisogni e delle necessita della specie umana, tenuto conto che la specie umana é l’apparenza formale di un proget- to dell'anima. In questa chiave il discorso cambia completamente, ed al- lora andiamo a vedere che cosa serve all’anima: mi si potra dire, lo vedremo un’altra volta, questo concetto crea delle famiglie che non riuscirebbero mai a creare una societa. Se allora il problema & questo, é irrisolvibile. Si possono cercare, le vie mediane e alternative, ma bisogna rinunciare ad lcuni presunti valori affinché tutti i membri di un determinato Seppo familiare Possano avere quella sufficiente liberta per Ss scatire il peso di qualcosa di cui non Pensavano mai che a diventare un peso, ma che fatalmente lo diventa quasi liter oan tempo, perch? voi siete nati come anime Ed allora la fatale 'n corpi che liberi non sono. eaten & dato dat = la di cui Parliamo sempre, il peso delle tamigla 2, meccanismo sociale di cui, guarda caso, la una voce gemtanza PiU o meno illustre, primaria. Vero che si fonda sulla famiglia, 1000 convinto di questo, ma non su quella come Ia intendete voi, ma di gruppi che stanno insieme per una serie di fattori molto pid solidi di quelli che voi attribuite al semplice innamoramen- to, per altre cose pil funzionanti, e questo ci porterebbe fuori dal tema, che comunque, ripeto, resta sempre un tema impor- tante perché in questo tipo di trappole vi trovate pil o meno quasi tutti. r Seduta del 21 febbraio 2003 D. : Vorremmo riprendere ed ampliare il discorso sulla famiglia che hai fatto durante l'ultima seduta (17.1.2003): hai parlato di una famiglia di mero contatto, in cui sembra giocare un ruolo importante la cultura o per meglio dire la non cultura che produce certi guasti. Hai detto di avere molto da dire in proposito. Come vedi la Samiglia del futuro? A.: Il discorso sulla famiglia 2 un discorso difficile e com- plesso. Difficile perché avete sacralizzato la famiglia, tra- sformandola da un inevitabile fenomeno sociale ad un fe- nomeno sacrale, ed essendo sacrale & Piena di una serie di miti, di false culture, ma soprattutto di depositi culturali che hanno creato incrostazioni dalle quali é difficile venire fuori. Paradossalmente, dico paradossalmente, funzionava meglio la famiglia antica che non nasceva sui presupposti dell" unione amorosa, ma sulla contrattazione sociale e i ruoli non risenti- vano tanto della sacralitd quanto degli effetti stessi del con- tratto sociale. Naturalmente non dico che sia preferibile una tal famiglia, dico perd che cos) come essa d ora Costituita non pud fuazio. nare, perché la famiglia che voi intendete si regge sull’eternita © eternizzazione degli impegni che si prendono per il futuro, € questo é un grave errore implicito nella struttura familiare. Quando due persone contraggono matrimonio finiscono col determinare una serie di reciprocita che poi non riescono a mantenere nel tempo e la famiglia si falsifica lungo la strada, diventando la cosa pid ambigua come patto sociale che possa esistere, perché c’é un patto sociale diventato sacrale che viene Conservato ed uno svolgimento reale che non viene mantenu- to, per esempio la fedelta, la ossessivita, il tentativo di voler trattenere le parti entro schemi prefissati estremamente deboli, perché la vita dell’uomo si evolve, si svolge, cambia, sicché cid che voi pattuite oggi non & detto che lo possiate man- tenere domani. . La famiglia tenta di Teggersi su una pattuizione che non & pid sentita, dunque il disgregamente & evidente, inevitabile. La possessivita, da cui derivano le gelosie che to comportamenti consequenziali € reattivi ai pat tuttavia la percezione che si tratti di cosa vera e quanto essi diventano psicologizzati, ¢ le Parti si plessi di colpa indotti dal sistema Stesso dei pat RuUi O non mantenibili generando una tal viole: della famiglia che la cosiddetta coppia Praticay rene want se non Tinunciando a se stessa come Persone, ¢ ncia a se stessi non & neppure d ; \ letta, non & ne; pure recitata, viene vissuta nella sofferen: i i ‘na, pu za esistenziale Singo- sono soltan- ti che danno Autentica in vivono com- ti non mante- za all’interno mente non pud Non ho una ricetta Precisa, una terapia che funzii ee oni v mente. Una famiglia ti a hare, ¢ una famiglia che Presup. ura filosofica, quind; una cultura in cui siano state abolite le ossessivita, gli impegni forzati, che promuova la liberta dei singoli all’interno di una vita in comune e quindi scelte filosofiche a cui seguono delle modificazioni psicologiche sostanziali autentiche. Queste cose mi sembra possano modificare l’unione familiare, anzi nella fattispecie l’unione di coppia, che poi si ripercuote sull’insie- me della famiglia. I concetti di libertad attualmente vengono disattesi almeno in gran parte delle culture del mondo, se non in tutte, perché se prendiamo ad esempio i concetti di fedelta (che sono pre- senti in tutte le religioni, non soltanto in quella cristiana) e il Principio della possessivitd che @ una reazione di carattere psicologico indotta dalla imposizione di base, dalla contratta- zione sacrale, vediamo che sono tutti elementi che possono essere rimossi a condizione che si accetti la liberta della per- sona, perché diversamente non si capisce come possa un sog- getlo essere € sentirsi libero in una definizione proprio di famiglia che annulla precisamente la liberta. Gli impegni matrimoniali, ad esempio, cancellano totalmen- te le libert dei singoli, in nome di un patto che viene stipulato in una etd pid o meno giovanile e che deve valere tutta la vita, cioé 50 0 60 anni. Né si pud dire: ma I’annullamento della liberta vige in un regime di reciprocita; semmai si sposta il problema a due Persone invece di una, ma non si annulla il Principio della Possessivita, ad esempio, laddove la possessivita viene legata all’obbligo della fedelta, e cio’ al fatto che I'uomo e la donna non debbano assolutamente tradirsi. Vi sono termini che vengono usati in maniera mitica, come Se si trattasse di qualcosa di universale e non di un vincolo culturale. Ora tutto cid che @ nel fapporto di coppia & culty rale, non é sacrale. Dio non lega - come si usa dire, ad esem- pio, nel linguaggio teologico - le persone che contraggono unione, & la societd che lega creando delle famiglie che ven- gono legalmente riconosciute ¢ protette in quella loro unita perché costituiscono le saldature sociali, le quali comunque non verrebbero meno perché gli uomini, si sa, non possono vivere da soli. Gli uomini hanno bisogno di avere la propria tana, il proprio gruppo di appartenenza, dunque le famiglie Tappresentano quelle unioni particolari che rispondono ad una natura biologica e non ad una natura sacrale. Il problema & che su di un nucleo strettamente biologico si ¢ operata una trasformazione. Tl nucleo che era biologico lo si é trasformato in un nucleo sacrale, ed 2 stato un errore perché la natura non riconosce questa imposizione culturale, non pud riconoscerla. La legge di natura, che @ una legge che riunisce i gruppi e le specie € le sottospecie, come avviene nel regno animale, non pud consentirsi una trasformazione che da biologica la rende sociale, ma a dimensione sacrale. Questa violenza operata sul nucleo originale di base @ una delle cause fondamentali della impossibilita di mantenere una funzione sacrale su un nucleo animale, biologico, che @ regolato da altre leggi. Il nucleo biologico, che in certi momenti riconosce Ia fedel- 1a, non Ia riconosce sempre; il nucleo si muove nella dimen- sione della sopravvivenza della specie, non della conservazio- ne dei doveri. Questa differenza fondamentale ha fatto si che la famiglia, lungo I'arco dei secoli, si sia mossa sempre nella dimensione della dissacrazione del patto, nella infedelta e nella ossessivita usata come mezzo di violenza nel gruppo della coppia. E allora che fare ? In realta I'uomo é intervenuto imponen- ih —s do sue regole, Prendiamone ad esempio un’altra, quella della castita, a cui sono assoggettati in particolare i sacerdoti cat- tolici. La castita @ un’altra di quelle violenze su una natura biologica imposta e statuita da una cultura teologica che @ in netto contrasto con quella che si fonda sul bios. Dunque un’altra regola che non si pud conservare. Affinché qualcosa funzioni a livello culturale che riguardi perd la manipolazione dell’ uomo, per norma ci si deve attenere quanto pid possibile alle regole biologiche, sicché la mani lazione in senso psicologico di cid che promana dal principi biologico, deve essere quanto pid fedele possibile al nucleo biologico, se vuole conservarsi integro. E vero che la cultura modifica, ma vi sono modifiche e modifiche, vi sono interventi e aggiustamenti che Ja natura sopporta e accetta o in cui almeno non & produttrice di dis- sesti psicologici, e ve ne sono altri che non pud accettare, specialmente quando questi altri sono a lunga distanza, come nel caso delle regole di una unione tra uomo e donna, regole che vengono accettate in una eta giovanile che devono con- servarsi sino alla vecchiaia, quando cioé i due soggetti alla fine del percorso 0 a meta percorso 0 ad un certo punto del percorso sono sostanzialmente cambiati. ; _. E non sono cambiati soltanto perché @ cambiata I’eta, ma ‘eta ha comportato una serie di mutamenti anche a quale comincia a 20 0 perché 1’ e livello biologico per cui un soggetto il 1 30 anni il suo percorso di copia, 2 completamente cambiato 2 50 anni, finanche dal punto di vista biologico, quindi sono cambiate le esigenze, le sue necessita, i suoi orientamenti, le sue scelte, @ cambiato finanche il sensorio. tee Lo potete constatare nella vita di tutti i giorni: nel corso della vostra vita voi cambiate profumi, il cibo, gli abiti, i vostri 25 atteggiamenti; cambia finanche il vostro modo di camminare, il vostro gusto, le vostre letture, le vostre visioni. Avvengono cambiamenti nel campo visivo, olfattivo, tattile, cioe 1a perso- ha @ letteralmente cambiata, ma non dovrebbe secondo la Pattuizione cambiare nei swoi orientamenti di scelta o nei suoi sentimenti, quindi la psicologia del soggetto dovrebbe restare ferma durante il periodo in cui il corpo ¢ la mente sono invece sostanzialmente cambiati. Allora se si vuole veramente e seria- mente parlare di famiglia ¢ da questo che deve scaturire il con- cetto di una famiglia diversa, altrimenti vi baloccherete sempre con parole ¢ conveazioni che, non trovando riscontro nella Tealtd dell'vomo, non poreranno a soluzione il problema. Mi rendo conto che quello che sto dicendo fappresenta una Vera ¢ propria rivoluzione del concetto di famiglia, ma se non Voglio fare retorica ¢ non voglio fingere di dire qualcosa, la realta del problema @ una realta complessa che pone la natura avvenuta Ja sin un'unione, qualunque essa sia. ‘aggono ; Questa contraddizione & cosi evidente € stridente, che Don s scono i motivi di fondo) Perché il concetto di famiglia debba Testare imbrigliato in pu definizioni che non hanno altre soluzioni. a 6 A m- D.: Si potrebbe dire che abbiamo la famiglia che ci me- ritiamo in base alla nostra evoluzione, perché quando si fa un lavoro sulla propria identita, sulla ricerca della propria interioritd, si privilegiano altri valori, altre motivazioni. Una coppia potrebbe trovare una salda base in un lavoro da fare insieme, per aiutarsi a riconoscersi, a colmare i vuoti affet- tivi, questa sarebbe una cosa bellissima. A.: Il problema non 2 tanto che avete la famiglia che vi meritate, ma & che voi avete una famiglia che non vi siete scelti, una famiglia che culturalmente vi viene imposta, e la dovete accettare o cercate di accettarla, ma in realtd non la accettate, in quanto ciascuno dei soggetti dell'unione poi si costruisce vite parallele nella maggior parte dei casi. Allora non stiamo parlando di una famiglia che si Tregge sulle compen- sazioni: io parlo invece di una famiglia vera laddove Ia libert® espressiva e comportamentale dovrebbe essere alla base della famiglia stessa. Poi possiamo discutere del perché due persone decidono di vivere o di progettare di vivere insieme, che @ un altro discor- $0; qui si parte dal discorso che siano gid stati smussati tutti gli angoli e che nella migliore delle ipotesi questi due soggetti hanno delle possibilitd di funzionare. Queste possibilitd spesso, perd, vengono elise ¢ corrose nel tempo da una serie di condizionamenti che agiscono in modo coatto sui singoli membri, al punto tale da condizionarvi Psicologicamente, cio? quando sicte possessivi lo siete in parte in buona fede, giocate nei ruoli perché il ruolo dell’uomo ¢ della donna & quello di comportarsi anche Ppossessivamente, anche qualora non lo volessero. Allora, vittime dell apparato culturale, corredate a vostra cultura con una serie di stimoli che rientrano tutti nel condizionamento che vi porta in una trappola senza fine dalla quale non sapete uscire. Se siete gelosi lo siete in buona fede, per un lato, ma cd una parte della vostra gelosia che ¢ costruita sul sistema cul- turale che state adoperando, perché il sistema culturale vi dice che dovete necessariamente essere gelosi, perché se non lo Siete non siete neppure dei buoni amanti, quindi in realta la trappola culturale vi obbliga a comportamenti ed a reattivita Psicologiche che impongono all’interno di una coppia anche la gelosia. Allora vi sono attraversamenti obliqui nel rapporto fra due soggetti che non hanno una reale funzione se non quella di creare violenza nella comunicazione ¢ nel comportamento della Coppia stessa. Queste sono le trappole che valgono non soltano in Tapporto alla coppia, ma anche nel campo delle relazioni sociali, economiche, nei costumi, nelle etiche, nella morale. Per assumere un nuovo modello bisogna dissaldare i vecchi ¢ per farlo bisogna analizzarii fimo in fondo, verificare se il vecchio modello 2 quello che voi state assumendo perché Veramente vi aderite 0 vi aderite semplicemente perché é unico che avete, ma invece vorreste Le verifiche si possono fare: se vorreste affrancarvi da quel modello perché avvertite, chiaramente Oppure oscuramente, che esso vi rende prigionieri, vi sta streno. allora dovete 1a. vorare per distaccarvene € per prima cosa dovete abbandonare la paura. che @ I'elemento fondamentale che non vi fa muovere di un passo perché ~ questo credo che ¥i sia moto ~ i vecchi modelli tutto sommato Vi proteggono, socialmente vi rassicura- no, perché fanno parte del consenso popolare ¢ sociale. Se non esistesse la societd attorno a voi egualmente voi yj sentireste protetti nella vostra tana © nel vostro nucleo ? Percid \ dissaldare i vecchi modelli significa entrare nel panico, perché in questo modo non siete pid accettati, avete la paura di re- stare soli con le vostre idee. Anche qui c'é da dire qualcosa: non é detto che voi nelle vostre idee, pur da soli, non dobbiate starci bene. Vediamo un altro passaggio collaterale: una per- sona sta bene, quando vive bene con se stessa. Ma se una persona non sta bene con se stessa, non dovreb- be operare una contrattazione con un altro sul piano senti- mentale ed emotivo, perché se crede di potere star meglio semplicemente perché esce dalla solitudine sbaglia; deve pri- ma raggiungere una sufficiente autonomia e compensazione, non dico totale perché sulla Terra nessuno sta completamente bene da solo. Stare bene con se stesso non @ poi cosi difficile come si crede, basta sviluppare una serie di progettualita che partono dallinteriorita. Progettualita significa amore verso determina interessi, coltivarli, moltiplicarli, quanti pid ne avete meglio 2. perché nella vita molti interessi, molti progetti cadono, ma voi dovete sempre avere una zattera a cui appoggiarvi; pid ne avete e meglio state, ma devono essere perd zattere solide. vere, il che significa amare l’arte, la musica, i musei, la buona compagnia, imparare a conversare, a correggere i vostri diferti caratteriali, imparare quindi a comunicare, a sapervi guardare € serenamente correggere le vostre asperita. Non basta una vita per fare questo, ma mettersi a lavorare su queste cose, essere impegnati in questo lavoro personale significa arricchirsi, imparare a stare con se stesso, a fare emergere cid che siete. Invece passate le vostre giomate sen- za impegnarvi in nulla di personale, cercando sempre all'ester- no le cose che occupino il vostro spessore interiore. E questo l’errore, da fuori nessuno pud aiutarvi, avete tutta la ricchezza » dentro, siete voi la miniera da cui cavare fuori le cose, nessu- no pud entrare in voi ed arricchirvi, dovete scoprire cid che possedete, cio’ le vostre risorse, le vostre ricchezze interiori. Se riuscite a fare questo voi finirete con lo stare bene in compagnia di voi stessi, che @ la migliore possibile, avendo cos} piena la vostra giomata, andando continuamente alla ri- cerca di capire quello che siete 0 anche come sono gli altri, verificandovi con gli altri, ma anche semplicemente guardando la vita che passa, voi riempite il vostro cuore, la vostra mente, cio’ fate venire fuori la vostra emotivita, affettivita, la vostra sostanzialita. Poi pieni di questa vostra ricchezza che continuamente si modella ¢ si modifica, perché voi conoscete i vostri limiti, ma sapete anche come superarli, sapete quali sono le parti nega- tive del vostro carattere, ma sapete anche come modellarle e modificarle, Voi sapete quali sono i vostri desideri, le vostre fanasie, ma sapete anche come realizzarle, se vincete la paura € se vi date nel senso di una personalita che si espande, rea- lizza i desideri, anche quelli pitt inconfessabili, voi riempite la vostra giornata, la vostra vita. Quando sareete diventati cosi vi accorgerete degli incontri sbagliati, vi accorgerete bene quando incontrate un’altra per- sona. un uomo, una donna, se quell’nomo e quella donna rientrano nello spessore di cid che siete, ma se voi non siete niente, se voi non vi siete curati di niente, non vi siete alimen- lati di niente, voi siete talmente sterili che finite con lo sba- gliare continuamente, col cercare le persone sbagliate, col trovarvi poi continuamente male, in sofferenza continua. Ora pud darsi che voi abbiate anche la fortuna di incontrare qualcuno che stia facendo lo stesso lavoro, ¢ ben venga, ed allora questo diventa un‘unione progetiuale, e cosi 2 lamore, vale a dire progettualitd esperenziali che si incontrano, si crociano € crescono € si verificano nella liberta, nella non possessivita, in quel fluire tra I’uno e I’altro che diventa l'espe- rimento della vita. Ma se non avete fatto questo lavoro, se non siete incamminati su questo lavoro e I'altro no, egualmente non ce la fate. Il lavoro diventa un lavoro a due se vi proponete in una progettualita, ma questo voi non lo potete sapere che a cose fatte, 0 a cose che si stanno facendo e in questo caso correte il rischio, come corre sempre il rischio qualsiasi coppia in cui qualcuno lavora e cammina e |’ altro resta fermo, resta indietro e si perde. Allora la famiglia (che poi @ il risultato di questo lavoro, dovrebbe essere il risultato di questo lavoro) al momento & completamente sbagliata, perché la famiglia non si fonda su questa premessa che @ chiaramente di natura filosofica, meta- fisica, perché quando dico “lavorare in se stesso” significa che alludo anche alle risorse della vostra spiritualita, quindi della vostra parte metafisica, della vostra anima che si coinvolge con i vostri sentimenti, allora questo lavoro diventa il lavoro sacrale della vostra parte spirituale che si muove nella vostra parte mentale, cioé in quell’io che & poi Telemento ultimo che diventa il vostro stato di coscienza, la vostra esistenza ¢ la vostra esistenzialita nel mondo. | Questa 2 I’educazione di sé, questo @ i] cammino, questa & la ricerca, non c’é nulla di difficile in tutto questo, ma finch le persone continueranno a trovarsi, a cercarsi solamente io funzione della loro rappresentativita (quello mi piace, quello ¢ bello, quello 2 brutto, quello @ alto, quello 2 basso, quello parla bene, quello parla male) finché siamo fermi alle rap presentativita o agli aspetti anagrafici 0 elusivamente fisiolo- Mu gici, che pure hanno la loro importanza ma non sono preva- lenti, la coppia non pud funzionare, perché dura soltanto il tempo dell’illusione visiva o dell’illusione sensoria; poi c’& stato lo stimolo dei sensi, e non intendo solo la sessualitd ma Proprio l'insieme dei sensi stessi, 2 chiaro che vi trovate di fronte a tutte le difficolta che mi elencate continuamente, perché tutto il mondo 2 pieno di queste situazioni. Ed allora se il mondo & ) pieno di queste situazioni bisogna Pur dirsi: un momento, ¢’2 qualcosa che non funziona, c’e qualcosa su cui si deve intervenire, qualcosa che sembra eellaudato. Sono collaudate le compensazioni, & chiaro, se te famiglia deve restare quella che &, laddove cias, me soltanto a doveri e soffre tutta smpegni che ha preso, Parte dei casi non i m: ul la vita per mantenere gli quando li mantiene, ma nella maggior antiene. Vuol dire che non c’& un fun- Dz: In questa sit uazione sociale non imegap Testa altro Che eemprni della vita da soli ? avviene per discoprimento di se PPO, l’evoluzione Senso prima vi invitavo a fare 1; : sh Come vedete, in un certo 88a cosa Cio’ fare in modo da diventare un essere autosufficiente. Che poi in questa autosufficienza c’é il suo aspetto biologico di branco che deve essere soddisfatto, perché l’uomo che viva in modo solitario pud entrare in sofferenza, questo @ comprensibile; il discorso @ come neutralizzare la sofferenza, ma come abbiamo visto prima, @ con la crescita interiore che essa si neutralizza. Poi basta semplicemente accettare la regola che si pud sta- re insieme agli altri, ma non necessariamente per tutta la vita; si pud stare insieme agli altri, ma non é necessario votarsi alla castita unilaterale, si pud stare insieme agli altri ed egualmente vivere la propria esperienza spirituale perché ci sono le pro- prie scelte esperenziali a monte, cioé dalla parte dello Spirito, i corpi sono occasioni che noi tutti ci prendiamo quando ci incarniamo, ma se questi corpi devono condizionarci al punto tale da immobilizzarci come Spirito in una situazione umana io violo il mio stesso principio di libertad e violo anche la mia Progettualit’ e questo non mi sta bene come Spirito. vero, voi dite, ma & sempre stato cosi. No, non & sempre Stato cosi, questa & un’altra delle solite frasi retoriche. Ab- biamo detto prima che i} matrimonio era un affare contrattuale dove i sentimenti non c’entravano, oggi voi dite che quella maniera di contrarre matrimonio era una maniera altrettanto violenta perché era imposta. Certo, c’erano gli aspetti impo- Sitivi, erano le famiglie che sceglievano, ma anche questo si sarebbe potuto evitare, bastava semplicemente scegliersi e non farsi scegliere, e scegliersi con altri obblighi per cambiare il gruppo. Nl problema é che é tutta la cultura che @ intorno a questo concetto che ha bisogno di essere modificata, e perché cid avvenga ci vuole ormai tempo. Intanto potete pretendere di cambiare tutto nella vostra vita, perd allorquando le situazioni sono veramente difficili o sono pesanti, credo che Ja paura sia uno di quegli elementi che debba essere combattuto seriamente. Anche perché dovete essere sempre pronti alla cosiddetta solitudine. Il fatto che abbiate una famiglia, che siate una coppia non significa nulla, si muore continuamente; non voglio terroriz- zarvi ma i vostri compagni, le vostre compagne possono morire da un momento all'altro, quindi il problema @ sempre presente ¢ va affrontato. Voi vi impegnate per tutta la vita, ma non avete alcuna garanzia di poter arrivare alla vecchiaia, quindi avete comunque la necessita di dover imparare a stare soli a vivere soli. . sole Certo si pud anche scegliere di stare soli i . |, Ma questo diven- ta ae Soggettivo. Quante volte state soli anche avendo una famiglia, quindi si trata soltamto di aggiustate le vostre posizioniy di renderie c0é compatibili con le vostre esigenze. a sano realismo, una buona dumtilita e una buona ca paci di saper affrontare le cose come sono, oppure di com- D. Questi parametri a i anche se vi sono certi me rae Spostano continuamente “i A.: Comunque si pud anche accettare la nozione che la famiglia sia un modo di stare in compagnia con altri senza necessariamente assumere gli obblighi; la compagnia pud an- che significare essere compagni affettuosi, anche volersi bene, stimarsi, significa comunque passare delle ore insieme senza che cid costituisca obblighi e doveri. L'amicizia diventa anche famiglia ed invece voi volete le famiglie che siano rispondenti alle definizioni ed allora una famiglia, |'uomo e la donna si devono amare e se non si amano si devono separare: ¢ perché mai? Potrebbero anche diventare dei buoni compagni, per esempio, dei buoni amici; se una persona vive insieme ad un’altra per tanti anni perché non dovrebbe diventare un buon amico ? Ecco che insorge la tradizione, marito e moglie o compagni che siano, due persone che convivono devono amarsi, altri- menti devono separarsi: questo 2 un modo completamente assurdo di ragionare, @ un ragionamento che rende distruttiva qualsiasi situazione perché si discute per preconcetti, ¢ non si discute con obiettivita. Allora anche la famiglia la si pud in- tendere in molti modi, se intendiamo la famiglia nel senso dell’amore, ma I’amore va coltivato e va integrato con una progettazione comune che investa tutto il campo dell’ affettivita e della crescita, ma esistono anche gruppi sociali o famiglie sociali in cui si convive con affetto solidale e amichevole senza necessariamente che si invochino gli dei e gli amori ad ogni pié sospinto, con tutti gli obblighi consequenziali e quindi la famiglia come patto sociale. Ma si possono operare anche trasformazioni nella famiglia che nasce per progettazione 0 per amore (che poi si dovrebbe andare a vedere che cosa intendiamo per amore) perché pud nascere |’impossibilitd di continuare la progettazione senza 35 che perd venga meno il rapporto affettivo che conservi il gruppo e quindi si mantenga in piedi la tana di elezione in cui si vive. Andare ossessivamente alla ricerca dei grandi amori é un errore che prima 0 Poi si paga, perché questi amori che stanno soltanto nei grandi miti e non nella realtd portano sempre male. Nella realta voi vivete gli innamoramenti Passionali che scambiate Per amore, non vivete gli amori, e da questo scam- bio, che é un’altra delle caratteristiche di cui prima abbiamo parlato, nascono altre confusioni. Voi confondete V'innamoramento passionale, quello proprio che istupidisce per amore e lo vorreste mantenere cosi per tutta la vita nella sua infantilita, nella sua immaturita. Questi rone errori che si nitrovano anche nelle persone che dovreb- es €ssere mature, e diventano spesso motivo di separazione ‘olte coppie consolidate si se; é . p ‘Parano perché non c’é pid la cosa chiamata i amin amore che poi amore non e1 i ; Ta, ma era |’in- — amorosa che dura il tempo che dura. atin Ovreste avere le idee chiare su queste cose, e io mi accor- vente avevo notato queste cose) che arlare di amore. 36 Affinché non finisca totalmente deve subentrare quello che chiamate amore, e che diventa lo scambio autentico della progettualita, della verifica, della crescita, del controllo (le cose che bbiamo detto prima) e deve potersi rinnovare perché di volta in volta si accumulino altre fasi di innamoramento, devono potersi rinnovare utilizzando la fantasia, V’invenzione,, utilizzando tutti quegli elementi che rinnovano e fanno ripar- tire da capo il processo. E allora anche all’amore ci si deve preparare, si deve im- parare a coltivarlo, se l’amore, l’innamoramento, |’amicizia sono poi gli elementi costitutivi della famiglia, |’affettivita spinta al massimo 0 al minimo, a seconda, le psicologie dell’estasi, l’estasiamento all’interno del rapporto amoroso, ma si tratta pur sempre di riferirsi ad un gruppo, ad una coppia, a persone che in quel momento costituiscono una famiglia. Le famiglie si muovono all’interno di questi rapporti, que- ste affettivita, quindi di sensazioni, percezioni, amicizia, amo- re, innamoramenti, piacere di stare insieme, scambio, interes- si: bisogna avere degli interessi in comune; se non si hanno, se ciascuno dei membri pensa cose completamente diverse, non c’é alcun senso, alcuna base, non c’é nulla; il piacere dei corpi, dell’unione, dello scambio, finanche il piacere di litigare fanno parte di quel meccanismo dell’ unione e non del mecca- nismo della separazione. Questo significa che anche I’amore si impara, non @ cosi istintivo come dice la retorica: ci si innamora istintivamente, si ama istintivamente; queste cose nascono dai romantici, in periodi in cui i sentimenti venivano privilegiati in nome di un idealismo che perd era fine a se stesso, retorico, religioso, quasi mistico, poi sacralizzato, tutte cose che non hanno fun- zionato nei secoli e che voi riproponete con gli stessi errori, 37 le stesse dinamiche mentali, senza una Tevisione dei concetti senza domandarvi: ma cosa sto dicendo, dove sono le basi ‘ cid che sto dicendo?. wai Credo che la storia del mondo si sia anche contrassegnata ha fatto, un cammi- sé, della proporzione, d i itura, lla pr » della misura, del Perché ci si muove in un certo modo. ons ote . . Sor i tanti se si vuole avere Coscienza di sé. vai woole tee se si vuole vivere con tivizzata, in cui ci sia l’attivita della mente che interpreta, per far passare allo Spirito percezioni, conoscenze, intuizioni. Questo @ il senso dell’esistenza, questo non lo dovete far viaggiando fuori, ma viaggiando dentro, cioé lo potete fare anche se siete paralizzati in una sedia a rotelle, in un letto di dolore perché siete ammalati. La vita interiore non reclama il moto esteriore, cioé fuori di voi non trovate le cose perché esse sono prima di tutto dentro; il mondo non é intelligente per se stesso, ma perché |’intelligenza é in voi, siete voi che leggete il mondo e leggete le cose, il mondo é silenzioso, senza di voi il mondo non parla, la natura non parla, @ li immobile e silenziosa; avete voglia di dire che il tramonto vi sta parlando, non sta parlando il tramonto, siete voi che leg- gete il tramonto, quindi smettetela con queste frasi fatte, siete voi che interpretate e leggete, siete voi che ascoltate e “leg- gete” la musica; la musica senza di voi é inascoltata. Allora se tutto passa per il soggetto, @ questo soggetto che va curato, alimentato, é di questo soggetto che dovete tenere conto, cioé aver cura di voi, della vostra interiorita. D.: La disamina, alquanto spietata, che fai della situa- zione in Terra é il retaggio di secoli, 0 millenni di imposi- zioni sacrali - sotto Vimperio delle varie confessioni religio- se — al fine (nel migliore dei casi, quando invece é quasi sempre da ricondurre ad esercizio di potere) di porre un riparo all’anarchia dei rapporti che avrebbero per vittime incolpevoli ed indifese gli esseri originati da tali rapporti, i figli, o anche la parte piit debole della coppia, quasi sem- pre le donne. Faccio notare che 2 invece in corso da tempo = nell’ambito di un diffuso desiderio di liberta nelle zone pin evolute dell’umanita - un’azione pitt 0 meno lenta e 39 ii» \| <>

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