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TEMA DI ITALIANO

TRACCIA: Riflessioni, considerazioni, impressioni, pensieri ricavati dalla relazione


di una vostra collega. Si intendono ovviamente, le relazioni tenute in classe sui
libri da Voi letti.
“Il muro” di John Lanchester, descrive un futuro distopico dove una fortificazione di cemento che
corre lungo tutta la costa britannica, separa gli inglesi dagli Altri, profughi in cerca di riparo che
vivono in un mondo sommerso dal mare.  A causa di una grave e irreversibile variazione climatica
infatti, il livello del mare si è innalzato a tal punto da fagocitare le spiagge e costringere alcune
Nazioni a erigere questa sorta di sbarramento. Il protagonista Joseph Kavanagh, è un Difensore,
una sentinella che per leva obbligatoria di due anni, ha il compito di sorvegliare una parte di
muro. Se tutto va bene e sopravvive, non dovrà mai più rivedere il muro in vita sua. Ogni notte
però, qualcosa può accadere e gli Altri possono arrivare. In questo caso, per ogni invasore che
supera il Muro, un Difensore sarà abbandonato in mare. I giorni sul Muro si susseguono, lenti ed
indistinti. Il pensiero principale di ogni Difensore è il freddo: “Sul Muro fa freddo. È la prima cosa
che ti dicono tutti, ed è anche la prima che noti quando ti ci mandano; è la cosa a cui pensi, tutto il
tempo, quando ci sei sopra, ed è quella che ricordi quando non sei più lì. Sul Muro fa freddo”.
Questo freddo che “non assomiglia a nessun altro freddo”, è il tratto distintivo della vita di ogni
giovane guardiano. Esistono due tipi di freddo: il tipo 1 e il tipo 2. Il primo è sempre presente e
diventa così un’abitudine, una parte integrante delle proprie giornate. Il freddo di tipo 2 invece, è
quello che entra nelle viscere più profonde, squarta e uccide. Oltre che al freddo, a scandire con
lentezza il passare del tempo, sono quegli sporadici contatti umani con gli altri Difensori. Le parole
lasciano il tempo che trovano quando c’è il rischio di morire assiderati. La voce di Kavanagh
risuona chiara e cristallina nell’atmosfera atemporale del Muro. La sopravvivenza, istinto primario
di ogni uomo, prende il sopravvento e costringe il soggetto a rimanere in uno stato indefinito di
apatia e indifferenza fino al termine del proprio turno di guardia. Il lavoro sul muro si trasforma
così in un’immutata routine di amarezza e solitudine, contrapposta alla paura degli Altri: “[…] il
Muro è l’elemento dominante della tua vita e di quella di tutte le persone che ti circondano, e
poiché le tue responsabilità, la tua giornata e i tuoi pensieri riguardano esclusivamente il Muro, e
la tua vita futura è determinata da quello che succede sul Muro – puoi benissimo perdere la vita,
sul Muro, o comunque perdere la vita che avresti voluto avere –, le due entità cominciano a
confondersi, il Tempo e il Muro, il Tempo e il Muro, il Muro, la tua giornata, la tua vita che scivola
via, minuto dopo minuto.” Il tempo scorre lentamente e sembra rimanere “congelato” dal freddo
glaciale del Muro. Muro, Freddo e Tempo, sono dunque questi i tratti fondamentali della vita che
Joseph Kavanagh conduce nelle vesti di Difensore.
John Lanchester però, vuole far riflettere il lettore anche su altre tematiche che non traspaiono
istantaneamente nel testo ma hanno bisogno di una lettura più approfondita. Una prima
esplicazione, la troviamo in un vero e proprio diverbio generazionale dove il protagonista denigra
la vecchia generazione dei suoi genitori, affermando che: «C’era il mondo dei nostri genitori, e
adesso c’è il nostro mondo». Emerge così un rancore nei confronti della generazione precedente,
la quale non ha fatto nulla per impedire il disfacimento del pianeta che ora mostra solo paesaggi
desolati e impersonali. Questo profondo disagio può essere rappresentato come un vero e proprio
“muro”, tra una generazione consumista, globalizzata, egoista e narcisista come la nostra ed una
costretta a pagare le conseguenze di questi comportamenti. Sono finiti i tempi in cui “schiacci un
pulsante ed esce il roast beef, mole di fagiano, frittelle di ceci con salsa di yogurt, salsa aioli, curry
di scampi, soufflé di mango, sangue d’anatra saltato in padella, consommé”. I campi, sono stati
“bruciati dal sole, i raccolti sono andati a male, i corridoi montani si sono sgretolati, i pozzi
seccati”. Queste descrizioni presenti nel testo, forniscono un quadro pressochè completo del “T he
change”, il cambiamento. Questo cambiamento, si traduce come il “Climate Change”, fenomeno
attuale che colpisce il nostro paese. A differenza del mondo descritto però, noi abbiamo ancora la
possibilità di “cambiare il cambiamento”, attraverso attività eco-sostenibili volte a tutelare
l’ambiente. Oltre al grande cambiamento climatico, per confrontare il mondo distopico con quello
reale, John Lanchester presenta diversi accostamenti: C’è la Brexit, riflessa nell’isolamento
estremo della Gran Bretagna, addirittura esteso a livello alimentare. C’è il muro, lo stesso eretto da
Donald Trump per impedire agli immigrati illegali messicani di oltrepassare il confine statunitense.
Abbiamo poi la società britannica alternativa, la quale ci scaraventa in un futuro che non è poi così
prossimo dato che manifesta alcuni mali del nostro tempo. Servendosi di quest’ambientazione
fuori dagli schemi, Lanchester ci parla di nazionalismo ma anche d’immigrazione: la richiesta di
asilo da parte degli Altri sembra avere molto in comune con gli sbarchi degli extracomunitari: “Per
uno che entra uno deve uscire: per ogni Altro che riusciva a superare il Muro un Difensore veniva
abbandonato in mare”. Gli Altri che sono riusciti con successo a superare il muro e la difesa dei
guardiani, sono posti dinnanzi ad una scelta: tornarsene da dove sono venuti oppure diventare
Aiutanti. «Quasi tutti scelgono di diventare Aiutanti. L’incentivo è che se dovessero avere figli,
questi verrebbero cresciuti come normali cittadini». Ed è così che, oltre a crearsi una forte
ideologia razzista, gli Altri sono costretti a vivere in condizioni di schiavitù per il resto dei loro
giorni.
Per concludere possiamo dire che il racconto di John Lanchester, oltre ad essere scorrevole e ricco
di avventure, ci pone dinnanzi a riflessioni molto attuali che possono avverarsi in un futuro non
molto lontano dal nostro. Uno dei particolari più affascinanti di questo libro è il rapporto tra uomo
e Natura. Difatti l’uomo sta lentamente prosciugando e contaminando le risorse di un pianeta di
cui non siamo padroni, ma semplicemente “ospiti”. L’autore ha cercato di riportare le
conseguenze di questo abuso in un incredibile romanzo.

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