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© Logoi.

ph – Journal of Philosophy – ISSN 2420-9775


N. V, 14, 2019 – Tempora

Redazione “Logoi”

Editoriale. Tempo si dice in molti modi

Sebbene il tema sia fin troppo classico in filosofia, o forse proprio per questo, ci è
sembrato interessante ripensarlo nella sua ‘pluralità’. Il titolo di questo fascicolo,
volutamente al plurale, ci dice già che per noi così come non esiste un solo logos ma ‘logoi’
plurali, non può esistere ‘il’ o ‘un’ tempo, ma solo ‘tempora’ plurali. Potremmo parafrasare
Aristotele: chronos leghetai pollachos. O Brentano: Sul molteplice significato del tempo.
Nei 44 articoli che compongono questo numero doppio (o forse triplo), di oltre 600
pagine, il lettore troverà questa ‘pluralità’ articolata innanzitutto in senso geografico e
geofilosofico (perché, nel variare del ‘luogo’ in cui si pensa, non varia solo la filosofia, ma
anche l’idea di tempo): dall’occidente statunitense (Anthony Jensen), all’oriente (Elizabeth
Choi Kim), dal Brasile (W. O. Kohan) all’Alabama (A. Lovreglio, E. Karow Wilson, H. N.
Stoeckley, A. Autere, A. Ward), alla nostra Italia, ovviamente.
Plurali sono poi le formazioni degli Autori, nella maggior parte dei casi docenti
universitari o dottori di ricerca; ma anche giovani laureati e insegnanti nelle Scuole, o
esperti di musicologia, e arti.
Plurale è, ancora, il tempo qui presentato, perché legato ai diversi linguaggi in cui è
detto e si dice (o forse – meglio – è indicato, taciuto, inseguito e colto come inafferrabile).
Nella poesia e nell’iconologia (A. Caputo, L’iconologia di Padre tempo: storia di un errore.
Petrarca, Ervin Panofsky e Simona Cohen; S. Venezia, Il tempo del mondo. Il
Weltinnenraum di Rainer Maria Rilke); nella musica e nella danza (C. Bertoglio, High
Scores: The Notation of Music, Time and the Eternal Present; A. Lovreglio, Things that
Make us Pause; L. Pompeo, Wir haben Zeit: Arvo Pärt e il rovesciamento iconico del
tempo); nel cinema e nell’arte (M. Boero, M. Clemente); nel rapporto tra tempo e città (G.
B. Adesso, M. Losapio); nel legame con l’etica o con la scienza o la teologia (L. Lupo, P.
Castoro, V. Surace, J.P. Lieggi, G. D’Aniello).
Plurale è, infine, l’analisi, perché approfondita a partire da ‘filosofi’ diversi (Nietzsche,
A. Jensen; Molina-Campanella-de Gòngora, T. Sgarro; Bergson, Simmel, Cioran, A.
Lattuada; Blanchot, G. Crivella; Ricoeur, V. Brugiatelli).
Mentre non manca, come sempre nei nostri numeri, la sezione didattica, in cui si
presentano i lavori sul tempo fatti con il metodo Philosophia ludens, dalle Primarie,
passando per le Secondarie inferiori, arrivando alle secondarie superiori (Tecnico,
Alberghiero, Liceo).
Lasciamo al lettore il gusto di scoprire questi labirinti, a partire dalla bellissima
immagine di copertina, di matrice nascostamente ‘orfica’, presentata dalla sua autrice,
Bianca Roselli, in un saggio presente nella sezione Filosofia e arti visive.
E ci auguriamo che la pluralità degli sguardi che leggeranno queste pagine, possa
trascorrere (in e con esse) tempo di riflessione, o di riposo, o di provocazione, o di
curiosità, o di stupore, di domande e di risposte e nuove domande. Ognuno il suo: perché
anche il tempo della lettura, come quello della scrittura si ‘vive’ in molti modi.
Happy reading!

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