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LOCALITA’ __________________________________________________________________________________

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ENTE PROPRIETARIO: privato


OGGETTO: dipinto ad olio su tela con cornice in legno

AUTORE: ignoto ( autore seicentesco


MISURE (senza cornice): 60 x 80 centimetri (con cornice)_______________________________________

DATA DEL RITIRO _________________ DATA DI RICONSEGNA 24 Aprile 202


FOTOGRAFIE: PRIMA DEL RESTAURO: fotogra e d’insieme del dipinto, del fronte con cornice e del retro in cui è

visibile il pannello in masonite, dettagli del fronte come le cadute di colore, fori e lacune
DURANTE IL RESTAURO: fotogra a del retro della tela in cui vi è presente il pannello in masonite,

retro in cui stato già tolto il foglio bianco che copriva il pannello di masonite stesso
Fotogra a relativa alla pulitura di due parti della pellicola pittorica con tasselli di pulitura in cui si sono potuti ristabilire

le vere cremie, ossia quelle originali


DOPO IL RESTAURO ______________________________________________________________

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RADIOGRAFIE ________________________________________________________________________________
ULTRAVIOLETTO __________________________ INFRAROSSO _____________________________________

INIZIO DEL RESTAURO 7 Aprile 2021 TERMINE DEL RESTAURO 24 Aprile 202
RESTAURATORI: Alunni del primo anno di Restauro_ anno accademico 2020/2021

FINANZIAMENTO _____________________________________________________________________________
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STATO DI CONSERVAZIONE DELL’OPERA: lo stato di conservazione del dipinto si presenta, per quanto riguarda la
tela, ancora con una leggibilità ma questa interrotta in alcuni punti, soprattutto nello spazio relativo al viso della

Madonna delle Rose, questo spazio è costituito da numerosissime lacune in cui è presente alla vista la tela sottostante,
infatti non vi è neanche più la presenza di preparazione.

L’insieme delle lacune, purtroppo, è presente quasi orizzontalmente su tutta la lunghezza e sulla parte centrale del
dipinto no ad arrivare sul Cristo in Croce. Questa zona ha dimensioni piuttosto riguardevoli e non segue un andamento

regolare, essa infatti ha molto rami cazioni che proseguono in modo più disordinato sulla super cie della pellicola

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pittorica. Sotto a queste grandi cadute sfortunatamente è visibile la tela sottostante, probabilmente in lino con una

maglia piuttosto tta, probabilmente si tratta di pattina.


Il dipinto presenta anche delle cadute di colore più piccole causate dalla contrazione eccessiva esercitata dal supporto

che ha provocato spaccature e sollecitazioni sulla pellicola pittorica.


In basso a sinistra, sotto la Madonna delle Rose e il Bambino è presente anche una scritta in latino, purtroppo non tutte

le lettere sono facilmente riconoscibili, proprio perché alcune cadute di colore hanno interessato anche questa zona
In alto a destra è presente un piccolo strappo sulla tela, di forma allungata, probabilmente causato dall’azione del

supporto ed è anche presente un piccolo foro di forma circolare. Oltre a questi fattori sulla pellicola pittorica sono
presenti anche delle cadute di colore di piccole dimensioni che dovranno poi essere ristabilite.

In alto a destra inoltre è anche presente, molto probabilmente uno strappo causato dalle forti contrazioni esercitate dal
supporto che è stato posto dietro alla tela

Per quanto riguarda il retro della tela è da prendere con molta criticità e importanza, questo infatti non ha la presenza di
una foderatura vera e propria, bensì il retro è costituito purtroppo da un pannello in masonite incollato alla struttura

sottostante del dipinto con della colla molto resistente, probabilmente della colla forte da falegname.
Questo pannello in masonite ha reso la tela troppo rigida e non plastica come in realtà dovrebbe presentarsi,

intrappolandola ed evitandole ogni vincolo, proprio per questo sulla pellicola pittorica si sono presentate tutte le
problematiche elencate precedentemente

Per quanto riguarda la cornice è in legno, e a differenza dello stato di degrado relativo alla tela, quest’ultima si presenta
con uno stato di conservazione migliore da ogni punto di vista. Molto probabilmente la vecchia cornice è stata sostituita

con una nuova o semplicemente restaurata nel modo corretto, questa infatti presenta solamente materiale depositato con
gli anni, come lo sporco e la polvere atmosferica

La cornice non presenta fortunatamente attacchi di insetti xilofagi, ma sarà comunque opportuno effettuare in ogni caso
un nuovo trattamento antisettico

NOTIZIA E INCIDENZA DI RESTAURI PRECEDENTI: il dipinto in questione, nonostante abbia avuto un restauro,
mediamente recente, infatti collocabile intorno agli anni 70 del ‘900, quest’opera risulta essere enormemente

danneggiata proprio grazie a questo restauro che si è riscontrato, ovviamente con il passare del tempo, con un grado di
lesione abbastanza elevato. Il precedente restauratore infatti, ha collocato sul retro del dipinto un pannello in masonite

con colla da falegname molto resistente, invece che approntarsi su una foderatura, pressato con una pressa meccanica in
modo tale che il dipinto fosse perfettamente in aderenza con in l supporto stesso e questo non ha reso più plastica la tela

e il tessuto, bensì ha sviluppato spaccature, deformazioni, cadute di colore e lacune. Questo tipo di lavoro con il nuovo
“supporto” non ha lasciato alla la possibilità alla tela di effettuare spostamenti, leggeri ritiri ed espansioni della tela

stessa, in quanto essa è comunque un materiale vivo.


ANALISI DI LABORATORIO_____________________________________________________________________

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PROCEDIMENTI TECNICI E FASI DEL RESTAURO: la prima operazione che è stata necessaria per effettuare un
nuovo restauro del dipinto, nel modo più accurato possibile, è stata quella riguardante a una pulitura generale del

manufatto e riuscire quindi, a capire di fatto i relativi problemi della pellicola pittorica, anche nei punti in cui prima
della pulitura non erano del tutto visibili e necessitano anch’essi di un’operazione al ne della conservazione

Il piano di lavoro è stato adibito per accogliere il dipinto, per far ciò sono stati utilizzati come base di lavoro dei giornali
in cui è stato messo il dipinto con la pellicola pittorica verso l’alto. Per la pulitura sono stati utilizzati pennelli con le

setole molto morbide in modo da non favorire ulteriormente il distacco di pigmento dalla super cie pittorica, in quanto
il dipinto possiede sulla parte frontale e quindi sulla pellicola pittorica stessa una grande quantità di cadute di colore,

alcune più piccole ma altre di dimensioni più problematiche, ma presenta anche cadute di preparazione.
Oltre a ciò è stato utilizzato anche un aspiratore per togliere gli eccessi di polvere e materiali estranei all’opera come lo

sporco, ma facendo molta attenzione a non toccare direttamente con la bocca dell’aspiratore la super cie, in modo da
non andare a creare ulteriore stress alla pellicola pittorica e allo stesso modo evitando di togliere altro pigmento, parte di

strato pittorico e possibile strato preparatorio, questo infatti è visibile lungo la super cie di alcune lacune della pellicola
pittorica, di fatto in alcuni punti è saltata addirittura la preparazione originale

Una volta effettuata la pulitura generale della pellicola, si è anche provveduto alla pulitura di lacune e varie cadute di
colore, effettuando quindi, una pulitura speci ca delle zone facendo sempre molta attenzione, soprattutto nei punti

meno stabili.
Si sono potuti effettuare due tasselli di pulitura tramite solvente per trovare le cremie originarie, quindi utilizzando un

metodo chimico- sico


Fatto ciò è necessario effettuare una pulitura anche del recto della tela, ma con la presenza del pannello in masonite e

della colla forte questo non è possibile, proprio per questo è importante la sua rimozione, per fare questo si è girato il
dipinto sul retro e si è iniziato a inumidire il pannello di masonite con dei batuffoli di cotone imbevuti di acqua, questo

procedimento si è attuato nché il materiale ha iniziato ad ammorbidirsi poco per volta e dopo di che con dei coltelli a
lama ricurva si è andato a eliminare completamente tutto il supporto in masonite, no ad arrivare al retro del dipinto

vero e proprio.
Dopo di che si è provveduto a togliere anche la cornice mediante schiodatura, cercando di togliere tutti i chiodi, tranne

quelli troppo irrimovibili, in tal caso saranno poi ribattuti all’interno della sostanza legnosa, numerando tutte le parti

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della cornice. La schiodatura è stata effettuata mediante l’utilizzo di pinze, tenaglie, levachiodi e spatole in acciaio, per

togliere i chiodi si è iniziato a svincolare il chiodo con la spatola in acciaio, dopo di che si è posizionata al di sotto della
testa del chioda ormai leggermente fuoriuscita, tramite un levachiodi si è iniziato a esercitare forza sul chiodo stesso

tentando di farlo uscire senza rovinare la cornice e senza farlo spaccare.


Alternative utilizzate sono state anche una pinza o una tenaglia quando l’estrazione del chiodo risultava più ostica,

determinata anche dalla presenza di ruggine o meno, questa infatti favorisce anche la rottura del chiodo stesso
Si è ripulito il piano di lavoro e si sono posizionati dei giornali su quali, questa volta, si è posizionato il dipinto dalla

parte del recto, quindi con esso rivolto verso l’alto, una volta fatto questo è stato più facile pulire anche il tessuto della
tela sul recto, utilizzando sempre pennelli e aspiratori come nella pulitura del fronte, e un bisturi per pulire parti della

tela speci che, in modo trasversale fra trama e ordito in modo da non tagliare la tela.
In questa fase è molto importante anche procedere a una veri ca sistematica dello stato di conservazione dello stato

della tela anche per quanto riguarda il retro e capire se è ancora in grado di mantenere un’azione meccanica di supporto
In tale condizione, riguardante la tela originale ci si è resi conto che lo stato di conservazione della tela stessa in

questione non possiede più un’adeguata azione meccanica per via delle nozioni descritte precedentemente
Molto importante, la tela dovrà essere successivamente rintelata e per fare questo sarà necessario asportare con dei

bisturi tutte le eventuali cuciture di sutura e i nodi che possono essere presenti, dopo la tela sarà pronta per essere abrasa
no a s brarla in modo omogeneo e per renderla più appropriata a una nuova azione meccanica

I fori di profondità elevata come quelli posizionati in alto a destra del dipinto saranno in seguito ridotti nella loro
dimensione innesti di tela ovviamente compatibili con il tessuto originale. Questo innesto infatti sarà poi apprettato

giuntandolo testa a testa con il supporto originale


Dopo di che tutti i piccoli fori e squarci che vengono trovati durante la fase di pulitura del verso verranno poi diminuite

tramite l’utilizzo di garze di cotone applicate con la BEVA 371


Successivamente si è ritenuto propedeutico effettuare prima della velinatura una vernice preliminare a pennello, a scopo

precauzionale e protettiva, in modo da dare alla tela nuovamente funzione reidratante e plasti cante, dato che ha subito
per molti anni la rigidezza del supporto con pannello in masonite

Si è preferito infatti fare una prevelinatura cautelare, a causa dell’enorme perdita di strato pittorico al centro del dipinto,
in cui il tessuto si è irrigidito e si è piegato leggermente, si è inumidita la parte in questione e si è fermata con del nastro

carta sul retro, in modo tale che riprenda la sua posizione originale e che si stenda. Una volta abbassata nuovamente la
zona si è poi effettuata la velinatura vera e propria

Si è preparato la colletta costituita da elementi collanti, plasti canti, tensioattivi e uidi canti, successivamente si è
scaldata a bagnomaria su un fornello senza farla bollire, in modo tale da non farle perdere le proprietà, in quel caso sarà

necessario prepararne assolutamente un’altra quantità, no al momento dello scioglimento.


Nel tempo medesimo si è preparato nuovamente il piano da lavoro, dei fogli di carta velina precedentemente tagliati in

quadretti di circa dieci centimetri per lato, un contenitore pulito con dell’acqua e una spugna vegetale. Una volta che la
colletta si è riscaldata e senza averla portata a ebollizione, si è iniziato a bagnare un foglio di carta velina per volta su un

piano liscio e pulito, dalla parte lucida con la spugna, nel frattempo si è messa sulla super cie della pellicola pittorica la
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colletta calda tramite l’uso di un pennello. La colletta deve essere stesa uniformemente con il pennello sulla super cie

in cui va appoggiato il quadretto di carta velina, ovviamente dalla parte opaca, dopo ciò si è iniziato a posizionare
un’estremità del foglio di carta velina sulla colletta stesa e rimanendo perpendicolare alla super cie della pellicola

pittorica si è iniziato a far scendere poco per volta il foglio, facendo attenzione a non spaccare principalmente il foglio
stesso e al tempo medesimo creare bolle e rigon amenti durante l’appoggio della carta velina.

Nel momento in cui si sono formate bolle è bastato intervenire con una spazzola, picchiettando leggermente sulla carta
velina ormai attaccata alla colletta, cercando di fare uscire residui di aria con movimenti dall’interno verso l’esterno,

anche se in alcuni punti è più utile bucare con la punta di un ago la super cie della carta velina per far uscire
direttamente l’aria trattenuta durante l’operazione precedente. Foglio dopo foglio si è ricoperta tutta la super cie della

pellicola pittorica cercando di utilizzare il numero di fogli più appropriato, senza sprechi e in modo ordinato. Dopo aver
terminato la super cie si è lasciato asciugare la colletta e i fogli, su quelli fatti inizialmente si presentano già leggeri

sbiancamenti dovuti all’asciugatura del foglio e della colletta.


Il foglio di carta velina (o carta di riso) dopo questa fase deve rimanere assolutamente incollato alla super cie della

pellicola pittorica in modo da ottenere un risultato del pigmento nel modo più accurato possibile
Nel caso in cui si creino vuoti tra la carta velina e la pellicola pittorica sta a signi care che il tempo di attesa del

posizionamento del foglio di carta velina è stato troppo lungo e la colletta ha già iniziato il suo processo di asciugatura
Successivamente si sfrangiano i bordi della carta per evitare eccessivi ritiri dimensionali che potrebbero portare al suo
distacco e soprattutto a creare una movimentazione anche del dipinto.
Il dipinto viene in ne inchiodato a un pannello in legno per evitare dei movimenti eccessivi dovuti all'apporto di acqua
e di colla e soprattutto durante il momento di asciugatura
Una volta trascorso il tempo necessario dopo la velinatura si è proceduto ad appoggiare il dipinto sul piano

rigorosamente pulito, con il recto rivolto verso l’alto e si è iniziato a pulire nuovamente il verso della tela in modo da
togliere così eccessi di colla che si sono presentati durante l’operazione della velinatura stessa. Dopo ciò si è ritenuto

opportuno effettuare la rintelatura del dipinto, in quanto per motivi cautelari si è preferito optare per questa decisione in
base alla stato di degrado della tela e per poterla rinforzare.

Dopo di che si è arrivati alla preparazione del retro del dipinto, si disancora dal piano in legno la tela e la si gira con la
pellicola pittorica verso il piano, in modo da averla pronta a ricevere quella da rifodero, abradendo le bre con bisturi e
carte abrasive, tagliando le bre super ciali del tessuto diagonalmente, avendo fatto precedentemente una velinatura sul
fronte, l’opera è quindi protetta
Una volta fatto ciò si è posizionato la tela in verticale montandola poi sul telaio interinale di dimensioni maggiori
rispetto al dipinto, che misura rispettivamente 60x80 centimetri, dotato di innesti telescopici di giunzione, angoli
estensori e speroni per l'ancoraggio della tela. Dopo di che si è preparata la tela nuova, sempre di pattina, la quale è stata
lavata molto bene, in modo da togliere ogni residuo di colla su di essa, asciugata e stirata. Questa tela è stata preparata
circa 30 centimetri in più e per ogni lato considerando 15 centimetri di ritiro circa e 15 centimetri da agganciare al telaio
per montare la tela sul telaio interinale.
Successivamente in modo corretto si è posizionata la tela da rifodero avendo cura di disporre i li verticali
parallelamente ai regoli verticali del telaio, si tira il lo corrispondente al punto da agganciare ai denti del telaio, si
asporta tirandolo via delicatamente, con questa operazione si creerà un vuoto all'interno della trama che servirà da guida
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nel montaggio. Togliendo questi li si sono trovati i quattro angoli, in modo così da montare la tela in modo orizzontale
e verticale correttamente sul nostro telaio da supporto per la foderatura.
Si è steso sul retro un sottile strato di colla pasta in maniera omogenea e si è posizionata la tela da rifodero sulla tela
originale avendo cura di disporre la trama e l'ordito paralleli a quella della tela originale con sopra uno strato di colla
pasta. Una volta immessa la colla pasta, si toglie l’eccesso facendo delle lievi pressioni con dei pressoi in legno che
evitano, appunto, di s brare il tessuto. La colla infatti è stata messa sia sua tela originale che su quella di supporto,
facendo sempre dei movimenti dall’interno verso l’esterno senza andare a creare delle bolle d’aria, la colla in eccesso è
sempre stata tolta lavorando con movimenti dall’interno verso l’esterno.
Una volta creata questa adesione fra i due teli si sono lasciati asciugare poco vicino a fonti di calore perché altrimenti ci
sarebbe stata un’asciugatura disomogenea e troppo veloce
Successivamente si è rivestito il piano, rigorosamente pulito, con dei fogli di giornale e si è posizionato il telaio
orizzontalmente. Dopo di che si è iniziata l’operazione della stiratura, eseguita quando il dipinto non era ancora
perfettamente asciutto e quindi, con ancora una certa quantità di acqua, per evitare che il dipinto sia troppo secco e
rigido per far aderire le due tele fra di loro, ma anche per favorire il consolidamento della pellicola pittorica e lo
spianamento delle deformazioni, la colla viene riattivata con il calore dei ferri da stiro
Si è posizionato il dipinto sul piano da lavoro con la parte della pellicola pittorica verso l'alto e si è intrappolato tra
telaio interinale e il piano di lavoro una tavola dello stesso spessore del telaio interinale, in modo tale che entri
perfettamente nella luce del telaio, la super cie di questa tavola è stata ricoperta in seguito con un foglio di melinex, e
la super cie del dipinto coperta con della carta cerata in modo tale che il nostro ferro da stiro sia a contatto con la carta
e che non crei bruciature e abrasioni al pigmento. Si è effettuata una stiratura più omogenea possibile partendo sempre
dal centro verso l'esterno e in senso rotatorio, senza superare la temperatura di 60 °C
Una volta che si è completata l'operazione di stiratura si è lasciato asciugare il dipinto mettendolo in verticale,
riprendendo eventualmente il tessuto sul telaio interinale, proprio perché il tessuto si un può esser allentato, quindi si è
lasciato riposare per circa 24-48 ore in fermo in modo tale che si asciughi, solo dopo si è passati alla svelinatura
La svelinatura è stata effettuata direttamente sul telaio interinale, ovviamente diposto in maniera verticale, e si è iniziato
a vaporizzare il recto del dipinto con acqua fredda e asportando, poco per volta, tutti i fogli di carta velina che erano
stati messi precedentemente con l’uso della colletta calda.
Questa operazione è stata effettuata grazie a delle spugne vegetali imbevute di acqua calda, in questo modo si è tolta
tutta la carta velina con la colletta.
Lasciato il tutto riposare per un giorno, si è provveduto a montare il dipinto sul telaio nale. Si è iniziato a togliere la
tela dal telaio interinale, bagnando i bordi della tela, precedentemente abbondata ai lati, in modo da renderli più
pieghevoli, facendo attenzione a non rompere il lato della tela in presenza degli speroni d’ancoraggio.
Una volta fatto questo si è potuto centrare la tela sul telaio originale, iniziando a tensionarla e inchiodarla a croce,
iniziando a inchiodare prima il centro di un lato e poi il suo opposto, no a fare tutti i lati e per ultimi gli angoli.
Si è tagliato la tela in eccesso, ma non troppo, in modo tale che dopo si è potuto poi ripiegare più facilmente i sei
centimetri di tela rimasti sul verso del telaio. Successivamente si sono ri niti i bordi con della carta gommata, i quali
saranno poi nascosti dalla cornice
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Dopo ciò, si è intervenuto nelle lacune e nelle cadute di colore che hanno interrotto la completezza delle cromie, alcune
di queste problematiche sono risultate anche particolarmente fastidiose durante la leggibilità di insieme del dipinto
pittorico. Infatti, si sono trovate lacune che hanno causato sia perdita di pigmento sia perdita di preparazione.
Si è iniziato a effettuare stuccature in cera resina per le lacune riguardanti solo quelle di perdita del colore. Per le
lacune più gravi come quelle centrali in cui non vi è più la preparazione si è optato prima a dare nuova preparazione con
la colla pasta, successivamente asciugata si sono realizzate per queste lacune stuccature in gesso e colla di coniglio
cercando di non andare troppo sulla pellicola pittorica, una volta asciutto è possibile iniziare l’operazione di levigazione
utilizzando un bisturi e facendo movimenti dall’interno verso l’esterno, cercando di non rovinare la pellicola pittorica
circostante alla lacuna stessa.
Una volta fatto questo si è provveduto a stendere uno strato di vernice prima del ritocco per isolare il gesso. Un volta
fatta asciugare la vernice si è potuto intervenire con la reiterazione cromatica facendo attenzione a scegliere i colori e le
tonalità giuste. Si è iniziato a effettuare una reintegrazione imitativa sottotono, ossia un’intervento di integrazione
pittorica di tipo imitativo, quindi con l’obiettivo di ridare collegamento cromatico alla lacuna con il resto del dipinto,
offrendo comunque la possibilità di individuare l’area di intervento, offrendo comunque la possibilità di individuare
l’area di intervento grazie all’uso di tonalità leggermente più chiare rispetto ai toni originali
Con molta cautela si è cercato di integrare al meglio soprattutto il viso della Madonna delle Rose e la scritta in latino
In ne si è provveduto a utilizzare una protezione nale su tutta la super cie in modo da far resistere le condizioni di
conservazione del dipinto nel tempo
Per quanto riguarda la cornice, presenta ancora uno stato di conservazione molto buono, probabilmente restaurata o
sostituita direttamente dal precedente restauro. Si sono riassemblate le parti numerate precedentemente schiodate con

chiodi nuovi. Subito dopo si è provveduto al consolidamento della struttura tramite il Paraolid B-72 con acetone, il
quale è stato utilizzato tramite un pennello su tutta la super cie della cornice, inoltre è stato possibile effettuare un

trattamento antisettico per mezzo di permetrina per evitare un possibile insediamento di insetti xolifagi con l’aiuto di un
pennello. Successivamente si è steso un lm protettivo su tutta la cornice. Una volta fatto ciò abbiamo potuto inserire la

cornice restaurata di nuovo insieme alla tela, anch’essa sistemata


NOTE SULL’ESITO DEL RESTAURO _____________________________________________________________

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ALLEGATI: fotogra e d’insieme del dipinto, del fronte con cornice e del retro in cui è visibile il pannello in masonite,

dettagli del fronte come le cadute di colore, fori e lacune


Rilievo del fronte e del retro dell’opera utilizzando immagine d’insieme con relative legende, relazione sullo stato di

conservazione e gli interventi operati e scheda di rilevamento dei dati.


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