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I FENOMENI SISMICI I terremoti (sismi) sono rapide e violente vibrazioni elastiche della crosta terrestre percepite in superficie come

scosse, causate dall'improvvisa liberazione di energia meccanica all'interno della litosfera. L'ipocentro il luogo in profondit in cui viene l'iberata lenergia da cui partono le vibrazioni elastiche che si propagano come onde sismiche in tutte le direzioni. L'epicentro il punto della superficie terrestre raggiunto per primo dalle vibrazioni. Queste si possono avvertire come scosse sussultorie (moviment verticale), scosse ondulatorie (movimento orizzontale) e scosse rotatorie quando i due tipi di scosse interferiscono. I microsismi sono troppo deboli per essere avvertiti e sono comnissimi mentre i macrosismi hanno grande intensit con conseguenze spesso gravi. In base alle diverse cause che li scatenano, i teremoti si classificano in: terremoti vulcanici, di solito deboli microsismi, accompagnano o precedono le eruzioni vulcaniche e sono provocati dal movimeno del magma; le scosse sono violente durante le eruzioni esplosive terremoti da crollo di grotte o miniere e hanno debole intensit terremoti da esplosione, artificiali, causati da detonazioni di sipositivi terremoti tettonici quando si fratturano rocce in zone della litosfera. Sono i pi frequenti e si possono identificare aree sismiche dove si ripetono facilmente che coincidono spesso alle fasce dell'attivit vulcanica: la cintura di fuoco circumpacifica, le dorsali oceaniche, le aree corrugate. TEORIA DEL RIMBALZO ELASTICO Secondo questa teoria i materiali della litosfera sono sottoposti a sforzi, essi si deformano fino a raggiungere il limite di elasticit fino a spaccarsi liberando l'energia sotto forma di vibrazioni e calore. Il blocco roccioso si spacca producendo quindi una faglia. Le faglie sono le fratture della crosta terrestre lungo le quali due blocchi roccosi si muovono in senso opposto sul piano di faglia. L'energia si scarica in una scossa principale preceduta da scosse premonitrici ed spesso seguita da scosse di assestamento. Gli ipocentri dei sismi sono quindi sul piano di scorrimento di una faglia. ONDE SISMICHE Le onde sismiche, sono considerate elastiche perch deformano dinamicamente i materiali che le attraversano ma dopo ritornano alla propria conformazion originaria. Esse di propagano con un moto ondulatorio: le particelle della roccia, oscillando, trasmettono a quelle vicine l'impulso ricevuto. Nell'ipocentro di un sisma si generano du tipi di onde. Onde P (primarie) dette onde di compressione o longitudinali sono le pi veloci, deformano i materiali (allo stato solido e fluido) nel senso della loro propagazione; provocano una variazione di volume. Onde S (secondarie) dette onde di distorsione o trasversali si muovono pi lentamente, provocano una variazione di forma, e non di volume, nei materiali che attraversano in senso trasversale rispetto alla direzione di propagazione. Onde L dette onde superficiali vengono generate in corrispondenza dell'epicentro, quando le onde P e S raggiungono la superficie; tali onde viaggiano sulla superficie e la loro energia si disperde molto lentamente con la

distanza. Sono le maggiori responsabili dei danni provocati dai terremoti. Maremoti o tsunami sono onde dovute ad eruzioni vulcaniche od a sismi con ipocentro sul fondale marino. Le onde, al centro della perturbazione possono o sprofondare per depressione o sollevarsi esplodendo. SISMOGRAFI E SISMOGRAMMI I sismografi registrano nei sismogrammi i tempi di propagazione dei diversi tipi di onde sismiche. Sono sempre presenti, nei sismogrammi, tre tipi di onde: P,S, L. L'intervallo tra il gruppo delle onde P e delle onde S aumenta al crescere della distanza tra stazione di rilevamento ed epicentro. Nel sismogramma le onde non hanno tutte la medesima altezza; inoltre l'ampiezza massima diminuisce al crescere della distanza dall'epicentro. INTENSITA' E MAGNITUDO DEI TERREMOTI La forza di un sisma viene valutata attraverso due scale sismiche. La scala delle intesit pi usata la scala MCS (Mercalli, Cancani, Sieberg). Questa assegna a ogni terremoto un grado di intensit variabile da I (grado delle scosse registrate e non percepite) a XII (grado delle scosse ultracatastrofiche) sulla base degli effetti che le scosse producono in superficie. L'intensit di un sisma non misura la sua energia ma una descrizione dei danni che provoca. La scala delle magnitudo proposta da Richter basata sulla determinazione della magnitudo di un sisma, stabilita confrontando l'ampiezza massima delle oscillazioni registrate da un sismografo della stazione di rilevamento e l'ampiezza nassuna delle oscillazioni di un sismogramma standard utilizzato come unit di misura. La scala Richter una scala logaritmica, dove la magnitudo M data dalla seguente relazione: M = log +Q

dove: A (ampiezza massima delle oscillazioni del terremoto in questione) A (ampiezza massima delle oscillazioni del terremoto di riferimento) Q (fattore di correzione che tiene conto della distanza dall'epicentro della stazione di rilevamento) PREVISIONE DEI TERREMOTI E DEI DANNI Tramite due differenti metodi di previsione possibile tentare di prevedere il verificarsi di un sisma e la sua possibile magnitudo. La previsione probabilistica si effettua individuando la pericolosit sismica di un'area considerando gli intervalli di tempo tra un terremoto e il successivo in modo da elaborare carte della pericolosit sismica di una regione grazie ai dati raccolti. La previsione deterministica si effettua localizzando e monitorando le faglie attive. Le aree ferme o pi lente accumulano energia elastica che prima o poi scatener un terremoto. Si possono considerare anche segnali premonitori come variazioni di volume e microfratture nelle rocce. Per elaborare un piano di prevenzione sismica si vuluta il rischio sismico di una determinata regione considerando la pericolosit, la vulnerabilit e l'esposizione. LOCALIZZARE L'EPICENTRO DI UN TERREMOTO

Per determinare la posizione dell'epicentro di un terremoto necessario confrontare i dati di almeno tre stazioni sismografiche. Su una carta geografica si tracciano circonferenze (almeno tre) con raggio pari alla distanza determinata da ciascuna stazione. L'epicentro del terremoto corrisponde al punto di intersezione dellee circonferenze tracciate. SISMICITA' IN ITALIA La nostra penisola particolarmente instabile. Nella maggior parte dei casi i terremoti hanno ipocentro poco profondo; a volte, nell'area del Tirreno si verificano sismi con ipocentro profondo. La zona pi stabile la Sardegna mentre lungo la catena appenninica verso il Centro-Sud (Campania, Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia) aumenta la sismicit. I terremoti sono pi frequenti lungo le linee di tensione della crosta dove sono in corso fenomeni di assestamento.

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