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Bohemian Rhapsody

CAPITOLO 1
 Tredici luglio 1985.
 È il giorno del grande concerto.  Sono emozionatissimo. Sarà
probabilmente il più grande concerto che c'è stato o che mai ci sarà. Vado
verso la cucina. Dopo aver fatto colazione, il mio tassista, mi accompagna
a fare alcuni servizi e poi ci dirigiamo al Wembley Stadium di Londra.
Nell'attesa di andare sono davvero emozionato. Non riesco a credere di
trovarmi qui assieme a John, Brian e Roger. Quando ci chiamano io salto
in piedi. Mi tolgo la giacca di pelle ed usciamo assieme dal nostro
furgoncino. Mentre andiamo sul palco sento il cuore in gola dall'emozione.
Finalmente saliamo su palco e vedo un sacco di persone, alcune addirittura
con degli striscioni fatti per noi. Le telecamere vengono girate verso di noi.
Guardo tutto questo e mi chiedo come ho fatto ad arrivare fino a qui.

                                                                          Londra   1970
Prendo una valigia che sta per cadere per terra e mi chiedo guardandola
come ho fatto a finire per lavorare nell'aeroporto di Londra.  Quando torno
a casa sono sfinito e ho bisogno di staccare un po'. Vado in camera mia e
mi vesto per uscire. Si fanno le 20.00. Vado da mia madre.
"Esco, torno tardi stasera" annuncio.  "Torni sempre tardi!" mi dice mia
mamma "Ciao, ci vediamo dopo.". Mi dirigo verso la porta, ma non faccio
non tempo ad aprirla che entra mio padre, che è appena tornato dal lavoro.
Mi preparo alla solita tarantella. "Esci di nuovo Farrokh?" mi chiede mio
padre. Mi irrita quando mi chiama Farrokh. Ho deciso di volermi far
chiamare Freddie. Così glielo dico, ma lui risponde con il solito tono:"Che
differenza fa se esci comunque ogni sera, senza pensare al futuro? Buoni
pensieri, buone parole, buone azioni. Dovresti aspirare a questo." Allora io
gli rispondo, stanco di sentirmi dire sempre le solite cose:"Si... E a te come
è andata?"
Sto seguendo da un po' la band di un mio amico chiamato Tim. Entro nel
pub in cui si esibiscono stasera. Mi siedo e loro sono già sul palco. Stanno
già cantando Doing All Right. Mi piace questa canzone, e muovo la testa a
ritmo. Una volta finita l'esibizione mi dirigo verso il retro del pub per
andare a dire a Brian, Tim e Roger che sono stati proprio bravi, ma mi
fermo. Ho visto una ragazza davvero carina. Ha i capelli biondi e lunghi, la
pelle chiara, gli occhi azzurri e il naso alla francese. Mi guarda e dice:
“Tutt’okay?" 
"Oh, sì:" rispondo "Stavo cercando la band". Mento spudoratamente. So
benissimo dove si trova la band, ma dovevo trovare assolutamente una
scusa del perché la fissavo come un ossesso. "Di solito son sul retro"
risponde lei. La ringrazio e mi volto per andare. Sto per camminare, ma
voglio fare colpo. Mi volto di nuovo verso di lei e dico: “Bel cappotto!".
Prima che io me ne vada, la sua amica mi dà qualche informazione che
potrebbe aiutarmi a trovarla: “E' di Biba. Lei lavora lì:" Così me ne vado
nel retro del pub. 
Vedo i miei amici che parlano tra loro. "Ehi ragazzi! Siete stati davvero
bravissimi!" mi congratulo con loro. "Grazie" dice Tim e poi continua a
parlare con il resto della band "Si, Brian. Gli Humpy Bong! Che facciamo
noi? Loro stanno crescendo! Noi qui non andiamo da nessuna parte. Devo
provarci. Ciao Freddie."
Dette queste parole Tim prende il suo basso e se ne va. "Ma cosa è
successo?" chiedo confuso. Brian sospira e dice:"Il nostro cantante ci ha
appena mollato.". Roger ride, ma non capisco il perché, e aggiunge:"Da
una parte ha ragione Brian! Il sabato sera ho meglio da fare. Posso darti dei
nomi". A questa battuta ridacchiamo anche io e Brian. "In ogni caso ora ci
servono un bassista ed un cantante." dice Brian. Mi dispiace che Tim abbia
lasciato la band, erano un buon trio. Guardo un po'malinconico il
microfono che Tim ha lasciato qui. "Ma perché vi ha mollati?" chiedo.
"Perché stavamo andando un po' a rotoli." risponde Roger. 
"Il nostro singolo, non è andato bene. Non ha avuto il successo che
speravamo, quindi ci ha mollati!" dice Brian. Mi viene in mente un'idea.
"Ragazzi, voi sapete che scrivo canzoni per passione, e ho anche fatto
parte di alcune band. Non è che potrei...?" vengo interrotto da Brian che
dice:"Certo che puoi provare!"
Sabato della stessa settimana vado a fare varie prove con loro e, non me lo
aspettavo quando ero per strada per andare, ma mi hanno fatto entrare nella
band. C'erano tipo altri cinque ragazzi assieme a me a provare, e alcuni
altri per provare il ruolo di bassista. Alla fine, hanno scelto un ragazzo che
si chiama John Deacon per il basso.
Dato che per il primo concerto assieme alla nuova band voglio avere dei
vestiti nuovi e sfavillanti (e voglio anche incontrare quella ragazza) vado
in quel negozio, Biba.  Vedo alcuni vestiti, e c'è un pantalone in particolare
che mi piace. La ragazza del pub mi si avvicina e dice: “Mi hai trovata
allora. Hai bisogno di aiuto?". Chiedo se ci sono dei pantaloni come quelli
che ho in mano della mia taglia, e la ragazza mi risponde incerta: “Non lo
so. Questo il reparto donne". Io la guardo e dico: “Oh! Ma non c'era
scritto". Lei mi guarda e dice:"Non credo faccia molta differenza. E tu?"
Così mi porta in camerino. Mi mostra alcuni vestiti come quel pantalone
che ho preso e me li fa provare. Mi sorge un piccolo dubbio così dico:"Tu
puoi entrare qui?". La ragazza ride e dice:"In realtà no! Comunque,
posso?" mi fa vedere una scatoletta piena di trucchi. Io annuisco e
dico:"Come ti chiami?". "Mary Austin" mi risponde lei. "Piacere" dico "Io
sono Freddie"

CAPITOLO 2
Il giorno del mio primo piccolo concerto con gli Smile è arrivato.
Suoneremo stasera al solito pub. Ho anche invitato Mary, dato che lei ha
aiutato me con la scelta del vestito. Mi metto un po' a vedere la melodia
della canzone, e mi rendo conto che coincide benissimo con un altro testo
di un'altra canzone degli Smile. Comincio a provare un po' finché non ci
prendo la mano. Mi viene in mente di fare una pazzia. Questa sera devo
sorprendere tutti con questo primo concerto! Non voglio una monotonia,
non voglio sempre le stesse cose! Devo tentare di fare questa cosa. Stasera
non canterò il testo che corrisponde alla melodia della canzone, ma canterò
quest'altro testo che appartiene ad un'altra canzone. 
Si fanno le 19.30 e gli altri membri della band vengono a prendermi. Sono
emozionato di fare questo primo concerto con una nuova band. Non so
come reagirà il pubblico a questo aspetto sfavillante, al fatto che sonno
straniero, quindi ho anche un po'paura. Il fatto che la band non è famosa
non significa che non hanno neanche una persona a seguirli. E se le
persone che li seguono non accetteranno me o John? No, ci accetteranno.
Non capisco perché mi sto preoccupando tanto. Forse è l'emozione di
entrare in una nuova band, una band in cui però volevo entrare da tanto
tempo. In ogni caso devo essere rilassato. 
Una volta arrivati al pub si sono fatte le 19.50. Scendiamo e cominciamo
ad organizzarci il palco, che deve essere pronto per le 20.00. Arriva il
momento di salire sul palco. Dietro di noi c'è il nostro logo. "Ciao
pubblico!" comincia Brian "Stasera abbiamo qualche volto nuovo da
presentarvi! C'è John Deacon, il nuovo bassista. E poi abbiamo il nuovo
cantante: Freddie Bul...Bulsara. Feddie Bulsara!". Ci sono una serie di
mormorii provenire dal pubblico e poi qualcuno che urla:" DOV'E' TIM?
CHI È IL PAKISTANO?". Lo sapevo. Tra l'altro mi scambiano tutti per
Pakistano, ma io sono nato a Zanzibar. "Pronto Fred?" chiede Brian. Io
annuisco e gli altri cominciano a suonare. Io mi sento molto motivato
guardando il pubblico, anche se c'è stato qualche commento non mi
demoralizzo, non importa. Poi non mi conoscono ancora. Cerco di
sollevare il microfono dall'asta, ma è come incastrato. Cerco di rimetterla
più o meno a posto. Cazzo, non potevamo controllare il microfono prima
di iniziare? Lo tiro e lo riabbasso, finché l'asta non si rompe. È spezzata.
Non mi importa. È pur sempre un'asta, e poi prima o poi doveva rompersi.
Comincio a cantare il testo dell'altra canzone, e giro sul palco con un'asta
rotta. Bene!  Ma il pubblico sembra apprezzare. Io e la band cantiamo
anche assieme parte del ritornello. Brian ogni tanto mi guarda con aria
confusa e guarda anche gli altri con aria confusa, ma continuano a suonare
la melodia giusta per il testo di un'altra canzone, tanto al pubblico piace.
Lo spettacolo sta andando benone!
                                                                                Londra 1971
Sto aspettando come un coglione Brian, John e Roger su una panchina,
accanto ad un ragazzo che mi sta fissando da tipo mezz'ora. Leggendo il
giornale vedo scritto "Studio di registrazione" e mi viene in mente un'idea.
Quando finalmente arrivano, mi precipito nel furgoncino dicendo:"Siete in
ritardo!". L'idea continua a frullarmi dentro la testa. Un album. Questo è
quello a cui continuo a pensare. Lo possiamo fare. Molte altre band famose
sono partite che erano praticamente al nostro stesso livello. Ne parlo con
gli altri, ma Brian mi guarda con faccia stranita e mi dice:"Freddie non
abbiamo neanche i soldi per pagarli un altro po'! Come potremmo
registrare un album??" 
"Non lo so. Cioè si è una pazzia! Ma secondo me ce la possiamo fare! Ce
l'hanno fatta tanti altri, perché noi non dovremmo farcela? Abbiamo
guadagnato tutti abbastanza soldi ultimamente. Potremmo mettere assieme
tutti i risparmi e vedere quanto abbiamo in tutto." sono così eccitato di fare
questo album che non penso a nient'altro. 
Alla fine, riesco a convincere Brian e gli altri a fare questa cosa. Ci
dirigiamo ai Trident studio e accettano di farci provare quando in studio
non c'è nessuno. Quindi la sera ci lasceranno entrare.  
Si fanno le 21.30 e finalmente lo studio chiude e possiamo iniziare a
registrare. Entriamo nella sala di registrazione. È davvero fantastico qui!
Ho portato anche Mary, che è la mia ragazza. Si siede sul divano. Dopo
esserci più o meno organizzati, ci mettiamo subito a registrare. Brian entra
nella stanza e comincia a suonare la chitarra, dopo di lui entra John e suona
la sua parte con il basso, poi Roger con la batteria. Tocca a me. Si sono
fatte le 22.10. Comincio a suonare e poi arriva la mia parte cantata.
Comincio. Quando riascolto però non mi sembra tanto buono. Chiedo se
posso rientrare a riprovare, e così rientro. Stavolta cerco di farlo meglio e
quando esco dalla cabina, riascoltando il disco sento che è decisamente
meglio, ma manca sempre qualcosa.
"Prova a far rimbalzare a destra e a sinistra gli 'ah-ah'" dico. Ora sembra
perfetto. Rientriamo tutti nella cabina. "Dobbiamo sperimentare" ci dice
Brian. Così cominciamo a mettere delle monete sulla batteria, facciamo
muovere la cassa mentre emette la musica, usiamo anche delle pentole, ma
come risultato mi piace davvero tanto.
È passato qualche giorno dalla nostra registrazione della canzone. Ho
deciso di cambiare nome alla band. Così ieri ho proposto a Brian, Roger e
John il nome Queen. Non so bene il perché, ma questo nome lo avevo in
mente da un po' di tempo. È un nome corto che esprime regalità, e mi è
sempre piaciuto. Inoltre, quello della band non è il solo nome che ho
cambiato, io non mi chiamo più Farrokh Bulsara. Il mio nome ora è
Freddie Mercury. 
Oggi a pranzo verranno i miei amici e anche Mary assieme a suo padre per
il mio compleanno. 
A mezzogiorno arrivano e cominciamo tutti a chiacchierare. È tutto
abbastanza tranquillo, finché non dico:"Hai detto a tuo padre che è un
piacere conoscerlo?" Mary annuisce. Poi "Ringrazialo per la torta di
compleanno allora". "Già fatto" mi risponde Mary. Allora io gli
sussurro:"Digli che sua figlia scopa da Dio". Mary mi guarda
imbarazzata:"Freddie, legge il labiale.". Sono imbarazzato come la merda.
Mia madre allora dice:"Aspettavamo da tanto che Farrokh portasse a casa
una ragazza come te." Mary ha una faccia perplessa. "Farrokh?" chiede.
Mia madre chiede se ho detto loro che sono nato a Zanzibar, e ovviamente
loro dicono di no. Non so perché non l'ho voluto dire, ma non mi andava.
Si alza e va a prendere un album di foto. "Mamma no! Ti prego!" supplico,
ma è troppo tardi, Mary e gli altri stanno già sfogliando l'album. Mio padre
comincia a raccontare per l'ennesima volta a storia dei Parsi che se ne
andarono dalla Persia. Non voglio ascoltare di nuovo questa storia.
Quando FINALMENTE mio padre finisce di parlare, mia sorella mi
guarda e dice:"Mercury?". 
"Io non guardo indietro! Solo avanti" rispondo io. Non voglio guardare
indietro nella mia vita, voglio andare avanti, fare nuove esperienze. "L'ho
cambiato legalmente, ho anche i documenti nuovi". Mio padre allora dice
arrabbiato:"Ora rifiuti anche il tuo cognome? Lo volevo crescere bene! Ma
guarda a cosa è servito. Troppo ribelle! Non andrai da nessuna parte così!"
Squilla il telefono e vado subito a rispondere. Non ce la faccio più. Che ne
può sapere lui di cosa sono io o che cosa voglio fare, anche se da una parte
mi sento in colpa a farlo arrabbiare così. È pur sempre mio padre.
"Pronto?" rispondo al telefono.
La notizia che mi è stata appena data è magnifica! Non ci credo! Devo
subito annunciarlo agli altri. Mi metto davanti al tavolo:"Ho un annuncio.
Un talent scout della EMI ci ha visti in studio. Ha dato il nostro demo a
John Reid. Il manager di Elton John. Reid vuole incontrarcci e forse farci
da manager." 
"COSA?!" dice Brian. "FANTASTICO!" urla Roger. "O MIO DIO!!" dice
John. Mia madre mi sorride e la band viene ad abbracciarmi. Stiamo
facendo strada.

CAPITOLO 3
John Reid ci ha detto che ci saremmo incontrati in un pub, che
fortunatamente si trova vicino a casa mia, posso andarci anche a piedi. La
mattina dell'incontro io rovisto nell'armadio per trovare qualcosa di
sfavillante da mettere, per fare colpo. Trovo una camicia di pelle bianca,
con una specie di grandissimo colletto. È perfetto! Prima di uscire la
metto, e poi mi dirigo verso il pub. Trovo Roger, Brian e John seduti ad un
tavolo all'esterno. Mi avvicino a loro.
"Wow" dice Brian quando mi vede. "Voglio fare colpo" dico ridendo.
"Sembri una lucertola stizzita" commenta Roger. "Poi voli via?" mi chiede
John. Ridiamo, tutti ridiamo. Sono i momenti migliori con loro. "Me lo
presti per la messa?" chiede Brian. Sentiamo una sedia che sta strusciando
per terra vicino al nostro tavolo. Ci voltiamo a guardare e vediamo Reid
che si sta sedendo al nostro tavolo. "Voi siete i Queen." comincia l'uomo
"E tu devi essere Freddie Mercury. Allora, ditemi! Cosa distingue i Queen
dalle altre aspiranti band?"  Io allora alzo un dito e dico convinto:"Glielo
dico io cos'è! Siamo quattro disadattati male assortiti che suonano per altri
disadattati. Gli emarginati in fondo alla sala. Noi suoniamo per loro". Reid
annuisce. Si avvicina un altro uomo che ha i capelli biondi, dei baffi e gli
occhi azzurri, la pelle chiara. "Paul Prenter, ti presento i Queen, la nostra
nuova band. Paul vi seguirà nella vita quotidiana." poi continua dicendo
"Potrei farvi entrare in TV"
"Top of the pops?" chiede Brian. "Speriamo.". Entrare in TV? Pensavo che
avremmo fatto strada, ma così velocemente... "Poi?" chiedo. " 'Poi?' È solo
un programma TV del paese, nessuno vi conosce! Se va bene, se succede,
ho in mente un tour promozionale in Giappone." Allora dico:"Noi
vorremmo di più"
"Tutte le band vogliono di più!" dice Reid, ma John lo interrompe:"Tutte
le band non sono i Queen"
Non credo ancora al fatto che Reid è riuscito a farci entrare negli studi
della BBC! Okay è solo il programma Topo of the Pop, ma siamo
comunque nella linea della BBC. C’è un sacco di gente. È fantastico. Mi
sento emozionato e sicuro di me. Ovviamente qui c’è c’è anche Mary ad
assistere a questa mia prima esibizione in TV. Vedo che Paul sta
discutendo con un uomo che ci si avvicina e dice:” Freddie, ragazzi,
suonerete in playback. Vi basterà fare finta”. La mia prima esibizione e
devo fingere di cantare? Non lo accetto! “Io dovrei fare finta?” chiedo
all’uomo. “Ma noi sappiamo suonare!” ribatte Roger. “Non importa.
Siamo alla BBC, funziona così, capito? Non create problemi.”
“Ti basterà far distogliere l’attenzione dalle labbra” mi dice Mary
avvicinandosi. Si è messa un magnifico vestito rosso e si è pettinata i
capelli in una bellissima acconciatura. Ci sorridiamo e poi vado verso il
palco. Tra cinque minuti incominciamo.
Quando parte la canzone e io comincio a fingere di cantare non è la stessa
cosa di cantare per davvero, no. Quando sono io a cantare riesco ad essere
più naturale. Così, dato che in realtà il mio microfono è spento, comincio a
cantare per davvero. Vado in giro per il palco e al momento giusto suono il
piano. Questo primo spettacolo sta andando molto bene, a parte il fatto che
stiamo facendo tutto in playback.
Sono passate un paio di settimane da quel concerto a Top of the Pops.
Adesso sono a letto con Mary, completamente nudo. Potete solo
immaginare quello che abbiamo appena fatto.
“Com’è stato cantare in TV?” mi chiede Mary. “Quando so che ascoltano.
Quando sento di averli conquistati… Non potrei stonare neanche se
volessi. Non ho paura di niente. L’unico altro momento in cui mi sento
così è quando sono con te” Mi alzo e mi metto un asciugamano grande
attorno alla vita. Mary si è coperta con un lenzuolo. È il momento giusto
per chiederlo. Non so come reagirà, però se dirà sì sarò la persona più
felice di questa terra. Prendo la piccola confezione, mi giro verso Mary e
nascondo la confezione dietro la schiena. “Sei l’amore della mia vita” le
dico. Le mostro la confezione e la apro. Un anello. “Freddie” comincia lei,
ma poi si interrompe e dice:” A che dito devo metterlo?” Io le sorrido:” A
quello della fede nuziale. Mary vuoi sposarmi?” Mary mi guarda
felicissima. “Si!” mi dice. “Promettimi che non lo toglierai mai” le dico
“Te lo prometto.” Mi dice lei. “Per nessun motivo” le dico. Lei mi guarda
felice e dice:” Freddie io ti amo. Fara grandi cose, vedrai”
Io le sorrido:” Faremo grandi cose insieme”. Stiamo per baciarci, ma la
porta si apre improvvisamente la porta, ed entrano i Queen al completo
assieme ad una ragazza che non ho mai visto. “Perché hai il telefono
staccato?!” dice Roger. Brian si siede sulla poltrona, aprendo una bottiglia
di champagne. “Oh, non badate a noi” dico ironico. “Lei è Cheryl” dice
Roger ignorandomi e presentandomi la ragazza nuova. “Ragazzi per
favore” dico “Non è per niente un buon momento” Brian mi guarda e dice
“Non è un buon momento?! Fred, oggi ha chiamato John Reid, ha giusto
una piccola tournee da farci fare”
“Non è piccola Brian” ribatte Roger, poi mi guarda e dice:” È una tournee
in America! L’Album è in classifica agli USA!”. Io mi alzo. Incredibile
che tutto ciò è successo subito dopo una di quella scopa… Okay, okay. “O
MIO DIO” dico “SI!”. Ci abbracciamo tutti. E’ forse il giorno più bello
della mia esistenza.

Ed eccoci qui, dietro la grande tenda di un palco americano. Ho sempre la


mia asta del microfono rotta. Ormai mi sono abituato a cantare con quella
mazza rotta. Il sipario si apre. “Ehy bellissima gente! Chi vuole fare un
giro?” Iniziamo a cantare e a suonare  Fat Botton Girls.              Giro sul
palco cantando con l’asta mezza rotta. Faccio un salto dalla pedana della
batteria al resto del palco.  Vado vicino a Brian e cantiamo, mentre lui
suona la chitarra. Il pubblico ci applaude e canta insieme a noi. E’ davvero
bellissimo suonare e cantare su questo palco. 
Sono le 2.20 del mattino e il concerto è finito da 40 minuti. Siamo davanti
ad una cabina telefonica. Sto chiamando Mary. Chissà come sta. Poi anche
i miei gatti, chissà come stanno.  Mi risponde. 

Lei: “Pronto?”
Io:” “Hey, amore mio”

Lei:”Freddie, come stai? Com’è lì?”

Io:”Bellissimo, esaurito tutte le sere. Se solo potessi vederlo. Ci adorano.


Come stai tu?” 

Lei:”Bene, ma mi manchi”

Io:”Cosa fai, senza di me non ti diverti”

Lei:” Niente di più eccitante dell’America”

Improvvisamente vedo un ragazzo, abbastanza bello devo dire la verità.


Comincio a fissarlo. La voce di Mary mi riporta alla realtà :”Salutami i
ragazzi!” ."Certo" dico "Ti amo”. “Ciao Freddie, ti amo.” 

E’ davvero fantastico! Tutte le sere c’è un sacco di gente ai concerti. E’


fantastico! Abbiamo altre 2-3 date e poi ritorniamo a casa. 

E anche le ultime tre date sono andate  via. Dobbiamo tornare, anche
perché dobbiamo incontrarci con Ray Foster, un produttore discografico.
In questo momento siamo sull’aereo. La cosa più ironica? Prima di
lavorare con questa band, scaricavo valigie all’aerporto di Londra. “TI DO
UN CAZZOTO SUL NASO! HAI CAPITO?!” Mi sbatto una mano sulla
fronte. Roger sta litigando con qualcuno. Aiuto. Devo andare a salvare la
persona con cui sta itigando ORA, perché se no il tizio, veramente se lo
becca un cazzotto sul naso. E’ davanti al bagno. “ROGER!” gli dico “Che
cazzo fai?”. Roger mi guarda infuriato e dice :”Ha saltato la fila!” Io
sospiro e guardo il ragazzo, che ha forse 15 anni, e gli dico :”Tesoro, per
favore, puoi torna..” vengo interrotto da qualcuno che mi tocca la spalla e
dice :”Ma…M-ma tu sei Freddie Mercury!” 

Io mi giro e dico :”Esatto?”. “E quello è Roger Taylor. O mio Dio! Io sono


un vostro grande fan! Ho tutti i vostri album!” Io lo guardo sorridendo “Ne
hai uno con te?” Il ragazzo annuisce, allora gli dico :”Vallo a prendere con
una penna”. Il ragazzo si gira e prende qualcosa dal suo zaino. Il vinili del
nostro primo album e una penna. Me li porge e io li prendo entrambi.
Firmo e dico a Roger :”Roger vieni qui, poi chiama Brian e Deaky.” Così,
ora, il ragazzo ha le nostre firme.
“Gr-grazie! Per me siete davvero fantastici! Posso stringervi la mano?”
“Certo, tesoro! Come ti chiami?” chiedo stringendo la mano
“Gabriel” dice lui. “Piacere Gabriel. Ora dobbiamo tornare a posto, ma è
stato un vero piacere incontrarti.” “Anche per me” risponde il ragazzo
Così torniamo a posto. Tra un’ora e quaranta minuti circa saremo a casa.

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