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FREDDIE MERCURY

La storia di una leggenda


INFANZIA

Freddie Mercury, il cui vero nome è Farrokh Bulsara, nacque a Zanzibar il 5 settembre del
1946, e all’età di sei anni ebbe una sorellina di nome Kash. I genitori lo mandarono in un
college inglese che accoglieva studenti di varie religioni. Passava la maggior parte del
tempo lì, e vedeva i genitori davvero di rado. In estate poteva ovviamente tornare a casa,
ma lui preferiva andare dai parenti. Gli amici lo descrivono come un ragazzo cortese,
riservato ed educato, e portava molto rispetto verso i genitori. Di solito andava anche ad
un corso di disegno dalla madre di una sua amica. Nessuno pensava che lui fosse gay.
Non lo dimostrava, ma la madre dell’amica se ne era accorta dal fatto che chiamasse
tutti “Tesoro”.
Il fatto di non avere avuto molto affetto da piccolo da parte dei genitori,
dimostrerebbe il perchè in casa aveva tutti quei gatti. Era come se desse a loro
l’affetto che i genitori non sempre gli avevano dato.

Freddie era nato inoltre con 4 incisivi in più, e disse poi in seguito, che se avesse
modificato i suoi denti sarebbe cambiato anche il suo modo di cantare. Riguardo il
canto, a scuola faceva parte del coro della messa della domenica. Inoltre formò
una delle sue prime “band” con altri ragazzi al college. Cantavano assieme canzoni
di altri cantanti che a loro piacevano. Ai tempi ascoltava Little Richard e altri vari
cantanti.

Al college, Freddie ebbe dei rapporti sessuali sia con ragazzi che con ragazze.

All’età di 18 anni, Freddie si trasferì a Londra con la sua famiglia.


LE PRIME TRACCE DELLA BAND E I PRIMI QUEEN

Freddie nel ‘66 ottenne il massimo dei voti all’esame d’arte del Isleworth
Polytechnic, questo gli permise di andare all’ Ealing Art College di Londra. Si
ritrovò nello stesso corso di Tim Staffel. Divennero amici. Freddie scoprì che il
ragazzo era cantante e bassista degli Smile, gruppo formato da Tim, Roger
Taylor e Brian May. Freddie aveva detto a Tim che voleva entrare nella band,
perché voleva essere il secondo cantante, ma lui rifiutò, nonostante ciò Freddie
andava spesso alle prove della band. Li ascoltava e dava loro consigli, che molto
spesso accettavano.
Freddie decise di crearsi una Band sua e quando si esibirono per la prima volta sul palco
non sembrava per niente un dilettante, anzi sembrava avere molta esperienza. Dopo un
po’ lasciò quel gruppo, e ne trovò un altro, ma quello si sciolse non molto tempo dopo.

Intanto, nel 1969, gli Smile pubblicano il loro primo singolo, che ebbe scarso successo.
Così Staffel lasciò il gruppo. Freddie convinse May e Taylor a formare un gruppo insieme,
e accettarono. Poi, nel 1970, Freddie propose il nome Queen per la loro Band. Dopo
un’iniziale perplessità, gli altri acconsentirono.

Nel 1970, Farrokh Bulsara, iniziò a farsi chiamare Freddie Mercury. In quell’anno fecero il
loro primo concerto, che andava in beneficenza per la Croce Rossa. Si aggiunse anche il
bassista Mike Grose

May, in quel concerto, presentò a Freddie Mary Austin, con cui poi ebbe una lunga storia
d’amore.
I PRIMI ALBUM FAMOSI

I primi album della band furono ben accolti dalla critica, così il gruppo cominciò a
diventare importante. Loro volevano innovare il modo di cantare. Volevano unire
vari generi, come il rock, la musica classica, il jazz.

Nel 1975 venne pubblicato l’album “A Night at the Opera”, che consacrò
definitivamente il quartetto. Nel 1976 i Queen andarono in tour per l’album, in
Giappone, e lo stile del mondo orientale influenzò molto lo stile di Mercury. Negli
anni successivi il gruppo creò altre canzoni che ebbero altrettanto successo:
SOMBODY TO LOVE WE ARE THE CHAMPIONS DON’T STOP ME NOW

CRAZY LITTLE THING CALLED LOVE


Freddie, a metà degli anni settanta, si rese conto di essere gay, non bisesessuale, e pose fine
al rapporto con Mary Austin. I due rimasero comunque amici stretti. Il cantante si trasferì al
numero 12 di Staffed Terrace, e fece in modo che Mary si trasferisse in un appartamento
accanto al suo.

Freddie si fece contagiare dal Glam Rock. Si vestiva con gli abiti della stilista Zandra Rhodes,
facendosi crescere i capelli e mettendo lo smalto. Le stesse esibizione dei Queen furono per i
primi dieci anni caratterizzate da Freddie e Brian truccati e vestiti completamente in bianco e
nero. La band alla fine dei concerti, lanciava rose dal palco e poi brindava assieme al
pubblico cantando God Save the Queen. Così il pubblico iniziò ad affezionarsi alla band e al
suo frontman.

Nell’ottobre del ‘79, il cantante si esibì insieme a dei ballerini del Royal Battle in un galà di
beneficenza presso il London Coliseum, cantando “Crazy little thing Called Love” e
“Bohemian Rhapsody. Dovette allenarsi per una settimana: doveva fare capriole a corpo
libero e poi doveva essere sollevato in aria da tre uomini a torso nudo.Infine, su invito di Paul
McCartney andarono all’Hammersmith Odeon di Londra per un concerto di beneficenza
GLI ANNI OTTANTA E IL LIVE AID

Nel 1980, il cantante si tagliò i capelli e iniziò a farsi crescere la barba. I fan iniziarono a
mandargli lamette per la barba usa e getta. Freddie si trasferì a Monaco, e la vita notturna lo
condizionò in modo da non riuscire quasi più a lavorare in condizioni psicologiche perfette. I
Queen pubblicarono degli Album che non ebbero il successo, decisero di prendersi una pausa.
Mercury, lavorò a Monaco con Giorgio Moroder alla colonna sonora del film Fritz Lang
Metropolis.

Fece dei dischi ma non ebbero tanto successo. Poi Mercury andò a vivere a New York per alcuni
mesi. Dopo i progetti da solisti, i Queen si riunirono e crearono un Album, che era intitolato “The
Works”, e poi fecero il “The Works tour”. Andarono a Sun City, città del sudafrica, considerata
simbolo dell’apartheid, osteggiata in passato dalle Nazioni Unite, e così la band fu oggetto di
critica, diceva facessero tutto solo per soldi. Ma i Queen smentirono le voci, dicendo che non
erano una band politicizzata, e inoltre ai loro concerti accoglievano persone di diverse etnie.
Nel gennaio del 1985, i Queen presero parte a Rock in Rio. Suonarono davanti 250.000 persone
in due giorni, un vero record, e fu memorabile il momento in cui il pubblico duettò con Mercury
sulle note di Love of My Life.

Il 13 Luglio del 1985 i Queen parteciparono al Live Aid, un concerto per la fame in Etiopia. Ci fu
la partecipazione dei cantanti più importanti. Si esibirono a Wembley Stadium di Londra e i loro
venti minuti di esibizione “Consegnarono alla storia i Queen e fecero di Freddie Mercury una
leggenda” e di Freddie Mercury “Il mito di insuperabile frontaman”

Il 6 giugno 1986 i Queen inaugurarono a Stoccolma il Magic Tour, organizzato per promuovere
A Kind of Magic, disco che fu anche la colonna sonora di Highlander - L'ultimo immortale;[86] nelle
ventisei date la band raccolse circa un milione di spettatori.[87] L'11 e 12 luglio tornarono a suonare
al Wembley Stadium, davanti a un pubblico di 70 000 persone, in quelli che divennero due dei loro
concerti più famosi e celebrati;[88] nelle esibizioni di questo ultimo tour Mercury indossò la celebre
giacca gialla che divenne un'icona distintiva del cantante. Freddie concluse la scaletta di ogni data
sulle note di God Save the Queen, vestito da re e indossando un lungo mantello di pelliccia e la
corona.[89] L'ultima esibizione dal vivo dei Queen si tenne il 9 agosto 1986 nel parco di Knebworth:
questo fu l'ultimo concerto di Freddie Mercury, davanti a 120 000 spettatori.
Nel corso di quell'anno, Mercury iniziò a provare malesseri diffusi, decidendo, nel mese di ottobre, di effettuare degli esami sierologici in
una clinica di Harley Street,[90] mantenendo tuttavia un estremo riserbo sulle sue condizioni fisiche con chiunque; nel tardo aprile 1987
Mercury fece degli ulteriori accertamenti medici più specifici, durante i quali gli fu diagnosticata la sindrome dell'AIDS, che gli causò
l'insorgenza di altre patologie come il sarcoma di Kaposi, nonché gravi problemi respiratori cronici; non seppe mai con certezza da chi
venne contagiato.[91][92]
Nonostante fosse stato messo a conoscenza della sua condizione, Mercury decise di continuare la sua carriera musicale e a seguito del
grande trionfo del Magic Tour decise di dedicarsi a nuovi progetti personali. Sempre nel 1986 infatti partecipò alla stesura del musical
Time di Dave Clark, scrivendo e talvolta interpretando le ballate Time e In My Defence,[93] mentre l'anno successivo pubblicò la cover dei
The Platters The Great Pretender, distribuita come singolo nel mese di febbraio, arrivando alla quarta posizione nella classifica inglese e
risultando tra i maggiori successi della sua carriera solista,[94] e incise Hold On insieme all'attrice Jo Dare, singolo prodotto da
Reinhold Mack per il film Zabou.[95]
Nel corso del 1987, inoltre, Mercury smise di seguire la moda Castro Clone, radendosi i baffi e facendosi crescere la barba, nel tentativo
di nascondere i segni del tumore di Kaposi.
Nel 1988, in collaborazione con Montserrat Caballé, soprano spagnola conosciuta nel maggio 1983 a una rappresentazione di
Un ballo in maschera, pubblicò Barcelona, album con canzoni in inglese e in spagnolo che unisce la pop music con la musica lirica,
genere musicale apprezzato da Mercury fin dagli anni settanta e già trattata ad esempio con Bohemian Rhapsody.[96][97] La critica fu divisa
per quanto riguarda i giudizi sul disco, tra chi lo riteneva un esperimento estremamente riuscito e lo descriveva come "il più bizzarro CD
dell'anno";[98] Barcelona ebbe comunque un buon successo commerciale, arrivando all'ottava posizione della classifica del Regno Unito e
diventando una hit in Spagna.[99][100] La title track, presentata nel 1987 durante un'esibizione con i due cantanti ai Ku Club di Ibiza e
replicata al La Nit Festival nell'ottobre 1988 davanti al Re e alla Regina di Spagna, in quella che fu l'ultima esibizione dal vivo di Freddie
Mercury,[101] divenne nel 1992 l'inno ufficiale dei Giochi della XXV Olimpiade di Barcellona; era previsto che Mercury e Caballé si
esibissero durante la cerimonia d'apertura dei giochi, ma la scomparsa del cantante fece sì che il soprano spagnolo cantò il brano
accompagnata su uno schermo dalla voce dal frontman britannico, mentre veniva mostrato un montaggio video delle immagini della città.
[102]
[101]
Contrariamente a quanto erano soliti fare, non vi fu alcun tour dei Queen dopo la pubblicazione di
The Miracle nel 1989, su volontà di Mercury, a suo dire stremato dal Magic Tour, così il quartetto cominciò
subito le registrazioni per un nuovo album in studio.[103] Il cantante, nel corso del 1989, quando i segni delle
malattia cominciarono a essere evidenti, confessò di essere sieropositivo agli amici più intimi; a May, Taylor
e Deacon, che avevano già intuito lo stato di salute del cantante, questi rivelò la sua condizione durante una
cena nel maggio di quell'anno a Montreux, in Svizzera, sede dei Mountain Studios dei Queen, nel periodo
conclusivo delle registrazioni di Innuendo.[104][105] Alcune testate giornalistiche cominciarono a sospettare che
il frontman fosse effettivamente malato, sospetti derivati principalmente dal suo aspetto, dalla decisione di
sospendere i tour della band e dalle confessioni di alcuni suoi amanti pubblicate sulle pagine dei tabloid
inglesi del tempo;[106][107] Mercury continuò comunque a dichiarare pubblicamente di non aver ricevuto
nessuna diagnosi, decidendo però di abbandonare la vita pubblica.
Gli ultimi anni di vita e la morte
Il 18 febbraio 1990 Freddie Mercury fece la sua ultima apparizione televisiva in diretta, in occasione del
conferimento del premio per il contributo dei Queen alla musica britannica ai BRIT Awards.[108] La crescente
diffusione di notizie su una possibile malattia di Mercury, amplificate dalla morte per AIDS di Nikolai
Grishanovich, uno dei suoi tanti amanti, portò il gruppo a decidere di diffondere un comunicato stampa
ufficiale, nel quale si smentiva ogni illazione sul cantante.[66][109] Per sfuggire ai tabloid, Mercury si trasferì a
Montreux, nella primavera del 1991, dove affittò un'abitazione in riva al lago denominata Duck House.[110]
La sua ultima apparizione pubblica fu nel video della canzone These Are the Days of Our Lives, in cui il
frontman appare molto dimagrito; il videoclip del brano, registrato il 30 maggio 1991 e tratto dal suo ultimo
album con i Queen, Innuendo, venne tuttavia reso pubblico solo dopo la sua morte, su sua precisa volontà,
per non dare adito ai vari rumor, e montato in bianco e nero per nascondere i segni della malattia sulla sua
pelle.[111] Durante il soggiorno a Montreux, Mercury continuò a registrare le tracce vocali dei vari brani presso
i Mountain Studios, nonostante fosse molto debilitato dalla malattia e costretto a riposo per molte ore al
giorno.[112] L'ultima canzone che il frontman registrò fu Mother Love, tra il 13 e il 16 maggio 1991, brano che,
per la debolezza causata dalla malattia, dovette eseguire da seduto e non riuscì a cantare per intero,
dovendo cedere il posto a May.
Mercury rientrò a Londra a fine giugno per stare vicino ai suoi cari. [114] Le sue condizioni di salute si aggravarono
ulteriormente e venne sottoposto ad alcune cure sperimentali con medicinali che arrivavano di nascosto alla Garden Lodge.
Nelle ultime settimane Mary Austin gli fece spesso visita, trascorrendo svariate ore in sua presenza; oltre alla donna, anche
Jim Hutton, compagno di Mercury, Joe Fanelli, chef personale della rockstar, e Peter Freestone, suo assistente personale,
supportavano il cantante.[115][116] Negli ultimi giorni Mercury cominciò a perdere la vista e la propria condizione fisica peggiorò
ulteriormente, a tal punto che non riuscì più ad alzarsi dal letto; decise così di non assumere più farmaci salvo alcuni
antidolorifici.[116][117] Il 22 novembre 1991, consapevole del suo stato terminale e della grande attenzione mediatica a lui
dedicata, il cantante convocò nella sua casa Jim Beach, manager dei Queen, per redigere un comunicato ufficiale che venne
consegnato alla stampa il giorno dopo
Mercury, il 24 novembre del 1991,morì, a causa di una broncopolmonite aggravata da complicazioni dovute all'AIDS, all'età di 45
anni, con Jim Hutton al suo fianco.[114][115][121] I funerali, che si svolsero al Kensal Green Cemetery in forma strettamente privata, furono
celebrati da due sacerdoti zoroastriani;[14] alle esequie parteciparono soltanto trentacinque persone tra cui i suoi genitori, la sorella
Kashmira con il marito, i suoi compagni di band John Deacon, Brian May e Roger Taylor, Mary Austin e i cantanti Elton John e
David Bowie. Il feretro venne accompagnato nella cappella al suono delle cover di Aretha Franklin di Take My Hand, Precious Lord e
You've Got a Friend.[122]
Secondo le sue ultime volontà, Mercury fu cremato e le sue ceneri affidate a Mary Austin, la quale le conservò nella sua camera da
letto per circa due anni e, successivamente, le sparse segretamente nel luogo scelto dal cantante.[123] Nel suo testamento, il cantante
affidò la metà esatta del suo patrimonio, pari a circa dieci milioni di sterline, oltre alla Garden Lodge, a Mary Austin, mentre il resto
del patrimonio fu diviso tra i genitori e la sorella Kashmira Bulsara-Cooke;[124] anche Jim Hutton, Peter Freestone, Joe Fanelli e Terry
Giddings, suo autista e guardia del corpo, ottennero parte della sua eredità.[124] Il muro esterno della Garden Lodge divenne di fatto
un santuario di Mercury, con i fan che tappezzarono il muro di scritte e fogli di carta, divenendo secondo il Time Out "il più grande
tempio rock 'n' roll di Londra".
Cosa ne penso io

Ora vi chiederete cosa ne penso. Be’, che dire? Per me Freddie Mercury è stato e sarà
per sempre uno dei migliori frontman mai esistiti. Certo oggi abbiamo i Maneskin, che
hanno fatto canzoni abbastanza carine, ma Damiano non supererà mai e poi mai
Freddie Mercury, con i suoi “Eeehhh-oooo” durante le esibizioni, il suo interagire con il
pubblico, il suo fascino nel catturarlo. I Queen sono quello che sono grazie a Freddie,
ma se c’è una cosa che mi ha insegnato il film Bohemian Rhapsody è chiedermi : “Chi
sarebbe stato Mercury senza i Queen?”.

Insomma, una cosa che so per certo è che i Queen assieme al loro frontman, hanno
fatto la storia, e hanno bucato il cielo con un dito…

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