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HECA RHACV SINA

MILAN REŠETAR

B3. Sign 6.356.

bvanská knihovna
VANSKÁ KNIHOVNA
* 3186187447 "
1301E.

AC
36558

CHILLA

Spalato. Tipografia di Antonio Zannoni. 1869 .


Pel già stato di Ragusa, con cenni sulla di Lei origine, de

rivazione delle singole località per acquisti o regali dei Principi


confinanti, epoche delle rispettive dilatazioni, estesa, prodotti, Go

verno, precedenti ricchezze dipendentemente dalla navigazione e


commercio , danni sofferti, decadimento, e di quanto infine si con

serva al presente.

Con brevi descrizioni locali, e storiche indicazioni, desunte

dai più accreditati annalisti patrië , e dall'antico Archivio , di

quanto merita di essere osservato tanto nei dintorni e recinti del

la Città, quanto in ogni altro punto .

Undique Collatis Membris.

Horat. de A. P.
opuscolo che presento al Cortese Lettore , contiene una
breve descrizione del già stato della ex Repubblica di Ragusa , e
di quanto attualmente vi si conserva .
In origine questo piccolo Stato si limitava a poche miglia di
circonferenza, e gradatamente coll' andar de ’ secoli si è dilatato
mediante donazioni ed acquisti, che in diverse epoche vi fece quel
Governo , per modo che negli ultimi tempi si estendeva per la
lungbezza di 120 miglia da Klek in ponente presso la Narenta
fino a Suttorina in Levante presso Castelnuovo di Cattaro, e due
lingue di terra nei detti punti appartenenti alla Potenza Ottomana ,
lo separavano dai possedimenti Veneti nella Dalmazia , come fu
stabilito all'articolo IX . del Trattato di Passarovitz già dai Let
tori conosciuto.

Tutto quello che mi accingo a descrivere , in parte ho at


tinto dagli antichi annalisti di Ragusa , in parte da documenti del
l'antico Archivio , in parte dalla voce di pochi vecchi ancora vi
venti , conoscitori del passato , ed in parte finalmente mi è perso
palmente noto .
Converrà però che il Lettore voglia immaginarsi di giunge
re dalla Dalmazia propriamente detta , per introdursi nel già Sta
to di Ragusa , lasciando alla parte destra la città e l'Isola di
Curzola anticamente chiamata Nigra Corcyra , la quale non a
vendo formato parte de' Ragusei possedimenti, sebbene ora ap
parlenga ad una Diocesi stessa. non può essere compresa nel mio
lavoro ; ciò non pertanto non ommetto di osservare di essere
grande , avente rinomati Cantieri (Squeri ) per costruzioni navali , e
di barcolame; Editzî di antica e di moderna costruzione , con Cam
pagne ben coltivale, e con Boschi di ottima produzione, molto po
polata di abitanti , specialmente nel Capoluogo colli e cordiali, i
quali, coll'industria, colla fatica, e col ricavato dalle possidenze
proveggono alle proprie bisogna. Era ivi anche la residenza di

un Vescovato, soppresso nell' anno 1828, ed incorporato in quel


lo di Ragusa, ed ora lo è di una Collegiata con un Arciprete e
Canonici, nè vi manca una c. r . Autorità politica Capitanale la
quale estende la propria giurisdizione anche al distretto di Sa
bioncello, un c. r . Giudizio distrettuale , una Podestaria Comunale,
Istituti Scolastici ed altri ufficii pubblici, a maggiore comodo della
popolazione.
Scrivo per mio passatempo, e spero che i Cortesi Lettori mi
saranno generosi se non di sublimi concetti sparsa e adorna , ma
sibbene esposta a guisa di semplice famigliare racconto, troveran
no , a ricordo del passato, questa qualunque siasi descrizione .
Nè vorranno Essi scandalezzarsi, se nelle narazioni trove
ranno innestato dove parzialmente, e dove anche per intiero, qual
che pezzo già da altri reso di pubblica ragione, perchè appunto
riportandoli quali sono, ho creduto a proposito di contrasegnarli
con graffe, e farmi anche scudo per la verità del fatto, col mot
to di Undique Collatis Membris già premesso al presente mio
lavoro .

Ragusa nell'anno 1868 .

MATTEO ZAMAGNA qm. FRANCESCO .


DESCRIZIONE

del già stato di Ragusa, e di quanto vi si conserva

SIT , al presente.

PRAL Penisola di Panta.

La parte settentrionale della Narenta ne' tempi andati era chiamata


-
Kraina , ovvero spiaggia di Macarsca. La parte meridionale era conosciuta,
come al presente, sotto il nome di Penisola di Punta .
" Da questa penisola comincia il già Stato di Ragusa, e vi formava un
integrante porzione.
“ É lunga 30 miglia e larga 6, ed acquistò il nome sotto cui è cono
sciuta, perchè di mano in mano restringendosi, termina finalmente in una
punta.
Essa si estende da Capo - Cumano fino a Stagno, e fu comprata nell'an
no 1333 da Stefano Re di Rascia figlio di Oroscio . (Proleg. Cer. Cap. XI . )
Tutti i vilaggi della punta sono sufficientemente popolati, e le principali
loro risorse formano il vino, l'olio, i grani, e la navigazione.

Sabloncello.

Sabioncello però si distingue per uno speciale vestiario delle donne, che
dona molto alla loro per lo più naturale bellezza, ed ha molte famiglie bene
stanti in conseguenza de' guadagni che sempre hanno saputo quelle genti pro
curarsi colla navigazione a lungo corso.
Gli uomini di quel Circondario quasi tutti, se si eccettuino i veechi ed i
ragazzi, sono continuamente in viaggio , e perciò si vede le donne occupate
nei lavori i più interessanti sia domestici, sia di campagna.
A Orebichi di Sabioncello, che, attraverso del canale resta a brevissima
distanza dalla città di Curzola, vi era una volta la residenza di un Conte, che
in nome della Repubblica amministrava la giustizia in I.ma Istanza indi sotto
il Governo Francese di un Giudice di Pace, e presentemente vi si trova un
Giudizio distrettuale, che comprende tutta la penisola nella sua giurisdizione
civile fino al confine di Stagno, essendo dipendente in quanto al politico dal
Capitanato Distrettuale di Curzola.
- 8 -

É da notarsi, che a merito e lode di quella industriosa ed intraprenden


te popolazione, in Orebichi già dall'anno 1865 è stata fondata un ' Associa
zione Marittima con ingenti capitali formati da più di 4000 azioni, la quale
in soli tre anni di sua esistenza , malgrado le difficoltà inerenti ad ogni im
presa nuova, e le diffidenze, che i sinistri di mare, e le oscillazioni del com
mercio ispirano ai capitalisti, ha saputo elevarsi a tanto rapidi passi, che già
conta 14 navigli della capacità di 8487 tonell., della portata di staja 178,227 ,
e del complessivo importo di fiorini 1,009000.
Possa questa patria benefica Associazione servire di esempio, e portare
eguali salutari effetti agli altri Distretti, ed alla Dalmazia intiera.

In un villaggio di Punta detto sakotoraz ovvero Nakovan, nacque Pietro


Illirio, che da Innocenzo Papa nell' anno 404 fu creato Cardinale . ( Luc
cari e Dolci.)

Primorie.

Primorie, ossia le terre nuove, che da Stagno si estende fino a Poglize


di Valdinoce (da dove comincia la cosi detta Astarea ossia le terre di vec
chio acquisto), è stato comprato dal Re di Bossina Ostoja Cristich nell'anno
1398, come risulta da Diploma segnato da esso Re, e dai Bani suoi dipen
denti.
Questo Primorje abbonda di biade di ogni specie, di vino, e da moltis
simi anni addietro nelle circonferenze de' suoi villaggi , sono stati fatti degli
impianti anche di ulivi, dovendo notarsi, che sotto l'antico Governo di Ragusa
quelle terre non potevano essere destinate se non se alla coltura delle viti.
Gli abitanti proveggono colla loro industria e fatica al necessario per vi
vere, ove i redditi ordinarii non arrivino a supplire alle loro bisogna.

Stagao .

E parlando di Stagno, compreso fra le terre di Primorie, cade in accon


cio di far conoscere, che questa fino all'anno 1828 era una città Vescovile,
in seguito unita alla Diocesi di Ragusa, (ex Bull. Pontif. 30 Julii ) bene forti
ficata ne' suoi primordii a mezzo di un muro lungo per un miglio , e di tratto
in tratto fornito di piccoli fortini.
Essa abbraccia i due lati dell'Istmo, ha la figura di un triangolo , ed
aveva pure due castelli l' uno dentro e l'altro in cima di un alto monte, che
dominava la città , perciò chiamato Podsvisd, ossia sotto le stelle.
Le dette fortificazioni hanno costato ai Ragusei 12,000 ducati d'oro, co
me rilevasi dal relativo istromento dell'anno 1394. Presentemente tutte so
no quasi diroccate.
Stagno ha da una parte il seno della Narenta , che forma, come ho det
to, il confine occidentale dello Stato di Ragusa, e dall'altra parte il Canale co
si detto di Stagno, che è delizioso, ed il mare aperto.
Il suolo è addattato per i grani, per le viti, e per l'ulivo , ed i vicini
- 9

monti abbondano di volatili, come i seni di mare, specialmente a Stagno pic


colo , di ogni sorta di pesce, di ostriche e frutta marine.
Ma tutti questi vantaggi sono quasi annichiliti da un'aria deleterica. che
nei mesi caldi particolarmente produce le terzane a causa delle saline, delle
palludi , e della vicinanza della Narenta, che pure emminentemente, come è no
torio, va soggetta a questa febbrile influenza . – Per questa ragione la Città
di Stagno non ha che pochi abitanti, per la maggior parte sconcertati nella
salute.

Saline di Stagno .

Le prementovate Saline di pubblica pertinenza somministrano una gran


quantità di sale, e questa fabbrica è portata alla perfezione esistendovi tutti i
necessari apparati, edifizi, funzionari, ecc. per la migliore riuscita e conser
vazione.
In tutto questo tratto di terre, non vi sono che due luoghi di storiche
tradizioni rimarchevoli ; cioè Slano e Smokovlie.

Slano .

Slano nell'anno 1400 al 1500 era considerato come una piccola città
pel suo commercio marittimo.
Le famiglie Ohmuchievich - Iveglia (ora da più anni estinte ) dopo la per
dita dei loro feudi nella Bossina, si erano ritirate e stabilite a Slano, dove pos
sedevano molti beni , e grossi bastimenti, formando il decoro di quel paese fi
no a tempi recentissimi .
" Il matrimonio di Jella Ohmuchievich con Pietro ultimo figlio di Alessio
Comneno Imperatore di Trebisonda ne fissò pure un' epoca gloriosa.,,
“ Ed i Padri Alberto Regnich , Domenico Andriassevich , e Benedetto Or
sini, uomini di gran talento e dottrina, fatti Vescovi nel mentre erano alla di
rezione del Convento di Slano, fecero vedere, che nulla vi mancava anche per
rapporto alla coltura . (Ex Append. Tom . II. Luccari Lib . XIII .)
Slano presentemente è ridotto a semplice villaggio, poco popolato, e di
sperso. Ciò non di meno è molto curata la coltivazione delle viti, degli olivi,
e delle biade, locchè unito alla pesca , erbaggi ecc. somministra agli abi
tanti il mezzo per sostenersi per la maggior parte dell'anno, contribuendovi
nel resto il commercio non poco accarezzato da quella industriosa popola
zione.
A ’ tempi della Repubblica vi risiedeva un Conte per l'amministrazione
della giustizia , sotto la Reggenza Francese un Giudice di Pace , e sotto l'at
tuale Governo Austriaco fino a pochi anni addietro, una Pretura di II. classe,
di cui presentemente il Capo - luogo è la prementovata Città di Stagno, qual
punto più centrico per tutto il Distretto, con la denominazioue di Giudizio Di
strettuale per la parte civile, dipendendo nel resto dal Capitanato Distrettuale
residente nella Città di Ragusa.
- 10

Smokovglie.

A Smokovglie poi la tradizione sostiene , che possa esservi stata una


Città in tempi assai remoti, ma s' ignora sotto quale denominazione ; e quà e
là vi si trovano sparse delle rovine, che indicherebbero preesistenti edifizi.
Ad ogni qual tratto i contadini smuovendo la terra trovano medaglie mo
nete antiche, e lapidi sepolcrali. Una di queste ultime per modo d' esem
pio qui riporto:
D. M.
ALEIPIDIÆ
INFELICISSIMÆ
DE · AN XXX
PAELCASSIAV.
MARITUS.
CONIUGI.
PO :

Le storie ci sostengono , che nella Dalmazia Romana esistessero molte


città delle quali presentemente non vi ha più nemeno una traccia positiva .
Se il fatto quindi è tale, perché anche a Smokovglie non potrebbe es
servi stata una ?
Si tratta di argomenti molto antichi per cui o conviene credere alle tra
dizioni, o lasciare la verità al luogo suo. Io per me senza contrastare col
l'oscurità del passato, e senza pretendere di criticare minimamente le opinio
ni de ' preclari scittori di patrie notizie de' secoli passati, dai quali nella mag
gior parte ho attinto questi lumi , lascio che il cortese Lettore o Viaggiatore
se ne appigli a quello, che gli si presenta piú ragionevole sopra questo, e so
pra ogni altro punto non provato con piena autenticità .

Barsecine , Cannosa, Valdinoce .

Passato Maikovi, villaggio sovrastante a Slano, per una strada regia lar
ga e ben conservata , ci troviamo a Barsecine, Cannosa, e Valdinoce , villaggi
distanti l'uno dall'altro un miglio a due soltanto siti sulla strada stessa, am
mirando case di bella costruzione , nella maggior parte con giardini, indi al
l ' intorno vignelli, olivelti, ed alberi fruttiferi, bellissimi, ed in ottima coltura
agraria.
Conviene però soffermarsi di passaggio a Cannosa per esaminare i se
colari Platani di sorprendente straordinaria grandezza e circonferenza, aventi a
lato un ruscello di acqua perenne , i quali richiamano bene spesso la curio
sità de' forestieri. *)

*) La circonferenza di uno di essi Platani é di klafter viennesi 6, e del


l'altro di klaſter 6 e mezzo. Ciò fù riscontrato molte volte dai viaggiatori, e
11 –

Ed a Valdinoce di passaggio egualmente, non sarebbe disagradevole di


recarsi alla Chiesa parocchiale dedicata alla Visitazione di Maria Vergine, efab
bricata fra macigni, da sotto de quali sgorga un acqua perenne, ove si mo
stra la di Lei Immagine in un quadro di mediocre grandezza e pennello, ma
che la tradizione popolare espone di essere stato trasportato dalle onde a quei
lidi, e di essere ricomparso poi , non si sa come, dopo che involato e mal
menato dai Montenegrini nell' incursione dell'anno 1806 , la popolazione ave
va fatto preghiere e voti per ricuperarlo.
Qui nel giorno 2 Luglio in ogni anno v' ha un immenso concorso di fe
deli , che accorrendo da tutte le parti de' diversi Comuni, di mattina occupano
il tempo in pratiche religiose, e consacrano il dopopranzo ai balli nazionali, e
ad un tranquillo tripudio in aperta spianata sotto gli alberi, bella oltremodo
presentandosi la varietà de' vestiti di diverso costume dei villici del vicino
Contado, ed un tutto insieme, che ispira un ' inconsueta allegria.
In tutti questi villaggi stante l'opportunità dell'acqua perenne suddetta,
vi esistouo molini per macinar le granaglie de' villici locali e di oltre monte.
Nè serve che qui ricordi come appunto sui monti contermini in Tramon
tana, e fino al confine Turco , il territorio sia sparso di molti villaggi e casali
popolati di contadini, che si occupano della coltivazione delle terre apparte
nenti nella maggior parte a proprietari, ai quali corrispondono la quota parte
delle derate, e vivono quindi di fatica ed industria, non senza ritrarre anche
vantaggi degli immensi boschi e pascoli, che vi sono aderenti, onde poi por
tanobiade, legna, formaggio, buttiro, pollame, selvaggiume, e simili in vendi
ta alla città .
Sia per la sunominata strada regia, sia per un' altra comunale più breve,
che da quella devia dalla parte cosi detta Poglize di Valdinoce, in meno di
mezz'ora si discende alla marina di Malfi.

Mali .

Malfi è un porto, cinto da tre lati di alte montagne, che forma una bel
la valle, abbastanza popolata. e ricoperta da tutti i detti tre lati di ulivi, vi
gne, ed alberi fruttiferi ; spazioso e capace di contenere molte navi ; con ca
se all' intorno appartenenti a quella popolazione ; e casini con giardini di ra
gione di proprietari della città .
Da tutti i prementovati villaggi di Barsecine, Cannosa, Valdinoce, e Malfi
chi non volesse percorrerli per terra, trova facilmente barche per ridursi per
mare costeggiando la spiaggia fino a Gravosa .
Ma trovandoci in questo punto , stà bene, prima di proseguire avanti, di
recarci a visitare le adiacenti isole, che formavano parte dello Stato di Ra
gusa .

specialmente dal Re di Sassonia , che nell'anno 1838 venuto pea diporto a Ra


gusa , volle vederli,
Alla di Lui presenza il primo fu circondato appena dalle tese braccia di 8
uomini, e ad abbracciare il secondo cinque non bastavano,
12

Isole Elafiti ossia Giuppana , Mezzo e Calamotta ,

Dirimpetto ai detti 3 villaggi, noi troviamo in mare da mezzo giorno, ed


alla distanza di poche miglia le tre Isole anticamente chiamate Elaphites, ov
vero Giuppana, Mezzo e Calamotta.
Queste appartenevano a Bogoslavo figlio di Prelimiro Re della Dalmazia, e
Nipote del Re Stefano, di cui avrenomo motivo di far cenno ; e di Margarita sua
moglie, la quale dopo la morte del marito, col suo privato tesoro, si era ri
tirata a Ragusa . - Bogoslavo voleva che a tutti i patti vi fosse respinta, ma
datagli dal Senato un'assoluta negativa, sdegnatosi, venne con 10,000 uomini
alla volta di Ragusa, mettendo a ſerro e a fuoco il territorio ed i Borghi.
Però respinto dai Ragusei, che a quell' epoca potevano per terra e per mare
mettere in armi truppa e gallere, fù costretto di rientrare ne' suoi Stati.
Morto indi Bogoslavo dopo alcuni anni, il di lui Regno essendo rimasto
in preda alla discordia ed al tumulto, la Regina di lui vedova Siva, col figlio
Silvestro, per sottrarsi agli eccessi di una furiosa fazione, passarono a Ragu
sa, dove non solo cordialmente furono accolti, ma ben anche per qualche an
no trattati come si conveniva al loro alto grado. - Ed i Ragusei commossi
dalle loro sofferenze morali, tanto si adoperarono presso i grandi del Regno,
che tranquillizzati gli animi de' sediziosi, riuscirono di rimetterli sul trono.
Fù allora che il Re Silvestro, grato ai suoi benefattori ( cosi li chiamava ), e
per compensarli de' danni loro stati arrecati dal suo padre Bogoslavo, fece do
no alla Repubblica delle suaccennate tre isole: Giuppana, Mezzo e Calamotta,
e ciò nell'anno 1080 come lo asserisce lo storico Appendini, o nel 972 , co
me lo dice l' annalista Lucari, non potendosi precisamente stabilire la vera e
poca, attesa la perdita dei relativi documenti, all' occasione di molti terremoti
ed incendi, che hanno distrutto non poche delle più antiche ed interessanti
pergamene degli archivi pubblici, e delle private biblioteche.

Giuppana .

I Romani davano all'Isola di Giuppana il nome speciale di Tauride, o


Siparis, come lo attestano Irzio e le Tavole Teodosiane.
Un piccolo Scogħo , che la precede, chiamato Jakglian, ne' tempi anti
chissimi era abitato .
I di lui abitanti però passarono giudiziosamente a Giuppana, che è più
larga, ed ha 18 miglia di circuito.
Cinta questa Isola all'estremità di sassosi colli, tuttavia rivestiti quà e
là di alberi ed arbusti, contiene in sè molte valli di terreno fertile, e nel mez
zo una deliziosa pianura di quasi 3 miglia , piantata a viti, ed ulivi. - Ed an
zi tutta questa Isola attualmente per ogni dove presenta boschi, dirò cosi , di
alberi d'ulivo, quasi da per tutto perfettamente, sebbene con grandi dispendî
coltivati, talchè cogli storici patri, e colle mie conoscenze di fatto , si può di
chiarare di essere il luogo dove l'arte ha ajutato la natura con ottimo suc
cesso.
Gli abitanti sono colti, industriosi, e le loro principali risorse ritraggono
dall' olio, e dalla pesca.
1
13

Giuppana si divide in due principali sezioni, cioè Luka, e S. Giorgio, po


tendosi traversarla in un' ora per una strada abbastanza piana, e sufficiente
mente ristaurata .
Tanto nell' una, quanto nell'altra vi sono case di bella costruzione ed
aspetto, ma specialmente a Luka , ove si trovano anche parecchie botteghe di
commestibili, e taluna di arti e mestieri i più necessarii.
Vi accedono nei giorni festivi innoltre i villici della terraferma di Slano,
portando in vendita pollami, buttiro , latticini, erbaggi, ecc . de' quali l' Isola
non è abbondantemente fornita ; ed arrivano spesso bastimenti forestieri con
vettovaglie, e generi coloniali, che espongono in vendita ; e siccome le barche
di traghetto più volte nella settimana si recano alla città , cosi ogni altra provista
diventa di più facile conseguimento.
All'incontro a S. Giorgio quegli abitanti non forniti di sufficienti botteghe,
devono, o rivolgersi a Luka, o disporre gli acquisti a Ragusa, dove sono piú
spesse le partenze di barchette, attesa la maggiore vicinanza , e la più facile
navigazione specialmente d'inverno.
Il porto di S. Giorgio é piccolo, ma alla di lui imboccatura lo scoglietto
Rudda lo diffende dai venti borreali, che spesso imperversano nell' adjacente
canale, durante l' autunno e l'inverno.
E da notarsi, che a S. Giorgio trovansi i ruderi di un antico casamento,
e sopra una delle di lui porte esisteva lo stemma in pietra di Renato d'An
giò Duca di Napoli. Questo stemma, perchè non sia distrutto, fu trasportato
nel paese, e collocato presso la casa del Sig. Nicolò Sorgo, a cui appartiene il
terreno sul quale sono siti i sumentovati ruderi, e che generalmente è cono
sciuto dal volgo sotto il nome di na Renatovu .
Questo Duca é morto in Puglia.
Egli aveva (nell'anno 1400 ) mandato il suo testamento al Senato di
Ragusa perchè sia conservato e registrato nei libri della pubblica notaria
della città .
La tradizione pretende che il Duca avesse comprato una tenuta a S.
Giorgio ed ivi eretta una casa per villeggiare, e la tenesse anche per avere
un luogo di rifuggio nal caso di qualche sinistro evento all'estero.
E ciò m'induce a credere che sia vero, giacchè altrimenti a che prò a
vrebbe mandato il suo testamento a Ragusa perchè sia registrato, e cu
stodito ?
La borgata di Luka è dotata dalla natura di un porto rivolto a ponente,
lungo quasi 3 miglia, abbastanza largo e capace di contenere una gran quan
tità di bastimenti.
È formato da due promotorii, e difeso dalla maggior parte de' venti merce
di alcune isolette situate al suo ingresso , bello oltremodo, e notissimo ai noc
chieri, ned' esposto in qualche modo se non se ai venti ponentali, che lo di
sturbano dal canale di Stagno, il quale gli rimane di faccia. - É volendo il
navigante abbreviare la sortita da questo porto, gli è libero di farlo ( s' inten
de già con barche e bastimenti di minore portata ) per una, dirò, quasi spac
catura naturale di montagne denominata Harpoti, sita dal lato di mezzo gior
no del porto, ossia verso il golfo, per cui appunto i traghetti si diriggono al
la volta di Ragusa; ove il tempo lo permetta.
Irzio nella sua esposizione debello Alexandrino, parlando con molta lo
de di questo porto di Tauride, ci fà noto di avere esso servito di asilo alla
- 14 -

numerosa flotta di Ottavio seguace di Pompeo nel mentre veniva inseguito da


Vatinio comandante della flotta di Cesare procedente da Epidauro, e di essere
stato il Teatro di una sanguinosa battaglia fra i detti due nemici, nella quale
Vatinio è rimasto vittorioso :
“ Vatinius insequens.... Substitit ad Insulam Tauridem .... Magnum in An
gusto mari prælium factum est.... Vatinius re bene gesta victor post tertium
“ diem contendit in Insulam Issam . quod eo recepisse ex fuga credebat
u Octavium . 12
A’ tempi della Repubblica un conte ivi giudicava, e presentemente non
vi ha che una Podestaria Comunale , una Dogana ed agenzia di Sanità e Por
to, e Giuppana nel resto dipende dalle Autorità della città di Ragusa.

Isola di Mezzo detta Lopud .

L'Isola di Mezzo anticamente detta Delafodia , ed ora in Slavo Lopud,


ha 12 miglia di circuito .
Il prodotto degli ulivi, delle viti e de ' melagrani di cui sono rivestite le
sue erte ma amene colline, la lana, che, come quella di Giuppana, si distin
gue , per la sua finezza e bontà, il formaggio e la pesca formano le sue prin
cipali risorse .
Ha un buon porto a Ponente in forma di mezza luna, e nel centro una
piazzetta con sedili di pietra all' intorno, stata costruita a merito del q.m si
gnor Girolamo Natali, nell'anno 1813 al 1814 allorché egli in qualità di Go
vernatore delle Isole ivi risiedeva in nome e per conto della Reggenza Inglese.
Ne' secoli passati questa Isola era dominata da una fortezza, eretta sul
monte che le sovrasta, ma al presente non vi rimangono, che le di lei mura
soltanto, e anche queste quasi diroccate .
Le case degli abitanti, grandi e situate lungo la riva e fino a mezzo
monte, rendono deliziosa la vista del porto.
Quella popolazione per la sua intraprendenza ha destato in diversi tem
pi la pubblica ammirazione.
Michele Prazzato , marittimo, nativo di questa Isola, morto nel Messico
nell' anno 1537 , che ha potuto testare a favore della Repubblica di Ragusa
200,000 genuine, oltre altri grandiosi lasciti a privati, Chiese, parenti. e po
veri, basterebbe solo per dimostrare quanto l'Isola di Mezzo possedesse. * )
Negli anni 1400 e 1500 Giuppana, e Mezzo erano considerate come due
piccole città, ed abbastanza lo attestano i diroccati Edifizii.
L'Isola di Mezzo non è presentemente molto popolata, ma un di al ser
vizio di Carlo V. Re delle Spagne nelle guerre da esso sostenute in Barberia
nell' anno 1500 circa, ha sofferto una perdita tanto grande di uomini di mare,
e di bastimenti a lungo corso, che vi è la costante tradizione di essere com
parse poi in Chiesa vestite a lutto, fra altre donne, 300 di nome Vincenza ,
( Trista Vizzâ Udovica ). Se anche questa ciffra è di molto esagerata, come sarà
possibile, ciò non ostante dovrà ammettersi che una porzione non indifferente

* ) Il testamento di Prazzato è conservato nell'antico Archivio presso il Tri


bunale Libri Notariae anno 1607, pag . 96 .
15

possa esservi stata di femmine colpite dalla disgrazia, e che abbia sofferto
gravi danni l'Isola nella diminuzione de' guadagni, che dalla marina le deri
vavano. (Luccari Lib . 4, ed App. Lib. I. ) .
Nella Chiesa parrocchiale sita sul Colle denominato sciugn , ed in cui
conservasi ancora sebbene in istato di deperimento , dopo tanti secoli, un a
sciugamano, regalato a Prazzato da Carlo V, dietro di lui apposita richiesta, è
degno di essere veduto l' Altare maggiore dedicato alla B. Vergine Maria .
Un gruppo di 12 statue rappresentanti i XII.Apostoli, che accompagnano con
occhio estatico Nostra Signora , che viene assunta in Cielo , è formato di un
pezzo solo di legno in maniera elegantissima , e dicesi che appartenesse alla
Regia Cappella di Londra. *) ( Append. Lib. I.)

Scoglio di S. Andrea in Pelago .

Alla distanza di 2 miglia circa da quesť Isola di Mezzo; vi ha un pic


colo scoglio detto S. Andrea in Pelago.
La famiglia Gozze nell' anno 1400 avendolo regalato ai Monaci Benedet
tini, essi vi abitavano in apposito Convento con Chiesa, de' quali presentemen
te non si conservano però se non se le sole mura , ed anche queste cadenti.
( Luccari, Append.)
Questo è quello scoglio, di cui tanto la tradizione parla per gli amori
di Maria di Lopud figlia di marittimi pescatori dell'Isola di Mezzo, con un
Patrizio di Ragusa di nome Lodovico, il quale per opposizione di suo padre
non potendola sposare, si era ritirato nel detto Convento, e la ragazza, che
ebbe il coraggio di attraversare più volte di notte tempo il sumentovato spazio
di mare per rivederlo, a fronte delle più severe inibizioni, fu in pena di que
sti suoi trascorsi, dopo scoperta, dai proprî fratelli annegata nel mentre tenta
va una di siffatte notturne traversate .
Tutti i particolari, che la tradizione ci espone in questo argomento , io
no só se siano veri , ma è vero però, che lei sia perita per annegamento ;
che i di lei fratelli di questo reato erano accagionati ; e che vi figurava an
che un giovine di Mezzo, alle cui nozze Maria si era rifiutata di aderire, per
chè di ciò nella Segreteria della ex Repubblica di Ragusa, vi si conserva il
relativo processo fin dall' anno 1527 .
" Un anno dopo, la Chiesa di quel Convento era parata a festa. - Si

*) Benchè diffusamente ne' miei Racconti storici di Ragusa, ancora inedi


ti, abbia esposto tutte le circostanze relative al succitato regalo, pure ripeterò
qui nuovamente : che per grandi vantaggi arrecati alla Spagna da Michele Praz
zato in momenti di una terribile e desolante fame e carestia, mediante impor
tazione di granaglie coi suoi grandi bastimenti, i quali allora si denominavano
Carache, il Re Carlo avendo desiderato di premiarlo a sua scelta e piacere. con
onorificenze, titoli, impieghi, egli si limitò a chiedergli unicamente quell'asciu
gamano, che gli cuopriva il mento nell'atto che si faceva radere la barba di
chiarandogli, che essendo abbastanza ricco, Re sulle sue Carache, e Cittadino li
bero della sua patria Ragusa, nientc occorrendogli, gli basterebbe quel piccolo
regalo per conservarlo qual memoria del di lui Sovrano aggradimento.
16

celebrava una Messa novella. Era Lodovico, che pronunziati i voti offriva
a Dio il suo primo Sacrifizio. 1)

Calamotta .

Calamotta, in slavo Colocep, ed anticamente chiamata Calafodia, è la


terza delle Isole Elafiti, ma non ha che sole sette miglia di circonferenza, e si
diivide in due ville, superiore ed inferiore, con due porti, uno a Levante, ed a
Ponente il secondo, il quale spazioso, sicuro da venti boreali, spesso serve di
asilo a naviganti.
Ha poche case, e pochi abitanti, ma però industriosi e dediti alla cam
pagna ,, ed al mare.
È coltivata come Mezzo, e Giuppana, e ritrae le sue risorse dall'olio e
dalla pesca.
Anche quest' Isola dipende presentemente dalle Autorità della città di
Ragusa, e ne' tempi rimoti aveva un Vice -Conte per l'amministrazione della
giustizia, il quale veniva prescelto dal Ceto de' Cittadini.
Questo posto però successivamente fu soppresso dal Governo Repubbli
cano, e concentrato in quello dell' Isola di Mezzo.

Meleda .

Prima di fare ritorno alla terraferma, vediamo anche le altre Isole che
appartenevano allo Stato di Ragusa.
Tutti gli antichi e moderni geografi ci parlano di Meleda, comprenden
dola fra le più grandi Isole della Dalmazia .
Dessa figlio di Oroscio Duca di Chelmo (o Herzegovina) vivendo in mol
ta amicizia coi Ragusei, regalo nell'anno 1151 ai monaci Benedettini questa
Isola con tutte le sue rendite, sottomettendola però all' alto dominio della Re
pubblica, come risulta da apposito relativo documento. (Resti Stor. ined.,
e Proleg. Cervae.)
Nella ben ragionata opera dell' Abate Ignazio Giorgi Monaco Melitense, è
dimostrato, che S. Paolo abbia naufragato presso questa Isola, benchè altri
pretendono invece, che ciò fosse avvenuto presso Malta.
Meleda è sita verso Ponente di Ragusa e presenta la lunghezza di 30
miglia , e la larghezza di 4 soltanto.
Aveva anticamente una città, che sull' autorità di Polibio, si chiamava
Melitussa, e gli abitanti attuali mostrano tuttora il luogo, e le rovine , quasi
sepolte, presso Babinopoglie. - ( Append. Lib . I. )
La Storia racconta , che Agesilao Nazarbeo nobile della Cicilia fosse sta
to in questa Isola relegato dall' Imperatore Romano Settimio Severo . Si veg
gono anche oggidi i rimasugli del suo Palazzo situato nel più bel porto, che
prese indi il nome di Porto Palazzo.
E tradizione riportata anche da più Storici. che Agesilao avesse manda
to da Meleda a Roma un ramo di Pino sud' un'estremità del quale vi era un
nido d' uccelli, e sull' altra un gruppo di ostriche ed altre frutta marine pen
17

denti , e che avesse ricevuto molte congratulazioni perchè il luogo del suo e
silio si presentava cosi delizioso ; e perciò fosse stato richiamato in patria.
Il Lago di Meleda , in cui dal mare si entra per un piccolo stretto , è
tutto circoncato di alberi, ed abbonda di pesci di ogni specie .
Sopra uno scoglietto di questo Lago i Monaci Benedettini fabbricarono
una Chiesa con Monastero, il quale in seguito dava alla loro Congregazione
il nome di Melitense.
Dopo la sopressione di quell' ordine , il possesso era passato nei Padri
delle Scuole pie a compenso della pubblica istruzione che davano alla gioven
tù nel loro Collegio a Ragusa ; ed in scguito lo ebbero per un eguale titolo i
RR . Padri Gesuiti; ma siccome fra non guari cessa dal magistero di Ragu
sa anche l'ordine di S. Ignazio, cosi tutta quella proprietà immobile è data
in amministrazione del c. r. Demanio, colla sostituzione di Professori Laici, al
lo stipendio de' quali sarà provveduto dal Governo.
Nella Chiesa di questo Monastero di Meleda vi ha un'Immagine della
B. V. Maria di uno dei più accreditati pennelli, ed era visitata con grande con
corso dagli Slavi, dai Dalmati, e dai Ragusei.
Essendovisi recata anche la Regina della Bossina Catterina moglie del
Re Tommaso Cristich con un figlio dodicenne, questi vi si ammal ) e mori. –
Fu sepolto nella detta Chiesa, e sull' elegante deposito si legge : Hic jacet fi
lius Tomae Regis Bossinae, Joura
Oltre il porto Palazzo vi si trovano i porti di Saplunara, Camera, Pro
sciura, e Krixinzi, tutti capacissimi e sicuri.
Abbonda di pesce , legna da fuoco, formaggio, olio, e vino tutta l'Isola
in generale.
Appiano lodava la potenza marittima dei Meledani di una volta, ed espo
neva , che nella spedizione contro la Dalmazia non furono vinti da Cesare Au
gusto, se non se, con grande apparato di guerra , perchè la loro flotta infesta
va i mari vicini. ( Append. Lib. I.)
“ Racconta pure Pietro Bizzaro ( Lib. 2.), che dopo la presa di Cipro i
barbari Capitani della flotta turca Vluciale e Caracossio, avendo assediata Cur
zola, 25 Meledani la difesero coi Curzolani, cosi bene, che al primo sorgere
del vento borreale dovettero i barbari allontanarsi.
Dimostrarono essi un eguale coraggio sotto i Narentani, ed i Duchi di
Chelmo.
Del resto Meleda presentemente non ha più di 6 villaggi, dei quali il
principale è Babinopoglie.
Ne' tempi andatiil Governo Repubblicano annualmente mandava un no
bile col titolo di Conte, il quale presiedendo a quattro Isolani, vi giudicava in
I. Istanza, restando luogo all'appello presso i Magistrati di Ragusa.
Avevano i Meledani un proprio Statuto approvato dal Senato, e questo
serviva di base ai giudicati. - Sotto il Reggime Francese vi risiedeva un
Giudice di pace, e sotto l'attuale dominazione Austriaca una Pretura di III.
Classe, la quale però da molti anni addietro essendo stata soppressa, Mele
da è rimasta sotto un semplice Podestà Comunale, ed annessa al Distretto
giudiziario di Stagno.
18

Lagosta .

L'Isola di Lagosta è stata cessa ai Ragusei da Stefano Krapalo Re di


Rascia nell' anno 1310, come da relativo documento. ( App. Lib. I. Luccari, Resti ) .

i
Questa fù assai nota agli antichi Greci, i quali la chiamavano Ladeston .
Dal Re Stefano era detta Ladesta, e dalle tavole Teodosiane Ladestris.
0 Augusta .
Il di lei nome attuale è Lastovo in lingua slava, e Lagosta nell'ita
liana .
È lontana da Ragusa 100 miglia circa , ha 30 miglia di circonferenza; ed
abbonda di vino, olio, grano, pesca, e di tutte le qualità di frutta .
Gli abitanti erano ritenuti una volta feroci e robusti, e le donne altres
si gagliarde e atte alla fatica . Al presente sono anche essi come tutta la
rimanente popolazione di Ragusa.
La figura di Lagosta è quasi rotonda, ed è distante dal continente della
Narenta 25 miglia soltanto, 30 da Meleda, e 12 dalla parte australe di Curzola.
Ha intorno a sè 30 Isolette, alcune delle quali col circuito di due
miglia , e sono situate in maniera, che formano un porto quasi continuato .
Il porto di S. Pietro è il più riguardevole. Rivolto esso all' occidente, è
largo un miglio circa, s' interna obliquamente nell'Isola per uno spazio assai
considerevole, e diffeso da un ' Isoletta che stà dirimpetto al suo ingresso, è si
curissimo in tutti i tempi.
L'Isola abbonda nell'interno di spaziosi e fecondi piani . ed è circondata
da precipitose montagne a guisa di alte mura.
Ha una grotta, che desta meraviglia a chi la visita, per i molteplici scher
zi della natura .
I Lagostani si distinguevano nella pesca del corallo, ma presentemente
è del tutto abbandonata .
E certo , che anticamente avevano una ben fortificata Città, di cui parla
Porfirogenito, e la quale esisteva ancora nell' anno 997 ..
Fù essa distrutta allorchè essi essendo soggetti ai Duchi di Chelmo, fe
cero una gagliarda resistenza a Pietro Orseolo Doge di Venezia . Andrea Dandolo,
scrittore Veneto, parlando di questo fatto , dice :
" Dux itaque pietatis amator, Vicos conservare instituens, Civitatem tantum
devastare praecepit.,
Avevano poscia i Lagostani riedificato una fortezza, ma fù nuovamente
distrutta, perchè lusingandosi essi di potersi con quella difendere, avevano
tentato di ribellarsi alla Repubblica di Ragusa ; ed il Senato dietro urgente
avveduta partecipazione del Conte di Lagosta Marino Zamagna, ha dovuto con
una forte spedizione di Gallere, ed armati, sottometterli all'ubbidienza pri
miera .
Questa Lagosta a' tempi della Repubblica aveva un proprio Statuto ap
provato dal Senato, ed un Consigtio composto di 20 capi delle famiglie prin
cipali.
La giustizia in 1.a Istanza era amministrata da un conte con alcuni
Giudici assistenti.
Il Conte era uno dei nobili del maggiore Consiglio di Ragusa, che veniva
19

creato di anno in anno ; ed i Giudici erano nominati di anno in anno egual


mente dal suddetto Consiglio Nazionale. - Le decisioni venivano portate in
appello ai Magistrati residenti nella città capitale.
Un Giudice di pace , senz ' altri assistenti giudicava a ' tempi del governo
Francese . Lagosta aveva una Pretura di III. Classe nei primordj dell'attua-
le reggime Austriaco, ma dopo alquanti anni vi fu soppressa come quella di
Meleda, ed incorporato questo Distretto nella giurisdizione del Giudizio di Cur
zola, da cui presentemente dipende.

Sooglio di Daxa.

Ora rimettiamoci sulla via, da cui per il momento ci eravamo allontanati.

Partendo da Malfi, ci si presenta dal lato destro a Ponente di Gravosa,


il piccolo Scoglio di Daxa . Questo , nell ' anno 1370, è stato regalato da
Sabino Ghetaldi detto Pigino, e dalla sua moglie Draxa, ai Padri Minori Os
servanti, i quali in apposito erettovi Convento, lo abitavano.
Esso piccolo Scoglio fù coll' andar del tempo ridotto a fortificazioni, nel
le quali stava concentrato un Corpo Militare, che sorvegliava all'ingresso a
Gravosa , ed ai passaggi lungo il Canale delle Isole, ed il Golfo, ma nalla guer
ra , che nell'anno 1866 l ' Austria ebbe colla Prussia, e coll' Italia, sono stati
in parte demoliti quegli antichi e recenti fabbricati dal c. r. Genio Militare per
ordine Supremo, onde non offrir luogo di occupazione al nemico, nel caso che
vi si presentasse, non trovando abbastanza capaci quelle fortificazioni e presi
dio di una lunga resistenza ; ed ha invece eretta una grande Batteria con Ca
serma nel punto elevato di Anunziata all ' imboccatura di Gravosa dalla parte
di Levante.

E poco proseguendo siamo già all'ingresso del Fiume Ombla .

Stefano Rè di Dalmazia e di Croazia . nell'anno 940 ( Vedi Stor. ined .


Resti ) ridotto quasi a morte da una grave malattia, fece voto di portarsi a Ra
gusa per visitare la Chiesa di S. Stefano. *) Ristabilitosi in salute, lo esegui
con la moglie Margherita e molto seguito, e vi furono accolti conreale Ma
gnificenza.
In segno di gratitudine rifabbricò la detta Chiesa incontrando a tal effetto
la spesa di 6800 Ipperperi , che allora valevano a un Tallero cadauno, e rega
lo alla Repubblica la Valle di Breno, il Seno di Ombla, Gravosa, e Malf ,
con quanto vi è di lido lungo il mare fino a Poglize di Valdinoce, di cui ab
biamo parlato altrove.

*) La Chiesa di S. Stefano esisteva dalla parte chiamata Pustierna in sito


piuttosto elevato, e non lungi dal Collegio dei Padri Gesuiti ( ora ospital milita
re). Ovvero per altra via cercandola , restava all'estremità superiore della prima
calle a volto, cui soprastava il palazzo Arcivescovile (ora Seminario Diocesano ).
All'epoca del terremoto terribile avvenuto li 6 Aprile 1667 è stata questa
Chiesa ridotta in muracca, e presentemente si conserva tale, servendo il di Lei
atrio, e giardino, di passatempo ai Seminaristi.
20

L' estesa di questo aquisto è di 20 miglia in lunghezza , e porta il nome


di Astarea, che indica l'antichità del relativo possesso, ossia la prima dilata
zione dello Stato di Ragusa .
Ora noi gradatamente percorrendo le regalate località, meno quelle di
esse, che abbiamo già vedute di sopra , entreremo in Ombla, che gli antichi
chiamavano Arione.

Ombla.

“ Questo fiume, alle radici di un'orrida Montagna, sorte da uua voragine


cosi profonda, che gli abitanti del luogo pretendono non potervisi trovare il
fondo.
" La natura gli ha dato un Alveo degno di si nobile origine, e non gli
manca, che un corso proporzionato all' abbondanza dell' acqua, ed alla sua lar
ghezza per paragonarlo aimigliori fiumi.
Qui si trovano i Molini per macinare non solo le biade, ma ben anche
le Olive di qualunque accedente, verso un stabilito compenso.
La lunghezza di Ombla è di due miglia circa.
" Le tortuose sponde seminate di Casini, una volta villeggiatura gradita de'
Signori della Città, e per lungo tratto ridotte in Giardini, Vigneti, ed Oliveti ,
con frutta di ogni specie, che si estendono per il pendio delle due laterali
montagñe. specialmente dalla parte sinistra, ispirano piacere, e nella calda
stagione invitaño ad abitarle.
Il vilaggio di Mokosciza, che si presenta dalla sinistra, e di S. Stefano,
che quasi dirimpetto all' altro ti comparisce dalla destra parte del fiume, ossia
poco dopo che da Gravosa passata Bottahovina, vi si interna, formano due
gruppi di belle Case unite, per la maggior parte di recente costruzione; nel mentre
che il Caseggiato degli altri è disperso dall' una e dall'altra delle sponde stes
se fino alla metà delle mentovate montagne.
La temperatura dell'aria è assai dolce dapertutto, nè vi ha d' incomodo
che il Vento boreale, che nella stagione invernale vi è dominante, e riesce pe
sante quindi specialmente agli Abitanti della sinistra, non potendosi ripassare il
fiumese non se in piccole barche.
La maggior parte di quelle famiglie, sia dei pochi Signori Villeggianti,
sia dei molti locali, tiene all'effetto a propria disposizione Scalė, Caichi,e Bar
che di diversa specie e grandezza, nè perciò vi mancano gli ordinarii tra
ghetti tanto a Rosgiatto più prossimo alla sorgente, quanto a S. Stefano ossia
quasi alla metà del fiume di Ombla, e finalmente a Battahovina , che ne
forma l'estremità , stabiliti per pubblica impresa a comodo della popolazio
ne ; ed in questa ultima località inoltre una grande Zattera pel trasporto
degli animali da soma, che discendono carichi di legna, granaglie e simili
dai contermini villaggi, per ridursi alla Città , e dei cavalli e carozze, che
transitano il fiume per riunirsi alla strada regia o verso la città, o dalla
città verso Malfi, Valdinoce ecc.; strada regia, che cosi prosegue verso
Stagno, la Narenta, la Dalmazia, ed oltre.
il Circondario di Ombla è diviso in tre principali Parrocchie , ma vi
sono molte Cappelle sparse nei diversi punti laterali, ed un grandioso Con
vento de' Padri Minori Osservanti sito sulla sponda sinistra di Ombla Su
21

periore, di prospetto a chi da Gravosa si reca ai molini ; e presenta anzi


la di lui posizione alle falde di una Collina, su cui è collocata la Chie
sa Parrocchiale, un bellissimo panorama , vedendovisi alberi di Cipresso
verdeggianti, che la circondano , casini della contigua opposta sponda tra
mezzati dall'acqua corrente, di antica costruzione e nobile architettura, ed
uno specialmente avente dalle sue loggie una grande scalinata fino alla ri
va dello sbarco ed imbarco, ed un tutto insieme che potrebbe dar occa
sione ai dilettanti di pittura, o della moderna fotografia di formarvi una
delle più incantevoli vedute.

Gionchetto.

Le montagne che sovrastano alle case dell'Ombla Superiore (Gornja


Rieka ), e s' internano verso il Monte Bergatto, sono denominate Valle di Gion
chetto, ossia Sciumet in Slavo.
Vi si ascende passando per un piccolo Villaggio deuominato Komolaz,
sito alla distanza di dieci minuti circa dalle ultime rive del fiume presso la
sua foce ; ove merita di essere veduto un Boschetto di secolari piante di Ci
presso poste in ordine simetrico, e generalmente conosciuto sotto il nome di
Ciarampetto.
E se qui ti piacerà di soffermarti per prender riposo all'ombra di que
gli alberi, o presso la Chiesetta sita nel centro del Bosco, potrai assicurarti,
che questo sia un luogo veramente campestre, e di continuo passaggio di vo
latili di ogni specie, da allettare ogni amante di caccia , di soffermarvisi piu
lungamente .
Il Villaggio di Gionchetto è di poche abitazioni, formante anch'esso parte
del circondario di Ombla , e fù dato in regalo ai Monaci di Lacroma nell'anno
1100 dal Rè di Slavonia Bodino.
Qui mi giova di esporre, che il Rè Bodino avendo usurpato il Trono al
proprio benemerito Zio Radoslavo, arrestato 3 suoi cugini Braislavo , Goislavo,
e Berihna, e fatto inseguire tre altri ai quali tutti per successione ereditaria
quel trono poteva appartenere, questi nltimi essendosi rifuggiati a Ragusa, e
sigeva con particolare insistenza ed audacia dal Senato, che gliene fossero
consegnati. Ma respinta costantemente la di lui domanda, con poderosa armata
si presentò sotto Ragusa, devastò i contorni, fabbricò una Torre due jugeri
distante da questa città presso il Borgo Plocce, e cinse di assedio la città
stessa.
I nostri valorosamente si diffesero, e nelle continue sortite essendo ri
masti sempre vittoriosi , ed avendo anzi in una delle battaglie, ucciso Cosarre
fratello di Jaquinta moglie di Bodino, questi infuriato, sulle di lei istanze, e
sulla tomba dell' ucciso , fece decapitare alla vista de' Ragusei i suddetti
tre cugini, che arbitrariamente deteneva.
Fù allora che l ' Arcivescovo coll'Abbate di Lacroma sortiti ad alloquir
lo , con ecclesiastica autorità, gli fecero intendere i torti , che lo aggrava
vano presso le leggi umane e divine, ed ottennero intanto la consegna dei
cadaveri di quei 3 innocenti impunemente sacrificati, ai quali diedero ono
revole sepoltura nella Chiesa della prementovata Isola Lacroma.
!

Ravvedutosi infatti, dopo poco quel Rè si tolse dall'assedio di "Ra


22

gusa, che per sette anni continui aveva bersagliato, e fece regalo di Gion
chetto, ( coĪlassenso anche della moglie Jacquinta ) ai Monaci Benedettini
di Lacroma verso l'obbligo di continuamente pregare Dio ad espiazione
de' suoi peccati per le ingiustizie che aveva commesse, e per le devasta
zioni arrecate allo stato di Ragusa.
La Repubblica indi demolita e rasata la Torre di Bodino , vi fece
eriggere una Chiesa dedicata a S. Nicolo , che è quella appunto, che at
tualmente esiste dietro l'edifizio della Dogana, ed alla quale per voto es
pressamente stabilito , vi accedeva il Principe Rettore col Senato in ogni
anno, nel giorno di Pasqua.
( Luccari, Resti, Cerva Appendini).
La Valle di Gionchetto è fertile , ben coltivata, e richissima di acque
vive , le quali per mezzo di appositi canali sono condotte alla città , e ser
vono ad uso della popolazione, nelle diverse ivi costruite fontane, come
successivamente vedremo.

Gravosa.

Ma veduta Ombla retrocediamo a Gravosa. Il suo porto rinomato


non solo in Dalmazia , ma per tutto l' Oriente, capace di contenere anche
una flotta navale , e diffeso a Tramontana ed a mezzo giorno da Monta
gne e Colline, ha quasi tre quarti di miglio di lunghezza, ed una pro
porzionata larghezza.
“ Il suo ingresso è dalla parte di Maestro, e le sue sponde, su cui
vi ha la fabbrica de ' Bastimenti di grande e piccola portata (Squeri) , sono
abbellite da casini, giardini, alberi, ed oliveti, ehe arrivano alla metà de'
Monti e Colli vicini.
È molto frequentato perchè vi approdano i vapori, e stanti l'oppor
tunità delle carrozze a nolo, non vi ha giorno, che non si veda un con
tinuo andirivieni di ogni classe di persone. E poichè vi esiste anche un
presidio militare, e tre fortificazioni a Montovierna, Babinkuk, ed al colle
dell'Annunziata , cosi la speculatrice privata industria vi ha stabilito qual
che luogo di pubblico ritrovo , come sarebbero una Locanda di secondo or
dine, e due passabili Botteghe di Caffè.
L'Amministrazione del Genio militare vi ha infine costruito dalla par
te di Lapad ( frazione di Gravosa ) sopra fondi comprati dalla famiglia Ghe
taldi – Gondola , a mezzo monte, un Edifizio spazioso per deposito della pol
vere, onde tenerla lontana dalla città .

Prosegui a mo.

“ Al primo aspetto il forestiere resta dolcemente colpito, quando, in


caminandosi a piedi, o in legno verso la città di Ragusa, per una strada
bella, larga, e dolce, pel tratto di un miglio circa, rimira a sinistra una
lunga serie di coltivati, e di case sparse qua e là nel declivio del monte,
divergendo l'occhio soltanto da quelle, che i montenegrini nell'anno 1806,
hanno dato alle fiamme, e che i proprietarii non hanno potuto ancora o
per mancanza di mezzi, o perchè esistenti entro il raggio fortificatorio, ri
fabbricare per appieno . 22 *) .

Boninovo ossia alla così detta Bella vista.

Soffermiamoci però alla metà della strada, ossia al punto il più ele
vato conosciuto sotto la denominazione di Boninovo, ove attualmente sorge
una piccola ma elegante Chiesa con Cimitero di rito Greco non unito ; per
osservare le piú belle scene della natura .
Là vedi nel fondo, Gravosa, rimastaci indietro ; dalla parte sinistra
l'acquedotto coi suoi casini ombreggiati da lunga serie di verdeggianti al
beri, dalla destra il mare Adriatico , e l' Orizzonte, che in un vacuo, alla
nostra vista interminabile, ci nasconde i monti della Pnglia ; in Levante la
città di Ragusa cinta d'inespugnabili alte mura e fortezze, opera di dis
pendii, e strattegiche conoscenze, e senno dei nostri antenati ; e dominata
in Tramontana dal grande Forte Imperiale sul monte S. Sergio ; e più in
là ed alla distanza di 6 miglia Ragusa Vecchia, l' antica Epidauro.
E qui alla B. Vergine delle Grazie, cui un apposito Santuario dalla
divozione de' Ragusei, in queste vicinanze dalla parte destra, fú eretto ne'
secoli decorsi, e che ora si presenta alla nostra vista, un'umile preghiera
innalziamo supplichevoli .
Nè si dimentichi un ' altra al Protettore della nostra patria S. Biagio,
a cui sull' adiacente monte Gorizza, che poco lungi vediamo, fú eretta pure
ne ' secoli andati, e nell'attuale ricostruita una Chiesetta, da piissimi Nazionali.

Borgo Pille .

Ma eccoci già internati nel Borgo Pille ; eccoci fra belli edifizj, casini, e
giardini di vecchia e recentissima costruzione, fiancheggiati da annosi alberi, e
nel mezzo la strada reggia, che conduce alle porte della città .

(* ). É ben notorio, che nell ' anno 1806 occupata Ragusa dalle truppe fran
cesi per proseguire indi , come dicevano, per Cattaro onde espellere i Russi che
la tenevano per conto proprio, questi ultimi ritenendo che i Ragusci spontanea
mente avessero aderito alla loro stabile dimora , assediarono Ragusa per mare e
per terra, assistiti da alcune migliaja di Montenegrini, i quali approffittando della
circostanza, distrussero le campagne, asportarono quanto vi era nelle case, e die
dero fuoco ai casini ed edifici dei Borghi, di Gravosa, di Breno , ed in parte di
Ombla , e di Canali, recando così un danno alla Nazione per l'importo di tredeci
millioni , sessantanove milla, e novantanove franchi, stimato per ordine di Napo
leone I, come risulta da apposita lettera del Viceré d'Italia Eugenio , diretta al
Senato , cd ora nel suo originale conservata presso il Municipio di Ragusa , colla
quale pronietteva il compenso ; somma questa, che fù indi per Trattato diguerra
risarcita dalla Russia alla Francia, e da questa ultima rifusa all ’ Austria dopo la
di lei occupazione della Dalmazia, e dello Stato di Ragusa.
- 24

E qui un' altra breve sosta alla grandiosa, ben servita, e molto frequen
tata Bottega di Caffè sita dal lato destro fra verdeggianti ombrose piante, con
uno spazioso piazzale davanti, ed in mezzo una fontana di acqua viva in ogni
tempo zampillante.
Questo è il punto di quasi generale riunione, e specialmente ne' giorni
festivi il concorso offre allo sguardo di chi vi passa, e vi si trattiene, una pia
cevole sensazione sia per gli andirivieni dei passeggianti, sia per la fermata
della classe intelligente presso la bottega, ove la Banda alterna graziosissimi
concenti, e fà per quelle ore di passatempo dimenticare ogni altra men che
piacevole cura .

Piazza Stradone .

Traversata la piazza Stradone, che presenta al Viaggiatore un imponente


aspetto attesa la regolarità degli edifizj, che in linea retta dall'una all ' altra
parte la fiancheggiano, e lungamente si estendono dall' una all'altra porta del
la città, con in fondo i grandi, e capi d'opera fabbricati della Dogana e del
Corpo di guardia, Si giunge dopo breve tratio alle Plocce.

Borgo Plocce .

Questo borgo non è troppo popolato, ma egualmente bello e vistoso, e


vi si trovano il Bazzaro per Caravane coi rastelli sanitari, ed i grandiosi pub
blici Lazzaretti indi casini sparsi in diverse posizioni, a mezzo monte, e lungo
la strada regia , che conduce a Breno .

Ma non val proseguire oltre, senza prima fermarci nella piccola si ma una
volta rinomata Ragusa, e fra le di Lei attuali squallide e silenziose contrade ri
vangare le gloriose memorie del suo passato .

Città di Ragusa ,

Ragusa, come è noto, è sorta fin dall' anno 568 circa, sopra uno scoglio
dirupato avente il nome di Lavve, che in greco corrisponde a precipizio, ed in
di ha assunto quello di Dubrovnik in lingua slava, dalla Dubrava ossia Selva
di alberi, che le sovrastavano.
Fu poco a poco dilatata e circondata di grosse mura e fortezze degne di
ammirazione.
La popolarono gli abitanti di Epidauro, e di Salona dopo la distruzione
delle loro antiche grandi città e Colonie Romane, ed indi attratti dalla sicurezza
25

buona fede, e di Lei sempre crescente floridezza e commercio , vi posero sede


anche i più riguardevoli Cittadini Romani , ed altri delle contermini Provincie
d' oltre monte, lasciati da Pavlimiro Belo, allorchè richiamato da Roma da' suoi
Sudditi Bosnesi ad occupare l'usurpatogli trono avito, col consenso dei nostri
antenati amplio ed abbelli Ragusa, vi costrui edifizj, un Forte e due Chiese una
dedicata ai SS. Sergio e Bacco , e l' altra a S. Stefano, lasciando molti dei suoi
tesori, onde nel caso di nuove rivolte nel suo Regno, trovarvi un punto di si
curo ricovero: autorizzò che si cominci a coniare la moneta, ed organizzò un
Reggime più addattato al buon Governo della nascente Città . (Proleg. Cerv . ,
Resti, Luccari, Append .)
Là dove vedi l'attuale piazza Stradone, nell'anno 1108 ancora vi pas
sava il mare . La nuova Ragusa veniva congiunta al Continente , ossia alle falde
del Monte Sergio , da un ponte di legno , che partiva dalla Calle ora chiamata
Lončiarizza , ed arrivava attraverso del detto mare, al punto ove presentemente
è l'Edifizio della Dogana.
Tutto quel sito paludoso è stato riempito, e da semplice Scoio dirupato,
cosi è divenuta una piccola è vero , ma , come già dissi , elegante Città proveduta .

Di Chiese, fra le quali meritano di essere esaminate .


a ) La Cattedrale, in origine stata costruita nell' anno 1192 da Riccardo Rè
d'Inghilterra , il quale reduce dalla terra Santa avendo corso nell' Adria
tico una grande burasca di mare, fece voto di fabbricare ad onore della
B. Vergine
16 Maria una Chiesa sulla terra del suo primo approdo .
Questa Chiesa, che era di una Magnifica Architettura, ornata di
grandi Colonnami e Sculture , fu distrutta dal terremoto nell'anno 1667 ,
2

ed indi dalla Repubblica ricostruita nell'anno 1713 qual' esiste anche al


presente.
“ In un braccio di essa Chiesa dalla parte sinistra presso l' altare
Maggiore, è da osservarsi specialmente una bella ed ampia Cappella de
nominata il Reliquiario.
“ Essa può dirsi con ragione un tesoro quand' anche si volesse
prescindere dall'innaprezzabile valore delle moltissime e rare Reliquie
de' Santi, e non si riguardasse, che la Copia dell' oro e dell' argento in
cui sono legate, e magnificamente lavorate all'antica colla forma di
grosse Teche, Pissidi, Calici, Vasi, Quadri , Croci , Urne, ecc . , che al dire
di Serafino Cerva ne' suoi prolegomeni Cap . XXXVI, dell’Abbate Coletti
nella sua Storia Ecclesiastica di Ragusa, e di Francesco M. Appendini
nelle Sue notizie Storico - Critiche di questa città, Lib . I. , non la cedono
a moltissime altre Città dell'Europa, se si eccettui la Capitale del Mon
do Cattolico, Roma.
b) La Collegiata di S. Biagio, fin dall' anno 972 Protettore della Città e
Stato di Ragusa.
Questa fú eretta nell' anno 1398 per Voto del Senato, e del popolo
dopo una peste, che imperversando per più mesi, aveva desolato la Città,
ed i Contorni colla morte di più migliaja di Abitanti di ogni Ceto ; in
sostituzione di una piú piccola, che precedentemente esisteva nel sito
ove è attualmente l' Arsenale Militare presso la porta Pille ; e furono
26

spesi per erigerla 14,000 Ducati d'oro . - II fuoco nel 1706 l' aveva
distrutta, ma nell' anno 1715 fù ridonata al Divino Culto a spese della
Repubblica.
c ) Quella dei PP. Gesuiti coll' annessovi grande Collegio, e coll' imponente
Scalinata per cui si ascende ; che sono stati costruiti da principio in minore
estensione fin dall' anno 1628 a spese di Marino Gondola , e poscia nel
l' anno 1684 ampliati, e ridotti a Collegio come si trovano al presente.
d ) Il Convento e la Chiesa di PP. Minori Osservanti , mantenuta con parti
colare decenza, ed uffiziata con non minore decoro e premura per parte
di quella benemerita Religiosa famiglia .
Questi furono fabbricati nell'anno 1317 per ordine del senato ed
a spese dello Stato , in sostituzione di quelli , che esistevano alle Pille na
Jamminam (ove è l'attuale Piazza Clauzel,) e che furono fatti demolire
dietro autorizzazione della Santa Sede, perchè servivano di asilo ai ne
mici durante la Guerra con Urosc Rè di Rascia .
e ) La Chiesa ed il Convento de PP. Domenicani, che rimontano all' epoca
del 1225 , ossia al tempo da cui data l'istituzione dell'Ordine di S. Do
menico a Ragusa, risultando dalle Cronache antiche, che passando allo
ra per questa città alquanti Padri di quell'Ordine religioso per recarsi
in Palestina, dal Monsignor Arcivescovo, dai Signori , e dal popolo fos
sero stati uffizziati di farvi sosta, e deffinitivamente trattenuti .
E questo Convento, come quello de' PP. Minori osservanti, perchè
costruito fuori delle Mura, servendo di concentramento talvolta ai Nemi
ci, gli sono state anteposte nuove mura fortificatorie, invece di demolir
lo : ed è rimasto per conseguenza dentro il circuito murato della Città .
Ambedue queste Chiese d e hanno pure un deposito nom insigni
ficante di Reliquie de ' Santi, riccamente rivestite di oro ed argento, e dai
Padri conservate, e gelosamente custodite. --- ( Proleg. Cero . )
O E finalmente il Convento e Chiesa di S. Chiara con ampio Giardino,
fabbricato con particolare cura, e capace il primo di contenere 70 Reli
giose ; e ciò nell'anno 1290 , precisamente dove esisteva la prima chie
sa di S. Biagio presso le porte del borgo Pille .
Colla soppressione dell'Ordine Monacale a tempi della Dominazio
ne francese, fu questo Convento convertito in Arsenale Militare, al qual u
so serve anche al presente.
g ) Nè sfugga all'osservazione anche la piccola ed elegante Chiesa del San
to Salvatore ( Spas.) esistente presso il Convento de' PP. Minori Os
servanti, fatta costruire per voto del senato all'occasione di un grande
terremoto avveratosi nell'anno 1520, coll'obbligo alle piú delicate Ma
trone, di ajutarla col personale trasporto delle pietre occorrenti; e non
sarà difficile di ritrovarla dall' Iscrizione latina, che si vede scolpita so
pra le porte d'ingresso, e cosi suona.

Ad avertendam Caelestem iram


In Marimo Terrae Tremore
Hanc Sacram Oedem Senatus Ragusinus
Vovit,
- 27 -

II.

Dell'Edificio della Dogana coi suoi interni vasti Magazzeni, ed altri lo


cali, destinati una volta per deposito delle merci, per la Zecca ove si conia
vano le monete Ragusee d'argento e di rame, e per gli Ufficii de' Doganieri etc.
E qui gioverà di osservare come il tutto era regolato con quel principio
morale, che stava inciso sopra le Porte d'ingresso :

Quæ sunt Cesaris Cesari, quæ Sunt Dei, Deo – ed indi sull'arco,
che sovrastava alle pubbliche billancie :
- Fallere nostra vetant, el falli pondera, meque Pondero dum merces,
ponderat ipse Deus.

III.

Dell' Edificio del gran Corpo di guardia, capolavoro di Architettura, colla


sovrapostavi Torre per l' Orologio.

IV .

Del Palazzo Rettorale (ora Uffizio ed abitazione del Capo politico Dis
trettuale ) di massiccia architettura, eretto sopra vôlte sostenute da colonne,
alcune delle quali appartenevano al Tempio d'Esculapio in Epidauro, ed indi
dopo la distruzione di quell'antica Città trasportate ed impiegate nella costru
zione del detto Palazzo.
Nè si creda che l'attuale sia stata la di lui originaria altezza. Un
secondo piano, oltre la soffitta, vi esisteva ancora , ma nel grande terremoto
suaccennato, che ai 6 Aprile 1667, ha distrutto Ragusa, e fatto perire sotto
le rovine migliaja di persone di ogni sesso e ceto, compresovi il Principe Ret
tore colla sua famiglia, dovette soggiacere alla scossa generale, ed in parte
rovinare anch'esso ; né la prudenza de ' Governanti credette a proposito di
nuovamente alla prima altezza innalzarlo, lasciandolo sussistere, come attual
mente si conserva .

V.

Delle Fontane di acqua viva condotta nell'anno 1436 , mediante appositi


canali, dal lontanissimo giá accennato Gionchetto, le quali alle due estremità
della piazza - Stradone servono ad uso giornaliero della popolazione ; di una
terza nell'atrio del Palazzo Rettorale suddetto e di una quarta nel centro dei
Rastelli sanitarii nel Borgo Plocce .

VI .

Del Nuovo Teatro Bonda. Attaccato al Palazzo Rettorale, verso la


Tramontana, esisteva un grande Edificio, destinato a tempi della Repubblica,
28

per le radunanze del Maggior Consiglio legislativo, e del Senato, ma un In


cendio nell'anno 1816 avendolo distrutto , ora demolitovi, quell'area è stata
convertita in un elegante Teatro, a merito ed impegno particolare del bene
merito Sig. Luca Bonda – Giorgi, il quale seppe vincere immense non giustifi
cate opposizioni, ed incontrare riflessibili dispendii suoi particolari finchè vi è
condegnamente a maggior decoro e lustro della patria riuscito . E presso que
sto Teatro un spazioso fabbricato ad uso degli Uffizii della Congregazione Mu
nicipale, ed a speciale cura della medesima , il quale veramente per la sua
forma, e solida costruzione serve di abellimento alla città .

VII .

Dei grandiosi Lazzaretti al Borgo Plocce, già accennati, per deposito


ed espurgo delle merci, non che pel collocamento in contumacia della gen
te, che in tempi di sospetto di peste ( una volta, ed ora di contaggiose
malattie ) vi giungesse; con appositi locali divisi in stanze per custodia
delle robe degli accedenti; e dall'opposto lato un ben spazioso recinto
per Bazzaro, Caravane ; e Han così detto, a ricovero de cavalli ed altri
animali. Nė vi mancano le case per l' uffizio e per l'alloggio di un
apposito Direttore, e l' occorrente numero di guardiani Sanitarii pel servi
zio giornaliero.

L'epoca precisa della costruzione di questi Stabilimenti non mi fù


possibile di rilevare, ne dagli atti dell'antico Archivio, nè dai Vecchi co
noscitori del passato, nè da veruno de' Scritti dei patrii annalisti da me
pazientemente esaminati , avendo desiderato non solo di offrire ai Lettori
anche questa indicazione, ma ben anche di adempire ai desiderii dell' ot
timo attuale Sig. Direttore, Cavaliere Dr. Biagio Sciarich, mio amico, il quale
all'effetto mi aveva interessato. Unicamente dallo scartabello degli Atti
antichi mi è riuscito di rilevare, che nell'anno 1430, ancora non esiste
vano, perchè in quel tempo diversi appestati sono stati collocati nel Laz
zaretto sito alle Dance ; e soltanto nell'anno 1436 le memorie Storiche ac
cennano ai Lazzaretti delle Plocce (attuali) e anche ciò indirettamente, es
primendosi , che nel detto anno 1436 è stata condotta l'acqua dal lonta
no Villaggio di Gionchetto d' Ombla , mediante l' opera del bravo Ingegnere
Napoletano Onofrio Onosiforo , in quattro apposite fontane fatte dal Governo
costruire, una cioè presso la porta Pille, la seconda nel fondo della piaz
za presso l' Arsenale (ora forni militari), la terza nell'atrio del Palazzo Ret
torale, e la quarta alle Plocce per gli usi delle Caravane e de ' Lazza
retti, cosicchè deve dedursi ragionevolmente, che del 1436 già vi esiste
vano, e che il provvido Governo abbia pensato a questa fabbrica interes
sante fra gli anni 1430 al 1436, in un luogo più spazioso, piú confacente
al suo scopo. ( più vicino al confine dove per lo piú la peste domina
va , e poteva facilmente introdursi fra noi.

-
29

VIT .

Di un Gabinetto di Storia Naturale, sorto come per incanto mercè


le cure e dispendii del benemerito Presidente di questa Camera di Com
mercio , e presentemente I.mo Assessore Comunale Signor Antonio Drobaz.
Seppe Egli nella fervida brama di promuovere l'istituzione primitiva spe
cialmente nel ramo tecnico, che interessa anche il Nautico, mirare dappri
ma e coadjuvare all'istituzione di una Scuola reale nella Città di Ragusa ;
per conseguirne lo scopo, si dedicò con tutte le forze all' istituzione di que
sto Gabinetto, il quale và progredendo colla piú desiderata attività.
Da ogni parte, ove si era rivolto, generose affluirono le offerte e le ri
messe ; e Sua Maestà I. R. A. Francesco Giuseppe I., si degnò
pure di concorrervi dietro preghiere del Drobaz, con generose elargizioni de'
suoi Gabinetti privati.
Per tal modo in meno di anni due, Ragusa è divenuta posseditrice di
un Gabinetto , che potrà formare un oggetto di studio, e curiosità scientifica
pel dotto, e di massima utilità pella valente gioventú, che desiderasse iniziarsi
nell'industria, nel commercio, e nella navigazione.
Esso Gabinetto già conta a quesť ora più di 1400 Minerali classificati e
disposti scientificamente, di cui 400 regalati dallo Drobaz stesso, ed altri per
venuti dalla Croazia e Slavonia, dalla Moldavia e Valacchia, e dalle principali
Miniere di oro ed argento, mereurio e rame dell'America Settentrionale.
Alla Collezione de' minerali viene dietro la geologica, indi petrefatti, fos

chiglie terrestri, fluviali e marine di estera provenienza e segnatamente della


China e delle Indie ; spongiali, crostacci ed echinodermi dell'Adriatico.
Per ciò che riguarda la classe degli uccelli, si veggono centinaja di e
semplari di varii paesi e specialmente di Pernambuco.
Nè vi mancano i rettili, batraci, e pesci in parte conservati nello spirito
di vino ; ed i mammiferi nel numero già di 20 esemplari recentemente arrivati.
La Flora dalmata pressochè completa è riposta in un Erbario disposto
secondo il sistema di Linneo.
È

La classe degli insetti è diligentemente custodita entro 14 quadri.


abbastanza ricca, e ne conta moltissimi del nuovo continente, e molte rare
specie del Giappone.
Nè meno interessante è una Raccolta di oltre 100 esemplari di va
rie specie di Legni americani. – Il Il loro peso, colore e tessitura è di
una singolarità particolare. Vi si trova pure altra simile ma minore derivante
da piante che crescono nell' Algeria.
Con somma premura il Sig. Drobaz raccoglie frattanto anche non po
che reliquie di patria antichità, ed il Gabinetto già tiene in custodia varii
1

punzoni e cugni di monete, sigilli, più specie di Diplomi ecc. , ed una


raccolta quasi completa di monete della ex Repubblica di Ragusa, di ra
me e d'argento, e diverse poi Greche e Romane.
Aggiungansi varii oggetti d' industria, costumi, utensili, stoffe, libri, amuleti ,
monete de Chinesi, e dell' Indie derivanti da spedizione scientifica della
30

Novara, collocati in apposito scaffale, e degni di essere accuratamente e


saminati.
Ciò che maggiormente desta pietà, e riverente ammirazione è un Man
to messicano (zarape ), ed un bastone, che appartenevano a S. M. l' Im
peratore Massimiliano, mai abbastanza dai Ragusei compianto, i quali capi
furono di recente spediti al Sig. Drobaz da S. A. I. R. l'Arciduca Fran
cesco Carlo Padre del defunto, qual preziosa memoria di tanto insigne Benefat
tore di Ragusa . E questo regalo fú pure accompagnato da due Idoli
messicani, e da promessa, che il Gabinetto avrebbe fra non molto riceva
to degli oggetti di Storia naturale di pertinenza del defunto Imperatore, al
quale il Drobaz aveva già dall ' anno 1866 diretta analoga Istanza. *)
Ristretti soltanto ci si presentano i locali, che raccolgono tanti e sva
riati oggetti, non meno che diversi altri che io per brevità ho dovuto ommet
tere, ma che all'esame del Viaggiatore non potranno sfuggire di vista; ed il
desiderio generale ci fà sperare che il Municipio di Ragusa come diretto da
funzionarii che amano il decoro patrio, così non mancherà anche dal suo lato
di sorreggere con qualche dispendio questa istitituzione, che interessa imme
diatamente la crescente generazione.
Ed il Sig . Drobaz mosso da nobili sentimenti de' quali ha dato finora
bastanti prove; e sussidiato dai lumi e dall' affetto de' cultori del progresso
delle Scienze, vorrà continuare a prestarsi con impegno anche innapresso per
sostenere, accrescere, ed ampliare questo istituto, donde sarà per derivare la
conseguenza che lo Straniero nei relativi esami si convincerà che Ragusa quan
tunque decaduta dall'antica prosperità a causa de ' passati sconvolgimenti, è
ancora la Città della coltura e gentilezza, sostenuta dall' amore figliale de’
suoi Cittadini .

IX .

Esamina, o cortese Lettore, se mai giungi a Ragusa , esamina anche gli


antichi Archivii della Repubblica, se ti sarà permesso, per assicurarti del ge
nio Legislativo , che dal 1272 ferveva in questo piccolo angolo della terra,
come ferveva in tutta l'Europa .
(**) Esamina le istituzioni, che le facevano onore, le disposizioni basate
sulla patria Costituzione, che dinotano l' aggiustatezza del pensiero, l' eleva
tezza del talento, la più accurata ed avveduta politica, la religiosità de' Go

(*) Anche durante la stampa del presente dalla Munificenza di S. A. I. R.


Arciduca Lodovico fratello di s. M. l' Imperatore Massimiliano fu spedito al Pre
sidente Signor Drobaz un busto di alabastro del defunto, di grandezza quasi
naturale, e 3 opere riccamente legate, dedicate e regalate al medesimo dai ris
pettivi Autori.
(**) L'archivio politico - amministrativo trovasi in deposito e custodia dell' I. R.
Capitanato Distrettuale ; ed il giudiziario e criminale, e notarile presso il c . r.
Tribunale di 1.a Istanza, in apposite stanze, e per dire il vero ambedue in pie
no ordine collocati,
· 31

vernanti, e di ogni ceto di persone, la rettitudine de' Giudizii, l'aggiatezza


equabilmente diffusa fra tutte le classi di una popolazione ricca per commer
cio terrestre e marittimo, locchè tutto influi alla conservazione per 13 Secoli
crescenti, della libertà Nazionale , per assicurarti, che veramente ti trovi in una
Città, che ora chiamano con ragione Città del passato.

XX.

Pochi anni prima che soccombesse Ragusa per opera de Francesi, vit
tima de ' grandi sconvolgimenti, che scossero l'Europa , il conte Zanovich cosi
ne parlava :

Mentre tutt armi è il mondo, e il Dio di guerra


Rota la spada sitibonda intorno,
E få di sangue uman sazia la terra,

Ten stai fra pace, e fra ricchezze intanto


Quieta e sicura nel tuo bel soggiorno
A deplorar d' altre cittadi il pianto. , (* ) .

N. X

Ma vorrei che la curiosità ti spingeese ancora , Lettore o Viaggiatore, a


domandare sè e dove sia visibile anche la famosa così detta Statua ď ' Orlan
do, la quale sopra una facciata del colossale pilastro, s' innalzava sul piazzale
dinnanzi la Chiesa di S. Biagio, e che serviva di base all' asta , su cni svento
lava il patrio Gonfalone in alcune delle principali solennità del paese ; ed era
sculta in rilievo, con in mano la spada sguainata.
Ne avressi ben motivo di chiedere conto di quella patria memoria, per
chè tanto gli Esteri, quanto i Nazionali antichi Scrittori, ne hanno di lei lun
gamente parlato

( Porfirog. de Administrat. Imp. Cap. 9. Cedreno Lib . I. Cap. 14,


pag. 49. Cerva Proleg. Cap. VIII pag. 124. Appendini Lib. I. )

stabilindola qual' indizio del Foro Romano e per conseguenza Ragusa la Me


tropoli civile di tutta la Dalmazia dopo la distruzione di Salona e di Epidauro ;
ed altri colla tradizione popolare, di essere stata eretta in onore del Palladino
Orlando Nipote di Carlo Magno dopo di aver sbaragliato sotto Lacroma il Cor
saro Saraceno Spucento, che infestava l' Adriatico. Ma io per me, rispet

( *). La Repubblica di Ragusa, a cui allude il conte Zanovich nei suesposti


versi, è stata soppressa dal Generale in Capa Marmont, per ordine di Napo
leone l., ai 31 Gennajo 1808.
32

tando tutte le opinioni suddette, sono di una diversa , perchè ai 6 Gennaro


1825 un tremendo uragano avendo atterrato quel Colosale monumento, fú tro
vata fra le di Lui fondamenta una lamina colla seguente Iscrizione in carat
tere semi- gotico, alquanto corrosa nel millesimo, ma che dagli intelligenti fü
interpretata di appartenere all'anno 1423 .
MCCCC ... III. di Maggio
" Fatto nel tempo di Papa Martino V.
" E nel tempo del Signor Nostro
Sigismondo Imperator Romanorum
66
Semper Augustus, et Rè d' Ungaria,
u Dalmatia et Croatia ecc. fú messa
“ Questa pietra et Stendardo qui
“ In onore di Dio, e di Santo Blasio
“ Nostro Gonfalone Gli Officiali.

Ciò farebbe vedere, che non fosse quella stata eretta nei primordii di
Ragusa, nè quando come dice Porfirogenito Salona transiit Ragusium , ne
indizio di Metropolitica giurisdizione, nè istituita in onore speciale di Orlando,
ma sibbene in onore di Dio, e del Santo Protettore di Ragusa, e per servire
di base all' asta su cui sventolava la Bandiera Nazionale, sapendosi, che nel
piantare le fondamenta di qualunque pubblico fabbricato o monumento, sem
pre si usava, e si usa a Ragusa, ed altrove di deporvi un' Iscrizione in
metallo piú o meno nobile, che dinoti l' epoca e la causa, che ha indotto
a quella fabbrica, a quell'erezione ecc. È se fosse stato diversamente la
lamina ritrovata avrebbe accennato o al Foro Romano, o al merito di Or
lando.
Che che ne sia però, mi corre l'obbligo ancora di rispondere al que
sito avvanzatomi dal Lettore, sul finale destino di quel patrio ad ogni mo
do antichissimo monumento ; ed io con dolore devo accennargli, ripetendo
le parole di qualche Patriota scrittore “ che ora giace in un cantone del
una
16" l'atrio del Palazzo Capitanale, colla faccia rivolta al muro, attendendo
mano pietosa, che dopo più di 40 anni , lo sollevi dall'obblio a cui fù
condannato . 72

Costituzione patria .

La Città di Ragusa alla venuta de' Francesi nell' anno 1806 era an
cora la sede di un Governo libero , in origine denominatasi Comune, ed
indi Repubblica, nome quest' ultimo attribuitole prima di tutti dai Romani
Pontefici fin dall' anno 754, e seguitato poi in generale dalle altre potenze.
Alla di lei testa vi era un Rettore , che però nel Consiglio non aveva
che un voto al par di qualunque altro patrizio, e durante al di Lui reg
gime, che da principio si estendeva a 6 mesi, ed indi ad un, mese sol
tanto, risiedeva nel Palazzo Rettorale e poteva giudicare di piccole somme
dipendenti da debiti personali, e simili.
Un Senato di 45 Senatori, un consiglio minore di 7 Senatori, ed
33

un altro generale, che constava di tutli i nobili i quali avevano già com
pito l'età di anni 18, diriggevano la somma degli affari dello Stato ; e
questi ultimi erano prescelti di anno in anno all'amministrazione della
giustizia in 1.a Istanza nel foraneo.
Inoltre nella Città vi sedevano i Giudici sotto la denominazione di
Consoli al civile, ed al criminale, i Provveditori, i Tesorieri, ed altri Magistra
ti, che sostenevano i diritti di pubblico, e di privato interesse .
Il ceto de' Cittadini cuopriva le cariche secondarie, cioè di Grande Se
gretario , di Vice Segretarii, di Notaj, di Coadjutori ecc. ed il rimanente del
la popolazione era occupato nella marina, nel commercio, nelle professioni ed
arti; nell'agricoltura, facendo fiorire l'amata patria, e rendendola di esempio
presso le estere nazioni.
Presentemente vi ha un Capitanato distrettuale per la parte politico -am
ministrativa che comprende nella sua giurisdizione, giusta il nuovo organismo,
anche i Distretti di Ragusa vecchia, e di Stagno , un Tribunale di I.a Istanza
qual Corte di Giustizia per le differenze civili e criminali ; una Pretura urba
na , ossia Giudizio delegato per gli affari giudiziarii di minore importanza, una
Podestaria Comunale ovvero Municipio, un' Intendenza delle finanze, una Do
gana principale; un Uffizio di porto, é Sanità, ed altri Ufficii secondarii, tra i
quali meritano particolare menzione quelli dell'amministrazione delle opere Pie,
de' civici Ospitali per gli ammalati, per i poveri, e per i trovatelli ; de' Laz
zaretti già prima nominati, della Congregazione de' Preti per i Sacerdoti im
potenti e defficienti, del c . r . Ginnasio coll' Istituto filosofico, delle Scuole reali,
e normali, e nautiche ecc .
In quanto all' ecclesiastico da principio ossia dopo la distruzione della
Città di Epidauro, Ragusa fu la sede di un Vescovato ; ed indi dopo il di Lei
morale e materiale ingrandimento fù elevata ad Arcivescovato con pallio e me
tropolitica giurisdizione sopra diverse altre Diocesi vicine, e dipendente diret
tamente dalla Santa Sede Romana ; e tale durò per molti secoli ( Vedi pro
leg. Cero. in Sacram Ragusinam Metropolim ) ossia fino all'anno 1828, in
cui ex Bull. 30 Junii Sanctae Sedis, fù nuovamente ridotta a Vescovato, col
l'aggiunta delle soppresse diocesi di Stagno, e di Curzola , conservandogli un
preposito Capitolare , e quattro Canonici effettivi, ed altrettanti onorarii, for
manti parte di un Clero rispettabile ed illuminato.

x un degano ,

Esaminata però per ogni dove Ragusa con occhio imparziale, non trovi
di aggiungere alle memorie sovraesposte, “ se non se lo squallore ' dominante
per la sopragiuntavi miseria nella maggior parte degli abitanti, i quali da do
po perduta la navigazione, in cui erano interessati, nobili, cittadini, negozianti,
ed ogni ceto di persone ; e da dopo che i Montenegrini nell'anno 1806 han
no collo spoglio ed incendio distrutto quanto vi era rimasto di proprietà mo
bile ed immobile, case, campagne, non hanno potuto, a riserva di pochi, ri
mettersi mai più dal crollo generale, in cui vi sono disgraziatamente caduti.
Eppure questa è la città, dove, come già altrove abbiamo veduto, un
Michele Prazzato marittimo dell'Isola di Mezzo, potė testare a favore della Re
pubblica l'ingente somma di 200,000 genuine d'oro, per cui motivo troverai
- 34

nell'atrio del Palazzo Rettorale una Statua in bronzo a mezzo busto , colla se
guente iscrizione sul piedestallo , che le serve di base :

MICHAELI · PRAZZATO .

BENEMERITO · CIVI

EX SENATU . CONSULTO

MDXXXVIII

“ Dove un Matteo Luccari giunto all'apice della ricchczza, e trovandosi


per negoziati in Bossina , potè degnamente ospitare Sigismondo Rè d'Unghe
ria, e Stefano Despot della Servia dopo la loro disfatta presso Semendria, e
'fornirli al momento della loro partenza 15,000 Zecchini d'oro, in benemeren
za del quale servizio fù creato Bano, e destinato ad eminenti posti nel Regno
Ungherese.
“ Dove i soli mercanti , che abitavano quella parte della Città detta Prie
ki, teneva in giro commerciale venti milioni di Ducati.
Dove come autenticamente consta dai libri di cassa e relativi billanci dagli
ultimi anni della Repubblica , dedottene le spese , restavano di netto civanzo
nella cassa dello Stato ogni anno Ducati 25,795 , e presso la nazione da
guadagni marittimi altri Ducati 2,339,750

In tutto 2,365,545 .
dico fra lo Stato ed i privati due milioni trecento sessantacinque milla e cin
quccento Ducati di civanzo annuo . Ed a quell'epoca Ducati due e grossetti
11 Ragusei equivalevano ad un Tallero di fiorini due crescenti .
Fanne il conto, e dimmi simili ricchezze dove sono al presente ?
Divergiamo l'occhio da un quadro cosi spiacevole per proseguire altro
ve il propostoci itinerario, ed esclamiamo :
Ah, dove andò quel tempo !

Lacroma .

A brevissima distanza dalla Città e suo porto Cassone, sorge dal mare
uno scoglio denominato Lacroma.
La di lui circonferenza non è maggiore di 5 miglia, nè in lunghezza vi
oltrepassa un miglio .
Nell'anno 1020 la Repubblica lo aveva regalato ai Monaci Benedettini,
che già in numero ed in dottrina si aumentavano nello Stato , verso l'obbligo
di dar istruzione di belle lettere alla gioventù Ragusea meno agiata. Vi fú e
retto un Convento con proporzionata Chiesa, ed ivi adempivano religiosamen
te all' assuntosi dovere .
In seguito alla soppressione di quell'Ordine avvenuta nel 1803, lo sco
glio di Lacroma fu venduto ad una Società di privati (Chersa, Mitrovich, An
drovich, Mascarich, e Tommassevich ), e passato dopo la morte dell'ultimo
possessore Tomassevich nei di lui nipoti ed eredi, questi lo vendettero a Sua
Altezza Imperiale Massimiliano Arciduca d'Austria , dippoi Imperatore del
Messico, il quale innamoratosi di quella posizione, non guardò la somma pro
postagli, per acquistarlo.
Mercè le di Lui premure e profusione di spese dall' anno 1856 , è dive
nuto un luogo di delizie. Vi fu costruita una strada cavalcabile tutto all' in
torno, furono portate da punti i più lontani le meglio accreditate piante frut
tiffere, e di fiori, furono dilatati e curati i boschi, e ridotti i fondi adjacenti a
giardino con viali, introdotta la caccia de' Faggiani e Lepri , e provveduti di
perfetta coltura i preesistenti spaziosi Vignelli ed Oliveli.
Il Convento antico fù conservato nella sua forma esterna ed interna, ab
bigliandolosi però riccamente, e conformemente all'altezza del grado del suo
Possessore.
La gente di servizio, un Direttore, un Maestro di casa , un Cacciatore,
ed un Giardiniere bene stipendiati vi avevano permanente dimora , e a chi pia
ceva di recarvisi, facevano vedere con gentilezza ogni cosa .
Vi era destinato pure un Cappellano, col titolo di Abbate mitrato di La
croma ( prerogativa, che insigniva tutti gli Abbati di quel Convento a tempi
della Repubblica (e con tutte le facoltà parrochiali per la Corte, accordategli
dalla Santa Sede con Breve datato li 29 Settembre 1859 , ma questi non vi
aveva una stabile dimora .
Presentemente dopo la barbara morte avvenuta al Querentaro del Mes
sico del mai abbastanza compianto Imperatore Massimiliano I. li 19 Giugno
1867, Benefattore di Ragusa. Lacroma langue, nè conserva più lo splendore
di prima, ridotto essendo stato anche il personale di sorveglianza e di affari so
pra quello Scoglio, adun Amministratore con poca gente di servizio materiale.
Sopra questo Scoglio esiste pur anco una Fortezza sita sul monte il piú
alto, verso la Città di Ragusa, presentemente presidiata dal c. r. Militare del
Corpo degli artiglieri.

Sortiti dal Borgo Plocce , già brevemente descritto , troviamo la strada


regia , che ci conduce a Breno .

Breno .

Il di lui piano, che per la non piccola estesa formava un Distretto


a' tempi della Repubblica , ed era diretto da un Conte , la cui giurisdizione
si estendeva anche al Circondario di Ombla e Malfi, è cinto d'ogni intor
no da montagne, comunicando però a Levante col mare per mezzo di due
aperture chiamate Srebarno e Cuppari.
Siccome è vicino alla Città , così è assai popolato, e ridotto ad un'
ottima coltura agraria, nè vi cede a verun altro paese dello Stato di Ra
gusa per la fertilità, ed amenità del suolo, e per la dolce temperatura del
clima.
- 36

“ La parte di Breno detta dei Molini, e di Plat, che a piè di alti Monti,
per lo spazio di 3 miglia in forma di semicircolo presenta una larga Spiaggia
adorna di Vigne, Oliveti, ed Alberi fruttiferi in faccia all'aperto Mare, è un
luogo veramente delizioso.
La gente è forte, .di ottima fisica costituzione, e veste costantemente
nella maggior parte alla Nazionale.
Nel villaggio di Cuppari vi ha una fabbrica di Coppi di ottima riuscita;
ed il Villaggio denominato Molini trae il proprio nome appunto dai molti mo
lini ad acqua, che servono a macinare il grano a quasi tutta la Città e Con
torni, compresavi la stessa Contrada di Breno.
Ivi Burno, Spillan grad, e Spiona erano 3 Castelli appartenenti all' an
tica Città di Epidauro - Dal primo è derivato il nome alquanto corrotto di
Breno, e questo ha servito di asilo agli Epidauritani, allorchè fuggivano dalla
distrutta loro patria – L'ultimo, situato sopra Plat, fú cosi chiamato, perchè
serviva agli Epidauritani di Specola per iscoprire le flotte, che dall' Adriatico
potessero venire ad ancorarsi sotto Epidauro senza esservi vedute ( Resti,
Luccari, Cerva , Appendini.)
Fra Breno, e Ragusa Vecchia vi ha pure presso il Villaggio di Plat la
località che a tempi antichi era denominata Bielo, e questa è quella appunto
ove Radoslavo Rè della Dalmazia, Croazia , e Zenta , dopo che fú detronato
dall ' ingrato nipote Bodino , di cui si è parlato alla pagina U , si era rifug
giato, vi aveva costruito una piccola Chiesa dedicata a S. Pietro, ed una Casa
per abitarvi; ed indi lasciato il tutto in proprietà ai Benedittini di Lacroma
con formale pubblico Istromento, che nell ' Archivio del loro Convento gelosa
mente si conservava.
E giacchè siamo a Breno conviene osservare anche il Monte Sgiarkovi
za, che gli rimane in Tramontana, e che guardandolo dalla Città, le resta si
tuato in Levante . Ivi esiste una fortificazione, che domina la detta Città, ed è
presidiata.
Poco lungi , ma piú verso il Monte Bergatto, vi si trova inoltre il punto
denominato na Tumbi, nelle vicinanze del quale nell'anno 1806 le truppe
francesi inseguendo i Russi ed i Montenegrini, vi ebbero uno scontro colla
peggio per i francesi, e morte del Generale De la Gourgé, per cui e rimasto,
in memoria dell ' avvenuto, il nome a quel sito De la Gourgé.

Scogli di Mercana . Bobara e S. Pietro.

Di fronte agli ultimi Confini di Breno verso Ragusa Vecchia, noi trovia
mo gli Scogli disabitati di Mercana, Bobara, e S. Pietro - E tradizione av
valorata da Plinio, che questi Scogli fossero stati uniti alla terraferma nel sito
ove sorgeva la Città di Epidauro ; e che i continui terremoti l'avessero spro
fondati negli intermedii , e dalla terraferma disuniti – (Append . Lib . I. )
Che che ne possa essere stato, il fatto è questo, che sotto S. Pietro,
che è il più prossimo a Ragusa Vecchia, nel fondo del mare colle bonacce
ancora chiaramente si veggono le rovine di Edifici Che Mercana aveva
qualche Casa , ed un apposito Vescovo, e questo Vescovato si è conservato fino
- 37

a tempi nostri, ma soltanto , attesa la distruzione delle Case qualunque di ciò


ne fosse stato il motivo, il "Monsignore Vescovo risiedeva nella città di Ra
gusa – Nell'anno 1839 poi ex Bul.Greg. Papae XVI . 30 Sept., fu quel Ve
scovato, con l'altro di Trebigne, incorporato nella Diocesi Ragusina, ove il
Monsignor Vescovo Diocesano amministra i provventi, e ritieme al proprio titolo
unito anche quello di Mercana e Trebigne.

Ragusa- Vecchia .

Ma eccoci ormai sotto Ragusa Vecchia , l' antico Equidauro.


Dopo l'ultima e totale distruzione di questa antichissima Città; la popo
lazione si è salvata parte a Castel Lavve, dove poi è sorta Ragusa, parte in
Castel Burno, l'attuale Breno, e parte è rimasta a Obod e presso l'Istmo,
che formava un lato di Epidauro , ossia nel sito ove è presentemente Ra
gusa - Vecchia.
La Circonferenza di questa penisola, che dista da Ragusa sole 6 miglia,
non è maggiore di un miglio circa.
I di Lei abitanti sono Marittimi, possidenti, ed in qualche numero dediti
al Commercio Ricchezze non vi sono, e la magior parte vive d ' industria .
Ha un buon porto da Ponente , che dà ingresso al paese, ed un altro
da Tramontana presso l'Istmo, che sottosta al caseggiato di Obod .
Ragusa Vecchia ha moltí Edifizii di vecchia e di fresca Costruzione o
ristauro, una Chiesa Parrochiale, un Convento di Minori Osservanti, una buona
Locanda ed una discreta bottega di Caffè.
All appressarsi per la via del Mare a questo luogo, ti si presenta l' as
petto di una piccola Città.
Nell'esame interno di Ragusa -Vecchia, e di Obod, si trovano ad ogni
tratto le Vestigia di antichi fabbricati, ora atterrati parte dal tempo, e parte
dall' asporto delle pietre, che occorsero per costruire la nuova Epidauro ossia
l'attuale Ragusa.
Fra i varii rottami è rimarcabile un pezzo di muro di reticolato lavoro ,
che s' innalza sopra un elevato poggetto presso il porto di mezzo di.
Alcuni pretendono, che la sorgesse il Teatro, o l' Anfiteatro, ed altri che
indichi le Terme d'Epidauro.
Due grandi pietre una posta all'ingresso di una casa,e l' altra collocata
in un muro presso il mare, fanno vedere, ehe eranvi anche opere di eccelente
scalpello.
Quivi al dire del Maggiore Sig. Cattalinich nel Tom . I. pag. 258 della
Sua Storia sulla Dalmazia, dovrebbe esistere anche il Sepolcro di Publio
Cornelio Dolabella Pretore ne' tempi di Augusto, e di Tiberio , ma a me
non è riuscito di trovarlo – Sarà al presente probabilmente nascosto sotto
le rovine, o sotto qualche Casa di piú recente Costruzione.
Finalmente è meritevole di esservi esaminata la profonda Grotta detta
Scipun , nella quale si discende per una scalinata alquanto pericolosa, a
vente innumerevoli scherzi di natura mediante stillicidii, ed un požzo d'ac
qua perenne è fredda, che serve per gli usi giornalieri di quella popolazione.
38

Sotto il Governo antico di Ragusa in questo paese risiedeva un no


bile col titolo di Capitano, che aveva la rappresentanza politica, ed il giu
dizio di 1. Istanza negli affari di diritto privato . ( Luccari e Resti.)
Sotto il Reggime Francese la giustizia era amministrata da un Giu
dice di pace come altrove, e presentemente vi si trova un Giudizio Dis
trettuale Civile, la cui giurisdizione si estende, e comprende tutto il Cir
condario di Ragusa - Vecchia ed Obod; e tutta la Contrada di Canali fino
inclusive la Vitaglina, ove chiude il Confine del già Stato di Ragusa, come
dissi, una lingua di terra turca in Suttorina presso Castelnuovo di Cat
taro. dagli Antichi chiamato anche Draceviza , nè vi manca una Podesta
ria Comunale, ed un Agenzia di porto e Sanità marittima, dipendendo nella
parte politico - Amministrativa dal Capitanato Distrettuale di Ragusa .

Ma entriamo in Canali .

Capali.

! Dopo un' ascesa nè troppo erta ne' troppo dolce, s ' interna il Viag
giatore nel Circondario di Canali.
Una strada principale di recente costruzione e riattazione, l ' attraversa
fino a Castel nuovo.
Percorsovi un miglio appena , già si trova un vasto piano, che si e
stende per piú ore di camino verso Vitaglina, piano avente belle vigne
e terreni da semina , ma che d' Inverno quando abbondano le pioggie, ri
mane per tal modo allagato, che o lo si deve percorrere in barchette de
nominate Lagie, ovvero passarvi da una parte all' altra per il ponte, che si
trova sotto il Villaggio di Gliuta, dove vi sono anche parreechi Molini per ma
cinare i formenti. ed altri biade di quei Villici.
L'Abbate Bernardo Zamagna, di celebre memoria, nelle sue poetiche
produzioni latine parlando di questo piano e di Canali , ove Egli amante della
Caccia per più mesi dell'anno vi si tratteneva, cosi si esprime “ Et natat
hic piscis, quo modo messis erat. ,,
La suddetta strada regia però, che trovasi dalla parte di mezzo giorno ,
sita alle falde dei Monti, i quali dolcemente le sovrastano, essendo alquanto
elevata dal piano, non impedisce in verun tempo al Viaggiatore di liberamente
transitarla .
É veramente piacevole di percorrere questa pianura, perchè da una parte
e dall'altra le Colline, che la fiancheggiano, sono sparse di Casali e di Vil
laggi, e di Chiesette, e di Alberi, che presentano una bellissima veduta.
Nè questi sono i soli Villaggi di Canali.
Sopra e dietro le mentovate Colline e Montagne ve ne sono degli altri
abitati da numerosa popolazione, forte di temperamento, armigera, ed industriosa.
Questa Contrada fornisce alla Città giornalmente i Commestibili i piú u
usuali.
39

Il fiume Gliuta , che irriga e feconda la pianura, abbonda di anguille de


licatissime, rane , e pesci d'acqua.
Il nome di Canali a questa Contrada è derivato dai Canali, che ne' tem
pi antichi servivano dalla distanza di venti miglia per condurre l'acqua alle
Fontane di Epidauro.
Sovra una Collina del Villaggio di Pridvorje, da cui è defominato tutto
il piano, ed è il centro della Contrada, esisteva un edifizio, che era destinato
ad abitazione ed Ufficio del Conte, che 'era il Giudice e Rappresentante
politico del Governo Repubblicano .
Ora questo, che all'epoca dei Montenegrini incendii ( 1806 ) era stato
dato alle fiamme, è passato in mani private, ricoperto, e ridotto ad uso
di abitazione, e Bottega di Commestibili.
Sulle falde della Collina di Pridvorje, e poco elevato dal piano, vi
ha un Convento de' Frati Minori Osservanti.
Lo fiancheggiava in qualche distanza a Ponente un Bosco di Roveri
ancora a tempi della mia gioventù ; ma siccome tutto finisce, cosi anche
quel Bosco bellissimo. che serviva di riposo al Viandante, che lo proteg
geva dai raggi del Sole cocente, e che sembrava collocato ivi per un piac
cevole incanto, non esiste più perche non tutti pensando alla conserva
zione del bello , è stato distrutto da chi ora possiede quel sito, per pre
valersi del legname , e ridurre il terreno ad una magra coltivazione di viti.
Poco più d'un' ora distante da Pridvorje vi ha il villaggio montano
di Merzinne, ed in quel circuito sopra una rupe di sasso vivo , vi sorgeva un
Castello, che si chiama Castel Soko. ( Falcone) .

Castello Soko ,

Questo era regolarmente presidiato , e fortificato, e vi risiedeva un ap


posito Capitano comandante , che veniva destinato di anno in anno dal Corpo
de' Governanti . Al presente però non si vedono, che le di lui vestigia
soltanto .
Dall'opposta parte del piano , nel Villaggio di Grudda , sulla strada
regia vi ha per ordinario un Presidio militare . Inoltre per tutti i bisogni
di confine e sicurezza pubblica, è organizzata una Guardia terriera, però sol
tanto in armi, e pagata quando è in servizio .
La contrada di Canali abbonda generalmente di caccia, e specialmente
di quaglie, pernici, colombi selvatici, tortore , ed anatre nelle rispettive sta
gioni.
Questa contrada, che gli antichi chiamavano l ' Enchellia , era la residen
ža del Re Cadmo figlio di Agenore Tebano , venuto dalla Fenicia nell'anno
1408 prima dell'era volgare ( cosi le antiche Cronache) e da questa poi
è nata la Città di Epidauro.
Ancora si conosce il sito dove era il Sepolcro di Cadmo, e di Armonia
di lui Consorte, cioè del primo appie del monte Sniesnizza, é della seconda
presso il monte, che al di là della pianura gli stà dirimpetto, e serve di lido
al mare presso le così dette Stiene konavoske, che gli antichi Scrittori ap
pellavano Saxa Cadmea . (append. Lib . 1.)
- 40

Tutto questo Canali apparteneva ai Dinasti Bosnesi, e quel tratto, che si e


stende da Vitaglina fino al sumentovato Castello Soko presso Marzine, alla Repub
blica fù venduto da Voevoda Sandagli Hranich per Ducati d' oro 18,000 nel
l ' anno 1419 ; e l'altra parte, che da Soko arriva a Ragusa -Vecchia com
presa questa ed Obod , nell ' anno 1427 le fu cessa da Rodoslavo Pavlovich
per eguali Ducati d'oro 24,000, dopo molte pertrattazioni, come risulta dai
relativi documenti , e presa di possesso.

Ora riepiloghiamo.

" Che lo Stato di Ragusa non eccedeva le 120 miglia in lunghezza e la


massima larghezza consisteva in miglia 12 , avendo 340 miglia di circonferenza
comprese le Isole ed il Continente ; come lo dimostrano lo storico Giacomo
Luccari, ed altri autori della Storia patria.
" Che oltre le strade intermedie, che vi sono a regolare congiunzione fra
loro dei diversi Villaggi e Borgate, e l'accesso alla Città di Ragusa, vi ha la
già accennata strada regia, che da Vitagliana (parlando del Confine di questo
già Stato ) incomincia e passa per tutto Canali fino a Ragusa - Vecchia.
" Che da questo punto è tracciata soltanto, ma non ancora condotta al
suo termine fino al grandioso e ben lavorato arcuato Ponte di Breno, sito nelle
vicinanze del Villaggio di S. Maria Maddalena, e di là nuovamente prosegue
verso la città, e regolarmente vi continua verso Gravosa fino a Battahovina
d'Ombla, ove traversandosi il breve tratto di quel fiume, si unisce alla strada
eguale di Malfi, Valdinoce, Cannosa, Barsecinne, Slano, ed arriva sopra Sta
gno, donde prosegue verso la Narenta, e cosi avanti in Dalmazia e fino al
la Capitale dell'Impero, come anche nel principio di questa esposizione ho
accennato .
“ Che lungo tutto questo tratto di strada vi sono i fili telegrafici, che
comunicano le corrispondenze pubbliche e private fra le principali piazze
della Provincia, e Stato, e quelle degli esteri Dominii.
" Che finalmente 3 ' volte ogni settimana vi ha l' arrivo e la partenza da
Gravosa dei Battelli a vapore del Lloyd Austriaco , pel trasporto delle merci
e delle persone ; ed a questi appartiene anche il servizio delle poste nei
giorni di approdo ; ma ciò non ostante vi hanno anche il corso regolare
per terra .
- 41

Conclusione .

I Signori Forestieri , che arrivano a Ragusa, la percorrono alla sfuggita


se affari non li trattengono ; e se li obbligano ad una sosta, non hanno tempo
di occuparsi del di Lei passato , ned' internarsi a rivangare se e cosa d'in
teressante meriti di richiamare la loro attenzione.

Eppure, come abbiamo veduto, non poche memorie ci si presentano an


cora quali vestigia delle cure e fatiche di una popolazione, che seppe in tutti
gli incontri imperterrita guidare le proprie direzioni alla meta dell' utile e del
l'onesto .

Questi motivi mi hanno indotto di toccare a spruzzo, dirò cosi, alcune


storiche memorie della mia patria, la di Lei origine, dilatazione, ricchezza sfug
gita, e mediante un immaginato viaggio per ogni dove dei di Lei fertili, ame
ni, e ben coltivati paesi, offrire il mezzo ai Cortesi Lettori, se Forestieri, per
poter piú facilmente, venendo a Ragusa , quando che sia, ed ove il tempo , ed
il desio ne li stimolasse, prendere conoscenza piú da vicino, e personalmente
in parte o in tutto , di quanto ci riguarda relativamente al passato, ed al pre
sente *). E se Nazionali, per sapermi grado di aver ravvivato nella loro me
moria la celebrità del nome della nostra patria Comune .

Lib. I.
(* )
Sulla vita, regno, e morte di Cadmo, Rè dell'Enchellia ( attuale Canali
nel Distretto di Ragusa Vecchia ).
Ivi

Fondazione ed origine di Epidauro, sue parziali e totale distruzione.

(* ) Mi permetterò di soggiungere di aver soltanto nel presente Opuſ:colo,


toccato come di volo alcune storiche reminiscenze, nel mentre tutta la storia di
Ragusa dalle più remote epoche della sua origine fino ai di nostri, bo s eparata
mente e diffusamente pure già scritto, e divisa così in 8 altri Opuscr ili qui in
calce accennati in dettaglio, conservo inedita, ed a tempo più oppor tuno potrò
rendere di pubblica ragione, se avrò la fortuna di conseguire il desiderato ag
gradimento per il breve attuale mio lavoro ; sempre però sotto le salvaguardia
di quanto ho accennato nel proemio cioè di Undique Collatis Membris, e di
avere puramente scritto per mio piacevole trattenimento, ed & guisa di semplice
famigliare racconto.
5
- 12

Lib . 1.

Dalla fondazione di Ragusa dell' anno 568 fino all' anno 1400 .

Llb . N.
Dal 1400 al 1600 .

Lib . IV .

Dal 1600 al 1800 .

Lib . V.

Dal 1800 ino ai tempi i più recenti.


Ivi
Ribellione de' Canalesi del 1800.

Occupazione di Ragusa per parte de Francesi del 1806, assedio de '


Russi coi Montenegrini, danni ed incendii sofferti, perdita della Navigazione, e
caduta della Repubbiica li 31 Gennaro 1808.

Insurrezione Nazionale nell' anno 1813 al 1814 dietro eccitamento delle


Potenze alleate per espellere le armi Francesi dallo Stato di Ragusa, ed occu
pazione Austriaca.

Lib . VI.

Conni sulla legislazione di Ragusa, magistrati, e forma del Governo Re


pubblicano.
Ivi

Distinta delle famiglie patrizie e de' Cittadini estinte, e ancora viventi.


Ivi
Prospetto nominale de maschi periti nel terribile terremoto dei 6 Aprile
1667, e di quei che vi sono rimasti in vita, colla descrizione di tutte le cir
costanza relative a quel terremoto .

Lib . VII .

Carattere, costumi, ed usi de' Ragusei.


İvi

Indicazione delle monete, pesi, e misure.


43

Ivi

Rendite, spese, ed annui civanzi in cassa negli ultimi anni della Rapub
blica, prodotti, importazioni, ed esportazioni ecc.
Ivi

Istituti pii, e forza armata .

Lib . VIII.

Uomini illustri che ha dato Ragusa dal 400 in poi.


Ivi

Diversi argomenti ecclesiastici, con dettagliate indicazioni delle esistenti


Reliquie de' Santi, e loro rispettive derivazioni. Finalmente cenno de' Vescovi
ed Arcivescovi succedutisi in Epidauro, Stagno, e Ragusa, nei 13 secoli di
Reggime antico ecc . ecc .

1998
POPOLAZIONE ATTUALE

DEL GIA '

STATO DI RAGUSA .

Oooor

Penisola di Punta .

Sabbioncello . anime anime


OREBICHI Parrocchia 521 Potomje 341
Mokalo 94 Prisdrina 59
Podolastiča 76 Zacamenje 76
Stancovici 203 Zacotoraz 69
Kalianovieh, Zagrada 152 Zupanje Selo 104
Carmine . . 76 Kosarnido 68
Gurichi 80 Solubinica G. 58
Bielopoglie 36 Podo buce 107
Zucovaz 162 Borje 39
1400 Osobiava 214
Stinivo . 36
VIGAGN Parrocchia 406 1679
Kuciscte . 275
Basilina 167
Nakovan infer, PIAVICINO Sup. Cappellania 153
88
Nakovan super. idem lufer. 177
80 Pantetici 50
1016
380
VRUCIZA Parrocchia
Inferiore OSKORUSCNO Cappellania
331
Superiore 247 idem Inferiore 307
Duba idem Superiore 56
214
Zagruda . 107
812
410
TARPAGN Parrocchia 760
JAGNINA Parrocchia 613
CUNNA Parrocchia . 347 Zabardje 52
Tudarac 46 Popova luka 205
Zaguline . 16 Sresser
Podroce 7 Jurcovici 63
Dingace 12 Percevich Briegh 70
Platac 12 Garbich 18
Gruda 68 1136
45

TARSTENIK Espositura 234 Ruskovici 17


Kuso . 127
GIULIANA Espositura 289 Zaradece 82
Briesta 180
ZARNAGORA Parrocchia 182
Dubrava 192 839
Vukotici 59
Totale Punta 9014

Primorie .

STAGNO GRANDE Parrochia . 359 207


Gargurici
Cefvinizza . 134 Banici 72
Brozze 171 Sladicnovich 42
Kobasc 31 Lissaz 198
Rizani Krasno 50 Kotezi 47
Kutti 49 Tocionik 180
794 Tarnovica 152
STAGNO PICCOLO Espositura 1105
211
Hodiglie 241 CEPICUCIE Cappellania 283
Malo Selo 63 Podgora
Luka 125 Mihakarst 17
Rusan 40 Smokvina 22
480 Podimoc . 88

PONICQUE 0 BOLIENOVICH 454


Parrochia 308 OSCGLIE Parrachia . 245
Sparagovich 223 Goriza O 96
Zabargie 98 Siva . 17
Danciagne 121 Stuppa . 107
Duba . 67
465
817
TOPOLO Espositura 219
DOLI Parrochia 102 Imotiza . 166
Zatton Superiore 57 Stednica 89
Zatton Inferiore 57
Kostani 4774
25
Zamaslina 53 SMOKOVGLIANI Espositara 360
Malj voz 21
Zabreza Vissociane 225
47
Darpich 50 685
Giunta . 265
677 BARSECINNE Cappellania 518

BANICHI Parrochia 143 CANNOSA Parrochia 486


Krusiza 82 Dubraviza 177
Tarnova 103 663
Mravince 144
472 VALDINOCE Parrochia . . 629
Poglice 360
SLANO Parrochia 207 989
46

CLISCEVO Parrochia . 166 Giurovici 83


Gliubac 161
561
Gromaccia . 276
Marcevo 227 MALFI Espositura

%们 的 纪的
Mravignaz 166 Losiza
Rigiza 92 Verbizza
1088 Zitcoviza 48
Loncino 67
. MAIKOVI Inferiore Espositura 560 Bulet . 17
Maikovi Superiore 340 Mohovo 29
900 Valle , . 65
Solline 85
Ossonik ) Do 17
Parrochia 209
Lovorno ) 562
Doliani 175
Prodanici 122 Totale Primorje 11076

Isole Elafiti,

ossia Giappana, Mezzo , e Calamotta.

Giuppana . Is. Meleda .

LUKA Parrochia . 541 MARANOVICI Espositura . 159


Dubrava 179 Koriti . 150
Vegbi Varh 156 Prosura 157
876 466

PAKLIENA Parrochia 47 BATINO POGLIE Parrochia . 751


San Giorgio 125 Blatta 113
Suttulia 175 Roppa 18
Fraiga 205 Govegiari 125
552 1007

Totale Giuppana 1428 Totale Meleda . 1473

Mezzo. Is. Lagosta .

LAGOSTA Parrochia 1170


Mezzo (Lopud) Parrochia 475
Ombla .
Calamotta .
Mokoscizza Parrochia . 283
170 S. Stefano 184
Donje Cello Parrochia
Gornje Cello 222 Petrovoselo 185

392 622

ROSGIATTO . Parrochia . 152


Totale delle tre isole Elafiti , 2295 Obaglieno 230
- 47

Dracevo Sello . 111


con Cibaccia, Celopezi , Pet
Prievor 118 raccia, Dubac 720
Ciacovici 70
Comolaz 156 POSTRAGNE Cappellania con
Ciaicovica 128 Martinovici, Buici, Makosci,
Garbavaz . 936
965

GIONCHETTO Cappellania . Bergatto Super. Espositura 221


164 Bergatto Infer. 245
Knexgiza . 104
Tntale 466
Totale 268
Breno Inferiore .
Totale di Ombla . 1855
Molini Parrochia 118
Gravosa . Jargoviscte 14
Vrello 29
LAPAD Parrochia 212 Zavreglie 78
GRAVOSA 594 Soline 99
Kostur 22
Totale di Gravosa 806 Smokovicnaz 35
Plat 216
Srebarno 29
Città di Ragusa Cuppari 72
Blatto 67
e Borghi. Kantule 2
CITTA' Vescovile Parrochia 3540 Braxing 55
BORGO PILLE , Faruhi 1745 Klocurici 50
Borgo Plocce . 203 Kostur 55
Bossanka . 61 Tot, 821
Acquedotto Cappel . 3 Chiese . 54
Totale di Breno. 2943
5605
Totale della città, Borghi ed Ragusa Vecchia
Acquedotto 5605 Antico Epidauro.
Ragusa Vecchia Parrochia 879
Breno Superiore . Obod 196
S. MARIA Maddalena Parrochia Totale di Ragusa Vecchia . 1075

Canali ( Enchellia . )

CILIPPI Parrochia MOCICI Cappellania 404


Maslici 66 Dobrota 120
Miocici 483
524
Vigni 100 GRUDDA Parrochia 109
Komaj 128 Bacevdò
Vlahutini 222
86 Tussici
Grussici 143
108 Radovcici Sup. . 180
Tot. 1305 Radovcici Inf. 107
Vingradaz . . 94
Sastoglie 113
GABRILLI Cappellania . . 206 Zargnegovina e Barre 90
Uskoplie , 201 Dobrusa 84
Tot, 407 Tot. 1042
48

POPOVICI Cappellania 291 PRIDVORJE Parrochia 396


Kokoti 82 Gliuta 254
Lovorno 347
Totale 373
Mihanici 190
PLOCIZE Parrochia . 196 Darvenik 143
Poglize 198 Kuona 146
Mikulici 275 Totala 1476
Giurinici 245
Visegnici 93 STRAVCIA Parrochia 156
Tot. 1007 Gracisce 25
VODOVAGLIA Cappellania 130 Selise . 12
Karusovizi . 49 Nijvice 12
Duba 134
Paglievo bardo 82
70 Siliesezi 70
Bani
46 Megnijga 12
Gugnina
Gorgna Cerra
Tot, 377 Brotnice 80
VITALGLINA Espositura 79 Jessenica 137
Bres boge 80 Velli dò 24
Gorgni kraj 75 Tot. 673
Dogni kraj 44
Miletici 85
Totale di Canali . 9767
Tot. 367
MARZINE Inf. Parrochia . . 89
Marzine Sup. 108 Totale de' Cattolici 45079
Vatasi 125 Greci n . u. Parrochia 364
Piceti 176 Israeliti. Scuola. 51
Butkovina 278 Protestanti 7
Dunavi 446 Totale della popolazione ind . 45,501
Tol. 2222

Si aggiunge il numero della popolazione attuale dell'Isola di


Curzola, annessa alla Diocesi Ragusa.

CITTA ' e Borghi Parr. Arcip. Colleg. . 1804


VERNIK Cappellania : 168
LOMBARDA con Javich Parrochia 678
XARNOVA Parrochia . 725
Postrane 220 1135
Campus 190
RACISCHIE Parrochia 490
PUPNAT A Espositura 400
SMOQUIZZA Parrochia 560
BLATTA Plebania . . 3698
CZARRA Espositura r 397
Valle Grande Parrochia . 1476
Totale di Curzola . . 10746
INDICE

Delle Localitá .

Penisola di Punta . pag . 7 Scoglio di Daxa pag . 19


Sabioncello . 7 Ombla 20
Primorje . 8 Gienchetto .
Stagno 8 Komolaz . 21
Saline di Stagno 9 Gravosa 22
Slano . 9 Boninovo (Bella Vista Madonna
Smokovglie 10 delle Grazie, e S. Biagio sul
Barsecinne Monte Gorizza 23
Valdi noce 10 Borgo Pille . 23
Cannosa Piazza Stradone 24
Malfi Borgo Plocce 24
Isole Elafiti : 12 Città di Ragusa 24
Giupanda 12 Lacroma 34
Mezzo (Lopud ) . 14 Breno 35
S. Andrea in pelago . 15 Scogli Mercana, Bobara, e S. Pietro 36
Calamotta . 16 Ragusa Vecchia con Obod · 37
Meleda 16 Canali 38
Lagosta 18 Castel Soko a Canali 39
INDCE

delle Materie principali.

Proemio, e confini ed estesa dello Stato di Ragusa pag. 8


Curzola 6
Punta comprata da Stefano Rè di Rascia nell anno 1333 7
Primorje comprato da Ostoja Christich Rè di Bossina nall'anno 1398 . 8
Terre Nuove da Primorje fino a Poglize di Valdinoce 8
Platani di Cannosa 10
Giuppanna, Mezzo , e Calamotta regalati da Silvestro Rè di Dalmazia e Croa
zia nell'anno 972 . 12
Memorie di Prazzato
Asciugamano di P azzato 15
Amori di Maria di Lopud 15
Meleda regalata da Dessa figlio del Rè Oroscio nell'anno 1151 16
Sepolcro a Meleda di Tommaso figlio di Tommaso Rè di Bossina 17
Lagosta ceduta da Stefano Krapalo Rè di Rascia nell'anno 1310 18
Breno , Ombla , Gravosa, Malfi fino a Poglize di Valdinoce detto Astarea , regalato
alla Repubblica da Stefano Rè di Dalmazia nell'anno 940 19
Chiesa di S. Stefano fabbricata da Pavlimiro Belo, ora diroccata . 19
Gionchettoregalato dal Re Bodino ai Monaci diLacroma nell'anno 1100 24
Sepolcro a Lacroma di 3 Cugivi stati decapitati dal Rè Bodino dopo di
averli usurpato il Regno, e perseguitato per 7 anni i Ragusei, per aver
dato asilo ai rimanenti 21
23
Danni arrecati dai Montenegrini ai Ragusei
Ré Pavlimiro Belo benemerito di Ragusa 25
Cattedrale di Ragusa fabbricata in origine da Riccardo Cuor di Leone, Ré 25
d' Inghilterra, nell ' anno 1192 25
Collegiata di S. Biagio fabbricata nell'anno 1398 , e riedificata nell'anno 1715 28
Collegio e Chiesa de' Minori Osservanti, fabbricati nell'anno 1317 26
Convento e Chiesa de PP. Domenicani, fabbricati nell'anno 1225 26
Convento e Chiesa di S. Chiara, fabbricati nell'anno 1390 (ora Arsenale
Militare) 26
Edifiţi della Dogana, e Zecca, Corpo 'di Guardia, Torre dell ' Orologio, ė
zPalazzo Rettorale . 27
Fontane di acqua viva 27
27
Nuovo Teatro Bonda,e Palazzo Comunale
27
Antico Archivio , Legislazione , e Costituzione patria
31
Statua di Orlando, ed iscrizione trovatasinellefondamenta ( 1 423)
Chiesa Votiva di S. Salvatore (Spas.) fabbricata nell'occasione del terremoto
anno 1520 26
Breve cenno sulla forma del governo Repubblicano 32
Vescovato , ed indi Arcivescovato , e poi Vescovato di Ragusa . 35
Ricchezze d'una volta a Ragusa pag . 33
Gabinetto di Storia naturale 29
Stato attuale di Lacroma 34
Cadmo Rè dell' Enchellia ( Canali) e sepolcro di Lui , e di Armonia sua mo
glie, anno 1408 prima dell ' Era volgare 39
Acquisto da Voevoda Sandagl Hranich di Canali da Vitaglina fino al Castel
Sokò, nell'anno 1419 39
Acquisto da Radoslavo Pavlovich altro Dinaste di Bossina , da Sokò fine
compresa Ragusa Vecchia ed Obod, nell'anno 1427 40
Riepilogo, strade, telegrafo, vapori, poste 40
Conclusione
Indicazione di altri 8 opuscoli già completati ed inediti contenenti la Storia
di Ragusa dalla sua origine fino a tempi i più recenti
Errata Corige .

pag. 6 narazioni . narrazioni


10 preesistenti preesistiti
-
10 ) vignetti vigneti
e 35 ) olivetti oliveti
11 vilaggi villaggi
11 derate derrate
99 12 avremmo avremo
15 promotorii promontorii
14 Angusto mari angusto mari
16 boreali borreali
18 Lip Lib.
17 Stipendio que Stipendio de' quali
17 Prosciura - Prosciura, Sovra
18 Pielro Pietro
20 Ryttahovina . Battahovina
20 boreale borreale
20 mgliori migliori
29 per conseguirne lo scopo e per conseguirne lo scopo
24 guardia. Si guardia si giunge
25 Scolio Scoglio
27 atria atrio
32 durante al durante il
36 31 21
27 magior maggior
97 32 Colosale colossale
29 polli poi pollipaj
40 henno hanno
> 31 X. si esclude come non avente luogo ivi, ed al XI. si sosti
tuisca X.
" 1.
8
2 655

3186187447

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