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La normativa

Lart. 45 - comma 1 - della Costituzione sancisce che la Repubblica Italiana riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualit e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce lincremento con i mezzi pi idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalit. La relazione ministeriale n. 1025 di accompagnamento al Codice Civile, ha chiarito ulteriormente che per scopo mutualistico si intende la possibilit riservata ai soci della cooperativa di acquisire, cedere, intraprendere beni o servizi o occasioni di lavoro a condizioni pi favorevoli di quelle che otterrebbero dal mercato. Negli anni successivi, la disciplina delle societ cooperative stata ripetutamente interessata da provvedimenti, anche di carattere tributario che, nel porre specifici e dettagliati limiti e condizioni, hanno di fatto delineato il concetto di mutualit in aderenza allo spirito costituzionale. E necessario innanzitutto operare la distinzione tra socio lavoratore e dipendente della cooperativa. Al dipendente che un lavoratore subordinato, si applicano tutte le normative previste dai CCNL di categoria e dalla legislazione vigente. Il socio lavoratore ha un rapporto di associazione e come tale ha un particolare regime normativo e contrattuale. La legge n.142/2001 (Governo Amato) aveva operato una significativa revisione della disciplina, con particolare riferimento allinquadramento normativo del socio lavoratore e alla distinzione tra rapporto associativo e rapporto di lavoro. In particolare si era stabilito che il socio lavoratore, con la propria adesione associativa, instaurava un ulteriore e distinto rapporto di lavoro in forma subordinata, autonoma o in qualsiasi altra forma, ivi compresa quella di collaborazione coordinata e continuativa, con cui contribuire al raggiungimento degli scopi sociali. Dal tipo di rapporto in essere conseguivano i relativi effetti fiscali e previdenziali, nonch gli altri effetti giuridici previsti dalla stessa legge e dalle altre fonti legislative, purch compatibili con la posizione di socio. La legge 30/2003 (Governo e Berlusconi) la ha modificato del questa rapporto impostazione riportando riconfermando preminenza

associativo su quello di lavoro. In questo modo si tolta la possibilit di equiparare il rapporto di lavoro del socio alle normative previste per i lavoratori subordinati soprattutto per quello che riguarda la possibilit di

adire al Tribunale del Lavoro nel caso di inadempienza contrattuale della Cooperativa. Successivamente il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con la Circolare Ministeriale n. 10 del 18 marzo 2004 ha dovuto precisare meglio il rapporto tra cooperativa e soci lavoratori, fornendo, con riferimento alla posizione dei soci lavoratori i chiarimenti sullarticolato della legge 30/2003 nella parte che aveva modificato la legge n. 142/2001.

Autonomia del rapporto di lavoro


La C.M. 10 del 18 marzo 2004 (recepita nelle leggi n. 142/2001 e 30/2003 cos modificate) ha definito la distinzione tra rapporto di associazione e di lavoro e ha chiarito che tra il socio lavoratore e la Cooperativa si instaurano due distinti rapporti giuridici: quello associativo (prevalente) e quello di lavoro (ulteriore). Viene cos ottenuto lobiettivo di armonizzare lo svolgimento del rapporto di lavoro con l'interesse della cooperativa, non solo liberalizzando e rendendo flessibile la scelta negoziale delle parti secondo gli schemi contrattuali offerti dal diritto del lavoro (art. 1, comma 3), ma anche salvando la tipicit dei medesimi. Si stabilisce infatti che la contestuale presenza delle due diverse situazioni giuridiche evidenzia l'esistenza tra esse di un collegamento logico tale da giustificare il rapporto di lavoro come finalizzato al raggiungimento dello scopo sociale, identificato a sua volta dal patto associativo. Quindi linterpretazione delle disposizioni della legge 30/2003 data dal collegamento funzionale tra i due contratti, associativo e di lavoro, mantenendo tuttavia inalterata la netta distinzione tra le due situazioni giuridiche. Inoltre la funzionalit del rapporto di lavoro rispetto a quello associativo resa ancora pi evidente dagli obblighi sociali posti a carico del socio lavoratore di cooperativa, quali: il concorso nella gestione dell'impresa, la partecipazione alle decisioni aziendali, la contribuzione alla formazione del capitale sociale, la messa a disposizione delle proprie capacit professionali.

Bisogna a questo punto sapere che la Cooperativa gestita dallAssemblea dei Soci che conferisce i poteri esecutivi al Presidente, al Consiglio di Amministrazione e al Collegio dei Sindaci.

In parole povere il socio lavoratore datore di lavoro di s stesso. senza avere la possibilit di controllare effettivamente che cosa si sta facendo anche a nome suo.!!!! La decisiva conferma della prevalenza del rapporto di socio su quello di

lavoratore viene contenuta nel secondo comma dell'articolo 5 della legge 142/2001 (nuovo testo), che dice testualmente: "il rapporto di lavoro si estingue con il recesso o l'esclusione del socio deliberati nel rispetto delle previsioni statutarie ed in conformit con gli articoli 2532 e 2533 del codice civile". Quindi i principi di risoluzione del rapporto di lavoro quale conseguenza della cessazione cooperativa. La legge n. 30/2003 nei riguardi del socio lavoratore ha, inoltre, profondamente rivisitato e modificato alcuni istituti propri del rapporto di lavoro del socio quali: la contrazione dell'esercizio dei diritti sindacali (art. 2, comma 1, nuovo testo), la risoluzione del rapporto di lavoro che avviene congiuntamente all'esclusione del socio (art. 5, comma 2, parte prima, nuovo testo),
-

della

qualit

di

socio

sono

conformi

alla

disciplina

statutaria

regolamentare relativa alle cause di recesso, esclusione e decadenza del socio dalla

la competenza del giudice ordinario sulle controversie relative alla prestazione mutualistica (art. 5, comma 2, parte seconda, nuovo testo) il tetto al trattamento economico eventualmente fissato dal

regolamento interno della cooperativa (art. 6, comma 2, nuovo testo). Pertanto le legge 142/2001 di preminente lavoratore. Si mantengono inalterati i soli diritti sindacali provenienti dal titolo III della legge 300/70 (rappresentanze sindacali, diritto di assemblea, permessi sindacali, ecc.) a condizione che alla base ci sia un accordo sindacale collettivo tra le Associazioni Nazionali del movimento cooperativo e le Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative. modifiche introdotte dalla legge 30/2003 rispetto alla hanno socio riportato snaturando il socio lavoratore la alla condizione di ed assorbendo condizione

Regolamento interno della Cooperativa e inquadramento del socio lavoratore


Importanza rilevante assume il Regolamento Interno della Cooperativa che dovrebbe essere fornito a tutti i Soci unitamente allo Statuto della Cooperativa al momento delladesione e che contiene tutte le regole per il funzionamento della Cooperativa stessa, compresa la gestione lavoristica dei soci lavoratori. E molto importante tenere sempre presente che in caso di irregolare funzionamento della societ cooperativa, l'autorit governativa pu revocare il consiglio di amministrazione e affidare la gestione della societ ad un commissario". La normativa stabilisce che se la Cooperativa non ha Regolamento Interno non pu inquadrare il rapporto di lavoro dei soci in maniera diversa da quella di lavoratore subordinato e non pu usufruire delle agevolazioni previste in caso di crisi. Il Regolamento Interno deve anche prevedere obbligatoriamente il riferimento ai contratti collettivi nazionali di settore o di categoria applicabili ai soci lavoratori e ai dipendenti. In alternativa deve stabilire per i soci lavoratori il dettaglio del trattamento economico.

La retribuzione del socio lavoratore


Al socio lavoratore inquadrato con rapporto di lavoro subordinato deve essere garantita una retribuzione non inferiore ai minimi contrattuali, non solo per quanto riguarda la retribuzione di livello (tabellare o di qualifica, contingenza, EDR), ma anche per ci che concerne le altre norme del contratto che prevedano voci retributive fisse (es. il numero delle mensilit e gli scatti di anzianit). Il regolamento pu contenere la deroga in peggio rispetto alleventuale trattamento economico integrativo unicamente nei casi di crisi aziendale e nei casi di nuova imprenditorialit. Infine, per i soci lavoratori con rapporto di lavoro subordinato sussiste l'obbligo dell applicazione di tutti gli istituti normativi che la legge disciplina per la generalit dei lavoratori (TFR, ferie, etc.) Le Cooperative sociali possono definire accordi con le Organizzazioni sindacali pi rappresentative per rendere compatibile lapplicazione del CCNL di riferimento.

Esclusione - licenziamento del socio


Prima dellintroduzione della legge 142/2001, l'assorbimento della prestazione di lavoro nel rapporto societario faceva coincidere il licenziamento del socio lavoratore con l'esclusione dalla cooperativa, la quale avveniva nei casi sanciti dall'art. 2527 c.c., pre riforma. Fino agli anni '60, inoltre, era prassi diffusa tra le societ cooperative ricorrere al recesso ad nutum ex art. 2118 c. c. per liberarsi rapidamente di un socio non pi gradito. Con la sostanziale separazione tra i due rapporti si giunti allintegrale applicazione delle norme proprie del licenziamento del socio secondo il regime tipico della prestazione lavorativa, vale a dire che lo stesso pu essere impugnato davanti alla Commissione di Conciliazione con la possibilit di adire al Tribunale ordinario. L'art. 5, comma 2, della legge 142/2001, come ripreso dalla legge 30/2003 e la riforma del diritto societario di cui al D.lgs. 6/2003 hanno previsto comunque lestinzione del rapporto di lavoro in ogni caso di esclusione del socio e lesclusione legittima del socio stesso nel caso di grave inadempienza del rapporto mutualistico (cfr. art. 2533 c.c.). Si cosi accolta definitivamente linterpretazione del nesso funzionale tra i due rapporti e si ritenuto che in nessun caso le regole del rapporto di lavoro del socio siano idonee a impedire lesclusione o il licenziamento del socio anche se trattasi di prestazione lavorativa con le caratteristiche della subordinazione.

Aspetti previdenziali, assicurativi e fiscali


Per quanto attiene agli aspetti previdenziali, assicurativi e fiscali, si ricorda che le Cooperative soggiacciono alle norme generali previste per gli altri datori di lavoro, relativamente allo specifico settore di appartenenza, secondo le regole di seguito sinteticamente evidenziate

Cooperative di Produzione e Lavoro - Si applicano le contribuzioni previste per la generalit dei datori di lavoro; Cooperative di trasporto, facchinaggio e attivit varie - Si applica, ai sensi del DPR 602/70 e successive modifiche, un regime speciale contributivo e previdenziale. Le cooperative destinatarie di tale regime dovranno preliminarmente adempiere agli obblighi presenti nei confronti dellistituto previdenziale. I contributi in misura ordinaria, fino al 31 dicembre 2006,

verranno applicati su una base imponibile calcolata su minimali giornalieri emanati dallIstituto di Previdenza. Per quanto attinente lassicurazione infortuni stabilito un premio speciale unitario per trimestre indipendentemente dalle giornate di lavoro effettivamente prestate;

Cooperative Sociali - In questo caso sono previste particolarit previdenziali e assicurative dovute allaspetto sociale e diversificate per settore di appartenenza (settore A e B della legge 381/91).

Alcuni aspetti sulla sicurezza nelle Cooperative


Vale la legislazione vigente in materia di sicurezza e ambiente di lavoro. Per prevenire gli infortuni e le malattie professionali e conservare la propria salute negli ambienti di lavoro, le norme prevedono diritti e doveri per tutte le lavoratrici ed i lavoratori, siano essi lavoratori subordinati, parasubordinati o autonomi o soci lavoratori.

Diritto all'informazione: ogni lavoratore

dev'essere informato in modo

comprensibile sui rischi connessi all'attivit dell'impresa; su procedure di primo soccorso, lotta antincendio, evacuazione dei luoghi di lavoro; nominativi del responsabile ed addetti del servizio di prevenzione e protezione; nominativi dei lavoratori addetti a primo soccorso e prevenzione incendi.

Diritto alla formazione: ogni lavoratore deve ricevere formazione sufficiente


ed adeguata sui concetti generali legati alla prevenzione, sui rischi specifici presenti in azienda e sulle misure di prevenzione e protezione da adottare. La formazione e l'eventuale addestramento specifico devono avvenire quando inizia il rapporto di lavoro; quando si cambia mansione; quando vengono introdotte nuove attrezzature, nuove tecnologie, nuove sostanze. La formazione dev'essere ripetuta seguendo l'evoluzione dei rischi.

Diritto alla rappresentanza: in ogni azienda o unit produttiva dev'essere


presente il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS): ha accesso ai luoghi di lavoro, viene consultato dall'azienda sulla valutazione dei rischi e sulle misure di prevenzione, pu accedere al documento di valutazione dei rischi ed alle informazioni dei servizi di vigilanza, segnala ai responsabili aziendali i rischi che riscontra, pu ricorrere alle autorit competenti. E' il punto di riferimento dei lavoratori e delle lavoratrici. L'RLS pu essere aziendale, territoriale, di sito.

Diritto alla sorveglianza sanitaria: ogni lavoratore ha diritto ad essere


sottoposto agli accertamenti specifici per controllare la salute in relazione all'attivit lavorativa che svolge.

Diritto alla protezione individuale: ogni lavoratore ha diritto ad ottenere


gratuitamente dall'azienda i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) necessari a svolgere la propria attivit senza rischi (es. scarpe antinfortunistiche, casco, mascherine). Da parte dei Responsabili della Cooperativa c lobbligo di: 1) prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro; 2) osservare le disposizioni ed istruzioni impartite; 3) utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze ed i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto ed i dispositivi di sicurezza; 4) utilizzare in modo appropriato i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI); 5) segnalare il cattivo funzionamento delle attrezzature o dei dispositivi di protezione; 6) segnalare eventuali condizioni di pericolo; 7) partecipare ai programmi di formazione ed addestramento e di sottoporsi agli accertamenti sanitari. La Cooperativa in quanto datore di lavoro deve: valutare i rischi presenti nelle varie lavorazioni; adottare il Documento di Valutazione dei Rischi; programmare gli interventi;

- prendere i provvedimenti adeguati e dare istruzioni affinch i lavoratori, in caso di pericolo grave e immediato che non pu essere evitato, possano cessare la loro attivit, o mettersi al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di lavoro (art. 43, D.Lgs. 9 aprile 2008, n.81). In presenza di appalto o subappalto dev'essere redatto un unico documento di valutazione del rischio che deve tenere conto di come le diverse lavorazioni presenti possono interferire tra loro. I datori di lavoro devono designare il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi e nominare il medico competente. Sono responsabili della piena applicazione delle norme e della possibilit per tutti i lavoratori e le lavoratrici di esercitare i diritti da queste previste.

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