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Civile Ord. Sez. 6 Num.

27259 Anno 2022


Presidente: ESPOSITO ANTONIO FRANCESCO
Relatore: SAIJA SALVATORE
Data pubblicazione: 15/09/2022

Corte di Cassazione - copia non ufficiale


ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 19367/2021 R.G. proposto da

AGENZIA DELLE ENTRATE, in persona del legale rappresentante pro tempore,

domiciliata in Roma, Via Dei Portoghesi, n. 12, presso l’Avvocatura dello Stato,

che la rappresenta e difende per legge

– ricorrente –

contro

GUERINI GIANFRANCO, domiciliato in Roma, Piazza Cavour, presso la

cancelleria della Corte di cassazione, rappresentato e difeso dagli l’avv.ti Paolo

Grisa e Davide Merlo, come da procura in calce al controricorso

- controricorrente –
N. 19367/21 R.G.

nonché contro

ASSOCIAZIONE CALCISTICA RUDIANESE A.S.D.

- intimata –

avverso la sentenza della Commissione Tributaria Regionale della Lombardia,

sez. st. di Brescia, n. 106/25/2021 depositata in data 11.1.2021;

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio non partecipata del

Corte di Cassazione - copia non ufficiale


giorno 8.6.2022 dal Consigliere Relatore dr. Salvatore Saija;

Rilevato che:

con la sentenza in epigrafe, la C.T.R. della Lombardia, sez. st. di Brescia,

respinse l’appello proposto dall’Agenzia delle Entrate avverso la sentenza della

C.T.P. di Brescia, che aveva accolto il ricorso proposto da Gianfranco Guerini e

dalla A.S.D. Associazione Calcistica Rudianese in relazione all’avviso di

accertamento loro notificato, per gli anni 2010 e 2011, con cui erano stati

disconosciuti i benefici ex lege n. 398/1991, con conseguente ripresa fiscale per

IRES, IRAP e IVA, oltre accessori, sia nei confronti dell’Associazione stessa, sia

(quale responsabile solidale, ex art. 38 c.c.) nei confronti del Guerini, che ne

aveva ricoperto la carica di Presidente dal 7.5.2011 al 30.6.2011;

in particolare, nel confermare la prima sentenza, il giudice d’appello rilevò che il

Guerini aveva ricoperto detta carica per un solo mese e che l’Ufficio non aveva

dato prova che proprio in quel periodo si erano effettuate le irregolarità oggetto

della successiva contestazione tributaria, sicché egli non poteva essere chiamato

a rispondere in solido delle obbligazioni dell’Associazione; quanto a quest’ultima,

invece, osservò la C.T.R. che l’Ufficio non aveva adeguatamente motivato e

provato i fatti sottesi al disconoscimento dell’agevolazione fiscale;

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N. 19367/21 R.G.

avverso la predetta sentenza, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per

cassazione, affidato a tre motivi, cui Gianfranco Guerini ha resistito con

controricorso; l’A.S.D. è rimasta intimata;

considerato che:

1.1 - col primo motivo l’Agenzia lamenta la violazione e falsa applicazione

dell’art. 38 c.c., così come interpretato dalla giurisprudenza di legittimità in

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relazione alla responsabilità tributaria; in particolare, l’Agenzia evidenzia che la

responsabilità di colui che ha assunto le obbligazioni per conto dell’associazione

non riconosciuta, in ambito tributario, è direttamente collegata al ruolo rivestito

e al periodo in cui si sono verificati i presupposti dell’obbligazione tributaria, e

che il Guerini – Presidente dell’associazione dal 7.5.2011 al 30.6.2011 – in detto

ultimo periodo, aveva compiuto ed omesso una serie di operazioni,

dettagliatamente elencate e provate dall’Amministrazione; che, pertanto,

erroneamente la C.T.R. aveva rilevato la necessità che l’Agenzia assolvesse un

ulteriore e non previsto onere probatorio, ossia la dimostrazione che le

irregolarità tributarie accertate fossero soggettivamente imputabili al Guerini;

1.2 – il motivo è inammissibile per violazione dell’art. 366, comma 1, n. 6,

c.p.c.;

infatti, l’Agenzia – allo scopo di dimostrare che l’odierno controricorrente, nella

spiegata qualità, ha proceduto al compimento di determinati adempimenti fiscali,

nel periodo in cui ha rivestito la carica di Presidente dell’A.S.D. – ha proceduto

ad indicare, tra l’altro, una serie di documenti (fatture, registri riepilogativi,

ecc.), senza tuttavia specificare quando essi siano stati prodotti in giudizio, né

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N. 19367/21 R.G.

dove essi allo stato si trovino, così incorrendo nell’inammissibilità del mezzo, per

violazione della disposizione processuale citata;

2.1 – col secondo motivo l’Agenzia denuncia la nullità della sentenza per

motivazione apparente o comunque perplessa, in violazione degli artt. 132, n.

4, c.p.c. e 36 d.lgs. n. 546/1992, per aver la C.T.R. respinto l’appello in relazione

alla pur contestata mancata dimostrazione dei presupposti per la fruizione delle

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agevolazioni fiscali in discorso, senza tuttavia specificarne le ragioni;

2.2 – il motivo è fondato;

confermando la sentenza di primo grado sul punto, la C.T.R. ha dapprima

proceduto alla ricognizione delle regole in tema di riparto dell’onere della prova

circa la fruizione delle agevolazioni ex lege n. 398/1991, per poi testualmente

soltanto affermare che “Nel caso di specie, l’Ufficio non ha adeguatamente

motivato e provato i fatti sottesi al disconoscimento dell’agevolazione fiscale”;

è quindi evidente che la sentenza impugnata è nulla in parte qua, difettando

qualsivoglia argomento posto a sostegno del rigetto dell’appello, non potendo in

alcun modo comprendersi in che modo la C.T.R. abbia formato il proprio

convincimento circa il mancato assolvimento dell’onere della prova in capo

all’Ufficio;

3.1 – il terzo motivo, con cui in subordine – riguardo alla medesima questione -

si denuncia la violazione degli artt. 148, comma 8, lett. e), del TUIR, dell’art. 25,

comma 3, della legge n. 398/1991 e dell’art. 2697 c.c., resta conseguentemente

assorbito;

4.1 - in definitiva, il primo motivo è inammissibile, il secondo è accolto, mentre

il terzo è assorbito; la sentenza impugnata è dunque cassata in relazione, con

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N. 19367/21 R.G.

rinvio alla C.T.R. della Lombardia, sez. st. di Brescia, in diversa composizione,

che procederà ad un nuovo esame dell’appello dell’Agenzia, riguardo alla

contestata sussistenza dei presupposti per la fruizione dell’agevolazione fiscale

in discorso, e provvederà sulle spese del giudizio di legittimità;

P.Q.M.

dichiara inammissibile il primo motivo, accoglie il secondo e dichiara assorbito il

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terzo; cassa in relazione e rinvia alla C.T.R. della Lombardia, sez. st. di Brescia,

in diversa composizione, che provvederà anche sulle spese del giudizio di

legittimità.

Roma, così deciso nella camera di consiglio del giorno 8.6.2022.

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