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MICROPULP

RIVISTA LETTERARIA AMATORIALE E GRATUITA ANNO I/N3 LUGLIO 2011

Racconti di: Diego Astore Raffaele Serafini Fabrizio Carollo Massimo Muntoni Luigi Musolino David Riva Giuseppe Felice Cassatella Gordiano Lupi LA RUBRICA: Fun Cool! Un racconto in una frase

Microeditoriale
Luglio, mese in cui molti gi partono in vacanza verso lidi lontani. Voi probabilmente ancora non potete, se siete qui a leggerci. Ma se non altro potete salpare con la nave della nostra (e vostra) fantasia, o se preferite laereo, come il protagonista del racconto di Diego Astore, e partire in vacanza con la mente verso i tanti luoghi in cui andremo. La prima tappa una Parigi mai cos cupa, in cui si muove il protagonista del racconto Silvie Korova. Raffaele Serafini ci trasporta in un lontano e alienante futuro, dove persino la vista del sole divenuto un ricordo sbiadito. Dopo uno speciale Fun Cool decisamente pi marinaresco del solito, in tema con lestate alle porte, Fabrizio Carollo ci fa conoscere i mostri terrificanti che possono albergare nella mente umana. Il racconto lungo di questo mese di Giuseppe Cassatella, che ci porta in terre lontane, le campagne messicane infestate dal Chupacabras, con un racconto suggestivo e avvincente. In chiusura, Gordiano Lupi ci racconta Cuba filtrata dallo sguardo di Hollywood, in una narrazione metacinematografica che rilegge un classico moderno con Andy Garcia. Insomma, ce n per tutti i gusti, e, proprio per rendere ancora pi ricco questo numero, abbiamo quattro pagine in pi! Fortunatamente la mole e la qualit dei racconti giunti in redazione, ci ha consentito di fare questo piccolo ma agognato passo. E altre novit bollono in pentola, come scoprirete nei prossimi mesi

SOMMARIO
Silvie Korova Vuoti Rubrica: Fun Cool! Mostri Chupacabras! The Lost City P. 3 5 7 8 9 16

Stampato grazie alla collaborazione e il supporto dellAssociazione Nati 2 volte (Torre del Greco, Via G. Marconi, 32) Editor e Direttore (ir)Responsabile: Vincenzo Barone Lumaga. Hanno contribuito: Diego Astore, Raffaele Serafini, Massimo Muntoni, Luigi Musolino, David Riva, Fabrizio Carollo, Giuseppe Felice Cassatella, Gordiano Lupi. La nostra pagina ufficiale: http://www.facebook.com/micropulp Per inviare racconti o illustrazioni da pubblicare, e per ogni informazione che desiderate avere su Micropulp, scrivete a: micropulp@hotmail.it Ove un vostro racconto venga ritenuto meritevole di pubblicazione, potr esservi chiesto di apportare modifiche o revisioni allopera, di concerto con leditor, in un clima (si spera) di sereno e cordiale confronto dopinioni. Al momento non possiamo dare alcun compenso per il contributo offerto, se non la nostra eterna gratitudine. Micropulp distribuito gratuitamente in forma cartacea presso: Associazione Culturale Tunnl (Napoli, Vico Lazzi a S. Chiara); Associazione Nati 2 volte ( Torre del Greco, Via G. Marconi, 32); Libreria Tuttoscuola ( Torre del Greco, Via G. Marconi, 13); Associazione Culturale Liberrincipit (Via Samunelli n. 10, Barletta). inoltre scaricabile in formato e-book dal link apposito sulla pagina ufficiale, nonch nella sezione e-book del sito www.scheletri.com.

Silvie Korova Di Diego Astore


Qui tutto bene, il gatto fa le bizze. bientt, Silvie. Il suo indirizzo e nient'altro. Quando lessi la cartolina, decisi che era arrivato il momento. Raggranellai qualche soldo per l'aereo low cost. Erano tre anni che non ricevevo sue notizie. Ogni tanto l'ho pensata. Ogni tanto me ne sono fregato. Ogni tanto ho pensato che fosse morta. Andai a trovarla che era fine ottobre. Da piccolo non ero mai stato al circo. Ho sempre provato una certa tristezza e un po' di inquietudine per quel baraccone enorme zeppo di fenomeni di alcun genere. Quella sera pioveva cos freddo che le gocce cadevano gi come granita acida. La strada per il circo era poco dopo un incrocio. Quella sera i miei genitori mi ci trascinarono con forza sovrumana. Ordini superiori. Arrivati all'ingresso, con i biglietti gi presi scappai in strada. La luce era abbagliante e la strada scivolosa. Era un'automobile con i fari lunghi e corti che doveva avere molta fretta. Come me, del resto. Suon il clacson ferocemente, fren di colpo e scivol sull'asfalto. Non riusc a risparmiare la sua vittima. Silvie, gi sopra la cinquantina, si lanci sul mio corpo in pausa e mi salv dall'urto. Quello che non riusc a salvare furono le sue gambe lunghe e sottili. Ancora belle ed invidiate. Ancora funzionanti. Doveva tutto alle sue gambe. La velocit e l'eleganza dei suoi movimenti erano fuori dal comune. La delicatezza dei suoi passi era roba d'altri tempi. Roba da ottocento romantico. Le gambe l'avevano portata

al successo e le gambe gliel'avevano portato via. Gambe dipinte da Degas.

VITA DA JINETERA Alejandro Torreguitart Ruiz Contiene l'inedito Ricordando Hemingway Traduzione di GORDIANO LUPI Un giovane cubano ci racconta la vita di una jinetera, una prostituta per turisti, attraverso le sue avventure sessuali in una citt cadente e rassegnata alla sconfitta. 15,00 - Pag. 242

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Non ho mai capito perch lo fece. La sua fama la port dritta nella notizia di chiusura del telegiornale di Rai3. Poi ripiomb nel dimenticatoio, sprofondando in anni di nulla fatto di indennizzi mensili per invalidit civile. Silvie era artista completa, con l'occhio per l'avant-guarde: si era esibita nei teatri e nei circhi di mezza Europa facendo danza acrobatica. Non si mai capito perch rischi la sua vita per salvare la mia. Dopo l'incidente rimase

in contatto con la mia famiglia, finch non decise di trasferirsi a Montmartre. Viveva da sola. Una donna sola che invecchiava da sola, semi-paralizzata su una sedia a rotelle in una casa al centro di Parigi. Presi l'aereo da Capodichino, un aeroporto dove, decollando, fai in tempo a salutare la tua gente dal finestrino. Le presi un pensierino. Arrivai a rue Constance ed entrai nel portone giallo. Salii al quarto piano. La porta era socchiusa. Forse mi aveva visto arrivare. Bussai il campanello ed entrai. Ero emozionato. Le stanze erano buie e puzzolenti. Silvie, ci sei? S, sono qui, in fondo sulla destra. Camminavo per il corridoio e sentivo l'odore putrido che mi pizzicava il naso. Fagioli andati a male. Cavolfiore o pomodori fossilizzati. Stava sulla sedia a dondolo che mi parlava col suo maledettissimo accento francese. Silvie, sono io. Sapevo saresti venuto. Apri il frigo e prenditi qualcosa da bere. Grazie. Come stai Silvie? Un po' affannata. Tu, invece? Sei cresciuto abbastanza. S, ma cos' che puzza cos tanto? Mi guardai intorno, nel buio non riuscivo a vederla bene e pi mi avvicinavo a lei e pi l'odore terribile mi toglieva il respiro. Che sia l'odore dei vecchi a puzzare cos? Che sia la pelle ad andare a male quando invecchiamo? Mi disse Siediti. Mi accomodai di fronte la sua poltrona. Sul pavimento. Aveva gli occhiali sul seno e la vidi lavorare a maglia. Sempre pi veloce. Con rabbia e veemenza. Ho un armadio stracolmo di sciarpe, cappelli, maglioni, guanti. Tutto di lana. Colorati. Potresti misurartene qualcuno, vedi quello che ti piace.

S, dopo mi faccio un giro. Sai? Puoi prenderteli tutti se vuoi. Tanto a me che servono? Non so, potresti sempre venderli a qualche negozio. Ascoltami. Con attenzione. Ritornava al suo appartamento: una roulotte, fiero ricordo di qualche lustro addietro. Da solo. Nessuno era l ad aspettarlo. Finiva di struccare la sua pelle raggrinzita e si preparava da mangiare. Stanco e disturbato, tra un sorso di vino e una rothmans leggera scopriva cosa stesse accadendo nel grigio mondo della sua tiv bicolore. Il pi delle volte si addormentava cos. Chinato su di un lato su quella sua poltroncina, dove i pensieri non giravano pi e dove il copione da recitare era sempre lo stesso. Lui, nomade della risata, si era sempre preoccupato di divertire la folla, di intrattenerla. Viveva per essa. Ma la folla stava dimenticandosi di lui. Era il suo ultimo spettacolo, ma lui non lo sapeva. Un trionfo. Un clown usciva tra gli applausi e ritornava al suo appartamento. Da solo. Si struccava e si preparava da mangiare. Fumava una sigaretta. Era la sua ultima notte. Ma non lo sapeva. E nessuno della folla il giorno dopo ebbe il coraggio di ridere. Era il tuo uomo? S. Capisco. Non vedo l'ora di crepare. Perch mi salvasti quella sera? Era la mia buona azione. Il contrappasso al mio rimorso. Il contrappasso di cosa Silvie? Scoppi in lacrime e continuava ad accarezzare il suo gatto nero. Mandava gi per la gola singhiozzi indigesti, che pesavano quintali. Riusc a dirmi con un filo di voce strozzata quanto bastava per

comprendere che l'aveva avvelenato. Mi alzai, le diedi un bacio sulla fronte. E capii da dove veniva quel terribile odore di morte. Silvie Korova si ondeggia lenta sulla sedia a dondolo. Le scivolano gli occhiali spessi sul seno, mentre lo scialle era quasi pronto e le ultime stoccate vengono inflitte con i ferri roventi e i gomitoli di lana che vanno prosciugandosi nella cesta di vimini. Vive da sola in un appartamento a Montmartre, cuore di Parigi. Fu ballerina di discreto successo, travolta dagli eccessi di un'altra vita, dalla solitudine del tempo che passa e che la consuma poco per volta. Mai sposata, senza figli. A farle compagnia un gatto nero sul suo grembo. Dal pelo duro, gli occhi spenti. Immobile e maleodorante. Si pensa sia stecchito da una settimana. Ma non se ne cura. Le d compagnia. Quanto basta. http://thesmiths17.wordpress.com/

Vuoti Di Raffaele Serafini Simona sent le nocche di Yuri sotto ai suoi piedi scalzi. Cerc a tastoni le scarpe, appoggiate vicino al letto, e usando il cellulare illumin la botola di uscita. In piedi nel buio aspett che l'impianto centrale di ossigenazione scandisse l'ennesimo quarto d'ora, e quando il ronzio meccanico riemp l'aria, azion il congegno che apriva lo sportello in carbonio. I suoi genitori, probabilmente, non si sarebbero accorti della sua uscita per niente, ma quella notte era troppo importante per rischiare di farsi scoprire. Scese la scaletta che portava al piccolo ballatoio, sospeso nel vuoto sotto casa sua, mentre Yuri, illuminato dal tenue chiarore dei generatori notturni, l'accompagnava con le mani sulla schiena. Grazie, sussurr lei, appoggiandosi al parapetto e cominciando a indossare le scarpe, Alan? Ci aspetta sul Grande Ponte, rispose il ragazzo, tirando fuori dal giubbotto un aggeggio simile a un telecomando. Cos'? Un passepartout a frattali magnetici, disse sorridendo sotto il ciuffo, da due settimane che ci lavoro, apre praticamente tutto. Il recorder di immagini mentali? Ce l'ha Alan. Siete grandi, disse Simona con un sorriso nella voce. Si avviarono verso il Ponte, seguendo con una mano il parapetto. Le loro chiome candide sfioravano le scalette che, a intervalli regolari, salivano verso gli ingressi di ogni abitazione. Simona, tesissima, tratteneva il respiro,
pensando a come stesse camminando sotto i sogni

di tutte quelle persone, che dormivano nei loro letti. Le case, rettangoli senza finestre aggrappati al soffitto della grande grotta, sembravano vampiri dagli occhi chiusi, pronti a svegliarsi e volare via. Quando il ronzio meccanico ruppe puntualmente il silenzio, lei trasal, e cercando istintivamente di aggrapparsi anche con l'altra mano, cozz bruscamente contro il parapetto, e il cellulare le sfugg, cadendo nel vuoto. Cazzo! imprec a voce alta. Su, non grave, la tranquillizz Yuri, che aveva assistito alla scena, lo andremo a riprendere domattina dal Recupero Reti. Muoviamoci piuttosto, che il vecchio Livio potrebbe aver gi cambiato idea. Era vero. Quel pomeriggio il nonno di Alan, la cui vecchiaia era seconda solo alla pessima salute, aveva finalmente acconsentito a permettergli di registrare un file con i suoi ricordi. Era uno dei pochissimi anziani che aveva vissuto in superficie, e Simona, Alan e Yuri, avrebbero finalmente scoperto se l'antico mondo fuori dalla grotta era esistito davvero, o se era solo una leggenda curiosa, raccontata ai bambini. Dopo aver fatto un cenno di saluto ad Alan, camminarono senza altri infortuni verso la casa di Livio, attraversando il Ponte e innumerevoli altri ballatoi, stretti e a volte completamente bui, che cambiavano direzione a ogni manciata di metri. Sapevano di dover eludere la sorveglianza, perch scaricare ricordi da un over-eighty era un reato, ma anche se erano molto scettici sull'esistenza di quel mitico passato, erano disposti a rischiare. Solo quando girarono l'ultimo angolo si

avvidero delle luci azzurre che lampeggiavano proprio l dov'erano diretti. Un lungo involucro, avvolto in un lenzuolo bianco, veniva calato dalla botola. Capirono subito: la loro missione era fallita. Alan, che non aveva praticamente mai conosciuto suo nonno, rest impassibile, mentre Simona si appoggi con i gomiti al parapetto, e le lacrime caddero nel vuoto, attraversando anche le sottili maglie della Rete di Raccolta. Di, coraggio, le disse Yuri, avvicinandosi e carezzandola con le dita pallide, Non l'ultimo. Vedrai che prima o poi lo scopriremo, com'era fatto il Sole.

MANGIA LA ZUPPA, AMORE Boris Virani

12,00 - Pag. 150

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FUN COOL!
Un racconto in una frase
A cura di gelostellato Raffaele Serafini (gelostellato sul web), scrittore di narrativa di genere, blogger poliedrico, critico letterario, organizza a intervalli random sul suo blog http://ilblogdigelo.blogspot.com/, il concorso pi figo del web, ovvero il Fun Cool! La sfida per i partecipanti raccontare una storia intrigante che inizi e si concluda in una singola frase (senza punti che inframmezzino la storia). Pubblichiamo pescando un po di perle degli autori che hanno partecipato nel corso delle sei edizioni di questa interessante iniziativa letteraria, un concorso che sorprendentemente a ogni suo appuntamento vede la partecipazione di una nutrita schiera di web writers

Sprechi Di Luigi Musolino


Da quasi ventanni, ogni fine settimana, dopo le pantagrueliche cene coi suoi amici ricconi, Gualtiero lanciava gi dalla finestra della villa allElba vassoi e vassoi di pietanze avanzate roba buona, roba elaborata; i gabbiani si scagliavano come dardi argentei verso le cibarie, starnazzavano, mandavano gi le prelibatezze gonfiandosi nel collo e poi si sgolavano come per ringraziarlo, finch, una notte, anche i gabbiani cominciarono a lasciar cadere sul davanzale di Gualtiero prelibatezze provenienti dal mare roba buona, roba elaborata, roba con troppi occhi e bocche tremende, roba capace di parlare, respirare fuori dallacqua e mordere; la mattina dopo, quando Gualtiero vide le cose mollicce, spiraliformi, che premevano contro i vetri fissandolo con facce ottuse, cap che sua madre aveva ragione a dirgli che sprecare il cibo peccato mortale. http://weirdiana.blogspot.com

A ognuno il suo men Di Massimo Muntoni


Mentre il vascello veniva trascinato nellacqua bianca, agitata e spumosa, avvolto nellabbraccio rabbioso del calamaro gigante, il capitano Achille Gorgoglio, con la faccia mitragliata dai getti salmastri e la bocca permeata dal sapore deciso del fritto misto, malediceva la decisione di festeggiare il suo compleanno con un pasto diverso dalla solita carne secca e gallette. http://massimomuntoni.blogspot.com/

Ka(r)masutra Di David Riva


Venne dunque il giorno in cui la Terra disse al Cielo: Adesso tocca a me stare sopra. www.xii-online.com/riva

Mostri Di Fabrizio Carollo


Scende la notte. Ho paura, come sempre. L'enorme occhio giallo spalancato mi fissa da lass, carico di malvagit, aspettando che io soccomba, che venga la fine. E le stelle non sono altro che piccoli parassiti appiccicati al gigantesco mostro nero che incombe sulla mia testa, sulla mia vita. Ridono tutte di me: le sento, con la loro vocetta stridula che mi perfora i timpani! Non la smettono mai,MAI! Le strade piene di mostri che passeggiano tranquillamente e mi fissano straniti come se fossi io la creatura da abbattere! Piovre viola giganti, scheletri insanguinati, rospi con il corpo di toro: ogni orrore concepibile e non mi sconvolge la mente da giorni. Un campionario da incubo che aumenta di ora in ora, soffocando la normalit. Di miei simili ne restano pochi, ormai. Da giorni non ne vedo uno. Mi aggrediranno, mi attaccheranno e mi faranno a pezzi, lo so. Ma non se lo far prima io. Hanno detto che sono pazzo. Hanno cercato di rinchiudermi, di imprigionarmi ma sono fuggito. Non sono pazzo. Loro vogliono convincermi che lo sia; con le loro droghe, le loro parole gorgoglianti; un linguaggio da incubo nascosto dietro al nostro linguaggio. Ho imparato a capirlo, a distinguerlo anche se ascoltarlo mi da la nausea. Non sono pazzo. Loro hanno inventato questa parola. Io vedo la verit. Vedo lorrore nascosto; vedo lo schifo che molti non riescono a vedere o che

scelgono di non vedere! E so che devo combatterlo; so che devo distruggerlo. Spetta a me. La mia condanna... la mia missione. Prendo il coltello dalla tasca e lo guardo luccicare: i mostri ne hanno paura. Si fermano come stupiti e mormorano tra loro in quella sudicia lingua. La mia spada della giustizia. Il fatto che mi temano mi rende euforico, lo ammetto. Sono pi forte di loro. Sono pi astuto di loro. Mi avvento contro il pi vicino e lo colpisco forte. Sanguina dallo squarcio nel petto ma lascio che la lama lo faccia gridare ancora. Spingo di pi e mi sento potente. Lo uccido. Gli altri scappano urlando; si nascondono nei vicoli, cercano riparo nelle tenebre ma non riusciranno a sfuggirmi. Posso batterli e lo far. Sento una sirena in lontananza: si avvicina e mentre estraggo il coltello dal corpo immondo del mostro ucciso, sorrido e conto sullaiuto della polizia che sta arrivando fulminea. Anche il mostro nel cielo mi teme...uccider anche lui e non sar mai pi notte,un giorno. E io non sar mai pi pazzo. http://www.fabriziocarollo.it

associazione culturale LIBERINCIPIT Via Samuelli n10, Barletta info@liberincipit.it-www.liberincipit.it

Chupacabra! Di Giuseppe Felice Cassatella I due bambini si divertivano a guardare la gallina paralizzata allinterno del cerchio che avevano disegnato. Quel gioco glielaveva insegnato lui, Don Hugo Ramirez. I ragazzini erano rimasti affascinati nellapprendere che una gallina con una linea disegnata davanti a s non in grado di oltrepassarla. Cos, avevano deciso di provare a disegnare un cerchio. Ormai, il sole era basso e i due sarebbero presto rincasati; quelli non erano tempi in cui i bambini potevano rimanere allaperto di sera. D'altronde, non erano tutti galline allinterno di un cerchio di paura? Scese dalla staccionata su cui era seduto e cancell il cerchio, prese la gallina in mano e fece segno con la testa ai marmocchi di rientrare in casa. I due obbedirono immediatamente. Era ancora accovacciato vicino alla stia quando sent dei passi alle proprie spalle. Si gir e vide suo fratello Ramon che trascinava un pesante sacco in iuta, in compagnia dellalbino. A lui non era mai piaciuta lidea di rivolgersi a un lacandone per liberarsi del loro problema, ma Ramon aveva insistito e, alla fine, aveva ceduto. Ramon sorrideva. La sua carnagione olivastra strideva accanto al pallore del lacandone. Come se non bastasse lindio indossava la tradizionale tunica bianca della sua trib che lo faceva sembrare uno spettro. Sulla camicia, allaltezza del ventre, era stretta una cintura di cuoio nero, inoltre, a tracolla portava una borsa

di corda di colore grigio a righe orizzontali blu e rosse. Nonostante il sole fosse ormai basso, indossava un capello nero e occhiali da sole. Era lo stesso abbigliamento che portava quella mattina al momento del suo arrivo alla stazione dei pullman. In realt, una differenza cera: ora stringeva in mano un machete di grandi dimensioni. Sul polso dellalbino era arrotolato un rosario che si agganciava al manico dellarma. Fu Ramon il primo a parlare: Ha detto che ora pronto per andare dove le capre sono morte. Nella voce del minore dei due fratelli si leggeva un certo imbarazzo. Si sentiva colpevole perch quella mattinata il lacandone si era rifiutato di andare sul luogo del misfatto rimandando il tutto a dopo il tramonto, suscitando il rancore di Hugo che era puntualmente esploso appena lalbino si era ritirato nella camera che gli avevano messo a disposizione. Io la scimmia bianca a casa mia non la volevo, e ora devo anche sottostare alle sue esigenze!, aveva detto Hugo rosso in viso. Abbi pazienza, lui lunico che pu aiutarci, aveva risposto Ramon cercando di mantenere una certa calma nella propria voce. Lui uguale a quei fottuti chupacabras! Escono solo di notte! un buon cristiano, rispose Ramon con poca convinzione. Don Hugo, senza dir nulla e con il capo basso, era uscito dalla stanza. *** La moria di capre era iniziata circa quindici giorni prima. Ramon e suo fratello Hugo erano stati avvisati da

due operai che circa venti capi di animali erano stati rinvenuti morti allinterno del recinto. Lo spettacolo che si erano trovati davanti era stato sconvolgente. Le capre sembravano palloncini pelosi sgonfi. Erano state dissanguate e, quando avevano provato ad aprirne una, avevano scoperto che gran parte degli organi interni mancava. La stranezza era data dal fatto che chi aveva asportato le parti era riuscito nella propria impresa senza praticare aperture nel corpo delle bestie. Il veterinario aveva affermato che secondo lui gli animali non erano stati avvelenati, ma non ne aveva certezza vista limpossibilit di analizzare sangue e organi interni. Lunica stranezza evidenziata dallo zooiatra erano i tre fori allaltezza della giugulare presenti su tutti gli animali. Chiaramente, le voci pi disparate erano circolate allinterno della fattoria finch alle orecchie di Ramon non era arrivata quella del chupacapra. Ne aveva discusso con suo fratello Hugo che aveva liquidato lipotesi parlando di fantasie degne di chupacerveza. Furono aumentate le misure di sicurezza allinterno dellazienda, ma nonostante ci ogni notte le razzie continuarono. Ramon non abbandon lidea del chupacapra e inizi unestenuante ricerca sul web. Siti di ufologi e di amanti dei complotti statali parlavano in abbondanza del fenomeno che dalla met degli anni settanta aveva colpito quasi tutte le zone del Centro-Nord America. I primi avvistamenti erano avvenuti a Portorico, ma il Messico era una delle zone maggiormente colpite. Ramon non scart nessuna ipotesi, da quella degli ufo a quella del mutante, risultato

di esperimenti dellesercito degli Stati Uniti.

Quindici racconti che oscillano tra lhorror propriamente detto, il thrilling a tinte forti, la fantascienza orrorifica, il racconto nero, la novella concettuale e/o metafisica, la fiaba dai connotati grotteschi/fantastici e lhorror comedy. Insomma, ce n per tutti i gusti.

Il cerchio capovolto
(sussurri in un corridoio lontano)
Euro 10,00 ISBN 978-88-95068-14-5 122 pagine, formato 19,5 x 14
http://www.casadeisognatori.com/2acquisti.htm

Casualmente aveva trovato le prime informazioni su Halo, lalbino lacandone cacciatore di chupacapra. I motivi per cui lindigeno fosse soprannominato alone non erano chiari, ma nessuno conosceva il suo vero nome e cos tutti lo chiamavano in quel modo. Nella maggior parte dei siti si parlava di lui come di un opera di fantasia. Alcuni lo paragonavano al vecchio Antonio, protagonista di tante favole raccontate dal Subcomandante

Marcos dalle frequenze di Radio Insurgente, e che aveva scatenato un acceso dibattito sul fatto che fosse o meno un invenzione dello stesso Marcos. Alcuni sostenevano che anche Halo fosse una trovata zapatista. Ramon non amava gli zapatisti, ma riteneva che Halo potesse essere lunica soluzione al problema di famiglia. Dopo estenuanti ricerche e una quantit enorme di pesos pagati come tangenti era riuscito a rintracciarlo. Se scovare Halo non era stata cosa facile, convincere Hugo a servirsi di lui fu cosa ben pi difficile. Hugo era il capo famiglia da quando loro padre era morto. Era il pi grande degli undici tra fratelli e sorelle. Solo lingente danno economico che stavano subendo e la paura che lessere, una volta sterminato lintero gregge, potesse attaccare gli uomini, laveva convinto ad accettare. Tra parenti e operai allinterno della fattoria vivevano allincirca sessanta persone, di cui almeno una ventina bambini. Don Hugo vers la somma richiestagli come anticipo sul conto corrente di una fantomatica associazione a favore degli indigeni lacandoni. La sera stessa ricevette la mail contenente la data e lorario di arrivo del pullman di Halo nella loro citt. *** Ok, chiamo la squadra e apriamo la caccia, disse Don Hugo con malcelato disprezzo. Non se ne parla nemmeno, andremo solo noi tre, rispose il lacandone. Ho preparato una squadra con i migliori tiratori della fattoria. Loro verranno con noi! Se il chupa ci sente non appare. Noi tre siamo pi che sufficienti, gir il

capo verso Ramon Tu apri la tua borsa. Ramon si chin sul sacco che aveva trascinato sin l, sleg la corda che lo teneva chiuso ed estrasse alcuni brandelli di pelle di capra non conciata e una bottiglia contente del liquido rosso. Lalbino prese uno dei brandelli e inizi a strofinarselo su tutto il corpo. Il chupa ha un olfatto straordinario, questo sopperisce alla sua quasi completa cecit. Cospargendoci di sangue di capra e strofinandoci la pelle dellanimale sul corpo lui non sentir il nostro vero odore e forse non ci noter. Poi prese la bottiglia contente il liquido rosso e inizi a cospargersi il corpo. Il pallore naturale delluomo, reso ancora pi accentuato dal chiarore lunare, stava a poco a poco scomparendo sotto le macchie di sangue di ovino che iniziavano a insudiciarlo. Ramon bisbigli allorecchio del fratello: Mi ha chiesto di ammazzare una capra e di raccogliere il suo sangue, mi ha fatto spruzzare larchitrave e i due stipiti di casa e poi mi ha fatto mettere il sangue in questa bottiglia. Don Hugo non ebbe tempo di commentare poich fu preceduto dallalbino che evidentemente aveva sentito. Tirate fuori e prendete un animale del gregge per le vostre famiglie, e immolate la Pasqua. Poi prendete un mazzo dissopo, lo intingerete nel sangue che nel catino, e spruzzerete larchitrave e i due stipiti con il sangue che nel bacile, e nessuno di voi uscir di casa sino al mattino. Il signore passer

per colpire lEgitto, vedr il sangue che sullarchitrave e sui due stipiti, passer oltre la porta e non far entrare il distruttore nelle vostre case per colpire..... Lalbino era diventato un demone rosso con i capelli bianchi baciati dalla luna Questo disse Mos agli anziani dIsraele, questo noi ora facciamo. Un esausto Don Hugo non ebbe neanche la forza di contestare e inizi le operazioni di mimetizzazione. Ramon affront limpresa con animo pi divertito. Finita loperazione i tre salirono sul grosso pick-up alla cui guida si mise Ramon. Lodore nellabitacolo della macchina era insopportabile per i due meticci. Il lacandone invece non sembrava farci caso e mormorava a bocca stretta serie interminabili di Padre Nostro. *** Stava ancora pregando quando il grosso pick-up si ferm su una collina tappezzata di recinti di legno. Ogni steccato poteva contenere circa una trentina di capi di bestiame. Fu Don Hugo il primo a scendere e, senza controllare che gli altri due lo seguissero, entr in un recinto. Se lodore nellabitacolo della macchina era insopportabile, quello allinterno del recinto era peggio: lolezzo di morte e putrefazione lo assal. Delle carcasse delle capre era rimasto ben poco dopo una mattinata di esposizione al sole rovente messicano. Halo raggiunse Don Hugo e diede unocchiata in giro. Cerano almeno dodici scheletri per terra. A una estremit del recinto era stata scavata una fossa, sul ciglio della stessa erano

state riposte delle pale e dei grandi sacchi di calce. Lindomani mattina le carcasse sarebbero state buttate l dentro e ricoperte di calce e terreno. Si accovacci su una di esse, la esamin e con un filo di voce pronunci una sola parola: Chupacapra. Questo lo sapevamo da noi, albino, esplose Don Hugo tu ora lo ammazzi quel coso! Non posso ammazzarlo, il quinto me lo vieta! Fu Ramon a intervenire questa volta: Ma noi ti abbiamo pagato per questo! E poi hai un machete stretto in mano! Dio ha detto a Mos non uccidere, e io non uccido, la voce dello spettro lacandone era sicura. Cosa hai intenzione di fare allora?, dissero allunisono i due fratelli, che si lanciarono un occhiata allo stesso momento interrogativa e di intesa. Bonificare. E ora portatemi nellunico recinto dove avete lasciato il bestiame. Nel pomeriggio i due fratelli, su disposizione dellalbino, avevano fatto raccogliere tutte le capre allinterno di un unico grande recinto. Quando i tre vi arrivarono, trovarono allincirca una settantina di capi. Halo si port immediatamente al centro del recinto e si sedette sul terreno. Gli altri due lo imitarono. Lalbino port un dito allaltezza del naso e fece segno di restare zitti, poi inizi ad armeggiare con il contento della sacca. Tir fuori un gomitolo di lana, un otre in pelle, tre sottili cannucce di bamb, una ciotola in legno, delle tortillas, frattaglie e una statuina di argilla con le fattezze di Ges.

I tre erano seduti uno accanto allaltro e formavano una linea perfetta. Halo si alz e posizion il manufatto con le fattezze di Cristo a qualche metro di distanza dal punto in cui erano rimasti accovacciati i due suoi compagni e torn al proprio posto. La statua era posizionata con lo sguardo in direzione delle capre e dava agli uomini le spalle. Hugo, scava una buca con le mani e metti il terreno nella scodella. Ramon, avvolgi la lana del gomitolo intorno allotre. Hugo stava per dire qualcosa, ma poi fece un segno con le testa e inizi a scavare come gli era stato ordinato. Sentiva la terra penetrare sotto le unghie e piano piano le sue mani iniziarono a sanguinare, ma continu diligentemente a mettere il terreno nella ciotola. Ramon ebbe meno difficolt a terminare il compito datogli dallalbino. Lotre era diventato una palla di lana. Il lacandone fece cenno a Hugo di interrompere il proprio lavoro e si fece passare la scodella. Raccolse il terreno che vi era contenuto e lo cosparse sul recipiente di pelle, ancora nelle mani di Ramon. Quando fin quelloperazione, estrasse dalla borsa una bottiglia di vino. Rivolgendosi al pi anziano dei due fratelli disse: Lavati le mani con questo e lascia che vino e sangue cadano nella ciotola. Hugo obbed. Ramon, versa il vino dalla ciotola nelloltre. Il giovane messicano obbed. Halo raccatt la ciotola ormai vuota e vi ci pose dentro le frattaglie.

Spezzettate con le vostre mani quello che c qui dentro. I due si guardarono, ma non riuscirono a dire di no a quella figura diafana. Manipolarono la carne contenuta nella ciotola finch non ne rimase una poltiglia informe, che poi passarono allindio. Ora tempo di aspettare, sussurr il lacandone. *** Le capre avvertirono la presenza dellessere prima dei due meticci. Il bestiame inizi a muoversi in modo convulso. Poi arriv il suono. Non era un urlo, era qualcosa di simile a un risucchio. I due proprietari fecero per alzarsi, ma lalbino li blocc. Non abbiate paura per il bestiame, il Pastore l che lo veglia, disse Halo. I due seguirono la direzione indicata dal suo dito bianco e rosso, e videro la statuetta di creta. Quello che scorsero oltre la statuetta e oltre la staccionata, invece, non era di questo mondo. Una figura esile si stagliava nel cerchio luminoso della luna. Le sue gambe lunghe e magre erano piegate in avanti a formare un triangolo. Le spalle dellessere erano ingobbite e lasciavano partire due lunghe e sottili braccia che arrivavano a sfiorare il terreno. Il corpo era pieno di peluria che ricordava le setole in ferro di una spazzola, solo la testa ne era priva. Il capo dellessere appariva come una palla da baseball della dimensione di un pallone da basket, liscia e bianca comera. Gli occhi erano due fessure che lasciavano trasparire le due macchie rosse. Se ancora i due messicani avessero avuto dei dubbi sullentit di quellessere, questi furono fugati nel

momento in cui la sua bocca si apr e comparvero tre lunghi denti disposti quasi a formare un triangolo immaginario, con due vertici avanti e uno pi interno alla bocca. Chi sei tu che osi entrare nel pascolo del Buon Pastore? La creatura risucchi. Si catapult su una capra e lazzann. Stranamente lanimale non emise alcun verso. Lintensit del risucchio aument a livelli insopportabili. Fermati, bestia immonda! Il Signore ha detto date da mangiare agli affamati e da bere agli assetati. Vieni e unisciti alla tavola di questi buoni cristiani. La creatura lasci cadere la capra sul terreno e alz le lunghe braccia al cielo! Lintensit del risucchio vari. Sembrava quasi il rumore di un vortice, una ventola. I due messicani rimasero immobili e trattennero il fiato quando videro la creatura avvicinarsi sino al punto in cui i tre uomini erano seduti. Il suo incedere ricordava una danza convulsa. Con loro sorpresa lessere non puzzava, anzi, aveva un odore silvestre che dava una sensazione di freschezza. Pieg le fragili gambe e si sedette di fronte ai tre. Questi Don Hugo Ramirez e accanto a lui vedi Ramon Ramirez, di lui fratello. Onora la loro tavola e sarai onorato. Gli occhi ebeti del Chupacapra corsero su i due meticci. Ora il verso dellessere sembrava il respiro di qualcuno affetto da enfisema polmonare. Don Hugo, offri da bere al tuo ospite, disse Halo. Poi porse lotre al messicano.

Singles incazzate: cinque ragazze che non ne possono pi di essere considerate incomplete e fallimentari solo perch non hanno un uomo al fianco. Eccole qui: allegre, depresse, ironiche, agguerrite, stravaganti, argute, leggere, casiniste, profonde, in un libro tutto da ridere. Signore e signori, le donne sono stanche degli stereotipi. Non fatele incazzare.

SINGLE INCAZZATE Rossella Anelli 15,00 - Pag. 200

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Il recipiente di pelle pass dalle mani del pi grande dei fratelli a quelle dellessere. Onora il padrone di casa bevendo il suo vino arricchito con il sangue versato per lavorare la propria terra con le nude mani.

La creatura pieg il capo e avvicin lotre alla bocca. I tre lunghi denti aprirono tre minuscoli fori e iniziarono a succhiare emettendo un sibilo liquido. Quando ne ebbe abbastanza del contenuto dellotre porse il recipiente allalbino. Non a me, ma al tuo ospite. Le braccia si mossero in direzione di Don Hugo. Il messicano raccolse il recipiente dalle mani del razziatore e si gir con sguardo incuriosito verso lalbino. Questi gli porse le tre cannucce di bamb. Don Hugo cap cosa doveva fare: le infilo nei tre fori prodotti dai denti e inizi a succhiare il contenuto per poi passare otre e cannucce a suo fratello. Anche Ramon bevve e poi porse il tutto allalbino. Quando termin di bere, Halo fece un cenno di ringraziamento ai due fratelli. Automaticamente la creatura lo imit.

E ora mangia il pane che questi buoni cristiani ti offrono e imbevilo nel sangue delle creature, il cui sacrificio quotidiano permette a questi uomini di sfamare la propria famiglia che tu hai disonorato con la tua razzia. Don Hugo porse le tortillas alla creatura che ne inzupp una nella poltiglia prima di infilarsela in bocca. Questa volta il gesto di ringraziamento nei confronti del suo ospite fu spontaneo e immediato. Latmosfera irreale di quel banchetto aveva ormai fatto perdere ogni inibizione ai due fratelli, che a loro volta inzupparono e mangiarono il pane. Quando tortillas e vino terminarono, lalbino prese nuovamente la parola: E ora v, creatura immonda, e non disonorare pi il lavoro di chi ti ha dissetato e sfamato o per te ci sar la punizione del Signore mio pastore. Detto questo, con un gesto rapido estrasse da chiss dove il machete dal quale pendeva il rosario e lo mostr allessere. Il chupacapra si alz, fece una sorta di inchino e corse via verso la luna. *** Don Hugo vide il cavallo di Ramon stagliarsi allorizzonte. Quando i due fratelli furono a contatto chiese: E andato? S. Lo hai pagato? Ha detto che il saldo lo dovremo pagare quando saranno passati quaranta giorni e quaranta notti, se il chupacapra in questo periodo non avr commesso altre razzie, poich questo significher che lui ha agito in modo corretto nel nome del Signore. Come fa a essere certo che lo pagheremo?
Glielho chiesto anche io.

E lui che ti ha risposto? Che sicuro che lo pagheremo. Perch noi siamo buoni cristiani.
Giusepppe Felice Cassatella nasce a Bari il 25/10/1975. Laureato in Economia e Commercio, dal 2005 scrive senza soluzione di continuit. Diversi suoi scritti sono stati pubblicati su siti internet.Tra i suoi racconti pubblicati: Chi muore si rivede arrivato secondo al premio Benda 2008, ed stato inserito nell antologia (Ferrara Ed.) tratta dal concorso. Lei e Non tutta la merda viene per nuocere, sono stati inseriti nella raccolta ETRARTE (Magma Prod., 2008). Chupacabra! stato inserito nellantologia Letteraria 2008 (Ferrara Ed.). Il microracconto (della lunghezza di una sola frase) La mattina del vampiro si classificato terzo alledizione 2010 del concorso Fun Cool. Porte stato selezionato per lebook LA PORTA, Primo premio letterario LARCA Anno 2010.Lamore ai tempi delluranio si classificato fa i primi dieci al 2 contest Lettere Matte, indetto da Culture Sommerse 2010. Le sue storie sono anche state lette durante alcune serate a tema organizzate da associazioni culturali pugliesi. Dal 2006 collabora con la webzine musicale www.rawandwild.com. Pagine web: www.myspace.com/gfcassatella http://lamaisondumarronoir.wordpress.co m E-mail per contatti: g.f.cassatella@tiscali.it

The Lost City, la mia storia pi vera Di Gordiano Lupi


The Lost City non Tre tristi tigri adattato per il cinema, come ha scritto qualche critico che non sa niente di letteratura cubana e magari parla del romanzo solo per sentito dire. Tre tristi tigri lo port al cinema Ral Ruiz, nel 1968, fece tutto da solo, non mi consult neppure per la sceneggiatura. Non venne fuori niente di buono, ma pagarono i diritti. The Lost City il film della mia vita, la mia storia pi vera, il racconto emozionato del sogno rivoluzionario stemperato in una cocente delusione che mi ha portato allesilio. Al Tropico di Fico Fellove - un ottimo Andy Garcia - si balla il mambo, il valzer e il cha-cha-cha, mentre una famiglia aristocratica di coltivatori di tabacco divisa tra rivoluzionari e conservatori. Il patriarca un grande Tomas Milian, perfetto nella parte del vecchio cubano, proprio come lavevo immaginato scrivendo il soggetto. In questa casa i miei figli sono sempre benvenuti, ma devono sapere che si mangia alle sei di sera in punto. Non un minuto pi tardi. Il problema della famiglia aristocratica che i figli si perdono per diversi destini in una Cuba prima vessata dagli sgherri di Batista e subito dopo sconvolta dalla Rivoluzione. Le sedie intorno alla tavola sono sempre meno, nonostante il patriarca ammonisca che la famiglia va messa al primo posto, accada quel che accada. Ricardo il figlio rivoluzionario, torturato in carcere e sfiancato di botte, salvato da un soldato di Batista amico di Fico, che finisce sulla sierra per condividere

il destino di Fidel e Che Guevara. Racconto la mia Cuba sconvolta dagli sbirri dun dittatore mulatto vestito di bianco, da Mayer Lensky e i mafiosi che la infestano per aprire case da gioco e mantenere il racket dei locali. Una Cuba che ti impone di essere con loro o contro di loro, non possibile fare come Fico Fellove, gestire un cabaret e suonare il piano, senza una posizione politica. LAvana diventata la capitale del peccato. Ci serve un Cristo con la frusta per cacciare i mercanti dal tempio. Nel mare anche uno squalo pu annegare, mormora il patriarca dai capelli bianchi. Luis un altro fratello rivoluzionario che si fa chiamare Peligro ed entra a far parte del Direttorio dopo aver affidato la bella moglie Aurora (Ines Sastre) a Fico. Far una brutta fine dopo il fallito attentato a Batista, ucciso dai poliziotti di regime che lo braccano nel suo rifugio. Gli sgherri del dittatore uccidono senza piet, anche quando si trovano di fronte ragazzi, studenti, persone animate da unidea di cambiamento. Il funerale di Luis lo immagino come uno dei tanti che ho visto, prima e dopo la rivoluzione. Il patriarca continua a cenare alle sei in punto, secondo una buona abitudine borghese, ma un figlio non torner pi, mentre un altro rischia la vita sulla sierra per la libert di Cuba. Aurora, la bella cubana dai capelli crespi sprizzante sensualit e dolore, resta sola. Fico si prende cura di lei e i due finiranno per innamorarsi. LAvana assomiglia a una rosa, ha molte spine, dipende da come la prendi, ma alla fine lei che prende te, faccio pronunciare a Fico Fellove una frase che ho scritto in troppi libri

che avevano una solo protagonista: la mia terra perduta.

L'UTOPIA IMPOSTA Abito unutopia che non la mia. Per lei i miei nonni si sacrificarono e i miei genitori dettero i loro migliori anni. Io la porto sulle spalle senza potermela scrollare di dosso. Alcuni che non la vivono tentano di convincermi - da lontano - che devo conservarla. Senza dubbio, risulta alienante vivere unillusione estranea, accollarsi il peso dei sogni altrui. A coloro che mi imposero - senza consultarmi - questo miraggio, voglio dire con chiarezza che non penso di lasciarlo in eredit ai miei figli. PER CONOSCERE YOANI SANCHEZ

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Fico conduce Aurora alla scoperta dellAvana, un me stesso per interposta persona, un vagabondo della notte, pianista e ballerino come non sono mai stato, innamorato della sua citt, delle improvvisazioni di Benny Mor e delle serate al cabaret. Racconto la fuga di Batista e la fine danno al Tropico, lingresso dei barbudos e gli orrori alla Cavaa, dove uno spietato Che Guevara giustizia gli uomini di Batista al termine di processi sommari. Fico vede fucilare persino lamico che aveva salvato il fratello dalla galera. Non importa che i poliziotti si siano macchiati di delitti, sono uomini di Batista e tanto basta per condannarli a morte. I borghesi vengono scacciati dalle terre, lo zio di Ricardo muore dinfarto cardiaco quando il nipote si presenta per requisire il campo di tabacco a nome della Rivoluzione. Il padre sempre pi sconsolato: Nessuno dice pi ciao di questi tempi. Soltanto addio, sussurra. Ha capito che resta solo la fuga come via di scampo. Prepara la partenza del figlio, perch lui e la moglie sono vecchi per affrontare il cambiamento. Il Cristo di cui parlavi qui, con la sua frusta, dice Fico. A lui non piace per niente Fidel, non ama i suoi metodi, non capisce come si possano giustiziare persone senza processo, perch si debba impedire di suonare il sassofono in un cabaret perch uno strumento imperialista. A Cuba abbiamo sempre avuto tanta luce. Non abbiamo mai avuto loscurit a mezzogiorno, dice il padre distrutto dal dolore. Il patriarca dai capelli bianchi perder un altro figlio, dopo averlo ripudiato, per aver tradito il suo paese e disonorato la famiglia. Ricardo pianger la morte

dello zio che lui stesso ha provocato e alla fine si sparer un colpo di pistola in bocca. The Lost City racconta la mia Cuba diventata fidelista. Elezioni perch? Il popolo ha gi deciso, scrivevano i giornali. Fico non ce la fa a restare, ma non riesce a convincere Aurora a scappare via con lui, perch la donna viene coinvolta nella Rivoluzione, sfruttata come la vedova dun martire, facendo leva sul suo orgoglio e sul ricordo di un marito che aveva combattuto per una Cuba libera. una follia. Tutto questo non finir. Se resti la tua vita apparterr a loro, dice Fico. Subito dopo brinda davanti a Fidel e a Che Guevara al sogno di una Cuba libera, pluralista e democratica, lunico sogno per cui morto il fratello, un sogno non realizzato. La partenza di Fico solitaria, dopo un lungo abbraccio in lacrime con il padre, che limmagine riflessa della mia partenza, di uomo in fuga verso lesilio. Il vecchio patriarca resta a Cuba con la moglie, attende il ritorno del figlio quando tutto sar finito, si raccomanda ancora una volta di essere puntuale, perch alla sua tavola si mangia alle sei in punto, non un minuto dopo. Fico parte e deve lasciare ogni cosa di valore alla Rivoluzione, umiliazione imposta a tutti i borghesi che decidono di non restare. Non siete ancora fuggiti e gi vi portate via dei souvenir. Non puoi portare Cuba con te, gli dice con disprezzo un uomo in divisa verde olivo. Fico raggiunge New York senza denaro e prospettive di lavoro. Finisce a lavare i piatti in un cabaret e subito dopo a suonare il piano per gli avventori. Quando un uomo

davvero solo anche una lampadina fa compagnia, dir un vecchio amico ritrovato. Il problema dellesilio lesilio, faccio rispondere a Fico con una frase che troppe volte ho pronunciato. Il mio personaggio ritrova il vecchio bandito Mayer Lensky, insieme ricordano Cuba, ma lui non cambiato, non scende a patti con un mafioso.

sono divisi per sempre da un triste destino. Non cera pi niente per me allAvana. Non posso essere fedele a una causa persa, ma posso esserlo a una citt perduta, dice il mio personaggio che in fondo me stesso, un uomo che per tutta la vita ha vissuto nel ricordo di una terra da rivedere. Fico resta a New York e Aurora torna in una Cuba ormai troppo cambiata. Per amare la sua donna dovrebbe pagare un prezzo troppo alto e rinunciare alla libert. Preferisce lasciarla partire e rivedere in solitudine i filmati di famiglia con lei protagonista mentre in sottofondo scorrono versi di Jos Mart. Sono io Fico Fellove, ma lo sono pure Andy Garcia e Tomas Milian, cubani vittime di un comune destino. Per questo dico che The Lost City la mia storia pi vera, la mia eredit di uomo e di scrittore. Mi spiace soltanto che pochi labbiano capito. Il racconto va letto come un apocrifo di Guillermo Cabrera Infante.

Era una cosa splendida LAvana. Avremmo dovuto saperlo che ci avrebbe spezzato il cuore, sono parole di uomo tradito dal pi grande amore, una donna bellissima come una citt disperata. Nel finale inserisco un tocco di melodramma romantico alla Casablanca, una cosa che ricorda Bogart in partenza mentre dice addio alla sua bella. Fico ritrova Aurora di passaggio a New York insieme alla delegazione cubana alle Nazioni Unite. Bevono caff nero e ricordano il passato. Si vogliono ancora bene ma

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Il Tunnl si trova al centro storico di Napoli, in vico Lazzi n. 2, a Santa Chiara. Telefono: 0815513272 e-mail: tunnelnapoli@hotmail.com sito web: tunnelnapoli.wordpress.com/ Circolo ARCI. Vengono organizzate tante serate con una selezione delle migliori band della scena musicale napoletana. Corsi di Lingua per stranieri, Teatro, musica di insieme, fotografia, centro servizi universitario.

Cooperativa sociale r.l. "Nati 2 Volte" Via Marconi 32 Torre del Greco Telefono: 081 362 52 05 cell. 329 12 56 005-3357200077. La Cooperativa sociale r.l. Nati 2 volte svolge svariate attivit sociali, tra cui la gestione di una sala prove musicali presso la sede.

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