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APPROFONDIAMO IL GENERE il giallo storico

Il giallo storico
Un tipo particolare di giallo a enigma è quello detto “storico”, perché
ambientato in un’epoca antica, di cui viene minuziosamente ricostruita
l’ambientazione. Questa scelta narrativa aumenta il senso di fascino e
mistero. Questo filone è inaugurato da Agata Christie con il romanzo
C’era una volta, ambientato nell’Antico Egitto. Particolare fortuna
hanno oggi le serie di gialli firmate da Margaret Doody (in cui il
detective è uno dei più famosi filosofi e scienziati dell’antichità,
Aristotele), da Ellis Peters (in realtà uno pseudonimo sotto cui si
nasconde la scrittrice britannica Edith Mary Pargeter, che racconta le
indagini di Cadfael, un frate medievale) e da Danila Comastri
Montanari (che ambienta le sue vicende nell’antica Roma, con le
investigazioni del senatore Publio Aurelio Stazio). Per molti aspetti un
giallo storico di grande successo è anche il romanzo di Umberto Eco
Il nome della rosa.

Aristotele indaga di Margaret Doody  Margaret Doody


Scrittrice canadese di lingua
inglese e docente universita-
Proponiamo qui l’inizio di un’indagine ria, pubblica (a partire dagli
leggere anni Settanta del Novecento)
compiuta più di duemila anni fa: il giovane
romanzi gialli nei quali l’inve-
Sogene è stato colpito da un giavellotto stigatore protagonista è il fi-
scrivere
mentre era in palestra: Aristotele, lì presente losofo Aristotele, che risolve
per combinazione, si precipita sulla scena del enigmi basandosi sulla logica.
TESTO NARRATIVO
delitto.

livello di difficoltà
ravamo quasi arrivati1 alla porta di questa sala, quando all’im-

E provviso sentimmo non più incitamenti2, ma grida acute. Un ra-


gazzo magro, muscoloso e completamente nudo3 uscì di corsa
dalla porta e si precipitò verso il colonnato, quasi travolgendoci.

ANDREA BARABINO NICOLETTA MARINI, Le pietre bianche © SEI, 2010


– Oh, maestro! – disse affannato quando vide Arcandro. – È successa
una cosa terribile. Vieni, presto!
– Su, Eretimo – disse il maestro prendendo il ragazzo per le spalle.
1 Eravamo quasi arrivati:
sta parlando un amico di Ari- – Calmati. Cosa è successo?
stotele: i due, in compagnia di – È… è Sogene! Si è fatto male! Ci sembra morto!
Euribolo (padre di Milziade) e Corremmo tutti in palestra, Lisimaco in testa, Arcandro dietro con il
Lisimaco (il padre di Sogene),
si trovano nei pressi della pa- piccolo Eretimo.
lestra di ginnastica. La palestra al chiuso era uno stanzone lungo e vuoto, simile a un so-
2 non più incitamenti: pri- lido granaio. I lati erano sorretti da colonne; gli spazi tra le colonne
ma, nei pressi della palestra in
cui è ambientata la scena, si
erano riempiti da mattoni a vista4. Le finestre erano in alto, vicino al
sentivano le grida di incita- tetto di legno; su ogni lato vi erano quattro di quelle aperture, che
mento agli atleti. lasciavano entrare la luce, ma erano abbastanza distanti da impedire
3 completamente nudo: gli alla pioggia e al freddo di arrivare ai ragazzi. Il pavimento era co-
atleti greci praticavano gli
sport completamente nudi. perto di sabbia e segatura. L’arredamento consisteva esclusivamente
4 mattoni a vista: mattoni vi- di due panche di pietra appoggiate a ognuna delle pareti più lunghe.
sibili, non coperti da intonaco. Il luogo puzzava di umido, di segatura e di sudore. In questo giorno
APPROFONDIAMO IL GENERE IL GIALLO

di pioggia la luce non era forte e perciò l’impressione generale era di


un certo grigiore. Tuttavia si riusciva a vedere abbastanza chiara-
mente, poiché quella che sembrava una piccola folla di ragazzi si tra-
sformò nell’immagine nitida di sei individui tra i tredici e i quindici
anni.
In fondo alla stanza, un ragazzo era steso in terra tremendamente im-
mobile, mentre un altro era chino su di lui e gli sorreggeva la testa. A
destra della porta, nel luogo che una pietra e una linea indicavano
come l’area di lancio, un ragazzo pallido, biondo e tremante di paura
era tenuto fermo da due compagni. Costoro lo avevano afferrato,
come fanno le guardie scite5 quando arrestano qualcuno, ma il ra-
gazzo non tentava di difendersi e neppure di divincolarsi.
– Lo hai ucciso tu, Milziade! – continuava a dire il più grande dei due
ragazzi, scrollando il prigioniero.
– Non dovremmo toccarlo! – disse l’altro lasciandogli andare il brac-
cio. – Ci contamina6… è un assassino!
– No – disse il ragazzo dai capelli chiari scoppiando in lacrime. – Non
l’ho fatto apposta – è stato un incidente! Oh, Padre… – disse, vedendo
Ginnasiarca Euribolo con il ginnasiarca7 – ho colpito Sogene con il giavellotto, ma
Gli antichi greci facevano non l’ho fatto apposta… davvero. È successo così in fretta. Si è trovato
attività sportiva completa- in mezzo… è corso dove non doveva.
mente nudi, cospargendosi le – Zitto! – disse Euribolo con severità, avvicinandosi a grandi passi al
membra di olio: questa arte
era chiamata appunto gym- figlio. I due ragazzi si allontanarono dal colpevole. Ma il resto di noi
nastiké proprio per il fatto che guardava Lisimaco.
la praticavano nudi (in greco
gymnós significa “nudo”). Da
Per un po’ era rimasto sulla porta con lo sguardo fisso, come paraliz-
questo termine deriva il no- zato, quasi in attesa che l’incubo svanisse. Poi attraversò velocemente
stro ginnastica e ginnasio, la stanza – e noi dietro di lui – fino al punto in cui la sagoma scura
che anticamente era il luogo
in cui praticavano queste at- giaceva scomposta, con il giavellotto piantato nel petto.
tività sportive. Il ragazzo che aveva soccorso il compagno caduto alzò gli occhi tristi
verso di noi.
– Penso che sia morto, signore. Non ho osato strappare la lancia. Ho
gridato, ho cercato di svegliarlo… ma lui se ne sta qui immobile.
ANDREA BARABINO NICOLETTA MARINI, Le pietre bianche © SEI, 2010

– È nella stessa posizione di prima – disse il magrissimo Eretimo, il


nostro primo messaggero di sventura. – Esattamente la stessa di
quando siamo corsi da lui, subito dopo che è stato colpito. Penso che
lui… che la sua anima sia uscita nello stesso momento in cui è entrata
la lancia.
5 guardie scite: nell’antica – Può darsi che non sia morto – disse Arcandro. – Dite allo schiavo
Atene la funzione di poliziot-
ti era affidata agli Sciti, un po- che è venuto ad aprire di portare dell’acqua. Possiamo rianimarlo? –
polo che viveva a nord-est chiese con sguardo supplichevole ad Aristotele. – Tu sei un medico.
della Grecia.
– State lontani – disse Aristotele. – Non calpestate il suolo intorno.
6 Ci contamina: secondo la
mentalità antica, chi si mac-
Lasciatelo respirare, se ancora può farlo. Vediamo.
chiava di omicidio portava in Il ragazzo disteso al suolo era alto per la sua età, un’età in cui la cre-
sé una colpa simile a una ma- scita è disarmonica e si è tutti gambe e braccia. Aveva una massa di ca-
lattia, che poteva anche con-
tagiare gli altri. pelli castani, la mascella larga e sgraziata e una carnagione piuttosto
7 ginnasiarca: capo dei gin- scura, per quanto fosse difficile indovinarlo, visto il colore livido8 del
nasti. volto in questo momento. Sul mento cominciavano a spuntargli i
8 livido: bluastro. primi soffici ciuffetti di barba. Brufoli e foruncoli giovanili gli pun-
il giallo storico

teggiavano la faccia e
le spalle. Sembrava molto
indifeso, disteso lì a bocca
aperta, come un bimbo addor-
mentato. E molto giovane.
Diede l’ordine allo schiavo che era alla
porta e questi ritornò quasi subito con una baci-
nella e una brocca d’acqua fredda. Con il dubbio
scritto sul volto, Aristotele si chinò sul corpo.
Spruzzò un po’ d’acqua su quel volto immobile. Gli
altri ragazzi stavano intorno a guardare – anche il biondo
che aveva lanciato il giavellotto.
– Megacle… Periandro9… – diceva questi con voce fioca10. – Voi siete
miei amici. Sapete che non l’ho fatto apposta, vero?
Ma Megacle scosse la testa arruffata11 e Periandro, il ragazzo ric-
cioluto che aveva cercato per primo di soccorrere il compagno ca-

ANDREA BARABINO NICOLETTA MARINI, Le pietre bianche © SEI, 2010


duto, si allontanò. Non volevano più dire nulla in questo mo-
mento, non finché l’importante padre di Milziade si trovava nella
stanza. Lo stesso Milziade, ovviamente, aveva più paura del padre
che dei compagni o del maestro.
Comunque fosse, avevamo poco tempo da dedicare al colpevole,
ansiosi come eravamo per la vittima. Con cautela, Aristotele sfilò il
lungo giavellotto piantato nel petto del ragazzo; ne uscì un sottile
rivoletto di sangue. Il filosofo esaminò la ferita.
Poi abbandonò il suo posto accanto al ragazzo, assumendo un’espres-
sione solenne. Aveva lasciato il cappello sul pavimento, tra la sabbia e
la segatura, vicino a una macchia di sangue. Cortesemente Periandro
lo raccolse e glielo porse, ma Aristotele lo congedò con un cenno della
9 Megacle ... Periandro: al-
cuni dei giovani presenti in pa-
mano.
lestra. – Mi dispiace – disse in tono grave, – ma non posso fare nulla. Temo
10 fioca: debole, flebile. che il giovane Sogene sia morto.
11 arruffata: spettinata. da M. Doody, Aristotele e il giavellotto fatale, Sellerio
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attività
LEGGO E COMPRENDO 11 Quali elementi del testo danno in modo partico-
1 Chi ha colpito Sogene? lare l’idea che la vicenda si svolga nella Grecia
antica?
Milziade Periandro
Megagle Eretimo
2 Dove si svolge la vicenda? ORA SCRIVO IO
In una palestra 12 Milziade è davvero il colpevole? E per quale mo-
All’aperto vente ha ucciso Sogene? In quale modo Ari-
In un cortile circondato da colonne stotele giunge alla verità? Prova a scrivere il
In un’aula scolastica finale e poi confronta la tua versione con quel-
3 Che cosa fa Aristotele al suo arrivo? la dell’autrice del libro, riportata capovolta.
4 Scegli tra i seguenti aggettivi quelli che meglio
si adattano a descrivere la condizione del cor-
po di Sogene.
Uno sguardo alla grammatica
alto – calvo – disarmonico – foruncoloso – 13 Nel testo l’autrice fa uso di molti avverbi, a volte
castano – glabro – sgraziato – biondo – scu- per accentuare il significato della frase, a volte per
attenuarlo. Rintraccia gli esempi nel testo, poi com-
ro – piccolo – aggraziato
pleta le seguenti frasi e specifica se l’avverbio ser-
5 Quale risultato ottiene in questo testo Aristo- ve ad accentuare o attenuare il significato della fra-
tele con il suo intervento? se (cancella la voce sbagliata).
• Un ragazzo magro, ……………...........……. nudo uscì
COMPRENDO E ANALIZZO di corsa dalla porta (accentua / attenua)
6 Due ragazzi tengono fermo il presunto colpe- • Aperture che lasciavano entrare la luce ma erano
vole, ma con diversi comportamenti. …………….........……. distanti da impedire alla pioggia e
• Chi sono i due ragazzi? al freddo di arrivare ai ragazzi (accentua / attenua)
• Che cosa dice ciascuno dei due e come si • L’arredamento consisteva ……………...........……. di due
comporta? panche di pietra (accentua / attenua)
7 Ilragazzo che ha lanciato il giavellotto cerca • Tuttavia si riusciva a vedere ……………...........……. chia-
a più riprese di scusarsi, ma non ottiene mol- ramente (accentua / attenua)
ANDREA BARABINO NICOLETTA MARINI, Le pietre bianche © SEI, 2010

ta attenzione né comprensione. Individua nel • Un ragazzo era disteso a terra ……………...........…….


testo i passi in cui ciò accade. immobile (accentua / attenua)
8 Di chi ha paura maggiormente Milziade? • Poi attraversò ………...........…….... la stanza (accen-
Di Lisimaco Di Euribolo tua / attenua)
Di Arcandro Di Aristotele di liberarsi di entrambi, se non fosse arrivato Aristotele a investigare.
9 Come reagisce Lisimaco quando Aristotele con-
no rivali per lui pericolosi: il suo astuto piano gli avrebbe permesso
meggiare tra i vari ragazzi del ginnasio, ma Sogene e Milziade era-
ferma che suo figlio è morto? campo, provocandone la morte. Il movente? Periandro voleva pri-
no, al lancio di Milziade aveva fatto cenno a Sogene di entrare nel
10 Un ingrediente tipico del giallo classico è la de- mori che gli provocavano forte mal di testa. Così, al momento buo-
scrizione di luoghi propri del Paese e dell’epoca gareggiare con dei tappi di cera nelle orecchie, per evitare i ru-
in cui la vicenda si svolge. Qui l’autrice descrive è Periandro, che, fingendosi amico di Sogene, lo aveva convinto a
lisi di ogni particolare, poi, il “detective” scopre la verità: il colpevole
con precisione la palestra dove è accaduto il ticolarmente assente e disattento. Attraverso la minuziosa ana-
dramma. Indica i punti in cui inizia e finisce que- gene, quel giorno, era stato molto strano: il ragazzo sembrava par-
sta descrizione e poi spiega quali elementi sono Aristotele, indagando, viene a sapere che il comportamento di So-
Come va a finire?
messi particolarmente in rilievo.

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