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CONTRO L’IDENTITÁ ITALIANA

1.L’italiano per forza

Raimo distingue due momenti della sua vita in cui si è sentito Italiano per la prima volta:
- 1981 La morte di Alfredino Rampini
- 1982 L’Italia vince i mondiali
Proprio attraverso il pallone ci presenta come sia cambiato il modo di cantare l’inno (82-06-12)
L’afflato è sempre più esibito si arriva persino a criticare Monti, presidente del consiglio, perché non canta.
Riflette sul fatto che lui, come tanti della sua generazione, si sia sempre sentito cittadino del mondo
piuttosto che Italiano.
1993 Sembra che l’identità nazionale provenga dall’ angoscia dell’identità europea in via di definizione
1994 Viene sancita la fondazione di Forza Italia che ha come simbolo la bandiera dell’Italia e come colore
ufficiale l’azzurro: è subito polemica.
Berlusconi pronuncerà il discorso dichiarandosi “italiano vero” come Cotugno, facendo così appello a un
nazionalismo sincretico. Promette un nuovo miracolo italiano.

La retorica nazionalista Berlusconiana non è l’unica a stranire


1996 Ugo Bossi Nei suoi progetti sarebbe dovuta nascere la Repubblica Federale Padana e si inventa la
tradizione di un popolo vessato dalla dominazione straniera, i Padani. Si serve del mondo celtico per
compiere l’azzardo di propaganda: e contrappone la storia della Padania e delle sue risorse al passato
coloniale da cui si distacca.
Gianfranco Fini come Bossi prova ad inventarsi una sua tradizione nazionale: La tradizione neofascista per
diventare neo-nazionalista cerca di assorbire l’immaginario dove può, l’importante è lasciare fuori il meno
possibile.

In questo periodo i politici USANO l’Italia come possono, specialmente Bossi e Fini le cui polemiche
proseguiranno per un decennio con l’obbiettivo di un’egemonia culturale.
2010 PONTIDA si lasciano andare a Baruffe Fini: ”la Padania non esiste, è un neologismo, un’invenzione
propagandistico-culturale”
Siamo su uno sfondo politico acceso, dove i politici vestono l’Italia come più gli conviene.
VIOANTE propone di trasformare la storia d’Italia in una storia neutra: non più di parte, eliminando il senso
della lotta risorgimentale e della Resistenza cancellando così, anche la vocazione antifascista. Bisogna
riflettere sulle ragioni dei vinti.. è utopistico.

2.CARLO AZEGLIO CIAMPI E CARLO GIULIANI


1999-2006 Ciampi nel suo settenato cerca di recuperare l’idea di un’Italia unita e di un’identità unitaria
della nazione forte, sicura ma non fascista.
Quando viene eletto l’identità nazionale è ancora fortemente associata al fascismo, e l’Italia appariva come
un simulacro incapace di suscitare sentimenti ed emozioni collettivamente condivisi.

-Reintroduce l’inno di Mameli


-omaggi al milite ignoto
-Istituisce la giornata della Repubblica
-Giorno del ricordo
-Bandiere italiane in ogni dove

Cita spesso il risorgimento sinonimo di unità, libertà, indipendenza di tutti i popoli e dell’Italia.
Su questo Ciampi vuole unire gli italiani
Paolo Peluffo (consigliere x la stampa) > combattono il fenomeno della percezione di declino> creare un
immaginario di percezione di declino da cui risollevarsi:
VIROLI > ammette il carattere artificiale degli -ismi ma ne rivendica la possibilità di battagliare politicamente
in nome di retoriche progressiste.
BARBERIS > sostiene che le fragilità politiche date dalle istituzioni culturali deboli>-fascismo-questione
meridionale, possano risolversi attraverso un ritorno dell’ amor di patria.
La patria è l’antidoto ai localismi, agli indipendentismi e agli anti-europeismi, per sviare un approccio
immaturo è necessaria una pedagogia pubblica orientata alla riscoperta della patria.
Per farlo si prendono ovviamente le distanze dal passato sanguinoso e tetro del fascismo, del colonialismo e
della questione meridionale >sono lontani anni luce.

GALLI DELLA LOGGIA Sostiene che il deficit politico(?) abbia prodotto i disastri politici che abbiamo sotto i
nostri occhi. Dall’unità siamo entrati nella modernità senza l’affiancamento di despoti illuminati e senza una
vera Destra conservatrice, di un sovrano illuminato o di una borghesia conservatrice.
Le uniche istituzioni da considerarsi come tali sono LA CHIESA e l’ARMA DEI CARABINIERI.
Sostiene inoltre che ci siamo formati come cittadini del mondo> quando abbiamo capito che non era così?
(W l’Italia- falcone e Borsellino)
RAIMO> Tatcherismo: la società non esiste ma solo gli individui e allora ci siamo rifugiati dalla crisi dietro
all’identità nazionale. LOGGIA> contro la costituzione non inclusiva accusata di non essere una tavola di
valori comuni in cui un cittadino si riconoscere conservando le proprie idee.
Solo CHIESA e CARABINIERI possono garantire coesione sociale e senso di appartenenza alla comunità.
CHIESA
1984 Concordato di villa Madama
2010 ribadito da Berlusconi (con cui la chiesa si allea per rispondere alla secolarizzazione)
2001 Corte europea dei diritti umani condanna lo Stato per aver leso i diritti fondamentali di MARIA
G.PELLEGRINI
2005-13 RATZINGER> identità cristiana da difendere, si impegna a combattere il secolarismo>Eluana Elgaro
-Welby -opposizione alle coppie di fatto)
CARABINIERI
-2001 G8 > Carlo Giuliani= battesimo di sangue del millennio, la Lega ha appena stravinto
- Macelleria Messicana scuola Diaz
- Massacri di Bolzaneto
Ci sono i no-global che sventolano la bandiera internazionale della pace, chi si oppone sventola quella
dell’Italia.
L’Italia ha minimizzato le colpe individuali è stata indulgente con la mano che ha torturato >Amnesty
Questi eventi hanno prefigurato le violenze della Polizia dei seguenti 18 anni e ci si chiede se la mancanza
di un reato di tortura nella giurisdizione italiana non sia stato un lasciapassare preventivo per ALDROVANDI
e CUCCHI.
All’indulgenza Politica e al silenzio si contrappone una nuova narrazione: libri ,fumetti e film che
abbracciano un nuovo modo di fare storia: attraverso i racconti di chi l’ha vissuta: L’uscita dalla dimensione
privata ha riflettuto per molti l’uscita dalla dimensione nazionale, nazionalistica e patriottica.
Quindi l’identità nazionale che Ciampi cerca di costruire entra in conflitto con la realtà dei fatti.
3.LA RIVINCITA DEL NEONAZIONALISMO

1989 OMICIDIO DI JERRY MASSLO


1990 LEGGE MARTELLI che da il via alla stagione della politica multiculturale in Italia.
Nel giro di un quindicennio l’ideologia neonazionalista dilaga, le occasioni istituzionali si trasformano
automaticamente in parate patriottiche.
Si concretizza il:
-5 Febbraio 1992 LEGGE SULLA CITTADINANZA premia i cittadini all’estero e penalizza gli stranieri.
-27 Dicembre 2001 LEGGE SUL VOTO DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO
Nel quindicennio successivo alla legge (fino al 2008) si contano 3milioni e mezzo di presenze straniere: 260
000 cittadinanze concesse, la maggioranza ottenute per matrimonio.
Anziché allinearsi alla nuova multiculturalità, come il resto d’Europa, lo sguardo italiano alla propria
comunità diventa retrospettivo:
Si ripensa alla propria storia di emigrazione: recupero di un’identità vittimistica invece che confrontarsi con
la situazione attuale CONCEZIONE DELLA CITTADINANZA SLEGATA DALLE RECENTI TRASFORMAZIONI DEL
PAESE.
Discussione politica sui diritti politici attivi si svolge intorno al voto degli Italiani all’estero.
Movimenti politici che hanno rimesso al centro la questione italiana, in particolare la Lega passata da
antimeridionalista a partito esplicitamente xenofobo
1995 GIOVANNI MEO ZILIO, uno dei primi parlamentari leghisti mostra come sia cambiata l’opinione verso
gli italiani all’ estero: che con la loro emigrazione hanno fatto riaffiorare l’orgoglio di un’identità localista.
L’appartenenza infatti diventa un fatto più localistico che nazionale, diventa sinonimo di esclusivismo che
vede la discendenza come criterio di legittimazione di permanenza.
Segue un dibattito, riguardo ai diritti di questi “cittadini” che non pagano le tasse ed hanno scelto di tagliare
i ponti con il proprio paese.
1998 LEGGE TURCO-NAPOLITANO che favorisce l’immigrazione regolare e scoraggia quella clandestina
Si è di fronte a una contrapposizione: tra italiani all’ estero e migranti: portatori di diritti competitivi
Soluzione: ius sanguini
Gli italiani sradicati mantengono un vincolo di sangue.
Il diritto di sangue, la discendenza diventa il baluardo contro qualunque rivendicazione di diritti da parte
degli extra-comunitari.
2002 LEGGE BOSSI-FINI

Sangue e/o suolo consentono di costruire i confini dell’alterità e permettono di produrre un discorso
contradditorio e negoziabile quando si vuole sull’ appartenenza.

Percorsi leghisti
Lega Nord: politica antimeridionale: trova consenso in piccoli comuni a Nord abitati da ex emigrati.
La memoria di un’emigrazione senza diritti è riproposta a parti invertite: i meridionali erano visti come
usurpatori.
1989-90 Lega nord+ Lega Lombarda+Lega Veneta
La xenofobia si alimenta sulla difesa di posizione e diritti acquisiti che si ha paura di perdere e che non si
vogliono condividere con altri> Migrante è il nuovo nemico da combattere, escludere e opprimere
2001-2006 DESTRA PLURALE = anni guerra Afghanistan e Iraq: Fabrizio Quattrocchi: come muore un
Italiano
2011 150° anniversario Unione d’Italia
Le istituzioni si trasformano in maniera IRREVERSIBILE
Il neonazionalismo si costruisce come narrazione condivisa sulla storia d’Italia , si omettono le fratture.
L’Italia viene ricreata ad uso popolare
I media si adeguano (Rai) marchio 150° diventa un logo, c’è un’ossessione per l’Italia.
L’Italianità diventa un tema politico sempre in prima pagina> Marò “I nostri ragazzi” entra nell’ opinione
pubblica (italianità dovrebbe garantire una specie di impunità).
2012 Sacrario in onore di Rodolfo Graziani ad Affile 127000 euro
Il neonazionalismo funziona come tutte le reinvenzioni: rimozione e riscrittura

Il neonazionalismo si afferma grazie proprio alla sua ideologia grottesca e alla sua espressione culturale
raccapricciante: è cafona grottesca e vile.
2015 #ilcoraggiodi la lotta per la liberazione >ma da chi? Si lascia intendere che sia dai nazifascisti ma non si
parla mai esplicitamente di antifascismo. I portavoce di questa campagna sono Samantha Cristoforetti e
Alex Zanardi che ci portano in una dimensione salvifica ed astorica. Rimane la dimensione romantica.

La confusione tra storia e memoria è promossa da un atteggiamento intellettuale volto al nostalgismo in


un senso autolegittimale, nel caso dell’antifascismo è diventata una patologia cronica (TV Cinema)
Tutta l’estetica neonazionalista di nutre di uno stile autoparodico, fieramente fascisteggiante, orgoglioso
dei propri mezzi non ricchi e della poca raffinatezza. Si finisce per diluire questa estetica in film scadenti,
storicamente scorretti e che gonfiano l’immancabile mito di “italiani brava gente”.

Il culto neo-nazionalista ha bisogno di officianti che operino nelle istituzioni:


MARIO GIORDANO-L’Italia non è più italiana- Marcello Foa vuole dedicargli una striscia di notizie
-Bisogna definire meglio i confini dell’Italia-cucina-invasione-malattie-alieni-giocatori nel campionato.

Quest’ideologia razzista attiva anche alle istituzioni, preferendo magari un’orchestra autoctona (la nostra
orchestra) alla Berliner Philharmoniker- Radio 1 dal 2019 manda l’inno di Mameli in apertura e chiusura.
Anche le argomentazioni dei Condannati a morte per Resistenza (W l’Italia-W l’Italia libera) sono diventate
proprietà dei neonazionalisti e le usano proprio per definire gli antifascisti: anti-italiani, anti-patriottici e
autorazzisti.

Dunque si deve reinquadrare il discorso su nazione ed identità partendo dalla decontestualizzazione storica
progressiva del discorso pubblico.
L’ideologia neonazionalista fa dei suoi punti di forza quelli che possono sembrare indebolenti: La
confusione-il trash – la frammentazione- inaffidabilità storica.
CIAMPI che voleva combattere tutto questo ha fallito e non ha fatto altro che servire al neonazionalismo
un altro elemento per il suo immaginario.
-L’iniziativa istituzionale di pedagogia pubblica inaugurata da Ciampi per opporsi alla minaccia antiunitaria
della lega ha piantato le radici per un Sovranismo di matrice leghista.
Ciampi ha fornito loro il filo per legare il nazionalismo del risorgimento e il neonazionalismo: la
discendenza
(oggi parlare di nazione o patria equivale a pensare a una discendenza di sangue>esclusivismo)

La Lega usa l’immaginario risorgimentale:


1. I simboli presi dalla mitologia Pontida-va pensiero-carroccio-Lega Lombarda

2. Il virilismo aggressivo reinterpretazione del virilismo guerriero Il celodurismo

3. Ius sanguini, La discendenza> chi non appartiene per discendenza è estraneo e NEMICO

4. Protezione della donna creando un Femminismo selettivo: difendere le donne sempre, ma è più giusto
se sono le nostre donne che vengono aggredite dagli stranieri. Parlare di nostre, crea una comunità che
implica che offendendo loro si offende implicitamente l’onore della nazione, mettendo in discussione la
virilità dei maschi incapaci di difenderle.
È un qualcosa che nel caso di una gravidanza indesiderata, metterebbe a rischio la purezza della nazione.
5. La chiesa come chiave identitaria: identificazione della maggior minaccia con la comunità islamica.

4.IL VIRILISMO DELL’IDENTITÁ ITALIANA

Il concetto di patria è ormai un pretesto ideologico di cui Salvini può disporre liberamente come pass-
partout politico. (Art.52 La difesa della patria è sacro dovere del cittadino)
Salvini ha contribuito a decostruire l’identità italiana e dall’altra parte ha lavorato su identità alternative.
L’ italianità corrisponde oggi al fascismo, e quindi c’è stato un rafforzamento identitario ma anche una
frammentazione. ( distruggere il nazionalismo nelli’dentità italiana costruendo questa.)

La Letteratura
C’e una vasta letteratura volta a mettere in discussione i miti storici dell’italianità più diffusa (italiani brava
gente, il cattivo tedesco e il bravo italiano).
Secondo BIDUSSA c’è un legame strettissimo tra auto-narrazione e crisi politica: più ci raccontiamo in un
certo modo meno saremo incoraggiati ad essere diversi.
Effetto di questa retorica: indifferenza: noi siamo il popolo che non sceglie.

CROCE diceva che il carattere di un popolo è la sua storia, tutta la sua storia nient’altro che la sua storia.
ed è vero ma non si riesce a tener conto di quanto il canone italiano sia strutturato in modo potente.
Questa questione affonda le radici nella frase di D’Azeglio: abbiamo fatto l’Italia ora dobbiamo fare gli
italiani
GRAMSCI ci ricorda poi che è importante chi fa la storia
SILVIA PATRIARCA identifica 2 costanti nel discorso italiano:
- la dialettica vittimizzazione-riscatto
-il virilismo

Infatti nella letteratura patriottica si ritrova quasi sempre l’immagine di una patria oziosa, avvilita, pigra, da
risvegliare accostata all’immagine di Italia femminile per indicarne lo stato inferiore.

L’Italia oziosa, effemminata, da rigenerare a cui ridare forza, virilità, volontarietà è usata da Gioberti,
Pezzolini, Mussolini, Montanelli e perfino Pasolini
Tutte le fenomenologie che si creano attorno allo stato italiano sono tese a legittimare una retorica di
riscatto e dominio:

L’Italia come nazione è edificata su un immaginario vittimista: ( antologia interminabile d’Italie dolenti)
-Inno di Mameli “sempre calpestati e derisi”
-Pascoli ne La grande Proletaria si è mossa
-D’annunzio
-Dante “Serva Italia di dolore Ostello”
-Petrarca, De Fiore, Macchiavelli,Vittorio Alfieri, Ugo Foscolo, Leopardi ”piangi che ben hai donde Italia mia”

Quest’antologia costituisce un archetipo di storia più forte della storia stessa, Il mito persistente e
ridondante di un Italia decadente e da riscattare, ha finito per definire l’Italia più della sua realtà. La storia
della letteratura è costruita su un paradosso.
la coscienza nazionale deve passare per la letteratura ma dall’ottocento la letteratura è stata espressione di
crisi e corruzione.
Questa narrativa sembra una profezia che si auto-avvera come una retorica modulare facilmente
adattabile.
Dante dalle mille sfaccettature, diventato un feticcio per ogni fase politica, per ogni nazionalismo
Dante risorgimentale, Dante padre della patria, Dante fascista, Dante moneta da 2 euro. Emerge quindi che
la letteratura fa l’Italia.

La costruzione dell’identità italiana è quindi frutto della creazione di un’estetica politica?


Raccontare storie di ispirazione nazional-patriottica significa puntare a un vasto pubblico sensibile
all’argomento, ci si avvale dunque di romanzi, poesie, drammi, pitture, statue e melodrammi.

QUONDAM: Si sofferma su quello che definisce un vero romanzo storico sell’800: Storia della Letteratura
e mette in discussione l’autonomia di questa e dell’arte dalla politica. Secondo questo modello Dante è
stato modellizzato per una retorica di vittimismo e riscatto:
-Salvini: Un bel tacer non fu mai detto > per tacere i suoi avversari
- Renzi: Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e coscienza>15 conclude il semestre it in EU

L’uso della letteratura nella politica ha sopravanzato perfino quello della storia, da far irritare qualunque
letterato.

Seguendo questa linea ci si interroga anche sull’abolizione delle donne nella tradizione classicista.
Due sono i volumi più famosi di Storia della Letteratura: DE SANCTIS e TIRABOSCHI:
Tiraboschi 1772-1782
Il secondo cita numerosissime donne come CRISTINA DA PIZZANO (1365-1430) donna in grado di condurre
un’esistenza autonoma in virtù esclusivamente della propria attività intellettuale-1 scrittrice migrante che
vive lontano dalla patria.
Fin dal primo nascere della poesia Italiana le donne avevano cominciatoa gareggiare con gli uomini nel
coltivarla.
poi cosa è successo? Poi è arrivato De Sanctis
Celebra solo Caterina da Siena menzionata da Tiraboschi solo per “alcuni pochi e non troppo felici suoi
versi”. A parte questa e altri due esempi nella sua Storia della letteratura ci si libera nel modo più sbrigativo.
È un femminicidio culturale che sostituisce la figura della donna politica-sociale-creativa con prototipi
idealizzati, simboli e figure femminili.
Nasce una cultura letteraria senza donne che ancora oggi ci trasciniamo dietro: il manuale più recente
consigliato nelle bibliografie dei corsi 1/22 è un’autrice donna.
Ergo> se un testo letterario che entra nella sfera di identità è scritto da un uomo sarà immediatamente
politico, se scritto da una donna sarà letteratura rosa.
Conclusione: all’interno del conflitto delle invenzioni vince chi prende per primo la parola e più spesso chi
impedisce all’altro di prenderla.

UN’IDENTITÁ ALTERNATIVA

La discussione sull’identità italiana sembra soprattutto un argomento tra maschi bianchi, benestanti e
autorevoli e il contesto intellettuale rispecchia questa proporzione: prof universitarie infinitamente meno
rispetto agli uomini e solo una nera.

Ida Dominijanni “Il Trucco” Svela come a plasmare questo contesto discorsivo (Società italiana=
provincialismo-maschilismo-familismo) sia stato Berlusconi.
Nel 2001 Campagna elettorale: stampa 12 milioni di libri-riviste di “Una storia italiana” (costruita apposta
per confermare i luoghi comuni più triti dell’immaginario nazionale, il mito rassicurante e protettivo
dell’imprenditore che si è fatto da solo). Ci fa entrare nella sua intimità mostrandosi come uomo.
Sparge tra le pagine un’ideologia che mescola sessismo compassionevole, esibizione di ricchezza e virilità:
lancia un nuovo sogno italiano, ancora terribilmente attuale.
Il 20ennio Berlusconiano è stato laboratorio di immagini misogine, razziste ed omofobe.
Oggi non si può discutere di identità italiana senza misurarsi con un’aggiornata biblioteca femminista,
postcoloniale e meridionalista che ci permettono poi di decostruire le produzioni identitarie legate ai
meccanismi di potere.

Vanno dunque esplorate altre costruzioni di identità> Quelle marginali, perchè l’identità si definisce
includendo un qualcosa ed escludendo altro.
Margini d’Italia> colonie-Sud-gli ospedali psichiatrici e i campi nomadi negli anni 2000.
La lezione del meridionalismo
FORGACS> Gramsci fu il primo ad adottare la definizione subalterno nell’ambito sociale (prima era militare)
per riferirsi alle persone marginali, appartenenti ai ranghi più bassi.
Le persone collocate ai livelli più bassi non sempre si percepiscono come marginali ma se lo fanno è perché
hanno interiorizzato classificazioni dominanti che circolano nella società. Queste definizioni sono così
potenti da non poter essere capovolte.
L’amnesia sul passato coloniale in Italia non ha consentito a questa subalternità di emergere , questo ha
portato a costruzioni come :metropoli-oltremare e Settentrione-Meridione.
Per fare un discorso sull’identità italiana bisogna dunque ascoltare le voci di chi la parola non l’ha avuta.
- Qual è l’dea che si è fatto un migrante dopo tanti anni in Italia?
- e i reclusi in centri di identificazione ed espulsione?

Ci sono sempre due narrazioni da ascoltare: EGEMONE e SUBALTERNA,


Una storia ufficiale e una non ufficiale.
La prima cosa che manda a casa la gente emigrata è una storia.

La storia dei popoli presenti nel futuro è sempre una storia di movimenti e diaspore e legare l’identità
nazionale e culturale alla territorialità è un errore ermeneutico sempre più grossolano.
Oggi sono 250 milioni le persone lontane dal proprio paese, se fossero una nazione sarebbero la quinta più
popolosa al mondo.
L’assenza oggi del discorso postcoloniale italiano si può addebitare all’esigua migrazione in Italia da E-E-L e
la mancanza di un vero movimento indipendentista.
Si tende a non dare troppa importanza a quella che viene definita letteratura della migrazione perché
metterebbe in luce la continuità del regime fascista e storia repubblicana e quindi, che l’identità italiana è
il frutto di fenomeni transnazionali e di eventi globali che continuano a manifestarsi nel presente.
Sulla scia gramsciana, con antifascismo e anticolonialismo si è dato vita a una cultura antagonista cardinale
della seconda guerra mondiale.

Solo a fine Novecento e Nuovo millennio si è consolidata una memoria coloniale condivisa di autori che
provengono dall’Italia (Ghibli Luciana Capretti) e dai paesi colonizzati (Lontana da Mogadiscio Shirin
Ramzali Fazel), un progetto portato avanti soprattutto da donne.
Purtroppo l’ editoria italiana è fortemente maschilista.

L’ottava vibrazione Carlo Lucarelli è il romanzo africano-italiano che ha venduto di più, ed è un sintomo
dell’entrata in una narrativa che dà per acquisita una problematizzazione storica, purtroppo senza colpire
nel segno.
Ambientato dopo la Battaglia di Adua, gli italiani sono descritti come tutt’altro che brava gente ma sembra
di rappresentare un’eccezione senza che ci sia una naturalizzazione.

Purtroppo molti scrittori italiani, tra cui anche i più famosi (Brizzi, Capretti Fraschetti) sentono la necessità
di caratterizzare le popolazioni native che passano tra le loro pagine con tratti culturali specifici, ma senza
avere un’anima propria Tutti questi romanzi sono affollati da presenza bianca.
IGIABA SCEGO è una delle poche voci che ha messo l’accento su come l’oblio del colonialismo italiano sia lo
spettro su cui oggi viene pensato non solo l’immaginario italiano ma la sua storia nazionale, un canone
letterario e soprattutto come serva a plasmare un punto di vista politico sull’immigrazione.
Roma negata
2017 sgomberate mille rifugiati eritrei dal palazzo di Via Curtatone a Roma creando un attrito tra cronaca e
storia: corrono tra piazza dei Cinquecento (morti in battaglia a Dogali 1887).
Il discorso di Scego è purtroppo ancora marginale (come quello di chi si occupa di identità italiana da un pv
postcoloniale )
Il senso politico del recupero neonazionalista giace proprio in momenti come lo sgombro di Piazza
Indipendenza.
Pochi esempi di sfida narrativa che esplorino una nuova dimensione linguistica come i pidgin. È più spesso
un tema narrativo. I dialetti hanno innervato il canone letterario italiano ma dobbiamo riconoscere che non
esiste ancora un libro importante che sia riuscito a creare una lingua del subalterno per la letteratura
postcoloniale, considerando il poderoso lavoro di critica che si sta facendo oggi per la rilettura della nostra
storia letteraria.

Allora occorre tutelare Dante dai suoi lettori più furfanti, nonostante per la sua profonda complessità sia
difficilmente strumentalizzabile o si presti a una lettura univoca:
Dante ha posto le radici della letteratura internazionale>Joyce-Beckett. Quindi fare di dante un reazionario
è scorretto oltre che demenziale. Dante ha avuto un’influenza plurisecolare su artisti africani, asiatici e
afroamericani.
Ci sono saggi, articoli, dibattiti ecc. che hanno pensato l’opera di dante come palinsesto per andare oltre le
storie identitarie e le retoriche nazionaliste.
Il collettivo Wu Ming più di tutti si è posto l’obbiettivo di ribaltare la narrazione egemone sull’identità
italiana che ha portato al nazionalismo.
L’hanno fatto nel loro blog e con la pubblicazione di Timira
Storia di Isabella Marincola sorella del partigiano Giorgio, lei è la mondina nera di Riso Amaro, attrice
modella 3 matrimoni, l’ultimo con un Somalo.
La riflessione poetica di questo libro si appoggia a un saggio del 2008 scritto dal collettivo, in cui si provava a
riconoscere un’aria di famiglia stilistica e tematica comune: New Italian Epic. Il punto è che loro hanno
colto una verità: c’era una narrazione egemone “centrale” alla quale si contrapponeva una narrazione
multivoca, marginale e di confine.
> far convergere gli scrittori che producono creature narrative non identificate in cui condividono
poetiche ,mappe mentali e il desiderio di verità che li riporta agli archivi e poi alla strada senza che questi
ultimi coincidano mai.
Wu Ming dice che questa battaglia si compia soprattutto sul piano della rappresentazione pubblica >
riflessione sul nazionalismo di Benigni nel 2011>trasformazione astorica dell’Inno di Mameli.

L’idea di Risorgimento come mito fondativo della Repubblica è pericoloso : Discendenza, la guerra=virilità,
comunità politica= sistema di differenze noi /quegli altri.
Gli studi di Wu Ming lo portano ad affermare che il vittimismo italiano sia l’architrave bisecolare
dell’ideologia italiana borghese la cui espressione più concentrata è il fascismo.>esempio MARÓ.
Italianità > Romanità fino al fascismo =nazione italiana nonostante fosse in tutto il mediterraneo.

L’uso pubblico del nazionalismo italiano senza un’attenzione particolare, come la pedagogia di Ciampi e di
Benigni ha rischiato di incrociarsi con un retaggio razzista.
Il nazionalismo in Italia contiene i germi di un’ideologia di pulizia etnica.
6.CONTRO L’IDENTITÁ

- Per alleviare insopportabili impulsi Nathan Englander è la vicenda di un ragazzo che scopre all’improvviso
di essere ebreo
- Questa vicenda si contrappone a quella di Mondo a venire Ben Lerner, dove Noor scopre all’improvviso di
essere bianca perché non figlia di un libanese ma di un americano. (madre ebrea).
La sua identità è in crisi, si vede bianca e si interroga su quale sia il suo diritto di prendersi a cuore i temi sul
mondo arabo, sulla cucina, sulla musica, sulla sua partecipazione alla lotta.
- Edgardo Mortara nato ebreo in famiglia ebraica, strappato alla famiglia da Pio 9, alla fine davanti alla
scelta non vuole tornare alla famiglia d’origine.
- Saul Friedlander figlio di ebrei lasciato a dei religiosi cattolici, alla fine riconquisterà la sua identità ebraica.

Oggi la scelta nella maggior parte dei casi non si pone tra un’identità e un'altra ma tra il senso di
appartenenza e un altro.

La questione ebraica e palestinese

Quella ebraica è la costruzione di identità etnica e nazionale più potente e controversa.


L’invenzione della sua tradizione ha connotazioni esplicitamente religiose.

Sand > La nazione ebraica è una nazione confusa che finge di essere un popolo-razza errante.
Israele è uno Stato il cui scopo principale non è essere a servizio di un démos civico-egualitario ma di un
éthnos biologico religioso.
I sionisti non hanno fatto altro che adottare una mitostoria elaborata da Cristiani, e protestanti inglesi= i
veri inventori del popolo ebraico.
Quindi se quella ebraica è una vicenda così nodosa forse dovremmo rivedere cosa ha creato i nazionalismi

Prima dell’Europa ci credevamo tutti figli discendenti dell’antica Troia.


700-900 > I popoli reinventano la propria storia di famiglia:
-Greci= discendenti di Alessandro Magno
- Italiani= Romani
-Francesi =Galli
- Rumeni = Figli della Dacia, la loro lingua è il rumeno.
- Inglesi = discendenti della regina dei Celti
- Turchi = dopo la caduta dell’impero ottomano si scoprono bianchi si dicono > Sumeri o Hittiti.
Israele: questo dispositivo mitologico è accentuato tanto da diventare la chiave stessa della possibilità
statuale > il Sionismo che poteva essere la matrice di identità diasporica, aperta e plurale diventa una
tradizione identitaria esclusivista (che contraddice il carattere aperto dell’ebraismo alle origini).

Ci può essere un nazionalismo che non sfoci nel razzismo?


Può esistere un’identità nazionale che non finisca per essere letta come prospettiva esclusivista? =ebraismo
Il concetto etnocentrico di ebraismo (come sia stato creato lo stato di Isr) sfocia in un razzismo che è
pericoloso per la sua stessa sopravvivenza > un razzismo di Stato che si fonda su una politica identitaria
esclusivista che porta a respingere il 25% della popolazione (non ebrei).

L’identità dunque, funziona in termini performativi: costruiamo uno ieri, creando così un domani per una
comunità inedita. Sviluppiamo così un’appartenenza.
- Marzo 1821 Manzoni qui costruisce un’idea di nazione che sviluppa andando a studiare nazionalismi su cui
non ci si sofferma: Indonesiane (14 000 isole + 700 lingue).

Durante la Restaurazione le grandi dinastie si rendono conto che la loro sopravvivenza può passare solo con
la conversione all’ idea di nazione.
Da lì, attraverso crisi economiche, sconfitta degli antagonisti (socialisti, comunisti e religiosi), l’identità
nazionale resiste dalla Brexit all’ America great again, si sogna di ergere nuovi muri a pochi anni dalla loro
demolizione.

L’ideologia dell’identitarismo e la parola identità è pericolosa, violenta, predatrice e assassina. Ancora


scorre il sangue in Jugoslavia o Ruanda.
Ruanda 1930: si vogliono distinguere i Tutsi dagli Huto, e i caratteri somatici non sono sufficienti. Si adotta
quindi il criterio etnico discriminante del numero di bovini (+ 10 = Tutsi – 10 = Huntu)
Vengono fatte delle carte di identità che diventeranno uno stigma: negli anni 90 durante la guerra si
decideva chi uccidere in base a quelle.

- Perché un’invenzione così inconsistente resta?


- Perché l’ansia, quasi urgenza, identitaria è più forte anche se porta evidentemente al massacro?

Perché è difficilissimo sbarazzarsi di un pregiudizio storico come quello essenzialista > soprattutto perché
c’è ancora chi rafforza entità-metastoriche inventate come Occidente e Mondo arabo-islamico.
Dopo 9/11 il dibattito identitario si è fatto carico di esportare la democrazia dichiarando guerre planetarie.

La definizione identitaria porta solo a disastri > la storia che viene scritta all’interno di un gruppo (neri-
femminismi. Omosessuali) non può essere soddisfacente come storia.
Nessuna identità di gruppo per quando ampia è sola al mondo.

L’identità è un’invenzione recente, che trova il suo spazio in un dizionario per la prima volta 1986 nel
Dizionario di antropologia.
Oggi gli attacchi a questo concetto sono numerosissimi, si può aggettare un’identità singolare e soggettiva
ma mai collettiva ed oggettiva.

Ma potremo mai sbarazzarcene? Se ne può fare a meno? Il suo vuoto porterebbe ad appartenenze ancora
più pericolose?

Remotti: la definisce un PARADOSSO per cui la definizione di identità apra a sua volta altre forme di
identità minori e sicuramente riscattabili.
Alla fine ciò che rimane è un’ossessione.

L’identità è messa al centro del dibattito politico per disinnescare tutte le forme di potere. Per annientare.

Siamo abituati a vedere l’identità come un filo rosso di una tradizione che parte da aristotele e arriva a
Hume, ma qui Remotti si appella a Diotima:
L’identità è una prerogativa divina gli umani non sono altro che intrecci di somiglianze e differenze.. che
si compongono e scompongono sia nel corpo che nell’anima.

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