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Versione 13 pagina 123 “I Ciclopi costruiscono le armi per Enea”

Sotto l’isola, che viene chiamata Vulcano, un tempo c’erano le grotte dei
ciclopi e i colpi delle incudini riecheggiavano il frastuono al cielo. Nel giorno in
cui Venere, andò a Vulcano per chiedere nuove armi per il figlio Enea, il dio
dall’alto cielo scese, poiché era un’opera di così tanto valore che desiderava
che venisse fatto con lui presente. Quando davvero entrò nella grotta, alcuni
Ciclopi forgiavano il fulmine immenso di Giove; altri allestivano il carro di
Marte, con il quale egli trasportato perlustra le città e provoca gli uomini ad
orrende guerre. Ed ecco Vulcano, come procedette nel centro della grotta
disse: “Interrompete ogni cosa e allontanate ogni lavoro o progetto: ora
dobbiamo fare le armi per uomo forte”. Aveva parlato, e subito quelli si
gettarono nella nuova opera. Alcuni infatti ravvivano il fuoco con i mantici che
agitano l’aria, altri immergono il metallo stridente nel tino, altri infine plasmano
il grande scudo di Enea.

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