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Sesto e Settimo anno:

1 Alice Cooper (*10*)

2 Anri

3 Asteroid (*1)

4 Bach ()

5 Backworld ()

6 Battiato ()

7 Bob Hund (*4)

8 Bonnie Prince Billy ()

9 Brad Mehldau ()

10 Buckhethead ()

11 Coil (*3)

12 Echo & the Bunnymen

13Electric Six ()

14 Emma Ruth Rundle (*2)

15 Foetus ()

16 Giant Sand ()

17 Handsome family

18 John Fahey ()

19 Jonh Zorn ()

20 Jonnhy Cash ()

21 Joose Keskitalo ()

22 Jucifer ()

23 K-Conjog (3)

24 Kevin Coyne ()

25 Killing Joke (*4)


26 Laibach ()

27 Legendary Pink Dots ()

28 Lou Reed ()

29 Marina and the Diamonds

30 Monster Magnet (*2)

31 Motorpsycho ()

32 Mushroomhead (*2)

33 My Dying Bride

34 New Model Army

35 O. Children

36 Orchestral Manoeuvres in the Dark ()

37 Tangerine dream ()

38 The Careteker ()

39 The Chameleons

40 The Cramps ()

41 The Hives (*3)

42 The Residents ()

43 Tuxedomoon ()

44 Tweak Bird

45 Saint Vitius ()

46 Saltatio Mortis (*1)

47 Shellac (*2)

48 Slim Cessna's Auto Club (*1)

49 Smokey Joe & The Kid

50 Steve Gunn ()

51 Ultima Thule ()

52 Urfaust

53 Vic Chesnutt (*2)

54 Violent femmes ()

55 Wax Fang ()
56 Ween

Sylvie Kreusch

Warhaus

Risto

Kingston Wall

CMX

Lasten hautasmana

Kuusumun profeta

Tusmorke

Robert Plant

Plasmatic

Townes Van Zandt

Jex Thot

Nitzer Hebb

Sparks

Royal thunder

Carnivore
Unkle Gavin Clark

NEU!

Ayreon

Rodriguez

Elbow

Atomic Rooster

Shining

Onrassi Pazuzu

Immortal

Autolux

Arcturus

Black Hearth Procession

Tuxedomon

Farsa negli atteggiamenti e le persone vogliono molto stordirsi con guadio e perciò cercano i mezzi per
nuovi stordimenti, inadeguatezza al mondo che ci si finge e tua madre perfino non ti comprende, chi ti
può comprendere allora e quanto? Chi ha un mondo simile al tuo da riflettere e perfino tu molto non
comprendi a seconda della contingenza, sensazione del momento, che a volte non si è inclini.
Dapprima ami e hai il piacere delle tue certezze costruite, poi l’amore finisce e le certezze, quanto
costruito crolla e non c’era niente davvero, era tutto finto e ti scopri impotente a perdere.

Spinto fino alle estreme conseguenze, sopraggiunge la grande calma, mai più completamente triste o
felice. Senza più speranza che vale il tuo futuro se ciò che in esso vuoi sai già che mai avrai? Tutto si fa
peso ed è l’oscuro sordo dolore del mondo che ti batte in petto e scandisce il tuo volere frustrato. Le
sensazioni cambiano, mutano di verso e allora? Sono illusioni, la verità è quel vuoto dietro, la felicità
infernale che ti apre infinite possibilità d’azione fine a sé stesse e per castelli di carta, che niente
contano, se non il peso che sopra ci metti. Chi ha un ideale, può anche crederci, può anche seguirlo,
ma alla disperata, altrimenti è una menzogna, è una pietosa bugia per sostenersi, e non qualcosa che
si sostiene nonostante tutto. Tanto che sei solo te stesso, puoi essere qualsiasi cosa tu riesca a
spingere oltre il limite.

Solo il presente vi è, futuro e passato sei tu con i tuoi limiti, il resto è solo presente….il tuo, magari
calato nel tuo mondo, che non è tuo, che ti hanno creato attorno e a cui ti pieghi perché ci sei e non
puoi far altro. Tu fattelo il mondo, fottititi il tuo mondo. Altrimenti vivi per lo scambio futuro, quando tanto
avrai fatto di compromesso e debito, che avendo un po’ di credito, potrai goderti qualcosina, un poco di
non più preoccupazione, visto che prima ti sei preoccupato.

L’inganno della giustizia sociale militante, questione in realtà di bassi istinti dietro l’alibi della grande
giustizia, del star dalla parte corretta, del sacrificio, sacrificar l’altro per l’ideale, che grande maschera
dietro cui pararsi giustamente.
Nulla di personale nell’essere buoni,però tra più di due persone con uno in mezzo, se preso tra diverse
istanze e buono i conti non tornano, ciascuno deve tutto a tutti tanto che ha i suoi diritti d’accampare.
Io sono nel torto (prima volta che ho rubato son nel giusto, prima che ho ucciso ero solo giustificabile),
ora per espiare che rendo? Ho solo una vita da restituire a fronte delle tante. Debito insaldabile, tanto
vale campare fino a cent’anni e patire ogni singolo istante, così auspicano le persone buone spaventate
dai brutti nel mondo. Il mood o semplice o riconosci le ragioni pure della zanzara, altrimenti se sei
disposto a spacciarla, il prossimo passo è uccidere anche tuo fratello se molesto e arreca danno.

Rendersi conto di essere esistenzialmente con le spalle al muro, che molti piccoli gesti sono disperanti
e vani nei loro afflati inutili se non alla replica, mentre la maggior parte delle concezioni ha senso, ma
sono distorte e falsificate in confronto all’analisi della realtà….come la presunta bontà, quante altre
cose diverse da essa son bontà, ma avrà poi questa un significato concreto?

Rispondere, non so rispondere al mondo, replicare il meccanismo, quando una volta si sa, non so
replicare. La narrazione e gli psicologismi spiccioli, che mi servono?

Quante ore nell’ora più buia? È tutta tenebra la mia che mi suggestiono e in essa agito forme che nel
buio non esistono, essendo l’oscurità indifferente. Eppure son sempre esistito da quando nato, ma è
solo gorgogliare nel vaso temo….ma anche se così è, ora io esisto e qualcosa devo fare perché ho la
smania, di non impazzire, per meglio folleggiare. Il punto interrogativo, il gancio al contrario….sono
appeso.

Se qualcosa cambia, di colpo non ti ci ritrovi, ti manca quel che sapevi certo e ti pascevi, ora devi
riadattarti confuso, incastrarti, facendoti quadrare. Le parvenze transitorie come l’ammirazione per un
amico, la gioia di un momento, l’infatuazione per una ragazza. Le persone son sole solo perché non
distratte in compagnia e avvertono ben presenti la lieta compagnia delle loro mancanze, delle loro
angosce e silenti preoccupazioni di cui gli altri ignari sono e che gli altri non possono supplire, inutili.
Solo l’amore può. Il candido cinismo che nell’innocenza dice le cose come stanno.

Gli spettri, malinconie senza oggetto che si appropriano e assorbono la realtà, sono fini a sé stesse e
sono una foschia senza via d’uscita. Semplici e profondi desideri umani che si scuotono, facendo
tremare, ma io non li voglio davvero, non credo almeno, ma che ne so? Sono sospeso, smarrito a
mezz’aria. Se solo fossi totalmente assimilato all’oscurità che serbo in animo, alla visione di dolore di
cui mi faccio latore, invece diverso ancora soffro per passione. Schiavo delle piccole cose nella volontà
pervertita...forte e debole assieme.

Il debole, inconsapevole, che non prende atto del metodo, della forza di reazione, della capacità di
crescita ed evoluzione; o che forse per costituzione ne è tagliato fuori...è destinato a una vita ridotta in
ambizione di possesso, anche se forse uguale in intensione di sensazione e sentimento. Suona male,
ma chi persevera nel suo errare avverso al vantaggio, senza aver la volontà di correggersi, nella vita
spacciato potrà solo rosicchiare, in balia delle contingenze, sperando che favorevoli gli corrispondano.

Ho bisogno di uno stato d’alterazione per fuggire al corso dei miei tetri pensieri, che dicono le cose
come stanno in scabra evidenza...cerchiamo tutti delle droghe con cui mitigarci l’esistenza, rendercela
più morbida e godibile, staccando il cervello. Quando estenuato giungi al limite, il dolore diventa gioia e
tutto si apre e rivela, ma è solo tanto vita in più….nella noia satura invece si galleggia esasperati in una
insofferenza e allora ci si rifugia nel divertimento, una concentrazione spassosa che tutti per interi in
una minima parte ci assorba e ci tenga impegnati quel tanto che basta, per ricrearsi, fin quando non
diventa anch’esso uno stress nell’obbligo di compierlo.

So, ma cosa so davvero, niente so, cerco un metodo e perché sono l’essere che cerca mi credo
assoluto...se non che tranquillamente, perdo la padronanza e cedo a una volontà di vizio, non ho più il
superiore controllo.

Pazzia di pensiero in cui si soggiace, ritorno alla vita e al senso, anche nel perverso...e dove si va e
dove si rimane quando tutte le domane rimango mute e sospese?
La sensazione o è solo evidenza, composta e particolare, o è rimando al passato, una porta, o
l’occasione d’immaginare, sognare. La cosa vicina, il rapporto deve essere vicino, la relazione è fatta di
prossimità...il desiderio di condividere questa prossimità con qualcuno in specifico, invece lontano, nel
suo giro di relazioni da cui si è esclusi. La solitudine data dall’incomprensione, dall’essere solo in
mezzo agli altri….la solitudine data dalle proprie mancanze e deficienze, di cui soli si porta il peso….la
solitudine data dall’isolamento, la condivisione sognata non ha possibilità di sbocco, altrove è
compagnia.

Pazzia di pensiero in cui si soggiace, ritorno alla vita e al senso, anche nel perverso...e dove si va e
dove si rimane quando tutte le domane rimango mute e sospese?

Al mondo ciascuno ha il suo posto, la sua finalità...qualcuno all’inferno ci deve pur stare, fingo d’offrirmi
volontario a d’uopo, ma in verità vi sono destinato. L’attimo si dilata e mi inghiotte nella sua enormità
senza uscita e poi mi ingabbia nella sua costrizione così vasta e annichilente.

Sono un orologio, tic tac, tic tac, il tempo mi trascorre, tanto che gli amori finiscono e gli anziani
muoiono; sono ordigno, un ingranaggio di circostanze complottanti e di reazioni ad esse. In alto il
quadrante della mente e delle idee, con la sua logica, a destra l’ambiente e tutto quel che mi circonda,
in basso il ventre e l’interiora, l’interiorità di quel che provo. E a sinistra? Una mano, una grinfia che
branca, cinque dita e tutti i dolori del mondo a indicarmi la via. Mi lacera e mostra il vuoto, il deserto in
cui avviarmi ramingo nell’arido, tra la gelida fiamma che le cose sprigionano e l’oscuro mare d’ombra
tra esse. Non vi è ragione, se non di negazione, per cui rinnego, rifiuto, ricuso e mi immergo,
sprofondo, mi inoltro lungo il sentore, di un sentire innegabile ed è questo in cui credo. Alla fine nel no
senso è un irrazionale puntiglio che muove ragionevolmente le lancette a scandirmi a momenti e a
tocchi, che chiamo giustizia e verità, tanto che alberga e dimora appena dietro la vana spossatezza che
tutto divora. L’attimo si dilata, eppure mi imprigiona e il tutto mi schiaccia, tra l’indifferenza generale,
dove esserci o non esserci non cambia, dove un amore ricevuto, se non corrisposto, non si rifiuta, ma
ci si adagia nell’essere malamente amati, alla bene e meglio, nell’illusione di un corpo caldo che ti
vuole.

Ma non finirà mai quello che ti porti dentro a lettere di cicatrici e piaghe; che ne facciamo dei corpi di
questi morti intorno a noi che placidi camminano? Per la maggior parte è niente, tra un desiderio e
l’altro che sosta irrealizzato, fin quando se capita diviene niente, magari reiterato con sommo gaudio. Si
aspetta nel silenzio che è tutto, che è solitudine totale, che comprende, lo capisce il tentativo di una
parola che da lui prova a emergere, solo per tuffarsi, lanciarsi, buttarsi a capofitto in un’altra solitudine,
un mondo di silenzio, in realtà sempre il medesimo, assoluto. Tutto è avvolto nella culla nel silenzio e
morirà mai nato, non scorto. L’unica volta che si può avere quel che si pretende, che è quel che si
pretende, è essendo amati, ma questo costa l’anima da dare in cambio, da dare in pegno, ad ogni
momento.

Nella diversità di prospettiva, multipla data dalle parti in causa, allo stato attuale si perde tutto, vi è solo
concretezza e opinione risultante, di chi guarda e come vede: parzialità interpretate secondo canoni
diversamente intesi anche se dichiarati che conducono a un doppio stato d’apparenza, il proprio che è
vano pensarlo e l’altro che è falsificato ai nostri occhi. Allora cosa resta di importante? Invece di
tentare,osare nell’irreale realtà, ci si riduce al dato minimo di consistenza per sussistere, intanto che
ombre vane, ambigue ed equivoche, ci attorniano come in una selva e ai loro miraggi che noi inveriamo
sottostiamo per viltà

Soil
HELLYYEAH

Prima fammi solo delineare meglio quanto detto sopra. Se qualcosa avviene tramite e grazie a certe
condizioni e quelle condizioni sono già presenti, ma non si è ancora verificato il qualcosa, è solo
questione di tempo che il qualcosa avvenga. Allora a volte il tempo è un’altra condizione, su cui però si
può influire per scelta, accelerando o rallentando. Se tu vai da un punto A a un punto B secondo una
direzione e ti stai muovendo nel giusto verso di essa, è destino tu ci arrivi, senza se e senza ma. In più
una volta arrivata cosa rimarrà del tempo che hai trascorso per arrivarci? Niente, sarà indifferente.
Quindi se tu sarai mia amica, le condizioni già ci sono ed è solo questione di tempo. Perciò posso
accelerare volendo e dirti “vieni a trovarmi e carpe diem”...al massimo potrei sbagliarmi, ma in quel
caso ti autorizzerei a rubarmi in casa. O forse in realtà ti sto adescando tramite Gippo per poi farti a
pezzi e farti sparire in una fossa biologica.

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