Sei sulla pagina 1di 1

Oggi, Lunedì dell'Angelo, ovvero Pasquetta ma, solo per noi tarantini, Caresunidde.

Poche note su questa tradizionale giornata, ad integrazione del post odierno di Carmen.
Taranto non aveva una festa propria per il Lunedì dopo Pasqua ma veniva attratta da
quella che si svolgeva a Carosino in onore della Madonna delle Grazie, locale Protettrice.
Alla Sagra di Carosino convenivano le popolazioni dei paesi vicini che si recavano al
Santuario portando la loro fede. Viaggiavano a piedi, per espiazione, spesso a piedi nudi,
sorreggendosi ad un bastone; nella borsa portavano un pezzo di pane nero, un po' di erba
tenera e un orciuolo d’acqua, quanto bastava per mantenersi in forza e quindi tornarsene
alle loro case. Con gli anni i pellegrini aumentarono di numero e nuove usanze presero
piede. Le borse erano più piene; c'erano uova sode, panini con frittata e un fiasco di vino.
Così la folla diventava più allegra. Dopo i riti si prendevano qualche sollazzo, qualche
gioco e qualche ballo. E la religiosità si mischiò col profano. La situazione cambiò
ulteriormente quando i tarantini si stancarono di andare fino a Carosino per una giornata
diversa. Cominciarono allora ad andare su una spiaggia del Mar Piccolo, chiamata S.
Lucia, nei pressi del Pizzone e della Villa Capecelatro, dove, oltre alla borsa di viveri e
vino, trovavano sciaie di ostriche e cozze vendute sul posto dagli ostricultori. Nel 1797 vi
arrivò Re Ferdinando IV di Borbone, ospite del vescovo Capecelatro. Paragonò il luogo
alla spiaggia di S. Lucia a Chiaia (Napoli) per cui da quel momento la zona fu chiamata S.
Lucia. Con l’anno 1884 la bellezza del posto fu deturpata dai lavori per la costruzione
dell’Arsenale Marittimo. Di S. Lucia non rimase che il ricordo e i tarantini cominciarono a
celebrare il loro Caresunidde sulle spiagge di Mar Grande.

Potrebbero piacerti anche