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ANATOMIA
PATOLOGICA
E C O R R E L A Z IO N I A N A T O M O -C L IN IC H E
Volume I
Anatomia patologica generale
Malattie infettive e parassitarle
Sistema emopoietico e sangue periferico
Sistema immu nocompeten te
Sistema linfopoietico
Sistema endocrino
Apparato cardiovascolare
Mediastino e Apparato respiratorio
PICCIN
Tutti i diritti riservati
Avvertenza
Poiché le scienze mediche sono in continua evoluzione, l'Editore non si assume
alcuna responsabilità per qualsiasi lesione e/o danno dovesse venire arrecato a per
sone o beni per negligenza o altro, oppure uso od operazioni di qualsiasi metodo,
prodotto, istruzione o idea contenuti in questo libro.
L'Editore raccomanda soprattutto la verifica autonoma delle diagnosi e del dosaggio
dei medicinali, attenendosi alle istruzioni per Fuso e controindicazioni contenute nei
foglietti illustrativi
ISB N 88-299-1769-9
Stampato in Italia
L'obiettivo primario, che gli autori hanno ogni singolo caso, all'anatomia patologica
assunto per questo nuovo testo di Anatomia spetta il compito di:
Patologica, è stato il recupero della tradizione - organizzare la dialettica che possa far
italiana, che da sempre affida alla disciplina il cogliere i rapporti che legano i danni ai
ruolo di conferire, al pensiero ed alla prassi segni clinici, umorali e strumentali;
medica, le basi concrete ed oggettive, perché - indirizzare la riflessione clinica verso per
visibili e misurabili, delle alterazioni comun corsi logici consolidati.
que riscontrate e che, nel loro insieme, com
Obiettivo che può essere colto disponendo
pongono il quadro anatomo-patologico di ogni
anche di conoscenze dettagliate circa l'ulterio
malattia in ogni singolo individuo. Obiettivo,
re, possibile, evoluzione dei danni, dei sintomi
la cui validità, anche i più recenti progressi di
e del quadro clinico nel suo complesso.
conoscenze, non solo non sfumano, ma di certo
Per lo scopo della formazione clinica, l'ap
rimarcano.
prendimento dell'anatomia patologica è, e non
L'Anatomia Patologica ha il compito, essen
può essere altro che un'acquisizione continua,
ziale per la formazione del medico che dovrà
graduale e sempre più complessa, la quale, a
curare le malattie, di:
partire dall'anatomia patologica generale, pro
- fornire sostanza concreta al ragionamento ceda con l'acquisizione delle conoscenze pro
clinico; prie delle patologie d'organo e di sistema, non
- dare al pensiero clinico le certezze di dati ché dei modi della loro eventuale evoluzione.
oggettivi riscontrati, comunque raccolti; In questo cammino, all'anatomia patologi
- sostanziare nel medico, con i fatti constatati ca compete il ruolo istituzionale di fornire al
ed applicando tutte le indagini necessarie e discente il supporto dei dati reali, possibilmen
proprie della disciplina, la dialettica intima te quantificati, che consentano l'interpretazio
che deve comporre il profilo della malattia. ne da dare ai segni clinici, umorali e strumen
tali, perché:
Il percorso dell'insegnamento di una disci
plina, che privilegia i dati di fatto tangibili, può - il ragionare clinico possa avere i riscontri
procedere soltanto per passi graduali, a partire sui quali fondare la logica indispensabile;
dalle nozioni basilari concernenti la struttura, - la formazione clinica, proceda per acquisi
visibile ed intima, di ogni organo, tessuto e cel zione progressiva della conoscenza delle
lula; proseguire con l'apprendimento delle patologie d'organo e di sistema;
modalità con cui i vari agenti patogeni altera - tenendo conto che l'evoluzione dei singoli
no la normalità; stabilire, alla fine del percorso eventi patologici ha condizionamenti che
investigativo, i rapporti fra le alterazioni comportano modalità diversificate, spesso
riscontrate, gli agenti causali ed i danni delle plurime, di progressione.
funzioni; e formulare una prognosi che indiriz Per acquisire un'abitudine: la prassi del
zi la terapia. confronto e della discussione collegiale,
Sono proprio le alterazioni cellulari, tessu momenti tutti necessari per stabilire le correla
tali, d'organo e di sistema che causano i sinto zioni patologico-cliniche e quindi per formula
mi, che sostanziano la malattia. Per la quale, in re l'epicrisi.
VI ^ Prefazione
La formazione del discente, potrà progredi riale bioptico e/o citologico. Indagini estempo
re e perfezionarsi se basata sulla constatazione ranee come quelle per ago-aspirazione, che
dibattuta dei dati di fatto, su cognizioni, con non è atto chirurgico ma prassi ambulatoriale,
cetti, fatti ed esperienze che facilitino: con il pregio dell'esecuzione immediata; quel
- la presa d'atto del substrato reale di ogni le per-operatorie, bioptiche, da assumere come
lesione e dell'insieme delle lesioni compo momento diagnostico oggi irrinunciabile e che
nenti il quadro, complesso ed individuale, forniscono substrati sufficienti per indagini
ulteriori di ordine chimico, isto-cito ed iirnnu-
del processo morboso sofferto dal soggetto
indagato; no-cito-chimico, nonché di morfologia moleco
- la correlazione dei danni riscontrati con i lare e genetiche. Metodi in continua espansio
rilievi raccolti in sede clinica; ne, che portano l'osservazione e lo studio entro
- l'analisi insistita affinché ogni evento, ogni le funzioni cellulari più elementari. Sono
sintomo, possa avere una logica giustifica apporti concreti il cui valore risolutivo, deve
zione ed ogni interrogativo, ima risposta. essere conosciuto dallo studente che, per uti
lizzarli in modo corretto, dovrà possedere con
Metodo, certamente il più formativo, da tezza del significato e del valore pratico di ogni
perseguire sempre: perché nessun dubbio, nes sussidio utilizzabile.
suna incertezza, nessun evento, in qualche Anatomia patologica comunque, e sempre,
modo trascurato, possa creare fragilità logiche ancillare e disponibile:
insanabili - ed anche esiziali - nella organizza
zione del pensiero clinico, delle conclusioni e - per consentire allo studente un apprendi
dei provvedimenti da assumere. mento continuo e sostanziato;
Una cultura, che si strutturi su basi raziona - per dare al medico il sussidio di dati ogget
li, agevola la memoria che, all'atto della rifles tivi e di grande dettaglio;
sione clinica, possa utilizzare al meglio i dati - per rassicurare il paziente che avrà disponi
ed i fatti via, via acquisiti e facilita il ragiona bili tutti i vantaggi di una medicina sempre
più affidabile.
mento, difficile e complesso, che diagnosi, pro
gnosi e terapia richiedono. Ma anche perché tutti, docenti, discenti,
Apprendimento essenziale e propedeutico a patologi e clinici colgano, giorno dopo giorno,
quello clinico, perché si avvale della visione le severe lezioni di umiltà, che sempre il meto
unificante, propria della disciplina anatomo- do del riscontro oggettivo diretto impartisce.
patologica; visione più che mai indispensabile Il medico che abbia acquisito, in astratto o
proprio perché la tendenza ad un insegnamen indirettamente, conoscenze, anche buone ed
to, subito specialistico, nell'attività pratica può aggiornate/su tecniche di indagine clinica, chi
sfumare il profilo reale, di fatto l'essenza, del mica e strumentale; che possegga le conoscen
processo morboso oggetto dell'attenzione. ze più avanzate della terapia, non può essere,
Oggi, ed ogni giorno di più, l'Anatomia per questo soltanto, un buon medico. Potrà
Patologica esplora ed applica strumenti e esserlo certamente con il possesso dei fonda
modalità d'indagine e di valutazione oggettiva menti del ragionamento anatomoclinico.
delle lesioni organiche, cellulari, subcellulari, Disponendo cioè della formazione che lo ren
biochimiche, molecolari e genetiche. dano capace di saper discriminare, fra una
L'apporto dei continui progressi di cono somma di informazioni, quanto è essenziale
scenza sulla struttura e sulle funzioni degli per le conclusioni cui tende.
organi, dei tessuti, delle cellule, degli organuli, L'anatomia patologica è così viatico indi
anche submicroscopici, fino a quelli dei geni e spensabile per intraprendere il lungo viaggio
delle molecole codificate, rende veramente di ima professione molto impegnativa: curare
arduo il compito dell'insegnare dimostrando. e lenire le sofferenze dell'uomo e le cause delle
Negli sviluppi del percorso diagnostico sarà sofferenze.
sempre necessario ricorrere al sussidio sostan Anche nell'àpologìà dell'efficienza, dell'as
ziale di tutte le indagini possibili, e che non soluto scientismo e del pragmatismo esasperato
possono essere ignorate, da eseguire su mate corrente, l'atto di curare l'uomo che soffre deve
Prefazione & Vii
essere sentito e vissuto come "impegno nobile", tico. Strumento che vuole rendere disponibile,
incessante, esclusivo ed incondizionato. non solo una ricca e congrua iconografia, ma
Per aderire ai fini prefissati, la stesura di che intende offrire anche modalità adeguate
ogni capitolo segue uno schema generale, per rauto-controllo del grado di apprendi
necessariamente non troppo rigido, che preve mento.
de sintesi essenziali di nozioni di anatomia, Nuovo testo che si inserirsce proprio nel
istologia e fisiopatologia, basi indispensabili l'indirizzo della tradizione, tutta itàliana, e col
per rapportare il danno riscontrato con lo stato tivato da Giovanni Lanza con perseveranza
di normalità. costante: indirizzo o filo della medicina ogget
La trattazione dell'anatomia patologica sarà tiva, già profilato dal " Vidi et Tetigi" di Anto
volutamente contenuta, comunque in grado di nio Benivieni, medico che, alla fine del quat
far sempre cogliere, al discente, l'essenziale tordicesimo secolo, compose il primo vero
che comprende anche i richiami alle correlazio testo di correlazioni anatomocliniche, il "De
ni anatomo-cliniche. abditis nonnullis ac mirandis morbo rum et
Se per curare chi soffre sono necessarie abili sanationum c a u s i s testo pubblicato postumo
tà tecnica, conoscenze scientifiche, comprensio nel 1507.
ne umana e molta saggezza, con l'imperativo di Filo assunto poi da M alpighi (1628-1694)
seguire ogni giorno l'evoluzione tumultuosa con i suoi apporti anatomopatologici, altrettan
delle conoscenze mediche, è facile desumere to fondamentali (la cirrosi epatica), ed avendo
che un medico non può che essere un "forzato", intuito il ruolo essenziale deirindagine micro
compensato, quando accade, dalla gratitudine; scopica.
che è pur sempre compenso inestimabile.
Ben consolidato, alla fine dai contributi
Gratitudine di solito proporzionata al grado
basilari di Morgagni (1682-1771) che ha assun
di dedizione e attenzione ai problemi del
to, come sistematica, la prassi delle correlazio
paziente. Avendo certezza che il successo deri
ni clinico-patologiche, elaborate al tavolo
verà, non solo dalla qualità delazione medica
autoptico; contributi che sono documentati
ma, in buona misura, anche dalle parole che il
dalla sua opera, fondante la disciplina: il "De
medico curante saprà pronunciare e dal grado
sedibus et causis morborum per anatomen
di partecipazione con cui verranno dette.
Tenendo sempre presente che, oltre alla ogget indagatis" del 1761.
tività dei segni, il paziente esprime anche un Proprio il filo seguito da "Giovanni
qualcosa di più di quanto l'occhio dell'oggetti- Lanza": maestro davvero unico dell'anatomia
vità riesca a cogliere. patologica applicata alla clinica - " Without
In conclusione sono tenuto a sottolineare You I couldn't have managed even my w eakest
che l'intento predominante, di tutti gli autori o f lines" (Auden W.H.: A Thanksgiving).
di questo testo, è stato quello di aderire con Maestro che ha improntato, con rigore di
cura al difficile e gravoso impegno degli stu metodo, con cultura impareggiabile e perse
denti che perseguono l'obiettivo, nobile, del guendo, sempre e con infaticabile dedizione, la
l'essere medici. migliore formazione possibile per le molte
Al Dott. Massimo Piccin, contiguo alla generazioni di medici che hanno seguito le sue
nostra Anatomia Patologica fin dai lontani lezioni.
anni '50 del secolo appena trascorso, sento il Infine, ma non certo marginale, un ringra
dovere di esprimere molta gratitudine per ziamento vivissimo, e molto sentito, ai tanti
aver voluto riprendere, con questo nuovo colleghi, collaboratori valenti, operatori tecni
testo, l'antico filo italiano dell'anatomia pato ci, amici: tutti compagni incomparabili, lungo
logica. Ma anche per avere aderito al proposi la via, che hanno reso possibile l'edizione di
to, e di averne suggerito il progetto, di perse quest'opera.
guire finalità educative, più sostanziali, attra
verso il complemento di un sussidio informa G.M. M ariuzzi
Obiettivi del corso integrato
di Anatomia Patologica
G.M. M ariuzzi
Il corso di Anatomia Patologica per la lau fase dello studio clinico del singolo caso;
rea in Medicina e Chirurgia si propone di far - il ruolo e il peso reale dei dati oggettivi che
acquisire agli studenti la conoscenza sistemati lo studio, condotto con il metodo e le tecni
ca delle malattie più rilevanti, la loro nosogra che deH’anatomia patologica, può (e deve)
fia, la etiopatogenesi, la storia naturale ed i fornire per una corretta diagnosi;
quadri macro e microscopici delle lesioni d'or - il valore pratico: dei diversi possibili meto
gano o di sistema, nonché le modalità della di di studio; delle indagini che possono
loro genesi e della evoluzione. Obiettivo da essere espedite per risolvere problemi dia
perseguire con lo studio e la dimostrazione gnostici, prognostici e della prevenzione;
pratica di casi bioptici ed autoptici secondo il dei rilievi anatomo-patologici ricavati; dei
metodo proprio della disciplina: referti da formulare a conclusione delle
indagini effettuate in ogni singolo caso.
- quadri anatomo-patologici, ivi comprese le
alterazioni sub-cellulari, cellulari, tessutali, Lo studente dovrà anche imparare a compi
d'organo e di sistema, che sostengono e lare le richieste per gli esami anatomopatologi-
caratterizzano le varie e possibili patologie ci, che riterrà necessari per risolvere i problemi
che abbiano rilievo pratico; la loro evoluzio clinici nelle singole osservazioni, tenendo pre
ne e gli esiti possibili; sente la necessità di fornire sempre, per cia
- le modalità da seguire e i dati anatomo- scun quesito proposto, le informazioni più
patologici (macroscopici, microscopici, isto- importanti, o comunque quelle utili al patolo
chimici, di morfologia e di biologia moleco go, per formulare il programma delle indagini
lare e genotipici) da assumere (e quindi da espedire e per la elaborazione delle conclu
necessari o irrinunciabili) per l’inquadra sioni diagnostiche.
mento diagnostico e nosografico di ogni Dovrà infine assistere ad un certo numero
singola osservazione; di riscontri diagnostici per esercitarsi a ricono
- le correlazioni, dimostrabili con documenti scere le modificazioni macroscopiche che si
oggettivi, fra le varie patologie osservate, e accompagnano alle più comuni situazioni di
fra queste e il complesso dei dati del quadro malattia, ma soprattutto per partecipare alla
clinico e di quelli ricavati dal laboratorio e discussione clinico-patologica ed all'atto fon
dalle indagini strumentali, raccolti nella damentale della formulazione dell'epicrisi
Collaboratori
VOLUME I
batterica nella lamina propria e nei 3.2 Sangue e funzioni delle varie popolazioni
linfonodi regionali 241 cellulari (E Lanza) 331
b Invasione e traslocazione mucosa con b Funzioni delle varie popolazioni cellulari 331
possibile diffusione sistemica 242 ■ Cenni sull'emopoiesi 331
b Polmoniti batteriche acute 243 a Serie eritroide 333
m Linfonoditi necrotizzanti da batteri a Serie granulo-monodtopoietica 335
e cl amidie 250
b Serie monocitaria 337
a Malattie da spirochetali 257
b Serie megacariocitaria 340
a Malattie da actinomicetaceae 262
n Serie linfocitaria 342
b II polmone dell'agricoltore 266
b Bibliografia essenziale 348
b Bibliografia essenziale 266
b APPENDICE "Lista dei CD (clusters of
designation)" 349
Malattie micobatteriche
(G. Barboìini, G. Rossi) 269
3.3 Anemie (E Lanza) 355
Tubercolosi 269
a
b
Anemie microcitiche 357
b Tubercolosi primaria e post-primaria 272
sa Emoglobinopatie 359
b Tubercolosi extrapolmonare 279
n Emoglobinosi 365
b Lebbra 281
b Anemie delle malattie croniche 367
a Micobatteriosi 283
■ Anemie normocitiche 368
b Sistematica essenziale delle principali
infezioni da MOTI 285 m Anemie rigenerative 368
b Anemie emolitiche 369
a Malattie a sospetta eziologia micobatterica 288
b Bibliografia essenziale 289 ■ Anemie emolitiche immuni 371
h Anemie ipogenerative 376
Malattie da miceti a Anemie macrocitiche 376
(G. Pettinato, D. Bifano) 291 s Bibliografia essenziale 380
b Micosi superficiali 291
3.4 Malattie emorragiche e dell'emostasi
a Micosi sottocutanee e sottomucose 292
(G. Castaman, A. Piccin, E Rodeghiero) 381
b Micosi sistemiche 293
b Bibliografia essenziale 301 b Introduzione 381
b Emostasi primaria 381
Malattie da protozoi e da elminti ■ Coagulazione 383
(G. Pettinato, G. Ciancia) 303 a Le sindromi emofUiche 385
Malattie da protozoi 303 a Deficit di altri fattori plasmatici della
b Patogenesi e patologia delle infezioni coagulazione 388
protozoarie 303 a Malattia di von Willebrand (VWD) 389
XVII ^ Indice generale
Porpore piastrinopeniche 390 3.9 Discrasie delle plasmacellule e gammopatie
Porpora piastrinopenica idiopatica 391 (R. Navone, A. Pich) 475
Piastrinopenie secondarie 395 a Plasmocitosi reattive del midollo osseo 475
Porpora trombotica trombocitopenica a Mieloma 476
di Moschowitz: TTP 395 a Gammopatie monoclonali di significato
SEZIONE 9 SEZIONE 13
Apparato digerente Apparato tegumentario
S E Z IO N E 10
Apparato uropoietico SEZIONE 14
Apparato locomotore
SEZIONE 11
Apparato riproduttivo maschile
SEZIONE 15
SEZIONE 12 Sistema nervoso
Apparato riproduttivo femminile Occhio
e Mammella Orecchio
SEZIONE I
Anatomia patologica
generale
Qualche notìzia sulla storia dell'anatomia 1.9 Patologia iatrogenica
patologica (G.M. Mariuzzi) (C. Rubini, L. Mariuzzi)
b introduzione e generalità
1.1 Introduzione all'anatomia patologica generale
b Genetica delle reazioni avverse ai farmaci
(A. Scarpa) b Basi molecolari del polimorfismo genetico dei
1.2 Patologia della cellula CYP2D6
(A. Scarpa, A. Zamò, A. Mombello) s Nosografia delle patologie indotte da farmaci
■ Risposte cellulari reversibili b Quadri morfologici-istopatologici nelle reazioni
■ Patologie da accumulo da farmaci con interessamento cutaneo
b Alterazioni cellulari irreversibili: la morte della cellula b ADR responsabili di patologie deíl'apparato
cardiocircolatorio
1.3 Patologia del ricambio cellulare e ruolo b ADR dell'apparato respiratorio
delle cellule staminali b ADR dell'apparato emopoietico
b introduzione (G.M. Mariuzzi, L. Mariuzzi] b ADR dell'apparato urinario
■ Le cellule stamina!! (A. Beitrami) b ADR dell'apparato gastroenterico
b Modalità del ricambio cellulare (G.M. Mariuzzi,
b ADR delle mucose del cavo orale
L. Mariuzzi)
b Conclusioni
■ Patologie da alterazioni del rinnovamento cellulare
(G.M. Mariuzzi, L. Mariuzzi, C. Rubini) 1.1 0 Processi neoplastici
1.4 Metodi e tecniche dell'anatomia patologica b Definizione e genesi dei tumori (G.M. Mariuzzi)
(A. Scarpa, A. Mombello, A. Zamò) b Le neoplasie possono essere benigne o maligne
■ Le domande alle quali risponde l'anatomia (A. Scarpa, A. Mombello)
patologica b Genetica delle neoplasie (A. Scarpa, A. Zamò)
■ ì materiali oggetto di indagine b Basi molecolari delle neoplasie (R. Ranaldi)
anatomo-patologica b Alterazioni morfologiche delle cellule maligne:
■ Modalità dì recapito dei materiali "grado di malignità" (A. Scarpa, A. Mombello)
■ La fissazione b Nomenclatura e classificazione delle neoplasie
■ Analisi macroscopica e campionamento (A. Scarpa, A. Mombello)
■ Analisi microscopica b Cancerogenesi umana: generalità ed eziologia
m Analisi molecolari (G.M. Mariuzzi, R. Ranaldi, L. Mariuzzi)
a Applicazioni diagnostiche delle tecniche molecolari b La teoria "multistadio" della progressione tumorale
1.5 Nanopatologia (R. Ranaldi, G.M. Mariuzzi)
a Progressione neoplastica (A. Scarpa, A. Mombello)
(G. Barbolini, A.M. Gatti)
b Anatomia patologica delia progressione
1.6 Citopatologia generale neoplastica (G.M. Mariuzzi, R. Ranaldi]
(E. Manfrìn, A. Remo, D. Reghellin, F. Bonetti) b Cinetica della crescita neoplastica
■ Introduzione (R. Ranaldi, G.M. Mariuzzi)
a Casistica relativa alla diagnostica citologica di b Valutazione delia crescita neoplastica
patologie di organi superficiali e significato clinico (A. Scarpa, A. Mombello)
b Esame citologico di lesioni profonde b Criteri morfologici generali per la diagnosi
delie neoplasie (G.M. Mariuzzi, R. Ranaldi)
1.7 Malattia arterosclerotica b Neo-angiogenesi tumorale (R. Ranaldi)
(G. d'Amafi) b Neoplasia ed immunità (R. Ranaldi)
h Struttura dei vasi b La diffusione delle neoplasie e la sua valutazione
s Fisiopatologia clinica: la stadiazione (A. Scarpa, A. Mombello)
■ Epidemiologia e fattori di rìschio
b Invasività e metastasi (R. Ranaldi)
■ Morfopatologia
b Lesioni preneoplastiche: definizione soggettiva ed
h Patogenesi
oggettiva del grado della malignità. Lo screening
b Aterosclerosi accelerato
di massa (G.M. Mariuzzi, R. Ranaldi, L. Mariuzzi)
■ Arterioloscierosi
1.8 Patologie da alterata perfusione dei tessuti 1.11 Sindromi paraneoplastiche
(G. d'Amati) (L. Mariuzzi)
b Iperemia e congestione b Principi generali
b Trombosi b Le sindromi paraneoplastiche endocrine
b Embolia b Le sindromi paraneoplastiche neurologiche
b Infarto b Le sindromi paraneoplastiche ematologiche
b Shock b le sindromi paraneoplastiche dermatologiche
Qualche notizia
sulla storia
dell'anatomia
patologica
G.M. Mariuzzi
La prima indicazione sulle finalità dell'insegna- centrale dell'intelletto, sulla scorta non solo di spe
mento dell'anatomia patologica ci viene da Antonio culazioni filosofiche ma anche di rilievi anatomici
Benivieni (Firenze 1440-1502): l'anatomia patologica ha da lui eseguiti. E rasistrato, nipote di Aristotele,
la finalità di dare ragione, con dati difatto concreti, visibi medico durante il 111 secolo a.C., famoso anche per
li, e tangibili, delle manifestazioni patologiche (pathos- aver curato la malattia misteriosa che affliggeva
logos) delle varie malattie. Antioco, figlio primogenito di Seleuco Nicatore,
Oggi potremmo aggiungere che essa ha anche lo effettua certamente le prime osservazioni anatomo-
scopo di studiarne con continuità le alterazioni cel patologiche, fra le quali proprio quella relativa alla
lulari e subcellulari, morfologiche, citologiche, chi cirrosi epatica; in particolare è sua una prima ipote
miche e molecolari con lo scopo di far cogliere ai si sul ruolo delle anormalità circolatorie, secondo la
discenti quanto sostanzia: ogni singolo danno cellu quale è la pletora sanguigna a causare alterazioni
lare, tessutale, d'organo e di sistema; ogni malattia nutritive dei parenchimi.
in ogni singolo paziente. Di trovare spiegazioni con In questa prima era, l'anatomia patologica è ri
crete delle azioni degli agenti causali e delle condi scontro e descrizione di anormalità dell'anatomia
zioni che ne favoriscono l'azione; delle modalità con degli organi. Nel II secolo dopo Cristo (129-201) ini
cui si istituisce il danno e le conseguenze distrettua zia il metodo dell'osservazione sistematica che con
li e sistemiche che i più diversi enti patogeni produ sentì a G aleno di identificare le basi morfologico-
cono, in modo da poter assumere i comportamenti strutturali di alcune malattie come l'apoplessia e la
medici idonei per controllare e contrastare ogni esito paralisi. E, se le sue opere non fossero state distrut
negativo prevedibile. te in gran parte dall'incendio del tempio della Pace,
Nei confronti dell'anatomia patologica, soprat oggi sarebbe ancora più evidente il suo sostanziale
tutto delle sue applicazioni in sala anatomica, ha apporto nel far sì che "la nuit vivante se dissipe à la
pesato a lungo, ed ancora vive, il preconcetto che, clarté de la mori" (M. Foucault, Naissance de la. clini-
secondo Leon ardo da Vinci (1452-1519), stava nella que).
"paura d'abitare nelli tempi notturni in compagnia di Se dopo Galeno "La sphère du del est considérée
tali morti squartati o scorticati e spaventevoli a vedere", comme limite absolu", ciò è dovuto non agli apporti
Ma non si può rimuovere il dato di fatto che la
storia dell'anatomia patologica è stata scritta nei
secoli proprio grazie al "convivere in compagnia di
tali morti squartati e scorticati" (Fig. 1). Il riscontro
diagnostico (è stato stabilito, dopo secoli d'impiego
del termine, che non si chiama più autopsia) non è
mai soltanto un atto tecnico, ma fatica dolorosa, pro
prio perché la ricerca e l'analisi delle piaghe viene
condotta, di necessità, alla presenza muta del sog
getto umano che le esibisce e non nel nitore di un
laboratorio asettico.
L'istanza di conoscere la fabbrica, che ci fa vivere,
nasce con l'intento tutto filosofico di scoprire Dio
nell'uomo, di capire di quale substrato l'infinito
abbia dotato il finito intelligente. È stata una delle
prime esigenze sentite dalla mente umana, atto che
si perde all'origine del pensiero. A lcm eone da Cro
tone, verso il sesto secolo prima di Cristo, aveva
proposto il cervello, anziché il cuore, quale sede Fig. 1
4 ® Qualche notizia sulla storia dell'anatomia patologica
reali della sua autorità indiscutibile, ma alla predi- Nel 1500 L eon ardo, sulla scorta di una lunga
lezione assunta dai successori per le sue costruzio esperienza settoriale, fornisce la prima descrizione
ni filosofico religiose, alla anteposizione delle teorie del substrato anatomico di una malattia importante
ai fatti, all'orientamento al "meditari sine materia", e frequente come è l'arteriosclerosi: "Quando le vene
che durò oltre 1000 anni. Nacquero così costruzioni s'invecchiano, esse si destruggan la loro rettitudine nelle
e rappresentazioni fantastiche deiranatomia nelle lor ramificazioni, e si fan tanto più flessuose, ovver ser
quali ricorre con insistenza il "divinum in morbo" ed peggianti, e di più grossa scorza, quanto la vecchiezza è
il criterio teologico per cui la "natura non fa nulla a più abbondante d'anni"; "Come nelli pomeranci, alti
caso". quali tanto più ingrossa la scorza e diminuisce la midol
Atteggiamento mentale, questo, che V esalio la, quanto più si fanno vecchi".
(1514-1564) condanna con fermezza: "Costoro, come Nel 1600 M arcello M alpighi (1628-1694) adotta
fanno le cornacchie, affidano quelle cose cui mai si sono di G alileo (1564-1642) non soltanto il metodo, ma
accostati, ma che solamente imparano a memoria dai libri anche lo strumento che diventerà il mediatore
degli altri... e... gracchiano dall'alto delle cattedre con costante del futuro progresso. Il microscopio ottico
rara presunzione". potenzia le possibilità deirosservazione ed apre
La lunga notte, legata anche al peso dell'autori- nuove vie al progresso. Malpighi diviene il fonda
tà di Galeno, s'interrompe con il Rinascimento ed il tore dell'anatomia microscopica. Ma il suo genio va
manifesto della rinascenza della anatomia patologi raccogliendo, in un libro di appunti, ancora oggi
ca si trova nel pensiero di L eon ardo da Vinci, che, poco noto, una serie di osservazioni relative a
con l'anatomia, vuole ora superare la semplice riscontri effettuati per sole finalità diagnostiche. Se
osservazione della staticità del cadavere senza vita, Bologna è la città dove nel 1302 viene eseguita con
rimuovere preconcetti e l'abitudine all'asserire ufficialità la prima autopsia, probabilmente è anche
aprioristico, per cercare invece ogni conclusione la sede dove è iniziata, con Malpighi, la pratica, oggi
soltanto nei fatti derivabili dall'esperienza diretta. in pericoloso declino* del riscontro diagnostico siste
P a ra celso , dopo Leonardo, aggiunge che: matico.
"Pochissimi medici hanno cognizione esatta delle malat "Il compito dell'anatomia risiede nella considerazio
tie e delle loro cause: ma i miei libri non sono scritti ne delle cause, delle sedi, della struttura e del moto della
copiando da Ippocrate o da Galeno; li ho invece composti materia morbosa": è il pensiero di M alpighi che di
fondandomi sulla esperienza che è la più grande mae
stra" (Filippo Teofrasto Bombasto Paracelso da Hohen-
heim; 1493-1541).
Via sistematicamente seguita nella seconda metà
del 1400 da A ntonio Benivieni (Firenze 1440-1502)
che raccoglie una serie di casi della sua attività di
medico: casi prima studiati nella loro evoluzione
clinica e, dopo il decesso, indagati con l'autopsia. È
un'indagine sistematica basata appunto sui fatti cli
nici raccolti all'atto della cura e poi raffrontati con i
dati "quos ego v id i et tetigi". Il primo testo di ana
tomia patologica e di correlazioni clinico-anatomi
che è quindi il "De abditis nonnullis ac mirandis mor-
borum et sanationum causis", pubblicato postumo dal
fratello Girolamo Benivieni nei primi anni del 1500
(Fig- 2).
Benivieni, L eon ardo, Vesalio e P aracelso del
rinascimento anatomico esprimono l'aria nuova
che pervade le antiche sale settorie: con il metodo
sperimentale ora si vogliono scoprire i meccanismi
che muovono le macchine divine. Ma la scintilla era
già scoccata nel cuore del Medioevo ed espressa
dall'aforisma di A belardo (1079-1142): "il dubbio è la
via per scoprire".
L'anatomia si fa, così, ricerca sperimentale. Le
conclusioni vengono assunte per deduzione, si pri
vilegia il rilievo obiettivo, le osservazioni si somma
no, i dati di fatto si stratificano. Nel lento procede
re, che può essere segnato soltanto dalla ricerca
incessante del miglioramento indefinito dell'ap
prossimazione, la storia respira e si va costruendo
l'edificio dottrinale dell'anatomia patologica. Fig. 2
Qualche notizia sulla storia dell'anatomia patologica ^ 5
Morgagni precorre anche le associazioni verbali: è vere conspectis, cum iis quae morbus praegressa sunt;
l'atto che conferisce dignità ufficiale alla prassi haud ita difficile erit plerumque internoscere quae vitia
adottata da Benivieni, l'atto ufficiale fondante la morbum effecerint, ab iis quae a morbo effecta sint".
disciplina dell'anatomia patologica. Pensiero com L'apporto di Morgagni risiede nella organizza
piuto di patologia clinica e che pervade le sue rac zione della nuova disciplina medica, ancora oggi
colte di casi autoptici fra i quali deve essere ricorda fondamentale; nella formulazione di nosografie
ta la prima descrizione esauriente della cirrosi epa basate sui rilievi patologici, sui complessi anatomo-
tica: "In sesto corpore abdomen turgebat aquae, iecur clinici e sui sintomi; nella identificazione di un
totum diminutum erat, et asperum, exterius coloris sub metodo nuovo che è sperimentale.
flavi [...] Exterius referebat congeriem granorum et emu- Metodo che indica come irrinunciabile la ricerca
labatur parotidem [...] Totum iecur repraesentabat race- costante, in ogni malato dunque, delle cause delle
mum uvae malattie; delle conseguenze dell'azione dell'agente
Nel 1700 G iovanni B attista M orgagni (1682- lesivo; dell'evoluzione nel tempo del danno prodot
1771) coglie la necessità di un nuovo, distinto, indi to; ed ancora dell'entità e delle modalità dei disor
rizzo autonomo, per la dissezione effettuata con dini correlati, anche plurimi e sempre complessi,
finalità cliniche; comprende che la clinica si può che le lesioni prime comportano.
fondare soltanto sull'apporto dell'osservazione È Morgagni infatti che intuisce il compatire degli
anatomica; intravede l'istanza urgente di capire organi sotto l'influsso di umori alterati e la necessi
cosa muova le malattie; e compie lo sforzo geniale tà di impiegare l'indagine autoptica sistematica per
dì integrare tutte le informazioni note, e le sue per rimuovere errori e dubbi: "Sed illud quod dicebam, in
sonali, innumerevoli, in un vero trattato di anato quo omnes convenimus, multorum uno eodemque morbo
mia patologica: il De sedibus, et causis morborum per extinctorum dissectio, praecipuum est, ut cunctae
anatomen indagatis (Fig. 3), sintetizzandone lo spiri dubitandi, en an diqu e occasion es tollantur".
to nella prefazione: "Comitantur vero sintomata: quo Nel rapido cammino lungo gli antichi percorsi
rum singulorum natura, series, ordo, constantia si atten dell'anatomia patologica, dopo Morgagni, altro
te animadvertantur, conferanturque cum vitiis in cada- vero genio è R u d o lf Virchow.
Ancora una volta la storia ci meraviglia perché
fra l'opera di Malpighi - anatomia microscopica - e
quella di Virchow - anatomia patologica microscopica
- j o .: b :a e t ì s 't i : - trascorrono due secoli: ben duecento anni prima
che fosse adottata l'osservazione microscopica ini
■Vi i . A '• I ziata da Malpighi. La ragione risiede nella diffiden
za verso il nuovo strumento, il microscopio, ancora
imperfetto. Del quale il B ich a t (1771-1802) esprime
■■ D .£■■ S E T ) I B U S v CT. : CÀ; i J S k va il suo radicale rifiuto: "Parce que quand on regarde
dans l'obscurité, chacun voit à sa manière et suivant
qu'il est affeeté"; anche Morgagni stesso, ispirando
; . PER: ANATOMEN-' INDAGATISI mia sua biografia, pare abbia fatto dire all'autore
L ! E Si l ¿1 V I N 0 E.
che: "ebbe un lodevole timore dei microscopi troppo
acuti".
Malpighi dunque fonda nel 1600 l'anatomia
Muìtiplcx prafixus cft Iadex rcrumJ'& nominun) microscopica e descrive il glomerulo renale; Hooke
. : accuratjflìmus nel 1665 scopre la struttura " a celles" del sughero;
r e . ' u •> P H ; V U % ma è soltanto nel 1858 che Virchow dà alle stampe
B U 03 V a ! O R E V c O K T l N.£ NS L I B R.t’£. la sua Cellularpathologie. Un lungo silenzio di 200
anni è quindi il prezzo pagato dal progresso per la
diffidenza di due grandi verso il nuovo rivoluzio
nario strumento inventato da Galileo!
L'apporto di Rudolf Virchow (1821-1905) sta nel-
l'aver colto il ruolo che ha il danno delle cellule -
unità elementari della vita capaci di riprodursi
(omnis cellula a cellula) - nella produzione delle sof
ferenze degli organi e quindi delle malattie dell'uo
mo. Il passo nuovo fatto dall'anatomia patologica
può essere colto nelle parole dello stesso Virchow:
"Il pensiero anatomico non è più legato alle alterazioni
visibili che il coltello dell'anatomico rende constatabili,
ma si allaccia direttamente alle funzioni stesse della
vita".
Fig. 3 L'opera sulla Cellularpathologie viene pubblicata
6 is Qualche notizia sulla storia dell'anatomia patologica
a Berlino nel 1858 (Fig. 4) e, con l'avvento delle these circumstances it was diagnosed that thè ulcer ivas
nuove scoperte, diventerà subito possibile identifi not malignant" (Bennet J.M.: Lancet 1, 517, 1845). E
care lo sconcerto che gli agenti patogeni causano dopo di lui Donaldson che, nel 1853, poteva scrive
entro le cellule costituenti gli organi. È questo il re “We ourselves have been able to diagnose cancer in thè
grande passo per il quale ha il suo avvio la costru living subjects" (Donaldson F.: Am. J. Med. Se. 25,43,
zione della moderna patologia la quale, ben presto, 1853).
dopo Virchow, ma per merito suo, s'interessa di tra Ma se Virchow aveva sbagliato, il fatto poteva solo
sferire il patrimonio di conoscenze accumulato alla indicare che la biopsia era pratica diagnostica da conside
ricerca microscopica sul soggetto vivo; nasce, così, rare del tutto inaffidabile!
la pratica della biopsia con la finalità di comprende E così, ed ancora una volta, l'autorità di una
re meglio e meglio diagnosticare le malattie, anche grande personalità riesce ad arrestare l'evoluzione
e soprattutto per poterne meglio adeguare la tera del progresso.
pia. Quelli a cavallo fra il 1800 e il 1900 sono anni di
Proprio a Virchow, nel 1887, sir Morell Macken- attività intensissima dell'anatomia patologica,
zie, chiamato al letto del kaiser Federico III, chiede durante i quali si stratificano continui apporti di
di effettuare la diagnosi microscopica di una lesio grandi studiosi; l'anatomia patologica va compo
ne del laringe dalla quale era stato rimosso un pic nendo il suo corpo di dottrina con la raccolta, in
colo frammento. La diagnosi di Virchow fu rassere tempi relativamente brevi, di tutti i dati e le infor
nante, ma il kaiser morì l'anno seguente proprio per mazioni necessarie al riconoscimento delle più
un carcinoma laringeo. Il fatto segnò non solo la diverse malattie di tutti gli organi ed apparati del
rovina professionale di Mackenzie, ma soprattutto l'uomo.
rallentò il cammino della pratica bioptica alla quale Con questo bagaglio culturale specifico il pato
già Bennet, prima di Virchow, era ricorso nel 1845 logo viene di nuovo chiamato ad operare nella cli
per capire la natura di una lesione mammaria: nica, al letto del malato; e concorre con l'attività
"Another woman, 50years ofage [...] ofcachectic appea- bioptica alla formulazione delle diagnosi; almeno
rance, hadfor six months an ulcer in thè left breast. From di quelle diagnosi in cui dubbi o incertezze rendes
sero in qualche modo difficoltoso il procedere del
cammino clinico. Nel 1961 Chang ricorre al criosta
to per ottenere preparati microscopici in tempi bre
vissimi e nasce la diagnostica peroperatoria: il chirur
go può ora conoscere, in pochi minuti e mentre
opera, la natura e la reale gravità delle lesioni che,
con l'atto chirurgico, sta curando.
Ma al patologo ricercatore la morfologia, intesa
come rilievo di immagini statiche, ben presto risul
terà insufficiente. Egli vuole, deve poter cogliere
con il microscopio gli equivalenti visibili delle fun
zioni tessutali e cellulari e soprattutto le loro modi
ficazioni indotte dalle cause patogene, nonché il
divenire progressivo delle alterazioni, per com
prendere gli squilibri complessi e multiformi che
sono le malattie.
Il grande libro dell'anatomia patologica si può
fino ad oggi articolare in quattro capitoli basilari
che sono:
1) quello relativo alle osservazioni casuali di anor
malità anatomiche degli organi e scritto in circa
2000 anni dal 600 a.C. al 1400 d.C.;
2) quello della finalizzazione dell'indagine macro
scopica autoptica alla ricerca delle cause delle
malattie e delle condizioni patologiche correlate
che spiegano il quadro clinico, capitolo scritto in
gran parte dal Morgagni nel 1700;
3) il capitolo affascinante sulle basi cellulari e tes
sutali delle malattie promosso dall'impiego del
microscopio, prima da parte di Malpighi e poi di
Virchow, scritto soprattutto da quest'ultimo nel
Qualche notizia sulla storia dell'anatomia patologica ; 7
4) infine quello che ora i patologi stanno scrivendo che entrano neU'organizzazione strutturale e fun
dopo aver scoperto gli artifizi tecnici per porta zionale delle cellule e degli organuli subcellulari
re l'indagine fisica, chimica, molecolare e geneti nonché le tappe di tutte le trasformazioni che agen
ca entro le cellule ed i tessuti. ti patogeni riescono a causare.
L'applicazione di queste tecniche ai cromosomi
Capitolo, quest'ultimo, nelle nostre mani, una ad esempio, fece subito prevedere che, in un arco
lettura compiuta del quale va rimandata al tempo ragionevole di tempo, si sarebbe potuto conoscere
futuro, perché ancora molte sono le pagine da com non solo la disposizione di tutti i geni entro i singo
pletare. li cromosomi, ma anche cogliere e dimostrare le
Con il secolo appena scorso è nata la morfologia anormalità di collocazione e di struttura e le even
funzionale e subito si è sentita la necessità di supe tuali disfunzioni geniche all'atto del trasferimento
rarne i limiti. Gradualmente, ed airesordio molto dei messaggi specifici. Così quanto scrivevano
lentamente, è stato studiato quanto di chimico e di Kirsch e Broder nel 1986: 'Tt is possible that patholo-
biochimico sottende le variazioni dell'organizza gists zoili report Information about rearrangements,
zione strutturale. Negli anni quaranta l'indagine amplifications and aberrant expression o f various onco-
ultrastrutturale è stata applicata ai vari organuli che genes in tumor biopsy specimens and that an oncologist
muovono le attività funzionali delle cellule e si è zoili then use sucii Information to define prognosis or
compreso quanto le modificazioni delle strutture design a regimen o f therapy" (Kirsch I.R., Broder S.J.;
visibili siano correlate con le funzioni cellulari. Clin. Oncol. 4: 271, 1986), è già diventato attuale.
Nel 1941 Albert Coons intuisce la possibilità di L'esigenza di oggettività è antica nel patologo
sfruttare la specificità del legame fra antigene ed come documentano gli armamentari di referenti,
anticorpo per rendere visibili, entro le cellule, com ancora oggi conservati in qualche sala anatomica:
posti chimici ben definiti (ormoni, enzimi, protei sono oggetti vari, frutta secca, vegetali, polveri ed
ne). Le modificazioni via via apportate al metodo altro che servivano come campioni perché fosse
originale hanno consentito una amplificazione tale oggettiva la descrizione dei reperti anatomopatolo-
del segnale di presenza di un substrato che è diven gici: "Neoformazione delle dimensioni di una noce
tato possibile il rilevamento di un numero così avellana e del colore dello zafferano", si diceva
basso di molecole che nessun'altra tecnica nota può dopo aver confrontato la lesione con i campioni
svelare. " Today zve may perhaps venture to ask thè que- d'archivio. Ora calcolatori e sistemi esperti possono
stion whether by thè use o f immunocytoehemistry we essere impiegati per misurare ogni carattere cellula
might discover antigens that are so scarce in concentra- re, normale o patologico; e solo la valutazione
tion and distribution that other biochemical tecniques oggettiva delle deformazioni strutturali e chimiche,
cannot disclose them" (Sternberger: Immunocytoche- che le tecniche attuali hanno reso possibile, è in
mistry; Polak, Van Noorden Ed.; Wright, PSG, Bristol grado di dare il passo veloce commisurato alla
1983). velocità del progresso.
Ed oggi il grande salto è compiuto perché il rile Finalità perseguibile soltanto con l'entusiasmo,
vamento e la localizzazione di semplici sequenze la dedizione, la capacità di fede, la fantasia libera
aminoacidiche o di acidi nucleici, anche nelle parti dei giovani che vengono insensatamente tenuti lon
più intime della organizzazione cellulare, è stato tani dai nostri laboratori.
attuato. L'anatomia patologica non è quindi scienza di
Il tumultuoso progresso della nostra epoca nelle orrori, già tutta esplorata; è invece strumento di
conoscenze deH'immunologia, della biologia mole progresso futuro lungo le vie senza fine della cono
colare e della genetica ha messo infatti a disposizio scenza del più intimo della misteriosa e meraviglio
ne dei patologi un cospicuo volume di conoscenze sa fabbrica che permette, ad ognuno di noi, di cam
e soprattutto di tecniche estremamente raffinate per minare verso mete differenti e diversamente vissu
produrre "marcatori" capaci di identificare, con te; - En las entranas de las cosas - y no fuera de ellas -
altissima sensibilità e specificità, sostanze chimiche están lo eterno y ¡o in fin ito 'Miguel De Unamuno'.
Introduzione
1.1 all'anatomia
patologica
generale
A. Scarpa
EZIOLOGIA
im \
Danno Danno
reversibile
P Cellula
A normale
T
0
G Risposta
E cellulare
N Accumuli anomali
£ Ipertrofia
S Iperplasia
1 Displasia
Patogenesi: il meccanismo o processo attraverso il - valutare il danno prodotto dal processo patologico,
quale un agente eziologico produce una malattia. - esprimere una valutazione prognostica, ovvero
Le malattie possono essere ricondotte a tre mec le probablità evolutive della lesione,
canismi patogenetici di base:
- indirizzare le scelte terapeutiche,
1. Infiammatorio: infezioni, malattie autoimmuni
- offrire le tecnologie a sua disposizione per il fol
2. Degenerativo: ischemia, encefalopatie spongi- low-up.
formi
L'attività diagnostica dell'anatomopatologo può
3. Neoplastico: carcinomi, sarcomi
essere sinteticamente illustrata utilizzando due
Il compito deiranatomopatologo è di analizzare esempi riportati nelle figure 2 e 3. La figura 2 illu
cellule e tessuti prelevati da pazienti con la finalità stra il processo diagnostico di una malattia infiam
di ottenere tutte le informazioni necessarie per: matoria. La figura 3 illustra il processo diagnostico
- formulare una diagnosi, ovvero identificare il di una malattia neoplastica.
processo patologico in atto,
ti
I
í
|1
1.2 Patologia
della cellula
A. Scarpa, A. Zamò, A. Mombdlo
In questo capitolo vengono trattate le modifica cellulare. Essa può essere fisiologica, come nel
zioni adattative che la cellula mette in atto in rispo caso dell'aumento del volume delle mammelle
sta ad insulti subletali, pertanto reversibili, qualora in corso di gravidanza e allattamento o dell'en
la noxa venga rimossa. Vengono poi descritti i feno dometrio nella fase estrogenica del ciclo
meni della morte cellulare, ovvero le alterazioni mestruale. Esempi di iperplasia patologica sono
irreversibili che portano alla morte della cellula e l'aumento del volume della prostata o della
alla sua definitiva distruzione (vedi Fig. 1 Capito tiroide (Fig. 1).
lo 1.1). • Metaplasia. Sostituzione di un tipo cellulare dif
ferenziato con un altro tipo di cellula differen
ziata. Una cellula matura viene sostituita da
[3 Risposte cellulari reversibili un'altra cellula matura, ma di diverso tipo
(Fig. 2). La metaplasia è dovuta a modificazioni
Un danno di entità non letale provoca modifica del programma di differenziazione cellulare, è
zioni cellulari reversibili. sempre patologica e può essere reversibile.
#- Ipertrofia. Un aumento delle dimensioni ài cellule e • Displasia. Il termine displasia indica una mor
in genere della massa del tessuto che compren fologia cellulare anomala, in particolare una per
de quel tipo cellulare. Questa può essere fisiolo dita di maturazione e di orientamento delle cel
gica, quale l'aumento del volume di un muscolo lule cui si accompagna una alterazione della
sottoposto ad esercizio, o patologica come l'au architettura tissutale (Fig. 3). La displasia è
mento del volume del muscolo cardiaco dovuto dovuta a modificazioni dei programmi sia di
a ipertensione arteriosa. proliferazione che di differenziazione della cel
® Iperplasia. Un aumento del numero di cellule, che lula. In altri termini, la displasia è sia una lesio
può anche comportare l'aumento della massa ne citologica: la cellula displastica non porta a
del tessuto coinvolto. L'iperplasia è dovuta a compimento il processo di differenziazione, che
modificazioni del programma di proliferazione una lesione tissutale: disordine nella organizza-
Fìg. 1 - Esempio di iperplasia. Nelia figura si possono osservare ie caratteristiche macroscopiche (a) e microscopiche (b) di un
gozzo tiroideo (struma nodulare delia tiroide). Tale patologia è una iperplasia diffusa delle cellule ghiandolari tiroidee, i tireociti.
L'aumento numerico dei tireociti determina il conseguente ingrossamento, di solito a carattere nodulare, della ghiandola intera o
parte di essa. ! tireociti sono completamente differenziati e producono grande quantità di colloide.
14 ; Patologia della cellula
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Fig. 2 - Esempi di metaplasia. Metaplasia squamosa dell'epiteiio bronchiale (a e b). Metaplasia intestinale della mucosa gastrica
(c e d). La mucosa bronchiale normale, rivestita da epitelio cilindrico monostratificato aliato (a), sottoposta a irritazione cronica da
fumo di sigaretta o inalazione di sostanze inquinanti diverse, va incontrò a trasformazione metapíastica in epitelio pavimentoso
composto (b) del tutto simile a quello che riveste il cavo orale e ia faringe. La mucosa dell'antro gastrico contiene cellule mucipare
che producono mucine neutre cne si colorano in rosso con il PAS (c). L'infiammazione cronica determina ia sostituzione di questo
epitelio con un epitelio di tipo intestinale con cellule mucipare che producono mucine acide che si colorano in blu con il colorante
Alcian Biue (d).
zione tissutale. La displasia è sempre patologica, ste anomalie del metabolismo cellulare ai testi di
anche se può essere reversibile. Alcune alterazioni patologia generale e alle parti di questo testo
displastiche possono infatti regredire dopo che relative ai vari organi nei rispettivi capitoli.
gli stimoli siano rimossi. In altre occasioni, la • Pigmenti endogeni. Ad eccezione della lipofu-
displasia può progredire e portare allo sviluppo scina e melanina tutti i pigmenti endogeni deri
di una neoplasia. vano dalla emoglobina.
© Atrofia. Riduzione delle dimensioni o del Lipofuscina. È un pigmento citoplasmatico gra
numero delle cellule di un tessuto. La riduzione nulare giallo marrone (il termine latino "fuscus"
del volume delle cellule si riscontra nei muscoli, significa bruno). Essa è anche definita lipocro-
negli organi sessuali, cuore e cervello. E in gene mo, ceroide, o pigmento da "invecchiamento". E
re dovuta all'assenza di fattori trofici. Nei formata da residui indigeriti di vacuoli autofagi-
muscoli è legata ad esempio a denervazione o ci che contengono lipidi, fosfolipidi e proteine e
immobilizzazione prolungata. Nelle ovaie è derivano da anomali processi di lipoperossida-
legata alla menopausa. Nel caso del cervello è zione. Si trova nella maggioranza dei casi in cel
legato a invecchiamento fisiologico o patologico, lule che vanno in degradazione lenta, perciò
in quest'ultimo caso in corso di malattie quali sono abbondantemente depositate in età avan
l'Alzheimer. La riduzione del numero delle cellule zata specie nel cuore, nel fegato e nel cervello
è invece sempre patologica ed è legata a fenome con selettività per l'ippocampo. L'accumulo di
ni di distruzione da ischemia o danno tissutale . lipofuscina si accompagna di solito a diminuzio
persistente ad esempio in corso di malattie ne di volume dell'organo, maggiore di quella
infiammatorie croniche (Fig. 4). parafisiologica senile. Esiste una lipofuscmosi
genetica da difetto enzimatico che compare in
età giovanile. Si evidenzia con le colorazioni
U Fotoiogie da accumulo dette Sudan.
Emosiderina. Pigmento granulare cristallino deri
• Accumuli anomali. L'accumulo intracellulare di vato dall'emoglobina di colore variabile da gial
diverse sostanze è dovuto ad alterazioni del lo-oro a bruno. È costituita da aggregati di
metabolismo cellulare. Le sostanze immagazzi micelle di ferritina die si formano quando vi sia
nate possono essere: i) metaboliti normali, quali un eccesso locale o sistemico di ferro. Normal
carboidrati, proteine o lipidi prodotti in eccesso mente se ne può osservare qualche microdeposi
o non catabolizzati; ii) prodotti anomali del meta to nelle cellule di Kupffer epatiche e nel midollo
bolismo, conseguenti in genere a malattie gene osseo. Gli eccessi locali sono rappresentati
tiche dovute a carenza di un determinato enzi sostanzialmente da emorrragie. Gli eccessi siste
ma; iii) sostanze pigmentate indigeribili per la cel mici comprendono molteplici patologie sia
lula e con diverso significato patologico. Le genetiche che acquisite. Ne sono esempi l'emo-
varie forme di glicogenosi, la galattosemia, le cromatosi ereditaria e le forme secondarie da
iperlipoproteinemie e le tesaurismosi sono solo trasfusioni o in corso di anemie emolitiche. Si
alcuni dei possibili esempi. Si rimanda per que evidenzia con la colorazione di Perl.
16 & Patologia della cellula
Bilirubina. Pigmento di colorito variabile dal
verde al giallo-bruno. È il principale pigmento
La morte naturale della cellula: apoptosi |
della bile. L'ittero è la manifestazione clinica del Durante lo sviluppo e la vita di ogni individuo |
suo accumulo, e si rinvia per questo al capitolo sono attivi processi che coordinano la crescita e la é
sulla patologia epatica. divisione cellulare (eventi propri del ricambio cel- |
e Pigmenti esogeni. Carbone. Uantracosi è la lulare), e processi opposti, che coinvolgono la rego- -f
lazione negativa della proliferazione. Questo equi-
forma più comune di pigmentazione esogena ed
è la norma nei polmoni. È accentuata nei fuma librio adegua la rigenerazione cellulare alle perdite
tori e può coinvolgere anche i linfonodi ilari. ed alle esigenze dell'accrescimento dell'individuo.
Calcio. Depositi patologici di calcio si trovano Inoltre, la precisa regolazione della morte cellulare, %
normalmente nelle aree di necrosi. anche in termini spazio-temporali, contribuisce a f
Metalli. Gli accumuli di mercurio, piombo e rame mantenere la forma (fenotipo) dell'individuo che è J
possono essere causati da forme genetiche o per determinata dalla sua individualità genetica. In ter- f
esposizione ambientale. Gli accumuli di berillio mini puramente speculativi, per lo scopo sarebbe |
sono sempre da esposizione ambientale e sono però sufficiente per un individuo l'arresto compie- :lf
to della proliferazione cellulare una volta ottenuta |
causa di patologia polmonare simil silicosi.
Polveri minerali. Gli accumuli di silicio e asbesto la forma finale. Nella realtà attuale, però, essendo ;J
l'individuo costituito da popolazioni cellulari |
derivano da esposizione lavorativa e sono asso
ciati a patologie polmonari. diverse con esigenze molto differenti nei termini di |
ricambio cellulare, l'arresto definitivo degli eventi 4
di proliferazione cellulare sarebbe assolutamente ;f|
H Alterazioni cellulari irreversibili: incompatibile con la vita nell'ambiente disponibile. |
la morte della cellula Infatti, negli individui adulti la maggior parte dei f|
tessuti è soggetta ad un continuo rinnovamento cel- |
La cellula muore per morte naturale o violenta. I lulare, con velocità variabile da tessuto a tessuto. Si I
due processi sono definiti rispettivamente apoptosi può pensare che questo processo sia evolutivamen- \I
e necrosi (Fig. 5). te vantaggioso perché esegue una sorta di "lavag-
Fig. 5 - Alterazioni cellulari nella apoptosi e nella necrosi. Nell'apopiosi le alterazioni iniziali consistono nella frammentazione
cromatinica, seguita dalla disaggregazione della cellula in frammenti circondati da membrana che vengono poi eliminati median
te fagocitosi da macrofagi residenti o dalle cellule adiacenti. Nella necrosi le alterazioni iniziali consistono nel rigonfiamento deila
cellula e dei suoi organelli, seguito dalla formazione di bolie e. infine, dalia rottura delle membrane con fuoriscita del contenuto
cellulare, quest'ultimo fenomeno provocherà poi una risposta infiammatoria. Le modificazioni nucleari nella necrosi vanno dall'ad
densamento nucleare alla picnosi (rimpicciolimento) e carioressi (frammentazione) e cariolisi (scomparsa).
Alterazioni cellulari irreversibili: la morte della cellula » 17
gio genetico", sostituendo le cellule che vengono Cause dell'apoptosi. Esistono probabilmente centi
diversamente danneggiate con cellule derivate da naia di cause di apoptosi, ma possono essere tutte
altre, a loro volta situate in "santuari genetici" (i siti ricondotte a pochi principi unificanti. In sintesi, l'a
del ricambio cellulare in cui operano le cellule sta poptosi può essere causata da:
minali). Esistono perciò processi che controbilancia
1. mancanza di fattori trofici per la cellula;
no i danni con miracolosa esattezza mediante la
proliferazione-rigenerazione cellulare. Processi 2. "baci della morte" causati da interazioni specifi
questi necessari per compensare la morte cellulare che ligando/recettore (ad es. FASL/FAS e
programmata, o apoptosi. TNF/TNFR1);
In realtà, l'apoptosi è attiva anche in condizioni 3. induzione tramite enzimi citotossici da parte di
diverse da quelle della eliminazione delle cellule cellule specializzate (in particolare linfociti T o
"usurate", o danneggiate da eventi patologici. Per • NK);
essere più precisi, l'apoptosi è uno degli attori cel 4. stimoli nocivi fisici, chimici o microbiologici, di
lulari più importanti nel mantenimento dell'omeo- entità superiore a quelle tollerate dai processi di
stasi tìssutale, intesa come processo dinamico di adattamento cellulare, ma non tali da provocare
mantenimento dello stato stazionario di un tessuto. necrosi.
Ciò include non solo il numero di cellule e la loro
disposizione, ma anche la loro integrità funzionale, Queste cause agiscono in situazioni differenti, di
indispensabile per le finalità differenziate dei vari cui in seguito verranno considerati alcuni esempi.
tessuti. L'apoptosi interviene anche nei fenomeni di Tutte queste cause attivano cascate di eventi mole
adattamento, quando la richiesta funzionale a cari colari, che, in ultima analisi, portano alla morte cel
co di un tessuto viene meno e diviene superflua lulare attraverso due vie principali: la via intrinseca
una quota cellulare; oppure quando sia aumentata e quella estrinseca, descritte nel prossimo paragrafo.
per esigenze, anche estemporanee, com'è caratteri Oggi è nota l'esistenza di altre vie in grado di atti
stica degli adeguamenti anatomico-funzionali delle vare l'apoptosi, e che la via intrinseca e quella
ghiandole endocrine. Oltre all'apoptosi fisiologica esi estrinseca possono comunicare tra loro; tuttavia per
ste una apoptosi patologica, che avviene in seguito a esigenze di semplificazione verrà seguita questa
stimoli nocivi, o per alterazione dei suoi meccani distinzione.
smi di regolazione. Meccanismi molecolari dell'apoptosi. I due termi
Criterio importante per comprendere l'apoptosi ni, apoptosi estrinseca ed apoptosi intrinseca hanno
è che, essendo un fenomeno fisiologico, si è selezio significato patogenetico e non eziologico. Infatti fat
nato in modo da essere il meno dannoso possibile. tori esterni alla cellula, come la carenza di fattori di
La cellula si condensa, si frammenta senza rottura crescita, possono attivare la via intrinseca. Può esse
delle membrane cellulari, ed i frammenti vengono re utile quindi ricordare che in generale la via
rapidamente fagocitati senza evocare alcuna reazio intrinseca è mediata dai mitocondri (interni alla cel
ne infiammatoria. Se volessimo comparare la socie lula), mentre la via estrinseca prevede l'attivazione
tà di cellule deU'individuo ad una società politica, di un recettore da parte di un ligando (esterno alla
troveremmo un interessante parallelo con la società cellula).
giapponese dei samurai, dove il suicidio a scopo Sia la via intrinseca che la via estrinseca si basa
sociale era accettato ed onorato, od alla società no sull'attivazione sequenziale di proteasi specifi
eschimese dove gli anziani si lasciavano morire di che, dette caspasi. Il nome delle caspasi deriva dalla
freddo ritenendosi superflui per la vita familiare. composizione di due proprietà: "c" deriva dal fatto
Allo stesso modo l'apoptosi è una forma di suicidio che queste proteasi fanno parte della famiglia delle
cellulare, spontaneo o su "ordine" di altre cellule. cisteina-proteasi (proteasi con un residuo di cisteina
Come quasi tutti i suicidi, è un fatto individuale, che nel sito attivo); "aspasi" dal fatto che tagliano i loro
non intacca la fisiologia delle cellule circostanti bersagli dopo un residuo di aspartato. Nell'uomo
quando queste non vengano sottoposte agli stessi sono state descritte 11 caspasi, che vengono funzio
stimoli apoptogeni. Ciò differenzia profondamente nalmente divise in iniziatrici ed esecutrici, secondo
l'apoptosi dalla necrosi: fenomeno che provoca l'ordine con cui sono attivate. Tutte le caspasi sono
un'esplosione cellulare, con reazione infiammatoria presenti in forma inattiva (zimogeni), cosa sensata
e coinvolgimento delle cellule circostanti, "spettatri considerato l'effetto letale della loro attivazione, e
ci innocenti", che vengono loro malgrado uccise. vengono attivate mediante un taglio proteolitico. Le
Anche l'apoptosi però può essere evento collettivo, caspasi iniziatrici (nell'uomo le caspasi-2, -8, -9 e -
se esiste uno stimolo "di campo" che la incida con 10) sono in grado di auto attivarsi (anche se i mecca
temporaneamente su più cellule, come ad esempio nismi di questo processo sono ancora poco noti),
accade per deprivazione di un fattore di crescita. Il mentre le caspasi esecutrici (nell'uomo le caspasi-3,
dettaglio degli aspetti di questa morte silenziosa, -6, e -7) devono essere attivate dalle caspasi iniziatri
che avvengono su un piano morfologico e biochimi ci. Sia l'attivazione delle caspasi iniziatrici che quel
co, saranno considerati più oltre, essendo necessario lo delle caspasi esecutrici sono meccanismi auto-
analizzare prima le cause, o stimoli che la inducono. amplificanti, perché ogni caspasi attiva può attivar
18 & Patologia della cellula
ne altre e queste altre ulteriori, in un processo ad L a via estrinseca d ell'ap op tosi è iniziata dal
andamento esponenziale a cascata. Sia che l'apop to legame di un ligando letale (come ad es. FASL o
si venga iniziata attraverso la via intinseca, sia attra TNF) ad un recettore specifico sulla superficie di
verso la via estrinseca, le caspasi effettrici costitui una cellula bersaglio (ad es. FAS o TNFR1). I recet
scono sempre la via finale comune dell'apoptosi, tori formano oligomeri attivi in seguito al legame
responsabile degli effetti sulla cellula. con il ligando e, grazie ad un dominio chiamato
La via intrinseca d ell'apoptosi è attivata da un significativamente dominio di morte, attivano a loro
grande numero di condizioni che causino danno al volta una proteina citoplasmatica chiamata FADD,
DNA, come radiazioni, tossine e radicali dell'ossi anch'essa contenente il dominio di morte. FADD
geno, o anche dalla mancanza di fattori di crescita. recluta numerose molecole di caspasi-8 che si auto-
Abbiamo già detto che la via intrinseca passa dai attivano e, a loro volta, attivano le caspasi esecutri
mitocondri. Più precisamente il fattore chiave è la’ ci (Fig. 7). Questa via può essere inibita dalla protei
traslocazione nel citosol di proteine normalmente na FLIP, che lega la caspasi-8 e ne impedisce l'atti
presenti nello spazio intermembranoso dei mito- vazione.
condri. Queste proteine comprendono il citocromo Un breve cenno merita la famiglia di proteine
c, SMAC/DIABLO, AIF, EndoG e OMI/HTRA2. La IAP che comprende otto membri, in grado di inibi
proteina meglio nota è sicuramente il citocromo c, re le caspasi-3, -7, e -9, bloccando quindi sia la via
che, nel citoplasma, lega ed attiva la proteina finale comune delle caspasi esecutrici che la via
APAF1, inducendo così la formazione di un com intrinseca.
plesso molecolare noto come apoptosoma. L'apopto- La via finale comune dell'apoptosi è indipen
soma è poi in grado di attivare la caspasi-9 (una dente dal tipo di stimolo iniziale, e prevede l'attiva
caspasi iniziatrice) che, a sua volta, attiva le caspasi zione delle caspasi effettrici, come la caspasi-3 e la
effettrici (ad es. la caspasi-3 e -7) (Fig. 6). La via caspasi-7. Queste agiscono su una serie di bersagli
intrinseca è principalmente regolata dalle proteine cellulari che vanno da proteine del citoscheletro e
della famiglia di BCL2, che comprende più di della matrice nucleare, a proteine coinvolte nella
20 membri con funzioni sia anti-apoptotiche che trascrizione, nella replicazione del DNA e nella
pro-apoptotiche. I membri anti-apoptotici più noti riparazione del DNA. Una delle proteine tagliate
sono BCL2 e BCL-XL che, di norma, risiedono sulle dalla caspasi-3 è un inibitore di una nucleasi, che,
membrane esterne dei mitocondri ed inibiscono la libera daìi'inibizione, frammenta il DNA tagliando
traslocazione del citocromo c nel citoplasma; inibi ne i segmenti internucleosomiali; ciò causa una
scono inoltre l'attivazione di APAF1 nel citoplasma. caratteristica molecolare nota come disposizione a
L'attivazione dell'apoptosi dipende dal rapporto scaletta del DNA, che verrà considerato più avanti.
tra queste molecole ed i membri pro-apoptotici Per effetto delle molteplici azioni proteolitiche delle
della stessa famiglia, come BAK, BAX e BIM. caspasi, la cellula si frammenta nei corpi apoptotici,
Mitocondrio
CASPASJ-9
Fig. 6 - La via intrinseca dell'apoptosi è legata all'alterazione delia permeabilità mitocondriale. Sulla membrana mitocondriale
esterna, un dinnero di bcl2 è associato a un dimero di bax. Qualunque stimolo inneschi questa via provoca la dissociazione del
dimero bax e la formazioe di canali nella membrana mitocond riale, con fuoriuscita de! citocromo c. Quest'ultimo lega ed attiva la
proteina APAF1, formando il complesso molecolare noto come apoptosoma. L'apoptosoma attiva la caspasi-9 che, a sua volta, atti
va le caspasi effettrici.
Alterazioni cellulari irreversibili: la morte della cellula ^ 19
Fig. 7 - La via estrinseca deli'apoptosi inizia con il legame di un ligando di morte ad un recettore specifico sulla superficie di una
cellula bersaglio. Nell'esempio il FAS ligando determina la trimerizzazione dei recettori FAS di membrana. Tale complesso lega e
attiva la proteina citoplasmatica FADD; questa recluta numerose molecole di caspasi-8 che si auto-attivano e, a loro volta, attiva
no le caspasi esecutrici.
a b c
che sono l'equivalente morfologico di questa azione
scissoria.
Aspetti biochimici deli'apoptosi. Le modificazioni
biochimiche legate all'apop tosi possono essere rias
sunte in:
1. proteolisi;
2. frammentazione del DNA;
3. alterazioni delle membrane cellulari.
La proteolisi è l'effetto deirattivazione delle
caspasi effettrici, ed interessa proteine vitali della
cellula, tra cui anche le proteine strutturali, con per
dita delle strutture di sostegno e condensazione del
nucleo e del citoplasma.
La frammentazione del DNA avviene in un primo
momento per grossi frammenti di 50-300 kbasi, e
successivamente per i tipici frammenti multipli di
180-200 basi, fenomeno noto come disposizione a
scaletta del DNA, visualizzabile su gel di agarosio Fig. 8 - Frammentazione del DNA nella morte necrotica o
tramite colorazione con bromuro di etidio (Fig. 8). apoptotica. Elettroforesi in gel di agarosio del DNA estratto da
Bisogna ricordare però che questo fenomeno è biopsie osteomidollari fresche o congelate. Il DNA ottenuto da
tipico ma non specifico deli'apoptosi, poiché può biopsia con composizione cellulare normale è ad alto peso
molecolare (a); il DNA ottenuto da tessuto in preda a fenomeni
essere presente anche in alcune cellule necrotiche. di necrosi si presenta come una strisciata continua, in quanto la
Le alterazioni delle membrane permettono un rapi frammentazione enzimatica è operata in maniera casuale dalle
do riconoscimento delle cellule in apoptosx da parte DNAsi attivate (b); ii DNA ottenuto da tessuto osteomidollare
di fagociti che provvedono alla loro eliminazione
con fenomeni di apoptosi presenta il caratteristico aspetto a sca
letta, dovuto al taglio del DNA nelle sue parti libere internucleo-
senza innescare gli eventi dell'infiammazione. Uno somiche (c).
dei fenomeni più precoci in questo senso è la traslo
cazione della fosfatidilserina dallo strato interno
allo strato esterno della membrana cellulare. Un'al Aspetti morfologici deli'apoptosi. Gli aspetti mor
tra molecola, espressa da alcune cellule destinate fologici deli'apoptosi sono meno evidenti di quelli
all'apoptosx, è la glicoproteina trombospondina. della necrosi per tre motivi:
20 s Patologia della cellula
- primo motivo, l'apoptosi non evoca infiamma nimento di un numero costante di cellule nei tes
zione di accompagnamento; suti in rinnovamento, come accade anche per le
cellule dell'epitelio intestinale o quelle della cute;
- secondo motivo, l'apoptosi può coinvolgere sin
gole cellule; • l'apoptosi che interviene nell'eliminazione di
linfociti T o B autoreattivi oppure di linfociti con
- terzo motivo, l'apoptosi richiede da 2 a 4 ore per bassa affinità per l'antigene;
compiersi, ed i detriti cellulari sono rapidamen
• infine l'apoptosi indotta da linfociti T citotossici
te rimossi dai fagociti, per cui solo poche cellu
in cellule infettate da virus o in cellule neoplasti
le in un singolo istante presentano i caratteri
che; questa apoptosi può utilizzare la via estrin
morfologici tipici, anche se un numero maggio
re di cellule in realtà sta subendo il processo. seca (FAS/FASL) o la via intrinseca, tramite la
secrezione da parte dei linfociti di una molecola
Tecniche più avanzate, come la colorazione con in grado di formare pori sulla superficie cellula
annessina V che riconosce la fosfatidilserina, o tec re, la perforina, e di un enzima detto granzyme
niche che rilevino la rottura a doppio filamento del B, in grado di penetrare nella cellula ed attivare
DNA, mostrano un quadro più realistico della le caspasi.
situazione.
Gli aspetti morfologici deirapoptosi possono Esempi di apoptosi in condizioni patologiche sono:
essere così sintetizzati: • l'apoptosi indotta da stimoli nocivi, di tipo chi
1. implosione della, cellula, con diminuzione delle mico, fisico o microbiologico, di entità inferiore
dimensioni, addensamento del citoplasma, a quella necessaria a causare necrosi; di solito
impacchettamento degli organelli; questi stimoli provocano danni del DNA con
attivazione della via intrinseca dell'apoptosi;
2. condensamento della cromatina, che si raccoglie
alla periferia del nucleo in masse condensate di © la morte cellulare in alcune malattie virali, come
forma e dimensione variabili; il nucleo stesso si l'epatite virale;
può frammentare in due o più pezzi; • l'apoptosi che causa atrofia del parenchima pan
3. formazione dei corpi apoptotici, che sono frammen creatico o delle ghiandole salivari in seguito
ti cellulari rivestiti da membrana integra, conte all'ostruzione del dotto escretore;
nenti citoplasma condensato, organelli, e talora ® infine, molti tumori presentano un elevato tasso
frammenti nucleari; di apoptosi, di solito proporzionato al tasso di
4. fagocitosi delle cellule o dei corpi apoptotici da parte crescita, ma anche in seguito a terapie farmaco-
di fagociti, generalmente macrofagi, con rapida logiche. Vale la pena di ricordare qui che l'insen
degradazione nei lisosomi; sibilità all'apoptosi, specialmente alla via intrin
seca, è una delle caratteristiche del cancro.
5. migrazione delle cellule circostanti sino alla coper
tura dello spazio liberato dalle cellule apoptoti-
che. Talora si può verificare un processo limite La morte violenta della cellula: Necrosi
tra necrosi e apoptosi, nel qual caso all'implosio Un danno esogeno irreversibile causa la morte
ne cellulare può sostituirsi un rigonfiamento. di più cellule. Il complesso di modificazioni morfo-
All'esame istologico con colorazioni standard
(ematossilina ed eosina) le modificazioni si rendo
no evidenti in singole cellule o piccoli gruppi cellu
lari, con condensazione e frammentazione del
nucleo, ed una colorazione intensamente eosinofila
del citoplasma. Spesso sono visibili i fagociti conte
nenti i corpi apoptotici (Fig. 9).
Esempi di apoptosi. Di seguito sono considerati
alcuni esempi reali di processi in cui interviene l'a
poptosi, sia in ambito fisiologico che patologico.
Esempi di apoptosi fisiologica sono:
• l'embriogenesi, praticamente in tutte le sue fasi,
dove popolazioni selezionate devono scompari
re per permettere il normale sviluppo dell'indi
viduo;
• l'apoptosi da deprivazione ormonale nell'adulto,
come nella regressione dell'epitelio della mam Fig. 9 - Aspetto istologico della morte apoptofica. Si noti la
mella dopo lo svezzamento o nell'atrofia della sepimentazione abbozzata della cellula in cui si vanno forman
prostata dopo castrazione, è deputata al mante do Ì corpi apoptotici.
Alterazioni cellulari irreversibili: la morte della cellula ^ 21
logiche cui vanno incontro i gruppi di cellule morte aumento delle dimensioni e formazione di bolle,
e il tessuto in cui tali cellule si trovano viene defini rigonfiamento degli organelli e disaggregazione dei
to necrosi. La necrosi è quindi riconoscibile solo a ribosomi; 2) il citoplasma appare più intensamente
distanza di tempo dalla morte cellulare. Il fenome eosinofilo alla colorazione con ematossilina-eosina,
no più importante della morte violenta della cellu sia per diminuzione della basofilia legata alla perdi
la è la rottura delle membrane e la conseguente fuo ta di RNA ribosomiale che per il legame più inten
riuscita del contenuto cellulare, che provoca una so della eosina alle proteine denaturate; 3) addensa
risposta infiammatoria del tessuto. In altri termini, mento della cromatina e alterazioni nucleari progres
le modificazioni macroscopiche e istologiche del sive dalla picnosi alla carioressi e cariolisi. Gli even
processo di necrosi si instaurano su cellule che ti che completano il processo di necrosi comprendo
muoiono in un tessuto vivente. Esso va distinto dal no: 4) la distruzione completa della cellula e il riversa
fenomeno della autolisi postmortem, che è la mento del suo contenuto nel tessuto circostante;
degradazione delle cellule ad opera dì enzimi liso- 5) la infiammazione acuta con richiamo di granulociti.
somiali intacellulari. Gli aspetti morfologici del tessuto contenente la
massa delle cellule necrotiche sono diversi a secon
Cause delia necrosi da della eziopatogenesi. Si possono distinguere due
tipi fondamentali di necrosi: coagulativa e colliqua
Le cause della morte necrotica sono sempre tiva. Nella prima prevalgono i fenomeni di denatu
patologiche, di aggressione esogena alla cellula di razione proteica, nella seconda dominano i fenome
entità tale da provocare un danno irreversibile. Esse ni di digestione enzimatica. Nella prima l'architet
comprendono principalmente danni ischemici, fisi tura generale del tessuto viene conservata almeno
ci o chimici, da agenti infettivi o tossici. inizialmente, nella seconda la colliquazione delle
cellule morte rende irriconoscibile il tessuto coin
Meccanismi molecolari della necrosi volto. A distanza di tempo adeguato, con l'instau
rarsi della risposta infiammatoria tissutale, anche la
La necrosi è il risultato della denaturazione delle
necrosi coagulativa diviene colliquativa.
proteine intracellulari e della digestione enzimatica
della cellula. Gli enzimi che agiscono in questo pro Necrosi coagulativa. Degradazione delle cellule a
cesso derivano sia dalle stesse cellule morte (autolisi) causa di acidosi intracellulare che denatura le pro
die dai Iisosomi dei granulociti (eterolisi) della rea teine sia strutturali che enzimatiche della cellula. Il
zione infiammatoria che si instaura. Questi processi blocco di queste ultime fa si che non vi siano feno
l'ichiedono ore per svilupparsi e, quindi, non siamo meni di autolisi. Le cellule necrotiche vengono poi
in grado di riconoscere istologicamente la morte eliminate dai granulociti della risposta infiammato
delle cellule se non dopo diverse ore dall'evento. ria, che si instaura in un secondo tempo. Il processo
della necrosi coagulativa è caratteristico della morte
Aspetti biochimici della necrosi ipossica da ischemia in tutti i tessuti (Fig. 10). L'uni-
Le modificazioni biochimiche legate alla necrosi
sono: 1) proteolisi; 2) frammentazione del DNA;
3) alterazioni delle membrane cellulari.
La proteolisi è indiscriminata ad opera di varie
proteasi. Essa si instaura immediatamente nel caso
della necrosi colliquativa o segue il processo coagu
lativo nel caso della necrosi ischemica. La frammen
tazione del DNA avviene in maniera aspecifica in
frammenti delle più variabili dimensioni (Fig. 8). Le
alterazioni delle membrane sono grossolane e consisto
no nella distruzione vera e propria sia della mem
brana citoplasmatica che delle membrane degli
organelli citosolici. Tali rotture provocano il rilascio
del contenuto cellulare nel tessuto evocando inevi
tabilmente una risposta infiammatoria acuta.
| Bibliografia essenziale
Danial N.N., Korsmeyer SJ.: Cell death: criticai control Riedl S.J., Shy Y.: Molecular mechanisms of caspase regu
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Patologia del
1.3 ricambio cellulare
e Ruolo delle
cellule staminali
Comparto tessutale
Danni tessutali diretti del ricambio cellulare o
Chirurgici, traumatici, tossici ecc. comparto cambiale con
cellule staminali
Perdita cellulare
complessiva
Danni tessutali indiretti:
immunitari, _______
autoimmunitari, flogistici,
ischemia, lesioni destruenti,
neoplasie: infiltrazione, compressione
In questa categoria di tessuti a cellule stabili, o in ziate ed incapaci di replicarsi, hanno le loro stami
un suo sottogruppo, vanno collocati anche i tessu nali a contatto con la membrana basale dei tubuli
ti/organi nei quali l'intensità del ricambio dipende seminiferi, quindi nello strato basale dell'epitelio
da momenti, o eventi fisiologici, che sono disconti seminifero: sono elementi staminali che hanno i
nui ma periodici come ad es. il tessuto osseo in cui caratteri morfologici degli spermatogoni A. La pro
l'osteopoiesi è commisurata alle variazioni del cari duzione delle cellule differenziate passa attraverso
co o ad eventi occasionali come sono le fratture; la un seconda serie di spermatogoni, morfologica
mucosa uterina che deve essere ricostruita dopo mente diversi da quelli staminali, gli spermatogoni
ogni mestruazione o dopo ogni gravidanza; oppure B, da cui derivano gli elementi terminali, gli sper-
periodici od occasionali come quelli delle ghiando matociti, la proliferazione dei quali non ha funzioni
le endocrine, e dei bersagli dei loro ormoni, la cui cambiali ma di adeguamento del corredo cromoso
liberazione viene attivata a seconda delle esigenze mico alle esigenze della fecondazione.
attuali che sono discontinue per momenti ed inten La proliferazione cambiale degli spermatogoni
sità. Si consideri in proposito la variabilità di even staminali, pur continua, è sottoposta al controllo
ti, già richiamati, che possono attivare il ricambio ormonale, operato in particolare dagli ormoni
nella corteccia surrenale. androgeni che ne modulano l'intensità; è inibita in
Eventi, non fisiologici, di accelerazione del modo significativo o grave dagli stress intensi e
ricambio cellulare si attuano in organi diversi, ad protratti che compromettono tanto la funzione
es. per produzione inappropriata di ormoni stimo gonadotropa dell'ipofisi quanto quella della game
lanti la secrezione di altri ormoni, come accade togenesi.
nella patologia paraneoplastica; ad es. per secrezio Quindi controllo modulato, anche quello della
ne di POMC e/o ACTH da parte di neoplasie pol gametogenesi, non solo in rapporto con l'età - sene
monari o di CRH nelle risposte per attivazione di scenza del ricambio - , ma anche costante, sebbene
cellule del sistema ìmmunocompetente (si vedano i con modalità discontinue, per stimoli psichici, emo
capitoli rispettivi); o ancora nella patologia iatroge- zionali, stress ed ormonali, soprattutto legato alle
nica quando i farmaci somministrati siano in grado variazioni nella liberazione di ormoni sessuali.
di evocare risposte cellulari proliferative. La categoria dei tessuti a cellule perenni era
Differente e peculiare è il ricambio cellulare considerata priva di ogni possibilità o capacità di
negli organi genitali, sopratutto per la loro funzio generazione/ricambio cellulare; essendo per essi
ne di gametogenesi. Nel testicolo in particolare la considerato unico evento riparativo possibile la
produzione delle cellule terminali labili, gli sper- sostituzione connettivale, quindi la cicatrice
matozoi, cellule che sono postmitotiche, differen (Figg. 4 e 5). La dimostrazione, anche in questi tes-
Introduzione ss 27
Modalità possibili di recupero delle perdite cellulari-parenchimali in tessuti a cellule stabili e pérenni
l
Conseguenze: Danno anatomico-funzionale
persistente e inemendabile.
Cicatrizzazione
Es.: fibrosi polmonare; cirrosi epatica;
nefrosclerosi; gliosi sostitutiva;
flogosi e fibrosi evolutive
come tbc cronica per flogosi,
autoimmune come tiroiditi croniche,
surrenaliti destruenti, ecc.
sede di produzione delle cellule che rivestono la rivestimento della cornea; le cellule del canale di
mucosa; l'istmo nelle ghiandole gastriche; il rigon Hering per gli epatociti.
fiamento o tubercolo epiteliale del follicolo pilifero H rinnovamento cellulare, continuo o disconti
nella cute (Figg. 14 e 15); il limbo per l'epitelio dì nuo che sia, è legato alla produzione e liberazione,
Cicatrizzazione
Reinnervazione
Rigenerazione circolo
linfatico
Neovascolarizzazione
Rimozione del coagulo
Riepiteìizzazione
Coagulazione
Epidermide:
strato corneo
Epidermide:
strato germinativo
D erm a
Ipoderm a
Ferita limitata a margini giustapposti, con
riparazione e reintegro della struttura
danneggiata e della normale integrità Ampia ferita a margini irregolari, tale da non consentire
anatomica e funzionale i! recupero della integrità sia anatomica che funzionale
Fig. 7 - Modalità deila riparazione di lesione cutanea con resti Fig. 8 - Schema che rappresenta la riparazione per sostituzio
tutio ad integrum, o per prima intenzione: recupero dell'integri ne connettivale con cicatrizzazione - guarigione per seconda
tà anatomica e funzionale delle perdite cellulari e tessutali intenzione -, di una lesione cutanea estesa, o lacero-contusa,
quando limitate (Da Pontieri e coll., Piccin, 2005). con perdita consistente di epidermide e di derma
(Da Pontieri e coll., Piccin, 2005).
Riepiteiizzazione
Escara Angiogenesi
Deposizione
coiìagene Ili
Regressione
rete vascolare
Fig. 9 - Rappresentazione schematica degii eventi che si susseguono nella riparazione cicatriziale di lesioni cutanee con perdita di
tessuto, come nelle ferite lacero-contuse.
correlativa, di fattori di crescita capaci di stimolare Anche i fattori, eventi, comunque le cause, che
direttamente la proliferazione cellulare o di attivare possono compromettere o arrestare il ricambio cel
sulla loro superficie cellulare recettori per molecole lulare sono molte e riproducibili sperimentalmente,
che, a loro volta, avviano le sintesi dei metaboliti con farmaci capaci di arrestare o rallentare i proces
necessari. Sono oggi una vera moltitudine i fattori si replicativi (Baserga, Mariuzzi: 1953-1957). Sono
di crescita, le citochine, i componenti della matrice condizioni, non solo sperimentali ma di facile
extracellulare che partecipano, condizionano o riscontro nella patologia umana e causate, soprat
determinano il ricambio cellulare e gli eventi delle tutto, ma non solo, da farmaci attivi nel compro
riparazioni cellulari ad essi connessi. mettere il ricambio cellulare e perciò responsabili di
30 & Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule staminali
Agente: ferenziano per dare origine, attraverso i precursori
di specifiche linee differenziate, alle cellule mature,
come sono quelle di superficie della mucosa intesti
Morbo di nale o della cute.
Parkinson
Morbo di Una delle maggiori rivoluzioni scientifiche cui si
Alzheimer è assistito negli ultimi anni è stata l'estensione, oltre
A . t»
oorea 01 i limiti del sistema emopoietico, del concetto di
Huntington organizzazione gerarchica di proliferazione e matu
Meningiti razione delle cellule contenute all'interno di un
ipossie/ /
ictus / / a organo, come a suo tempo suggerito da Baserga,
Mariuzzi e coll, per il ricambio cellulare della
______ s . mucosa intestinale.
•.Traumi
Il modello di riferimento assunto è quello del
midollo osseo, che non è l'unico sistema di cellule
staminali dell'adulto. Corollario dell'ipotesi di par
tenza è stato il criterio che la generazione delle cel
lule mature di un organo avviene a partire da ele
menti immaturi, considerati fenotipicamente non
sempre identificabili e denominati progenitori o
precursori di linee cellulari specifiche. In sostanza
esistono differenti classi di cellule staminali, inte
grate nei diversi organi, che sono commissionate
per la produzione di tutte le linee cellulari costi
Fig. 10 - Schema che riassume i danni del sistema nervoso, tuenti l'organo in cui risiedono.
riparati per sostituzione gliale di perdite cellulari-tessutali
(Da Pontieri e coll., Piccin 2005). Se tale passaggio logico è avvenuto naturalmen
te ed è stato accettato senza critiche nel caso di
quadri di patologia umana definibile come patolo organi ad alto turnover, quali intestino e cute,
gia arigenerativa iatrogenica. (Si veda oltre). altrettanto non si può dire per organi a basso ricam
Le staminali, nel riparare le perdite cellulari, bio, quali il cuore e l'encefalo, in cui gli eventi del
possono recuperare anche l'organizzazione struttu ricambio cellulare, le mitosi, non sono affatto evi
rale e funzionale propria del tessuto danneggiato, denti e neppure evidenziabili con i metodi citologi
recupero che si attua con modalità diversificate nei ci usuali.
singoli tessuti. La dimostrazione del potenziale di crescita di
Molte e promettenti sono oggi le ricerche ed i tali organi, considerati per lungo tempo definitiva
risultati già ottenuti; ricerche che vedono impegnati mente differenziati - stabili o a cellule perenni - , ha
ovunque ricercatori di quasi ogni disciplina. Sono richiesto l'accumulo di una notevole quantità di
ricerche finalizzate alla identificazione di metodi apporti sperimentali, alla fine decisivi.
che possano incrementare le già larghe possibilità di In seguito, ed in analogia col sistema emopoieti
miglioramento delle terapie oggi disponibili, e che co, diversi ricercatori hanno potuto consolidare le
sono ritenute sufficienti per ogni evenienza patolo loro ipotesi mettendo a punto tecniche di trapianto
gica, anche se la sufficienza sembra debba restare un di cellule staminali per trattare quadri clinici di
obiettivo irraggiungibile, almeno quando si propon patologie per le quali era appunto richiesta una
ga di pervenire ad un qualche genere di "eternizza- rigenerazione cellulare per sostituire cellule termi
zìone": si deve infatti tener presente che anche il nali differenziate: così è stata aperta la strada a
ricambio cellulare e le cellule staminali hanno, in quella branca della medicina che va oggi sotto il
concreto, la loro senescenza ed un termine. nome di medicina rigenerativa, termine consonante
con quello di patologia arigenerativa (si veda oltre).
La seconda scoperta cruciale, nell'ambito della
| Le cellule staminali fisiologìa del ricambio cellulare, è avvenuta proprio
grazie a questo genere di esperimenti. L'analisi dei
A. Beltrami risultati ottenuti dal trapianto di cellule staminali
Definizione ha dimostrato, infatti, che queste possiedono poten
zialità differenzia tive più ampie del previsto, feno
Le cellule staminali sono elementi poco rappre meno espresso dal concetto di "plasticità delle cel
sentati nella composizione cellulare dei vari tessuti, lule staminali" .
il cui ciclo è per lo più protratto nel tempo; sono Concetti e scoperte salutate con entusiasmo per
capaci di dividersi asimmetricamente per generare due ragioni: da un lato il superamento di un dogma
altre cellule staminali (autorinnovo) nonché le cel biologico consolidato (che distingueva ì tessuti in base
lule destinate alla maturazione (progenitori). Que alla loro derivazione da un particolare foglietto
sti ultimi elementi proliferano rapidamente e si dif embrionale); dall'altro l'identificazione della possibi
Le cellule staminali ® 31
lità.di ovviare ai problemi, anche complessi, inerenti direttamente dall'embrioblasto senza l'intervento
l'uso di cellule staminali embrionali, quale fonte cel di agenti immortalizzanti o trasformanti. Esse pos
lulare da utilizzare in medicina rigenerativa, sfrut sono essere propagate come culture di cellule sta
tando la plasticità propria dai tessuti dell'adulto. minali omogenee ed espanse senza limite apparen
te, mantenendo un cariotipo euploide stabile. Tali
cellule restano pluripotenti e conservano anche la
Fisiologia delle cellule staminali
capacità di generare un intero embrione (placenta
Negli ultimi anni sono state date numerose defi esclusa) anche dopo culture prolungate e diverse
nizioni di cellu la stam in ale. Un completo accordo manipolazioni in vitro. Pertanto, esse sono capaci
non è stato ancora raggiunto, ma numerosi Autori di reintegrarsi interamente nell'embriogenesi,
sono disposti ad accettare criteri stringenti e rigoro dando luogo a tutti i tipi cellulari; ma solo se rei
si: una cellula staminale è una cellula dell'embrione niettate in ima blastocisti. Proprietà che rappresen
(ESC o E S), del feto (FSSC) o dell'adulto (ASSO che ha, ta il presupposto scientifico per la creazione di ani
in certe condizioni fisiologiche o sperimentali, la capaci mali transgenici. Infatti le cellule staminali embrio
tà di riprodurre se stessa per lunghi periodi o, nel caso nali non sono considerate di per sé embrioni. Esse
delle cellule staminali adulte, per tutta la durata di vita acquisiscono un'intensa potenzialità di crescita e di
dell'organismo. Infine, essa è m ultipotente, cioè una auto-rinnovamento grazie a particolari tecniche di
singola cellula staminale può dare orìgine a numerosi cultura in vitro, poiché, come menzionato in prece
tipi di cellule specializzate. d e n z a , in condizioni fisiologiche, nell'embrione in
via dì sviluppo, l'embrioblasto si differenzia spon
® Cellule stam in ali em brionali: la definizione di
taneamente. Cellule derivate da esso persistono in
cellula staminale embrionale comprende di fatto
uno stato indifferenziato solo in condizioni patolo
due categorie di cellule: l'em brioblasto e le ES pro
giche (teratomi e carcinomi embrionali).
priam ente dette o anche Cellule Stam inali Totipo
tenti (CST) ovvero le linee cellulari ottenute in • Cellule stam in ali dell'adulto (CSA): sono ele
vitro per disgregazione della blastocisti. menti che si ricavano da tessuti degli animali adul
Durante la fase iniziale (pre-impianto) dello svi ti, ma che possiedono proprietà delle cellule stami
luppo, lo zigote si divide generando cellule, i bla nali: possono trovarsi integrate nell'architettura
stomeri, che si organizzano a costituire una masse- degli organi (cellule staminali residenti) o circolare con
rella solida di embrioblasti, denominata morula (IV la corrente sanguigna (cellule staminali circolanti).
giorno post-fecondazione). I blastomeri /embrio
• Cellule stam inali residenti (CSR): questa catego
blasti sono cellule totipotenti capaci di generare
ria comprende un gruppo di cellule indifferenziate
tutti i tessuti dell'embrione (compresa la placenta).
rare, a ciclo lento, con elevate potenzialità clonogeni-
Dall'ingresso della morula in cavità uterina (al 4°
che (cioè capaci di formare colonie di cellule conte
giorno dalla fecondazione, 8-16 blastomeri) all'inter
nenti altre cellule staminali insieme a progenitori e
no della massa dei blastomeri compare ima fessura
precursori): si trovano in tessuti differenziati, si auto-
semilunare che si riempie progressivamente di
rinnovano, e contribuiscono al normale ricambio cel
liquido (blastocele), si amplia rapidamente e viene
lulare degli organi nei quali risiedono; ad es. nella
delimitata da un unico strato di cellule più periferi
mucosa ileale, che viene rinnovata con continuità in
che: il trofoblasto. Si forma così la blastocisti (5°gior-
poche ore. Le cellule staminali adulte possono, quin
no post-fecondazione, 12 cellule), che al suo interno
di, dividersi asimmetricamente generando, assieme a
contiene una masserella (inner celi mass) di cellule
cellule indifferenziate dello stesso tipo, anche le cel
pluripotenti da cui originano tutti gli organi ed i tes
lule progenitrici proliferanti attivamente con restri
suti dell'embrione (esclusa la placenta).
zione di linea differenziativa (lineage-restricted).
Il processo di sviluppo dell'embrione contìnua
Queste diventano precursori commissionati per
con la proliferazione, il commissionamento, la segre
generare alla fine, e con arresto di crescita, cellule
gazione e la maturazione dei vari elementi derivati
con differenziazione terminale morfologica e fun
dall'embrioblasto. Questo processo porterà alla for
zionale (cellule di superficie o di rivestimento, sem
mazione di cellule, tessuti ed organi, fra loro del tutto
pre nel caso della mucosa intestinale o delle muco
differenziati, passando attraverso stadi intermedi di
se genitali). Una chiara dimostrazione dell'esisten
maturazione: progenitori multipotenti, tripotenti,
za delle cellule staminali adulte residenti è stata
bipotenti fino allo stadio di precursori unipotenti.
ottenuta in diversi organi: midollo osseo, fegato,
La perdita progressiva della potenzialità diffe-
cute, rivestimento epiteliale del tratto gastrointesti
renziativa da parte delle cellule dell'embrioblasto è
nale, delle vie genitali, limbus corneale, retina, cer
un fenomeno complesso dove pare giochino un
vello, muscolo scheletrico, polpa dentaria, pan
ruolo rilevante modificazioni epigenetiche quali la
creas, miocardio, ecc.
metilazione del DNA e l'acetilazione degli istoni e
la perdita dell'espressione di fattori trascrizionali • Cellule stam in ali m idollari (CSM): il modello
quali Oct-4 e Rex-1. valido per rappresentare caratteri, citotipi, ruolo e
Le ES propriamente dette, di contro, sono linee funzioni del sistema staminale è quello del sistema
di cellule stam in ali pluripotenti (C.S.P.) derivate ematopoietico.
32 s Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule staminali
E6.5 E8.5 .£ 1 0 .5 •:v: £ 1 2 .5 : E 14.5 ■ £ 1 6 . 5 E1S.5 Nascita
- I ■ ■Vi :
Fig. 11 - Rappresentazione
schematica delie modificazioni
dei maggiori siti emopoietici
durante lo sviluppo embriona
le di mammiferi. L'ematopioesi
origina dal sacco vitellino (SV)
per spostarsi al fegato e da qui
al midollo osseo. Durante il
periodo di transizione fra emo
poiesi extraembrionaria ed
intraembrionaria la zona
Aorto-Gonadica-Mesonefrica
(AGM) e la SplancnoPleura
Para aortica (PSp, non rappre
sentata in figura} sono sede di
emopoiesi. Tratto da: Baron
'primitiva MH: Embryonic origins of
mammaiian hematopoiesis.
Experimental Hematology 31
'definitiva' (2003) 1160-1169.
LT-HSC £ Cellula
Staminale
Emopoietica
ST-HSC
£
1
Progenitore
MPP Multi potente
Mieloide Linfoide
[Progenitore ---------V Progenitore
CFU-GEMMflHpMieloide- Linfoide
Comune Comune Progenitore
f ..... ................... ..... I f ▼.........:
Commissionato
MEP GMP
T
BFU-E CFU-meg CFU-M CFU-G CFU-Eo CFU-Baso 1 Pre-B
▼ *
Fig. 13 - Gerarchia concettuale dì cellule staminali emopoietiche. LT-HSC: cellule staminali emopoietiche con capacità di auto
mantenimento a lungo termine; ST-HSC: cellule staminali emopoietiche con capacitò di automantenimento a breve termine; MPP:
progenitore multipotente; CFU: unità formante colonia CFU-GEMM: CFU granuio-eritro-megacario-monocitica; MEP: progenitore
megacario-eritrocitico; GMP: progenitore granulo-monocitico; BFU-E: unità formante colonia con capacità di crescita esplosiva eri
troide; CFU-E: CFU eritroide; CFU-Meg: CFU megacariocitaria; CFU-M: CFU monocito-macrofagica; CFU-G: CFU granulocito neu-
trofila; CFU-Eo: CFU granulocito eosinofila; CFU-Baso: CFU granulocito basofila.
34 Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule staminali
sono destinati a differenziarsi negli elementi eritroide oltre a rare cellule capaci di ricostituire
differenziati del sistema emolinfopoietico. l'emopoiesi in accettori secondari (Becker et al.
I meccanismi precisi che regolano l'auto-mante- 1963, Wu et al. 1968).
nimento delle cellule staminali, così come l'esisten In seguito la dimostrazione della clonogerdcità è
za e la natura delle cellule più primitive ed i rap stata ottenuta anche attraverso esperimenti di mar
porti tra queste ultime ed altri tipi cellulari, sono catura tramite retrovirus. Negli anni è stata investi
tutti problemi estremamente dibattuti e sui quali gata a lungo la possibilità di arricchire le cellule sta
non esiste ancora un accordo unanime. minali con metodi diversi che si basavano su:
In assenza di eventuali, danni di rilievo, il pool dimensioni e densità (centrifugazione in gradiente
di cellule staminali ematopoietiche rimane piutto di densità ed elutriazione), iniezione di farmaci atti
sto costante. Ciò implica che circa la metà delle vi sul ciclo cellulare (quali il 5-fluoro-uracile) ed
divisioni cellulari serve per l'auto-mantenimento immunofenotipo (citofluorimetria). Quest'ultimo
del citotipo. Sebbene alcuni studi abbiano dimo metodo, nel modello sperimentale murino oggi
strato la possibilità di indurre alla proliferazione in molto utilizzato, ha consentito di individuare
vitro cellule staminali emopoietiche primitive tra numerosi marcatori capaci di identificare la frazio
mite particolari cocktail di citochine, nella maggior ne cellulare (Lin- /lG, c-Kit+, Sca-1+, T h y l.l10) con
parte dei casi questo provvedimento conduce alla tenente tutte le cellule capaci di ematopoiesi.
differenziazione o alla morte delle cellule più pri Alcuni di questi dati sono stati facilmente ed
mitive. Recentemente, è stato tuttavia dimostrato utilmente traslati all'uomo; altri, purtroppo, non
che alcuni fattori chiave nella regolazione del desti sono direttamente trasferibili alla nostra specie. Ad
no cellulare (tra cui: Wnts, Notch e Sonic hedgehog esempio, il principale marcatore di cellule stamina
-Shh-) sono capaci di espandere ex-vivo le cellule li nell'uomo (CD 34) è negativo o espresso ad inten
più potenti. sità bassa (indeterminabile in citofluorimetria) nel
Lo studio e la separazione delle diverse classi di topo adulto. Molto importante è sottolineare che è
cellule staminali e progenitori si sono ottenuti tra stato identificato anche l'immunofenotipo della
mite una serie di saggi in vivo ed in vitro. progenie più differenziata delle cellule staminali
La natura della cellula staminale primitiva è, (progenitori e precursori) e ciò si è rivelato essere
infatti, talmente sfuggente che la definizione più un ausilio importante nello studio delle malattie
rigorosa è ancora funzionale più che morfologica o onco-ematologiche.
immuno-fenotipica. L'identificazione e la caratterizzazione di cellule
Nel 1949 Jacobson e collaboratori scoprirono che staminali emopoietiche umane è stata ostacolata
l'aplasia midollare fatale conseguente alLirradia- dalla mancanza di saggi ottimali, I test in vitro,
zione letale di un topo poteva essere evitata scher infatti, sono capaci di dimostrare solamente i pro
mando la milza dell'animale (che continua ad esse genitori più attivati e le cosiddette long terni culture
re un organo ematopoietico anche nell'animale initiating cells (LTC-IC), ovvero i progenitori quie
adulto). Nel 1951 i gruppi di Jacobson e Lorenz scenti capaci dì automantenimento e di differenzia
dimostrarono che l'iniezione di cellule spleniche o zione multilinea. L'impossibilità dì utilizzare saggi
midollari potevano salvare animali irradiati con in vivo nell'uomo, per ovvi motivi etici, impedisce
dosaggi letali. La presenza di cellule staminali e di dimostrare, nelle cellule da analizzare, una capa
progenitori ematopoietici era evidenziata anche cità di auto-mantenimento duratura ed una diffe
dalla formazione di colonie miste clonogeniche renziazione multi-linea comprendente anche la
(composte da granulociti, macrofagi e cellule eri- linea T linfocitìca.
troidi) nella milza di topi irradiati ed iniettati con Si è perciò ricorso a xenotrapianti in modelli ani
cellule midollari. Le cellule fondatrici di noduli mali dotati di due caratteristiche fondamentali:
splenici in questo modello sperimentale furono mancanza di rigetto e presenza di un microambien
definite CFU-S (colony forming units-spleen). te permissivo per l'attecchimento e la differenzia
Occasionalmente CFU-S si possono formare da zione multilinea. I primi modelli che sembravano
cellule ulteriormente trapiantabili e capaci di rico soddisfare queste caratteristiche erano i topi SCID
stituire il sistema ematopoietico in un secondo ani (che mostrano un difetto cellulare B e T) ed i topi
male irradiato. L'origine clonale delle cellule ema beige/nude/xid (bnx) (che hanno un difetto T, B ed
topoietiche fu dimostrata inizialmente da studi di NK). Tuttavia, in questi animali, i macrofagi e le cel
Till, McCulloch, Wu e Becker tra il 1961 ed il 1963. lule NIC rimanenti potevano ancora rigettare le cel
Nei loro esperimenti, markers cromosomici casua lule trapiantate. Per ovviare questo inconveniente,
li venivano generati a seguito dell'irraggiamento topi SCID furono incrociati con topi NOD, che
del midollo del donatore. Colonie di cellule figlie mostravano difetti in queste due ultime categorie di
(identificate grazie alla condivisione del marcatore cellule. Grazie alla capacità di attecchimento 10-20
cromosomico) generate da un singolo precursore volte migliore di quella osservata nei topi SCID e
clonogenico venivano ritrovate nella milza di grazie anche a diversi altri vantaggi pratici, il
accettori condizionati. Tali cellule contenevano modello NOD-SCID è quello più comunemente uti
sempre cellule capaci di differenziamento mielo- lizzato per studiare l'ematopoiesi umana in model-
Le cellule staminali « 35
li in vivo. Le cellule dotate di capacità di attecchi in seguito all'attivazione (mobilizzazione con G-CSF
mento in questi animali sono chiamate "SCID repo- o 5-fluorouracile). E importante sottolineare che
pulating cells" o SRCs. notevoli differenze inter-specie esistono nella regola
Un modello animale più vicino all'uomo è stato zione dell'espressione del CD34.
sviluppato da Zanjard e collaboratori: consiste nel Più di recente sono stati utilizzati altri marcatori
l'iniezione intraperitoneale di cellule ematopoieti capaci di identificare cellule più primitive e condi
che umane in feti ovini non condizionati. I vantag visi tra uomo e topo (es.: la capacità di estrudere
gi offerti in questo caso sono: Io sviluppo di tutte le coloranti vitali e la positività per il CD133).
linee emo-linfopoietiche e l'attechimento duraturo
® Progenitori em atopoietici: l'esistenza di proge
(fino ad alcuni anni).
nitori clonali commissionati in senso mieloide e lin
Dalla sperimentazione animale si è quindi evin
foide è stata a lungo ipotizzata, ed inizialmente
to che l'antigene CD34 è il principale marcatore dimostrata, nel modello murino. Nell'uomo, tutti i
positivo per le cellule staminali e per i progenitori progenitori bipotenti linfo-mieloidi sono compresi
umani. CD34 è anche espresso sulle cellule endote- nella frazione CD34+CD38- .
liali dei piccoli vasi ed è un ligando della selectina- L'immunofenotipo del potenziale progenitore
L (CD62L). La funzione biologica di questo antige comune linfoide (CLP) umano è: Lin_C D 34+
ne è ancora poco chiarita sebbene paia coinvolto CD38 CD10+. Secondo alcuni Autori le cellule
nell'adesione cellulare al microambiente. Di tutte le CD34+CD38 CD7+ sarebbero CLP ancor più pri
cellule ematopoietiche midollari, la frazione espri mitivi; in questo caso non è però stata testata la
mente CD34 è lo 0,5-5%. generazione di linfociti T.
Delle cellule CD34+, solo la piccola frazione (1- Le cellule CD34+CD38_CD7+ possono essere
10%) che non esprime né marcatori di maturazione ulteriormente suddivise sulla base dell'espressione
(Lin~: CD3, CD4, CD8, CD19, CD20, CD56, C D llb, di CD10 ed IL-7Rcc. La frazione CD10[oIL-7Ra+ è
CD14 e CD15) né il CD38 contiene cellule clonoge- fortemente arricchita in progenitori linfocitari B clo
niche capaci di differenziazione linfoide (B/NK) e nali.
mieloide in vitro. La maggior parte delle cellule Per la differenziazione mieloide precoce, si iden
CD34 positive (90-99%), infatti, coesprime l'antige- tificano tre popolazioni cellulari:
ne CD38 e questo sottoinsieme contiene la maggior
parte dei progenitori commissionati. Le cellule - i progenitori mieloidi comuni (CMPs)
CD34+CD38~, invece, sono fortemente arricchite in CD45RA_IL-3Raio,
LTC-IC e SRCs. - i progenitori granulo-monocitari (GMPs)
Nonostante ciò, la frazione cellulare CD34+CD38_ CD45RA+IL-3Rafé ed
è piuttosto eterogenea per marcatori di superficie e
funzioni biologiche. Per tale ragione si è deciso di - i progenitori megacario-eritrocitari (MEPs)
indagare altri possibili marcatori. CD90 (Thy-1) è CD45RA“IL-3Ror
uno di questi: una singola cellula Lin CD34+CD90+ • I precursori em ato p oietici sono le cellule midol
può generare linfociti B e cellule mieloidi in coltura, lari che possono essere identificate morfologica
mentre sono necessarie solamente IO4 cellule dotate mente come facenti parte di una specifica linea dif-
di tale fenotipo per ottenere lo stesso effetto in topi ferenziativa ematopoietica.
SCID. In particolare vengono distinti:
La più alta attività LTC-IC e SRC è, invece,
descritta nella frazione di cellule midollari - precursori eritroidi: i precursori degli eritrociti o
CD34+KDR(VEGFR2)+. eritroblasti; esistono perlomeno cinque genera
Sebbene sia noto che, perlomeno alcune cellule zioni di eritroblasti tra i progenitori eritroidi non
staminali ematopoietiche murine, siano CD34- /10, morfologicamente riconoscibili, oltre alle cellule
l'identificazione di cellule umane Lin_CD34“CD38_ mature. Gli eritroblasti si sviluppano in stretta
con attività SRC sorprese la maggior parte dei ricer prossimità con un macrofago i cui processi cito
catori di base e clinici. Sebbene cellule plasmatici abbracciano i singoli precursori eri
Lin_ CD34_ CD38_ non contengano progenitori troidi. Diverse generazioni di eritroblasti sono
maturi e precursori (colony foming cells o CFC), esse associate ad uno o più macrofagi e l'intero com
possono generare in vivo ed in vitro cellule CD34+ plesso di cellule è noto come isolotto eritroblastico.
capaci di generare CFC. Ciò suggerisce che le cellule Gli eritroblasti sono convenzionalmente suddi
CD34~ siano a monte delle cellule CD34+ e potrebbe visi in quattro categorie: proeritroblasti, eritro
far sorgere il dubbio che ai pazienti trapiantati con blasti precoci (o basofili), intermedi (o policro-
cellule positive non siano state somministrate abba matofili precoci) e tardivi (o policromatofili tar
stanza cellule negative e che ciò possa essere la causa divi). Nella tabella 5 sono schematizzate le carat
del mancato attecchimento tardivo. Le cellule emato teristiche citologiche degli elementi più immatu
ri della linea differenziativa eritroide;
poietiche di topi normali giovani sono principalmen
te CD34+, mentre quelle dell'adulto sono prevalen - precursori granulo citici, esistono perlomeno
temente negative. Esse, però, acquisiscono l'antigene quattro generazioni cellulari dal precursore
36 - Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule staminali
Proeritroblasto 12-20 |.im Grande e rotondo con cro intensamente basofilo con un
matina granulare contenente alone pallido perinucleare
diversi nucleoli
Eritroblasto precòce. Minori dimensioni rispetto ai Rapporto nucleo/citoplasma Citoplasma i nten sa mente
o basofilo proeritroblasto (N/C) inferiore al proeritro basofilo; può essere presente
blasto; cromatina granulare alone perinucleare
senza nucleoli visibili
Eritroblasto intermedio : Di dimensioni ancora minori Rapporto N /C ancora infe Citoplasma meno basofilo. Più
o policromatofilo precoce rispetto al proeritroblasto riore rispetto-al proeritrobla numerosi degli eritroblasti
sto; cromatina azzollata precoci
senza nucleoli visibili
Eritroblasto tardivo ^ Di dimensioni ancóra minori Rapporto N /C inferiore Citoplasma solo debolmente
opolicromatofilotardivo e di numero maggiore ri spet rispetto agli intermedi; cro basofilo e debolmente roseo
to agli intermedi, solo poco matina più azzollata come conseguenza dell'accu
più grande dei globuli rossi mulo di emoglobina
maturi
Reticolociti -l. DÌ dimensioni lievemente Assente Contiene ancora una piccola
maggiori rispetto agli eritro quota di sostanza basofila
citi maturi (RNA ribosomiale) che si colo
ra con blu di metilene
Mieloblasto 12-25 um, di Nucleo rotondo od ovalare, cromati Da debolmente a fortemente basofilo. Al
forma più irrego na fine ed omogeneamente dispersa microscopio ottico non si evidenziano granu
lare rispetto ad un contenente diversi nucleoli lazioni, ma nel contesto della mielopoiesi
proeritroblasto patologica possono essere cellule granulate,
Promielocito 15-30 um Nucleo lievemente indentato, nucleo Lievemente basofilo. Contiene una zona di
lato ■■ . . Golgi e numerosi granuli primari 0 azzurrofi-
li; cominciano a comparire le granulazioni
specifiche. Positivi alla perossidasi, al Sudan B
ed alle esterasi
Mielocito 10-20 Nucleo rotondo od ovalare, parziale Citoplasma meno basofilo. Possono essere
condensazione cromatinicd ed chiaramente distinti granuli specifici neutrofili,
assenza dei nucleoli eosinofili e basofilt (ai color lilla, arancione 0
rosso e porpora, nei preparati colorati con il
May-Grùnwald-Giemsa)
Metamielocito 10-12 ^m Nucleo marcatamente indentato 0 Citoplasma con caratteristiche intermedie fra il
reniforme, cromatina addensata mielocito e le forme mature
monocito-granulocitario non riconoscibile mor cellule sono capaci di divisioni cellulari. Dai mie
fologicamente al granulocito maturo. La prima lociti più maturi originano i metamielociti, cellu
cellula granulopoìetica riconoscibile è il mielobla- le incapaci di divisioni mitotiche, da cui per diffe
sto, cellula ancora capace di dividersi e dalla cui renziazione derivano i granulociti maturi. Il
maturazione deriva il promielocito. Anche queste midollo è la principale riserva di neutrofili matu
ultime cellule sono capaci di dividersi e matura ri. Nella tavola 6 sono schematizzate le caratteri
no in mielociti. Esistono almeno due generazioni stiche citologiche degli elementi più immaturi
di mielociti per cui perlomeno alcune di queste della linea differenzia ti va granulocitica.
Le cellule sfaminoli & 37
- precursori m ono citic i: i memoriti derivano da un te dai basofili per le caratteristiche nucleari e per il
progenitore in comune con i granulociti. Il più fatto che i granuli non oscurano mai il nucleo.
immaturo precursore riconoscibile morfologica
® Precursori linfocitici: i linfociti B e T condivido
mente è il monoblasto, una cellula più grande di
no un'origine comune fra loro e con le cellule mie-
un mieloblasto con un citoplasma più abbon
ioidi. Il midollo contiene sìa precursori (più abbon
dante, variabilmente basofilo e dotato di un
danti quelli della lìnea T) sia cellule mature (più
nucleo rotondo o lobulato.
abbondanti quelle della linea B).
I monoblasti sono capaci di dividersi e di matu I linfociti midollari sono cellule di piccole
rare in promonociti, cellule di dimensioni simili ai dimensioni con un rapporto N/C elevato, essendo
promielociti, dotate di granulazioni citoplasmati scarso il citoplasma basofilo. I nuclei mostrano un
che e di un certo grado dì lobulazione nucleare, I certo grado di condensazione cromatinica, ma que
promonociti maturano in monociti che migrano sta appare più diffusa di quella dei linfociti perife
rapidamente nel sangue periferico. I monociti rici. La presenza dì queste cellule nel midollo dimi
hanno un diametro di 10-20 firn, sono dotati di un nuisce con l'età passando dal 30-50% delle cellule
nucleo lobulato e di un abbondante citoplasma nucleate dell'infanzia al 15-25% di quelle dell'età
debolmente basofilo, che può contenere un piccolo adulta. Se il sangue midollare non è contaminato da
numero di granuli azzurrofili. I monociti nel midol sangue periferico, essi rappresentano circa il 10%
lo maturano in macrofagi. delle cellule nucleate. Il sangue midollare di bambi
Queste cellule sono di grandi dimensioni (20-30 ni con varie patologie può contenere un significati
¡im), di forma irregolare, con un basso rapporto N/C vo numero di cellule immature con caratteristiche
ed abbondante citoplasma basofilo. Quando relati tipiche dei linfoblasti leucemici.
vamente immaturi, possono avere un nucleo ovale Le plasmacellule, invece, sono rare nel midollo
con cromatina finemente diffusa. Quando maturi, il normale (<1% delle cellule nucleate). Sono cellule
nucleo è più piccolo e condensato ed il citoplasma caratteristiche con dimensioni di 15-20 juim, nucleo
può contenere gocciole lipidiche, cellule in degene eccentrico e citoplasma basofilo con una zona di
razione e detriti amorfi. Sia i monociti che i loro pre Golgi paranucleare prominente. Il citoplasma può
cursori sono cellule piuttosto rare nel midollo. contenere vacuoli ed a volte si colora di rosa con il
® Precursori m egacariocitici: in un midollo nor May-Grünwald-Giemsa. La cromatina è azzollata
male la cellula più precoce della lìnea megacarioci- ed assume in istologia il caratteristico aspetto a
taria, morfologicamente riconoscibile, è lo stesso ruota di carro.
megacariocito. • Cellule stam in ali m esenchim ali. L'identificazio
Fa eccezione l'ematopoiesi anormale: in questo ne della natura delle cellule coinvolte nella ripara
caso può a volte essere identificato un precursore zione cicatriziale e nella guarigione delle ferite è
megacariocitario di. dimensioni e morfologia simile sempre stato argomento di estremo interesse scien
ad un mieloblasto, un megacariocito. I megacarioci- tifico. Molto precocemente ci si accorse che in que
ti vanno incontro a poliploidizzazione mentre sti processi erano coinvolte due classi di cellule:
maturano, fino a generare cellule di grandi dimen quelle ematiche ed i fibroblasti residenti.
sioni (30-160 |im) con un'ampia eterogeneità di Nel 1867 Cohnheim suppose che i monociti del
dimensioni cellulari e di ploidia. I megacariociti sangue periferico potessero generare i fibroblasti
possono essere classificati sulla base delle caratteri coinvolti nella riparazione cicatriziale. Nonostante
stiche nucleari e citoplasmatiche in tre stadi di sia passato più di un secolo dalla formulazione di
maturazione: i megacariociti del I gruppo hanno un questa ipotesi, la possibile origine midollare dei
citoplasma molto basofilo ed un rapporto N/C ele fibroblasti presenti nelle cicatrici continua ad essere
vato; i megacariociti del II gruppo hanno un cito a tutt'oggi motivo di dibattito. Negli anni '30 Hug-
plasma meno basofilo contenente alcuni granuli gins, studiando sperimentalmente l'osteogenesi,
azzurrofili e con un più basso rapporto N/C, i osservò la formazione di osso ectopico conseguente
megacariociti del III gruppo hanno un abbondante
al trapianto in sede vescicale di tessuto fasciale, sol
citoplasma lievemente basofilo contenente molti
levando questioni circa l'origine delle cellule osteo-
granuli azzurrofili. Questo ultimo gruppo di cellu
geniche.
le è costituito da cellule mature capaci di produrre
Naturalmente, con lo sviluppo di nuove tecni
piastrine ed incapaci di sintetizzare DNA.
che e di nuovi metodi di studio, non solo tissutali,
• P recu rsori m astocitici: i mastocìti derivano ma anche cellulari e molecolari, le conoscenze sul
dalla cellula staminale mieloide multipotente. turnover cellulare si stanno ampliando enorme
Negli strisci midollari esse appaiono come cellule mente. Ciò che appare sorprendente, però, è che già
ovali o allungate di dimensioni variabili da 5 a 25 all'inizio del XX secolo molti dei concetti e delle
|im. Il nucleo è centrale, relativamente piccolo e domande fondamentali circa la rigenerazione tissu-
rotondo od ovale. Il citoplasma è stipato di granuli tale, il de-differ