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ANATOMIA
PATOLOGICA
E C O R R E L A Z IO N I A N A T O M O -C L IN IC H E
Volume I
Anatomia patologica generale
Malattie infettive e parassitarle
Sistema emopoietico e sangue periferico
Sistema immu nocompeten te
Sistema linfopoietico
Sistema endocrino
Apparato cardiovascolare
Mediastino e Apparato respiratorio
PICCIN
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Avvertenza
Poiché le scienze mediche sono in continua evoluzione, l'Editore non si assume
alcuna responsabilità per qualsiasi lesione e/o danno dovesse venire arrecato a per
sone o beni per negligenza o altro, oppure uso od operazioni di qualsiasi metodo,
prodotto, istruzione o idea contenuti in questo libro.
L'Editore raccomanda soprattutto la verifica autonoma delle diagnosi e del dosaggio
dei medicinali, attenendosi alle istruzioni per Fuso e controindicazioni contenute nei
foglietti illustrativi
ISB N 88-299-1769-9
Stampato in Italia
L'obiettivo primario, che gli autori hanno ogni singolo caso, all'anatomia patologica
assunto per questo nuovo testo di Anatomia spetta il compito di:
Patologica, è stato il recupero della tradizione - organizzare la dialettica che possa far
italiana, che da sempre affida alla disciplina il cogliere i rapporti che legano i danni ai
ruolo di conferire, al pensiero ed alla prassi segni clinici, umorali e strumentali;
medica, le basi concrete ed oggettive, perché - indirizzare la riflessione clinica verso per
visibili e misurabili, delle alterazioni comun corsi logici consolidati.
que riscontrate e che, nel loro insieme, com
Obiettivo che può essere colto disponendo
pongono il quadro anatomo-patologico di ogni
anche di conoscenze dettagliate circa l'ulterio
malattia in ogni singolo individuo. Obiettivo,
re, possibile, evoluzione dei danni, dei sintomi
la cui validità, anche i più recenti progressi di
e del quadro clinico nel suo complesso.
conoscenze, non solo non sfumano, ma di certo
Per lo scopo della formazione clinica, l'ap
rimarcano.
prendimento dell'anatomia patologica è, e non
L'Anatomia Patologica ha il compito, essen
può essere altro che un'acquisizione continua,
ziale per la formazione del medico che dovrà
graduale e sempre più complessa, la quale, a
curare le malattie, di:
partire dall'anatomia patologica generale, pro
- fornire sostanza concreta al ragionamento ceda con l'acquisizione delle conoscenze pro
clinico; prie delle patologie d'organo e di sistema, non
- dare al pensiero clinico le certezze di dati ché dei modi della loro eventuale evoluzione.
oggettivi riscontrati, comunque raccolti; In questo cammino, all'anatomia patologi
- sostanziare nel medico, con i fatti constatati ca compete il ruolo istituzionale di fornire al
ed applicando tutte le indagini necessarie e discente il supporto dei dati reali, possibilmen
proprie della disciplina, la dialettica intima te quantificati, che consentano l'interpretazio
che deve comporre il profilo della malattia. ne da dare ai segni clinici, umorali e strumen
tali, perché:
Il percorso dell'insegnamento di una disci
plina, che privilegia i dati di fatto tangibili, può - il ragionare clinico possa avere i riscontri
procedere soltanto per passi graduali, a partire sui quali fondare la logica indispensabile;
dalle nozioni basilari concernenti la struttura, - la formazione clinica, proceda per acquisi
visibile ed intima, di ogni organo, tessuto e cel zione progressiva della conoscenza delle
lula; proseguire con l'apprendimento delle patologie d'organo e di sistema;
modalità con cui i vari agenti patogeni altera - tenendo conto che l'evoluzione dei singoli
no la normalità; stabilire, alla fine del percorso eventi patologici ha condizionamenti che
investigativo, i rapporti fra le alterazioni comportano modalità diversificate, spesso
riscontrate, gli agenti causali ed i danni delle plurime, di progressione.
funzioni; e formulare una prognosi che indiriz Per acquisire un'abitudine: la prassi del
zi la terapia. confronto e della discussione collegiale,
Sono proprio le alterazioni cellulari, tessu momenti tutti necessari per stabilire le correla
tali, d'organo e di sistema che causano i sinto zioni patologico-cliniche e quindi per formula
mi, che sostanziano la malattia. Per la quale, in re l'epicrisi.
VI ^ Prefazione
La formazione del discente, potrà progredi riale bioptico e/o citologico. Indagini estempo
re e perfezionarsi se basata sulla constatazione ranee come quelle per ago-aspirazione, che
dibattuta dei dati di fatto, su cognizioni, con non è atto chirurgico ma prassi ambulatoriale,
cetti, fatti ed esperienze che facilitino: con il pregio dell'esecuzione immediata; quel
- la presa d'atto del substrato reale di ogni le per-operatorie, bioptiche, da assumere come
lesione e dell'insieme delle lesioni compo momento diagnostico oggi irrinunciabile e che
nenti il quadro, complesso ed individuale, forniscono substrati sufficienti per indagini
ulteriori di ordine chimico, isto-cito ed iirnnu-
del processo morboso sofferto dal soggetto
indagato; no-cito-chimico, nonché di morfologia moleco
- la correlazione dei danni riscontrati con i lare e genetiche. Metodi in continua espansio
rilievi raccolti in sede clinica; ne, che portano l'osservazione e lo studio entro
- l'analisi insistita affinché ogni evento, ogni le funzioni cellulari più elementari. Sono
sintomo, possa avere una logica giustifica apporti concreti il cui valore risolutivo, deve
zione ed ogni interrogativo, ima risposta. essere conosciuto dallo studente che, per uti
lizzarli in modo corretto, dovrà possedere con
Metodo, certamente il più formativo, da tezza del significato e del valore pratico di ogni
perseguire sempre: perché nessun dubbio, nes sussidio utilizzabile.
suna incertezza, nessun evento, in qualche Anatomia patologica comunque, e sempre,
modo trascurato, possa creare fragilità logiche ancillare e disponibile:
insanabili - ed anche esiziali - nella organizza
zione del pensiero clinico, delle conclusioni e - per consentire allo studente un apprendi
dei provvedimenti da assumere. mento continuo e sostanziato;
Una cultura, che si strutturi su basi raziona - per dare al medico il sussidio di dati ogget
li, agevola la memoria che, all'atto della rifles tivi e di grande dettaglio;
sione clinica, possa utilizzare al meglio i dati - per rassicurare il paziente che avrà disponi
ed i fatti via, via acquisiti e facilita il ragiona bili tutti i vantaggi di una medicina sempre
più affidabile.
mento, difficile e complesso, che diagnosi, pro
gnosi e terapia richiedono. Ma anche perché tutti, docenti, discenti,
Apprendimento essenziale e propedeutico a patologi e clinici colgano, giorno dopo giorno,
quello clinico, perché si avvale della visione le severe lezioni di umiltà, che sempre il meto
unificante, propria della disciplina anatomo- do del riscontro oggettivo diretto impartisce.
patologica; visione più che mai indispensabile Il medico che abbia acquisito, in astratto o
proprio perché la tendenza ad un insegnamen indirettamente, conoscenze, anche buone ed
to, subito specialistico, nell'attività pratica può aggiornate/su tecniche di indagine clinica, chi
sfumare il profilo reale, di fatto l'essenza, del mica e strumentale; che possegga le conoscen
processo morboso oggetto dell'attenzione. ze più avanzate della terapia, non può essere,
Oggi, ed ogni giorno di più, l'Anatomia per questo soltanto, un buon medico. Potrà
Patologica esplora ed applica strumenti e esserlo certamente con il possesso dei fonda
modalità d'indagine e di valutazione oggettiva menti del ragionamento anatomoclinico.
delle lesioni organiche, cellulari, subcellulari, Disponendo cioè della formazione che lo ren
biochimiche, molecolari e genetiche. dano capace di saper discriminare, fra una
L'apporto dei continui progressi di cono somma di informazioni, quanto è essenziale
scenza sulla struttura e sulle funzioni degli per le conclusioni cui tende.
organi, dei tessuti, delle cellule, degli organuli, L'anatomia patologica è così viatico indi
anche submicroscopici, fino a quelli dei geni e spensabile per intraprendere il lungo viaggio
delle molecole codificate, rende veramente di ima professione molto impegnativa: curare
arduo il compito dell'insegnare dimostrando. e lenire le sofferenze dell'uomo e le cause delle
Negli sviluppi del percorso diagnostico sarà sofferenze.
sempre necessario ricorrere al sussidio sostan Anche nell'àpologìà dell'efficienza, dell'as
ziale di tutte le indagini possibili, e che non soluto scientismo e del pragmatismo esasperato
possono essere ignorate, da eseguire su mate corrente, l'atto di curare l'uomo che soffre deve
Prefazione & Vii
essere sentito e vissuto come "impegno nobile", tico. Strumento che vuole rendere disponibile,
incessante, esclusivo ed incondizionato. non solo una ricca e congrua iconografia, ma
Per aderire ai fini prefissati, la stesura di che intende offrire anche modalità adeguate
ogni capitolo segue uno schema generale, per rauto-controllo del grado di apprendi
necessariamente non troppo rigido, che preve mento.
de sintesi essenziali di nozioni di anatomia, Nuovo testo che si inserirsce proprio nel
istologia e fisiopatologia, basi indispensabili l'indirizzo della tradizione, tutta itàliana, e col
per rapportare il danno riscontrato con lo stato tivato da Giovanni Lanza con perseveranza
di normalità. costante: indirizzo o filo della medicina ogget
La trattazione dell'anatomia patologica sarà tiva, già profilato dal " Vidi et Tetigi" di Anto
volutamente contenuta, comunque in grado di nio Benivieni, medico che, alla fine del quat
far sempre cogliere, al discente, l'essenziale tordicesimo secolo, compose il primo vero
che comprende anche i richiami alle correlazio testo di correlazioni anatomocliniche, il "De
ni anatomo-cliniche. abditis nonnullis ac mirandis morbo rum et
Se per curare chi soffre sono necessarie abili sanationum c a u s i s testo pubblicato postumo
tà tecnica, conoscenze scientifiche, comprensio nel 1507.
ne umana e molta saggezza, con l'imperativo di Filo assunto poi da M alpighi (1628-1694)
seguire ogni giorno l'evoluzione tumultuosa con i suoi apporti anatomopatologici, altrettan
delle conoscenze mediche, è facile desumere to fondamentali (la cirrosi epatica), ed avendo
che un medico non può che essere un "forzato", intuito il ruolo essenziale deirindagine micro
compensato, quando accade, dalla gratitudine; scopica.
che è pur sempre compenso inestimabile.
Ben consolidato, alla fine dai contributi
Gratitudine di solito proporzionata al grado
basilari di Morgagni (1682-1771) che ha assun
di dedizione e attenzione ai problemi del
to, come sistematica, la prassi delle correlazio
paziente. Avendo certezza che il successo deri
ni clinico-patologiche, elaborate al tavolo
verà, non solo dalla qualità delazione medica
autoptico; contributi che sono documentati
ma, in buona misura, anche dalle parole che il
dalla sua opera, fondante la disciplina: il "De
medico curante saprà pronunciare e dal grado
sedibus et causis morborum per anatomen
di partecipazione con cui verranno dette.
Tenendo sempre presente che, oltre alla ogget indagatis" del 1761.
tività dei segni, il paziente esprime anche un Proprio il filo seguito da "Giovanni
qualcosa di più di quanto l'occhio dell'oggetti- Lanza": maestro davvero unico dell'anatomia
vità riesca a cogliere. patologica applicata alla clinica - " Without
In conclusione sono tenuto a sottolineare You I couldn't have managed even my w eakest
che l'intento predominante, di tutti gli autori o f lines" (Auden W.H.: A Thanksgiving).
di questo testo, è stato quello di aderire con Maestro che ha improntato, con rigore di
cura al difficile e gravoso impegno degli stu metodo, con cultura impareggiabile e perse
denti che perseguono l'obiettivo, nobile, del guendo, sempre e con infaticabile dedizione, la
l'essere medici. migliore formazione possibile per le molte
Al Dott. Massimo Piccin, contiguo alla generazioni di medici che hanno seguito le sue
nostra Anatomia Patologica fin dai lontani lezioni.
anni '50 del secolo appena trascorso, sento il Infine, ma non certo marginale, un ringra
dovere di esprimere molta gratitudine per ziamento vivissimo, e molto sentito, ai tanti
aver voluto riprendere, con questo nuovo colleghi, collaboratori valenti, operatori tecni
testo, l'antico filo italiano dell'anatomia pato ci, amici: tutti compagni incomparabili, lungo
logica. Ma anche per avere aderito al proposi la via, che hanno reso possibile l'edizione di
to, e di averne suggerito il progetto, di perse quest'opera.
guire finalità educative, più sostanziali, attra
verso il complemento di un sussidio informa G.M. M ariuzzi
Obiettivi del corso integrato
di Anatomia Patologica
G.M. M ariuzzi
Il corso di Anatomia Patologica per la lau fase dello studio clinico del singolo caso;
rea in Medicina e Chirurgia si propone di far - il ruolo e il peso reale dei dati oggettivi che
acquisire agli studenti la conoscenza sistemati lo studio, condotto con il metodo e le tecni
ca delle malattie più rilevanti, la loro nosogra che deH’anatomia patologica, può (e deve)
fia, la etiopatogenesi, la storia naturale ed i fornire per una corretta diagnosi;
quadri macro e microscopici delle lesioni d'or - il valore pratico: dei diversi possibili meto
gano o di sistema, nonché le modalità della di di studio; delle indagini che possono
loro genesi e della evoluzione. Obiettivo da essere espedite per risolvere problemi dia
perseguire con lo studio e la dimostrazione gnostici, prognostici e della prevenzione;
pratica di casi bioptici ed autoptici secondo il dei rilievi anatomo-patologici ricavati; dei
metodo proprio della disciplina: referti da formulare a conclusione delle
indagini effettuate in ogni singolo caso.
- quadri anatomo-patologici, ivi comprese le
alterazioni sub-cellulari, cellulari, tessutali, Lo studente dovrà anche imparare a compi
d'organo e di sistema, che sostengono e lare le richieste per gli esami anatomopatologi-
caratterizzano le varie e possibili patologie ci, che riterrà necessari per risolvere i problemi
che abbiano rilievo pratico; la loro evoluzio clinici nelle singole osservazioni, tenendo pre
ne e gli esiti possibili; sente la necessità di fornire sempre, per cia
- le modalità da seguire e i dati anatomo- scun quesito proposto, le informazioni più
patologici (macroscopici, microscopici, isto- importanti, o comunque quelle utili al patolo
chimici, di morfologia e di biologia moleco go, per formulare il programma delle indagini
lare e genotipici) da assumere (e quindi da espedire e per la elaborazione delle conclu
necessari o irrinunciabili) per l’inquadra sioni diagnostiche.
mento diagnostico e nosografico di ogni Dovrà infine assistere ad un certo numero
singola osservazione; di riscontri diagnostici per esercitarsi a ricono
- le correlazioni, dimostrabili con documenti scere le modificazioni macroscopiche che si
oggettivi, fra le varie patologie osservate, e accompagnano alle più comuni situazioni di
fra queste e il complesso dei dati del quadro malattia, ma soprattutto per partecipare alla
clinico e di quelli ricavati dal laboratorio e discussione clinico-patologica ed all'atto fon
dalle indagini strumentali, raccolti nella damentale della formulazione dell'epicrisi
Collaboratori
VOLUME I
batterica nella lamina propria e nei 3.2 Sangue e funzioni delle varie popolazioni
linfonodi regionali 241 cellulari (E Lanza) 331
b Invasione e traslocazione mucosa con b Funzioni delle varie popolazioni cellulari 331
possibile diffusione sistemica 242 ■ Cenni sull'emopoiesi 331
b Polmoniti batteriche acute 243 a Serie eritroide 333
m Linfonoditi necrotizzanti da batteri a Serie granulo-monodtopoietica 335
e cl amidie 250
b Serie monocitaria 337
a Malattie da spirochetali 257
b Serie megacariocitaria 340
a Malattie da actinomicetaceae 262
n Serie linfocitaria 342
b II polmone dell'agricoltore 266
b Bibliografia essenziale 348
b Bibliografia essenziale 266
b APPENDICE "Lista dei CD (clusters of
designation)" 349
Malattie micobatteriche
(G. Barboìini, G. Rossi) 269
3.3 Anemie (E Lanza) 355
Tubercolosi 269
a
b
Anemie microcitiche 357
b Tubercolosi primaria e post-primaria 272
sa Emoglobinopatie 359
b Tubercolosi extrapolmonare 279
n Emoglobinosi 365
b Lebbra 281
b Anemie delle malattie croniche 367
a Micobatteriosi 283
■ Anemie normocitiche 368
b Sistematica essenziale delle principali
infezioni da MOTI 285 m Anemie rigenerative 368
b Anemie emolitiche 369
a Malattie a sospetta eziologia micobatterica 288
b Bibliografia essenziale 289 ■ Anemie emolitiche immuni 371
h Anemie ipogenerative 376
Malattie da miceti a Anemie macrocitiche 376
(G. Pettinato, D. Bifano) 291 s Bibliografia essenziale 380
b Micosi superficiali 291
3.4 Malattie emorragiche e dell'emostasi
a Micosi sottocutanee e sottomucose 292
(G. Castaman, A. Piccin, E Rodeghiero) 381
b Micosi sistemiche 293
b Bibliografia essenziale 301 b Introduzione 381
b Emostasi primaria 381
Malattie da protozoi e da elminti ■ Coagulazione 383
(G. Pettinato, G. Ciancia) 303 a Le sindromi emofUiche 385
Malattie da protozoi 303 a Deficit di altri fattori plasmatici della
b Patogenesi e patologia delle infezioni coagulazione 388
protozoarie 303 a Malattia di von Willebrand (VWD) 389
XVII ^ Indice generale
Porpore piastrinopeniche 390 3.9 Discrasie delle plasmacellule e gammopatie
Porpora piastrinopenica idiopatica 391 (R. Navone, A. Pich) 475
Piastrinopenie secondarie 395 a Plasmocitosi reattive del midollo osseo 475
Porpora trombotica trombocitopenica a Mieloma 476
di Moschowitz: TTP 395 a Gammopatie monoclonali di significato
SEZIONE 9 SEZIONE 13
Apparato digerente Apparato tegumentario
S E Z IO N E 10
Apparato uropoietico SEZIONE 14
Apparato locomotore
SEZIONE 11
Apparato riproduttivo maschile
SEZIONE 15
SEZIONE 12 Sistema nervoso
Apparato riproduttivo femminile Occhio
e Mammella Orecchio
SEZIONE I
Anatomia patologica
generale
Qualche notìzia sulla storia dell'anatomia 1.9 Patologia iatrogenica
patologica (G.M. Mariuzzi) (C. Rubini, L. Mariuzzi)
b introduzione e generalità
1.1 Introduzione all'anatomia patologica generale
b Genetica delle reazioni avverse ai farmaci
(A. Scarpa) b Basi molecolari del polimorfismo genetico dei
1.2 Patologia della cellula CYP2D6
(A. Scarpa, A. Zamò, A. Mombello) s Nosografia delle patologie indotte da farmaci
■ Risposte cellulari reversibili b Quadri morfologici-istopatologici nelle reazioni
■ Patologie da accumulo da farmaci con interessamento cutaneo
b Alterazioni cellulari irreversibili: la morte della cellula b ADR responsabili di patologie deíl'apparato
cardiocircolatorio
1.3 Patologia del ricambio cellulare e ruolo b ADR dell'apparato respiratorio
delle cellule staminali b ADR dell'apparato emopoietico
b introduzione (G.M. Mariuzzi, L. Mariuzzi] b ADR dell'apparato urinario
■ Le cellule stamina!! (A. Beitrami) b ADR dell'apparato gastroenterico
b Modalità del ricambio cellulare (G.M. Mariuzzi,
b ADR delle mucose del cavo orale
L. Mariuzzi)
b Conclusioni
■ Patologie da alterazioni del rinnovamento cellulare
(G.M. Mariuzzi, L. Mariuzzi, C. Rubini) 1.1 0 Processi neoplastici
1.4 Metodi e tecniche dell'anatomia patologica b Definizione e genesi dei tumori (G.M. Mariuzzi)
(A. Scarpa, A. Mombello, A. Zamò) b Le neoplasie possono essere benigne o maligne
■ Le domande alle quali risponde l'anatomia (A. Scarpa, A. Mombello)
patologica b Genetica delle neoplasie (A. Scarpa, A. Zamò)
■ ì materiali oggetto di indagine b Basi molecolari delle neoplasie (R. Ranaldi)
anatomo-patologica b Alterazioni morfologiche delle cellule maligne:
■ Modalità dì recapito dei materiali "grado di malignità" (A. Scarpa, A. Mombello)
■ La fissazione b Nomenclatura e classificazione delle neoplasie
■ Analisi macroscopica e campionamento (A. Scarpa, A. Mombello)
■ Analisi microscopica b Cancerogenesi umana: generalità ed eziologia
m Analisi molecolari (G.M. Mariuzzi, R. Ranaldi, L. Mariuzzi)
a Applicazioni diagnostiche delle tecniche molecolari b La teoria "multistadio" della progressione tumorale
1.5 Nanopatologia (R. Ranaldi, G.M. Mariuzzi)
a Progressione neoplastica (A. Scarpa, A. Mombello)
(G. Barbolini, A.M. Gatti)
b Anatomia patologica delia progressione
1.6 Citopatologia generale neoplastica (G.M. Mariuzzi, R. Ranaldi]
(E. Manfrìn, A. Remo, D. Reghellin, F. Bonetti) b Cinetica della crescita neoplastica
■ Introduzione (R. Ranaldi, G.M. Mariuzzi)
a Casistica relativa alla diagnostica citologica di b Valutazione delia crescita neoplastica
patologie di organi superficiali e significato clinico (A. Scarpa, A. Mombello)
b Esame citologico di lesioni profonde b Criteri morfologici generali per la diagnosi
delie neoplasie (G.M. Mariuzzi, R. Ranaldi)
1.7 Malattia arterosclerotica b Neo-angiogenesi tumorale (R. Ranaldi)
(G. d'Amafi) b Neoplasia ed immunità (R. Ranaldi)
h Struttura dei vasi b La diffusione delle neoplasie e la sua valutazione
s Fisiopatologia clinica: la stadiazione (A. Scarpa, A. Mombello)
■ Epidemiologia e fattori di rìschio
b Invasività e metastasi (R. Ranaldi)
■ Morfopatologia
b Lesioni preneoplastiche: definizione soggettiva ed
h Patogenesi
oggettiva del grado della malignità. Lo screening
b Aterosclerosi accelerato
di massa (G.M. Mariuzzi, R. Ranaldi, L. Mariuzzi)
■ Arterioloscierosi
1.8 Patologie da alterata perfusione dei tessuti 1.11 Sindromi paraneoplastiche
(G. d'Amati) (L. Mariuzzi)
b Iperemia e congestione b Principi generali
b Trombosi b Le sindromi paraneoplastiche endocrine
b Embolia b Le sindromi paraneoplastiche neurologiche
b Infarto b Le sindromi paraneoplastiche ematologiche
b Shock b le sindromi paraneoplastiche dermatologiche
Qualche notizia
sulla storia
dell'anatomia
patologica
G.M. Mariuzzi
La prima indicazione sulle finalità dell'insegna- centrale dell'intelletto, sulla scorta non solo di spe
mento dell'anatomia patologica ci viene da Antonio culazioni filosofiche ma anche di rilievi anatomici
Benivieni (Firenze 1440-1502): l'anatomia patologica ha da lui eseguiti. E rasistrato, nipote di Aristotele,
la finalità di dare ragione, con dati difatto concreti, visibi medico durante il 111 secolo a.C., famoso anche per
li, e tangibili, delle manifestazioni patologiche (pathos- aver curato la malattia misteriosa che affliggeva
logos) delle varie malattie. Antioco, figlio primogenito di Seleuco Nicatore,
Oggi potremmo aggiungere che essa ha anche lo effettua certamente le prime osservazioni anatomo-
scopo di studiarne con continuità le alterazioni cel patologiche, fra le quali proprio quella relativa alla
lulari e subcellulari, morfologiche, citologiche, chi cirrosi epatica; in particolare è sua una prima ipote
miche e molecolari con lo scopo di far cogliere ai si sul ruolo delle anormalità circolatorie, secondo la
discenti quanto sostanzia: ogni singolo danno cellu quale è la pletora sanguigna a causare alterazioni
lare, tessutale, d'organo e di sistema; ogni malattia nutritive dei parenchimi.
in ogni singolo paziente. Di trovare spiegazioni con In questa prima era, l'anatomia patologica è ri
crete delle azioni degli agenti causali e delle condi scontro e descrizione di anormalità dell'anatomia
zioni che ne favoriscono l'azione; delle modalità con degli organi. Nel II secolo dopo Cristo (129-201) ini
cui si istituisce il danno e le conseguenze distrettua zia il metodo dell'osservazione sistematica che con
li e sistemiche che i più diversi enti patogeni produ sentì a G aleno di identificare le basi morfologico-
cono, in modo da poter assumere i comportamenti strutturali di alcune malattie come l'apoplessia e la
medici idonei per controllare e contrastare ogni esito paralisi. E, se le sue opere non fossero state distrut
negativo prevedibile. te in gran parte dall'incendio del tempio della Pace,
Nei confronti dell'anatomia patologica, soprat oggi sarebbe ancora più evidente il suo sostanziale
tutto delle sue applicazioni in sala anatomica, ha apporto nel far sì che "la nuit vivante se dissipe à la
pesato a lungo, ed ancora vive, il preconcetto che, clarté de la mori" (M. Foucault, Naissance de la. clini-
secondo Leon ardo da Vinci (1452-1519), stava nella que).
"paura d'abitare nelli tempi notturni in compagnia di Se dopo Galeno "La sphère du del est considérée
tali morti squartati o scorticati e spaventevoli a vedere", comme limite absolu", ciò è dovuto non agli apporti
Ma non si può rimuovere il dato di fatto che la
storia dell'anatomia patologica è stata scritta nei
secoli proprio grazie al "convivere in compagnia di
tali morti squartati e scorticati" (Fig. 1). Il riscontro
diagnostico (è stato stabilito, dopo secoli d'impiego
del termine, che non si chiama più autopsia) non è
mai soltanto un atto tecnico, ma fatica dolorosa, pro
prio perché la ricerca e l'analisi delle piaghe viene
condotta, di necessità, alla presenza muta del sog
getto umano che le esibisce e non nel nitore di un
laboratorio asettico.
L'istanza di conoscere la fabbrica, che ci fa vivere,
nasce con l'intento tutto filosofico di scoprire Dio
nell'uomo, di capire di quale substrato l'infinito
abbia dotato il finito intelligente. È stata una delle
prime esigenze sentite dalla mente umana, atto che
si perde all'origine del pensiero. A lcm eone da Cro
tone, verso il sesto secolo prima di Cristo, aveva
proposto il cervello, anziché il cuore, quale sede Fig. 1
4 ® Qualche notizia sulla storia dell'anatomia patologica
reali della sua autorità indiscutibile, ma alla predi- Nel 1500 L eon ardo, sulla scorta di una lunga
lezione assunta dai successori per le sue costruzio esperienza settoriale, fornisce la prima descrizione
ni filosofico religiose, alla anteposizione delle teorie del substrato anatomico di una malattia importante
ai fatti, all'orientamento al "meditari sine materia", e frequente come è l'arteriosclerosi: "Quando le vene
che durò oltre 1000 anni. Nacquero così costruzioni s'invecchiano, esse si destruggan la loro rettitudine nelle
e rappresentazioni fantastiche deiranatomia nelle lor ramificazioni, e si fan tanto più flessuose, ovver ser
quali ricorre con insistenza il "divinum in morbo" ed peggianti, e di più grossa scorza, quanto la vecchiezza è
il criterio teologico per cui la "natura non fa nulla a più abbondante d'anni"; "Come nelli pomeranci, alti
caso". quali tanto più ingrossa la scorza e diminuisce la midol
Atteggiamento mentale, questo, che V esalio la, quanto più si fanno vecchi".
(1514-1564) condanna con fermezza: "Costoro, come Nel 1600 M arcello M alpighi (1628-1694) adotta
fanno le cornacchie, affidano quelle cose cui mai si sono di G alileo (1564-1642) non soltanto il metodo, ma
accostati, ma che solamente imparano a memoria dai libri anche lo strumento che diventerà il mediatore
degli altri... e... gracchiano dall'alto delle cattedre con costante del futuro progresso. Il microscopio ottico
rara presunzione". potenzia le possibilità deirosservazione ed apre
La lunga notte, legata anche al peso dell'autori- nuove vie al progresso. Malpighi diviene il fonda
tà di Galeno, s'interrompe con il Rinascimento ed il tore dell'anatomia microscopica. Ma il suo genio va
manifesto della rinascenza della anatomia patologi raccogliendo, in un libro di appunti, ancora oggi
ca si trova nel pensiero di L eon ardo da Vinci, che, poco noto, una serie di osservazioni relative a
con l'anatomia, vuole ora superare la semplice riscontri effettuati per sole finalità diagnostiche. Se
osservazione della staticità del cadavere senza vita, Bologna è la città dove nel 1302 viene eseguita con
rimuovere preconcetti e l'abitudine all'asserire ufficialità la prima autopsia, probabilmente è anche
aprioristico, per cercare invece ogni conclusione la sede dove è iniziata, con Malpighi, la pratica, oggi
soltanto nei fatti derivabili dall'esperienza diretta. in pericoloso declino* del riscontro diagnostico siste
P a ra celso , dopo Leonardo, aggiunge che: matico.
"Pochissimi medici hanno cognizione esatta delle malat "Il compito dell'anatomia risiede nella considerazio
tie e delle loro cause: ma i miei libri non sono scritti ne delle cause, delle sedi, della struttura e del moto della
copiando da Ippocrate o da Galeno; li ho invece composti materia morbosa": è il pensiero di M alpighi che di
fondandomi sulla esperienza che è la più grande mae
stra" (Filippo Teofrasto Bombasto Paracelso da Hohen-
heim; 1493-1541).
Via sistematicamente seguita nella seconda metà
del 1400 da A ntonio Benivieni (Firenze 1440-1502)
che raccoglie una serie di casi della sua attività di
medico: casi prima studiati nella loro evoluzione
clinica e, dopo il decesso, indagati con l'autopsia. È
un'indagine sistematica basata appunto sui fatti cli
nici raccolti all'atto della cura e poi raffrontati con i
dati "quos ego v id i et tetigi". Il primo testo di ana
tomia patologica e di correlazioni clinico-anatomi
che è quindi il "De abditis nonnullis ac mirandis mor-
borum et sanationum causis", pubblicato postumo dal
fratello Girolamo Benivieni nei primi anni del 1500
(Fig- 2).
Benivieni, L eon ardo, Vesalio e P aracelso del
rinascimento anatomico esprimono l'aria nuova
che pervade le antiche sale settorie: con il metodo
sperimentale ora si vogliono scoprire i meccanismi
che muovono le macchine divine. Ma la scintilla era
già scoccata nel cuore del Medioevo ed espressa
dall'aforisma di A belardo (1079-1142): "il dubbio è la
via per scoprire".
L'anatomia si fa, così, ricerca sperimentale. Le
conclusioni vengono assunte per deduzione, si pri
vilegia il rilievo obiettivo, le osservazioni si somma
no, i dati di fatto si stratificano. Nel lento procede
re, che può essere segnato soltanto dalla ricerca
incessante del miglioramento indefinito dell'ap
prossimazione, la storia respira e si va costruendo
l'edificio dottrinale dell'anatomia patologica. Fig. 2
Qualche notizia sulla storia dell'anatomia patologica ^ 5
Morgagni precorre anche le associazioni verbali: è vere conspectis, cum iis quae morbus praegressa sunt;
l'atto che conferisce dignità ufficiale alla prassi haud ita difficile erit plerumque internoscere quae vitia
adottata da Benivieni, l'atto ufficiale fondante la morbum effecerint, ab iis quae a morbo effecta sint".
disciplina dell'anatomia patologica. Pensiero com L'apporto di Morgagni risiede nella organizza
piuto di patologia clinica e che pervade le sue rac zione della nuova disciplina medica, ancora oggi
colte di casi autoptici fra i quali deve essere ricorda fondamentale; nella formulazione di nosografie
ta la prima descrizione esauriente della cirrosi epa basate sui rilievi patologici, sui complessi anatomo-
tica: "In sesto corpore abdomen turgebat aquae, iecur clinici e sui sintomi; nella identificazione di un
totum diminutum erat, et asperum, exterius coloris sub metodo nuovo che è sperimentale.
flavi [...] Exterius referebat congeriem granorum et emu- Metodo che indica come irrinunciabile la ricerca
labatur parotidem [...] Totum iecur repraesentabat race- costante, in ogni malato dunque, delle cause delle
mum uvae malattie; delle conseguenze dell'azione dell'agente
Nel 1700 G iovanni B attista M orgagni (1682- lesivo; dell'evoluzione nel tempo del danno prodot
1771) coglie la necessità di un nuovo, distinto, indi to; ed ancora dell'entità e delle modalità dei disor
rizzo autonomo, per la dissezione effettuata con dini correlati, anche plurimi e sempre complessi,
finalità cliniche; comprende che la clinica si può che le lesioni prime comportano.
fondare soltanto sull'apporto dell'osservazione È Morgagni infatti che intuisce il compatire degli
anatomica; intravede l'istanza urgente di capire organi sotto l'influsso di umori alterati e la necessi
cosa muova le malattie; e compie lo sforzo geniale tà di impiegare l'indagine autoptica sistematica per
dì integrare tutte le informazioni note, e le sue per rimuovere errori e dubbi: "Sed illud quod dicebam, in
sonali, innumerevoli, in un vero trattato di anato quo omnes convenimus, multorum uno eodemque morbo
mia patologica: il De sedibus, et causis morborum per extinctorum dissectio, praecipuum est, ut cunctae
anatomen indagatis (Fig. 3), sintetizzandone lo spiri dubitandi, en an diqu e occasion es tollantur".
to nella prefazione: "Comitantur vero sintomata: quo Nel rapido cammino lungo gli antichi percorsi
rum singulorum natura, series, ordo, constantia si atten dell'anatomia patologica, dopo Morgagni, altro
te animadvertantur, conferanturque cum vitiis in cada- vero genio è R u d o lf Virchow.
Ancora una volta la storia ci meraviglia perché
fra l'opera di Malpighi - anatomia microscopica - e
quella di Virchow - anatomia patologica microscopica
- j o .: b :a e t ì s 't i : - trascorrono due secoli: ben duecento anni prima
che fosse adottata l'osservazione microscopica ini
■Vi i . A '• I ziata da Malpighi. La ragione risiede nella diffiden
za verso il nuovo strumento, il microscopio, ancora
imperfetto. Del quale il B ich a t (1771-1802) esprime
■■ D .£■■ S E T ) I B U S v CT. : CÀ; i J S k va il suo radicale rifiuto: "Parce que quand on regarde
dans l'obscurité, chacun voit à sa manière et suivant
qu'il est affeeté"; anche Morgagni stesso, ispirando
; . PER: ANATOMEN-' INDAGATISI mia sua biografia, pare abbia fatto dire all'autore
L ! E Si l ¿1 V I N 0 E.
che: "ebbe un lodevole timore dei microscopi troppo
acuti".
Malpighi dunque fonda nel 1600 l'anatomia
Muìtiplcx prafixus cft Iadex rcrumJ'& nominun) microscopica e descrive il glomerulo renale; Hooke
. : accuratjflìmus nel 1665 scopre la struttura " a celles" del sughero;
r e . ' u •> P H ; V U % ma è soltanto nel 1858 che Virchow dà alle stampe
B U 03 V a ! O R E V c O K T l N.£ NS L I B R.t’£. la sua Cellularpathologie. Un lungo silenzio di 200
anni è quindi il prezzo pagato dal progresso per la
diffidenza di due grandi verso il nuovo rivoluzio
nario strumento inventato da Galileo!
L'apporto di Rudolf Virchow (1821-1905) sta nel-
l'aver colto il ruolo che ha il danno delle cellule -
unità elementari della vita capaci di riprodursi
(omnis cellula a cellula) - nella produzione delle sof
ferenze degli organi e quindi delle malattie dell'uo
mo. Il passo nuovo fatto dall'anatomia patologica
può essere colto nelle parole dello stesso Virchow:
"Il pensiero anatomico non è più legato alle alterazioni
visibili che il coltello dell'anatomico rende constatabili,
ma si allaccia direttamente alle funzioni stesse della
vita".
Fig. 3 L'opera sulla Cellularpathologie viene pubblicata
6 is Qualche notizia sulla storia dell'anatomia patologica
a Berlino nel 1858 (Fig. 4) e, con l'avvento delle these circumstances it was diagnosed that thè ulcer ivas
nuove scoperte, diventerà subito possibile identifi not malignant" (Bennet J.M.: Lancet 1, 517, 1845). E
care lo sconcerto che gli agenti patogeni causano dopo di lui Donaldson che, nel 1853, poteva scrive
entro le cellule costituenti gli organi. È questo il re “We ourselves have been able to diagnose cancer in thè
grande passo per il quale ha il suo avvio la costru living subjects" (Donaldson F.: Am. J. Med. Se. 25,43,
zione della moderna patologia la quale, ben presto, 1853).
dopo Virchow, ma per merito suo, s'interessa di tra Ma se Virchow aveva sbagliato, il fatto poteva solo
sferire il patrimonio di conoscenze accumulato alla indicare che la biopsia era pratica diagnostica da conside
ricerca microscopica sul soggetto vivo; nasce, così, rare del tutto inaffidabile!
la pratica della biopsia con la finalità di comprende E così, ed ancora una volta, l'autorità di una
re meglio e meglio diagnosticare le malattie, anche grande personalità riesce ad arrestare l'evoluzione
e soprattutto per poterne meglio adeguare la tera del progresso.
pia. Quelli a cavallo fra il 1800 e il 1900 sono anni di
Proprio a Virchow, nel 1887, sir Morell Macken- attività intensissima dell'anatomia patologica,
zie, chiamato al letto del kaiser Federico III, chiede durante i quali si stratificano continui apporti di
di effettuare la diagnosi microscopica di una lesio grandi studiosi; l'anatomia patologica va compo
ne del laringe dalla quale era stato rimosso un pic nendo il suo corpo di dottrina con la raccolta, in
colo frammento. La diagnosi di Virchow fu rassere tempi relativamente brevi, di tutti i dati e le infor
nante, ma il kaiser morì l'anno seguente proprio per mazioni necessarie al riconoscimento delle più
un carcinoma laringeo. Il fatto segnò non solo la diverse malattie di tutti gli organi ed apparati del
rovina professionale di Mackenzie, ma soprattutto l'uomo.
rallentò il cammino della pratica bioptica alla quale Con questo bagaglio culturale specifico il pato
già Bennet, prima di Virchow, era ricorso nel 1845 logo viene di nuovo chiamato ad operare nella cli
per capire la natura di una lesione mammaria: nica, al letto del malato; e concorre con l'attività
"Another woman, 50years ofage [...] ofcachectic appea- bioptica alla formulazione delle diagnosi; almeno
rance, hadfor six months an ulcer in thè left breast. From di quelle diagnosi in cui dubbi o incertezze rendes
sero in qualche modo difficoltoso il procedere del
cammino clinico. Nel 1961 Chang ricorre al criosta
to per ottenere preparati microscopici in tempi bre
vissimi e nasce la diagnostica peroperatoria: il chirur
go può ora conoscere, in pochi minuti e mentre
opera, la natura e la reale gravità delle lesioni che,
con l'atto chirurgico, sta curando.
Ma al patologo ricercatore la morfologia, intesa
come rilievo di immagini statiche, ben presto risul
terà insufficiente. Egli vuole, deve poter cogliere
con il microscopio gli equivalenti visibili delle fun
zioni tessutali e cellulari e soprattutto le loro modi
ficazioni indotte dalle cause patogene, nonché il
divenire progressivo delle alterazioni, per com
prendere gli squilibri complessi e multiformi che
sono le malattie.
Il grande libro dell'anatomia patologica si può
fino ad oggi articolare in quattro capitoli basilari
che sono:
1) quello relativo alle osservazioni casuali di anor
malità anatomiche degli organi e scritto in circa
2000 anni dal 600 a.C. al 1400 d.C.;
2) quello della finalizzazione dell'indagine macro
scopica autoptica alla ricerca delle cause delle
malattie e delle condizioni patologiche correlate
che spiegano il quadro clinico, capitolo scritto in
gran parte dal Morgagni nel 1700;
3) il capitolo affascinante sulle basi cellulari e tes
sutali delle malattie promosso dall'impiego del
microscopio, prima da parte di Malpighi e poi di
Virchow, scritto soprattutto da quest'ultimo nel
Qualche notizia sulla storia dell'anatomia patologica ; 7
4) infine quello che ora i patologi stanno scrivendo che entrano neU'organizzazione strutturale e fun
dopo aver scoperto gli artifizi tecnici per porta zionale delle cellule e degli organuli subcellulari
re l'indagine fisica, chimica, molecolare e geneti nonché le tappe di tutte le trasformazioni che agen
ca entro le cellule ed i tessuti. ti patogeni riescono a causare.
L'applicazione di queste tecniche ai cromosomi
Capitolo, quest'ultimo, nelle nostre mani, una ad esempio, fece subito prevedere che, in un arco
lettura compiuta del quale va rimandata al tempo ragionevole di tempo, si sarebbe potuto conoscere
futuro, perché ancora molte sono le pagine da com non solo la disposizione di tutti i geni entro i singo
pletare. li cromosomi, ma anche cogliere e dimostrare le
Con il secolo appena scorso è nata la morfologia anormalità di collocazione e di struttura e le even
funzionale e subito si è sentita la necessità di supe tuali disfunzioni geniche all'atto del trasferimento
rarne i limiti. Gradualmente, ed airesordio molto dei messaggi specifici. Così quanto scrivevano
lentamente, è stato studiato quanto di chimico e di Kirsch e Broder nel 1986: 'Tt is possible that patholo-
biochimico sottende le variazioni dell'organizza gists zoili report Information about rearrangements,
zione strutturale. Negli anni quaranta l'indagine amplifications and aberrant expression o f various onco-
ultrastrutturale è stata applicata ai vari organuli che genes in tumor biopsy specimens and that an oncologist
muovono le attività funzionali delle cellule e si è zoili then use sucii Information to define prognosis or
compreso quanto le modificazioni delle strutture design a regimen o f therapy" (Kirsch I.R., Broder S.J.;
visibili siano correlate con le funzioni cellulari. Clin. Oncol. 4: 271, 1986), è già diventato attuale.
Nel 1941 Albert Coons intuisce la possibilità di L'esigenza di oggettività è antica nel patologo
sfruttare la specificità del legame fra antigene ed come documentano gli armamentari di referenti,
anticorpo per rendere visibili, entro le cellule, com ancora oggi conservati in qualche sala anatomica:
posti chimici ben definiti (ormoni, enzimi, protei sono oggetti vari, frutta secca, vegetali, polveri ed
ne). Le modificazioni via via apportate al metodo altro che servivano come campioni perché fosse
originale hanno consentito una amplificazione tale oggettiva la descrizione dei reperti anatomopatolo-
del segnale di presenza di un substrato che è diven gici: "Neoformazione delle dimensioni di una noce
tato possibile il rilevamento di un numero così avellana e del colore dello zafferano", si diceva
basso di molecole che nessun'altra tecnica nota può dopo aver confrontato la lesione con i campioni
svelare. " Today zve may perhaps venture to ask thè que- d'archivio. Ora calcolatori e sistemi esperti possono
stion whether by thè use o f immunocytoehemistry we essere impiegati per misurare ogni carattere cellula
might discover antigens that are so scarce in concentra- re, normale o patologico; e solo la valutazione
tion and distribution that other biochemical tecniques oggettiva delle deformazioni strutturali e chimiche,
cannot disclose them" (Sternberger: Immunocytoche- che le tecniche attuali hanno reso possibile, è in
mistry; Polak, Van Noorden Ed.; Wright, PSG, Bristol grado di dare il passo veloce commisurato alla
1983). velocità del progresso.
Ed oggi il grande salto è compiuto perché il rile Finalità perseguibile soltanto con l'entusiasmo,
vamento e la localizzazione di semplici sequenze la dedizione, la capacità di fede, la fantasia libera
aminoacidiche o di acidi nucleici, anche nelle parti dei giovani che vengono insensatamente tenuti lon
più intime della organizzazione cellulare, è stato tani dai nostri laboratori.
attuato. L'anatomia patologica non è quindi scienza di
Il tumultuoso progresso della nostra epoca nelle orrori, già tutta esplorata; è invece strumento di
conoscenze deH'immunologia, della biologia mole progresso futuro lungo le vie senza fine della cono
colare e della genetica ha messo infatti a disposizio scenza del più intimo della misteriosa e meraviglio
ne dei patologi un cospicuo volume di conoscenze sa fabbrica che permette, ad ognuno di noi, di cam
e soprattutto di tecniche estremamente raffinate per minare verso mete differenti e diversamente vissu
produrre "marcatori" capaci di identificare, con te; - En las entranas de las cosas - y no fuera de ellas -
altissima sensibilità e specificità, sostanze chimiche están lo eterno y ¡o in fin ito 'Miguel De Unamuno'.
Introduzione
1.1 all'anatomia
patologica
generale
A. Scarpa
EZIOLOGIA
im \
Danno Danno
reversibile
P Cellula
A normale
T
0
G Risposta
E cellulare
N Accumuli anomali
£ Ipertrofia
S Iperplasia
1 Displasia
Patogenesi: il meccanismo o processo attraverso il - valutare il danno prodotto dal processo patologico,
quale un agente eziologico produce una malattia. - esprimere una valutazione prognostica, ovvero
Le malattie possono essere ricondotte a tre mec le probablità evolutive della lesione,
canismi patogenetici di base:
- indirizzare le scelte terapeutiche,
1. Infiammatorio: infezioni, malattie autoimmuni
- offrire le tecnologie a sua disposizione per il fol
2. Degenerativo: ischemia, encefalopatie spongi- low-up.
formi
L'attività diagnostica dell'anatomopatologo può
3. Neoplastico: carcinomi, sarcomi
essere sinteticamente illustrata utilizzando due
Il compito deiranatomopatologo è di analizzare esempi riportati nelle figure 2 e 3. La figura 2 illu
cellule e tessuti prelevati da pazienti con la finalità stra il processo diagnostico di una malattia infiam
di ottenere tutte le informazioni necessarie per: matoria. La figura 3 illustra il processo diagnostico
- formulare una diagnosi, ovvero identificare il di una malattia neoplastica.
processo patologico in atto,
ti
I
í
|1
1.2 Patologia
della cellula
A. Scarpa, A. Zamò, A. Mombdlo
In questo capitolo vengono trattate le modifica cellulare. Essa può essere fisiologica, come nel
zioni adattative che la cellula mette in atto in rispo caso dell'aumento del volume delle mammelle
sta ad insulti subletali, pertanto reversibili, qualora in corso di gravidanza e allattamento o dell'en
la noxa venga rimossa. Vengono poi descritti i feno dometrio nella fase estrogenica del ciclo
meni della morte cellulare, ovvero le alterazioni mestruale. Esempi di iperplasia patologica sono
irreversibili che portano alla morte della cellula e l'aumento del volume della prostata o della
alla sua definitiva distruzione (vedi Fig. 1 Capito tiroide (Fig. 1).
lo 1.1). • Metaplasia. Sostituzione di un tipo cellulare dif
ferenziato con un altro tipo di cellula differen
ziata. Una cellula matura viene sostituita da
[3 Risposte cellulari reversibili un'altra cellula matura, ma di diverso tipo
(Fig. 2). La metaplasia è dovuta a modificazioni
Un danno di entità non letale provoca modifica del programma di differenziazione cellulare, è
zioni cellulari reversibili. sempre patologica e può essere reversibile.
#- Ipertrofia. Un aumento delle dimensioni ài cellule e • Displasia. Il termine displasia indica una mor
in genere della massa del tessuto che compren fologia cellulare anomala, in particolare una per
de quel tipo cellulare. Questa può essere fisiolo dita di maturazione e di orientamento delle cel
gica, quale l'aumento del volume di un muscolo lule cui si accompagna una alterazione della
sottoposto ad esercizio, o patologica come l'au architettura tissutale (Fig. 3). La displasia è
mento del volume del muscolo cardiaco dovuto dovuta a modificazioni dei programmi sia di
a ipertensione arteriosa. proliferazione che di differenziazione della cel
® Iperplasia. Un aumento del numero di cellule, che lula. In altri termini, la displasia è sia una lesio
può anche comportare l'aumento della massa ne citologica: la cellula displastica non porta a
del tessuto coinvolto. L'iperplasia è dovuta a compimento il processo di differenziazione, che
modificazioni del programma di proliferazione una lesione tissutale: disordine nella organizza-
Fìg. 1 - Esempio di iperplasia. Nelia figura si possono osservare ie caratteristiche macroscopiche (a) e microscopiche (b) di un
gozzo tiroideo (struma nodulare delia tiroide). Tale patologia è una iperplasia diffusa delle cellule ghiandolari tiroidee, i tireociti.
L'aumento numerico dei tireociti determina il conseguente ingrossamento, di solito a carattere nodulare, della ghiandola intera o
parte di essa. ! tireociti sono completamente differenziati e producono grande quantità di colloide.
14 ; Patologia della cellula
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Fig. 2 - Esempi di metaplasia. Metaplasia squamosa dell'epiteiio bronchiale (a e b). Metaplasia intestinale della mucosa gastrica
(c e d). La mucosa bronchiale normale, rivestita da epitelio cilindrico monostratificato aliato (a), sottoposta a irritazione cronica da
fumo di sigaretta o inalazione di sostanze inquinanti diverse, va incontrò a trasformazione metapíastica in epitelio pavimentoso
composto (b) del tutto simile a quello che riveste il cavo orale e ia faringe. La mucosa dell'antro gastrico contiene cellule mucipare
che producono mucine neutre cne si colorano in rosso con il PAS (c). L'infiammazione cronica determina ia sostituzione di questo
epitelio con un epitelio di tipo intestinale con cellule mucipare che producono mucine acide che si colorano in blu con il colorante
Alcian Biue (d).
zione tissutale. La displasia è sempre patologica, ste anomalie del metabolismo cellulare ai testi di
anche se può essere reversibile. Alcune alterazioni patologia generale e alle parti di questo testo
displastiche possono infatti regredire dopo che relative ai vari organi nei rispettivi capitoli.
gli stimoli siano rimossi. In altre occasioni, la • Pigmenti endogeni. Ad eccezione della lipofu-
displasia può progredire e portare allo sviluppo scina e melanina tutti i pigmenti endogeni deri
di una neoplasia. vano dalla emoglobina.
© Atrofia. Riduzione delle dimensioni o del Lipofuscina. È un pigmento citoplasmatico gra
numero delle cellule di un tessuto. La riduzione nulare giallo marrone (il termine latino "fuscus"
del volume delle cellule si riscontra nei muscoli, significa bruno). Essa è anche definita lipocro-
negli organi sessuali, cuore e cervello. E in gene mo, ceroide, o pigmento da "invecchiamento". E
re dovuta all'assenza di fattori trofici. Nei formata da residui indigeriti di vacuoli autofagi-
muscoli è legata ad esempio a denervazione o ci che contengono lipidi, fosfolipidi e proteine e
immobilizzazione prolungata. Nelle ovaie è derivano da anomali processi di lipoperossida-
legata alla menopausa. Nel caso del cervello è zione. Si trova nella maggioranza dei casi in cel
legato a invecchiamento fisiologico o patologico, lule che vanno in degradazione lenta, perciò
in quest'ultimo caso in corso di malattie quali sono abbondantemente depositate in età avan
l'Alzheimer. La riduzione del numero delle cellule zata specie nel cuore, nel fegato e nel cervello
è invece sempre patologica ed è legata a fenome con selettività per l'ippocampo. L'accumulo di
ni di distruzione da ischemia o danno tissutale . lipofuscina si accompagna di solito a diminuzio
persistente ad esempio in corso di malattie ne di volume dell'organo, maggiore di quella
infiammatorie croniche (Fig. 4). parafisiologica senile. Esiste una lipofuscmosi
genetica da difetto enzimatico che compare in
età giovanile. Si evidenzia con le colorazioni
U Fotoiogie da accumulo dette Sudan.
Emosiderina. Pigmento granulare cristallino deri
• Accumuli anomali. L'accumulo intracellulare di vato dall'emoglobina di colore variabile da gial
diverse sostanze è dovuto ad alterazioni del lo-oro a bruno. È costituita da aggregati di
metabolismo cellulare. Le sostanze immagazzi micelle di ferritina die si formano quando vi sia
nate possono essere: i) metaboliti normali, quali un eccesso locale o sistemico di ferro. Normal
carboidrati, proteine o lipidi prodotti in eccesso mente se ne può osservare qualche microdeposi
o non catabolizzati; ii) prodotti anomali del meta to nelle cellule di Kupffer epatiche e nel midollo
bolismo, conseguenti in genere a malattie gene osseo. Gli eccessi locali sono rappresentati
tiche dovute a carenza di un determinato enzi sostanzialmente da emorrragie. Gli eccessi siste
ma; iii) sostanze pigmentate indigeribili per la cel mici comprendono molteplici patologie sia
lula e con diverso significato patologico. Le genetiche che acquisite. Ne sono esempi l'emo-
varie forme di glicogenosi, la galattosemia, le cromatosi ereditaria e le forme secondarie da
iperlipoproteinemie e le tesaurismosi sono solo trasfusioni o in corso di anemie emolitiche. Si
alcuni dei possibili esempi. Si rimanda per que evidenzia con la colorazione di Perl.
16 & Patologia della cellula
Bilirubina. Pigmento di colorito variabile dal
verde al giallo-bruno. È il principale pigmento
La morte naturale della cellula: apoptosi |
della bile. L'ittero è la manifestazione clinica del Durante lo sviluppo e la vita di ogni individuo |
suo accumulo, e si rinvia per questo al capitolo sono attivi processi che coordinano la crescita e la é
sulla patologia epatica. divisione cellulare (eventi propri del ricambio cel- |
e Pigmenti esogeni. Carbone. Uantracosi è la lulare), e processi opposti, che coinvolgono la rego- -f
lazione negativa della proliferazione. Questo equi-
forma più comune di pigmentazione esogena ed
è la norma nei polmoni. È accentuata nei fuma librio adegua la rigenerazione cellulare alle perdite
tori e può coinvolgere anche i linfonodi ilari. ed alle esigenze dell'accrescimento dell'individuo.
Calcio. Depositi patologici di calcio si trovano Inoltre, la precisa regolazione della morte cellulare, %
normalmente nelle aree di necrosi. anche in termini spazio-temporali, contribuisce a f
Metalli. Gli accumuli di mercurio, piombo e rame mantenere la forma (fenotipo) dell'individuo che è J
possono essere causati da forme genetiche o per determinata dalla sua individualità genetica. In ter- f
esposizione ambientale. Gli accumuli di berillio mini puramente speculativi, per lo scopo sarebbe |
sono sempre da esposizione ambientale e sono però sufficiente per un individuo l'arresto compie- :lf
to della proliferazione cellulare una volta ottenuta |
causa di patologia polmonare simil silicosi.
Polveri minerali. Gli accumuli di silicio e asbesto la forma finale. Nella realtà attuale, però, essendo ;J
l'individuo costituito da popolazioni cellulari |
derivano da esposizione lavorativa e sono asso
ciati a patologie polmonari. diverse con esigenze molto differenti nei termini di |
ricambio cellulare, l'arresto definitivo degli eventi 4
di proliferazione cellulare sarebbe assolutamente ;f|
H Alterazioni cellulari irreversibili: incompatibile con la vita nell'ambiente disponibile. |
la morte della cellula Infatti, negli individui adulti la maggior parte dei f|
tessuti è soggetta ad un continuo rinnovamento cel- |
La cellula muore per morte naturale o violenta. I lulare, con velocità variabile da tessuto a tessuto. Si I
due processi sono definiti rispettivamente apoptosi può pensare che questo processo sia evolutivamen- \I
e necrosi (Fig. 5). te vantaggioso perché esegue una sorta di "lavag-
Fig. 5 - Alterazioni cellulari nella apoptosi e nella necrosi. Nell'apopiosi le alterazioni iniziali consistono nella frammentazione
cromatinica, seguita dalla disaggregazione della cellula in frammenti circondati da membrana che vengono poi eliminati median
te fagocitosi da macrofagi residenti o dalle cellule adiacenti. Nella necrosi le alterazioni iniziali consistono nel rigonfiamento deila
cellula e dei suoi organelli, seguito dalla formazione di bolie e. infine, dalia rottura delle membrane con fuoriscita del contenuto
cellulare, quest'ultimo fenomeno provocherà poi una risposta infiammatoria. Le modificazioni nucleari nella necrosi vanno dall'ad
densamento nucleare alla picnosi (rimpicciolimento) e carioressi (frammentazione) e cariolisi (scomparsa).
Alterazioni cellulari irreversibili: la morte della cellula » 17
gio genetico", sostituendo le cellule che vengono Cause dell'apoptosi. Esistono probabilmente centi
diversamente danneggiate con cellule derivate da naia di cause di apoptosi, ma possono essere tutte
altre, a loro volta situate in "santuari genetici" (i siti ricondotte a pochi principi unificanti. In sintesi, l'a
del ricambio cellulare in cui operano le cellule sta poptosi può essere causata da:
minali). Esistono perciò processi che controbilancia
1. mancanza di fattori trofici per la cellula;
no i danni con miracolosa esattezza mediante la
proliferazione-rigenerazione cellulare. Processi 2. "baci della morte" causati da interazioni specifi
questi necessari per compensare la morte cellulare che ligando/recettore (ad es. FASL/FAS e
programmata, o apoptosi. TNF/TNFR1);
In realtà, l'apoptosi è attiva anche in condizioni 3. induzione tramite enzimi citotossici da parte di
diverse da quelle della eliminazione delle cellule cellule specializzate (in particolare linfociti T o
"usurate", o danneggiate da eventi patologici. Per • NK);
essere più precisi, l'apoptosi è uno degli attori cel 4. stimoli nocivi fisici, chimici o microbiologici, di
lulari più importanti nel mantenimento dell'omeo- entità superiore a quelle tollerate dai processi di
stasi tìssutale, intesa come processo dinamico di adattamento cellulare, ma non tali da provocare
mantenimento dello stato stazionario di un tessuto. necrosi.
Ciò include non solo il numero di cellule e la loro
disposizione, ma anche la loro integrità funzionale, Queste cause agiscono in situazioni differenti, di
indispensabile per le finalità differenziate dei vari cui in seguito verranno considerati alcuni esempi.
tessuti. L'apoptosi interviene anche nei fenomeni di Tutte queste cause attivano cascate di eventi mole
adattamento, quando la richiesta funzionale a cari colari, che, in ultima analisi, portano alla morte cel
co di un tessuto viene meno e diviene superflua lulare attraverso due vie principali: la via intrinseca
una quota cellulare; oppure quando sia aumentata e quella estrinseca, descritte nel prossimo paragrafo.
per esigenze, anche estemporanee, com'è caratteri Oggi è nota l'esistenza di altre vie in grado di atti
stica degli adeguamenti anatomico-funzionali delle vare l'apoptosi, e che la via intrinseca e quella
ghiandole endocrine. Oltre all'apoptosi fisiologica esi estrinseca possono comunicare tra loro; tuttavia per
ste una apoptosi patologica, che avviene in seguito a esigenze di semplificazione verrà seguita questa
stimoli nocivi, o per alterazione dei suoi meccani distinzione.
smi di regolazione. Meccanismi molecolari dell'apoptosi. I due termi
Criterio importante per comprendere l'apoptosi ni, apoptosi estrinseca ed apoptosi intrinseca hanno
è che, essendo un fenomeno fisiologico, si è selezio significato patogenetico e non eziologico. Infatti fat
nato in modo da essere il meno dannoso possibile. tori esterni alla cellula, come la carenza di fattori di
La cellula si condensa, si frammenta senza rottura crescita, possono attivare la via intrinseca. Può esse
delle membrane cellulari, ed i frammenti vengono re utile quindi ricordare che in generale la via
rapidamente fagocitati senza evocare alcuna reazio intrinseca è mediata dai mitocondri (interni alla cel
ne infiammatoria. Se volessimo comparare la socie lula), mentre la via estrinseca prevede l'attivazione
tà di cellule deU'individuo ad una società politica, di un recettore da parte di un ligando (esterno alla
troveremmo un interessante parallelo con la società cellula).
giapponese dei samurai, dove il suicidio a scopo Sia la via intrinseca che la via estrinseca si basa
sociale era accettato ed onorato, od alla società no sull'attivazione sequenziale di proteasi specifi
eschimese dove gli anziani si lasciavano morire di che, dette caspasi. Il nome delle caspasi deriva dalla
freddo ritenendosi superflui per la vita familiare. composizione di due proprietà: "c" deriva dal fatto
Allo stesso modo l'apoptosi è una forma di suicidio che queste proteasi fanno parte della famiglia delle
cellulare, spontaneo o su "ordine" di altre cellule. cisteina-proteasi (proteasi con un residuo di cisteina
Come quasi tutti i suicidi, è un fatto individuale, che nel sito attivo); "aspasi" dal fatto che tagliano i loro
non intacca la fisiologia delle cellule circostanti bersagli dopo un residuo di aspartato. Nell'uomo
quando queste non vengano sottoposte agli stessi sono state descritte 11 caspasi, che vengono funzio
stimoli apoptogeni. Ciò differenzia profondamente nalmente divise in iniziatrici ed esecutrici, secondo
l'apoptosi dalla necrosi: fenomeno che provoca l'ordine con cui sono attivate. Tutte le caspasi sono
un'esplosione cellulare, con reazione infiammatoria presenti in forma inattiva (zimogeni), cosa sensata
e coinvolgimento delle cellule circostanti, "spettatri considerato l'effetto letale della loro attivazione, e
ci innocenti", che vengono loro malgrado uccise. vengono attivate mediante un taglio proteolitico. Le
Anche l'apoptosi però può essere evento collettivo, caspasi iniziatrici (nell'uomo le caspasi-2, -8, -9 e -
se esiste uno stimolo "di campo" che la incida con 10) sono in grado di auto attivarsi (anche se i mecca
temporaneamente su più cellule, come ad esempio nismi di questo processo sono ancora poco noti),
accade per deprivazione di un fattore di crescita. Il mentre le caspasi esecutrici (nell'uomo le caspasi-3,
dettaglio degli aspetti di questa morte silenziosa, -6, e -7) devono essere attivate dalle caspasi iniziatri
che avvengono su un piano morfologico e biochimi ci. Sia l'attivazione delle caspasi iniziatrici che quel
co, saranno considerati più oltre, essendo necessario lo delle caspasi esecutrici sono meccanismi auto-
analizzare prima le cause, o stimoli che la inducono. amplificanti, perché ogni caspasi attiva può attivar
18 & Patologia della cellula
ne altre e queste altre ulteriori, in un processo ad L a via estrinseca d ell'ap op tosi è iniziata dal
andamento esponenziale a cascata. Sia che l'apop to legame di un ligando letale (come ad es. FASL o
si venga iniziata attraverso la via intinseca, sia attra TNF) ad un recettore specifico sulla superficie di
verso la via estrinseca, le caspasi effettrici costitui una cellula bersaglio (ad es. FAS o TNFR1). I recet
scono sempre la via finale comune dell'apoptosi, tori formano oligomeri attivi in seguito al legame
responsabile degli effetti sulla cellula. con il ligando e, grazie ad un dominio chiamato
La via intrinseca d ell'apoptosi è attivata da un significativamente dominio di morte, attivano a loro
grande numero di condizioni che causino danno al volta una proteina citoplasmatica chiamata FADD,
DNA, come radiazioni, tossine e radicali dell'ossi anch'essa contenente il dominio di morte. FADD
geno, o anche dalla mancanza di fattori di crescita. recluta numerose molecole di caspasi-8 che si auto-
Abbiamo già detto che la via intrinseca passa dai attivano e, a loro volta, attivano le caspasi esecutri
mitocondri. Più precisamente il fattore chiave è la’ ci (Fig. 7). Questa via può essere inibita dalla protei
traslocazione nel citosol di proteine normalmente na FLIP, che lega la caspasi-8 e ne impedisce l'atti
presenti nello spazio intermembranoso dei mito- vazione.
condri. Queste proteine comprendono il citocromo Un breve cenno merita la famiglia di proteine
c, SMAC/DIABLO, AIF, EndoG e OMI/HTRA2. La IAP che comprende otto membri, in grado di inibi
proteina meglio nota è sicuramente il citocromo c, re le caspasi-3, -7, e -9, bloccando quindi sia la via
che, nel citoplasma, lega ed attiva la proteina finale comune delle caspasi esecutrici che la via
APAF1, inducendo così la formazione di un com intrinseca.
plesso molecolare noto come apoptosoma. L'apopto- La via finale comune dell'apoptosi è indipen
soma è poi in grado di attivare la caspasi-9 (una dente dal tipo di stimolo iniziale, e prevede l'attiva
caspasi iniziatrice) che, a sua volta, attiva le caspasi zione delle caspasi effettrici, come la caspasi-3 e la
effettrici (ad es. la caspasi-3 e -7) (Fig. 6). La via caspasi-7. Queste agiscono su una serie di bersagli
intrinseca è principalmente regolata dalle proteine cellulari che vanno da proteine del citoscheletro e
della famiglia di BCL2, che comprende più di della matrice nucleare, a proteine coinvolte nella
20 membri con funzioni sia anti-apoptotiche che trascrizione, nella replicazione del DNA e nella
pro-apoptotiche. I membri anti-apoptotici più noti riparazione del DNA. Una delle proteine tagliate
sono BCL2 e BCL-XL che, di norma, risiedono sulle dalla caspasi-3 è un inibitore di una nucleasi, che,
membrane esterne dei mitocondri ed inibiscono la libera daìi'inibizione, frammenta il DNA tagliando
traslocazione del citocromo c nel citoplasma; inibi ne i segmenti internucleosomiali; ciò causa una
scono inoltre l'attivazione di APAF1 nel citoplasma. caratteristica molecolare nota come disposizione a
L'attivazione dell'apoptosi dipende dal rapporto scaletta del DNA, che verrà considerato più avanti.
tra queste molecole ed i membri pro-apoptotici Per effetto delle molteplici azioni proteolitiche delle
della stessa famiglia, come BAK, BAX e BIM. caspasi, la cellula si frammenta nei corpi apoptotici,
Mitocondrio
CASPASJ-9
Fig. 6 - La via intrinseca dell'apoptosi è legata all'alterazione delia permeabilità mitocondriale. Sulla membrana mitocondriale
esterna, un dinnero di bcl2 è associato a un dimero di bax. Qualunque stimolo inneschi questa via provoca la dissociazione del
dimero bax e la formazioe di canali nella membrana mitocond riale, con fuoriuscita de! citocromo c. Quest'ultimo lega ed attiva la
proteina APAF1, formando il complesso molecolare noto come apoptosoma. L'apoptosoma attiva la caspasi-9 che, a sua volta, atti
va le caspasi effettrici.
Alterazioni cellulari irreversibili: la morte della cellula ^ 19
Fig. 7 - La via estrinseca deli'apoptosi inizia con il legame di un ligando di morte ad un recettore specifico sulla superficie di una
cellula bersaglio. Nell'esempio il FAS ligando determina la trimerizzazione dei recettori FAS di membrana. Tale complesso lega e
attiva la proteina citoplasmatica FADD; questa recluta numerose molecole di caspasi-8 che si auto-attivano e, a loro volta, attiva
no le caspasi esecutrici.
a b c
che sono l'equivalente morfologico di questa azione
scissoria.
Aspetti biochimici deli'apoptosi. Le modificazioni
biochimiche legate all'apop tosi possono essere rias
sunte in:
1. proteolisi;
2. frammentazione del DNA;
3. alterazioni delle membrane cellulari.
La proteolisi è l'effetto deirattivazione delle
caspasi effettrici, ed interessa proteine vitali della
cellula, tra cui anche le proteine strutturali, con per
dita delle strutture di sostegno e condensazione del
nucleo e del citoplasma.
La frammentazione del DNA avviene in un primo
momento per grossi frammenti di 50-300 kbasi, e
successivamente per i tipici frammenti multipli di
180-200 basi, fenomeno noto come disposizione a
scaletta del DNA, visualizzabile su gel di agarosio Fig. 8 - Frammentazione del DNA nella morte necrotica o
tramite colorazione con bromuro di etidio (Fig. 8). apoptotica. Elettroforesi in gel di agarosio del DNA estratto da
Bisogna ricordare però che questo fenomeno è biopsie osteomidollari fresche o congelate. Il DNA ottenuto da
tipico ma non specifico deli'apoptosi, poiché può biopsia con composizione cellulare normale è ad alto peso
molecolare (a); il DNA ottenuto da tessuto in preda a fenomeni
essere presente anche in alcune cellule necrotiche. di necrosi si presenta come una strisciata continua, in quanto la
Le alterazioni delle membrane permettono un rapi frammentazione enzimatica è operata in maniera casuale dalle
do riconoscimento delle cellule in apoptosx da parte DNAsi attivate (b); ii DNA ottenuto da tessuto osteomidollare
di fagociti che provvedono alla loro eliminazione
con fenomeni di apoptosi presenta il caratteristico aspetto a sca
letta, dovuto al taglio del DNA nelle sue parti libere internucleo-
senza innescare gli eventi dell'infiammazione. Uno somiche (c).
dei fenomeni più precoci in questo senso è la traslo
cazione della fosfatidilserina dallo strato interno
allo strato esterno della membrana cellulare. Un'al Aspetti morfologici deli'apoptosi. Gli aspetti mor
tra molecola, espressa da alcune cellule destinate fologici deli'apoptosi sono meno evidenti di quelli
all'apoptosx, è la glicoproteina trombospondina. della necrosi per tre motivi:
20 s Patologia della cellula
- primo motivo, l'apoptosi non evoca infiamma nimento di un numero costante di cellule nei tes
zione di accompagnamento; suti in rinnovamento, come accade anche per le
cellule dell'epitelio intestinale o quelle della cute;
- secondo motivo, l'apoptosi può coinvolgere sin
gole cellule; • l'apoptosi che interviene nell'eliminazione di
linfociti T o B autoreattivi oppure di linfociti con
- terzo motivo, l'apoptosi richiede da 2 a 4 ore per bassa affinità per l'antigene;
compiersi, ed i detriti cellulari sono rapidamen
• infine l'apoptosi indotta da linfociti T citotossici
te rimossi dai fagociti, per cui solo poche cellu
in cellule infettate da virus o in cellule neoplasti
le in un singolo istante presentano i caratteri
che; questa apoptosi può utilizzare la via estrin
morfologici tipici, anche se un numero maggio
re di cellule in realtà sta subendo il processo. seca (FAS/FASL) o la via intrinseca, tramite la
secrezione da parte dei linfociti di una molecola
Tecniche più avanzate, come la colorazione con in grado di formare pori sulla superficie cellula
annessina V che riconosce la fosfatidilserina, o tec re, la perforina, e di un enzima detto granzyme
niche che rilevino la rottura a doppio filamento del B, in grado di penetrare nella cellula ed attivare
DNA, mostrano un quadro più realistico della le caspasi.
situazione.
Gli aspetti morfologici deirapoptosi possono Esempi di apoptosi in condizioni patologiche sono:
essere così sintetizzati: • l'apoptosi indotta da stimoli nocivi, di tipo chi
1. implosione della, cellula, con diminuzione delle mico, fisico o microbiologico, di entità inferiore
dimensioni, addensamento del citoplasma, a quella necessaria a causare necrosi; di solito
impacchettamento degli organelli; questi stimoli provocano danni del DNA con
attivazione della via intrinseca dell'apoptosi;
2. condensamento della cromatina, che si raccoglie
alla periferia del nucleo in masse condensate di © la morte cellulare in alcune malattie virali, come
forma e dimensione variabili; il nucleo stesso si l'epatite virale;
può frammentare in due o più pezzi; • l'apoptosi che causa atrofia del parenchima pan
3. formazione dei corpi apoptotici, che sono frammen creatico o delle ghiandole salivari in seguito
ti cellulari rivestiti da membrana integra, conte all'ostruzione del dotto escretore;
nenti citoplasma condensato, organelli, e talora ® infine, molti tumori presentano un elevato tasso
frammenti nucleari; di apoptosi, di solito proporzionato al tasso di
4. fagocitosi delle cellule o dei corpi apoptotici da parte crescita, ma anche in seguito a terapie farmaco-
di fagociti, generalmente macrofagi, con rapida logiche. Vale la pena di ricordare qui che l'insen
degradazione nei lisosomi; sibilità all'apoptosi, specialmente alla via intrin
seca, è una delle caratteristiche del cancro.
5. migrazione delle cellule circostanti sino alla coper
tura dello spazio liberato dalle cellule apoptoti-
che. Talora si può verificare un processo limite La morte violenta della cellula: Necrosi
tra necrosi e apoptosi, nel qual caso all'implosio Un danno esogeno irreversibile causa la morte
ne cellulare può sostituirsi un rigonfiamento. di più cellule. Il complesso di modificazioni morfo-
All'esame istologico con colorazioni standard
(ematossilina ed eosina) le modificazioni si rendo
no evidenti in singole cellule o piccoli gruppi cellu
lari, con condensazione e frammentazione del
nucleo, ed una colorazione intensamente eosinofila
del citoplasma. Spesso sono visibili i fagociti conte
nenti i corpi apoptotici (Fig. 9).
Esempi di apoptosi. Di seguito sono considerati
alcuni esempi reali di processi in cui interviene l'a
poptosi, sia in ambito fisiologico che patologico.
Esempi di apoptosi fisiologica sono:
• l'embriogenesi, praticamente in tutte le sue fasi,
dove popolazioni selezionate devono scompari
re per permettere il normale sviluppo dell'indi
viduo;
• l'apoptosi da deprivazione ormonale nell'adulto,
come nella regressione dell'epitelio della mam Fig. 9 - Aspetto istologico della morte apoptofica. Si noti la
mella dopo lo svezzamento o nell'atrofia della sepimentazione abbozzata della cellula in cui si vanno forman
prostata dopo castrazione, è deputata al mante do Ì corpi apoptotici.
Alterazioni cellulari irreversibili: la morte della cellula ^ 21
logiche cui vanno incontro i gruppi di cellule morte aumento delle dimensioni e formazione di bolle,
e il tessuto in cui tali cellule si trovano viene defini rigonfiamento degli organelli e disaggregazione dei
to necrosi. La necrosi è quindi riconoscibile solo a ribosomi; 2) il citoplasma appare più intensamente
distanza di tempo dalla morte cellulare. Il fenome eosinofilo alla colorazione con ematossilina-eosina,
no più importante della morte violenta della cellu sia per diminuzione della basofilia legata alla perdi
la è la rottura delle membrane e la conseguente fuo ta di RNA ribosomiale che per il legame più inten
riuscita del contenuto cellulare, che provoca una so della eosina alle proteine denaturate; 3) addensa
risposta infiammatoria del tessuto. In altri termini, mento della cromatina e alterazioni nucleari progres
le modificazioni macroscopiche e istologiche del sive dalla picnosi alla carioressi e cariolisi. Gli even
processo di necrosi si instaurano su cellule che ti che completano il processo di necrosi comprendo
muoiono in un tessuto vivente. Esso va distinto dal no: 4) la distruzione completa della cellula e il riversa
fenomeno della autolisi postmortem, che è la mento del suo contenuto nel tessuto circostante;
degradazione delle cellule ad opera dì enzimi liso- 5) la infiammazione acuta con richiamo di granulociti.
somiali intacellulari. Gli aspetti morfologici del tessuto contenente la
massa delle cellule necrotiche sono diversi a secon
Cause delia necrosi da della eziopatogenesi. Si possono distinguere due
tipi fondamentali di necrosi: coagulativa e colliqua
Le cause della morte necrotica sono sempre tiva. Nella prima prevalgono i fenomeni di denatu
patologiche, di aggressione esogena alla cellula di razione proteica, nella seconda dominano i fenome
entità tale da provocare un danno irreversibile. Esse ni di digestione enzimatica. Nella prima l'architet
comprendono principalmente danni ischemici, fisi tura generale del tessuto viene conservata almeno
ci o chimici, da agenti infettivi o tossici. inizialmente, nella seconda la colliquazione delle
cellule morte rende irriconoscibile il tessuto coin
Meccanismi molecolari della necrosi volto. A distanza di tempo adeguato, con l'instau
rarsi della risposta infiammatoria tissutale, anche la
La necrosi è il risultato della denaturazione delle
necrosi coagulativa diviene colliquativa.
proteine intracellulari e della digestione enzimatica
della cellula. Gli enzimi che agiscono in questo pro Necrosi coagulativa. Degradazione delle cellule a
cesso derivano sia dalle stesse cellule morte (autolisi) causa di acidosi intracellulare che denatura le pro
die dai Iisosomi dei granulociti (eterolisi) della rea teine sia strutturali che enzimatiche della cellula. Il
zione infiammatoria che si instaura. Questi processi blocco di queste ultime fa si che non vi siano feno
l'ichiedono ore per svilupparsi e, quindi, non siamo meni di autolisi. Le cellule necrotiche vengono poi
in grado di riconoscere istologicamente la morte eliminate dai granulociti della risposta infiammato
delle cellule se non dopo diverse ore dall'evento. ria, che si instaura in un secondo tempo. Il processo
della necrosi coagulativa è caratteristico della morte
Aspetti biochimici della necrosi ipossica da ischemia in tutti i tessuti (Fig. 10). L'uni-
Le modificazioni biochimiche legate alla necrosi
sono: 1) proteolisi; 2) frammentazione del DNA;
3) alterazioni delle membrane cellulari.
La proteolisi è indiscriminata ad opera di varie
proteasi. Essa si instaura immediatamente nel caso
della necrosi colliquativa o segue il processo coagu
lativo nel caso della necrosi ischemica. La frammen
tazione del DNA avviene in maniera aspecifica in
frammenti delle più variabili dimensioni (Fig. 8). Le
alterazioni delle membrane sono grossolane e consisto
no nella distruzione vera e propria sia della mem
brana citoplasmatica che delle membrane degli
organelli citosolici. Tali rotture provocano il rilascio
del contenuto cellulare nel tessuto evocando inevi
tabilmente una risposta infiammatoria acuta.
| Bibliografia essenziale
Danial N.N., Korsmeyer SJ.: Cell death: criticai control Riedl S.J., Shy Y.: Molecular mechanisms of caspase regu
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Patologia del
1.3 ricambio cellulare
e Ruolo delle
cellule staminali
Comparto tessutale
Danni tessutali diretti del ricambio cellulare o
Chirurgici, traumatici, tossici ecc. comparto cambiale con
cellule staminali
Perdita cellulare
complessiva
Danni tessutali indiretti:
immunitari, _______
autoimmunitari, flogistici,
ischemia, lesioni destruenti,
neoplasie: infiltrazione, compressione
In questa categoria di tessuti a cellule stabili, o in ziate ed incapaci di replicarsi, hanno le loro stami
un suo sottogruppo, vanno collocati anche i tessu nali a contatto con la membrana basale dei tubuli
ti/organi nei quali l'intensità del ricambio dipende seminiferi, quindi nello strato basale dell'epitelio
da momenti, o eventi fisiologici, che sono disconti seminifero: sono elementi staminali che hanno i
nui ma periodici come ad es. il tessuto osseo in cui caratteri morfologici degli spermatogoni A. La pro
l'osteopoiesi è commisurata alle variazioni del cari duzione delle cellule differenziate passa attraverso
co o ad eventi occasionali come sono le fratture; la un seconda serie di spermatogoni, morfologica
mucosa uterina che deve essere ricostruita dopo mente diversi da quelli staminali, gli spermatogoni
ogni mestruazione o dopo ogni gravidanza; oppure B, da cui derivano gli elementi terminali, gli sper-
periodici od occasionali come quelli delle ghiando matociti, la proliferazione dei quali non ha funzioni
le endocrine, e dei bersagli dei loro ormoni, la cui cambiali ma di adeguamento del corredo cromoso
liberazione viene attivata a seconda delle esigenze mico alle esigenze della fecondazione.
attuali che sono discontinue per momenti ed inten La proliferazione cambiale degli spermatogoni
sità. Si consideri in proposito la variabilità di even staminali, pur continua, è sottoposta al controllo
ti, già richiamati, che possono attivare il ricambio ormonale, operato in particolare dagli ormoni
nella corteccia surrenale. androgeni che ne modulano l'intensità; è inibita in
Eventi, non fisiologici, di accelerazione del modo significativo o grave dagli stress intensi e
ricambio cellulare si attuano in organi diversi, ad protratti che compromettono tanto la funzione
es. per produzione inappropriata di ormoni stimo gonadotropa dell'ipofisi quanto quella della game
lanti la secrezione di altri ormoni, come accade togenesi.
nella patologia paraneoplastica; ad es. per secrezio Quindi controllo modulato, anche quello della
ne di POMC e/o ACTH da parte di neoplasie pol gametogenesi, non solo in rapporto con l'età - sene
monari o di CRH nelle risposte per attivazione di scenza del ricambio - , ma anche costante, sebbene
cellule del sistema ìmmunocompetente (si vedano i con modalità discontinue, per stimoli psichici, emo
capitoli rispettivi); o ancora nella patologia iatroge- zionali, stress ed ormonali, soprattutto legato alle
nica quando i farmaci somministrati siano in grado variazioni nella liberazione di ormoni sessuali.
di evocare risposte cellulari proliferative. La categoria dei tessuti a cellule perenni era
Differente e peculiare è il ricambio cellulare considerata priva di ogni possibilità o capacità di
negli organi genitali, sopratutto per la loro funzio generazione/ricambio cellulare; essendo per essi
ne di gametogenesi. Nel testicolo in particolare la considerato unico evento riparativo possibile la
produzione delle cellule terminali labili, gli sper- sostituzione connettivale, quindi la cicatrice
matozoi, cellule che sono postmitotiche, differen (Figg. 4 e 5). La dimostrazione, anche in questi tes-
Introduzione ss 27
Modalità possibili di recupero delle perdite cellulari-parenchimali in tessuti a cellule stabili e pérenni
l
Conseguenze: Danno anatomico-funzionale
persistente e inemendabile.
Cicatrizzazione
Es.: fibrosi polmonare; cirrosi epatica;
nefrosclerosi; gliosi sostitutiva;
flogosi e fibrosi evolutive
come tbc cronica per flogosi,
autoimmune come tiroiditi croniche,
surrenaliti destruenti, ecc.
sede di produzione delle cellule che rivestono la rivestimento della cornea; le cellule del canale di
mucosa; l'istmo nelle ghiandole gastriche; il rigon Hering per gli epatociti.
fiamento o tubercolo epiteliale del follicolo pilifero H rinnovamento cellulare, continuo o disconti
nella cute (Figg. 14 e 15); il limbo per l'epitelio dì nuo che sia, è legato alla produzione e liberazione,
Cicatrizzazione
Reinnervazione
Rigenerazione circolo
linfatico
Neovascolarizzazione
Rimozione del coagulo
Riepiteìizzazione
Coagulazione
Epidermide:
strato corneo
Epidermide:
strato germinativo
D erm a
Ipoderm a
Ferita limitata a margini giustapposti, con
riparazione e reintegro della struttura
danneggiata e della normale integrità Ampia ferita a margini irregolari, tale da non consentire
anatomica e funzionale i! recupero della integrità sia anatomica che funzionale
Fig. 7 - Modalità deila riparazione di lesione cutanea con resti Fig. 8 - Schema che rappresenta la riparazione per sostituzio
tutio ad integrum, o per prima intenzione: recupero dell'integri ne connettivale con cicatrizzazione - guarigione per seconda
tà anatomica e funzionale delle perdite cellulari e tessutali intenzione -, di una lesione cutanea estesa, o lacero-contusa,
quando limitate (Da Pontieri e coll., Piccin, 2005). con perdita consistente di epidermide e di derma
(Da Pontieri e coll., Piccin, 2005).
Riepiteiizzazione
Escara Angiogenesi
Deposizione
coiìagene Ili
Regressione
rete vascolare
Fig. 9 - Rappresentazione schematica degii eventi che si susseguono nella riparazione cicatriziale di lesioni cutanee con perdita di
tessuto, come nelle ferite lacero-contuse.
correlativa, di fattori di crescita capaci di stimolare Anche i fattori, eventi, comunque le cause, che
direttamente la proliferazione cellulare o di attivare possono compromettere o arrestare il ricambio cel
sulla loro superficie cellulare recettori per molecole lulare sono molte e riproducibili sperimentalmente,
che, a loro volta, avviano le sintesi dei metaboliti con farmaci capaci di arrestare o rallentare i proces
necessari. Sono oggi una vera moltitudine i fattori si replicativi (Baserga, Mariuzzi: 1953-1957). Sono
di crescita, le citochine, i componenti della matrice condizioni, non solo sperimentali ma di facile
extracellulare che partecipano, condizionano o riscontro nella patologia umana e causate, soprat
determinano il ricambio cellulare e gli eventi delle tutto, ma non solo, da farmaci attivi nel compro
riparazioni cellulari ad essi connessi. mettere il ricambio cellulare e perciò responsabili di
30 & Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule staminali
Agente: ferenziano per dare origine, attraverso i precursori
di specifiche linee differenziate, alle cellule mature,
come sono quelle di superficie della mucosa intesti
Morbo di nale o della cute.
Parkinson
Morbo di Una delle maggiori rivoluzioni scientifiche cui si
Alzheimer è assistito negli ultimi anni è stata l'estensione, oltre
A . t»
oorea 01 i limiti del sistema emopoietico, del concetto di
Huntington organizzazione gerarchica di proliferazione e matu
Meningiti razione delle cellule contenute all'interno di un
ipossie/ /
ictus / / a organo, come a suo tempo suggerito da Baserga,
Mariuzzi e coll, per il ricambio cellulare della
______ s . mucosa intestinale.
•.Traumi
Il modello di riferimento assunto è quello del
midollo osseo, che non è l'unico sistema di cellule
staminali dell'adulto. Corollario dell'ipotesi di par
tenza è stato il criterio che la generazione delle cel
lule mature di un organo avviene a partire da ele
menti immaturi, considerati fenotipicamente non
sempre identificabili e denominati progenitori o
precursori di linee cellulari specifiche. In sostanza
esistono differenti classi di cellule staminali, inte
grate nei diversi organi, che sono commissionate
per la produzione di tutte le linee cellulari costi
Fig. 10 - Schema che riassume i danni del sistema nervoso, tuenti l'organo in cui risiedono.
riparati per sostituzione gliale di perdite cellulari-tessutali
(Da Pontieri e coll., Piccin 2005). Se tale passaggio logico è avvenuto naturalmen
te ed è stato accettato senza critiche nel caso di
quadri di patologia umana definibile come patolo organi ad alto turnover, quali intestino e cute,
gia arigenerativa iatrogenica. (Si veda oltre). altrettanto non si può dire per organi a basso ricam
Le staminali, nel riparare le perdite cellulari, bio, quali il cuore e l'encefalo, in cui gli eventi del
possono recuperare anche l'organizzazione struttu ricambio cellulare, le mitosi, non sono affatto evi
rale e funzionale propria del tessuto danneggiato, denti e neppure evidenziabili con i metodi citologi
recupero che si attua con modalità diversificate nei ci usuali.
singoli tessuti. La dimostrazione del potenziale di crescita di
Molte e promettenti sono oggi le ricerche ed i tali organi, considerati per lungo tempo definitiva
risultati già ottenuti; ricerche che vedono impegnati mente differenziati - stabili o a cellule perenni - , ha
ovunque ricercatori di quasi ogni disciplina. Sono richiesto l'accumulo di una notevole quantità di
ricerche finalizzate alla identificazione di metodi apporti sperimentali, alla fine decisivi.
che possano incrementare le già larghe possibilità di In seguito, ed in analogia col sistema emopoieti
miglioramento delle terapie oggi disponibili, e che co, diversi ricercatori hanno potuto consolidare le
sono ritenute sufficienti per ogni evenienza patolo loro ipotesi mettendo a punto tecniche di trapianto
gica, anche se la sufficienza sembra debba restare un di cellule staminali per trattare quadri clinici di
obiettivo irraggiungibile, almeno quando si propon patologie per le quali era appunto richiesta una
ga di pervenire ad un qualche genere di "eternizza- rigenerazione cellulare per sostituire cellule termi
zìone": si deve infatti tener presente che anche il nali differenziate: così è stata aperta la strada a
ricambio cellulare e le cellule staminali hanno, in quella branca della medicina che va oggi sotto il
concreto, la loro senescenza ed un termine. nome di medicina rigenerativa, termine consonante
con quello di patologia arigenerativa (si veda oltre).
La seconda scoperta cruciale, nell'ambito della
| Le cellule staminali fisiologìa del ricambio cellulare, è avvenuta proprio
grazie a questo genere di esperimenti. L'analisi dei
A. Beltrami risultati ottenuti dal trapianto di cellule staminali
Definizione ha dimostrato, infatti, che queste possiedono poten
zialità differenzia tive più ampie del previsto, feno
Le cellule staminali sono elementi poco rappre meno espresso dal concetto di "plasticità delle cel
sentati nella composizione cellulare dei vari tessuti, lule staminali" .
il cui ciclo è per lo più protratto nel tempo; sono Concetti e scoperte salutate con entusiasmo per
capaci di dividersi asimmetricamente per generare due ragioni: da un lato il superamento di un dogma
altre cellule staminali (autorinnovo) nonché le cel biologico consolidato (che distingueva ì tessuti in base
lule destinate alla maturazione (progenitori). Que alla loro derivazione da un particolare foglietto
sti ultimi elementi proliferano rapidamente e si dif embrionale); dall'altro l'identificazione della possibi
Le cellule staminali ® 31
lità.di ovviare ai problemi, anche complessi, inerenti direttamente dall'embrioblasto senza l'intervento
l'uso di cellule staminali embrionali, quale fonte cel di agenti immortalizzanti o trasformanti. Esse pos
lulare da utilizzare in medicina rigenerativa, sfrut sono essere propagate come culture di cellule sta
tando la plasticità propria dai tessuti dell'adulto. minali omogenee ed espanse senza limite apparen
te, mantenendo un cariotipo euploide stabile. Tali
cellule restano pluripotenti e conservano anche la
Fisiologia delle cellule staminali
capacità di generare un intero embrione (placenta
Negli ultimi anni sono state date numerose defi esclusa) anche dopo culture prolungate e diverse
nizioni di cellu la stam in ale. Un completo accordo manipolazioni in vitro. Pertanto, esse sono capaci
non è stato ancora raggiunto, ma numerosi Autori di reintegrarsi interamente nell'embriogenesi,
sono disposti ad accettare criteri stringenti e rigoro dando luogo a tutti i tipi cellulari; ma solo se rei
si: una cellula staminale è una cellula dell'embrione niettate in ima blastocisti. Proprietà che rappresen
(ESC o E S), del feto (FSSC) o dell'adulto (ASSO che ha, ta il presupposto scientifico per la creazione di ani
in certe condizioni fisiologiche o sperimentali, la capaci mali transgenici. Infatti le cellule staminali embrio
tà di riprodurre se stessa per lunghi periodi o, nel caso nali non sono considerate di per sé embrioni. Esse
delle cellule staminali adulte, per tutta la durata di vita acquisiscono un'intensa potenzialità di crescita e di
dell'organismo. Infine, essa è m ultipotente, cioè una auto-rinnovamento grazie a particolari tecniche di
singola cellula staminale può dare orìgine a numerosi cultura in vitro, poiché, come menzionato in prece
tipi di cellule specializzate. d e n z a , in condizioni fisiologiche, nell'embrione in
via dì sviluppo, l'embrioblasto si differenzia spon
® Cellule stam in ali em brionali: la definizione di
taneamente. Cellule derivate da esso persistono in
cellula staminale embrionale comprende di fatto
uno stato indifferenziato solo in condizioni patolo
due categorie di cellule: l'em brioblasto e le ES pro
giche (teratomi e carcinomi embrionali).
priam ente dette o anche Cellule Stam inali Totipo
tenti (CST) ovvero le linee cellulari ottenute in • Cellule stam in ali dell'adulto (CSA): sono ele
vitro per disgregazione della blastocisti. menti che si ricavano da tessuti degli animali adul
Durante la fase iniziale (pre-impianto) dello svi ti, ma che possiedono proprietà delle cellule stami
luppo, lo zigote si divide generando cellule, i bla nali: possono trovarsi integrate nell'architettura
stomeri, che si organizzano a costituire una masse- degli organi (cellule staminali residenti) o circolare con
rella solida di embrioblasti, denominata morula (IV la corrente sanguigna (cellule staminali circolanti).
giorno post-fecondazione). I blastomeri /embrio
• Cellule stam inali residenti (CSR): questa catego
blasti sono cellule totipotenti capaci di generare
ria comprende un gruppo di cellule indifferenziate
tutti i tessuti dell'embrione (compresa la placenta).
rare, a ciclo lento, con elevate potenzialità clonogeni-
Dall'ingresso della morula in cavità uterina (al 4°
che (cioè capaci di formare colonie di cellule conte
giorno dalla fecondazione, 8-16 blastomeri) all'inter
nenti altre cellule staminali insieme a progenitori e
no della massa dei blastomeri compare ima fessura
precursori): si trovano in tessuti differenziati, si auto-
semilunare che si riempie progressivamente di
rinnovano, e contribuiscono al normale ricambio cel
liquido (blastocele), si amplia rapidamente e viene
lulare degli organi nei quali risiedono; ad es. nella
delimitata da un unico strato di cellule più periferi
mucosa ileale, che viene rinnovata con continuità in
che: il trofoblasto. Si forma così la blastocisti (5°gior-
poche ore. Le cellule staminali adulte possono, quin
no post-fecondazione, 12 cellule), che al suo interno
di, dividersi asimmetricamente generando, assieme a
contiene una masserella (inner celi mass) di cellule
cellule indifferenziate dello stesso tipo, anche le cel
pluripotenti da cui originano tutti gli organi ed i tes
lule progenitrici proliferanti attivamente con restri
suti dell'embrione (esclusa la placenta).
zione di linea differenziativa (lineage-restricted).
Il processo di sviluppo dell'embrione contìnua
Queste diventano precursori commissionati per
con la proliferazione, il commissionamento, la segre
generare alla fine, e con arresto di crescita, cellule
gazione e la maturazione dei vari elementi derivati
con differenziazione terminale morfologica e fun
dall'embrioblasto. Questo processo porterà alla for
zionale (cellule di superficie o di rivestimento, sem
mazione di cellule, tessuti ed organi, fra loro del tutto
pre nel caso della mucosa intestinale o delle muco
differenziati, passando attraverso stadi intermedi di
se genitali). Una chiara dimostrazione dell'esisten
maturazione: progenitori multipotenti, tripotenti,
za delle cellule staminali adulte residenti è stata
bipotenti fino allo stadio di precursori unipotenti.
ottenuta in diversi organi: midollo osseo, fegato,
La perdita progressiva della potenzialità diffe-
cute, rivestimento epiteliale del tratto gastrointesti
renziativa da parte delle cellule dell'embrioblasto è
nale, delle vie genitali, limbus corneale, retina, cer
un fenomeno complesso dove pare giochino un
vello, muscolo scheletrico, polpa dentaria, pan
ruolo rilevante modificazioni epigenetiche quali la
creas, miocardio, ecc.
metilazione del DNA e l'acetilazione degli istoni e
la perdita dell'espressione di fattori trascrizionali • Cellule stam in ali m idollari (CSM): il modello
quali Oct-4 e Rex-1. valido per rappresentare caratteri, citotipi, ruolo e
Le ES propriamente dette, di contro, sono linee funzioni del sistema staminale è quello del sistema
di cellule stam in ali pluripotenti (C.S.P.) derivate ematopoietico.
32 s Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule staminali
E6.5 E8.5 .£ 1 0 .5 •:v: £ 1 2 .5 : E 14.5 ■ £ 1 6 . 5 E1S.5 Nascita
- I ■ ■Vi :
Fig. 11 - Rappresentazione
schematica delie modificazioni
dei maggiori siti emopoietici
durante lo sviluppo embriona
le di mammiferi. L'ematopioesi
origina dal sacco vitellino (SV)
per spostarsi al fegato e da qui
al midollo osseo. Durante il
periodo di transizione fra emo
poiesi extraembrionaria ed
intraembrionaria la zona
Aorto-Gonadica-Mesonefrica
(AGM) e la SplancnoPleura
Para aortica (PSp, non rappre
sentata in figura} sono sede di
emopoiesi. Tratto da: Baron
'primitiva MH: Embryonic origins of
mammaiian hematopoiesis.
Experimental Hematology 31
'definitiva' (2003) 1160-1169.
LT-HSC £ Cellula
Staminale
Emopoietica
ST-HSC
£
1
Progenitore
MPP Multi potente
Mieloide Linfoide
[Progenitore ---------V Progenitore
CFU-GEMMflHpMieloide- Linfoide
Comune Comune Progenitore
f ..... ................... ..... I f ▼.........:
Commissionato
MEP GMP
T
BFU-E CFU-meg CFU-M CFU-G CFU-Eo CFU-Baso 1 Pre-B
▼ *
Fig. 13 - Gerarchia concettuale dì cellule staminali emopoietiche. LT-HSC: cellule staminali emopoietiche con capacità di auto
mantenimento a lungo termine; ST-HSC: cellule staminali emopoietiche con capacitò di automantenimento a breve termine; MPP:
progenitore multipotente; CFU: unità formante colonia CFU-GEMM: CFU granuio-eritro-megacario-monocitica; MEP: progenitore
megacario-eritrocitico; GMP: progenitore granulo-monocitico; BFU-E: unità formante colonia con capacità di crescita esplosiva eri
troide; CFU-E: CFU eritroide; CFU-Meg: CFU megacariocitaria; CFU-M: CFU monocito-macrofagica; CFU-G: CFU granulocito neu-
trofila; CFU-Eo: CFU granulocito eosinofila; CFU-Baso: CFU granulocito basofila.
34 Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule staminali
sono destinati a differenziarsi negli elementi eritroide oltre a rare cellule capaci di ricostituire
differenziati del sistema emolinfopoietico. l'emopoiesi in accettori secondari (Becker et al.
I meccanismi precisi che regolano l'auto-mante- 1963, Wu et al. 1968).
nimento delle cellule staminali, così come l'esisten In seguito la dimostrazione della clonogerdcità è
za e la natura delle cellule più primitive ed i rap stata ottenuta anche attraverso esperimenti di mar
porti tra queste ultime ed altri tipi cellulari, sono catura tramite retrovirus. Negli anni è stata investi
tutti problemi estremamente dibattuti e sui quali gata a lungo la possibilità di arricchire le cellule sta
non esiste ancora un accordo unanime. minali con metodi diversi che si basavano su:
In assenza di eventuali, danni di rilievo, il pool dimensioni e densità (centrifugazione in gradiente
di cellule staminali ematopoietiche rimane piutto di densità ed elutriazione), iniezione di farmaci atti
sto costante. Ciò implica che circa la metà delle vi sul ciclo cellulare (quali il 5-fluoro-uracile) ed
divisioni cellulari serve per l'auto-mantenimento immunofenotipo (citofluorimetria). Quest'ultimo
del citotipo. Sebbene alcuni studi abbiano dimo metodo, nel modello sperimentale murino oggi
strato la possibilità di indurre alla proliferazione in molto utilizzato, ha consentito di individuare
vitro cellule staminali emopoietiche primitive tra numerosi marcatori capaci di identificare la frazio
mite particolari cocktail di citochine, nella maggior ne cellulare (Lin- /lG, c-Kit+, Sca-1+, T h y l.l10) con
parte dei casi questo provvedimento conduce alla tenente tutte le cellule capaci di ematopoiesi.
differenziazione o alla morte delle cellule più pri Alcuni di questi dati sono stati facilmente ed
mitive. Recentemente, è stato tuttavia dimostrato utilmente traslati all'uomo; altri, purtroppo, non
che alcuni fattori chiave nella regolazione del desti sono direttamente trasferibili alla nostra specie. Ad
no cellulare (tra cui: Wnts, Notch e Sonic hedgehog esempio, il principale marcatore di cellule stamina
-Shh-) sono capaci di espandere ex-vivo le cellule li nell'uomo (CD 34) è negativo o espresso ad inten
più potenti. sità bassa (indeterminabile in citofluorimetria) nel
Lo studio e la separazione delle diverse classi di topo adulto. Molto importante è sottolineare che è
cellule staminali e progenitori si sono ottenuti tra stato identificato anche l'immunofenotipo della
mite una serie di saggi in vivo ed in vitro. progenie più differenziata delle cellule staminali
La natura della cellula staminale primitiva è, (progenitori e precursori) e ciò si è rivelato essere
infatti, talmente sfuggente che la definizione più un ausilio importante nello studio delle malattie
rigorosa è ancora funzionale più che morfologica o onco-ematologiche.
immuno-fenotipica. L'identificazione e la caratterizzazione di cellule
Nel 1949 Jacobson e collaboratori scoprirono che staminali emopoietiche umane è stata ostacolata
l'aplasia midollare fatale conseguente alLirradia- dalla mancanza di saggi ottimali, I test in vitro,
zione letale di un topo poteva essere evitata scher infatti, sono capaci di dimostrare solamente i pro
mando la milza dell'animale (che continua ad esse genitori più attivati e le cosiddette long terni culture
re un organo ematopoietico anche nell'animale initiating cells (LTC-IC), ovvero i progenitori quie
adulto). Nel 1951 i gruppi di Jacobson e Lorenz scenti capaci dì automantenimento e di differenzia
dimostrarono che l'iniezione di cellule spleniche o zione multilinea. L'impossibilità dì utilizzare saggi
midollari potevano salvare animali irradiati con in vivo nell'uomo, per ovvi motivi etici, impedisce
dosaggi letali. La presenza di cellule staminali e di dimostrare, nelle cellule da analizzare, una capa
progenitori ematopoietici era evidenziata anche cità di auto-mantenimento duratura ed una diffe
dalla formazione di colonie miste clonogeniche renziazione multi-linea comprendente anche la
(composte da granulociti, macrofagi e cellule eri- linea T linfocitìca.
troidi) nella milza di topi irradiati ed iniettati con Si è perciò ricorso a xenotrapianti in modelli ani
cellule midollari. Le cellule fondatrici di noduli mali dotati di due caratteristiche fondamentali:
splenici in questo modello sperimentale furono mancanza di rigetto e presenza di un microambien
definite CFU-S (colony forming units-spleen). te permissivo per l'attecchimento e la differenzia
Occasionalmente CFU-S si possono formare da zione multilinea. I primi modelli che sembravano
cellule ulteriormente trapiantabili e capaci di rico soddisfare queste caratteristiche erano i topi SCID
stituire il sistema ematopoietico in un secondo ani (che mostrano un difetto cellulare B e T) ed i topi
male irradiato. L'origine clonale delle cellule ema beige/nude/xid (bnx) (che hanno un difetto T, B ed
topoietiche fu dimostrata inizialmente da studi di NK). Tuttavia, in questi animali, i macrofagi e le cel
Till, McCulloch, Wu e Becker tra il 1961 ed il 1963. lule NIC rimanenti potevano ancora rigettare le cel
Nei loro esperimenti, markers cromosomici casua lule trapiantate. Per ovviare questo inconveniente,
li venivano generati a seguito dell'irraggiamento topi SCID furono incrociati con topi NOD, che
del midollo del donatore. Colonie di cellule figlie mostravano difetti in queste due ultime categorie di
(identificate grazie alla condivisione del marcatore cellule. Grazie alla capacità di attecchimento 10-20
cromosomico) generate da un singolo precursore volte migliore di quella osservata nei topi SCID e
clonogenico venivano ritrovate nella milza di grazie anche a diversi altri vantaggi pratici, il
accettori condizionati. Tali cellule contenevano modello NOD-SCID è quello più comunemente uti
sempre cellule capaci di differenziamento mielo- lizzato per studiare l'ematopoiesi umana in model-
Le cellule staminali « 35
li in vivo. Le cellule dotate di capacità di attecchi in seguito all'attivazione (mobilizzazione con G-CSF
mento in questi animali sono chiamate "SCID repo- o 5-fluorouracile). E importante sottolineare che
pulating cells" o SRCs. notevoli differenze inter-specie esistono nella regola
Un modello animale più vicino all'uomo è stato zione dell'espressione del CD34.
sviluppato da Zanjard e collaboratori: consiste nel Più di recente sono stati utilizzati altri marcatori
l'iniezione intraperitoneale di cellule ematopoieti capaci di identificare cellule più primitive e condi
che umane in feti ovini non condizionati. I vantag visi tra uomo e topo (es.: la capacità di estrudere
gi offerti in questo caso sono: Io sviluppo di tutte le coloranti vitali e la positività per il CD133).
linee emo-linfopoietiche e l'attechimento duraturo
® Progenitori em atopoietici: l'esistenza di proge
(fino ad alcuni anni).
nitori clonali commissionati in senso mieloide e lin
Dalla sperimentazione animale si è quindi evin
foide è stata a lungo ipotizzata, ed inizialmente
to che l'antigene CD34 è il principale marcatore dimostrata, nel modello murino. Nell'uomo, tutti i
positivo per le cellule staminali e per i progenitori progenitori bipotenti linfo-mieloidi sono compresi
umani. CD34 è anche espresso sulle cellule endote- nella frazione CD34+CD38- .
liali dei piccoli vasi ed è un ligando della selectina- L'immunofenotipo del potenziale progenitore
L (CD62L). La funzione biologica di questo antige comune linfoide (CLP) umano è: Lin_C D 34+
ne è ancora poco chiarita sebbene paia coinvolto CD38 CD10+. Secondo alcuni Autori le cellule
nell'adesione cellulare al microambiente. Di tutte le CD34+CD38 CD7+ sarebbero CLP ancor più pri
cellule ematopoietiche midollari, la frazione espri mitivi; in questo caso non è però stata testata la
mente CD34 è lo 0,5-5%. generazione di linfociti T.
Delle cellule CD34+, solo la piccola frazione (1- Le cellule CD34+CD38_CD7+ possono essere
10%) che non esprime né marcatori di maturazione ulteriormente suddivise sulla base dell'espressione
(Lin~: CD3, CD4, CD8, CD19, CD20, CD56, C D llb, di CD10 ed IL-7Rcc. La frazione CD10[oIL-7Ra+ è
CD14 e CD15) né il CD38 contiene cellule clonoge- fortemente arricchita in progenitori linfocitari B clo
niche capaci di differenziazione linfoide (B/NK) e nali.
mieloide in vitro. La maggior parte delle cellule Per la differenziazione mieloide precoce, si iden
CD34 positive (90-99%), infatti, coesprime l'antige- tificano tre popolazioni cellulari:
ne CD38 e questo sottoinsieme contiene la maggior
parte dei progenitori commissionati. Le cellule - i progenitori mieloidi comuni (CMPs)
CD34+CD38~, invece, sono fortemente arricchite in CD45RA_IL-3Raio,
LTC-IC e SRCs. - i progenitori granulo-monocitari (GMPs)
Nonostante ciò, la frazione cellulare CD34+CD38_ CD45RA+IL-3Rafé ed
è piuttosto eterogenea per marcatori di superficie e
funzioni biologiche. Per tale ragione si è deciso di - i progenitori megacario-eritrocitari (MEPs)
indagare altri possibili marcatori. CD90 (Thy-1) è CD45RA“IL-3Ror
uno di questi: una singola cellula Lin CD34+CD90+ • I precursori em ato p oietici sono le cellule midol
può generare linfociti B e cellule mieloidi in coltura, lari che possono essere identificate morfologica
mentre sono necessarie solamente IO4 cellule dotate mente come facenti parte di una specifica linea dif-
di tale fenotipo per ottenere lo stesso effetto in topi ferenziativa ematopoietica.
SCID. In particolare vengono distinti:
La più alta attività LTC-IC e SRC è, invece,
descritta nella frazione di cellule midollari - precursori eritroidi: i precursori degli eritrociti o
CD34+KDR(VEGFR2)+. eritroblasti; esistono perlomeno cinque genera
Sebbene sia noto che, perlomeno alcune cellule zioni di eritroblasti tra i progenitori eritroidi non
staminali ematopoietiche murine, siano CD34- /10, morfologicamente riconoscibili, oltre alle cellule
l'identificazione di cellule umane Lin_CD34“CD38_ mature. Gli eritroblasti si sviluppano in stretta
con attività SRC sorprese la maggior parte dei ricer prossimità con un macrofago i cui processi cito
catori di base e clinici. Sebbene cellule plasmatici abbracciano i singoli precursori eri
Lin_ CD34_ CD38_ non contengano progenitori troidi. Diverse generazioni di eritroblasti sono
maturi e precursori (colony foming cells o CFC), esse associate ad uno o più macrofagi e l'intero com
possono generare in vivo ed in vitro cellule CD34+ plesso di cellule è noto come isolotto eritroblastico.
capaci di generare CFC. Ciò suggerisce che le cellule Gli eritroblasti sono convenzionalmente suddi
CD34~ siano a monte delle cellule CD34+ e potrebbe visi in quattro categorie: proeritroblasti, eritro
far sorgere il dubbio che ai pazienti trapiantati con blasti precoci (o basofili), intermedi (o policro-
cellule positive non siano state somministrate abba matofili precoci) e tardivi (o policromatofili tar
stanza cellule negative e che ciò possa essere la causa divi). Nella tabella 5 sono schematizzate le carat
del mancato attecchimento tardivo. Le cellule emato teristiche citologiche degli elementi più immatu
ri della linea differenziativa eritroide;
poietiche di topi normali giovani sono principalmen
te CD34+, mentre quelle dell'adulto sono prevalen - precursori granulo citici, esistono perlomeno
temente negative. Esse, però, acquisiscono l'antigene quattro generazioni cellulari dal precursore
36 - Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule staminali
Proeritroblasto 12-20 |.im Grande e rotondo con cro intensamente basofilo con un
matina granulare contenente alone pallido perinucleare
diversi nucleoli
Eritroblasto precòce. Minori dimensioni rispetto ai Rapporto nucleo/citoplasma Citoplasma i nten sa mente
o basofilo proeritroblasto (N/C) inferiore al proeritro basofilo; può essere presente
blasto; cromatina granulare alone perinucleare
senza nucleoli visibili
Eritroblasto intermedio : Di dimensioni ancora minori Rapporto N /C ancora infe Citoplasma meno basofilo. Più
o policromatofilo precoce rispetto al proeritroblasto riore rispetto-al proeritrobla numerosi degli eritroblasti
sto; cromatina azzollata precoci
senza nucleoli visibili
Eritroblasto tardivo ^ Di dimensioni ancóra minori Rapporto N /C inferiore Citoplasma solo debolmente
opolicromatofilotardivo e di numero maggiore ri spet rispetto agli intermedi; cro basofilo e debolmente roseo
to agli intermedi, solo poco matina più azzollata come conseguenza dell'accu
più grande dei globuli rossi mulo di emoglobina
maturi
Reticolociti -l. DÌ dimensioni lievemente Assente Contiene ancora una piccola
maggiori rispetto agli eritro quota di sostanza basofila
citi maturi (RNA ribosomiale) che si colo
ra con blu di metilene
Mieloblasto 12-25 um, di Nucleo rotondo od ovalare, cromati Da debolmente a fortemente basofilo. Al
forma più irrego na fine ed omogeneamente dispersa microscopio ottico non si evidenziano granu
lare rispetto ad un contenente diversi nucleoli lazioni, ma nel contesto della mielopoiesi
proeritroblasto patologica possono essere cellule granulate,
Promielocito 15-30 um Nucleo lievemente indentato, nucleo Lievemente basofilo. Contiene una zona di
lato ■■ . . Golgi e numerosi granuli primari 0 azzurrofi-
li; cominciano a comparire le granulazioni
specifiche. Positivi alla perossidasi, al Sudan B
ed alle esterasi
Mielocito 10-20 Nucleo rotondo od ovalare, parziale Citoplasma meno basofilo. Possono essere
condensazione cromatinicd ed chiaramente distinti granuli specifici neutrofili,
assenza dei nucleoli eosinofili e basofilt (ai color lilla, arancione 0
rosso e porpora, nei preparati colorati con il
May-Grùnwald-Giemsa)
Metamielocito 10-12 ^m Nucleo marcatamente indentato 0 Citoplasma con caratteristiche intermedie fra il
reniforme, cromatina addensata mielocito e le forme mature
monocito-granulocitario non riconoscibile mor cellule sono capaci di divisioni cellulari. Dai mie
fologicamente al granulocito maturo. La prima lociti più maturi originano i metamielociti, cellu
cellula granulopoìetica riconoscibile è il mielobla- le incapaci di divisioni mitotiche, da cui per diffe
sto, cellula ancora capace di dividersi e dalla cui renziazione derivano i granulociti maturi. Il
maturazione deriva il promielocito. Anche queste midollo è la principale riserva di neutrofili matu
ultime cellule sono capaci di dividersi e matura ri. Nella tavola 6 sono schematizzate le caratteri
no in mielociti. Esistono almeno due generazioni stiche citologiche degli elementi più immaturi
di mielociti per cui perlomeno alcune di queste della linea differenzia ti va granulocitica.
Le cellule sfaminoli & 37
- precursori m ono citic i: i memoriti derivano da un te dai basofili per le caratteristiche nucleari e per il
progenitore in comune con i granulociti. Il più fatto che i granuli non oscurano mai il nucleo.
immaturo precursore riconoscibile morfologica
® Precursori linfocitici: i linfociti B e T condivido
mente è il monoblasto, una cellula più grande di
no un'origine comune fra loro e con le cellule mie-
un mieloblasto con un citoplasma più abbon
ioidi. Il midollo contiene sìa precursori (più abbon
dante, variabilmente basofilo e dotato di un
danti quelli della lìnea T) sia cellule mature (più
nucleo rotondo o lobulato.
abbondanti quelle della linea B).
I monoblasti sono capaci di dividersi e di matu I linfociti midollari sono cellule di piccole
rare in promonociti, cellule di dimensioni simili ai dimensioni con un rapporto N/C elevato, essendo
promielociti, dotate di granulazioni citoplasmati scarso il citoplasma basofilo. I nuclei mostrano un
che e di un certo grado dì lobulazione nucleare, I certo grado di condensazione cromatinica, ma que
promonociti maturano in monociti che migrano sta appare più diffusa di quella dei linfociti perife
rapidamente nel sangue periferico. I monociti rici. La presenza dì queste cellule nel midollo dimi
hanno un diametro di 10-20 firn, sono dotati di un nuisce con l'età passando dal 30-50% delle cellule
nucleo lobulato e di un abbondante citoplasma nucleate dell'infanzia al 15-25% di quelle dell'età
debolmente basofilo, che può contenere un piccolo adulta. Se il sangue midollare non è contaminato da
numero di granuli azzurrofili. I monociti nel midol sangue periferico, essi rappresentano circa il 10%
lo maturano in macrofagi. delle cellule nucleate. Il sangue midollare di bambi
Queste cellule sono di grandi dimensioni (20-30 ni con varie patologie può contenere un significati
¡im), di forma irregolare, con un basso rapporto N/C vo numero di cellule immature con caratteristiche
ed abbondante citoplasma basofilo. Quando relati tipiche dei linfoblasti leucemici.
vamente immaturi, possono avere un nucleo ovale Le plasmacellule, invece, sono rare nel midollo
con cromatina finemente diffusa. Quando maturi, il normale (<1% delle cellule nucleate). Sono cellule
nucleo è più piccolo e condensato ed il citoplasma caratteristiche con dimensioni di 15-20 juim, nucleo
può contenere gocciole lipidiche, cellule in degene eccentrico e citoplasma basofilo con una zona di
razione e detriti amorfi. Sia i monociti che i loro pre Golgi paranucleare prominente. Il citoplasma può
cursori sono cellule piuttosto rare nel midollo. contenere vacuoli ed a volte si colora di rosa con il
® Precursori m egacariocitici: in un midollo nor May-Grünwald-Giemsa. La cromatina è azzollata
male la cellula più precoce della lìnea megacarioci- ed assume in istologia il caratteristico aspetto a
taria, morfologicamente riconoscibile, è lo stesso ruota di carro.
megacariocito. • Cellule stam in ali m esenchim ali. L'identificazio
Fa eccezione l'ematopoiesi anormale: in questo ne della natura delle cellule coinvolte nella ripara
caso può a volte essere identificato un precursore zione cicatriziale e nella guarigione delle ferite è
megacariocitario di. dimensioni e morfologia simile sempre stato argomento di estremo interesse scien
ad un mieloblasto, un megacariocito. I megacarioci- tifico. Molto precocemente ci si accorse che in que
ti vanno incontro a poliploidizzazione mentre sti processi erano coinvolte due classi di cellule:
maturano, fino a generare cellule di grandi dimen quelle ematiche ed i fibroblasti residenti.
sioni (30-160 |im) con un'ampia eterogeneità di Nel 1867 Cohnheim suppose che i monociti del
dimensioni cellulari e di ploidia. I megacariociti sangue periferico potessero generare i fibroblasti
possono essere classificati sulla base delle caratteri coinvolti nella riparazione cicatriziale. Nonostante
stiche nucleari e citoplasmatiche in tre stadi di sia passato più di un secolo dalla formulazione di
maturazione: i megacariociti del I gruppo hanno un questa ipotesi, la possibile origine midollare dei
citoplasma molto basofilo ed un rapporto N/C ele fibroblasti presenti nelle cicatrici continua ad essere
vato; i megacariociti del II gruppo hanno un cito a tutt'oggi motivo di dibattito. Negli anni '30 Hug-
plasma meno basofilo contenente alcuni granuli gins, studiando sperimentalmente l'osteogenesi,
azzurrofili e con un più basso rapporto N/C, i osservò la formazione di osso ectopico conseguente
megacariociti del III gruppo hanno un abbondante
al trapianto in sede vescicale di tessuto fasciale, sol
citoplasma lievemente basofilo contenente molti
levando questioni circa l'origine delle cellule osteo-
granuli azzurrofili. Questo ultimo gruppo di cellu
geniche.
le è costituito da cellule mature capaci di produrre
Naturalmente, con lo sviluppo di nuove tecni
piastrine ed incapaci di sintetizzare DNA.
che e di nuovi metodi di studio, non solo tissutali,
• P recu rsori m astocitici: i mastocìti derivano ma anche cellulari e molecolari, le conoscenze sul
dalla cellula staminale mieloide multipotente. turnover cellulare si stanno ampliando enorme
Negli strisci midollari esse appaiono come cellule mente. Ciò che appare sorprendente, però, è che già
ovali o allungate di dimensioni variabili da 5 a 25 all'inizio del XX secolo molti dei concetti e delle
|im. Il nucleo è centrale, relativamente piccolo e domande fondamentali circa la rigenerazione tissu-
rotondo od ovale. Il citoplasma è stipato di granuli tale, il de-differenziamento e la mobilizzazione di
che assumono color viola con la colorazione di cellule residenti quiescenti erano state già poste.
Romanowsky. Queste cellule possono essere distin Come descritto nel precedente paragrafo, gli
38 & Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule staminali
esperimenti sui trapianti di midollo dimostrarono capacità di differenziarsi, in maniera non ortodossa,
che le cellule staminali ematopoietiche risiedevano verso linee maturative ectodermica ed endodermi-
nella frazione cellulare non-aderente. Altri studi ca. Questa proprietà, ancora controversa delle cel
effettuati fra gli anni '50 e '60 dimostrarono inoltre lule staminali e che prende il nome di plasticità,
il rimarchevole potenziale osteogenico di cui sono verrà affrontata alla fine e più approfonditamente
dotate le cellule midollari qunado trapiantate in un in un apposito paragrafo.
sito ectopico.
Le cellule dotate di tale attività furono descritte @ Cellule stam in ali dell'intestino. Il turnover delle
inizialmente dai lavori pioneristici di Friedenstein cellule epiteliali del tratto gastrointestinale è un pro
che dimostrò la formazione, a partire da colture di cesso costante che porta, in condizioni basali, alla
midollo intero, di colonie di cellule aderenti alla completa sostituzione del rivestimento epiteliale
plastica, cellule fibroblastoidi (Colony Forming intestinale in 2-7 giorni. Tale processo è regolato
Unit-Fibroblast o CFU-F). Tali cellule potevano dalla presenza di una classe di cellule staminali
essere espanse estensivamente in vitro e generava multipotenti, capaci di generare i quattro principali
no osso in vitro ed in vivo. tipi cellulari epiteliali presenti nel tratto gastrointe
L'isolamento e la crescita di cellule staminali stinale (le cellule colonnari, le cellule secementi
mesenchimali fu effettuato in maniera metodica da mucina, le cellule endocrine e le cellule diPaneth).
Caplan verso la fine degli anni '80, ciò grazie anche Sia l'esatta natura che la localizzazione delle cel
ad una revisione delle procedure impiegate nell'i- lule staminali intestinali sono ancora sfuggenti ed
solamento e nei saggi utilizzati per ricercare la pre oggetto di dibattito. Dall'analisi delTorigine del
senza di questa rara popolazione di cellule stamina flusso, cellulare, nelle ghiandole gastriche e nelle
li in piccoli aspirati midollari. cripte, si è potuta evincere la localizzazione delle
Una volta identificate le condizioni ottimali di cellule staminali nei diversi tratti intestinali. In par
crescita, la relativa facilità di espansione di tali ticolare: nello stomaco, visto che la migrazione
popolazioni cellulari in vitro ha fatto sì che nume delle cellule differenzianti è bidirezionale a partire
rosi Autori se ne interessassero, operando tanto su dall'istmo, esse sarebbero localizzate in questo
modelli animali che sulTuomo, giungendo a defini distretto (Fig. 1); neirintestino tenue esse sarebbero
re la cellula staminale mesenchimale come: la cellu alla base delle cripte ed, infine, nel colon ascenden
la residente in diversi tessuti dell'adulto che può essere te sarebbero localizzate nella porzione intermedia
clonata ed espansa in vitro fino ad un milione di volte, delle cripte, mentre si troverebbero alla base delle
mantenendo la capacità di differenziarsi secondo nume cripte del tratto discendente.
rose linee mesenchimali. Vi sono diverse ipotesi anche sul numero di cel
I caratteri immunofenotipici della popolazione lule staminali presenti in una cripta: secondo la
cellulare espansa in vitro hanno dimostrato rasset cosiddetta "teoria unitaria" le cellule epiteliali del
to antigenico schematizzato in tabella 7. tratto gastrointestinale sono popolazioni clonali
Negli ultimi cinque anni, infine, l'attenzione del derivate da ima singola cellula staminale, mentre
mondo scientifico è stata particolarmente attratta secondo altri studi all'interno di una cripta vi pos
da questa classe di cellule staminali per la loro sono essere fino a 16 cellule staminali. Probabil
Recettori Recettori
Marker Recéttori
di matrice per fattori Altri recettori: Assenza di: Altrimarkers:
di superfìcie: di cifochine:
extracellulare di crescilo: :
STRO-1, CD 13, IL-IR, 1L-3R, . I C A M - 1 , bFGFR, IFNyR,TGF|31R, CD14, CD34, Actina muscolo
CD29, CD44, IL-4R, IL-óR, 1 C A M - 2 , PDGFR, TGFJ32R, TNFR CD45, vWF, liscio, metavin-
CD49a,b,c,e,f, 1L-7R V C A M - 1 , NGFR selettinaP culina, miosina
CD51/CD54, ALCAM, Endo- muscolo liscio,
CD58, CD71, alin, recettore trombospondi*
CD73, CD90, aelló ialurona- na-1, variante
CD 102, CD 105, to, Integrine di fibronectina
CD 106, CDv/119, a l, a2, a3, comprendente
CD120a, CD120b, aA, aV, p i, (32, il dominio di
CD123, CD 124, [53, (34 splicing EDb e
CD126, CD 127, la laminino (32
CD140a, CD1Ó6,
P75, H1A A,B,C,
SSEA-3,
SSEA-4, D7
Le cellule staminali & 39
mente il numero di cellule staminali può fluttuare • Cellule stam in ali cutanee. La cute è un tessuto
durante il "ciclo criptico" ed esiste un valore soglia ad alto turnover, tantocché nel topo l'intero proces
al di sopra del quale si assiste alla "fissione della so differenziativo, che porta le cellule dallo strato
cripta", cioè alla generazione di una nuova cripta. basale fino alla loro differenziazione terminale ed
Le cellule staminali gastrointestinali possono alla desquamazione, dura 10-14 giorni. La cute
essere dimostrate funzionalmente tramite la loro umana si rigenera più lentamente ma le cellule sta
abilità di rigenerare intere cripte e, conseguente minali epiteliali devono fornire una progenie suffi
mente, i villi a seguito di un danno da radiazioni. cientemente numerosa per alimentare una superfi
Inoltre, intere cripte monoclonali sono state dimo cie di 1-2 m2 di cute per un tempo di alcune decadi.
strate in questa maniera, sostenendo, almeno nel Una delle premesse fondamentali alla scoperta
modello di danno, la teoria unitaria per cui una sola delle cellule staminali cutanee è stata la precoce
cellula staminale può rigenerare cripte intere. osservazione della possibilità di ottenere colture di
Anche in animali chimerici e mosaici (topi chimeri cheratinociti epidermici. Un'analisi attenta del
ci XX/XY o B6/SWR) studi di clonalità hanno potenziale proliferativo dei cheratinociti umani in
dimostrato che le ghiandole gastriche e le cripte coltura ha rivelato l'esistenza di tre differenti tipi di
sono strutture monoclonali. Studi su rari casi di chi- cellule capaci di generare colonie di dimensioni
merismo umano hanno ulteriormente supportato variabili: gli olocloni (formati da cellule dotate di
questa ipotesi (Fig. 14). un notevole potenziale proliferativo), i merocloni
Come la maggior parte delle cellule staminali (costituiti da cellule dotate di un potenziale di cre
conosciute, anche questa classe è racchiusa in nic scita più ridotto) ed i paracloni (composti da cellu
chie, strutture specializzate che forniscono un le capaci di una proliferazione e di un'espansione
microambiente ottimale per il mantenimento della molto limitata).
staminalità. La nicchia si pensa sia costituita da cel Studi compiuti negli anni '70 avevano rivelato
lule mesenchimali della lamina propria e dalla che l'epidermide è organizzata in colonne formate
membrana basale da loro secreta. Idealmente, ogni da foglietti di cellule in via di maturazione costitui
nicchia possiede tre costituenti: le cellule di suppor ti da circa dieci cellule.
to, i fattori secreti da queste e le stesse cellule stami Studi di sopravvivenza all'esposizione a radia
nali. Grazie alla precisa collocazióne topografica zioni ionizzanti suggerirono che le cellule stamina
delle cellule staminali all'interno del sistema li dovevano rappresentare il 2-7% delle cellule dello
gastrointestinale, questo rappresenta un ottimo strato basale dell'epidermide.
modello per lo studio delr apporto fra cellule stami Diverse prove sperimentali sono state utilizzate
nali e microambiente. per identificare le cellule staminali cutanee, prove
gliali. La figura 16 schematizza le aree contenenti modelli animali e nell'uomo, paiono supportare l'e
cellule staminali neurali nel cervello murino. sistenza di una capacità rigenerativa delle fibre
L'evidenza di un rinnovamento cellulare dei miocardiche.
neuroni nell'adulto sollevò la questione dell'esi Infatti sia nei modelli animali che nell'uomo si
stenza di vere e proprie cellule staminali neurali assiste ad un aumento del numero dei miociti dopo
niultipotenti capaci di generare neuroni e glia. la nascita. Questi dati, ottenuti con metodi morfo-
Le prime cellule dell'adulto, che dimostrarono metrici ben convalidati, dimostrano che l'aumento
un comportamento da cellula staminale in vitro, della massa cardiaca durante la crescita fisiologica,
furono isolate nel 1992 da Reynolds e Weiss ed non può essere spiegato con la sola ipertrofia delle
erano di origine murina. fibre del miocardio.
In seguito venne accertato che tali cellule aveva Nonostante non ci sia ancora un unanime con
no caratteristiche di clonogerdcità, autorinnovò, senso sull'entità e sui meccanismi di morte dei m io
multipotenzialità e capacità di rigenerare tessuto citi (apoptosi, necrosi, combinazione dei due even
dopo un insulto. Il marcatore caratteristico, che per ti), l'applicazione di sonde molecolari sensibili
molti anni le ha definite, era l'espressione del fila associata all'utilizzo della microscopia confocale,
mento intermedio nestina. ha reso accettabile il concetto che la morte miocitica
Dall'insieme delle conoscenze acquisite in mate sia un parametro quantificabile, in cuori normali e
ria si è giunti alTattuale teoria secondo la quale le patologici, sia nell'uomo che nei modelli animali. È
vere cellule staminali neurali sono alcuni astrociti della sorprendente che, anche considerando i valori più
zona sottoventricolare. consolidati, in assenza di rigenerazione miocardi
Ancora controversa è, di contro, la possibilità di che, il cuore normale perderebbe gran parte della
neurogenesi nella corteccia cerebrale adulta. Sebbe sua massa in poche decadi e il cuore senile o scom
ne alcuni Autori l'abbiano descritta in alcune aree pensato scomparirebbe al massimo nel giro di
cerebrali di macachi adulti, altri AA. hanno negato pochi anni.
queste possibilità. Negli anni '60, Linzbach fu il primo Autore a
notare un incremento nel numero dei miociti in
© Cellule stam in ali del m uscolo cardiaco. Analo
cuori umani con marcata ipertrofia. Nel 1964,
gamente a quanto accaduto per il SNC, si sta facen
Rumyantsev osservò che una piccola percentuale
do faticosamente strada l'ipotesi che anche il cuore
di miociti ventricolari adulti poteva rientrare e
sia un organo dotato di turnover regolato da un
completare il ciclo cellulare. Più recentemente il
compartimento di cellule staminali presenti nell'or
nostro gruppo ha documentato l'attivazione del
gano e commissionate a produrre le diverse linee
macchinario del ciclo cellulare, l'incorporazione di
cellulari cardiache (pool staminale residente).
BrdU e l'espressione di Ki67 nei miociti. La dimo
Diverse evidenze, indirette e dirette, ottenute da
strazione del fuso mitotico, l'identificazione dell'a
nello contrattile tra le due cellule dividentisi, la
cariocinesi e la citocinesi hanno inequivocabilmen
te dimostrato che un sottoinsieme di miociti si può
replicare. L'identificazione di progenitori e della
proliferazione miocitica nei cuori trapiantati e
post-infartuali, così come l'espressione di fattori di
trascrizione e proteine citoplasmatiche cardio-spe-
cifiche, in cellule scarsamente differenziate, ha sug
gerito l'ipotesi dell'esistenza di una cellula cardia
ca primitiva residente.
La presenza del cromosoma Y nei miociti, nelle
cellule muscolari lisce, in quelle endoteliali ed in
quelle con caratteristiche fenotipiche di "staminali-
tà", dei cuori di donatori di sesso femminile tra
piantati in pazienti maschi, ha ampliato ulterior
mente lo scenario. Questa capacità di auto-ripara-
zione del cuore, ha spostato l'attenzione su due fat
tori: l'origine delle cellule reclutate e la capacità del
Fig. 16 - Nicchie di cellule staminali neurali ne! sistema ner microambiente cardiaco di richiamare, ospitare e
voso centrale di topi adulti. A Ippocampo. B. Sezione longitu
dinale di un cervello murino in cui sono indicate la Zona Sotto indurre la differenziazione di queste cellule "ripa
Ventricolare (ZSV) e la CMR. CB: cervelletto. Bottai et al. JOUR ratrici".
NAL OF HEMATOTHERAPY & STEM CELL RESEARCH 12: 655- La dimostrazione inequivocabile dell'esistenza
670 (2003). Modified from Gage, FH. (2000). Mammalian di una popolazione primitiva residente nel cuore è
neural stem cells. Science 287: 1433-1438, originally appea stata ottenuta, su cellule murine c-Kit+. Tali cellule
ring in Garera-Verdugo, JM et al. (1998). Architecture ana cell
types of the adult subventricular zone: in search of the stem ceils. hanno dimostrato le principali caratteristiche di sta-
J Neurobiol 36(2): 234-248. minalità: auto-mantenimento, multi-potenzialità
42 Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule staminali
><
X ' V.
■■
K
Fig. 17 - Cuore di ratto infartuato iniettato con cellule staminali cardiache e sacrificato dieci giorni dopo l'infarto. Le cellule stami
nali sono state marcate in coltura con un retrovirus per inserire il gene della proteina fluorescente verde (EGFP). Nel riquadro K si
può osservare come le cellule marcate (fluorescenza verde) si vadano a localizzare lungo tutta l'area infartuata. La fluorescenza
rossa indica una reattività per ['anticorpo contro la miosina cardiaca. L'area compresa nel rettangolo è visualizzata ad un maggio
re ingrandimento in L. Le cellule iniettate (fluorescenza verde) dimostrano una positività per ia miosina cardiaca (riquadro M,TTuo'
rescenza rossa), nonché la capacità di integrarsi in capillari ed arteriole, generando in vivo cellule endotelio!i (riquadro N, von Wil-
lebrand Factor, fluorescenza violetta) e cellule muscolari lisce (riquadro 0 , actìna muscolo liscio, fluorescenza violetta). Beltrami et
al.: Celi, Voi. 114, 763-776, September 19, 2003.
(differenziamento endoteliale, muscolare liscio e nel corso della vita adulta e che esse non possono
miocitico) e capacità di ripopolare funzionalmente il derivare da cellule terminalmente differenziate.
cuore quando trapiantate in un organo danneggiato.
• Cellule staminali circolanti. Alexander Maxi-
In topi di 3 mesi di età è stata dimostrata la pre
mov nel 1909 postulò l'ipotesi che fra i linfociti del
senza di cellule indifferenziate esprimenti c-Kit,
sangue periferico circolasse ima popolazione di
MDR1 e Sca-1. Questi antigeni erano anche presen
cellule staminali comuni (Gemeinsame Stammzel-
ti in progenitori e precursori, che esprimevano,
len), che avevano, o potevano riacquisire, una plu-
rispettivamente, fattori di trascrizione e proteine
ripotenzialità. Questo studioso russo probabil
citoplasmatiche e di membrana specifiche dei nuo
mente non poteva immaginare che sarebbe occor
citi, di cellule endoteliali e di cellule muscolari lisce.
so più di mezzo secolo prima che il potenziale
Sono state altresì identificate nello stesso modello
terapeutico del suo postulato potesse essere sfrut
murino nicchie caratterizzate dalla presenza di cel
tato per le malattie ematologiche. Fu il fondamen
lule primitive e di progenitori e precursori. Un long-
tale studio di Goodman e Hodgson, a dimostrazio
term labeling assay ha dimostrato desistenza di una
ne che cellule staminali circolanti potevano salva
produzione di cellule primitive, commissionate ed
re topi irradiati con dosi letali, a gettare le basi per
infine mature. La figura 17 illustra il potenziale
la raccolta delle cellule staminali ematopoietiche
rigenerativo e differenziativo di cellule staminali
dal sangue periferico.
cardiache.
Occorse tuttavia circa un secolo prima che lo
• Altri organi. Abbiamo fin qui riassunto i caratte stesso concetto fosse esteso alle malattie non-ema-
ri principali delle cellule staminali residenti meglio tologiche. Ora, 100 anni dopo quell'intuizione
documentate. Inoltre sono numerosi gli studi che visionaria, l'idea di riparare vari òrgani con l'impie
stanno estendendo a diversi organi solidi (fegato, go di cellule staminali che circolano nel sangue
muscolo scheletrico) il modello gerarchico di diffe sembra molto attuale. Infatti, è molto recente la sco
renziazione, maturazione e ricambio cellulare in perta di cellule staminali, diverse da quelle emato
analogia a quello ben consolidato e caratterizzato poietiche, che circolano nel sangue: vi sono incluse
del sistema emopoietico. Inoltre, in numerosi orga le cellule staminali mesenchimali, i progenitori
ni sono state identificate cellule che possiedono il delle cellule endoteliali (EPCs) e, ciò che è più rile
solo marker che accomuna tutte le cellule stamina vante, ima nuova classe di cellule che sembra ricor
li, cioè la proprietà di estrudere il colorante fluore dare quelle postulate da Maximov. È anche impor
scente Hoechst 33342, e ciò suggerisce che cellule tante notare che questo pool circolante aumenta in
staminali residenti sono presenti in ogni organo. alcune condizioni patologiche. Ad esempio, i livelli
Per molti altri visceri, come il pancreas, l'identi di EPC circolanti aumentano nei pazienti con alto
ficazione di una cellula staminale putativa resta elu rischio di accidenti cardiovascolari e dopo un infar
siva, ma sappiamo che nuove cellule sono generate to miocardio.
Modalità del ricambio cellulare & 43
Plasticità delle cellule staminali lule staminali capaci di sostenere il normale ricam
bio cellulare dei più diversi tessuti.
Il termine plasticità definisce la proprietà delle Il rapporto fra cellule staminali ematopoietiche e
cellule staminali di un adulto di generare cellule cellule staminali residenti non è ancora compieta-
differenziate di un tessuto anche non correlato mente chiarito per i diversi tessuti, ma ciò che
embriológicamente a quello di origine. appare chiaro è che la terapia cellulare basata sul-
Questo termine venne coniato a seguito di espe l'utilizzo di cellule staminali è, seppur in una fase
rimenti che avevano dimostrato la possibilità di uti pionieristica, molto promettente.
lizzare cellule staminali di origine midollare per
rigenerare diversi organi dell'adulto. Numerose
teorie sono state formulate per spiegare questo
fenomeno sorprendente. (O Modalità del ricambio cellulare
Una prima teoria ipotizza che le cellule stamina G.M. Mariuzzi, L. Mariuzzi
li siano capaci di de-differenziarsi, riprogrammarsi
Essendo le perdite cellulari dipendenti da cause
e ri-differenziarsi in risposta agli stimoli ambientali
diverse, gli eventi per la loro sostituzione (Tab. 8) -
deirorgano che le accoglie
ricambio cellulare - possono essere:
Alcuni anfìbi quali gli Urodeli sono capaci di
rigenerare interi arti ed il meccanismo coinvolto è - costanti e rapidi come accade nei tessuti dell'e-
il de-differenziamento ed il ri-differenziamento. In matopoiesi, nella maggior parte delle mucose,
un certo qual modo in linea con queste scoperte è dell'apparato digerente in particolare, nella
la teoria "chiaroscuro stem celi" formulata da cute, negli organi della gametogenesi: sono tes
Quesenberry e collaboratori. Secondo questi Auto suti che hanno un ciclo vitale breve - ore o gior
ri più che un'organizzazione gerarchica esiste un ni - e richiedono quindi un ricambio cellulare
continuum fluttuante: cellula staminale/progeni oltre che costante anche rapido (Tabb. 1 e 2);
tore. La propensione di una cellula a differenziarsi
è strettamente legata alla fase del ciclo cellulare in - discontinui e di adattamento propri dei tessuti
cui essa si trova: le cellule più quiescenti sono "più nei quali il ricambio cellulare, di base più o
staminali", mentre quelle in ciclo sono "più proge meno lento, o anche inapparente e che dipende
nitrici". dalle necessità fisiologiche attuali, come accade
Altra teoria chiamata in causa per spiegare il per le ghiandole endocrine, soggette appunto a
fenomeno della plasticità è l'esistenza di un "san richieste discontinue, ma talora improvvise ad
tuario midollare" contenente al suo interno diverse es. a seguito di stress, condizione che può richie
classi di cellule staminali, ciascuna commissionata dere accelerazioni consistenti di neoformazione
verso una determinata linea differenziativa (ad delle cellule secementi dell'asse ipofisi-surreni;
esempio sono state identificate cellule staminali pri oppure per il tessuto osseo, in cui la struttura
mitive midollari esprimenti mRNA caratteristici di delle trabecole varia in rapporto alle variazioni
una differenziazione precoce in senso neurale, del carico e delle attività motorie della muscola
muscolare ed epatico). tura scheletrica;
Una terza teoria spiega i risultati ottenuti negli - riparativi o rigenerativi propri di tutti gli orga
esperimenti di plasticità attraverso il fenomeno ni che, di norma, può essere più o meno lento,
della fusione tra le cellule differenziate dell'ospite e ma attivabile, e comunque commisurato all'enti
le cellule staminali del donatore. L'esistenza e la tà delle perdite cellulari, come accade alla muco
rilevanza di questo fenomeno in vivo è stata dimo sa uterina le cui perdite cellulari, all'atto della
strata, ad esempio, nella riparazione sperimentale mestruazione, sono massicce ma episodiche ed
di una patologia epatica congenita (la tirosinemia in rapporto con i cicli della secrezione ovarica;
ereditaria di tipo I). Comunque l'argomento è anco ma anche in altri organi e tessuti, come fegato e
ra molto dibattuto. rene, endotelio vascolare, cute ed altri, in rela
Una quarta teoria ipotizza l'esistenza aH'interno zione ad eventi patologici responsabili di perdi
del midollo di una classe di cellule staminali molto te cellulari o a somministrazione di farmaci -
simili a quelle embrionali: cellule, denominate forme iatrogeniche - o per atti chirurgici di
"progenitori multipotenti" dell'adulto (MAPCs), asportazione, epatectomie parziali, nefrotomie,
parrebbero essere i progenitori comuni di cellule ad es. (Tab. 3);
staminali mesenchimali e cellule staminali emato
poietiche. La loro enorme plasticità (partecipano - riparativi cicatriziali, propri soprattutto degli
alla costituzione praticamente di tutti i tessuti del organi a cellule perenni - muscolatura scheletri
l'adulto se iniettate in una blastocisti) le rende par ca, miocardio, tessuto nervoso - (Tab. 4), nei
ticolarmente idonee come fonte da utilizzare nella quali le cellule staminali, di norma, inapparenti
terapia cellulare. o poco attive, sembrano in grado di sostituire
Si sta facendo sempre più strada l'ipotesi che singoli o pochi elementi cellulari. Tuttavia la
tutti i tessuti dell'adulto, compresi quelli un tempo riparazione per cicatriche si verifica anche negli
considerati differenziati, contengano un pool di cel organi a cellule labili o stabili, quando le perdite
44 « Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule staminali
Lo schema métte in evidenza l'entità possibile di ricàmbio cellulare e dèlia riparazione di danni
operate dalrinnovamentocelluiare (in azzurro) e/o dalla riparazionecicatriziaÌe(i
Lo schema vuole rappresentare, in estrema sintesi, le differenze sostanziali della capacità/possibilità di riparazione delie perdite cellulari
nelle diverse categorie di tessuti. Sono differenze correlate e dipendenti dalle potenzialità attuali del loro ricambio cellulare proprio di ogni
categoria; nello schema espresso dall'intensità del colore azzurro: capocità infatti marcate per i tessuti a cellule labili; meno pronte ed effi
caci nei tessuti a cellule stabili e molto limitate ed inapparente nei tessuti a cellule perenni.
Esempio: ulcera
Patologia arigenerativa peptica cronica
Attivazione della rigenerazione
Ipotrofie sistemiche causate da compromissione
o blocco del ricambio cellulare, gravi o molto gravi,
associate anche con lesioni ulcerative delle mucose,
nei siti del ricambio cellulare
I
jr
1
C icatrizzazione
si attuano nei tessuti che di norma hanno un ricam R ecupero integrale de!
bio cellulare molto attivo, come sono il midollo dannò con restitutio ad integrum
nessuno
ti indagati, quantitativamente valutato ed i rappor
ti con il dosaggio dei diversi antiblastici sommini TSH 2 ó,l + 119,3
strati. Il danno tessutale di ipotrofia-atrofia è risul
tato essere correlato sempre con l'entità attuale del Antimitotìco 8,6 -2 7 ,7
ricambio, molto diverso a seconda del rinnovamen
Trì-Efilen-Mela-
mina (TEM)
to cellulare proprio di ciascun organo.
La compromissione dell'emopoiesi varia per le TSHeTEM f4,2 ! 15,1 { 87,5)
diverse serie cellulari, essendo precoce ed evidente
dopo pochi giorni quella della granulocitopoiesi;
relativamente tardiva quella della eritrocitopoiesi
(l'anemia è apprezzabile dopo diverse settimane). per i processi della gametogenesi (Figg. 20 e 21) che
Danni patenti si attuano soprattutto nei tessuti per il ricambio e la ristrutturazione postmestruale
con ricambio cellulare veloce, come nelle mucose della mucosa dell'utero nelle femmine e delle muco
dell'apparato gastroenterico, nelle quali le altera se genitali, soprattutto delle vescichette seminali nei
zioni microscopiche sono sempre precoci e gravi, maschi. Nei surreni, il blocco della proliferazione
essendo già evidenti dopo 48-72 ore ore di tratta compromette la normale risposta iperplastica, men
mento e dominate dall'atrofia (Fig. 19) e dalla con tre persiste quella ipertrofica.
seguente compromissione funzionale, nonché dalla
perdita del rivestimento epiteliale (Figg. 19 d, e).
Nella mucosa gastrica oltre all'atrofia si formano Iperplasia
anche lesioni mucose erosive, già patenti dopo L'ipeiylasia si attua quando le cellule staminali
poche ore di blocco del ricambio cellulare. o i progenitori di un organo o tessuto, con ricambio
Un effettivo danno di rilievo si è riscontrato negli cellulare attivo, vengano stimolate inducendo
organi endocrini nei quali il trattamento con antibla un'accelerazione nella produzione di cellule che
stici compromette, in senso negativo, le risposte gradualmente si differenziano; aumento di produ
iperplastiche di norma indotte da stimoli specifici zione che finisce per determinare un incremento
(Tab. 9), come sono le risposte delle ghiandole peri della massa cellulare globale, appunto un'iperpla-
feriche allo stimolo delle tropine ipofisarie; effetto sia (si vedano ad es. l'iperplasia dell'ipofisi gravidi
che ha particolare rilevanza negli organi genitali sia ca e quella del surrene per stress).
46 ■■■ Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule sfaminoli
I confini fra iperplasia ed ipertrofia sono incerti sintesi della tiroxina; ma che possono essere secon
perché spesso l'aumento della massa di un organo darie anche ad iperproduzione, non correlativa, di
e/o di un tessuto è per lo più compensatoria, come fattori di stimolo come sono le tropine ipofisarie o i
accade ad es. a seguito di nefrotomie o di epatoto- mediatori prodotti dall'ipotalamo (si veda il cap.
mie. Infatti dopo asportazioni parziali di un organo della patologia endocrina) o ancora quelli sintetiz
capace di rinnovamento cellulare la risposta cellu zati da eventuali tumori endocrini funzionanti (ad
lare, finalizzata al recupero della massa parenchi- es. adenomi ipofisari secernenti) o da altri tumori
male, è tanto iperplastica, cioè da aumentata pro (iperplasie paraneoplastiche). Si hanno anche iper
duzione di nuove cellule parenchimali, che ipertro plasie primitive dei surreni, della paratiroide, per le
fica, per incremento della massa citoplasmatica quali non sono stati finora chiariti i meccanismi
delle singole cellule. delle genesi e che sembrano oggi avere rapporti con
Vanno considerare a parte le iperplasie di orga i processi neoplastici.
ni endocrini che possono essere certo compensato Infine le iperplasie dovute ad accelerazione del
rie come le iperplasie tiroidee - gozzi - evocate que ricambio cellulare, oppure al prolungamento del
st'ultime dall'impossibilità, comunque generata, di tempo di vita che possono precedere le neoplasie,
48 s Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule staminali
maligne in particolare, cioè le iperplasie atipiche, direttamente sulle cellule staminali d'organo. Le
sono considerate nei capitoli dedicati alle neoplasie citochine, IL6 sopratutto, sono essenziali per gli
maligne dei vari apparati e sistemi. eventi di rigenerazione, mentre i fattori di crescita
Iperplasia dì rilievo è quella che si riscontra nel stimolano la sintesi di DNA, che è già attiva nel giro
midollo osseo e che consegue alla riduzione nume di poche ore e necessaria per la formazione delle
rica e di massa degli eritrociti: sono le diverse ane nuove cellule.
mie dipendenti da emorragie, da sostituzione del
midollo osseo, autoimmuni, emolitiche, comunque
Ipertrofia
le forme per le quali venga attivata una modalità di
compenso. In questo caso essendo ben distinti nel L'ip ertrofia è adattamento cellulare usuale,
midollo osseo il compartimento rigenerativo e sostanziata dall'aumento del volume/massa delle
quello differenziato, la risposta proliferativa delle singole cellule sopravissute al danno parenchimale
cellule staminali ematopoietiche (HSC) è in genere eventuale o richiesto da adeguamenti funzionali.
ben identificabile ed anche quantificabile. Aumento cellulare volumetrico che deve essere:
Modello di studio deiriperplasia è quello che si "aumento di materia vivente, strutturalmente e
attua nel fegato a seguito di epatectomia parziale funzionalmente valida" - Pontieri e coll. 2005 -.
terapeutica nell'uomo o sperimentale nell'animale. L'ipertrofia consente un incremento di funzio
In questi casi di perdita cellulare massiccia gli epa- ni/prestazioni, specifiche, delle singole cellule: è
tociti della rigenerazione entrano subito nella fase risposta praticamente istantanea che procede finché
G l del ciclo riproduttivo con variazioni sia geniche siano soddisfatte le esigenze funzionali attuali del
che enzimatiche, già in atto entro poche ore, per l'organo o del sistema: possono comunque richie
l'attivazione dei processi di cariocinesi. Per questi dere anche adeguamenti di massa funzionante per
eventi il recupero della massa epatica si completa in iperplasia.
pochi giorni, circa una decina. Queste risposte pro- Ipertrofie transitorie fisiologiche sono di riscon
liferative sono attuate da una pronta liberazione di tro facile negli adeguamenti funzionali, anche
fattori di crescita, epatocitici in particolare (HGF: estemporanei, del sistema endocrino, il quale, in
Hepatocyte Growth Factor; FGF: Fibroblast Growth prima istanza, risponde sempre con l'ipertrofia,
Factor e TGF: Tanformìng Growth Factor) nonché come accade nei surreni per stress, nella tiroide
di citochine come TNFa e ILI e 6 che agiscono quando si abbassi sensibilmente la temperatura
Patologie da alterazioni del rinnovamento cellulare & 49
ambientale, o nelle paratiroidi per esigenze di ade Cardiomyopaty) sembrano legate all'attivazione di
guamento della calcemia; e, soltanto in seconda geni che codificano per miosina, troponina e tropo-
istanza, con l'iperplasia, qualora la risposta ipertro miosina e che entrano nella costituzione delle pro
fica non attui l'adeguamento funzionale necessario teine sarcomeriche contrattili delle fibre muscolari
o sufficiente comunque richiesto. cardiache.
Organi che invece possono dare risposte funzio Altro modello di studio è l'ipertrofia epatica, o
nali solo ipertrofiche, o apparentemente soltanto meglio epatocellulare, che si caratterizza per incre
tali, sono la muscolatura scheletrica ed il miocardio. mento di proteine nelle singole cellule e che si attua
L'ipertrofia cardiaca oltre che funzionale e compen come prima risposta alla richiesta di aumento delle
satoria, ad es. nei vizi valvolari e nell'ipertensione, prestazioni funzionali. È quindi riscontrabile nelle
concentrica o eccentrica che sia, si caratterizza per condizioni di iperplasia rigenerativa, come quella
aumento volumetrico delle singole fibre, fino al causata dalla epatectomia parziale, ma anche nei
doppio delle dimensioni normali. È ipertrofia trapianti di fegato quando la massa trapiantata non
dovuta ad aumento: sia adeguata alla massa somatica totale del sogget
to ricevente. In queste situazioni la rigenerazione
- delle proteine contrattili in relazione con un comprende una somma di adeguamenti complessi,
aumento del DNA nucleare con poliploidia;
che non si limitano alla sola neoformazione di epa-
- dei mitocondri; tociti ma comportano anche la strutturazione delle
- del retìcolo endoplasmatico. cellule neoformate secondo il piano dell'organizza
zione anatomica dell'organo.
Almeno per quanto concerne il miocardio que L'ipertrofia dei singoli epatociti, che occorre in
sto criterio, o canone, della impossibilità delle queste condizioni, cliniche e sperimentali, è caratte
risposte proliferative sembra oggi superato o supe rizzata da:
rabile secondo gli apporti più recenti, (e già richia
mati in questo capitolo da Beltranu A.), sulla dota - aumento di RNA citoplasmatico, necessario per
zione di cellule staminali e sulle possibilità di rige le neosintesi, legato anche all'incremento nume
nerazione (Fig. 17) e di ricambio. rico dei poliribosomi;
Si conoscono anche condizioni di ipertrofia mio - riduzione degli eventi di degradazione delle
cardica congenita: sono i quadri clinici delle cardio proteine, tanto di quelle a lento che delle protei
miopatie ipertrofiche. ne ad elevato ricambio; si ritiene oggi che questo
Le quali, come tutte le ipertrofie, possono causa meccanismo di economia biologica sia quello
re discrepanze, veramente critiche, fra le esigenze fondamentale nella ipertrofia epatocellulare,
metaboliche delle fibre muscolari ipertrofiche ed un essendo connesso con la inattivazione o la ridu
apporto ematico e di metaboliti che sia adeguato zione di attività delle catepsine lisosomiali.
alle esigenze attuali del tessuto ipertrofico. Discre
panze che sono connesse con le possibilità reali del Il rinnovamento cellulare neoplastico ed il ruolo
tessuto di rispondere alle nuove esigenze. Infatti le delle cellule staminali è trattato nel capitolo dei Pro
possibilità di adeguamento si vanno progressiva cessi neoplastici.
mente riducendo a causa della sproporzione che si
attua fra l'incremento della superficie di scambio, Riparazione cicatriziale
membrana cellulare, e l'incremento del volume,
della massa totale delle singole cellule. La superfi La riparazione cicatriziale è la modalità con cui
cie cellulare infatti, nelle strutture sferiche, come si tutti i tessuti e gli organi riparano le perdite paren-
possono considerare le cellule, è funzione correlata chimali quando il danno, comunque causato, com
al quadrato del raggio della cellula, mentre la porti perdite di massa parenchimale tale da com
massa totale è funzione del cubo del raggio stesso. promettere tanto i siti del ricambio cellulare con per
È sproporzione che finisce per causare deficit pro dita delle cellule staminali, ma anche l'organizza
gressivi, e sempre più consistenti, nell'apporto dei zione anatomico funzionale delle strutture di soste
metaboliti necessari con conseguenti danni struttu gno stromali: mesenchimali per gli organi epiteliali
rali e funzionali. e gliali per il sistema nervoso. Infatti, perdite paren-
Condizione che può essere ulteriormente aggra chimali di questa entità non consentono il ricupero
vata da un'insufficienza relativa dell'apporto ema dell'integrità anatomica, mentre almeno parte della
tico per un adattamento inadeguato della rete capil perdita funzionale può essere compensata dall'iper
lare coronarica. La cui entità, in linea generale, è trofia delle cellule del parenchima residuo.
sempre inadeguata all'entità dell'espansione paren- L'evento della riparazione per cicatrizzazione è
chimale: così l'apporto di 0 2 e dei metabolici neces la modalità propria sopratutto della muscolatura
sari è, di regola, insufficiente. scheletrica, del miocardio e del tessuto nervoso;
Le cause di molte ipertrofie del cuore, come cioè dei tessuti ancora definibili, per esigenze prati
sono le cardiomiopatie dilatative e le varianti che, a cellule perenni. Consegue a perdite parenchi-
restrittive, sono di natura infettiva e/o tossica; mali comunque determinate (flogosi, necrosi, trau
mentre le forme ipertrofiche (HCM: hypertrofic mi, ferite, ischemie).
50 ; Patologia del ricambio cellulare e Ruolo delle cellule staminali
La riparazione cicatriziale è riscontrabile anche riparazione che avviene ancora per cicatrizzazione.
in altri tessuti quando i danni siano cospicui, ad es. La perdita parenchimale miocardica, consegue
per asportazioni chirurgiche o per altri gravi eventi soprattutto ad ischemia - infarto del miocardio - ,
come sono le estese ustioni cutanee. La riparazione ma anche a processi flogistici acuti o cronici, essen
delle lesioni dermo-epidermiche, avviene secondo do in quest'ultima patologia più complesso in rap
processi diversificati, che forniscono un modello porto alla natura, aÌL'etiologia ed all'entità della flo-
dei meccanismi, che concorrono alla riparazione gosi. Nel caso più comune della necrosi ischemica,
cicatriziale (Figg. 8 e 9). la riparazione del miocardio danneggiato per
Il processo riparativo in questa sede è differente necrosi coagulativa esordisce dopo 24-48 ore con
per le lesioni sterili e per quelle comunque infetta l'infiltrazione di garanulociti, monociti-macrofagi e
te; è inoltre condizionato dall'entità della perdita. di linfociti, che provvedono alla demolizione ed
Nella riparazione di lesioni sterili, di dimensioni alla fagocitosi del tessuto necrotico e quindi alla
limitate e non lacere - riparazione per prima intenzio deposizione di fibronectina, tenascina, collagene.
ne - , come sono quelle chirurgiche, terapeutiche o Cruciale è la partecipazione dei miofibroblasti.
estetiche - la perdita di tessuto nell'area della Questi, oltre a produrre collagene di tipo I e III, per
discontinuazione viene occupata da sangue prima e mangono per molti anni attivi nel contesto della
poi dal coagulo, nel quale è presente la fibrina e la cicatrice conferendole capacità di funzione contrat
fibronectina. In superficie, la lesione viene ricoper tile: funzione che permane attiva in virtù del TGF-
ta e protetta dalla formazione rapida, per essicca beta prodotto prima dai macrofagi e poi dagli stes
mento del liquido siero-ematico, di un'escara-cro- si miofibroblasti. Questi ultimi formano un com
sta. La perdita di tessuto sottostante, viene invece plesso funzionale, costituendo, entro il tessuto cica
sostituita da una rete di fibrina che, oltre a ripristi triziale, una rete continua la cui attività contrattile è
nare la continuità del derma, costituisce la governata da mediatori diversi come l'angiotensina
base/guida per la neoformazione successiva della 2, l'endotelina 1 e le catecolamine. L'epressione
trama connettivo-vascolare (Fig. 7). Dopo circa un genica di queste molecole è significativamente
mese la riparazione per cicatrizzazione è completa. aumentata nel tessuto miocardio compromesso dal
Il primo evento riparativo è comunque la proli l'infarto.
ferazione cieirepitelio di rivestimento, evento di Anche nel sistema nervoso centrale le perdite
rigenerazione che prende lo spunto dalle cellule parenchimali vengono di regola riparate non da
staminali specifiche prossime alla lesione e non rigenerazione ma da sostituzione cicatriziale, in
compromesse dalla ferita. La rigenerazione epite questo caso gliale.
liale, apprezzabile già dopo qualche ora soltanto, Le perdite di tessuto nervoso centrale dipendo
sostituisce gradualmente la crosta e si compieta nel no da lesioni traumatiche del cranio e/o del midol
l'arco di 40-50 ore. lo spinale, da eventi ischemici e/o emorragici, da
Il recupero della continuità dello stroma è processi degenerativi cronici e da eventi infettivi-
segnato dalla neoformazione di vasi sanguigni infiammatori acuti o cronici che siano.
capillari, che esordisce dopo circa 70 ore dal In estrema sintesi, le perdite di sostanza vengo
momento del danno a partire dai margini rispettati no riparate ad opera delle cellule gliali e degli astro-
dalla lesione. Il sangue coagulato, a partire dal citi in particolare. Questi elementi, con la trama
terzo giorno circa, viene in prima istanza abitato da capillare da neoangiogensi, derivante dai margini
una rete di cordoncini cellulari solidi provenienti illesi del tessuto nervoso, sostituiscono in minima
da gemme endoteliali dei capillari dei margini della parte il tessuto necrotico o necrotico-flogistico:
lesione. Eventi questi indotti e governati da fattori depongono dapprima la glia in forma di proteina
angio-neo-genetìci prodotti da leucociti stimolati gliale fibrillare acida (GFAP: Glyal Fibrillar Acid
dall'ipossia. Segue la proliferazione fibroblastica, Protein) che finisce per costituire, in particolare, la
che contribuisce alla costituzione della nuova trama parete delle formazioni cistiche che residuano agli
reticolo- fibro-vascolo-connettivale del tessuto: un eventi destruenti per necrosi.
tessuto di granulazione quindi che sostituisce e In tutti i processi riparativi cicatriziali, che pos
ripara le perdita. sono occorrere nei più diversi tessuti, ma soprattut
Più complessa e meno rapida è la riparazone per to in quelli nei quali l'organizzazione del sistema
cicatrizzazione delle perdite parenchimali estese ed delle cellule staminali non risulta essere in grado di
eventualmente infettate, evento che viene definito ricostruire e ristrutturare la normalità anatomico
come guarigione per seconda intenzione. funzionale propria dell'organo danneggiato - i tes
I passi sono sovrapponibili a quelli sopra mensuti/ organi a cellule perenni in particolare - è sem
zionati. pre attiva la funzione della cicatrizzazione, che
La riparazione delle perdite cellulari parenchi ricompone la continuità del parenchima danneg
mali dei tessuti muscolari, del miocardio in partico giato ma non ne ripristina le funzioni, o parte delle
lare, e del tessuto nervoso, tessuti nei quali le cellu funzioni; anche se si può attuare un'ipertrofia delle
le staminali, pur presenti, non sono in grado di rico cellule parenchimali residue che, comunque, può
stituire perdite parenchimali estese, è processo di non essere in grado di ripristinare la normalità delle
Bibliografia essenziale & 51
funzioni, come accade, ad es. e almeno fino ad oggi, Mariuzzi G.M.: Azione combinata di gonadotropine ed
per il cuore e per l'encefalo. antimitotici. Folia endocrinologica: 8, 857,1955.
Il problema non si può infatti considerare defini Mariuzzi G.M.: Modificazioni istologiche dell'ovaio sotto
tivamente chiuso, essendo stato riaperto dalle con azione combinata di gonadotropina sierica a di anti-
statazioni sperimentali che cellule staminali adulte mitotico. Arch. De Vecchi 24, 563-577, 1956.
pluripotenti possono generare cellule muscolari
cardiache mature, le quali sono state trovate, in Mariuzzi G.M., Bonora A.M.: Modificazioni istofunziona-
forma di elementi di piccole dimensioni, ai margini li della tiroide di cavie sottoposte a trattamento com
dei focolai di necrosi ischemica: il problema che si binato di ormone tireotropo e di un antimitotico.
riapre oggi con prospettive entusiasmanti soprat Patologica: 48,158-167,1956.
tutto per i ricercatori dedicati a questo rilevante Maximov A.: Der Lymphozyt als gemeinsame Stammzel
argomento (si veda il capitolo Cellule staminali). . le der verschiedenen Blutelemente in der embryona
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j
Metodi e tecniche
1.4 dell'anatomia
patologica
A. Scarpa, A. Mombello, A. Zamò
In altri termini, il patologo fornisce una dia - Le biopsie chirurgiche vengono eseguite dal
gnosi/ una fotografia dello stato attuale della Chirurgo a scopo diagnostico e/o terapeutico;
malattia in rapporto alla sua storia naturale, una anche esse devono essere esaminate a "fresco",
prognosi basata sulle prospettive evolutive della idoneamente descritte e campionate, anche se
lesione ed elementi utili per una scelta terapeutica spesso vengono incluse e analizzate compieta-
ragionata. mente (Fig. 2).
È fondamentale che esista un rapporto di dialo
go aperto e collaborazione attiva tra il medico clini-
co e il patologo. Questo permette ad entrambi di
aver sempre chiaro quali domande sono possibili e
le procedure e metodologie da utilizzare per ottene
re risposte adeguate. Nella maggior parte dei casi è
sufficiente al patologo l'osservazione al microsco
pio ottico di sezioni istologiche di tessuti inclusi in
paraffina e colorati con ematossilina-eosina.
In un numero di casi più ristretto ma significati
vo è necessario ricorrere ad altri metodi diagnostici
come colorazioni speciali, indagini immunoistochi-
miche, citometria a flusso, microscopia elettronica e
tecniche di biologia molecolare.
Fig. 2 - Biopsia chirurgica. Si tratta di un linfonodo aumentato Fig. 4 - Preparato citologico ottenuto mediante agoaspirazio
di volume prelevato a scopo diagnostico nel sospetto di una ne con ago sottile. Si tratta di una lesione papillare-cistica del
patologia linfoproliferativa. pancreas.
La fissazione ® 55
tuali alterazioni delle cellule. L'analisi citologica
B L a f is s a z io n e
è oggi assai utilizzata e diffusa per la relativa
facilità di esecuzione e la scarsa invasività per il Tutti i tessuti devono essere fissati prima di pro
paziente e costituisce anche una branca nell'am cedere all'inclusione in paraffina e alla colorazione.
bito dell'anatomia patologica comunemente La fissazione serve a prevenire ed impedire i feno
nota come citologia diagnostica (Fig. 4). I suoi meni di auto- ed eterolisi e ha lo scopo di preserva
principali pregi sono: consentire molte diagnosi re tessuti, cellule e sostanze extracellulari nel modo
evitando metodiche di indagine più cruente, più simile possibile alla condizione vitale. In altri
essere ima metodica che si può definire in alcu termini, i componenti del tessuto vengono resi inso
ni casi di "indirizzo" prima di intraprendere lubili nei vari reagenti a cui verranno di seguito
altre vie diagnostiche. La semplicità ed econo esposti, così da non venire spostati dalla loro posi
micità dell'analisi citologica ha permesso il suo zione originale aU'intemo della cellula. H processo
utilizzo anche a scopi di diagnostica precoce e di fissazione è principalmente finalizzato alla pre
di prevenzione; valga ad esempio lo screening servazione delle proteine sia semplici che comples
citologico delle lesioni della cervice uterina. se come le lipoproteine o glicoproteine, rendendole
insolubili.
Fig. 8 - l cam pioni induriti d a ll'infiltrazio ne di p a ra ffin a vengono orientati opportunam ente spostandoli in una vaschetta trasparen
te dove viene incluso in una colata di p a ra ffin a (a ), questo Blocchetto viene infine rimesso nella scatola con g rig lia (b) e una ulte
riore colata di p a ra ffin a crea il blocchetto definitivo (a form a di parallelepipedo ) idoneo al taglio.
Fig. 10 - Esempi di colorazioni speciali, a) Colorazione con Giemsa modificato atta a dimostrare la presenza di Helicobacfer pylo-
ri in una biopsia gastrica, b] Colorazione di Verhoeff che mette in evidenza tramite impregnazione argéntica le fibre elastiche nel
derma di un paziente affetto da elastosi.
micron di spessore vengono distese in acqua tiepi tuate mediante la colorazione combinata con ema
da, poste su vetrino portaoggetto e collocate in stu tossilina ed eosina (Tab. 2). L'ematossilina è un pro
fette a secco per facilitarne l'asciugatura e l'adesio dotto naturale estratta dalla pianta Hematoxylin
ne al vetrino. Infine, i vetrini con le sezioni adese Campechianum originaria dello stato messicano di
vengono sparaffinati e colorati con colorazione di Campeche che viene estratta con acqua calda e poi
routine, ovvero l'ematossilina-eosina, e all'occor- viene precipitata con una soluzione acquosa di
renza con alcune colorazioni speciali istochimiche urea. Di per sé l'ematossilina non è un colorante ma
(ad. esempio PAS, Giemsa, reticolo) (Fig. 10). lo il suo prodotto ossidato remateina. Un tempo
veniva ossidata attraverso un processo di matura
zione naturale che durava mesi mediante esposi
-Analisi microscopica zione aH'aria e alla luce, le ematossiline di Erlich e
Il percorso che porta alla diagnosi istopatologica di Delafield sono esempi di questo tipo. Oggi l'e-
attraverso l'osservazione microscopica prevede due matossilina viene ossidata con agenti chimici di e
deve essere "mordenzata" ovvero legata a sali com
fasi: il riconoscimento analitico di tutte le alterazio
plessi di varia natura che contengono tutti cationi
ni dei parametri presenti nella lesione e delle loro
caratteristiche morfologiche e la valutazione com metallici (ferro, cromo, alluminio...) per poter esse
re utilizzata come colorante istologico. H catione
parativa del loro valore diagnostico e prognostico
mordente-metallico conferisce una netta carica
in ima visione d'insieme in cui gioca un ruolo fon
positiva all'emateina rendendola molto più idonea
damentale l'esperienza dell'osservatore.
a lagarsi ai siti anionici tissutali come gli acidi
Le premesse per riconoscere le alterazioni di cel
nucleici. L'ematossilina perciò evidenzia in partico
lule e tessuti sono: conoscere l'organizzazione strut
lare i nuclei ed altre strutture acide presenti nella
turale di cellule e tessuti normali e i meccanismi
cellula. L'eosina è la colorazione usata più comune
attraverso i quali tale organizzazione si realizza nel
mente in associazione con l'ematossilina per la faci
corso dello sviluppo embrionale e del differenzia
lità d'uso e per il buon contrasto cromatico del suo
mento; conoscere le caratteristiche morfologiche
colore rosso con il blu dell'ematossilina e per dimo
essenziali dei sistemi, degli apparati, degli organi,
strare l'architettura generale di un tessuto essa è
dei tessuti, delle cellule e delle strutture subcellula
molto valida nel distinguere i citoplasmi di diversi
ri dell'organismo, nonché i loro principali correlati
tipi cellulari/ i diversi tipi di tessuto connettivo e
morfo-funzionali. Ogni alterazione osservabile
della matrice extra-cellulare colorandoli con diver
microscopicamente fornisce dati su cui il patologo
se sfumature di colore che vanno dal rosso al rosa.
fonda la sua ipotesi diagnostica, atrraverso la corre
Tutte le eosine, derivate dallo xantene e più precisa-
lazione di quanto osservato al microscopio ottico
mente dalla fluoresceina, si dividono in due gruppi
con la descrizione macroscopica e i dati clinici
quelle in soluzione etilica (eosina S) e quelle in solu
essenziali.
zione acquosa (eosina G). Nella pratica routinaria
C olorazion e con em atossilin a ed eosina: La mag sono di gran lunga preferite le eosine in soluzione
gior parte delle diagnosi istopatologiche sono effet etiliche.
I colorí della emafossiíma-eosina
Acidofilo Basofiio
Altro
(eosinofilo, rosa) (ematossiiinofiio, blu)
Nucleo 1
Nucleolo + +
Citoplasma .. + ■
,
Ribosomi ■+'
Mitocondri + ■■■.
Proteine f-
Corpi ialini (alcool)
Corpi di Russell 1
Grasso Chiaro,, gocce sferiche
Fluidi Chiaro, rigonfiamenti irregolari di lisosomi, mitocondri
Glicogeno Chiaro, accumuli irregolari nel citosol o lisosomi
Emosiderina Pigmento refrattile giallo-bruno
Lipofuscina Pigmento giallo-bruno correlato all'invecchiamento
(cuore, neuroni)
Melanina Pigmento marrone-nero (cute, melanoma)
Bilirubina Pigmento verde-bruno (epatociti)
Pigmenti antracotici Pigmento nero (polmone)
Cristalli Refrattili, polarizzabili
Calcio (precipitati) :'+
Colonie batteriche
\\_l Analisi molecolari Djurante gli anni .'70 del secolo scorso la possibi
lità di ^ttenere.gj:andi.quantità di. anticorpi mono-
Le tecniche molecolari in anatom ia clonali.specifici (2) e lo sviluppo delle tecniche indi
rette come il metodo Avidina-tfiotina permisero la
patologica rilevazione di anligeni tissutali in situ con relativa
Le anomalie morfologiche delle cellule e dei tes facilità, dando grande inipiilso all'inimunoistochi-
suti sono il risultato di alterazioni delle molecole di
cui sono composte e del complesso equilibrio tra di
esse. Un tempo ritenute metodiche ancillari, le tec l£a3U2Q£<£^ (Fig. Ì V ) ^
niche molecolari fanno oggi pienamente parte della La tecnica prevede il legame di un anticorpo speci-
Anatomia Patologica. Esse hanno diverse applica ficQ..per l'antigene in esame.(detto anticorpo prima
zioni nella diagnostica di malattie sia infettive che rio) seguito dairincubazicme con un anticorpo
degenerative e neoplastiche. Prova ne è che le ano coniugato con . un. .sistema di rilevazione (detto
malie molecolari sono integrate nelle classificazioni secondario) che.si leghi alla frazione Fc del prima-
delle patologie dell'organizzazione Mondiale della
Sanità (1). corm m i^va^ Copiplesso Avidrna-
Le tecniche molecolari permettono al patologo
di raggiungere un livello di indagine submicrosco eliminano la falsa positività, .che può generarsi in
pico; infatti grazie ad esse è possibile avere infor tessuti ricchi di biotina endogena. Se. .la, molecola
mazioni qualitative e quantitative sulle macromole coniugata all'anticorpo secondario è. fluorescente si
cole che costituiscono le cellule e i tessuti: il DNA, parla di immunofluorescenza.. T.'elevafa specificità
l'RNA e le proteine. Nei processi patologici queste delle reazioni ha permesso di utilizzare, gli anticor-
possono presentare anomala distribuzione, quanti pi come "proiettili magici" per eyide^
tà, o qualità, e il rilevamento di tali anomalie ha Nel campo diagnosti
spesso importanza diagnostica, prognostica e tera-^ co, l'immunoistochimica h a . spesso ridefinito le
peutica. 'classificazioni delle neoplasie, grazie alla capacità
Le tecniche molecolari possono essere s u d d i v i s a c i determinare in modo convincente la cellula di
ili tecniche di "biologia molecolare" e tecniche d i ^ origine, o l'espressione di molecole anomale.
"morfologia molecolare". Le prime riguardano l'a
nalisi delle molecole purificate e quindi richiedono La citometria a flusso è una metodica
la disgregazione del tessuto. Le tecniche di morfo rapida ed accurata per determ inare
logia molecolare permettono un'analisi in situ delle
molecole e, preservando l'integrità tissutale, per il fenotipo m olecolare di una popolazione
mettono la loro localizzazione precisa in termini di cellulare
distribuzione tissutale e cellulare. La citometria a flusso utilizza tecniche in qual
che modo simili all'immunoistochimica, ma richie
La m orfologia m olecolare collega de la disgregazione di un tessuto sino ad ottenere
l'Anatom ia Patologica classica con l'analisi una sospensione di singole cellule. Queste vengo
no marcate con anticorpi primari e secondari, che
m olecolare
sono generalmente coniugati a coloranti fluore
La tecnica per eccellenza dell"Anatomia Patologi scenti. Le cellule marcate vengono poi analizzate
ca è l'analisi morfologica, e perciò non stupisce il con il citometro a flusso, che, in estrema sintesi,
fatto che le tecniche puramente molecolari abbiano consiste di un capillare entro cui far scorrere le cel
62 : Metodi e tecniche dell'anatomia patologica
'¿ii
Fig. 11 - Immunoistochimica. (a) L'anticorpo primario si lega alla proteina contro cui è diretto e ¡'avvenuta reazione viene rivela
ta, seguito-ddl'incubazione corì uri anticorpo secondario che si lega alla frazione Fc del primario. L'anticorpo secondario è coniu
gato con una molecola enzimatica o, più raramente, fluorescente, (b) Biopsia osteomidollare colorata con anticorpo che riconosce
fa dtòchèratina 8. proteina non presente nelle cellule normali del midollo osseo, ma presente in cellule epiteliali. Le cellule-espr-i-
menti questa citocneratina sono riconoscibili per la colorazione marrone dei citoplasmi. Si tratta di una metastasi osteomidollare di
ùn carcinoma.d^la:mammella.
lule una ad una, ed una sorgente LASER in grado corpi marcati con fluorocromi diversi è possibile
di colpire le cellule. Se è presente un anticorpo analizzare contemporaneamente la presenza di più
fluorescente legato alla cellula colpita dal LASER, antigeni su ogni cellula. Ciò che si ottiene è un gra
questa emetterà un segnale che verrà rilevato da fico di intensità in cui ogni evento (corrispondente
un apposito sensore (Fig. 12). Utilizzando più anti ad una cellula) è mostrato come un punto. Pur cau-
w r ~ PT“
1;S%
Focaiizzazione
idrodinamica
2. A C Q U IS IZ IO N E
Fig. 12 - Citometria a flusso. (1} Cellule in sospensione vengono marcate con anticorpi coniugati a coloranti fluorescenti. (2) Le cel
lule vengono aspirate nello strumento e fatte scorrere in un capillare; quelle a cui l'anticorpo fluorescente si è legato, colpite dal rag
gio LASER, emettono un segnale che viene rilevato da un sensore. (3) Ciò che si ottiene è un grafico in cui ogni cellula è mostrata
come un punto. Nell'esempio, sono mostrati due grafici ottenuti dalla sospensione cellulare di un linfonodo laterocervicaie marcata
con quattro diversi anticorpi: CD5, specifico per linfociti T; CD19, specifico per linfociti B; CD4 e CD8 che marcano sottopopolazio
ni di linfociti T. Nella parte sinistra la doppia marcatura con anticorpi anti-CD5 e anti-CD19 mostra che il 35,2% delle cellule è rap
presentata da linfociti T (nube dei CD5 positivi/CDì 9 negativi) e il 51,7% da cellule che esprimono ambedue gli antigeni (nube aei
CD5 e CD19). La coespressione di questi due antigeni è caratteristica di linfociti neoplastici del linfoma linfocitico/leucemia linfati
ca cronica. La doppia marcatura con CD4 e CD8 mostra che la componente linfocitaria T del linfonodo in esame rappresenta il
40,5% della intera sospensione cellulare e che è prevalentemente composta da cellule CD4 positive (30%) o CD8 positive (10,5%).
Anolisi molecolari ? 63
sando la perdita di integrità del tessuto (ma non Le tecniche di m icrodissezione manuale
delle cellule), la citometria a flusso ha nella veloci
e LASER-assistita collegano la morfologia
tà di esecuzione il suo punto di forza. In molti casi
una diagnosi può essere formulata in meno di tre m olecolare e la biologia m olecolare
ore dall'accettazione del campione. Permettendo Abbiamo già sottolineato come le tecniche di
una ricostruzione virtuale a posteriori del campio biologia molecolare forniscano un'informazione che
ne, di cui comunque viene mantenuta l'integrità riflette in modo statistico la composizione cellulare
cellulare, può essere inclusa tra le tecniche di mor del campione esaminato, ma non di singole cellule.
fologia molecolare. A titolo di esempio, volendo analizzare un campio
ne tumorale, i dati che otterremmo da un'analisi in
L'ibridazione in situ utilizza sonde di acidi toto sarebbero la media ponderata delle informazio
nucleici per individuare anom alie ni contenute nelle cellule tumorali, nelle cellule del
tessuto connettivo circostante (fibroblasti, macrofa
crom osomiche, geniche o di espressione
gi, etc.), delle cellule dei vasi, delle cellule deH'infil-
L'ibridazione in situ utilizza la capacità di mole trato infiammatorio presente. Se la popolazione in
cole a singolo filamento di acidi nucleici di legare il studio è sufficientemente pura ed uniforme (mag
filamento complementare. La tecnica per molti giore del 90% di cellule di interesse, omogenee tra
versi assomiglia all'immunoìstochìmica, con la dif loro), gli effetti di questa commistione possono esse
ferenza che sia i "proiettili magici" sia i bersagli re trascurati. Se viceversa la popolazione di interes
molecolari sono costituiti da acidi nucleici anziché se è minoritaria (come ad esempio nel linfoma di
da proteine (Fig. 13). Come neirimmunoistochimi- Hodgkin), un'analisi molecolare è impossibile, poi
ca le sonde molecolari devono essere marcate in ché le informazioni ottenute riguarderebbero non le
qualche modo per poter essere visualizzate tramite cellule in studio ma quelle di accompagnamento.
un sistema di rivelazione, che può essere di tipo Sono state perciò sviluppate tecniche che permettes
enzimatico o basato sulla fluorescenza. In quest'ul sero di ottenere popolazioni cellulari di purezza
timo caso si parlerà più precisamente di FISH accettabile per l'analisi considerata. Una delle tecni-
(Fluorescence in-situ hybridization); la CISH è ima che più utilizzate è stata la microdissezione manua
tecnica simile alla FISH dove al posto della reazio le da sezioni istologiche (3). Questa tecnica prevede
ne fluorescente si utilizza una reazione cromogeni l'allestimento di una normale sezione istologica,
ca (Chromogenic in-situ hybridization). leggermente colorata (ma è possibile anche l'utiliz
zo di colorazioni immunoistochimiche), e il succes
sivo distacco e recupero della popolazione di inte
resse da parte di un operatore che agisce sotto con-
Pia. 13 - ibridazione in situ fluorescente (FISH). La sonda di DNA (filamento rosso) marcato con un sistema di rivelazione (palli
ni) si leaa al DNA delle cellule opportunamente denaturato (a singolo filamento). Nell'esempio si noti la presenza dell'amplifica
zione dei gene in esame: ne osserviamo infatti numerosissime copie invece delle due copie attese, una ai origine paterna e una
materna. Si tratta dell'analisi FISH del gene del recettore tirosin-chinasico HER2/NEU in cellule di carcinoma della mammella. Que
sto recettore è iperespresso nel 20% circa dei carcinomi mammari a causa proprio dell'amplificazione genica. Il reperto ha risvol
ti terapeutici.
64 & Metodi e tecniche dell'anatomia patologica
D
Q
Fig. 14 - La microdissezione manuale consiste nel distaccare le cellule dal tessuto utilizzando normali sezioni istologiche. Sotto con
trollo microscopico (A), ie cellule e/o l'area di interesse vengono identificate (B), asportate utilizzando un ago (C), e poste in una
provetta per procedere alla estrazione delle macromolecole desiderate.
trollo microscopico diretto (Fig. 14). Il distacco delle che permettono una precisione molto maggiore ed
cellule avviene tramite grattamento con ago sottile, una minore dipendenza dall'operatore (Fig. 15). A
ed il recupero tramite l'ago stesso o per aspirazione causa dell'elevato costo delle apparecchiature e dei
tramite pipetta. Il tessuto così ottenuto viene poi materiali di consumo queste tecniche si sono, affer
digerito al fine di estrarre le macromolecole deside mate solo nei grandi laboratori di ricerca, e per ora
rate. Questa metodica ha il vantaggio del basso non vengono utilizzate nella routine diagnostica.
costo, ma la precisione ottenuta è dipendente dall'o
peratore, e comunque in grado di operare solo sepa
razioni relativamente grossolane (circa 1 mm). Tec Le tecniche di sep arazion e cellulare basate
niche simili, ma più raffinate, prevedono l'uso di un su anticorpi permettono di ottenere
micromanipolatore idraulico e di una micropipetta popolazioni cellulari di elevata purezza
per distaccare anche singole cellule (4), o uno micro
scalpello oscillante a frequenze ultrasoniche (5). Un Due tecniche molto efficienti utilizzano anti
punto di svolta nelle tecniche di microdissezione fu corpi per separare popolazioni cellulari di elevata
l'introduzione delle metodiche LASER-assistite (6), purezza: sono il separatore cellulare attivato dalla
Fig. 15 - La microdissezione laser utilizza un raggio infrarosso a basso voltaggio che scioglie uno speciale film in plastica che viene
deposto sul vetrino contenente il tessuto da microdissecare. Sotto osservazione microscopica viene azionato il raggio e la plastica
disciolta ingloba le cellule microdissecate, che vengono raccolte su un tappo di plastica, li tappo viene quindi deposto su una micro
provetta contenente il tampone di lisi cellulare per procedere all'estrazione deile macromolecole di interesse.
Anolisi molecolari ® 65
~ 4xmari ¡s.
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19 20 21 22 Y mar
Fio. 16 - La citogenetica classica con bandeggio Giemsa (G-banding). Esempio di cariotipo ottenuto mediante G-banding di cel
lule neoplastiche. Si notino le numerose anomalie numeriche e strutturali dei cromosomi.
66 ^ Metodi e tecniche dell'anatomia patologica
con enzimi di restrizione, la separazione dei fram
menti in base alle dimensioni su gel di agaroso, il
trasferimento dei frammenti su una membrana di
nitrocellulosa o altro materiale, ed infine l'ibrida
zione con sonde marcate. Il primo scopo della tecni
ca è rivelare la presenza o assenza di determinate
sequenze di DNA, e tramite ibridazioni successive
la possibile comigrazione di frammenti ibridizzati a
sonde diverse. Per analogia al Southern blot la tec
nica che anziché DNA genomico utilizza RNA tota
le fu chiamata Northern blot. In questo caso si ana
lizzerà la presenza o meno di specifici trascritti o
altri segmenti di RNA. La tecnica di Southern vanta
una lunga stòria nella diagnostica molecolare, come
sarà descritto nel paragrafo inerente le applicazioni
diagnostiche delle tecniche molecolari.
DNA tumore
m jf ■
Marcati con 1 Im
fluorocromi
ss
DNA normale * u- s t -
Fig. 18 - Ibridazione genomica comparativa (CGH). Il DNA estratto da cellule normali e neoplastiche viene marcato con due diver
si fluorocromi. Questi vengono poi ibridati su una preparazione cromosomica di un idividuo normale. La lettura computerizzata
dei segnali di ibridazione permette di rilevare le aree cromosomiche iper- o ipo-rappresentate nel DNA neoplastico. Nell'esempio
riportato si noti il prevalere del verde sul braccio corto del cromosoma 9, indicativo di amplificazione del DNA tumorale corrispon
dente a questo braccio cromosomico. L'amplificazione del braccio corto dei cromosoma 9 è caratteristico del linfoma B mediasti-,
nico a grandi cellule da cui questo esempio è tratto.
Analisi molecolari & 67
300
200
S^&XVXlSi&ZliZ'S&'fé
100
Fig. 19 - Amplificazione PCR del gene per le catene pesanti delle immgnoglobuline. Questa analisi viene eseguita per ia deter
minazione di monoclonalità nell'ambito di una popolazione linfoide. L'immagine elettronica è stata ottenuta dalla elettroforesi su
microcqpiUari del prodotto della amplificazione PCR. La prima corsia contiene il marcatore di peso molecolare (espresso in paia di
basi), le altre corsìe i campioni in esame. ! campioni della terza e quarta corsia sono monoclonali, il campione nella prima corsia
è policionale. La quinta corsia è il controllo negativo.
La RT-PCR ha come materiale di partenza rRT-PCR in situ, poiché spesso è di maggior interes
l'RNA, ed utilizza un processo di retrotrascrizìone se conoscere la presenza o assenza di un trascritto
per ottenere da questo il DNA complementare specifico piuttosto che di una sequenza di DNA
(cDNA). Questo viene poi amplificato con una clas che, in via teorica, dovrebbe essere presente in tutte
sica PCR. La RT-PCR permette perciò di rivelare la le cellule. La tecnica prevede l'amplificazione in
presenza di specifici trascritti. presenza di nucleotidi marcati (ad es. con digossi-
La PCR quantitativa, detta anche Real-time genina) ed una successiva incubazione con anticor
PCR, permette di ottenere dati inerenti l'abbondan pi anti-nuclotide marcato, coniugati al sistema di
za nel campione di partenza di una specie di acido rivelazione (Fig. 20). La metodica sinora non ha tro
nucleico. Se accoppiata alla retrotrascrizione, si vato ampio consenso, principalmente per problemi
possono avere informazioni sul livello di un tra legati a difficoltà tecniche e problemi di aspecificità.
scritto. La tecnica si basa in generale sul principio Inoltre il crescente numero di anticorpi disponibili
del legame stechiometrico di un colorante fluore rende spesso possibile ottenere le medesime infor
scente con il DNA a doppia elica, o su altre tecniche mazioni con rimmunoistochimica. Nonostante ciò
che permettano una rilevazione precisa dell'abbon- può fornire informazioni non altrimenti ottenibili,
danza di un prodotto (ad es. le sonde Taqman). In come l'identificazione delle cellule di origine di
termini estremamente semplificativi, più prodotto è proteine secrete. La PCR in situ, pur discussa tra le
presente, maggiore sarà la fluorescenza. La fluore
scenza viene misurata in modo continuo, cioè in
tempo reale, e di qui il nome. Creando un grafico
della fluorescenza, e sapendo che in teoria nella
prima fase della reazione il prodotto si raddoppia
ad ogni ciclo (fase esponenziale) è possibile inferire
la quantità iniziale di acido nucleico, sia in termini
relativi (rispetto ad un gene di riferimento) sìa in
termini assoluti (rispetto alla quantità di cDNA
nella reazione). La Real-time PCR è uno strumento
formidabile per rilevare e quantificare specie di
mRNA, e perciò ha guadagnato ampio consenso tra
i patologi molecolari, considerate anche le possibi
lità di utilizzo in campo diagnostico.
Fig. 21 —Analisi di sequenza del DNA. Il frammento di DNA da esaminare viene amplificato in presenza di un solo primer. La
miscela di nucleotidi utilizzata contiene deile basi modificate che, una volta incorporati, impediscono ¡'allungamento ulteriore delia
catena neosintetizzata. L'amplificazione produce una miscela di frammenti di tutte le lunghezze possibili, ciascuno contenente all'e-
stremità 3' il nucleotide marcato che ha terminato la catena. Se i quattro nucleotidi terminatori sono marcati con fluorocromi diver
si, la separazione elettroforetica in capillare permette la rilevazione automatica dei segnali mediante un sistema laser emettitore-
rilevatore.
Analisi molecolari ss 69
mer per aumentare la sua specificità. L'amplifica riferimento marcata e del DNA da analizzare; la
zione effettuata in presenza di primers allele/tipo- digestione viene effettuata con l'enzima single-
specifici premarcati con differenti fluorocromi con strand nuclease SI o, più efficacemente, con l'enzi
sente di ottenere prodotti di differente colore. ma RNase A. Questo metodo richiede comunque la
Un metodo più recente, di grande sensibilità e sintesi della sonda RNA ed ha una sensibilità suffi
specificità, prevede l'utilizzo della PCR Real-time, ciente solo per individuare segmenti di mismatch
con sonde Taqman specifiche per l'allele mutato o di ampia estensione.
per quello non mutato. La breve sonda è marcata Il metodo SSCP (single strand conformation
con un fluorocromo ad una estremità, mentre all'al polymorphism ) sfrutta la diversa mobilità elettro
tra è presente una molecola bloccante che evita re foretica di molecole di DNA a singolo filamento,
missione di fluorescenza dal flurocromo. La sonda differenti anche per una singola base. Il DNA a sin
si lega solo alla sequenza complementare; la poli- golo filamento infatti assume diverse conformazio
merasi durante il ciclo di estensione rimuove la ni che dipendono dalla specifica sequenza di basi (a
molecola bloccante e libera il fluorocromo che causa delle interazioni tra le basi), dalla temperatu
emette un segnale, che viene opportunamente rile ra e dal pH e forza ionica del tampone in cui si
vato. In definitiva il segnale sarà presente solo se la trova. Spesso queste differenze di conformazioni
sonda si era legata alla sequenza specifica, sia essa sono sensibili al cambiamento di una singola base,
mutata o meno. La quantità di fluorocromo liberato il che forma la base della capacità discriminativa di
dipende dal numero di molecole con la specifica questa tecnica. In termini pratici la sequenza di
sequenza presenti ad ogni ciclo nella reazione di interesse è amplificata tramite PCR, denaturata e
PCR, che a sua volta dipende dal numero di mole fatta correre in un gel di poliacrilammide in condi
cole inizialmente presenti. zioni non denaturanti. I filamenti singoli assume
ranno quindi tutte le configurazioni possibili per le
Screening di piccole variazioni di sequenza non note. I
condizioni di corsa (temperatura e tampone), che
metodi sopradescritti sono utili solamente quando
possiedono diverse mobilità, e quindi vengono
il sito e la natura delle variazioni di sequenza sono
individuate come bande distinte. Il confronto con
noti. Sono diponibili altri metodi per ricercare e sco
prire mutazioni e polimorfismi in DNA di cui non campioni di riferimento permette l'individuazione
di bande anomale, e quindi verosimilmente mutate.
sia nota la sequenza. Alcuni metodi sfruttano la
diversa mobilità elettroforetica di molecole di DNA Il rilevamento avviene grazie a traccianti radioatti
a doppio filamento composte da filamenti con vi (nucleotidi marcati con 32P), con colorazione
sequenze diverse, chiamati comunemente eterodu- argéntica o fluorescente.
plex. Questi possono essere ottenuti denaturando il Questi metodi per individuare delle mutazioni
DNA e permettendo poi un riappaiamento a bassa sono più semplici dei metodi di sequenziamento
temperatura, in una miscela che comprenda delle singole basi e risultano particolarmente adatti
entrambi i tipi di DNA (di solito amplificati tramite per un primo screening di campioni di DNA.
PCR). Alcuni eteroduplex, particolarmente quelli
che comprendono delezioni che si estendono alme I profili di espressione genica permettono
no per diverse coppie di basi, possono migrare con di disegnare l'identikit m olecolare
mobilità minore in agarosio o in modo più eviden
dei campioni in esam e
te, in gel di poliacrilamide in condizioni non dena
turanti. Duplex privi di corrispondenza a livello di Le tecniche di delineamento di espressione geni
una singola base possono essere separati usando ca (gene expression profiling) permettono di ottenere
particolari gel (Hydrolink). La diminuzione della informazioni sui livelli di moltissimi trascritti di
stabilità termica di un dominio che contiene un mRNAin un campione (11). La tecnica è in qualche
mismatch di basi viene utilizzata nel metodo DGGE modo un southern blot su cDNA miniaturizzato,
(denaturing gradient gel electroforesis) dove le dif dove però le sonde sono immobilizzate ad un pre
ferenze di mobilità di omoduplex ed eteroduplex ciso punto del supporto e il cDNA è in sospensione
parzialmente denaturati vengono individuati su gel ed è libero di ibridarsi alle varie sonde. Se il cDNA
di poliacrilamide usando gradienti crescenti di è marcato sarà possibile avere delle informazioni su
denaturanti (formamide ed urea) o temperatura quali cDNA sono presenti nel campione in esame
(TGGE). L'analisi DGGE è stata impiegata nell'i (Fig. 22). Le tecniche di miniaturizzazione hanno
dentificazione di varianti polimorfiche di sequenza permesso di inserire decine di migliaia di sonde per
in DNA genomico con Southern blotting. singolo supporto in vetro, arrivando quindi ad un
Le differenze di suscettibilità alla lisi enzimatica livello di scala molto vicino alla totalità dei geni
o chimica del DNA a singola catena e di quello a presenti nel genoma umano. L'enorme complessità
doppia catena possono essere usate per individua dei dati forniti dall'analisi di questo tipo di esperi
re le aree di mismatch in un eteroduplex. Per indi menti ha portato allo sviluppo di una disciplina
viduare mutazioni puntiformi si può anche ricorre nuova, la Bioinformatica, che si occupa dell'estra
re alla digestione delle porzioni a singola catena zione di dati significativi dagli esperimenti e della
presenti in un duplex formato dalla sonda RNA di loro validazione statistica.
70 :: Metodi e tecniche dell'anatomia patologica
Normale
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DNA/RNA Ç ■- *
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Tumore
iper-espresso nel tumore
o ipo-espresso^riel'tymore;-;
Fig, 22 - Analisi con microarray. Esempio di microarray a DNA per esperimenti di profilamento di espressione genica. L'immagi
ne è ottenuta elettronicamente per somma delie immagini di due campioni. Ad ogni punto corrisponde una sonda di DNA o cDNA;
¡1 colore, variabile dal rosso, al giallo, al verde, indica il livello di differenza di espressione dell'RNA corrispondente nei campioni
che si vogliono confrontare.
La proteomica an alizza l'infero contenuto nica si basa sulla separazione sequenziale di una
miscela proteica dapprima in base al punto isoelet
proteico di un cam pione
trico (pi), poi in base alla massa (Mr). Grazie alla
La separazione monodimensionaìe delle protei doppia separazione, ogni proteina assume una
ne ha dei chiari limiti risolutivi. Ciò non rappresen posizione sul gel corrispondente alle due coordina
ta un problema se l'obiettivo è la ricerca di una spe te (ascissa: pi; ordinata.'Mr). In questo modo è pos
cifica proteina tramite anticorpi, come nel western sibile separare migliaia di proteine su un unico gel.
blotting. Questo approccio richiede però una cono L'identità specifica di ciascuna proteina può essere
scenza a priori della proteina indagata, nonché l'e determinata tramite il taglio delle macchie protei
sistenza di un anticorpo utilizzabile. Tecniche di che ed il successivo sequenziamento con spettrome
separazione più discriminanti, come l'elettroforesi tro di massa (Fig. 23). La tecnica è quantitativa, poi
bidimensionale su gel di poliacrilammide (2D- ché l'intensità di colorazione delle macchie è pro
PAGE) furono inventate sin dalla metà dagli anni porzionale alla quantità di proteina presente nella
'70, ma il loro utilizzo rimase limitato sinché non macchia. Oltre all'identificazione delle proteine di
vennero integrate sia da tecniche di sequenziamen un campione è possibile inoltre analizzare le sue
to proteico di sensibilità sufficiente, sia dalla cono modificazioni post-traduzionali come fosforilazio-
scenza di un grandissimo numero di sequenze ne, glicosilazione, etc.. La 2D-PAGE presenta però
espresse fornita dal progetto Genoma Umano. Gra alcuni svantaggi: a) richiede grandi quantità di
zie a queste conoscenze, oltre allo sviluppo di piat campione; b) la preparazione dei gel, la loro analisi
taforme informatiche adeguate, la 2D-PAGÉ ha ed il successivo taglio delle macchie è un processo
avuto un notevole impulso negli ultimi anni. La tec lungo e tecnicamente complesso. A fronte di questi
è
Fig. 23 - Analisi proteomica mediante elettroforesi bidimensionale. Un estratto proteico totale stato sottoposto a d elettroforesi
bidim ensionale. O g n i m acchia corrisponde a d una proteina, la cui posizione sul gel elettroforetico dipen de dai suoi punti isoelet-
trico (pi, in ascissa) e massa (Mr, in ordinata). L'identità di una proteina può essere determ inata tram ite il taglio della m acchia ed
il suo sequenziam ento con spettrometro di massa, e i! confronto della sequenza ottenuta con quelle presenti nei datab ase proteici
internazionali accessibili in internet.
72 s- Metodi e tecniche dell'anatomia patologica
problemi, si sono sviluppate nuove tecniche proteo- marcatori sulla superficie cellulare; (b) quantifica
miche, che in generale tendono ad eliminare la zione del contenuto di DNA e della proliferazione
separazione su gel, e perciò sono dette gel-free. cellulare. La citometria a flusso riveste un ruolo di
Queste tecniche, come l'elettroforesi capillare e il prim'ordine, anche se non strettamente indispensa
SELDÍ (surface-enhanced LASER desorption-ioni- bile, nella diagnostica patologica. Il campo di appli
sation) sono direttamente accoppiate ad uno spet cazione più classico è quello delTematopatologia,
trometro di massa e forniscono dati in modo molto dove può fornire indicazioni diagnostiche in circa
rapido anche se meno accurato rispetto alla 2D- due ore di tempo. Un campo di applicazione parti
PAGE. La proteomica, per ora limitata ad ambiti di colare riguarda l'analisi della ploidia di un campio
ricerca, promette sviluppi clinici a breve termine, ne, eseguibile peraltro anche su materiale fissato;
specialmente nella diagnosi precoce delle neoplasie trova anche applicazione nella diagnostica della
e neirindividuazione di marcatori utili in patologia. patologia trofoblastica, ove sia necessario distin
guere una mola parziale (triploide) da una comple
La nanopatologia è una branca specialistica del- dal diametro inferiore a 1,5 mm entrino nel torren
TAnatomia Patologica che consente là definizione te circolatorio si verifica per qualunque porta di
della composizione degli elementi (metalli, non entrata: respiratoria, gastro-enterica, cutaneo-
metalli e anfoteri) del particolato inorganico pre mucosa, iatrosìca, come evidenziato successiva
sente nei tessuti patologici, anche su scala nanome mente nell'iconografia.
trica (*). Essa viene quindi ad affiancarsi e ad espan In precedenza (Guzzi et al., 1996) si era segnala
dere l'istochimica per la parte inorganica (Pearse, to: il ruolo di "centralina biologica" della qualità
1989) analogamente a quanto avvenuto ad opera dell'aria svolto dai macrofagi polmonari; la correla
dell'irnmunoistochimica per l'evidenziazione selet zione tra particolato solido endomacrofagico e ade-
tiva di proteine e strutture antigeniche. nocarcinoma polmonare (Fig. 1); la diversa compo
Attualmente la nanopatologia (NP) è praticata sizione degli elementi del particolato solido in rap
con una tecnologia caratterizzata da: rapidità di porto alle sue dimensioni con composizione per
esecuzione, riproducibilità dei risultati, elevato centuale di taluni elementi crescente (Si) o decre
grado di sensibilità e specificità (Barbolini, 2002; scente (P, S) da > 5 a < 2 |im di diametro.
Gatti et al., 2003). A questi risultati ottimali si è È da segnalare infine il ruolo patogeno di nano-
giunti nell'arco di qualche decennio con una storia particelle (ad es. silice cristallina) eventualmente
che vale la pena di ricordare brevemente anche per presenti in cosmetici e in prodotti di uso domestico
illustrarne gli aspetti applicativi. (Dumontet, 1991).
Fig. 2 - Esemplificazione di patologia aranulomatosa epatica iatrosica. Presenza di nanoparticelle di oro, in paziente trattato pre
cedentemente con infiltrazioni di oro al ginocchio.
Fig. 3 - Presenza di nanoparticelle di bario in paziente sottoposto ad esame radiologico con mezzo di contrasto (solfato di bario).
Stato dell'arte della diagnostica nanopatologica 77
Fig. 4 - Minuto frammento di fibra di asbesto con il tipico aspetta a "vezzo di perla" conseguente alla sua frammentazione. Che
si tratti di un corpo dell'asbesto "vero", anziché "simile" (ad esempio da lana di vetro) è dimostrato dalla sequenza Mg, Si.
Fig. 5 - Adenocarcinoma polmonare (freccia) in paziente addetto per oltre 30 anni alla lavorazione dell'acciaio. Il sospetto della
presenza di particelle di acciaio indotto dal particolato PerSs-positivo {colore blu) è stato confermato dalla sequenza Cr, Fe, Ni.
Fig. 6 - Carcinoma adenosquamoso polmonare. Presenza di nanoparticeile a diversa composizione elementóle, tra cui tantalio (Ta)
e wolframio (W).
78 ^ Nanopatologia
Fig. 7 - Esemplificazione del riscontro di nanoparticelle a presenza inaspettata. Presenza di mercurio nella milza di un paziente
affetto da granulomatosi, pluriviscerale non meglio definita, per la quale erano state però escluse una genesi infettiva, autoimmu
ne e linfomatosa. ■
Fig. 8 “ Presenza di antimonio nel contesto di tumore fibroso solitario della pleura.
Fig. 9 - Esemplificazione del riscontro di nanoparticelle a presenza inaspettata. Presenza di cobalto in un prelievo bioptico di car
cinoma transizionale della vescica.
Stato dell'arte della diagnostica nanopatologica ® 79
Fig. 12 - Nanopartìcelie laviche su di una foglia di cavolo, coltivato nei bacino di eruzione etneo e venduto a Modena nel perio
do della sua ultima eruzione (autunno 2002).
80 - Nanopotoiogia
Riforno applicativo: le nanotecnologie | Bibliografia essenziale
Il dato conoscitivo dell'esistenza di nanoparti- Pearse AGE. Costituenti inorganici e sostanze estranee,
celle ha indotto diverse prospettive di sviluppo nel in: Istochimica, Teoria e pratica. Edizione italiana a
campo delle nanotecnologie, in atto o in fase di spe cura di G. Barbolird, Vol. II, Piccin, Padova, 1173,
rimentazione. 1989.
Tra le più interessanti ricordiamo: Barbolini G. Patologia ambientale con particolare riferi
mento agli aerosol atmosferici. Conferenza presso
© la produzione di bende antisettiche con argento
Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di
nanocristallino; Modena, 5 dicembre 2002.
• la sorveglianza delle attrezzature impiegate nel
Gatti AM, et al. (rivista telematica) "Le nanopatologie"
l'industria degli alimenti (food machinery, FM).
L'Archivio-Medicine http://m em bers.xoom .virgilio.it
Sotto la dizione di FM si comprendono tutte le /_XOOM71archivio /nanopatologie .him, 2003.
attrezzature con compiti di fatturazione, tritura
zione, macinazione, omogeneizzazione che pos Abraham JL. Microanalysis of hum an granulomatous
sono cedere per usura micro e nanoparticelle lesions in: Sarcoidosis and other granulom atous
disease. Alpha Omega Publishing Ltd., Cardiff, 38,
contaminanti il cibo di uomini ed animali;
1980.
• la produzione di nanoparticelle iniettabili nel
torrente circolatorio caratterizzate da: Korényi-Both AL, et al. The role of the sand in chemical
warfare agent exposure among Persan Gulf War Vete
- Time controlled delivery; rans: Al Eskan disease and "Dirty Dust." Military
- Lock and key binding specificity (ad es. endoteli medicine 165: 321, 2000.
in corso di neoplasia).
Guzzi R, et al. Contribution to the definition of an air
quality index by biological sampling of lung m acro
Considerazioni conclusive phages: correlation with lung disease. Physica Medi
ca 12: 271, 1996.
La disponibilità dell'uso di apparecchiature di
Dumontet C, et al. Acute silicosis due to inhalation of a
ultima generazione, oltre a colmare il vuoto cono domestic product. Am. Rev. Respir. Dis. 143: 880,
scitivo istochimico, offre all'Anatomo Patologo una 1991.
versatile metodologia che può essere utilmente
applicata in campo diagnostico differenziale o in Gatti AM, et al. Biocompatibility of micro- and nanopar
altri campi (ricerca, epidemiologia, prevenzione, ticles. Part I in liver and kidney. Biomaterials, 23 (11):
2381, 2002.
inquinamento ambientale e alimentare).
Gatti AM. Biocompatibility of micro- and nano-particles
in the colon (part II) Biomaterials, 25 (3): 385, 2004.
Citopatologia
.6 generale
E. Manfrin, A. Remo, D. Reghellin, F. Bonetti
Fig. la - Il materiale prelevato viene deposto sul vetrino. Fig. lb - Il materiale citologico viene strisciato. La sovrapposi
zione di due vetrini ed un leggero attrito tra i due permetterà di
distribuire il materiale, ancora visibile come grosso deposito
ematico, omogeneamente sulla superficie del vetrino.
Fig. 2 - Citologia per apposizione.Una proliferazione endolu^ Fig. 3 - Citologia per abrasione. L'angolo smusso di un vetri
minale in dotto galattoforo produce una secrezione al capez no ha raccolto materiale con il semplice passaggio sulla super
zolo che viene raccolta da un vetrino per semplice contatto, ficie di una lesione.
apposizione.
quentemente in sala operatoria, momento in cui il bilità di aghi dì lunghezza e calibro variabili
chirurgo necessiti di risposte/diagnosi estempora (Fig. 5), l'esecuzione delle manovre agoaspirative
nee che sono quasi istantanee con esame citologico con il sussidio della visualizzazione ecografia o
e comunque più rapide di quelle possibili con 1' TAC delle lesioni (Fig. 6), hanno permesso di appli
esame istologico estemporaneo al criostato. care la FNAC anche ad organi posti in sedi profon
La necessità di esaminare citologicamente lesio de (fegato, pancreas, polmone, etc.). NeU'utilizzo di
ni, solide o liquide, poste sotto la superficie cutanea agM con calibro sottile, si è passati nel tempo da
integra, richiede l'utilizzo di aghi con i quali si aghi di 14-16 gauge a 20-22 gauge; è stato inoltre
supera la cute per raggiungere la lesione. Si esegue possibile limitare il numero già infrequente di com
così un prelievo citologico con ago sottile o per plicanze (sanguinamente, insemenzamento delle
ago aspirazione (FNAC- Fine Needle Aspiration lesioni lungo il tragitto dell'ago), rendendo la tecni
Cytology); se la lesione è solida, i movimenti appli ca agoaspirativa ancor più sicura e quindi applica
cati all'ago posto al suo interno permettono la rac ta diffusamente.
colta di materiale entro il lume dell'ago (Fig. 4); se La FNAC ha anche il vantaggio di essere procedu
la lesione è liquida l'aspirazione del liquido com ra diagnostica relativamente poco cruenta per il
porta la riduzione dimensionale della neoformazio Paziente che rimane vigile e partecipa attivamente,
ne. L'ago, se sottile (23-25-27 G) e non tagliente, seguendo le indicazioni impartite dal personale medi
consente il prelievo di cellule soltanto. co operatore, all'espletamento dell'esame (Fig. 7).
Dapprima utilizzata per organi superficiali e per La FNAC, per il suo carattere poco invasivo,
lesioni palpabili, successivamente e per la disponi può essere ripetuta più volte nella stessa seduta
Introduzione & 83
Fig. 10 - Sonda ecografia con il supporto metallico per il pas Fig. 11 - Espletamento del prelievo citologico agoaspirativo;
saggio guidato dell'ago posta sul punto dell'addome scelto per sono visibili le mani dei medico Radiologo che mantengono la
l'accesso trans-cutaneo alla lesione. centratura della sonda ecografia sulla cute e le mani dei medi
co Patologo che inserisce i'ago nella guida per eseguire il pre
lievo.
che non producono dolore significativo. L'espleta cellule che siano omogeneamente distribuite.
mento del prelievo di una lesione superficiale Importante è provvedere ad un'adeguata e pronta
richiede dai 10 ai 15 minuti. fissazione (Fig. la-b).
Il prelievo di materiale citologico da lesioni in Virtualmente, ogni organo profondo, e quindi
organi profondi come sono il fegato, il pancreas, il ogni massa profonda addominale, può essere sotto
rene, i linfonodi retroperitoneali, il polmone, è prece posto ad esame citologico agoaspirativo. I quesiti
duto da fasi preparatorie che comportano: la centra clinici più frequenti riguardano le lesioni epatiche
tura, ad esempio ecografia, della lesione (Figg. 9-10); singole o multiple, al fine di identificarne la natura
la somministrazione di anestesia locale sottocuta neoplastica rigenerativa o infiammatoria; nell'am
nea per limitare il dolore nella zona d'impresso del bito delle neoplasie maligne epatiche, pancreatiche
l'ago (Fig. 7); la scelta del tragitto più sicuro da e ginecologiche frequente è la richiesta di definirne
seguire per raggiungere la lesione (Fig. 2). Sarà cura la natura primitiva o secondaria. L'utilizzo della
del Radiologo fornire una guida sicura a chi intro tecnica di agoaspirazione con ago sottile per lo stu
duce l'ago per il prelievo, evitando organi e struttu dio di masse retroperitoneali e linfonodali consente
re vitali che potrebbero venirne danneggiati duran altresì di discriminare, non solo tra lesioni primiti
te il passaggio. L'ago del prelievo viene posto all'in- ve o secondarie, ma anche tra neoplasie ad istotipo
temo di una guida montata sulla sonda ecografia epiteliale, mesenchimale o linfoide, fornendo così
che garantirà la fissità del tragitto scelto per arriva informazioni utili per pianificare il trattamento
re alla lesione (Fig. 11). Una volta ottenuto il mate terapeutico più adeguato che, nelle tre possibilità
riale, sarà compito del Patologo strisciarlo in modo presentate, risulta essere radicalmente diverso.
da ottenere un preparato citologico sottile con le In esami complessi quali il prelievo citologico di
Casistica relativa alla diagnostica citologica di patologie di organi superficiali ® 85
lesioni intra-addominali per i quali si richiede l'im gini ai problemi sollevati dal primo riscontro.
pegno professionale di un'equipe pluri - specialisti Nell'esperienza, ormai diffusa in moltissimi cen
ca ed una, seppur breve, ospedalizzazione del tri, la citologia rappresenta un elemento essenziale
Paziente per escludere l'insorgenza improvvisa di per l'inquadramento clinico diagnostico di patolo
gravi complicanze nelle ore successive il prelievo gie che, un tempo, venivano riconosciute solo al
(es. sanguinamente intra-addominale), è bene avere tavolo operatorio; è importante ricordare che, a
garanzia che il materiale ottenuto sia adeguato. Da fronte di un minimo costo economico e di un disa
qui il pregio di disporre di una metodo come la gio molto limitato per il paziente, la citologia per
citologia che, con un minimo supporto tecnico-stru mette non solo di evitare numerosi interventi chi
mentale (Fig. 9), permette il controllo dell'allesti rurgici preliminari che avrebbero solo uno scopo
mento del materiale e la valutazione dell' adegua "esplorativo", con il fine ultimo di prelevare quel
tezza in tempo reale. Il Paziente rimane nelle sale materiale che con un ago trans-cutaneo si può pari-
diagnostiche per alcuni minuti (circa 30-40 minuti) menti ottenere, ma anche di consentire una pro
fino a quando non si è certi di raccolto quanto serva grammazione accurata dell'ulteriore terapia.
per ima diagnosi ottimale. L'eventuale inadegua La presentazione e l'esplicazione di alcuni casi
tezza del campione impone la pronta ripetizione clinici può far cogliere meglio il possibile utilizzo
del prelievo, atto idoneo per ridurre disagio ed che, nella pratica clinica, viene fatto dell'esame cito
ansia al Paziente, evitando inutili attese oltre all''al logico; sono esempi che favoriranno la comprensio
lungamento dei tempi di ospedalizzazione.La cito
ne sia delle motivazioni che portano alla scelta del
logia agoaspirativa con ago sottile può quindi offri
metodo citologico rispetto ad altri, che i vantaggi e
re, con l'ausilio di metodi radiologici, un contribu
limiti dell'esame citologico nel suo insieme.
to fondamentale nell'inquadramento diagnostico di
patologie primitive o secondarie a carico degli
organi addominali.
L'esperienza del Patologo, del Radiologo, assie | Casistica relativa alla diagnostica
me ad ima buona correlazione anatomo-clinica,
fanno della FNAC un cardine nella diagnostica
citologica di patologie di organi
preoperatoria delle masse addominali profonde, di superficiali
processi patologici di organi superficiali, di malat
tie mielo-linfoproliferative attraverso gli aspirati C aso clinico 1 - C ito lo g ìa mammaria
midollari ossei e nel follow-up di pazienti ricono Paziente di 45 anni con una secrezione mono-orifiziale
sciuti già affetti da malattia e sottoposti a preceden brunastra del capezzolo. Mammografia negativa. Viene
ti trattamenti. eseguita una indagine citologica per apposizione.
L'informazione ottenibile con un esame citolo L'esame citologico delle secrezioni dal capezzo
gico è influenzata molto dalla quantità di materia lo permette di riconoscere processi patologici che
le ottenuto; dalle caratteristiche morfologiche cel coinvolgono sia i dotti galattofori che i dotti mam
lulari; dalla qualità dei preparati allestiti. Quando mari, di primo e secondo ordine, ad essi connessi.
il solo esame morfologico al microscopio ottico
L'ectasia duttale e, talvolta, la mastopatia fibro-
(M.O.) risulti non sufficiente per una corretta clas
cistica producono secrezioni sierose, lattiginose o
sificazione di una lesione, è possibile utilizzare tec
verdastre, mono o pluriorifiziali, in cui spesso l'uni
niche di supporto diagnostico tra le quali l'immu-
co reperto citologico è rappresentato da macrofagi,
nocitochimica e la citochimica sono i sussidi tutto
ma anche altre cellule infiammatorie, se è presente
ra più diffusi. Come per la diagnostica istologica,
ima infezione sovrapposta. Anche le proliferazioni
eventuali dubbi sollevati dall'esame morfologico
dei preparati citologici, si può ricorrere ad indagi duttali endoluminali dei dotti galattofori si manife
ni supplementari per identificare markers citopla stano con una secrezione sierosa, ma più frequente
smatici, di membrana o nucleari mediante metodi mente siero-ematica, mono-orifiziale e monolatera
immunocitochimici che consentano la corretta le; le cellule raccolte per apposizione ne permettono
classificazione degli elementi che compongono la la diagnosi (Fig. 12).
lesione agoaspirati, epiteliali, linfoidi, mesoteliali L'esame citologico, nel caso in considerazione,
etc. e permetta di classificare la lesione come carci dimostra la presenza di globuli rossi e di numero
noma, linfoma, sarcoma, ecc. Il materiale disponi se cellule epiteliali indicative di una proliferazione
bile nella pratica citologica, anche se di buona qua epiteliale dell'epitelio duttale, riconducibile ad una
lità, è sempre limitato dal numero di preparati stri "lesione papillare". L'esame citologico indica anche
sciati, non essendo disponibile, come avviene nella la necessità di proseguire con ulteriori indagini, per
pratica istologica, l'incluso di tessuto che rappre cui la paziente è stata sottoposta ad intervento chi
senta una fonte, quasi illimitata, di materiale da rurgico.
studiare. Pertanto è sempre indispensabile formu La diagnosi istologica finale è stata: Papilloma
lare ipotesi diagnostiche fondate sullo studio mor intraduttale di un dotto galattoforo del capezzolo
fologico al M.O., così da adeguare le ulteriori inda (Fig. 13).
86 - Citopatologia generale
Caso 1 - Donna di 45 anni. Si presenta all'osservazione medica per una secrezione ematica mono-orifiziale del capezzolo.
Fig. 12 - L'esame citologico per apposizione documenta Fig. 13 - Al controllo istologico è visibile un dotto galattofo
aggregati papillari di cellule epiteliali prive di atipia. Viene ro dilatato con una proliferazione papillare epiteliale che per
consigliata la prosecuzione dell'iter diagnostico con esame mette di porre diagnosi di papilloma intradutiale.
istologico.
C aso clinico 2 - C ito lo g ia mammaria zione da questo tipo di lesione è ematico, ma molto
cellulato. Lo studio morfologico delle cellule otte
Donna di 35 anni, asintomatica. Nel corso di un esame nute con una semplice manovra agoaspirativa per
ecografico mammario di screening è riscontrata una mette di definire la natura benigna o non della
lesione cistica che viene agoaspirata. lesione; in caso di benignità sarà possibile proporre
alla paziente dei semplici controlli periodici, in caso
L'esecuzione di un esame citologico di lesioni
di neoplasia sospetta o di neoplasia certa sarà indi
cistiche con lo studio dell'epitelio di rivestimento
spensabile procedere all'asportazione chirurgica.
della cisti permette di definire la natura della lesio L'esame citologico del materiale prelevato dalla
ne. Lesioni cistiche a parete liscia sono frequenti, ad cisti della paziente evidenzia un fondo con sparsi
esempio, in mammelle con mastopatia fibrocistica; macrofagi e linfociti assieme a cellule apocrine (Fig. 14).
in percentuale maggiore sono dovute o a distensio Questo è l'aspetto tipico del contenuto di cisti
ne di un dotto o agli esiti cistici di ascessi. Lesioni duttali in mastopatia fibrocistica.
cistiche della mammella con proliferazione dell'epi La mastopatia fibrocistica è patologia benigna
telio di rivestimento della parete, il più spesso rap della mammella in cui, tra altre modificazioni possi
presentate dalle c.d. neoplasie papillari, sia benigne bili, si formano cisti duttali con metaplasia apocrina
che maligne, devono la loro strutturazione cistica, dell'epitelio di rivestimento.
ad eventi emorragici secondari a rottura degli assi Il caso non richiede ulteriori approfondimenti
papillari che sostengono l'epitelio proliferante. Fre chirurgici essendo sufficienti i controlli annuali di
quentemente, il materiale raccolto per agoaspira- routine.
Caso 2 - Donna di 35 anni, asintomatica, alla quale, in corso di un'ecografia mammaria di screening, si riscontra una formazio-
ne cistica.
Caso 3 - Donna di 27 anni. In seguito ad una radiografìa delia colonna cervicale per trauma, si riscontrano calcificazioni tiroi
dee per le quali viene eseguito agoaspirato ecoguidato.
Fig. 15 - L'area sospetta è visualizzata sul monitor dell'ecogra- Fig. 16 - L'esame citologico del materiale prelevato documen
fo e viene anche documentato il centraggio dell'ago di prelie tala presenza di colloide, follicoli tiroidei e di numerosi aggre
vo ali'interno della lesione. gati epiteliali in formazioni atipiche papillari. Questi aspetti
microscopici sono propri del carcinoma papillare della tiroide.
Viene richiesta l'asportazione chirurgica della lesione.
88 & Citopatologia generale
C aso clinico 4 - C ito lo g ia dei processi flo g is tic i bili numerosissimi granulociti polimorfonucleati e
detriti cellulari (Fig. 19).
Donna di 52 anni con massa dell'angolo mandibolare, Il quadro è quello di una RACCOLTA FLOGI
dolente. STICA ASCESSUALIZZATA.
La lesione è presente da 10 giorni ed ha dimostra L'esame citologico ha chiarito la natura della
to un progressivo incremento volum etrico (Fig. 18). tumefazione. Esempio di circostanza in cui l'esame
L'agoaspirato raccoglie un materiale denso e citologico permette di definire la natura di ima
giallastro; all'esame al microscopio sono riconosci lesione senza ulteriori indagini.
Caso 4 - Donna di 52 anni. Si presenta all'osservazione medica per la comparsa da circa 10 giorni di una tumefazione in regio
ne pre-aurico!are.
Caso 5 - Donna di 64 anni. Si presenta all'osservazione medica per una lesione palpabile, dì consistenza aumentata, alla mam
mella destra; la cute che riveste la lesione appare retratta.
Operatore dipendente
Se non rigorosamente condotta è gravata da un
elevato numero di inadeguati
Non affidabile ne! distinguere Cr. in situ vs. Cr. infiltrante
Falsi positivi possibili in lesioni proliferative (FA, Iperplasie) Fig 23 - Prelievo citologico di lesione non palpabile: il foco
Falsi negativi in lesioni sclerosanti (cr.lobulare, laio di microcalcificazioni viene centrato dallo strumento
tubuiare, scirroso) stereotassico e l'ago di prelievo viene condotto, attraverso
inadeguati in microcalcificazioni coordinate definite dallo strumento, alla profondità utile per
eseguire il prelievo.
90 & Citopatologia generale
mento di affidabilità dell'esame citologico. In questo ciò del rischio" basato sul confronto tra grado del
nuovo modello operativo l'esame citologico è parte sospetto citologico e grado del sospetto radiologico;
integrante di una triade diagnostica (Triple test) in la categoria citologica C2-benigna include lesioni
cui esame clinico, radiologia e citologia operano in quali il fibroadenoma, la mastopatia fibrocistica,
modo integrato a definire il grado di rischio di ogni estasia cistica, processi flogistici e solo raramente
singola lesione. I centri diagnostici che applicano richiede il controllo istologico; questo avviene quan
questo sistema registrano gli standard diagnostici do la diagnosi di benignità citologica non sia in
migliori con il minor numero di falsi negativi (Vetto, accordo con il sospetto radiologico. Il campione ina-
1995; Schmidt,1997). deguato-Cl non è sinonimo di campione "negati
11 razionale citologico nell'iter diagnostico delle lesiovo"; questa categoria non risulta affatto diagnostica,
ni mammarie indica che siano da sottoporre a con o per scarsa cellularità o per incongruenza coi i dati
trollo citologico le lesioni sintomatiche, tutte le non clinico-strumentali e come tale non è in alcun modo
palpabili con sospetto radiologico moderato e seve in grado di chiarire il dubbio radiologico. Un cam
ro ed anche una percentuale minore di lesioni nelle pione inadeguato impone quindi altri prelievi citolo
quali il sospetto radiologico sia lieve, per conferma gici o apre la strada ad un approfondimento istolo
re la loro benignità. gico o microistologico sulla base del grado del
Le cinque categorie diagnostiche indicate (Tab. 2) sospetto radiologico (Rubenchik, 1997).
vogliono distinguere, per gradi, i passi via via cre
scenti della progressione del sospetto per lesione
maligna. Le categorie citologiche diagnostiche C4- B Esame citologico di lesioni
sospetto e C5-maligno, conducono obbligatoriamen
te al controllo istologico della lesione; la categoria
profonde
C3-atipia citologica, probabilmente benigna, com I quesiti clinici che sorgono di fronte ad una
prende tutte le lesioni proliferative con basso sospet lesione intra-addo minale sono molteplici. Il primo
to (epiteliosi, papillomatosi, ecc.) per le quali il con è riferito alla natura istopatologica della lesione
trollo istologico è una scelta che risulta da un "bilan- identificata, se, cioè, la lesione identificata sìa neo
plastica o meno. Una adeguata risposta a questo
primo quesito cambia radicalmente la gestione cli
nica del Paziente; per un processo riconosciuto, ad
----- esempio, come infiammatorio sarà proposto ed
adottato un trattamento terapeutico profondamen
te diverso rispetto al caso in cui ci si trovi di fronte
Categoria ad un processo neoplástico.
diagnostica : / Nel caso in cui la diagnosi citologica posta sìa di
CO citologia non eseguita neoplasia, il passaggio diagnostico successivo dovrà
CI inadeguato per un giudizio diagnostico chiarire se la neoplasia sia primitiva dell'organo in
C2 benigno cui è stata individuata, oppure rappresenti la localiz
zazione secondaria, metastatica, di un processo neo
C3 atipia probabilmente benigna * plastico insorto altrove e diffusosi per via linfo-ema-
C4 sospetto di malignità ** tica o per disseminazione diretta all'organo indagato.
C5 malignità *** Importante sarà, poi, chiarire Tistotipo della
*circa il 20% dei casi può essere maligno. neoplasìa. Tutte le cellule del nostro organismo (lin
**ci rea 1'80% dei casi è atteso maligno. fociti, cellule epiteliali cutanee, cellule del rivesti
***VPP > 99%. mento della mucosa gastrointestinale, epatociti, cel
lule germinali delle gonadi, ecc., solo per fare qual
& 2 X H B Parametri standard minimi di qualità che esempio) possono dare origine ad una neopla
' in citologia agoaspirativa mammaria* sia. Il comportamento biologico di ima cellula epi
teliale neoplastica è molto diverso da quello mani
Sensibilità assoluta > 60% festato da una cellula linfoide neoplastica ed è pro
Sensibilità completa > 80% prio su questa diversità biologica che si sono svi
Specificità > 60% luppati protocolli terapeutici oncologici diversifica
ti. Da qui l'importanza di definire, tutte le volte che
Valore predittivo positivo > 98% sia possibile farlo, Tistotipo della neoplasia e ciò
Falsi negativi < 5% permetterà l'adozione di terapie mirate.
Falsi positivi < }% La presentazione di alcuni casi clinici, esemplifi
Inadeguatì < 25% ca come e quando la citologia agoaspirativa delle
Inadeguati in casi di carcinoma < 10 % masse addominali può essere utile nel dare risposta
a specifici quesiti clinici e quando, invece, l'esito di
Sospetto < 20%
un esame citologico sia il punto di snodo per l'ese
*{European giudelines for quality assurance in mommo* cuzione di ulteriori procedure diagnostiche (indagi
graphy screening). ni endoscopiche, approfondimenti bioptici, ecc.).
Esame citologico di lesioni profonde & 91
Caso 6 - Uomo di 82 anni. Viene ricoverato per il riscontro di li epatiche multiple. Si esegue un agoaspirato ecogui-
dato su una delle lesioni epatiche.
Fig. 24 - Aggregato di epatociti privi di atipie (centro della Fig. 25a - Le cellule atipiche mostrano spesso aspetti di secre
foto) in un fondo granuieggiante eosinofilo, dato dalla necrosi zione di mucina intracitoplasmatica ed aismorfismi nucleari di
cellulare, in cui si riconoscono sparse cellule epiteliali atipiche. grado severo.
Caso 7 - Donna di 49 anni. Presenta neoformazioni epatiche multiple in assenza di sintomatologia clinica. Viene eseguito agoa
spirato ecoguidato per definire la natura della lesioni.
Fig. 27b - Tra gli epatociti sono riconoscibili più rare cellule
epiteliali atipiche, non epatocitarie, con aspetto ' ad anello con
castone". Le cellule ad anello con castone sono tipiche di ade-
nocarcinomi privi di organizzazione ghiandolare e per questo
detti "a cellule disperse"; la primitività di queste neoplasie è più
spesso gastrica.
Caso 8 - Donna di 78 anni. È presente voluminosa massa addomìno-pelvica che si ritiene origini dagli annessi uterini. L'esame
citologico viene espletato per accertare ia natura della lesione.
Fig. 29a - i preparati citologici mostrano aggregati lassi, ma Fig. 29b - La diagnosi citologica formulabile è di carcinoma
coesivi, di cellule neoplastiche in atteggiamento fogliaceo che, papillare sieroso ai origine ovarica. L'intervento chirurgico che
a più forte ingrandimento, si dimostrano avere significativa ne segue accerta la natura ovarica della neoplasia,
anisocariosi e nucleoli evidenti.
94 ss Citopatologia generale
C aso clinico 9 neoplasia. In casi nei quali i pazienti siano stati sot
toposti ad altri interventi chirurgici in cui siano
Donna di 60 anni con neoformazione ipoecogena di cm. state asportate neoplasie, è sempre doveroso con
I in piccolo bacino riscontrata in corso difoìlow-up eco frontare il materiale ottenuto dalle nuove lesioni,
grafico; pregressa asportazione di leiomiosarcoma uteri con quello relativo ai precedenti prelievi; questo
no 4 anni prima. per verificare se i nuovi riscontri possano far parte
Quesito clinico: recidiva di leiomiosarcoma ute o meno del quadro della neoplasia pregressa.
rino o seconda neoplasia? Nel caso della paziente in esame, la disponibili
I preparati citologici, ottenuti dall7 agoaspirato tà dei preparati istologici relativi al sarcoma uterino
ecoguidato, mostrano una discreta cellularita' com asportato quattro anni prima, ha consentito di rile
posta da aggregati coesivi di cellule atipiche fusate vare la somiglianza morfologica ed immunofenoti-
(Fig. 31a) con nucleo allungato e scarso citoplasma. pica delle cellule neoplastiche ottenute con l'agoa-
II quadro morfologico è quindi diagnostico per una spirato rispetto a quelle del sarcoma uterino dia
neoplasia, forse di origine mesenchimale; tuttavia gnosticato in precedenza (Fig. 32); è stato così pos
insufficiente per definirne con certezza l'istotipo e sibile formulare con certezza la diagnosi di recidiva
la primitività della lesione. Viene infatti posta la addominale di leiomiosarcoma uterino.
diagnosi differenziale tra una proliferazione Diagnosi finale: Recidiva addominale di leio
mesenchimale ed una epiteliale a cellule fusate. La miosarcoma uterino.
complessità interpretativa del caso risulta aumenta
ta anche dalla qualità non ottimale del preparato
ricco di artefattuali da schiacciamento delie cellule.
Indagini immunoistochimiche evidenziano positi
vità intensa citoplasmatica delle cellule neoplasti
che per l'anticorpo anti desmina (Fig. 31b) e negati
vità per le citocheratine: indagini ICC che depongo
no per l'origine mesenchimale, sarcomatosa, della
.Tv:*: **'» t S Vj
'»**v e>
..........jt-.
Fig. 31a - Con l'esame citologico condotto con guida ecografica,
si ottenqono dalla lesione numerosi aqareqafi di cellule neoplasti & ì s •- - a ■■* Vi»'.
che. Le cellule neoplastiche, a fisionomia fusata, presentano artefat
ti da schiacciamento dei nuclei; infatti, questi ultimi sono stirati,
deformati in strie di colore blu, tanto da risultare spesso non valuta :.Y W- *«
bili. Gli artefatti da schiacciamento sono dovuti ad una particolare
fragilità dei nuclei neoplastici che non resistono alla pressione eser Fig. 32 -L'esame istologico conferma la diagnosi di recidiva di
citata per strisciare il materiale in strato sottile. leiomiosarcoma.
Esame citologico di lesioni profonde - 95
Caso clinico 1 0 - C ito lo g ìa pancreatica che morfologiche delle cellule neoplastiche, alla
luce del pregresso carcinoma della mammella, sol
Giovane donna di 39 anni, in apparente stato di benesse levano il dubbio diagnostico tra un carcinoma neu
re, con neoformazione al corpo-coda del pancreas, iperva- roendocrino primitivo del pancreas e un carcinoma
scolarizzata alla TAC, con associato nodulo epatico. Ele lobulare metastatico dalla mammella, vista la stret
vati i livelli sierici di gastrina. La paziente era stata ope ta somiglianza morfologica delle cellule che sono
rata per carcinoma lobulare della mammella 4 anni presenti in questi due tipi di neoplasia.
prima. La disponibilità dei preparati istologici relativi
Quesiti clinici: Metastasi epato-pancreatiche di al pregresso carcinoma della mammella permette di
carcinoma della mammella con sindrome endocri rilevare alcune, seppur minime, differenze tra il
na paraneoplastica? carcinoma della mammella e la neoplasia in sede
Neoplasia pancreatica con metastasi epatiche? pancreatica ed epatica; questo fatto rende meno
Neoplasia primitiva pancreatica e carcinoma probabile l'origine mammaria della neoplasia epa
della mammella metastatico al fegato? tica e pancreatica.
Istotipo della lesione? L'indagine immunocitochimica, con utilizzo di
Viene eseguito un agoaspirato ecoguidato sia anticorpi specifici per le cellule neuroendocrine
della neoformazione pancreatica che dei noduli (cromogranina, CD56) hanno permesso di docu
epatici. . mentare la presenza di differenziazione neuroendo
Da entrambe le sedi il materiale prelevato è molto crina nella neoplasia sia della sede epatica che pan
cellulato e rappresentato da una popolazione mono- creatica (Fig. 33b); gli stessi marcatori non erano
morfa di cellule epiteliomorfe di piccola e media espressi dal carcinoma della mammella. La diagno
taglia,, con caratteristico aspetto "plasmacitoide", si citologica è stata quindi di doppia localizzazione
prodotto dallo spostamento del nucleo cellulare ad epatica e pancreatica di carcinoma neuroendocri
un polo della cellula (Fig. 33). Non segni di necrosi. no. Viene eseguito l'intervento chirurgico di spleno-
Le cellule hanno atipie di basso grado, nucleolo pic pancreasectomia parziale associato all'asportazione
colo e cromatina a piccole zolle (Fig. 33a). del nodulo epatico (Figg. 35-36): è stata quindi con
A questo punto le indagini clinico-strumentali, fermata la diagnosi.
hanno dimostrato che sia il pancreas che il fegato Diagnosi finale: Carcinoma neuroendocrino del
portano lo stesso tipo di neoplasia. Le caratteristi pancreas con metastasi epatiche.
Caso 10 - Donna 39 anni. Precedente asportazione di carcinoma lobulare della mammella. Attualmente neoformazione del corpo-
coda pancreatico con noduli epatici. La diagnosi differenziale è complessa considerando, quali ipotesi diagnostiche, un carcino
ma pancreatico primitivo con metastasi epatiche, metastasi pancreatiche ed epatiche da carcinoma della mammella, associazione
di carcinoma pancreatico primitivo e metastasi epatiche di carcinoma mammario.
Viene eseguito l'esame citologico agoaspirativo delia lesione pancreatica ed epatica.
Fia. 33-34a - Le cellule neoplastiche, molto piccole e linfocito-simili, sono simili sia nei pancreas che nel fegato. Si tratta quindi
della stessa neoplasia che interessa pancreas e fegato.
96 & Citopatologia generale
Fig. 34b - Indagini immunocitochimiche si rendono necessarie
per differenziare cellule neuroendocrine da cellule epiteliali di
carcinoma lobulare. La positività a marcatori neuroendocrini
delle cellule neoplastiche consente di formulare la diagnosi cito
logica di neoplasia neuroendocrina primitiva del pancreas con
metastasi epatiche.
Caso l ì - Uomo di 66 anni. Il paziente si sospetta essere affetto da neoplasia polmonare e si riscontra massa retroperitoneale
associata per la quale si chiede ai porre diagnosi differenziale tra una metastasi od un linfoma.
Fig. 37 - L'esame citologico del materiale ottenuto dalie mano Fig. 38 - Le cellule neoplastiche hanno nuclei a cromatina fine,
vre agoaspirative condotte sulla lesione retroperitoneale docu di aspetto vescicoloso, citoplasma finemente vacuolizzato.
menta aggregati di forma duttuIo-alveolare suggestiva per la
natura aaenocarcinomatosa. E visibile la struttura duttulo-
alveolare nell'organizzazione spaziale delle cellule che com
pongono l'aggregato sottolineata dal tratto periferico colorato,
nero-duttulo, verde-alveolo.
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Fig. 40 - Il preparato citologico ottenuto con manovre agoaspi- Fig. 41 - Le cellule atipiche hanno citoplasma a margini poco
rative è composto da una dicrota cellularità, rappresentata da definiti e nuclei ovalari con cromatina fine e modesta anisoca-
elementi atipici che si associano in aggregati irregolari scarsa riosi. Sono presenti anche cellule con nucleo fusato e citopla
mente coesivi che rilasciano singole cellule nel fondo del vetri sma allungato. Il quadro morfologico è sospetto per una meta
no. stasi di carcinoma poco differenziato.
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Malattia
1.7 aterosclerotica
G. d'Amati
nello spazio extravasale. In seguito allo stimolo da scolari, in maniera apparentemente non correlata
parte di citochine o di altri fattori, le cellule endote- alla dose. La cessazione dell'abitudine al fumo
liali assumono quindi un "fenotipo proinfiammato riduce di circa il 50% il rischio di malattie cardiova
rio", caratterizzato dall'espressione di molecole di scolari. Le sostanze tossiche principalmente respon
adesione per i leucociti, come V-CAM ed I-CAM 1 e sabili dell'effetto nocivo del fumo di sigaretta sul
selectina E, dalla produzione di molecole ad azione l'apparato cardiovascolare non sono state ancora
procoagulante e protrombotica, nonché di citochine individuate con chiarezza, mentre il loro principale
e di fattori di crescita. L'espressione di queste mole meccanismo di danno sembra consistere in un
cole in risposta ad un danno endoteíiale è uno dei aumento dello stress ossidativo e dell'aggregazione
meccanismi patogenetici fondamentali dell'atero piastrinica.
sclerosi, come vedremo in seguito.
Ipertensione arteriosa. L'ipertensione è un fattore
Cellule muscolari lisce. Le cellule muscolari lisce di rischio importante ed, in soggetti di età superio
sono gli effettori della vasocostrizione e della vaso- re a 45 anni, ha un effetto proaterogeno più potente
dilatazione. Inoltre producono collagene, elastina e dell'iperlipidemia. Studi sperimentali suggeriscono
proteoglicani, e secernono fattori di crescita. In che lo sviluppo delle lesioni aterosclerotiche inti
seguito a stimolazione da parte del PDGF (prodot mali non sia causato direttamente, ma piuttosto
to dalle piastrine, ma anche dalle cellule endotelia- accelerato in presenza di ipertensione arteriosa.
li, dai macrofagi e dalle stesse cellule muscolari Infatti, l'aumento della pressione sanguigna favori
lisce attivate) acquistano una capacità proliferativa sce il passaggio dei macrofagi nella tonaca intima,
e migrano nella tonaca intima. Questo fenomeno è probabilmente tramite l'azione dell'angiotensina II.
stimolato anche da altri fattori di crescita, come il Questo ormone favorisce inoltre la produzione di
fattore di crescita fibroblastico (b-FGF) e dalle cito radicali liberi dell'ossigeno, come l'anione superos-
chine, come l'interleuchina 1 (IL 1), ed è inibito dal sido, da parte delle cellule endoteliali e delle cellu
l'ossido nitrico, dal transforming growth factor P le muscolari lisce, e provoca un aumento della pro
(TGF (3) e dall'interieron-y (IFN-y). duzione di citochine e di molecole di adesione da
Proliferazione e migrazione delle cellule musco parte dell'endotelio (5,6). La terapia antiipertensiva
lari lisce hanno un ruolo importante nella riparazio riduce significativamente l'incidenza di malattie
ne del danno vascolare, ma anche in processi pato cardiovascolari correlate all'aterosclerosi.
logici come l'aterosclerosi. Iperlipidemia. L'iperlipidemia, ed in particolar
modo l'aumento delle lipoproteine a bassa densità
| Epidemiologia e fattori di rischio e del colesterolo, gioca un ruolo di primaria impor
tanza nello sviluppo delle lesioni aterosclerotiche
Sebbene la mortalità associata alle complicanze (7), come è provato dalle seguenti linee di evidenza:
dell'aterosclerosi sia diminuita in maniera signifi • Il principale componente della porzione lipidica
cativa, grazie ai continui progressi terapeutici, la delle placche fibroateromasiche è rappresentato dal
malattia aterosclerotica rimane la principale causa colesterolo e dai suoi esteri provenienti dal plasma;
di morte in Europa e negli Stati Uniti. La ricerca
epidemiologica ha individuato un vasto gruppo di • Difetti genetici nel metabolismo delle lipoprotei
fattori ambientali e genetici (circa trecento) associa ne sono associati ad un'incidenza precoce di atero
ti ad un aumentato rischio di sviluppo dell'atero sclerosi con conseguente cardiopatìa ischemica. L'i-
sclerosi (2,3) ed ha permesso di identificarne i mag percolesterolemia familiare si caratterizza per un
giori. Tra i fattori di rischio potenzialmente controllabi deficit genetico dei recettori cellulari per le lipopro
li vi sono il fumo di sigaretta, l'ipertensione arterio teine a bassa densità (LDL), con conseguenti eleva
sa, l'iperlipidemia, il diabete mellito e la presenza ti livelli, ematici di queste lipoproteine. Mutazioni
di elevati livelli ematici di omocisteina, mentre i in altri geni coinvolti nel metabolismo delie lipo
fattori di rischio costituzionali o non modificabili sono proteine, nonché di geni che codificano per apoli-
l'età, il sesso e la predisposizione genetica. Fattori poproteine (apo B-100 ed apo E) hanno un effetto
di rischio minori includono l'obesità, la mancanza analogo;
di esercizio fisico, lo stile di vita stressante, patolo @ La somministrazione di diete ad alto contenuto
gie infiammatorie da agenti infettivi (come la in colesterolo ad animali sperimentali provoca l'in
Chlamydia Pneumoniae) o su base autoimmunitaria, sorgenza di lesioni aterosclerotiche indistinguibili
come l'artrite reumatoide. L'analisi dei dati epide da quelle umane;
miologici indica inoltre come l'aterosclerosi vada • La riduzione dei livelli di colesterolo sotto 265
considerata ima malattia ad eziologia multifatto- mg/mi tramite agenti farmacologici o restrizioni
riale. dietetiche causa una diminuzione del rischio di
eventi cardiovascolari su base aterosclerotica.
Fumo di sigaretta. Il fumo di sigaretta appare cor
relato alla patogenesi della malattia aterosclerotica Contrariamente alle LDL, le lipoproteine ad alta
e delle sue complicanze (4). Sia il fumo attivo che densità (HDL) esercitano un effetto protettivo nei
quello passivo predispongono ad eventi cardiova confronti dell'aterosclerosi. Questo effetto è dovuto
104 ss1 Malattia aterosclerotica
principalmente alla capacità delle HDL di rimuove
M o r f o p o t o lo g ia
re l'eccesso di colesterolo dai tessuti periferici. Inol
tre, le HDL hanno una capacità antiossidante. Lesioni iniziali. Studi autoptici effettuati su indivi
Diabete mellito. Il diabete è un fattore di rischio dui deceduti in giovane età hanno permesso di
indipendente per l'aterosclerosi, ed il suo effetto è identificare le lesioni intimali che vengono conside
potenziato dalla coesistenza dell'ipertensione siste rate i precursori della placca fibroateromasica. Si
mica e dell'iperlipidemia. Nei pazienti con diabete tratta delle strie lipidiche, che appaiono come
minute rilevatezze intimali, di forma rotondeg
di tipo 2 od intolleranza al glucosio, la resistenza
giante od ovale e del diametro di 3-5 mm (Fig. 1).
all'insulina si associa spesso con altri fattori di
All'esame microscopico, le strie lipidiche corri
rischio, come l'obesità, l'ipertensione e l'iperlipide-
spondono ad accumuli subendoteliali di macrofagi
mia. Il com p lesso di queste disfunzioni endocrine e
ingolfati di lipidi (macrofagi schiumosi), in assenza
metaboliche viene definito come "sindrome disme
di una componente fibrosa (Fig. 2). L'evoluzione
tabolica", ed è associato ad un' aumentato rischio di delle strie lipidiche è variabile: non tutte infatti si
insorgenza e di progressione deiraterosclerosi (8). trasformano in placche fibroateromasiche ed alcu
Omocisteina. La presenza di elevati livelli plasma ne possono regredire se diminuisce il livello emati
tici di omocisteina favorisce l'insorgenza delle plac co delle LDL. Le strie lipidiche apparentemente più
che fibroateromasiche, attraverso un danno endote- prone alla progressione sono quelle che si trovano
liale, un aumento dell'aggregabilità piastrinica ed in corrispondenza di aree di ispessimento intimale
una proliferazione delle cellule muscolari lisce arte eccentrico, probabilmente secondarie ad un
riose. aumentato stress emodinamico locale. In questo
senso, anche l'ispessimento intimale può essere
Sesso. A parità di altri fattori, il sesso maschile pre considerato come un precursore della placca
senta un rischio maggiore per l'aterosclerosi. Dopo fibroateromasica.
la menopausa, il rischio è equivalente nei due sessi,
a dimostrazione di un effetto protettivo da parte Placca fibroateromasica. Le placche fibroateroma
siche sono localizzate in modo preferenziale al
degli estrogeni. È stato infatti dimostrato che questi
livello delle coronarie, delle carotidi, dell'aorta
ormoni hanno un effetto anti-aterogeno, dovuto
infrarenale e delle arterie che irrorano gli arti infe
principalmente alla loro azione antiossidante ed al
riori. All'esame macroscopico appaiono come lesio
ruolo che rivestono nella regolazione del livello pia
ni rilevate, di forma irregolare, a margini piuttosto
smatico delle lipoproteine (9).
netti, di diametro generalmente compreso tra 8 e 12
Età. L'età ha un'importanza determinante nello svi mm e di colorito biancastro (Fig. 3). Al taglio, nella
luppo di questa malattia, tanto che dai 40 ai 60 anni porzione centrale delle placche si osserva la presen
l'incidenza dell'infarto del miocardio aumenta di za di una quantità variabile di materiale giallastro,
circa cinque volte. di consistenza poltacea, che corrisponde all'atero-
ma. A livello dei vasi di medio calibro le lesioni pos
Predisposizione familiare. La nota predisposizio sono presentare una distribuzione circonferenziale
ne ereditaria allo sviluppo dell'aterosclerosi appare (placche concentriche) (Fig. 4) od interessare solo
nella maggioranza dei casi di natura poligenica e una parte della superficie intimale (placche eccen
legata alla familiarità dì alcuni fattori di rìschio per triche) (Fig. 5). Istologicamente, le placche mostra
questa condizione, come l'ipertensione arteriosa od no un cappuccio fibroso subendoteliale, di spessore
il diabete. In altri casi, la familiarità dell'aterosclero variabile, che le separa dal lume vasale (Fig. 6). La
si è legata alla trasmissione di mutazioni di geni
ben definiti, come quelli responsabili delle ipercole-
sterolemie familiari. In ogni caso, la suscettibilità su
base genetica a sviluppare l'aterosclerosi appare
condizionata dai fattori ambientali.
Infezioni. Le infezioni ìntravascolari possono forni
re uno stimolo infiammatorio in grado di accelerare
l'eterogenesi (10). Studi recenti hanno dimostrato la
presenza di agenti infettanti, come la Chlamydia
pneumoniae, all'interno di lesioni aterosclerotiche
nell'uomo. La Chlamydia, tramite il rilascio di endo-
tossine, è in grado di stimolare la produzione di
mediatori deH'infiammazione da parte dell'endote
lio vascolare (11). Tuttavia studi epidemiologici
hanno fornito risultati contrastanti sul rischio car Minute rilevatezze intimali di forma
Fig. 1 - Strie lipidiche.
diovascolare legato alle infezioni da Chlamydia. rotondeggiante od ovale dei diametro di 3-5 mm.
Morfopatologia & 105
Fig. 4 - Placca concentrica.La lesione fibroateromasica mostra Fig. 5 - Placca eccentrica. La lesione fibroateromasica interes-
una distribuzione circonferenziale del vaso. sa solo una parte della circonferenza del vaso.
106 K Malattìa aterosclerotica
mente. Tuttavia, Tincremento delle nostre cono
scenze sulla fisiopatologia delTaterosclerosi e delle
sue complicanze ha portato al riconoscimento che la
composizione della placca è più importante del grado di
stenosi nel determinare la prognosi. Le placche fibroa-
teromasiche vengono quindi attualmente classifica
te su base morfologica in placche stabili, che presen
tano un basso rischio di complicanze acute, e plac
che instabili o vulnerabili, che vanno più facilmente
incontro ad ulcerazione, con conseguente trombosi
occlusiva ed ischemia d'organo (12).
Placche stabili. Queste placche sono generalmente
multiple e sono spesso localizzate in corrisponden
za dei punti di diramazione o di flessione delle arte
rie. Nelle arterie di medio calibro, il loro progressi
vo accrescimento provoca una stenosi significativa
(> 75%) di tipo concentrico del lume. Istologica
mente le placche stabili mostrano uno spesso cap
puccio fibroso, con frequenti depositi di sali di cal
cio, mentre sia Tateroma che la componente infiam
matoria sono relativamente scarsi.
Placche vulnerabili. Si tratta generalmente di plac
che eccentriche, che istologicamente si caratterizza
Fig. 6 - Placca fibroateromasica. Microscopicamente si osser no per la presenza di un voluminoso ateroma con
va un cappuccio fibroso subendoteliale di spessore variabile abbondanti cellule schiumose ed un cappuccio
che ricopre l'ateroma costituito da detriti cellulari, cristalli di fibroso generalmente sottile (Fig. 8), condizionanti
colesterolo e cellule schiumose. stenosi di grado moderato (50-75%) delle arterie
muscolari. Le placche vulnerabili possono ulcerarsi
anche prima di aver raggiunto un grado significati
ne cronica della parete arteriosa, in modo tale che vo di stenosi, a conferma del fatto che l'instabilità di
Tarea del lume rimane sostanzialmente inalterata. queste lesioni non è necessariamente correlata al
Quando la placca arriva ad occupare il 50% del loro volume, ma piuttosto alla loro composizione
lume vasale, la dilatazione compensatoria non è più ed all'entità dei fenomeni biologici che in esse
efficace e la stenosi del lume progredisce rapida hanno luogo.
Cappuccio fibroso
Endotelio
Tessuto Capillari
fibroso neoformati
Cellule
muscolari
lisce
Fig.7 - La figura rappresenta una placca aterosclerotica avanzata con un core lipidico formato da cellule schiumose morte e iisa-
te, depositi di grassi e materiale fibroso. Il core lipidico è delimitato da una capsula formata da materiale fibroso e da cellule musco
lari lisce che, in alcuni casi, sono cariche di lipidi. (Da G.M. Pontieri, M.A. Russo, L. Frati, Patologia generale, Piccin, 2005).
Morfopatoiogia ^ 107
Fig. 9 - Placca fibroateromasica complicata da fissurazione del Fig. 10 - Placca fibroateromasica complicata da fissurazione
cappuccio fibroso con conseguente formazione di trombo del cappuccio fibroso con conseguente brusco rigonfiamento
murale non occlusivo. emorragico della stessa placca.
108 S- Malattia aterosclerotica
lume arterioso. Emorragie più significative sono due tipi di aneurismi: fusiformi o cilindrici e saccula-
quelle che conseguono all'entrata del sangue nella ri. I primi, di gran lunga più frequenti, sono caratte
placca in conseguenza della fissurazione del cap rizzati dalla dilatazione dell'intera circonferenza
puccio fibroso. della parete aortica (Fig. 11). Sono generalmente
confinati tra l'origine delle arterie renali e la bifor
Calcificazione della placca. Le calcificazioni si
cazione aortica, ma possono interessare anche il
verificano in corrispondenza dei detriti cellulari nel
tratto iniziale delle arterie iliache od il tronco celia
contesto dell'ateroma, oppure in altre sedi della
co. Gli aneurismi sacculari coinvolgono invece solo
placca, come il cappuccio fibroso. L'entità dei depo
un segmento della parete aortica, e generalmente
siti calcifici è variabile, ed a volte è tale da conferire
comunicano con il lume tramite un colletto. La
alla parete vasale la consistenza duro-lignea. A dif
superficie intimale mostra placche fibroateromasi-
ferenza delle altre complicanze della placca fibroa-
che, spesso ulcerate e rivestite da materiale trombo
teromasica, le calcificazioni non determinano la
tico stratificato (Fig. 12). Istologicamente, la parete
comparsa di sintomi clinici. Tuttavia i pazienti con
gravi calcificazioni dell'albero coronarico presenta aneurismatica mostra un marcato assottigliamento
no un aumentato rischio di ischemia cardiaca. della tonaca media, associato a frammentazione
delle fibre elastiche, fibrosi ed atrofia delle cellule
Aneurismi aterosclerotici. Gli aneurismi ateroscle- muscolari lisce.
rotici si verificano pressoché esclusivamente in cor Una variante particolare dell'aneurisma atero
rispondenza delle arterie elastiche, e quindi princi sderotico aortico è rappresentata dal cosiddetto
palmente nell'aorta. Alla base del progressivo sñan- "aneurisma infiammatorio", che presenta una loca
camento della parete aortica vi sono la frammenta lizzazione analoga, ma è caratterizzato da un note
zione delle fibre elastiche e la fibrosi ed atrofia della vole ispessimento della parete, che appare di colo
tonaca media, secondaria alla compressione da rito biancastro. Istologicamente si osservano plac
parte delle placche intimali ed all'azione delle che fibroateromasiche intimali ed atrofia della tona
metalloproteinasi prodotte dai macrofagi della ca media, associate a marcata fibrosi e a flogosi cro
placca. Gli aneurismi aortici sono molto frequenti, e nica avventiziale. La fibrosi spesso si estende ad
la loro rottura rappresenta la tredicesima causa di interessare gli organi adiacenti, in particolar modo
morte negli Stati Uniti. Possono essere unici o mul il duodeno, la vena cava inferiore e gli ureteri. La
tipli, e la loro sede più frequente è il tratto infrare- patogenesi di questi aneurismi è legata ad una
nale dell'aorta addominale. 11 sesso maschile è col risposta infiammatoria immunomediata ad alcuni
pito più frequentemente. Gli aneurismi aterosclero componenti della placca.
tici dell'aorta sono rari prima dell'età di 50 anni, si La complicanza più temibile degli aneurismi
accrescono lentamente ed in modo asintomatico; il aterosclerotici è la rottura improvvisa, con conse
rischio di rottura arriva al 25% quando raggiungo guente shock emorragico. Altre complicanze inclu
no un diametro di 5 cm. Studi recenti suggeriscono dono le embolie distali conseguenti ad ulcerazione
che queste lesioni siano a carattere familiare (13). delle placche ateromasiche (ateroemboli) e l'infe
Dal punto di vista macroscopico, si distinguono zione della parete aneurismatica.
In conclusione, se prendiamo in considerazione
Fig. 11 - Aneurisma aterosclerotico deli'aorta addominale sof- Fig. 12 -Aneurisma ateroscierotìco dell'aorta addominale con
torenaie con dilatazione dell'intera circonferenza vasale. presenza di materiale trombotico stratificato endoluminale.
Patogenesi & 109
gli aspetti morfologici della malattia aterosclerotica endoteliale si concretizza in una disfunzione endo
alla luce della sua espressione clinica, possiamo teliale cronica (15), sistemica e potenzialmente
riassumere la storia naturale delle lesioni in tre fasi: reversibile, che rappresenta il primum movens della
malattia aterosclerotica. La disfunzione endoteliale
Fase iniziale. Corrisponde alla formazione delle si estrinseca attraverso: a) la perdita della normale
strie lipidiche ed alla loro evoluzione in placche permeabilità; b) l'aumento dell'adesività per i
fibroateromasiche. In questa fase, la malattia è di monociti e linfociti T circolanti; c) l'aumento della
solito asintomatica, e l'intervento sui fattori di trombogenicità; d) l'alterata contrattilià vascolare
rischio può provocare la regressione delle lesioni (Fig. 13).
intimali o rallentarne la progressione. L'evento più precoce nella storia naturale dell'a
Fase dell'adattamento. In questa fase, le arterie di terosclerosi consiste nel passaggio abnorme delle
medio calibro vanno incontro ad un progressivo LDL nella tonaca intima, dovuto ad un aumento di
rimodellamento per mantenere inalterata l'area del permeabilità dell'endotelio. Le LDL vengono tratte
lume. Questo processo è efficace nel caso di placche nute nell'intima tramite l'interazione di un loro
fibroateromasiche eccentriche. Con il passare del costituente, l'apoproteina B, con i glicosaminoglica-
tempo, la crescita della placca eccede la capacità ni della matrice extracellulare; a livello intimale le
compensatoria della dilatazione arteriosa, e la ste LDL vanno incontro inoltre a fenomeni di ossida
nosi progredisce rapidamente. E importante ricor zione e proteolisi (LDL modificate), che ne facilita
dare che anche in questa fase di malattia, che gene no la captazione da parte dei macrofagi. Questi ulti
ralmente è paucìsintomatica o asintomatica, posso mi derivano dai monociti circolanti, che, insieme ai
no manifestarsi i sintomi clinici dell'ischemia car linfociti T, penetrano nella tonaca intima grazie
diaca dovuta ad eventi improvvisi di placca. Infat all'aumento dell'espressione endoteliale di moleco
ti, come già accennato in precedenza, anche le plac le di adesione, come VCAM-1 (che lega i monociti
che fibroateromasiche eccentriche moderatamente ed i linfociti T) ed ICAM-1.
L'adesione dei monociti e dei linfociti T all'en
stenotiche (50-60%) sono a rischio di ulcerazione e
dotelio è una tappa fondamentale nella storia
trombosi.
naturale delle lesioni aterosclerotiche, la cui pato
Fase sintomatica, Questa fase è caratterizzata dalla genesi ricalca le fasi della risposta infiammatoria
comparsa delle lesioni complicate dell'aterosclero cronica.
si, che si manifestano clinicamente con i sintomi di L'espressione endoteliale delle molecole di ade
ischemia d'organo o, nel caso degli aneurismi del sione, nonché di fattori di crescita, come il macro-
l'aorta, con l'improvvisa rottura.
Alterazioni del flusso laminare
Citochine infiammatorie
Lipoproteine ossidate
L'aterosclerosi è attualmente considerata come Om ocisteina
M orfologia
Il quadro morfologico della congestione passiva
acuta si caratterizza per un aumento del volume e del
peso dell'organo, che assume colorito rosso cianotico
ed un aspetto edematoso. A livello microscopico le
venule ed i capillari appaiono ingorgati di sangue, con
occasionali stravasi emorragici. La congestione acuta
polmonare, associata allo stravaso di fluidi nei setti
alveolari e nelle cavità degli alveoli (edema polmonare)
consegue all'insufficienza ventricolare sinistra ed è
spesso un evento terminale. È reperto molto frequen
te all'autopsia.
Nella congestione cronica, all'incremento del
volume e del peso, si associa aumento della consi
stenza degli organi, dovuto alla fibrosi. A livello pol
monare si realizza il quadro noto come indurimento
bruno od ocraceo, dovuto alla coesistenza di conge
stione capillare, fibrosi dei setti alveolari, emorragie
alveolari e presenza di macrofagi contenenti pig
mento emosiderinico nei setti e nelle cavità alveola
ri. Quest'ultimo reperto è una testimonianza di
emorragie pregresse, ed è responsabile del colorito
ocraceo o rugginoso del parenchima polmonare. Nel
fegato, la congestione cronica, conseguenza dell'in
sufficienza ventricolare destra, si manifesta inizial
mente con una dilatazione delle vene centrolobulari,
associata a steatosi e degenerazione su base ipossica
degli epatociti centrolobulari (o della zona 3 dell'aci
no epatico). Con il protrarsi della stasi venosa si ha
perdita degli epatociti intorno alla vena centrolobu
lare, dove si osservano inoltre stravasi emorragici e
macrofagi contenenti pigmento emosiderinico; infi
ne, può comparire una fine fibrosi. Il quadro macro
scopico del fegato da stasi cronica in fase iniziale è
caratterizzato dalla presenza di fini punteggiature di
colore rosso cupo (che corrispondono alle vene cen
trolobulari congeste contornate da epatociti in dege
nerazione) a loro volta circondate da aree giallastre
.(secondarie alla steatosi degli epatociti periportali).
Nelle fasi più avanzate, la formazione di sottili tral
ci fibrosi determina una fine nodularità del paren
chima epatico (cosiddetta cirrosi cardiaca). Gli aspetti
morfologici e fisiopatologici della congestione croni-
1 14 ® Patologie da alterata perfusione dei tessuti
ca polmonare ed epatica sono illustrati in dettaglio SISTEMA INTRINSECO SISTEMA ESTRINSECO
nei capitoli dedicati ai singoli organi. -Superfici negative -Trombina (Piastrine)
-Fattore XII -Fattore Xa
-HMWK -Fattore Xlla
-Precaliìcreina
H Trombosi Fattore VI I attivo Fattore V I I
La fluidità del sangue airinterno dell'apparato FattoreTxi Fattore XI attivo e F.tissutale
cardiovascolare è mantenuta dall'equilibrio tra fat
tori procoagulanti, anticoagulanti e fibrinolitici (1).
Fattore IX Fattore IX attivo Fattore IX
Questo meccanismo omeostatico protegge l'organi
smo sia dal rischio di emorragie che di trom bosi
intravascolari. Per facilitare la comprensione dei Fattore X Fattore X attivo Fattore X
meccanismi della trombosi è opportuno fare cenno
alla sua controparte fisiologica, l'emostasi.
Protrom bina
La normale emostasi si realizza in conseguenza
ad un danno vascolare e si sviluppa attraverso tre
stadi, qui di seguito esposti sinteticamente. Fibrinogeno Fibrina
Abbreviazioni:
a) Vasocostrizione temporanea. La vasocostrizio PL = fosfolipidi (necrosi)
HMWK = chininogeno ad aito PM
ne ha l'effetto di limitare la fuoriuscita di sangue Fibrina stabilizzata
dal vaso danneggiato e si realizza per la conco
mitanza di un meccanismo neurogeno riflesso e di Fig. 1 - Illustrazione schematica delia cascata della coagulazio
un aumento della liberazione locale di endotelina-1, ne.
che è un peptide ad azione vasocostrittrice pro
dotto dall'endotelio.
insolubile: il trombo definitivo. Nelle maglie di
b) Adesione piastrinica. Il danno endoteliale espo fibrina rimangono intrappolati granulociti neu-
ne al flusso ematico la matrice extracellulare trofili ed emazie. In questa fase vengono inne
intimale, alla quale aderiscono le piastrine atti scati meccanismi regolatori della coagulazione
vate. Questo fenomeno è mediato principalmen
(il sistema fìbrinolitico, mediato dalla plasmina,
te dal fattore di von Willebrand, prodotto dal
e l'inibizione della cascata della coagulazione,
l'endotelio, che favorisce il legame delle piastri
esercitata dalla trombomodulina) per limitare
ne alle fibre collagene intimali (2). All'adesione
l'estensione del trombo alla zona di danno
segue il rilascio di granuli densi piastrinici con
vascolare. Questi meccanismi partecipano anche
tenenti sostanze ad azione vasocostrittrice, come
alla rimozione del trombo, ima volta innescato il
il trombossano A2, nonché nucleotidi mediatori
processo di guarigione.
del richiamo e dell'aggregazione piastrinica
(ADP). Si forma così in brevissimo tempo un Sia la normale emostasi che la sua controparte
trombo piastrinico, o trombo primario, che è insta patologica, la trombosi intravascolare, dipendono
bile e può facilmente disgregarsi. quindi da tre componenti: l'endotelio, le piastrine
c) Attivazione della cascata della coagulazione e ed i fattori della coagulazione. Le funzioni trombo
formazione del trombo definitivo. Il danno tiche ed antitrombotiche dell'endotelio sono state
endoteliale provoca anche l'esposizione del fat trattate in precedenza sono riassunte in tabella 1.
tore tessutale, che, insieme al complesso fosfoli- L'inibizione fisiologica della coagulazione intrava
pidico 3 attivato della membrana piastrinica, scolare avviene attraverso quattro meccanismi,
promuove la cascata della coagulazione (Fig. 1), elencati in tabella 2.
che consiste in una reazione a catena di conver La trombosi è la formazione all'interno dell'apparato
sione da proenzimi ad enzimi e che culmina con cardiovascolare di una massa solida (trombo) derivante
l'attivazione della trombina. La trombina attivata dagli elementi del sangue circolante. La formazione del
a sua volta provoca la conversione del fibrinoge trombo consegue all'inappropriata attivazione dei pro
no circolante in fibrina. Il fattore tessutale stimo cessi coinvolti nell'emostasi. I trombi si possono for
la la via estrinseca della coagulazione, mentre mare ovunque nell'apparato cardiovascolare: nelle
quella intrinseca è stimolata dalla presenza del arterie, vene e capillari, sui lembi valvolari o sul
trombo piastrinico aderente alla matrice intima l'endocardio che riveste le cavità cardiache.
le, oppure dall'azione del fattore XII, attivato
dalla callicreina. Entrambe le vie stimolano l'at Eziologia e patogenesi delle lesioni
tivazione del fattore X, che converte la protrom
trombotiche
bina in trombina. La fibrina, che è il prodotto
finale di questa cascata di eventi, si deposita Nella patogenesi della trombosi sono implicati
sulla superficie intimale del vaso danneggiato, tre fattori, che, nell'insieme costituiscono la triade di
dove insieme alle piastrine forma un polimero Virchow:
Trombosi ^ 115
Fig.3 - Sezione traversa delia parete di un aneurisma ateroscleroiico sede di un voluminoso trombo stratificato ed in parte orga
nizzato.
Trombosi & 117
ti al loro interno dai micror ganismi e dai granulo- I trombi ialini sono molto frequenti nei capillari e
citi neutrofili dell'infiltrato infiammatorio. Altri fat nelle venule dei pazienti in stato di shock. Si tratta di
tori locali che predispongono alla trombosi sono le minute formazioni trombotiche, di colorito bianca
stenosi valvolari acquisite e la presenza di protesi stro ed aspetto traslucido, formati principalmente da
valvolari meccaniche. Infine, condizioni di ipercoa- fibrina e da piastrine. Il meccanismo patogenetico
gulabilità del sangue possono provocare la forma alla base della loro formazione risiede nel danno del
zione di piccoli trombi endocardici, come nel caso l'endotelio del microcircolo che si realizza nello
della cosiddetta endocardite trombotica abatterica shock. Se il paziente sopravvive, i trombi ialini vanno
0 dell'endocardite verrucosa di Libman-Sacks incontro a dissoluzione.
descritta i corso .di lupus eritematoso sistemico.
1 trom bi ven osi si formano prevalentemente in con Evoluzione del trombo
seguenza della stasi sanguigna, per coagulazione Una volta formato, il trombo evolve secondo
della colonna ematica all'interno del vaso. Essi modalità diverse.
occupano quindi l'intero lume venoso (trombi
occlusivi) e presentano generalmente una zona di Propagazione. Il trombo può aumentare di volume
adesione alla parete del vaso. I trombi venosi sono per progressivo accumulo di piastrine e fibrina,
fino ad occludere il lume del vaso. Questo evento
piuttosto lunghi, di forma grossolanamente cilin
è frequente nel caso dell'ulcerazione delle placche
drica e tendono ad accrescersi nella direzione del
fibroateromasiche delle arterie di medio calibro.
flusso sanguigno, formando ima "coda" che non
aderisce alla parete vasale. Poiché la stasi favorisce Rimaneggiamento e lisi. I trombi di recente forma
l'intrappolamento di un gran numero di emazie zione possono essere rimossi, con ricanalizzazione
nelle maglie di fibrina, i trombi venosi hanno un del vaso. La lisi avviene, verosimilmente, sia per
colorito prevalentemente rosso cupo, con variega l'attivazione del sistema fibrinolitico che degli enzi
ture grigiastre corrispondenti ad aggregati di fibri mi lisosomiali dei granulociti neutrofili e delle pia
na e piastrine. Le trombosi venose, o flebo trom bosi, strine che si trovano all'interno del trombo. La lisi
colpiscono principalmente le vene degli arti inferio del trombo viene effettuata anche farmacologica
ri, ma anche i plessi periprostatici e periuterini. mente, tramite l'infusione di attivatori del plasmi
Sono spesso asintomatiche, ma tendono a compli nogeno, ad esempio per limitare l'estensione del
carsi con eventi embolici, favoriti dalla scarsa ade l'infarto del miocardio che consegue all'occlusione
sività della coda del trombo alla parete venosa. La coronarica trombotica. Poiché la fibrinolisi è effica
complicanza più temibile delle flebotrombosi è la ce solo nei confronti dei trombi molto recenti, per
tromboembolia polmonare. La stasi venosa, negli arti ottenere risultati ottimali questo intervento va effet
inferiori, è favorita a livello locale dall'insufficienza tuato entro un brevissimo tempo (entro due ore)
venosa profonda e dalla mancanza dell'azione pro dall'instaurarsi dei sintomi dell'infarto miocardico.
pulsiva esercitata sul flusso sanguigno dalla com Organizzazione. Se nella storia naturale non inter
pressione ritmica delle pareti venose da parte dei viene precocemente la lisi, il trombo si organizza,
muscoli scheletrici. Quest'ultima condizione si rea con eventuale ricanalizzazione. L'organizazzione del
lizza, ad esempio, in caso di immobilizzazione for trombo consiste nell'invasione di quest'ultimo da
zata, in seguito a fratture o ad interventi chirurgici parte di fibroblasti e di vasi capillari, di probabile
complessi. Trombosi dei plessi ovarici o periuterini derivazione dai vasa vasorum awentiziali. Il trom
possono essere causate da interventi ostetricogine bo assume così i caratteri di un tessuto di granula
cologici. A livello generale, la stasi venosa è favori zione, che si trasforma quindi in tessuto fibroso
ta dalla diminuzione del ritorno venoso al cuore, denso, ricoperto dall'endotelio vasale. La ricanaliz
come avviene nell'insufficienza ventricolare destra, zazione del trombo organizzato consiste nella persi
o dalla riduzione della gettata cardiaca. Le trombo stenza e nella confluenza dei vasi capillari, che per
si sono frequenti anche in seguito ad infiammazio correndo l'intera lunghezza del trombo possono
ne della parete venosa (tromboflebiti). In questo caso ristabilire una parziale comunicazione tra i segmen
si manifesta una sintomatologia dolorosa. Infine, ti vasali a monte ed a valle dell'occlusione.
trombosi venose profonde si osservano all'autopsia
in circa il 50% dei pazienti con neoplasie maligne Embolizzazione. L'intero trombo o frammenti di
(4). All'esame autoptico i trombi venosi non vanno esso possono staccarsi dalla sede di formazione ed
confusi con i coaguli p ostm o rtali: questi ultimi essere trasportati dalla corrente sanguigna fino a fer
sono di aspetto gelatinoso, di consistenza elastica e marsi in un vaso di calibro minore alle loro dimen
presentano una porzione di colorito rosso cupo, sioni. Questo evento è favorito dai fenomeni di
rimaneggiamento del trombo stesso. La tromboem
corrispondente alle emazie precipitate per gravità,
bolia verrà trattata in maniera più approfondita
ed una giallastra, formata dal plasma coagulato.
nella sezione seguente.
Infine, i coaguli postmortali non aderiscono in nes
sun punto alla parete vasale, e vengono quindi Infezione. Durante la sua evoluzione, il trombo può
asportati con grande facilità. essere colonizzato da microrganismi. Questo evento
118 & Patologie da alterata perfusione dei tessuti
si realizza, ad esempio, nel caso dei piccoli trombi sta in un vaso di calibro inferiore alle sue dimensio
che si formano sull'endocardio valvolare in seguito ni, provocandone l'occlusione. La conseguenza
ad alterazioni della coagulabilità ematica e che pos potenziale di questo evento è la necrosi ischemica del
sono successivamente infettarsi per batteriemie territorio a valle del vaso occluso. A seconda della
transitorie, dando luogo ad endocarditi infettive. loro composizione, gli emboli sono classificati in:
trom boem boli, che sono di gran lunga i più fre
Coagulazione intravascolare disseminata quenti e sono costituiti da materiale trombotico;
emboli neoplastici, formati da cellule tumorali, che
La coagulazione intravascolare disseminata costituiscono la base per le metastasi ematiche;
(CID) consiste nella formazione di piccoli trombi em boli settici, costituiti da microrganismi; em boli
multipli e diffusi all'interno di vasi del microcirco colesterolici, generalmente multipli e di piccole
lo, che provoca un consumo di piastrine e fattori dimensioni, costituiti da frammenti dì ateroma
della coagulazione: consegue coagulopatia da consu derivante dall'ulcerazione delle placche ateroscle-
mo ed attivazione intravascolare dei meccanismi rotiche; em boli g assosi, em boli lipidici, em boli di
fibrinolitici, e quindi diatesi emorragica. Questa m id ollo em op oietico, secondari a fratture ossee, ed
grave sindrome può essere scatenata da numerose em boli di liquido am n iotico. Le embolie vengono
patologie, come ad esempio le sepsi o le neoplasie suddivise in venose e sistemiche in base alla sede di
maligne, può complicare il decorso postoperatorio di provenienza dell'embolo, qualunque sia la sua
interventi chirurgici o conseguire a trasfusioni di san composizione. Nel primo caso, l'embolo origina dal
gue incompatibile, al parto. I meccanismi che scatena circolo venoso o dal cuore destro e raggiunge i pol
no la CID sono da ricondurre essenzialmente ad un moni tramite le arterie polmonari, mentre nel
danno diffuso endoteliale e/o alla presenza in circolo di secondo si forma nel circolo arterioso o nel cuore
fattori che favoriscono la coagulazione (endotossine sinistro e si arresta nelle arterie del circolo periferi
batteriche, microvescicole di membrana rilasciate co, come le arterie renali, cerebrali o l'arteria spleni-
da tumori solidi). La sintomatologia clinica è poli ca. Occasionalmente, gli emboli che si formano nel
morfa, con sintomi ora prevalentemente emorragi circolo venoso raggiungono direttamente il cuore
ci, ora trombotici. Questa condizione verrà trattata sinistro ed il circolo sistemico. La condizione predi
estesamente nel capitolo 3.4. sponente a questo evento, che è definito come embo
lia paradossa, è la presenza di un difetto interatriale
o interventricolare, o anche di una pervietà funzio
| Embolia nale della fossa ovale. Perché l'embolia paradossa si
L'embolo è una massa di materiale non disciolto realizzi occorre un aumento temporaneo della pres
che viene trasportato dal flusso ematico in una sede sione nelle sezioni destre del cuore, con conseguen
distante dal suo punto di origine, finché non si arre te shunt ematico verso il ventricolo sinistro.
Embolia - 119
Tromboembolia polmonare bolia polmonare verrà fornita nel capitolo 8.5 alla
voce "Embolia polmonare".
La tromboembolia polmonare consegue alla
migrazione di materiale trombotico dalle vene
sistemiche al circolo polmonare. La maggior parte
Tromboembolia sistemica
degli emboli proviene dalle vene profonde degli Gli emboli che partono dal cuore si possono for
arti inferiori; la trombosi in questa sede viene favo mare all'interno dell'atrio sinistro, in pazienti con
rita dalla presenza di varici venose, dall'immobiliz fibrillazione striale o stenosi mitralica, oppure sulle
zazione in seguito a fratture o ad interventi chirur valvole mitrale ed aortica (ad es. in corso di endo
gici, o dallo scompenso congestizio cronico: tutte cardite infettiva) od infine sulla superficie endocar
queste condizioni hanno in comune un rallenta dica del ventricolo sinistro (a seguito di un infarto,
mento del flusso sanguigno all'interno del lume o nella cardiomiopatia dilatativa). Più raramente gli
venoso, che favorisce la trombosi. Altri fattori pre emboli provengono dalle arterie, in particolare dal
disponenti alle trombosi venose sono le flebiti, le l'aorta, e sono conseguenza delle trombosi che com
alterazioni della coagulazione su base genetica plicano l'ulcerazione delle placche fibroateromasi-
(mutazioni del fattore V di Leiden e della protrom che. Le manifestazioni cliniche sono legate alla sede
bina), e l'associazione dell'abitudine al fumo si in cui si realizza l'ischemia secondaria all'ostruzio
sigaretta con l'uso dì contraccettivi orali. Meno fre ne embolica. Le arterie più colpite sono quelle che
quentemente la tromboembolia può originare dalle irrorano gli arti inferiori, l'encefalo, i reni, la milza
vene pelviche: questa evenienza si realizza special- e l'intestino. A volte, come nel caso delle tromboem
mente in soggetti di sesso femminile, in seguito ad bolie secondarie ad endocarditi infettive, il materia
interventi ginecologici o come complicanza del le trombotico embolizzato contiene microorganismi
parto. Infine, le tromboembolie possono originare patogeni, e di conseguenza nel territorio a valle del
anche dal cuore destro, ad esempio come conse l'ostruzione embolica si può verificare la formazio
guenza di un'endocardite infettiva dalla valvola ne di un ascesso.
tricuspide. Questo evento è piuttosto frequente nei
tossicodipendenti, e consegue airiniezione diretta
di microrganismi patogeni nel circolo venoso insie
Embolia gassosa
me alle sostanze stupefacenti, favorita dal mancato Gli emboli gassosi conseguono all'ingresso di
rispetto delle norme per la sterilità. In questo caso, aria atmosferica nelle vene sistemiche (embolia da
si possono formare anche ascessi polmonari. aria) o al brusco passaggio alla fase aerea dell'azoto
L'embolia polmonare secondaria a trombosi disciolto nel sangue, che caratterizza la sindrome di
venose degli arti inferiori è un evento frequente e decompressione o malattia dei cassoni (6). L'embolia
potenzialmente letale. Studi condotti in Francia da aria insorge per lesioni di vasi venosi in corso di
hanno dimostrato, ad esempio, un'incidenza interventi chirurgici, di manovre ostetriche o come
annuale di 1.83 per 1000 nella popolazione adulta conseguenza di traumi. Piccole quantità d'aria non
generale (5). Questo evento ha un'incidenza circa causano sintomi clinici, perché le bolle che si forma
venti volte superiore nei pazienti ospedalizzati, con no vanno ad occludere le diramazioni arteriolari
una percentuale di mortalità superiore al 10%. Le terminali del polmone, ed in ogni caso vengono
conseguenze cliniche della tromboembolia polmo rapidamente riassorbite. Quantità di aria superiori
nare dipendono principalmente dalle dimensioni a 100-150 cc, che raggiungono il ventricolo destro,
dell'embolo stesso: la manifestazione clinica più possono causare la formazione di schiuma-compri
grave è la m orte im provvisa per insufficienza ven mibile che arresta, o quasi il passaggio del sangue
tricolare destra (cuore polmonare acuto), dovuta nell'arteria polmonare, causando anche l'instaurar
all'occlusione embolica della biforcazione dell'arte si del cuore polmonare acuto.
ria polmonare; emboli di dimensioni minori occlu La sindrome da decompressione si può realizzare in
dono i rami di medio calibro delle arterie polmona soggetti sottoposti a rapide variazioni della pressio
ri, con due possibili conseguenze: Vinfarto p o lm o ne atmosferica, come i sommozzatori, i subacquei o
nare (10-15% dei casi di embolia) o l'em orragia gli individui a bordo di velivoli non pressurizzati. Il
alveolare. Perché si verifichi l'infarto polmonare volume di gas disciolti nel sangue è direttamente
deve coesistere una condizione di insufficienza proporzionale alla pressione atmosferica. In occa
ventricolare sinistra cronica, tale da compromettere sione di una brusca diminuzione di quest'ultima,
il circolo anastomotico delle arterie bronchiali. Infi come avviene quando un subacqueo, o un pilota di
ne i piccoli emboli che occludono le diramazioni aereo non pressurizzato salgono troppo rapida
terminali delle arteriole polmonari sono clinica- mente, l'aria in soluzione nel sangue viene liberata
mente silenti. Con il tempo, piccole embolie polmo e forma schiuma nelle cavità cardiache nei vasi e
nari multiple possono causare una condizione di nei tessuti. Mentre l'ossigeno e l'anidride carbonica
ipertensione polmonare, dovuta all'obliterazione vengono riassorbiti rapidamente, l'azoto permane
fibrosa del lume arteriolare, con conseguente ridu più a lungo sotto forma di bollicine che, confluen
zione del letto vascolare. Una trattazione approfon do, possono occludere i vasi. La sintomatologia
dita degli aspetti clinico-patologici della tromboem dipende dal distretto vascolare colpito: le manife
120 i Patologie da alterata perfusione dei tessuti
stazioni cliniche più comuni comprendono disp mente si assiste all'instaurarsi di una sindrome da
nea, dolori ossei e muscolari, confusione mentale. coagulazione intravascolare disseminata (CID), sca
L'ostruzione dei vasi spinali può provocare la para tenata dai fattori protrombotici contenuti nel liqui
plegia. La persistenza degli emboli gassosi nel siste do amniotico. L'esame istologico evidenzia la pre
ma scheletrico può provocare focolai di necrosi senza di squame cornee e di altri elementi corpu
ischemica, in particolar modo nel femore, nella tibia scolari del liquido amniotico a livello del microcir
e nella testa dell'omero, che si manifestano con una colo polmonare.
sintomatologia dolorosa osteoarticolare e caratte
rizzano la forma cronica della sindrome da decom
pressione, o malattia dei cassoni.
L'infarto è una necrosi circoscritta conseguente alla
Embolia lipidica grave discrepanza tra le necessità metaboliche di un
In seguito a fratture ossee, globuli di grasso pro organo e l'apporto ematico di ossigeno e nutrienti. La
venienti dal midollo osseo possono penetrare nel causa principale di infarto è l'ischemia. Con il termi
circolo venoso attraverso lacerazioni dei sinusoidi e ne di ischemia si definisce una condizione di insuf
delle venule midollari. Questo fenomeno sembre ficiente apporto di sangue ad un tessuto, che può
rebbe favorito dall'aumento della pressione inter conseguire ad ima riduzione importante o alla ces
stiziale rispetto a quella capillare secondario al sazione dell'apporto di sangue arterioso, ma anche
trauma. L'embolia lipidica si verifica frequente ad un rallentamento del deflusso venoso. L'ische
mente in seguito a fratture del collo del femore, o mia causa un danno cellulare attraverso tre princi
delle costole in seguito ad un massaggio cardiaco pali meccanismi: deficit di ossigeno, insufficiente
prolungato, m a è generalmente asintomatica. Nel apporto di sostanze nutritive ed accumulo locale di cata
caso di traumi ossei multipli si può realizzare la sin boliti. L'entità del danno dipende dal grado e dalla
drome da embolizzazione lipidica multipla, che è durata dell'ischemia
data dall'associazione dei sintomi dell'embolia lipi
dica polmonare, come dispnea grave, tosse, tachip- Fattori implicati nello sviluppo dell7infarto
nea, con quelli dell'embolia lipidica sistemica (altera da occlusione arteriosa
zioni neurologiche, rash petecchiale cutaneo) dovu
ta al superamento del filtro capillare polmonare (7). I fattori che condizionano la gravità del danno
Questa condizione nel 10% dei casi porta al coma e ischemico da occlusione arteriosa sono: a) la rapidi
poi alla morte. All'esame autoptico si notano nume tà di insorgenza dell1’ostruzione} b) l'anatomia del circo
rose piccole emorragie (petecchie) nella sostanza lo arterioso collaterale; c) la vulnerabilità dell'organo
bianca cerebrale; sono invariabilmente presenti all'ischemia; d) il livello di ossigenazione del sangue
emboli lipidici nelle arteriole e nei capillari polmo arterioso
nari, nei glomeruli renali e nei capillari cutanei. Il Rapidità di insorgenza deirostruzione. Se l'occlu
meccanismo dell'embolia lipidica non è compieta- sione arteriosa si instaura istantaneamente (per
mente chiaro. Indubbiamente l'ostruzione meccàni embolie) oppure rapidamente, come ad esempio
ca dei vasi gioca un ruolo fondamentale; molto nel caso di un'embolia sistemica, si instaura quasi
spesso l'entità delle fratture non è tale da giustifica inevitabilmente un infarto esteso all'intero territo
re la gravità della sintomatologia: ad aggravare il rio irrorato dal vaso occluso. Nel caso di stenosi
danno concorre una disfunzione diffusa dell'endo arteriose ingravescenti, come per esempio nell'ate
telio vascolare con conseguente aumento dell'ag rosclerosi dell'albero coronarico, la diminuzione
gregazione piastrinica, causata dagli acidi grassi della pressione di perfusione nel tratto di arteria a
rilasciati in circolo dai globuli lipidici. valle della stenosi provoca la dilatazione delle ana
stomosi preesistenti con gli altri rami coronarici e la
Embolìa amniotica formazione di circoli collaterali che in questo caso
vicaria almeno parzialmente il deficit dipendente
L'embolia amniotica è una complicanza estre
dalla coronaria stenotica; nel caso di occlusione
mamente rara ma potenzialmente fatale del trava
improvvisa del ramo collaterale stenotico, per ulce
glio del parto. Il passaggio del liquido amniotico
razione e trombosi di una placca, si verificherà
nel circolo venoso materno avviene per la lacerazio
comunque un infarto, ma l'estensione della necrosi
ne delle vene uterine e cervicali. II liquido amnioti
ischemica sarà relativamente limitata.
co contiene cellule squamose fetali sfaldate, vernice
caseosa, meconio, lanugine fetale e mucina di deri Anatomia del circolo arterioso collaterale. È un
vazione intestinale e polmonare, oltre a sostanze ad fattore che influenza profondamente la gravità del
azione protrombotica, come la tromboplastina tes danno ischemico. L'assenza o la scarsità di circoli ana-
sutale, e vasoattiva. L'embolia amniotica si manife stomotici comporta inevitabilmente insorgenza del
sta clinicamente con l'improvvisa comparsa di cia l'infarto quando l'ostruzione riguardi un vaso arte
nosi e dispnea, seguiti dalla rapida progressione rioso. Alcuni vasi, come le arterie interlobulari del
verso lo shock ipotensivo ed il coma. Frequente rene, le coronarie e le arterie spleniche sono forniti
Infarto ^ ] 21
di uno scarso circolo collaterale e sviluppano inva ria all'ostacolato deflusso venoso da organi con vasco
riabilmente un infarto a seguito dell'occlusione larizzazione di tipo terminale, come nel caso della
arteriosa, specie se improvvisa. Il fegato ed il pol torsione del testicolo; b) in organi provvisti di una
mone, d'altro canto, sono provvisti di una doppia doppia circolazione, arteriosa e venosa, come il pol
circolazione sanguigna, di tipo arterioso e venoso. La cir mone. Ricordiamo come l'infarto polmonare si veri
colazione arteriosa polmonare è di tipo venoso, a fichi in seguito all'ostruzione di un ramo dell'arte
carattere prevalentemente funzionale. L'occlusione ria polmonare, quando il circolo collaterale bron
di un ramo distale dell'arteria polmonare non pro chiale non garantisca un'irrorazione sufficiente ad
voca quindi l'insorgenza di infarto, a meno che non evitare la necrosi. In questo caso, il sangue che pro
sia compromesso il circolo vicariante bronchiale, viene dalle arterie bronchiali fuoriesce attraverso le
come avviene ad esempio nei pazienti con insuffi pareti dei capillari necrotici e si accumula nell'inter
cienza ventricolare sinistra cronica. In maniera-ana stizio e negli alveoli. Questo fenomeno è favorito
loga, la vascolarizzazione del fegato dipende dal dalla struttura spugnosa del parenchima polmona
l'arteria epatica e dalla vena porta. Nel caso di re, ed infatti non si verifica in caso di consolidamen
trombosi di un ramo della vena porta, il parenchi to polmonare; c) nei tessuti intensamente congesti a
ma epatico viene irrorato dal circolo arterioso, per causa di un aumento della pressione venosa. Anche
cui non si realizza la necrosi ischemica. Se l'occlu gli infarti ischemici possono occasionalmente assu
sione della vena porta si associa ad una diminuzio mere un carattere francamente emorragico. Questo
ne della vis a tergo del sangue circolante per contem fenomeno è conseguenza della riperfusione dell'area
poranea riduzione della pressione nell'arteria epati ischemica, di tipo spontaneo o, attualmente e in
ca, si realizza solo un'intensa congestione sinusoi maniera più frequente, iatrogeno, come avviene
dale con atrofia da compressione delle trabecole nella trombolisi coronarica postinfartuale. In questo
epatiche, in assenza di necrosi ischemica. caso il sangue che affluisce nell'area necrotica si
riversa neirinterstizio attraverso le pareti dei capil
Vulnerabilità dell'organo all'ischemia. La sensibi lari irreversibilmente danneggiati.
lità alla carenza di ossigeno che si verifica in corso
di ischemia varia nei diversi organi e tessuti, in Morfologia dell'infarto. I caratteri specifici della
dipendenza dalla capacità di utilizzare la glicolisi necrosi ischemica nei vari organi verranno trattati
anaerobia, dalle necessità metaboliche e dall'uso nei relativi Capitoli. In linea generale, gli infarti
preferenziale di subitati energetici, come il glucosio presentano quasi sempre una forma grossolana
o gli acidi grassi. Ad esempio, mentre il muscolo mente piramidale, con l'apice rivolto verso il vaso
scheletrico a riposo può essere sottoposto a periodi ostruito e margini irregolari, per l'effetto dell'irro
di ischemia prolungata senza che si verifichi un razione marginale da parte dei circoli anastomotici.
danno cellulare irreversibile, la necrosi dei neuroni La necrosi ischemica negli organi solidi appare
dell'encefalo si realizza entro pochi minuti dall'in- inizialmente in forma di un'area pallida, a margini
staurarsi deH'ischemia. maldefiniti, che si evidenzia ad occhio nudo circa
24 ore dopo l'instaurarsi dell'ischemia. All'esame
Livello di ossigenazione del sangue arterioso. La istologico si evidenzia la necrosi coagulativa cellulare,
presenza di una bassa tensione di ossìgeno nel san caratterizzata dalla scomparsa del nucleo e da una
gue, come avviene ad esempio in caso di malattie marcata eosinofilia del citoplasma (Fig. 5). Nei 2-4
polmonari o di insufficienza cardiaca cronica, può giorni successivi, l'infarto assume colorito gialla
contribuire all'instaurarsi di un infarto anche in
presenza di un'ostruzione arteriosa parziale, spe
cialmente in caso di un aumento delle necessità
metaboliche dell'organo (ad esempio nel cuore
ipertrofico).
stro omogeneo ed un aspetto opaco ed asciutto. I nuzione dell'apporto di ossigeno e nutrienti che, se
margini della lesione si evidenziano nettamente, e prolungata, può portare alla morte cellulare.
sono marcati da un sottile orletto iperemico-emor- Il mantenimento di una adeguata pressione di
ragico (Fig. 6). In questa fase avviene l'infil trazone perfusione arteriosa degli organi vitali dipende
dell'area di necrosi da parte dei granulociti neutro- dalla gittata cardiaca, che è il prodotto della frequen
fili, con conseguente liberazione di enzimi proteoli- za cardiaca per il volume sistolico, dalla volemia e
tici e colliquazione della necrosi. Questo fenomeno si dalle resistenze vascolari periferiche. La diminuzione
completa entro 7-10 giorni. In fase di colliquazione della perfusione periferica può verificarsi quindi in
la zona infartuata diminuisce di consistenza. Dalla seguito a tre meccanismi:
decima giornata in poi l'area di necrosi viene sosti
• Riduzione della gittata cardiaca
tuita da un tessuto di granulazione, di aspetto gri-
9 Riduzione del volume di sangue circolante
gio-roseo; istologicamente le cellule necrotiche sono
state rimosse, l'infiltrato interstiziale è polimorfo e ® Riduzione del tono vascolare
si caratterizza per la prevalenza dei macrofagi, e si Le patologie che possono causare una drastica
osserva ima proliferazione di fibroblasti e di vasi riduzione dell'apporto di sangue agli organi, sono
capillari. Il processo di guarigione cicatriziale si com molteplici, tanto che lo shock può essere classifica
pleta in circa sei settimane con la formazione di una to in base all'eziologia in cardiogeno, ipovolemico,
cicatrice fibrosa, a margini netti, di aspetto bianco anafilattico, settico, neurogeno, endocrino ed
perlaceo. Un'eccezione a questa modalità di evolu ostruttivo. Tuttavia lo shock è un fenomeno molto
zione è rappresentata dagli infarti del sistema ner complesso, in cui spesso i diversi fattori eziologici
voso centrale, dove si realizza una liquefazione del si sovrappongono: ad esempio lo shock cardiogeno
tessuto cerebrale (rammollimento), che lascia il posto può complicarsi con una necrosi intestinale a cui
ad una cavità (pseudocisti post-malacica). consegue una sepsi, mentre lo shock anafilattico è
La necrosi emorragica in fase iniziale ha un colo associato ad una ipovolemia da aumento diffuso
rito rosso cupo. Con il passare dei giorni, l'area della permeabilità vascolare, in conseguenza della
infartuata assume una sfumatura rugginosa, per liberazione massiva di mediatori chimici dell'in
l'accumularsi del pigmento emosiderinico derivan fiammazione da parte dei mastociti.
te dalla lisi delle emazie. E quindi più opportuno classificare lo shock in
Se l'ischemia si realizza in seguito ad un'embo ipovolemico, cardiogeno, da maldistribuzione e da
lia settica, come avviene ad esempio in corso di ostruzione extracardiaca, in base al meccanismo
endocardite infettiva, l'infarto che ne deriva viene patogenetico dell'ipoperfusione tessutale. Le cause
infettato dai germi embolizzati e va incontro ad principali di questi quattro tipi di shock sono elen
un'ascessualizzazione (infarto settico). cate in tabella 4.
rica la presenza di alterazioni reattive vascolari, che tensione, in associazione ai sintomi propri della
coinvolgono le arteriole, le venule ed i capillari. L'e condizione patologica che ha causato lo shock.
voluzione dello shock può essere distinta in tre fasi: Se in questo stadio di evoluzione le condizioni
di perfusione sistemica vengono ripristinate
Fase iniziale, o compensata. Durante le fasi inizia
li dello shock, in risposta allo stimolo barorecetto- precocemente con la terapia, lo shock è comple
riale l'organismo attiva meccanismi neuroumorali tamente reversibile.
di compenso nel tentativo di ripristinare la norma Fase di progressione. La persistenza della vasoco
le pressione arteriosa e, quindi, la perfusione degli strizione determina una grave ipossia con inibizio
organi vitali: ne della fosforilazione ossidativa mitocondriale e
costrizione delle arteriole e degli sfinteri precapillari deplezione di ATP. La riduzione di ossigeno attiva
a livello della cute, dei muscoli scheletrici, dei la glicolisi anaerobia, con conseguente acidosi dei
reni e dei visceri splancnici. Questo fenomeno è tessuti periferici. La riduzione del PH provoca una
dovuto all'attivazione del sistema simpatico ed dilatazione delle arteriole, con conseguente rista
all'aumento delle catecolamine circolanti, ed ha gno di sangue nel microcircolo, che compromette
l'effetto di mantenere elevata la pressione di ulteriormente l'ossigenazione cellulare e causa un
perfusione cerebrale e cardiaca. Le coronarie ed accumulo locale di cataboliti nocivi, aggravando
i vasi cerebrali sono infatti meno sensibili all'ef così il danno ipossico tessutale. La vasodilatazione
fetto vasocostrittore determinato da questi mec ed il ristagno di sangue nel microcircolo causano
canismi, e mantengono un flusso di sangue una diminuzione del ritorno venoso al cuore, com
sostanzialmente invariato. Le catecolamine cir promettendo ulteriormente la gettata cardiaca. In
colanti causano inoltre un aumento della fre questa fase la pressione sistolica scende sotto i 90
quenza cardiaca, che contribuisce a mantenere mm Hg e si instaurano la contrazione della diuresi
la gettata cardiaca. La diminuzione della perfu ed uno stato confusionale.
sione renale provoca l'attivazione del sistema
renina-angiotensina-aldosterone, mentre lo sti Fase del danno irreversibile. Nello stadio finale
molo dei barocettori atriali risulta in un aumen nell'evoluzione dello shock alla vasodilatazione diffu
to in circolo dell'ormone antidiuretico (ADH). sa del microcircolo si aggiunge un aumento della per
Ne consegue ritenzione di liquidi, volta a man meabilità capillare secondario al danno endoteliale
tenere inalterata la volemia. Questa fase clinica è da ipossia ed acidosi, oltre che alla presenza di cito-
dominata da segni generali come pallore, sudo chine e di eventuali tossine circolanti. Di conse
razione, ipotermia cutanea, tachicardia ed ipo- guenza si verifica uno stravaso di fluidi dal com-
BW ^^^«^CÌQSsificazione'dello:-:scliQclcf
presentare necrosi ed emorragie a livello centrolo che può causare anche una CID. La necrosi emorra
bulare. Nel pancreas la necrosi delle cellule acinari gica dei surreni, in corso di sepsi da meningococco,
provoca il rilascio di enzimi litici, con conseguente prende il nome di sindrome di Waterhouse-Friede-
pancreatite acuta. richsen.
Lesioni renali. I reni mostrano all'esame macrosco
pico pallore marcato della zona corticale, associato
a congestione della zona midollare. La lesione prin
jjj§ Bibliografia essenziale
cipale a livello istologico è rappresentata dalla 1. Schenone M., Furie B.C., Furie B.: The blood coagula
necrosi tubulare acuta su base ischemica che è alla tion cascade. Curr Opin Hematol 2004; 11: 272-277.
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manifestano nella fase avanzata dello shock. L'epi brand factor interactions at the vessel wall. Hamosta-
telio tubulare dei tubuli contorti distali mostra des seologie 2004; 24:1-11.
quamazione cellulare e focolai di necrosi coagulati 3. Kearon C.: Epidemiology of venous thromboembo
va. Occasionalmente si osserva l'interruzione o la lism. Semin Vase Med 2001; 1: 7-26.
scomparsa della membrana basale. Si osserva infine
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lic complications of cancer: epidemiology, pathogenesis,
nel lume dei tubuli (cilindri ialini).
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dello shock risalga ad alcuni giorni. Questo aspetto Med 2000; 342: 476-482.
non è da considerarsi come l'espressione morfolo
gica di un danno cellulare, ma piuttosto dell'attiva 7. Parisi D.M., Koval K., Egol K.: Fat embolism sindro
zione delle cellule della corticale, che utilizzano i me. Am J Orthop 2002: 31: 507-512.
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sintesi degli ormoni. Una grave lesione del surrene tory shock. N Engl J Med 2001, 345: 588-595.
è invece l'emorragia apoplettica delfiniera ghiandola, 9. Chen H.I., Kao S.J., Wang D., Lee R.P., Su C.F.: Acute
reperto caratteristico delle sepsi fulminanti, in par respiratory di stress sindrome. J Biomed Sci 2003; 10:
ticolare delle sepsi meningococcica, conseguenza 588-592.
Patologia
1.9 iatrogenica
C. Rubini, L. Mariuzzi
Iperdosaggio programmato oppure causale Eventi degenerativi, flogistici, necrotici, anche estesi, come necrosi parenchima!!
Danni tossici anatòmici e/o funzionali Manifestazioni cutanee, renali, epatiche, shock, altre
Eventi immunopatologici Eventi citotossici come anemia emolitica, vasculiti, danni alveolari polmona
- da anticorpi citotossici ri, LES, dermatiti, lesioni granulomatose
- da immunocomplessi
- da reazioni celluio-mediate
-a ltre
Liberazione di citochine, mediatori, ecc. Reazioni pseudoallergiche come anafilassi, orticaria, altre
Modificazioni del metabolismo del farmaco Emorragie, lupus, danni del midollo osseo
Antigenicità acquisita da molecole di far- Infarto miocardico per trattamento di ipertensione con antidiuretici
maci modificate da alterazione di geni
(Alfa-adducing gene variant, ad es.)
Basi molecolari del polimorfismo genetico del CYP2D6 & 129
vita dei farmaci presentano una struttura proteica e modo approfondito il polimorfismo genetico a cari
la loro sintesi dipende dai geni; come risulta da co del CYP2D6.
numerosi lavori recenti si osserva che parte della
variabilità delle risposte farmacologiche risulta
essere collegata ad una modificazione dell'espres EH Basi molecolari del polimorfismo
sione genica di un recettore.
Dopo che il farmaco si è diffuso negli epatociti la
genetico del CYP2D6
parte che viene ogni volta metabolizzata dipende Il genotipo: il gene per il CYP2D6 è stato mappato
solamente dalla quantità e dall'attività degli enzimi sui cromosoma 22. Esso forma un cluster con due
epatici coinvolti. In questo modo i metaboliti gene pseudo-geni che sono il CYP2D8P ed il CYP2D7P,
rati possono perdere ogni attività, mantenere la stes situati a monte del CYP2D6P. Grazie a tecniche tra
sa attività del farmaco di origine, esibire un'attività cui la PCR e la SSCP, attualmente sono state identifi
leggermente diversa o esercitare un effetto tossico. cate 48 mutazioni puntiformi lungo i 9 esorti e 8
Questa variabilità nella risposta ai farmaci può introni del gene. Le mutazioni possono essere asso
essere dovuta ad un diverso metabolismo in parti ciate sullo stesso allele in modi differenti. A queste
colare legato alla superfamigìia di enzimi del cito mutazioni è connessa una variabilità per il fenotipo
cromo P450. CYP2D6, sulla base della quale i pazienti possono
I citocromi P 450 sono codificati da una superfa- essere classificati come metabolizzatori lenti per
miglia genica e mostrano una presenza ubiquitaria certi farmaci (con scarsa attività per CYP2D6) e
pazienti che hanno invece un'attività enzimatica e
sia nel regno animale che vegetale. Dieci isoforme di
che sono classificati in tre sottogruppi: metabolizza
questo enzima sono responsabili del metabolismo
tori rapidi, metabolizzatori intermedi, e metaboliz
ossidativo di molti farmaci, ognuno dei quali con
zatori ultrarapidi. Nel gruppo dei metabolizzatori
una specificità selettiva. La variabilità di tali enzimi
lenti si ha un incremento delle ADR indotte da quei
nei diversi pazienti riflette interazioni complesse tra
farmaci che sono inattivati dal CYP2D6 ed una ridu
fattori ambientali e fattori dell'ospite (genetici e non
zione degli effetti di farmaci bioattivati dal CYP2D6.
genetici). E comunque la variabilità nel metaboli
Il gruppo dei metabolizzatori ultrarapidi è associato
smo dei farmaci dipende soprattutto dalla struttura
ad una riduzione degli effetti (ADR) da farmaci che
dei geni che codificano per gli enzimi coinvolti e dai
sono inattivati dal CYP2D6.
fattori che sono in grado di modificare la regolazio
Tale enzima è coinvolto nel metabolismo di circa
ne della loro espressione. Gli effetti del polimorfi 100 farmaci, tra cui beta-bloccanti, antiaritmid, anti
smo genetico sull'attività catalitica è più prominen depressivi, neurolettici, e sostanze oppioidi. La
te per tre isoforme: CYP2C9, CYP2C19 e CYP2D6, distribuzione del fenotipo CYP2D6 varia tra le
che insieme raccolgono circa il 40% del metabolismo diverse razze: nella popolazione bianca il gruppo
dei farmaci mediato dal citocromo P450. dei metabolizzatori lenti è di circa il 5-10%, mentre è
II polimorfismo genetico può essere definito di circa l'l% nella popolazione cinese o giapponese.
come la simultanea esistenza, in una data popola In buona parte dei casi questa diversità fenotipica
zione, di due o più alleli di imo specifico locus può essere spiegata dalla natura polimorfa del gene
genetico con frequenze che non possono essere che codifica per il CYP2D6, che mostra più di 80
dovute solamente a mutazioni. distinte varianti alleliche.
Alla fine degli anni cinquanta fu scoperto che Inoltre in circa 1-8% della popolazione bianca (e
alcuni soggetti di una determinata popolazione in una percentuale molto più alta in alcuni gruppi
mostravano una incapacità di metabolizzare, per ace- etnici come Arabi Sauditi ed Etiopi) è stata identifi
tilazione, l'isoniazide, un farmaco usato nella terapia cata, in una minima quantità, una copia addizionale
antitubercolare. Alcuni pazienti mostravano una resi del gene CYP2D6 come risultato di un processo
stenza al trattamento, mentre altri presentavano rea conosciuto come duplicazione o multiduplicazione.
zioni avverse nonostante la somministrazione di dosi Nonostante l'abbondanza di differenti varianti alle
sovrapponibili. L'origine genetica di tali differenze è liche, quasi tutte queste varianti si osservano con
stata studiata e definita negli anni Sessanta. In questo bassa frequenza nella popolazione. I pazienti con
modo i soggetti possono essere classificati come ace- metabolismo lento possono essere identificati testan
tilatori lenti e acetilatori rapidi. La metà circa della do solo le 5 mutanti alleliche prevalenti. D'altra
popolazione caucasica è portatrice del tratto genetico parte la decisione di testare un determinato allele
"acetilatore lento", con una trasmissione ereditaria di dipende dalla composizione razziale o etnica della
tipo autosomico recessivo. Questo tipo di polimorfi popolazione poiché la distribuzione di alleli mutati
smo genetico è stato considerato eccezionale sino alla varia nell'ambito di gruppi razziali ed etnici. Per
fine degli anni settanta, quando si è scoperto che il esempio, dato che la duplicazione del gene interessa
metabolismo ossidativo della debrisochina, della solo una frazione del fenotipo associato con il meta
sparteina e della fenformina è CYP2D6-dipendente. bolismo ultrarapido (fino a circa il 40% dei casi),
Circa il 10% della popolazione caucasica è incapace di conoscere il genotipo non permette di confermare le
ossidare questi tre farmaci. informazioni fenotipiche. Inoltre il genotipo non
In questi ultimi 20 anni circa, è stato studiato in permette di discriminare soggetti che hanno diversi
130 Ss Patologia iatrogenica
livelli di attività catalitica nell'ambito del gruppo Nel secondo caso si ha un aumento della biotrasfor
associato con un metabolismo normale, né tra la mazione della fenitoina da parte del CYP2C9.
popolazione con metabolismo normale e quella con Polimorfismo del CYP2E1. Questo enzima è indu-
metabolismo di tipo intermedio. Inoltre recenti sco cibile dall'etanolo e metabolizza quasi esclusiva-,
perte hanno permesso di trovare nuove varianti alle- mente composti di basso peso molecolare quali eta
liche come il CYP2D6*41, che sembra modulare l'e nolo, acetone e nitrosamine. Sono state descritte
spressione del gene, ed il CYP2D6*35, che è associa numerose mutazioni, in gran parte localizzate sugli
to con un aumento dell'attività del CYP2D6, varian introni del CYP2E1, che comunque non sembrano
ti che potrebbero ridurre l'accuratezza del genotipo influenzare l'attività della proteina.
come modello predittivo per il fenotipo. Per quanto riguarda il CYP2A6 esso catalizza la
In ima maggioranza di casi il metabolismo che è 7-idrossilazione della cumarina ed è coinvolto nel
mediato dal citocromo P-450 rappresenta un mec l'attivazione procancerogena e nel metabolismo
canismo di disattivazione. Per alcuni farmaci, l'os della nicotina.
sidazione riduce l'attivazione di un prefarmaco in Infine i casi, per i quali non siano stati ancora
un composto farmacologico attivo. Per esempio la chiariti i meccanismi patogenetici, vengono catalo
codeina ed il tamoxifene vengono metabolizzati dal gati come idiopatici, termine soltanto provvisorio
CYP2D6, la ciclofosfamide dal CYP2B6. Per quanto che esprime soltanto la non conoscenza, tempora
riguarda la codeina il maggior meccanismo meta nea, degli eventi causali.
bolico comporta una glucuronidazione e la N-
demetilazione. Oggi sappiamo che l'effetto del poli
morfismo genetico nell'azione della codeina, varia | Nosografia delle patologie
da un effetto scarso o nullo nei pazienti con meta indotte da farmaci
bolismo lento ad effetti tossici severi nei pazienti
Il rischio di insorgenza di una SIG è legato al
con metabolismo ultrarapido.
numero di farmaci dettati dal programma terapeu
Al contrario del CYP2D6 per il CYP2C19, la fre
tico e, in media nei soggetti ospedalizzati, è dell'or
quenza di PM è superiore tra gli asiatici (20%)
dine di circa 7-10%. È stato stabilito che le terapie
rispetto ai caucasici (3%). Il metabolismo di ami-
con 6 farmaci causano SIG in circa il 5% dei pazien
trip tilina, clomipramina, diazapam, esobarbital,
ti, mentre l'impiego di 15 farmaci diversi, o più,
imipramina, mefobarbital, moclobemide, omepra- comporta un rischio di danni iatrogenici, per i sog
zolo, propanololo, mefenitoina e proguanil. Que getti trattati, anche superiore al 40%.
st'ultimo farmaco è un antimalarico che viene tra La tabella 1 riassume le possibili modalità pato-
sformato per ciclizzazione dal CYP2C19 in un genetiche delle sindromi iatrogeniche, di quelle che
metabolita attivo. I soggetti PM non sono in grado sono state finora identificate o supposte.
di effettuare questa ciclizzazione, da ciò ne segue la Inquadramento nosografico che segue imposta
ridotta efficacia di tale farmaco. Il problema si pone zioni che sono fra loro differenti essendo, quella che
in particolare nelle regioni malariche del Medio si fonda sulle molecole responsabili, la più logica ma
Oriente dove si trovano razze di origine mongola, anche quella più problematica, almeno al presente,
nelle quali più del 20% della popolazione è costitui perché il capitolo è in evoluzione e le conoscenze
ta da soggetti PM. Anche in campo oncologico si richieste non sono certo complete.
possono fare delle ipotesi interessanti anche se a Per esigenze anatomo-cliniche sembra invece
tutt'oggi non dimostrate. Ad esempio l'omeprazolo più utile la nosografia fondata sui danni di organo
che è un induttore di CYP1A2, è metabolizzato dal o di sistema, finora identificati con certezza, tenen
CYP2C19, e quando lo si prescrive a soggetti che do sempre presente che il capitolo resterà aperto
risultano essere PM della mefenitoina, si potrebbe finché nuovi farmaci verranno introdotti per le esi
avere un aumento della sua capacità induttiva. Si genze della terapia. Il divenire della quale è più che
potrebbe avere in questo modo un aumento del mai ampio per la ricerca del miglioramento degli
rischio di trasformazione degli idrocarburi polici effetti desiderati, utili e favorevoli, ma avendo
clici, componenti del fumo di sigaretta, dalla forma anche certezza che il rischio di sortire effetti avver
precancerosa a quella cancerosa per azione proprio si prevedibili, ma soprattutto imprevedibili e dan
del CYP1A2 indotto. Il collegamento tra l'uso del- nosi in grado variabile, sembra oggi ineliminabile.
l'omeprazolo ed un aumento del rischio di cancero- I quadri clinici della patologia iatrogenica sono
genesi è comunque un'ipotesi tutta da dimostrare. molti ed hanno caratteri peculiari per:
Per quanto riguarda il citocromo CYP2C9 esso
interviene nel metabolismo di alcuni farmaci tra cui: - essere inattesi e quindi imprevedibili nell'ambi
tolbutamide, ibuprofene, diclofenac, naprossene, to della malattia che viene curata;
fenitoina/fluvastatina, piroxicam e acido mefenami- - modalità e momento dell'esordio non coinciden
co. Sono state identificate numerose mutazioni pun ti con l'esordio della malattia in trattamento ed
tiformi a livello del locus di CYP2C9 con conseguen insorgenti, invece ed a breve, in rapporto con l'i
ti modificazioni aminoacidiche, tra le quali due di nizio dell'assunzione del farmaco responsabile,
particolare importanza: -Argl44-Cys e Ile359-Leu-. nei casi di danno tossico;
Quadri morfologici-istopatologici nelle reazioni da farmaci con interessamento cutaneo ? 131
- più tardivo, anche di diversi giorni - 10,15 -, della somministrazione del farmaco causale; anche
quando l'evento iatrogenico dipenda invece da se è possibile avere reazioni di particolare gravità.
risposte immunitarie; Come in altri casi di reazioni da farmaci l'etiolo-
- non hanno relazioni con gli effetti propri del far gia può avere sia base immunologica che non
maco somministrato e neppure con la malattia immunologica. Per quanto riguarda i meccanismi
trattata; immunitari essi includono i tipi I, II, RI, e IV. Effetti
sinergici e cumulativi possono essere dovuti a far
- mancanza di rapporti stretti con la posologia maci o ai loro metaboliti con reazioni avverse siste
adottata;
miche e cutanee. Recentissime osservazioni prendo
- possibilità di reazioni crociate con farmaci che no in considerazione il ruolo di infezioni concorren
abbiano in comune strutture chimiche; ti con virus linfotropi ed effetti di farmaci che, in
- la regressione del nuovo complesso sintomatologi- situazioni di malattie sindromiche con interessa
co, dopo sospensione della somministrazione, non mento connettivale sistemico, possono indurre un
è istantanea perché dipende dalle modalità pato- aumento della sopravvivenza dei linfociti con pro
genetiche responsabili della SIG (ad es. i tempi gressiva acquisizione di specificità anticorpali. Que
dell'esaurimento di una risposta immunitaria); ste situazioni si osservano in particolare nel lupus e
nelle reazioni da farmaci nelle infezioni da HIV.
- modificazioni della formula leucocitaria per
aumento dei granulociti eosinofili, in particolare;
- conferma certa della genesi immunitaria nel H Quadri morfologid-istopatologici
riscontro di anticorpi specifici per il farmaco
nelle reazioni da farmaci
causale.
Sono peraltro facilmente riconoscibili le forme
con interessamento cutaneo
caratterizzate da quadri sintomatologici che sono in • Eruzioni morbilliformi esantematiche. Rap
armonia con le azioni proprie del, o di uno, dei far presentano circa il 95% di tutte le reazioni cuta
maci, nonché delle terapie adottate come le manife nee da ADR. Il meccanismo patogenetico ipotiz
stazioni emorragiche nelle malattie curate con anti zato nello sviluppo di reazioni morbilliformi o
coagulanti o i disturbi del ritmo nelle cure con digi esantematiche include una sovra regolazione di
tale. In linea generale quindi le forme, prevedibili, espressione di CD54 nelle cellule endoteliali e
che sono riconoscibih, non verranno considerate, nei cheratinociti, assieme ad un aumento dei
mentre verranno trattati in sintesi i quadri anato- livelli di IL-5, IL-6 e TNF-a.
mo-patologici delle SIC imprevedibili. Il quadro istopatologico mostra equivalenti di
Le reazioni cutanee da farmaci cosituiscono il dermatite con focolai di spongiosi e necrosi foca
gruppo più frequente di ADR con una percentuale le delle cellule dello strato basale e lieve infiltra
di incidenza nei pazienti ospedalizzati di circa il 3%. to linfoide perivascolare (Fig. 1) con occasionali
Per la loro immediata evidenza clinica, le lesioni eosinofili del derma superficiale.
della cute rappresentano l'organo che, con maggio Diagnosi differenziale: eruzione esantematica vira
re facilità, viene messo in rapporto con reazioni le, graft-versus-host-disease di tipo acuto.
avverse ai farmaci. Anche perché esso è quello che @ Eruzione urticarioide. Per frequenza è la secon
risulta più frequentemente coinvolto nelle reazioni da forma di reazione da farmaci dopo l'eruzione
allergiche ed in quelle pseudoallergiche. I possibili
quadri clinici sono molteplici. Nel caso di un'eruzio
ne esantematica la diagnosi differenziale con un
esantema virale può non essere immediata, special
mente nell'età infantile. Andranno valutati tutti i
dati obbiettivi quali: la simmetria delle lesioni e la
loro distribuzione (spesso nelle ADR è molto inte
ressato il tronco), il colore, l'interessamento della
pianta del piede e del palmo della mano (in genere
meno frequente nelle ADR), ma anche la rapidità di
comparsa e la presenza o meno di prurito, quasi
costante nelle forme da farmaci. Proprio per la loro
somiglianza con quelli infettivi, gli esantemi da far
maci si definiscono morbilliformi, scarlattiniformi e
rubeoliformi; talvolta si osserva anche un'enantema,
più o meno intenso. Normalmente l'evidenza della
lesione cutanea è tale che il paziente fa la diagnosi
da solo e sospende il farmaco. Le manifestazioni Fig. 1 - Eruzione morbiiliforme. Spongiosi e separazione dello
strato basale dell'epidermide e necrosi focale dei cheratinociti
cutanee vanno incontro a risoluzione favorevole basali. Concomita modesto infiltrato linfomonocitario del derma
nella maggior parte dei casi dopo la sospensione superficiale.
132 ^ Patologia iatrogenica
B ADR responsabili di patologie tosse secca. È verosimile che in questo caso possa
essere implicata l'inibizione del catabolismo della
dell'apparato cardiocircolatorio sostanza P e della bradichinina, con possibile secon
daria flogosi cronica polmonare.
A parte lo shock anafilattico, le azioni dei farma A carico dell'apparato respiratorio sono stati
ci a livello cardiocircolatorio sono costituite da anche segnalati casi di alveolite allergica estrinseca
scompenso cardiaco irreversibile dopo assunzione secondaria alTuso di estratti di ipofisi bovina e suina,
di antibiotici antraciclici, adriamicina e daunomici- ed infiltrati polmonari con eosinofilia dopo l'utilizzo
na (se usati ad alti dosaggi); ma in particolare se di vari farmaci come i sulfamidici, le tetracicline, le
usati con ciclofosfamide e methotrexate. In corso di penicilline, la bleomicina ed il methotrexate (Fig. 4).
terapia con antidepressivi triciclici, fenotiazine,
emetina e propellenti per aerosol, sono state
descritte anomalie all'ECG, con eventuali aritmie | ADR dell'apparato emopoietico
cicliche. Sono stati descritti casi di miocardite eosi- Molti farmaci possono evocare risentimenti o
nofila in corso di trattamento con sulfamidici ed eventi patologici del sistemna emopoietico con
antiipertensivi (alfa-metildopa) ed ancora casi di manifestazioni cliniche come anemie, trombocito-
pericardite secondari a procainamide e idralazina. penie, agranulocitosi.
134 s Patologia iatrogenica
Tra i casi di anemia idiopatica si possono distin
guere:
Il ADU dell'apparafo urinario
• le forme dose dipendenti, e quindi prevedibili, Circa il 10% delle richieste di visite specialistiche
prevalentemente causate dal cloramfenicolo, nefrologiche sono riferibili a cause iatrogeniche,
farmaci alchilanti ed antimetaboìiti, derivati mentre circa un quarto delle insufficienze renali
arsenicali inorganici, acute sono secondarie all'uso di farmaci, in partico
® le forme dose indipendenti. lare per danni tossici da antibiotici aminoglucosidici
o di chemioterapici antitumorali. II rene è infatti par
Queste ultime non sono prevedibili e più fre ticolarmente sensibile ai farmaci, data l'estesa rete
quentemente vedono in causa il cloramfenicolo, i vascolare con conseguente abbondante perfusione
sulfamidici, il fenilbutazone, gli idantoinici ed i ematica; così che le concentrazioni delle sostanze
derivati arsenicali inorganici. attive nel parenchima sono tanto elevate da compro
Le anemie immunoemolitiche da farmaci sono
mettere la sua funzione di emuntore. A parte la glo-
riconducibili a 3 quadri paradigmatici, per patoge
merulonefrite che si ha nel contesto della malattia da
nesi e manifestazioni cliniche, definiti:
siero, la più tipica forma di danno renale da ipersen
a) alfa-metildopa, sibilità ai farmaci è costituita dalla nefrite tubulo
b) penicillina, interstiziale (Fig. 5), causata da antibiotici, sulfami
c) quadro chinidina. dici, FANS, anticonvulsivanti e diuretici.
Il sospetto di nefrite tubulo-interstiziale acuta da
Nel quadro a, il farmaco modifica il fenotipo
farmaci va posta quando, nel corso di un trattamen
antigenico della membrana eritrocitaria, determi
nando la comparsa di neoantigeni, non riconosciuti to farmacologico, entro una settimana circa, com
come self e pertanto non tollerati, con conseguente paiano febbre, esantema, artralgie, dolori addomi
produzione di autoanticorpi. nali spesso in concomitanza con leucocituria, cilin-
Nel quadro b, il farmaco è un aptene che trova il druria, ematùria, riduzione della diuresi, associata
proprio carrier sulla membrana del globulo rosso, ad altre anomalie laboratoristiche della funzione
evento che induce la produzione di anticorpi contro renale, evidenziate con indagini di laboratorio.
il complesso antigenico completo (aptene e protei L'immunopatogenesi della nefrite tubulo-inter-
na carrier). stiz ia le da farmaci è stata ipotizzata sulla base di
Nel quadro c, il farmaco forma complessi con osservazioni in immunoflúorescenza, che hanno
strutture proteiche piasmatiche evento che induce evidenziato il gruppo aptenico dimetossifenilpeni-
la formazione di anticorpi. Il complesso farmaco cilloico adeso al parenchima renale dopo assunzio
proteico con l'anticorpo si lega, per mezzo del fram ne di meticillina, sia a livello delle membrane basa
mento Fc, a recettori specifici presenti sulla mem li tubulare che glomerulare: in questa sede il grup
brana delle cellule della serie rossa; la successiva po aptenico troverebbe infatti la matrice proteica
attivazione del complemento determina Usi di glo atta a fargli acquisire valenza antigenica
buli rossi e piastrine. Meccanismi di tipo I (penicillina) e di tipo IV
Per quanto concerne le trombocitopenie, sono sembrano i momenti causali proprio per il riscontro
noti svariati farmaci responsabili (sulfamidici, aspi di elevati livelli sierici di IgE, precedentemente non
rina, cimetidina ecc.), alcuni con meccanismo di presenti. Oppure per il coinvolgìmento di linfociti T
tipo chinidinico, altri per mielodepressione (antitu nel parenchima renale, nel corso di alcune nefriti
morali, sali d'oro ecc.), per coinvolgimento della tubulo-interstiziali (Fig. 5), mentre in altre, il riscon-
linea megacariocitaria.
Mentre le neutropenie da agenti antitumorali
(busulfano, clorambucilciclofosfamide ecc.) sono la
regola, dato il loro meccanismo di azione, quelle
dovute ad altri farmaci sono sporadiche e dovute a
prodotti chimicamente tra loro eterogenei come
sono gli antinfiammatori non steroidei, gli anticon
vulsivanti, gli antibiotici, i sulfamidici, gli antiroi-
dei ed i tranquillanti.
Il meccanismo è più comunemente di tipo tossi
co, oppure dovuto ad un intervento del comple
mento sul complesso farmacoproteico adeso ai leu
cociti. In altri casi, per esempio con raminofillina, si
sono identificati anticorpi leucoagglutinanti, capaci
di determinare la lisi cellulare.
In caso di sospetta leucopenia iatrogenica si con
siglia di monitorare il conteggio leucocitario,
sospendendo la terapia, quando il numero totale Fig. 5 - Nefrite tubulo-interstiziale. Prevalente fiogosi cronica
dei globuli bianchi, vada al di sotto dei 3000/mm3. interstiziale intertubulare.
ADR dell'apparato gastroenterico s 135
Fig. 6 - Diffusa steatosi epatocitaria a piccole e medie bolle. Fig. 7 - Epatite cronica. Spazi portali ampliati per fibrosi e fio-
gosi cronica.
tro bioptico di IgG e complemento deporrebbe per
un meccanismo di tipo III.
| ADR delie mucose del cavo orale relato ad una azione mitogenica sui fibroblasti, la
cui sensibilità sembra essere geneticamente deter
Esistono forme di iperplasie gengivali che si minata; il clone stimolato determinerebbe produ
osservano principalmente in soggetti che assumono zione di notevoli quantità di collagene e di glicosa-
farmaci antiepilettici (difenilidantoina, ac.valproi- minoglicani, nonché di una collagenasi inattiva,
co, fenobarbital), farmaci immunosoppressivi indotta attraverso il blocco o la riduzione del tra
(ciclosporina) e farmaci calcioantagonisti (nifedipi sporto intracellulare di calcio (Figg- 9-10-11).
na, felodipina, nicardipina, verapamil).
Uiperplasia gengivale nei pazienti in trattamen
to con difenilidantoina si osserva in circa il 50% dei d Conclusioni
casi, nel 60% dei soggetti in trattamento con ciclo
sporina; mentre rincidenza risulta più bassa in L'insieme dei dati finora acquisiti sugli effetti
pazienti trattati con nifedipina (20% circa). Clinica avversi e/o inattesi delle terapie impiegate per il
mente sia la gengiva marginale che quella aderente trattamento delle più diverse malattie pongono l'i
risultano aumentate di spessore, con un incremento stanza irrefutabile di attuare sempre un controllo
correlato al dosaggio del farmaco. Il meccanismo molto attento e continuo degli effetti che le terapie
patogenetico, studiato maggiormente in pazienti farmacologiche producono su ogni paziente in trat
trattati con farmaci antiepilettici, sembra essere cor tamento.
H Definizione e genesi dei tumori I vari tumori si distinguono per la loro progenie
(cellule del fegato, delle mucose, della cute, ecc.),
G.M. Mariuzzi avendo ognuno un proprio ricambio cellulare e
Le neoplasie sono popolazioni cellulari abnormi o caratteri biologici e microscopici differenti a secon
patologiche generate, in linea discendente, da una cellu da deirorigine, del grado di immaturità /anaplasia,
la staminale adulta (CSA), geneticamente trasformata - dello stadio di evoluzione/progressione (tumori
cellula staminale neoplastica, cáncer stem celi (CSC) - e benigni, lesioni premaligne, neoplasie maligne) e
capace di replicarsi autonomamente: cellula n eop lasti delle nuove capacità/proprietà che sostanziano
ca appunto. l'attività di aggressione/infiltrazione.
L'evento viene generato da una serie di muta Differenze che dipendono dall'entità attuale e
zioni riarrangiamenti genetici che, nell'evoluzione dalla natura delle mutazioni causali, dal numero di
progressiva,, si sommano fino a conferire una com geni riarrangiati e dalla natura ed entità delle fun
pleta autonomia alla linea cellulare che ne deriva. zioni alterate. Mutazioni che conferiscono alla
Così, ed in linea generale, tutte le neoplasie sono nuova linea cellulare, abnorme, caratteri e proprie
monoclonali ed ogni popolazione cellulare che tà diverse da quelle delle popolazioni cellulari ori
abbia un qualche ricambio cellulare attivo, essendo ginarie, essendo possibile anche l'acquisizione di
dotata di cellule staminali, è passibile di trasforma attività funzionali nuove, come sono ad es. le secre
zione neoplastica. zioni endocrine paraneoplastiche, responsabili di
Infatti, una cellula normale viene generata, si dif complessi clinici, anche patognomonici per produ
ferenzia e muore seguendo un programma geneti zione di steroidi, di tropine, di metaboliti attivi
co, regolato dal proprio corredo cromosomico e sulle ghiandole endocrine, ad es. sulle paratiroidi.
dalla interazione con il microambiente nel quale
detta cellula si trova, e vive esplicando le sue fun
zioni. U Le neoplasie possono essere
La cellula neoplastica invece, essendo stato altera
to il suo genoma e quindi i suoi programmi di fun
benigne a maligne
zionamento e di comunicazione, si caratterizza per A. Scarpa, A. Mombello
modificazioni: Benignità o malignità di una neoplasia sono
© dell'attività proliferativa che diviene autonoma; definizioni cliniche o, più precisamente, clinico
© della differenziazione sempre compromessa in patologiche. Una neoplasia benigna non mette
tutti i suoi caratteri, compresi quelli morfologici; necessariamente a rischio la vita dell'ospite; una
neoplasia maligna distrugge i~tessuti dell'ospite e
• delle relazioni con il microambiente che dipen porta a morte. La crescita di una neoplasia benigna
dono sopratutto da modificazioni nella produ è generalmente lenta e autolimitantesi, Una neopla
zione di fattori/molecole diverse da quelle pro
sia maligna cresce rapidamente, illimitatamente, ed
prie della sua normalità, come sono quelle para-
è in grado di distruggere e superare barriere anato
crine e quelle autocrine.
miche, infiltrare i tessuti circostanti e dare metasta
Ogni neoplasia possiede anche una sua compo si. Le metastasi sono localizzazioni della neoplasia
nente connettivale e vascolare - lo stroma del tumo in organi distanti dalla sede in cui è insorta. Le dif
re - che è in grado di rispondere alle esigenze pecu ferenze clinico-patologiche tra neoplasie benigne e
liari della proliferazione neoplastica. maligne sono riassunte nella tabella 1.
140 Processi neoplastia
Forma Regolare, ben circoscritta, con presenza fre Irregolare, con margini indistinti a causa
quente di capsula delh’nvasione dei tessuti circostanti
Vascolarizzazione Scarsa Variabile, frequentemente abbondante
Invasione tessuti circostanti Mai Presente
Metastasi Mai' ' Presenti .
CLINICA
Crescita Lenta Rapida
Manifestazioni cliniche Locali, sistemiche per secrezione ormonale Locali e sistemiche
Comportamento clinico Buono, infausto solo per particolari sedi quali l'encefaloj Invariabilmente infausto in assenza di terapia
Concetti chiave
H danno all'ospite può essere assente© legato aUe dimensioni, alla, sede
anatomica o alla produzione di orniam o altre molecole (sindromi para-
neoplastiche). Esempi di neoplasìe benigne sono: il nevo cutaneo, è la più
comune forma di neoplasia benigna e non comporta alcun disturbo ai
portatore; il leiomìoma uterino, può essere asintomatico o portare allo svi
luppo di sintomi legati alla compressione dell'endometrio con successivo
sanguinamelo; il meningioma mimcranico, può danneggiare l'encefalo e
le sue funzioni per compressione; il neùrilemmmm intmrachidai, può
determinare paralisi per compressióne delle radici spinali anteriori; i
tumori benigni delle ghiandole endocrine com'è Yinsulinonm pancreatico,
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N eop lasie m aligne: crescono con relativa rapidità, diffondono localmente infiltrando e distruggendo i
tessuti circostanti e provocano morbilità e morte disseminandosi anche in organi distanti, attraverso; i
vasi linfatici ed ematici.o diffondendosi lungo le superfici sierose (Big. 2). La loro storia naturale si con
clude inevitabilmente, se non adeguatamente trattate, con la morte dell'organismo ospite.
Fig. 2 - Neoplasia maligna, a) Aspetto macroscopico di un carcinoma infiltrante della mammella, il tèssuto neoplástico appa
re biancastro e ha margini indistinti per l'infiltrazione neoplástico dèi tessuto circostante, b) Istologicamente si nota
una proliferazione di cellule con atipie cito-cariologiche e numerose mitosi.
N eop lasie a b asso g rad o d i m aligtìità: sono forme caratterizzate da un andamento progressivo molto
lento e con esito variabile. Esempi di neoplasie che rientrano in questa categorìa sono: diversi linfomi
B, eheharaio un decorso clinicamente blando sinché non si instauri una trasformazione in neoplasia
. altamente aggressiva; diversi tumori dei tessuti molli tra cui il liposarcoma ben differenziato e alcune
neoplasie epiteMaili, ;quali i carcinoidi è alcuni tumori delle ghiandole saUvari, in cui la neoplasia ha
uria crescita lenta^apparentemente indolente. Tuttavia a distanza di tempo possono comparire recidi
ve o metastasi; in altri casi la neoplasia ha soltanto ima aggressivitàlocale, com eilcarcinom a basócel-
: luíais della cute, in cui la spiccata tendenza ad infiltrare rende spesso difficile ima asportazione chi
rurgica completa, ma non genera mai metastasi.
I l Genetico deile neoplasie che delle cellule neoplastiche. Queste cellule erano
state trasformate dalla presenza di materiale geneti
A. Scarpa, A. Zamò co proveniente dal tumore; perciò proprio in quel
Il dogma della genetica, secondo il quale il fenomateriale genetico dovevano risiedere i geni can-
tipo di una cellula è scritto nel suo genoma, fece cro-specifici. Analizzando il frammento di DNA
pensare che proprio le alterazioni geniche fossero assunto da queste cellule fu identificato il gene
alla base di quel fenotipo cellulare particolare che HRAS; successivamente sono stati identificati molti
gli eventi della trasformazione neoplastica genera altri geni. Con sorpresa, si scoprì inoltre che molti
no. Per questo assunto è iniziata la grande ricerca dei geni identificati con questi metodi erano identi
sulla genetica del cancro. ci a quelli codificati dal DNA dei virus oncògeni.
Questi geni vennero chiamati oncogèni, in quanto
G li oncogèni. I primi esperimenti che dimostraro geni in grado di generare appunto il cancro. Fu
no l'esistenza di geni cancro-specifici furono esperi però chiaro sin da subito come questo termine fosse
menti di trasfezione su larga scala ed esperimenti inappropriato, perché sarebbe evolutivamente
con virus oncògeni. Gli esperimenti di trasfezione impossibile per un organismo possedere geni con la
sfruttano la possibilità di inserire geni esogeni in funzione di provocare il cancro. In effetti, a breve
cellule eucariotiche. Il DNA proveniente da cam venne dimostrato che questi geni capaci di provocare
pioni tumorali venne spezzettato in frammenti e il cancro non sono altro che la controparte mutata di
trasfettato in cellule in coltura. In questo modo cia geni normalmente deputati a regolare la crescita
scuna cellula assumeva un frammento diverso di cellulare: furono perciò denominati proto-oncogeni,
DNA tumorale. Si vide così che alcune cellule pre perpetrando l'errore nomenclativo iniziale, che
sentavano un'espansione clonale con le caratteristi ormai si era imposto nel linguaggio scientifico.
142 ;í Processi neoplastici
I geni oncosoppressori. Un secondo tipo di "geni te censimento dei geni del cancro, condotto con cri
del cancro" fu identificato con una strategia diversa. teri restrittivi, ne ha individuati 291 (più dell'1% dei
Era noto da tempo come alcuni tumori, peraltro rari, geni del genoma umano codificanti per proteine),
si presentassero come sindromi familiari. Ciò sugge ma la lista è in continuo aggiornamento.*
riva che se si fosse colta la modalità per la quale il
Mutazioni geniche e cancro. Ciò che questi esperi
DNA di questi pazienti era alterato, sarebbe stato
menti dimostrarono è che il cancro possiede lesioni
possibile capire le basi genetiche del cancro. Studi di
genetiche specifiche, cioè mutazioni. Ma tutte le muta
genetica classica su uno di questi tumori, il Retino-
zioni provocano il cancro? Per la sopravvivenza di
blastoma, rivelarono che esisteva una regione cro
una specie è necessario che il suo genoma, abbia un
mosomica deleta in tutte le cellule di questi pazien
tasso ottimale di stabilità, o di instabilità, a seconda
ti. La regione risultava deleta anche nelle forme spo
di come si interpretano i fatti. Questo tasso ottima
radiche, non familiari, del tumore, ma solo nelle cel
le di mutazioni è frutto della selezione naturale e
lule neoplastiche. La clonazione di questa regione
permette che i vantaggi ottenuti dalla precedente
portò all'identificazione del gene RB, che deve il suo
selezione non vengano annullati da una mutazione
nome appunto al retinoblastoma. Il fatto che questo
troppo rapida; consenta invece, allo stesso tempo,
gene fosse deleto in questo tumore fece però pensare
l'emergenza di nuove caratteristiche selezionate
subito che il meccanismo di azione doveva essere
dalle esigenze dì adattamento all'ambiente. Nelle
diverso rispetto agli oncogèni, come verrà conside
cellule somatiche (o più raramente in quelle germi
rato in seguito. Questi geni furono chiamati geni
nali), che sono la base "demografica" da cui si svi
soppressori tumorali od oncosoppressori. Anche questi
luppano le lesioni precancerose ed il cancro, avven
termini sono parzialmente errati, in quanto l'attività
gono casualmente delle mutazioni. Le mutazioni
di questi geni si esplica anche in condizioni fisiolo
avvengono anche in assenza di cause specifiche,
giche nella regolazione della proliferazione e diffe
per instabilità chimica, per errori di replicazione,
renziazione cellulare. Il termine anti-oncogèni è stato
per azione dei raggi cosmici e probabilmente anche
invece definitivamente abbandonato.
per molte altre cause ancora ignote.
Molti oncogeni e geni oncosoppressori sono
stati successivamente identificati con le strategie
sopra descritte e anche con altre tecniche. Un recen * http://www.sanger.ac.uJc/genetics/CGP/Census
Cause endogene Incorporazione di nucleotidi non corretti durante la replicazione del DNA
Deaminazione spontanea di adenina, guanina e citosina
Incorporazione di uracile in luogo di timina durante Sa replicazione del DNA:
Idrolisi spontanea del legame N-glicosi!ico tra purine o pirimidine e desossiriboso
Reazioni chimiche tra pirimidine e radicali dell'ossigeno
Cause esogene
Cause fisiche Raggi ultravioletti
Radiazioni ionizzanti
Cause chimiche Agenti alchilanti: p-propiolattone, dimetil solfato, diepossibutano, farmaci antineoplastici
(ciclofosfamide, cloramoucile, nitrosouree, e altri)
Agenti acilanti: 1-acetil-imidazolo, dimetilcarbamil cloruro
idrocarburi aromatici policiclici ed eterociclici: benz(a)antracene, benzo(a)pìrene,
dibenz[a,h)antracene, 3-metilcolantrene, 7,12-dimetiibenz(a)antracene
Amine aromatiche, amidi, coloranti: 2-naftilamÌna, benzidina, 2-acetilaminofluorene,
dimetilaminoazobenzene
Prodotti naturali fitoderivati e microbici: Anatossina Bì, griseofulvina, acasina, safrolo, noci di
Betel '
Altri: nitrosamine e amidi, cloruro di vinile, nichel, cromo, insetticidi, fungicidi, bifenilt
policlorinati, asbesto
Cause Virus a DNA: papiSlomavirus umano (HPV), virus di Epstein-Barr (EBV), virus del sarcoma di
. microbiologiche Kaposi (KSHV, noto anche come HHV-8), virus dell'epatite B (HBV), virus della leucemia T
umano (HTCLV)
Virus a RNA: virus dell'epatite C (HCV)
Batteri: Helicobacter pylori, Campylobacter jejunt, Chlamydia psittaci
Genetico delle neoplasie - 143
La tabella 2 riassume alcune delle cause di ma anche a modificazioni quantitative, per eccesso
mutazioni sia spontanee che esogene. o difetto, di una funzione.
Alcuni agenti chimici, fisici o microbiologici,
chiamati carcinogeni, sono in grado di accrescere la Il cancro com e malattia genetica
probabilità di queste mutazioni, e quindi, su scala
di popolazione, la loro frequenza. Le conseguenze Il cancro può essere considerato una malattia
delle mutazioni sono varie. Molte sono di fatto fun genetica? Una distinzione classica si basa sull'ezio
zionalmente silenti. Infatti le mutazioni possono logia (cioè sulle cause prime) e separa le malattie in
colpire qualsiasi punto del genoma con la medesi . genetiche (causate da un danno del DNA) da quel
ma probabilità; ma poiché solo il 10% circa del le ambientali (causate da un intervento patogeno
genoma è codificante, molte mutazioni di fatto non esterno rispetto alla cellula). Tuttavia, i limiti di
hanno effetti rilevabili. questa classificazione eziologica sono evidenti,
Anche nell'ambito del DNA codificante, muta perché la maggior parte delle malattie sono causa
zioni che colpiscano il terzo nucleotide di ogni codo te da una commistione di cause genetiche e
ne hanno una scarsa probabilità di produrre effetti, ambientali. Gli esempi comunemente riportati
grazie alla ridondanza del codice genetico. Infine, (casi estremi di malattie da cause puramente gene
anche se la mutazione dovesse effettivamente modi tiche, come le malattie monogeniche, e quelle da
ficare un residuo aminoacidico, non è detto che tale cause puramente ambientali, come le malattie
modificazione abbia effetti rilevanti sulla funzione infettive), sono in un certo senso emblematiche in
proteica. Esiste poi un certo numero di mutazioni quanto dimostrano come sia impossibile scindere i
che si rivelano letali per la cellula che ne è portatrice, due tipi di cause. Infatti, nel caso delle malattie
fatto che comporta una immediata selezione negati monogeniche, come ad esempio la fibrosi cistica,
va. Ciò può avvenire a causa del malfunzionamento un soggetto eredita il gene malato, ma ciò che lo
di geni basilari per l'omeostasi cellulare (ad esempio porterà alla malattia conclamata sono le infezioni
quelli deputati alla produzione di energia o alla sin recidivanti, che sono cause ambientali. D'altro
tesi proteica). È ancora possibile l'intervento di mec canto nelle malattie infettive, com'è l'infezione da
canismi che, rilevato il danno genetico come non M. tuberculosis, sebbene il patogeno provenga dal
riparabile (questi meccanismi verranno considerati l'ambiente, la predisposizione del soggetto ad un
nell'ulteriore trattazione), attivano il meccanismo del determinato tipo di risposta può essere determi
suicìdio cellulare, cioè l'apoptosi. Solo una piccola nante perché l'esito sia la guarigione o la malattia.
parte delle mutazioni, quindi, avrà un effetto rile Diviene perciò chiaro come una distinzione pura
vante. La base per lo sviluppo del cancro è il danno mente eziologica delle cause di malattia sia poco
genetico subletale, e questo concetto sta alla base della coerente con i fatti reali. Una definizione più preci
classificazione del cancro come malattia genetica. sa di malattia genetica si può dare spostando il
Qualunque sia la causa delle mutazioni (agenti livello di analisi sulla patogenesi, anziché sull'ezio
chimici, fisici, microbiologici) ciò che è certo è che il logia. Potremmo allora definire una malattia genetica
cancro possiede geni mutati. Ciò però non è suffi come una malattia in cui vi sia una alterazione struttu
ciente. Infatti non tutte le mutazioni e non di tutti i rale e funzionale dell'unità gene-proteina, evento deter
geni provocano il cancro. Si è visto infatti come sia minante per la patogenesi. Alla base delle malattie
stata dimostrata l'esistenza di un sottogruppo speci genetiche sta quindi, e di certo, l'alterazione del
fico di geni che, se portatori di particolari mutazioni, gene, nota comunemente come mutazione, ma alla
possono causare il cancro o i suoi precursori. Volen estrinsecazione della patologia concorrono anche
do essere ancora più precisi, è necessario che almeno fattori ambientali. I principali tipi di mutazioni
due o tre (secondo autori più conservatori da quat sono elencati nella tabella 3.
tro a sette) di questi geni siano mutati contempora Un concetto molto importante nella genetica dei
neamente per provocare una espansione clonale, tumori è il fatto che nella crescita neoplastica il pro
cioè la crescita di ima progenie di cellule tutte deri cesso darwiniano di mutazione/selezione si attua
vate dal medesimo precursore che ha subito per in tempi estremamente accelerati. La teoria sull'e
primo le mutazioni nei "geni del cancro". L'effetto voluzione delle specie proposta da Darwin ha tro
finale è ima popolazione di cellule che presenta un vato un fortissimo supporto nelle scoperte inerenti
tasso di crescita netto superiore a zero. la struttura del DNA e la sua funzione come magaz
Ciò che oggi è noto è che le mutazioni nei "geni zino di informazione genetica. Nel cancro il proces
del cancro" tendono a concentrarsi in alcuni punti so di mutazione e selezione si riproduce a livello
specifici del gene (e quindi in alcuni dominii fun cellulare anziché di individuo e specie.
zionali della proteina), i cosiddetti "punti caldi". Non essendo contagiosa, la crescita neoplastica è
Spesso questi punti caldi sono rappresentati da un insuccesso in termini genetici. Infatti insieme all'o
dominii proteici filogeneticamente conservati, talo spite, il cancro porta a morte anche se stesso, e quin
ra con funzione regolatoria sull'attività della protei di il suo genoma. Ciò conferma ancora una volta che
na. Queste mutazioni, come vedremo, possono por un tasso di mutazioni superiore all'ottimale è incom
tare ad un guadagno o ad una perdita di funzione, patibile con la vita come quella che noi conosciamo.
144 * Processi neoplastici
Deiezione o Modificazione
funzionale della
proteina
Modificazione
quantitativa
della proteina
Modificazione
quantitativa della
proteina causata
dalla vicinanza
di un promotore
oppure attivo
DNA Proteina di
fusione con
attività anomala
RNA
cati. In realtà se si escludono i geni attivati per tras mente presenti nelle controparti normali. I geni
locazione (specialmente nei linfomi e nei tumori codificanti per le proteine effettóri di queste fun
mesenchimali, che costituiscono solo il 10% dei zioni perdute sono stati denominati geni oncosop
tumori maligni) la percentuale scende al 50% circa. pressori. Alcuni di questi geni sono elencati nella
Questo potrebbe significare che la traslocazione ha tabella 4.
reso più facile identificare l'oncogène, o permettere A differenza degli oncogèni, risulta più difficile
uno studio più agevole dei linfomi rispetto alle neo classificare gli oncosoppressori in sequenze logiche,
plasie epiteliali. perché costituiscono un insieme eterogeneo. Molti-
di essi sono regolatori negativi della proliferazione;
I geni oncosoppressori sono inattivati ad esempio il prodotto di RB, fisiologicamente,
da una com binazione di mutazioni forma un complesso con il fattore di trascrizione
E2F/DP1 e l'enzima istone-deacetilasi. Questo pro
che colpiscono entrambi gli alieli voca da un lato l'inibizione trascrizionale di
Le neoplasie, oltre alle funzioni aggiunte, subi E2F/DPI, dall'altro la deacetilazione degli istoni,
scono anche la perdita di alcune funzioni normal condizione che mantiene condensata la cromatina
Genetica delle neoplasie ^ 147
(rendendola perciò inaccessibile alla trascrizione). tesi di Knudson: nella forma familiare i pazienti
La perdita di RB libera E2F1 /DPI e questo attiva la ereditano una copia del gene mutato da un genito
trascrizione di geni stimolatori del ciclo cellulare e re, ed una del gene non mutato dall'altro. In queste
separa l'istone-deacetilasi dalla cromatina che divie condizioni lo sviluppo del tumore richiede sola
ne più facilmente accessible (Fig. 4). Altro esempio è mente una mutazione (che colpisca l'allele sano);
costituito da TP53, un oncosoppressore mutato in questa sarà statisticamente probabile dal momento
più di metà delle neoplasie maligne dell'uomo, che che tutte le cellule dell'individuo possiedono già
attiva multiple funzioni in risposta a stimoli stres una copia del gene malato. Perciò i tumori si svilup
santi per la cellula oppure in risposta ad un danno peranno in età precoce e spesso bilateralmente. Per
del DNA; sono funzioni che vanno dall'arresto cel un individuo che abbia entrambi gli alleli normali
lulare con trascrizione di geni per la riparazione del la probabilità dì sviluppare il retinoblastoma è inve
DNA, sino all'induzione dell'apoptosi. ce molto più bassa, perché è necessario che casual
Le mutazioni degli oncosoppressori agiscono in mente la stessa cellula subisca due mutazioni indi-
maniera opposta a quelle degli oncogèni, sono cioè pendenti, che colpiscano entrambi gli alleli.
mutazioni che portano ad una perdita di funzione. La mutazione biallelica dei geni oncosoppresso
Classicamente si dice che se l'attivazione degli ri generalmente avviene per un meccanismo combi
oncogèni corrisponde ad ima automobile con acce nato di una alterazione grossolana (come una dele
leratore perennemente premuto, la lesione degli zione) di un allele e la mutazione intragenica più
oncosoppressori è simile ad un'auto che abbia i sottile dell'altro allele. Queste possono essere costi
freni malfunzionanti. Il fatto che esistano due alleli tuite da mutazioni missenso, che sono in residui criti
per ogni gene fa sì che, di norma, sia necessaria la ci per l'attività della proteina: sono mutazioni che
perdita di entrambi perché si produca un effetto inducono la produzione di una proteina tronca
netto: perciò i geni oncosoppressori agiscono in (mutazioni nonsenso o spostamento della cornice
maniera recessiva. Questa caratteristica è stata di lettura), delezioni, inserzioni, o silenziamento
sospettata inizialmente sulla base dell'epidemiolo epigenetico. Quest'ultimo meccanismo non è una
gia del retinoblastoma ed è nota come ipotesi di vera e propria mutazione, ma ha l'effetto netto di
Knudson, dal nome del suo formulatore. Il retino- una delezione "funzionale", tramite l'inattivazione
blastoma può infatti presentarsi sia come forma del promotore del gene (di solito a causa della sua
familiare che come forma sporadica. Nella forma ipermetilazione).
familiare il tumore si presenta in età più precoce e Il silenziamento epigenetico fa sì che si possa con
talora bilateralmente. Questo è spiegabile con l'ipo travvenire alla regola della doppia mutazione, in
Istone deacetilasi
Nucieosoma |
:ò5x0ri;5:3:i:'S5^-òx?x^
proteine con dominio BH3
^►Citocn C «APAF 1
mente e/o funzionalmente questi stessi geni (defi cellulare che è una tirosino-chinasi; quest'ultima
niti oncogèni) che vengono raggruppati nelle si attiva solo in presenza del legame recettore-
seguenti categorie: fattore di crescita e trasmette lo stimolo alle pro
teine citoplasmatiche. I c-onc di questa categoria
1. Proto-oncogèni, che promuovono la crescita cel
presentano in genere mutazioni, per cui codifi
lulare.
cano per recettori attivati in modo permanente e
2. Anti-oncogèni, che inibiscono la crescita cellula costituzionale (cioè senza che sia necessario il
re. legame col fattore di crescita). Molti tumori
hanno questa anomalia; ad esempio si possono
3. Geni che controllano l'apoptosì. citare i "tum ori stromali gastrointestinali"
1) I primi proto-oncogèni ad essere identificati (GIST), entità nosologica di recente identifica
fanno parte del genoma dei virus oncògeni; essi zione, in cui è mutato il gene c-kit;
provocano la trasformazione neoplastica integran © proteine transduttrici. Possono essere di vari tipi.
dosi nel DNA delle cellule infettate. Questi oncogè La proteina "abl" è una tirosino-chinasi citopla
ni vengono chiamati "v-onc". Sorprendentemente, smatica posta in prossimità della membrana pia
è stato poi scoperto che molti v-onc sono omologhi smatica; nelle leucemie mieloidi una traslocazio
a tratti del DNA umano normale, e vengono deno ne cromosomica 9;22 ha come conseguenza la
minati proto-oncogèni. Se ciò rappresenti un retag sintesi di una proteina ibrida abl-bcr dotata di
gio filogenetico (si tratta di geni che vengono ben potente e persistente attività chinasica.
conservati durante l'evoluzione e nelle diverse Diverso è invece il meccanismo d'azione della
specie, forse proprio perché da essi dipende una proteina codificata dal gene "ras": quando atti
funzione essenziale alla vita come è la proliferazio vata in conseguenza agli stimoli esterni, tale
ne cellulare) è argomento speculativo. Di fatto, un proteina si lega al GTP per trasmettere lo stimo
loro difettoso funzionamento, dovuto a mutazione lo; l'attivazione è temporanea, poiché la protei
o ad influenze ambientali, li trasforma in oncogèni na ras ha attività GTPasica; se però il gene ras è
cellulari (c-onc). mutato, la proteina perde l'attività GTPasica e
I proto-oncogèni attivano in modo controllato rimane costantemente attivata;
tutte le tappe biochimiche della proliferazione cel
lulare. Queste tappe possono essere riassunte nei • proteine regolatrici localizzate nel nucleo. A titolo di
punti seguenti: esempio possiamo citare la proteina codificata
dal gene myc, che fa parte di una serie di geni
• legame di un fattore di crescita ad uno specifico
che controllano il ciclo cellulare. Un'alterazione
recettore di membrana;
del c-myc è stata documentata nel linfoma di
• attivazione transitoria del recettore, che trasmet Burkitt, nel neuroblastoma e nel carcinoma a
te il segnale sul dominio intemo della membra piccole cellule del polmone.
na piasmatica;
La trasformazione del proto-oncogène in c-onc
© attivazione di proteine citoplasmatiche tran- può essere dovuta sia ad alterazione strutturale del
sduttrici che fungono da secondo messaggero e gene, sia a modifica della sua espressione. Nel
trasportano il segnale nel nucleo; primo caso avremo la produzione di una proteina
© attivazione di fattori regolatori nel nucleo. anomala, nel secondo una produzione inappropria
ta di proteina normale. Le alterazioni strutturali
Un qualunque difetto nel controllo di queste spesso consistono in mutazioni puntiformi (ad es.:
tappe induce aumento della proliferazione che a c-ras), più raramente in aberrazioni cromosomiche
volte è anche incontrollata: per ciò è sufficiente che (v. sopra: traslocazione 9;22). Le alterazioni dell'e
uno solo dei due alleli del proto-oncogène sia alte spressione genica sono invece più spesso determi
rato, ragione per cui i c-onc vengono definiti anche nate da traslocazioni cromosomiche (ad es.: 8;14 nel
oncogèni dominanti. linfoma di Burkitt, 18;14 nel linfoma follicolare) o
I c-onc, in base alla modalità d'azione che hanno da amplificazione genica (ad es.: c-erb B2 nel carci
le proteine da essi prodotte ed in parallelo con le noma mammario, c-myc nel neuroblastoma e nel
tappe sovradescritte, possono essere classificati in: carcinoma polmonare a piccole cellule).
@ fattori di crescita. Si tratta per lo più di sovrae- 2) Gli anti-oncogèni hanno un'attività inibitoria
spressione (non di mutazione) del c-onc. Si può sulla proliferazione cellulare, e per questo vengono
verificare che la stessa cellula neoplastica produ chiamati anche geni soppressori tumorali. La loro
ca il fattore di crescita e lo specifico recettore, funzione fisiologica è quella di modulare la risposta
con un meccanismo di stimolazione autocrina; proliferativa in maniera congruente con gli stimoli
che l'hanno indotta. Affinché un loro malfunziona
• recettori per i fattori di crescita. Il recettore norma mento si traduca in una crescita incontrollata neo
le ha un dominio extracellulare che si lega allo plastica, è necessario che entrambi gli alleli siano
specifico fattore di crescita, ed un dominio intra- alterati; vengono pertanto definiti c-onc recessivi.
„154 Processi neoplastici
La perdita di funzione dei due alleli può avvenire
in due eventi/momenti ("hit") successivi.
Ü Alterazioni morfologiche
Appartengono a questa categoria i geni p53, Rb delle cellule maligne:
(gene del retinoblastoma), APC (adenomatosi fami "grado di malignità"
liare del colon), DCC ("deleted in colorectal cán
cer" ), NF-1 (neurofibromatosi), WT-1 (tumore di A. Scarpa, A. Mombello
Wilms). La cellula di una neoplasia benigna ha analogie
Per molti di questi tumori esistono forme fami con quelle del tessuto di origine; la cellula maligna
liari, e ciò può trovare spiegazione proprio nel invece è in genere riconoscibile perché presenta:
carattere recessivo del c-onc: il soggetto eredita un
alíele mutato (first hit), che rimane clinicamente • alterazioni delle dimensioni;
silente; è aumentato tuttavia il rischio di trasforma
• aumento del contenuto di DNA (colorazione
zione neoplastica, che avviene per mutazione
intensa dei nuclei);
somatica del secondo alíele (second hit). Per quan
to riguarda il gene APC, la mutazione del primo • anomalie della disposizione della cromatina;
alíele non è silente ma provoca la crescita di tumori
benigni (polipi adenomatosi) nella mucosa intesti ® aumentato rapporto nucleo/citoplasma;
nale; successivamente altri eventi, tra cui la muta
zione del secondo alíele, determinano la trasforma • perdita di polarità con crescita disordinata, a
zione maligna; il questo caso il c-onc viene definito causa delle alterazioni del rapporto sia tra le cel
parzialmente dominante. lule neoplastiche stesse che tra queste e lo stroma;
Il meccanismo d'azione dei geni soppressori è
poco conosciuto, ma è verosimile che possa interes • mitosi frequenti.
sare le varie tappe della proliferazione cellulare,
L'entità delle alterazioni morfologiche delle cel
modulando in ognuna l'azione del proto-oncogène.
lule neoplastiche e della loro organizzazione tissu-
Vengono riportati di seguito alcuni esempi:
tale sono alla base della 'gradazione' o 'grading'cito
® Il gene NF-1 codifica per una proteina detta logico delle neoplasie maligne. Il grading viene
GAP (GTPase Activating Protein), che si lega quindi valutato su due parametri: l'aspetto citologi
alla proteina ras attivata, ne aumenta Fattività co e quello istologico descritti di seguito.
GTPasica e determina il ritorno del ras stesso
alla forma inattiva. G radazion e cito log ica dei tum ori ('Grading' c ito lo
gico) è una misura della entità della alterazione
• Il gene Rb codifica per una proteina endonuclea- della differenziazione della cellula neoplastica. Il
re che blocca il ciclo cellulare impedendo il pas 'grading' si riferisce cioè al grado di perdita di dif
saggio da G0/G1 alla fase S. ferenziazione della cellula neoplastica paragonata
• Il gene p53 codifica per una proteina endonu- al suo corrispettivo normale, e viene in genere
cleare che si accumula dopo che la cellula è stata espresso con un valore numerico da basso ad alto,
esposta ad un danno chimico o radiante; p53 con il numero più alto indicante il più maligno. In
blocca il ciclo in G l dando la possibilità di ripa molti casi il grado citologico di una lesione è co rre
rare il DNA; se poi il danno non è riparabile p53 lato con la prognosi, ma non è sempre così. Sulla
induce Fapoptosi. Per questa funzione, il gene base dell'aspetto delle cellule neoplastiche vengono
p53 è stato definito "guardiano del genoma". distinti quattro livelli di 'grading'. G l, neoplasia
Una proteina p53 anomala, non funzionante, ben differenziata; G2, neoplasia moderatamente
predispone genericamente a successive muta differenziata; G3, neoplasia scarsamente differen
zioni e allo sviluppo di neoplasie. ziata; G4, neoplasia indifferenziata o anaplastica.
Nella realtà diagnostica quotidiana si adotta, nella
3) I geni che regolano l'apoptosi. L'individuamaggior parte dei casi, un grading costituito da tre
zione di questi geni e le loro implicazioni nei pro livelli, in cui i gradi G3 e G4 vengono unificati.
cessi di cancerogenesi sono acquisizioni recenti, per
cui anche il loro meccanismo d'azione è conosciuto G radazione istolog ica dei tum ori ('Grading' isto lo
solo in parte. gico) è una misura della alterazione strutturale del
Del gene p53 si è già trattato. Altro esempio è il tessuto neoplastico paragonato al suo corrispettivo
gene bcl-2, che codifica per una proteina con attivi normale (Fig. 10).
tà anti-apoptotica; nel genoma normale, il gene bcl-
2 è in posizione 18q21; nei linfomi follicolari si ha A n aplasia è un termine che indica assenza di diffe
una traslocazione che sposta il locus 14q32 (conte renziazione, in generale. Il suo uso altresì è limitato
nente i geni per la sintesi delle catene pesanti delle ad alcuni tumori rari e particolari, costituiti da cel
immunoglobuline) vicino a bcl-2; quest'ultimo lule poco differenziate associate a cellule bizzarre e
diviene sovraespresso e conseguentemente si ha il plurinucleate (Fig. 11), con nuclei voluminosi e
blocco dell'apoptosi. distribuzione anomala della cromatina.
Alterazioni morfologiche delle cellule maligne: "grado di malignità" s 155
| Nomenclatura e classificazione
delie neoplasie
A. Scarpa, A. Mombello
c
Le neoplasie benigne hanno varie denomina
Fig. 10 - Gradtng cito-istologico. Si riportano tre adenocarci- zioni che, in generale, sono formate da una prima
rsomi dei coion rappresentativi dei tre gradi di differenziazione parte che ricorda la cellula o tessuto di origine e
che si possono presentare e che vengono formulati nelle dia il suffisso -orna (Tab. 6). Le neoplasie maligne
gnosi anatomopatoloaiche, sulla base delle anomalie dto-archi-
tetturali. in a è un aaenocarcmoma ben differenziato in cui le invece vengono distinte in due tipi fondamentali,
cellule neopiastiche si organizzano a formare cripte ben ricono i carcinomi e i sarcomi. Infatti, nella maggior
scibili. In b, è mostrato un adenocarcinoma moderatamente dif parte dei casi le cellule neoplastiche hanno carat
ferenziato in cui vanno notate le atipie nucleari evidenti. In c un teri morfologici che ricordano le cellule normali
carcinoma scarsamente diffrenziato in cui non è più riconosci
bile una organizzazione in cripte o ghiandole e le atipie cellu del tessuto di origine; ciò rende possibile una
lari sono notevolmente accentuate (inserto) con aspetti riferibili prima distinzione tra neoplasie epiteliali e
a adenocarcinoma a cellule disperse mucosecernenti. mesenchimali.
156 s Processi neoplastici
Carcinoma è ogni neoplasia maligna di origine D termine adenocarcinoma indica una neoplasia
epiteliale (Fig. 12); maligna epiteliale che forma ghiandole (Fig. 14). Le
Sarcoma è ogni neoplasia che origina da cellule leucemie e i linfomi sono 'sarcomi' che originano
di derivazione mesodermica (Fig. 13). dalle cellule del sistema emolinfopoietico.
Nomenclatura e classificazione delle neoplasie s 157
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Fig. 12 - Neoplasia epiteliale maligna: carcinoma papillare Fig. 13 - Neoplasia mesenchimale maligna: fibrosarcoma dei
(grado 3} della vescica. (E.e. 250 X). (Da Lanza: Tumori periostio con evidenti atipie nucleari. (E.e. 250 X). (Da Lanza:
e precancerosi. Piccin Ed. Padova 1989}. Tumori e precancerosi. Piccin Ed. 1989).
Concetti chiave
Carcinom i. Insorgono dagli epiteli di rivestimento della cute,'tratto gastrointestinale^ respiratorio,uro
genitale e biliare, oppure dagli epiteli dei dotti mammari, pancreatici e delle ghiandole salivari. Le
ghiandole endocrine, comprese il testicolo e l'ovaio, possono dare origine a carcinomi. In generale, i.
carcinomi sono composti d i cellule poligonali. I carcinomi che formano configurazioni ghiandolari
sono definiti adenocarcinoini...
S arco mi. Insorgono dai cosidetti tessuti molli (tessuti connettivi quelli cartilagine, osso, mùscolo liscio
o striato, fasce tendinee, vasi linfatici ò ematici, rivestimenti di organi qualiim esoteli). In generale, i
sarcomi sono composti di cellule fusate.
In maniera più dettagliata, i tumori si classifica di studio. Numerosi studi di cancerogenesi chimica
no in base alla cellula di origine (Tab. 6). sperimentale hanno dimostrato che esistono:
• agenti inizianti: sostanze capaci di trasformare
| Cancerogenesi umana: cellule normali in cellule potenzialmente neo
rimuovere le lesioni neoplastiche premaligne: cioè, mutazioni del genoma si associa la selezione di
ed in linea generale, le displasie ed i carcinomi in cloni cellulari proliferanti localmente che si
situ (si veda oltre). esprimono nelle lesioni della displasia;
Lesioni la cui identificazione ed eradicazione è ® la progressione, evento che coincide con l'acqui
appunto l'obiettivo attuale di un'azione preventi sizione, da parte delle cellule già iniziate e pro
va/terapeutica efficace per le neoplasie maligne (si mosse, delle proprietà biologiche della maligni
veda oltre). tà: capacità, acquisita per ulteriori mutazioni del
Le tappe della iniziazione e promozione sono dif genoma e per selezione dei cloni più aggressivi,
ficilmente documentabili in patologia umana. In capaci di infiltrare e di dare metastasi (Fig. 16).
natura esistono infatti molte sostanze che vengono
definite cancerogeni completi, ovvero fattori che agi È rilevante e auspicabile una migliore conoscen
scono sia da inizianti che da promuoventi. Più esatta za della biologia dello stadio della iniziazione che
mente, molte di queste sostanze si trovano nell'am sembra infatti essere caratterizzato dall'attivazione
biente in forma inerte (procancerogeni); esse vengono persistente - immortalizzazione - delle cellule che
poi metabolizzate all'interno dell'organismo e trasfor di norma provvedono al ricambio, o recupero, degli
mate in cancerogeni attivi. La maggior parte di queste elementi che il tessuto perde per morte naturale
attivazioni metaboliche avviene nel fegato ed il siste delle cellule differenziate ma anche per eventi pato
ma enzimatico coinvolto è quello del citocromo P-450. logici. Nei tessuti meglio indagati, come sono la
Come su accennato, il processo della canceroge- mucosa enterica o genitale, della portio ad esv l'e
nesi segue fasi distinte di evoluzione delle lesioni sordio della trasformazione neoplastica - la prolifera
cellulari; sono fasi che segnano i passi morfologici zione accentuata e persistente - si coglie proprio
microscopici della graduale progressione verso lo nelle sedi di rigenerazione, spesso negli strati basa
stadio dell'aggressività compiuta della neoplasia li al di sopra della membrana basale, appunto nel
maligna, stadio segnato dall'invasione dell'organi- sito del ricambio cellulare, dove sono attive le cellu
smo con gli eventi della diffusione metastatica. Per le staminali adulte della mucosa.
convenzione accettata ogni neoplasia maligna per
corre tre stadi (Fig. 15): 1 La teoria "multistadio"
• la iniziazione, momento di durata indetermina
ta, segnato dalle prime mutazioni che morfolo
della progressione fumarole
gicamente si esprimono con attivazione del R. Ranaldi, G.M. Mariuzzi
ricambio cellulare; Il dato fondamentale fornito dagli epidemiologi,
® la promozione, fase nella quale il sommarsi di secondo i quali la frequenza delle neoplasie aumenta
Popolazioni cellulari definite m orfologicam ente con gli acronim i D L (Displasia Lieve), D IN
(Displasia Interm edia), D G (Displasia G rave), C IS (C arcinom a In situ). (D a Mariuzzi:
La Patologia premaligna, in Lanza: Tumori e Precancerosi, Piccin, Ed. 19 89). Ogni
popolazione è m ista e contiene elem enti d e lla classe precedente e di quella successiva.
con l'età, ha storicamente confortato l'ipotesi che poliposi (HNPCC), lo Xeroderma Pigmentosum
fosse necessaria uria somma di più eventi per comple in cui i soggetti hanno una grande suscettibilità
tare il processo oncogeno. Le osservazioni degli ana- a sviluppare neoplasie cutanee per esposizione a
tomopatologi sulle lesioni precancerose erano concor luce ultravioletta.
di, descrivendo le alterazioni progressive dall'epitelio
normale ai vari gradi di displasia, fino al carcinoma in
situ e al carcinoma infiltrante (Fig. 15). B Progressione neopiasiica
Le conoscenze sugli oncogèni hanno fornito A. Scarpa, A. Mombello
ulteriori conferme alla "teoria multistadio"
H processo di progressione di malignità avviene
@ In vitro, nessun oncogène da solo è in grado di
per salti discreti, in cui una cellula acquisisce difetti
provocare la trasformazione neoplastica, ma
deve essere associato l'intervento di altri. genetici addizionali che si accumulano nel corso di
armi. Un adenoma del colon impiega in media 5-10
© Ogni neoplasia umana studiata rivela alterazioni anni per diventare un carcinoma, così come un micro
genetiche multiple, cha vanno accumulandosi carcinoma della mammella impiega numerosi anni
durante la progressione neoplastica. per diventare un nodulo riconoscibile alla palpazione.
• Sindromi ereditarie caratterizzate da difetti in Una cellula maligna è in grado di crescere autono
geni coinvolti nei sistemi di riparazione del mamente, invadere i tessuti circostanti, entrare nei
DNA, eventi che comportano quindi un rischio vasi linfatici o ematici, evitare sia le difese immuni
elevato di mutazioni e predispongono alla com tarie innate e specifiche dell'ospite e infine formare
parsa di neoplasie. Esempi ne sono il carcinoma nuove colonie in organi distanti (Fig. 16). Le capaci
ereditario mammario della mammella e ovaio tà che una cellula maligna deve acquisire sono
per alterazione dei geni BRCA1 o BRCA2, il car quindi molteplici, quali, a titolo di esempio, la capa
cinoma colorettale ereditario non associato a cità di autonomizzarsi per gli stimoli proliferativi
Proteolisi delia
membrana basate
Membrana basate i
Recettori
per lamina MATRICE
e fìbronectina EXTRACELLULARE
(MEC)
Invasione
del droolo
Fia. 16 — ti grafico
schematizza gli eventi
che, in successione,
attuano la diffusio
ne/ metastafizzazione
delle cellule di una
neoplasia primitiva
renale (ad es.) (Da
Mariuzzi, modificata).
162 * Processi neoplastia
Fig. 17 - Autonomizzazione aufocrina e paracrina della cellula neoplástico, a) Le cellule neoplastiche sono spesso in grado di pro
durre fattori di crescita ed esprimere recettori per lo stesso, creando così un sistema di stimolazione autocrina, b} L'interazione tra cel
lula neoplastica e cellule de! microambiente è reciproca e spesso le cellule del microambiente vengono richiamate e stimolate da fatto
ri secreti dalla cellula neoplastica, che si avvale poi degli stimoli e segnali prodotti in risposta dalle cellule stromali.
Fig. 18 - Trasformazione e progressione neoplastìca nel caso dell'adenocarcinoma pancreatico. La progressione di malignità si
associa ad alterazioni morfologiche progressive che corrispondono all'accumuiarsi di anomalie genetiche. La sigla PanIN è in ingle
se e sta per 'Pancreatic Intraepithelial Neoplasia'. Il PanIN-1 è una fase in cui le cellule sono iperpiastiche e presentano la muta
zione attivante dell'oncogène K-RAS o l'amplificazione del gene HER2/NEU, la differenza tra PANIN-ì A e -1B sta nell'aspetto
papillare di quest'ultimo. La perdita del soppressore tumorale Piò e in seguito di P53 o altri si accompagna poi alla comparsa di
displasia ingravescente ed alla capacità invasiva. {Schema tratto da Wilentz et al.: Cancer Res 60: 2002-6, 2000).
(Fig. 17), la perdita dell'inibizione da contatto, la difetto genetico che le permette di ottenere un van
capacità di muoversi, la produzione di enzimi che taggio selettivo rispetto alla popolazione iniziale.
degradino il connettivo, l'espressione di recettori Pertanto risulta evidente che una neoplasia è forma
che le permettano di legarsi alle cellule endoteliali e ta da un clone originario e da diversi subcloni che
penetrare nei vasi. da essa derivano e che possono sostituire il clone
Tutte queste capacità non vengono acquisite in originario qualora acquisiscano vantaggi selettivi
maniera improvvisa e simultanea, ma vanno accu (Fig. 19). Il processo di sviluppo di nuovi cloni e la
mulandosi nel tempo, di pari passo con l'accumulo loro selezione continua durante l'ulteriore processo
di nuove anomalie geniche (Fig. 18). di crescita e dì progressione della neoplasia.
Da quanto suddetto deriva che una neoplasia è
composta, in ogni momento della sua evoluzione,
da diversi cloni, condizione definita "eterogeneità
neoplastica". Vale la pena qui di chiarire meglio
| Anatomia patologica
questo concetto. Una neoplasia origina dalla trasfor della progressione neoplástico
mazione di una singola cellula ed è pertanto sempre G.M. Mariuzzi, R. Ranaldi
monoclonale. La trasformazione di questa cellula
avviene per acquisizione di un difetto genetico che Come già considerato, molti tumori sono geneti
conferisce alla cellula un vantaggio selettivo rispet camente instabili e ciò favorisce la comparsa di
to alle cellule normali. Le fasi della progressione ulteriori alterazioni che si aggravano con il proce
neoplastica rappresentano salti discreti in cui una dere del processo neoplastico. In successione posso
cellula del clone originario acquisisce un ulteriore no essere:
Anatomia patologica della progressione neoplastica : - 163
• accumulo ulteriore di lesioni genetiche; somica t(9;22)(q34;qll); nelT80% dei casi di evoluzio
• riduzione fino alla perdita della differenziazione ne in crisi blastica si riscontrano ulteriori alterazioni
cellulare; quali la trisomia del cromosoma 8 o l'inattivazione
dei geni p53 e RB. Nei linfomi follicolari che evolvo
• aumento della attività proliferativa;
no in linfoma diffuso a grandi cellule compaiono
© eventi letali che contribuiscono alla perdita cel alterazioni del cromosoma 9, che si vanno ad ag
lulare; giungere alla tipica traslocazione t(14;18)(q32;q21).
© emergenza di nuovi cloni cellulari con caratteri In modo simile, nel linfoma mantellare la tipica tra
differenti da quello originario. slocazione t(ll;14)(ql3;q32) si associa ad ulteriori
alterazioni genetiche nei casi "blastoidi" e con decor
Le differenze tra i cloni potranno riguardare la
so aggressivo (Fig. 20).
frazione di crescita, l'antigenicità, l'invasività e la
In molte neoplasie maligne è possibile valutare
capacità di metastatizzare, la responsività a fattori
il "grading", cioè esprimere in maniera semiquanti
ormonali o a farmaci, oltre che il grado di differen
tativa l'entità, o grado di compromissione, della dif
ziazione istologica. ferenziazione istologica e (per converso) la compar
Tutto questo viene classificato come eterogeneità sa di anaplasia cellulare. Il grading si applica alì'in-
tumorale. temo di un medesimo istotipo tumorale; ad es., car
E intuitivo pensare che questi vari aspetti della cinoma squamocellulare ben differenziato, media
progressione di malignità siano tra loro correlati, mente differenziato o scarsamente differenziato.
ma la valutazione di un insieme di variabili consen Il concetto di grading coincide con quello di pro
te giudizi più accurati ed affidabili. gressione di malignità, anche se il grading fotogra
Ad es. nel carcinoma colico la progressione degli fa l'aspetto della neoplasia al momento della dia
eventi molecolari già descritti corrisponde a lesioni gnosi e non illustra l'evoluzione delle lesioni; tutta
istologiche progressive, che a loro volta corrispon via, non è raro osservare, sul fronte dì infiltrazione
dono ad un diverso comportamento clinico. Infatti o nelle metastasi, equivalenti di maggiore anapla
solo con la comparsa delTadenocarcinoma si ha la sia, suggerendo una progressione istologica a parti
possibilità dì avere metastasi, mentre gli adenomi re da forme con grading più basso. In alcune neo
sono lesioni premaligne. Altri esempi di una tale plasie maligne, come ad es. nel carcinoma della
correlazione si trovano sia in altri carcinomi che nella mammella, o nella maggior parte dei sarcomi, il
patologia ematologica. Ad esempio, la leucemia mie- grading ben si correla al comportamento clinico, ed
ioide cronica presenta la tipica traslocazione cromo è infatti un importante criterio prognostico. Ciò
%\ Trasformazione
Cellula Cellula
normale neopiastlca
fig. 19 - Formazione continua di nuovi doni neoplastici per accumulo progressivo (nello schema indicato del cambio di colore) di
lesioni/mutazioni genetiche e loro selezione. Una neoplasia maligna è formata in ogni momento della sua storia da diversi cloni
aventi anomalie genetiche, morfologiche e proprietà diverse.
164 Processi neoplastici
25
20 Normale
15
io
5
.nliumiNlinn
0 w a B « a L H i« in iititirti- uu„
25
20 Iperplasia semplice
15
10
5
0 h iln lllllllllH I n n !» .- I li.im llm i..!!.. i i i i .I i . . . . . 1 i . . . . m h i i I I i I i i i i i I1I h i
25
20 Iperplasia atipica
15
10
5
0 iLiv nil»._ ».i«
25
20 ] DC!S Comedo
15
10
Fig. 20 - Linfoma gastrico di tipo MALT, con evidente struttura
follicolare (a). La porzione più superficiale della neoplasia è 5
costituita da piccoli linfociti, con le caratteristiche lesioni linfoe- . J»ii( Uli».____ li»! ;li».li».ti! lIlUÉ.jllUllll U f i
piteliali (b). Nella parte profonda si osservano equivalenti di
evoluzione in linfoma di alto grado, composto da elementi più Aspetti. O.O. Aspetti Aspetti Aspetti
grandi e polimorfi (c). complessivi istogramma concomitanti estensivi compendiati
NORMALE
p 1 i l .
normale
cribriforme D C IS
Fia. 22 - Modificazioni dei profili di impronte nucleari - nuclear signafures - riscontrate nelle diverse varianti del carcinoma dut-
taìe in situ, da cui si coglie if grado di progressione raggiunto da ciascuna delle varianti come oggettivamente espresso dal relati
vo istogramma. Le immagini microscopiche sono relative a preparati colorati con ematossilina-eosina (400 X); nei riquadri: sono
visibili Te differenze nel disegno della cromatina cui si riferisce l'istogramma della relativa impronta.
(Da DCIS: Ductalcarcinoma in situ; CRIB: cribriforme; SOL!D: solido; CO: comedo).
166 & Processi neoplastici
bilità offerte oggi dai sistemi di analisi morfometri- attuale delle singole lesioni, nei singoli casi. E si
ca delle alterazioni cellulari che caratterizzano la ottengono dati che, essendo oggettivi, sono anche
progressione tumorale e la valutazione multivaria- riproducibili. Informazioni quindi che sono essen
ta delle stesse. Nello studio relativo alle figure 21, ziali per la prognosi e per i programmi terapeutici
22, la valutazione delle alterazioni progressive della da assumere in ogni singolo caso.
tessitura della cromatina nucleare è stata eseguita
quantificando le modificazioni, strutturali e di den
sità ottica della cromatina, con 93 distinte variabili,
§1 Cinetica dello crescilo neoplastìca
così da ottenere i valori dei -profili-impronte nucleari R. Ranaldi, G.M. Mariuzzi
specifici dei singoli casi. Ogni, neoplasia corrisponde allo sviluppo clo
Metodo con il quale si hanno risultati eccellenti nale di una cellula mutata. In linea del tutto teorica,
in termini di discriminazione e determinazione questo sviluppo avviene in modo esponenziale per
oggettiva del grado/entità reale della progressione una serie di raddoppiamenti cellulari (Fig. 23);
Cellula neoplastica in
corso di duplicazione
dopo 30
Massa di 10 g
duplicazioni con 1010cellule
evidenziabile
dopo ulteriori
3,25
duplicazioni
dopo 6,25
duplicazioni
Massa minima
identificabile
di 1g con 10®
cellule che dà
segni diagnostici
Estensione della
massa neoplastica
con prognosi infausta
(1212cellule)
Fig. 23 - Rappresentazione grafica della progressione volumetrica di una neoplasia: un tumore solido che prende origine da una
prima cellula neoplastica va incontro a circa 30 raddoppiamenti per raggiungere il volume di 1 mm3; diviene clinicamente eviden
ziabile dopo ulteriori 3/4 duplicazioni quando raggiunge il volume di 1 cm3 fi g); alla fine, quando raggiunge un volume pari a 1
dm3 con 12 12 cellule, dopo ulteriori 6/7 duplicazioni, entra nella fase clinica non più compatibile con la sopravvivenza.
Cinetica della crescita neoplastica & 167
Tempi di raddoppiamento
C a mammella 95.82 giorni
C a coiorettale 632 Accrescimento evidente
10 raddoppiamenti
Melanoma 53.82 Diagnosi clinica
Linfomi di alto grado 26.82
10«
10b
Neoplasia
in situ“
.1 0 ° —
6 8 10 12 14
Unità di tempo
(variabili a seconda dei tempi di raddoppiamento)
Fig. 24 - Schema dell'andamento teorico della progressione di una neoplasia maligna: il tempo dell'evidenza clinica è circa quei
lo dell'intera progressione; quello della terapia efficace possibile è solo una quota limitata dell'ultimo quarto.
168 & Processi neoplastici
genze nutrizionali; più la massa neoplastica è gran durata del ciclo cellulare e la quota di morti cellulari.
de e più cresce velocemente, più si accentua la Esistono neoplasie ad alto tasso di crescita, in
carenza dell'apporto ematico; tanto che il riscontro cui la quota di cellule proliferanti è alta e di gran
macroscopico di aree di necrosi all'interno di un lunga maggiore dell'alta quantità di cellule che
tumore è nella grande maggioranza dei casi indice muoiono per apoptosi o necrosi. Un esempio è il
del grado della sua natura maligna. carcinoma a piccole cellule del polmone (Fig. 27).
Di conseguenza, la curva di crescita della mag Dall'altro lato dello spettro, esistono neoplasie a
gior parte delle neoplasie (in particolare di quelle basso tasso di crescita, in cui il fenomeno più
maligne) varia nel tempo: in ima prima fase si avvi importante è la mancata morte delle cellule. Un
cina alla curva teorica del raddoppiamento espo esempio è il linfoma follicolare (Fig. 28). Nella mag
nenziale (Figg. 24 e 25), poi rallenta progressiva gior parte delle neoplasie, come il cancro del colon
mente per il passaggio di un maggior numero di o della mammella, il tasso di cellule proliferanti
cellule in GO e per l'aumento delle perdite cellulari. supera di solo il 5-10% il numero di morti cellulari.
La valutazione delle nascite e delle morti nel
l'ambito di una popolazione n eoplastica è un com
| Valutazione della crescita pito che l'anatomopatologo assolve con finalità
neoplástico e significato clinico applicative diverse: diagnostiche, prognostiche e di
indicazione terapeutica. Ritorneremo su questo
A Scarpa, A. Mombello punto dopo aver brevemente descritto le tecniche
È già stato sottolineato che la formazione di una che vengono applicate per definire il valore-tasso
massa neoplastica e Faumento progressivo del suo attuale della crescita tumorale.
volume sono legati ad un alterato equilibrio tra la Valutazione delle replicazioni. La definizione
proliferazione e la morte cellulare. L'aumento netto della quota di cellule proliferanti in una neoplasia
della popolazione neoplastica è dovuto al rapporto viene definita valutando Vindice di replicazione: che
tra le nascite e le morti, ovvero ad un aumento delle viene espresso come il numero di cellule in fase
nascite, che comunque sostiene la neoplasia, e/o alla proliferativa ogni 100 cellule. L'indice mitotico
diminuzione degli eventi di morte. La velocità con viene ottenuto mediante: i) la conta delle figure
cui la popolazione neoplastica aumenta dipende da mitotiche in un preparato istologico; questo valore
tre fattori: il numero di cellule in replicazione, la viene riferito in diagnosi come numero di mitosi
Fig. 27 - Esempio di una neoplasia anapiastica e ad alto tasso di proliferazione. Aspetto istologico di un carcinoma polmonare
scarsamente differenziato a piccole cellule (a), che ha un elevato numero di cellule in rase di replicazione (circa l'80%) dimostrato
dalla positività immunoistiocnimica nucleare con l'anticòrpo M1B1 (b).
Fig. 28 - Esempio di una neoplasia con ridotti eventi di morte cellulare. Aspetto istologico di un linfoma follicolare. I follicoli linfoi-
di sono riconoscibili come neoplastici in quanto presentano centri germinativi di dimensioni abnormi e perdita di polarità (a). La
colorazione immunoistìochimica con anticorpo anti-BCL2 mostra positività nella stragrande maggioranza delle cellule neoplastiche.
Il significato dell'iperespressione di auesto oncogène risulta nella inibizione dell'apoptosi, e pertanto le cellule neoplastiche di que
sto linfoma, che ha bassissimi tassi ai proliferazione, si accumulano poiché non vanno incontro a morte (b).
osservate ogni 100 cellule; il) con marcatori immuno- Un ulteriore parametro che influenza la crescita
fenotipici, utilizzando anticorpi che riconoscono della popolazione neoplastica è la durata del ciclo cel
proteine espresse specificamente nei nuclei delle lulare. Il tempo di raddoppiamento di una popola
cellule in fase di replicazione, il più usato dei quali zione è infatti funzione sia del numero di cellule
è l'anticorpo monoclonale MIB1 o Ki-67; in questo proliferanti che della durata del ciclo cellulare. Que-
caso viene determinato il numero di cellule immu- st'ultima può essere misurata utilizzando colorazio
nopositive osservate ogni 100 cellule; iii) con tecni ni speciali per gli AgNORs (argyrophilic nucleolar
che di citofluorimetria, tramite incorporazione nel organizer regions).
DNA delle cellule in replicazione dell'analogo piri- Tale determinazione si basa sul fatto che la
midirdco bromo-desossi-uridina (BrdU), che può domanda cellulare di RNA durante il ciclo è partico
poi essere riconosciuto da anticorpi specifici e larmente elevata, per assicurare sia la crescita cito
quantificato con metodi automatizzati. In alternati plasmatica che la produzione delle proteine struttu
va è possibile utilizzare un colorante stechiometrico rali e funzionali per la replicazione del DNA. Il
del DNA, come lo ioduro di propidio, ed ottenere risultato è ima iperattività dei geni ribosomiali che
un grafico citofluorìmetrico del contenuto di DNA può essere rilevata evidenziando le proteine argiro-
di una data popolazione. Poiché questo cambia a file ad essi associate note come AgNORs. Nelle cel
seconda della fase del ciclo cellulare, è possibile sta lule neoplastiche, le regioni di organizzazione
bilire la percentuale di cellule in ciascuna fase del nucleolare sono aumentate di numero e raggruppa
ciclo (per cui anche di quelle in fase S). te rispetto alle cellule normali. Le relazioni tra dura
170 & Processi neoplastici
ta del ciclo e AgNORs sono dimostrate dal fatto che sono attivi sulle cellule in fase di replicazione. I tumo
la quantità di AgNORs aumenta durante la fase G l ri a lenta crescita, quali la maggior parte dei carcino
e raggiunge il massimo nella fase S; questa quantità mi della mammella o del colon, sono relativamente
è inversamente proporzionale alla durata del ciclo resistenti a questi chemioterapici, che risulteranno
cellulare: più quest'ultimo è veloce più è elevato il molto efficaci nel caso di neoplasie a crescita elevata,
numero di AgNORs rilevabili. In molte neoplasie quali le leucemie o i carcinomi indifferenziati.
una elevata frazione di crescita (MIB1 elevato) è pro Purtroppo l'insorgenza continua di nuovi cloni
porzionale ad un altrettanto elevato numero di all'interno della popolazione neoplastica permette
AgNORs, tuttavia non pochi sono i casi in cui i due in genere la selezione di cloni resistenti ai chemiote
valori sono assai discrepanti ovvero si trovano neo rapici utilizzati. È al di là degli scopi della presente
plasie ad alto indice replicativo con ciclo cellulare trattazione discutere i problemi correlati alla che
lungo versus neoplasie a basso indice replicativo e mioterapia del cancro e si rinvia per questo ai testi
ciclo breve. Le colorazioni per AgNORs non vengo specialistici e ai corsi appropriati previsti nel corso
no in realtà utilizzate nella diagnostica quotidiana di laurea negli anni a seguire.
per due motivi, l'informazione non aggiunge para
metri fondamentali nella pratica clinica e, soprattut
to, nella stragrande maggioranza delle neoplasie la
durata del ciclo cellulare non è dissimile da quella
| Criteri morfologici generali
delle cellule normali corrispondenti. per fa diagnosi delie neoplasie
Valutazione delle morti. Le cellule neoplastiche G.M. Mariuzzi, R. Ranaldi
muoiono, come ogni cellula, per apoptosi o necrosi.
La definizione generale delle neoplasie, valida
La morte apoptotica è di gran lunga la più frequen
te nelle neoplasie. Per quanto concerne i meccani nella maggior parte dei casi, non trova tuttavia
smi di apoptosi si rinvia al capitolo relativo e, per i applicazione in casi particolari: a titolo di esempio,
meccanismi che ad essa sottendono nelle neoplasie, molte neoplasie ematologiche non costituiscono un
alla sezione della genetica delle neoplasie. Si sup " tumore"; ed i linfomi di tipo MALT rimangono
pone che la necrosi che si può riscontrare in una responsivi, cioè possono regredire se viene allonta
massa neoplastica sia legata a ipossia per lo squili nato lo specifico stimolo antigenico che li ha indotti.
brio tra la entità della proliferazione e l'insufficien Nella maggior parte dei casi le cellule neoplasti
za relativa dell'apporto ematico per inadeguatezza che hanno caratteri morfologici che ricordano le cel
della neoformazione vascolare. Possiamo acconten lule normali del tessuto di origine; ciò rende possi
tarci di questa ipotesi semplicistica per ora, in atte bile una prima distinzione tra n eoplasie ep iteliali e
sa che la ricerca ci fornisca nuovi elementi per com m esenchim ali, possibilità legata alla "differenzia
prendere meglio il fenomeno. Nella pratica diagno zione" che è alla base della classificazione istologi
stica quotidiana solo la presenza e l'entità dei feno ca dei tumori.
meni necrotici, rilevati all'esame microscopico stan H contrario della differenziazione è la "anapla-
dard con ematossilina-eosina, vengono utilizzati a sia": alcuni tumori, soprattutto quelli maligni, sono
fini diagnostici e prognostici. costituiti da cellule poco differenziate, talora bizzarre
e plurinucleate (Fig. 11), con nuclei irregolari, volu
Significato clinico della valutazione della dinami minosi e con distribuzione anomala della cromatina,
ca della popolazione neoplastica. Come preceden in sostanza polimorfi; anaplasia ed irregolarità strut
temente accennato, la valutazione della entità delle turali possono essere talmente spiccate da impedire
nascite e morti cellulari nelle neoplasie ha un signi la definizione dell'istogenesi della neoplasia.
ficato diagnostico, prognostico e terapeutico. Ad Oltre alle cellule neoplastiche, la massa tumora
esempio, la presenza di mitosi frequenti associate o le è costituita da uno stroma connettivo-vascolare.
meno a fenomeni di necrosi è criterio diagnostico Quest'ultimo può essere ricco di fibre collagene
differenziale per la diagnosi di malignità di una (stroma desmoplastico), conferendo al tumore una
proliferazione, ad esempio, di cellule muscolari consistenza duro-lignea ed un aspetto scirroso; in
lisce o di cellule endocrine. È ovvio che una diagno altri casi lo stroma è una delicata impalcatura di
si di malignità comporta un giudizio prognostico che vasi capillari con poche fibre: il tumore può allora
varia a seconda del tipo di neoplasia, della sua sede presentarsi molle ed encefaloide.
e delle sue peculiari possibilità evolutive. Si rinvia Lo stroma è essenziale per la crescita della neo
per questo ai capitoli specifici riguardanti le neo plasia: le neoplasie maligne per carenza di stroma
plasie nei diversi organi. hanno un apporto ematico insufficiente; insufficien
Per quanto concerne le indicazioni terapeutiche, za responsabile di fenomeni regressivi e necrotici.
la proporzione di cellule neoplastiche proliferanti ha A seconda dei loro caratteri morfologici e del
un notevole impatto sulla sensibilità della neoplasia loro comportamento clinico, le neoplasie vengono
ai chemioterapici antineoplastici. Gran parte dei far classicamente distinte in benigne e m aligne.
maci antineoplastici classici agiscono infatti interfe I caratteri generali delle neoplasie benigne sono
rendo con varie fasi del ciclo cellulare, e pertanto quelli di una crescita lenta ed espansiva, senza disse
Criteri morfologici generali per la diagnosi delle neoplasie & 171
minazione locale o a distanza; rimangono clinica- • altre sostanze (agenti promuoventi) capaci di
mente silenti per molto tempo, finché non raggiun indurre la crescita neoplastica di cellule già "ini
gano masse di dimensioni tali da causare segni dovu ziate".
ti alla compressione di strutture a loro circostanti.
Al contrario, le neoplasie maligne hanno un Per questi studi sono stati stabiliti, sia pure in
accrescimento più o meno rapido ed infiltrante che modo impreciso, molti dei concetti basilari, tuttora
consente loro di invadere i tessuti in cui crescono e validi, sulla genesi delle neoplasie. È stato infatti
la parete dei vasi ematici e linfatici o di raggiunge osservato che:
re eventuali superfici di rivestimenti sierosi come • per completare la trasformazione neoplastica
quello pleurico o quello peritoneale. Per questa pro sono necessari eventi plurimi;
prietà possono disseminare metastasi per la via del
• una dose appropriata di agente iniziante produ
circolo del sangue (Fig. 16); oppure dare impianti di
ce alterazioni irreversibili del DNA delle cellule
cellule maligne in organi distanti, producendo altri
bersaglio;
noduli tumorali, appunto le metastasi, come sono
ad es. quelle epatiche dei carcinomi ovarici: meta • la promozione è essenzialmente uno stimolo
stasi che seguono la via della circolazione del liqui iperplasiogeno che permette alla cellula iniziata
do peritoneale. di proliferare. Tale stimolo deve protrarsi suffi
La storia naturale delle neoplasie maligne (se cientemente a lungo per consentire il completa
non adeguatamente trattate) si conclude, di regola, mento della trasformazione neoplastica;
con la morte dell'organismo ospite. • le cellule iniziate, stimolate a proliferare, tra
Oltre alle neoplasie benigne e maligne esistono smettono le alterazioni del DNA alle cellule
anche neoformazioni tumorali con comportamento fighe; di conseguenza la proliferazione neopla
clinico intermedio tra i due estremi citati: sono stica è clonale.
forme caratterizzate da un andamento progressivo,
• Le cellule staminali adulte, numerose, ubiquita
ma molto lento; in questa categorìa possono rien
trare molti linfomi B di basso grado. rie ed attive finché dura la vita, vanno più facil
In altri casi la neoplasia ha soltanto ima aggres mente incontro a trasformazione neoplastica.
sività locale, ma non produce disseminazioni meta
statiche: ad esempio si può citare il carcinoma baso-
cellulare della cute, in cui la spiccata tendenza ad
B Neo-angiogenesi tumorale
R. Ranaldi
infiltrare rende spesso difficile una asportazione
chirurgica completa, ma non genera metastasi. In La potenziale velocità di crescita di una neopla
altri casi ancora la neoplasia ha una crescita lenta, sia è condizionata da una adeguata vascolarizzazio
apparentemente indolente, ma a distanza di tempo ne dello stroma. La capacità angiogenetica è impor
possono comparire recidive o metastasi: sono molti tante non solo per la crescita del tumore primitivo,
i tumori dei tessuti molli che hanno questo compor ma anche per l'attecchimento e la crescita delle
tamento (liposarcoma ben differenziato, dermatofi- metastasi. '
brosarcoma protuberans, cosiddetto leiomioma Sono stati isolati numerosi fattori angiogenetici:
metastatizzante dell'utero, tumori stromali essi possono essere prodotti dalle stesse cellule neo
gastrointestinali-GIST, etc.), ed anche alcune neo plastiche, oppure da cellule infiammatorie che infil
plasie epiteliali (carcinoide, alcuni tumori delle trano lo stroma tumorale. Tra i più studiati, vi sono
ghiandole salivari). Per tutte queste ultime entità è mediatori chimici che legano l'eparina e che stimo
oggi accettata la definizione di "n eop lasia a basso lano la crescita dei fibroblasti (FGF); essi sono anche
grado di m alignità". chemiotattici e mitogeni per le cellule endoteliali e
La trasformazione cellulare che dà origine alla producono enzimi proteolitici che favoriscono la
proliferazione neoplastica corrisponde, come già penetrazione nello stroma dei capillari neoformati.
considerato, ad alterazioni del genoma. Queste alte Altri fattori angiogenetici sono il Tumour Growth
razioni possono essere trasmesse ereditariamente o Factor (TGF) a e [3, l'Epidermal Growth Factor
essere, più spesso, causate dall'interazione sporadi (EGF), il Platelet Derived Growth Factor (PDGF) e il
ca di agenti cancerogeni con cellule bersaglio. Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF). Non
Nonostante l'esperienza clinico-epidemiologica tutti i fattori angiogenetici agiscono sulle cellule
abbia permesso di identificare agevolmente una endoteliali; ad es., TGF-p è chemiotattico per i
serie di agenti cancerogeni, la loro modalità di azio macrofagi, che poi rilasciano FGF e TGF-a.
ne e gli effetti sul metabolismo cellulare sono anco Ancora molto incomplete sono le nostre cono
ra in corso di studio. I primi esperimenti di cance-
scenze sui meccanismi che attivano l'angiogenesi;
rogcncsi chimica sperimentale hanno dimostrato
alcuni di questi fattori (ad es. FGF) sono il prodotto
che esistono:
di proto-oncogèni mutati. L'argomento è di notevo
© sostanze (agenti inizianti) capaci di trasformare le interesse, perché apre la strada ad un possibile
cellule normali in cellule potenzialmente neo controllo farmacologico della crescita neoplastica,
plastiche, e attraverso l'inibizione dell'attività angiogenetica.
172 & Processi neoplastici
Adenocarcinoma
intramuscolo
Mucosa normale
Adenocarcinoma
infiltrante
Grasso
perivtscerale
Fig. 29 - Schematizzazione della progressione neoplástico nell'adenocarcinoma dei colon. Sono indicati i diversi stadi della pro
gressione di malignità della neoplasia che vengono poi valutati nel processo clinicopatologico di stadiazione (Da Francesco Col
pa ni, Ospedale Carlo Poma, Mantova, modificata).
La diffusione attraverso i linfatici è la più comu flusso linfatico. L'invasione venosa diretta è possibi
ne via di disseminazione dei carcinomi, anche se i le per aggressione lenta e progressiva della parete
sarcomi possono utilizzarla pure. I tumori in gene vasale ed è più comune di quella delle arterie, pro
re non contengono linfatici funzionali, ma questi babilmente a causa del minore spessore della parete
sono localizzati alla periferia del tumore. Il quadro di vasale. Perciò di solito gli emboli seguono le vie del
coinvolgimento linfonodale segue le vie naturali del dre flusso venoso (e perciò colpiscono con maggior fre
naggio linfatico, pertanto le metastasi linfonodali quenza il polmone o il fegato). Solo se viene supera
saranno riscontrate dapprima nei linfonodi adia to il letto polmonare le metastasi possono dissemi
centi l'organo coinvolto o in quelli drenanti la sede narsi per via arteriosa. Alcuni tumori come i carci
in cui la neoplasia si trova. nomi del rene o gli epatocarcinomi possono crescere
La diffusione ematogena è tipica dei sarcomi ed all'interno dei vasi venosi, formando trombi neopla
è usuale anche nella stragrande maggioranza dei stici, che non necessariamente si accompagnano a
carcinomi. Le cellule neoplastiche raggiungono il metastatizzazione. La metastasi, infatti, è processo
torrente ematico sia direttamente per penetrazione biologico attivo e complesso, e non un semplice
attraverso i capillari che indirettamente attraverso il fatto meccanico.
Concetti chiave
Diffusione delle neoplasie maligne:
è invasione dei tessuti circostanti per estensione dirètta;
® diffusióne attraverso i canali linfatici ài lihfoiiòdi, tìpica'..dei carcinomi;:
• ■ diffusione per via emàtica ad organi distanti, tipica sia dei sarcòmi che dei carcinomi;
® impianti all'interno delle cavità sierose (peritoneo, pleura, pericard io).
Stadiazione. Nella valutazione clinica di un della neoplasia sul paziente dipendono dalla sede
paziente portatore di una neoplasia maligna una del tumore primitivo, dalle sue dimensioni, dalla
fase essenziale è quella di stabilire nel modo più entità della invasione locale e dalle localizzazioni
preciso lo stato della diffusione del tumore, sia secondarie (metastasi). Il procedimento attraverso
nella sede di insorgenza che nel resto deirorgani- il quale si ottengono queste informazioni è definito
smo. Infatti nella maggior parte dei casi gli effetti stadiazione.
174 - Processi neoplostici
La stadiazione di una neoplasia maligna defini ai linfonodi regionali e sulla presenza o assenza di
sce lo stato dell'evoluzione del processo neoplastico metastasi ematogene in organi distanti. Il sistema
nei singoli individui. Essa ha un significato clinico basilare in uso è quello sviluppato dalla Unione
sia prognostico che per la scelta dei provvedimenti Internazionale Contro il Cancro (UICC), che utiliz
terapeutici più adeguati. za il sistema TNM, in cui T indica l'entità della
La stadiazione si basa sulle dimensioni della massa del tumore primitivo, N indica l'interessa
lesione neoplastica originaria, sulla sua estensione mento dei linfonodi, ed M le metastasi.
T Concètti chidyé
La diffusione delle neoplasie maligne determina lo stadio:
In-situ, si riferisce alle neoplasie maligne epitehaH confmafe àfl'epiteììo/ senza ilìfiltrazione della
membrana basale. ' ’.. • .f v ; ‘ • ;, : i .
• Microinvasione, diffusione delle nèoplasie maligne epiteliali appena al di là del punto d i origine
con distruzione è invasione della Membrana basale.
• Invasione locale, diffusione a lf interno dell'organo di origine o a strutture contigue.
• Metastasi locale, idiiEfusióne nón^contigiià dèlia neoplasia^'interno :dèlTqirg^ò;di origine o ai lin-
fonodi più pròssimi all'organo di origine. ;; '• •:
Metastasi a distanza, diffusione ^d altri organi o a linfonodi di: stazióni distanti dall'organo di ori-;
■ s ine- : i - ■ -V : : - - - ' % :=./
Concetti chiave
Il sistema TNM è utilizzato per definire l'estensione anatomica di una neoplasia maligna ed è basa
to sulla valutazione di tre componenti: ; :
• T che descrive io stato di avanzamento locale del tumore, quali le dimensioni nel caso di neo
plasie di organi parenchimatosio la profondità deirinvàsioneloca:le nel caso <ii neoplasìe insor-
: genti in organi cavi; . . - ,: ' ; ■
® N che descrive lo stato di interessamento linfonodale, cioè l'assenza o presenza di metastasi ai
linfonodi regionali o distanti;
® M che descrive la presènza o l'assenza di metàstasi a distanza.
Il sistema TNM fornisce al clinico i dati oggetti Il ruolo delTanatomopatologo nel processo di
vi sui quali vanno fondati sia il giudizio prognosti stadiazione. La stadiazione di una neoplasia mali
co che i provvedimenti da assumere. Nella pratica gna è dì pertinenza delToncologo o del clinico e
clinica, la sua applicazione necessita ovviamente di viene ottenuta con metodi di indagine, compren
adattamenti "ad hoc", specifici per i diversi tipi di denti esami ecograficì, radiologici o scintigrafici. Il
neoplasie. Ogni singolo tipo di neoplasia viene sta- compito dell'anatomopatologo è di eseguire la sta
diato infatti con varianti del TNM tradizionale. Ad diazione sul pezzo operatorio e i parametri in cui
esempio, nel melanoma le dimensioni del tumore l'anatomopatologo è impegnato sono il T e l'N:
hanno scarsa valenza, se intese come estensione ovvero la raccolta dei dati ricavati dall'esame del
radiale della neoplasia; mentre sono di estrema uti tumore primitivo (T) e dei linfonodi (N) locoregio
lità prognostica se descrivono la profondità dell'in nali asportati con il tumore stesso. Egli è chiamato
vasione della neoplasia secondo i criteri descritti da in causa ancora nella conferma citologica o istologi
Clark e da Breslow. ca di metastasi rilevate con altri esami e su cui
I parametri considerati da Clark sono basati siano state seguite biopsie.
sulla descrizione della estensione anatomica della Un ulteriore dato che l'anatomopatologo forni
neoplasia negli strati della cute dalla superficie sce con l'esame istologico di un pezzo operatorio è
verso la profondità. Il sistema di Breslow descrive lo la valutazione dei margini di resezione. Tale parame
stesso fenomeno ma con un metodo "quantitativo", tro è definito con la sigla "R " (da residuai disease).
in cui la profondità dell'invasione, a partire dall'epi- e viene riportato con una scala di tre livelli: R0y
dermide verso i vari strati del derma e dell'ipoder margini di resezione chirurgica liberi da infiltrazio
ma sottostanti, viene misurato in millimetri. ne neoplastica; R I, imo o più margini con focolai di
microinfiltrazione; R2 uno o più margini coinvolti
massivamente dalla neoplasia.
Invasività e metastasi & 175
Fig. 30 - Displasia lieve o di basso grado della mucosa della • il grado della malignità attuale delle cellule neo
cervice uterina: il comparto proliferativo basale della mucosa è plastiche;
molto espanso con irregolarità del l'orientamento spaziale e
delia morfologia cellulare; la differenziazione pavimentosa è © l'entità reale della lesione neoplastica.
conservata negli strati superiori (E.e. 100 X). (Da Lanza G.:
Tumori e precancerosi. Piccin ed. Padova 1989). La definizione o diagnosi del grado della maligni
tà attuale individuale si basa infatti, e per lo più, su
rilievi microscopici soggettivi - grading soggettivo -;
più raramente, oggi eccezionalmente, oggettivi -
grading oggettivo - (Figg. 21 e 22). Modalità diagno
stica quest'ultima certamente più attendibile sia per
la maggior precisione del rilievo, che viene quanti
ficato, sia per la riproducibilità dei rilievi.
Dal punto di vista clinico, è certo che le lesioni
premaligne o preinvasive, - essendo il termine pre
cancerose da riservare alla patologia premaligna
delle neoplasie epiteliali -, costituisccono quindi un
precursore riconoscibile delle neoplasie maligne le
quali, se adeguatamente trattate in tempo utile, non
evolvono ulteriormente. Appunto perché la lesione
premaligna può essere compiutamente eradicata,
essendo doveroso il controllo microscopico della
Fig. 31 - Displasia severa o di alto grado, della mucosa della loro asportazione, di cui deve essere accertata la
portio: la mucosa è composta da cellule epiteliali indifferenzia rimozione completa.
te (E.e. 150 X). {Da Lanza G.: Tumori e precancerosi. Piccin ed.
Padova 1989). A titolo di esempio, è possibile citare ancora il
carcinoma squamocellulare della cervice uterina: lo
screening di massa per mezzo dell'esame citologico
- e con le conoscenze via via acquisite - ha permes
so di ridurre in modo significativo la sua incidenza
attraverso il riconoscimento e l'asportazione chirur
gica delle lesioni precancerose. Con ciò riducendo
la mortalità, ancora elevata dove non siano stati già
adottati i provvedimenti dello screening di massa e
di eradicazione delle lesioni premaligne.
Altro esempio è costituito dall'adenocarcinoma
del colon: anche qui l'asportazione endoscopica
delle lesioni precancerose (gli adenomi) previene lo
sviluppo della neoplasia infiltrante.
Trattare quindi la lesione precancerosa significa, in
pratica, curare, eradicandola completamente, la malattia
neoplastica quando è in una fase o stadio ancora guaribi
Fig. 32 - Carcinoma in sìtu della portio uterina: La mucosa è le; e realizzare così una efficace prevenzione secondaria.
costituita da cellule indifferenziate con gravi atipie (E.e. 400 X}. Per le proliferazioni neoplastiche per le quali
(Da Lanza G.: Tumori e precancerosi. Piccin ed. Padova 1989). non siano ancora possibili indagini distrettuali ade
guate, (anche perché insorgenti in sedi e con moda
In questa successione di eventi - per la quale la lità che non consentano di stabilire la loro natura
maggior parte del tempo, di solito molti anni, è reale e lo stadio raggiunto da lesioni premaligne), la
necessaria perché la neoplasia raggiunga l'evidenza ricerca ed il loro riconoscimento ha comunque il
ì 78 s Processi neoplastici
significato di monitorare almeno il processo morbo - displasie (Figg. 30, 33b e c, 34b e c) e
so, fornendo importanti informazioni sulle scelte - carcinomi in situ (CIS) (Figg. 32, 33d, 34 e 35).
terapeutiche. È il caso delle sindromi mielodispla-
Ed è possibile documentare anche l'eventuale
stiche e dei disordini mieloproliferativi cronici che,
loro progressivo aggravamento o - incremento di
se non ricercati, identificati e trattati, possono evol
malignità - sopratutto con rilievi morfometrici ripe
vere in leucemia acuta.
tuti, che fanno cogliere, con grande dettaglio ogget
Sulla natura/biologia delle lesioni preneoplasti-
tivo e quantitativo, modificazioni minime di diffici
che, si possono form ulare le seguenti ipotesi:
le identificazione con l'osservazione soggettiva,
• la lesione premaligna è già costituita da cellule (come dimostrato, ad es., dagli studi di follow-up
maligne, che possono essere identificate nella delle lesioni premaligne della cervice uterina) e dai
fase preinvasiva del loro sviluppo; condizione rilievi morfometrici.
che è caratteristica dei carcinomi in situ cioè delle Il CIS rappresenta il massimo grado dell'altera
lesioni ancora prive delle proprietà biologiche, zione premaligna: in questo stadio della progressio
dei caratteri morfologici, citochimici, molecolari ne l'epitelio'è completamente sostituito da cellule
e genetici propri della malignità attuale che com morfologicamente indistinguibili da quelle del car
porta la capacità in atto delTinvasività; cinoma (Figg. 3 2 ,33d, 34 e 35), che tuttavia non pos
seggono ancora la capacità infiltrativa la quale
• la lesione è costituita, invece, da cellule alterate,
trova documento morfologico solo nelle lesioni del-
ma ancora prive della proprietà, delle alterazio
Tinfiltrazione stromale iniziale (Fig. 34c e d) o nella
ni, che caratterizzano i carcinomi in situ, cellule
infiltrazione compiuta (Figg. 10,11).
aventi comunque caratteri microscopici peculia
Le lesioni precancerose possono, devono essere
ri sufficienti per formulare un giudizio di lesioni
quindi graduate: i gradi più elevati esprimono il
premaligne, definite, in questo caso, displasìe e che
rischio attuale che una neoplasia infiltrante sia già
sono tuttavia passibili di ulteriori trasformazio
presente nelle immediate vicinanze, oppure che
ni verso la malignità attuale.
possa svilupparsi in tempi brevi.
Il documento oggettivo, e certo, di questi assun A seconda dei diversi tessuti, ed in linea genera
ti si trova proprio nelle osservazioni istopatologi- le, si possono usare sistemi di definizione del grado
che. Le lesioni precancerose, caratterizzate da alte di evoluzione, o di “grading", di ogni singola lesio
razioni intermedie fra il tessuto normale e quello ne occorsa all'osservazione. Nella pratica per le
della neoplasia maligna corrispondente, nella dia lesioni precancerose vengono distinti quattro gradi
gnostica corrente sono riconosciute come: di evoluzione:
Fig, 33 - Schemi delle modificazioni strutturali e citologiche di lesioni premaligne della portio: in a} mucosa normale;
in d) displasia di basso grado o displasia lieve; in c) displasia di grado elevato; in d) carcinoma in situ.
Lesioni preneoplostiche: definizione soggettiva ed oggettiva del grado della malignità; lo screening di massa ® 179
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Fig. 34 - Caratteri istologici dell'infiltrazione straniale iniziale o ESI {Early Stromai fnvasion) nelia evoluzione/progressione del carcino
ma delia portio: in a) l'ingrandimento limitato fa cogliere due focolai distinti di ESI che segnano l'infiltrazione iniziale (sui lato sinistro
80x); b) a maggior ingrandimento si cogiie la differenziazione delle cellule periferiche deir ESI che sono in contatto diretto con lo stro
ma che mostra una densa infiltrazione linfocitaria (Emat. Eos. 250x); c) ulteriore immagine di infiltrazione stromale iniziale di ESI in cui
la differenziazione delle cellule infiltranti è all'esordio (Emat. Eos. 250x); in d) la marcatura (K 67) delle cellule in ciclo proliferativo indi
ca una intensa attività proliferativa delie celiule che si trovano in continuità con auelle de! CiS, mentre le cellule in contatto diretto con
io stroma non sono marcate dai K 67 ed hanno una evidente differenziazione del citoplasma (K 67, 250x}.
180 - Processi neoplastia
rativo, le cellule maturano progressivamente fino
alla loro completa differenziazione morfologica e
funzionale, desumibile, quest'ultima, dalle pro
prietà biologiche documentabili con indagini
immunocitochimiche. Alle quali compete la pos
sibilità di evidenziare le funzioni specifiche del
l'epitelio e quindi anche le loro eventuali altera
zioni. La displasia si caratterizza per un difetto di
differenziazione per cui le cellule mantengono
un aspetto immaturo per gran parte, o per tutta,
l'estensione del distretto tessutale in cui di norma
si attua la differenziazione (Figg. 33c, d e 35).
© A tip ie cito lo g ich e che riguardano tanto il
nucleo, che ha conformazioni diverse dalla
norma o vere deformazioni morfologiche, quan
to il citoplasma; le più significative essendo
anormalità:
- dei contorni nucleari che sono irregolari;
- della distribuzione spaziale e della confor
mazione della cromatina;
- del contenuto della cromatina, che in genere
è aumentato - ipercromasia - o abnorme -
aneuploidia - ;
- dei nucleoli in genere ben visibili o anche
prominenti (Fig. 35);
- del citoplasma per riduzione della sua esten
sione e che, per gradi, perde i suoi caratteri
differenziali e le sue attività di sintesi specifi
che, come, ad es., la muco-secrezione, mentre
aumenta il contenuto di RNA in rapporto con
Fig. 35 - Carcinoma in situ delia mucosa gastrica con atipie le esigenze delle sintesi necessarie all'incre
molto gravi nucleari, strutturali e delle mitosi. (E. eos. 400 X} mento della proliferazione cellulare.
L'importanza di stabilire in modo corretto, pos
compartimento proliferativo che provvede al sibilmente oggettivo, il grado dell'evoluzione/pro-
normale ricambio cellulare. Nei processi iper- gressione delle singole lesioni della displasia e del
plastici (reattivi) il compartimento proliferativo
ca. in situ viene continuamente sottolineata anche
si espande, rimanendo tuttavia nella sua sede
dalla letteratura recente, per l'impatto clinico che
normale. Invece, nelle displasie, e nei carcinomi
ne deriva e che riguarda l'opportunità di inserire il
in situ con maggiore evidenza, la proliferazione,
paziente in un programma di controlli periodici, o
oltre ad essere più intensa/attiva, è anche disor
la necessità di trattamenti immediati e differenziati.
dinata, con il riscontro di mitosi (Fig. 33):
Nello stabilire un grado di anormalità per qual
- collocate al di fuori delle sedi del normale siasi alterazione, istologica e/o citologica, preneo-
ricambio cellulare o comparti proliferativi; plastica o neoplastica preinvasiva, si incontrano dif
- disorientate rispetto alla normale disposizio ficoltà obiettive. Infatti, il giudizio soggettivo, ed
ne spaziale che, ad es., nelle mucose prevede anche semiquantitativo, ha i limiti già richiamati
un orientamento ortogonale del fuso dal che riguardano il loro rilievo per la pratica impossi
quale dipende la collocazione a salire della bilità di stabilire e di quantificare, con la precisione
cellula destinata alla differenziazione propria necessaria, l'entità reale delle singole deviazioni o
del tessuto; anormalità specifiche di ogni condizione neoplasti
- atipie di conformazione come sono le mitosi ca premaligna o maligna attuale, osservata e quindi
tripolari e quelle asimmetriche o comunque . del suo grado reale di progressione: in pratica il
abnormi. Particolare attenzione va dedicata grado reale o attuale della malignità, per ogni singola
alla lesione definita carcinoma infiltrante ini osservazione.
ziale o ESI, Early Stromal Invasion (Fig. 34),
Tale fatto ha stimolato vari ricercatori ad intro
cui si riconosce il comportamento clinico del
durre sistemi di analisi oggettiva e quantitativa
CIS, ma che deve in ogni modo essere ricerca
(morfometrica) con lo scopo di definire un grado
ta e diagnosticata (Mariuzzi L.)
affidabile, cioè riproducibüe, appunto oggettivo e
® alterazion i della differenziazione. Normalmente, quantitativo, ad ogni singola lesione premaligna
dopo essere state rilasciate dal comparto prolife- osservata; grado che, nella prassi quotidiana, viene
Lesioni preneoplastiche: definizione soggettiva ed oggettiva del grado della malignità; lo screening di massa - 181
genericamente stabilito per categorie convenziona no confermare un'ipotesi, basata sui rilievi morfolo
li, fondate su rilievi poco riproducibili anche nella gici. Ipotesi che ritiene essere la displasia una lesio
ripetizione del giudizio da parte di uno stesso sog ne in cui il processo cancerogenetico non è ancora
getto diagnosticante. completato; mentre in altre condizioni, com'è la
L'approccio ai rilievi oggettivi e quantitativi, che displasia della mucosa uroteliale, viene seguita l'i
hanno il pregio sostanziale della riproducibilità, potesi che le cellule displastiche siano già maligne.
non è stato universalmente adottato; quindi non è Sembra possibile che queste lesioni non siano
entrato ancora nella pratica corrente, verosimil omogenee: oppure che non siano omogenei e ben
mente per il tempo che richiede oggi la valutazione definiti i criteri adottati per la loro valutazione. Pro
oggettiva, ma anche perché si ritiene irrinunciabile blemi che comunque richiedono una soluzione pro
la soggettività del giudizio come se in clinica venis prio per la loro grande importanza clinica.
se preferita la determinazione soggettiva, ad es. Considerando che i tempi di evoluzione, della
della glicemia o della glicosuria, fondata sulla displasia in neoplasia maligna, sono in genere lun
degustazione del siero o delTurina del paziente, ghi, ed anche molto lunghi (diversi anni), le possi
pratica in atto in secoli passati. bilità concrete di riconoscimento delle lesioni pre
Gli studi che si basano sulle valutazioni oggetti maligne sono consistenti ed anche tali da consenti
ve hanno suggerito, e continuano a proporre, tecni re una diagnostica precoce. Esistono cioè un margi
che che possono far cogliere, in dettaglio, gli stadi ne di tempo notevole e le opportunità - da ricerca
morfologici della progressione sulla scorta delle re ulteriormente - per attuare una efficace preven
alterazioni reali delle cellule costituenti; e di stabili zione di una malattia, il cancro, altrimenti incurabi
re quindi, per ogni osservazione, il grado reale, le. E di porre, in ogni singolo caso osservato, la dia
attuale, della malignità. Superando così il limite gnosi, di formularne la prognosi e di impostare un
pesante, connesso con le valutazioni soggettive. adeguato programma di terapia.
Infatti il giudizio oggettivo e quantificato ha i pregi: Ovviamente, quanto descritto per sommi capi,
® del rilievo computerizzato che, vale insistere, circa la definizione del grado di malignità attuale
riesce a cogliere modificazioni che possono sfug delle lesioni premaligne, vale anche per le neopla
gire o non possono essere apprezzate dall'occhio; sie che sono già maligne, perché prognosi e terapia
richiedono, anche in queste lesioni a malignità
• della valutazione quantitativa ed oggettiva del attuale manifesta, una definizione del loro grado,
l'entità reale delle alterazioni tessutali e cellulari cioè della bilogia attuale, che sia il più possibile fon
presenti nei campioni indagati, proprio l'entità data ed attendibile, che sia cioè basata non solo, e
delle alterazioni reali. non tanto, sulla determinazione dell'istotipo.
Le figure 21 e 22 riportano un esempio della Le conoscenze del dettaglio delle modificazioni
capacità discriminante del metodo di analisi quan cellulari caratterizzanti l'evoluzione per gradi, con
titativa adottato in una ricerca condotta per testare venzionalmente assunti, sono la base morfologica
la validità del metodo, che si fonda sulla quantifica microscopica su cui si fonda in gran parte la disci
zione delle alterazioni/deformazioni della tessitu plina del, o degli, screening di massa.
ra, della densità ottica della cromatina nucleare e Si sono già richiamati i risultati ottenuti con la
della sua distribuzione: modificazioni valutate con ricerca citologica sistematica - screening di massa ~
93 distinte variabili. La figura 21 evidenzia bene le delle lesioni premaligne della portio uterina: un
diversità dei profili della tessitura nucleare in ima successo impressionante è che oggi la mortalità, un
serie di lesioni precancerose della mammella, tempo - gli anni 50 del secolo scorso - molto eleva
soprattutto per i gradi di progressione dell'iperpla- ta, è oggi drasticamente ridotta.
sia atipica e del carcinoma in situ; e risulta anche Lo screening di massa concerne infatti l'identifi
netta la differenza fra i profili dell'iperplasia sem cazione, che per poter essere efficace deve essere
plice e dell'iperplasia atipica. precoce, delle lesioni premaligne in soggetti peral
La figura 22 mette in evidenza invece quanto tro asintomatici, ma considerati a rischio per una
siano differenti i profili dei vari carcinomi in situ e qualche neoplasia, sia per condizioni familiari o
come sia possibile valutare il grado attuale delle perché affetti da patologie a rischio, come l'nfezio-
loro deformazioni nelle singole osservazioni. ne genitale da HPV; essendo l'obiettivo la riduzio
Si tratta di risultati incoraggianti, certamente ne della morbilità e della mortalità.
ancora indaginosi e tali da richiedere tempo ed assi È provvedimento sanitario tanto più efficace
duità di applicazione; ma di certo possono suggeri quanto più certa è la evidenziazione ed il riconosci
re una via "nuova" per perseguire con tenacia l'o mento delle lesioni di esordio, cioè delle displasie
biettivo di una determinazione riproducibile ed in particolare.
affidabile. Per questa iniziativa sanitaria che viene, o deve
Valida anche per affrontare altri problemi di rilie essre, condotta su popolazioni esenti da sintomi,
vo, come quelli sollevati da studi recenti di biologia specifici o generici, di malattia neoplastica, è neces
molecolare (si veda il cap. relativo), che in alcuni saria la previa identificazione delle popolazioni a
casi, come ad es. negli adenomi intestinali, sembra rischio per le varie neoplasie.
182 & Processi neoplastici
Attualmente lo screening viene esteso anche a Metodi di studio assunti per mettere in atto
neoplasie "interne" - tiroide, mammella, apparato misure di prevenzione delle neoplasie maligne,
gastro-enterico ed altri organi - ed i risultati sono provvedimenti di prevenzione secondaria, che si
già positivi ma sicuramente passibili di ulteriori propongono di modificare, interrompendola, l'evo
progressi. luzione delle malattie neoplastiche maligne già ini
E da sottolineare ancora che il problema è stato ziate - diagnosi precoce - , ma soprattutto di preve
affrontato, con molto impegno, e quasi ovunque nirle identificando i soggetti "a rischio".
sono attivi ambulatori pubblici per la ricerca, la dia L'efficacia di queste iniziative, divenute presto
gnosi ed il trattamento delle patologie premaligne. provvedimenti sociali, si riscontra nei risultati pra
Infatti l'efficienza delle indagini citologiche di tici com'è il caso, già più volte citato, del carcinoma
screening assunte per il riconoscimento, la identifi della portio uterina.
cazione e la diagnosi del grado attuale di progres In questa sede vale sottolineare ancora il grande
sione delle lesioni premaligne, è documentata da rilievo pratico degli screening di massa che si vanno
una storia già quasi secolare (Papanicolau 1925, via via estendendo almeno, e per ora, alle neoplasie
Traut 1943, Filder 1962, Schneiderman 1979, Tortora più frequenti e comunque non solo a quelle facil
in Italia 1960). E l'applicazione pratica, che ne è mente controllabili perché sono in grado di rilascia
derivata, ha trovato subito pronta esecuzione. Alla re cellule con gli eventi dello sfaldamento - portio,
fine estesa alla maggior parte delle neoplasie, alme polmone ad. es. ma anche ricorrendo a prelievi
no a quelle di maggior rilievo sociale come i carci tissutali minimi mediante tecniche di agoaspirazio-
nomi della portio e della mammella. Applicazione ne (mammella, tiroide, ad es.), in genere quando
di tecniche per il riconoscimento delle lesioni pre ricorrano gli estremi di un qualche sospetto.
maligne per la finalità sia della diagnosi precoce ma Molta è la strada finora percorsa ma di certo più
soprattutto della individuazione della popolazione lunga è quella che resta da percorrere.
"a rischio".
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Sindromi
1.11 paraneoplastiche
L. Mariuzzi
Malattie infettive
e parassitarie
2.1 Malattìe infettive: generalità ■ invasione mucosa con proliferazione batterica nella
(G. Pettinato, G. Ciancia) lamina propria e nei linfonodi regionali
■ introduzione e principi generali ■ Invasione e traslocazione mucosa con possibile
diffusione sistemica
s Interrelazione ospite-parassiics ■ Polmoniti batteriche acute
■ il ruolo dell'anatomia patologica nella diagnosi ■ Linfonoditi necrotizzanti da batteri e clamidie
delle infezioni ■ Malattie da spirochetali
a Risposte tessutali all'infezione ■ Malattie da actìnomicetaceae
■ Dimostrazione microscopica degli organismi
patogeni ■ il polmone dell'agricoltore
2.2 Malattie virali nell’uomo 2.4 Malattie micobatteriche (G. Barbolini, G. Rossi)
(A. Faggioni, S. Uccini) h Tubercolosi
■ introduzione alla virologia medica ■
■
Tubercolosi primaria e post-primaria
Tubercolosi extrapolmonare
■ Vie di trasmissione dei virus, replicazione virale e
propagazione nell'ospite ■ Lebbra
■ Meccanismi utilizzati dai virus per sfuggire alle a Micobatteriosi
difese dell'ospite ■ Sistematica essenziale delle principali infezioni da
■ Metodi diagnostici delle infezioni virali M orr
■ Prevenzione delie malattie virali: le vaccinazioni ■ Malattie a sospetta eziologia micobafterica
■ Malattie virali emergenti e rischio di pandemie
2.5 Malattie da miceti (G. Pettinato, D. Bifano)
■ Sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS)
■ Micosi superficiali
■ Problemi morfo-diagnostici deile malattie virali
umane (G. Barbolini) ■ Micosi sottocutanee e sottomucose
b Micosi sistemiche
■ I prioni - encefalopatie spongiformi trasmissibili -
(G. Barbolini, P. Parchi)
2.6 Malattie da protozoi e da elminti
2.3 Malattie batteriche {G. Barbolini, G. Rossi) (G. Pettinato, G. Ciancia)
■ Enteriti batteriche acute Malattìe da protozoi
■ Adesione batterica con produzione di enterotossine ■ Patogenesi e patologia delle infezioni protozoarie
■ Tossinfezioni alimentari ■ Malattie causate da protozoi luminali
m Adesione batterica con danno dei microvilli ■ Malattie causate da protozoi ematici
■ invasione mucosa con proliferazione batterica ■ Malattie causate da protozoi intracellulari
intracellulare Malattie da elminti
f
Malattie
2.1 infettive:
generalità
G. Pettinato, G. Ciancia
facilitano l'infezione in una maniera multifattoriale L'immunità indotta dalla vaccinazione, sebbene simile, di solito
o scarsamente definita. è in qualche maniera meno durevole e più debole.
Quando la resistenza dell'ospite è tanto consistente da pre
Molto è stato scritto circa la modestia delle dife venire o superare la malattia attiva, ma non tale da sopprimere
se deirospite in utero e nella prima infanzia, nella l'invasore totalmente, l'infezione può perpetuare se stessa in
malnutrizione e nella vecchiaia. Altri esempi sono il forma latente, con o senza danno tessutale focaie. Organismi che
diabete, l'alcolismo o un difetto cardiaco congenito. causano infezioni latenti attraversano l'intero spettro microbico
dai virus ai parassiti animali e tutti condividono un potenziale
Nel linguaggio comune i termini immunodeficiente, per la riattivazione appena le difese dell'ospite si indeboliscono
compromesso, o alterato sono spesso usati come ter o rimmunità diviene inefficace. In molti di tali casi un difetto
mini intercambiabili, come parole codificate per sottostante dei linfociti T è responsabile della riattivazione, sia
indicare la scarsa difesa dell'ospite contro l'infezio per una scarsezza di attività helper sia per un eccesso di attività
suppressor. Così, le infezioni adulte causate dagli herpes virus
ne senza riferimento a qualsiasi specifico difetto umani ubiquitari rimangono indefinitamente asintomatiche; le
immunitario. D'altra parte, è utile distinguere, lad persone normalmente immunocompetenti possono sperimenta
dove possibile, tra compromissione immunità re episodi sporadici di herpes, talvolta senza una causa scate
cellulare, deficit di opsonizzazione e deficienze nel nante apparente; per contrasto, nei pazienti resi immunodefi-
cienti con irradiazione a mantellina e chemioterapia per linfoma
numero o nella funzione di leucociti effettori. Inol
di Hodgkin, spesso infezioni da virus V-Z si presentano in forma
tre, persone che mancano della funzione splenica grave e disseminata.
sono soggette a speciali rischi infettivi. Le alterazioni delle difese dell'ospite modificano sia gli
Come regola generale, pazienti neutropenici aspetti patologici che clinici delle malattie infettive. Ospiti
compromessi immunologìcamente mostrano aspetti istologici
sono più facilmente aggrediti da batteri comuni e
abnormi o inusuali; per esempio, una infezione batterica da
funghi nel loro ambiente, mentre quelli con difetti germi piogeni, che dovrebbe normalmente causare la formazio
deìYimmunità cellulare spesso cadono preda di ne di un ascesso, in un paziente granulocitopenico, può causare
infezioni endogene virali o granulomatose, che necrosi emorragica virtualmente priva di granulociti neutrofili.
nelle persone normali sarebbero rimaste latenti. Ancora, nella forma anergica, lepromatosa, della lebbra, i granu
lomi a cellule epitelioidi vengono rimpiazzati da aggregati di
Pazienti con deficit di anticorpi o fattori del com macrofagi a citoplasma schiumoso contenente innumerevoli
plemento sono specialmente vulnerabili a batteri micobatteri. La capacità di difesa dell'ospite, pertanto, dovrebbe
extracellulari; pazienti con deficit di componenti essere sempre presa in considerazione quando si tenti di valuta
tardivi del complemento sono selettivamente senza re una concordanza istologica-microbiologica. In parole povere:
considerate la condizione generale del vostro paziente quando
difese contro le neisseriae. Organismi con capsule osservate e valutate una lesione!
sottili costituiscono uno speciale pericolo per i
pazienti asplenici, assieme a quei parassiti che nor
malmente nei seni splenici, sono filtrati dal sangue | 11 ruolo de!l'anatomia patologica
come i plasmodi. Meno trattabili sono i pazienti con nella diagnosi deile infezioni
difetti immunitari combinati afferenti ed efferenti;
così, nell'infezione avanzata da HIV/ l'AIDS, la Nella medicina delle malattie infettive, la dia
deplezione delle cellule T-helper è combinata con gnosi etiologica costituirà sempre "il termine del
una disfunzione macrofagica e, in ultimo, con una gioco", ma le regole del gioco cambiano quando
depressione midollare e neutropenia. Questi intervengono nuove metodologie. La microscopia
ottica e le colture in vitro sono ancora ritenuti gli
pazienti con deficit difensivi cadono preda di
strumenti base per la diagnosi etiologica, ma recen
numerose superinfezioni sempre meno sensibili
ti avanzamenti tecnologici hanno aggiunto parec
alle terapie.
chie nuove potenti opzioni. I tests con ELISA e i
L'immunità naturale agii agenti infettivi è geneticamente radioimmunoassays hanno reso la diagnosi sierolo
determinata e varia tra le specie dei mammiferi. Il fenotipo che
gica più sensibile e conveniente.
rende una determinata specie o razza permissiva per un partico
lare agente solo raramente è stato identificato. Un esempio Intere liste di anticorpi biotinilati antigene-specifici e sonde
umano istruttivo è rappresentato dal fattore di gruppo sangui per ibridizazzione degli acidi nucleici costituiscono le nuove scel
gno Duffy, come recettore di superficie obbligatorio per la pene- te dei cataloghi dei laboratori biotecnologici. Appena questi rea
trazione del Plasmodium Vivax nel globulo rosso dell'ospite. Que genti entrano nel largo uso, dimostrano di essere in grado di sco
sto illustra quanto sottile possa essere la base per rimmunità prire sempre minori quantità di microrganismi e sempre più velo
naturale. In realtà, i progressi nello spiegare le differenze razzia cemente di prima; nello stesso tempo, la discriminazione tra una
li umane della suscettibilità alla tubercolosi o alla coccidioidomi- colonizzazione microbica e una infezione latente o attiva rischia
cosi, sono stati scarsi; gli sforzi per collegare la prevalenza di di diventare sempre più difficile. Chiaramente, la dimostrazione
infezioni croniche in una comunità al suo profilo di loci MHC di uno specifico microrganismo o della sua impronta genomica è
hanno prodotto risultati equivoci. Che cosa protegga quegli solo la prima di parecchie tappe nella catena dell'evidenza della
individui a rischio che rimangono in perfetta buona salute nel causalità. Quando vengono usati i moderni markers diagnostici, i
bel mezzo di travolgenti pandemie, resta ancora da chiarire. postulati di Koch possono non sempre essere soddisfatti e quindi
In contrasto, i meccanismi di difesa che intervengono nella diventa obbligatorio dimostrare che iJ processo di malattia, e il
resistenza acquisita, possono essere analizzati alla luce di prin suo putativo agente causale, sono inseparabili nella loro localizza
cipi base dell'immunità cellulare e mediata da anticorpi. Infezio zione cellulare e nel decorso temporale. In questo contesto, il
ni naturali, curate, di solito evocano ima solida memoria. Per ruolo della diagnosi patologica tessutale resta cruciale.
esempio, la resistenza alla malattia streptococcica correlata all'e Uistopatologia diagnostica continua ad essere
tà si ritiene derivare da anticorpi cross-reagenti generati duran
te episodi infantili espliciti o subclinici di infezioni delle alte vie momento essenziale della microbiologia clinica
respiratorie. Cellule T della memoria generate da tali esposizio perché essa serve a definire la configurazione cellu-
ni possono persistere per molti anni se non indefinitamente. lare delle reazioni dei tessuti dell'ospite; essa rende
192 ; Malattie infettive: generalità
possibile lo stabilire se una data reazione cellulare 1. Infiammazione essudativa
dell'ospite è concordante o discordante con l'agente 2. Infiammazione necrotizzante
causale designato. . 3. Infiammazione granulomatosa
La concordanza tra microbiologia e istopatologia comporta 4. Reazione a macrofagi schiumosi
un importante peso nella definizione delle cause, indipendente 5. Infiammazione interstiziale
mente dal fatto che l'agente sospettato sia stato visualizzato den 6. Modificazioni citopatiche/citoproliferative
tro lo stesso campione di tessuto o stia per essere identificato 7. Nessuna risposta cellulare
separatamente da una coltura o con altri mezzi. D'altra parte,
quando le tecniche di coltura o altri tests producano solo risulta Ciascuno di questi aspetti istologici, se corretta-
ti negativi o non plausibili e il tempo sia un fattore cruciale, il
mente interpretato, comporta messaggi differenti:
problema della diagnosi etiologica può cadere interamente sulle
spalle del patologo. Talvolta, in biopsie eseguite come ultimo 1. Infiammazione essudativa. È caratterizzata da
sussidio diagnostico, una tenace ricerca del microrganismo
viene tradizionalmente intrapresa, con l'aiuto di batterie di
aumentata permeabilità vascolare acuta e da leuco-
metodi di colorazione speciali come il PAS, Giemsa, Gram, tassi, prevalentemente rappresentata da neutrofili;
impregnazione argéntica, ed indagini immuno-citochimiche, il reclutamento dei neutrofili può comportare la
con grande dispendio di tempo e di energie. formazione di pus. Microrganismi extracellulari
Oggi, le tecniche di biologia molecolare sono che si dividono rapidamente, per esempio i cosid
diventate insostituibili, soprattutto nei casi in cui i detti "batteri piogenici", tendono ad evocare que
microrganismi non si possono coltivare, o crescono sta risposta (Fig. 1). Un organismo ospite che
lentamente, o sono scarsi in quantità. Marcatori mostri vigorose risposte essudative può avere nor
evidenziati con immunofluorescenza o immunope- male granulopoiesi e chemotassi, segnalando capa
rossidasi, e tecniche di ibHdizzazione degli acidi cità relativamente normale per una reazione acuta
nucleici con DNA o RNA specifici, sia su membra all'offesa batterica. .
ne di nylon che "in situ" direttamente nelle cellule, 2. Infiammazione necrotizzante. Quando un serio e
vengono applicati sempre più largamente a cam precoce danno tessutale viene causato da organismi
pioni tessutali critici e fanno ormai parte dell'arma- che producono tossine o leucocidine, per esempio
mentario diagnostico dei moderni laboratori di clostridi, la necrosi cellulare e/o l'emorragia diven
anatomia patologica. Recentemente, molto efficace tano gli aspetti patologici dominanti essendo mini
si è dimostrata l'analisi di sequenze e dominii di me le modificazioni essudative, fino al contenimen
RNA ribosomiale 16S, che sono virtualmente dia to dell'infezione ed alla formazione di un tessuto di
gnostici di specifici raggruppamenti filogenetici tra
i procariociti e possono servire come "firme micro
biche" di microrganismi che non possono essere
coltivati su mezzi artificiali. L'analisi delle sequen
ze di DNA hanno permesso di identificare l'agente
causale della cosiddetta angiomatosi bacillare,
lesione frequente nell'AIDS, la Rochalimaea hanselae,
e della malattia di Whipple, il Tropìienjma whippelii.
Inoltre, un gran numero di infezioni possono esse
re diagnosticate con queste tecniche anche in pre
senza di una scarsa quantità di microrganismi,
come la tubercolosi, la toxoplasmosi e la lebbra. Le
applicazioni, i vantaggi e le limitazioni di queste
nuove tecniche sofisticate saranno sottolineate
nelle successive sezioni e il lettore dovrebbe presta
re attenzione ai futuri avanzamenti, così rapidi in
questo campo.
granulazione ai suoi bordi. Queste lesioni possono 4. Reazione nodulare a cellule macrofagiche schiumose.
quindi simulare una necrosi ischemica (Fig. 2). In Ospiti anergici, infettati da patogeni intracellulari,
ospiti con deficit di difese cellulari, microrganismi pro non formano granulomi a cellule epitelioidi; piutto
liferanti, anche se di relativa, bassa virulenza, pos sto e frequentemente essi accumulano aggregati di
sono evocare le stesse modificazioni infiammatorie cellule schiumose mescolate con batteri o protozoi.
necrotizzanti. Questo aspetto indica quindi, sia una perdita di
immunità cellulare antigene-specifica, sia uno stato
3. Infiammazione granulomatosa. Questo aspetto, di immunosoppressione non selettivo, risultante in
dominato da aggregati circoscritti di fagociti mono- un basso grado di aggressione dei parassiti.
nucleati attivati ("epitelioidi") e cellule giganti mul-
5. Infiammazione interstiziale. Accanto ai loro distin
tinucleate, è "normalmente" evocato da microrga tivi aspetti istologici, i processi infettivi cronici, o in
nismi abili a sopravvivere all'attacco dei granuloci- guarigione, spesso mostrano "infiammazione cro
ti neutrofili, per esempio batteri intracellulari facol nica non-specifica", per esempio: infiltrati mononu
tativi, micobatteri, funghi, microrganismi a lenta cleari interstiziali costituiti da linfociti, macrofagi e
proliferazione, e uova di elminti (Fig. 3). Con un plasmacellule. D'altra parte, quando infiltrati lin-
appropriato campionamento e con tecniche di colo foidi interstiziali diffusi originano acutamente e in
razione, i microrganismi nei granulomi possono forma pura, essi dovrebbero suggerire una infezio
essere diagnosticati frequentemente con la micro ne virale o una precoce malattia treponemica o pro-
scopia ottica, ma possono essere scarsi. Bambini tozoaria. Inoltre i microrganismi causali spesso non
con funzione neutrofila deficitaria mostrano questo possono essere colorati, o altrimenti, identificati in
tipo di flogosi anche in risposta a ordinari batteri questi infiltrati, rendendo difficile la determinazio
extracellulari catalasi-negativi. Granulomi da iper ne della loro etiología.
sensibilità sono mediati da linfociti T-helper antige- 6. Modificazioni citopatiche/citoproliferative. Quando
ne-specifici e dalle loro citochine. le modificazioni citopatiche precedono la distruzio
Fig. 2 - Enterite pseudomembranosa. La mucosa intestinale è Fig.3 - Granuloma a cellule epitelioidi centrato da una cellula
completamente scomparsa e sostituita da uno strato aderente di gigante tipo Langhans; alla periferìa si notano linfociti.
fibrina e detriti necrotici.
194 ì* Malattie infettive: generalità
ne cellulare, per esempio la formazione di corpi
inclusi o di policariociti, di solito questo evento è
1 Dimostrazione microscopica
dovuto a organismi intracellulari obbligati, come degli organismi patogeni
un virus o una clamidia (Fig. 4). I virus possono L'analisi clinica della malattia infettiva di solito
anche stimolare la replicazione cellulare, così da comincia col definirne il decorso nel tempo e l'ap
formare verruche o escrescenze papillomatose; parente localizzazione; nel laboratorio di microbio
oppure stimolare la proliferazione di sottopopola logia gli approcci diagnostici sono dettati dal com
zioni di cellule linfoidi com'è il caso della mononu-
portamento in vitro di sospetti patogeni; nella dia
cleosi infettiva. In questi casi, l'estensione di cellule
gnosi istopatologica le dimensioni dei patogeni, e i
infiammatorie nelle lesioni è piuttosto variabile e
metodi di visualizzazione, assumono importanza
può essere in realtà minima.
massima (Tab. 2). Questi aspetti sono critici quando
7. La reazione "nuli". Una completa assenza di le informazioni cliniche siano scarse o incerte.
infiammazione attorno ad agenti patogeni in un tes
suto implica che sia sostenuta da un ospite non reat Virus, M icoplasmi, Clamidie e Rickettsie
tivo o da un parassita adattato all'ospite. Più fre
quentemente ciò riflette uno stato di anergia non Virus, micoplasmi, clamidie e rickettsie sono
selettiva dell'ospite, come si riscontra, per esempio, meglio visualizzati con microscopia elettronica a
nell'AIDS. Per converso, come sarà discusso, alcuni trasmissione, o utizzando tecniche anticorpali spe
parassiti protozoari ed elminti sono abili a maschera cifiche con immunofluorescenza o immunoperossi-
re la loro antigenicità o a generare sostanze anti-infiam- dasi. Anticorpi classe- o specie-specifici, molti di
matorie, così da rimanere schermati rispetto all'attac essi monoclonali, stanno sempre più diventando
co delle cellule dell'ospite. disponibili per questo scopo. Inoltre, sonde per ibri-
dizzazione di acidi nucleici per parecchie specie
Aspetti di reazione infiammatoria dei tessuti si
virali sono ora ottenibili da fonti commerciali e da
sovrappongono spesso e solo raramente appaiono
investigatori individuali. Alcuni di questi reagenti
nella loro forma pura; è importante richiamare che
possono essere applicati direttamente in situ su
questi possono essere osservati in risposte tessutali
sezioni di tessuto congelato o in paraffina, o
ad agenti non infettivi e in malattie di etiología sco
mediante PCR, con inoculi colturali, con Southern
nosciuta. D'altra parte, essi sono spesso parametri
blots o dot blots preparati da strìsci tessutali o omo-
diagnostici utili quando correlati con gli aspetti cli
genati di materiale, come sarà dettagliato altrove. Il
nici e microbiologici del paziente.
DNA dei patogeni correlati può essere confrontato
attraverso l'analisi del poliformismo della lunghez
za dei frammenti di restrizione. In mancanza di
questi strumenti sofisticati, molto può ancora esse-
Submicroscopiche
Virus (20-300 nm)
Micoplasmi (125-350 nm)
ßorc/er/i’ne
Clamidie (200-1000 nm)
Rickettsie (300-1200 nm)
Microscopiche
Batteri (1-14 micron)
Funghi (2-200 micron)
Protozoi (1-50 micron)
Macroscopiche
Elminti (3 mm-10 mt)
(uova di elminti e larve sono di dimensioni microscopiche)
Fio. 4 - Caratteristiche inclusioni nucleari da citomegalovirus * nota la sovrapposizione tra le varie dimensioni di batteri,
nelle cellule epiteliali di un tubulo convoluto renale. funghi e protozoi più piccoli.
Dimostrazione miscroscopica degli organismi patogeni & 195
re ottenuto dalla microscopia ottica, per esempio Fig. 6 - Mycobacterium avium in rosso con la colorazione
identificando le caratteristiche inclusioni nucleari o Ziehl-Neelsen nel citoplasma di macrofagi in una biopsia retta
citoplasmatiche di certe infezioni virali (Fig. 5) o i
le di un paziente con AIDS.
corpi elementari delle clamidie; le rickettsie, ancora,
possono essere visualizzate da delicate colorazioni identificazione e tipizzazione dei batteri, diventan
policrome; oggi, d'altra parte, la ricerca microscopi do mezzi usuali nella pratica del laboratorio dia
ca per piccoli patogeni è largamente confinata a gnostico.
centri specializzati.
Funghi
Batteri I funghi sono spesso microscopicamente dimo
I batteri, incluse le spirochete, i micobatteri e gli strabili e classificabili usando un obiettivo a secco a
streptomiceti, sono meglio evidenziati con un obiet forte ingrandimento, anche in sezioni di tessuto
tivo ad immersione in olio e con appropriati meto colorate routinariamente con ematossilina ed eosi
di di colorazioni speciali (Fig. 6). Aggregati o colo na (Fig. 7) D'altra parte, alcune specie fungine
nie di batteri talvolta sono evidenti anche nelle richiedono colorazioni speciali, come dettagliato in
semplici sezioni colorate con ematossilina ed eosina seguito; ancora, si deve tenere in mente che le
in virtù della loro variabile colorazione basofilica forme delle varie fasi vitali dei funghi nei tessuti dei
bluastra, ma la maggior parte rimane invisibile. Per mammiferi sono relativamente primitive; ife o
spore di differenti specie possono somigliarsi tra
una visualizzazione adeguata, la colorazione tessuta
loro e questo talvolta preclude una definitiva iden
le Gram è ancora il singolo mezzo più affidabile;
tificazione istologica della specie, soprattutto quan
d'altra parte, alcune specie batteriche possono esse
do i campioni di tessuto siano piccoli e i microrga
re visualizzate solo da colorazioni all'argento, acid-
nismi diventati scarsi per il trattamento antimicoti-
fast, o da metodi policromi modificati. Coloranti fluoro-
co. Colture fungine confermatone sono quindi sem
cromi attivati dalla luce ultravioletta sono stati par pre opportune e talvolta indispensabili.
ticolarmente utili nell'evidenziare piccoli spot di
scarse quantità di micobatteri nei tessuti o in strisci.
Più recentemente, sono stati introdotti metodi di Protozoi
immunofluorescenza e di ibridizzazione del DNA I protozoi sono di solito riconoscibili nelle sezio
per batteri, micobatteri e actinomiceti. ni tessutali colorate routinariamente, ma è richiesta
Questi metodi di ricerca originali hanno mostra una buona esperienza; talvolta colorazioni speciali,
to tutto il loro potenziale per una precisa e pronta immunofluorescenza e perfino la microscopia elettronica
196 Maloffie infettive: generalità
sono necessari per ima precisa identificazione. attraverso l'analisi morfologica delle loro p rog lotti
Alcuni protozoi, per esempio le entamebe, vengono di. Una considerevole esperienza è necessaria per
facilmente confusi con le cellule dell'ospite; altri, identificare specie elmintiche rare, zoonotiche e tro
specialmente plasmodi e tripanosomi, sono virtual picali, le loro uova e le larve. Talvolta è auspicabile
mente invisibili nelle sezioni tessutali, a meno che mostrare ì campioni a consulenti più esperti.
non siano stati colorati e processati propriamente. I
protozoi si identificano più facilmente su materiale Impossibilità di dim ostrare agenti patogeni
strisciato fresco e colorato che nelle sezioni di tessuto;
in una lesione infettiva
questi strisci dovrebbero essere sempre preparati
prima della fissazione, nel momento in cui vengono Un problema frequente che l'istopatologo incon
raccolti i campioni (Fig. 8). tra è l'impossibilità di dimostrare agenti patogeni
in una lesione infettiva, per esempio, quando un
Elminti adulti paziente ha ricevuto una terapia antibiotica empiri
ca prima che il tessuto sia stato campionato; o quan
Campioni intatti di elminti adulti sono facilmen do i microrganismi causali sono scarsi, come i bacil
te classificabili dai loro caratteri morfologici macro li tubercolari. Oppure qualora possano essere
scopici; i criteri per l'identificazione delle specie visualizzati solo da singole tecniche speciali, anche
nelle sezioni istologiche di routine sono anche ben i bacilli della malattia da graffio di gatto richiedono
stabiliti. Lo stesso è vero per le comuni forme cisti metodi specifici. Può incidere anche la grandezza
che delle larve dei vermi', d'altra parte, vermi morti submicroscopica, per esempio le clamidie o i virus.
e calcificati o i loro residui chitinosi possono pre Per superare queste difficoltà, quando campioni di
sentare problemi diagnostici. Ancora, i criteri tasso tessuto stanno per essere prelevati da una lesione di
nomici delle più piccole larve dei n em atodi sono etiologia sconosciuta, è prudente congelare una
relativamente complessi e l'adeguatezza dei cam parte del campione, conservare una piccola porzio
pioni di tessuto può quindi essere critica. U ova ne per coltura, preparare strisci, e fissare piccole
degli elminti più comuni possono di solito essere porzioni in liquidi adatti per lo studio elettromicro
differenziate attraverso lo studio delle loro dimen scopico, così che importanti tecniche ancillari pos
sioni, forma e strutture interne e le specie di vermi sano poi essere utilizzate, se necessario.
Bibliografio essenziaie ^ 197
La trattazione delle malattie virali in un testo di I virus hanno dimensioni molto piccole (20-300 nanometri),
e contengono all'interno o RNA o DNA (mai entrambi, come
anatomia patologica non può comprendere in
nelle altre forme di vita più evolute). Il loro genoma codifica per
maniera esaustiva tutti gli aspetti relativi alle infe poche proteine necessarie alla replicazione virale, delle quali
zioni virali, in quanto lo studente affronta già alcune sono non strutturali (ad esempio le polimerasi), ed altre
ampiamente questo argomento nei corsi di Micro strutturali, cioè vengono incorporate nella particella virale e for
mano parte del virione. Alcune di queste costituiscono il capsi-
biologia, Virologia, Patologia Generale e Malattie de, che racchiude aH'interno l'acido nucleico e che assume una
Infettive. Pertanto questo capitolo riassume le prin fonna poliedrica (generalmente icosaedrica), o può essere spira
cipali caratteristiche delle interazioni del virus con le (simmetria ad elica). Inoltre, alcuni virus acquisiscono un ulte
l'ospite, prendendo in esame i principali meccani riore involucro (envelope) lipoproteico in seguito alla fuoriusci
ta (budding) attraverso la membrana piasmatica o nucleare della
smi utilizzati dai virus per sfuggire alle difese del cellula ospite: vengono chiamati virus con envelope. Le proteine
l'organismo. Verranno inoltre descritte le metodolo deli'envelope hanno generalmente una funzione di riconosci
gie correntemente utilizzate per la diagnosi delle mento di recettori specifici per il virus durante le prime fasi di
infezioni virali, nonché le strategie preventive, quali adesione del virus alla membrana cellulare, e sono fortemente
antigeniche stimolando l'azione di anticorpi neutralizzanti o il
le vaccinazioni, che hanno un'importanza fonda- riconoscimento da parte di linfociti T citotossici.
mentale per il controllo delle infezioni. Infine, saran
no presi in esame il rischio della comparsa di malat I virus vengono classificati in base al tipo di acido
tie causate da nuovi virus emergenti, o di nuovi epi nucleico (DNA o RNA), e successivamente dal
sodi di pandemie influenzali. numero di eliche dell'acido nucleico (DNA a doppia
Un cenno a parte meritano i tumori associati ad elica, RNA a doppia elica, RNA a singola elica), con
un orientamento positivo o negativo della singola
infezioni virali che rappresentano circa il 15-20% di
elica. I retrovirus sono una particolare categoria di
tutti i tumori dell'uomo. Verranno presi ad esempio
virus a RNA che necessitano di una trascrizione
i casi di due herpesvirus, il virus di Epstein-Barr
inversa del loro RNA in DNA e la successiva integra
(EBV), e lo Human herpesvirus 8 (HHV-8), che sono,
zione del DNA nel genoma dell'ospite per permette
rispettivamente, il primo e l'ultimo tra i virus onco re la replicazione virale, A tale scopo possiedono l'en
geni dell'uomo a essere stati identificati, e che sono zima DNA polimerasi RNA dipendente (trascrittasi
tra quelli più studiati per una migliore comprensio inversa) come parte del virione. La rappresentazione
ne dei meccanismi operati dai virus per trasformare schematica dei virus, e alcune caratteristiche dei
la cellula in senso neoplastico. principali virus che infettano l'uomo, sono presenta
te rispettivamente nella figura 1 e nella tabella 1.
B introduzione olio virologia
medica BR Vie di Immissione dei virus,
I virus sono un'associazione organizzata di replicazione virai©
macromolecole, che comprendono un acido nuclei- e propagazione nell'ospite
co racchiuso all'interno di un involucro protettivo La capacità patogena di un virus rappresenta
di origine proteica. Il virus può essere considerato una situazione anomala di nessun valore per il
un complesso biochimico inerte, in quanto non può virus, ed infatti la gran maggioranza delle infezioni
replicarsi al di fuori di una cellula vivente. Una virali sono asintomatiche, dette sub-cliniche. Per i
volta entrato in una cellula, il virus è in grado di virus patogeni, la natura della malattia da essi pro
indirizzare i meccanismi della cellula ospite a sinte dotta è determinata da una serie di passaggi critici
tizzare nuove particelle virali infettive (virioni). importanti per la replicazione virale. Il primo sta
Poiché i virus non possiedono un apparato locomo dio di qualsiasi infezione virale, a prescindere dalla
tore, sono totalmente dipendenti da fattori fisici patogenicità del virus, è rappresentato dal sito di
esterni che ne consentono il movimento e la diffu ingresso nell'ospite, che può influenzare la sinto
sione ad altre cellule suscettibili. matologia indotta nel caso dei virus patogeni.
200 : Malattie virali nell'uomo
Acido nucleico
Parvovirus
Picornaviridae Paramyxoviridae Retrovi ridae
(HIV);
Adenovirus Membrana
virali Rhabdovirìdae cellule ospite
1
Nuovo -ss RNA i ss RNA Virus con
virus - - —► envelope
Hepadnavirus
■ i
-ss RNA Q
: I *
Nuovo ___▼___ Proteine
virus virali
Vie di trasmissione del virus e del virus della varicella-zoster, di varii poxvirus e
dei papillomavirus, in molti di questi casi la tra
Le principali vie di trasmissione virale (Fig. 2) smissione attraverso la cute non sembra rappresen
sono le seguenti: tare una via significativa di ingresso nell'ospite;
cute, l'epidermide è generalmente costituita in tratto respiratorio, la trasmissione virale attra
superficie da cellule morte, che non sono in grado verso il tratto respiratorio dipende da particelle di
di permettere la replicazione virale. La maggior aerosol generate mediante la tosse o lo starnuto, o
parte dei virus che penetrano attraverso la cute da virus presenti nella saliva. Numerose patologie
necessitano di alterazioni della barriera costituita del tratto respiratorio superiore sono causate da
dalla cute, quali tagli o abrasioni, o utilizzano vetto infezioni virali che penetrano attraverso questa via,
ri animali, quali insetti ematofagi, per superare la come alcune infezioni virali sistemiche (es. morbil
barriera cutanea. Nonostante l'infezione virale della lo, varicella). Il virus della rabbia rappresenta l'e
pelle sia una caratteristica tipica di alcuni tipi di sempio più noto di trasmissione virale mediante la
infezione, quali quelle da virus del morbillo,, della saliva, infatti l'inoculazione del virus avviene pre
rosolia, di alcuni enterovirus, degli herpes simplex valentemente mediante il morso di un animale
Vie di trasmissione dei virus, replicazione virale e propagazione nell'ospite s 201
Via Conseguènze
Malattia Conferma Patogenesi Vaccini Terapia
Virus primaria di , a lungo
principale dell'infezione antivirale
trasmissione termine r
Via ; . Conseguenze
Malattia Conférma • Patogenesi ; / Vacciniv Terapia
Virus ;primaria di: a iuhgo
principale dell'infezione antivirale
trasmissione termine
Virus Varicella Variceiia/ Respiratoria Clinica Replica nell'epi Vivo, Acyclovir Infezione
Zoster DNA, env. Fuoco di telio respiratorio, attenuato latente, ricor
Sant'Anto latente nei gangli rente come
nio dorsali fuoco di
Sant'Antonio
Papillomavirus Verruche/ Contatto Clinica/lbridiz- Produzione virale In speri Nessuna Tipi 16,18
DNA carcinoma zazione (PAP legata al diffe mentazione e 31 carcino
deila cervice test per renziamento cel ma della cer
trasformazione lulare vice uterina
maligna)
Parvovirus Eritema Respiratoria Clinica/ Replica nel Nessuno Immunoqlo- Immunità
ssDNA infettivo sierologia PCR nucleo di precur buiine
(quinta sori endovena
malattia) eritroidi per la crisi
aplastica ;
in soggetti
immuno-
compro-
messi
Virus JC e BK Leucoencefa- ? : Radiologica, Progressiva Nessuno Nessuna Nessuna
DNA lopatia PCR, in AIDS
{poi iomavi rus) progressiva Liquido cere-
multifocaie bro-spinale
Adenovirus Sindromi Respiratoria Clinica/ Replicazione in Virus ucciso Nessuna Immunità
DNA respiratorie, coltura del cellule epiteliali, (soio i mili
congiuntiviti rinofaringe viremia tari)
Virus del vaiolo Vaiolo Respiratoria Clinica Vi remia, eruzio Vivo, Nessuna Eradicato!
DNA, env. ne cutanea attenuato
Virus del mollu Mollusco Contatto : Clinica, lesioni Lesione indolore, Nessuno Nessuna Immunità,
sco contagioso perlacee 2-12 mesi per Persistenza in
contagioso guarigione pazienti con
DNA, env. AIDS
Virus dell'epatite Epatite Verticale, Sierologia + Trascrizione HbsAg Lamivudina Epatite
B ds DNA ematica/ antìgene inversa, persiste □combi Adefovir- cronica,
parziale, env. sessuale nelle cellule nante Dipivoxi! carcinoma
epatico
Virus dell'epatite Epatite Come il Sierologia Anti Co-infezione con HbsAg Lamivudina Epatite
deita RNA circo fulminante virus B gene anti-HD HBV, epatite ful ricombi Adefovir- cronica morte
lare, HbsAg, env. minante nante ■ Dipivoxil
Virus deli'epatite Epatite Orò-fecale Anamnèsi clini Simile a HAV Nessuno Nessuna Immunità
E +RNA (paesi in via ca, sierologia Alta mortalità
di sviiuppo) in gravidanza
HIV AIDS Come HBV Sierologia Deplezionc di In speri Inibitori Infezioni
(PCR su linfociti T CD4 mentazione della tra opportunisti
sangue nel scrittasi che, sarcoma
neonato) inversa, ini di Kaposi
bitòri delle o linfomi,
proteasi morte
Vie di trasmissione dei virus, replicazione virale e propagazione nell'ospite ? 205
malato. Numerosi virus sono stati isolati nella sali trasmissione eterosessuale donna-uomo che nella
va, tra cui il virus di Epstein-Barr (che provoca la trasmissione verticale da madre a figlio;
mononucleosi infettiva, o malattia del bacio), il cito trasmissione mediante il latte, molti virus
megaiovirus, il virus HIV, gli herpesvirus umani (CMV, altri herpesvirus, morbillo, rosolia, HIV,
tipo 6,7 e 8, i virus epatitici; virus dell'epatite C) sono stati isolati nel sangue
tratto gastro-enterico, molti virus sono escreti umano ed animale o nel colostro, ed in alcuni casi è
con le feci. Questa via di trasmissione è cruciale nel stata dimostrata la trasmissione dell'infezione
caso degli enterovirus (es. polio), e si verifica anche attraverso il latte. Nel caso dell'epatite C, sembra
per i rotavirus e per il virus dell'epatite A. L'escre che il rischio di trasmissione con l'allattamento da
zione degli enterovirus nelle feci è prolungata, madre a figlio sia maggiore nel caso di madri infet
aumentando il rischio di diffusione interpersonale. te sintomatiche rispetto a madri portatrici a sinto
La trasmissione avviene generalmente per via oro matiche, spiegabile con il fatto che le madri sinto
fecale, particolarmente frequente nei bambini. In matiche hanno un titolo virale estremamente più
particolari condizioni di assenza di igiene, anche gli elevato rispetto a quelle asintomatiche;
acquedotti possono essere contaminati da feci infet trasmissione verticale, la trasmissione da madre
te. Infine, alcune procedure diagnostiche, quali la a figlio può risultare da un'infezione intrauterina, o
colonscopia, sono state riportate quale possibile da infezione durante il parto, o daH'esposizione del
potenziale fonte di infezione da parte del virus del neonato a latte infetto. Tale via di trasmissione è
l'epatite C; ben documentata nel caso di HIV, virus dell'epatite
trasmissione sessuale, la trasmissione per via B e C , CMV, HSV, papillomavirus, varicella, morbil
sessuale è critica per il propagarsi dell'infezione da lo, rosolia, parotite e parvovirus. Nel caso dei papil
parte di HIV, HSV, dei virus papìlloma, e dei virus lomavirus, il rischio di trasmissione di infezione in
dell'epatite B e C . Nel caso dell'HÌV, il liquido semi caso di parto naturale può raggiungere il 30%. La
nale infetto sembra importante nella trasmissione rottura prematura delle membrane sembra rappre
della malattia, ed il virus è stato riscontrato sia nel sentare un ulteriore fattore di rischio, poiché è stato
liquido seminale privo di cellule sia come virus riscontrato che il rischio di contrarre l'infezione è
intracellulare fino all'85% di maschi omosessuali. direttamente proporzionale al tempo intercorso tra
Inoltre, nel 35% delle infezioni da HIV, i titoli virali la rottura delle membrane ed il parto. Certamente
nel seme sono uguali o superiori rispetto a quelli l'esempio più studiato di trasmissione materno-
riscontrati nel plasma. In aggiunta, il virus può fetale è quello dell'HÌV, dove il rischio di trasmis
essere rilevato nel seme di soggetti HIV sieropositi sione è direttamente correlato al titolo virale nella
vi sottosposti a terapia antiretrovirale (HAART), madre. Inoltre, è stata documentata la capacità di
anche in momenti in cui il virus nel plasma non è alcuni particolari ceppi virali di infettare la placen
rilevabile, dimostrando che il tratto genitale può ta, ed in particolare uno studio ha dimostrato che la
rappresentare un serbatoio di virus residuo. Molti proteina p i 7 del sottotipo HIV B è sempre stata
virus, compresi HIV e HSV, sono stati isolati dalle riscontrata nelle madri che avevano trasmesso l'in
secrezioni genitali e dalla cervice di donne infettate. fezione ai figli;
Tali secrezioni possono svolgere un ruolo sia nella trasmissione mediante trapianto d'organo, la
enorme diffusione dei trapianti d'organo ha rappre
sentato un metodo totalmente nuovo di trasmissio
Vie di uscita Vie di ingresso e uscita ne iatrogena delle infezioni virali. Midollo osseo,
reni, fegati e cuori trapiantati hanno fornito la fonte
per infezioni da parte di CMV, EBV, HHV-8, e di
retrovirus quali HIV e HTLV-1. Sono stati anche
riportati casi di tramissione di rabbia e di epatite B
in seguito a trapianti di cornea. Il rischio di poter
contrarre infezioni da parte di agenti infettivi di ori
gine animale in seguito all'uso di organi derivati da
animali (xenotrapianto) è stato ipotizzato, anche se
ancora nessuna infezione di questo tipo è stata
riportata.
Replicazione virale
Dopo essere riuscito a penetrare nell'ospite, il
virus inizia l'infezione mediante l'ingresso in una
cellula suscettibile. La replicazione virale avviene
generalmente attraverso le seguenti tappe:
assorbimento, ì virus possiedono molecole sulla loro super
ficie (capside o envelope) che interagiscono con recettori specifi
ci presenti sulla membrana della cellula ospite. Generalmente si
206 ■ Maloffie virali nell'uomo
tratta di una reazione passiva (che non richiede energia), e la siedono frequentemente recettori per il virus, per
specificità della reazione tra la proteina virale ed il recettore defi mettendo il passaggio del virus da una cellula
nisce e limita la specie ospite ed il tipo di cellula infettata (sebbe
ne la transfezione di acido nucleico virale possa by-passare que
all'altra.
sta limitazione ed estendere il raggio di ospite). Il danneggia
mento di questi siti di legame, mediante calore o disinfettanti, o
il loro blocco mediante specifici anticorpi neutralizzanti, può Tipi di interazioni virus-cellula
rendere i virioni non infettivi;
penetrazione, dopo l'assorbimento, il rivestimento dei virus
e prop agazione nell'ospite
con envelope si può fondere con la membrana piasmatica della Le cellule che sono in grado di sostenere un'in
cellula ospite e rilasciare i nucleocapsidi virali nel citoplasma
cellulare. Altri virus penetrano nella cellula mediante un proces
fezione virale vengono chiamate permissive. L'infe
so endocìtico, che prevede l'invaginazione della membrana pia zione di cellule permissive dà luogo solitamente ad
smatica e la formazione di vescicole endocitiche nel citoplasma; un'infezione di tipo produttivo, in quanto viene
scapsidizzazione, si riferisce alla fuoriuscita dei genoma prodotta una progenie virale infettiva. La maggior
virale dal capside protettivo per permettere al materiale geneti
co del virus di raggiungere il DNA cellulare dove viene trascrit
parte delle infezioni produttive vengono anche
to per formare nuove particelle virali; chiamate cito litiche, in quanto provocano la morte
replicazione del genoma, l'RNA messaggero è trascritto dal della cellula ospite. Le infezioni di cellule non per
DNA virale (o formato direttamente da alcuni virus a RNA), e missive non producono virus, e vengono chiamate
codifica per proteine virali die vengono prodotte dalla cellula abortive. Quando il repertorio completo di geni
ospite. Le proteine virali precoci sono generalmente proteine
non strutturali (es. RNA o DNA polimerasi), mentre le proteine
virali necessari per la replicazione non è trascritto e
tardive (es. proteine del capside) rappresentano costituenti strut tradotto in prodotti funzionali, l'infezione è nota
turali del vinone. La replicazione dell'acido nucleico virale pro come restrittiva. Nelle infezioni persistenti il virus o
duce nuovi genomi virali che dovranno essere incorporati nei il suo genoma può rimanere indefinitivamente
nuovi virioni. In generale, i virus a DNA si replicano nel nucleo
e quelli a RNA nel citoplasma, ma vi sono eccezioni, come i pox-
nella cellula ospite, con o senza produzione di
virus, che sono virus a DNA ma si replicano nel citoplasma cel nuove particelle virali.
lulare; I virus oncogeni provocano la trasformazione
assemblaggio del virus, l'assemblaggio dei nucleocapsidi della cellula, ed il virus non uccide la cellula, ma
può avvenire nel nucleo (es. herpesvirus, adenovirus), nel cito induce una serie di modificazioni genetiche, biochi
plasma (es. poliovirus) o a livello della membrana piasmatica
(es. influenza). L'accumulo dei virioni nel sito di assemblaggio miche, fisiologiche e morfologiche che possono cul
può dar luogo ad inclusioni nucleari o citoplasmatiche, visibili al minare nell'acquisizione delle caratteristiche neo
microscopio ottico su campioni colorati; plastiche.
rilascio del virus, la fuoriuscita dalla cellula dei nuovi vino II tipo di infezione virale e gli effetti sulla celllu-
ni infettivi rappresenta lo stadio finale della replicazione; molti
virus con envelope escono per gemmazione dalle membrane cel
la indotti dal virus possono dipendere dal tipo di
lulari, sia dalla membrana nucleare che da quella piasmatica. In virus, dal tipo e dalla specie della cellula ospite, e
alcuni casi possono essere utilizzate le vie secretorie della cellu spesso dallo stato fisiologico della cellula stessa.
la, e le particelle virali vengono rilasciate all'esterno della cellu
la in vescicole derivate dall'apparato del Golgi. Infine alcuni - Infezione litica: l'infezione di cellule permissive permette la
virus possono essere rilasciati in seguito alla disintegrazione e replicazione del virus, che comporta la morte della cellula
lisi della cellula infettata. ospite. I primi effetti descritti collegabili alla replicazione dei
virus citolitici sono stati quelli relativi alle modificazioni mor
L'intero processo della replicazione virale deter fologiche della cellula ospite, noti come effetto dtopatico. La
maggior parte delle cellule in coltura in seguito alla infezione
mina generalmente il successivo sviluppo dell'infe
virale subiscono variazioni strutturali, facilmente evidenziabi
zione, che può rimanere localizzata nel sito di li in cellule non fissate e non colorate al microscopio ottico.
ingresso o divenire sistemica. La diffusione nell'o Alcuni virus causano effetti citopatici caratteristici, che vengo
spite può avvenire mediante contatto diretto cellu no facilmente riconosciuti e rappresentano un valido aiuto per
la-cellula o attraverso il flusso sanguigno o il siste l'isolamento e l'identificazione virale. Esistono diversi tipi di
effetto citopatico; spesso il primo segnale d'infezione è l'arro
ma nervoso. Successivamente il virus può circolare tondamento cellulare. In alcuni tessuti affetti, caratteristiche
libero nel plasma (Togavirus, Enterovirus),. o all'in- strutture intracellulari chiamate corpi inclusi compaiono nel
temo di globuli rossi (Orbivirus), piastrine (HSV), nucleo o nel citoplasma della cellula (Tab. 2). La loro compo
linfociti (EBV, CMV, HIV) o monociti (lentivirus). sizione può essere spesso analizzata mediante l'osservazione
Una viremia secondaria, con titoli virali più ele al microscopio elettronico. In alcune infezioni da adenovirus,
per esempio, strutture cristalline di capsidi virali si accumula
vati, si verifica in seguito quando il virus raggiunge no nel nucleo per formare un corpo di inclusione. Alternativa-
altri organi bersaglio o quando si replica diretta- niente, le inclusioni possono derivare da strutture cellulari
mente nelle cellule del sangue. Anche la diffusione modificate dal virus. In cellule infettate da reovirus, i virioni
attraverso il sistema nervoso è generalmente prece si associano ai microtubuli, dando luogo ad inclusioni perinu
cleari. Altri virus provocano alterazioni specifiche del cito-
duta da una viremia primaria. In alcuni casi, la dif
scheletro, quali le modificazioni dei filamenti intermedi
fusione procede direttamente per contatto con i durante l'infezione da citomegalovirus. Un particolare effetto
neuroni nel sito primario di infezione, in altri casi citopatico causato da alcuni virus consiste nella formazione di
attraverso il flusso sanguigno. Una volta raggiunti i sincizi, o policariociti, grandi masse citoplasmatiche conte
nervi periferici, il virus può diffondersi al sistema nenti numerosi nuclei, prodotti generalmente dalla fusione
delle cellule infettate. La fusione viene indotta dall'interazio
nervoso centrale mediante trasporto assonale lungo ne tra prodotti genici virali e la membrana della cellula ospi
i neuroni (herpes simplex). I virus possono attra te, e può rappresentare un meccanismo con il quale il virus
versare le giunzioni sinaptiche poiché queste pos viene trasmesso dalla cellula infettata ad una nuova cellula.
V/e di trasmissione dei virus, replicazione virale e propagazione nell'ospite ® 207
un ruolo eziologico, le più recenti sono alcuni sotto tumori nell'uomo, ci si dovrà basare su evidenze
tipi istologici di carcinoma dello stomaco, ed alcune indirette.
forme aggressive di carcinoma della mammella. I Una possibile strategia basata sulla vaccinazione, qualora
dati relativi al carcinoma mammario sono tuttavia nella popolazione vaccinata scomparissero i tumori associati al
ancora contrastanti ed inconclusivi. virus, potrebbe rappresentare la migliore di queste evidenze
In conclusione, i dati a favore di un coinvolgi indirette. Tuttavia, nonostante intense ricerche in numerosi labo
mento del virus di Epstein-Barr nei tumori umani ratori di tutto il mondo, non esiste ancora un vaccino efficace
contro il virus dì Epstein-Barr, e comunque, anche ammesso che
sono i seguenti: a) la capacità fortemente trasfor potessero essere vaccinati, ad esempio, tutti i bambini Africani in
mante del virus "in vitro"; b) la capacità del virus di quelle zone in cui è endemico il linfoma di Burkitt, bisognerebbe
provocare tumori (linfomi) in animali da esperi almeno attendere dieci-quindici anni prima di poter osservare
mento (scimmie del nuovo mondo); c) la presenza gli effetti della vaccinazione sulla eventuale diminuizione del
costante del DNA virale nelle cellule prelevate dai l'incidenza del tumore.
tumori ad esso associati; d) relevato titolo di anti
corpi diretti contro diversi antigeni virali nel siero Human Herpesvirus 8 (HHV-8)
di pazienti con linfoma di Burkitt o carcinoma naso
faringeo; e) l'efficacia terapeutica o preventiva della Nei pazienti con AIDS è particolarmente eleva
infusione di linfociti T citotossici EBV specifici in to il rischio di insorgenza di alcune forme tumora
pazienti affetti da linfomi opportunistici EBV asso li. Tra queste, oltre ai linfomi opportunìstici asso
ciati. Tuttavia, nonostante queste "prove indizia ciati alla infezione da EBV precedentemente citati,
rie", l'evidenza definitiva di un'azione diretta del la più frequente è rappresentata dal sarcoma di
virus come causa del tumore si potrebbe avere sola Kaposi. Il tumore, descritto inizialmente da Moriz
mente, secondo i postulati di Koch, osservando l'in Kaposi nel 1872, è una malattia angioproliferativa
sorgenza del tumore dopo aver inoculato il virus multifocale, caratterizzata da proliferazione di cel
nell'uomo. Poiché, per o w ii motivi etici, non è pen lule fusate di probabile derivazione endoteliale
sabile di poter effettuare un esperimento di questo linfatica (Fig. 5), e da angioneogenesi ed infiamma
genere, per il virus di Epstein-Barr, come per tutti zione. Successivamente sono state descritte quat
gli altri virus oncogeni sospettati di provocare tro varianti cliniche diverse:
Fig. 4 - Rappresentazione schematica della infezione da citomegalovirus umano e dei meccanismi di evasione della risposta immu
ne deli'ospite.
2ì0 ^ Malattie virali nell'uomo
Malattie EBV associate o disordini il sarcoma di Kaposi "classico", che colpisce
in pazienti immunologicamente prevalentemente maschi anziani del bacino del
Mediterraneo o dell'Europa orientale, e che si
compromessi
presenta tipicamente con lesioni cutanee delle
estremità inferiori (Fig. 6);
Mononucleosi infettiva
Neoplasie classiche:
Carcinoma nasofaringeo indifferenziato
Linfoma di Burkitt
Linfoma di Hodgkin
Altri tipi di neoplasie:
Carcinoma della tonsilla
Carcinoma tìmico
Carcinoma delle ghiandole salivari
Linfomi di tipo T
Carcinoma gastrico
Disordini in immunodeficienze primarie:
Linfoma maligno di tipo B
Malattia di Duncan
Sindrome di Wiskott-Aldrich
Immunodeficienza severa combinata
Sindrome di Chediak-Higashi
Disordini in corso di AIDS:
Leucoplachia buccole
Linfoadenopatia
Linfoma maligno B
Linfomi de! SNC
Polmonite interstiziale linfoide
Complicazione della mononucleosi infettiva:
Epatite
Rottura della milza
Sindrome emolitica
Anemia aplastica
Agranulocitosi
- il sarcoma di Kaposi "endemico", prevalente in mente elevato rispetto agli altri herpesvirus la
Africa, caratterizzato da coinvolgimento linfo- cosiddetta "pirateria molecolare", in quanto pos
nodale, oltre che dalle tipiche lesioni cutanee. siede numerosi geni omologhi a geni cellulari che
Questa variante si osserva spesso in individui controllano alcuni processi importanti per la proli
HIV-si eronegativi e in bambini; ferazione cellulare, quali l'apoptosi, la risposta
- il sarcoma di Kaposi "iatrogeno", frequente in immune ed il ciclo cellulare (Tab. 4). In questo
soggetti sottoposti a trapianto d'organo (rene) e modo il virus è in grado di sfuggire alla risposta
a terapie immunosoppressive; immune dell'ospite, di sopprimere le attività anti
virali dell'interferone, di bloccare i meccanismi di
- infine la variante associata all'AIDS, molto difesa basati stili'apoptosi e di indurre, grazie ad
aggressiva, identificata all'inizio degli anni omologhi virali di citochine e di chemiochine cellu
ottanta in maschi omosessuali. lari, meccanismi autocrini e/o paracrini di trasdu
Oltre al coinvolgimento cutaneo e linfonodale, zione del segnale per promuovere una crescita cel
questa forma spesso si diffonde anche a livello pol lulare incontrollata.
monare. Quando l'AIDS-KS è stato inizialmente In Europa e nel Nord America l'epidemiologia
descritto, l'incidenza della malattia era di circa il dell'infezione da HHV-8 è molto simile a quella del
50% negli omosessuali maschi, ed è nettamente sarcoma di Kaposi. Anticorpi diretti contro il virus
diminuita negli ultimi anni grazie ai progressi sono presenti nei pazienti con il tumore, o in indivi-*
della terapia antivirale. dui ad alto rischio, quali gli omosessuali maschi
Che il sarcoma di Kaposi potesse essere causato HIV positivi, mentre sono generalmente assenti
da un agente infettivo era sospettato da tempo; in nella popolazione sana. Una sieroprevalenza eleva
alcuni casi furono osservate in campioni tumorali ta si riscontra in alcuni paesi africani, ed intermedia
particelle virali simili ad herpesvirus, ed alcuni
sostennero che potesse trattarsi di citomegalovirus. ■'^ Gerii di HHV-8 omologhi a geni cellulari
La conferma si ottenne nel 1994, quando Chang e Moore, a
New York, mediante una tecnica basata sulla reazione polime-
rasica a catena e sequenziamento del DNA, identificarono in
Gène Prodotto Funzione putativa \: ' {
biopsie derivate dal tumore un nuovo herpesvirus, che fu chia virale protetto •
mato KSHV (Herpesvirus del Sarcoma di Kaposi). Successiva K1 - trasduzione del segnale, con
mente fu designato Human Herpesvirus 8 (HHV-8), essendo
Lottavo membro della famiglia degli herpesvirus che infettano
trollo della crescita?
Luomo. Gli altri herpesvirus umani sono il virus herpes simplex ORF 4 proteina regolazione del complemento
di tipo I e II, il virus della varicella-zoster, il virus di Epstein- legante
Barr, il citomegalovirus, e gli herpesvirus di tipo 6 e 7. Come il
virus di Epstein-Barr, HHV-8 appartiene alla sottofamiglia dei y-
complemento
herpesvirus, e presenta una certa omologia di sequenza sia con K2 vi Là trasduzione del segnale pa-
EBV, che con un herpesvirus oncogeno della scimmia, Herpe racrino
svirus saimiri. Il DNA di HHV-8 è invariabilmente presente in
tutte le varianti di sarcoma di Kaposi, e si riscontra inoltre in K4 vMIP-ll agonista di CCR-3 - funzione
due rare malattie linfoproliferative, la malattia di Castleman angiogenica
multicentrica, e i linfomi delle effusioni primarie.
K4.1 vMIP-ill agonista di CCR-4 - Angioge
Similmente a tutti gli herpesvirus, HHV-8 rima nica
ne latente *nella maggior parte delle cellule infetta
K6 vMIP-1 agonista di CCR-8 - Angio-
te. Durante questa fase quiescente dell'infezione, il genico
virus è presente nel nucleo della cellula sotto forma
di DNA circolare episomiale. Un gene espresso in ORF16. bcl-2 regolazione dell'apoptosi
tutte le cellule infettate è il LANA-1 (antigene K9 vlRF-1 blocca l'attivazione trascrizio
nucleare latente) (Fig. 5), che si ritiene possa svol nale mediata da IFN
gere un ruolo importante nella patogenesi dei K 10 vlRF-4 ...
tumori associati al virus. Tra le sue varie funzioni,
K IT vlRF-2 //
LANA-1 si lega alla proteina p53, inibendone l'at
tività trascrizionale e la capacità di indurre apopto- K12 - proteina latente di membrana?
si, ed alla proteina Rb, abrogando l'arresto dell'in ORF71 vFUP inibisce l'apoptosi mediata
duzione del ciclo cellulare. La funzione di LANA- da Fas
1 potrebbe quindi essere equivalente a quella di
proteine oncogene di altri virus a DNA, quali ORF72 v'ciclina attiva cdkó, controllo della
EBNA-1 di EBV, l'antigene T del virus SV40 e le
crescita
proteine E6 e E 7 del papillo ma virus umano. Consi ORF73 - LANA, fattore di trascrizione?
stentemente, è stato dimostrato che LANA-1 pro ORF74 vGCPR trasduzione del segnale, lega
voca la trasformazione maligna di fibroblasti di IL-8
ratto in cooperazione con ¡'oncogene H-ras. Ma
HHV-8 è unico in quanto utilizza in modo insolita
KÌ4 0X2 interazione cellula-cellula?
212 & Malattie virali nell'uomo
nei paesi del bacino del Mediterraneo, tra cui alcu La figura 4 mostra i principali meccanismi di
ne zone dell'Italia come la Sardegna, dove è fre evasione utilizzati dal citomegalovirus umano.
quente la forma di sarcoma di Kaposi classico. La
via principale di trasmissione del virus è mediante Inibizione della risposta immune umorale
contatto sessuale, ma sono state ipotizzate anche
altre vie di trasmissione, come quella orizzontale, Il virus deH'influenza rappresenta un esempio
particolarmente tra i bambini nelle zone endemi tipico di un virus che evade efficacemente l'immu
che, o quella parenterale, in pazienti che ricevono nità umorale diretta contro il virus. Le infezioni da
numerose trasfusioni di sangue ripetute per tutta la parte del virus influenzale di tipo A possono porta
vita, quali gli emofilici ed i talassemici. Infine è da re ad epidemie a livello mondiale, ciascuna causata
ricordare che i soggetti sottoposti a trapianto d'or da ima singola variante virale. Il sistema immune
gano sono notoriamente a rischio per lo sviluppo di può rapidamente eliminare il virus sviluppando
sarcoma di Kaposi, ed in alcuni casi è stato dimo una specifica risposta immune, soprattutto indiriz
strato che la trasmissione del virus è avvenuta pro zando anticorpi neutralizzanti contro la proteina
prio mediante l'organo trapiantato. maggiore di'superficie del virus, l'emoagglutinina.
Dal canto suo, il virus ha sviluppato due forme di
epitopo immunodominante dei CTL, o dal virus di Epstein- evita l'azione citotossica delle cellule NK esprimendo omolo
Barr, in cui la presenza di sequenze ripetute di glicina e di ala- ghi di molecole MHC che interagiscono con recettori inibito
nina nella molecola dell'antigene nucleare EBNA-1 permette ri sulle cellule NK, o, alternativamente, provocando una ove-
l'inibizione della proteolisi da parte del sistema proteasoma- respressione sulla superficie della cellula di una molecola
ubiquitina. O, ancora, l'espressione della proteina pp65‘della non canonica di HLA-E, in grado di inibire la lisi mediata da
matrice del citomegalovirus umano conduce alla fosforilazio- cellule NK. Un altro herpesvirus, lo human herpesvirus 6, è
ne di numerose altre proteine virali. In particolare la fosfori- in grado di infettare direttamente le cellule NK, provocando
¡azione di residui di treonina di proteine precoci del virus ne la lisi.
può gravemente ridurre l'accesso delle stesse alla degrada
zione nel proteasoma, o indirizzare la proteina verso ur\
diverso sistema di degradazione. Interferenza virale con funzioni effettrici
Interferenza con il trasporto peptidico da parte del sistema della risposta immune
di trasporto associato con la presentazione antigenica
(TAP): i peptidi attraversano la membrana del reticolo endo- - Inibizione dell'effetto dell'interferone. Una
plasmatico mediante traslocazione da parte del TAP, per l'as
delle maggiori risposte dell'ospite rivolta al con
semblaggio in complessi ternari di MHC di classe I. Numero
si prodotti di herpesvirus, tra cui il prodotto del gene US6 del trollo delle infezioni virali è rappresentata dalla
citomegalovirus, la proteina citoplasmatica ICP47 del herpes produzione degli interferoni, componenti della
simplex di tipo I e li, ed alcune proteine dell'herpevirus bovi risposta immune innata. Gli interferoni (IFN) ven
no di tipo I e del virus pesudorabies sono in grado di interfe gono suddivisi in due tipi, IFN di tipo I, che com
rire con il trasporto mediato da TAP.
prendono il vasto gruppo degli a-IFN leucocitari ed
Effetto dei virus sull'espressione di molecole di HLA classe I
e di classe IL alcuni prodotti virali sono in grado di impedi
il singolo p-IFN fibroblastico, che agiscono legan
re la maturazione ed il trasporto intracellulare in superficie dosi ad un comune recettore cellulare, e gli IFN di
delle catene pesanti di HLA di classe I. Ad esempio la protei tipo II (y-IFN o interferone immune), di cui ne esi
na Nef di HIV-1 è responsabile della down-regolazione delle ste una singola specie che agisce mediante un recet
molecole di HLA di classe I, e sembra coilegare direttamente
tore specifico (recettore per il y-IFN). La produzione
tali molecole con fossette rivestite di clatrina, coinvolte nel
processo di endocitosi, al sistema del trans-golgi. Con lo stes di interferone rappresenta un meccanismo di difesa
so meccanismo Nef sembra anche responsabile della down- precoce, che si manifesta prima dello sviluppo della
regolazione delle molecole di CD4. Anche la proteina Vpu di risposta immunitaria. Tutti i tipi di interferone svol
HIV-1 sembra svolgere un ruolo nella down-regolazione di gono un ruolo importante nel controllo delle infe
HLA di classe 1. Oltre alla ritenzione delle molecole di HLA
all'interno del citoplasma, alcuni virus, quali il citomegalovi
zioni virali: utilizzando topi in cui i recettori dell'in
rus, utilizzano anche un meccanismo più radicale, in grado di terferone sono stati geneticamente aboliti (topi
distruggere tali molecole. I prodotti genici US2 e US11 del knock-out) si è visto che gli animali privi di recetto
citomegalovirus umano sono in grado di provocare la degra re per l'interferone, sia a-(3 che y, sono particolar
dazione di molecole di HLA classe I nel sistema del proteaso-
ma. Inoltre, il prodotto E3 dell'adenovirus si lega ad alta affi
mente suscettibili all'infezione da parte di numero
nità con le catene pesanti di HLA di classe I nel reticolo endo- si virus, nonostante possiedano un sistema immu
plasmatico, inibendo la loro glicosilazione terminale ed nitario intatto. L'importanza degli IFN come mecca
impedendone la traslocazione sulla superficie cellulare. Infi nismo di difesa contro le infezioni virali è ulterior
ne, più recentemente è stato dimostrato che il virus HHV-8
mente illustrata dalla scoperta che alcuni virus
codifica per due proteine, K3 e K5, che rimuovono le moleco
le dì HLA classe I dalla superficie cellulare, provocandone codificano per prodotti genici che antagonizzano la
una rapida endocitosi. funzione degli IFN: nella maggior parte dei casi,
Meccanismi simili di down-regolazione e di degradazione queste proteine virali antagonizzano la via della
vengono anche utilizzati, in particolare dal citomegalovirus traduzione del segnale indotta da IFN, che compor
murino ed umano, per l'inibizione del pathway di presenta
zione antigenica nel contesto del MHC di classe II.
ta l'attivazione trascrizionale di numerosi (circa 30)
Induzione della paralisi funzionale di cellule dendritiche: le
geni cellulari responsabili delle attività biologiche
cellule dendritiche sono cellule presentanti Vantigene che degli IFN, o l'attività biochimica di alcune proteine
svolgono un ruolo cruciale nella generazione e nel manteni cellulari indotte dagli IFN responsabili dell'inibi
mento della risposta immune. Le cellule dendritiche imma zione della replicazione virale.
ture riconoscono e processano gli antigeni virali nei tessuti
periferici, un evento che stimola il loro differenziamento in Possono essere citate come esempio le proteine EIA dell'a-
cellule dendritiche mature. Le cellule dendritiche mature denovirus, la proteina EBNA-2 del virus di Epstein-Barr, la pro
hanno una ridotta capacità di processare l'antigene, ed ima teina C del virus Sendai, la proteina E6 del papillomavirus, che
aumentata espressione in superficie di molecole di HLA e di bloccano a stadi diversi la trasduzione del segnale indotta da
altre molecole co-stimolatorie. Inoltre l'espressione alterata IFN, o le proteine E3L del virus vaccinia, NS1 del virus dell'in
di recettori per chemiochine facilita la loro migrazione nelle fluenza, l'antigene T grande del virus SV40, che bloccano la fun
zone ricche di linfociti T dei linfonodi. Nuovamente, alcuni zione di una proteina chinasi RNA dipendente, indotta da IFN,
virus, in particolare il citomegalovirus murino, sono in la protein chinasi R (PKR). Inoltre il virus HHV-8 codifica per un
grado di infettare cellule dendritiche immature, inducendo omologo di un fattore di regolazione dell'interferone (ÍRF). Tale
una paralisi funzionale. Inoltre, cellule infettate da citome prodotto, codificato dall'ORF K9 di HHV-8, e denominato vIRF,
galovirus umano secernono fattori solubili, quali il TGFa, funziona come repressore dell'attività trascrizionale degli IFN, e
che interferiscono con la maturazione delle cellule dendriti svolge un ruolo potenzialmente importante nella patogenesi
che. delle infezioni da IIIIV-8 antagonizzando il controllo trascrizio
Inibizione della funzionalità delle cellule naturai killer: que nale mediato da IFN e IRF.
sto processo è stato meglio studiato nel caso dei citomegalo
virus murino ed umano, dove diversi meccanismi sono stati
- Inibizione dell'apoptosi. Il virus ha chiaramente
dimostrati in grado di diminuire la capacità citotossica delle interesse di prolungare la sopravvivenza della cel
cellule naturai killer. Ad esempio, il citomegalovirus umano lula infettata, per permettergli una completa matu
214 & Malattie virali nell'uomo
razione e disseminazione nell'ospite. D'altra parte,
l'apoptosi (o morte cellulare programmata) della
| | Metodi diagnostici
cellula infettata rappresenta una componente delle infezioni virali
importante della risposta antivirale dell'ospite. Per La diagnosi delle infezioni virali si basa su una
tanto non è sorprendente che numerosi virus codifi serie di metodi, alternative o complementari, che
chino per proteine virali che sono in grado di inibi permettono l'identificazione del virus responsabile
re il processo apoptotico. Esistono due principali vie di una determinata patologia, ed il monitoraggio
per l'induzione dell'apoptosi: la prima è conseguen del tipo e del decorso dell'infezione. Tali metodi
te all'interazione di una serie di recettori sulla mem includono l'isolamento del virus e la sua crescita su
brana piasmatica (appartenenti alla famiglia del colture cellulari, l'identificazione di antigeni virali
recettore del TNF), quali TNF-R17 Fas, DR4 e DR5 specifici, l'osservazione dell'effetto citopatico
con i loro rispettivi ligandi TNF-a, FasL e TRAIL. La indotto dal virus, l'osservazione delle cellule infet
seconda via prevede la partecipazione dei mitocon tate mediante microscopia ottica ed elettronica, lo
dri ed è regolata da membri della famiglia di Bcl-2, studio della risposta immune umorale e cellulare
che comprendono le molecole antiapoptotiche bcl-2 nei confronti del virus, e l'analisi degli acidi nuclei
o bcl-XL, e gli effettori proapoptotici bad, bax o bak. ci virali mediante tecniche di biologia molecolare.
Entrambe le vie utilizzano una serie comune di In questo paragrafo verranno riassunti gli aspetti
enzimi, le caspa si, che tagliano substrati cellulari essenziali di alcune di queste metodiche.
specifici, conducendo alla frammentazione del Coltura virale. Poiché i virus necessitano del complesso dei
DNA, tipica della morte apoptotica. I virus possono meccanismi cellulari per la replicazione, per la coltura virale
debbono essere utilizzati organismi viventi. A tale scopo veniva
agire bloccando l'una o l'altra di queste vie che con no inizialmente inoculati animali o uova per la coltura e la pro
ducono alla morte cellulare, o possono anche facili pagazione virale, ma queste metodiche sono state ormai sop
tare il processo apoptotico, probabilmente per per piantate dall'uso delle colture cellulari nella maggior parte dei
mettere la fuoriuscita del virus dalla cellula e la sua laboratori di diagnostica virologica. La propagazione del virus
in coltura consente di amplificare la quantità dell'agente patoge
diffusione. no putativo, facilitandone la rilevabilità e la caratterizzazione.
Ad esempio, il virus HHV-8 codifica per un inibitore virale Tra i vantaggi delle colture cellulari vi sono la possibilità di rac
cogliere isolati virali che possono essere congelati e utilizzati per
chiamato vFLIP codificato dall'ORF71, che blocca il legame della
ulteriori analisi, e l'eventualità di riscontrare la presenza di
caspasi 8 al FADD (dominio di morte associato a Fas), inibendo
diversi tipi di virus, compresi alcuni non necessariamente
la morte cellulare indotta da Fas. Inoltre sia HHV-8, che il virus
sospettati al momento delTìnoculo delle colture. Questa caratte
di Epstein-Barr, possiedono due geni altamente omologhi a bcl-2
ristica è in contrasto con i metodi diagnostici basati su saggi
(rispettivamente ORF 16 e BHFR1) che proteggono la cellula immunologici o molecolari, che generalmente permettono esclu
dalla morte cellulare programmata, facilitandone la proliferazio sivamente di identificare il virus specifico verso cui il test dia
ne incontrollata e la successiva trasformazione in senso neopla gnostico è diretto. Gli svantaggi delle colture cellulari come
stico. Il gene nef del virus HIV-1 inibisce l'apoptosi indotta da metodo diagnostico includono il costo elevato, la necessità di
Fas tramite un legame diretto con un membro della famiglia adeguate attrezzature e competenze, ed il tempo relativamente
delle MAP kinási (ASK-1), ed è anche in grado di fosforilare ed lungo necessario per l'identificazione del virus.
inattivare la proteina proapoptotica bad. Quindi HIV ha la capa Le colture cellulari possono essere primarie', semicontinue o
cità di bloccare entrambe le vie apoptotiche. Le proteine E1B e E3 stabilizzate. Le prime derivano direttamente dall'animale dopo
del'adenovirus bloccano il processo apoptotico mediato da p53, l'espianto, e sono tipicamente rappresentate dalle cellule primarie
e provocano l'internalizzazione di Fas dalla superficie cellulare e di rene di scimmia. E necessario in tali casi distinguere i virus deri
la sua degradazione a livello dei lisosomi. vati dal campione da esaminare da virus endogeni dell'animale
eventualmente presenti. Le colture semicontinue più comune
- Evasione dagli effetti antivirali del complemen mente utilizzate sono colture di fibroblasti umani. Infine le cellule
to. I virus hanno acquisito numerosi meccanismi continue o trasformate sono cellule immortali zzate che possono
essere mantenute in coltura senza limiti di tempo; possono essere
per evadere gli effetti distruttivi del complemento. di origine epiteliale, come le HeLa, le Hep-2, le A431, o di origine
Questi comprendono strategie passive, in cui pro emopoietica, che crescono in sospensione e vengono utilizzate per
teine cellulari regolatorie del complemento posso la crescita di virus linfotropici quali il virus di Epstein-Barr, gli
no essere incorporate nell'envelope del virus herpesvirus umani di tipo 6 ,7 ed 8, ed il virus HIV. I campioni bio
logici che possono essere inoculati in coltura per l'isolamento vira
durante il "buddìng" del virus a livello della mem le comprendono fluidi corporei sterili quali liquido cerebro-spina
brana piasmatica, o strategie attive in cui alcuni le, urine, sangue, o campioni derivati dal tratto respiratorio o
virus codificano per proteine virali omologhe a genitale. La crescita del virus in coltura è spesso evidenziata dalla
comparsa di un effetto citopatico osservabile al microscopio: le
proteine regolatorie del complemento. Il primo caratteristiche di tale effetto citopatico sono spesso sufficienti per
processo è utilizzato, per esempio, da HIV, HTLV, l'identificazione del virus, ma in molti casi è necessaria un'ulterio-
HCMV e dal virus vaccinia, che fuoriescono dalla re analisi, quale rimmunofluorescenza, per confermare la presen
cellula preferenzialmente in particolari dominii za del virus sospetto.
Alcuni virus, quali il virus dell'influenza, della parainfluen-
della membrana piasmatica arricchiti di proteine za e della rosolia possono produrre effetti citopatici minimi, ed
regolatorie del complemento, noti come "lipid in tal caso vengono solitamente rilevati mediante il test dell'e-
rafts", ed acquisiscono di conseguenza una prote moassorbimento, che consiste nella visualizzazione del legame
zione contro il complemento. Il secondo da alcuni specifico di eritrociti di alcune specie animali, quali la cavia, il
ratto o la scimmia, ad antigeni virali espressi sulla superficie
membri della famiglia degli herpesvirus e dei pox- delle cellule infettate.
virus. Un test diagnostico basato su ima modificazione di ima tee-
Metodi diagnostici delle infezioni virali £ 215
Fig- 8 - Cellule di Reed-Sterberg di linfoma di Hodgkin immu- Fig. 9 - Linfoma di Hodgkin: rilevazione di trascritti del virus di
nomarcate con anticorpo monoclonale diretto contro LMP-1 di Epstein-Barr (EBER) mediante ibridizzazione in situ.
EBV.
21 ó & Malattie virali nell'uomo
accessibile; b) la disponibilità di un anticorpo appropriato, pos
sibilmente monoclonale, e c) che l'antigene sìa sufficientemente
Sierólógia per la diàgnosi di infezioni
stabile da non essere degradato durante il trasporto o la prepa virali acute ^
razione del campione. Tutte le metodiche permettono l'identifi
cazione della reazione antigene-anticorpo, e variano da metodi
di immunoblotting quali l'immunoprecipitazione ed il western-
Virus di Epstein-Barr0
blot, a reazioni di immunofluorescienza diretta ed indiretta, a Citomegalovirus (sindrome mononucleosica0)
reazioni di immunoperossidasi e a saggi immunoenzimatici
quali l'ELISA.
Virus epatitici (A-EJ-
Morbillo Rosolia Parotite0
Rilevazione di acidi nucleici virali. La diagnosti
ca virologica è stata rivoluzionata dall'avvento di Parvovirus B19a
nuove tecniche di rilevamento di acidi nucleici. Virus encefalitici“
La descrizione metodologica delle varie tecniche esula dalle Rabbia
finalità del presente capitolo, ma è utile ricordare che, oltre ai meto
di dassici di evidenziazione di acidi nucleici basati sulTibridizza- Febbre emorragica0
zione molecolare quali il Southern blot (DNA) ed il Northern blot Dengue0;
(RNA), la capacità di amplificazione della reazione polimerasica a
catena (PCR) ha permesso di evidenziare quantità di materiale
genetico precedentemente non rilevabile, ed ha portato inoltre
all'identificazione di nuovi virus precedentemente ignoti. Varia
HTLV-I e II ■
■ ; / -V//"
zioni della metodica, quali la RT-PCR, che permette di rilevare tra aSaggi per evidenziare immunoglobuline M (IgM) virus specifiche
scritti virali, PCR quantitative e semiquantitative, e la reai time- bSaggi per evidenziare IgM virus specifiche sono utilizzati per il
PCR, che fornisce un'indicazione del numero di copie del genoma
virale (e quindi della viremia), vengono utilizzate non solo per la
virus dell'epatite A e B
diagnosi iniziale della infezione, ma anche per il controllo della
progressione della malattia, a scopo prognostico. Ad esempio, nel
caso della infezione da virus di Epstein-Barr, la real time PCR rap Sierologia utilizzata per determinare lo
presenta il metodo di scelta per monitorare il carico virale nel san stato immune
gue periferico, che può permettere di predire la comparsa di pato
logie linfoproliferative (o ricadute nei pazienti già affetti) in sogget
ti gravemente immunocompromessì quali pazienti con AIDS o
Varicella Zoster
pazienti sottoposti a trapianto d'organo o di midollo osseo. Virus Herpes simplex
Infine recenti tecnologie (microchip macroarrays and
microarrays) consentono di spottare da centinaia a migliaia di Virus di Epstein-Barr (IgG dirette contro l'antigene viro-
sonde di oligonucleotidi iñ un chip di silicone e di effettuare le capsidico VCA)
reazioni di ibridizzazione direttamente sul chip. La microscopia
confocale viene utilizzata per la rilevazione della reazione. Tale Rosolia
metodica ha il vantaggio di poter effettuare rapidamente e con Morbillo
temporaneamente l'identificazione di numerosi e diversi agenti
patogeni. La prima applicazione nella diagnostica virologica ha Parvovirus B19
riguardato la rilevazione di mutazioni del virus HIV associate
alla resistenza ai farmaci antiretrovirali.
Virus dell'epatite A (anticorpi totali)
Virus dell'epatite B (Anti-HB)
Sierologia. Il dosaggio degli anticorpi diretti
contro il virus è stato uno dei principali metodi uti
lizzati per la diagnosi specifica delle infezioni vira La diagnosi sierologica in caso di re-infezione o di
li, e costituisce tuttora un approccio fondamentale riattivazione dell'infezione è più complessa di quella
per lo studio deir evolversi deirinfezione. La siero deirinfezione primaria, in quanto in entrambi i casi si
logia può servire per la diagnosi della infezione in verifica in un soggetto con anticorpi della classe IgG
atto, o fornire informazioni sullo stato immunologi- preesistenti, e non sempre compare una risposta di
co dell'ospite nei confronti di specifici agenti pato tipo IgM. L'aumento del titolo anticorpale può far
geni. (Tabb. 5 e 6). Viene particolarmente usata in sospettare una riattivazione virale (ad esempio nel
quelle infezioni in cui il virus è difficilmente colti caso delle infezioni latenti da herpesvirus). Infine
vabile in vitro. l'interpretazione della sierologia è unica per quei
La diagnosi sierologica si basa sulla cinetica della risposta virus che provocano tipiche infezioni croniche, come
anticorpale all'infezione virale. Anticorpi specifici sono assenti l'HIV ed i retrovirus umani correlati della famiglia
nei soggetti suscettibili all'infezione, ma divengono evidenziabi degli HTLV. Per questi agenti, la presenza di anticor
li alcune settimane dopo il contatto con il virus. Anticorpi della
classe IgM sono spesso rilevabili per un breve perìodo, prima
pi specifici di qualsiasi isotipo (in assenza di immu
della comparsa di anticorpi specifici della classe IgG. La risposta nizzazione artificiale) è sempre indicativa di infezio
IgM tende a declinare nel giro di uno o due mesi, mentre gli anti ne in atto; nel caso del virus dell'epatite C, la presen
corpi IgG durano molto più a lungo, spesso per tutta la durata za di anticorpi diretti contro il virus corrisponde ad
della vita. Conseguentemente, l'assenza di anticorpi (sia TgG che infezione attiva nell'85% dei casi.
IgM) sta a significare la suscettibilità all'infezione, la presenza di
anticorpi (IgM) specifici, in presenza o assenza di IgG, riflette I metodi più comunemente utilizzati per il dosaggio degli
un'infezione in atto, o molto recente, e la presenza di IgG in anticorpi sono test immunoenzimatici (ELISA), radioimmunolo-
assenza di IgM indica un'infezione pregressa, e quindi, nella gici (RIA) e l'immunofluorescenza indiretta (IFA). L'antigene
maggior parte dei casi, di immunità nei confronti di un'eventua- virale, che può consistere in cellule infettate dal virus, da virus
le infezione successiva da parte del medesimo agente. purificato o da una proteina virale ricombinante, viene fatto ade-
Metodi diagnostici delle infezioni virali & 217
Profilo sierologico degli anticorpi anti EBV in pazienti con malattie EBV associate
o in soggetti sani
- Anticorpi
Condizione o malattia VCA EA-D EA-R EBNA
IgM IgG IgA IgG IgA (IgG) (igG)
individuo non infetto - - - - -
Infezione primaria silente + _ + /— - + /-
Infezione pregressa + - + /- - ■ - +
Riattivazione con immunodeficienza ~/ ++ + /- ++ + /- + /- + /-
Mononucleosi infettiva ++ _ - . + /- _
Linfoma di Burkitt ++ - +/ - - ++ +
Carcinoma nasofaringeo 1! ■+ ' ++ • + .+ ■
I due +4- indicano un titolo anticorpale elevato.
rire su una superfìcie solida di una piastra o di una biglia di pla e non-B è stato usato per lo screening di una libreria di espres
stica o su un vetrino da microscopio nel caso dell'IFA. Dopo rag sione di circa 1 milione di cloni possibili, con la scoperta di un
giunta del campione di siero, ed un appropriato periodo di incu clone esprimente un prodotto genico di HCV. Il sequenziamento
bazione seguito da alcuni lavaggi, viene aggiunto un secondo del suo acido nucleico ha consentito l'identificazione del nuovo
anticorpo diretto contro le immunoglobuline tonane, general virus come un flavi virus, e ha permesso la messa a punto del test
mente monoclonale o policlonale appartenente ad ima specie ani che viene utilizzato per controllare le unità di sangue utilizzate
male (capra, coniglio, cavia), coniugato con un enzima quale la per le trasfusioni. Tuttora HCV non è coltivabile "in vitro".
perossidasi (ELISA), ad una sostanza radioattiva (RIA) o ad un
fluorocromo (IFA). Diluizioni progressive del siero da esaminare La scoperta del virus "sin nombre", la causa
permettono di rilevare il titolo anticorpale. Un importante van della sindrome polmonare indotta da hantavirus, è
taggio di questi saggi sierologici è che permettono anche di rile iniziata con l'osservazione che nel siero di pazienti
vare anticorpi specifici delle classi IgM ed IgA, mediante l'uso di
anticorpí secondari isotipo-specìfici. Nella tabella 7 è mostrato il
affetti da tale patologia erano presenti anticorpi che
quadro sierologico tipico nelle diverse infezioni da parte del virus cross-reagivano con altri hantavirus umani noti.
di Epstein-Barr. È importante notare che in zone in cui è elevata La messa a punto di un saggio di RT-PCR utilizzando
l'incidenza del carcinoma nasofaríngeo, quali la zona costiera del rimers basati su sequenze conservate nei quattro tipi di
sud-est della Cina, lo screening della popolazione per la presenza antavirus noti e patogeni per l'uomo, ha portato al
di immunoglobuline A dirette contro antigeni precoci del virus di sequenziamento del prodotto di amplificazione e l'iden
Epstein-Barr rappresenta un valido saggio diagnostico per l'indi
tificazione di un nuovo hantavirus. Anche nel caso del
viduazione precoce di soggetti affetti dal tumore, che altr/menti
virus "sin nombre", la coltura del virus "in vitro" è estre
viene solitamente diagnosticato in fase avanzata della malattia. mamente difficile.
Nella metodica del western blot, gli antigeni virali presenti
nella cellula infettata sono denaturati, separati mediante elettro- Infine, come accennato precedentemente, il
foresi su gel, trasferiti su membrana e fatti reagire con il campio
ne di siero. Il legame con l'anticorpo viene rilevato mediante
virus associato al sarcoma di Kaposi (KSHV) o
l'uso di anticorpi marcati. La principale applicazione del human herpesvirus 8, è stato isolato grazie ad una
western blot nei laboratori diagnostici consiste nella conferma di modificazione della tecnica della PCR. Confrontan
saggi precedenti meno specifici, come ad esempio nel caso delì'- do DNA estratto da tessuto tumorale del sarcoma
HTV, o per distinguere ñ sottotipo virale verso cui sono rivolti di Kaposi, con quello estratto da tessuto normale,
anticorpi anti herpes simplex.
sono state rilevate alcune sequenze uniche omolo
Identificazione di nuovi virus. L'utilizzo di ghe ad altri noti gammaherpesvirus (virus di
metodologie diagnostiche più innovative e più sen Epstein-Barr, herpesvirus saimiri). Il nuovo virus è
sibili ha portato negli ultimi anni alla identificazio stato successivamente costantemente riscontrato in
ne di nuovi virus. In alcuni casi, nuovi virus sono tutti i casi di sarcoma di Kaposi (sia classico che
stati scoperti utilizzando tecniche convenzionali di associato all'AIDS), ed in alcune forme linfoprolife-
coltura virali, come nel caso del virus Hendra, un rative quali la malattia multicentrica di Castleman
nuovo paramixovirus che infetta l'uomo ed il caval ed i linfomi delle effusioni primarie (PEL). Questi
lo. In altri casi, tecniche basate sulla rilevazione di ultimi rappresentano ancora l'unica fonte per la col
acidi nucleici hanno consentito l'identificazione di tura "in vitro" del virus.
virus che non possono essere coltivati.
L'applicazione di queste tecnologie consentirà certamente di
identificare un numero sempre crescente di nuovi virus negli
B Prevenzione delie malattie virali:
anni a venire. Il primo esempio di identificazione virale indipen le vaccinazioni
dentemente dalla coltura è stato quello del virus dell'epatite C.
Questo virus è stato identificato mediante clonaggio molecolare Le malattie virali hanno afflitto l'uomo sin dalle
di plasma infetto. Il siero di un paziente affetto da epatite non-A sue origini e gli effetti da loro provocati variano da
218 ^ Malattie virali nell'uomo
patologie lievi e temporanee a piaghe epidemiche soggetti non esposti precedentemente, e durante
che possono alterare il corso della storia. Analisi tale periodo il virus è escreto con le feci. In alcuni
molecolari su tessuti di mummie risalenti a migliaia casi, il virus abbandona l'intestino e provoca una
di anni fa hanno dimostrato resistenza di acidi forma di "malattia minore"con una sintomatologia
nucleici virali; lesioni riscontrate su mummie egizia simile a quella di molte infezioni virali comuni,
ne, come quella dei faraone Ramsete V, sembrano quali stanchezza e mal di gola. Se il virus invade il
ricordare gli effetti tìpici del vaiolo, mentre sono stati sistema nervoso, i sintomi della "malattia maggio
scoperti alcuni graffiti egiziani in cui sono effigiati re" (paralisi infantile) si possono verificare da 8 a 30
uomini probabilmente affetti da poliomielite. Poiché giorni dopo l'infezione. Tali sintomi gravi si mani
sono estremamente variabili le situazioni epidemio festano in meno dell'1% delle infezioni e dipendo
logiche e la patogenicità dei virus, non esiste un sin no dal ceppo o dal tipo di virus. Esistono tre siero-
golo rimedio magico per controllare il diffondersi tipi virali (tipi 1,2 e 3), e l'infezione con un tipo non
delle infezioni. Ogni virus presenta una serie specifi conferisce la protezione nei confronti di un altro
ca di problemi. H controllo di possibili vettori ed il tipo. Il tipo 1 è quello più associato con l'induzione
miglioramento globale delle condizioni socio-sanita della paralisi, e quello tipo 2 il meno associato. L'in
rie hanno contribuito grandemente a limitare le infe vasione da parte del virus dei neuroni motori del
zioni. Inoltre sono disponibili una serie di agenti ad midollo spinale inferiore provoca la paralisi agli
attività antivirale, tra i quali quelli con una certa effi arti inferiori - nota come poliomielite spinale -
cacia nei confronti di malattie molto gravi quali mentre l'invasione virale a livello del tratto supe
l'AIDS. H progresso maggiore fino ad'oggi raggiun riore risulta in poliomielite bulbare e paralisi respi
to è però rappresentato dall'utilizzo dei vaccini. ratoria. Si possono anche verificare casi di meningi
Come è noto, il termine vaccinazione deriva dal- te asettica, nota anche come poliomielite abortiva, e
rutilizzo del virus vaccinico da parte di Jenner, in di encefaliti. Circa l'80% dei casi di malattia grave
Inghilterra, nel 1796, per prevenire la comparsa del provocano una paralisi permanente, 10% vanno
vaiolo. Htasso di mortalità del vaiolo è di circa il 25%. incontro a morte ed il restante 10% guarisce com
I primi tentativi di controllo della malattia (intorno al deci
pletamente. La presenza di anticorpi circolanti,
mo secolo) consistevano nella variolizzazione, in cui si utilizza derivati o dalla vaccinazione,, o acquisiti dalla
va il contenuto delle pustole di ima persona malata ma che non madre, previene la poliomielite mantenendo la
moriva per la malattia. Questa persona aveva una forma più replicazione virale confinata a livello dell'intestino.
lieve di vaiolo dovuta alla presenza di una variante virale natu
La trasmissione virale si verifica più frequentemen
rale; il materiale estratto dalla pustola veniva inoculato in un'al
tra persona, che solitamente contraeva a sua volta una forma più te tramite la via oro-fecale. Nel ventesimo secolo vi
lieve della malattia. Se la persona non moriva, manteneva sono state numerose forme epidemiche della malat
un'immunità nei confronti del vaiolo che durava per tutta la tia, in contrasto con i rari casi dì poliomielite
vita. Il tasso di mortalità della variolizzazione è di circa il 2%. La descritti in periodi precedenti. Tali epidemie si veri
variolizzazione veniva comunemente utilizzata in Inghilterra
nel 1700, ed è stata usata in Pakistan, Etiopia ed Afganistan fino ficavano soprattutto nei paesi sviluppati, a causa
al 1970. La vaccinazione utilizzava il virus vaccinico, l'agente del delle migliori condizioni di igiene che facevano sì
cowpox. Era nozione diffusa a quel tempo che persone che con che x bambini venissero esposti alla infezione virale
traevano il cowpox (come le addette alla mungitura delle vac in un'età più avanzata, quando gli anticorpi mater
che) sembravano acquisire una immunità protettiva nei confron
ti del molto più grave vaiolo. Jenner effettuò un esperimento di
ni erano declinati ad un livello non in grado di con
vaccinazione sul proprio figlio e su un amico con virus vaccìni ferire protezione.
co prelevato da una mucca di nome Blossom e successivamente
Il primo vaccino antipolio utilizzato è stato quello inattivato
inoculò loro il virus virulento del vaiolo. Entrambi ì vaccinati
di Salk, prodotto inattivando il virus con trattamento prolunga
acquisirono la protezione. Da allora la vaccinazione anti-vaìolo è
to con formalina per rimuovere l'infettività senza distruggere
stata adottata con successo in tutto il mondo, ed ha portato alla
l'antigenicità, somministrato per via iniettiva. I) vaccino orale,
eradicatone della malattia: l'ultimo caso di vaiolo in Inghilterra
sviluppato da Sabin nel 1961, è un vaccino trivalente, costituito
si è verificato negli anni 30, negli Stati Uniti negli anni 40, e l'ul
da una miscela di tre tipi di poliovirus attenuati. Il vaccino di
timo in assoluto è stato in Somalia nell'ottobre del 1977.
Sabin ha contribuito enormemente alla drastica riduzione della
Le ragioni del successo della vaccinazione anti poliomielite, ma è stato associato, sia pure in una minima per
centuale, con casi di poliomielite dovuti a virus di derivazione
vaiolo sono numerose, e comprendono l'assenza di
vaccinale (VDPV). Dal 1999 in tutti i paesi occidentali (in Italia
serbatoi animali del virus, il fatto che la vaccinazione dal. 2002), per diminuire il rischio dei casi di paralisi vaccino
conferisca un'immunità che dura tutta la vita, che associati, è stata sospesa la vaccinazione con il vaccino vivo
siano rari i casi di infezione subclinica, che vi è un orale, e vengono somministrate quattro dosi di vaccino inattiva
unico sierotipo di virus del vaiolo, che il vaccino è to potenziato a tutti i bambini dal terzo mese al terzo anno di
vita. Dato il costo più elevato di questo tipo di vaccino, e le
efficace, e che vi sono stati sforzi diretti ad effettuare modalità dì somministrazione più difficili, nei paesi in via di svi
la vaccinazione da parte di tutti i governi del mondo. luppo viene proseguito l'uso del vaccino orale.
Un'altra grave malattia virale che, grazie alla Nel 1988, tutti gli stati membri dell'Organizzazione Mondiale
vaccinazione, è vicina alla eradicazione è la polio della Sanità hanno votato un'iniziativa globale volta all'eradica-
mielite, causata dal poliovirus. La maggior parte zione della poliomielite entro l'anno 2000. Tale iniziativa ha rap
presentato il maggior sforzo a livello di salute pubblica effettuato
delle infezioni da poliovirus sono asintomatiche, fino ad oggi su scala mondiale, ed ha consentito di eliminare la
con la crescita virale limitata all'intestino. La dura poliomielite endemica da tutti i paesi eccetto 6. (Fig. 10) In questo
ta dell'infezione è di circa 5-6 settimane nel 50% dei periodo circa 2 miliardi di bambini sono stati vaccinati grazie alla
Prevenzione delle malattie virali: le vaccinazioni » 219
(j Malattie virali emergenti Una epidemia come quella della SARS (sindro
me respiratoria acuta grave) ha dimostrato come
e rischio di pandemie una malattia sviluppata in una zona remota (una
Nonostante le campagne di vaccinazione, l'effi provincia della Cina) può diventare un problema
cacia della ricerca sperimentale, e le condizioni globale, con 8000 casi stimati, 774 morti accertate e
sanitarie globalmente migliorate a livello interna 29 paesi del mondo coinvolti, in soli pochi giorni.
zionale, non possono essere sottovalutati i rischi Fortunatamente, nel caso della SARS, il ruolo della
della comparsa di epidemie da parte di nuovi collaborazione internazionale è stato fondamentale
virus, o della riemergenza di infezioni che si pen per il controllo dell'epidemia: il virus responsabile
sava fossero quasi scomparse. Tra i fattori che con (un coronavirus) è stato identificato grazie allo sfor
tribuiscono alla diffusione di nuove infezioni vira zo comune di numerosi laboratori di tutto il
li vanno citati i frequenti spostamenti aerei di mondo, e l'Organizzazione Mondiale della Sanità
milioni di persone da un continente all'altro, la glo (OMS) sta lavorando per aggiornare una regola
balizzazione, intesa come interscambio continuo di mentazione intemazionale per il controllo delle
merci e alimenti, la possibile comparsa di nuovi malattie infettive, al fine di fronteggiare le nuove
agenti virali per mutazioni o ricombinazioni gene possibili emergenze sanitarie. La SARS ci ha inse
tiche e la resistenza ai farmaci. Particolare preoccu gnato che qualunque cosa accada anche nel più lon
pazione deriva anche dal rischio del bioterrorismo: tano angolo del mondo può rappresentare un pro
sebbene la guerra biologica sia vietata da tutte le blema globale, e la rigorosa adesione alle procedu
convenzioni internazionali, la possibilità che grup ra di controllo delle infezioni, nonché la collabora
pi terroristici utilizzino questo tipo di armi di zione con il mondo della ricerca a livello intemazio
distruzioni di massa è purtroppo reale e deve esse nale sono gli strumenti necessari per affrontarlo.
re tenuta in considerazione. Una malattia che si presenta regolarmente in
forma epidemica, e della quale sussiste il rischio di
Proprio il rischio di bioterrorismo, ad esempio, è una delle
una nuova pandemia, è l'influenza. L'influenza è
remore che mette in dubbio la decisione di distruggere le scorte
di laboratorio di virus del vaiolo (ormai eradicato da anni), nel una malattia respiratoria acuta dovuta alla infezio
timore che la distruzione non venga effettuata da tutti i paesi e ne da virus influenzali, di cui ne sono stati identifi
che parte di esso venga utilizzata a scopi bellici. Malattie infet cati tre tipi, che costituiscono il genere Orthomixo-
tive quali la tubercolosi e la malaria rappresentano tuttora virus: i tipi A e B, responsabili della sintomatologia
emergenze a livello mondiale lontane dall'essere debellate. L'in
fezione da HIV, soprattutto in Africa ed in Asia, è incontrastata
influenzale classica (febbre elevata, dolori ossei e
per la mancanza di un vaccino efficace e per l'elevato costo delle muscolari, mal di testa, mal di gola, raffreddore e
terapie antivirali. Patologie quali le malattie emorragiche da tosse non catarrale), ed il tipo C di scarsa rilevanza
virus Ebola e Marburg in Africa, la febbre del Nilo occidentale clinica, generalmente asintomatico. I virus di tipo A
negli Stati Uniti, la variante della malattia di Creutzfeld-Jacob in circolano sia nell'uomo che in altre specie animali, e
Gran Bretagna, e l'influenza dei polli a Hong Kong dimostrano
come agenti antichi si possano manifestare in nuove popolazio
sono ulteriormente suddivisi in sottotipi in base
ni o in diversi gruppi di età e con un aumento della loro inci alle differenze tra le proteine di superficie emagglu-
denza. tinina (HA) e neuramminidasi (NA) nei confronti
Malattie virali emergenti e rischio di pandemie & 221
delle quali è diretta la risposta immune dell'ospite La prima, e più grave, pandemia influenzale si verificò nel
(soggetto infetto o vaccinato). 1918, ed è conosciuta con il nome di "spagnola". Vi furono più
morti causati dall'influenza in 6 mesi (oltre 20 milioni), che dal
Ad oggi sono stati identificati 15 sottotipi di emagglutinina e l'intera prima guerra mondiale. I tassi di mortalità arrivavano
9 di neuramminidasi, di cui solo tre per l'emagglutinina (H i, H2 fino al 50%, nel caso di donne in gravidanza. I tessuti prelevati
e H3) e due per la neuramminidasi (NI e N2) sono stati riscon da persone morte durante la pandemia sono stati fortunatamen
trati nell'uomo. L'emagglutinina facilita l'ingresso del virus nella te preservati, ed analizzati successivamente con metodologie più
cellula suscettibile mediante l'adesione all'acido sialico recetto- recenti che hanno consentito l'identificazione del ceppo virale
riale. Rappresenta il maggiore determinante antigenico dei virus responsabile appartenente al sottotipo H1N1 del virus influen
di tipo A e B verso cui sono diretti gli antìcorpi neutralizzanti, ed zale A. La pandemia successiva si è verificata nel 1957 (Asiatica),
è il componente cruciale degli attuali vaccini antiinfluenzali. La con la comparsa di una nuova variante antigenica, H2N2, segui
neuramminidasi, il secondo determinante antigenico, facilita il ta da un nuovo shift antigenico nel 1968 con la comparsa del
rilascio dei vinoni maturi dalla cellula infettata, e rappresenta un ceppo H3N2. Più recentemente, ad Hong Kong nel 1997, si è
importante bersaglio dei farmaci antivirali. Il comportamento verificato il primo caso documentato di infezione umana con
epidemiologico dell'influenza è correlato a due tipi di variazioni virus dell'influenza aviaria, il ceppo H5N1, che ha causato una
antigeniche delle sue glicoproteine, la deriva antigenica (antige- malattia respiratoria acuta in 18 persone, provocando 6 decessi.
nic drift) e lo spostamento antigenico (antigenic shift). La prima L'infezione degli esseri umani coincise con un'epidemia alta
consiste in una graduale modifica della sequenza degli aminoa mente patogena, causata dallo stesso ceppo, nella popolazione
cidi che compongono le proteine immunogeniche, ed è responsa di pollame di Hong Kong, ed analisi, epidemiologiche e moleco
bile delle epidemie stagionali. Gli anticorpi della maggior parte
lari stabilirono che il virus era stato trasmesso all'uomo diretta-
della popolazione non sono in grado di riconoscere queste nuove
mente dal pollame. La rapida distruzione, nell'arco di soli tre
varianti, ed un ampio numero di individui diviene suscettibile al
giorni, dell'intera popolazione di polli di Hong Kong (stimata in
nuòvo ceppo. L'antigenic shift è un fenomeno che riguarda solo
circa un milione e mezzo di esemplari) ha bloccato l'ulteriore tra
i virus influenzali di tipo A, che comporta la comparsa nell'uomo
smissione del virus all'uomo, ed ha probabilmente scongiurato il
di un nuovo ceppo virale con almeno una proteina di superficie
rischio di una nuova pandemia influenzale. Allarmi successivi si
(H o N) diversa, in seguito a riassortimento genetico tra virus
sono verificati con ima nuova epidemia di influenza da virus
umani e animali (aviari o suini), o alla tramissione diretta di
virus non umani all'uomo (Fig. 11) H5N1 ad Hong Kong nel 2003, ed una, sempre nel 2003, in Olan
da, causata dal sottotipo H7N7, e con la conferma della presen
Questi cambiamenti di maggiore entità permet za del virus aviario H5N1 in casi di malattie respiratorie acute
tono la circolazione di nuovi antigeni che non sono nel Vietnam del Nord nel gennaio del 2004. In base alle tenden
ze verificatesi nella storia, ci si può attendere che le pandemie
mai stati in contatto con l'uomo, e possono provo influenzali, in media, si verifichino tre o quattro volte in un seco
care una infezione improvvisa di grave entità e su lo, e tutti gli esperti concordano che una nuova pandemia è ine
scala mondiale/che prende il nome di pandemia. vitabile e possibilmente imminente. La rapida diffusione globa-
Virus riassortito
Fig. n - La natura segmentata del genoma del virus A delhnfuenza, che comprende otto geni, facilita il riassortimento genico, e
sono possibili fino a 256 combinazioni geniche tra virus umani e non umani. L'antigenic shift si può verificare quando geni che
codificano per aimeno una glicoproteina (emagglutinina) di superficie sono introdotti nella popolazione, mediante trasmissione
diretta di un virus aviario, come nel caso del virus H5N1, o dopo riassortimento genetico nel maiale, che consente la crescita sia
di virus aviari che umani.
222 § Malattie virali nell'uomo
le di una malattia infettiva come la SARS ci ha mostrato il grave Nello stesso periodo, particolarmente rilevanti furono i risul
impatto di mia nuova malattia respiratoria umana che può esse tati ottenuti dai ricercatori del gruppo di Robert C. Gallo del labo
re altamente contagiosa. Un nuovo ceppo influenzale è probabil ratorio di Virologia del National Institute of Health (NIH) (Bethe-
mente molto più trasmissibile del corona virus della SARS, e dif sda, USA) i quali isolarono dal sangue di un individuo omoses
fìcilmente controllabile da misure come l'isolamento, la quaran suale ammalato di AIDS un nuovo retrovirus umano che fu chia
tena, o il controllo dei viaggiatori negli aereoporti. Come nei casi mato HTLV-III (Human T Leucemia Virus-III). Il clonaggio del
precedentemente descritti per altre patologie virali, è indispen LAV ed il successivo sequenziamento del genoma virale compro
sabile per contrastare gli effetti di questa nuova pandemia raf varono definitivamente l'appartenenza di LAV/HTLVIII alla
forzare i sistemi di sorveglianza e mettere a pulito le migliori famiglia dei retrovirus, specificamente al lentivirus, e che LAV ed
misure protettive: una priorità immediata è di bloccare all'inizio HTLV-III identificavano uno stesso virus die da quel momento fu
la diffusione ulteriore dell'epidemia nelle popolazioni di polla chiamato HIV-1 (Human Immunodeficiency Virus-1) (Fig. 12).
me accompagnata da vaccinazione, e da somministrazione di
farmaci antivirali a scopo profilattico, di persone ad alto rischio Queste evidenze consentirono di identificare
di esposizione a pollame infetto, e lo sviluppo di vaccini diretti una nuova malattia a patogenesi virale da HIV-1
contro i nuovi sottotipi di virus influenzali efficaci sia per Tuo-
mo che per gli animali. definita AIDS (Acquired Immunodeficiency Disea
se Syndrome). Dal Giugno 1981 l'AIDS si è manife
stata come malattia caratterizzata da grave immu-
I Sindrome do immunodeficienza nosoppressione ed associata ad infezioni opportu
nistiche, e/o allo sviluppo di alcune neoplasie e/o
acquisita (AIDS) a manifestazioni neurologiche.
Nel giugno 1981, Gottlieb et al. segnalarono al Ad oggi, l'HIV-1 ha infettato più di 80 milioni di
CDC di Atlanta (Centers for Disease Control, USA) individui, un terzo dei quali è successivamente
5 casi di giovani uomini omosessuali di Los Ange deceduto per la malattia. Tuttavia, mentre negli
les affetti da polmonite da Peumocystis carimi asso Stati Uniti e nei paesi industrializzati tra i quali l'I
ciata ad un severo deficit immunitario con deple- talia, si è riusciti a controllare la diffusione dell'in-
zione dei linfociti T, in totale assenza di patologie
che potessero giustificare questo grave stato di
immunodeficienza. Nello stesso periodo pervenne
ro al CDC di Atlanta anche segnalazioni di casi di
sarcoma di Kaposì in giovani individui di sesso
maschile di Los Angeles e New York. In questo
caso, l'anomalia consisteva nel riscontrare un sarco
ma di Kaposi in individui giovani essendo invece
noto che tale neoplasia colpisce prevalentemente
soggetti anziani, con una peculiare endemia in alcu
ne aree geografiche quali l'Italia, la Grecia ed altri
paesi che affacciano sul bacino del Mediterraneo.
Apparve chiaro fin dall'inizio che ciò che acco
munava i nuovi casi segnalati era uno stato di
immunodeficienza derivante da una significativa
riduzione dei linfociti T CD4+ circolanti. Si ipotiz-
zò che questo derivasse da un non meglio definito
comportamento "om osessuale", tuttavia questa
ipotesi fu prontamente rimossa quando furono
descritti casi di AIDS in soggetti tossicodipendenti,
emofilici ed emotrasfusi ed in individui che aveva
no avuto rapporti sessuali con i soggetti apparte
nenti ai "gruppi a rischio".
Sulla base di queste evidenze cliniche ed epidemio
logiche si ipotizzò che la malattia potesse avere una
causa infettiva, e che l'agente infettivo, presumibil
mente un virus, potesse essere trasmesso per via ses
suale o attraverso trasfusioni di derivati del sangue.
La prova di ciò venne nel 1983 quando Francoise Barrè-
Sinoussi, del Laboratorio di Virologia dell'istituto Pasteur di Pari
gi, coordinato da Lue Monta gnier, rivelò che un virus della fami
glia dei retrovirus umani, non precedentemente isolato, e definito
LAV (Lymphadenopathy Associated Virus), poteva essere l'agen Fiq. 12 - Struttura deli'HiV-1: l'involucro è in parte costituito
te responsabile dell'insorgenza dell'AIDS. Il LAV fu isolato da un dalla membrana della cellula ospite ed in parte rivestito da pro
linfonodo di un paziente tossicodipendente, affetto da una grave teine virus-specifiche quali la ap lóO, nelle sue due subunità la
forma di immunodeficienza con deplezione dei linfociti T CD4+ gpl20 e la gp4ì {inserto). All'interno ddl'involucro si trova il
associata ad un aumento di volume generalizzato di alcune sta nucleocapside con struttura troncoconica contenente due copie
zioni linfonodali, una condizione patologica successivamente del genoma ed i principali enzimi necessari alla replicazione
nominata PGL (Persistent Generalized Lymphadenopathy). virale.
Sindrome do immunodeficienza acquisita (AIDS) - 223
Fig. 13 - L'infezione da HIV sembra aver avuto origine in Afri Fig. 14 - Fotografìa al microscopio elettronico di una particella
ca centrale in aicune specie di scimpanzè e che sia stata succes virale in fase di gemmazione dalla membrana delia cellula ospite
sivamente trasmessa all'uomo per mutazioni del virus che durante l'ultima rase delia replicazione virale.
hanno consentito la trasformazione del SIV in HÌV-1.
224 & Malattie virali nell'uomo
cui originano tre proteine. Una trascrittasi inversa, Variabile
una protessi che interviene durante l'assemblaggio
delle particelle virali ed una integrasi coinvolta nel
l'integrazione del genoma virale in quello della cel
lula ospite. Il ruolo della trascrittasi inversa è quel
lo di trascrivere una copia di DNA da uno stampo
preesistente di RNA. Il gene env codifica un precur
sore proteico altamente glicosilato, la gpl60.
Questa glicoproteina viene scissa da una endopeptidasi in
due glicoproteine a più basso peso molecolare; la proteina extra
cellulare gpl20 e la proteina transmembrana gp41. La gpl20
svolge un ruolo prioritario nel riconoscimento della proteina
CD4 sulle cellule ospiti, mentre la gp41 è principalmente coin
volta nella fusione dell'involucro virale con la cellula ospite.
All'estremità del genoma dell'HIV-l sono inoltre presenti
sequenze regolatrici chiamate LTR (Long Terminal Repeat) che si
formano nell'HIV-1 solo dopo l'ingresso del virus nella cellula
ospite e dopo la trascrizione in DNA. Una caratteristica peculia
re del genoma dell'HIV-l, condivisa anche da altri retrovirus
umani, quali HTLV-I ed HTLV-II, è quella di possedere sequen
ze geniche con più "schemi di lettura aperti" (Open Reading Fig. 15 - Struttura delia moiecola LESTR (leukocyte expressed
Frame, ORF) sovrapposti. Questa caratteristica permette al seven transmembrane domain receptor) o fusina che agisce da
genoma dell'HIV-l di codificare per altre sei proteine dette rego co-recettore insieme al CD4 nell'infezione dei linfociti T aa parte
latrici, definite tat, rev, nef, vif, vpr, vpu, che risultano essere di ceppi HiV-linfocitotropi.
coinvolte nella replicazione virale, nella infettività e rilascio delle
particelle virali mature, e nella integrazione del genoma virale
nella cellula ospite.
Le cellule bersaglio de!l'm fezione virale
L'adesione e la successiva infezione della cellula
Il numero di cellule CD4+ infette in forma pro
bersaglio avviene attraverso un meccanismo a dop
duttiva presenti nel sangue periferico è relativa
pia chiave. Il contatto tra il vinone e la cellula ber
mente basso specialmente nelle fasi precoci della
saglio è mediato dal legame tra la glicoproteina
malattia (0.01-0.1%). Ciò è dovuto al fatto che la
gpl20 dell'HIV-l e la molecola CD4 presente sulla
maggior parte delle cellule CD4+ infette si localiz
membrana della cellula ospite. L'interazione tra la
za negli organi linfatici quali linfonodi, tonsille e
gpl20 ed il CD4 causa una modificazione confor-
milza. In essi, la maggior parte delle cellule infetta
mazionale della glicoproteina virale responsabile te ospita il virus in forma latente. Sulla base di que
dell'attivazione della proteina gp41 che a sua volta ste osservazioni è stato proposto che nelle fasi pre
facilita la fusione dell'involucro virale con il doppio coci della malattia si verifichi una infezione massi
strato fosfolipidico della membrana cellulare. Da va dei linfociti T CD4+ presenti nei linfonodi i
ciò ne deriva che l'HIV-1 è in grado di infettare sia quali verrebbero quindi a svolgere una funzione di
i linfociti T helper che i macrofagi in quanto "reservoir" virale.
entrambi esprimono sulla membrana cellulare là La progressiva deplezione di linfociti T CD4+,
molecola CD4. tipica dell'infezione da HIV-1, ha probabilmente
La seconda chiave è rappresentata da un recetto molte cause. Oltre alla morte cellulare dovuta all'a-
re chemiochinico che, per i macrofagi, è rappresenta zione diretta del virus sulle cellule T CD4+ infetta
to dalla molecola CCR5 e, per i linfociti T, dalla mole te in forma produttiva (effetto citopatico), sono
cola LESTR (Leukocyte-Expressed Seven Transmem- anche stati descritti molti altri meccanismi indiretti
brane-domain Receptor) o fusina o CXCR4 (Fig. 15). tra i quali fenomeni apoptotici e la capacità del
Una volta all'interno della cellula, il genoma vira virus di indurre anergia nei linfociti T CD4+. L'in
le va incontro a trascrizione inversa e ciò porta alla sieme di tali eventi porta ad una diminuzione mas
formazione di cDNA (DNA provirale). Nelle cellule siva del numero dei linfociti T CD4+ con inversio
T quiescenti, il cDNA dell'HIV-l può rimanere nel ne nel sangue periferico del rapporto CD4/CD8,
citoplasma in forma lineare episomica, mentre nelle che da un rapporto di circa 2, come nei soggetti
cellule T proliferanti il cDNA si circolarizza, entra nel sani, può raggiungere valori inferiori ad 1.
nucleo e viene integrato nel genoma della cellula Anche l'infezione dei monociti e macrofagi è di
ospite. In seguito a questa fase, il provirus può rima estrema importanza nella patogenesi dell'infezione
nere bloccato per mesi od anni e l'infezione può da HIV. Tuttavia, a differenza dei linfociti T, i macro
diventare latente. In alternativa, il DNA provirale fagi infettati contengono moltissime particelle vira
può essere trascritto con la costituzione di particelle li, essendo più resistenti agli effetti citopatici dell'-
virali complete che si formano per gemmazione HIV-1. Come per i linfociti T, la maggioranza dei
dalla membrana cellulare. Tale forma produttiva di macrofagi infettati da HIV-1 si trova nei tessuti dove
infezione, quando associata ad estesa gemmazione rappresentano vere riserve di virus la cui produzio
di particelle virali, porta a morte la cellula (Fig. 14). ne rimane al sicuro dalle difese dell'ospite Inoltre, in
Sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) ^ 225
Fig. 26 e 27 - Splenomegalia da AIDS. Il quadro morfologico di base (Fig. 26) è caratterizzato da un'espansione della polpa rossa
con accumuli di elementi istiocitari. L'accertamento sequenziale istocHimico-immunoistocliimico documenta la coesistenza citopla
smatica di ferro ferrico (Perls-positivo, colore blu) e di p24 (colore rosso).
232 & Malattie virali nell'uomo
mente nei successivi tre anni (anche del 14% per anno). Per con
tro l'accumulo di grasso, indicato collettivamente con la dizione
di truncalfat, aumenta inizialmente con l'inizio della terapia per
rimanere relativamente stabile nei successivi 2-3 anni.
Sul piano morfologico uno studio (Bastard et. al., 2002) condot
to sul tessuto adiposo sottocutaneo addominale di 26 pazienti
(trattati con PIs e NRTIs) portatori di lipodistrofia periferica ha
evidenziato (rispetto ai 18 controlli HIV-1-sieronegativi): la pre
senza di nidi adipocitari di piccola taglia, con diametro inferiore
rispettivamente a 50 e a 70 fi (contro i 94 dei controlli); una ridu
zione dell'espressione di marker adipocitari-specifici (leptina)
ed una forte riduzione del fattore di trascrizione (e di differen
ziazione) adipocitaria SREBP1 (Sterol-Regulatory-Element-Bin-
ding-Proteiniy, un incremento dell'espressione del fattore di
necrosi tumorale (TNFa). Questo studio conferma in vivo quan
to già riscontrato in vitro circa la forte riduzione dell'espressio
ne del SREBP1 Indotta dai PIs.
Anomalie dell'omeostasi del glucosio. Nei pazienti Fig. 34 - Splenomegalia da AIDS con superinfezione criptococ-
affetti da HIV, sia con lipodistrofia periferica che cica. il patogeno è ben riconoscibile per la caratteristica PAS-
positività e per la presenza di gemmazioni [budding). Può esse
con accumulo di grasso, il diabete mellito è riscon re inoltre agevolmente evidenziato ricorrendo alla metacroma-
trabile nel 7% casi contro lo 0,5% dei controlli sani sia alcole-resistente da Azure A, pH 4,5 (inserto in basso).
(previo aggiustamento statistico dei valori relativi
ad età e ad indice di massa corporea). In questi
pazienti si riscontra inoltre frequentemente il feno
meno dell'insulino-resistenza, particolarmente a
seguito di terapia con taluni PIs (indireavir, amprena-
vir, nelfinavir, ritonavir) capaci di indurre in vitro il
fenomeno.
Sono stati considerati anche altri meccanismi patogenetici
tra cui segnatamente la riduzione dei livelli di adiponectina. Il
meccanismo di accumulo lipidico intramiocitario è tutt'altro che
chiarito. Tra i vari momenti patogenetici proposti, ricordiamo
...
quello relativo ad una diminuita fosforilazione del glucosio
secondaria ad un aumento degli acidi grassi liberi o a una loro ♦ XvÌy:’;' ■vS
diminuita ossidazione, possibilmente collegata ad una diminu
zione dei valori dì adiponectina. La trattazione di anomalie (ipo- H.............
testosteronismo, iposurrenalismo, ecc.) indotte occasionalmente
dalla HAART esula dalla presente trattazione in quanto insuffi
cientemente chiarite o espressione di punti di vista conflittuali.
Figg. 39 e 40 - Corteccia cerebrale di paziente affetto da G sporadica, omozigote per metionina al codone 129 e portatore di Pr
P-res di tipo 2. Sono evidenti vacuoli di faglia non uniforme circondati da depositi di Pr P-res documentati con metodica immunoi
stochimica.
236 ® Malattie virali nell'uomo
9 presenza del segmento 97-230 deila proteina prionica; amiloidi multicentriche e di amiloidosi dei piccoli vasi. Nelle
• presenza nella maggioranza dei soggetti omozigoti per la famiglie colpite dalla malattia sono presenti mutazioni punti
vaiina (W ). formi del gene PRNP, di cui la più nota è la sostituzione della
leucina nel codone 102.
È da rilevare peraltro che i soggetti omozigoti per la vaiina Insonnia fatale famigliare. La malattia a trasmissione eredi
portatori di Pr P-res di tipo 1 (VV1) hanno un esordio clinico più taria dominante, si presenta in pazienti di età compresa tra i 35
precoce della CJ sporadica (al di sotto dei 40 anni). 11 decorso ed i 61 anni con disturbi del ritmo sonno/veglia e con insonnia
della malattia è risultato più breve nei soggetti MM1 e MV1. Nei
progressiva seguita da allucinazioni, stato stuporoso, coma.
controlli sani il genotipo MV è stato riscontrato in oltre la metà
Altre manifestazioni cliniche comprendono: iperidrosi, piressia,
dei casi.
La nuova variante della CJ associata alla BSE è stata osser tachicardia, respiro irregolare, mioclonia, disartria, segni di inte
vata (poco meno di un centinaio di casi nel Regno Unito, tre casi ressamento piramidale. Le alterazioni morfologiche più marcate
in Francia, un caso in Irlanda) a seguito dell'epidemia di BSE, sono a carico dei nuclei talamici (anteroventrale e mediodorsale)
riferita in precedenza. Questa variante colpisce principalmente con perdita di oltre 50% dei neuroni ed astrocitosi reattiva. I
soggetti giovani con età media di esordio attorno ai 30 anni, con pazienti omozigoti per la metionina al codone 129 hanno un
manifestazioni cliniche iniziali consistenti, nella metà circa dei decorso più rapido (7-18 mesi) rispetto agli eterozigoti (20-35
casi, in: disturbi psichici, disturbi sensitivi, perdita della memo mesi). E presente una Pr P-res analoga a quella della CJ ma più
ria, disturbi dell'equilibrio, aumentato segnale bilaterale a livel glicosilata.
lo talamico (pulvinar) alla risonanza magnetica. Il quadro mor È da ricordare infine che encefalopatie spongiformi sporadi
fologico riscontrato all'autopsia è caratterizzato da placche "flo che sono state descritte in numerosi altri mammiferi: visone,
ride" presenti nella corteccia cerebrale e cerebellare. Si tratta di cervo, daino, alce, gatto, mulo.
accumuli di sostanza amiloide formata da aggregati insolubili di
Pr P-res di tipo 2, circondati da una corona ricca di vacuoli. La
trasmissibilità della BSE dai bovini all'uomo trova riscontro
anche nella trasmissibilità della BSE ad altre speci (topo, scim | Bibliografia essenziale
mia).
Parchi P. et al.: Classification of sporadic Creutzfeldt-
Jakob disease based on molecular and phenotypic
Altre encefalopatie spongiformi trasmissibili
analysis of 300 Subjects. Ann. Neurol. 4 6 ,2 2 4 ,1 9 9 9 .
Comprendono la malattia di Gerstmann-
Parchi P. et. al.: Genetic influence on thè structural
Straussler-Scheinker (GSS) e l'insonnia fatale. _variantions of thè abnormal prion protein. Proc. Nat.
GSS. E una malattia che provoca demenza, spesso associa Acad. Sci. 1 7 2 ,1 6 8 , 2000.
ta ad atassia cerebellare, a carattere famigliare con trasmissione
verticale autosomica dominante. Il quadro morfologico di base Will R.G. et. al.: Diagnosis of new variant C-J disease.
è simile a quello della CJ con più frequente reperto di placche Ann. Neurol. 47, 575,2000.
Malattie
2.3 batteriche
G. Barbolini, G. Rossi
Le malattie batteriche sono un vasto gruppo di ® è la fonte di enzimi, normalmente attivi nel lume
malattie infettive, tristemente note in era preanti- intestinale;
biotica per l'elevata mortalità e per gli aspetti epi • promuove la comparsa dell'assetto morfostrut-
demici, passibili attualmente di efficace terapia e di turale definitivo intestinale (cellularità della
valida prevenzione. Per una più agevole compren lamina propria, sviluppo del tessuto linfoide
sione del quadro anatomoclinico di base, la loro associato alla mucosa intestinale);
trattazione è stata suddivisa nelle seguenti sezioni: • modula la funzionalità delle cellule neuroendo
enteriti batteriche acute, polmoniti batteriche acute, crine intestinali;
linfonoditi necrotizzanti da batteri e clamidie,
malattie da spirochetali, malattie da actinomiceta- • contribuisce alla regolazione dei movimenti
ceae. peristaltici intestinali;
Le malattie batteriche ad andamento cronico • contrasta la colonizzazione di batteri patogeni
sono prevalentemente illustrate nel capitolo dedica con un meccanismo di antagonismo competitivo
to alle malattie micobatteriche. metabolico, riportato in Letteratura con diverse
Il progresso delle conoscenze di questi ultimi dizioni, tra cui principalmente: colonization resi
anni in campo microbiologico ha comportato ripe stance e bacterial antagonism.
tute e significative variazioni nella tassonomia delle La modificazione di questo ecosistema per sov
speci batteriche patogene per l'uomo. vertimento dell'equilibrio dinamico (espansione di
La presente trattazione segue i criteri classifica una specie o sottospecie nei confronti delle altre) o
tivi deWAmerican Society for Microbiology nonché per comparsa (e colonizzazione) di speci patogene
l'ortografia con cui vengono elencate le singole normalmente assenti dà l'avvio alla comparsa di
speci al fine di facilitare un'eventuale ricerca biblio enterite.
grafica su Science Citation Index, MedLine o Inter
net. Interfaccia intestinale. Struttura e funzione
intestinale contribuiscono sinergicamente al mante
nimento ottimale dell'ecosistema inibendo princi
(f| Enteriti batteriche acute palmente l'accostamento e l'adesione dei batteri
agli enterociti. Questo meccanismo sinergico si rea
Ecosistema microbico gastrointestinale. Il tratto lizza con la produzione di muco (che rivestendo gli
gastrointestinale (Gl), oltre ad essere un complesso enterociti ne minimizza le possibilità di contatto
apparato per la digestione e l'assorbimento delle batterico) di IgA secretorie, che inibiscono selettiva
sostanze nutrienti, è anche un'ampia interfaccia tra mente l'adesione microbica al rivestimento epitelia
l'uomo e l'ambiente. Privo di batteri alla nascita (e le, e con la motilità intestinale. Un rallentamento
paragonabile quindi al topo germ-free), il Gl viene del transito intestinale - anche su base farmacologi
quindi colonizzato da un estremo all'altro da una ca - induce infatti una stagnazione che favorisce
"normale" flora microbica residente, specificamen una crescita eccessiva (overgrowth) batterica. Altri
te differenziata nei suoi diversi tratti. fattori stabilizzanti sono rappresentati dal rapido
La popolazione microbica enterica, che rag turnover degli enterociti e dalle proprietà antibioti
giunge concentrazioni di IO12 cellule/ml di conte che del succo pancreatico e della bile. Per converso,
nuto intestinale contribuisce a mantenere lo stato un sito critico dell'interfaccia è rappresentato dalle
di benessere del soggetto ospitante nel modo cellule M, sovrapposte alle placche del Peyer ed ai
seguente: follicoli linfatici, intercalate agli enterociti, deputate
• è una cospicua massa biologica in equilibrio normalmente all'assorbimento di macromolecole
ma facilitanti anche l'adesione e il trasporto dei
dinamico, metabolicamente attiva, normalmen
patogeni.
te responsabile della biotrasformazione di molte
sostanze (esogene ed endogene) presenti nel Scenario epidemiologico. Le enteriti batteriche
lume intestinale; acute (EBA) sono malattie ad ampia diffusione pia-
238 - Malattie batteriche
netaria, particolarmente in età pediatrica e in popo nella lamina propria e nei linfonodi regionali
lazioni in precarie condizioni socio-sanitarie, conse (Salmonella, Yersinia, Campylobacter);
guenti all'introduzione - con cibo e bevande - di 9 invasione e traslocazione mucosa con possibile
una massiva carica di batteri patogeni. Possono diffusione sistemica (S. typhy, S. parayphy).
comparire peraltro anche nei Paesi industrializzati
a seguito di tutta una serie di circostanze che com
portano l'assunzione collettiva di cibo o bevande | Adesione batterica
contaminate (navi da crociera, picnic, fast-food,
accampamenti militari) o conseguono ad usanze
con produzione di enterotossine
locali (latte non pastorizzato, carne, frutti di mare, Il modello di adesione batterica mediata da
pesci mangiati crudi o insufficientemente cotti) o a ligandi (adesine), espressi sulla parete batterica e
produzioni locali su vasta scala (uova). specifici per recettori di superficie enterocitaria, si
Sono da ricordare inoltre le enteriti nosocomia riferisce principalmente alle infezioni da vibrioni e
li, prevalenti nei reparti pediatrici, nelle sezioni di da E. coli enterotossigena e, parzialmente, alle tos
terapia intensiva, nei pazienti allettati od affetti da sinfezioni alimentari.
immunodepressione.
Tipica manifestazione clinica delle EBA è un Colera
esordio acuto con marcato incremento delle deie
zioni intestinali, comunemente riferito come diar Il V. cholerae, scoperto da Roberto Koch nel 1884,
rea. Vale la pena di precisare al riguardo con Dam- è il più noto dei vibrioni patogeni per l'uomo, che
min (1976a) che i termini diarrea e dissenteria, comprendono anche: il V. parahaemólyticus (presen
comunemente usati come sinonimi, esprimono te nelle acque giapponesi), il V hollisae (presente
però - se usati in senso stretto - condizioni anato- nelle ostriche) e il V. vulnificus (presente nei frutti di
mo-cliniche differenti. mare). I vibrioni sono batteri Gram negativi, mobi
La diarrea è indotta da tossine batteriche (esem li, bastoncellari, caratteristicamente ricurvi "a vir
pi tipici: vibrione del colera, stafilococco) ed è carat gola", presenti abitualmente nelle acque marine,
terizzata da inizio acuto, spesso afebbrile, con feci salmastre e costiere, anche in forma similsporigena
liquide, dolore addominale e tenesmo, e decorso (molluschi, crostacei, pesci, alghe).
relativamente breve. Questo dato spiega come il colera sia stato endemico per
La dissenteria (tipicamente indotta dal genere secoli nell'india orientale e nel Bangladesh, da cui la dizione di
Shigella) è ima forma a presentazione clinica più colera asiatico o di colera classico, e come le ultime epidemie
complessa, anch'essa ad esordio acuto ma febbrile, europee del XIX secolo siano avvenute a Londra (1848, 70.000
morti), a S. Pietroburgo (1848, 600.000 morti) e a Varna sul Mar
accompagnata da malessere generale, crampi, dolo
Nero (1855, 7000 morti) negli accampamenti inglesi durante la
re addominale e tenesmo. L'emissione fecale è fre guerra di Crimea. L'ultima grande pandemia (1973-74) a prove
quente ma con presenza di materiale generalmente nienza asiatica ha interessato anche l'Africa sub-sahariana, il
di piccole dimensioni, mucoso e striato di sangue e bacino del Mediterraneo, l'ItaHa meridionale, ia Sardegna e il
con reperto di essudato granulocitario ed anche, nei Portogallo.
casi più gravi, di fibrina e di frustoli di mucosa
Il quadro clinico varia da una condizione asinto
necrotica. matica di portatore sano ad una grave malattia
M odelli p atogen etici di in terazion e enteromi~ diarroica con massiva perdita di liquido isotonico
orobica. La colonizzazione enterica di batteri pato (a basso contenuto proteico).
geni - al di fuori di condizioni favorenti, quali ad Dopo un periodo di incubazione di 6-48 ore, richieste per
es.: terapia antibiotica o antiblastica, neutropenia, una produzione sufficientemente adeguata dì enterotossina
immunosoppressione - avviene a seguito di un colerica (dal peso molecolare di circa 90.000), questa penetra
complesso di fattori batterici, variabile da specie a nella mucosa intestinale inducendo alti livelli di AMP-ciclico con
specie, riferito generalmente come virulenza che ne conseguente rilascio dal tenue di grandi quantità di liquidi,
aggravato dall7irisuffici ente riassorbimento idrico a livello del
modula l'adesione, l'invasività e la traslocazione e
grosso intestino.
la produzione di tossine. L'esordio è acuto con diarrea liquida "ad acqua di riso" che
Eziologia, patogenesi e morfologia delle EBA può raggiungere e superare la quantità di 1 litro/per ora nei casi
possono essere considerate globalmente con i più gravi con morte entro 3 /4 ore per shock ipovolemico, acido
seguenti criteri classificativi, originariamente pro si metabolica ed insufficienza renale. In caso di tempestiva, ade
posti da Levine et al. (1983): guata terapia reidratante la guarigione avviene in 2-7 giorni. Nei
casi non trattati la mortalità è compresa tra il 50 e il 75% dei casi.
• adesione batterica con produzione di enterotos-
sine (V. cholerae); Morfologicamente la mucosa intestinale mostra
una normale architettura con mucodeplezione e
© adesione batterica con danno dei micro villi (E.
dilatazione delle cripte.
coli enteropatogena);
L'infezione da V. vulnificus si presenta in genere
• invasione mucosa con proliferazione batterica a seguito di ferite accidentali (da cui la dizione di
intracellulare (Shigella); vulnificus) in addetti alla lavorazione di frutti di
9 invasione mucosa con proliferazione batterica mare. La malattia, caratterizzata da sintomi e decor
Tossinfezioni alimentari ^ 239
so di minore gravità rispetto a quelli del colera, si domestica, contenente la neurotossina preformata
manifesta acutamente dopo un periodo di incuba di C. botulìnum (CB). Raramente la porta d'entrata è
zione di circa 24 ore con febbre, brividi, nausea, rappresentata da ferite infette. Ancora più raramen
vomito, ipotensione, diarrea emorragica e manife te consegue alla massiva moltiplicazione del CB
stazioni cutanee. Queste ultime, tipiche della malat nell'intestino neonatale, relativamente privo di
tia, consistono in formazioni bollose emorragiche germi, anedotticamente a seguito dell'ingestione di
evolventi in ulcere necrotiche. miele contaminato.
La tossin a botu lin ica si lega alle vescicole sinap-
D iarrea infantile e diarrea del viaggiatore tiche colinergiche bloccando la liberazione di neu
rotrasmettitori colinergici e quindi dell'acetilcolina.
Sono causate da una varietà patogena di Escheri- Ne deriva una paralisi discendente (dai nervi crani
chia coli (E. coli), nota come E. coli enterotossigena ci alle estremità) che si manifesta in un periodo di
(ETEC). tempo compreso da poche ore sino ad 8 giorni. Una
L'infezione, conseguente al consumo di bevande
terapia intensiva di sostegno riduce drasticamente
o cibi contaminati ed anche a contagio interumano,
la mortalità con una sopravvivenza di circa l'85%
si manifesta acutamente con malessere, brividi,
dei casi. Il meccanismo d'azione della tossina botu
dolori addominali, borborigmi, diarrea acquosa. Il
linica è quindi simile a quello della tossin a teta n i
decorso può essere breve e favorevole (diarrea del
ca (tetanospasmina), che, a livello delle giunzioni
viaggiatore) o molto grave (diarrea infantile nei
presinaptiche blocca il rilascio di sostanza inibente
Paesi del Terzo Mondo). Ad adesione batterica
la trasmissione dando così origine allo spasmo
avvenuta, l'ETEC produce due tossine: una termo
labile ad azione ederiforme ed una termostabile muscolare tetanico.
che attiva la guanilato ciclasi e potenzia il riassorbi In fezion e d a C. perfringens. Il C. perfringens
mento idrico a livello del colon. (CP), ampiamente diffuso in natura (suolo) è pre
Analogamente a quanto riscontrato in corso di sente nelle feci dell'uomo e degli animali domesti
colera, il quadro microscopico intestinale evidenzia ci (nel 2-20% dei campioni esaminati). Per contro,
villi con architettura sostanzialmente conservata. taluni ceppi di CP producono una tossina di tipo
enterotossico. I cibi contaminati (carne, pesce, pol
lame, latticini) da detti ceppi non appaiono altera
Tossinfezioni alimentari ti alla vista o al gusto. La presentazione clinica
varia da una forma autolimitantesi (con diarrea e
Sono indotte principalmente da stafilococchi e dolori addominali) della durata di 2-3 giorni ad
clostridi. una grave forma di enterite necrotizzante, che si
- La tossin fezion e stafilococcica, di tipo autoli- manifesta principalmente in piccoli pazienti di
mitantesx, è dovuta all'ingestione di cibo contami comunità endemicamente a dieta fortemente ipo
nato da tossine stafilococciche in assenza di stafilo proteica a seguito di banchetti ricchi di carne
cocchi vitali. La presentazione clinica è quella di (enterite di Darmbrand, Pig bel). L'esordio è acuto
un'enterite diarroica acuta in genere di breve dura con dolori addominali, vomito, diarrea e disidra
ta. Nei casi più gravi si osserva un quadro di ente tazione. Macroscopicamente, le anse intestinali si
rocolite aspecifica con intensa iperemia ed, even presentano dilatate, ispessite, rigide, fortemente
tualmente, necrosi e ulcerazione. congeste con prominenza delle valvole conniventi
- Tossinfezioni da clostridi. I clostridi costitui e interessamento segmentale "a tavola da bucato".
scono una vasta famiglia di batteri anaerobi, sporu- Il quadro istologico evidenzia necrosi emorragica
lanti Gram-positivi normalmente presenti nel gros con essudato fibrinoso, presenza di forme batteri
so intestino di molti animali con conseguente dis che (Fig. 1) e scarsa risposta granulocitaria neutro-
seminazione di spore nei pascoli, nei parchi e nei fila.
giardini. Ben adattati al ciclo intestino-suolo, risul Nell'infezione riscontrata in Nuova Guinea a
tano patogeni per l'uomo solo in circostanze parti seguito di banchetti cerimoniali a base di maiale
colari che ne facilitano l'introduzione e l'attecchi (Pig bel) la carne può essere contaminata anche da
mento. C. w elchii con possibile sviluppo di gas e comparsa
Le tossinfezioni da clostridi si configurano con di gangrena.
due quadri anatomoclinici ben distinti riconducibi In fezion e da C. difficile. È essenzialmente un'in
li o alla sola ingestione di spore (botulismo) o alla fezione nosocomiale conseguente all'azione pato
colonizzazione di clostridi (C. perfringens, C. diffici gena (citotossica ed enterotossica) delle tossine pro
le, C. septicum) con produzione di spore (infezione dotte dal clostridio esitante in diversi quadri pato
da clostridi). logici (di gravità variabile). Il più tipico fra essi è la
Il B otu lism o è una grave malattia paralizzante colite pseudomembranosa, in cui l'essudato ade
causata dall'ingestione di cibo inadeguatamente rente alla superficie mucosa si presenta con una
processato e inscatolato, spesso di preparazione protrusione fungiforme endoluminale.
240 " Malattie batteriche
Shigellosi
Nota per la sua sintomatologia sin dai tempi di
Ippocrate, e riferita anche come dissenteria b a c illa
re, la malattia deve la sua attuale denominazione al
primo isolamento del patogeno effettuato dal giap
ponese Shiga nel 1897.
La malattia incide particolarmente in condizioni di sovraf
follamento e di scarsa igiene personale come dimostrato da tutta
una serie di eventi storici, tra cui, ad es.: la guerra civile ameri
cana (30% di tutti i casi di morte tra i combattenti dei due eserci
ti) e la guerra franco-prussiana (2380 decessi nella sola armata
prussiana).
Fig. 1 - Enterite necrotizzante: quadro citologico necrotico-flo L'ultima grande epidemia, iniziata nell'America Centrale nel
gistico con presenza di C. perfringens. Assenza di granuiociti 1968 ed estesasi successivamente al Messico e agli stati meridio
neutrofili. nali degli USA, ha evidenziato il ruolo preminente svolto dal
contagio interumano (mediato dal circuito oro-fecale) con possi
bili fonti di infezione rappresentate da cibo e bevande (acqua,
latte) contaminati.
IH Adesione batterico con danno
dei microvilli Attualmente la malattia si presenta in modo
sporadico prevalentemente in Paesi tropicali o sub
Il modello di riferimento patogenetico è rappre tropicali. Nei Paesi occidentali si manifesta occasio
sentato dall'infezione da E. coli enteropatogena nalmente in reparti pediatrici o in ambienti sovraf
(EPEC) e da E.coli enteroaderente (EAEC). Le esche- follati (centri residenziali per malati di mente, car
richie (da Escherich, pediatra austriaco) sono batteri ceri).
Gram-negativi (ben evidenziabili col Giemsa) nor Le shigelle sono batteri Gram-negativi, ben evi
malmente presenti nella flora intestinale di cui sono denziabili col Giemsa, anaerobi facoltativi, privi di
attualmente note 5 varietà patogene non distinguibi motilità, provvisti di una potente tossin a con effet
li con i metodi routinari di colorazione e di coltura. ti citotossici, necrotossici ed entero-tossici, presenti
A differenza dall'E. coli enterossigena (considerata nell'intestino dei primati, altamente patogeni per
precedentemente), le rimanenti varietà (enteropato l'uomo, di cui si conoscono attualmente le seguenti
4 specie:
gena, enteroaderente, enteroinvasiva ed enteroe-
morragica) non producono tossine. • S. dysenteriae
Sia l'EPEC che l'EAEC aderiscono alla superficie • S. flexneri (presente particolarmente in pazienti
enterocitaria dando origine rispettivamente ad epi affetti da AIDS)
dem ie di gravi forme diarroiche disidratanti neona ® S. boyidii
tali, spesso fatali (in pazienti di età inferiore ai 2
• S. sonnei
anni di vita) nei Paesi del Terzo Mondo o a manife
stazioni diarroiche meno gravi, ma più prolungate Quadrio clinico. Dopo un periodo di incubazione
in bambini di età più avanzata con un quadro clini- variabile da 1 a 3 giorni, la shigellosi si presenta
co che può simulare quello della celiachia (enterite acutamente con dolori addominali, diarrea, tene
da intolleranza al glutine). smo e febbre (in caso di infezione da S. dysenteriae).
Il quadro microscopico evidenzia microulcera L'evacuazione intestinale è frequente (sino a 50 sca
zioni e fenomeni regressivi dei villi, anche con pos riche giornaliere) con feci di piccole dimensioni
sibile atrofia (in caso di infezione da EAEC). costituite da muco, essudato purulento, fibrina,
L'infezione da E. coli enteroemorragica (EHEC) minuti lembi di mucosa necrotica, sangue.
si manifesta con colite emorragica e porpora trom- Nei casi più lievi, che possono simulare una tos
bocitopenica. Quella da E. coli enteroinvasiva sinfezione alimentare, è presente diarrea acquosa.
Endoscopicamente la mucosa intestinale appare
(EIEC), riscontrata prevalentemente in Tailandia si
friabile, iperemica, ulcerata.
presenta con febbre, dolori addominali, diarrea
Reperti morfologici. Le lesioni, generalmente limi
acquosa e tenesmo.
tate al tratto intestinale e concentrate nel colon,
variano da quadri di iperemia e friabilità della
| invasione mucosa mucosa ad ulcerazioni di varia profondità ed esten
mucosa, che viene ad essere ricoperta da essudato lesioni non specifiche (edema, iperemia, flogosi
purulento con formazione di pseudomembrane. Un focale a ricca componente granulocitaria neutrofila
orientamento diagnostico di shigellosi deve essere prevalentemente nella lamina propria). Nei casi
necessariamente confermato dalla coprocoltura. più gravi si apprezza un'infiltrazione flogistica
Complicanze. Nonostante la comparsa di ceppi della parete con formazione di ascessi criptici e con
antibiotico-resistenti, un'adeguata terapia antibioti presenza di aree di ulcerazione e di aree emorragi
ca comporta in genere una rapida guarigione. Le che. Queste ultime sono particolarmente frequenti
complicanze, segnalate principalmente in caso di nei pazienti anziani (Fig. 2).
infezione da S. dysenteriae, sono rappresentate da: L'orientamento diagnostico di SA è confermato
batteriemia, sepsi, coagulazione intravascolare dis da accertamenti colturali e/o sierologici positivi. La
seminata, necrosi corticale renale e, più raramente, pratica di somministrare dosi subterapeutiche di
da sindrome emolitica uremica, anemia emolitica, antibiotici agli animali al fine di ottimizzarne la cre
polmonite ed artrite. scita ha comportato la comparsa di ceppi di salmo-
nella antibiotico-resistenti. La mortalità è compresa
tra r i . 3 e l'8.4% dei casi.
| Invasione mucosa
con proliferazione batterica Yersiniosi
nella lamina propria È causata da due specie di batteri coccoidi
e nei linfonodi regionali Gram-negativi, anaerobi facoltativi, di provenienza
zoonotica, norm alm ente assen ti nell'uomo: la Y.
Questo modello patogenetico si riferisce partico enterocolitica (YE) e la Y. pseudotuberculosis (YP).
larmente alle infezioni da Salmonella, Yersinia e L'incidenza della malattia è maggiore nei mesi
Campylobacter. freddi dell'anno e nei climi freddi e, in Europa (Bel
gio), il suo incremento è stato correlato al consumo
di carne cruda di maiale.
Salmonellosi La malattia si presenta con un ampio spettro di
La dizione di salmonellosi (SA) si riferisce con manifestazioni clinico-patologiche che vanno da
venzionalmente a tossinfezioni alimentari da sai- un'enterocolite autolimitantesi ad infezioni sistemi
monelle (da Salmón, batteriologo americano) che si che potenzialmente fatali, presenti particolarmente
esprimono con un quadro anatomoclinico di in pazienti immunodepressi o in pazienti con accu
gastroenterite ad esordio acuto ed in genere di muli di ferro (emocromatosi, siderosi post-trasfu
breve durata, occasionalmente associato a batterie- sionali).
mia e batteriuria. La presentazione clinica più frequente, partico
Le salmonelle sono batteri coliformi Gram- larmente nei piccoli pazienti, è con dolori addomi
negativi a crescita facoltativa intracellulare, che nali, febbre non elevata, vomito e diarrea e può
penetrano nelle strutture intestinali a livello delle quindi simulare un'appendicite acuta. Peraltro,
cellule M (cfr. interfaccia intestinale). L'isolamento quando domina il quadro diarroico, le feci eviden
colturale ha evidenziato il ruolo patogeno prepon ziano una ricca componente granulocitaria neutro-
derante svolto dalla S. enteritidis e quello occasio
nale di S. typhimurium, S. argona, S. javiana e S. ora-
nienburg. La SA, prevalente nei mesi estivi, si con
trae dopo ingestione di cibo o bevande contamina
te e particolarmente di: uova, pollame, pesci, frutti
di mare, formaggi. Tartarughe domestiche ed
addetti alla preparazione di cibo possono risultare
portatori sani.
Quadro clinico. Dopo un periodo di incubazione
compreso tra 8 e 48 ore - nettamente inferiore cioè
a quello del tifo addominale - la SA si manifesta
acutamente con febbre, nausea, vomito, dolori
addominali e diarrea, talora emorragica. La dura
ta della sintomatologia è compresa generalmente
tra 3 e 12 giorni. Anziani, immunodepressi e
pazienti affetti da anemia falciforme (drepanocito-
si) possono presentare complicazioni intestinali
(emorragiche) o extraintestinali (articolari, ossee, Fig.2 - Saimonellosi da S. enteritidis contratta a seguito di con
meningee). sumo di uova contaminate. Paziente ultraottantenne ricoverato
in casa di riposo. Si noti l'impronta emorragica dell'infezione
Reperti istologici. Nei casi più hevi si osservano intestinale.
242 - Malattie batteriche
fila ed è inoltre presente una linfonodite mesente Una rara ma grave complicanza è la comparsa
rica. della Sindrome di Guillain-Barré dovuta ad una
Nelle forme a decorso più protratto il quadro reazione crociata tra antigeni neurali e antigeni di
macroscopico, caratterizzato da un'accentuazione C. jejuni.
delle pliche mucose (conseguente alla flogosi granu- Reperti morfologici. Macroscopicamente è presente
lomatosa della sottomucosa) e da ulcerazioni, focali un'enterocolite edematosa ed emorragica diffusa con
o diffuse, della mucosa può simulare il M. di Crohn. ulcere multiple ileali superficiali (con un diametro
Istologicamente si apprezzano aree nettamente massimo di 1 cm) raggruppate in prossimità della
circoscritte di iperplasia follicolare (con presenza di valvola ileo-ciecale o interessanti la valvola stessa.
ampi centri chiari germinativi) e focolai di flogosi Istologicamente si apprezzano lesioni segmentali
granulomatosa necrotizzante con le stesse caratteri di flogosi acuta e cronica non specifica. L'orienta
stiche di quelli presenti a livello linfonodale a cui si mento diagnostico anatomoclinico è generalmente
rimanda (vedere oltre: linfonoditi necrotizzanti da confermato dall'isolamento colturale.
batteri e clamidie). La componente granulomatosa,
indotta sia da YE che, particolarmente da YP, può
simulare il M. di Crohn o un'infezione da MOTT | Invasione e fraslocazione mucosa
(aviumosi). con possibile diffusione sistemica
Enterite da cam pylobacter Il modello patogenetico si riferisce particolar
mente al tifo addominale e possibilmente alla bru
Il genere Campylobacter costituisce insieme ad cellosi.
altri generi (Helicobacter, Leptospira e Leptonema, Borre-
lia, Treponema e Spirochetas) il gruppo di batteri defi
Tifo addom inale
niti daWAmerican Society for Microbioìogy come forme
bastoncellari ricurve e spiraliformi Gram-negative Il tifo addominale (TA) è causato dalla Salmonel-
(curved and spiral-shaped Gram-negative rods). la typhi, scoperta da Eberth nel 1880 e riferita in let
Considerato inizialmente di natura vibrionica (Vibrio fetus), il
teratura con varie denominazioni: Bacterium typhi,
genere Campylobacter comprende numerose speci, di cui, al Eberthella typhi, Eberthella typhosa.
momento solo 3 risconosciute patogene per l'uomo: il C. jejuni, il Noto sin dai tempi di Ippocrate per il suo tipico quadro cli
C. coli e il C. fetus. Dette specie, a diffusione assai variabile da nico - come evidenziato anche dall'etimologia (dal greco
regione a regione, inducono collettivamente un'enterite la cui fre Typhos, nebbia, obnubilamento) - il TA è noto con diversi sino
quenza è risultata (nelle strutture sanitarie degli USA) uguale, se nimi: febbre enterica, ileotìfo, tifo storico, tifo classico. La dizio
non superiore, a quella causata dalle salmonelle. ne di febbre tifoidea si riferisce più in generale ad infezioni cau
La malattia si manifesta prevalentemente nei sate anche da S. paratyphi A a da S. sckotmulleri. Per la sua ele
vata mortalità (15% circa dei casi) il TA è stato considerato un
mesi estivi in bambini e giovani adulti. La porta di triste flagello che si è abbattuto periodicamente sugli accampa
entrata dell'infezione è varia: menti militari e sui campi di internamento sino al 1948, epoca in
• ingestione di acque (generalmente superficiali) cui si è cominciato a disporre del primo antibiotico (cloranfeni-
colo) terapeuticamente efficace.
contaminate;
• ingestione di latte, carne, pollame, vegetali con Attualmente i controlli sanitari esercitati sulle
taminati; reti di distribuzione idrica e sulla produzione e
• contagio interpersonale; distribuzione alimentare hanno comportato, nei
Paesi industrializzati, una drastica riduzione del
• contagio da animali domestici (gatti e card). l'infezione da S. typhi di cui l'uomo costituisce l'u
Il quadro clinico varia da forme di infezione nica risema nota , spesso localizzata nella colecisti
asintomatica a forme di enterite conclamata in dì portatori sani. Quadro anatomoclinico e decorso
genere, se indotte da C.jejuni, e più gravi, se indot sono stati drasticamente modificati dalla terapia
te da C. fetus. Dopo un periodo di incubazione com antibiotica. Nei casi non trattati, ad un periodo di
preso tra 1 e 7 giorni la malattia si manifesta acuta incubazione di circa 1 settimana (ma variabile da 5
mente con febbre e senso di malessere a cui fanno a 30 giorni) fanno seguito 2-3 settimane (settenari),
seguito nausea, vomito, dolori addominali, diarrea denominati rispettivamente invasione, fastigio e
con feci emorragiche, e, in taluni pazienti, cefalea e lisi.
mialgia. Possono essere evidenziati linfonodi Il primo settenario (invasione) è caratterizzato da
mesenterici ipertrofici. malessere, febbre con puntate vespertine progressi
La malattia ha generalmente un decorso autoli- vamente crescenti "a scalino", anoressia, diarrea o
mitantesi anche se con recidive in un 20% circa dei costipazione, distensione addominale, vomito,
casi. Pazienti debilitati o immunodepressi possono cefalea, apatia, bradicardia e neutropenia, del tutto
essere soggetti a gravi complicanze, quali: sepsi, inusuali negli stati febbrili.
meningite, megacolon tossico, colite pseudomem Si ha inoltre: intumescenza delle strutture linfati
branosa, massive emorragie intestinali, artrite, che e, segnatamente, delle placche del Peyer (Fig. 3)
endocardite, infezioni genito-urinarie. (con comparsa di ampi elementi macrofagici, noti
Invasione e traslocazione mucosa con possibile diffusione sistemica - 243
Brucellosi
La brucellosi è considerata brevemente in questa
sezione in quanto consegue generalmente all'inge
stione di cibo costituito prevalentemente da lattici
Fig. 3 - Tifo addominale. Mucosa ¡leale verso la fine del perio ni nei climi temperati e da midollo osseo crudo nei
do di invasione. Il tessuto linfatico è iperemico ed edematoso climi artici o subartici. La malattia è nota con diver
con presenza di elementi macrofaaici. Si noti la disepitelizza-
zione enterocitaria che precede l'ulcerazione. si sinonimi: febbre ondulante, febbre di Malta, feb
bre mediterranea, maltese. La sua attuale denomi
nazione è collegata al primo isolamento del patoge
come cellule tifoidi sive cellule di Mallory nella lette no effettuato (nel 1886 a Malta) dal colonnello
ratura anglosassone o come cellule di Rindfleisch David Bruce su di una milza di un paziente decedu
nella letteratura europea); ipertrofia dei linfonodi to per maltese. Nella sua classica descrizione Bruce
mesenterici; epato-splenomegalia. L'emocoltura per (1889) segnala la presenza di iperemia duodeno-
S.typhi è in genere positiva (80-90% dei casi). digiunale in assenza di ipertrofia e ulcerazione
Nel secondo settenario (fastigio) la febbre perma delle placche del Peyer.
ne elevata con minime variazioni giornaliere e con Le brucelle sono coccobacilli Gram-negativi di
possibile comparsa nel tratto toraco-addominale di origine zoonotica in quanto strettamente associati
roseole (macule rossastre di pochi mm di diametro, ad una specie animale: B. melitensis (capra), B. abor-
che si scolorano sotto pressione). Nelle placche di tus (mucca), B. suis (maiale), B. canis (cane). Altre
Peyer compaiono ulcerazioni con diametro mag specie di brucella, patogene per l'animale ma non
giore orientato secondo Lasse intestinale. Coprocol- per l'uomo sono: B. ovis (pecora) e B. neotomae (topo
tura e urinocoltura iniziano ad essere positive. campagnolo).
Nel terzo settenario (lisi) la febbre scende pro Nei Paesi industrializzati, in cui l'introduzione
gressivamente "a gradino". Si ha distacco delle di adeguate misure igienico-sanitarie ha drastica
escare ricoprenti le ulcere con loro riepitelizzazione mente ridotto l'incidenza della malattìa nella popo
(a partire dai bordi) senza formazione di cicatrici. Si lazione generale, permangono a rischio di infezione
raggiungono x massimi valori di positività con la i lavoratori dell'industria alimentare, gli allevatori e
reazione di Widal. E da rilevare peraltro che, se da i veterinari.
un lato, il settenario precede la convalescenza e la Il quadro clinico, proteiforme e caratterizzato nei
guarigione, dall'altro, è il periodo più critico per la casi tipici da una febbre ondulante-ricorrente, è
stato distinto in: acuto, ricorrente e cronico-inter
mittente.
I reperti morfologici sono caratterizzati da focolai
pluriviscerali di flogosi cronica granulomatosa non
necrotizzante (talora simil-sarcoidotica) (Fig. 4) o, più
raramente necrotizzante in caso di infezione da B. suis.
Un orientamento diagnostico di brucellosi deve
essere confermato dall'emocoltura e da altre indagi
ni laboratoristiche.
S linfonodi!! necrotizzanti
da batteri e cSomidie
Le linfonoditi necrotizzanti riconoscono diversi
agenti eziologici, tra cui principalmente, micobatte-
ri, spirochetali e funghi (classicamente il criptococ
co), considerati in altri capitoli (o sezioni) di questo
trattato.
Lo scopo di aver raccolto in questa sezione con
dizioni apparentemente così diverse tra loro non è
stato certamente quello di trovare un "contenitore"
da riempire ma, al contrario, quello di:
© raggruppare le diverse patologie a modalità di
trasmissione sostanzialmente duplice: ambien
tale o sessuale; Fia. 10 - L'espansione di areale (colore giallo) della tortora da!
® facilitare la diagnosi differenziale (Tab. 2) di collare coincide temporalmente con la comparsa di casi di
processi morbosi, assai diversi per evoluzione malattia da graffio di gatto in Italia ed in Europa occidentale. La
prognostica e terapeutica ma caratterizzati da
linea verde evidenzia l'habitat della tortora delle paime, quella
tratteggiata l'area di Artenkreise (letteralmente crocicchio di
quadri morfologici di base similari (o sovrappo speci}. La freccia rossa evidenzia il percorso stagionale degii
nibili); uccelli migratori.
Linfonodifi necrotizzanti da batteri e clamidie - 251
<;>’
Figg. 1 1 - 1 2 - Linfonodite necrotizzante da malattia da graffio di gatto con ii tipico aspetto di necrosi stellariforme
(Fig. ì 1) e con il più raro reperto di necrosi tubercoloide (Fig. 12).
Linfonoditi necrotizzanti da batteri e clamidie 253
possibile reperto di linfonodite peribronchiale local introflessione delle ciglia (trichiasi) e delle palpebre
mente necrotizzante. La CLT causa LGV, uretrite, (entropion), fusione dei margini palpebrali (sinble-
endometrite, malattia infiammatoria pelvica, sterili faron).
tà, tracoma. Analogamente ad altre malattie vene
ree, il LGV è clinicamente distinto in tre stadi. La Tularemia
lesione primaria, transitoria e spesso impercettibile,
caratterizzata da papule, ulcere o vescicole erpeti- La tularemia (TM) deve la sua denominazione
formi (pene, grandi labbra, vagina) compare pochi alla contea di Tulare (California) dove fu riscontrata
giorni (o settimane) dopo il contagio. Lo stadio una setticemia mortale degli scoiattoli e successiva
secondario, che si manifesta diverse settimane dopo mente di altri roditori (conigli, lepri). Nel 1914 fu
il contagio, è caratterizzato dalla linfonodite bubbo- segnalato da Wherry e Lamb il primo caso di infezio
niforme nei linfonodi inguinali con possibile docu ne nell'uomo e, nel 1925, Edward Francis dimostrò la
mentazione del patogeno. Lo stadio terziario, di più trasmissione dell'infezione - veicolata da artropodi -
frequente osservazione nel sesso femminile, è con dai roditori all'uomo. La TM ha avuto molti sinoni
trassegnato dalle sequele flogistiche: stenosi, fistole, mi, tra cui: febbre da coniglio, febbre da roditori, feb
elefantiasi genitale da linfedema. bre da topo artico, M. di Francis.
La durata della malattia può essere prolungata La malattia è dovuta a un piccolo coccobacillo
nei pazienti HlV-positivi. Lfinfezione da CLT può Gram-negativo, denominato inizialmente Bacterium
decorrere, almeno inizialmente, in modo asintoma tularense, considerato poi appartenente (in succes
tico in pazienti affette da infertilità. In questi casi, la sione) al genere Pasteurella, Brucella ed Yersinia,
diagnosi può essere effettuata (Fig. 14) su strisci cer- attualmente noto come Francisella tularensis (FT). La
vico-vaginali. La CLT è anche responsabile di un'in TM ha distribuzione ubiquitaria, pur essendo pre
fezione del globo oculare, nota come tracom a (tra valente in Nord America, Russia e Scandinavia.
coma, dal latino scientifico tracoma, dal greco L'uomo viene infettato dalla puntura di vettori
trachys - aspro - , per l'asperità delle palpebre), che infetti (zecche o zanzare) o per contatto con conigli
costituisce la principale causa di cecità nei Paesi del o roditori infetti (topo muschiato, topo artico).
Terzo Mondo con trasmissione (in condizioni igieni Il quadro anatomoclinico è caratterizzato da
che scadenti) per contatto od occhio-a-occhio da forme cutanee, oculari e generalizzate.
zanzare. In caso di mancata igiene oculare o di tera Tularemia cutanea (ulcero-ghiandolare). La porta
pia antibiotica insufficiente o inadeguata, la lesione d'entrata dell'infezione (generalmente mano) è con
oculare, contraddistinta inizialmente dalla compar trassegnata nel giro di pochi giorni da una papula
sa di follicoli linfatici nella congiuntiva, evolve in che può ulcerarsi e persistere per settimane (o, al
fasi successive caratterizzate da ipertrofia follicolare contrario, risolvérsi in breve tempo) con comparsa,
necrotizzante, ipertrofia papillare (da flogosi stra
dopo qualche settimana, di linfangite ascendente
niale), tessuto di granulazione, fibrosi e fenomeni
con ipertrofia dolorosa dei linfonodi tributari.
cicatriziali, quali: ostruzione dei dotti lacrimali,
Il quadro istologico (Figg. 15 e 16) è quello di una
linfonodite granulomatosa necrotizzante tuberco-
loide con frequente reperto di cellule giganti tipo
Langhans. Il materiale necrotico è di tipo liquefatti-
vo piuttosto che caseoso e può contenere detriti cel
lulari e nucleari ed anche elementi granulocitari
neutrofili ed istiocitari ben conservati. L'orienta
mento diagnostico di TM deve essere ulteriormente
confermato da metodiche colturali o sierologiche
od anche da tecniche di immunofluorescenza
(Young et al., 1969). La diagnosi differenziale va
posta necessariam ente con le linfonoditi da mico-
batteri e da yersinie, con il LGV e con la MGG.
- Tularemia oculare (oculo-ghiandolare). La FT
può entrare in uno od entrambe i sacchi congiunti
vali inducendo una congiuntivite acuta ulcerativa
con interessamento dei linfonodi parotidei, sotto
mandibolari e laterocervicali profondi.
- Tularemia generalizzata. È caratterizzata da una
disseminazione miliariforme pluriviscerale e liuto -
Fig. 14 - Striscio cervico-vaginale di paziente affetta da linfo nodale a base setticemica. In questi casi, peraltro, il
granuloma venereo (in forma clinicamente asintomatica}. Sono sospetto diagnostico di TM può suggerire l'impiego
presenti i tipici corpi citoplasmatici. La diagnosi è stata succes
sivamente confermata dall'ibridizzazione in situ e dall'isola terapeutico di streptomicina o di altri antibiotici
mento colturale. appropriati con effetto life-saving.
254 - Malattìe batteriche
Figg. 15- 16 - Linfonodite tuiaremica. Il quadro morfologico ricorda quello della linfonodite da graffio di gatto. La diagnosi è stata
confermata dagli accertamenti sierologici consigliati.
Figg. 17-18 - Placenfite listeriosica. Fig. 17. Fiogosi granulomatosa necrotizzante. Fig. 18. Evidenziazione del patogeno {colore
nero) mediante metodica di impregnazione argéntica (Wartfiin-Starry).
differenza delle precedenti, è frequente il reperto le proteinaceo, commisto ai BA, con scarsa reazione
batterioscopico del patogeno. infiammatoria. In caso di localizzazione gastroente
In conclusione, vale la pena di sottolineare con rica si osservano ulcerazioni emorragiche serpigi
Piggott (1976) l'opportunità di procedere ad accerta nose con linfonodite dei linfonodi tributari. La
menti sierologici per la ME in tutti i casi di diagnosi forma setticemica può essere inoltre caratterizzata
dubbia o controversa relativa a pazienti che abbiano da emorragia subaracnoidea e da splenite di colore
soggiornato in aree endemiche della malattia. nerastro (da cui il nome di Milzbrand).
C arbonchio
Il carbonchio (sinonimi: antrace, Milzbrand,
PI Malattie da spirochetali
Malattia di Bradford, malattia dei cenciaioli) è una L'ordine degli spirochetali (curved and spiral-sha-
malattia infettiva dovuta al B. anthracis (BA). Il BA ped Gram-negative rods) comprende diversi generi di
è stato il primo patogeno ad essere osservato al rilievo in campo medico, tra cui principalmente: le
microscopio e ad essere riconosciuto quale agente treponematosi, le leptospirosi, la borreliosi e la helico-
patogeno di malattia, passibile di vaccinazione. E bacteriosi.
un bacillo Gram-positivo, aerobio, privo di motilità,
ad estremità tipicamente squadrate (in coltura), di
Treponematosi
lunghezza variabile da 3 a 20 micron, produttore di
spore e di tossine, tra cui un'endotossina capace di Sono dovute all'infezione da Spirochete (Trepo
inibire selettivamente i centri respiratori. Ampia nema pallidum e sue sottospecie) e comprendono: la
mente diffusa in Europa ai tempi di Koch, la malat sifilide, la frambesia e la pinta. Sono note attual
tia è attualmente confinata in aree semiaride rurali mente altre speci di treponema, presenti nel cavo
subtropicali in cui il serbatoio dell'infezione è man orale (e collegate a malattia periodontale) e nelle
tenuto da animali (bovini, ovini, equini, suini). Le secrezioni sebacee della regione genitale, di incerto
spore, che non si sviluppano in organismi viventi, significato patogenetico.
provengono da carcasse di animali e si depositano
nel terreno dove possono rimanere vitali per diver Sifilide
se decadi, infettando successivamente il bestiame al
pascolo. Nell'uomo l'infezione è generalmente Comparsa in Europa alla fine del XV secolo
distinta in ima forma localizzata ed in una forma parallelamente al ritorno dei marinai di Cristoforo
setticemica. Colombo dal loro primo viaggio in America e com
- Forma localizzata. Consegue in genere ad una parsa in forma epidemica durante l'assedio e la
porta di entrata cutanea. Le lesioni cutanee si svi presa di Napoli da parte delle truppe di Carlo V ili,
luppano quando bacilli o spore (eventualmente è attualmente una malattia a diffusione ubiquitaria.
presenti in pellami, lana o setole di provenienza Si tratta di infezione sessualmente trasmessa, che
esotica) di BA penetrano in ima cute abrasa o può anche essere contratta per via non sessuale in
comunque traumatizzata. Il BA non è infatti in piccoli pazienti a contatto con adulti infetti (sifilide
grado di penetrare in una cute normale. La sede più blefotropica) o trasmessa per via transplacentare (sifi
frequente è al viso, al collo e alle mani. Pochi giorni lide congenita).
dopo l'infezione compare una piccola papula che Il Treponema pallidum è ima spirocheta spiralifor-
cresce a diventare vescicola di 0.5-1.0 cm di diame me "a cavaturacciolo" di 4-15 micron di lunghezza
tro, circondata da eritema ed edema. L'accumulo di e di 0.25 micron di diametro, colorata selettivamen
liquido, evolvente progressivamente in un colore te dalle tecniche di impregnazione argéntica (Leva
scuro, bluastro, esita nella rottura della vescicola titi, Warthin-Starry) ma non dai comuni coloranti.
con formazione di un'escara scura (nerastra), cori Sensibile al calore e all'essicamento, non è colti
acea, tipicamente non dolente, comunemente riferi vabile nei terreni artificiali o in colture cellulari
ta come pustola maligna. Brividi, febbre, senso di mentre può essere mantenuto in tessuti animali
malessere precedono l'interessamento dei linfonodi viventi (ad es., testicolo di coniglio). La presenta
tributari che presentano un quadro di linfon odite zione clinica è generalmente suddivisa in 4 stadi: s.
acuta necrotizzante em oiragica. primaria, s. secondaria, s. latente e s. terziaria.
- Forma setticemica. Può complicare una forma - Sifilide primaria. Si manifesta, in genere entro un
localizzata o conseguire ad inalazione od ingestio mese dall'infezione, sottoforma di ulcera indurata e
ne del patogeno. I BA inalati sono fagocitati dai non dolente, nota come sifilom a, a margini netti, cir
macrofagi alveolari e trasportati ai linfonodi regio condata da un alone infiammatorio, situata prevalen
nali dove avviene la loro proliferazione con possibi temente a livello genitale o perianale, spesso associa
le disseminazione ematogena via dotto toracico. ta a ipertrofia (dolente) dei linfonodi regionali. L'es
Il quadro istologico è ancora quello di una linfono sudato sieroso proveniente dall'ulcera è ricco di spi
dite acuta necrotizzante con presenza del patogeno rochete. L'ulcera va incontro a cicatrizzazione con
e con emorragie ed edema perilinfonodale ad esten formazione di una piccola cicatrice stellata. In circa la
sione mediastinica. Gli alveoli contengono materia metà dei casi la malattia evolve negli stadi successivi.
258 : Malattie batteriche
- Sifilide secondaria. Nei casi non trattati, dopo - Sistema cardiovascolare. I piccoli vasi ematici
circa 1-3 mesi, compaiono lesioni mucocutanee dis presentano a livello pluriviscerale un infiltrato lin-
seminate (viso, bocca, palmi delle mani, pianta dei foplasmacellulare periavventiziale a manicotto con
piedi), associate a varie manifestazioni (senso di rigonfiamento endoteliale. I principali bersagli
malessere, febbre, dolori muscolari, linfonoditi) e sono i vasa vasorum (e le loro diramazioni) dei trat
ad alopecia focale (alopecia sifilitica). ti aortici ascendente e toracico con conseguente
Le lesioni mucocutanee sono generalmente di distruzione delle lamine elastiche e miocitarie e
tipo maculopapuloso od eritematoso, talora psoria- perdita dell'elasticità aortica esitante in dilatazione
siforme. Nei soggetti affetti da HIV possono mani locale e/o aneurismatica. Con l'estendersi del pro
festarsi aspetti nodulo-ulcerativi o francamente cesso in senso prossimale può instaurarsi dilatazio
necrotici (cosiddetta lue maligna). ne dell'anello aortico con insufficienza valvolare.
Il quadro morfologico è caratterizzato da infiltrato Sistema nervoso. Può essere interessato, più pre
flogistico perivascolare dermico a ricca componen cocemente, a livello meningeo (sifilide meningo-
te linfocitaria (prevalentemente T CD8-immuno- vascolare) o, più tardivamente, a livello parenchi-
reattiva), con presenza di istiociti e di plasmociti in matoso (neurosifilide parenchimatosa).
numero variabile. Nelle fasi più evolute (late secon- Nella sifilide meningovascolare sono colpiti preva
dary siphilis) l'infiltrato assume l'aspetto di granulo lentemente le leptomeningi della base, che appaio
ma epitelioide non caseificante (Figg. 19 e 20), talo no rigonfiate ed ispessite con possibile reperto di
ra di tipo sarcoidotico. focolai di necrosi gommosa.
Il rivestimento epiteliale presenta fenomeni di - Neurosifilide parenchimatosa. Si manifesta con
acantosi con spongiosi e di iperplasia psoriasiforme. due quadri anatomo-clinici principali, noti come:
Un ricco infiltrato linfoide circostante i follicoli pili tabe dorsale e paresi generale dell'insano.
feri caratterizza l'alopecia sifilitica. Dopo pochi mesi La tabe dorsale (dal latino tabes, decomposizione)
sintomi e lesioni scompaiono, anche spontaneamen è ima degenerazione (di tipo walleriano) con demie
te, e i pazienti non sono più a rischio di trasmettere linizzazione delle colonne posteriori del midollo
l'infezione. Si instaura un grado relativamente alto spinale conseguente a fenomeni di neuroradicolite.
di immunità cellulo-mediata e gli eventuali trepone Sul piano clinico è caratterizzata da perdita senso
mi residui entrano in uno stato di latenza. riale e dì coordinazione (scomparsa dei riflessi ten
- Sifilide latente. È caratterizzata dall'assenza di dinei profondi) e da una andatura incerta "a battu
segni e sintomi della malattia e dal persistere della ta". La patogenesi del processo di demielinizzazio
positività dei test sierologici. ne è tuttora incerta. Assai scarso il numero dei trepo
- Sifilide terziaria. Si manifesta molti ani dopo l'e nemi documentabili con le comuni colorazioni.
sordio della malattia ed interessa prevalentemente La paralisi generale dell'insano è una forma di
il sistema cardiovascolare e il sistema nervoso con encefalite, attualmente di assai raro riscontro, che
due tipi di lesioni elementari: l'infiltrato peri- interessa principalmente i lobi frontali con marcata
avventiziale e la necrosi gommosa. Quest'ultima è atrofia della corticale. Microscopicamente, si osser
una necrosi coagulativa, che può ricordare quella va rarefazione neuronaie, infiltrato linfoplasmacel-
caseosa, da cui si differenzia in quanto: (i) la zona lulare, prevalentemente perivascolare, con astroci-
centrale non mostra una completa obliterazione dei tosi reattiva e attivazione della microglia (associata
contorni cellulari e vascolari; (ii) esita in fibrosi con a deposizione di ferro). Nei casi non trattati è age
grossolane cicatrici. vole la dimostrazione di treponemi particolarmen
Fig. 19 - Sifilide secondaria evoluta. Granulomi dermici periva Fig. 20 - Stesso caso di cui alla figura precedente. Presenza di
scolari non necrotizzanti. tipici treponemi "a cavaturacciolo", argirofiii (Warthin-Starry).
Malattie da spirochetali - 259
te nei lobi frontali. Il quadro clinico è caratterizzato te nella III decade di vita con comparsa di maculo-
da modificazioni iniziali della personalità e delle papule eritematose, talora coalescenti. Successiva
funzioni mentali, che - in assenza di adeguata tera mente, compaiono placche squamose di vario colo
pia - evolvono verso la demenza completa. re (rosa, rosso, porpora, blu ardesia) - da cui la
- Sifilide congenita. La placenta offre valida pro dizione di pinta (dallo spagnolo pinta, pitturato) -
tezione verso un gran numero di infezioni batteri che evolvono nelle fasi finali in depigmentazione
che ma non verso quelle da treponemi e da listeria. tipo vitiligo. Il quadro microscopico è caratterizza
La sifilide congenita è conseguente al passaggio to da infiltrati linfoplasmacellulari, spesso periva
transplacentare, particolarmente in caso di elevata scolari, con presenza di TC neirepidermide, che
spirochetemia materna al 5° mese di gravidanza. A presenta ipercheratosi con possibili ascessi intraepi
seconda della carica infettante si osservano quadri dermici.
morbosi diversi con diversa sequenza cronologica^
tra cui, inizialmente, aborti spontanei e feti nati Leptospirosi
morti, spesso in conseguenza di sifilide polmonare
(cosiddetta -pneumonía alba). Il genere Leptospira comprende numerose specie
La sifilide perinatale è caratterizzata da lesioni di cui solo alcune patogene per l'uomo ed altri
cutaneo-mucose ulcerate, ricche di treponemi. In mammiferi: L. icterohemorragiae (roditori ed alcuni
fase più avanzata il fegato presenta marcata fibrosi animali domestici), L. canicola (cane), L. pomona
con aspetto plurilobato (cosiddetto hepar lobatum ). (bestiame, suini). Si tratta di zoonosi a diffusione
L'interessamento metafisario ostacola l'ossificazio ubiquitaria, prevalente nel Sud-Est Asiatico.
ne encondrale con possibile comparsa di focolai di - Leptospirosi itteroemorragica. La malattia nota
ossificazione periostale di fratture incomplete e di con diversi sinonimi (M di Weil, febbre dei sette
deformazione ossea (tibia a s c ia b o la ). Altre mani giorni, febbre degli acquitrini, malattia dei porcari)
festazioni anatomocliniche sono rappresentate si contrae di regola mediante contatto con acque
dalla cheratite (corneale) sifilitica e da deformazio infette da urina di roditori (ratti e topi) portatori
ni dentarie, particolarmente evidenti a livello degli delLinfezione (generalmente L. icterohemorragiae,
incisivi (denti a cacciavite di Hutchinson). LI). Nei Paesi Occidentali i soggetti maggiormente
a rischio sono quelli addetti alla manutenzione
degli scoli urbani e delle tubazioni interrate. Dopo
Fram besia
un periodo di incubazione di 4-19 giorni si instaura
La frambesia (sinonimo: yaws) è un'infezione leptospiremia con esordio iperacuto: febbre sino a
non venerea, presente particolarmente in pianure 40 °C, cefalea (da meningismo), dolori muscolari (ai
tropicali ad elevata piovosità ed umidità, dovuta al polpacci), nausea, vomito, grave malessere genera
Treponema pertenue che differisce per un singolo le. Durante la seconda settimana appaiono ittero e
nucleotide dal T. pallidum. Contratta generalmente petecchie emorragiche con comparsa - verso il deci
nell'infanzia, la malattia evolve progressivamente mo giorno - di oliguria con possibile evoluzione in
con esacerbazioni e remissioni con una sequenza anuria. Le lesioni anatomo-patologiche interessano
caratterizzata da: papule in evoluzione ulcerativa principalmente fegato, reni, muscoli scheletrici ed,
alle gambe e alle natiche, loro diffusione ad altri occasionalmente, i polmoni.
distretti, ulcere croniche gommose al viso e in rap Fegato. Il quadro morfologico è caratterizzato da
porto alle ossa lunghe. travate di epatociti di dimensioni assai variabili,
Il quadro microscopico evidenzia iperplasia epite con frequente reperto di binucleazioni e di mitosi,
liale pseudoepiteliomatosa, ascessi intraepidermici, da presenza endosinusale di granulociti neutrofili e
ed infiltrati flogistici dermici caratterizzati dalla da cellule di Kupffer ipertrofiche contenenti emosi-
presenza di linfociti, plasmacellule, macrofagi, gra- derina e bile (Figg. 21, 22, 23). Altri reperti, non
nulociti neutrofili e rari granulociti eosinofili. A dif patognomonici, sono rappresentati da colostasi,
ferenza della sifilide, i treponemi sono dimostrabili generalmente centrolobulare, e dalla presenza di
col Warthin-Starry nel contesto dell'epidermide corpi acidofili. La ricerca di LI è positiva nel 25-30%
anziché nel derma. dei casi.
Reni Si apprezza un infiltrato linfoplasmacellu-
Pinta lare interstiziale senza interessamento glomerulare.
L'epitelio dei tubuli convoluti prossimali si presen
La pinta (sinonimo: carate), considerata inizial ta necrotico o con aspetti di rigenerazione. General
mente come una forma di micosi pigmentata, è una mente positiva risulta la ricerca di LI nel lume o nel
treponematosi non venerea dovuta al Treponema l'epitelio dei tubuli con le comuni colorazioni (War-
carateum (TC). Confinata nelle aree tropicali del thin-Starry) o con anticorpi specifici.
Centro - e Sud America è stata considerata (Dooiey Muscoli scheletrici. Presentano, particolarmente
e Bindford, 1976) la più antica treponematosi quelli delle gambe, un caratteristico interessamento
umana. Le cimici possono ospitare il TC, peraltro focale caratterizzato da necrosi selettiva di isolate
senza chiara evidenza del loro ruolo di vettore. fibre muscolari (o di una loro porzione) con trasfor
L'età media di presentazione clinica è generalmen mazione delle miofibrille in ammassi ialini e con pre
260 Malattie batteriche
senza di infiltrato flogistico acuto e cronico. Negati co è rappresentato principalmente da modica sple-
va di solito - a livello muscolare - la ricerca di LI. nomegalia (300-400 grammi) con microascessi
Polmoni. Sono stati segnalati casi di polmonite miliariformi a sede follicolare o iuxtafollicolare ric
da LI ad impronta emorragica. chi di borrelie. La maggior cura della persona, dif
fusasi capillarmente negli anni anche nei Paesi non
Borreliosi industrializzati, ha ridotto drasticamente il numero
di nuovi casi.
Il genere Borrelia comprende diverse specie
patogene per l'uomo, tra cui principalmente: B. bur-
Borreliosi propriamente detta
dogferi, B. garinii, B. afzelii e B. duttoni veicolate da
zecche (del genere ixodes); B. recurrentis, veicolata Nota anche come m a la ttia di Lym e (dairomoni-
da pidocchi. Si tratta di spirochete elicoidali Gram- ma comunità del Connecticut, USA) è un'infezione
negative di 3-20 micron di lunghezza e di 0.2-0.5 attualmente presente nelle aree temperate di Euro
micron di larghezza. L'infezione da borrelia si pa, Nord America ed Asia con un picco di presenta
manifesta con due quadri clinici principali: la feb zione clinica tra giugno ed ottobre. Anche se conse
bre recidivante e la borreliosi propriamente detta. guente nella maggior parte dei casi a morso di
zecca infetta, sono stati segnalati anche casi di infe
Febbre recidivante zione per via transplacentare.
La malattia è stata paragonata alla sifilide in
Nota con diversi sinonimi (louse-borne relapsing quanto causata da spirochete, distinguibile in stadi
fever, recurrent fever) e riconducibile all'infezione da (tre) e passibile di interessamento pluriviscerale
B. recurrentis e B. duttoni, è caratterizzata da un (cute, articolazioni, cuore, sistema nervoso).
esordio acuto con episodi febbrili remittenti della Stadio I. Entro 3 mesi dal morso della zecca (par
durata di 3-5 giorni associati a cefalea, mialgia, epi ticolarmente se questa è rimasta attaccata in situ per
stassi ed eventualmente ittero. Il quadro morfologi- oltre 24 ore) compare nell'area interessata (Figg. 24
e 25) un'ampia lesione cutanea (di 5-20 cm di dia
metro), eritematosa, a margini netti e a diffusione
centrifuga, nota come eritem a cronico m igrante,
caratterizzata istologicamente da infiltrati a ricca
componente linfocitaria, con eosinofilia tessutale
prevalente nel sito del morso iniziale, e dalla evi
denziazione di borrelie alla giunzione dermoepi-
dermica in circa la metà dei casi. La comparsa della
lesione eritematosa è generalmente associata a feb
bricola, cefalea, artralgie, mialgie, ipertrofia dei lin
fonodi regionali. Dopo 3-4 settimane la lesione
cutanea scompare pur potendo ricomparire succes
sivamente.
Stadio II. Dopo un periodo di tempo variabile da
giorni a settimane, in assenza di terapia antibiotica
adeguata, l'infezione si diffonde per via ematica
Fìg. 21 - Leptospirosi epatica. Epatociti di taglia assai variabi
le, taiora binucleati, con presenza endosinusale di granulociti con diverse manifestazioni cliniche, tra cui princi
neutrofili. palmente:
Fig. 22 - Leptospirosi epatica. Ricchezza di mitosi epatocitarie. Fig. 23 - Ipertrofia delle cellule di v. Kupffer con accumulo di
ferro ferrico (colorato in blu dal Perls).
Malattie da spirocheta// s 261
t
y.
25
Figg. 24 - 25 - Eritema cronico migrante da borreliosi in stadio 1 con evidenziazione del patogeno mediante immunofluorescen-
za indiretta.
262 & Malattie batteriche
Figa. 26 - 27 - Gastrite da HP. Presenza di forme batteriche incurvate e spiraliformi, evidenziate coi Giemsa ed il Warthin-Starry.
L'aderenza dell'HP alla superficie epiteliale risulta più evidente con quest'ultimo colorazione.
Fig. 28 - AcHnomicosi polmonare. Colonia di actìnomiceti cir Fig. 29 - Actinomicosi polmonare. La colonia di actinomiceti
condata da granulociti neutrofili e, più perifericamente, da flo- presenta perifericamente un rivestimento di materiale eosinofi-
gosi cronica granulomatosa non necrotizzante a cellule gigan lo (talora sottoforma di estroflessioni claviformi) noto come
ti, a ricca componente linfoplasmocitaria. fenomeno di Splendore-Hoepli.
Hoepli, caratteristico ma non patognomonico (in N. asteroides è stata isolata nell'80% circa delle lesio
quanto possibilmente presente in corso di infezioni ni polmonari ed extrapolmonari. Gli altri casi sono
micotiche o parassitane). L'actinomicosi può essere riconducibili principalmente a N. brasilìensis e N.
occasionalmente complicata da amiloidosi. otitidiscaviarum.
Identificazione. Le nocardie appaiono come fila
Nocardiosi menti di circa 1 micron di lunghezza con ramifica
zioni denominate "a caratteri cinesi" o "a fronda di
Le nocardie si differenziano dagli actinomiceti palma" (Figg. 30 e 31), che possono rompersi in
per essere aerobie e dotate di alcole-acido resistenza, frammenti similbacillari (non ematossilinofili e
per non formare granuli sulfurei e per non essere pre PAS-negativi) (Tab. 3) evidenziabili col Gram, col
senti nell'uomo in qualità di batteri saprofiti/com- Grocott ed anche con lo Ziehl-Neelsen (eventual
mensali. Conseguentemente, i processi patologici da mente modificato, noto come colorazione di
loro indotti riconoscono una porta di entrata esoge Coates-Fite).
na, in genere inalatoria, eccezionalmente riconduci Epidemiologia. La nocardiosi - la cui frequenza è
bile all'impiego di cateteri infetti. attualmente in espansione - si presenta più fre
Isolate per la prima volta da Nocard (1888) da quentemente in adulti di sesso maschile con
bovini della Guadalupa affetti da farcino, le nocar depressione immunitaria (da AIDS o da terapia
die hanno una distribuzione ubiquitaria, prevalen immunosoppressiva) o affetti da leucemie e linfo
temente in relazione a materiale organico o vegeta mi, endocrinopatie (Cushing) o da altre patologie
le in disfacimento. Tra le varie specie patogene, la (ad es., lipoproteinosi alveolare).
Figg. 30 - 31 - Nocardiosi bronchiale. Presenza di elementi fil ,i bastoncellari aicoie-acido resistenti (Fig. 30) e di elemen-
ti Grocott-positivi "a fronda di palma" (Fig. 31).
2 64 Malattie batteriche
Figg. 32, 33, 34, 35 - Rodococcosi polmonare riscontrata autopticamente in lavoratore extracomunitario non affetto da AIDS,
deceduto il giorno dopo ii ricovero per polmonite a focolai multipli e modesto versamento pleurico bilaterale con febbre, tosse pro
duttiva ed insufficienza respiratoria. Il RE, già visibile con l'ematossilina-eosina (Fig. 32), appare colorato in rosso porpora dal
Giemsa e in nero dal Grocott. Erano presenti isolati corpi di Michaeiis-Gutmann.
di quelle terapeutiche (scarsa risposta agli antibioti- Termoactinomicosi
ci che può comportare l'indicazione ad un interven
to chirurgico), è di particolare importanza giungere patologia polmonare indotta dagli actinomi-
in tempi brevi ad una diagnosi di certezza che può ceti termofili non è dovuta ad una'loro replicazione
essere condotta su materiale citologico (escreato, in ambito polmonare (analogamente a quanto già
liquido di lavaggio bronchiale) con la dimostrazio- riferito nelle sezioni precedenti) bensì ad ima con-
ne del patogeno. dizione di ipersensibilità occupazionale indotta da
Diffusione extrapolmonare. In caso di terapia (o di loro componenti antigeniche e riferita anche come
risposta terapeutica) inadeguata si possono instau- pneumoconiosi da polvere vegetale. Specie batteri
rare ascessi cerebrali, prostatici ed intramuscolari o che, fonti inquinanti e presentazione clinica sono
quadri di endoftalmite. riportate nella tabella 4. Polmoniti occupazionali da
Figg. 36 - 37 - Polmone dell'agricoltore. Presenza di isolati focolai granulomatosi a cellule giganti tipo corpo estraneo con ampie
fessure aghiformi otticamente vuote (Fig. 36).
Minuti frammenti di cellulosa (vettori delle particelle antigeniche di M. faeni) caratterizzati da birifrangenza verde previa colora
zione con Pagoda red (Fig. 37).
Bibliogrofio essenziale - 267
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Malattie
2.4 .L*
•
nJ
micobatteriche
G. Barbolini, G. Rossi
rJ--'
/!
i/ordine batterico degli Actinomicetali compren tivamente il cosiddetto complesso tubercolare e condi
de, oltre alle Micobactmaccae, le Aciinomicetaceae, le vidono ima sequenza del loro DNA patognomonica
Nocardiacm e,le Termomonosporaceae e ie Termoactino- per la diagnosi di tubercolosi in biologia molecola-
'miceiaceae^Uappartenenza di queste famiglie batte- re. I/MTB è un parassita infettivo obbligato per
riche ad uno stesso ordine spiega il loro pneumo- l'uomo, per i primati e per molti altri mammiferi
tropismo e la comunanza di talune caratteristiche (ad es. Falce) inducendo nella cavia la malattia
(ad es. l'alcole-acido-resistenza) intercorrenti tra tubercolare progressiva. Su strisci e sezioni, in caso
batteri di genere diverso (micobatteri, nocardie). di carica microbica adeguata, l'MTB si riconosce
Il presente capitolo è dedicato alla patologia da agevolmente per la sua alcole-acido-resistenza che
micobatteri tubercolari (MTB), da M. leprae e da consiste nel trattenere il colorante (carbol-fucsina,
micobatteri non tubercolari propriamente detti o blu vittoria, blu notte, ecc) penetrato a caldo attra
M O TT (Mycohncteriuni Organisms Other Than Tuber- verso la parete (lipidica) anche dopo decolorazione
culosis). con alcole e acidi e controcolorazione con blu di
metilene od altri coloranti di contrasto. Il colorante
più comunemente usato è la carbol-fucsina - colo
| Tubercolosi razione di Ziehl-Neelsen (ZN) - che evidenzia i
micobatteri sottoforma di bastoncelli lievemente
La tubercolosi è una malattia presente nel baci ricurvi, tipicamente giustapposti tra loro "ad ala di
no del mediterraneo da migliaia di anni - come uccello" (Fig. 1), di colore rosso brillante, di 2-4
testimoniato da reperti riscontrati in mummie egi micron di lunghezza e di 0.2-0.5 micron di larghez
ziane risalenti al 3400 A.C. - che annovera molti za. È da rilevare peraltro che lo ZN evidenzia anche
illustri pazienti, tra cui: medici (Laennec), musicisti le lipofuscine in iniziale fase di ossidazione per cui
(Chopin, Catalani), pittori (Watteau), poeti e scritto il materiale ZN+ deve presentare una struttura
ri (Checov, Gozzano, Gorki). La natura infettiva (e chiaramente bastoncellare per essere riconosciuto
non ereditaria) della malattia venne riconosciuta da di natura micobatterica.
Robert Koch il 24 marzo 1882, a Berlino, in una cele Mentre è assodato che l'MTB non è in grado di
bre seduta della Società Fisiologica Berlinense con produrre e liberare esotossine, risulta evidente da
una relazione dal titolo: "Die Aetiologie der Tuber- molti studi che diversi ceppi di MTB possono avere
culose", in cui il bacillo da lui isolato soddisfaceva un diverso potere patogeno nelTindurre la malattia
ai 'suoi celebri postulati (presenza intr.alesionale; tubercolare e nel modificarne la progressione. Que-
isolamento e cultura; inoculazione e infezione nel
l'animale da esperimento).
Detto bacillo, inizialmente riferito conre' bacillo
di Koch (BK), è attualmente menzionalo sotto la
dizione di micobacterium tuberculosis hominis o, più
semplicemente, di micobatterio tubercolare (MTB).
Identificazione m icobatterica
I micobatteri sono un vasto gruppo di forme
bastoncellari alcole-acido-resistenti, aerobiche o
microaerofile, asporigene e prive di motilità. Oltre
al principale patogeno - l'MTB - si ammette che
anche altri micobatteri quali il M. bovis, il M. africa-
num, e il M. microti, sia pure con frequenza assai
minore, possono essere responsabili di processi
tubercolari in quanto varietà di una medesima spe Fig. 1 - Micobatteri tubercolari alcole-acido resistenti giustap
cie. In effetti, questi micobatteri costituiscono collet- posti tra loro "ad ala di uccello". (Ziehl-Neelsen).
270 Maloffie micobofferiche
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'■■■■•’•' ■ 5 -... ■■: ® :::t
® Diabetici,
• Pazienti in terapìa con immunosoppressori,
© Pazienti affetti da AIDS,
• Pazienti esposti a particolato solido ricco in sili
cio od affetti da silicosi,
• Pazienti sottoposti a gastrectomia,
• Immigrati da paesi extraeuropei,
Fig. 5 - Identificazione delia sequenza di inserzione IS6110 @ Detenuti in carceri sovraffollate e/o in campi di
patognomonica per il riconoscimento del complesso tubercola prigionia,
re (M. tuberculosis. M. bovis, A4. africanum) mediante PCR.
Detta sequenza è di 38 kD, molto vicina cioè al peso moleco • Personale ospedaliero, dentisti, personale scola
lare dell'anficorpo specifico di. 35 kD. stico e degli asili-nido,
• Soggetti che frequentano dormitori pubblici e
pazienti psichiatrici. <rV'0 ' -
■. _ ‘ - - ' ; V.. O
y , u: - ì.
tra il 19 ed il 43% con conseguenti forti ripercus
sioni mediche e sociali anche nei Paesi industria- Età di presentazione clinica della malattia k ^ j
lizzati in conseguenza dei flussi migratori. In Ita
lia, i tassi di morbilità per tubercolosi per 100.000 Nei paesi ad elevata endemia tubercolare la
abitanti sono passati dagli 8 del 1995 ai 16 del 2000 tubercolosi si manifesta principalmente in soggetti
riscontrati in aree dell'Italia settentrionale dove molto giovani (bambini di età inferiore ai 5 anni) e
sono attivi programmi di sorveglianza della negli anziani. Nei paesi industrializzati la tuberco
tubercolosi. losi incide più frequentemente in soggetti di media
Le cause di questa inversione di tendenza epide età ó di età avanzata, socialmente ed economica
miologica sono molteplici. Anzitutto, l'estrema mente deboli, spesso malnutriti.
povertà del Paese di origine che comporta un'ali Modalità di trasmissione. Il contagio inter
mentazione insufficiente, un sovraffollamento abi umano avviene principalmente mediante 3 mecca
tativo, la scarsa disponibilità di strutture radiologi nismi: inalazione, ingestione, inoculazione. La pos
che per una diagnosi precoce e/o tempestiva e la sibilità di un "incidente" di laboratorio (o di mecca
comparsa di ceppi di MTB resistenti ai farmaci anti nismi ad esso assimilabili) è un'evenienza possibile
tubercolari (in conseguenza di un ciclo terapeutico anche se più rara. Di solito, il contagio avviene a
ridotto od abbreviato). seguito dell 'inalazione ripetuta di aerosol (goccio
Una seconda causa di rilievo è rappresentata line) contenenti MTB, quanto più piccole tanto più
dall'aumento dei soggetti immunodepressi per patogene in quanto capaci di raggiungere l'alveolo
terapie adottate in corso di neoplasie e trapianti e, polmonare superando i meccanismi di difesa del
soprattutto, per AIDS. È stato riportato infatti che trasporto muco-cigliare. Tali aerosol sono prodotti
, in certe zone dell'Africa, il 40% circa delle morti mediante semplici atti espiratori, quali: tossire, star
di pazienti affetti da AIDS sia dovuto alla tuberco nutire, sputare, cantare, ecc.
losi. Occorre infine ricordare tutta una serie di Pur essendo obbligato, il contagio inter-umano
altre cause favorenti. L'aumento di malattie croni può verificarsi per via aerea senza esposizione
che come le malattie polmonari croniche ostruttive diretta (a pazienti affetti da tubercolosi) in ambien
e restrittive, principalmente legate all'abitudine ti chiusi corredati da sistemi di ventilazione e ricir
tabagica, l'alcolismo, il diabete, le malattie auto im colazione deH'aria. È questo il caso di impiegati (ad
muni collageno-vascolari, le pneumoconiosi (con es. bancari) non in contatto diretto con il pubblico o,
particolare riferimento alle nanoparticelle ricche più specificamente, il caso aneddotico della epide
in silicio), la fibrosi cistica e i tumori polmonari, mia tubercolare scoppiata a bordo della nave
costituiscono importanti fattori predisponenti Richard E. Byrd e dovuta ad un solo membro dell'e
all'infezione da parte del MTB o di altri MOTT. quipaggio, riscontrato successivamente positivo
272 Malattie micobatteriche
all'esame batterioscopico. Le possibilità di contrar geografiche, sono state esposte al contagio molto
re Tinfezione per via inalatoria aumentano signifi più tardivamente.
cativamente in caso di pazienti bacilliferi non in È questo il caso delle tribù indiane d'America,
terapia antitubercolare; infatti dopo un paio di setti degli esquimesi e - notoriamente - dei senegalesi
mane di terapia, il rischio di contagio diminuisce combattenti nell'armata francese durante la prima
drasticamente. guerra mondiale in cui la prima infezione tuberco
Il contagio per ingestione si verifica quando pic lare evolveva spesso in tubercolosi progressiva.
coli pazienti si mettono in bocca e succhiano mate Questi rilievi - unitamente alle considerazioni
riale infettato da MTB ed anche quando vengono che non tutti i pazienti esposti al contagio da MTB
alimentati con latte vaccino proveniente da animali sviluppano la tubercolosi - hanno portato a rove
affetti da tubercolosi bovina con conseguente com sciare i termini del problema e quindi alla ricerca di
parsa della tubercolosi intestinale primitiva. un gene in grado di influenzare la suscettibilità
Altre modalità di contagio. Il contagio per ino all'infezione. In uno studio condotto su aborigeni
culazione si verifica classicamente in sala anatomi canadesi tale gene sarebbe stato localizzato nel cro
ca quando il settore sì ferisce maneggiando organi mosoma 2q35 che comprende il gene del NRAMPI
affetti da tubercolosi con conseguente comparsa di (naturai resistance associateti macrophage protein T).
linfonodite satellite in sede atipica (generalmente
ascellare). Una seconda possibilità è quella dell'im-
piego di cateteri e/o di strumentari contaminati da V accinazione con BCG
MTB e non adeguatamente sterilizzati.
Ricordiamo infine che l'incidenza di tubercolosi Il bacillo di Calmette-Guérin (BCG) è un ceppo
nel personale di laboratori medici (particolarmente di M. bovis attenuato tramite 230 passaggi in brodi
di microbiologia o di anatomia patologica) è cinque di coltura contenenti glicerolo e bile di bue. Impie
volte maggiore rispetto alla media generale della gata per la prima volta in Francia negli anni '20 del
popolazione di riferimento. secolo scorso, la pratica della vaccinazione con BCG
Un'ultima possibilità di trasmissione è quella si diffuse nei decenni successivi in Europa e negli
nota come tubercolosi congenita, che si verifica in USA. Si tratta di una pratica tuttora in corso ma di
parti da madri affette da tubercolosi con diffusione efficacia diversa nei diversi Paesi, passibile di com
miliarica uterina. L'infezione del neonato avviene plicanze particolarmente nei soggetti immunode-
per via ematica (tramite le vene ombelicali) o per pressi. Per questi motivi sono in via di sperimenta
aspirazione di liquido amniotico infetto. Si tratta di zione e/o d'impiego altri tipi di vaccinazione anti
una triste evenienza con ridotte possibilità di tubercolare (Tab. 1).
sopravvivenza.
Hiskì - VAN0G4
Rj-Haghi
Fig. 10 - Tubercolosi essudativa. Evidente apoptosi macrofagi- Fig. 11 - Documentazione dell'apoptosi con altra metodica
ca particolarmente prevalente nelle aree periferiche documen (citometria a flusso): evidenza di tipico picco ipodiploide.
tata con ibridazione in situ mediante TUNEL (colore rosso).
Tubercolosi primario e post-primaria & 277
In caso di evoluzione sfavorevole, spesso conse sentarsi col quadro morfologico di tubercolosi
guente a terapia assente p inadeguata, ma anche ad areattiva.
altre cause (apporto ^alimentare insufficiente, Tubercolosi areattiva. È tipica di soggetti con
povertà, sovraffollamento) la compromissione depressione della immunità cellulo-mediata non
delle difese immunitarie, comunque indotta può ché di soggetti anziani con infezione tubercolare
causare liquefazione del materiale caseoso che si misconosciuta. Le prime segnalazioni della lettera
riversa nel lume bronchiale eroso dalla caseosi con tura si riferiscono a pazienti affetti da linfomi
cavitazione polmonare, nota come caverna tuber (segnatamente linfoma di Hodgkin) e da leucemia,
colare. Questtx.comp.orta un aumento della tensio in trattamento o meno con immunosoppressori.
ne di.O? che favorisce ulteriormente la crescita dei Una seconda categoria di pazienti, riscontrata più
MTB e la diffusione dell'infezione ad altri, distretti recentemente, è quella di soggetti affetti da AIDS.
polmonari con possìbile formazione di caverne La sintomatologia è vaga e non significativa. In
multiple o di polmonite tubercolare. I .a lenta pro caso di accertamenti ematologici possono essere
gressione del processo di caseificazione induce in evidenziate pancitopenia e reazioni leucemoidi,
genere un' arterite obliterante dei rami arteriosi spesso sopravvalutate e/o fuorvianti. Il quadro mor
polmonari e bronchiali. Se^iemJ^-pi'ogr^sioiiejiei fologico è caratteristico: necrosi a stampo ricca di
processi obliteranti è più rapida, si forma, un aneu MTB, con risposta granulomatosa circostante forte
risma (aneurisma,di .Rasm illen).per interessamen mente ridotta o del tutto assente senza evidenza di
to delle tonache elastica e/o muscolare sui tratto cellule giganti di Langhans. Un sospetto diagnosti
contiguo alla caverna con possibile.rottura e com co di tubercolosi areattiva può trovare conferma
parsa di emorragia, nota come emottisi, he caver dalla ricerca di MTB su materiale di provenienza
ne di dimensioni superiori a 1-2 cm circondate da osteomidollare.
uno spesso vallo fibroso, anziché collabire ed esse È da rilevare infine l'accertata, rilevante possibi
re obliterate per fibrosi, possono persistere indefi lità di contrarre l'infezione tubercolare da parte di
nitamente anche dopo la scomparsa deirinfezione personale tecnico o sanitario esposto al contagio di
tubercolare. hl-ialimi,...casi,-dette ca\àtà. presentano questa peculiare forma di tubercolosi senza le ade
un rivestimento, epiteliale, che. ricorda quello delle guate precauzioni.
cisti epidermoidi con possibile insorgenza di carci Tubercolosi bronchiale. Si presenta con un qua
noma squamocellulare. Dette cavità possono dive- dro clinico ed endoscopico (Fig. 12) neoplastiforme
nire sede di infezioni batteriche e di ascessi o di e con un quadro morfologico di tubercolosi essuda
tiva (Fig. 13). Non raramente, viene instaurata una
colonizzazione, micotica, di cui è un tipico esempio
terapia anti-tubercolare ma, persistendo il dubbio
1 aspergilloma.
di una neoplasia con superinfezione micobatterica,
La tubercolosi che insorge in pazienti affetti da
viene eseguita una successiva biopsia endoscopica
silicosi è nota come silico-lubercolosi. Essa, è carat
di controllo che documenta contemporaneamente
terizzata da un quadro radiologico inaspettato
l'assenza di neoplasia bronchiale e la marcata
rispetto ai precedenti controlli e da un quadro mor
regressione della necrosi caseosa.
fologico di tubercolosi essudativa.
La tubercolosi essudativa di lunga data è fre
quentemente associata a processi di pleurite croni
ca fibrosante, focale o diffusa e di fibrosi polmona
re densa.
Tubercolosi miliare. È dovuta a disseminazione
ematogena come già riferito in precedenza in tema
di tubercolosi primaria.
I tubercoli miliarici presentano un quadro isto
logico caratteristico. L'area centrale è di solito
occupata da una cellula gigante tipo Langhans cir
condata da macrofagi epitelioidi, perifericamente
ai quali è posta una corona linfocitaria. La caseosi -
inizialmente assente - compare nell'evoluzione
successiva del danno e parallelamente all'espan
sione volumetrica del tubercolo. La miliare tuber
colare generalizzata è criticamente correlata alla
terapia: rapidamente fatale (particolarmente per le
localizzazioni nel sistema nervoso centrale) in caso
di terapia assente o inadeguata; in rapida regres
sione sino alla fibrosi o alla completa scomparsa
delle lesioni miliariformi evidenziata dai successi
vi, ripetuti, controlli radiologici, in seguito a tera Fig. 12 - Immagine endoscopica di tubercolosi bronchiale neo-
pia adeguata. In casi particolari, la miliare può pre plastiforme.
278 ■ Maloffie micobatferiche
riferite. Nei casi in cui è stata praticata una terapia
anti-tubercolare classica si è ottenuta una completa
V- . , '■ . !" - Arj *\
guarigione in tempi brevi con piena soddisfazione
del paziente, inizialmente incredulo perché incapa
ce di rintracciare la fonte del contagio.
- Immunità e ipersensibilità in corso di tuber
colosi. Si tratta di due distinti fenomeni, che pos
sono peraltro interferire tra loro, dovuti a modali
tà della risposta immune che vedono impegnati
differenti sottotipi (subset) di T-linfociti, conse
guenti all'interazione tra MTB ed ospite e ricondu
cibili alle caratteristiche del ceppo infettante (viru
lenza, farmaco-resistenza) e alle condizioni del
paziente infettato, tra cui lo stato nutrizionale ed
immunitario, gli antigeni di istocompatibilità
(HLA) e le proteine di membrana codificate dal
complesso maggiore di istocompatibilità (MHC) di
classe I (MHC I, HLA-A e B) e di classe II (MHC II,
HLA-D). Il complesso di interazione tra T-linfociti
e macrofagi - la risposta immune cellulo mediata -
determina - in associazione alle terapie - il quadro
clinico e l'evoluzione della malattia mentre i B-lin-
fociti svolgono un ruolo marginale. Le fasi iniziali
della caseosi sono riconducibili alla liberazione di
idrolasi lisosomiali successiva alla lisi cellulare
(granulociti neutrofili e macrofagi residenti) indot
ta dalla fagocitosi inefficace di MTB. Se la prolife
razione micobatterica viene scarsamente frenata
dalla fagocitosi endomacrofagica, i prodotti di
Fig. 13 - Tubercolosi bronchiale neoplastiforme di tipo essuda MHC I attivano i T-linfociti citotossici (CD8-immu-
tivo con presenza di numerosi micobatteri (Ziehl-Neelsen).
noreattivi), che vengono successivamente elimina
ti da altri T-linfociti.
Se, viceversa, la fagocitosi procede in modo
Tubercolosi p au cibacillare. È una forma anato- adeguato, i prodotti di MHC II attivano i T-linfoci
moclinica di recentissima identificazione, che colpi ti helper (Th), CD4-immunoreaativi, di cui sono
sce soggetti immunocompetenti, di entrambe i sessi noti: il tipo 1 (Thl) ed il tipo 2 (Th2), rispettiva
ed in buone condizioni di nutrizione, in età medio mente in rapporto a processi immunitari (Thl) e di
avanzata, in sede polmonare ed extrapolmonare ipersensibilità (Th2). I T h l secernono interìeuchina
con un quadro clinico e radiologico misconosciuto (IL) 2 e la citochina attivante l'interferone / con-
(talora con pervicace orientamento clinico in senso conseguente aumento della distruzione micobatte
oncologico). rica endomacrofagica e contenimento dell'infezio
In una serie di 18 osservazioni personali (relati ne. Si ha inoltre modulazione da parte di una lin-
va a pazienti che non presentavano una storia nota fochina chemiotattica verso i macrofagi e di un fat
di infezione tubercolare), la malattia si presentava tore di inibizione della migrazione (MIF) che, ini
con interessamento polmonare in 5 casi, a livello bendo la migrazione macrofagica, riduce forte
dei linfonodi latero-cervicali in 4 casi, nei tessuti mente, sino all'abolizione, l'interessamento linfo-
molli sottocutanei della regione mandibolare ed nodale. Per converso, i Thl stimolano anche i
inguinale in 2 casi, mentre, nei restanti 7 casi, risul macrofagi a produrre il fattore di necrosi tumorale
tavano interessati il parenchima renale, il testicolo, (TNF) contribuendo così alla necrosi da ipersensi
il tessuto osseo femorale, il tessuto sinoviale del bilità indotta dai Th2 con produzione di IL (4, 5, 6,
ginocchio, il mediastino antero-superiore, la pleura 10) che predispone le cellule all'azione necrotiz
parietale ed il peritoneo. zante del TNF secreto dai macrofagi attivati dai
Microscopicamente, si evidenzia un tipico qua Thl. Conseguentemente, l'effetto essenzialmente
dro di flogosi cronica granulomatosa necrotizzante protettivo dei Thl può diventare lesivo contri
a cellule giganti (tipo Langhans o tipo corpo estra buendo all'insorgenza della ipersensibilità cellulo-
neo) con presenza di rare ed isolate forme ZN-posi mediata indotta dai Th2.
tive o di materiale sferulare alcole-acido resistente In tale gioco di interazioni delle opposte rispo
endomacrofagico. La PCR con sonda specifica ste immunitarie che, in equilibrio variabile da caso
IS6110 ha confermato la diagnosi di tubercolosi a caso, determinano le modalità di evoluzione
paucibacillare (Fig. 5) in tutte le osservazioni sopra della malattia si inquadra il meccanismo di con
Tubercolosi extrapolmonare » 279
trollo dell'apoptosi macrofagica, che svolge un della zona di unione tra sinovia e cartilagine artico
ruolo cruciale, particolarmente in fase iniziale, nel- lare.
l'inibire la progressione della necrosi caseosa. Ana - Tubercolosi reno-ureterale. I reni, oltre a potere
logamente a quanto riscontrato in vitro con alte essere interessati bilateralmente in corso di miliare
cariche microbiche di MTB virulenti, l'apoptosi generalizzata, vengono di solito interessati monola-
rappresenta in vivo un metodo rapido ed efficace teralmente da una tubercolosi ad espressione mor
per segregare i micobatteri nel citoplasma di fologica ulcero-caseosa, che si presenta in genere nel
macrofagi con fallimento di uccisione cellulare del rene destro, nella terza/quarta decade di vita. È
patogeno oppure controllando il ruolo distruttivo talora associata ad una localizzazione tubercolare in
di macrofagi attivati. altra sede (polmone), peraltro non evidenziabile
Evoluzione e terapia. Nei casi favorevoli i foco nella maggior parte dei casi. È stato quindi ipotizza
lai di necrosi caseosa vengono obliterati per fibrosi to che la lesione renale sia la recrudescenza di un'in
in un processo in cui la formazione di collageno è fezione latente (cosiddetto focolaio di Simon) conse
preceduta da una deposizione di fibronectina. L'af- guente a batteriemia transitoria in corso di tuberco
fiancamento controllato di corticosteroidi alla tera losi primaria, responsabile di localizzazini plurime
pia anti-tubercolare può essere indicato al fine di da cui, di solito, originano le forme secondarie di
limitare i fenomeni di ipersensibilità e, particolar parenchimi non iniettabili per via esogena (encefalo
mente, di prevenire una grave condizione di fibrosi ad es.).
post-tubercolare. Il processo granulomatoso caseificante inizia in
genere a livello degli apici piramidali per poi esten
dersi successivamente verso la corticale o, in senso
Tubercolosi extrapolmon'are inverso, verso la pelvi e l'imbocco ureterale. Il con
seguente ispessimento della parete ureterale, limi
Interessa diversi organi ed apparati tra cui, tando il flusso urinario, induce dilatazione della
principalm ente, il sistem a osteo-articolare, il pelvi e dello stesso imbocco. In fase più avanzata si
sistema urogenitale e la cute. La tubercolosi extra ha fusione con cavitazione delle masse caseificanti,
polmonare compare più frequentemente in sog che vengono progressivamente ad occupare la
getti provenienti da Paesi extraeuropei ed è carat maggior parte del parenchima renale di cui rimane
terizzata dalla difficoltà di evidenziare le rare un esile strato sottocapsulare. In caso di occlusione
forme micobatteri che presenti. Non raramente ureterale il rene può eccezionalmente trasformarsi
consegue ad una reinfezione endogena, anche a in una sacca di materiale necrotico, friabile, che per
distanza di molti anni (5 ed oltre) dall'infezione riassorbimento idrico, può presentare una consi
primaria. stenza paragonata al mastice (cosiddetto rene masti
Tubercolosi osteoarticolare. La sede più fre ce). Un'adeguata terapia anti-tubercolare previene
quentemente interessata (30-50% dei casi) è la l'interessamento renale controlaterale e le più gravi
colonna vertebrale nel tratto dorso-lombare lesioni destruenti soprariferite.
(Morbo di Poti) immediatamente seguita dalle - Tubercolosi vescicale. Consegue ad una tuber
articolazioni portanti (anca, ginocchio, caviglia) colosi renale con una frequenza compresa tra i due
ma ogni altra parte dello scheletro può essere coin terzi e i tre quarti di tutti i casi di tubercolosi rena
volta, comprese le coste e le piccole articolazioni le, con una leggera prevalenza per il sesso femmi
della mano e dei piedi. Sono state anche riportate nile.
localizzazioni multiple della malattia. La sintoma Le prime manifestazioni insorgono a livello
tologia di esordio è in genere aspecifica (dolore dello sbocco ureterale con formazione di noduli
localizzato seguito da rigidità e limitazione dei coalescenti che possono evolvere in ulcere sottomi
movimenti) con conseguenti frequenti ritardi dia nate. Lo sbocco ureterale viene ad essere variamen
gnostici. te deformato oppure rimanere rigidamente beante
La tubercolosi del tratto dorso-lombare compare (cosiddetto uretere "a buca di golf"). Il processo
inizialmente nel corpo vertebrale o può estendersi tubercolare può quindi estendersi al trigono e ad
successivamente ai dischi intervertebrali, al perio altre aree vescicali. La guarigione avviene per fibro
stio e ai tessuti molli circostanti con possibile ulte si con possibile formazione - nei casi più evoluti -
riore evoluzione in fistolizzazione (cosiddetto di cicatrici che limitano la capacità vescicale.
ascesso freddo). Il quadro microscopico evidenzia - Tubercolosi uro-genitale. È una forma di
una marcata distruzione ossea dovuta a lesioni gra- tubercolosi ad espressione morfologica ulcero-
nulomatose caseificanti in assenza di fenomeni di caseosa secondaria a primitiva localizzazione rena
osteoneogenesi. Tale distruzione del corpo verte le, che può estendersi ad interessare per via discen
brale (nota anche come carie ossea) può portare ad dente ureteri e vescica e, per via discendente, anche
angolazione anteriore della colonna vertebrale epididimo, testicolo e prostata. I sintomi più fre
(icifosi). quenti sono: pollachiuria disuria, dolore lombare,
Nelle ossa lunghe sono generalmente interessa nicturia ed ematuria asintomatica.
te le epifisi e la sinovia con possibile distruzione Un'anamnesi che evidenzi infezioni ricorrenti
280 Malattie micobatteriche
del tratto urinario con colture batteriche negative M. avium-intracellulare. Il quadro macroscopico è
può sostanziare il sospetto di tubercolosi, sospetto caratterizzato da papule multiple eritematose
da confermare mediante esame batterioscopico disposte a formare una placca, che alla diascopia
(ZN) del sedimento urinario, allergometria tuberco- presenta piccoli noduli "a gelatina di mela" con
linica ed urografia. possibile successiva comparsa di ulcere crostose o
- Tubercolosi genitale maschile. Interessa epidi di placche verrucose. La malattia ha un decorso cro
dimo, testicolo e prostata. Esordisce in genere nico e può comportare la formazione di cicatrici
monolateralmente come epididimite tubercolare in deturpanti e, tra le complicanze tardive, la compar
giovani adulti di età compresa tra i 20 ed i 40 anni sa di neoplasie: carcinoma squamocellulare (più
in oltre il 40% dei casi di tubercolosi renale, poten raramente basocellulare), melanoma maligno, lin
do risultare bilaterale in un terzo circa dei casi di fomi cutanei.
epididimite tubercolare. L'infezione è mediata dal Microscopicamente, si osservano nel derma
transito di materiale infetto attraverso i deferenti. (medio e superiore) focolai granulomatosi con
Si manifesta inizialmente come una formazione fluenti tubercoloidi e/o similsarcoidotici con pre
nodulare che gradualmente aumenta di volume senza o meno di caseosi e di cellule giganti tipo
potendo interessare l'intero epididimo che diviene Langhans. I micobatteri possono essere dimostrati
duro, bozzoluto e di dimensioni tre/quattro volte in scarso numero o risultare del tutto assenti all'e
superiori alla norma. Sulla superficie di taglio in same batterioscopico. Conseguentemente la dia
fase iniziale le pareti dei tubuli appaiono ispessite gnosi dovrebbe essere confermata dalla biologia
con presenza di materiale puruloide nel loro lume. molecolare (PCR, cfr. tubercolosi paucibacillare).
Successivamente compare un'estesa caseosi che L'epidermide sovrastante i granulomi può presen
può interessare il testicolo e le altre strutture adia tarsi atrofica o, al contrario, iperplastica, raramen
centi dando origine così ad un'orchiepididimite te peraltro con i caratteri di iperplasia pseudoepite-
tubercolare con possibile fistolizzazione dello liomatosa.
scroto. - Tubercolosi verrucosa. E una rara forma di
La prostatite tubercolare è una rara evenienza, tubercolosi cutanea da inoculazione accidentale in
la cui porta d'ingresso è a livello dei dotti ghiando soggetti immunocompetenti a rischio professionale
lari, caratterizzata da un tipico quadro di tubercolo (sale autoptiche, macelli, laboratori). L'aspetto
si essudativa. macroscopico è quello di una placca verrucosa,
- Tubercolosi genitale femminile. La tubercolosi posta generalmente sul dorso della mano o delle
dei genitali femminili si presenta con sterilità (o dita. Il quadro microscopico evidenzia iperplasia ed
gravidanze extrauterine), malattia infiammatoria ipercheratosi delTepidermide, spesso di tipo pseu-
pelvica, ipermenorrea o amenorrea. L'età media è doepiteliomatoso, con granuloma caseificante e
tra i 30 ed i 40 anni. Nell'80% circa dei casi è docu presenza dì micobatteri nel derma sottostante.
mentabile una tubercolosi extragenitale. In tutte le - Tubercolosi orifiziale. E una forma di tuberco
pazienti si ha interessamento delle salpingi (salpin losi contratta per autoinoculazione in pazienti con
gite tubercolare) con successivo coinvolgimento tubercolosi avanzata e già con immuno-deficienza
dell'endometrio (90% dei casi) e delle ovaie (20-40% tale da consentire impianto di bacilli in distretti o
dei casi). All'esame pelvico sono palpabili masse organi diversi da quello offerto dalla malattia. E
annessiali in circa la metà dei casi. L'orientamento stata infatti identificata e dimostrata una regola bio
diagnostico di tubercolosi genitale deve trovare logica secondo la quale l'immunità cellulo mediata
conferma da accertamenti bioptici e colturali. Si evocata dalTinstaurarsi della malattia in un organo
ritiene possibile una tbc primaria genitale per infe (polmone ad es.) è in grado di impedire altri
zione contratta con rapporti sessuali. impianti in organi diversi, essendo un'eccezione il
- Tubercolosi cutanea. Comprende essenzial caso della miliare. Così la comparsa delle ulcere tbc
mente forme riconducibili all'infezione diretta sulla mucosa orale è segno di grave compromissio
della cute ad opera dei MTB, quali il lupus vulgaris ne dell'immunità nella tbc cronica polmonare
e la tubercolosi verrucosa, ed eruzioni cutanee - (legge di Marfan-Reitano). Si presenta con ulcera
note come tuberculidi - concomitanti a un focolaio zioni poco profonde della giunzione muco-cutanea
interno di tubercolosi. anche con localizzazione perianale. Il quadro isto-
- Lupus vulgaris. È la forma più frequente di patologico è quello di una ulcerazione sovrastante
tubercolosi cutanea che si manifesta prevalente un granuloma caseificante con presenza di MTB.
mente in giovani adulti con una localizzazione al - Tubercolosi cutanea disseminata. Consegue a
viso e alla regione del collo o, più raramente, con diffusione cutanea di MTB da altre sedi e si manife
altre localizzazioni (arti, natiche, pene). Le lesioni al sta con papule, pustole e vescicole che necrotizzano
viso e al naso possono essere destruenti. E dovuta formando piccole ulcerazioni in bambini con
quasi esclusivamente al M. tuberculosis; isolate immunodeficienza congenita e con pustole multi
osservazioni della letteratura correlano infatti la ple o papule eritematose in adulti affetti da AIDS.
patologia lupica alla presenza di M. bovis, alla vac La presenza di MTB è ben documentabile, partico
cinazione con BCG o alla presenza del complesso larmente in fase iniziale.
Tubercolosi extropolmonare ¿ 281
mani (ad es. "mano ad artiglio") e ai piedi. Possono comparire l'uomo mentre le rimanenti sono considerate abi
autoanticorpi anticitoscheletro. tualmente saprofitarie (ad es. M. phlei).
Il quadro istopatologico dimostra la presenza, talora massi
I micobatteri patogeni non tubercolari, riportati
va, di focolai granulomatosi variamente confluenti, che non inte
ressano peraltro l'epitelio sovrastante per l'interposizione della in letteratura con varie dizioni (atipici, anonimi,
cosiddetta clear zone. Il granuloma è composto principalmente opportunistici, paratubercolari), sono attualmente
da macrofagi contenenti ML, che, nelle fasi più avanzate, presen indicati come MOTT (acronimo di Mycobacterium
tano un aspetto schiumoso (cellule di Vìrchow), e da rari linfoci Organisms Other Than Tuberculosis).
ti prevalentemente citotossici (CD8-immunoreattivi). Patogno- A differenza della lebbra e della tubercolosi, tri
monico è il reperto di ammassi di ML (cosiddetti globi) nel cito
plasma delle cellule giganti (Fig. 15), evidenziabili con le comu
stemente note da millenni nel bacino del Mediterra
ni colorazioni (ematossilina-eosina). neo, l'epoca di comparsa dei MOTT (e di accettazio
Una forma di LL, non nodulare, prevalente in Messico, ne ufficiale del loro potere patogeno) risale al seco
caratterizzata da ulcere emorragiche conseguenti a vasculite lo scorso anche perché le infezioni da loro veicolate
necrotizzante è nota come Lucio's phenomenon. escludono un contagio interumano. Si tratta infatti
La superinfezione tubercolare di pazienti lebbrosi è un'evenienza
di un m odello in espan sion e di p a to lo g ia am bien
possibile anche se eccezionale. Viceversa, particolarmente nell'A-
frica centrale, la superinfezione lebbrosa di pazienti affetti da AIDS
ta le, con infezione veicolata da: acque salmastre,
sembra essere evenienza più frequente e in possibile espansione. dolci stagnanti, di rubinetti o docce, scoli ospedalie
ri, vegetali (ad es. rafano e sfagno), materiale orga
nico in disfacimento. L'habitat prevalente è all'inter
faccia acqua/aria, da cui la dizione di "anitre del
I Micobofteriosi mondo microbico". La porta d'ingresso dell'infe
I micobatteri responsabili della tubercolosi e zione è generalmente rappresentata dalle vie respi
della lebbra sono solamente due tra le varie decine ratorie e dal tratto gastrointestinale.
di speci micobatteriche attualmente note. Quaran Fattori predisponenti, tradizionalmente accetta
tanove di esse (Tab. 2) sono ritenute patogene per ti sono: le varie condizioni di immunodepressione,
284 Malattie micobafferiche
Classificazione dei MOTT patogeni marinina, scrofuleina, xenopina, aviumina, gordo-
nina, chelonina, fortuitina.
(aggiornata al 2001} basata su quella
Identificazione. Sulle sezioni i MOTT sono rico
inizialmente proposta da Runyon (1959) nosciuti in base alla loro alcole-acido resistenza e ad
una peculiare positività col PAS (del tutto assente
1° gruppo nel MTB) riconducibile a polisaccaridi neutri strut
M. kansasii, M. marinum,
Fofocromogeni: colonie M . simiae, M. asiaticum, turali della loro parete. Per taluni di essi (ad es. M.
di colore giallo-rossastro A l intermedium, avium) sono inoltre disponibili sonde specifiche per
alfa luce per sintesi M. lentifiavum la PCR.
di pigménto carotenico Taluni MOTT (M. kansasii, M. avium, M. scrofula-
M. scrofulaceum, ceum) si presentano come forme bastoncellari di
il0 gruppo M. xenopi Al. gordonae, lunghezza non inferiore al MTB, mentre altri (M.
M. flavescens, M. szulgai, gordonae, M. malmoensc, M. haemophilum, M. chelo-
Scotocromogeni: colonie M.interjectum, nei) appaiono come forme coccobacillari. I MOTT
giallo-arancio al buio e M. bóhemicum, M. fusciae, soprariferiti sono inoltre caratterizzati dalla presen
rosse alla luce A l kubicae, za di lipidi specifici.
M. heckeshornense Istopatologia. Il quadro morfologico è costituito
da uno spettro continuo di lesioni granulomatose,
M. avium-intracellufare, necrotizzanti e tubercoloidi ad un estremo dello
M. genavense, spettro (M. kansasii, M. avium e forme bastoncellari)
M.malmoense,
M. haemophilum, non necrotizzanti e senza caratteri di specificità
A l paratuberculosis, all'altro estremo (M. gordonae, M chelonei e forme
111° gruppo M. nonchromogenicum, coccobacillari).
Non cromogeni: piccole M. terrae, M. gastri, Il quadro tubercoloide è caratterizzato dal poli
colonie lisce e circolari M. shimódei, M. bronderi, morfismo delle cellule giganti e, particolarmente da
debolmente pigmentale M. celatum, cellule giganti con vacu oli otticamente vuoti o con
A l heidelbergense, tenti scarso materiale cellulare (Fig. 16) e dal possi
M : cónspicuum, M. triplex, bile reperto di nidi di istiociti schiumosi.
M. tilburgi, A l neoaurum,
A l thermoresistibile,
Ai. doricum
Ai. ulcerans, M. chelonei,
Al. fortuitum,
Al. smegmatis,
IV° gruppo M. vaccae, A l borstelense,
Al. confluenti,
A rapida crescita: colonie M. mucogenicum,
rugose o lisce non A4, hassìacum,
pigmentate M. novocastrense,
M. wolinskyi, A4, godìi,
M. jepticum, A l elephantis,
M. immunogenum
N.B.: I MOTT in neretto sono quelli di più frequente riscontro. Ì
rimanenti MOTT (in corsivo) sono elencati in ordine cronologico di
identificazione anziché in ordine alfabetico.
la cutireazione con frazioni antigeniche specifiche Fig. 16 - Cellula gigante con vacuoli circondata da accumuli
(micobatterine o micobattine), quali: kansasina, epiteiioidi. Reperto tipico di micobatteriosi.
Sistematica essenziale delle principali infezioni da MOTT u 285
Il quadro granulomatoso non necrotizzante è
caratterizzato da una ricca componente macrofagica
epitelioide, dal polimorfismo delle cellule giganti,
spesso di piccola taglia, e dal possibile reperto di
nidi di istiociti schiumosi.
Risposta terapeutica. È in genere pienamente
soddisfacente anche se richiede una competenza
specifica in quanto la maggior parte dei MOTT non
è sensibile agli anti-tubercolari classici, bensì ad
altri farmaci (macrolidi e chinoionici) ed anche a
farmaci impiegati nella terapia della lebbra (clofazi-
mina).
U Sistematica essenziale
delle principali infezioni
da MOTT
- M. Kansasii (sinonimi: M. ludflavum, bacillo giallo di
Daddi). Ha 6 antigeni comuni con il M. tuberculosis da cui
discendono la sua parziale sensibilità agli anti-tubercolari classi
ci e la sua (frequente) presentazione clinica di "tubercolosi in
miniatura". Per questi motivi è stato il MOTT di più frequente
isolamento in ambienti sanatoriali.
L'infezione da M. kansasii (MK) sì presenta generalmente
(Europa ed Australia) in adulti residenti in aree urbane ad eleva
ta industrializzazione o sottoposti a notevole e prolungato
impolveramento. Negli USA l'infezione da MK appare circo-
scritta agii stati centrali e meridionali.
Le principali forme anatomocliniche sono: tubercoloide,
pseudolinfomatosa (con adenopatie multiple), silico-micobatte-
riosica, di complicazione. Quest'ultima forma si ritrova in neo
plasie maligne epiteliali necrotizzanti trattate con chemio-radio-
terapia e in leucemie e linfomi.
Assai rara è la superinfezione da MK in pazienti affetti da Fig. 17 - Infezione da M. kansasii. Caratteristici campi conti
AIDS.
gui di flogosi cronica granuiomatosa necrotizzante iubercoloi-
Ti quadro istopafologico è caratterizzato dall'alternanza, in
ae con flogosi non-necroti zzante di tipo sarcoidotico.
campi microscopici contigui, di focolai di flogosi cronica necro
tizzante tubercoloide con altri di flogosi cronica non necrotiz
zante sìmil-sarcoidotica (Fig. 17) con frequente reperto di nidi di
cellule schiumose. La popolazione linfocitaria circostante i foco micobatteri alcole-acido resistenti, spesso di lunghezza netta
lai è rappresentata principalmente da T-linfociti citotossici (CD8- mente maggiore di quella del MTB.
immunoreattivi) e da numerosi NK. - M. scrofulaceum (sinonimi: M. marianum, M. paraffinicum).
I MK si presentano come forme bastoncellari allungate alco L'infezione da M. scrofulaceum (MS) è nota comunemente come
le-acido resistenti (Fig. 18) caratterizzate da stilature trasversali scrofola ed anche come male del Re {King's evil) per la credenza
(aspetto "zebrato" o "tigrato") e, talora, da un'appendice filifor medievale che la malattia potesse guarire con ¿imposizione delle
me (cosiddetto "segno della coda"). mani da parte del Re di Francia o del Re d'Inghilterra.
- M. Marinum. I vari sinonimi (bacillo della tubercolosi dei L'infezione, che predilige bambini e giovani adulti, consegue
pesci, M. baimi, M. platipoecilus) e le varie dizioni (granuloma verosimilmente a microtraumi della mucosa orofaringea con
delle piscine, affezione del dito dell'appassionato di pesci) stan successiva ipertrofia, in genere omolaterale, dei linfonodi latero
no a significare che il M. marinum (MM) è un patogeno primario cervicali, talora massiva cosi da conferire un aspetto "a collo tau
dei pesci e di taluni vertebrati pecilotenrd con una crescita coltu rino", in assenza di segni di malattia sistemica. I linfonodi non
rale ottimale intorno ai 31°C. Questi dati concordano con la pre sono dolenti. La linfoadenectomia, altre a consentire una diagno
sentazione clinica dell'infezione che interessa prevalentemente si di certezza, è curativa. Ove non praticata, compaiono fistoliz-
gli arti ma non gli organi interni. Abrasioni o piccole lesioni cuta zazioni seguite da cicatrici permanenti. Nel 10% circa dei casi
nee possono facilitare l'iniezione contratta con l'immersione in possono manifestarsi localizzazioni polmonari caratterizzate
piscine contaminate da MM o con l'accudimento di acquari radiologicamente da nodulazioni neoplastiformi.
domestici (contenenti pesci tropicali). Il quadro morfologico è caratterizzato da una flogosi cronica
L'infezione si manifesta con papule e noduli, unici o multi granuiomatosa necrotizzante tubercoloide (Fig. 19) con presenza
pli, a lento accrescimento e passibili di ulcerazione, localizzati di cellule giganti marcatamente polimorfe di piccola taglia e di
prevalentemente al gomito, alle mani, alle caviglie e al dorso dei una ricca componente plasmocitaria, del tutto assente in caso di
piedi. In quest'ultima localizzazione possono presentarsi forma infezione tubercolare (Hg. 20).
zioni verrucose, che possono essere scambiate per tubercolosi - M. xenopi (sinonimi: M. moeUeri, micobatterio termofilo
verrucosa anche perché l'infezione da MM comporta il viraggio INH-sensibile). La dizione di M. xenopi (MX) è legata al suo iso
da negativa a positiva della cutireazione tubercolinica. lamento da lesioni cutanee del rospo (xenopus laevis); il MOTT
II quadro morfologico è caratterizzato da una flogosi granuio- è risultato patogeno anche per il pollo, il maiale e il gatto e può
matosa a lenta evoluzione necrotizzante con presenza di isolati coesistere con l'infezione tubercolare.
286 -ì Maloffie micobatferiche
■:/&’t™,
¡s^^i
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M . A vium
I Sino 97 bp
Fig. 22 - Aviumosi polmonare (PCR). Identificazione della
sequenza di inserzione [SI 110.
principalmente: polmoni, linfonodi, milza, fegato, teine anti-apoptotiche tipo bcl-2.1 macrofagi secre
cute, cuore, occhi, dita, SNC. tori producono un materiale a bassa opacità elet
La malattia si manifesta con un esordio acuto (a tronica che sì riversa alla periferia del granuloma
prognosi più favorevole), spesso associato ad erite con formazione di ialinosi e fibroialinosi, la cui
ma nodoso, o con un esordio paucisintomatico entità aumenta con l'evoluzione cronologica del
("insidioso"), a prognosi meno favorevole, in gio granuloma.
vani pazienti, generalmente non fumatori, con una Nei granulomi e, particolarmente, nei linfonodi
frequenza assai variabile (da meno di 1 a 40 casi per che drenano il tessuto sarcoidotico, possono ritro
100.000 abitanti): massima nei Paesi settentrionali, varsi piccole formazioni, rotondeggianti od ovalari
europei e nord-americani, minima in altre popola di colore giallo-bruno, alcole-acido resistenti, deri
zioni (indiani americani, eschimesi, arabi, cinesi). vanti. da pigmento ceroide lisosomiale, note come
Studi epidemiologici hanno evidenziato che il corpi di Hamazaki-Wesemberg. I granulomi sarcoi-
rischio di contrarre la sarcoidosi da parte di immi dotici captano taluni radionuclidi (ad es., il gallio67)
grati in Paesi ad elevata incidenza sarcoidotica, pro e la loro formazione è inibita dai corticosteroidi.
venienti da aree a bassa incidenza sarcoidotica, è 10 La malattia ha una mortalità di circa il 5% dei
volte maggiore di quella dei Paesi di origine. Studi casi riconducibile principalmente ad interessamen
epidemiologici condotti nell'isola di Man hanno to cardiaco (anche con un quadro di morte improv
inoltre evidenziato che la sarcoidosi si diffonde con visa) o ad insufficienza respiratoria da fibrosi pol
una trasmissione da persona a persona o come monare.
esposizione condivisa ad un agente ambientale. I È noto da tempo in letteratura che sezioni sería
polmoni sono quindi ritenuti la porta di entrata del te di granulomi sarcoidotici possono rivelare la pre
l'infezione con successiva diffusione agli altri orga senza di occasionali forme micobatteriche. Più
ni per via linfatica o linfo-ematica. recentemente è stata segnalata una PCR positiva
La presentazione radiologica polmonare assume per micobatteri (M. tuberculosis, M. avium). Questi
i caratteri di un quadro miliariforme, prevalente nei dati potrebbero risultare conflittuali sul piano assi
lobi superiori, con ipertrofia, spesso simmetrica, dei stenziale in quanto la terapia della sarcoidosi è
linfonodi mediastinici o, più raramente, da un qua segnatamente diversa da quella della tubercolosi e
dro nodulare neoplastiforme. delle micobatteriosi. Ci sembra possibile ipotizzare
Il quadro morfologico è caratterizzato da granu che una parte di questi casi diagnosticati come sar
lomi multipli non necrotizzanti, isolati o confluenti, coidosi fossero in realtà casi di tubercolosi o di
spesso giustapposti ai linfatici regionali, con un aviumosi paucibacillare (cfr. sezioni precedenti).
area centrale costituita da cellule epitelioidi (macro Nei casi rimanenti potrebbe trattarsi di residui
fagi eosinofili), da macrofagi secretori e da cellule micobatterici persistenti ed ancora provvisti di
giganti tipo Langhans e tipo corpo estraneo (con potere antigenico, anziché di micobatteri vitali. A
favore di questa ipotesi depone la positività di anti
possibile reperto di minuta area centrale di necrosi
corpi diretti contro la cross-reactive 65 kD heat shock
non caseosa) e da una corona linfocitaria periferica.
proteìn, presente nei micobatteri.
Tipicamente assenti i granulociti eosinofili ed i
In conclusione, una corretta diagnosi di sarcoi
mastociti. Le cellule epitelioidi, immunoreattive per
dosi deve tenere conto degli aspetti clinici, radiolo
CD68, lisozima e orosomucoide, producono (Pert-
gici e morfologici ed escludere rigorosamente qua
schuk et al, 1981) un enzima ad attività kininasica
dri sarcoidosimili su base infettiva (tubercolosi,
(EC3.4.15.1), comunemente noto come enzima con
micobatteriosi, micosi, lue, ecc.) od occupazionali,
vertitore delTangiotensina (ACE) i cui alti livelli nel
nonché reazioni linfonodali di tipo sarcoidotico da
sangue e nel liquido di lavaggio endoalveolare
neoplasie e linfomi.
(BAL) sono caratteristici della sarcoidosi. Nel cito
plasma delle cellule giganti possono essere eviden
ziati corpi asteroidi (aggregati stellariformi di | Bibliografici essenziale
microtubuli e di microfilamenti di vimentina) e
corpi di Schaumann (residui lisosomiali concoidi Mazzolla R., et al.: Differential microbial clearance and
immunoresponse of Balb/ c (Nramp 1 susceptible) and
calcitici), presenti peraltro in altri granulomi (ad es.,
DBA2 (Nramp 1 resistant) mice intracerebrally infec-
da berillio o da lana di vetro). ted with mycobacterium bovis BCG. FEMS Immuno-
Sia nelle sezioni che nei preparati citologici logy and Medicai Microbiology. 32: 149,2002.
(BAL), la quota linfocitaria intralesionale è caratte
rizzata da un'’espansione dei T linfociti (prevalen Barboimi G., et al.: Immunological analysis of mycobacte-
rial antigens by monoclonal antibodies in tuberculosis
temente Thl-helper) CD4-immuno re attivi con
and mycobacteriosis. Hum. Pathol. 2 0 :1 0 7 8 ,1 9 8 9 .
riduzione dei T linfociti citotossici (CD-8 immuno-
reattivi) che vengono quindi a ritrovarsi in eccesso World Health Organizalion. 1996. Groups of Risk: W HO
nelle sedi non interessate dalla sarcoidosi con con Report on thè Tuberculosis Epidemie World Health
seguente possibile risposta da ipersensibilità cellu- Organization, Geneve, Switzerland.
lo-mediata. Detta espansione appare correiabile American Thoracic Society and Centers for Disease Con-
alla mancata apoptosi dei CD4 da rilascio di pro trol: Diagnostic standards and classification of tuber-
290 Malattie micobatteriche
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2.5 Malattie
da miceti
G. Pettinato, D. Bifano
Sporotricosi
È una micosi cronica, ubiquitaria, sporadica,
non contagiosa, dovuta a Sporotrix schenckii, fungo
dimorfico, saprofita del terreno e delle piante.
La forma clinica di gran lunga più frequente di
infezione è la sporotricosi linfocutanea, malattia
che si presenta come lesione nodulare, ulcerata
della cute degli arti con successiva comparsa di
noduli sottocutanei analoghi, disposti lungo il
Fig. 1 - Micosi superficiale. Nello strato corneo distaccato sono decorso dei vasi linfatici prossimali.
appena visibili ife fungine (frecce). L'esame bioptico di queste lesioni mostra, quan
do rilevabili, solo scarse spore fungine nel contesto
di una reazione infiammatoria mista, suppurativa e
granulomatosa, comunque non specifica; pertanto,
nea o dello scraping cutaneo o del fusto pilifero la diagnosi di sporotricosi, già fortemente suggerita
conferma la diagnosi di infezione micotica, ma Te dalle caratteristiche cliniche, deve essere conferma
sarne culturale è necessario per identificare Tagente ta dall'esame colturale.
etiologico (Fig. 1).
Malattia da lobo (blastomicosi cheioidale)
j§ Micosi sottocutanee È una rara micosi limitata all'America Meridio
e soitomucose nale e a parte dell'America Centrale, caratterizzata
da noduli cutanei usualmente degli arti e del viso,
Queste infezioni sono dovute a funghi gene che ricordano le cicatrici cheloidali.
ralmente presenti nel suolo o nella vegetazione in L'agente etiologico, Loboa loboi, che misura fino
decomposizione, che accidentalmente invadono a 12 micron, non è stato isolato in cultura ma le
gli strati più profondi del derma, il tessuto sotto- spore del fungo sono abbondanti nel derma delle
cutaneo o sottomucoso e, solo occasionalmente, lesioni cutanee dove, riproducendosi per successi
causano infezioni sistemiche. Sono infezioni rare, va gemmazione, assumono l'aspetto caratteristico
ad eccezione della Sporotricosi linfocutanea, e, di "fili di perle" interspersi tra sparsi neutrofili ed
per la maggior parte, presentano una crescita cro eosinofili. Una infezione spontanea da L. loboi si
nica, insidiosa che può estendersi all'epidermide. verifica nei delfini e Tagente è trasmissibile agli
animali di laboratorio, anche se non è stato colti
Cromoblastomicosi e cisti feoifomicotica vato.
Criptococcosi
La criptoccocosi (blastomicosi europea) è un'in
fezione ubiquitaria causata da Criptoccus neofor-
mans, fungo presente nel suolo e ritrovato in gran
quantità negli escrementi dei piccioni.
La malattia si presenta sia in persone apparente
mente sane che in soggetti immunodepressi ed i fat
tori predisponenti comprendono linfomi maligni
(particolarmente linfoma di Hodgkin), AIDS, ed in
generale condizioni che alterano l'immunità cellu-
lo-mediata.
Benché la porta di entrata dell'infezione sia l'ap
parato respiratorio, la localizzazione polmonare è
spesso asintomatica. Il danno principale arrecato
dal C. neoformans è a livello del sistema nervoso
centrale, dove, probabilmente per l'assenza o l'inef
ficienza dei normali meccanismi di difesa, si instau
ra una meningo encefalite che, soprattutto nei
pazienti immunocompromessi, ha un inizio lento e
un decorso clinico subdolo.
Uinfezione criptococcica disseminata può
seguire l'interessamento localizzato, polmonare o
meningeo o può insorgere de novo come complican
za fatale di una malattia di base.
L'intensità e il tipo di risposta infiammatoria
all'infezione criptococcica variano in relazione alle
condizioni dell'ospite e allo stadio di malattia: da
infiammazione assente o scarsa a reazione essuda
tiva o granulomatosa. Fig. 6 - Criptococcosi disseminata. Numerose spore fungine
Il quadro istologico della meningoencefalite con spesso alone capsulare evidenziato dalla colorazione con
mucicarminio.
criptococcica, nel soggetto severamente compro
messo, mostra assenza di cellule infiammatorie e
copiosa proliferazione di criptococchi. Masse gela
tinose di spore di C. neoformans permeano le menin viene evidenziata con la colorazione per il Mucicar
gi o proliferano negli spazi perivascolari cerebrali minio (Fig. 6); questo aspetto è considerato pato-
di Virchow-Robin (lesioni a bolla di sapone). Per gnomonico di criptococcosi, anche quando non è
contro, nei pazienti immunocompetenti si sviluppa possibile una conferma colturale. Nei casi in cui la
una spiccata reazione granulomatosa che invade le capsula sia scarsamente sviluppata, come frequen
pareti vascolari, risultando in trombosi arteriose ed temente succede nei pazienti immunocompromes-
infarti corticali multipli. si, è richiesto l'esame colturale per una diagnosi
I focolai polmonari criptococcici (criptococco-definitiva.
mi) sono usualmente riscontrati in radiografie ese
guite di routine. Sono generalmente solitari, ben Candìdiasi
circoscritti e costituiti da forme fungine per lo più
non vitali, circondate da reazione granulomatosa e La candidiasi è una micosi superficiale mucocu
fibrosi. Nella criptococcosi disseminata, qualsiasi tanea e sistemica causata da diverse specie del
organo può essere interessato da spore proliferanti genere Candida di cui la C. Albicans è la specie più
di C. neoformans, senza alcuna reazione infiammato frequente. I funghi in piccole quantità usualmente
ria. colonizzano la cute e le mucose del cavo orale, del
La diagnosi di criptococcosi viene effettuata in tratto gastrointestinale e della vagina e, solo se libe
base all'esame microscopico culturale dei fluidi e ri da competizione microbica, mostrano sovracre-
tessuti interessati dalla malattia. Il sedimento del scita superficiale. In soggetti sani ed immunocom
liquor cefalorachidiano, strisciato e colorato con petenti tale crescita rimane localizzata; per contro,
inchiostro di china, permette di osservare le piccole ospiti debilitati, soprattutto immunosoppressi o
cellule sporiformi singole o gemmanti circondate neutropenici, sono ad alto rischio di candidiasi
da un alone chiaro dipendente dal fatto che le par invasiva o fungemia.
ticelle di inchiostro non vengono trattenute dal Lo spettro delle manifestazioni cliniche da can
l'ampia capsula polisaccaridica. Nelle sezioni tessu dida è pertanto molto variabile.
tali, invece, il citoplasma fungino viene colorato in La candidiasi superficiale include malattìe della
rosso brillante con la colorazione PAS e la capsula cute e delle unghie somiglianti frequentemente a
296 ? Maloffie da miceti
quelle causate da dermatofiti, malattie della muco non specifico. Le lesioni cutanee sono di tipo ecze-
sa del cavo orale (mughetto) e infezioni della muco matoide e nelle forme croniche possono mostrare
sa vaginale. Queste lesioni generalmente guarisco una reazione granulomatosa; un infiltrato infiam
no, ma nei soggetti con malattie endocrine o con matorio eosinofilo può essere prominente nelle rea
anomalie dell'immunità cellulo-mediata tendono a zioni da ipersensibilità dermica in sedi lontane dal
cronicizzare e diventano resistenti alla terapia; sono l'infezione (candididi).
forme che vengono raggruppate nella definizione Le forme gravi di candidiasi disseminata nei
di candidiasi mucocutanea cronica. pazienti immunosoppressi sono caratterizzate dalla
Nell'ospite immunocompromesso la candida presenza massiva di colonie fungine senza risposta
tende a colonizzare anche mucose dove normal infiammatoria. Nel 90% dei casi queste forme coin
mente non è presente. Le sedi più frequentemente volgono il rene con lesioni miliari bilaterali, necro
interessate sono esofago distale e giunzione esofa tiche ed ascessuali, diffuse nella midollare e nella
go-gastrica (Fig. 7) dove il fungo tende a colonizza corticale. Queste lesioni contengono spore ed ele
re ulcere preesistenti, aumentando così il rischio di menti miceìiali.
disseminazione ematogena. Una copiosa crescita di L'endocardite da candida ricorda un endocardi
pseudoife nelle lesioni esofagee, così come la pre te batterica acuta con grosse vegetazioni friabili,
senza di polmonite necrotizzante-emorragica, indi pertanto capaci di dare emboli. La candidiasi pol
cano il passaggio dalla colonizzazione ad una inva monare ematogena è caratterizzata da noduli
sione fungina profonda. rotondi, necrotici, grigio-brunastri in entrambi i
Se la candida entra nel torrente ematico dei polmoni. Le lesioni cutanee sono papulari ed erite-
pazienti immunocompromessi, la candidemia risul matose con caratteristiche punteggiature centrali
ta in una disseminazione a qualsiasi organo ma par giallastre, segno della colonia fungina. Altri quadri
ticolarmente interessati sono cuore, rene e sistema sono rappresentati dalla meningite, ascessi intrace-
nervoso centrale. rebrali ed epatici, dall'artrite, dall'osteomielite; in
Le infezioni da candida della cavità orale, della ciascuna di queste localizzazioni il fungo evoca solo
vagina e dell'esofago producono placche e mem risposte infiammatorie.
brane biancastre sottese da infiltrato infiammatorio
Istoplasmosi
Uistoplasmosi è una micosi causata dall'inala-
zione di conidi o frammenti di ife di Histoplasma
capsulatum var. capsulatum, fungo che cresce su ter
reni con alto contenuto di azoto specialmente in
aree contaminate da escrementi di pipistrelli e
uccelli.
È un'infezione ampiamente distribuita in tutto il
mondo temperato ma in certe aree è altamente
endemica come le valli delTOhio e del Mississippi
negli Stati Uniti e aree sparse, più ristrette, dell'A-
merica Centrale e Meridionale. L'infezione decorre
asintomatica in circa il 90% dei casi a giudicare dalla
reattività al test cutaneo con istoplasmìna; nel rima
nente 10% si presenta con sintomi che configurano
quadri clinici acuti e cronici.
La maggior parte delle infezioni acute osserva
te negli ospiti immunocompetenti si sono manife
state con una sintomatologia simil-influenzale in
presenza di reperti radiografici di adenopatia ilare
con o senza opacità polmonari irregolari, bilaterali.
Queste forme acute polmonari generalmente gua
riscono spontaneamente o senza lasciare traccia o
esitano in focolai miliariformi, calcitici, visibili
all'esame radiografico. Solo occasionalmente la
linfoadenopatia può essere così massiva da com
primere trachea, bronchi ed esofago e, probabil
mente per estensione deU'infezione dai linfonodi
stessi, può verificarsi pericardite essudativa.
Anche queste complicanze si risolvono di solito
Fig. 7 - Ife, pseudoife e blastospore di Candida raccolte dalla spontaneamente ma in rari casi, durante lo stadio
giunzione gastroesofagea di un paziente immunosoppresso. cicatriziale della malattìa, la fibrosi post-infiamma-
Colorazione PAS. toria può intrappolare le strutture mediastiniche,
Micosi sistemiche - 297
configurando il quadro della sclerosi mediastinica zione; il fungo in questi casi evoca una iniziale rea
progressiva. zione essudativa che con il tempo diventa granulo-
Quando le difese dell'ospite sono compromesse matosa con evoluzione in necrosi caseosa ed in
e, solo in una minoranza di casi per inalazione mas lesioni calcificate.
siva del fungo in soggetti sani, Ì'H. capsulatura può Solo nella forma disseminata acuta, osservata
provocare infezione progressiva disseminata che, negli ospiti immunosoppressi, le spore fungine
dal punto di vista clinico, varia dalla istoplasmosi sono completamente libere di replicarsi nei
disseminata acuta, potenzialmente letale alla isto macrofagi dei vari tessuti ed organi senza alcuna
plasmosi disseminata cronica, lieve. La forma acuta reazione granulomatosa (Fig. 9).
è caratterizzata comunemente da febbre alta, epato- NelYistoplasmosi polmonare disseminata cro
splenomegalia e anemia; nella forma cronica le nica, invece, solo sparsi e pochi granulomi sono
lesioni focali che dominano il quadro clinico sonò: presenti nei vari organi. Molto più complesso è il
ulcere mucose, morbo di Addison per distruzione quadro anatomopatologico dell'istoplasmosi pol
surrenalica bilaterale; più raramente endocardite e monare cronica, per la presenza contemporanea
meningite. di lesioni granulomatose, interstiziali e ostruttive;
Lristoplasmosi polmonare cronica occorre inve incluse le dilatazioni bronchiali che quando inva
ce prevalentemente in soggetti con difetti struttura se da funghì subiscono trasformazione cavitaria.
li polmonari che presentano una progressione gra Questi aspetti ricordano la tubercolosi polmonare
duale della sintomatologia mentre la radiografia cronica post-primaria.
del torace evidenzia infiltrati apicali fibronodulari La fase tessutale di H. capsulatum è contraddi
mono o bilaterali (istoplasmomi) (Fig. 8). In un stinta da una piccola spora gemmante con una
terzo dei casi l'infezione si stabilizza o regredisce parete cellulare argirofila senza una vera capsula.
spontaneamente, negli altri mostra progressione Purtroppo queste cellule non sono identificabili con
subdola che può portare con gli anni all'exitus per l'istologia di routine, tranne nella forma dissemina
cuore polmonare cronico, polmonite batterica o ta acuta quando i macrofagi, rigonfi di spore posso
istoplasmosi. Tutte le lesioni cicatriziali dell'istopla- no essere identificati su strisci di sangue colorati
smosi tendono a calcificare; le calcificazioni gene con Ematossilina-Eosina o Giemsa.
ralmente sono multiple nel polmone e negli altri Poiché l'identificazione in coltura è indaginosa e
organi, al contrario del singolo complesso di Ghon può richiedere molto tempo, la biopsia e gli esami
della tuberolosi. sierologici assumono un ruolo importante per la
I microconidi di H. capsulatum per inalazione diagnosi.
raggiungono gli alveoli, vengono fagocitati dai
macrofagi che, nell'ospite immunocompetente,
acquistano capacità fungicida, limitando così l'infe-
Fig.8 - Lobectomia polmonare contenente un istoplasmoma che Fig. 9 - Infezione da Histoplasma capsulatum. Macrofagi
mostra la tipica laminazione fibrosa concentrica e calcificazio con citoplasma ripieno di numerosi microrganismi in un tessuto
ne centrale. infiammatorio-necrotico colorato con metodo di Giemsa.
298 : Malattie da miceti
Blastomicosi disseminazione ematogena dall'iniziale focolaio
polmonare; le sedi più frequenti sono bocca, naso,
La blastomicosi, anche definita come malattia di vie aeree superiori, cute e linfonodi.
Chicago, malattia di Gilchist, o blasto m icosi nord- Le tumefazioni edematose, ulcerate delle prime
am erican a, è un'infezione dovuta ad inalazione di vie aeree costituiscono le lesioni "hallmark" della
conidi di Blastomyces dermatitidis, fungo dimorfo paracoccidioidomicosi. Altrettanto indicativo è l'e
geograficamente limitato al Nord America e a parte same istologico delle lesioni croniche, poiché gene
dell'Africa. ralmente mostra abbondanti spore fungine, meglio
Solo in un piccolo numero di pazienti l'iniziale evidenziate dalla colorazione PAS, circondate da
infezione polmonare si manifesta come polmonite granulomi istiocitari con componente granulocita-
acuta autolimitantesi con febbre, tosse, malessere ria. I microrganismi, provvisti di parete cellulare a
generale ed infiltrati polmonari aspecifici all'esame doppio strato, sono caratterizzati dalla presenza di
radiografico. Nella grande maggioranza dei casi, la piccole, numerose cellule gemmanti intorno a una
blastomicosi presenta un esordio asintomatico e un grossa cellula matura (disposizione a "timone di
decorso cronico, progressivo, con disseminazione nave"). Questi aspetti, quando presenti, permetto
ad altri organi preferenzialmente cute, osso e tratto no una diagnosi istologica inequivocabile di para
genitourinario. coccidioidomicosi, ma, in loro assenza, è indispen
Le lesioni blastomicotiche possono essere: localiz sabile l'esame colturale.
zate, sim il-tum orali, o sparse, m iliariform i, istologi
camente costituite da una reazione infiammatoria
mista, prevalentemente suppurativa nelle lesioni gio Coccidioidomicosi
vani o prevalentemente granulomatosa nelle lesioni La coccid ioid om icosi è un'infezione prevalente
di vecchia data. La necrosi caseosa e le calcificazioni, mente polmonare dovuta ad inalazione di artrospo
al contrario deH'istoplasmosi, sono rare ma le cavita re del fungo dimorfico Coc-cidioides inmitis. La
zioni e le fistole si repertano frequentemente. malattia è endemica soprattutto in aree abbastanza
Nelle lesioni cutanee, usualmente degli arti, gli limitate a clima caldo ed arido degli Stati Uniti e
ascessi e i granulomi sono associati ad iperplasia dell'America Centrale e Meridionale, dove l'80%
pseudoepiteliomatosa florida dell'epidermide. Le della popolazione risulta infetta. Le manifestazioni
lesioni ossee sono tipicamente osteolitiche, ben cir cliniche sono variabili e comunque si osservano
coscritte, indolenti. L'epididimo e la prostata sono solo in una minoranza dei soggetti infettati.
le sedi urogenitali più frequenti. L'infezione polm on are prim aria acuta, cono
La diagnosi di blastomicosi sì fonda sull'esame sciuta come "Volley fever", è la forma clinica più
microscopico di strisci del materiale patologico, comune e si manifesta con febbre, tosse, dolori tora
sulla biopsia e sulla coltura del lavaggio bronchiale, cici con reperti radiografici di infiltrati spesso b ila -:
del liquor o del sangue. Nelle sezioni tessutali, il terali, adenopatia ilare e talora versamento pleuri
B. dermatitidis appare come spora gemmante a sin co. Non infrequentemente compaiono reazioni di
gola cellula con base ampia; quest'ultima caratteri ipersensibilità ai costituenti micotici quali eritema
stica è d'aiuto nella diagnosi differenziale con altre nodoso e multiforme della cute. Questa infezione in
spore di dimensioni simili, come H. capsulatum e genere evolve verso la guarigione completa, sebbe
C. neoformans. ne possa residuare all'esame radiografico un'opaci
tà nodulare fibrotica (coccidioidoma); inoltre, l'ad
Paracoccidioidomicosi densamento polmonare può persistere sotto forma
(blastomicosi sudam ericana) di polmonite cronica o avere un'evoluzione fìb r o -
cav itaria con tosse, emottisi, empiema ed altri
La paracoccidioidomicosi anche conosciuta aspetti comuni con la tubercolosi polmonare croni
come blastom icosi sudam ericana, è un'infezione ca. La coccid ioid om icosi progressiva dissem in ata è
sistemica cronica, progressiva, dovuta ad inalazio la forma più temibile, sebbene rara, della malattia
ne di conidi del fungo dimorfico Paracoccidioides che si osserva preferenzialmente nelle donne gravi
brasiliensis, di cui rimane sconosciuta la sorgente de e nei maschi non caucasici e può essere innesca
naturale. La malattia, endemica in Sud America, ta da immunosoppressione, malignità o AIDS. Le
particolarmente in Brasile, Venezuela e Colombia, lesioni miliariformi disseminate possono coinvol
colpisce più frequentemente maschi adulti, sebbene gere qualsiasi organo ma più frequentemente pol
i risultati dei test cutanei indichino che le infezioni mone, sistema nervoso centrale, tessuto muscolo
asintomatiche sono diffuse ed ugualmente distri scheletrico e cute. Questi stessi organi possono
buite in entrambi i sessi. Come per la blastomicosi diventare le sedi di infezioni localizzate croniche.
nordamericana, l'infezione polmonare sintomatica Le lesioni da C. inmitis mostrano un'iniziale rea
è invece poco frequente, mostra una scarsa sinto zione microascessuale che, dopo la prima settimana
matologia ed è autolimitantesi. Di contro, le forme dall'infezione, diventa granulomatosa con necrosi
più comuni di malattia sono rappresentate dalle caseosa e presenza di cellule giganti contenenti i
lesioni avanzate, localizzate e croniche, dovute a microrganismi.
M/cos/ sistemiche 299
Pneumocistosi
(Polmonite da Pneumocystis Carinii)
La polmonite da Pneumocystis è una complica
zione frequente e severa dell'AIDS e di molti altri
stati di deficienza immunitaria e nei neonati, sia
Fig- n - Polmonite da Pneumocystis carinii in un paziente con
essa di origine genetica o iatrogenica. E caratteriz AIDS, li polmone appare compatto e di aspetto carnoso, con
zata da consolidamento alveolare insidiosamente alcuni focolai confluenti di necrosi.
300 & Malattie da miceti
sione dell'infezione, e dalla capacità dell'ospite fluidi di lavaggio bronchiale, o nei prelievi bioptici
nella risposta, spesso si osserva proliferazione di bronchiali o di altri organi. Sono necessari metodi
pneumociti dì tipo 2 e un edema infiammatorio di colorazione speciali o metodi immunoistochimi-
interstiziale con infiltrazione linfoplasmacellulare e ci. I trofozoiti di P. carimi misurano fino a 6 micron
ispessimento dei setti (Fig. 12). Frequentemente si e possono essere visualizzati in strisci colorati con
riscontra superinfezione con altri agenti patogeni, blu di toluidina; nei preparati per microscopia elet
specialmente CMV, Pseudomonas e Candida. Dopo tronica essi mostrano estensioni di filopodi attacca
assistenza ventilatoria prolungata o ipotensione, gli ti all'epitelio alveolare. Quando i trofozoiti si divi
alveoli possono mostrare la presenza di membrane dono, si trasformano in cisti che appaiono delimita
ialine indicative di Sindrome da Distress Respirato- te in nero con la colorazione argento-metenamina
rio Acuto (ARDS), piuttosto che il caratteristico (metodo di Grocott) (Fig. 13). Le cisti misurano 4-6
essudato schiumoso da PCR In tali campioni, il micron e la maggior parte è a forma di "coppa" o di
parassita causale può essere dimostrato esclusiva- "barca"; alcune sono rotonde, con una o più pun
mente con impregnazione argéntica o con l'immu- teggiature centrali scure che distinguono le cisti di
noistochimica. Microrganismi e lesioni sono state P. carimi da quelle di funghi come Histoplasma cap-
osservate nei linfonodi ilari e in altri organi lontani sulaium o Candida, Nelle cisti, hanno luogo ulteriori
incluso milza, tiroide e occhio di pazienti con AIDS divisioni cellulari e nuovi trofozoiti emergono per
o con altri stati di immunodeficienza. continuare il ciclo vitale. Nei pazienti con AIDS,
- Diagnosi. La polmonite da Pneumocystis deve secrezioni bronchiali indotte sono considerate ade
essere sospettata in tutti i pazienti predisposti con il guate per la diagnosi; in altri pazienti a rischio tal
quadro clinico di febbre, anossia e funzione polmo volta può essere necessario ottenere tessuto da
nare compromessa, anche se studi radiologici o biopsia transbronchiale o da biopsia polmonare
istopatologici di routine fossero risultati negativi o aperta.
non tipici. A causa della loro localizzazione negli In molti laboratori, attualmente, la diagnosi di
spazi aerei terminali, P. carimi sono raramente infezione da PC viene eseguita con l'uso di anticor
dimostrabili nell'espettorato; essi vanno ricercati pi monoclonali e tecniche di immunoistochimica,
soprattutto nelle secrezioni bronchiali indotte, nei specialmente per screening in pazienti con AIDS. In
pneumocistosi trattate, cisti colorabili possono
ancora essere trovate per parecchie settimane dopo
che i trofozoiti sono morti, e la terapia deve quindi
essere monitorata principalmente seguendo criteri
clinici.
Fig. 12 - Polmonite da Pneumocystis carinii. 1 setti polmonari Fig. 13 - Forme cistiche di Pneumocystis carinii evidenziate nel-
sono edematosi e ispessiti da un infiltrato infiammatorio linfo l'essudato alveolare con la colorazione methenamine silver di
plasmacellulare, gli alveoli contengono un materiale amorfo Grocott. Nota la forma "a barca" di alcune cisti e la punteggia-
eosinofilo, finemente schiumoso misto a cellule desquamate. tura scura centrale.
Bibliogrofia essenziale s 301
¡1
Malattie
2.6 da protozoi
e da elminti
G. Pettinato, G. Ciancia
Malattie da protozoi
espulsi nell'ambiente, essi semplicemente si trasfor
Patogenesi e patologia mano in forme cistiche semidormienti capaci di
delle infezioni prolozoarie resistere a condizioni sfavorevoli fino a che un
nuovo ospite offre loro un rifugio per un ulteriore
I protozoi sono cause frequenti di malattia e
morte nei paesi in via di sviluppo; nelle aree svilup stadio proliferativo di trofozoite.
pate del mondo essi sono anche largamente preva I protozoi intracellulari sono più complessi: così, il Toxopla
lenti ma meno spesso letali. Un esempio è dato dalle sma si riproduce sessualmente solo neirintestino dei gatti. Le
oocisti escrete danno origine a forme sessuate in molte altre spe
infezioni malariche nei tropici, stimate in 200 milioni
cie animali, alcune delle quali si cibano di altre o, a tumo, ven
di casi per anno che causano circa 10 milioni di morti gono mangiate dai felini.
annuali; per contro, in Francia, più del 70% delle per Le specificità dei protozoi per l'ospite sono generalmente
sone adulte sono sieropositive per Toxoplasma; tutta piuttosto ristrette ma alcune specie, per esempio il Tripanosoma
via la vasta maggioranza di queste infezioni rimane cruzi, hanno ospiti multipli e mostrano diversità genetica tra
indefinitamente latente. Solo neonati e persone con discendenti clonati da un singolo organismo. Quindi, anche com
binazioni "accidentali" ospite-parassita possono talvolta risultare
immunodeficienza sono a rischio di malattia. Inoltre, in riproduzioni adeguate. Transizioni tra successivi stadi della vita
nella malaria cronica, persone con immunità acquisi di un protozoo sono anche geneticamente programmate. Pertanto
ta vanno, incontro a remissioni spontanee e possono e qualora i promastigoti della Leishmania, che si dividono Logarit
rimanere asintomatiche per molti anni. micamente, raggiungono la maturità nella ghiandola salivare del
Chiaramente, infezione da p rotozo i non è sin o l'insetto flebotomo, la loro superficie sensibile al complemento
diventa complemento-resistente e pronta per la sopravvivenza
nim o di m a la ttia da p rotozoi. nell'uomo. In maltiera analoga, quando il transito intestinale
I protozoi parassiti sono eucarioti e i loro mecca diventi lento, i trofozoiti delYEntamoeba histolytica progrediscono
nismi fisiologici adattativi, come le strategie ripro allo stadio di cisti per anticipare i rigori delle condizioni extrainte
duttive, sono più complesse e varie di quelle degli stinali che sarebbero rapidamente letali per i trofozoiti nudi. Que
ordini più bassi di patogeni. I molti cicli v itali dei ste cisti dormienti, quando ingerite e attaccate dal succo gastrico,
si aprono lungo la strada per Ü colon e danno origine a nuovi tro
protozoi si alternano tra riproduzione sessuale e
fozoiti che riprendono la moltiplicazione per fissione. Solo due
asessuata e tra mammiferi ospiti specifici e vettori parassiti protozoari umani mancano di stadi vitali conosciuti
invertebrati. Per assicurarsi la sopravvivenza, con extra-mammiferi: il Trichomonas vagimlis trasmesso sessualmente,
tro fattori avversi, molti cicli includono stadi di e il parassita opportunistico di incerta tassonomia Pneumocystis
lunga durata o di automantenimento. carimi che si sviluppa interamente nel polmone dell'ospite.
Quindi, le forme sessuate di em oflag ella ti (per I protozoi assunti per la via oro-fecale, o trasmissione vene
rea, normalmente si stabiliscono in un habitat luminale in cui
esempio il plasmodio della malaria) trovate nella essi possono sia rimanere confinati, sia progredire per invadere i
zanzara hanno vita corta e non possono trasmetter tessuti dell'ospite. Molti protozoi trasmessi per via parenterale
si tra gli insetti. I plasmodi, invece, beneficiano di (per il morso d'insetto o con un ago di siringa) diventano paras
sopravvivenza a lungo termine nell'uomo con infe siti ematici e si moltiplicano per esempio dentro i globuli rossi,
zione cronica. Protozoi ordinariamente letali per nel plasma o nella linfa. Alcune importanti specie protozoarie si
riproducono largamente o esclusivamente in una nicchia intra
l'uomo, come il Tripanosoma rodesiano mantengono
cellulare nella quale guadagnano l'accesso sia per penetrazione
infezioni a lungo termine, non letali, in "serbatoi" attiva o per "fagocitosi indotta". Parassiti flagellati, ciliati e ame
(reservoir) animali, e alcuni prosperano ugualmen boidi fanno uso della loro motilità per raggiungere i loro siti resi
te bene in due o più mammiferi ospiti, come nel denziali; le iniziali tappe di adesione che guidano i parassiti ai
caso della leishmaniosi viscerale. Di solito le infezioni loro specifici siti riproduttivi sembra interessino )e interazioni
recettore/ligando. Tuttavia sono solo pochi gli eventi molecolari
da protozoi sono più severe negli ospiti accidentali
caratterizzati chiaramente fino ad ora. Il Plasmodium vivax, l'agen
che in quelli preferenziali. te della malaria terziaria benigna entra solo nei globuli rossi che
Molti p ro to z o i intestinali hanno cicli relativa possiedono Tantigene Duffy del sistema dei gruppi sanguigni; gli
mente primitivi e non richiedono vettori; quando individui Duffy-negativi sono quindi "naturalmente immuni"
304 Malattie da protozoi e da elminti
alla malaria da plasmodium vivax. Per contro, il recettore per il sintomatica, in genere quelle aggravate da nuove severe cariche
Plasmodium falciparum è la glicoforina, un costituente universal parassitarle e da alterate funzioni immuni o fagocitiche. I mecca
mente distribuito sulla membrana dei globuli rossi. nismi immunitari protettivi contro i protozoi sono complessi e
vari; in molti casi sembrano essere impegnati entrambi, anticor-
I meccanismi patogenetici dei protozoi differiscopali e celluìo-mediati. In poche malattie protozoarie, come in
no grandemente da specie a specie e la nostra cono certi tipi di leishmaniosi cutanea, può verificarsi guarigione
scenza di essi è lungi dall'essere completa. Al contra spontanea seguita da immunità sterile.
rio della maggior parte dei batteri, i protozoi non Più comunemente, nelle infezioni da protozoi, l'immunità
dell'ospite riduce i parassiti alla latenza in cui essi restano capa
producono citotossine diffusibili. Quelli capaci di ci di reviviscenza se le difese dell'ospite si indeboliscono:
uccidere direttamente le cellule ospiti lo fanno attra pazienti immuni possono quindi continuare ad avere parassite-
verso un contatto di membrana, o dopo che sono mie episodiche e fungere come fonti di trasmissione protozoaria.
entrati nel citoplasma. Ceppi virulenti di Entamoeba Tuttavia essi raramente vanno incontro a superinfezione sinto
matica dallo stesso parassita. Molti abitanti di zone malariche
histolytica generano una "proteina ameboporica" di
endemiche convivono con questo tipo di infezione cronica. Nei
superficie che induce pori nella membrana piasmati paesi sviluppati, l'infezione latente da Pneumocystis carimi è
ca della cellula ospite, sufficienti, per grandezza e diventata quasi universale a partire dal secondo anno di vita
carica, ad uccidere la cellula attraverso un improvvi postnatale. Un equilibrio ospite-parassita, relativamente stabile
so efflusso di soluti. D'altra parte, l'esecuzione del di questo tipo, favorisce la sopravvivenza e la perpetuazione di
"morso" letale dell'ameba sembra richiedere parec entrambi, parassita e ospite, e può essere visto come il risultato
di un co-adattamento millenario attraverso la selezione natura
chi fattori di virulenza addizionali, per esempio enzi le. Nello stesso tempo, protozoi dormienti diventano agenti pri
mi litici che aiutino l'entamoeba a superare il rivesti mari di infezioni opportunistiche in ospiti immunosoppressi;
mento di muco protettivo dell'intestino, e/o prodot come esempio, l'avvento dell'AIDS ha chiaramente sottolineato
ti simil-lectina che facilitino il contatto iniziale tra il l'endemicità silente dello Pneumocystis e del Toxoplasma nella
parassita e il plasmalemma della cellula ospite. popolazione generale. L'infezione attiva da questi protozoi è ora
considerata come un allarmante segno di possibile AIDS o di
I protozoi intracellulari possono uccidere le celaltre immunodeficienze nascoste.
lule ospiti attraverso la moltiplicazione incontrol Ci sono pochi dubbi che i parassiti protozoari abbiano contri
lata e la conseguente interferenza metabolica; buito al formarsi dell'evoluzione del sistema immune umano.
oppure con la distruzione di organelli cellulari Per converso, i protozoi hanno sviluppato parecchi meccanismi
essenziali. Questo tipo di evento può essere osser unici per evadere o sovvertire le risposte immunitarie dell'ospite.
Forse il più conosciuto di questi meccanismi è la variazione pro
vato in vitro come un drammatico rigonfiamento, o grammata degli antigeni di superficie dei tripanosomi Africani,
scoppio, delle cellule infettate quando il numero di basata sulle modificazioni dei loro "Geni Variabili di Superficie"
endoparassiti superi il livello tollerabile. La malaria (VSGs). Ciascun successivo clone di tripanosomi è ricoperto da
esemplifica una variante di questa modalità: i un singolo prodotto genico antigenicamente distinto di glicopro
merozoiti intraeritrocitari metabolizzano la protei teine. Questo permette a nuovi cloni di evadere le risposte immu
nitarie dell'ospite contro i rivestimenti dei loro predecessori, e
na dell'eme per alimentare la loro crescita e divisio quindi di permettere ima prolungata successione di ondate
ne mentre il pigmento eme è degradato a pigmento parassitemiche. Variazioni antigeniche meno drammatiche sono
nero "emozoina". I nuovi schizonti allora lasciano i state dimostrate tra i plasmodi: durante parte del loro ciclo, questi
globuli rossi danneggiati a seguito di scoppio cellu ed altri protozoi ematici, evadono l'attacco immunitario dell'o
lare, solo per entrare in un eritrocita vergine. spite cercando rifugi ("santuari") intracellulari. Quindi, la molti
plicazione iniziale dei plasmodi malarici, la loro fase "esoeritrocì-
Un sostanziale effetto del danno cellulare dell'o tica", ha luogo dentro le cellule epatiche ospiti. In alcune specie
spite, osservato nelle infezioni protozoarie, è il risul di plasmodi le forme epatiche possono rimanere dormienti come
tato dell'attivazione di mediatori infiammatori e "ipnozoiti" e dare origine a recidive malariche solo a distanza di
del conseguente afflusso leucocitario, simile agli anni. Nello stesso modo, cisti dormienti di Toxoplasma gondii sono
eventi che si verificano nelle infezioni batteriche. rivestite da uno strato derivato da cellule ospiti morte, in cui il
protozoo si era formato, e rimangono così protetti alla reazione
La sensibilizzazione dell'ospite agli antigeni cellulare ospite, fino alla loro riattivazione. I protozoi intracellu
protozoari può accrescere molto il danno tessutale lari possiedono la capacità di inibire la fusione fagolìsosomiale e
attraverso la produzione di linfociti citotossici, di inattivare la produzione di ossigeno nascente, aspetto condivi
macrofagi attivati, e complessi immuni attivanti il so con altri più primitivi patogeni intracellulari.
complemento; la risposta infiammatoria viene così La nicchia riproduttiva adottata da una data specie di paras
sita determina largamente le manifestazioni di malattia. Quindi,
accelerata ed aumentata con necrosi e formazione il comportamento dei protozoi luminali somiglia a quello dei
di granulomi. Antigeni parassitari che condividono batteri luminali, che possono agire come commensali, o come
epitopi con componenti tessutali dell'ospite posso patogeni, a seconda dello stato dell'equilibrio ospite-parassita.
no sollecitare infiammazioni particolarmente dan Entrambe l'Entamoeba histolitica e la Giardia lamblia possono colo
nose. Quindi le infezioni protozoarie forniscono nizzare l'intestino umano senza causare una malattia evidente;
d'altra parte, l'invasione amebica con dissenteria avviene quan
alcuni esempi classici di danno tessutale immuno- do un ceppo virulento di Entamoeba prende il sopravvento o
logicamente mediato: per esempio la sindrome quando la resistenza dell'ospite è compromessa, per esempio
nefrosica nella malaria dipendente da complessi per terapia corticosteroidea.
immuni e l'associazione della miocardite cronica Malattie causate da protozoi ematici come malaria o tripa
con reazioni autoimmunitarie nella tripanosomiasi. nosomiasi africana, somigliano a condizioni batteriemiche, pre
sentandosi con febbre, brividi e malessere generale; c'è rilascio
L'immunità protettiva dell'ospite gioca un ruolo importan di mediatori chimici potenti come interleuchine e TNF e, aumeh-
te, esemplificato dal fatto che solo una minoranza dei milioni di tando la parassitemia, si può attivare la cascata fibrinolitica
persone (o animali) infettati dai protozoi accusano una malattia risultante nella sindrome da Coagulazione Intravascolare Disse
Maloffie causate da protozoi luminali - 305
minata (CID). Infezioni da protozoi intracellulari, come quelli tatto iniziale delle entamoebe con le cellule mucose
del genere Leishmania, condividono alcune delle caratteristiche produce necrosi focale e chemiotassi neutrofilica
delle malattie causate da batteri intracellulari obbligati: cronici
tà, resistenza all'attacco fagolisosomico, e risposte per attivazio
transitoria; in seguito si ha lisi delle cripte e pene-
ne macrofagica. Essi manifestano anche uno spettro di patologie trazione delle amebe nella lamina propria. Quando
che vanno dall'interessamento diffuso dei tessuti linfoidi nei poi si verifica ulcerazione mucosa franca, gli infil
pazienti anergici a malattia granulomatosa ben circoscritta in trati infiammatori diventano più sparsi, predomi
ospiti relativamente resistenti. nando le cellule mononucleate a causa della lisi
amebica e della rimozione dei detriti ad opera dei
leucociti. Questo tipo di danno tessutale "istolitico"
j | Malattìe causale ha ispirato l'aggettivo del parassita e contrasta con
da protozoi luminali le floride lesioni essudative della dissenteria batte
rica. D'altra parte e occasionalmente, VE. histolytica
Questo gruppo include i protozoi intestinali pato
può causare lesioni francamente essudative con
geni, le terramebae e il flagellato sessualmente tra
esuberante tessuto di granulazione.
smesso, Trichomonas vaginalìs; tutti questi agenti
La maggioranza dei pazienti asintomatici "cyst-
colonizzano o penetrano i tessuti ospiti attraverso
le mucose (Tab. 1). passers" non presenta lesioni coloniche all'endo-
scopia o all'autopsia. Quelli con sintomi moderati
di solito mostrano ulcere mucose amebiche focali
Amebiasi più frequentemente nel cieco e nel colon ascenden
L'entamoeba histolytica è acquisita per trasmissio te e con minore frequenza nel sigma, retto e appen
ne oro-fecale e il definitivo habitat del parassita è dice; a parte queste ulcere " a stampo", la mucosa
costituito dal colon prossimale deiruomo. Comuni del colon appare normale.
tà con insufficienti controlli sanitari del cibo e Ulcerazioni e infiammazione mucosa essudativa
acqua, persone con scarsa igiene personale e omo diffusa si riscontrano solo nei casi più severi di dis
sessuali promiscui mostrano alti tassì di infezione. senteria amebica. Questo tipo di interessamento dif
Nella maggioranza sono persone infette "cyst-pas- fuso può simulare le lesioni della colite ulcerativa
sers by", in grado di trasmettere la infestazione idiopatica attiva o della dissenteria batterica; supe-
senza evidenza clinica di malattia. Soltanto un pic rinfeziord da batteri enterici sono infatti state riscon
colo gruppo mostra episodi di diarrea alternati a trate, evolvendo in sepsi gram-negative letali.
costipazione; un gruppo ancora minore soffre di Le ulcere amebiche del colon sono chiamate "a
amebiasi invasiva sotto forma di dissenteria con fiasca": vista dalla superficie mucosa, l'ulcera appa
tenesmo, dolori crampiformi addominali, ascessi re a margini netti e di piccole dimensioni; il suo
epatici o altre severe complicazioni. In alcuni paesi lume si restringe ulteriormente a livello della
endemici come il Messico, India e Colombia la mor muscularis mucosae, per espandersi di nuovo solo
bilità per amebiasi è altissima: si calcola che in que nella sottomucosa, così da sottominare il bordo,
sti paesi 500 milioni di persone risultino infettate, mucoso. Le entamoebe tendono ad aggregarsi in
con 40 milioni di casi di dissenteria e ascessi epati questi recessi, talvolta invadendo i vasi linfatici ed
ci; persone che viaggiano in questi paesi sono a ematici adiacenti. Con l'espansione profonda del
rischio di sviluppare amebiasi invasiva anche l'erosione, la mucosa viene privata del suo apporto
molto tempo dopo il loro ritorno a casa con sinto sanguigno con conseguente distacco; i difetti muco
matologia scarsa o assente. si diventano via via più larghi, con bordi raggiati e
- Patologia. Nelle infezioni sperimentali il con scoloriti e fondo rivestito da materiale necrotico.
Protozoi luminali
G iardiasi
Se vengono contati i casi sintomatici e quelli
silenti, il flagellato Giardia lamblia (duodenalis) è il
più comune parassita patogeno-intestinale nell'uo
mo. Viene acquisito attraverso l'ingestione di cisti
presenti nell'acqua potabile contaminata dalle feci
dell'uomo o degli animali. Nello stomaco, i trofo-
zoiti sono liberati e si localizzano nel duodeno,
dove possono sia dividersi che incistarsi, per poi Fig. 1 - Trofozoiti di Giardia lamblia di aspetto falciforme che
essere espulsi con le feci e completare il ciclo. Nei rivestono l'orletto a spazzola della superficie epiteliale dei villi
paesi con acque potabili non sanificate, più del 50% duodenali.
della popolazione totale può essere infettata da
Giardia, inclusi molti bambini dopo l'età dello svez perdita di proteine, lipidi e vitamina B12 e possono
zamento. Nei paesi sviluppati, l'ncidenza negli risultare in una significativa perdita di peso o ritar
adulti è bassa, eccetto che nella popolazione gay do dell'accrescimento nei bambini. Una Giardiasi
sessualmente promiscua; tuttavia la trasmissione è non trattata è particolarmente prolungata e severa in
attiva tra bambini nei centri per l'infanzia e nelle pazienti con AIDS, ma quasi mai è letale.
istituzioni di custodia. Nelle popolazioni ad alto - Diagnosi. Nei casi sintomatici, strisci colorati
rischio che soffrono di infezioni episodiche legate a delle feci o aspirati di succo duodenale possono
diversi patogeni enterici, possono essere trovati contenere trofozoiti dimostrabili, binucleati e a
molti portatori asintomatici di Giardia. Quindi la Giar forma di pera, con flagelli appena visibili; nelle
dia non può essere considerata con certezza come biopsie duodenali essi spesso appaiono con aspetto
causa di diarrea se prima non sono state eliminate falciforme con il piatto ventrale di adesione stretta-
altre possibili cause. Per contro, viaggiatori che mente attaccato ai microvilli dell'epitelio intestina
bevono acqua contaminata, sono regolarmente le (Fig. 1). Le cisti sono ovali e retrattili e contengo
affetti da diarrea. I sintomi da giardiasi sono gene no quattro nuclei scarsamente colorabili. Nei porta
ralmente più prolungati delle comuni diarree virali tori sani le cisti fecali vengono riscontrate con bassa
o batteriche e sono caratterizzate da diarrea acuta o frequenza, mentre gli aspirati duodenali sono più
cronica, maleodorante, steatorrea o stipsi; alcuni frequentemente positivi. Il test ELISA**, per dimo
pazienti vanno avanti per parecchi mesi con conse strare antigeni di giardia nei filtrati di feci, ha
guente malassorbimento intestinale. mostrato alta sensibilità e ha rimpiazzato la micro
- Patologia. Nei paesi endemici le persone nor scopia fecale come procedura di screening.
mali sono frequentemente affette da questa infesta
zione che causa appiattimento dei villi duodenali; Criptosporidiosi, Isosporidiosi
patologia della giardiasi è stata quindi studiata e Microsporidiosi
soprattutto nei viaggiatori ed in pazienti con prolun
gata sintomatologia da malassorbimento. Il grado Prima dell'avvento dell'AIDS, la crip to sp orid io
del danno tessutale osservato nelle biopsie duode si e le infezioni coccid iali erano soprattutto osser
nali varia da aspetti quasi normali ad infiammazio vate in campo veterinario e i casi umani venivano
ne mucosa severa o atrofia dei villi indistinguibile considerati rarità aneddotiche. Quando comincia
dalla sprue celiaca. Anche nella mucosa che appare rono ad apparire, tra i pazienti con AIDS, enteriti
normale, la microscopia elettronica rivela accorcia intrattabili da Cryptosporidium, divennero soggetto
mento e deformità dei microvilli degli enterociti che di interesse anche quelle piccole epidemie benigne
sono a contatto o in vicinanza col parassita. Nei casi che erano state riconosciute in ambiente rurale e
severi, simili alla sprue, si osserva infiltrazione nelle aree tropicali. Attualmente si ritiene che l'iso-
infiammatoria della lamina propria, atrofia mucosa spora belli e l'Enterocytzoon bieneusi infettino circa il
e iperplasia dei follicoli linfoidi intestinali; tuttavia 15% di tutti i pazienti con AIDS che si presentano
non è chiaro se queste modificazioni precedono o con il quadro di una se v e ra diarrea.
seguono l'infezione, comunque variano grandemen La Criptosporidiosi nei bambini rurali somiglia
te da caso a caso e non sono stati riprodotti in model
li animali. Le modificazioni atrofiche mucose sono * PAS'. Periodic Acid-Schiff
spesso accompagnate da intolleranza per il lattosio, ** ELISA: Enzyme-Linked Immunoasorbent Assay
308 Malattie da protozoi e da elminti
alle epidemie di diarrea causate da Giardia. Di soli Trìchomoniasi
to la febbre è assente e la diarrea si esaurisce in
pochi giorni spontaneamente, ma l'escrezione di Il Trichomonas vaginalis è un comune flagellato
cisti può continuare per parecchie settimane anco luminale residente sulle mucose urogenitali di donne
ra. Per contro, nei pazienti con AIDS le enteriti da e uomini. Esiste solo sotto forma di trofozoite: è tra
criptosporidi sono severe e prolungate. smesso attraverso i rapporti sessuali, e sopravvive
- Patologia. Nella biopsia duodenale i gameti e solo brevemente al di fuori del suo ospite. Il T. vagina-
gli schizonti appaiono come minute punteggiature lis causa cervicite nella donna e uretrite in entrambi i
bluastre distribuite lungo la superficie mucosa sessi; solo raramente interessa altri organi urogenita
(Fig. 2). Essi variano in grandezza (fino a 5 micron) li prossimi. Dopo una fase acuta iniziale, le infezioni
e sono ancorati al brush border dell'epitelio assor da Trichomonas tendono a diventare croniche e sono
bente attraverso un sottile film della membrana frequentemente asintomatiche. La stima della fre
cellulare. A causa delle loro piccole dimensioni e quenza della trichomoniasi nelle donne adulte dei
della struttura indistinta, essi possono essere facil paesi occidentali varia dal 10% al 30%. Dal momento
mente misinterpretati per gocciole di muco; le cisti che la trichomoniasi acuta può causare dolore o
mature scivolano nel lume intestinale e sono facil dispareunia, le usuali fonti di trasmissione venerea
mente dimostrabili negli strisci fecali colorati con sono costituite dai portatori cronici.
la fucsina. L'appiattimento dei villi mucosi e l'infil - Patologia. La cervicovaginite acuta da tricho
trazione infiammatoria della lamina propria sono monas causa marcato arrossamento della mucosa
di solito moderati anche quando i sintomi clinici che appare punteggiata da focolai di essudato e
sono severi. petecchie focali, in genere descritta come "mucosa a
- Diagnosi. La diagnosi di criptosporidiosi fragola". L'essudato tende ad essere cremoso, più
dipende dal riscontro di forme cistiche del parassi che francamente purulento. Esso contiene abbon
ta negli strisci fecali o nei preparati concentrati e danti parassiti insieme con leucociti inclusi i neu-
colorati con metodo acid-fast con fucsina acida. trofili (Fig. 3). Istologicamente si osservano, modifi
Metodi di immunofluorescenza specifica sono stati cazioni infiammatorie sottomucose non specifiche.
messi a punto con buoni risultati. L'epitelio cervicale può mostrare modificazioni
displastiche da lievi a moderate, che di solito sono
reversibili dopo adeguato trattamento. Uretrite
anteriore acuta, simile all'infezione da clamidia,
causa bruciore e arrossamento mucoso con scarso malariae. Talvolta l'aumento di incidenza in comu
essudato, contenente protozoi e leucociti. I sintomi nità non endemiche è legato a ceppi malarici impor
tendono a scomparire spontaneamente nei maschi, tati da immigranti o viaggiatori e rari casi vengano
anche quando la colonizzazione da trichomonas trasmessi da zanzare nelle vicinanze dei traffici
continui; raramente può svilupparsi una prostatite aeroportuali o attraverso trasfusioni di sangue o
o funicoloepididimite caratterizzata dalla presenza aghi di siringhe infetti. Nella malaria endemica cro
dei parassiti nel liquido prostatico. nica non trattata, le recidive e le complicazioni sono
- Diagnosi. Il T. vaginalis è un flagellato lungo dovute all'abbassamento delle difese dell'ospite;
fino a 18 micron con mi singolo nucleo, quattro fla per contro, farmaci antimalarici sono spesso resi
gelli anteriori ed un flagello terminale con una inefficaci dallo sviluppo di plasmodi farmaco-resi
membrana ondulante e un assostilo. È dimostrabile stenti, così come da zanzare-vettrici resistenti agli
a fresco, in preparati non colorati di essudato cervi insetticidi. Oggi la ricerca valuta combinazioni di
cale o uretrale in virtù dei vividi movimenti del farmaci antimalarici per evitare la farmaco-resisteñ-
parassita. In campioni essiccati all'aria e colorati za, impiegando molecole che possano contrastare le
con una varietà di metodi, è riconoscibile principal modificazioni della permeabilità di membrana
mente in virtù della sua forma e dimensione. Tutta indotte dai plasmodi mutanti. Vengono oggi utiliz
via non sono rari Pap test falsamente negativi. zate tecniche di ingegneria genetica per ottenere la
produzione di un vaccino. Vengono utilizzate
B Malattie causate
anche tecniche di ingegneria genetica nel controllo
dell'anofele, nonché la produzione di un vaccino
da protozoi ematici efficace.
Il termine malaria copre un largo spettro di
Molte specie di protozoi sono ospiti abituali del
manifestazioni cliniche, che vanno da una infezione
sangue di animali, ma solo pochi parassiti "emati
inapparente a crisi febbrili maligne con shock o
ci" degli ordini Apicomplexa e Kinetoplastidia
coma cerebrale. I classici attacchi malarici si verifica
sono capaci di cusare malattia nell'uomo. La fase
no più facilmente nelle persone adulte infettate per
riproduttiva sessuale del loro ciclo si realizza negli
la prima volta, specialmente in espatriati, viaggiato
insetti; l'uomo, sebbene ospite più a lungo infettato,
serve solo come loro ospite intermedio (Tab. 2). ri o soggetti che hanno ricevuto trasfusioni di san
gue. Per contro, ñeñe comunità oloendemiche dei
tropici, infezioni croniche inapparenti sono comuni
M alaria e pazienti con malattia attiva mostrano una miriade
La malaria è causata dal parassita intracellulare di manifestazioni cliniche, (tutte trattate con farma
Plasmodium ed è un'infezione diffusa in tutto il ci antimalarici), come cefalea, febbre, vomito e diar
mondo: causa la morte di un milione di persone rea, spesso senza alcuna efficacia terapeutica. Nelle
ogni anno, il 90% delle quali nell'Africa sub-Saha~ comunità tropicali povere, la malaria è una comune
riana, dove la malaria rappresenta la prima causa di causa di ittero, anemia cronica, o, nella malaria
morte tra i bambini al di sotto dei 5 anni. Nella quartana, di sindrome nefrosica. La malaria si com
seconda metà del secolo scorso, le misure di con bina anche con deficienze nutrizionali nel causare
trollo della malaria hanno avuto successo nei paesi un'alta mortalità tra i bambini e frequentemente si
sviluppati, ma hanno fallito nelle vaste aree ende associa al decorso di altre malattie croniche come la
miche dell'Africa, Asia e America latina, dove le tubercolosi. Insieme al virus di Epstein-Barr, la
femmine della zanzara Anopheles sono largamente malaria gioca un ruolo patogenetico anche nell'on-
distribuite. Queste trasmettono il Plasmodium fal- cogenesi del linfoma di Burkitt africano.
ciparum, che causa malaria severa, oltre ad altre tre - Patogenesi. Le forme infettanti del parassita,
specie che infettano l'uomo: P. vivax, P. ovale e P. gli sporozoiti, vengono rilasciate nel sangue umano
mente evidenti nella malaria cerebrale letale e nel casi moderati, la parassitemia dei globuli rossi sempre-inferiore
l'edema polmonare. Nella malaria cerebrale mali al 5%. Infezioni più severe o parassitemie fatali sono state
descritte in individui debilitati o asplenici.
gna i vasi capillari cerebrali sono letteralmente zaf
- Patologia. Nei pochi casi fatali descritti, gli aspetti morfo
fati da globuli rossi parassitati, ciascuno contenente logici sono correlati allo shock e all'ipossia e includono necrosi
gramoli di pigmento emozoinico. Spesso attorno ai tubulare renale acuta, necrosi epatica e ittero, anossia cerebrale
vasi si osservano aloni emorragici o piccoli focolai sindrome da di stress respiratorio, emorragie viscerali e rara
di necrosi ischemica circondati da cellule reattive mente miocardite.
microgliali, cosiddetti granulomi di Durck. Mag - Diagnosi. La diagnosi clinica è spesso ritardata poiché l'in
cubazione è di circa tre settimane e i pazienti possono aver
giori danni ischemia portano a degenerazione neu
abbandonato la zona endemica e non ricordarsi di un morso
ronaie e rammollimenti cerebrali. L'anossia relativa d'insetto o di un rash cutaneo. Ulteriore confusione può origina
è il meccanismo responsabile delle manifestazioni re dal fatto che forme ad anello della B. microti possono essere
cliniche della malaria cerebrale. Nei pazienti mala scambiate con quelle del P. falciparum della malaria. Aspetti dif
rici morti per edema polmonare, oltre all'estrema ferenziali utili sono l'assenza di emozoina e la presenza di tipi
congestione capillare, presente anche nel rene di che tetradi (croce maltese) nei globuli rossi parassitati.
pazienti ematuria, il miocardio risulta compromes
so in quelli la cui morte è conseguenza di aritmie o Tripanosomiasi africana
collasso circolatorio. Raramente si osserva una vera
I tripanosomi africani sono emoflagellati ende
miocardite interstiziale.
mici in alcune specie di ungulati selvatici africani;
— Diagnosi. Gli strisci di sangue per la diretta
quando trasmessi al bestiame, possono distrugge
visualizzazione dei plasmodi rappresentano ancora
re le greggi locali e affamare intere popolazioni tri
il caposaldo della diagnosi, ma recentemente sono
bali che dipendono dal loro latte e dalla loro carne.
state sviluppate tecniche di biologia molecolare con
Le infezioni da T. brucei rhodesiense di solito cau
l'uso di sonde cDNA specifiche e sensibili sia per le
sano una malattia letale acuta o subacuta, che è
forme presenti nell'insetto che per quelle nel san
tipicamente acquisita dagli animali nelle savane e
gue; tecniche attualmente utilizzate specialmente
nelle paludi dell'Africa sud-orientale. Il T. brucei
per studi epidemiologici. Nei controlli di comunità
gambiense è del tutto adattato all'uomo e viene
un ruolo spetta anche ai test sierologici. Una volta
trasmesso, da persona a persona, tra le comunità
che la diagnosi venga eseguita, è di vitale importan
semi-rurali dell'Africa occidentale, dalla mosca
za monitorare la parassitemia durante il corso del
tsetse del genere Glossina, causando la malattia
trattamento con lo studio di strisci seriati, per
del sonno africana. Questa ha un andamento cro
dimostrare eventuali farmacoresistenze. Attual
nico con periodi di remissione, ma il cui esito è
mente la scelta iniziale del farmaco antimalarico è fatale. I parassiti si moltiplicano nello stomaco
spesso basata sull'area da cui l'infezione ha avuto
della mosca e quindi nelle ghiandole salivari
origine, per esempio nel sud-est asiatico sono prima di svilupparsi in tripomastigoti che non si
diventate predominanti forme resistenti alla cloro dividono e che sono trasmessi all'uomo e agli ani
china. Per valutare la sensibilità ai farmaci di ceppi mali.
geografici si possono utilizzare tecniche in vitro che La tripanosomiasi da T. rhodesiense spesso ini
testano parassiti ematici nelle varie fasi; tuttavia la zia con una lesione cutanea in una estremità e nel
migliore guida continua ad essere la valutazione punto di inoculazione: la cute è arrossata, molle,
della risposta o della non-risposta della parassite con ulcerazione centrale (cancroide). Subito dopo
mia attraverso la conta diretta. inizia la parassitemia associata a febbre alta, ipo
tensione e CID; nei casi dell'Africa orientale la m io
Babesiosi cardite interstiziale è complicazione frequente;
Le Babesiae, come i parassiti malarici, appartengono al gran shock, insufficienza renale e coma rappresentano le
de ordine protozoario degli Apicomplexa. Essi infettano i globuli rapida sequenza terminale. Questa sindrome acuta
rossi di molti animali selvatici e domestici e vengono trasmessi si osserva raramente negli africani nativi, dove più
attraverso le zecche più che attraverso le zanzare. Alcune spècie spesso la malattia è subacuta, con febbre episodica,
come la B. bovis e la B. divergens sono responsabili di epidemie anoressia e astenia, linfadenopatia e splenomega-
letali nel bestiame, ma raramente queste specie infettano l'uomo. lia, anemia con varie manifestazioni neurologiche e
Responsabile dell'infezione umana è la B. microti, un parassita
enzootico di alcune specie di cervi e del topo di campagna, sco
muscoloscheletriche. La tripanosomiasi da T. gam
perto nel 1969 nelle comunità lungo la costa atlantica degli Stati biense progredisce in maniera intermittente ed
Uniti. Da allora sono stati riportati parecchie centinaia di casi in insidiosa fino alle evidenti complicazioni neurolo
individui con milza normale, in genere in età adulta. È stata giche. Una linfadenopatia cronica, soprattutto cer
anche dimostrata evidenza sierologia di babesiosi subclinica in vicale posteriore e occipitale, è quasi patognomoni-
persone di ogni età viventi nel raggio della zecca vettore, Ixodes ca se osservata in zone endemiche (segno di Win-
dammini, responsabile anche della malattia di Lyme e della ehr-
terbottom). Una volta che si instaura una menin-
iichiosi granulocitica. In genere la sintomatologia è modesta,
rappresentata da febbre, sudorazione fredda, mialgie e cefalea
goencefalite, si ha cefalea cronica e letargia con o
manifesta suggerendo un "raffreddore estivo"; gli attacchi feb senza manifestazioni neurologiche focali, fino alla
brili possono somigliare a quelli malarici, ma la epatosplenome- progressione in uno stato vegetativo e coma termi
galia e una franca emolisi in genere sono assentì, essendo, nei nale.
312 5 Malattie da protozoi e da elminti
- Patogenesi. Senza l'evento della evasione
immunitaria, dovuta alla variazione antigenica
geneticamente programmata, i tripanosomi africani
sarebbero prontamente vulnerabili agli attacchi leu
cocitari. Infatti, ogni clone di tripanosomi è rivesti
to da un singolo prodotto genico glicoproteico chia
mato glicoproteina di supeificie variabile (ViSG).
Quando i parassiti proliferano nel sangue, l'ospite
sviluppa anticorpi VSG-specifici, sufficienti ad
uccidere la maggior parte dei tripanosomi e origi
nando la puntata febbrile. Un piccolo numero di
parassiti va però incontro a riarrangiamento genico
dei circa 1000 geni VSG localizzati nei telomeri con
produzione di una differente glicoproteina di
superficie che evita la risposta immune dell'ospite
(evasione dalla aggressione immunitaria). In questa
maniera il paziente va incontro a successive ondate
febbrili fino a che i tripanosomi invadono il sistema
nervoso centrale.
- Patologia. La lesione cutanea mostra un gran
numero di parassiti nel tessuto edematoso sottocu
taneo e nei linfatici; i tripomastigoti sono circonda
ti da un denso infiltrato infiammatorio mononu-
cleato. In pazienti morti nella fase acuta della
malattia i riscontri d'autopsia sono quelli dello
shock e della CID. Nelle infezioni rodesiane croni
che si osservano infiltrati linfoplasmocitari sparsi Fig. 5 - Striscio di sangue periferico di un paziente affetto da
in vari organi e tessuti, incluso il miocardio. I linfo Tripanosoma rhodesiense. Sono evidenti i tripomastigoti con
nodi e la milza mostrano iperplasia linfoide e
membrana ondulante e chinetoplasto anteriore.
macrofagica. I parassiti sono difficili da visualizza
re e spesso si concentrano attorno ai piccoli vasi
capillari come quelli dei plessi corioidei e dei glo-
meruli renali. Le forme neuropatologiche dell'infe | Malattie causate
stazione gambiense sono caratterizzate da una lep- da protozoi intracellulari
tomeningite che si estende negli spazi di Virchow-
Robin, con una componente plasmacellulare tipica; Due dei protozoi intracellulari che infettano l'uo
mo, i tripanosomi e le leishmanie appartengono
le plasmacellule contengono numerosi globuli gli-
all'ordine Mastigophora e sono trasmessi da artro
coproteici (cosiddette cellule di Mott). Gli aspetti
podi vettori. Il terzo, il toxoplasma, è un parassita
finali sono quelli di una panencefalite demieliniz-
coccidiano dell'ordine Apicomplexa e penetra nel
zante.
l'organismo umano attraverso la via orale (Tab. 3).
- Diagnosi. La dimostrazione microscopica dei
tripomastigoti contìnua ad essere il metodo di ele
zione per la diagnosi della malattia; valida anche Tripanosomiasi am ericana
se sono state messe a punto tecniche di biologia (Malattia di C hagas)
molecolare con l'uso di sonde di cDNA altamente Tra la popolazione che vive fra la California e
sensibili. In strisci di sangue o in aspirati o in biop l'Argentina, più dì 50 milioni di persone sono infet
sie di midollo osseo o in linfonodi i tripomastigoti tate dal Tripanosoma cruzi, la maggior parte delle
appaiono come organismi allungati, flagellati lun quali in Brasile e ogni anno molte migliaia di
ghi fino a 30 micron, con una membrana ondulata pazienti si ammalano o muoiono di miocardite cro
e un piccolo chinetoplasto davanti al nucleo (Fig. nica chagasica. Inoltre, il T. cruzi causa lesioni della
5). Nell'infezione rodesiana acuta la parassitemia cute, organi linforeticolari, canale gastrointestinale,
è prontamente dimostrabile, mentre nei casi croni sistema nervoso centrale e periferico. I parassiti
ci gli aspirati linfonodali producono i migliori infettano molti animali, inclusi gatti, cani e roditori.
risultati. Nel materiale autoptico i protozoi tendo A differenza dei tripanosomi africani, i tripomasti
no a concentrarsi nelle piccole anse capillari dei goti flagellati di T. cruzi non si moltiplicano nel
plessi corioidei e dei glomeruli renali. Un utile sangue, ma penetrano nelle cellule ospiti e si arro
dato di laboratorio è dato dal riscontro di iper- tondano in più piccoli amastigoti che si dividono e
gammaglobulinemia M che nei casi cronici può proliferano, sviluppano flagelli per riemergere nel
essere marcata. sangue come tripomastigoti metaciclici. Da qui,
Malattie causate da protozoi intracellulari s 313
Protozoi intracellulari
penetrano nelle cellule muscolari lisce, scheletriche miocardiche, cellule nervose e costituenti extracel
e cardiache. Inoltre infettano insetti ematofagi tria- lulari dell'ospite come la laminina. Il danno delle
tomidi (“kissing bugs") di parecchie specie, diffe cellule miocardiche e del tessuto di conduzione car
renti da regione a regione endemica. I triatomidi diaco rappresentano la causa della successiva car
ospitano gli epimastigoti di T. cruzi nel loro intesti diomiopatia dilatativa.
no; essi di giorno si nascondono nelle crepe dei - Patologia. Lo chagoma istologicamente mostra
muri e dei mobili, mentre di notte succhiano il san una densa infiltrazione infiammatoria dermica da
gue di persone nel sonno. Nella sede dell'inocula- parte di cellule linfoidi e macrofagi, alcuni dei quali
zione talvolta si forma un transitorio nodulo contengono amastigoti di T. cruzi che misurano 2-4
infiammatorio eritematoso chiamato chagoma. Dalla micron e contengono due distinte masserelle basofi-
cute i parassiti si diffondono nel tessuto linforetico- le, delle quali le maggiori rappresentano il nucleo e
lare causando transitori ingrossamenti linfonodali o le minori il chinetoplasto.
splenomegalia moderata. Ben presto, però, si inse Nella miocardite chagasica acuta le alterazioni
diano nelle fibre cardiache causando la miocardite cardiache sono varie e diffuse. Gruppi di amastigo
chagasica acuta, in genere moderata. La invasione ti causano rigonfiamento di fibre miocardiche indi
delle fibre miocardiche è associata alle conseguenti viduali e costituiscono pseudocisti intracellulari.
modificazioni infiammatorie. La miocardite chaga Localmente si osserva necrosi delle fibre miocardi
sica cronica si verifica nel 20% dei pazienti infetta che, accompagnata da una densa infiltrazione
ti e da 5 a 15 anni dopo l'infezione iniziale; ma, una infiammatoria interstiziale di tipo linfoplasmacellu-
volta che si è manifestata clinicamente, pochi lare.
pazienti sopravvivono due ulteriori anni. Nelle Nella miocardite chagasica cronica il cuore è
aree endemiche del Brasile la miocardite chagasica dilatato e di forma arrotondata, in genere aumenta
è ancora più diffusa della malattia coronarica e to di volume e di peso. Ognuna delle quattro came
della cardiopatia reumatica anche come causa di re può essere dilatata, più frequentemente il ventri
morte. I tripanosomi’ mostrano anche neurotropi colo sinistro. Spesso sono presenti trombi murali,
smo, tanto che in neonati infettati in utero e in causa di manifestazioni emboliche sistemiche e di
pazienti con AIDS, può svilupparsi ima severa infarti. All'esame istologico si osservano infiltrati
meningoencefalite con esito in coma e morte. In infiammatori linfoplasmacellulari interstiziali diffu
alcune aree endemiche la disfagia dovuta a megae si, che si estendono dall'epicardio all'endocardio,
sofago, e la stitichezza, dovuta a megacolon, sono concentrati maggiormente nel setto interventricola-
disturbi comuni in pazienti adulti con o senza sin re lungo la branca destra del fascio di His. Sono pre
tomi di patologia cardiaca. senti anche piccole aree sparse di necrosi cellulare
- Patogenesi. E interessante notare che, a diffe miocardica e di fibrosi interstiziale, mentre nei casi
renza di altri parassiti intracellulari, che vengono protratti la fibrosi interstiziale può essere marcata e
danneggiati dai lisosomi intracellulari, il T. cruzi si transmurale, con ispessimento dell'endocardio e
avvale dell'attivazione dei fagolisosomi per stimo talvolta con aree di dilatazione aneurismatica. In
lare lo sviluppo degli amastigoti intracellulari. Inol questi casi gli amastigoti non sono dimostrabili.
tre, l'ambiente acido lisosomiale attiva emolisine, L'unico trattamento efficace della cardiomiopatia
che distruggono la membrana lisosomiale e rila cronica della malattia di Chagas è il trapianto car
sciano gli amastigoti nel citoplasma. Mentre la diaco dopo trattamento efficace della malattia pro-
malattia acuta è chiaramente dovuta all'azione tozoaria. Nelle zone endemiche del Brasile del nord
diretta del T. cruzi, la patogenesi della malattia cro si osserva dilatazione dell'esofago e del colon,
nica è ancora dibattuta. La maggioranza delle ipo apparentemente collegati al danno dell'mnervazio-
tesi supporta un meccanismo patogenetico autoim ne intrinseca di questi organi.
munitario caratterizzato dall'azione di anticorpi e - Diagnosi. I tripomastigoti di T. cruzi possono
di cellule T, che cross-reagiscono contro proteine essere cercati negli strisci di sangue durante l'infe
del parassita e contemporaneamente contro cellule zione acuta e riconosciuti dai grandi chinetoplasti.
314 Malattie da protozoi e da elminti
Il metodo usuale per confermare la diagnosi si basa cutanea. Geograficamente, le leishmanie sono divi
sulla fissazione del complemento (test di Machado- se in specie del vecchio mondo trasmesse da vettori
Guerreiro) o l'equivalente ELISA o metodi di di tipi Stegomya e specie del nuovo mondo trasmes
immunofluorescenza. È stato recentemente messo a se da flebotomi del tipo Lutzomya. La sede delle
punto un metodo ultrasensibile con tecnologia PCR lesioni, la loro distribuzione e la loro severità,
per la dimostrazione del DNA del T. cruzi. danno origine ad espressioni di malattia variabili e
spesso sovrapposte, ciò dipendendo anche dalla
Leishmaniosi costituzione genetica dell'ospite e dalla sua immu-
nocompetenza.
La leishmaniosi è una malattia infiammatoria - Patogenesi. Il ciclo vitale della Leishmania coin
cronica che colpisce la cute, le mucose e anche gli volge due forme: il promastigote, che si sviluppa e
organi viscerali; è causata da un protozoo emofla-
vive al di fuori delle cellule, nel vettore flebotomo,
gellato, parassita intracellulare obbligato, trasmes
e Yamastigote, una forma intracellulare obbligata
so all'uomo attraverso la puntura di un flebotomo
che si moltiplica solo all'interno dei macrofagi del
infettato. La leishmaniosi è endemica nelle parti
l'ospite. L'insetto che punga uomini o animali infet
calde del globo come il Medio Oriente, Asia meri
ti, ingerisce anche macrofagi contenenti gli amasti
dionale, Africa e America latina, dove affligge
goti, infettandosi a sua volta. Gli amastigoti si diffe
soprattutto le popolazioni povere di quei paesi. Pic
coli focolai persistono anche in paesi sviluppati, renziano in promastigoti e si moltiplicano nell'inte
come quelli che costeggiano il bacino del Mare stino del vettore, migrano fino al faringe e vengono
Mediterraneo, tra cui l'Italia. In tutte queste aree iniettati assieme alla saliva quando il flebotomo
alligna il flebotomo vettore. Oltre all'uomo, altre punge la cute dell'uomo, infettandolo. I parassiti
specie animali condividono il ciclo vitale della sono fagocitati dai macrofagi dermici e, favoriti dal
leishmania ed alcune costituiscono serbatoi per l'in l'ambiente acido dei fagolisosomi, si trasformano in
fezione umana, come cani, roditori e volpi. Gli amastigoti rotondi con un singolo mitocondrio con
amastigoti della leishmania si propagano esclusiva- tenente DNA e chiamato chinetoplasto. Gli amasti
mente dentro l'ambiente ostile dei fagolisosomi goti proliferano attivamente nei macrofagi infettan
macrofagici. Sebbene morfologicamente identici, le do a catena altri macrofagi man mano che vengono
varie specie costituiscono un ricco mosaico biologi rilasciati. La diffusione dei parassiti e la loro distri
co con manifestazioni patologiche anche molto buzione nell'organismo infettato dipende dalla spe
diverse tra loro (Tab. 4). cie della Leishmania infestante. Inoltre, il tropismo
Le specie che si adattano alla temperatura cor delle varie specie appare essere collegato alla tem
porea causano la leishmaniosi viscerale (lcala~ peratura ottimale per la loro crescita. I parassiti che
azar), mentre i microrganismi sensibili alla tempe causano malattia viscerale crescono in vitro a 37 °C,
ratura del corpo causano malattia cutanea o muco- mentre i parassiti che causano malattia mucocuta
Maiaftie da Lèishmùniè
1. la vasta maggioranza delle infezioni primarie mediatori della flogosi o complessi antigene-anti-
rimane clinicamente silente e indefinitamente corpo. Linfociti T citotossici CD8+ sono attivati
latente fino a quando viene mantenuta la com nella toxoplasmosi come avviene nelle infezioni
petenza immunitaria. Entro pochi giorni dall'in virali, anche se tali cellule non sono numerose nei
fezione i titoli di anticorpi anti-toxoplasma, IgM focolai di necrosi massiva. Nessun prodotto citotos
e IgG, cominciano ad elevarsi e possono rimane sico direttamente rilasciato dal T. gondii è stato
re indefinitamente elevati. In questi ospiti identificato.
immuni le cisti di T. gondii non sono evidenzia - Patologia. I tachizoiti di T. gondii possiedono
bili istologicamente, ma i tessuti in cui in genere una estremità apicale penetrante (trebratorium) che
possono essere dimostrate sono il cuore, il li rende capaci di entrare in qualunque cellula del
muscolo scheletrico, i linfonodi e l'utero; l'ospite, che sia fagocitica o no. Di conseguenza,
cervello, cuore, fegato e polmoni di neonati con
2. persone normali, in seguito alla loro prima espo
malattia neonatale severa mostrano un gran
sizione post-natale, principalmente giovani
numero di tachizoiti, di cisti e di lesioni necrotiche.
donne, possono avere una linfadenite toxopla-
Nei neonati che sopravvivono, la densità dei paras
smica acuta caratterizzata da febbre, ingrossa
siti è minore, e le lesioni sono più pronunciate nel
mento linfonodale e un rash cutaneo, tutte
SNC, particolarmente in sede periventricolare e
manifestazioni che si risolvono entro poche set
periacqueduttale dove si riscontrano vaste aree di
timane;
necrosi tipicamente incrostate con depositi di calcio
3. la toxoplasmosi adulta severa colpisce ospiti in sede periventricolare. L'ostruzione dell'acque
con deficienza immunitaria, come pazienti con dotto causa idrocefalo interno. Nelle aree necroti
AIDS, trapiantati e pazienti con cancro o linfo che l'infiltrato infiammatorio è scarso, prevalente
ma, che ricevono trattamenti chemioterapici. La mente mononucleare e i tachizoiti e le cisti possono
toxoplasmosi severa è quindi per la gran parte riscontrarsi in piccola quantità e sono più facilmen
una malattia nosocomiale e può presentarsi sia te rilevabili in piccoli noduli microgliali nella
come infezione sistemica, sia con manifestazio sostanza grigia corticale.
ni neurologiche predominanti; Al contrario della malattia neonatale, le lesioni
della linfadenite toxoplasmica adulta sono infiam
4. il rischio di toxoplasmosi fetale e neonatale è
matorie e non destruenti; in genere autolimitante-
più alto quando la madre mostri sieroconversio-
si. Queste contengono pochi o nessun microrgani
ne o contragga la malattia precocemente nel
smo toxoplasmico microscopicamente dimostrabi
corso della gravidanza; in questo caso, sebbene
le. Fortunatamente, anche in assenza dei parassiti,
trattata, è molto alta la probabilità di un aborto
l'aspetto istologico della linfadenite toxoplasmica è
o di morte neonatale. Quando l'infezione venga
virtualmente diagnostico (linfadenite di Piringer-
contratta vicino al termine della gravidanza, il
Kuchinka). Essa consiste di: a) iperplasia follicola
neonato può ancora sopravvivere, ma spesso
re con rispetto della normale architettura linfono
manifesterà toxoplasmosi neonatale o durante la
dale; b) iperplasia paracorticale con presenza di
prima infanzia. Infezioni latenti materne non
grandi cellule linfoidi trasformate; presenza di pic
sono trasmesse in via verticale anche se cisti
coli aggregati (microgranulomi di 12-15 cellule) di
toxoplasmiche sono indo vate nell'utero; invece,
istiociti epitelioidi, posizionati spesso sul bordo
ci può essere passaggio di anticorpi materni
esterno dei follicoli, o anche nei follicoli stessi
contro il T. gondii. Paradossalmente, la toxopla
(Fig. 9); raramente si osservano piccoli focolai di
smosi perinatale non è più frequente nei paesi
necrosi.
altamente endemici, dove la prima esposizione
La toxoplasmosi adulta sistemica severa, negli
delle donne al toxoplasma è molto probabile che
individui con deficienza immunitaria, è potenzial
avvenga prima dell'età riproduttiva;
mente una malattia fatale ed ha assunto una sem
5. la corioretinite toxoplasmica nei giovani adulti pre maggiore importanza con l'epidemia globale da
origina da riattivazione endogena di una infe AIDS. U. sistema nervoso centrale è regolarmente
zione retinica neonatale silente o non rilevata. interessato, ma polmoni, cuore, fegato, surreni,
Essa procede verso la distruzione retinica e la midollo osseo e reni possono anche mostrare lesio
cecità, senza manifestazioni sistemiche o neuro ni destruenti, responsabili di variabili manifestazio
logiche e rappresenta una significativa causa di ni cliniche. L'infezione dell'encefalo da T. gondii è
cecità acquisita in senso assoluto. una delle cause più comuni di sintomi neurologici e
- Patogenesi. I meccanismi attraverso i quali il di morbilità nei pazienti con AIDS; l'incidenza
T. gondii causa danno tessutale sono ancora poco media di localizzazioni cerebrali in osservazioni cli
conosciuti. I danni a cellule individuali può essere niche o autoptiche varia dal 5% al 30%. In genere ì
ascritto alla moltiplicazione intracellulare dei tachi- sintomi clinici si sviluppano in maniera subacuta e
zoiti. Le grandi lesioni cerebrali necrotiche dei bam possono essere sia focali che diffusi. Le indagini di
bini e dei pazienti con AIDS sono state attribuite a imaging (TAC, RMN) mostrano spesso lesioni mul
danno endoteliale, probabilmente attraverso tiple con un anello periferico di "enhancing", aspet-
318 ' Maloffie da protozoi e da elminti
Malattie da elminti
Gli elminti sono tra i più grandi e più evoluti Questi nematodi prosperano nelle latitudini calde e
endoparassiti umani. Le manifestazioni di malattia nelle comunità che condividono bagni e toilettes.
da elminti dipendono dalle sedi di anrddamento o Le infezioni più severe si verificano quando il suolo
dalle vie di migrazione dei parassiti all'interno del è pervaso da questi agenti, come nei villaggi palu
l'organismo ospite. Gli elminti luminali (intestina dosi dei tropici e nelle istituzioni di custodia. In
li) sono quelli i cui vermi adulti abitano dentro l'in genere, un'alta prevalenza di infezioni elmintiche
testino o l'albero biliare, sebbene le loro larve pos intestinali riflette condizioni di scarsa organizzazio
sano aver migrato attraverso i tessuti dell'ospite ne sanitaria e, indirettamente, di scarso sviluppo
per raggiungere queste destinazioni finali. Nel caso economico. Il riscontro di uova di nematodi
degli elminti sangue-tessuto, lo stesso verme adul dovrebbe allertare la comunità e i medici a control
to si annida in una localizzazione parenterale come lare l'esistenza di altre possibili infezioni trasmesse
il tessuto connettivo o in un vaso sanguigno oppu fecalmente e attraverso l'acqua, nonché la presenza
re in un organo parenchimale. Tassonomicamente, i di malattie nutrizionali. I nematodi intestinali adul
parassiti elmintici appartengono ad una delle tre ti causano malattie severe solo quando sono pre
maggiori classi: nematodi (vermi rotondi), cestodi senti in grande numero o quando si annidano in
(vermi piatti), e trematodi. I nematodi sono i più sedi inusuali o ectopiche. Tuttavia gli stadi larvali
grandi, caratterizzati da struttura segmentata, migratori dei nematodi intestinali possono dare ori
forma rotonda, intestino completamente sviluppato gine a reazioni di ipersensibilità con sintomi locali e
e una cuticola chitinosa che ne copre il tegumento. anche sistemici.
Le filarie costituiscono una sottoclasse clinicamen L'infezione da Strongyloides stercoralis nelle
te importante dell'ordine dei nematodi. I cestodi ultime decadi ha acquisito una particolare impor
adulti si attaccano alla mucosa intestinale dell'ospi tanza in pazienti con AIDS, in cui spesso si assiste
ad lina iperìnfezione da strongiloides praticamente
te attraverso una testa detta scolice, contenente un
inarrestabile, caratterizzata da una infestazione
apparato di suzione che, a turno, genera una suc
sistemica di vari organi e apparati da parte del
cessione di segmenti piatti, le proglottidi, contenen
verme. Questa inizia con distensione addominale,
ti gli organi riproduttivi maschili e femminili. Infi
tosse, febbre alta e cefalea, seguita da rapido dete
ne, i trematodi sono vermi relativamente primitivi,
rioramento e shock; i vermi si possono trovare nel
senza segmentazione, hanno un intestino cieco e un
l'espettorato (Fig. 12). Di solito gli eventi terminali
tegumento sinciziale senza membrana chitinosa. I
sono costituiti da broncopolmonite emorragica e
parassiti elmintici raramente provocano al loro
sindrome da distress respiratorio.
ospite un danno tessutale critico diretto; in genera
le, gli elminti, una volta insediati nel lume intesti
nale o nei tessuti dell'ospite, sono sorprendente Malattie da nematodi tessutali
mente ben tollerati e richiedono solo un adattamen Si tratta di vermi che si adattano a ospiti anima
to metabolico al loro habitat. D'altra parte, l'iper li selvatici o domestici e, nell'uomo, non maturano
sensibilità cellulare e/o umorale alle uova o larve è
responsabile della maggior parte dei danni infiam
matori tessutali e della stessa malattia clinica, nelle
varie fasi della infezione elmintica. Non v'è dubbio
che gli eosinofili rivestano un ruolo maggiore nella
patogenesi delle reazioni da ipersensibilità indotte
dalle infezioni elmintiche.
Pazienti con schistosomiasi epatospìenica mostrano with AIDS caused by a newly recognized opportuni
anche una aumentata frequenza di glomerulopatia stic pathogen. Arch Pathol Lab Med 115: 21,1991.
mesangioproliferativa o membranosa dovuta a Ockenhouse C.F. et al.: Identification of a platelet m em
depositi di immunoglobuline e complemento. Le brane glycoprotein as a falciparum malariae seque
uova di schistosomi, che raggiungono il polmone stration receptor. Science 243: 1469,1989.
per la via portocavale, danno origine ad una arteri-
Mims C.: The pathogenesis of infectious disease. 5th ed.
te polmonare granulomatosa. Specialmente in Egit
San Diego, CA, Academic Press, 2001.
to e nella popolazione infantile, si riscontra una
pseudopoliposi del colon contenente numerose Kaufmann S.H.E., Sher A., Ahmed R.: Immunology of
uova e granulomi la quale, se diffusa, può portare infectious diseases. Washington, DC, ASM Press,
ad enteropatia con perdita di proteine. 11 SNC può 2000 .
essere interessato dalla schistosomiasi, di solito per Chen Q., Schlichtherle M., Wahlgren M.: M oiecular
localizzazioni nel cervello o nel midollo spinale, aspects of severe malaria Clin Microbiol Rev 13: 439,
lesioni in forma di radicolite o per compressione 2000 .
midollare.
Magill A J.: Epidemiology of the leishmaniases. Dermatol
La schistosomiasi urinaria, causata da infezione
Clin 13: 505,1995.
severa da S. haematobium, si sviluppa insidiosamen
te nel corso degli anni, durante i quali la sola Sacks D., Sher A.: Evasion of innate immunity by parasi
espressione clinica può essere la "urina rossa". Le tic protozoa. Nat Immunol 3: 1041,2002.
lesioni precoci sono costituite da chiazze polipoidi Robinson N.P., Burman N., Melville S.E., Barry I.D.: P re
della mucosa vescicale dovute ad esuberante tessu dominance of duplicative VSG gene conversion in
to di granulazione ed a granulomi sviluppati attor antigenic variation in African trypanosomes. Mol Cell
no alle uova (Fig. 17). In seguito i granulomi si tra Biol 19: 5839,1999.
sformano in tessuto fibroso, possono calcificare, e si
Andrews N.W.: Lysosomes and the plasma membrane.
può formare un aspetto "sabbioso" delle chiazze e
una immagine radiografica di "vescica calcifica". J
Trypanosomes reveal a secret relationship. Cell Biol
158: 389, 2002.
Una frequente complicazione della schistosomiasi
urinaria è rinfiammazione e la fibrosi delle pareti Porter S.B., Sande M.A.: Toxoplasmosis of the central n er
ureterali, che può portare ad ostruzione, idronefro vous system in the acquired immunodeficiency siiv
si bilaterale e pielonefrite cronica con esito ili insuf }
drome. N E n g l Med 327: 1643, 1992.
ficienza renale. L'associazione dello S. haemato Hoberg E.P.: Taenia tapeworms: their biology, evolution
bium col carcinoma vescicale è stata ben documen and socioeconomic significance. Microbes Infect 4:
tata nelle aree ad alta endemicità, come nel delta del 859, 2002.
Nilo. La neoplasia si sviluppa in età relativamente
giovane e la maggioranza dei tumori è di tipo squa ].,
Zhang W., Li Me Manus D.P.: Concepts in immunology
and diagnosis of hydatid disease. Clin Microbiol Rev
moso.
1 6 :1 8 , 2002.
Samuelson J. et al.: DNA hybridization probe for clinica 1 Von Lichtenberg F.: Pathology of infectious diseases. N ew
diagnosis of Entamoeba histolytica. J Clin Microbiol York, Raven Press, 1991.
27: 617,1989.
Furrer H ., Fox C.: Opportunistic infections: an update. ]
Anzil A.P. et al.: Amebic meningoencephalitis in a patient HIV Ther 7: 2, 2002.
I
SEZIONE |
E l Sistema emopoietico
IS fl e sangue periferico
ri che influenzano la proliferazione e la differenzia vare macrofagi contenenti lipidi, con citoplasma
zione e la funzione di tutti i componenti del midollo schiumoso, istiociti "blu mare" con citoplasma
osseo e delle cellule ddl'osso. ripieno di detriti cellulari, che si colorano in blu con
I macrofagi sono cellule grandi con abbondante il Giemsa, ed istiociti tipo Gaucher con citoplasma
citoplasma, che può contenere granuli, vacuoli, lipi ripieno di fibrille PAS positive.
di, detriti cellulari e nucleari. I macrofagi midollari
contengono emosiderina e/o detriti cellulari. Que
ste cellule fanno parte del sistema monocito-macro- H Bibliografia essenziale
fagico e sono responsabili della lisi dei globuli rossi Wickramasinghe S.N., McCullough J.: Blood and Bone
senescenti e del deposito del ferro. Ci sono circa 16 Marrow Pathology. Churchill Livingstone Ed., 2003.
macrofagi contenenti ferro per mm2 di midollo Frisch B., Bartl R.: Histology and immunohistology in
osseo, i depositi di ferro sono evidenziabili e quan paraffin and plastic. Biopsy interpretation of bone
tificabili colorando le sezioni istologiche con la and bone marrow. Arnold, London and Oxford Uni
colorazione di Perls. Nel midollo si possono osser versity Press, NY, 1999.
T
Sangue e funzioni
3.2 delle varie
popolazioni
cellulari
F. Lanza
CELLULE STAMINALI
PLURIPOTENT!
w CELLULE “COMMITTED’; .(ORIENTATE)
Filiera T
CELLULE IN VIA .
DI MATURAZIONE CELLULE MATURE
Cellula
staminale
pluripotente
Megacariocfto
Fig. I - Genesi delle cellule del sangue nel midollo osseo. Schema semplificato con indicazione dei principali compartimenti cel
lula ri implicati.
Cenni sull'emopoiesi & 333
tuite durante l'intero arco della vita. Recenti studi sostanze regolatrici dell'emopoiesi del tipo eitro-
di misurazione della lunghezza dei telomeri poietina, GM-CSF, CFS-Meg ecc. A questi fattori
hanno però evidenziato in modelli murini che la regolativi rispondono invece altre cellule, non più
capacità di autoreplicazione delle cellule stamina totipotenti ma già differenziate denominate cellule
li di midollo osseo non è infinita ma limitata a progenitrici "committed" o commissionati, "com-
circa 50 cicli replicativi. Nel midollo osseo vengo mitted CFU", progenitori oligo- uni-potenti. Da
no giornalmente prodotti IO9 leucociti/kg, 3-4 X questi elementi, riconoscìbili solamente in sistemi
IO9 globuli rossi/Kg, 1-2 x IO9 piastrine/Kg. Il di crescita in vitro (le cosidette "colony forming
midollo osseo ematopoietico rappresenta circa il units"- CFU), deriverebbero cellule già differenzia
5% del peso corporeo totale, ed è distribuito pre te e riconoscibili morfologicamente come precurso
valentemente nelle ossa piatte e lunghe in età ri immediati degli elementi circolanti (megacario-
pediatrica e giovanile, mentre in età adulta si blasto, proeritroblasto, mieloblasto, monoblasto).
dispone a livello delle costole, vertebre sterno, Le cellule del pool staminale già differenziate
bacino. hanno dimensioni maggiori rispetto alla vera cellu
Le cellule staminali mutipotenti si annidano in la staminale multipotente, citoplasma più abbon
nicchie delimitate dalle trabecole della spongiosa dante e basofilo (ricco in organuli), cromatina
ove trovano un microambiente ideale per la loro lassa, 1-2 nucleoli, e sono in fase attive del ciclo cel
crescita e maturazione. Il microambiente midolla lulare (morfologia blastica).
re (stroma) è costituito da cellule reticolari, sinu Le cellule del compartimento staminale proge
soidi (privi di membrana basale e delimitati da nitore sono riconoscibili per la presenza dell'anti-
cellule endoteliali), adipociti parasinusoidali, fibre gene CD34 (marcatore di superficie espresso da
reticolari, e matrice extracellulare costituita da tulle le cellule del compartimento staminale/pro
proteoglicani, collageno, vitronectina, trombo- genitore multi- e uni-potente), il quale viene
spondina, emonectìna, ialuronato, fibronectina e espresso in maniera decrescente man mano che
laminina (proteine adesive). Il processo dell'emo questi elementi procedono a maturazione nel
poiesi è inoltre sotto il controllo di diversi fattori midollo osseo. Ma mentre la cellula staminale più
di crescita prodotti da cellule midollari apparte indifferenziata non coesprime altri marcatori di
nenti per lo più allo stroma o al sistema immunita filiera o di attivazione, le cellule progenitrici già in
rio (linfociti T, monociti-macrofagi ed in minor qualche modo commissionate esprimono anticorpi
misura linfociti B). Tra questi citiamo innanzitutto di classe 2 del sistema maggiore di istocompatibili-
i cosidetti CSF ("colony stimulating factors"): tà (HLA-DR), il CD38, incostantemente il CD90,
multi-CSF (anche nota come interleuchina 3, sti CD133, CD117, ed altri ancora (Fig. 2).
molante la crescita di progenitori di tipo GEMM: Per una trattazione più completa delle cellule
granulo- eritroide- monocita- megacariocitario), staminali si rimanda al Capitolo 1.3 pag. 30).
GM-CSF (che stimola la maturazione dei progeni Un elenco degli anticorpi monoclonali definiti
tori "committed" di tipo granulo-monocitario), G- nel corso dei diversi Workshops Internazionali
CSF (specifico per i precursori granulocitari), M- (Parigi, 1982; Boston, 1984; Oxford, 1986; Vienna,
CSF (progenitori monocitari), CSF- MEG (precur 1989, Boston, 1993; Kobe, 1996; Harrogate, 2000)
sori megacariocitari), eritropoietina (specifica per dedicati al riconoscimento delle classi di differen
la differenziazione di progenitori commissionati ziazione («Clusters of Differentiation» - CD) è
in senso eritroide), trombopoietina (specifica per i riportato in appendice.
progenitori megacariocitari), "stem celi factor"
(anche denominato c-kit receptor), interleuchine
(IL) di diverso tipo: IL6, ILI, IL4, IL7, IL5, IL2, IL9,
IL11, e altre ancora.
| Serie eritroide
Esistono tutt'ora difficoltà per il riconoscimento Nell'ambito di questa serie sono state identifica
morfologico di questa presunta cellula staminale, te almeno due classi di progenitori eritropoietici fra
la cui identificazione è ancora basata su osserva loro collegate in senso progressivo, designate come
zioni di ordine embriologico, cinetico- funzionale e Burst Forming Unit(s) (BFU-E) e, rispettivamente,
citofluorimetrico. Sì ritiene che le cellule staminali Colony Forming Unit(s) (CFU-E) (Fig. 2). In senso
più indifferenziate siano morfologicamente simili longitudinale le colonie derivate dalla crescita delle
al piccolo linfocita, dal quale si discosterebbero per BFU-E sono le più vicine alla cellula staminale plu-
la presenza di una trama cromatinica leggermente ripotente (CFU-S) e danno luogo, in vitro, alla for
più lassa che talora lascia intavedere un piccolo mazione di macroaggregati cellulari («Bursts»). Il
nucleolo. Il citoplasma è povero in organuli, per complesso delle BFU-E può riconoscere ulterior
effetto della ridotta sintesi proteica e del basso mente la presenza nel suo ambito di due soLtopopo-
indice mitotico di questi elementi. Il 90% circa di 1azioni a diverso grado di maturità (per quanto
queste cellule risiede stabilmente in fase di quie- attiene la sensibilità a stimoli umorali e l'attività
scienza (G0/G1), al di fuori del ciclo riproduttivo, replicativa), le «Primitive» BFU-E (P-BFU-E) e le
e non rispondono agli stimoli differenziativi delle «Mature» BFU-E (M-BFU-E). Quest'ultime rappre-
334 - Sangue e funzioni delle varie popolazioni cellulari
Macrofago
HLA-DR
(CD 13)
(CD33)
(CD14)
CDHb)
(CD1)
Cellula
staminale'
mielo ide
HLA-DR
CD34
(TdT)
(CD13)
(CD33)
(CD7)
Megacarioblasto
immaturo
HLA-DR
CD34 MegacariGlasto Megacariocita
CD33 PPO PPO
PPO GP Illa GP Illa
(GP Illa) (GP Ila) GP Ila
Fig. 2 - Schema delia mieìopoiesi con indicazione dei principali marcatori immunofenotipici espressi nelle diverse fasi maturative.
senterebbero una terza categoria di precursori eri- troblasto, cellula rotondeggiante del diametro di 20-25 ¡i, facil
tropoietici aventi il ruolo di raccordo tra le BFU-E mente individuabile per l'intensa basofilia del suo citoplasma.
Il nucleo è grande, rotondo, con cromatina disposta in un
vere e proprie (P-BFU-E) e le CFU-E. I passaggi dif reticolo delicato. Il citoplasma, poco esteso, disomogeneo, pre
ferenziativi tra questi vari gruppi di cellule proge senta una zona chiara perinucleare.
nitrici sono regolati da alcuni fattori umorali quali Dal proeritroblasto deriva Veritroblasto basofilo, elemento
Veritropoietina (Epo). L'eriiropoietina (una glicopro del diametro di 10-14 l i , con citoplasma più esteso ed omogeneo,
intensamente azzurro. Nel nucleo la cromatina è disposta in
teina contenente acido sialico, esosamina ed esosi
masse grossolane ben definite, con aspetti spesso a raggio di
(P.M. 39.000 daltons) che aumenta dopo salasso e ruota: si osservano più nucleoli. La tappa successiva è rappresen
diminuisce o scompare ad es. negli animali resi tata da.il'eritroblasto policromatofilo, nel quale il citoplasma
poliglobulici con trasfusioni o con ipoossia), è pro assume, per la comparsa dell'emoglobina, una tinta variabile dal
dotta in gran parte nel rene: la sua produzione è violetto al grigio rosa. Il nucleo appare più denso rispetto allo
stadio precedente, ma mantiene ancora il suo aspetto caratteristi
regolata dalla tensione di ossigeno dei tessuti. L'eri- co a scacchiera. L'ulteriore stadio evolutivo è rappresentato da
tropoietina stimola la differenziazione e la matura un elemento noto come eritroblasto ortocromatico, che alcuni
zione delle cellule staminali eritroidi ed esplica un AA. preferiscono denominare policromatofilo li perché il suo cito
effetto umorale a livello di elementi progenitori più plasma non è ancora perfettamente acìdofilo come quello deìl'e-
tardivi come le CFU-E ed in minor misura su ele ritrocito maturo: a questo stadio il nucleo appare picnotico. Dal
l'eritroblasto ortocromatico, per espulsione del nucleo, deriva
menti intermedi come le M-BFU-E. In particolare una cellula di diametro leggermente superiore a quella dell'eri
induce la differenziazione delle CFU-E in direzione trocito circolante, ancora lievemente policromatofila; il reticolocita
del compartimento eritroblastico, accelera la matu midollare. Elementi di questo tipo soggiornano abitualmente nel
razione degli eritroblasti ed influenza l'immissione midollo per imo-due giorni portando a termine la loro matura
zione ad eritrociti; una piccola percentuale passa in circolo, e
dei reticolociti in circolo. Il passaggio dalle CFU-E molti possono essere immessi nel sangue periferico.
ai proeritroblasti dà inizio alla componente cellula Le ricerche ultrastrutturali hanno chiarito che l'intensa baso
re eritroide più comunemente nota per la sua facile filia del citoplasma del proeritroblasto (fenomeno paradosso del
identificazione, a livello dei tessuti ematopoietici, Ferrata: presenza di materiale basofilo in un elemento destinato
ed in particolare del midollo osseo. a dar origine a cellule contenenti una sostarla acidofila come l'e
moglobina) è dovuta alla presenza di ribonucleoproteine, neces
La maturazione dal proeritroblasto al reticolocito avviene nel sarie per la sintesi del pigmento ematico. Nel citoplasma si tro
l'arco di sette giorni, attraverso gli stadi intermedi dell’eritrobla vano infatti ribosomi e poliribosomi in grande quantità, oltre a
sto basofilo (due replicazioni), dell'eritroblasto policromatico, dell'eri scarso reticolo endoplasma tico: sono presenti anche numerosi
troblasto ortocromatico, cui consegue ì'estroflessione del nucleo. mitocondri, un centrosoma e molecole disperse di ferritina.
L'elemento progenitore di questa linea evolutiva è il proeri Col progredire della maturazione il numero dei poliriboso-
Serie eritroide ^ 335
mi e dei mitocondri diminuisce progressivamente e le molecole citaria e discostomatocitaria. Per altre immagini si è proposta
di ferritina si ammassano dando origine a formazioni (sideroso- l'introduzione di una nuova nomenclatura che si affianca a quel
mi) visibili anche al microscopio ottico con l'impiego di' partico la classica e la completa. Si è cosi proposto (Bessis) il nome di
lari colorazioni. codociti per delle emazie a forma di campana (corrispondenti alle
cellule a bersaglio), di cheratocìti per delle emazie di volume nor
In condizioni di disturbata e rallentata sintesi male fomite di una o più punte, a mò di coma (corrispondenti
del DNA, come si ha soprattutto nell'anemia perni alle bur o spur cells), di torociti per delle cellule a rima periferica
ciosa per il deficit di vitamina B12 e di acido folico, ispessita a mò di ciambella (corrispondenti agli artefatti che si
ottengono per essiccazione della parte iniziale dello striscio), di
vi è un mutamento della maturazione cromatinica,
enizociti o cellule scalfite per delle emazie triconcave, di dacrioci-
e mentre il volume cellulare diviene maggiore della ti per globuli rossi a forma di lacrima.
norma, il reticolo cromatinico si fa più fine e sottile;
questo tipo di evoluzione viene descritto come una - I g lobu li rossi sono i vettori dell'emoglobina
serie eritropoietica a sé (serie megaloblastica), a addetti al trasporto dell'ossigeno ai tessuti, alla
partire dal promegaloblasto, grossa cellula a nucleo rimozione dell'anidride carbonica ed alla regolazio
cromatinico finissimo, attraverso gli stadi di megalo- ne dell'equilibrio acidobasico del sangue. Negli eri
blasto baso/ilo, policromatofilo, ortocromatico, fino ai trociti sono contenuti numerosi enzimi, proteine,
megalociti (eritrociti più voluminosi e più intensa carboidrati, lipidi, anioni e cationi: le cellule sono
mente colorati dei comuni normociti. dotate di un'attività metabolica notevole che le
Gli eritrociti o globu li rossi, osservati a fresco, mantiene in uno stato funzionale ottimale. I globuli
appaiono come piccoli dischi color giallo citrino con rossi vivono in media 120 giorni.
una parte centrale più chiara; negli strisci fissati e Nei reticolociti, a differenza che nelle emazie
colorati appaiono di color rosa intenso con ima mature, sono contenuti ancora mitocondri, residui
parte centrale meno colorata: questi aspetti sono del corpo del Golgi e ribonucleoproteine: alla pre
dovuti alla particolare forma a disco biconcavo del- cipitazione di queste per azione dei coloranti basi
l'eritrocito. I globuli rossi sono privi di nucleo: ci si deve la formazione della sostanza granulo
misurano in media 7.2-7.7 ji. Nel sangue si riscontra filamentosa.
una piccola quantità (1% circa) di eritrociti di dia
metro un pò superiore alla media/ leggermente poli-
cromatofili/ che, colorati sopravitalmente con colo | Serie granulo-monocitopoietica
ranti basici. (brillant cresyl blau, blu di metilene, L'identificazione dei precursori della serie gra-
ecc.) palesano all'interno delle granulazioni azzurre nulomonocitopoietica è stata effettuata in base ai
unite da esili filamenti disposti a formare un retico rilievi delle colture in vitro in terreno semisolido.
lo più o meno compatto (cosiddetta «reazione gra Esse hanno dimostrato come la proliferazione delle
nulofilamentosa»): ad esse, per questa loro proprie cellule staminali della serie granulomonocitaria sia
tà, si dà il nome di reticolociti (proeritrociti, granu- regolata da fattori solubili prodotti da elementi cel
ìofilociti). Il numero dei reticolociti, che vanno con lulari presenti in vari organi «Colony Stimulating
siderati come emazie giovanili/ aumenta considere
Activity» (CSA). (Metcalf, Van Furth). Le cellule che
volmente in corso di accelerata eritropoiesi.
danno origine a colonie di elementi granulocitari e
In condizioni patologiche gli eritrociti possono
di monociti e macrofagi nello stesso tempo, sono
andare incontro a modificazioni: - delle dimensio
state definite come Colony Forming Unit in Culture
ni (microciti, macrociti); - della forma (poichilociti)
(CFU-C) (vedi Fig. 1). In rapporto all'osservazione
e - del contenuto emoglobinico (ipo-ipercromia).
che la potenzialità di dare luogo a colonie granulo-
Forme particolari sono gli sferociti (emazie di
monocitarie contemporaneamente, oppure soltanto
piccole dimensioni e di spessore aumentato), i dre
granulocitarie o monocitiche separatamente, è stata
panociti o i globuli rossi a falce, gli ovalociti, i lep-
dimostrata l'esistenza di cellule progenitrici «impe
tociti (emazie appiattite), gli anulociti (forme ipo
gnate» selettivamente lungo queste vie specifiche
cromiche con l'emoglobina disposta alla periferia),
(M-CFU/ GM-CFU, M-CFU).
gli stomatociti (con zona centrale chiara allungata),
I dati sin qui riferiti confermano come sin dalle
le cellule a bersaglio (con centro e periferia scuri
fasi iniziali le linee proliferative granulopoietica e
separati da un anello chiaro), gli schizociti o fram
monocxtopoietica appaiano strettamente collegate
menti di globulo rosso ed i globuli rossi con spicu-
le variamente denominati «burr cells», «spur cells», nella loro genesi ed evoluzione.
«acantociti». Per quanto riguarda la serie granulopoietica essa
riconosce una serie di passaggi ben definiti dal lato
L'impiego del microscopio elettronico a scansione allo stu morfologico che vanno dal mieloblasto, al promieloci-
dio dei globuli rossi ha fornito una serie di immagini tridimen
sionali che richiedono una corretta interpretazione: dell'argo-
to, al mielocito, al metamielocito, al granulocito matu
mento se ne è occupato particolarmente Bessis. Alcune delle ro segmentato.
immagini ottenute non rispecchiano alterazioni strutturali carat La maturazione di questi elementi si effettua
teristiche, ma solo modificazioni transitorie e reversibili alle lungo un arco di tempo di circa 13 giorni ed è con
quali ogni globulo rosso può andare incontro in condizioni
ambientali particolari (Ponder): è il caso della comparsa di forme
trassegnata da modificazioni nucleari (incremento
sferoidali con spicule (echinociti sec. Bessis) o di forme a scodella nel grado di compattezza cromatinica, incavamen-
(stomatociti): si parla in tal caso di trasformazione disco-echinc- to progressivo e lobulazione finale del nucleo) e
336 « Sangue e funzioni delle varie popolazioni cellulari
citoplasmatiche (comparsa di granulazioni rispetti - I granulociti neutrofili sono cellule del dia
vamente azzurrofile - o primarie o aspecifiche - nelle metro di 9-12 |im, facilmente riconoscibili per la
fasi precoci della maturazione e secondane o specifi forma del nucleo, che appare segmentato in lobi (in
che nelle fasi più avanzate dell'evoluzione matura condizioni normali non più di 5) uniti da esili ponti
tivi). Queste ultime contrassegnano la linea evoluti carioplasmatici. Il citoplasma, di colore rosato al
va granulocitaria in senso neutrofilo, basofilo ed Giemsa, contiene un numero variabile di granula
eosinofilo a seconda della loro caratteristica confor zioni, piccole, fini, che si colorano con le miscele a
mazione. reazione neutra. Si ritiene che l'entità della segmen
Gli elementi della serie granuloblastica ricono tazione nucleare dipenda dall'età della cellula e
scono nella loro maturazione una fase strettamente tenda ad aumentare con essa: ad una valutazione
midollare nella quale il granuloblasto che giunge quantitativa di questo fenomeno (formula nucleare)
sino all'elemento maturo neutrofilo (che entra a far si è attribuita importanza diagnostica e prognostica
parte della cosiddetta «quota marginata» pronta ad (formula di Arneth).
essere mobilizzata per esigenze difensive o reattive AI microscopio elettronico le granulazioni del neutrofilo
di varia natura), una fase di transito nel sangue circo appaiono eterogenee per forma e dimensioni: accanto a delle
lante (in cui gli elementi granulocitari si dispongo granulazioni ovali, specifiche, si riscontrano granulazioni più
no secondo due compartimenti, l'uno marginato e grandi, sferiche, che rappresentano il residuo di quelle azzurro-
file del promielocito. Le granulazioni sono ricche di enzimi idro-
l'altro circolante), ed infine ima fase tessutale ove gli
lasici e vanno considerate come dei lisosomi: nelle granulazioni
elementi leucocitari, migrati per diapedesi vasale, neutrofile si troverebbero tra l'altro Iisozkna, e fosfatasi alcalina.
esercitano le loro funzioni (chemiotassi fagocitosi). I granulociti neutrofili sono cellule dotate di mobilità ameboide
L'elemento progenitore è il mieloblasto, cellula e di capacità fagocitaria: la loro migrazione è determinata alme
rotondeggiante del diametro di 20-25 \i, con un no in parte dall'attrazione esercitata da svariate sostanze (che
miotassi), particolarmente sostanze batteriche e componenti del
nucleo grande, rotondo, con cromatina disposta in
complemento.
filamenti delicati o sotto forma di granuli. Il citopla
sma è blu chiaro, disomogeneo, con ima zona chia Queste cellule intervengono nei processi di dife
ra perinucleare; contiene granulazioni che si colora sa dell'organismo fagocitando e digerendo
no metacromaticamente in rosso violetto col Giem- microorganismi: svolgono anche un ruolo impor
sa (granulazioni azzurrofile). tante nella dinamica del processo flogistico, liberan
Da mieloblasto deriva il promielocito, elemen do sostanze che accelerano la flogosi, peptidi
to del diametro di circa 20 ¡im, fornito di un nucleo vasoattivi, istamina e varie altre sostanze attive.
ovalare; tra le maglie cromatiniche si possono talo - I granulociti eosinofili misurano in media
ra notare delle zone chiare che suggeriscono la 14-20 jim: il nucleo è per lo più bilobato, con i due
presenza di nucleoli. Il citoplasma tende a virare lobi uniti da un ponte carioplasmatico che talora si
dalla basofilia aH'acidofilia lieve: contiene accanto addensa nella sua parte centrale a costituire un
alle granulazioni azzurrofile quelle specifiche pro terzo piccolo lobo. La struttura cromatinìca è meno
prie dell'elemento maturo (neutrofile, acidofile, grossolana di quella dei neutrofili. Il citoplasma è
basofile). zeppo di granulazioni color rosso-arancio, più
Lo stadio maturativo seguente è rappresentato grandi di quelle dei neutrofili (diametro medio 0,5-
dal mielocito, cellula del diametro di 15-18 firn, con 1,5 jim) relativamente uniformi per dimensioni nel
nucleo più piccolo rispetto alla forma precedente e l'ambito di una singola cellula.
cromatina disposta in masserelle ben distinte. Il Le granulazioni eosinofile appaiono al micro
citoplasma è acidofilo e contiene pressoché esclusi scopio elettronico come formazioni provviste di
vamente granulazioni specifiche. Questa cellula una membrana, costituite da ima matrice densa,
evolve a metamielocito, die ne differisce solo per la omogenea o granulare, e da una struttura interna
forma del nucleo, che appare reniforme od a ferro cristalloide, identificabile forse con una mieloperos-
di cavallo, con la concavità corrispondente al cen sidasi specifica.
trosoma. Il metamielocito, per la comparsa di stroz I granulociti eosinofili sono cellule mobili, prov
zature nucleari che determinano la segmentazione viste di potere fagocitario e dotate di proprietà che-
del carioplasma, evolve a granulocito circolante. miotattiche. Tra le varie sostanze che ne determina
Al microscopio elettronico il mieloblasto risulta fornito dì no la migrazione (fattori batterici solubili, antigeni
numerosi sacchi di reticolo endoplasmatico granuloso e di estranei, complessi antigene-anticorpo) il ruolo
abbondanti ribosomi; l'apparato del Golgi è ben sviluppato. Il principale sembra spettare all'istamina. Si ritiene
promielocito presenta sempre uno due nucleoli ed un citopla che queste cellule intervengano nei processi di dife
sma ricco di granulazioni eterogenee per forma e dimensioni.
Negli stadi maturativi successivi si assiste ad una diminuzione sa dell'organismo verso corpi estranei: si è dimo
progressiva del reticolo endoplasmatico, dei ribosomi e dei mito strata la presenza di sostanze in grado di antago-
condri. nizzare l'azione dell'istamina, della 5-idrossi-tripta-
Le modalità con cui si effettua la granulogenesi non sono mina e della bradichinina.
state ancora chiarite, ma si ritiene che abbiano luogo due succes
sive generazioni di granuli: la formazione delle granulazioni
- I granulociti basofili sono i più piccoli tra i
azzurrofile e di quelle specifiche si verificherebbe indipendente granulociti, misurando da 10 a 14 jim di diametro.
mente a livello dell'apparato del Golgi. II citoplasma è stipato da grosse granulazioni nero
Serie granulo-monocitopoietica - 337
bluastre di forma irregolare, colorabili metacroma- un gruppo di cellule, dotate di varia morfologia, in
ticamente con i coloranti basici di anilina, idrosolu grado di esplicare funzioni difensive.
bili, che si estendono a ricoprire il nucleo. Questo Egli aveva distinto a questo riguardo due ordini di cellule, i.
appare omogeneo, non nettamente segmentato, con cosiddetti macrofagi presenti in tessuti quali l'omento, il fegato, la
aspetto approssimativamente a trifoglio. milza e costituenti i cosiddetti grandi mononucleati fissi o liberi
dei tessuti, ed i microfagi, rappresentati quasi esclusivamente dai
Al microscopio elettronico le granulazioni appaiono forma granulociti e, così designati, per la loro capacità di assumere sol
te da lamelle disposte in blocchi o fascicoli. Studi citochimici tanto particelle di piccola dimensione, come i germi ed i parassi
indicano che nei granuli sono contenuti istamina, sostanze chi ti. Ulteriori dati a conferma della unitarietà funzionale di talune
micamente correlate con l'eparina, serotonina, acido jaluronico e cellule dei tessuti connettivi (attività fagocitarla e producente
vari enzimi. anticorpi), sono venuti dagli studi contemporanei di Ranvier
(clasmatociti del connettivo lasso), di Marchand (cellule awenti-
I granulociti basofili sono cellule mobili dotate ziali), di Maximow (poliblasti). Una acquisizione fisiologica deci
di capacità fagocitiche, ma in queste funzioni sono siva ha rappresentato, nell'ambito di questi studi, l'osservazione
complessivamente meno attivi degli altri granuloci che alcuni degli elementi erano in grado di colorarsi intravital-
ti. Si ritiene che possano svolgere un ruolo impor mente con coloranti acidi a micelia elettronegativa, quali il blu-
tante nelle reazioni allergiche: sono le cellule del pi rrolo. Fu così possibile effettuare una preliminare distinzione
fra cellule cromofile (granulopessiche) in grado di assumere le par
sangue che maggiormente legano anticorpi IgE e, al ticelle di colorante, e le cellule cromofobe o non granulopessiche.
contatto con l'antigene, si degranulano rilasciando Spetta ad Aschoff (1924) il merito di aver sistematicamente
istamina. Vengono distinti dai granulociti basofili distinto quattro gruppi di cellule assumenti in vivo i coloranti (I
tessutali (o mastociti): i primi sono chiamati basofi e E: cellule endoteliali dei vasi e dei linfatici e fibroblasti a scar
sa assunzione del colorante; III: cellule reticolari della milza e dei
li a granulazioni solubili ed i secondi basofili a gra
linfonodi; IV: cellule delimitanti i sinusoidi del fegato, del midol
nulazioni insolubili. lo, dei linfonodi e gli istiociti liberi della milza) e di aver prospet
tato come soltanto le cellule dei gruppi III e IV potessero venir
Tipi ;c0 l|yìdrj appartenenti al sistema de! fagocito mononucleato in base alle attuali
conoscenzein tema di fisiopatologia
f F e g a to : c e ilu le di K u p ffe r
M id o llo o s s e o : is tio c iti
ANTIGEN M ilz a : is tio c itì
PRESENTING L in fo n o d i: is tio c iti
CELLS P o lm o n e : m a c r o fa g i a lv e o la r i
C a v ità s ie ro s e : m a c r o fa g i p le u r ic i e
SANGUE p e r it o n e a li
PERIFERICO
M AficW . T e s s u to o s s e o : o s te o c la s ti
. ìli..
T e s s u to n e r v o s o :c e ilu ie d e lla m ic r o g lia
MACRÒFAGO S in o v ia : c e llu le s in o v ia !) A
MATURO R e n e ¡c e llu le d e l m e s a n g io V
:: W: C u t e : c e llu le d e l L a n g e r h a n s
MONOCITOI TESSUTI M a m m e lla : m a c r o fa g i
P la c e n ta ¡m a c r o f a g i
\G r a n u i o m a : c e llu le g ig a n ti m u ltin u c le a t e
CELLULE
RETICOLARI
DENDRITICHE
ANTIGEN
PRESENTING
CELLULE
li
CELLS IN TERDIG ITATE
(APC)
111 CELLULE D I
LANGERHANS
Serie monocitaria ^ 339
| m. di G aucher
MONOCITI-
MACROFAGI
(p TESAURISMOTIC1 m. di N icm an - Pick
| istiocitosi blu m are
CELLULE
INTERDIGITATE
NON NEOPLASTICHE (?):
G ranulom a eosinofilo,
M. di H and-Shuller Christian,
CELLULE CELLULE DI .V M. di Letterer-Siwe
DENDRITICHE
LANGERHANS
CELLULE
'■•A.
NEOPLASTICHE: linfomi istiocitari
FOLLICOLARI (istocitomi)
NEOPLASIE ISTIOCITARIE:
a) Sarcoma istiocitario,
b) istiocitosi maligna sistemica (Linfoma istiocitico).
Le cellule neoplastiche esprimono i! CD68, li sozi ma, a l anti-iripsina, CD163, CD1 le, proteina Sì 00 e incostantemente
il HLA-DR; in ultrastruttura sono presenti numerosi lisosomi (TEM), frequenti figure di (emo)fagocitosi, la diffusione avvie
ne attraverso i sinusoidi.
NEOPLASIE DELLE CELLULE DI LANGERHANS:
a) Istiocitosi di Langerhans tipica,
b) Istiocitosi di Langerhans atipica,
c) sarcoma a cellule di Langerhans.
Vi appartengono il Granuloma Eosinofilo, la malattia di Hand-Schiller-Christian e di Letterer-Siwe oltre a forme
dell'adulto. Le cellule tumorali esprimono il CDla, proteina SI 00, mentre sono assenti il CD21 ,CD35, CNA42; sono pre
senti all'analisi elettron-microscopica ¡ granuli di Bierbeck; assenti figure di fagocitosi; si associa alia traslocazione t
(7;12)(q11.2;p13) .....V'■V ; ..: 0- ; ■ v >= ;;v
SARCOMI DELLE CELLULE DENDRITICHE INTERDIGITATE
Risultano lisozima+, CD68 l (origine midollare), S100i-, C D la—, CD21 , CD35- , CNA42—; sono presenti all'anali
si elettron-microscopica desmosomi e giunzioni (TEM); la crescita è coesiva e fascicolata
SARCOMI DELLE CELLULE FOLLICOLARI DENDRITICHE
Le cellule tumorali hanno il seguente fenotipo: CD21+, CD35+, CNA42-!-; sono presenti all'analisi elettron-microscopi
ca desmosomi e giunzioni; assentì i granuli di Bierbeck
* Questa classificazione è stata riproposta con minime modifiche dal gruppo WHO (Harris et al., 1999). Le entità non citate dal sistema
WHO sono state le seguenti: istiocitosi maligna sistemica e la istiocitosi di Langherans atipica.
340 ^ Songue e funzioni delle varie popolazioni cellulari
non esprimono marcatori linfoidi T, B o NK, mieloidi e monod- infiammatorie possono inoltre essere rilasciati agen
tari (per questo motivo vengono definiti "lineage negative), ma ti ossidanti in grado di dare luogo alla ossidazione
possiedono marcatori fenotipici peculiari quali il CD80, CD83,
CD86, CDla, CD123 (recettore IL-3), C D llc, HLA-DR e recettori di gruppi tiolici negli enzimi, e di rompere i legami
per chemochine {CCR1, CCR5, CCR7). La loro maturazione a livello di proteine, lipidi, acidi nucleici.
dipende da citochine quali il TNFa, GM-CSF, IL4, IL 13, FLT-3. L'attività dei macrofagi sembra estendersi infine
Esistono due tipi di cellule mieloidi dendritiche (DCì e DC 2 dif ad altri campi della fisiopatologia umana, quali il
ferenziabili per funzione e caratteristiche immunofenotipiche).
rimodellamento dei tessuti, la guarigione delle feri
Le DC1 si caratterizzano per il seguente immunofenotipo: CDlc
(BDCA-1), CD123 + / - , CD4, CD13, CD33, mentre le DC2 espri te, lo sviluppo degli ateromi nelle malattie vascola
mono il BDCA3, CD llc + / — CD4, CD13 e CD33. Le cellule den ri, l'utilizzazione delle cellule in fase di senescenza.
dritiche plasmacitoidi si distinguono per la positività del BDCA-
4. A secondo del grado di differenziazione i marcatori delle cel
lule dendritiche possono subire uria "up" o "down" regolazione. Inquadramento generale delle malattìe
del sistema m onocitico-m acrofagico
Funzioni del sistem a dei F agociti M ononucleati
(SFM o PIRS). Le funzioni che possono essere attri Van Furth et al. hanno avuto il merito di classifi
buite alle sue cellule sono complesse e dipendenti care per primi i disordini del sistema dei fagociti
dalle sedi di dislocazione degli stessi (splerdca, Iin- mononucleati in base alla natura dei processi biolo
fonodale, midollare). In ogni caso risulta comune a gici (infiammatori, neoplastici, di accumulo) in cui
tutte queste cellule la capacità di base di estrinseca tale sistema è coinvolto, sia in senso reattivo che in
re proprietà fagocitarle nei riguardi di sostanze forma di proliferazione patologica primitiva o fran
diverse. In questo senso la funzione di «clearing», camente neoplastica. In questi ultimi anni, la classi
sia che venga rivolta all'ingestione di germi o paras ficazione dei quadri patologici derivati da questo
siti o di particelle inerti come silice e carbone, sia che sistema cellulare ha subito una profonda rivisitazio
venga adibita alla sequestrazione di elementi pato ne, alla luce delle nuove acquisizioni in tema di fisio
logici per caratteristiche strutturali, rappresenta una patologia dei diversi elementi appartenenti a questo
attività fondamentale nei processi di difesa dell'or sistema cellulare; in particolare l'applicazione di tec
ganismo. Più in generale questa funzione si riferisce niche di biologia molecolare e immiinoistochimica
non soltanto alla eliminazione di corpi estranei (pol ha permesso di enucleare nuove entità nosografiche
veri inerti) e di germi e parassiti, anche, in campo e di meglio stabilire Forgine tumorale o infiammato
immunologico, attuando quei processi che sono alla ria di queste patologie (Tab. 2). Per quanto riguarda
base della presentazione degli antigeni, alla loro le proliferazioni leucemiche di derivazione mono-
elaborazione, ed alla trasmissione di informazioni blastica-monocitica si rimanda al capìtolo delle leu
alle cellule linfoidi. Strettamente connessa con que cemie e dei disordini mieloproliferativi cronici.
sta funzione è l'attività citocateretica, che riveste par I dati biologìci-funzionali degli elementi appar
ticolare importanza a livello di alcuni organi, come tenenti al sistema dei fagociti mononucleati così
precedentemente è stato detto, soprattutto la milza: come gli inquadramenti nosografici dei disordini
essa costituisce il mezzo principale per l'eliminazio ad essi riferentesi sembrano riconoscere una unità
ne delle cellule morte o senescenti. fìsiopatologica di vedute che ha consentito di chia
Meno conosciute, ma fisiopatogeneticamente importanti rire la posizione nosologica di certi linfomi, attual
sono altre due funzioni esplicate dal sistema cellulare istiocita- mente ricondotti a proliferazioni B linfocitarie, che,
rio, quali quella trofica c quella metabolica. La prima è legata alla
costituzione di stretti contatti fra elementi reticolari e cellule di
per ì caratteri di anaplasia venivano inseriti fra le
varia natura {eritroblasti, linfociti, plasmacellule) disposti attor proliferazioni del sistema istiocitario (Tab. 3).
no ad essi a formare figure particolarmente caratteristiche (iso In alcuni casi rimane ancora controversa la sepa
lotti reticoloeritroblastici, isole reticolo-linfocitarie). Lo scopo di razione, nell'ambito del sistema dei fagociti mono
queste associazioni consisterebbe nella trasmissione di materiale
nucleati, di quadri puramente reattivi da quelli che
nutritizio (rofeocitosi delle molecole di ferritina nel caso degli
isolotti reticolo-eritroblastici) o ancora nel passaggio di informa conseguono ad una proliferazione idiopatica, auto
zioni necessarie alle funzioni dei singoli elementi nel caso delle noma, spesso neoplastica di questa linea differen-
isole reticololinfocitarie. ziativa.
La funzione metabolica è legata alla elaborazione da parte dei
macrofagi di numerose sostanze molte delle quali sembrano
intervenire soprattutto nei processi della risposta infiammatoria.
Fra i prodotti secreti più importanti sono da
| j Serie megacariocitaria
annoverare accanto al lisozima, le proteasi attive a La genesi delle cellule megacariocitarie ricono
pH neutro (tra cui l'attivatore del plasminogeno che sce ima tappa a livello della cellula staminale pluri-
catalizza la formazione di plasmina dallo stesso). A potente (CFU-S - Pre-H-C) ed una successiva coin
differenza della secrezione di lisozima che è intrin volgente la cellula staminale «committed» CFU-
secamente costitutiva della attività macrofagica, la Meg. In larga parte la formazione di megacariociti
sintesi di proteasi neutre può essere indotta e modu sembra influenzata da fattori microambientali
lata per varie vie estrinseche. I macrofagi inoltre sin (come appare negli studi sperimentali che dimo
tetizzano e secernono numerosi fattori del comple strano una crescita prevalente delle colonie conte
mento, legano il complemento attivato e lo degrada nenti megacariociti a livello della regione sottocap-
no attraverso l'azione di proteasi. In condizioni sulare splenica) e condizionata nella formazione di
Serie megocariocitario $ 341
piastrine dall'attività umorale di una sostanza I megacariociti maturi sono elementi poliploidi:
denominata «trombopoietina» (Fig. 3). in condizioni normali circa i due terzi hanno un cor
Nella fase della maturazione dei megacariociti redo di DNA 16 nuclei, un sesto circa un corredo 8
morfologicamente riconoscibile sono stati distinti nuclei ed un altro sesto circa 32 nuclei.
tre stadi (I, II, III) corrispondenti a definite modifi La formazione di piastrine è morfologicamente
cazioni nucleari e citoplasmatiche (megacarioblasto, documentabile sin dallo stadio III di maturazione
proìnegacariocito, megacariocito granuloso) ed equiva dei megacariociti in corrispondenza di zone cito
lenti a fasi già individuate nel passato (megacario plasmatiche ben delimitate dal sistema delle mem
blasto, megacarioblasto linfoide, megacariocito gra brane di demarcazione («zone piastriniche prefor
nuloso). Le acquisizioni di alcuni dati di cinetica e mate»),
di valutazione del contenuto in DNA nucleare II passaggio in circolo delle piastrine si effettua
hanno tuttavia modificato recentemente alcuni con ad opera di proiezioni citoplasmatiche dei megaca
cetti inerenti alla progressione maturativa così riociti in posizione parasinusoidale che protrudono
come appare nella sequenza soprariferita,, che com attraverso l'endotelio dei sinusoidi stessi e danno
portava, di pari passo all'attività piastrinogenetica, luogo alla formazione di frammenti che preludono
anche un incremento del grado di ploidia cellulare. alla liberazione di singole piastrine nel sangue peri
In effetti il concetto che poliploidizzazione cellu ferico.
lare e maturazione intervenissero simultaneamen Le piastrine sono i più piccoli fra gli elementi
te, è stato contraddetto dall'osservazione che il formati del sangue: sui preparati colorati col May-
fenomeno della poliploidizzazione è confinato pre Grunwald-Giemsa appaiono come corpiciattoli
valentemente agli elementi più immaturi in grado rotondi od ovali del diametro di 2-5 micron. In tali
di operare la sintesi di DNA, e che quindi la poli condizioni sì può distinguere nelle piastrine una
ploidizzazione in generale precede la differenzia zona periferica omogenea debolmente colorata in
zione citoplasmatica (Queisser). azzurro (ialomero) ed una parte granulare, intensa
Secondo Penington, la differenziazione citopla mente colorata in violetto (cromomero o granulo
smatica non sarebbe in particolare connessa con il mero). Le piastrine intervengono attivamente nei
grado di ploidia cellulare, bensì con il numero e processi emostatici grazie alla loro proprietà di ade
l'entità delle membrane di demarcazione contenute rire alle fibre collagene del tessuto sottoendoteliale
nel citoplasma cellulare. e di aggregarsi quindi in corrispondenza della brec-
HLA classe II
HLA classe I
CD 34
CD 33
Leucosialina
Meg-A
Gp llb/flla
Gp ib
<4- -$!►
vWF
TSP
PR,
Fibrogeno
Il linfocita «T suppressor-cytotoxic», identificato altri organi svolgono questa funzione: il sacco vitel
negli anni '70 per la presenza della porzione Fc lino nei primi 3 mesi di gestazione e successiva
della immunoglobulina IgG (da cui il nome Ty) e mente il fegato e la milza. Le tappe differenziative
per la espressione delTantigene di membrana TH2, che contraddistinguono la maturazione dei linfociti
risulta modernamente caratterizzato da un corredo T e B sono, però , totalmente diversificate e un con
antigenico peculiare: positività nei confronti degli tributo sostanziale alla definizione delle stesse è
anticorpi monoclonali di classe di differenziazione derivato dalla applicazione di tecniche citofluori-
8 (CD8), oltre che di quelli caratteristici di tutti gli metriche e immunoenzimatiche in associazione
elementi linfocitari T maturi (CD3, CD2, CD5, aU'utilizzo di anticorpi monoclonali diretti contro
CD7). Svolge un'azione inibitoria nei confronti antigeni leucocitari di differenziazione ("cluster of
della risposta immunitaria B cellulare, ed è in grado designation"-CD). Queste strutture (normalmente
di esplicare un'attività citotossica nei confronti di glicoproteine espresse sulla membrana citopla
diverse classi cellulari o di sostanze microbiche. smatica, o più raramente nel compartimento cito
I linfociti killer naturali (NK), morfologicamente plasmatico e/o nucleo) sono dotate di specificità
sono distinguibili dalle altre sottoclassi linfocitarie per la classe linfocitaria (T o B) o per una o più fasi
per le loro maggiori dimensioni cellulari (12-17 di maturazione dei linfociti T o B. Va comunque sot
micron di diametro), per il nucleo inciso, l'ampia tolineato il fatto che molti anticorpi monoclonali
rima citoplasmatica, e la presenza di granuli azzur- che fino a qualche anno or sono erano considerati
rofili (da cui deriva la denominazione anglosassone specifici per alcuni citotipi ematici, in realtà presen
«large granular lymphocytes»). Sono così denomina tano un pattern di reattività complesso, reagendo
ti per la loro capacità di agire in assenza di ima pre anche con sottoclassi di altre classi cellulari.
cedente sensibilizzazione e rappresentano una bar Sia i linfociti B che T derivano da una comune
riera difensiva di prima linea nei confronti di aggres cellula staminale ubicata nel tessuto emopoietico
sioni infettive e neoplastiche. Esercitano una funzio midollare; le fasi successive di maturazione avven
ne citotossica diretta e spontanea, e sembrano svol gono nel midollo osseo (fase midollare di matu
gere un ruolo importante nel rigetto dei trapianti razione T e B linfocitaria), quindi a livello timico
midollari eterologhi, nella reazione GVH (graft ver per i linfociti T e ancora midollare per i linfociti B.
sus host disease) e nella regolazione del processo Le fasi conclusive dell'iter maturativo si compiono
maturativo emopoietico midollare e timico attraver invece negli organi linfoidi periferici (linfonodi,
so una azione citolitica diretta, o inibitoria sugli ele milza, tessuto linfatico dell'apparato digerente) ma
menti staminali. Sono in grado di produrre linfochi- in regioni anatomicamente differenti per le due
ne quali gli interferoni, sostanze a spiccate attività classi linfocitariei T e B (Fig 4).
antivirali e tumoricide, e interleuchine. - Linfopoiesi B. La maturazione dei linfociti B
I linfociti citotossici (killer, K), posseggono un'atti si compie in due tappe successive: la prima, di dif
vità citotossica cellulare anticorpo dipendente ferenziazione centrale o midollare, denominata
(ADCC) in quanto esercitano la loro funzione "antigene indipendente",e la seconda, di differen
immunitaria solamente su cellule rivestite da mole ziazione secondaria o periferica, chiamata "antige
cole anticorpali IgG, alle quali si legano mediante ne dipendente". Questa seconda fase maturativa si
un recettore specifico per il frammento Fc delle IgG svolge negli organi linfoidi periferici (milza,linfo-
stesse. La conseguenza di questo legame è la lisi nodi,tessuto linfatico dell'apparato digerente: ton-
della cellula (da qui il nome killer). sille,placche di Peyer,appendice, o del sistema
Linfocita B. I linfociti B sono caratterizzati dalla respiratorio e genito-urinario).
presenza nella membrana di diversi antigeni di dif
ferenziazione. In particolare l'elemento maturo, a) M aturazione antigene indipendente. I linfoci
reperibile nel sangue periferico, presenta i seguenti ti B derivano da una comune cellula progenitrice
marcatori: recettori per le immunoglobuline le quali staminale totipotente situata nel midollo osseo in
sono costantemente presenti sulla superficie cellula grado di originare elementi appartenenti a tutte le
re; capacità di formare rosette EA (per la presenza filiere cellulari ematiche. Da questo elemento deri
del recettore per il frammento Fc delle IgG) e EAC va una seconda cellula staminale commissionata in
(correlata alla presenza del recettore specifico per la senso linfoide in grado di originare probabilmente
frazione 3 del complemento: C3); espressione degli sia cellule indirizzate in senso T che B linfocitario. Il
antigeni di classe II del MHC; positività nei confron successivo stadio maturativo coinvolge una cellula
ti di anticorpi monoclonali di classe di differenzia staminale già orientata in senso B linfocitario.
zione 19-20-21-22-23-24; specifici dei linfociti B e Numerosi marcatori fenotipici e genotipici contras
areattivi nei confronti degli elementi T. segnano questa primitiva fase maturativa. Ci rife
riamo innanzitutto alla configurazione dei geni
delle immunoglobuline che riarrangiano in manie
Linfopoiesi
ra specifica nei linfociti orientati in senso B linfoide,
Nell'organismo adulto, i linfociti sono prodotti e contrariamente alle altre cellule ematopoietiche e
vanno incontro ad una prima fase maturativa nel non (ivi compresi i linfociti T) i cui geni delie immu
midollo osseo. Durante la vita embrionale, invece, noglobuline rimangono in una configurazione
344 « Sangue e funzioni delle varie popolazioni cellulari
Cellula pro-B
TdT
HLA-DR Cellula Cellula B Cellula B Cellula B Immunoblasto Immunocita Plasmacellula
CD34 pre-B precoce intermedia matura HLA-DR HLA-DR (HLA-DR)
CD19 TdT HLA-DR HU-DR HLA-DR CD19 CD19 CD38
CD22 HLA-DR CD19 CD19 CD19 CD22 CD22 PCA-1
(CD9) (CD34) CD22 CD22 CD22 CD20 (CD20) Cylg
CD19 (CD9) (CD9) CD20 Y29/55 (Y29/55)
CD22 (ÒDIO) CD20 (CD21) FMC7 Smlg
CD9 CD20 CD21 Y29/55 Smlg Cylg
CD10 (CD21) Y29/55 FMC7 (Cyig)
(CD20) Y29/55 Smlg Smlg
Cellula weak Cyfi Smlg (CD6)
staminale
linfoìde
TdT Linfocita T
HLA-DR Protimocito heiper-maucer" attivato
CD34 TdT CD7
HLA-DR CD2
CD34 CD5
CD7 CD4
CD2 Timocito TcR-CD3
(CyCD3) immaturo HLA-DR
TdT CD26
CD7 Timocita comune
TdT
CD2 Linfocita T
CyCD3 CD7 . soppressore/
CD5 CD2 Timodta maturo Linfocita T citotossico
CyCD3 (TdT) soppressore/ attivato
CD5 CD7 citotossico CD7
CD1 CD2 CD7 CD2
CD4/CD8 (CgCD3) CD2 CD5
(TcR-CD3) CD6 CD8
(CD10) CD8 CD8 TcR-CD3
TcR-CD3 TcA-CD3 HLA-DR
(CD16) CD25
Fig. 4 - Ontogenesi dei linfocita B e T. (Tratta dal WHO).
"germiine" durante l'intero iter differenziativo. Dal diminuita o talora totalmente assente. Positivi risul
punto di vista morfologico, queste cellule hanno un tano il CD19, CD24, HLA-DR, CD72, CD24, CD20 e
aspetto blastico e si caratterizzano per la presenza CD22 citoplasmatico.
di alcuni marcatori quali l'enzima TdT (terminal La fase successiva realizza la formazione del
desossinucleotidil transferasi), una DNA polimera- cosidetto linfocita "immaturo” o "vergine", così
si localizzata a livello nucleare, la quale può essere chiamato in quanto ancora tollerante nei confronti
identificata sia mediante tecniche immunologiche degli stimoli antigenici. Questo elemento può esse
(attraverso l'uso di anticorpi monoclonali) che bio~. re ritrovato sia nel midollo osseo che nel sangue
chimiche. Questi elementi definiti come "pro-B" periferico o nei tessuti linfoidi periferici, e si carat
esprimono inoltre il CD 19, CD72, antigeni di classe terizza per la presenza di ima catena immunoglo
II del sistema maggiore di istocompatibilità (HLA- bulinica completa di tipo IgM sulla superfìcie della
DR), mentre non presentano immunoglobuline né cellula. Il linfocita B vergine può esprimere sia la
in superficie e né in citoplasma. In questa fase catena leggera kappa che lambda: nell'ontogenesi
maturativa i linfociti esprimono inoltre costante del linfocita B la sintesi di catene k precede quella
positività per l'antigene CD34, una proteina tran delle catene A,. Costante la positività per gli antige
smembrana espressa in tutte le cellule progenitrici ni CD19, CD20,CD21 (recettore per il virus
staminali del sistema emolinfopoietico. EBV),CD22 di membrana,CD24, CD72. Assenti il
La fase successiva di maturazione (denominata CD10 (CALLA), TdT e il CD34.
"common B") si caratterizza per la presenza del-
l'antigene CD10 (noto anche come antigene b) Maturazione antigene dipendente. Questa
CALLA, in quanto espresso nella quasi totalità fase dì sviluppo del linfocita B si svolge negli orga
delle leucemie linfoblastiche acute -LAL- del bam ni linfoidi periferici i quali vengono raggiunti dai
bino e nel 50% delle LAL dell'adulto). Altre moleco linfociti midollari attraverso il circolo ematico dopo
le identificabili in questa fase maturativa sono rap una fase di passaggio dal tessuto emopoietico al
presentati dal CD19, CD72, CD34, TdT, HLA-DR, e sistema vascolare midollare. Le fasi successive di
il CD22 solamente a livello citoplasmatico (cCD22). maturazione variano a seconda dello stimolo anti
La tappa successiva di maturazione (denominata genico che ne ha evocato la differenziazione. Le
pre-B) è contraddistinta dalla comparsa di catene M tappe finali di trasformazione culminano, comun
intracitoplasmatiche (clg), ma non dalla catena que, in tutti i casi nella produzione di linfociti B
immunoglobulinica completa. La reattività nei con altamente specializzati nella risposta immunitaria
fronti dell'antigene CD10 e della TdT è nettamente quali le plasmacellule e i linfociti B memoria. Il
Serie (infocifaria & 345
primo evento che sì realizza in seguito a stimolazio dalla espressione di SIg ad alta densità , CD10 e
ne antigenica è rappresentato dalla produzione di CD25 (recettore per l'interleuchina 2), tappa che
immunoglobuline di tipo IgD, che vengono assem prelude alla formazione della plasmacellula matu
blate sulla membrana piasmatica del B linfocita. I ra, la quale si contraddistingue per la presenza di
linfociti B IgD+ generalmente coesprimono, alme notevoli quantità di immunoglobuline all'interno
no in una prima fase,anche le IgM e rappresentano del citoplasma (clg). Le plasmacellule sono inoltre
una tappa essenziale nello sviluppo linfocitario B positive per il CD38, CD78, HLA-DR, mentre man
(denominato " linfocita intermedio"), in quanto cano dei tipici antigeni espressi dai linfociti B matu
rendono il linfocita non più tollerante nei confronti ri ed immaturi. Alcuni linfociti B maturi, in seguito
degli stimoli antigenici. Successivamente compaio ad attivazione antigenica, assumono le caratteristi
no anche gli altri tipi di catene pesanti (IgG e IgA) che di " linfocita B memoria", così denominato in
(fase di " linfocita B maturo") le quali in ima prima quanto rimane in uno stato di quiescenza in attesa
fase possono essere coespresse sulla superficie cel di riattivarsi in seguito al sopraggiungere di nuovo
lulare insieme alle catene IgM e IgD, per poi essere stimolo antigenico.
perdute in ima fase successiva di maturazione. Esi I marcatori immunologia più utilizzati per enumerare i lin
stono, però, sottoclassi linfocitarie B mature che fociti B periferici sono rappresentati dal CD19 e il CD20. Nel
neonato il 70% dei linfociti B coesprime il CD5, e il 50% la L-
mantengono per lunghi periodi le catene pesanti selectina.
IgM e IgD unitamente alle IgG o IgA. Caratteristica La presenza del CD5 sembra identificare sia nel bambino che
dei linfociti B maturi è quella di presentare il feno nell'adulto (dove rappresenta il 20% dei linfociti B periferici)
meno del "capping" ovvero di raggruppare ad un quei linfociti con capacità di produrre un numero elevato di
autoanticorpi (linfociti autoreattivi CD5+). La L-selectina, inve
polo della cellula le SIg; tale fenomeno è facilmente ce, identifica i linfociti B naive, ovvero quei linfociti che non
svelabile al microscopio a fluorescenza in seguito hanno ancora incontrato l'antigene (80% dei linfociti B dell'adul
ad applicazione di antisieri anti-Ig. to) (Tab. 4).
L'ontogenesi del linfocita B si conclude con la - Geni delle immunoglobuline. L'ordine di comparsa
trasformazione immunoblastica, caratterizzata delle diverse classi di Ig nel corso dello sviluppo dei linfociti B è
Frequenza
Sottoclasse ììrifòcitària : ; ;' ■
; Fenotipo 7'V;;v • 'i percentuale
Linfocita T CD3+/CD2+ 75
Linfocita T «/(} CD3+/TCR+ ( a/p+ )
Linfocita CD4+ C D 3+/C D 2+/C D 4+/C D 8- v-44.;7'.--v:;-.-
Lìnfocita T CD8+ CD3-I-/CD2 i /C D 8 + /C D 4 -
Linfocita 7/5 CD3+/TCR !• (y/S+) : 3 ^ i'
T helper/ inducer CD4 1 CD3 t /CD4 i /CD29+,CD45RO 28
T suppressor/inducer CD4+ CD3 : /C D 4+/ CD45RA+ 16
Linfocita T "naive" CD4+ /CD45RA+ /L-selectina+ 35
Linfocita T con attività citotossca non-MCH ristretta CD3 I / CD57 !•
Linfocita T memoria CD3 I /CD4 I-/CD45RA-
Linfocita T soppressoria CD8-I- C D 8 + /C D llb t
Linfocita I citotossico CD8+ (MHC- ristretta) CD8 i / CD11b— 20
Linfocita T attivato CD25+ (recettore ¡L2)/ CD26 - / C D 38+/ v,;,:,.: .7
H LA -D R +/ CD30+
Linfocita naturai killer CD3-/CD21 / C D ló f / CD5 6 + / CD57 I / 13
Linfocita B CD19 I /CD20I 12
Linfocita B memoria CD19+/CD23+ 2
Linfocita B naive CD19 ! /L-selectina+ 8
Linfocita B attivato C D 19+/C D 23+/C D 38+/C D 30+/C D 78+ 3
Linfocita B autoreattivo CD19+/CD20+/CD5+ 3
346 - Sangue e funzioni delle varie popolazioni cellulari
geneticamente predeterminato. Le molecole Ig sono elaborate ad formare rosette con emazie di montone (rosette E) e
opera di geni che codificano per catene pesanti e catene leggere la reattività nei confronti dell'antisiero policlonale
k e ^ situati nell'uomo,rispettivamente nei cromosomi 14,2 e 22.
Nella loro configurazione germinale ("germiine") i geni delle HUTLA ("human T lymphocyte antigen").
catene pesanti (esoni) sono separati da sequenze geniche non Fase midollare. È già stato ricordato come dal
codificanti (introni), il cui ruolo non è ben conosciuto, e codifica pool delle cellule staminali pluripotenti si sviluppa
no per regioni variabili (VH), di giunzione (}H) e regioni costan no dapprima cellule progenitrici a duplice evoluti-
ti (CH). Le regioni costanti codificano per le diverse classi delle
vità in senso T e B e, quindi, cellule staminali orien
catene pesanti e sono poste in successione sullo stesso cromoso
ma nel seguente ordine: M-D-G3-Gl-G2b-G2a-E-A. tate in senso T. Il primo elemento cellulare identifi
Analogamente i geni per le catene leggere sono divisi in cabile come appartenente alla serie linfocitaria T
regioni variabili (VL), di giunzione (JL) e costanti (CL). Nelle cel ("fase p ro -V ) si caratterizza per la presenza del
lule non indirizzate alla produzione di Ig questi segmenti riman l'enzima TdT, e la espressione di molecole quali il
gono in una fase inattiva, contrariamente ai linfociti B avviati a
maturazione nei quali i geni codificanti per le catene pesanti pro HLA-DR, CD34 e talora CD38, CD7 e cCD3 (CD3
cedono ad un riarrangiamento con eliminazione delle sequenze citoplasmatico). Nessuna di queste molecole risulta
di introni e conseguente formazione di unità trascrizionali atti però specifica per i linfociti T (ad eccezione del
ve. Uno dei numerosi geni VH si unisce dapprima ad una regio cCD3). Per questo motivo il riconoscimento di lin
ne specifica D e JH, e quindi ad una regione CH, la quale costi
fociti T si deve basare su tecniche bio-molecolari,
tuisce ima unità trascrizionale completa codificante per una
catena pesante. Il primo gene attivato è quello delle catene M, in volte allo studio dei geni che sovraintendono alla
accordo con la nozione che durante l'iter differenziativo B linfo sintesi del "recettore per la cellula T" ("T-cell recep-
citario compaiono dapprima le catene M, quindi le catene legge tor" o TcR), struttura specifica del linfocita T appar
re k o X e infine le catene pesanti D, G, E, A. Modalità di riarran- tenente alla superfamiglia delle immunoglobuline.
giamento assai simili si verificano anche per i geni che codifica
no per le catene leggere. Le catene leggere e pesanti così forma
Attualmente sono disponibili anticorpi monoclona
tesi sono quindi assemblate ed inserite sulla membrana citopla li con reattività per il dimero alfa/beta del TcR,
smatica. In un singolo clone tutte le SIg hanno uguali VH, VL, dotati di una buona specificità. Sono inoltre in com
CL, mentre il segmento CH può variare. Ciò permette la genera mercio reagenti in grado di riconoscere la catena
zione di molecole anticorpali, strutturalmente diverse ma con lo
beta citoplasmatica, la catena gamma o delta, o il
stesso tipo di catena leggera, la stessa specificità idiotipica e la
stessa attività anticorpale. Il processo attraverso il quale classi dimero y/S.
differenti di immunoglobuline derivano da linfociti B sintetiz Fase Umica. I linfociti midollari già orientati in
zanti IgM viene chiamato "class switching" e si compie a livello senso T migrano nel timo, colonizzando in un primo
molecolare attraverso la trasposizione di sequenze geniche momento solamente le aree sottocapsulari. Questa
VHDJ da una posizione adiacente alle catene M ad una zona
codificante per le altre catene pesanti (CH). Ad esempio la
fase, denominata "pretimocita", o "pre-T’ o di
coespressione di catene IgM e IgD sembra essere il risultato della "timocita immaturo" o di "grande blasto timico sot-
trascrizione di un RNA messaggero contenente unità trascrizio tocapsulare", si caratterizza per la espressione
nali attive per entrambi le catene pesanti. In una data cellula, la dell'antigene CD7, glicoproteina di peso molecolare
sintesi delle catene immunoglobuliniche avviene ad opera di
40 KD espressa su tutti i linfociti timici, CD2 (recet
geni situati su uno solo dei due cromosomi (esclusione allelica),
mentre per la generazione delle catene leggere viene fatta anche tore per gli eritrociti di montone responsabile della
una selezione per la sintesi di catena kappa o lambda, che si rea formazione delle rosette E), CD38, TdT, e cCD3. I
lizza attraverso uri blocco della produzione di ulteriori catene pre-timociti rappresentano il 3-5% dei timociti, e si
leggere non appena si sia formata una unità trascrizionale attiva caratterizzano inoltre per la mancata reattività in
codificante o per kappa o per lambda.
vitro nei confronti di sostanze mitogeniche (fìtoe-
- Linfopoiesi T. La maturazione dei linfociti Tmagglutinina -PHA, concanavalina A (Con-A) carat
si compie in tre fasi successive, e ciascuna delle teristicamente attive con i linfociti T maturi. Non
quali si realizza in regioni anatomiche tra di loro ostante la positività per l'antigene CD2, questi linfo
distinte. La prima fase maturativa avviene nel citi non sono ancora in grado di formare rosette E.
midollo osseo, organo che provvede durante l'inte Ciò sembra dovuto al fatto che l'antigene CD2, in
ro arco della vita ad un rifornimento continuo di questa fase maturativa, è ancora funzionalmente
cellule staminali in grado di maturare in senso T. La inattivo. E una fase di sviluppo, antigene indipen
seconda fase si compie nel timo, organo che subisce dente, che si contraddistingue per la elevata attività
ima involuzione durante l'età adulta, il quale attra proliferativa. In una fase successiva (timocita corti
verso la sintesi di ormoni specifici crea una situa cale o timocita comune) i timociti sottocapsulari
zione microambientale ideale per la maturazione migrano nella regione corticale dove acquisiscono
delle cellule T. I linfociti T, nella terza fase, migrano positività per il CD1, il quale viene espresso sola
infine negli organi linfatici periferici ove giungono mente in questa fase differenziativa. I timociti corti
a maturazione completa. cali esprimono inoltre il CD7, CD38, CD2, CD5
La caratterizzione immuno-fenotipica e bio (molecola espressa anche nei linfociti T maturi, e in
molecolare dei linfociti T ha dato un contributo una sottopopolazione di linfociti B) e coesprimono
sostanziale nella definizione di questa composita nella stessa cellula il CD4 ed ii CD8, le quali permet
ed eterogenea classe cellulare. Ricordiamo che negli tono il risconoscimento delle due principali sottopo-
anni '70, ovvero prima dell'avvento dell'era degli laziord linfocitarie T mature ("T helpe?' e "T sup-
anticorpi monoclonali, solamente due marcatori pressor", rispettivamente). Circa il 70-80% della
identificavano la classe linfocitaria T: la capacità di popolazione timica globale è composta da timociti
Serie linfocitorio sì 347
cornimi, gran parte dei quali (circa il 90%) va preco si progressivamente nel bambino e assestarsi nell'a
cemente incontro a morte nel contesto del timo e dulto attorno al 30-35%. Un'altro marcatore impie
senza raggiungere mai una fase completa di matura gabile per identificare i linfociti "naive" sia di tipo
zione grazie al meccanismo di apoptosi regolato B che T, è rappresentata dalla L-seìectina (molecola
dalla proteina Bcl2. di adesione), la quale risulta espressa solamente nei
Fase peri/enea di maturazione con descrizione linfociti non stimolati (vergini).
delle principali sottoclassi linfocitarie T. In questa I linfociti CD8 + possono svolgere una attività
fase i linfociti T timici acquisiscono, sia dal punto di soppresssiva (C D 8+/C D llb+) o citotossica (MHC
vista funzionale che fenotipico, le caratteristiche ristretta: C D 8+/C D llb—) (Tab. 4).
proprie del linfocita T maturo circolante, dal quale Esiste inoltre una sottoclasse di linfociti CD3+ la
però se ne discostano per alcune caratteristiche quale coesprime il CD57 (marcatore NK associato)
(ridotta risposta mitogenica nei confronti dèi PHAe che si caratterizza per l'attività citotossica non
Con-A). Il " timocìta maturo", noto anche come MHC ristretta, del tutto sovrapponibile a quella dei
"timocita midollare", può esprimere sia un fenotipo linfociti NK (naturai killer), i quali caratterizzano la
CD4+ (tipico della sottopolazione linfocitaria "T- terza classe linfocitaria (non B non T) e che hanno
helper-inducer") o CD8+. Questi elementi si carat come attività funzionale specifica quella di esercita
terizzano inoltre per la positività per l'antigene re una attività citolitica non correlato ad un ricono
CD3 di superficie, struttura associata al "T-cell scimento di antigeni del sistema HLA.
receptor", che media la trasduzione di diversi Le cellule NK hanno un fenotipo CD3—, CD2+,
segnali biochimici all'interno della cellula. Essendo CD16+, CD56+, CD57+/—. Questi elementi rappre
la molecola CD3 parte del TCR, il suo riconosci sentano il 20% dei linfociti del sangue periferico del
mento nei linfociti maturi riveste un ruolo diagno neonato e si riducono progressivamente con l'età.
stico essenziale e spesso insostituibile. L'antigene II 95% dei linfociti T CD3+ del sangue periferi
CD3 citoplasmatico, diversamente da quello di co esprimono il dimero alfa-beta del TCR, mentre
superficie, è espresso, invece, anche nei timociti solamente il 4% dei linfociti T CD3+ presentano
corticali e talora sottocapsulari. Il timo svolge un positività per il dimero gamma-delta del TCR.
ruolo chiave nello sviluppo dei linfociti T, in quan Recentemente è stata messa a punto una nuova tecnica di
to crea condizioni microambientali per la matura biologia molecolare, denominata TREC ("TCR-rearrangement
zione dì queste cellule. Le cellule epiteliali timiche excisión circles"), che permette di identificare tutti i linfociti di
derivazione ti mica, denominati "recenti emigranti timici". Il
producono numerosi ormoni (timosina, timopoieti- metodo è basato sul fatto che i linfociti T riarrangiano i geni del
na, fattore timico ormonale-THF, fattore timico sie TCR con lo scopo di produrre le proteine che formano il com
rico) che interagiscono direttamente o indiretta plesso recettoriale TCR, che deve avere una grande variabilità
mente con recettori presenti sui linfociti T avviati a per permettere il riconoscimento di tutte le molecole antigeniche
con le quali i linfociti possono entrare in contatto. II riarrangia
maturazione. Fase ematica e periferica di sviluppo.
mento implica l'eliminazione preventiva o escissione di fram
Le fasi successive di sviluppo si compiono negli menti di DNA dal DNA genomico che assumono una forma cir
organi linfoidi periferici in risposta a stimoli antige colare. Tale frammenti, chiamati TREC ("TCR-rearrangement
nici di vario tipo. I linfociti T timici attraverso il cir excisión circles") sono stabili, non vengono duplicati durante la
colo ematico colonizzano aree specifiche nei mitosi, e contraddistinguono il linfocita T che matura all'interno
del timo. Sono in grado di offrire una stima dei linfociti periferi
linfonodi, milza, ecc. (cosidette aree "T-dipenden- ci di derivazione timica. Questo metodo offre enormi opportuni
ti", ben separate da quelle B). Dopo contatto con tà in patologia e nel monitoraggio terapeutico in corso di tra
antigeni i linfociti T acquisiscono alcuni marcatori pianto di cellule staminali periferiche, permettendo una accura
di superficie (denominati di attivazione) quali il ta valutazione del danno linfocitario T e di ripresa della funzio
ne timica dopo trapianti.
CD25 (recettore per IL2), CD26, CD38, HLA-DR,
CD30 (linfociti attivati). Negli anni '90 sono state identificate almeno due
I linfociti CD4 + (linfociti T helper) del sangue nuove sottoclassi di linfociti T helper, le quali gioca
periferico esistono in due principali sottopopola no un ruolo chiave nei processi immunitari, indiriz
zioni, tra loro distinguibili in base alla espressione zandoli nella risposta cellulo mediata in un caso o
di alcuni marcatori immunologxci: T helper!inducer in quella umorale nel secondo caso.
(CD4+, CD29+, CD45RO+), T suppressor! inducer Le cellule TH1 mediano la risposta cellulo
(CD4+, CD45RA+). mediata, fagocito-dipendente; possono essere iden
I linfociti CD4+ /CD45RA - identificano inoltre tificate per la loro capacità di produrre IL2, IFN-y,
i linfociti T memoria, ovvero quella sottopopolazio TNF-jü, anticorpi opsonizzanti o fissanti il comple
ne linfoide che ha g ià.incontrato l'antigene e che mento. Queste cellule stimolano la proliferazione di
quindi risponderà in marnerà più rapida e specifica linfociti T; dopo contatto antigenico attivano i
ad un secondo o più contatto antigenico. macrofagi, la citotossicità cellulare anticorpo dipen
I linfociti CD4+ICD45RA + identificano i cosi dente e inducono resistenza alle infezioni. I linfociti
detti linfociti " naive" (linfociti T vergini che non TH1 attivati esprimono i LAG-3 (lymphocyte acti-
hanno ancora avuto contatti con antigeni). Questa vation gene-3) che appartengono alla superfamiglia
sottopopolazione linfocitaria T rappresenta il 90% delle immunoglobuline. I TH1 esprimono inoltre 2
dei linfociti T del cordone ombelicale, per poi ridur recettori per chemochine: CXCR-3 e CCR-5.
348 & Sangue e funzioni delle varie popolazioni cellulari
I linfociti TH2 mediano la risposta di tipo umodi IL2 con conseguente proliferazione linfocitaria;
rale fagocito-indipendente; si caratterizzano per la 2) produzione di sostanze anti- apoptotiche quali il
capacità di produrre IL4, ILIO, IL5, IL6 e IL13. Que Bcl-x; 3) secrezione di citochine specifiche per la
ste cellule hanno una funzione inibente nei confron maturazione T-linfocitica.
ti dei macrofagi, stimolano la sintesi di IgGl, IgG4, La maturazione in senso TH2 è regolata in parti
IgE, attivano le plasmacellule e gli eosinofili e sono colare dal sistema B7-CD28, ovvero dal complesso
implicate nella suscettibilità alle infezioni. Contra CD86/B7-2, oltre che da ICOS, una molecola, que
riamente alle cellule TH1, i linfociti TH2 attivati st7ultima, costimulatoria di recente scoperta, e da
esprimo la molecola CD307 la quale fa parte della una sostanza appartenente alla superfamiglia TNF
superfamiglia dei recettori del TNF, oltre che alcuni (tumor necrosis factor): 0X 40. Per quanto riguarda
recettori per chemochine: CXCR4, CCR-3, CCR-4, la differenziazione in senso TH1, sembrano essere
CCR-7, e CCR-8. attive: la molecola 4-1BB e la molecola CD80-B7-1,
Sia i linfociti TH1 che TH2 esistono in due prin attive, quest'ultima, anche nella maturazione TH2.
cipali sotttopopolazioni di linfociti CD4+: CD4+
a/{3+ e CD4+ y/5+
Una terza sottopolazione di linfociti è denomi U Bibliografia essenziale
nata THO: presenta caratteristiche intermedie tra i Buckley R.: Primary immunodeficiency diseases due to
TH1 e TH2. defects in lymphocytes. N Eng J Med, 2000, 343,1313-
Esiste una altra sottopopolazione linfocitaria, 24.
denominata THp, che identifica i linfociti T helper Castoldi G.L., Liso V.: Malattie del Sangue e degli Organi
à i tipo n aive: questi non hanno ancora incontrato emopoietici. 4 Edizione. Me Graw-Hill, 2004.
l'antigene e vengono identificati con il termine p
(precursori) in relazione alla loro relativa immaturi Cline M.J.: Monocytes and Macrophages. Function and
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razioni con altri elementi del sistema immunitario, N Eng I Med, 2000, 343, 37-51.
queste cellule vanno incontro ad un processo di dif Delves P., Roitt I.: The immune system: second of two
ferenziazione che culmina nella loro trasformazio parts. N Eng ] Med, 2000, 343, 108- 118.
ne in linfociti di tipo TH1, TH2 o THO. In questa
fase maturativa giocano un ruolo fondamentale le Lanza G.: Anatomia Patologica Sistematica li Edizione.
Piccin Editore, 1985.
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secrete durante i processi di interazione fra le cellu Naeim F. et al.: «Hairy celi» leukemia. Am. J. Med.
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HLA di classe II vengono presentate dalle cellule chemokine receptors in T-cell priming and TH1-TH2-
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modificazioni portano da un lato ad un aumento Atlante. Ermes Ed. Milano, 2003.
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costitutiva la molecola CD40 sulla superfice degli Graw Hill, 2003.
elementi APC; inoltre stimolano gli APC ad espri
Hoffman: Haematology, Elsevier Ed, 2005.
mere dapprima i complessi CD86-B7-2 e quindi il
complesso CD80-B7-1. Quesi processi svolgono un Greer J., Foerster I-, Lukens J.: Wintrobès clinical haema
ruolo chiave nel differenziamento della cellula THp tology. Ilth edition, Lippincott Ed, 2003.
e nella acquisizione di funzioni specifiche, a causa Lewis S.M., Bain B., Bates I.: Practical Haematology.
dei seguenti eventi: 1) incremento della secrezione Churchill Livingstone, 2001.
Appendice ® 349
Listò dei CD (ciusters of designation) definita nell'ambito dei Workshop Internazionali sugli
Antigeni Leucocitari di Differenziazione (1982-2000)
Il termine anemia indica la riduzione della massa valori normali; ad esempio, nel terzo trimestre di
o del volume eritrocitario totale, nonché del tasso di gravidanza l'aumento della volemia, dovuto ad
emoglobina (Hb) del sangue, al di sotto dei limiti un'espansione soprattutto del plasma, porta al rilie-
inferiori considerati normali per l'età, il sesso e per vo di una falsa anemia da emodiluizione: la massa
la popolazione di interesse. I valori eritrocitari di eritrocitaria totale e la quantità totale di emoglobi-
riferimento (chiamati impropriamente normali) na risultano infatti normali.
sono elencati in tabella 1. Per anni le anemie sono state classificate secon-
La massa eritrocitaria totale è espressa dall'ema- do criteri fisiopatologici; l'introduzione di analizza
tocelo (Hct), che risulta dal rapporto tra la massa tori ematologici di nuova generazione ha permesso
eritrocitaria e il volume totale del sangue; nelle con- di distinguere le anemie su base morfologica,
dizioni anemiche si verifica una riduzione del vaio- tenendo conto dei diversi parametri laboratoristici
re Hct, una riduzione del numero di globuli rossi ottenuti, in particolare con i valori MCV, MCH e
(GR), e del valore di Hb. RDW.
Si possono osservare condizioni fisiologiche Entrambi gli approcci classificativi hanno subito
nelle quali il valore di Hb si riduce al di sotto dei in questi anni modifiche sostanziali, correlate al
etiopatogenetici responsabili. In linea generale nelle Alle lesioni morfologiche anossiche, si aggiun
anemie acute (soprattutto in quelle post-emorragi gono spesso fenomeni, più o meno intensi, di emo-
che) prevalgono i fenomeni correlati alla severità siderosi quando il quadro dipende da estesa distru
della anemizzazione della cute, delle mucose e zione di eritrociti (anemie emolitiche), o a seguito di
degli organi interni, con possibile comparsa di terapie marziali intensive, o di ripetute trasfusioni
lesioni da shock a livello soprattutto del rene. sanguigne. I depositi di emosiderina (già apprezza
Nelle anemie croniche, oltre allo stato di deplezio- bili macroscopicamente per il colorito rugginoso
ne della massa eritrocitaria, sono presenti alterazio che gli organi assumono nei casi di più vistosa emo-
ni morfologiche conseguenti all'anossia tessutale. siderosi), hanno sede soprattutto nei macrofagi (del
Queste alterazioni consistono soprattutto in feno fegato, della milza, dei linfonodi, del midollo osseo
meni di steatosi e sono maggiormente evidenti nel e di altri tessuti); nei casi di più grave emosiderosi,
miocardio (ove l'estesa degenerazione delle fibre vengono interessate anche le cellule parenchimali
muscolari può portare al quadro del cosiddetto dei diversi organi (fegato, pancreas, miocardio, etc.)
«cor tigratum»), nel fegato (con steatosi in sede cen fino a quadri di siderocromatosi.
trolobulare), nel rene (ove la steatosi colpisce eletti II comportamento del midollo osseo dipende
vamente le cellule epiteliali dei lobuli contorti pros dalle sue capacità di risposta allo stimolo eritropoie-
simali) e nel sistema nervoso centrale (cellule ner tinico. Nei casi più frequenti esso va incontro ad
vose della corteccia cerebrale e dei gangli della iperplasia, specie a carico della serie rossa, con tra
base), organi tutti le cui cellule sono particolarmen sformazione del midollo grasso in midollo rosso-
te sensibili airanossia. funzionante (anemie rigenerative); nei casi, invece,
in cui il midollo è incapace di reagire (anemie arige
nerative), esso può apparire di aspetto grasso anche
Classificazione delle anemie subase a livello delle ossa spugnose normalmente provvi
iia ; ste di midollo emopoietico (anemie aplastiche). Infi
seguenti parametri: MCty RDW, e MCH, ne va ricordato il possibile reperto di focolai emo
determinati in maniera automatica con i poietici extramidollari, specie nel fegato, nella milza
modemianalizzatoriématologici e nei linfonodi, in parte a significato compensatorio
e di più frequente riscontro in corso di emoglobino
patie e forme anemiche ad insorgenza infantile.
Anemia microcitica omogenea. Per semplicità di esposizione i diversi quadri di
(MCV e MCH ridotti; RDW normale) anemia verranno suddivisi sulla base di criteri mor
Beta talassemia minor (eterozigote) fologici integrando, laddove necessario, con para
: Anemia della malattia cronica metri di ordine fisiopatologico, cinetico o laborato-
Anemia microcitica eterogenea ristico (Tab. 4 e 5).
(MCV e MCH ridotti, RDW elevato)
Anemia da carenza di Ferro
Anemia da frammentazione eritrocitaria f§¡ Anemie mìcrocitiche
Emoglobinopatie Sono comprese diverse varianti caratterizzate
Anemia normocitica omogenea dalla riduzione di massa e di volume degli eritrociti.
(MCV, MCH e RDW normale)
Anemia da perdite ematiche acute Anemia ferro carenziale
Sferocitosi ereditaria
Anemia da infiltrazione midollare La carenza di ferro non è subito seguita da una
Anemia normocitica eterogenea diminuzione della concentrazione ematica di emo
(MCV e MCH normali, RDW elevato) globina: le riserve di ferro possono essere ancora
Anemia sideropenica in fase precoce sufficienti per mantenere un'emoglobinopoiesi ai
Mieiofibrosi idiopatica limiti della norma. Se la carenza di ferro perdura e
Anemia sideroblastica congenita si aggrava dopo l'esaurimento dei depositi, allora la
Anemia macrocitica omogenea concentrazione ematica di emoglobina incomincia a
(MCV e MCH elevati, RDW normale) diminuire. Si riducono il MCV ( < 7 5 fL) e MCH, il
Anemia aplastica valore di RDW è aumentato e nelle forme gravi di
Macrocitosi su base iatrogena (AZT, idrossiurea ecc) anemie ferro-carenziali può raggiungere valori
anche doppi rispetto ai limiti di normalità. Quando
Anemia macrocitica eterogenea conclamata, questa forma di anemia si caratterizza
(MCV, MCH e RDW elevati) quindi per i seguenti caratteri:
Anemia da carenza di folati e/o di vitamina B12
Anemia emolitiche autoimmuni a) sideremia diminuita;
Sindromi mieiodisplastiche b) transferrina aumentata (diminuzione della sua quota
satura sotto il 16%);
RDW = red dìstribution width (ampiezza di distribuzione dei GR) c) ferritinemia diminuita.
358 & Anemie
Anemie a MCV e MCH ridotti; ! Anemie a MCV ed MCH normali;
diagnostica differenziale basata ■ j diagnosi differenziale
valori della sideremia
Va sempre tenuto presente che, essendo il ferro di granuli bruni nei preparati non colorati e di
un elemento in pratica ad una sola via (entra nell'or granuli blu dopo reazione di Perls.,
ganismo e non ne esce che in minima quantità),
Dal 1942 (data dell'isolamento della ferritina epa
nella donna una volta finito l'accrescimento o sospe
se le perdite mestruali, il fabbisogno di ferro è mini tica ad opera di Granick) al 1972 la ferritina è stata
mo. Così, un'anemia iposideremica con una deple- considerata come una proteina dei tessuti, contenuta
zione delle riserve di ferro in un maschio adulto o in soprattutto nelle cellule epatiche, spleniche e midol
una donna in postmenopausa è praticamente sem lari: una proteina (deputata all'immagazzinamento
pre secondaria ad una perdita di sangue; occasio del ferro) che non compariva in circolo se non in con
nalmente può essere riconducibile ad un alterato dizioni eccezionali, per esempio dopo necrosi epati
assorbimento enterico. Va sottolineato che Fassorbi ca. Solo nel 1972 l'impiego di nuovi metodi di ricer
mento di ferro (trasformato in ferro bivalente dell'a ca ha permesso di accertare come la ferritina sia un
cido. cloridrico dello stomaco) avviene soprattutto componente normale del siero dei soggetti sani.
nel duodeno e nella parte superiore del digiuno. La ferritina è costituita da una guscio proteico cavo (chiama
Il ferro dei depositi (macrofagi del midollo to apoferritina) che può contenere fino a 4.000 atomi di ferro. Da
osseo, della milza, del fegato) si trova in due forme. questa sfera (che gode delle proprietà delle proteine perché il
ferro non affiora alla superficie) gli atomi di ferro possono usci-
1. Ferritina (ferro + apoferritina): è un composto re (o entrare) tramite sei canali. I vari tessuti (quasi tutte le cellu
idrosolubile che nei preparati per inclusione le sono capaci di sintetizzare ferritina) contengono ferritine leg
scompare, appunto grazie a questa idrosolubilità. germente diverse (isoferritine) per la loro costituzione proteica,
che è possibile distinguere con metodi immunologie!.
2. Emosiderina (aggregato amorfo di molecole di Oggigiorno vi sono informazioni sufficienti per affermare
ferritina): composto insolubile che ha l'aspetto che esiste un rapporto direttamente proporzionale tra concentra
Anemie microcitiche & 359
zione sierica di ferritina ed entità dei depositi di ferro nei tessu zioni emorragizzanti come le varici esofagee)
ti. In linea generale, ad 1 n g /L di ferritina corrispondono 8 mg
(esami radiologici e fibroscopici): neoplasie e
di ferro mobilizzato dai tessuti. Inoltre, la ferritinemia è ben cor
relata con la quantità di ferro dimostrabile nelle biopsie midolla polipi, rettocolite emorragica.
ri con metodi biochimici; la stessa correlazione vale per le riser Il tenue va studiato se queste ricerche danno esito negativo.
ve marziali extramidollari evidenziabili in pazienti affetti da Le lesioni del tenue (neoplasìe varie, tra cui angiomi) spesso
sovraccarichi di ferro (tramite biopsia epatica). sfuggono all'esame radiologico di routine. Lesioni emorragi
Esistono ancora degli ostacoli all'accettazione della ferritine- che possono anche derivare dall'apparato urinario (macro-
inia come spia delle riserve di ferro contenute nei tessuti in micro-ematurie) e dall'apparato respiratorio. Nella donna,
quanto questo parametro subisce un aumento anche significati oltre a queste possibili cause dì emorragia, sì dovranno pren
vo (fino a concentrazioni di migliaia di n g/L ) in corso dì patolo dere in considerazione le gravidanze ripetute, ciascuna delle
gie infiammatorie/infettive sistemiche divario tipo, necrosi epa quali porta una perdita di ferro che è stata valutata in 400 mg
tica, processi tumorali. Questo avviene in quanto la ferritina è (1) di cui circa 280 vanno al feto, le cause di metrorragia
una delle "proteine di fase acuta” e aumenta dunque nelle fasi (discrinie, neoplasie, fibromi, mestruazioni ravvicinate, spi
acute dei processi infiammatori e necrotici (per esempio, nei 3 rali). La perdita mestruale media di sangue sarebbe di 34 mL
giorni che seguono un infarto miocardio) oppure dopo un inter (però con una vasta variabilità, fino a 200 mL). Perdite
vento chirurgico: in questi casi però la transferrina tende a dimi mestruali dì sangue superiori a 60 mL porterebbero ad una
nuire. Per interpretare quindi correttamente il quadro di anemia, sideropenia. Si tenga presente che una terapia intensiva a
è dunque necessario escludere eventuali concause, studiando il base dì ferro può temporaneamente attenuare o far scompa
contesto clinico e biochimico, prima di utilizzare il valore della rire il sintomo anemia, anche in affezioni parassitarie come
ferritinemia come indice delle riserve tissutalì di ferro. H signifi
l'ankilostomiasi, e persino nei tumori del tubo digerente
cato clinico delle diverse isoferritine non è invece ancora stato
naturalmente senza che l'affezione principale si arresti, e
chiarito. Nella anemia ferrocarenziale, iJ valore della sieroferriti-
creare così una sensazione di falsa sicurezza nel paziente e
na scende sotto a 12 |xg/L; sopra 200 (xg/L questa diagnosi può
nel medico.
essere scartata. Una certa cautela va posta nella valutazione del
l'assetto marziale di pazienti talassemici, ed epatopatici i quali - insufficiente apporto alimentare, come nelle
hanno aiti valori di ferritinemia; un brusco calo del valore di fer
ritina può essere indice dì carenza marziale anche in presenza di
anemie da allattamento prolungato o da latte di
valori alti di questo indice laboratoristi co. L'indagine, semplice e capra nei bambini; le anemie che compaiono in
pratica, può essere usata per screening di massa su bambini; nel soggetti ad alimentazione largamente insuffi
corso della gravidanza; sui donatori di sangue; su popolazioni a ciente o che seguono diete speciali, ecc.
dieta carente. I suoi risultati sono molto utili anche per monito
rare un'eventuale terapia marziale. La concentrazione ematica di - malassorbimento e/o altri difetti digestivi, spes
ferritina non presenta quelle oscillazioni che rendono difficile so accompagnati da ipocloridria
l'interpretazione sia della sideremìa che della trasferrinemia.
Fig. 4 - Morbo di Cooley. a) Calotta enormemente ispessita; b) aspetto della sezione trasversa della calotta cranica (particolare)
in un tipico "cranio a spazzola".
della malattia è la splenectomia. Il trapianto midol- Il quadro anatomopatologico è stato anch'esso
lare allogenico, da eseguirsi in fase precoci della modificato per effetto delle terapie. Si caratterizza
malattia (prima che si instauri emocromatosi) è in per le alterazioni dovute a) all'anemia, con i conco-
grado di guarire una buona parte di questi pazienti. mitanti fenomeni di degenerazione grassa dei
Fin. 5 - Morbo di Cooley. A) Particolare della figura 4b (Osso macerato). Totale trasformazione spugnosa della calotta. Sono visi
bili dall'alto in basso: a) ii tavolato esterno , sottile ed irregolare ma costituito da osso addensato; b} Pampio strato spugnoso a tra-
becole parallele e perpendicolari ai piano osseo ("struttura a spazzola"), delimitanti ampie cavità anch'esse orientate in senso lon
gitudinale; c) la zona di passaggio allo strato d}, spugnoso, a maglie meno larghe e con lamelle orientate in senso orizzontale; e)
il tavolatointerno sottile ed incompleto. B) Aspetto istologico della calotta cranica. Si notano numerosi focolai di ossificazione negli
spazi midollari.
Emoglobinopatie & 363
parenchimi (fegato, reni e miocardio), b) alla emosi- aspetto similgaucheriane, oltre ad essere costante-
derosi sistemica di entità variabile, ma spesso mente presenti in maggiore o minore abbondanza
imponente, specie nei soggetti più a lungo soprav nella milza (e nel midollo osseo), differiscono, per
vissuti e che hanno ricevuto, nel corso della malat caratteri istochimici ed ultrastrutturali, dalle cellule
tia, ripetute trasfusioni sanguigne, c) alla splenome- tesaurosiche, simili ma non identiche, descritte in
galia, e d) alle lesioni osteomidollari. altre condizioni, quali la malattia di Gaucher, la leu
La milza è sempre e molto ingrandita (spesso > cemia mieloide cronica, la porpora trombocitopeni-
1 Kg), e di consistenza aumentata; la capsula è ca idiopatica e la cosiddetta «sindrome degli istioci
alquanto ispessita. Al taglio la polpa è iperplastica, ti blu». L'esatta natura del materiale accumulato
di colorito rosso scuro e ben trattenuta, mentre i fol nelle cellule tesaurosiche talassemiche è ancora
licoli linfatici sono per lo più scarsamente visibili. oggetto di studio, ma sembra trattarsi prevalente
Istologicamente accanto alla ipertrofia dei follicoli mente di sialoglicoproteine.
linfatici e alla congestione dei seni, si riscontra iper- Jì fegato, ingrandito ed aumentato di consisten
plasia delle cellule monocito-macrofagiche dei cor za, con frequenti degenerazione grassa, presenta
doni di Billroth (talora con figure di eritrofagocito- spesso colorito rugginoso per la intensa emosidero-
si) e delle cellule di rivestimento dei seni, ed iper- si, e non sono rari, nei soggetti venuti a morte tardi
plasia delle fibre reticolari, maggiormente spiccata vamente, aspetti similcirrotici o francamente cirro
nelle fasi avanzate della malattia. H deposito emosi- tici, per i quali non si può escludere la responsabili
derinico è in genere modesto, salvo nei casi che tà delle emotrasfusioni quale veicolo di infezione
hanno subito ripetute trasfusioni. Estesi focolai di da virus-epatite. Istologicamente, accanto alla stea-
emopoiesi, ad impronta prevalentemente eritro- tosi centrolobulare, spicca l'intensa emosiderosi sia
poietxca, si riscontrano soprattutto nelle forme pre delle cellule di Kupffer, ipertrofiche e più numero
coci e gravi del lattante (Fig. 6a). se che di norma, sia delle cellule epatiche specie
Infine la presenza nella polpa di grossi istiociti, della periferia lobulare; spesso esiste sclerosi più o
con citoplasma abbondante, eosinofilo, granuloso, meno notevole fino ai quadri similcirrotici. Si pos
intensamente PAS-positivo ed in parte anche sono osservare vistosi focolai eritroblastici (Fig. 7).
alcian-positivo (Fig. 6b). Tali cellule tesaurosiche, di I linfonodi sono spesso modicamente ipertrofici,
L'exitus avviene in genere per malattie intercor 50% di HbS, è in genere asintomatica. I portatori
rènti, per siderocromatosi, insufficienza cardiocir omozigoti del gene HbS presentano la malattia con
colatoria, accidenti cardio-vascolari. clamata; possibili doppie eterozigosi per il gene
Beta-talassemia Minor è la forma eterozigote della beta-talasse- HbS e per un'altra Hb patologica - C, D, E, G —o
mia. Esiste in diverse forme cliniche. La forma «asintomatica», per la talassemia) che possono avere una sintoma
nota anche come «talassemia minima» o «microcitemia costitu tologia più o meno attenuata.
zionale», rappresenta la condizione di «portatore sano» della Nell'HbS la catena polipeptidica beta presenta
talassemia. Occasionalmente si rilevano anomalie della facies,
lieve osteoporosi diffusa, e alcune anomalie eritrocitarie (micro-
la sostituzione del normale residuo aminoacidico
citosi, anisopoichilocitosi, emazie a bersaglio, eritrocitosii); l'ane idrofilo in posizione 6 (glutamina) con la un radica
mia è assente o lieve; è sempre presente eritrocitosi secondaria le idrofobo, la vaiina (HbS: 22s); questa alterazione
ad iperincrezione eritropoietinìca. La forma anemica (detta dona alla catena stessa una struttura ciclica che
anche M. di RiettiGreppi-Micheli o talassemia intermedia si rile modifica le proprietà chimico-fisiche dell'intera
va tardivamente (giovane adulto). I valori di Hb oscillano tra 7-
10 g/dl, è presente splenomegalia, alterazioni ossee sfumate,
molecola emoglobinica.
normale sviluppo fisico e sessuale. Il decorso è cronico e caratte La forma a falce degli eritrociti è visualizzabile in vitro qua
rizzato da processi infettivi che inducono un quadro clinico lora il sangue viene incubato ili ambiente povero di ossigeno
alternante (aggravamenti e remissioni). (test al metabisolfito di sodio di Itano-Pauling); in vivo questa
condizione si realizza solamente nelle zone di bassa tensione
Alfa-talassemia maìor. Trattasi della condizione omozigote, che
parziale dell'ossigeno (capillari venosi, microcircolo) - o nelle
porta a morte in epoca fetale. È frequente in Asia e in alcuni paesi
fasi di acidosi metabolica. Tipiche erano le crisi di falcizzazione
del Mediterraneo, e può esistere in una forma a"1" o oP a seconda
nei piloti di aerei (di razza negra) della seconda guerra mondia
che la sintesi di catene a sia ridotta o assente. Rarissime le forme
le in cabine mal pressurizzate. Altre condizioni predisponesti
compatibili con la vita; in questi casi la morte interviene nella
alle crisi di falcizzazione sono rappresentate dalla gravidanza,
prima o seconda infanzia; il quadro clinico riproduce il morbo di
specialmente nelle ultime settimane gestazionali, brusche espo
Cooìey. Il quadro laboratoristico se ne differenzia per la presenza
sizioni al freddo ed episodi infettivi.
di Hb anomala di tipo Bart (y4) associata a tracce di Hb H.
Nella forma più severa con morte intrauterina la placenta è
Il processo di «sickling» è responsabile del cor
ipertrofica e pallida, il feto (che muore in genere tra la 25a e la 40a
settimana) presenta: idrope, epatosplenomegalia con accumulo teo sintomatologico di questa forma di anemia ere
emosiderinico, emorragie cutanee, grave anemia con focolai di ditaria compensatoria dell'abnorme emolisi e quin
eritropoiesi eterotopica, anemia ed eritroblastosi periferica con di limitata alla linea eritroblastica peraltro morfolo
numerose forme basofile. gicamente normale. È presente subittero, ittero che
Alfa-talassemia minor. Trattasi di una condizione generalmente si aggrava nelle crisi falcemiche, colelitiasi (calcoli
asintomatica derivata dalla delezione di 2 dei 4 geni alfa globini- bilirubinici), epatomegalia, ulcere malleolari, sple
ci. Dal punto di vista ematologico, è presente una lieve anemia nomegalia progressiva con possibilità di formazio
microcitica, ipocromica, e aumento del numero dei globuli rossi.
La diagnosi si fonda su test genetici, in quanto la Hb Bart è
ne di infarti e/o emorragie, priapismo, retinopatia
assente in queste forme. proliferativa, infarti ed emorragie con conseguenti
crisi dolorose a livello dei vari organi e da alterazio
ni ossee in rapporto all'iperplasia del midollo. Il
Persistenza ereditario di Hb F
decorso della malattia è spesso complicato da acci
È stata descritta in Grecia ed Italia e viene trasmessa come denti cerebro-vascolari, episodi infettivi talora
carattere dominante; comporta una abnorme sintesi di Hb F
anche gravi, necrosi della testa del femore e la cosid
strutturalmente normale. Il gene responsabile deriva da una
mutazione che inibisce la sintesi di catene beta con conseguente detta "acute chest sindrome" dovuta all'occlusione
aumento di Hb F; sembra essere il risultato di un'iperfunzione dei vasi del microcircolo polmonare con frequente
compensatoria del locus gamma. complicazioni broncopneumoniche infettive.
Nello stato omozigote (rarissimo, e che comporta solo microd- L'anemia è di gravità medio-severa, di tipo nor-
tosi senza anemia) l'Hb F è presente in tutte le emazie al 100%
mentre negli stati eterozigoti, l'HbF rappresenta il 10-20% all'esa
mocromico con 7-8 g/dL di Hb (con aggravamento
me eìettroforetico di Hb. Sono note doppie eterozigosi: Hb F/Hb nelle fasi di emolisi acuta), è presente anisopoichi-
C; Hb F/beta talassemia (con il quadro clinico di una talassemia locitosi con elementi tipo target-cells accanto alle
minor, Hb F per un 65-70%, Hb A2 aumentata); Hb F/H b S (pre tipiche emazie oblunghe con estremità appuntite,
senti con quote rispettive del 30 e del 70%: lin questo caso l'ecces
corpi di Howell-Jolly. Sono presenti tutti i segni del
so di Hb F inibisce la trasformazione falcemica deile emazie in vivo
per cui i pazienti risultarlo spesso paud-sintomatici. l'emolisi cronica. Nei limiti la velocità di eritrosedi
mentazione è usuale il rilievo di leucocitosi neutro-
fila e di piastrinosi compensatoria.
Emoglobinosi Le alterazion i an atom op atolog ich e dell'anemia
drepanocitica, nella forma omozigote, sono stretta-
A nem ia fa lc ifo n n e o A nem ia drepan ocitica o mente correlate all'emolisi cronica delle emazie fal
emoglobinosi S, si caratterizza per la presenza di ciformi, all'aumentata liberazione di emoglobina e
una caratteristica anomalia morfologica delle ema all'eccesso di formazione di bilirubina, anemia cro
zie che assumono la forme di una falce (eritrociti nica e alle turbe circolatorie (stasi sanguigna e trom
falciformi o drepanociti) dovuta alla presenza di bosi) specialmente a livello, dei piccoli vasi.
una Hb anomala, l'HbS (da sickle: falce).
Le conseguenze dell'iperemolisi e dell'anemia comprendo
L'anomalia si riscontra soprattutto nella razza no la metamorfosi adiposa del miocardio, del fegato e dei reni, la
negra, ma è anche osservabile in altri gruppi etnici. emosiderosi sistemica, e la iperplasia del midollo osseo, riguar
La forma eterozigote, contraddistinta da meno del dante soprattutto la serie rossa. L'iperplasia midollare, a sua
366 ® Anemie
volta, può provocare fenomeni di riassorbimento osseo e di neo- necrosi ischemica nella corticale, nella midollare e
formazione ossea periostale con aspetti simili a quelli ricordati nelle papille, che esitano in fibrosi o in calcificazio
per l'anemia emolitica sferocitica ereditaria. Focolai di emopoie
si extramidollare possono osservarsi nel fegato, nella milza e più ne. Nell'encefalo è frequente il reperto di focolai
di rado in altre sedi. L'aumentata liberazione di emoglobina può emorragici od anche malacici, per lo più di piccole
essere causa di colelitiasi. dimensioni, nei vari distretti. Nelle ossa, l'ingorgo
Le turbe circolatorie interessano soprattutto la milza, il rene, ematico dei sinusoidi midollari può sfociare in
il cervello, i polmoni, le ossa e la cute.
necrosi epifisarie asettiche. Occlusioni trombotiche
La milza, nelle fasi precoci della malattia, è sono segnalate anche nei vasi polmonari, con possi
aumentata di volume a causa di una intensa conge bilità di un «cor pulmonale».
stione dei seni e dei cordoni di Billroth che appaiono Il ristagno sanguigno nel connettivo sottocuta
ricolmi di emazie a falce. Questa stasi ematica a neo spiega infine la comparsa (nel 50% degli indivi
lungo andare provoca trombosi ed infarti più o dui adulti) di ulcere torpide agli arti inferiori che
meno estesi a carattere ischemico od anche emorra sono invece eccezionali nei bambini.
gico, o quanto meno turbe trofiche ed anossiche tes Tra le doppie eterozigosi più sopra ricordate par
sutali sfocianti in aree di necrosi. Ne consegue la for ticolare valore ha quella per il gene HbS e per quel
mazione di un tessuto di granulazione ad esito cica lo beta-talassemico (ta la sso -d rep a n o d to si) o HbS-
triziale con comparsa anche di aree sclero-sideroti- Hb Lepore e quella HbS-F talassemia. Ciascun gene
che. Per effetto della sclerosi, la milza va progressi anomalo, di regola viene ereditato da uno dei geni
vamente riducendosi di volume, fino a gradi di tori. Il quadro clinico, noto come m a la ttia m icrodre
estrema atrofia. p an ocitica, è polimorfo ed analogo a quello di una
Il fegato, inizialmente ingrandito per la conge drepanocitosi appunto di gravità moderata-lieve
stione e l'iperplasia delle cellule di Kupffer fagoci (Fig. 10). Lo stato anemico è in genere modesto e di
tanti emazie, può ugualmente essere sede di aree di tipo ipocromico: la spiccatissima poichilocitosì risul
necrosi ischemica la cui evoluzione cicatriziale sfo ta analoga a quella talassemica (cellule a bersaglio,
cia in sclerosi epatica a volte con il quadro della micro- e schistociti) poiché le emazie falciformi, pur
pseudocirrosi macronodulare (Fig. 9). Il rene pre sempre affioranti in vitro in condizioni d'ipossia,
senta fenomeni congestizi ed emorragici ed aree di sono invece difficilmente rilevabili sugli strisci di
Emoglobinosi 367
sangue essiccato. La resistenza osmotica eritrocitaria zigote (con quadro clinico quasi asintomatico e reperto associato
di cellule a bersaglio e di sferocitì in circolo). Sono descritti casi
è aumentata. Numerosi i reticolociti; rari invece gli
di doppia eterozigosi D-S e D-talassemia.
eritroblasti reperibili in circolo.La sideremia è eleva
ta ed il test della desferrioxamina dimostra un L'emoglobinosi E, può esprimersi clinicamente solo nella forma
omozigote - peraltro rara - caratterizzata da modesta anemia nor-
aumento del ferro di deposito tissutale. mocromica e microcitica, alta percentuale di emazie a bersaglio,
E m oglobin osi C, si caratterizza per la formazione di resistenza osmotica eritrocitaria aumentata, contemporanea pre
senza di notevoli quote di Hb E e di tracce anche di Hb F, incostan
Hb C, in cui l'acido glutamico in posizione 6 della te e modesta splenomegalia. Sono pure note doppie eterozigosi E-
catena polipeptidica beta viene sostituito dalla lisi talassemia (simile sotto ogni aspetto al Morbo di Cooley) ed E-S.
na. La condizione eterozigotica («Hb C-trait»),
L'emoglobiniosi G, in cui l'anomalia può riguardare o la catena
descritta in Sicilia ed in Campania, anche se asinto alfa o la catena beta, giunge a rendersi clinicamente manifesta
matica comporta nel sangue periferico la presenza solo in doppia eterozigosi: in quella G-S, con il quadro di una
di cellule a bersaglio (60-100%). Tale dato è spropor moderata anemia drepanocitica, in quella G-talassemia, con i
zionato rispetto alla quota di Hb C che nelle emazie sintomi di una talassemia minor.
può variare tra il 25 ed il 40%. Anem ie em olitiche da Hb «instabili». Le Hb ano
La condizione omozigote («Hb C-disease»), di rara osservazione male sono di tipo diverso (se ne conoscono almeno
e descritta anche in Sicilia, si contraddistingue per la presenza di 80 varianti cliniche, note con il nome delle città in cui
emazie microcitìche ed ipocromiche, aumento di Hb F accanto al sono state scoperte) ma accomunate da una partico
caratteristico reperto di cristalli tetragonali di Hb C rilevabile
negli strisci con tecniche specifiche di preparazione. Sul piano
lare instabilità al calore, oltreché dalla tendenza spes
clinico, essa si distingue per la lieve anemia, marcata spleno-epa- so a trasformarsi in metemoglobina. Le catene globi-
tomegalia e per la prognosi favorevole. niche anomale tendono a precipitare sotto lo stimolo
Esistono casi di doppia eterozigosi: quella HbCS (simile per di sostante ossidanti. Le emazie appaiono di foggia
quadro clinico all'anemia drepanocitica di grado moderato) è
diversa, è presente anisopoichilocitosi, sono fomite
contraddistinta in circolo da emazie sia «target» (20-85%) sia
«sickle»; quella Hb C-talassemia, riscontrata anche in Sicilia, con talora di punteggiatura basofila o di corpi di Heinz
presenza di cellule a bersaglio grandi e sottili e da schistociti, con in colorazioni adatte. Sono in genere presenti segni
presenza di Hb C (60-80%), F ed A, pur restando modesto il di iperemolisi; l'anemia varia da lieve a grave a
grado ddl'anemia che è di tipo ipocromico. seconda del tipo di Hb instabile. Esistono forme ad
Emoglobinosi D, (le cui multiple varianti sono caratterizzate da alta affinità ed altre ad affinità ridotta.
anomalie delle catene alfa e beta) è più frequente in forma etero- In una delle molteplici varianti cliniche è pre
sente notevole splenomegalia.
M a la ttia da H b Lepore. Si tratta di un'Hb costi
tuita da due catene alfa normali e da due invece
anomale perché fusione di un frammento di delta e
di uno di beta con possibilità di diverse varianti.
Lo stato omozigote si rivela con un quadro ana
logo a quello del morbo di Cooley, ad eccezione del
notevole aumento del valore percentuale di Hb A
ed HbA2. Nello stato eterozigote, quasi asintomati
co, la quota di Hb A2 è dimezzata. In Italia sono
state descritti solo doppie eterozigosi (Hb Lepore/
Beta-talassemia) che comportano invece una note
vole anemia emolitica.
G6PD, che rappresenta un difetto dello shunt dei ra si rendono necessarie ricerche batteriologice (setti
pentoso monofosfati. La malattia è trasmessa eredi cemia post-abortum). Le infezioni possono provoca
tariamente con modalità recessiva; il gene difettoso re un'anemia emolitica sia indirettamente (ipersple-
si trova nel cromosoma X, cosicché l'anomalia si nismo secondario a tubercolosi miliare o endocardi
manifesta solo nei maschi. I pazienti affetti da que te subacuta), che in seguito a lesioni tossiche (le set
sta carenza enzimatica non sono anemici, ma se ticemie da Clostridium welchii sono caratterizzate
vengono a contatto con certi farmaci (antimalarici, da un'emolisi provocata da una fosfolipasi prodotta
come la primachina, sulfamidici, analgesici, ecc) o dal germe, che lede le membrane eritrocitarie). In
sostanze di vario tipo, capaci di ossidare l'emoglo certi casi, l'agente patogeno invade direttamente i
bina, questa si denatura e può precipitare e forma globuli rossi (plasmodio malarico; bartonella).
re i cosiddetti corpi di Heinz, insolubili, aderenti - Anemie emolitiche da "frammentazione". Da
alla superficie interna della membrana eritrocitaria. qualche tempo, sono meglio note le anemie emoliti
La gravità dei processi emolitici, nei pazienti affetti da caren
che da "frammentazione", caratterizzate da fatti di
za di G6PD, è varia. L'emolisi inizia entro 2-3 giorni dall'esposi emolisi intravasale con schistocitosi, emosiderinu-
zione all'agente ossidante e colpisce soprattutto gli eritrociti più ria. L'MCV è tendenzialmente ridotto, il RDW
vecchi, che sono quelli più poveri di G6PD. Dopo una settimana, aumentato.
uno stato di resistenza agli ossidanti sembra instaurarsi, ma ciò
Si dividono in:
deriva essenzialmente dalia presenza in circolo di una notevole
quantità di eritrociti giovani, nei quali la concentrazione di 1. Anemie emolitiche microangiopatiche:
G6PD è più elevata. Sono conosciute oltre 300 diverse alterazio
ni geniche alla base di questa anomalia ed ad ognuna delle quali - da coagulazione intravascolare disseminata
corrisponde una forma clinica di gravità diversa, per cui sono (i vasi sono parzialmente ostruiti da filamen
note emolisi ad esordio neonatale ed altre ad esordio tardivo nel ti di fibrina); lo stesso fenomeno si può osser
l'adulto asintomatiche o paucisintomatiche. Gii alimenti da evi
vare in emangiomi in cui si verifichino fatti
tare per questi soggetti sono le fave, e i piselli; altresì numerosi i
farmaci da evitare per non incorrere in crisi emolitiche acute. di coagulazione intravascolare e in casi di
La diagnosi delle carenze di G6PD si può fare utilizzando un porpora trombocitopenica trombotica;
dosaggio biochimico appropriato. In alternativa si può eseguire un - sindrome emolitico-uremica di Gasser (il
test di riduzione della metaemoglobina: si converte l'emoglobina
in metemoglobina mediante sodio nitrito; si aggiunge blu di meti trauma meccanico è rappresentato dalle alte
lene; gli eritrociti normali riducono rapidamente la metemoglobi razioni dell'intima dei vasi renali);
na ad emoglobina, mentre gli eritrociti enzimopenid non riescono - da marcia (per compressione dei vasi planta
a farlo (il sangue resta di colore bruno). Un test molto semplice è
quello che si basa sull'aggiunta di acetilfenildrazina al sangue, che
ri tra scheletro e calzature non morbide) o da
poi viene conservato a 37°C per 4 ore. Si allestisce poi uno striscio karaté (per lesioni dei vasi palmari), ecc.
e si ricercano i corpi di Heinz (assenti, se il sangue proviene da sog - da tumori metastatici, con alterazioni endo-
getti sani).
teliali;
Molto più rare sono le forme da carenza à i piru- - da vasculiti (collagenosi);
v ato chin asi (malattia trasmessa ereditariamente - da rigetto di omotrapianti renali.
con modalità recessiva autosomica). Rappresenta
un difetto della via glicolitica anaerobia di cui si 2. Anemie emolitiche da alterazione del cuore o
conoscono oltre 100 diverse mutazioni del gene dei grossi vasi per esempio da protesi valvolari
specifico. La forma eterozigote è asintomatica, men cardiache o aortiche.
tre gli omozigoti presentano il quadro caratteristico
di emolisi cronica. Anche in questo caso, come per
il deficit di G6PD, esistono forme ad esordio preco
| | Anemie emolitiche immuni
ce ed evoluzione severa, ed altre a sviluppo tardivo Comprendono un gruppo eterogeneo di anemie
paucisintomatiche. La scarsa disponibilità di ATP caratterizzate da iperdistruzione eritrocitaria secon
comporta alterazioni elettrolitiche con perdita di daria all'adesione alla membrana eritrocitaria di
potassio dalle emazie, che quindi assumono una immunoglobuline e/o complemento. La diagnosi
morfologia crenata. La resistenza osmotica è dimi viene posta generalmente sulla base della positività
nuita, soprattutto dopo incubazione (test di autoe per il test di Coombs.
molisi, di Dacie), ma l'aggiunta di glucosio non La presenza dell'immunoglobulina sulla super
migliora la situazione! globuli rossi presentano un ficie eritrocitaria indica che un anticorpo, dotato
aspetto crenato, l'anemia è variabile. talora anche della capacità di fissare il complemen
Il quadro anatomo-patologico di queste forme to, si è legato ad un antigene del globulo rosso. Si
riproduce quello descritto per altre patologie iper- parla di anemia emolitica autoimmune quando
emolitiche. l'antigene eritrocitario rappresentante il bersaglio
La diagnosi delle anemie em olitiche d a causa dell'anticorpo è un costituente antigenico normale
estrinseca è talora molto facile e basata sull'anamne dell'emazia; nel caso che sia un farmaco o una
si (intossicazione da arsenico, da rame; veleno dei sostanza chimica a legarsi alla membrana eritrocita
serpenti; ustioni estese; terapia iperbarica che può ria e a suscitare una reazione immune si parla di
provocare una perossidazione dei lipidi delle mem anemia immunoemolitica farmaco-mediata.
brane eritrocitarie; incidenti post-trasfusionali). Talo - Anemia emolitica da autoanticorpi a caldo. È
372 & Anemie
la forma più frequente di anemia immunoemolitica. Si ricorda che in base alle modalità di azione in vitro, gli anti
Gli anticorpi coinvolti sono generalmente IgG corpi vengono classificati in emolisine, (dotate di effetto litico
diretto sulle emazia, per lo più correlato all'attivazione del com
(IgGl o più raramente IgG2, IgG3 o IgG4). plemento), agglutinine (che inducono agglutinazione degli eritro
Gli anticorpi IgGl e lgG3 sono dotati di maggiore attività citi), opsonine (in quanto stimolano la eritrofagocitosi da parte dei
eritrolitica in quanto fissano più frequentemente il complemen granulociti e monoliti). Gli anticorpi che hanno la tendenza a pre
to e hanno una maggiore affinità per il frammento Fc dei macro cipitare alle basse temperature vengono denominati crioglubuline.
fagi. Solo in casi sporadici sono dimostrabili anticorpi IgAo IgM. Le agglutinine a frigore possono essere mono-o policlonali;
La massima attività dell'anticorpo è a 37°C; nel 50% dei casi è le prime si associano più frequentemente a malattie del sistema
dimostrabile sulla membrana eritrocitaria la presenza di fattori linfopoietico o alle forme idiopatiche, mentre le seconde si trova
del complemento. Gli antigeni eritrocitari a cui si trovano legati no spesso associate alle forme infettive. La presenza di autoanti
gli anticorpi sono generalmente il Rh (più frequentemente il corpi a frigore può essere frequentemente evidenziata all'analisi
fenotipo e). L'emolisi è generalmente extravascolare (splenica). elettroforetica, in quanto determinano la comparsa di un picco di
Dal punto di vista clinico si identificano varianti idiopatiche e base più o meno stretta a seconda della natura poli o monoclo
varianti secondarie, varianti acute e varianti croniche. Le patolo nale degli anticorpi.
gie che più frequentemente possono causare la comparsa di L'immunofissazione risulta dirimente nella identificazione
un'anemia immunoemolitica da autoanticorpi caldi sono le neo della natura e composizione della immunoglobulina. Il dosaggio
plasie (specialmente del sistema lirtfoide), collagenopatie, malat sierico delle àgglutinine deve essere effettuato a 4°C; il titolo
tie autoimmuni e processi infettivi. Talora nell'anamnesi di que oscilla da 1:20 a 1:10.000 o più. L'agglutinazione in molti casi si
sti pazienti si rileva l'assunzione prolungata di sotanze medica rende manifesta anche in provette provviste di anticoagulante o
mentose quali penicillina, alfa-metil-dopamina, stibofen. Dal all 'os servazione morfologica degli strisci di sangue, ove si for
punto di vista laboratoristico si osserva un calo di Hb, un incre mano rouleax eritrocitari talora anche molto cospicui. Riscaldan
mento di MCV, RDW e MCH, una iperbilirubinemia di tipo indi do il sangue prelevato a 37°C scompare l'agglutinazione.
retto associata a bassi livelli sierici di aptoglobina, emoglobinu- La terapia è differente per le forme secondarie o associate a
ria ed emosideruria. La sopravvivenza eritrocitaria, studiata emolinfopatie. I farmaci immunosppressori (ciclofosfamide, clo-
mediante impiego di globuli rossi marcati con Cr51, denota una rambucile) sono indicati nelle forme associate a neoplasie ema
riduzione marcata della sopravvivenza con accumulo di emazie tologiche. Le trasfusioni sono da evitare ad eccezione di quei casi
nel distretto splenico epatico. Il test di Coombs diretto è positivo in cui vi sia un pericolo immediato di vita a causa della marcata
mentre quello indiretto è più frequentemente negativo. La tera anemia.
pia di scelta è rappresentata dai corticosteroidi; solo nei casi
refrattari ai trattamenti immunosoppressivi si attua la splenecto- Nel quadro an atom o-p atolog ico, accanto alle
mia. Le anemie immunoemolitiche secondarie a terapia con alfa- note comuni ad altre forme di anemia,, spicca anzi
metildopa regrediscono dopo qualche mese dalla sospensione tutto l'aumento di volume della milza, che può rag
del farmaco. La trasfusione di sangue in questi pazienti compor
giungere pesi superiori al chilogrammo. L'organo è
ta rischi di gravi reazioni, in quanto è assai difficile reperire ema
zie compatibili con il ricevente. Prima di eseguire una trasfusio anche più consistente che di norma, e presenta un
ne, è bene, inoltre, accertarsi se gli anticorpi sierici del paziente ispessimento della capsula e delle trabecole; la
siano allo o auto anticorpi. Questo perché gli alloanticorpi sono polpa, ben trattenuta è congesta; i follicoli sono per
in grado di attivare il complemento e quindi di provocare emo lo più bene evidenti. Istologicamente, si rileva
lisi intravascolare.
intensa congestione del sistema lacuno-sinusale
- Anemia emolitica da autoanticorpi a frigore. associata a modesta iperplasia delle cellule retico-
Gli autoanticorpi a frigore sono quasi sempre IgM e loistiocitarie dei cordoni di Billroth, che possono
reagiscono con gli antigeni eritrocitari del sistema contenere emazie fagocitate; anche le cellule di rive
I/i, o Pr. Raggiungono la massima attività a tempe stimento dei seni sono ipertrofiche; costante è il
rature comprese fra 0 e 5-10°C, ma mantengono una deposito negli istiociti e negli endoteli dei seni di
capacità agglutinante o emolizzaznte fino a 31°C. più o meno abbondante pigmento emosiderinico
L'emolisi può avvenire anche in sede intravasco che può anche trovarsi libero nello stroma. I follico
lare, contrariamente alla anemia emolitica da anti li linfatici sono spesso ipertrofici e provvisti di gros
corpi caldi. Gli anticorpi a frigore nella maggior si centri germinativi.
parte dei casi legano le frazioni C3 e C4 del comple Nel fegato, anch'esso aumentato di volume e di
mento. L'azione litica del complemento in condizio consistenza, spicca l'intensa emosiderosi delle cellu
ni normali è massima tra i 37°C ed i 40°C. Nelle ane le di Kupffer ipertrofiche ed iperplastiche, ed in
mie emolitiche criopatiche la massima attività eritro- parte anche degli epatociti; il connettivo periportale
litica esercitata dal complemento si realizza a 22 °C, è modestamente ispessito. La colecisti contiene bile
ma esiste un ampio range di temperatura entro il scura e almeno nel 50% esiste calcolosi a calcoli pig
quale si può verificare emolisi. mentari, in conseguenza dell'aumentata produzione
Questa caratteristica diversifica le anemie immunoemolitiche di pigmenti biliari derivati dalla iperemolisi.
a frigore da quelle da anticorpi a caldo. I globuli rossi sensibilizza Nei linfonodi, appena tumefatti, può aversi iper
ti dal complemento, però, spesso non muoiono all'interno dei plasia dei follicoli e delle cellule reticoloistiocitarie
vasi, ma vengono sequestrati soprattutto a livello epatico dove dei cordoni della midollare, con emosiderosi più o
vanno incontro a morte. Questa patologia può esordire acutamen
te o presentare un decorso cronico; esiste in ima forma idiomatica meno cospicua. L'emosiderosi è presente anche nei
e ima forma secondaria che può intervenire in corso di malattie reni (epiteli dei tubuli contorti).
infettive (polmonite da mycoplasma pneumoniae, mononucleosi Il midollo osseo, abbondante e di colorito rosso
infettiva, influenze di natura virale), disordini linfoproliferativi, scuro anche nelle diafisi, mostra una intensa iperat-
Sarcoma di Kaposi, malattie del collageno. Le forme croniche si
tività eritropoietica compensatoria.
osservano più frequentemente nelle varianti idopatiche o associa
te a disordini linfoproliferativi, mentre le forme acute sono spesso In taluni casi l'iperplasia midollare può provoca
di origine infettiva. re lesioni osteoporotiche delle ossa a struttura spu
Anemie emolitiche immuni * 373
gnosa, con eventuali fenomeni di apposizione ossea corso di anemie immunoemolitiche da anticorpi caldi. In questi
periostale, che a livello della calotta cranica possono casi è bene sospendere il farmaco; è buona norma inoltre non
trattare più nel futuro il paziente né con penicilline né con cefa-
condurre ad aspetti che vagamente ricordano il cra losporine.
nio a spazzola dei soggetti talassemici (v. più avanti). L'anemia immunoemolitica osservabile in pazienti in tratta
Caratteristica l'efficacia della splenectomia che mento con alfametildopa è del tutto indistinguibile dalle forme da
cancella il quadro emolitico pur lasciando persiste autoanticorpi a caldo, ed anche il meccanismo immunologico non
se ne discosta in quanto gli anticorpi formatisi si legano ad antige-
re la sferocitosi e la ridotta resistenza osmotica delle ni eritrocitari normali. Del tutto peculiare l'anemia immunoemoli
emazie e che quindi deve esser quanto più precoce tica secondaria al trattamento con chinidina, in quanto in questi
possibile. casi si osserva solamente una positività per il test di Coombs indi
- Anemie immunoemolitiche da anticorpi retto.
bitermici. E stata descritta per la prima volta da - Malattia emolitica del neonato («MEN») col
Donath e Landsteiner agli inizi del 1900. Si caratte pisce il neonato in conseguenza ad una crisi di iper-
rizza dal punto di vista clinico dalla comparsa di distruzione degli eritrociti fetali correiabile ad una
crisi emolitiche intravascolari associate ad emoglobi- incompatibilità matemo-fetale.
nuria, emoglobinemia ed emosideruria, scatenate Si instaura per formazione di isoanticorpi
dall'esposizione al freddo. L'anemia si manifesta con immuni di origine materna rivolti contro antigeni
brividi scuotenti, febbre cefalea, dolori addominali, presenti nelle emazie fetali con conseguente emoli
alle gambe, e al rachide dorsale. Sono mediate da si; nel 90% dei casi si tratta di reazioni dirette con
anticòrpi IgG con specificità per l'antigene eritrocita tro antigeni del gruppo Rh ed in particolare di quel
rio P. L'emolisi si realizza dopo attivazione del com lo D.
plemento. L'anticorpo si lega al globulo rosso a basse L'incompatibilità materno fetale si attua per
temperature, ma l'azione litica mediata dal comple diversità tra le emazie paterne e quelle materne;
mento si realizza solamente a temperature elevate generalmente il padre è Rh+ e la madre R h -. Nelle
(37°C). L'emolisi è in genere intravascolare. fasi terminali della gravidanza ed in particolare
Gli anticorpi di Donath-Landsteiner causano l'e- durante il parto, si ha un passaggio di emazie fetali
moglobinuria parossistica a frigore, patologia di raro nel circolo materno attraverso i villi della placenta
riscontro. per emorragie anche minime (0,25 mi di sangue); in
La diagnosi si basa sulla dimostrazione della emolisina di conseguenza della potenza antigenica del gruppo
Donath-Landsteiner nel siero del paziente. Il test si pratica Rh e dell'intervallo che intercorre fra le emorragie
sospendendo il siero dei paziente contenente complemento con ed il parto, si instaura la crisi emolitica la severità e
eritrociti normali; il raffreddamento a 4°C ed il successivo riscal
damento a 37°C permette di dimostrare la capacità litica per
tempo di insorgenza dipendono da questi due fat
tutta l'ampiezza termica. II test di Coombs diretto risulta in tori.
genere debolmente positivo in presenza di IgG e fattori del com Gli anticorpi materni che si producono e che
plemento. Il titolo anticorpale non raggiunge livelli elevati (rara risultano in grado di passare la barriera placentare
mente oltre 1:64; media 1:32).
sono di tipo IgG. Poiché le emorragie feto-materne
Questa anemia viene moderatamente denominata anemia
emolitica di Donath-Landsteiner, e può in qualche caso essere avvengono per lo più nelle ultime fasi della gravi
osservata in corso di virosi. Sono segnalati casi con andamento danza e gli anticorpi IgG si producono solo nell'am
cronico, anche se più comunemente l'anemia esordisce in manie bito del periodo secondario dell'immunizzazione
ra acuta e parossistica. materna (fase tardiva della prima gestazione o
- Anemia immunoemolitica causata da anti gestazioni successive) la MEN in genere non insor
corpi IgG farmaco-specifici. I farmaci con capacità ge mai alla prima gravidanza eterospecifica ma
immunogena, se somministrati per via endovenosa dalla seconda gravidanza in poi. Fà eccezione il caso
a dosi elevate, possono legarsi alla membrana eri in cui la madre sia stata precedentemente immuniz
trocitaria e formare un complesso con spiccata atti zata contro l'antigene incompatibile mediante emo-
vità antigenica. Gli anticorpi anti farmaco di tipo trasfusioni effettuate in epoca pre-gravidanza. Si
IgG che si formano vanno a fissare la membrana ricorda inoltre che la MEN risulta più grave man
eritrocitaria con adesi questi complessi antigenici, mano che si procede con le gravidanze. L'emolisi è
scatenando ima reazione emolitica. Farmaco proto prevalentemente extra-vascolare con sequestro eri
tipo di questa calsse di anemie è la penicillina. Il trocitario in specie a livello splenico.
test di Coombs è in genere positivo. La diagnosi si L'emolisi stimola nel feto la formazione di eritro-
fonda sulla dimostrazione in vitro della presenza, poietina con conseguente iperplasia eritroblastica
nel siero del paziente, di anticorpi con specificità nel midollo associata ad eventuale eritropoiesi etero-
anti-penicillina, in grado di reagire anche con eri topa nel fegato, milza, rene, polmone, linfoghiando-
trociti normali a condizione che questi vengano le e timo che si aggrava in base alla severità della
incubati in presenza della penicillina stessa. MEN. I reticolociti sono aumentati e il sangue perife
rico fetale denota la presenza di eritroblasti. A
Per questo motivo il test di Coombs indiretto risulta caratte dispetto di questi meccanismi compensatori, l'ane
risticamente negativo se viene praticato senza incubare preven
tivamente le emazia con il farmaco che ne ha evocato la risposta
mia è ingravescente anche in conseguenza di un'al
anticorpale. L'emolisi di queste forme è extravascolare e si realiz terata permeabilità dei capillari non solo a livello
za con modalità del tutto sovrapponibili a quelle osservabili in placentare ma anche di altri distretti che inducono
374 & Anemie
lesioni parenchimali plurime, in particolare a livello neurologici (kernicterus), oliguria, insufficienza
epatico e miocardico dove risulta maggiormente cardio-respiratoria e acidosi metabolica.
deficitaria la sintesi del complesso protrombinico e Nei casi conclamati il quadro laboratoristico si
tromboplastinico con conseguenti emorragie. L'ec caratterizza per l'anemia (valori di Hb < 9 gr/dl
cesso di bilirubina non coniugata e la insufficiente nel 50% dei casi) di tipo macrocitico con lieve o
capacità escretiva per quella già coniugata, determi assente eritroblastosi periferica e marcata retico-
nano un danno dei nuclei della base e cioè ittero locitosi.; la piastrinopenia è di lieve entità; sia
nucleare; a cui si associano ipoalbuminemia e squili l'attività protrombinica che il fibrinogeno sono
brio elettrolitico, scompenso emodinamico ipervole- diminuiti. Gli anticorpi IgG materni si legano
mico, edema della placenta, idramnios, anasarca agli eritrociti del feto e ne determinano un seque
fetale.Inoltre, nel neonato, l'aumento della bilirubina stro splenico ed epatico con iperbilirubinemia.
indiretta secondaria alla emolisi, non essendo più Ne consegue una iperplasia compensatoria con
deviata per via transplacentare nel circolo materno, eritropoiesi eterotropa e epato-splenomegalia.
aggrava ulteriormente il quadro sintomatologico. L'ostruzione del circolo epatico, unitamente
Mentre la madre nel corso della gravidanza etero- all'anemia, causa insufficienza epatica e ipoalbu
specifica mostra solo un utero più voluminoso ed minemia e deficitdi fattori_coagulativi.
una maggior facilità alla tossiemia gravidica, il danno Le emazie del sangue funicolare- risultano
al prodotto concepito può determinare quadri anato- fortemente positive per il test di Coombs diretto.
mo-clinici di diversa gravità: L'esito è infausto nell'80% dei casi non curati.
Nel 30% dei sopravvissuti residuano segni neu
a) Morte intrauterina (tra la 25 e la 35 settimana di rologici da «ittero nucleare». Si ricordi che l'en
gravidanza, nel 12% delle madri con anticorpi cefalopatia da MEN può essere sia precoce che
anti-Rh nel siero) correlata ad idramnios e ad un tardiva (anche mesi dopo la diagnosi di MEN).
ipoevolutismo fetale; il feto appare pallido, ede
e) Anemia emolitica tardiva: costituisce la forma
matoso ma non idropico. Sono presenti i segni
meno grave di MEN; esordisce alla seconda-terza
anatomo-patologici e i sintomi di ima iperplasia
settimana di vita neòhatale, e causa ittero lieve,
eritroide con eritropoiesi eterotopica; il fegato si
modesta anemizzazione, eritroblastemia scarsa,
presenta fibrotico.
con segni evidenti di compenso eritropoietico
b) Idrope fetale universale; si osserva nel 5% circa dei (reticolocitosi periferica, iperplasia eritroblastica
casi di MEN) e si caratterizza per l'ipervolernià, midollare). La malattia va incontro a guarigione
idramnios, edema della placenta e lo spiccato spontanea nel corso di qualche settimana.
aumento della pressione venosa a cui consegue la In rari casi l'incompatibilità matemo-fetale si
formazione di ripetute emorragie a livello dei vasi realizza per incompatibilità nell'ambito del siste
del cordone ombelicale reciso. I neonati, in genere ma ABO. In questi casi è presente una diversità
prematuri (7°-8° mese), risultano pallidi, presenta di gruppi ematici tra i genitori, l'immunizzazio
no epato-splenomegalia, e un peso corporeo supe ne della madre verso un antigene eritrocitario di
riore alla norma in conseguenza dell'anasarca cui è priva e che invece è presente nel padre; il
disprotidemico; sono presenti manifestazioni passaggio nel feto degli anticorpi materni che
emorragiche diffuse sulla cute; il decesso avviene sono più spesso anti-A, che non anti-B (essendo
nelle prime ore della vita per un'insufficienza car la madre quasi sempre di gruppo 0). Nel sangue
diocircolatoria ed edema polmonare acuto. del neonato sono osservabili anticorpi incomple
c) Pre-idrope fetale. Si osserva nel 5-10% circa dei casi ti adesi alle emazie o liberi nel siero. I casi che
di MEN. Il quadro è simile a quello descritto in richiedono emotrasfusioni sono estremamente
precedenza ma meno severo per cui il 50% dei rari, sia perché le isoagglutinine anti-A e anti-B
neonati riesce a sopravvivere. L'ìttero è comun sono di tipo IgM e quindi non passano la placen
que marcato e la iperbilirubìnemia notevole (da ta, sia perché i determinanti gruppo-ematici A e
9 a 30 mg/ 100 mi, di tipo misto) per cui è neces B sono largamente distribuiti nel corpo umano.
saria una terapia in tempi brevi. Sia l'anemia che l'ittero sono di scarsa entità; le
d) Utero grave neonatale. È la forma clinica più fre resistenze eritrocitarie osmotiche sono diminui
te, sono presenti numerosi sferociti ed eritrobla
quente e con un tasso di mortalità più bassa tra
sti in circolo; il test di Coombs negativo o debol
tutte le forme di MEN. Se trattata in maniera
mente positivo.
tempestiva e corretta può andare incontro a gua
A differenza di quanto si nota nell'incompatibi
rigione definitiva senza sequele per il bambino.
lità Rh, già la prima gravidanza eterospecifica
Il neonato, in genere a termine, è pallido, pre
comporta quasi sempre MEN e quelle successi
senta modesta epato-splenomegalia e manifesta
ve non sono caratterizzate dal suo aggravarsi.
zioni emorragiche di varia severità; l'ittero si
- Anemie emolitiche acquisite da agenti infet
instaura entro 12- 24 ore e tende ad aggravarsi
tivi. Sono evocate da infezioni batteriche, virali e
nei primi 5 giorni dalla nascita. La bilirubinemia
protozoarie.
può salire dai 2-7 mg della nascita sino a 20-30
mg. Parallelamente allatterò, compaiono segni a) I batteri che più facilmente causano emolisi sono:
Anemie emolitiche immuni $ 375
Diplococcus pneumortiae, Clostridium welchii, mie, iatrogeniche) con maggiore frequenza e in
Clostridium botulinum, alcuni piogeni, salmo- maniera per lo più dose-dipendente sono i seguen
nelle, ecc. L'emolisi è di solito acuta e può esse ti: primachina, chinino, chinidina, aspirina, fenace
re causata da eso- o endo-tossine di natura enzi tina, antipirina, piramidone, acido paraminosalicili-
matica (alfa-lectinasi ed altre ancora) che agisco co, idrazide isonicotinica, nitrofurantoina, sulfona-
no sulle strutture lipoproteiche dei globuli rossi, midici, cloramfenìcolo, penicillina, clorpromazina,
o per danno meccanico di questi da penetrazio alfametildopa, cloruro di metile, l'idrogeno arseni
ne dei batteri nel loro interno oppure anche per cate, solventi vari e veleni dei serpenti.
via mediata, tramite l'iperplasia istiocitaria La patogenesi è riconducibile da un lato ad un'ipersensibili
indotta dal germe. tà individuale condizionata da un difetto enzimopenico geneti
b) I virus (come quelli della polmonite atipica pri co delle emazia (deficit di G6PDH ecc) e dall'altro da un proces
so dì auto-immunizzazione in cui il farmaco induce la comparsa
maria, dell'epatite, della mononucleosi infettiva, di autoanticorpi antiemazie (sempre «caldi incompleti») o per
della varicella e dell'herpes simplex, del morbil ché si lega ad una macromolecola piasmatica inducendo la pro
lo, ecc.) agiscono con un meccanismo quasi sem duzione di anticorpi specifici che reagiscono in modo crociato
pre autoimmune. contro antigeni eritrocitari normali. Queste alterazioni rendono
l'emazia non più riconoscibile dal sistema immunitario come
c) I protozoi che nel caso della malaria, causano l'a «propria», con conseguente comparsa di cloni autoreattivi di cel
nemia emolitica può esser acuta o anche acutis lule irninunocompetenti.
sima (specie nella forma da Plasmodium falcipa- Talora si realizza un processo di «immunizzazione semplice» in
cui, pur mantenendo la proprietà aptene del farmaco, ii danno
rum), per distruzione intravasale delle emazie
per gli eritrociti consegue ad un adsorbimento passivo sulla loro
da parte dei plasmodi che in esse svolgono una superficie dei complessi immuni «farmaco+anticorpo antifar
parte del loro ciclo ne consegue emoglobinuria, maco».
ittero intenso e quadro midollare di iperplasia La rarità delle crisi emolitiche che insorgono per quest'ulti-
eritroblastica: salvo quando le crisi emolitiche si ma processo patogenetico, dipenderebbe dal fatto che l'aptene
sarebbe costituito non dal farmaco in sè ma da un suo metaboli-
facciano ripetute, divenendo allora responsabili ta prodottosi in maniera abnorme.
di uno stato mielo-inibitorio - con riduzione dei L'emolisi acuta può essere di tipo sia extra che intravasale, si
reticolociti in circolo come quello che è proprio accompagna talora anche ad emoglobinemia, ad emoglobinuria
delle forme croniche per il concorso anche di un e ad un quadro di insufficienza renale.
ipersplenismo. Anche la Leishmania donovani a) un'azione tossica, in tal caso diretta e costante, sulle emazie in
ha effetti sulTeritropoiesi, inducendo emolisi, circolo e talora anche sul midollo osseo (così agiscono anzi
tutto il piombo la fenilidrazina, criogenina, cloruro di meti
mieloinibizione e ipersplenismo. le, anilina, nitrobenzene, tricloroetilene, novarsenobenzolo,
- Anemie emolitiche acquisite da agenti fisici. toluilendiamina, alcuni solfoni, saponina, alcuni veleni di
serpenti che contengono una iecitinasi). L'entità dell'emolisi
Gli agenti fisici causali di fenòmeni emolitici sono i è direttamente proporzionale alla dose introdotta che deve
seguenti: essere comunque sufficientemente elevata; ma, a seconda
dell'agente tossico, all'emolisi si possono affiancare: aplasia
a) Ustioni, specialmente quelle di terzo grado ed estese al 15-20%
midollare, metemoglobinemia, sulfemoglobinemia e danno
della superficie corporea. Il calore agisce in senso emolitico
epatico, nell'ambito di una gamma dì quadri ciinid compre
alterando la membrana delle emazie e rendendole così più
si tra forme leggere e transitorie senza reliquati e forme rapi
facilmente sequestrabili nei sinusoidi spleniti;
damente fatali.
b) protesi cardiache valvolari: le pareti di queste, prive come sono
di un endotelio, diventano scabre per depositi di fibrina, e - Emoglobinuria parossistica notturna. L'emo
giungono a distoreere o a frammentare le emazie durante il globinuria parossistica notturna, detta anche malat
loro passaggio. L'iperemolìsi, che ne consegue è in genere
modesta e viene compensata da un'iperattività midollare,
tia di Marchiafava Micheli, è una forma di anemia
per cui l'unico segno laboratorìstico è in genere la elevata piuttosto rara, che oggi giorno viene classificata tra
reticolocitosi; nei casi in cui coesista un fattore di fragilità i disturbi della cellula staminale, il cui riconosci
meccanica eritrocita ria può insorgere emoglobinemia, emo mento è divenuto negli ultimi anni più agevole gra
globinuria ed emosiderinuria;
zie alla diffusione delle tecniche di citofluorimetria
c) mkroangiopatie (in corso di C1D- coagulazione intravascolare nei laboratori di ematologia. È una forma di emoli
disseminata, porpora trombotica trombocitopenica, sindro
me emolitico-uremica, ipertensione maligna, connettiviti,
si da cause intrinseche, di origine acquisita; l'emoli
neoplasie disseminate, emangiomi giganti, eclampsia e si è soprattutto intravascolare e notturna; non si
rigetto di trapianto renale o di altri organi solidi), capaci di accompagna a ipersideremia, ma piuttosto a un
indurre con le irregolarità deila parete vasale lesioni mecca deficit di ferro. L'emoglobinuria si accentua dopo
niche delle emazie durante il loro tragitto;
sforzi fisici, interventi chirurgici, processi infettivi.
d) da marcia (prolungata) o da sforzi fisici protratti in posizione Il decorso della malattia si caratterizza per la fre
eretta (maratona, suono di strumenti a percussione, karaté,
ecc.): l'emolisi di entità sempre molto scarsa, tanto che nella
quente comparsa di trombosi nel territorio delle
maggior parte dei casi mancano sia anemia che ittero, è di tipo vene mesenteriche e della vena porta e la perdita
intravasale, non è dovuta ad alterazioni intra- od extra-eritro- giornaliera di quantità non indifferenti di ferro sotto
citarìe ma sembra riferibile ad un danno meccanico delle ema forma di emosiderina. Per questo i pazienti vanno
zie durante il loro tragitto attraverso il microcircolo palmo
incontro a una carenza di ferro. Sia le piastrine che
plantare. Costantemente presente l'emoglobinuria.
le emazie risultano abnormemente sensibili all'azio
- Anemie emolitiche acquisite da agenti chi ne litica del complemento, senza necessità dell'in
mici. I farmaci che possono causare emolisi (ane tervento di anticorpi. Essendo un disordine della
376 Anemie
cellula staminale, presenta potenzialità evolutive in virali (epatiti B e C, infezione da EBV,CMV, HIV,
senso leucemico. E patologìa correlata anche alla parvovirus B19) o batteriche (TBC), malattie meta
aplasia midollare per cui in alcuni casi il quadro boliche (pancreatiti, gestosi gravidiche, endocrino-
delle due malattie non è facilmente distinguibile. patie), patologie del sistema immunitario o malattie
Dal punto di vista laboratoristico si caratterizza per il deficit
del sistema emolinfopoietico.
di fosfatasi alcalina a carico dei granulocitì, la carenza di acetil- Tra le sostanze farmacologiche, quelle che pos
colinesterasi negli eritrociti, e una ridotta espressione di moleco sono scatenare l'insorgenza di un'anemia aplastica
le GPI quali il CD55, CD59 e il Decay Activating Factor (DAF) sia con maggiore frequenza sono il cloramfenicolo, il
nei globuli rossi che nei globuli bianchi. Tale anomalia è riscon fenilbutazone, i sali d'oro, la tolbutamide, la carba-
trabile solamente nel clone cellulare EPN, che colpisce ima fra
zione minoritaria della popolazione cellulare totale. Utile il test
mezapazina, la fenintoina, la clorpropamide, la
di Ham: se si sospendono gli eritrociti in siero compatibile, fre ticlopidina, le sulfonamidi, l'acido acetilsalicilico e
sco (contenente complemento) a pH 6,4 (optimum per il comple Yacetofenetidina.
mento), si ottiene l'emolisi; non si ottiene se il siero è inattivato a Néll'ambito delle anemie ipo-a-rigenerative, il
56° C. Segno classico deiremolisi intravasale, che si verifica in
sintomo anemia può essere rilevato in corso di apla
questi pazienti è la diminuzione delTaptoglobina. È spesso pre
sente neutropenia più o meno severa e piastrinopenia. sia midollare o più specificamente in corso dell'a
plasia eritroide pura ("pure red celi aplasia"). Que
Il quadro clinico è estremamente eterogeneo, ed ste forme vengono oggi classificate come alterazioni
è in genere correlato alla iperemolisi, e all'insuffi da alterata differenziazione e proliferazione della
cienza midollare, e si caratterizza per le frequenti cellula staminale e presentano possibilità evolutive
trombosi (prevalentemente venose), ed episodi in senso leucemico. Presentano inoltre similitudini
infettivi. con le sindromi mielodisplastiche e la emoglobinu-
ria parossistica notturna. A seconda che l'insuffi
| Anemie macrocifiche
Un aumento del volume eritrocitario (macroci-
Fig. 12 - A n e m ia aplastica idiopatica. N e lla sezione istologica tosi, MCV > 95 fL) si verifica nella maggior parte
di un fram m ento di m idollo osseo prelevato con i'a g o di dei casi per carenza di una delle due vitamine idro
Jam shidi a livello della cresta iliaca, il norm ale tessuto em o
solubili che funzionano come coenzimi nella sintesi
poietico a p p a re sostituito d a vaste a re e di m ateriale adiposo;
perm an gon o solo dei rari e piccoli focolai di elementi eritro-
del DNA: la vitamina B12 e l'acido folico. Più rara
poietici e linfoidi. (D a L a rizza , Trattato delle m alattie del san mente la causa di una anemia macrocitica è dovuta
gue, Voi. Il, Piccin, 1 9 9 1 ). ad una carenza congenita o acquisita del processo
Anemie macrocitiche & 377
di sintesi di DNA che può osservare nelle sindromi Cause di carenze di vitamina fiì2
mielodisplastiche acquisite, anemie sideroblastiche
congenite, malattie del metabolismo purinico e piri-
midinico, patologie metaboliche o dopo assunzione 9 Carenze alimentari (dieta vegetariana)
di farmaci che interferiscono con il metabolismo del « Condizioni che causano maiassorbimento:
DNA. - a livello gastrico (anemia perniciosa dell'adulto,
Vengono classificate tra le anemie macrocitiche anemia perniciosa del bambino, gastrectomia};
ipercromiche disomogenee, essendo in genere Principali condizioni che determinano deficienza di
aumentati i valori MCV, MHC e RDW. fattore intrinseco a livello intestinale:resezioni chirur
Il termine anemia megaloblastica configura di
giche intestinali; patologie intestinali quali divertico-
losi, stenosi, fistole, sindrome dell'ansa cieca; sin
conseguenza un aspetto morfologico che si caratte drome di Imerslund-malassorbimento selettivo con
rizza per la presenza di asincronie maturative proteinuria; sprue tropicale, parassitosi intestinale
nucleo/citoplasmatiche osservabili sia nella filiera da Botriocefalo causano un dismicrobismo con com
eritroide che mieloide, secondarie ad una alterazio petizione biologica fra i diversi ceppi batteri.
ne nel processo di sintesi del DNA causate dalla - Malattie endocrine, insufficienza pancreatica, uso dì
carenza di cofattori essenziali nel metabolismo farmaci quali la neomicina, colcnicina, fenformina,
degli acidi nucleici (Fig. 13). composti arsenicati.
Le principali cause di carenza di vitam in a B12
sono elencate in tabella 7.
mina B12 In seguito ad ablazione dell'ileo termina
La vitamina B12 il cui fabbisogno quotidiano
le, come pure in caso di ileite regionale o altre
minimo è 3-5 gamma, viene assorbita dall'intestino
malattie della zona (e lo stesso si può dire per la
dove si combina con il fattore intrinseco contenuto sprue tropicale) si ha un deficit di assorbimento
nel succo gastrico (1 molecola con 1 molecola); in tal della vitamina B12 I pazienti affetti da sindrome di
modo viene protetta dalla degradazione che altri Imerslund presentano un deficit congenito dei
menti subirebbe ad opera degli enzimi digestivi. recettori per il complesso fattore intrinseco + vita
Recettori specifici situati nei microvilli dell'ileo ter mina B12 Le riserve (soprattutto epatiche) ammon
minale captano il dimero fattore intrinseco + vita- tano in media a 3 mg. Se le riserve di vitamina B 12
non vengono più rifornite, esse si esauriscono al
ritmo dello 0,1% giornaliero: dopo gastrectomia
totale, per esempio, ci vogliono alcuni anni (fino a 7
anni) perché si manifestino i sintomi della carenza
di vitamina B12
L'acido folico, il cui fabbisogno minimo è di circa
100 y, viene assorbito nella parte superiore dell'inte-
intrinseco o delle transcobalamine come proteine leganti la ci emocromocitómetrici evidenziano un significativo incre
vitamina. I valori di riferimento oscillano tra 150 e 1000 mento di MCV (>95 ul), MCH, HDW e RDW. Per tale moti
pg/m L. vo tale anemia viene classificata tra le anemie macrocitiche
2. Circa il 70% dei pazienti presenta nel siero anticorpi anti-fat- ipercromiche disomogenee. Spesso è presente leucopenia (2-
tore intrinseco rilevabìlì con opportuni dosaggi radioimmu- 2,5 x109/L), e allo striscio periferico si osservano granulociti
neutrofili iperlobati (possono essere presenti sino a 10 seg
nologici.
mentazioni nucleari) e di dimensioni abnormi.
3. Lo studio della secrezione gastrica nelle forme classiche di
3. Solitamente si osserva un aumento del valore delle latticodei-
anemia perniciosa dimostra un'acloridria completa istami-
drogenasi (specialmente LAD1 e LAD2), un incremento della
no-resistente a cui corrisponde un aumento della concentra
bilirubinemia e scomparsa dell'aptoglobulina dal plasma.
zione ematica di gastrina (valore di riferimento: 50 n g/L ). la
ricerca si fa oggi con due importanti modificazioni rispetto 4. L'analisi citologica del midollo osseo dimostra una iperpla-
al passato: sia eritroide con presenza di numerosissimi megaloblasti in
a) il pH del succo gastrico dei pazienti è oggi misurato
fase basofila che conferiscono al midollo un aspetto pato-
gnomìco (etichettato in passato con l'aforisma di "midollo
con il piaccametro e impiegando elettrodi idonei nei
blu"). A carico della serie mieloide si osservano anomalie
casi di acloricLria esso risulta pari a 7,0. e dopo even
morfologiche caratterizzate da gigantismi cellulari e iperlo-
tuale stimolazione massimale, non scende sotto a pH
bulazioni dei nuclei. In particolare si evidenziano promielo-
6,0; al posto dell'istamina, oggi si usa la pentagastrina,
citi abnormi, metamielociti fino a 2.4 volte più grandi rispet
che è il fattore stimolante specifico per la mucosa
to al normale, e granulociti con 4-6 e talora anche 10 segmen
gastrica;
tazioni nucleari.
b) a differenza del pepsinogeno I, il pespinogeno II, pro
dotto dalle ghiandole piloriche e dalle ghiandole di 5. Decisiva è anche la risposta terapeutica. Dopo la sommini
Brunner, non diminuisce nell'anemico pernicioso. Per strazione di una dose massiva di estratto epatico o di vitami
questo, il rapporto: pepsinogeno 1/ pepsinogeno II di na B12, in un paio di giorni il quadro midollare si modifica e
solito pari a 6, si dimezza nell'anemico pernicioso. La una normoblastosi, prima basofila, poi policromatofila ed
determinazione del fattore intrinseco dopo stimola ortocromatica, si sostituisce alla primitiva megaloblastosi;
zione con pentagastrina può essere effettuata con intanto, in circolo, si ha, tra il 3 e il 7 giorno di trattamento,
dosaggio radioimmunologico. Nei pazienti con ane un forte incremento dei reticolociti (crisi reticolocitaria); gli
mia megaloblastica da carenza di vitamina, non è eritrociti incominciano ad aumentare di numero con un
dosabile la concentrazione di fattore intrinseco. incremento fino a 200.000 (mm3 al giorno; l'emoglobina cre
sce pure, ma in misura minore, cosicché il valore globulare si
La presenza di anticorpi diretti contro le cellule abbassa, avvicinandosi progressivamente all'unità. La side-
di rivestimento gastriche può essere dimostrata in remia (prima molto elevata) diminuisce nettamente; gli indi
immunofluorescenza su preparati istologici di ci MCV, MCH, RDW tendono a normalizzarsi.
mucosa gastrica fresca. In seguito alla grande diffusione di farmaci contenenti vita
mine, oggi è estremamente raro trovare casi di anemia pernicio
1. Il test di Shilling {test di assorbimento della vitamina B12 mar sa pura da sottoporre a trattamento. La diagnosi dei casi, può
cata con sostanze radìoisotipiche) è il test più importante quindi risultare molto difficile e deve basarsi su alcune sfumatu
ne^la diagnosi di questa anemia, ma la complessità nel re del quadro clinico (persistenza di qualche nota di ipotrofia lin
dosaggio ne limita l'uso nella pratica clinica. Questo test guale, diminuzione della sensibilità vibratoria, ecc) e del quadro
rivela una riduzione nell'assorbimento delia vitamina, calo ematologico (persistenza di qualche megalocito, dello sposta
che può essere ovviato dalla contemporanea somministra mento a destra della formula di Ameth di un valore elevato di
zione di fattore intrinseco. MCV e RDW); hanno invece ed ancora valore di accertamento
2. L'osservazione morfologica degli strisci di sangue periferico diagnostico il riscontro dell'achilia gastrica e la prova di Schil-
pone in evidenza la presenza di eritrociti di grandi dimen ling. Importante importante, sebbene diversamente valutata da j
sioni (megalociti) sprovvisti di zona chiara centrale. Gli indi vari Autori, la constatazione della presenza in circolo di anticor
Fig. 15 - Anemia perniciosa, a) Fegato. Emosiderosi delle cellule epatiche (bleu di Prussia-rosso neutro), b) Rene. Emosiderosi degii
epiteli dei tubuli contorti (col. come sopra).
380 s Anemie
pi contro il fattore intrinseco (nel 70% dei casi di anemia pernicio mento enterico dei folati, quale si può osservare in soggetti dedi
sa) o contro le cellule parietali delio stomaco (neU'85% dei casi). ti al vizio dell'alcool, o in indigenti. È sufficiente infatti anche un
Altri test diagnostici praticabili in centri specializzati inclu pasto normocalorico ricco in folati per ristabilire una normale
dono la identificazione citochimica della quantità di vitamina concentrazione sierica di folati in pazienti etilisti e malnutriti con
B12 presente airintemo degli eritrociti e degli eritroblasti. Il carenza cronica di folati. Nonostante ciò, la determinazione dei
metodo si basa sul presupposto che il deficit di vitamina B12 livelli di folati nel siero rappresenta l'esame di laboratorio più
blocca la mediazione dell'omocisteina in metionina, in quanto utile nella diagnosi di quest'anemia. Il dosaggio sierico dei fola
l'enzima che catalizza la reazione è dipendente dalla vitamina ti viene eseguito con metodica radioimmunologica. Nella mag
B]2. Questo test permette ima agevole diagnosi differenziale tra gioranza dei laboratori, concentrazioni sieriche dei folati inferio
anemie megaloblastiche da carenza di vitamina B12 e folati. ri a 2-5 n g/m L sono da considerarsi patologiche e quindi sugge
Il test di escrezione della vitamina B12 nell'urina è tecnicastive di una carenza di folati. Il dosaggio della concentrazione di
poco usata ma di valore diagnostico. Si basa sulla misurazione folati intraeritrocitari viene eseguito più raramente nella pratica
radioimmunologica della quantità di vitamina B12 marcata con laboratoristica pur rappresentando un indice più fedele del
57Co escreta con le urine dopo introduzione per via orale di vita metabolismo dei folati relativo agli ultimi mesi di un paziente.
mina B12 radiomarcata e di vitamina Bj 2 non marcata sommini Al contrario del dosaggio sierico, però, è un indice tardivo di
strata per via parenterale. In mancanza di fattore intrinseco, pre deplezione delle riserve di folati nell'organismo (si manifesta
vale nettamente la escrezione di vitamina B12 non marcata con alcuni mesi di ritardo rispetto al deficit di folati sierici). Una
rispetto a quella radiomarcata che a livello gastrico avrebbe concentrazione di folati intraeritrocitaria inferiore a 100 n g/m L
dovuto coniugarsi con il fattore intrinseco. deve essere considerata indicativa di carenza di folati. I livelli
LAD sono significativamente aumentati anche nei pazienti con
carenza di folati.
Anemia m egaloblastica da caren za di folati
Non è sempre facile differenziare le anemie Anemie m egaloblastiche che non rispondono
megaloblastiche da deficit di vitamina B12 da quel
al trattamento con vitamina e folati
le dovute a deficit di folati, anche perché, se diver
se per ciò che riguarda la patogenesi, sono correggi Tra le condizioni più frequentemente responsa
bili però in modo incrociato (a parte le lesioni neu bili di anemia megaloblastica con meccanismo ezio-
rologiche da carenza di vitamina non ben correggi patogenetico (differente da uno stato di carenza di
bili con la somministrazione di folati). vitamina B12 e folati) vanno considerati:
In linea di massima, per la diagnosi delle caren
- terapie con farmaci antitumorali (antiblastici,
ze di folati, ci si basa sui seguenti criteri. La quanti
inibitori purinic.i o pirimidinici);
tà di folati fornita giornalmente da un'alimentazio
ne ricca non è affatto elevata (circa 250 (ig e cioè il - malattie metaboliche congenite (orotico-aciduria
doppio del fabbisogno giornaliero): per questo, il ereditaria, errori congeniti di una delle tappe del
deficit di folati è relativamente frequente. Tra le metabolismo dei folati);
cause di una carenza di folati, accanto ai deficit ali - sindromi mielodisplastiche.
mentari e alle forme legate a un aumento del fabbi
sogno di queste sostanze (processi febbrili, processi
emolitici, gravidanza), si citano alcune intossicazio j§ Bibliografia essenziale
ni (etanolo, difenilidantoina) e soprattutto la malat
Castoldi G.L., Liso V.: Malattie del Sangue e degli Organi
tia celiaca, perché essa colpisce la parte superiore
emopoietici. 4 Edizione. Me Graw-Hill, 2004.
del tenue, dove avviene l'assorbimento dei folati
(Tab. 8). Lanza G.: Anatomia Patologica Sistematica U Edizione.
In questi casi, l'assorbimento della vitamina B12 Piccin Editore, 1985.
aw iene normalmente, dato che compete alla parte Zucker-Franklin D., Grossi C.E.: Atlas of blood celis.
distale del tenue. È nella sprue tropicale che l'assor Atlante. Ermes Ed. Milano, 2003.
bimento di entrambe le sostanze è compromesso,
essendo tutto l'intestino interessato dalla malattia. Williams W., Beutler E., Erslev A. et al.: Hematology, Me
Graw Hill, 2003.
- Test di laboratorio per la diagnosi dell'ane
mia da deficit di folati Hoffman: Haematology, Elsevier Ed, 2005.
A differenza di ciò che si osserva nella carenza di vitamina Greer }., Foerster J., Lukens I.: Wintrobe's clinical haema
B12, il dosaggio della concentrazione sierica di folati non rappre tology. Ilth edition, lippincott Ed, 2003.
senta un indice fedele di una carenza di folati nell'organismo
umano. Un basso livello di folati indica solamente che, nei gior Lewis S.M., Bain B., Bates I.: Practical Haematology.
ni precedenti al dosaggio, si è avuta una riduzione neirassorbi- Churchill Livingstone, 2001.
3.4 Malattie
emorragiche
e dell'emostasi
G. Castarnan, A. Piccin, F. Rodeghiero
Lesione endoteliale
/ \
Adesione Attivazione della
piastrinica * coagulazione
l
Trombina ^_____ Rilascio di
Emostasi primaria mediatori
Fibrina Aggregato
piastrimco
siÌT i^ ei Ci K K E - E E E Ei Ì i ££ j ¡¿ *5 8 E£ 52 E2 65 Éi Z3
Trombo
1
Emostasi secondaria Fibrinosi
1
Frammenti di
degradazione
della fibrina
C ascata coagulativa
T F /V Ila
Attività della
trombina
Fibrinogeno ► Fibrina
Fig. 1b —I principali processi deila cascata coagulativa (in grigio) ed i naturali meccanismi inibitori (in verde chiaro). TF = fattore
tessutale; TFPI = inibitore delia via del fattore tessutale; EPCR = recettore endoteliale della proteina C; TM —Trombomodulina; APC
= Proteina C attivata; PS = Proteina S; AT = antitrombina.
Coagulazione & 383
della coagulazione
Attivitànecessaria
Peso Molecolare : Cohcenirqzioné
Fattore .r ^ r ^emòstasi delgene ; ^
(Dalfon) nel plasmò (}ig/ml)
(% del normale) {Cromosoma)
Fibrinogeno 330.000 3000 50-100 mg/dL Catene a 4q31.3
(Fattore 1) Catene (3 4q31.3
Catene y 4q32.1
Protrombina 72.000 100 20-30 11 pi 1.2
(Fattore II)
Fattore V 300.000 10 1q24.2
Fattore Vii 50.000 0,5 15-20 13q34
Fattore Vili 300.000 30-40 Xq28
Fattore IX 56.000 30-40 Xq28
Fattore X 56.000 10 15-20;.:; 13q34
Fattore XI 160.000 15-20 4q35.2
Fattore XII! 320.000 30 ; 2-5 , Subunità a 6p25.1
subunità b lq31.3
Fattore Xli 76.000 30 - 5q
PrekaHikreina 82.000 40 - 4q35
HMWK : 108.000 loo ;vK\v-- : - : 3q27
384 & Malattie emorragiche e dell'emostasi
attivazione della piastrina stessa, andando a coope
Granuli piastrinici e lóro contenuto
rare all'amplificazione e alla modulazione dell'ade
sione piastrinica e della formazione dell'aggregato
piastrinico e del coagulo di fibrina (il contenuto dei alfa granuli
granuli alfa e delta è riportato in Tab. 3). Il fattore 4, fattore von Wiliebrand
ad effetto antieparinico, contenuto nel sistema gra Fibrinogeno
nulare, viene da esso rilasciato nel corso della «rea PF4
zione di liberazione» conseguente all'attivazione Beta trombogtabu!ina
piastrinica; la serotonina, o 5-idrossi-triptamina, PDGF (Platelet - Derived Growth Factor)
che, assieme ad ATP e calcio ioni, forma complessi
fattore V
ad alto peso molecolare contenuti nei granuli densi
fattore XII!
fattore XI
e da essi liberata durante l'aggregazione piastrini Inibitore dell'attivatore de! plasminogeno (PAI-1)
ca, può esercitare il suo effetto vaso-costrittore sulla
delta granuli (granuli densi)
microcircolazione. La Beta-tromboglobulina diven
ta misurabile nel plasma in varie situazioni patolo ADP-ATP ' .. ■
■■ :
giche come segnale di attivazione piastrinica in serotonina ;
vivo. ioni calcio
C Aa 66 KDa
JN N lL C Bß 52 KDa
A- "1
N N C y ; ; '■■■ 4 6 K D a
F ibrinop ep tide A
—— L e g a m e dì solfuro
Fibrinog en o
M o n o m e ro di Fibrina
Di m ero di Fibrina
FX1I1
Ca P olim ero dì F ib rin a stab ilizzata
Fig. 3 - (a) La molecola del fibrinogeno. La proteina è composta da due dimeri simmetrici, ognuno dei quali è costituito da 3 cate
ne polipeptidiche (Aa, B(3 e y) collegate ciascuna con la sua controparte tramite ponti disolfuro alle estremità NH2-terminali. Alle
estremità Nh^-termìnali sono localizzati Ì fibrinopeptidi A e B clivati dall'azione della trombina. Le estremità COOH-terminali sono
collegate tra loro all'interno della stessa emimolecola tramite interazioni idrofobiche, (b) La fibrinoformazione e fibrinostabilizza-
zione. L'azione della trombina stacca i fibrinopeptidi A e B generando il monomero di fibrina. Dall'unione termino-terminale e late-
ro-laterale di diversi monomeri di fibrina si foma dapprima il dimero e poi ¡i polimero di fibrina. El polimero di fibrina formato è
ancora solubile e diviene insolubile grazie all'azione del FX111 (fattore fi bri nostabilizzante) che in presenza di ioni calcio introduce
legami covalenti y-glutammil-e-lisina fra le catene gamma e le catene alfa di differenti monomeri.
Coagulazione 385
cerebrali anche spontanee, abortività: in genere la Il deficit di fattore XI (o emofilia C), a differenza
gravità delle emorragie è minore di quella che teo delle sindromi emofiliche vere, è trasmesso per via
ricamente sarebbe da attendersi data la marcata autosomica, ed è caratterizzato da manifestazioni
alterazione dei test in vitro, probabilmente perché cliniche eterogenee, solitamente lievi. Il difetto è
la formazione del trombo piastrinico può in questi molto frequente negli ebrei Ashkenazi, in cui due
pazienti essere vicariata dal fattore di von Wille mutazioni geniche legate ad un "founder effect"
brand, che compete con il fibrinogeno nel legame risultano spiegare la gran maggioranza dei casi.
con la Glicoproteina Ilb/IIIa sulla membrana pia- La deficienza ereditaria di fattore XIII, o fattore sta
strinica. bilizzante della fibrina, presenta una sintomatolo
Le ipofibrinogenemie, oltre che espressione di gia, anche precoce, caratterizzata da emorragie tar
un'anomalia ereditaria dovuta a mutazioni nei geni dive per formazione di coaguli particolarmente fra
del fibrinogeno, sono spesso acquisite ed associate gili e sensibili al dissolvimento da fibrinolisi, e da
a deficit sintetico, come accade nelle malattie epati anomala e/o ritardata cicatrizzazione delle ferite.
che o dovute alla somministrazione di farmaci Pressoché costanti nelle donne gli aborti precoci,
come la asparaginasi nelle leucemie acute linfobla- dato il ruolo del FXIII nell'impianto in utero dell'o-
stiche, o anche per consumo accelerato come nella vocita fecondato. Si possono verificare sanguina
coagulazione intravascolare disseminata. Le disfi- menti dal cordone ombelicale o emorragie intrace-
brinogenemie, caratterizzate dalla presenza nel pla rebrali o retroperitoneali spontanee.
sma di un fibrinogeno a costituzione chimica ano La deficienza di fattore XII (fattore Hageman) è
mala e perciò funzionalmente difettosa, sono condi caratterizzata da uno spiccato allungamento del
zioni il più spesso congenite, trasmesse ereditaria tempo di tromboplastina parziale attivata, con
mente e come carattere autosomico dominante. La assenza di sintomi emorragici. Queste caratteristiche
gran parte di queste anomalie non creano sintoma sono osservate anche nei più rari difetti di prekalli-
tologia clinica significativa. In una minoranza di kreina e di chininogeno ad alto peso molecolare.
cas^ la presenza di particolari molecole anomale
può associarsi a quadri emorragici o, più raramen
te, trombotici. Sono state descritte situazioni clini M Malattia di von Willebrand
che come le epatiti croniche o repatocarcinoma, in (VWD)
cui vi è la sintesi di molecole di fibrinogeno anoma È la diatesi emorragica ereditaria più frequente
lo (disfibrinogenemie acquisite), probabilmente per ed è dovuta ad una carenza o alterata funzione del
un aumento del contenuto di acido sialico, come fattore von Willebrand (VWF).
avviene nel fibrinogeno fetale. Questa è una larga proteina adesiva sintetizzata
Anatomia patologica. Nella afibrinogenemia, nelle cellule endoteliali e nei megacariociti, ed è
gli emartri, anche se rari, possono essere associati a presente negli a granuli piastrinici. Il VWF maturo,
gravi alterazioni della cartilagine articolare (soprat si presenta nel plasma e nelle piastrine come una
tutto delle ginocchia e caviglie), con reazione serie di polimeri di grandezza progressivamente
infiammatoria pressoché assente. Possono verifi crescente. Questa proteina multimerica è costituita
carsi episodi di emoperitoneo per rottura del corpo da varie subunità legate da ponti disolfuro. La sin
luteo con emorragia associata. I sanguinamenti gola subunità, costituita da 2050 aminoacidi (aa),
mucosi (es. menorragie) sono dovuti alla difettosa contiene diversi siti funzionali (domini), responsa
capacità delle piastrine di formare un aggregato bili dell'attività biologica che coinvolge l'interazio
emostatico resistente agli elevati shear stress circo- ne con le altre molecole quali fattore Vili, eparina,
latori. Sono invece caratteristiche di quest'ultima le glicoproteina (GP)Ib, collageni, sulfatidi e GPUb-
grandi emorragie negli organi cavitari e le emorra Illa (allbf33). Il VWF, gioca un ruolo essenziale nella
gie cutanee a larghe chiazze (ecchimosi vaste), men regolazione dei processi emostatici e/o trombotici,
tre le piccole emorragie cutanee a tipo purpurico facilitando l'adesione e l'aggregazione delle piastri
sono più rare. ne alle proteine, della matrice sottoendoteliale,
La carenza di fattore V, di fattore VII e di FX sono, esposte in seguito a un danno vascolare. Questi
clinicamente e anatomopatologicamente, simili eventi sono influenzati dalle forze emodinamiche
all'emofilia dalla quale si differenziano, oltre che presenti all'interno dei vasi: le alte forze di scorri
per la differente patogenesi, anche per la minor mento tendono a spingere le piastrine verso la
severità e frequenza delle emorragie, per la ridotta superficie vasale dove aderiscono quando trovano
frequenza delle emorragie intraarticolari, per la una soluzione di continuo. La rapida formazione di
costante espressione emorragica dopo procedure uno strato iniziale di piastrine (adesione) coinvolge
invasive (es. chirurgia) e per la trasmissione gene il legame tra i collageni di vario tipo, le altre com
tica. Il difetto omozigote di FU sembra essere incom ponenti della matrice (proteoglicani, trombospon-
patibile con la vita ed i pazienti riscontrati affetti dine, laminine, fibronectine, etc), da un lato, e recet
presentano sempre livelli misurabili di protrombi tori della membrana piastrinica dall'altro (GPIba e
na, essendo in genere affetti da ipodisprotrombine- allb(33). Il contributo del VWF, presente nella matri
mie. ce sottoendoteliale oppure adsorbito dal plasma
390 : Malattie emorragiche e dell'emostasi
circolante, è determinante, in condizioni di forze di zata dalle manifestazioni emorragiche da difetto
scorrimento elevate, quali quelle che si riscontrano dell'emostasi primaria, sia spontanee (frequenti
nelle piccole arterie, nelle arterie stenotiche e/o sono le epistassi recidivanti e le metrorragie) sia
arteriosclerosi. indotte da piccole lesioni traumatiche, avulsioni
È stato recentemente dimostrato che le forze dì dentarie, tonsillectomia o adenoidectomia. A diffe
scorrimento elevate convertono il VWF da una renza di quanto si osserva nell'emofilia, rari sono
struttura globulare (caratteristica della forma pia gli ematomi sottocutanei profondi e intramuscolari,
smatica) ad una struttura a catena estesa. Questa e gli emartri possono verificarsi solo in casi gravis
transizione strutturale dovrebbe quindi esporre un simi con spiccata riduzione del VWF. Tuttavia, la
maggior numero di dominii intracellulari, orientati clinica della malattia di von Willebrand è estrema
secondo la direzione delle forze di scorrimento e in mente eterogenea. In genere, i pazienti con tipo 3
grado di interagire con i recettori piastrinici. possono manifestare, anche se con frequenza mino
Il fattore von Willebrand svolge quindi mi ruolo re, sintomi paragonabili a quelli osservati nell'emo
cruciale nel l'adesione piastrinica, ancorando le pia filia A grave (ematomi muscolari, emartri, emorra
strine alla matrice sottoendoteliale e contribuendo gie gastroenteriche), mentre molti pazienti con
assieme al fibrinogeno alla loro aggregazione, e nella forme lievi di tipo 1 possono manifestare sintomi
coagulazione, per il suo ruolo di carrier del fattore sfumati, tali da non richiedere alcuna terapia o pro
Vili. Pertanto, in genere un calo del fattore von Wil filassi specifica. Di interesse è l'associazione tra
lebrand si associa ad un allungamento del tempo di varianti di tipo 2 e angiodisplasie gastrointestinali,
emorragia e ad un calo del fattore Vili. talora difficili da documentare con metodiche stru
Della malattia di von Willebrand (VWD) si mentali, con anemizzazioni severe e necessità tra
distinguono tre varianti o tipi: sfusionali talora molto impegnative.
- il tipo 1 rappresenta la forma più frequente
(circa il 70% dei casi) ed è caratterizzata da una
carenza quantitativa parziale di fattore von Wil
Q Porpore piasfrinopeniche
lebrand circolante; Sono sindromi emorragiche causate da significa
- il tipo 2 raggruppa i difetti qualitativi di fattore tiva diminuzione della conta piastrinica. In genere,
von Willebrand dovuti ad anomalie strutturali viene definita come piastrinopenia un calo della
della proteina ed è ulteriormente sottoclassifica- conta piastrinica < 130.000/jlìI. Tuttavia, è ben noto
to in vari sottotipi (A, B, M, N) sulla base di che una conta piastrinica ridotta fino a 50.000/¡al
peculiari caratteristiche di laboratorio; non si accompagna a manifestazioni emorragiche
spontanee o traumatiche significative, a meno che
- il tipo 3 è molto più raro, anche se clinicamente non vi sia associata una piastrinopatia o una coagu-
il più rilevante, caratterizzato dalla pressoché lopatia acquisita clinicamente importante (es.
totale assenza di fattore von Willebrand circo
coagulazione intravascolare disseminata - CID -).
lante.
L'inquadramento nosologico delle piastrinope-
A parte le diverse caratteristiche fisiopatologi- nie comprende essenzialmente due grossi gruppi,
che, questa classificazione trova soprattutto ragione le piastrinopenie da ridotta produzione e quelle da
nel tentativo di categorizzare i pazienti anche a au m entata distruzione periferica (Tab. 4).
seconda della loro risposta alla desmopressina. Le forme da ridotta trombocitopoiesi midollari
Questo farmaco ha la capacità di rilasciare il fattore includono piastrinopenie congenite ereditarie, in
von Willebrand dai depositi endoteliali correggen genere rare, e forme acquisite, molto frequenti (da
do così transitoriamente la carenza di fattore V ili e aplasia, selettiva o globale, secondarie a mielopatie
di fattore von Willebrand e controllando o preve invasive, ad agenti aplastizzanti chimici o fisici, a
nendo la sintomatologia emorragica di questi infezioni, ecc.), oppure a piastrinopoiesi inefficace
pazienti. I pazienti con malattia di von Willebrand (soprattutto da carenze vitaminiche).
di tipo 3 non rispondono alla desmopressina perché Negli ultimi anni sono state chiarite le basi
la proteina è assente dai depositi endoteliali, men molecolari di numerose forme di piastrinopenia
tre i pazienti di tipo 2 possono avere una risposta ereditaria. Tra queste, va richiamato un gruppo di
estremamente eterogenea. patologie legate a mutazioni del gene MYH9 che
I pazienti non responsivi alla desmopressina omappa sul cromosoma 2 2 q ll, a trasmissione auto-
con controindicazioni all'uso della stessa richiedo somica dominante. Questo gruppo include l'ano
no il trattamento con i concentrati di fattore Vili ric malia di May-Hegglin, la sindrome di Fechtner/la
chi di fattore von Willebrand. In alcune situazioni sindrome di Epstein e la sindrome di Sebastian. In
in cui si preveda la necessità di mantenere livelli genere, vi è una macropiastrinopenia lieve o mode
elevati e prolungati di FVIII/VWF la desmopressi rata, paucisin toma tica, talvolta con stimmate sin-
na non risulta particolarmente idonea per l'insor dromiche ben definite, come la cataratta, nefrite e
genza della tachifilassi ad infusioni ripetute e ravvi disordini neurosensoriali. Di rilievo, per la sua fre
cinate nel tempo. quenza più che per la sua morbidità, è la macro-
La sintomatologia clinica della VWD è caratteriz trombocitopenia Mediterranea, dovuta a mutazioni
Porpore piastrinopeniche & 391
Fig. 8a - Midollo osseo in caso di M. di Werihof. Spicca la rie- Fig. 8b ~ Midollo osseo da morbo di Werlhof. Intensa megaca-
ehezza di megacariodtì (x 800). riocitosi con elementi a nucleo rotondo provvisto di fine reticolo
cromatinico (x 1200}.
394 ìc Malattie emorragiche e dell'emostasi
f i W:
atto. Nel caso di pazienti asintomatici, sani, con una Il quadro anatomopatologico di queste forme è
conta piastrinica superiore alle 50.000/fiL, non è analogo a quello delle forme idiopatiche. Special-
richiesta alcuna terapia. 11 trattamento è indicato mente nella forma, particolarmente grave, che com
nel caso di pazienti con conta piastrinica plica la setticemia meningococcica (sindrome di
< 20.000/¡aL, anche in assenza di emorragie, e in Waterhouse-Friderichsen o porpora fulminante
pazienti con emorragie o con un rischio significati meningococcica) è patognomonico il reperto,
vo di emorragia e con conta piastrinica inferiore accanto alle petecchie cutanee e alle altre manifesta
alle 50.000/ |xL. La terapia di prima linea negli adul zioni emorragiche, di gravi emorragie del surrene
ti è il prednisone ad una dose iniziale di 1 («apoplessia surrenalica»),
mg/kg/die per 3 settimane, a scalare lentamente
una volta che la conta piastrinica si sia normalizza
ta, o comunque dopo almeno 2-3 settimane di tera | Porpora trombotica
pia. Nel caso di pazienti che non rispondano alla
terapia steroidea, la terapia alternativa principale è
trombocitopenica di Mosehowitz:
la splenectomia. Nel caso di emorragie gravi con m
rischio per la vita, la terapia consigliata è quella ste- E ima particolare forma di porpora piastrinope-
roìdea ad alte dosi (metilprednisolone 1-2 g/die e.v. nica clinicamente caratterizzata da un esordio
per 2-3 gg), con l'aggiunta o meno dì immunoglo- acuto, con una sintomatologia sindromica polimor
bulìne e.v. Se necessario si può ricorrere alla trasfu fa comprendente febbre, interessamento renale, sin
sione di concentrati piastrinici o immunoglobuline; tomi neurologici, anemia emolitica microangiopati-
la sommistrazione di piastrine infatti, dopo la ca, piastrinopenia. Colpisce in prevalenza il sesso
prima dose di entrambi i farmaci, in genere offre femminile. Nel caso in cui l'interessamento renale
migliori risultati. sia predominante, si parla di sindrome emolitico-
Altri farmaci vengono usati nei casi refrattari, uremica o di Gasser.
tra questi citiamo il recente utilizzo di anticorpi Negli ultimi anni si è venuta chiarendo la pato
monoclonali anti CD 52+ e anti CD 20+, il cui ruolo genesi della TTP, ed in particolare del ruolo del fat
rimane ancora da essere stabilito, nonché il già noto tore von Willebrand. Si è infatti dimostrato che i
utilizzo di farmaci immunosoppressori (azatiopri- pazienti con TTP presentano, nel loro plasma, mul-
na, ciclofosfamide, ciclosporina, etc.). timeri del fattore von Willebrand ad elevato peso
La splenectomia trova indicazione nei casi molecolare, normalmente contenuti nelle cellule
refrattari o con fabbisogno cronico di steroidi, pre endoteliali e nelle piastrine. Di regola, prima della
via vaccinazione contro il meningococco, pneumo- loro immissione in circolo, questi multimeri vengo
cocco ed Haemophilus Influenzae. no olivati a forme, di peso molecolare inferiore, sulla
superficie delle cellule endoteliali da una metallo-
proteasi denominata ADAMTS 13 (A Disintegrin
O Piastrinopenie secondarie And Metalloprotease with ThromboSpondin Type 1
Oltre alla piastrinopenia c.d. idiopatica si posso motif), zinco e calcio-dipendente, che scinde i lega
no avere piastrinopenie, non sempre meno gravi mi peptidici tra tirosina e metionina in posizione
della precedente, secondarie ad altre malattie od a 1605-1606 nella subunità matura del fattore di von
cause note. Le porpore piastrinopeniche da sostanze Willebrand. È stato dimostrato che questa attività è
chimiche (farmaci, composti chimici industriali, ecc.) praticamente assente nel plasma dei pazienti con
possono insorgere sia come conseguenza di un TTP. Nelle forme familiari, la causa è dovuta a muta
effetto centrale mielotossico (antimitotici, alcuni zioni del gene della ADAMTS 13, con episodi ricor
antibiotici come il Cloramfenicolo) con il già ricor renti di TTP, mentre nelle forme acquisite è stata
dato quadro dell'aplasia midollare, sia di un mecca documentata la presenza di un inbitore verso questa
nismo periferico immunoallergico, in cui i farmaci metalloproteasi. La malattia, fatale nell'80% dei casi
(specialmente composti piramidonici, barbiturici, prima degli anni '80, presenta ora una prognosi
chinidinici, antiepilettici, diuretici, antireumatici, favorevole grazie all'utilizzo (della plasmaferesi,
ecc.) agendo da apteni, in unione con fattori pla meglio nota anche come plasma-exchange). La pia
smatici possono costituire complessi immuno-aller- strinopenia risulta causata da un aumentato consu
gici piastrinolesivi. mo periferico, dovuto alla capacità dei multimeri ad
Porpore piastrinopeniche secondarie ad emopatie elevato peso molecolare del fattore von Willebrand
varie, possono insorgere nelle leucosi acute, talora di agglutinare in vivo le piastrine. La lesione fonda-
all'esordio la porpora può essere secondaria in mentale è rappresentata da una vasculite occluden
varie malattie infettive (tifo, brucellosi, influenza, te, con trombi costituiti prevalentemente da piastri
malaria, tubercolosi, vaiolo, difterite, malattie vira ne e raramente da fibrina. Pertanto, non vi è solita
li, sia del tipo esantematico infantile che del tipo mente consumo dei fattori della coagulazione e del
endemico come la febbre emorragica da zecche, la fibrinogeno, come nella vera coagulazione intrava-
Dengue e varie altre forme diffuse in alcune zone scolaxe disseminata, bensì una piastrinopenia che si
del Sud America e dell'Asia Sud-orientale, ecc.). associa ad anemia emolitica da frammentazione.
396 - Malattie emorragiche e dell'emostasi
Lo striscio periferico evidenzia la presenza di tempo compreso fra i 5 ed i 14 giorni dall'inizio
emazie frammentate (schistociti) dovute alla rottu della terapia con eparina (di qualsiasi tipo e
ra durante il passaggio nei microvasi resi stenotici peso molecolare, più spesso con l'eparina non
dal depositarsi dei trombi piastrìnici. Sembrano frazionata), è caratterizzata da un nadir piastri
particolarmente colpite, oltre alle strutture micro nico di 50.000/¡il e persiste finché continua la
circolatorie arteriose della milza, le arteriole termi somministrazione di eparina. La comparsa di
nali ed i capillari, soprattutto i vasi del cuore, della piastrinopenia può tuttavia essere più rapida ed
corticale renale, della sostanza grigia cerebrale, del importante se il paziente è già stato esposto ad
pancreas e della zona capsulare surrenale. un trattamento con eparina ed ha sviluppato
una piastrinopenia asintomatica nei precedenti
tre mesi. La HIT tipo II non si accompagna a sin
B Piastrinopenia da eparina tomi emorragici, al contrario si può caratterizza
re per la comparsa di trombo-embolia venosa
È un effetto collaterale della terapia eparinica
e/o trombosi arteriosa paradossa.
che talvolta è paradossalmente associata a trombo
si venosa e/o arteriosa con esiti fatali. L'incidenza Patogen esi H IT tipo II. La HIT tipo II insorge
del fenomeno varia a seconda delle situazioni clini con un meccanismo rmmunomediato, dovuto alla
che e del tipo di eparina usata. L'eparina di origine formazione di anticorpi (IgG in >80% dei casi), con
porcina determina più frequentemente la compli tro un complesso formato dal Fattore Piastrinico
canza rispetto all'eparina bovina. L'uso dell'eparina (PF4), un tetramero glicoproteico contenuto negli
non frazionata invece determina una frequenza del alfa granuli delle piastrine, e l'eparina (vedi Fig. 13).
3% nella chirurgia ortopedica, tale frequenza si Il PF4 viene rilasciato dalle piastrine in condizione
abbassa all'1% con l'uso dell'eparina a basso peso di attivazione (processi infiammatori, traumi, inter
molecolare. Recentemente, è stato dimostrato che in venti chirurgici, circolazione extracorporea) e si lega
ambito intemistico, sia l'eparina non frazionata che all'eparina in dipendenza del suo grado di solfora
l'eparina a basso peso molecolare hanno ima simile zione e, quindi, del peso molecolare. Perché l'antige-
incidenza di piastrinopenia da eparina, stimata ne venga espresso e quindi avvenga la formazione
attorno allo 0,8-1% dei casi. Bisogna ricordare che degli anticorpi, occorre che il PF4 e l'eparina si tro
risultano più a rischio di tale complicanza i pazien vino in un preciso rapporto stechiometrico, il che
ti già precedentemente trattati con eparina. spiega la variabilità del fenomeno. Gli anticorpi
Si distinguono due forme di piastrinopenia in sono transitori, si formano dopo almeno 5 giorni di
corso di eparina: somministrazione eparinica e scompaiono dal circo
lo in circa cento giorni dal termine dell'esposizione.
- piastrinopenia non immune associata all'eparina o Non necessariamente si riformano se avviene una
non immune HAT (Heparin Associated thrombocy- nuova esposizione all'eparina.
topenia), meglio conosciuta come piastrinopenia Gli anticorpi sono in grado di legarsi, mediante
indotta da eparina o HIT (Heparin Induced la loro porzione variabile, al complesso eparina-PF4
Thrombocytopenia) di tipo I: è quadro relativa che è presente sulla superfìcie piastrinica, endote-
mente comune e si osserva prevalentemente nei liale e leucocitaria. La porzione costante dell'immu-
primi giorni (in genere 1-2 giorni dall'inizio) di noglobulina (Fc), legandosi al recettore di tipo due
terapia con eparina non frazionata. È caratteriz per la porzione costante dell'anticorpo (FcgRII),
zata da lieve piastrinopenia (PLT usualmente induce l'attivazione e l'aggregazione piastrinica;
non inferiori alle 100.000/mmc), e tende a risol questa determina la comparsa dì una piastrinope
versi spontaneamente con la prosecuzione della nia da consumo, la liberazione dagli alfa granuli, di
terapia senza alcuna conseguenza clinica. Il nuovo fattore PF4 pronto a legarsi all'eparina; nel
fenomeno è legato all'effetto pro-aggregante contempo, innesca la cascata coagulativa determi
dell'eparina sulle piastrine, a cui essa si lega nando la generazione dì trombina. Durante il pro
mediante interazioni di tipo elettrostatico. L'e cesso di attivazione piastrinica le microvescicole
parina, carica negativamente, in dipendenza del che si generano (chiamate anche microparticles)
suo peso molecolare e della densità di carica, si hanno la caratteristica di esporre fosfatidilserina
lega sulle piastrine, cariche positivamente, sulla loro membrana e sono quindi procoagulanti,
determinandone un'attivazione moderata con contribuendo così ad amplificare il processo trom
conseguente lieve piastrinopenia relativa. botico. La continua generazione di trombina gioca
- Piastrinopenia indotta da eparina o HIT (Heparin un ruolo fondamentale nell'insorgenza delle com
Induced Thrombocytopenia) di tipo II: è, al contra plicanze tromboemboliche. Il PF4 si lega anche
rio, caratterizzata da una piastrinopenia (defini all'eparan solfato endoteliale, formando complessi
ta come conta piastrinica inferiore alle locali a cui gli anticorpi possono legarsi inducendo
150.000/(il) o da un calo piastrinico di almeno il un'attivazione endoteliale ed espressione di fattore
50% del valore basale (definito all'inizio della tessutale che a sua volta interverrà tramite la via
somministrazione di eparina). La HIT di tipo II estrinseca della coagulazione ad amplificare il pro
si manifesta tipicamente in un intervallo di cesso trombotico.
Piastrinopenia da eparina ^ 397
Fig. 13 - Patogenesi della piastrinopenia indotta da eparina di tipo II. Gli anticorpi si legano a! complesso eparina-PF4. forman
do un immunocomplesso {TJ. Il complesso si localizza suda superficie piastrinica (2) legandosi ai recettore FtgRII. In tal modo le
piastrine vengono attivate (3) e determinano una serie di eventi che portano alla attivazione della coagulazione con generazione
di trombina.
Quadri clinici della HIT di tipo II sono: il 10 ed il 30% dei casi. Si distinguono complicanze
trombotiche venose ed arteriose:
- la piastrinopenia: ogni paziente con calo progressi
vo della conta piastrinica tra il quinto ed il quattordi- - Trombosi venosa profonda degli arti inferiori:
cesimo giorno dall'inizio della terapia eparinica (gior è la manifestazione trombotica più frequente
no 0), dovrebbe essere considerato a rischio di HIT con un rapporto di circa 4:1 rispetto alia trombo
tipo H a meno che non vi siano altre cause evidenti di si arteriosa ed è spesso bilaterale. Quando com
piastrinopenia. La piastrinopenia deve essere confer
pare all'arto superiore è usualmente situata dal
mata da almeno un altro emocromo.
lato di un catetere venoso centrale.
- manifestazioni trombotiche, sono complicanze
trombotiche progressive o ricorrenti che insorgono - R it i boli a polmonare.
in circa il 30-50% dei pazienti con HIT dimostrata e - Trombosi dei seni della dura madre.
con significativa morbidità e mortalità. Una compli
canza trombotica comporta la perdita di una arto - Infarto emorragico delle ghiandole surrenali e
nel 10% dei casi circa ed una mortalità variabile fra conseguente insufficienza surrenalica.
398 « Malattie emorragiche e dell'emostasi
- Trombosi arteriosa aortica o ileo-femorale con muovendo così l'adesione piastrinica al suben
ischemia/infarto degli arti inferiori o ischemia dotelio. La pseudo-malattia di von Willebrand,
del midollo spinale. caratterizzata da una anomalia della glicoprotei
- Ictus ischemico. na Ib che paradossalmente presenta una aumen
tata affinità per il fattore von Willebrand pia
- Infarto miocardico.
smatico. La malattia è caratterizzata da una tra
- Trombosi cardiaca intra-atriale o intraventricolare. smissione autosomica dominante, diatesi emor
- Trombosi delle arterie splancniche (renali, ragica di variabile entità, riduzione parziale del
mesenteriche). fattore von Willebrand e dei suoi multimeri a
più alto peso molecolare nel plasma, aggrega
- L esioni cutanee. La comparsa di placche cutanee zione piastrinica indotta anche da basse concen
eritematose, talora dolenti o pruriginose o di necro trazioni di ristocetina. Il difetto della glicoproteina
si cutanea (escara nera centrale con alone di cute la, (recettore per il collagene), è una forma auto
eritematosa ed indurita) in sede di iniezione sotto- somica recessiva, rara, caratterizzata da un
cutanea di eparina, sono un segno di HIT indipen allungamento marcato del tempo di emorragia e
dentemente dalla presenza di piastrinopenia. incapacità da parte delle piastrine di aggregare
La comparsa di necrosi cutanea alle estremità in presenza di collagene
degli arti (venous limb gangrene), o meno frequen
temente, al torace o all'addome (necrosi cutanea 2) da altera ta secrezione e reazione di rilascio
centrale) è una complicanza correlata alla trombosi («release reaction») piastrinica: l'alterazione più
associata alla HIT, che si presenta in corso di tratta frequente risiede in una carenza dei nucleotidi
mento con dicumarolici. (ATP, ADP) immagazzinati assieme alla seroto
La comparsa di segni e sintomi infiammatori nina nei granuli densi (delta Storage pool disease),
(febbre, brivido, rush cutanei), cardio-respiratori a volte associata ad albinismo nella sindrome di
(tachicardia, ipertensione, tachipnea, dolore toraci Hermansky-Pudlak, od in una deficienza del mec
co), gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea) e canismo enzimatico che presiede alla stessa
neurologici (cefalea, amnesìa globale transitoria) «release reaction» (deficit congenito di ciclo-ossige-
entro 5-10 minuti dalla somministrazione endove nasi), simile a quello indotto dalla somministra
nosa di eparina (bolo) deve far sospettare una rea zione di acido acetil-salicilico, per cui è detta
anche «Aspirin-like Sindrome», oppure nel deficit
zione sistemica acuta. Essa si accompagna invaria
di trombossano-sintetasi. La trasmissione genetica
bilmente a rapido calo piastrinico e ad una recente
è di solito autosomica dominante e la diatesi
esposizione ad eparina (inferiore ai cento giorni).
emorragica che ne risulta è di lieve o moderata
entità.
| | Piastrinopcsfie 3) da alterazion i dell'aggregazione p iastrin ica: la
tromboastenia di Glanzman, trasmessa in m o d o
In questo capitolo sono comprese forme morbo autosomico recessivo, in cui è stata messa in evi
se, congenite od acquisite, in cui il difetto piastrini- denza un'alterazione o ima grave carenza delle
co è qualitativo pur con conte piastriniche normali componenti del complesso glìcoproteico Ilb/IHa
(sebbene a volte si accompagni anche una modica della membrana piastrinica, responsabile della
piastrinopenia così da potersi parlare di piastrino- deficiente aggregazione in risposta a tutti gli
peno-patia). agonisti usualmente utilizzati, a parte la ristoce
tina, e del mancato legame del fibrinogeno alla
Piastrinopatie congenite membrana stessa. La diatesi emorragica è seve
ra e, come nella sindrome di Bernard-Soulier, la
Sono attualmente classificabili,a seconda dell'al-
terapia consiste nella trasfusione di concentrati
terazione funzionale indotta, in tre gruppi, in base
piastrinicì da donatore.
al tipo di difetto piastrinico:
4) da altera ta d isp on ibilità del fa tto r e piastrin i-
1) da alterazion i d ella adesion e p iastrin ica: la sin
co 3: sindrome di Scott malattia congenita rara,
drome di Bcrnard-Soulier è una malattia emorragi
trasmessa come carattere autosomico recessivo,
ca severa, caratterizzata da emorragie mucose
caratterizzata dalla normale aggregazione pia
(epistassi, menorragie, gastroenterorragie) dì
strinica in risposta a tutti gli agonisti, ma ridotta
notevole rilevanza ed è trasmessa in modo auto-
capacità di consumare la protrombina durante
somico recessivo. La sindrome è caratterizzata
la coagulazione. L'anomalia è dovuta a una alte
da piastrinopenia con presenza di macrotrom
razione strutturale dei fosfolipidi della membra
bociti (fino a 10-20 micron di diametro), con
na piastrinica.
caratteristiche "pseudolinfocitiche" e assenza di
aggregazione alla ristocetina. La causa è dovuta Il quadro anatomopatologico non è specifico per
a mutazioni del gene della glicoproteina Ib, con alcuna di queste forme, limitandosi alla presenza,
assente o alterata funzione della stessa, ed inca più o meno estesa, delle emorragie mucose o d'or
pacità di legare il fattore von Willebrand pro gano da insufficiente emostasi.
Piostrinopatie " 399
lente. Il blanching aiuta nella diagnosi differenziale ri della coagulazione, come nel caso delle emofilie.
con l'eritema e la teleangiectasia. Talvolta sono necessari ulteriori studi, come nella
Le petecchie, sono piccolissime lesioni, definite malattia di Von Willebrand. Alcuni difetti possono
anche "a capocchia di spillo" del diametro massimo essere dovuti ad anomalie della funzionalità pia-
inferiore ai 2 mm Lesioni più grandi, spesso date strinica, e solo richiedendo specifici esami di labo
dalla confluenza di più petecchie sono chiamate ratorio tali difetti possono essere riconosciuti (ad
porpora (diametro 2mm-l cm). Lesioni ancora mag esempio il PFA-100 o l'aggregazione piastrinica). È
giori, spesso di tipo traumatico dal colorito rosso opportuno inoltre eseguire uno striscio di sangue
verdastro (dovuto al catabolismo dell'eme) sono periferico perché alcuni disordini come la sindrome
chiamate ecchimosi. di Moschowitz (TTP) e la Sindrome emolitico ure
La fuoriuscita di emazie dal letto vascolare può mica (HUS) possono essere diagnosticati grazie a
essere spiegata da tre fattori: un possibile difetto questo semplice esame (malattia emolitica microan-
emostatico nel controllo delle lesioni traumatiche giopatica). Anche il dosaggio del fibrinogeno e del
dell'endotelio dei vasi, un consitente incremento D-Dimero possono contribuire alla diagnosi diffe
della pressione transmurale, un difetto strutturale renziale con la CID.
dell'endotelio e dei tessuti viciniori.
La classificazione delle porpore è riportata in 1 ) Porpore associate a malattie del connettivo
tabella 5.
Esami di laboratorio. È importante escludere la La sindrome di Ehlers-Danlos, è l'esempio para
presenza di difetti specifici dell'emostasi. Tali disor digmatico di malattia del connettivo da difetti ere
dini possono essere evidenziati da allungamento ditari dei geni deputati alla sintesi del collagene. La
del PT e del aPTT, che guidano all'identificazione clinica è caratterizzata da cute soffice, lassa, con
del difetto specifico attraverso il dosaggio dei fatto- ipermobilità articolare, cicatrici anomale e tendenza
emorragica.
La predisposizione ad ematomi spontanei è
S S M S H B Classificazione delle porpore su base fenomeno frequente. Sono stati descritti 10 sottoti
fisiopatoiògica pi. Le manifestazioni cliniche, compresi eventi fata
li da rotture vascolari, sono più evidenti nel sottoti
po IV. Nella maggior parte dei casi sono state iden
1) Malattie del connettivo tificate mutazioni a livello dei geni del collagene di
A) Ereditarie
tipo III. La diagnosi viene in genere posta su biop
- Sindrome di Ehler Danlos sia della cute.
- Sindrome di Marfan
- Pseudoxanthoma Eiasticum La sindrome di Marfan è dovuta invece ad un
B) Acquisite difetto nella formazione delle fibrille (mutazione
- Porpora senile o di Bateman del gene della fibrillina-1). Le manifestazioni sono
peculiari: dislocazione del cristallino, aneurisma
2) Anomalie dell'endotelio
A) Ereditarie
dell'aorta, dissezione aortica, anomalie scheletriche
- Teleangiectasia emorragica ereditaria (morbo come Taracnodattilia e arti allungati. Il danno del
di Renau-Osler) tessuto connettivo si associa con facilità agli emato
- Anaiomatosi viscerale multipla di von Hippel- mi spontanei. I comuni test della coagulazione sono
Lindau nella norma.
B) Acquisite Lo pseudo xantoma elastico è un'altra patologia
- Sarcoma di Kaposi del tessuto connettivo con degenerazione delle
- Angiomi fibre elastiche. Esso è stato associato a emorragie
3} Da occlusioni vascolari delle mucose.
- Embolismi Porpora senile o di Bateman. L'eziologia di que
- Infezioni sto tipo di porpora và ricercata nella atrofia del tes
- Disprotidemie suto connettivo, scomparsa del tessuto adiposo e
4) Metaboliche degenerazione delle fibre collagene ed elastiche
- Scorbuto dell'anziano. Si presenta con emorragie vaste che
- Farmaci steroidei formano ematomi sottocutanei di varia forma ed
- Aciduria etilmalonica estensione, spesso triangolari, localizzata al dorso
5) Da infiammazioni
delle mani ma talora anche alla faccia estensoria
- Pórpora allergica o di Schònlein Henoch degli avambracci e alle gambe.
- Vasculite leucocitoclastica
6) Da Traumi o aumento pressorio 2) Anom alie dell'endotelio: angiomi
- Accidentali e teleangectasie
- Fittizia
- Tosse, Vomito Alcune di queste lesioni sono delle semplici
- Altitudine malformazioni vascolari, come nel caso delle chiaz
ze vinose o della sindrome di Klippel-Trénaunay-
402 £ Malattie emorragiche e dell'emostasi
Weber (chiazze vinose, vene varicose e crescita state trattate con successo con embolizzazione
eccessiva dell'osso o dei tessuti molli). (angiografia interventistica). All7autopsia è talora
Altre forme di teleangectasie congenite più possibile trovare telengectasie sulla parete dello
gravi, comprendono la teleangiectasia viscerale di stomaco, della mucosa bronchiale o nel bacinetto
von Hippel-Lindau, con localizzazioni cerebrali e renale. Queste localizzazioni sono alla base delle
cerebellari (a volte fatali), retiniche e cutanee, e l'as eventuali emorragie a carico degli organi interni,
sociazione di angioma gigante congenito con pia- rare, ma pericolose.
strinopenia o sindrome di Kasabach-Merritt, del Teleangiectasie sono state osservate anche a
neonato. livello della retina e del cervello, a volte con forma
La forma più frequente è la malattia di Rendu- zioni di fistole artero-venose
Osler.
Angiomatosi emorragica familiare di Rendu- 3) Da occlusioni vascolari
Osler. La teleangiectasia generalizzata emorragica
ereditaria, meglio nota come malattia di Rendu- Porpora infettiva. La patogenesi di questo tipo
Osler, è una sindrome autosomica ereditaria, carat di lesioni è complessa. Spesso vi è una diretta inva
terizzata dalla triade: ereditarietà, teleangiectasie sione vascolare da parte dell'agente infettivo. Que
multiple, emorragie cutanee e mucose. Negli etero sto tipo di vasculiti può manifestarsi come coagula
zigoti, le teleangiectasie non vengono ereditate zione vasale disseminata, porpora fulminante,
rezione di Schwartzmann, o vasculite da immuno-
come tali, ma viene trasmessa solo la tendenza ad
un'angiopatia neoformativa di teleangiectasie cir complessi. Inoltre tutti gli agenti infettivi possono
essere causa di diminuzione della conta piastrinica
coscritte, che di solito si manifestano dopo i tren-
e conseguente comparsa di petecchie cutanee. Altro
t'anni.
Il difetto genetico sembra interessare la produ
tipo di lesioni sono quelle da batteri Gram negativi
come la Pseudomonas Aeruginosa o la Klebsiella
zione di proteine responsabili del segnale di trasdu
enterocolitica. Le lesioni iniziano come eritema ed
zione associato con il transforming growth factor |3
evolvono poi in placche fino ad un vero e proprio
(TGF-p). In particolare, mutazioni a livello del cro
eritema nodoso. Le malattie infettive più comune
mosoma 9, specifiche per il gene della endoglina
mente chiamate in causa sono la rìckettsiosi, la
sono responsabili per il sottotipo HHT-1, mentre le
Neisseria Meningitidis, lo Streptococcus Pneumo
mutazioni a livello del cromosoma 12q 13 a livello
niae, l'Haemophilus influenzae, gli ECHO virus e le
del gene per Tactivina receptor like kinase (ALK-1),
malattie del complesso TORCH (vedi Fig. 15).
sono responsabili per il sottotipo HHT-2. L'ALK-1
La sepsi da meningococco spesso associata a
costituisce il recettore di tipo I per il TGF-J3, mentre CID, tra le porpore infettive è quella più eclatante.
l'endoglina il recettore di tipo ftl. Essa si caratterizza per la comparsa di lesioni erite-
Le alterazioni vascolari sono molto più gravi mato papulose, successivamente associate a petec
negli omozigoti, nei quali sono già presenti alla chie disseminate e a lesioni purpuriche. La presen
nascita e possono condurre a morte nei primissimi za dì rash è stata associata con il rischio di morte. La
mesi di vita. condizione sembra dovuta a una diminuzione di
La lesione è data dalle teleangiectasie, dilatazio alcune proteine regolatrici della coagulazione come
ni dei vasi terminali. la Proteina C e la proteina S, ma anche l'antitrombi-
Lo studio istologico delle dilatazioni teleangiec- na III.
tasiche mostra che le pareti sono lasse e deboli, i Raramente le infezioni virali possono presentar
capillari appaiono giganteschi e dilatati. Le telean si con porpora vascolare. Alcuni casi di infezioni da
giectasie si manifestano sotto forma di macchie Parvovirus B19, da Herpes virus 6 o da Coxsackie
puntiformi rosse o violacee o rossestellate facili a
rompersi, con localizzazioni cutanee e mucose. Le
sedi più frequenti sono al volto, fronte, mento, orec
chie, ma anche ascelle, mani, e, mucose, delle lab
bra, cavo orale e vagina
Le epistassi sono il sintomo più frequente. Il sot
totipo ALK-1 è stato associato con vasoocclusioni
polmonari e malformazioni (talora fistole) arterove-
nose polmonari. Malformazioni arterovenose sono
state descritte, specialmente a livello cerebrale, ma
anche epatico, con formazione di aneurismi, di
fistole e di angiomi cavernosi. A livello oculare sono
descritte emorragie retiniche e congiuntivali. Danni
neurologici e danno delle funzioni cognitive sono
spesso presenti (emboli, emorragie).
La terapia è prevalentemente di contenimento.
Lesioni cerebrali con tendenze emorragiche sono Fig. 15 - Porpora da infezione da meningococco.
Maloffie emorragiche da difeffi vasali ^ 403
Virus sono associati con eritemi purpurici o petec articolazioni più colpite sono quelle del ginocchio e
chiali. del calcagno, qualche volta anche i gomiti e più
raramente le piccole articolazioni interfalangee.
4) Porpore di origine m etabolica A carico delLaddome si possono avere delle
Queste sono state associate con: ipoproteinemia manifestazioni purpuriche soprattutto sulla tonaca
sierosa dell'intestino, con talvolta coliche violente,
(come nel caso dei dializzati), deficit di Vitamina C
(scorbuto) e abuso di farmaci steroidei, ipotiroidi- con transitori episodi di deiezioni muco-sanguino
lente. Sono anche riportate pancreatiti e colecistiti, e
smo.
casi di intussuscezione. A carico del sistema nervo
Il deficit di Vitamina C è responsabile della man
so centrale, paresi transitorie degli occhi, neuropa
cata idrossilazione dei residui di lisina e prolina con
tie periferiche e raramente emorragie cerebrali. A
conseguente immaturità delle fibrille di collagene e
livello dell'apparato respiratorio, emorragie, effu
conseguente danno vascolare. Il quadro anatomo-
sioni pleuriche, edema allergico, con edema della
patologico dello scorbuto è rappresentato da gengi
vite interdentaria emorragica con caduta dei denti e glottide.
Anche l'infarto cardiaco è stato descritto in asso
ammassi fetidi gengivali, da petecchie cutanee pre
ciazione con questa patologia. Le alterazioni renali,
valentemente attorno ai follicoli piliferi e da emato
quando presenti, sono rappresentate da una glome-
mi sottoperiostei, sottofasciali o intramuscolari e
spesso da anemia post-emorragica. La varietà dello rulite parcellare di tipo membranoso, molto simile a
quella riscontrabile nel lupus eritematoso, con ema
scorbuto nei lattanti/ o morbo di Moeller-Barlow, si
turia; in alcuni casi vi è una glomerulite focale con
differenzia per la scarsità delle manifestazioni gen-
microematuria, fino a una vera e propria nefrite dif
givitiche e stomatitiche e invece si caratterizza per
fusa. All'immunofluorescenza è possibile mettere
la gravità delle emorragìe sottoperiostee ed ìntraos-
in evidenza depositi granulari di immunoglobuline
see con epiiisiolisi, fratture spontanee e ingrossa
a livello mesangiale. L'aspetto anatomopatologico è
menti subperiostei post-emorragici.
quello di una glomerulonefrite diffusa acuta e sub
I fa rm a c i steroidei sembrano inibire la produ
acuta.
zione del collagene stesso a livello del suo mRNA.
Tra le porpore di origine metabolica, vale la
pena di ricordare Yaciduria etihn alon ica, una sin
drome associata con un difetto delle cellule musco
lari di citocromo C ossidasi. Tale sindrome si pre
senta con ematomi e petecchie.
Anche ramilo ido si può essere causa di queste
lesioni. I depositi di amiloide infatti possono infil
trare l'endotelio vascolare e il derma, aumentando
la fragilità dei vasi stessi.
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Sindromi
3.5 mielodisplastiche
G.M. Mariuzzì, F. Lanza, L. Mariuzzi
MIELODISPLASIA
Anemia Megacariociti, con nuclei ipoloba-
ASSOCIATA A
tì: normali o aumentati
Blasti < 5 % Blasti < 5%
DELEZIONE
No corpi di Auer
ISOLATA (5q-)
Piastrine normali o aumentate Delezione di (5q-)
Da: Jaffe Es et al. (eds), Pathology and Genetics of Tumors of Haematopoietic and Lymphoid Tissues, Lyon, IARC Press, 2001
tanto irregolare; riduzione o anche mancanza sari, per le esigenze non solo diagnostiche, ma
di granulazioni citoplasmatiche specifiche e anche di quelle prognostiche che debbono guidare i
di quelle azzurrofile; provvedimenti terapeutici.
- anormalità evidenti degli elementi della serie Questa classificazione si fonda, in particolare, su
eritrocitaria, caratterizzate in particolare da criteri morfologici relativi alle cellule del sangue
micro o macrocitosi, da ipo o ipercromia circolante e del midollo osseo, nonché sulla eviden
delle emazie, dairaccumulo intracitoplasma- ziazione citochimica del ferro; sono considerati fon
tico ed extracellulare di ferro; damentali i seguenti caratteri:
- alterazioni morfologiche sia nucleari di seg - numero dei blasti,
mentazione che strutturali dei megacariociti - presenza dei corpi/bastoncini di Auer.
(micro-megacariociti in particolare e megaca
riociti giganti); Così, (si veda la Tab. 2):
m e citochimiche (Fig. 5): - nell'Anemia Refrattaria (Ai?) o (Refractory
- difetto di mieloperossidasi o della fosfatasi Anaemia RA), ha rilievo diagnostico il riscontro,
alcalina leucocitaria; nel sangue periferico, di un numero di blasti
uguale o inferiore alTl% e di monociti inferiore
- modificazioni neirespressione della positivi
o uguale all' 1 X 10 alla nona/L;
tà alla doppia colorazione esterasica;
- nella Anemia Refrattaria con Sideroblasi ad
- positività alla reazione di Pearls connessa
Anello (ARSA) o (Refractory Anaemia with
con la presenza e l'accumulo intracitopla- Ringed Sideroblasts: RARS) in circolo si trovano
smatico di ferro (Fig. 5). blasti in numero inferiore o uguale all'1%, men
In base al riscontro di alcune o di tutte le anor tre nel midollo i blasti sono meno del 5% ed i
malità microscopiche considerate, queste anomalie sideroblasti ad anello possono superare il 15%;
citomorfologiche e funzionali hanno portato alla - nella Anemia Refrattaria con Eccesso di Blasti
formulazione della classificazione FAB, (Tab. 1) (AREB) o (RA with Excess of Blasts: RAEB) il
intesa alla definizione nosografica di distinti quadri riscontro, negli strisci, di un numero di blasti in
anatomopatologici, istologici, citologici e citochimi- circolo può raggiungere eccezionalmente il 5%,
ci e quindi anatomoclinid e dei relativi sottogruppi, essendo i monociti di numero pari o inferiore
fra loro distinguibili, e quindi utili, o meglio neces all'l X 1 0 alla nona/L;
10 11 12
é ,
13 14 15 16 17 18
19 20 21 22
« Y
Fig. 2 - Mappa cromosomica in un caso di AREB con monosomia 7. (Da A. Notorio, R. Invernizzi, Le sindromi mielodisplastiche,
in Trattato di Medicina Interna di P. Larizza Voi. I, Tomo II, Piccin, 2005).
410 « Sindromi mieíodisplostiche
- mentre sono da classificare come L eucem ie ® la variante -5;
M ielo-M on ocitiche-C ron iche (LMMC) o (C hro- • la variante 5q-;
nic M yelo-M on o ci tic L eu kem ia: CMML) le © la variante -7;
forme di AR in cui il numero di monociti circo
• la variante 7q-;
lanti superi TI X 109/L ed il numero dei blasti
midollari raggiunga o superi il 20%, fino al 30%, © la variante -y;
con aumento evidente delle cellule promonociti- @ la variante 20q-;
che; 9 la variante 9q-
- infine la variante di A nem ia R efrattaria con essendo la variante -5 quella di più facile riscontro
Eccesso di B lasti in tra s/orm azione : AREB -t, nelle SMD secondarie.
segnata da un numero di blasti in circolo superio Va comunque ricordato che, oltre alla anormali
re al 5%, essendo quello dei blasti midollari supe tà qui richiamate, ne sono state finora identificate
riore al 20 %, con corpi di Auer tanto in circolo altre e numerose, ma di osservazione poco frequen
che in sede midollare fino al 30% (Tabb. 1 e 2). te ed alcune eccezionali.
Al momento attuale viene seguita la nuova clas È opinione diffusa che la maggior parte dei casi
sificazione formulata nel 2001 dalla O rgan izzazio di SMD insorgano per mutazioni subentranti di
ne M ondiale per la Sanità (OMS) o W orld H ealth una cellula staminale toti o multi-potente, la quale
O rganization (WHO), (Tab. 2) con le integrazioni è in grado di generare citotipi precursori di tutte le
qui richiamate. serie emopoietiche, eritrocitica, granulocitica,
monocitica e piastrinica (Tab. 3). Serie che non sono
tutte, e obbligatoriamente coinvolte, condizione che
| Citogenetica giustifica la variabilità e la molteplicità delle diver
se forme clinico-morfologiche.
La patologia proliferativa displastico/neoplasti È anche verosimile che una cellula staminale
ca del midollo emopoietico, propria delle sindromi solo pluripotente possa generare serie cellulari dif
mielo-displastiche, progredisce per accumulo di ferenti, mieloide o linfatica. Deduzione ricavata
anormalità citogenetiche che, a partire da un'inci dalla ricerche sugli alloenzimi della glucoso-6-
denza del 30% nella AR, cresce progressivamente fosfato-deidrogenasi e sulle mutazioni dell'oncoge-
fino a valori del 60% nella RAEB e nella LMMC, in ne RAS, nonché dalle analisi citogenetiche.
cui i riarrangiamenti genetici si fanno più comples In conclusione è da tener ben presente che le
si e frequenti; essendo, i dati relativi al tasso ed alla SMD sono legate ad eventi patogeni instabili, fatto
complessità delle alterazioni genotipiche, fattori di per cui è sempre possibile, o anche facile, l'avvento
rilievo, anche clinico pratico, appunto per i fini di eventi di evoluzione clonale in grado di genera
della prognosi e della terapia. Prognosi relativa re, sempre, ulteriori anormalità del cariotipo
mente buona nei casi con sindrome da monosomia (Fig. 2). Anormalità che sono tali da produrre una
5q- e più severa invece quando si addizionino la insufficienza progressiva dell'emopoiesi, associata
monosomia 7 e/o la trisomia 8. con la produzione di blasti e che può anche sfocia
Infatti le anormalità citogenetiche più frequenti re in leucemia acuta, di solito mieloide ed eccezio
associate con le SMD sono: nalmente linfoblastica (Tab. 4).
Fig, 3 - Aspirato di Midollo Osseo (AMO). Midollo osseo di Fig. 4 - Aspirato di midollo osseo (AMO) di soggetto con AR:
soggetto con Anemia Refrattaria (AR): iperplasia eritroblastica ¡perplasia della serie eritropoietica con cellule megaloblastoidi
ea accentuata diseritropoiesi (MGG, óOOx). (MGG, 1200x).
Citogenetica ® 411
Eventi di progressione, molto complessi, e tali numeriche e biologiche delle cellule emopoietiche
da giustificare i quadri, non comuni ma certi, di tanto del sangue circolante che del midollo em o
forme di difficile inquadramento come sono: poietico.
La nuova classificazione (Tab. 2) distingue infat
- la sindrome associata a monosomia 7 (-7), di
ti otto differenti varianti dell'anemia refrattaria, che
norma inclusa nelle SMP, è caratterizzata anche
sono:
da segni della mielodisplasia;
- la variante ARSA o ASIA della AR che si caratte - Anemia Refrattaria senza sideroblasti ad anel
rizza per la produzione efficiente di piastrine, lo, AR, o (Refractory Anaemia; RA);
così che manca la piastrinopenia mentre può - Anemia Refrattaria con Sideroblasti ad Anello,
essere evidente la piastrinosi; ARSA o ASIA, o (RA with Ringed Sideroblasts
- pazienti portatori della sindrome 5q- che posso RARS);
no avere iperproduzione di piastrine con piastri - Citopenia Refrattaria con Displasia Multifila
nosi, anziché piastrinopenia. re, senza■ sideroblasti ad anello, CRDM, o
Infine sono molto indicative dei rapporti di con (Refractory Cytopenia with Multilinear
tinuità fra le SMP e le SMD i quadri di passaggio Dysplasia - RCMD
definiti come sindromi mieloproliferative/mielodi- - Citopenia refrattaria, displasia multifilare, con
splastiche. Sideroblasti ad Anello, CRDM-SA o (RCMD
and Ringed Sideroblasts - RS - RCMD-RS
- Anemia Refrattaria con Eccesso di Blasti tipo 1,
| Quadri anaiomo-clinici AREB 1, o (RAEB1);
- Anemia Refrattaria con Eccesso di Blasti tipo 2,
L'OMS (WHO) nel 2001 ha proposto una classi AREB 2, o (RAEB2);
ficazione più adeguata alle esigenze attuali, clini
che, prognostiche e terapeutiche; esigenze che - mielodisplasie Non Classificabili, SMDNC; o
richiedono informazioni raccolte con il maggior (MDS Unclassified: MDS-U);
dettaglio possibile e tali da fornire dati concernenti - mielodisplasia associata a delezione isolata del
soprattutto la natura e l'entità delle modificazioni 5q-, SMD 5q- o (MDS 5q~)
412 : Sindromi mielodisplosfiche
L'OMS formulando questa classificazione ha con aumento percentuale delle forme immature.
preso atto che fra l'AREB - t e la leucemia mieloide Le cellule blastiche midollari non eccedono il 5%
acuta non può essere posto un confine preciso, per mentre quelle circolanti risultano sempre inferiori
cui il distinguere queste due forme è da considera all'1%. Il midollo nell'insieme è normo o ipercellu-
re atto diagnostico del tutto arbitrario: ragione per lato. L'incremento della cellularità, evidente in par
cui, attualmente, esse vengono collocate nell'ambi ticolare nei preparati istologici di midollo (Fig. 1),
to della leucemia mieloide acuta, come sue varian contrasta con l'anemia e l'oligocitemia periferica;
ti; inoltre, e sempre l'OMS, suggerisce per la Leuce da qui l'aforisma elaborato per etichettare queste
mia Mielo Monolitica Cronica (LMMC) gli stessi forme: «anem ie a m id ollo ricco». Generalmente
parametri diagnostici assunti per l'inquadramento sono prive di alterazioni quali-quantitative della
delle SMD collocandola fra le SMP/MD. serie granulocitica e di quella megacariocitica. Il
Di seguito vengono riassunti i caratteri che
termine di anemia refrattaria non risulta del tutto
distinguono le diverse varianti delle sindromi mie
adeguato al complesso dei caratteri di questa condi
lodisplastiche secondo i criteri della classificazione
zione patologica ma, in attesa di ulteriori apporti, il
WHO - OMS - del 2002.
suo impiego è utile ai fini classificativi.
Le emazie generalmente hanno difetti enzimati
1) Anemia Refrattaria (AR) ci relativi a: piruvato chinasi (PK), acetilcolinestera-
senza sideroblasti ad anello si (analogamente alla emoglobinuria parassitica
R appresenta d al 5 a l 10% delle SMD. L'anemia notturna), delta-ala sintetasi, emesintetasi; di solito
è il sintomo principale di questa condizione che col la G6PDH eritrocitaria è aumentata: difetti questi
pisce in particolare soggetti di età superiore ai 50 che comportano compromissioni di funzioni eritro
anni. Le alterazioni reperibili negli elementi del citarie. Altre anomalie, di frequente riscontro, sono
sangue periferico sono: reticolocitopenia, macroci- rappresentate da modificazioni del corredo antige
tosi delle emazie, anisopoichilocitosi, basofilia pun nico degli eritrociti (increménto dell'antigene i,
tata. Lo studio microscopico del midollo mette in decremento di A 1 e H I, conversione del gruppo A
evidenza segni, più o meno marcati, di diseritro in gruppo 0) nonché da anomalie strutturali dell'e
poiesi nucleare e citoplasmatica, associata ad iper- moglobina (aumento della HbF e comparsa del-
plasia midollare della serie eritroide (Figg. 3 e 4), l'HbH).
Fig. 5 - Quadri microscopici di ARSA: a) sezione istologica di midollo osseo in soggetto con RARS: la reazione istochimica per il
ferro evidenzia depositi diffusi (Pearls, 150x); b) l'indagine citologica relativa al caso a) fa cogliere immagini di sideroblasti ad
anello (Pearls, 1000x); c) aspirato midollare ai soggetto con RARS: evidenti in verde i depositi diffusi dì ferro, anche in sede intra-
cellulare realizzanti l'aspetto di sideroblasti ad anello (Pearls, 10OOx); d) Strìscio di midollo di soggetto con ARSA nel quale la rea
zione di Pearls evidenzia l'accumulo di ferro negli eritroblasti anche con la morfologia ad anello, soprattutto nella parte inferiore
dell'immagine. (Casi osservati dal prof. L. Cavazzini).
Quadri anatomo-clinici € 413
ha un disegno cromatinico delicato, il nucleolo cleati, difetto correlato con la presenza, nello stesso
bene evidente è disposto al centro della cellula cromosoma, del gene che sovraintende alla produ
(Figg. 9 a, b, c). zione della glicoproteina di membrana - 130 - , pro
pria dei granulociti neutrofili. Sono pazienti che
La progressione delle lesioni dell'AREB è ulte
vanno incontro ad episodi infettivi ricorrenti.
riormente segnata dai quadri di AREB con Localiz
L'esistenza di aberrazioni cromosomiche pluri
zazione Abnorme di Precursori Immaturi - AREB-
me, non casuali, rappresenta un fattore prognostico
LAPI - (Figg. 10 a, b, c), o RAEB-ALIP che, nei casi
sfavorevole nelle SMD; sono presenti, più spesso, in
relativi alle figure, era caratterizzata anche da un'i-
forme che evolvono più precocemente in leucemia.
perpìasia tale da obliterare completamente le lacu
La leucemia mielo-monocitica cronica (LMMC),
ne del midollo osseo (Figg. 10a e 10c).
in base ai criteri classificativi assunti di recente dal-
Le anomalie del cariotipo sono frequenti: in
l'OMS - WHO - , è stata inclusa e viene descritta nel
linea generale sono assai più elevate rispetto alle
capitolo delle sindromi mieloproliferative/mielodi
altre sindromi mielodisplastiche precedentemente
splastiche croniche.
descritte. Meritano di essere segnalate almeno le
seguenti anormalità:
- la trisomia del cromosoma 8 (+8);
AREB in trasformazione (AREB-t)
È una delle forme considerate nella classificazio
- la monosomia dei cromosoma i 7 (-7) o 5 (-5);
ne FAB che incide per il 5, 10% delle SMD, come
- la delezione del braccio lungo del cromosoma 5 quadro intermedio tra la RAEB e la leucemia acuta
(5q-), che si associa ad un quadro di MDS carat mieloide e che merita di essere considerato proprio
terizzato da anemia macrocitica, ipoplasia eri- perchè espressione di evento indicativo della pro
troblastica midollare; gressione verso la malignità attuale, rappresentata
- delezione del cromosoma 11 (llq-), o 20 (20q-); dalla leucemia acuta.
- traslocazione 8-21 (t(8:21)); Si caratterizza per:
- isocromosoma 17 (i(17)) cioè replicazione ano - la densa ipercellularità del midollo (Fig. Ila);
mala di questo cromosoma in senso trasversale - il riscontro di micro-megacariociti (Fig. Ile);
invece che longitudinale.
- una quota di blasti midollari (Fig. llb ) che supe
I casi con monosomia 7 si distinguono per un ra il limite del 20%, essendo però inferiore al
deficit dell'attività chemotattica dei polimorfonu- 30%; limite, questo, assunto per esigenze noso-
41 ó ; Sindromi mielodisplosfiche
grafiche tese a distinguere questo quadro da In questa variante i blasti, nel sangue circolante
quello della ulteriore progressione verso la leu e nel midollo osseo, sono meno del 5%; affatto
cemia; nella quale la quota di blasti appunto caratteristico è anche il reperto di megacariociti
raggiunge o supera il 30%, e verso la leucemia giganti con nucleo poco, o per nulla, segmentato
mieloide acuta in particolare. La condizione (Fig. 12).
AREB t è gravata da una percentuale di trasfor Colpisce più spesso soggetti di sesso femminile
mazione/progressione leucemica sensibilmente nella maturità o in vecchiaia. Nel sangue periferico
superiore rispetto a quella delle altre forme. dei pazienti affetti da questa sindrome si riscontra:
- anemia macrocitica, associata talora a tromboci-
Sindrome mielodisplastica associata alla tosi;
delezione del cromosoma 5: - Sindrome5q - - midollo ipercellulato per iperplasia eritroide;
È quadro clinico-patologico legato alla delezio - eritropoiesi con caratteri evidenti di displasia;
ne del braccio lungo del cromosoma 5, appunto 5q, - possibile è anche il riscontro di sideroblasti;
che rappresenta l'anomalia citogenetica, la seconda - anormalità della piastrino-poiesi per riduzione
per incidenza, che ricorre in associazione con ima della lobatura dei megacariociti che sono
forma grave di SMD oppure di ima forma già pro aumentati di numero ed anche di volume,
gredita allo stadio di neoplasia in atto: perciò defi potendo i diametri essere pari a 30-40 micron,
nita con l'eponimo di sindrome 5q-, essendo l'ano caratteri che sono propri dei megacariociti
malia citogenetica prevalente (5)(ql3ql3). giganti (Fig. 12).
Quadri anatomo-clinici 417
(H Sindromi mieloproliferative/
mielodisplasHche (SMP/MDj
Questa categoria riunisce le forme "di passag
gio", cioè i quadri clinico-patologici caratterizzati
da eventi di progressione che si possono considera-
re intermedi le SMP e le SMD; comunque comples
si sintomatologici di classificazione problematica,
perché caratterizzati da alterazioni più pronunciate
di quelle canoniche per le SMP, ma non ancora tali
da soddisfare i criteri richiesti per la loro inclusio
ne nelle SMD (Tabb. 2 e 5).
Le varianti finora incluse nella categoria delle
SMP/MD sono:
- la leucemia mielo-monocitica cronica (LMMC) e
la sua variante con eosinofilia;
- il disordine /mieloproliferativo/mielodisplasti-
co associato con t(5;12)(q31-33;pl3);
- la leucemia mieloide cronica atipica;
- la leucemia mielomonocitica giovanile
1) Leucemia Mielo-Monocitica Cronica
(LMMC) - Chronic Mielo-Monocytic Leukaemia
Fig. 11 - Quadri istologici e citologici in soggetto con AREB in (CMML). Questa variante, nella nosografia FAB,
trasformazione {AREBt): a) cospicua i'iperceilularità per aumento rappresenta circa il 15% di tutte le SMD/MP; si
di blasti. (Osservazioni del prof. L. Cavezzini). b) AMO in sog
getto portatore di AREBt: si riconoscono granuioblastì privi di gra manifesta con quadro clinico di anemia incostante e
nulazioni citoplasmatiche specifiche e dotati di granuli azzurrofi- soprattutto con i segni della leucemia cronica:
li (MGG, 1200x); c) AMO di soggetto portatore di AREBt: si rico epato-splenomegalia, versamenti sierosi, linfoade-
noscono al centro due micromegacariociti mononucleati e con
scarsi granuli citoplasmatici (MGG, 1200x). nomegalia; possono essere associati anche infiltrati
cutanei. Il criterio diagnostico specifico è rappre
sentato dalla monocitosi periferica, essendo il
Accanto alle forme considerate si conoscono
numero dei monocitici circolanti di solito superiore
altri quadri che non rientrano nelle categorie
descritte: si tratta di varianti caratterizzate da piastri- all'uno per IO9. I monociti leucemici possono pre
nopenia e neutropenia, con displasia evidente: forme sentare anormalità morfologiche come ipersegmen-
che, per questo, vengono incluse nella categoria delle tazione, segni di immaturità come basofilia citopla
citopenie considerate nella classificazione FAB. smatica pronunciata ed accentuazione delle granu
Forme che attualmente, e forse solo provvisoriamen lazioni citoplasmatiche.
te, sono incluse nella categoria delle Sindromi Mieto In estrema sintesi, e secondo i criteri della FAB,
-Displastiche Inclassificabili (SMDI). vanno diagnosticate come forme di LMMC quelle
418 k Sindromi mielodisplosfiche
Rapporti che intercorrpno fra le 5MP de due distinte varianti clinico/citologiche che
e le SMD e loro quadri sono:
clinico/ematologici maggiori secondo • la LMMC-1: con blasti circolanti in numero infe
la classificazione WHOy comprese le riore al 5% e con blasti midollari oltre il 10%;
forme "intermedie" delle SMP/ MD 9 la LMMC-2: con blasti circolanti e midollari a
(Da BJ. Bain: Leukemia Diagnosis tassi superiori a quelli della variante 1.
Blackwell 2003)
2) II d isord in e m iei o-prò l ifera ti voìm ie lo -
d isp lastico con t(5;12) (q31-33%f!3) comprende le
forme nelle quali la anormalità citogenetica eponi-
S M D ;V
mica si accompagni al quadro della LMMC con
/ LMC / s M P / M D ^ 1 A R V:■■
’’■■’ ■ eosinofilia - tasso di eosinofili circolanti superiore a
MFSC LMML iA R S A ] 1.5 X 10 alla none/L -. Si riscontra in particolare in
\ PV 1 D M P-M D ,f CRDM : 1
V LM CA / A R EB / soggetti màschi con età media di 42 anni; i quali
\ TE
\ L M M O / SM D 5q-/ oltre aireosinofilia presentano anche epato-spleno-
megalia.
3) L a leucem ia m ieloide cronica atip ica si carat
Legenda terizza soprattutto per il riscontro di anemia con
Sindromi Mielo-Proliferative (SMP): splenomegalia e quadro periferico di leucemia mie-
- LMC = Leucemia Mieloide Cronica ioide cronica con un numero di monociti in circolo
- MFIC = Mielo Fibrosi Idiopatica Cronica
- PV = Poiicitemia Vera dell'ordine del 3-10% e di blasti inferiore al 30%.
- TE = Trombocitosi Essenziale 4) L a leu cem ia m ielo -m o n o citic a g io v a n ile,
Sindromi Mielo-Displastiche (SAIO): variante rara riscontrabile anche nei bambini che
- AR = Anemia Refrattaria
- ARSA = Anemia Refrattaria con Sideroblasti ad Anello appunto possono essere affetti da sindromi mielo-
- CRDM = Citopenia Refrattaria con Displasia Multifilare proliferative/mielodisplastiche. Il quadro clinico
- AREB = Anemia Refrattaria con Eccesso di Blasti ematologico ha differenze significative rispetto alle
- SMD5q- = Sindrome Mielo-Displastica 5q-
Sindromi Mielo-Proliferative/Mielo-Displastiche (SMP/MD): forme degli adulti: infatti può conseguire o dipen
- LMMC = Leucemia Mielo/Monocita Cronica dere da terapie con farmaci citotossici; oppure può
- DMP/MD = Disordine MP/MD complicare ima sindrome di Down o anche altre
- LMCA = Leucemia Mieloide Cronica Atipica malattie sostenute da altre alterazioni genetiche.
- LMMG = Leucemia Mielo/Monocitica Giovanile.
Sono più frequenti nei bambini di sesso maschi
le ed il quadro clinico è caratterizzato da febbre,
in cui il quadro ematologico sia caratterizzato da: spesso associata a tonsillite o a bronchite, da eruzio
ni cutanee, da epato-spleno-megalia e da ingrossa
- presenza in circolo di granulocitì in numerò mento dei linfonodi. Peculiari sono le alterazioni
superiore alla norma;
del quadro ematico periferico che risulta segnato,
- aumento di blasti circolanti < 20%; oltre che dall'anemia con presenza di eritrociti
- aumento dei blasti midollari < 20%; nucleati, da leucocitosi neutrofila e, soprattutto, da
- un numero di promonociti superiore alla norma. un aumento significativo dei monociti circolanti.
Invece, nella classificazione proposta dal gruppo
della WHO, sono da classificare come LMMC i qua
dri nei quali siano riscontrabili i seguenti caratteri:
- un tasso di monociti circolanti superiore all'l X Da quanto esposto si desume che la diagnosi
IO9; delle sindromi mielodisplastiche si fonda su una
- aumento dei blasti midollari inferiore al 20%; somma di valutazioni, tutte indispensabili, e valide,
- presenza di promonociti sia nel midollo che nel perché fondate su criteri oggettivi ed anche quanti
sangue circolante; ficati per quanto attualmente possibile. La tabella 6
riporta uno schema di algoritmo diagnostico utiliz
- casi che non abbiano alterazioni cellulari signifi
zabile per l'applicazione della classificazione WHO
cative di displasia in due o più serie midollari
(OMS) nel formulare la diagnosi differenziale in
mieloidi, ma siano caratterizzati da anomalie soggetti portatori di SMD.
citogenetiche o da monocitosi persistente alme
no per due, tre mesi ed in assenza di altre cause • I rilievi m orfologici istop a tolog ici e citologici
evidenziabili in grado di poter evocare una relativi alle manifestazioni dis-eritro e dis-gra-
monocitosi. nulo-poietiche sono generalmente meglio osser
Sulla scorta di questi criteri la LMMC compren vabili nei preparati ottenuti per aspirato midol-
Diagnosi delle SMD & 419
Le malattie mieloproliferative croniche sono che inizia la proliferazione avviene nella cellula sta
disordini clonali della cellula staminale emopoieti minale emopoietica, ma da un vantaggio proliferati-
ca caratterizzati dalla proliferazione di una o più vo solamente a una o più linee emopoietiche, ben
lineé emopoietiche (mieloide, eritroide o megaca- ché tutte, e persino i linfociti B e T, derivino dal
riocitaria) nel midollo osseo, in assenza di uno sti clone neoplastico. L'evento genetico iniziante non è
molo identificabile. La proliferazione è associata a ancora stato identificato nella maggior parte di que
una maturazione normale ed efficace, con iperpro- ste malattie, tuttavia è ipotizzata un'attivazione
duzione di uno o più elementi, che causa un delle vie di trasduzione del segnale dipendenti dalla
aumento dei granulociti, eritrociti e/o piastrine nel tirosin-chinasi. Nella leucemia mieloide cronica, l'e
sangue periferico. In questi disordini sono frequen vento trasformante è la traslocazione reciproca 9, 22
ti la splenomegalia e l'epatomegalia, dovute a infil che forma il gene di fusione BCR/ABL, che codifica
trazione da parte del clone neoplastico, ad accumu per una proteina a elevata attività tirosin-chinasica.
lo di cellule del sangue ed a emopoiesi extramidol Questa proteina aumenta l'attività proliferativa del
lare. Le cellule staminali emopoietiche si mobilizza clone trasformato e riduce l'apoptosi cellulare
no e migrano dal midollo al sangue e colonizzano aumentando la trascrizione di MYC e BCL-2, che
milza ed altri organi, dando origine a emopoiesi
proteggono la cellula dall'apoptosi. Processi analo
extramidollare. Il microambiente splenico è partico
ghi sono stati descritti negli altri disordini mielopro-
larmente adatto alla sopravvivenza e alla prolifera
liferativi cronici.
zione dei progenitori emopoietici, in quanto i fibro-
Una delle caratteristiche più importanti di que
blasti splenici esprimono e producono molecole di
adesione, fattori di crescita e citochine, rilevanti per ste malattie è la presenza di fibrosi midollare di tipo
il mantenimento dell'emopoiesi normale. Tutte reticolare o collagena che è associata alla progres
queste malattie possono evolvere in leucemia acuta sione della malattia. La fibrosi è considerata un
o possono complicarsi con fibrosi midollare e con fenomeno secondario, non è legata alla trasforma
seguente insufficienza midollare. Un carattere zione clonale dei fibroblasti, come si credeva in pas
peculiare delle malattie mieloproliferative croniche sato, ma è causata dalla produzione e secrezione
è la frequente sovrapposizione di caratteri clinici, di eccessiva di citochine e fattori di crescita come il
laboratorio e morfologici, tra le differenti entità con PDGF (platelet-derived growth factor) e il TGF-(3
confini sfumati tra di loro. Esclusa la leucemia mie- (trasforming growth factor-(3) da parte dei megaca-
ioide cronica per la quale la presenza del gene di riociti e di altre cellule del midollo, che stimolano la
fusione BCR/ABL costituisce un marcatore specifi proliferazione dei fibroblasti e la sintesi di fibronec-
co, mancano marcatori molecolari specifici per le tina e collageno.
altre entità, per cui la diagnosi e la corretta classifica Dal punto di vista prognostico, sono malattie
zione dipendono dalla correlazione dei caratteri morfolo che, se opportunamente trattate, sono associate a
gici con i caratteri clinici e di laboratorio. Una biopsia sopravvivenze di diversi anni, dipendenti dal tipo
osteomidollare è essenziale per la diagnosi e per la di malattia.
formulazione di ima prognosi. Quando non è pos La classificazione è basata sulla linea emopoieti
sibile una classificazione precisa, in attesa di una ca che prolifera maggiormente e sulla rilevanza
migliore definizione è opportuno designare il disor della fibrosi, insieme ai caratteri clinici e di labora
dine come "inclassificabile". torio. La classificazione WHO (2001) comprende le
Sono tutte malattie deir età adulta con un'inci seguenti entità:
denza di 6-9/100.000/anno.
Questi disordini sono dovuti a una proliferazio m leucemia mieloide cronica (cromosoma di Filadel
ne incontrollata e a un'espansione dei progenitori fia, t(9;22)(q34;qll), BCR/ABL positiva)
mieloidi nel midollo osseo; l'alterazione genetica @ leucemia neutrofilica cronica
424 » Malattie mieloproliferative croniche
• leucemia eosinofilica cronica (e sindrome ipereosi- te cronica, seguita da una fase aggressiva che può
nofila idiopatica) presentarsi come fase accelerata e/o fase blastica.
® poUcitemia vera o policitemia rubra vera Nella fase cronica, il midollo osseo si presenta
macroscopicamente molto iperplastico; istologica
• mielofibrosi cronica idiopatica (con emopoiesi
mente è ipercitosico per aumento della serie mieloi
extramidollare) o mielosclerosi con metaplasia mie-
de che mostra ima maturazione conservata: le cellu
ioide
le mieloidi immature sono disposte in file, fino a 5-
• trombocitemia essenziale 10, in posizione paratrabecolare e periarteriolare con
• malattia mieloproliferativa cronica, inclassificabile. numerosi neutrofili segmentati disposti nelle aree
intertrabecolari (Fig. 1). I blasti rappresentano meno
Fimidollo
s-, - diafisario
Leucemia mieloide cronica, a) aspetto macroscopico di
femorale con marcata iperplasia del tessuto
midollare e scomparsa del tessuto adiposo; b) aspetto istologi
co di biopsia osteomidollare di LMC: il parenchima emopoieti Fig. 2 - Leucemia mieloide cronica, a) splenomegalia cospicua
co è ipercitosico con scomparsa del tessuto adiposo, per proli con aspetto omogeneo e uniforme sulla superficie di sezione; b)
ferazione della serie mieloide che mostra maturazione e infarto recente a caratteristico profilo cuneiforme; c) il fegato
aumento degli eosinofili. La serie eritroide e i megacariociti presenta fine reticolatura biancastra dovuta alla proliferazione
sono notevolmente ridotti. E.E. lOOx leucemica intralobulare.
Leucemia mieloide cronica ® 425
del 5% delle cellule midollari. Gli eosinofili sono ti blu-mare che sono espressione di un aumentato
aumentati. I megacariociti sono piccoli e hanno un turnover delle cellule midollari. Circa il 40% dei
nucleo iposegmentato e quantitativamente, possono pazienti ha un aumento delle fibre reticolari che si
essere normali o lievemente diminuiti, ma nel associa a un aumento dei megacariociti, a splenome-
40-50% dei casi sono aumentati. La serie eritroide è galia ed anemia più marcate.
ridotta. Una caratteristica è la presenza di istiociti La splenomegalia è dovuta ad un aumento della
con l'aspetto delle cellule di Gaucher o degli istioci- polpa rossa per infiltrazione da parte di cellule mie-
Fig.3 —Leucemia mieloide cronica. Traslocazione {9;22)(q34;ql 1) con riarrangiamento BCR/ABL evidenziato con FISH ( Fluore
scent In Situ Hibridization): a) FISH in Metafase. A sinistra, immagine in DAPI con segnali rossi identificanti i geni in condizioni
"cjermline" di ABL; a destra la stressa metafase in modalità "DAPI reverse" in cui è visìbile uno pseudo-bandeggio cromosomico,
b) FISH in Metafase: riarrangiamento BCR/ABL. I "segnali di fusione" sono indicati da frecce bianche e identificano i derivativi 22
e 9 della traslocazione t(9;22}(q34;ql 1).
426 í« Malattie mieloproliferative croniche
Ioidi in vàri stadi di maturazione (Fig. 2); può com esame del sangue routinario. I sintomi, all'esordio,
plicarsi con infarti. È presente anche epatomegalia sono aspecifici e rappresentati da stanchezza, per
di grado variabile per infiltrazione sinusoidale di dita di peso, anemia, sudorazione notturna e sple-
cellule leucemiche. nomegalia.
Nel sangue periferico c'è leucocitosi (media dei Un dato di laboratorio significativo per la dia
globuli bianchi: 170 X 109/L) per aumento dei gra- gnosi è l'assenza della-fosfatasi alcalina leucocitaria
nulociti neutrofili e dei loro precursori (mielociti e che, invece, è elevata nelle reazioni leucemoidi e in
metamielociti), con un numero di blasti inferiore al altre malattie mieloproliferative croniche dalle
2%, con associata basofilia ed esosinofilia. È presen quali deve essere differenziata.
te una lieve anemia normocitica normocromica, le La storia naturale della malattia è la progressio
piastrine sono normali o moderatamente aumentate. ne verso ima fase accelerata e/o una fase blastica.
Nella fase accelerata c'è un aumento di mielo- Se adeguatamente trattata, la sopravvivenza media
blasti nel midollo (10-19%) o nel sangue periferico a dei pazienti è di 5-7 anni. Sono stati proposti
cui si associa, nel midollo osseo, displasia della modelli prognostici che stratificano i pazienti in
serie mieloide e presenza di nidi di piccoli megaca gruppi a rischio basso, intermedio ed alto, basando
riociti atipici con fibrosi marcata. si sui seguenti parametri, rilevati al momento della
Nella fase blastica, i blasti nel midollo o nel san diagnosi: età del paziente, grandezza della milza,
gue periferico sono uguali o superiori al 20%; nel numero di blasti e di basofili nel midollo osseo e nel
70% dei casi sono di tipo mieloide (mieloblasti e/o sangue periferico e grado di fibrosi midollare.
monoblasti) inclusi eritroblasti e megacarioblasti,
mentre nel 20-30% dei casi sono linfoblasti (B e T). In
alcuni casi, i blasti coesprimono marcatori mieloidi ¡ 8 Leucemia neufrofi licci cronica
e linfoidi. Nel midollo, i blasti formano ampi nidi e
La leucemia neutrofilica cronica (LNC) è una
possono proliferare in sedi extramidollari, quali
malattia mieloproliferativa cronica molto rara,
cute, linfonodi, milza e sistema nervoso centrale.
caratterizzata da una proliferazione di cellule mie-
Al momento della diagnosi, 90-95% dei casi di
ioidi della serie granulocitaria nel midollo, da una
LMC presentano una caratteristica anomalia gene
granulocitosi neutrofila nel sangue periferico e dà
tica nota come cromosoma di Filadelfia (Ph1), origi
epatosplenomegalia, in assenza del gene di fusione
nato da una traslocazione bilanciata t(9;22)(q34;qll)
BCR/ABL.
che comporta la fusione del gene BCR presente sul
La biopsia osteomidollare mostra un midollo
cromosoma 22 con regioni del gene ABL presente
ipercitosico per aumento delle cellule della serie
sul cromosoma 9 (Fig. 3). Gli altri casi hanno
granulocitica neutrofila senza un aumento percen
varianti di traslocazione o una traslocazione cripti
tuale dei blasti mieloidi e dei promielociti. La serie
ca che non può essere evidenziata nelle analisi cito
eritroide e i megacariociti possono essere aumenta
genetiche; in ogni caso il gene di fusione BCR/ABL
ti. La fibrosi è rara.
è presente e può essere evidenziato con tecniche di
Nel sangue periferico è presente una leucocitosi
biologia molecolare (FISH, RT-PCR o Southem-
neutrofila (> 25 X 109/L) con granulociti mostran
blot). A seconda del punto di rottura del gene BCR,
ti granuli anomali e presenza di forme mieloidi
il gene di fusione BCR/ABLr da origine a proteine di
immature in numero, di solito, inferiore al 5%.
fusione di diverso peso molecolare che influenzano
Nella maggior parte dei casi non ci sono altera
il fenotipo della malattia. La forma più frequente di
zioni cromosomiche, in una minoranza di pazienti
proteina di fusione è la p210 che ha un'aumentata
sono state segnalate alterazioni del cariotipo: triso-
attività tirosin-chinasìca. I pazienti con una protei
mia 8 e 9, del (20q) e del (llq ).
na di maggior peso molecolare, p230, hanno una
La malattia è rara e il segno più costante è la sple-
maggiore maturazione dei neutrofili. La proteina
nomegalia; sono stati riportati emorragie mucocuta
pl90 è associata a leucemie acute linfoblastiche Ph1
nee, gotta e prurito. È associata a mieloma multiplo.
positive e a LMC con numerosi monociti. Studi
genotipici hanno dimostrato la presenza del cromo È una malattia lentamente progressiva, con una
sopravvivenza variabile da 6 mesi a più di 20 anni
soma di Filadelfia in tutte le linee emopoietiche,
e può evolvere in leucemia acuta.
nelle cellule linfatiche B e anche in quelle T confer
mando che la trasformazione neoplastica avviene
in una cellula staminale pluripotente.
La leucemia mieloide cronica è il disordine mie-
| Leucemia eosinofilica cronica
loproliferativo più frequente con un'incidenza di 1- La leucemia eosinofilica cronica (LEC) è una
1.5/100.000/anno, è ima malattia dell'età adulta malattia mieloproliferativa cronica rara caratteriz
con esordio nella 5a-6a decade e con una lieve pre zata da una proliferazione clonale dei precursori
valenza nei maschi. eosinofili con aumento dei granulociti eosinofili nel
La diagnosi, nella maggior parte dei casi, viene sangue periferico e in vari organi. La conta degli
fatta nella fase cronica: 20-40% dei pazienti sono eosinofili nel sangue periferico deve essere uguale o
asintomatici e la leucocitosi è evidenziata in un superiore a 1,5 X 109/L e per diagnosticare la
Leucemia eosinofilica cronica - 427
malattia è necessario dimostrare la clonalità degli ne cationiche eosinofile) che inducono fibrosi in
eosinofili o un aumento dei blasti nel sangue vari organi soprattutto cuore (endocardite di Lof-
(> 2%) o nel midollo osseo (> 5%, ma < 20%). La fler), polmoni, sistema nervoso centrale, cute e trat
distinzione tra la leucemia eosinofilica cronica e la to gastroenterico.
sindrome ipereosinifilica idiopatica è problematica. La malattia non è associata ad alterazioni gene
Quest'ultima condizione viene definita come tiche specifiche; sono state descritte alcune anoma
un'eosinofilia persistente (5:1,5 X 109/L), di durata lie cromosomiche: traslocazioni 8p ll come (8;13),
superiore a 6 mesi, ad etiología sconosciuta con (8;9), (6;8), trisomia 8 e i(17q).
patologia d'organo secondaria all'infiltrazione La malattia è rara, prevale nei maschi con il
degli eosinofili. I casi in cui non è possibile dimo picco di incidenza nella 4° decade di vita. Il 10% dei
strare la clonalità degli eosinofili e non c'è aumento pazienti è asintomatico; i sintomi più frequenti
dei blasti devono essere classificati come sindrome sono sistemici e comprendono febbre, stanchezza,
ipereosinofilica idiopatica. angioedema, prurito, dolori muscolari. All'esordio
Il midollo osseo è ipercitosico per aumento delle e durante il decorso della malattia, compaiono sin
cellule della linea eosinofila che mostra una tomi d'organo: cardiomegalia restrittiva dovuta alla
sequenza maturativa ordinata, senza aumento dei fibrosi endomiocardica, trombosi intracardiaca con
blasti; la serie eritroide e magacariocitaria sono nor possibilità di embolizzazione, neuropatia periferi
mali; può essere presente fibrosi (Fig. 4). ca, disturbi del sistema nervoso centrale, sintomi
Nel sangue periferico, i granulocitì eosinofili sono polmonari dovuti alla fibrosi polmonare e manife
aumentati con presenza di rari mielociti. o promielo- stazioni reumatologiche. La leucemia eosinofilica
citi eosinofili. Gli eosinofili presentano alterazioni cronica e la sindrome ipereosinofilica idiopatica
morfologiche quali granulazioni grandi, sparse, con devono essere distinte dalle ipereosinofilie reattive
aree di citoplasma chiaro, vacuolizzazione del cito secondarie a malattie infettive e parassitarie, aller
plasma, ipo o ipersegmentazione dei nuclei. Queste giche, malattie del collageno, malattie cutanee
alterazioni non sono diagnostiche in quanto sono (iperplasia angiolinfoide, malattia di Kimura), lin
state segnalate anche nelle ipereosinofilie secondarie. fomi e a mastocitosi sistemica. Bisogna, inoltre, dif
Gli eosinofili infiltrano i tessuti periferici e rila ferenziarle da malattie mieloproliferative in cui gli
sciano citochine (proteina basica eosinofila e protei eosinofili sono aumentati, ma fanno parte del clone
neoplastico quali la leucemia mieloide cronica, le
sindromi mielodisplastiche e alcune forme di leuce
mia mieloide acuta. È stata riportata una ipereosi-
nofilia dovuta alla secrezione di citochine da parte
di una popolazione di linfociti T a fenotipo aberran
te, che deve essere eclusa prima di diagnosticare la
malattia mieloproliferativa.
La sopravvivenza è variabile, con una media di
sopravvivenza a 5 anni dell'80%.
| Policiiemia vera
La policitemia vera (PV) è una malattia mielo
proliferativa cronica che origina da ima cellula sta
minale emopoietica ed è caratterizzata da un'e
spansione della serie eritroide con aumentata pro
duzione di eritrociti, a cui si accompagna una proli
ferazione delle celléle mieloidi e dei megacariociti.
Le cellule progenitrici, nella policitemia vera,
richiedono piccole quantità di eritropoietina ed altri
fattori di crescita per proliferare. Questo dato per
mette la diagnosi differenziale con le forme secon
darie di policitemia in cui i livelli di eritropoietina
sono elevati. La malattia ha due fasi: una fase ini
ziale proliferativa o "policitemica" caratterizzata da
un aumento della massa eritrocitaria e una fase
"spenta" o postpolicitemica con pancitopenia peri
ferica, per riduzione dell'emopoiesi dovuta a fibro
si midollare, emopoiesi extramidollare e splenome-
% 4 - Leucemia eosinofilica cronica, a) Midollo osseo estre galia. La malattia può evolvere, sebbene in una
mamente occupato da granulociti eosinofili prevalentemente bassa percentuale di casi, verso una leucemia acuta.
maturi; b) milza: evidente infiltrazione eosinofila senocordale. Nella fase policitemica (Fig. 5), il midollo osseo
428 s: Malattie mieloproliferative croniche
infatti, con la fibrosi midollare e si associa a un qua
dro leucoeritroblastico nel sangue periferico carat
terizzato dalla presenza di precursori eritroidi e
granulocitari.
Nel sangue periferico, oltre alla leucoeritroblastosi,
si verificano una normalizzazione e riduzione della
massa eritrocitaria e poichilocitosi dei globuli rossi.
La malattia non ha marcatori genetici specifici,
le anomalie genetiche più frequenti +8, +9, del
(20q), del (13q) e del (lp) sono presenti solo nel
10-20% dei pazienti, alla diagnosi. Durante la pro
gressione di malattia queste anomalie cromosomi
che aumentano di frequenza fino ad interessare
l'80-90% dei casi.
L'incidenza della policitemia ha variazioni geo
grafiche, in Europa è di 0,8-1 caso/lOO.OOO/anno
con una lieve prevalenza nei maschi ed un'età
media di 60 anni alla diagnosi.
La sintomatologia è dovuta all'ipertensione e
alle trombosi vascolari, venose ed arteriose, causate
dall'aumento della massa eritrocitaria. Altri sintomi
sono prurito, eritromelalgia, gotta ed emorragie del
tratto gastroenterico. La splenomegalia è presente
nel 70% dei pazienti, l'epatomegalia nel 40%. Le
principali cause di mortalità e morbilità sono le
complicanze della trombosi: infarto del miocardio,
infarto cerebrale ed embolia polmonare.
Se adeguamente trattata, la sopravvivenza
Fig. 5 - Policitemia vera, fase policitemica: il parenchima emo media è di 10 anni, il rischio di evoluzione in una
poietico è ipercitosiso per aumento di tutte le serie emoformati-
ve. E.E. lOOx leucemia acuta è del 2-3%, ma il rischio aumenta al
10% nei pazienti trattati con chemioterapia (32P o
appare ipercellulato per aumento delle cellule della agenti alchilanti). La mielodisplasia può precedere
serie eritroide, delle serie mieloide e megacariocita- la fase leucemica.
ria, con prevalenza delle cellule eritroidi e dei
megacariociti. L'eritropoiesi è normoblastica e la
granulopoiesi è morfologicamente normale. I
| Mielofibrosi cronica idiopatico
megacariociti sono numerosi, tendono a disporsi in La mielofibrosi cronica idiopatica è una malattia
gruppi e nidi attorno ai sinusoidi o vicino alle tra- mieloproliferativa clonale caratterizzata dalla proli
becole ossee; sono polimorfi con grandezza variabi ferazione di cellule della serie megacariocitaria e
le da micromegacariociti a forme giganti e hanno mieloide, associata a fibrosi midollare e a emopoie
nuclei iperlobati. In questa fase, solo nel 30% dei si extramidollare. La malattia ha una fase iniziale
casi è presente fibrosi midollare di grado variabile. prefibrotica o "cellulare" caratterizzata da un
I depositi di emosiderina sono assenti, si possono midollo ipercellulato con minima fibrosi a cui segue
osservare noduli linfatici reattivi. una fase fibrotica con marcata fibrosi reticolare e
Milza e fegato sono moderatamente aumentati a collagena midollare e osteomielosclerosi.
causa della congestione. Nella fase cellulare (Fig. 6), il midollo osseo è
Nel sangue periferico i globuli rossi, normocromi- ipercitosico, per aumento della serie mieloide e dei
ci e normocitici, sono aumentati, insieme ai neutrofili, megacariociti. Nella serie mieloide prevalgono le
ai basofili e alle piastrine. L/aumento della massa eri forme mature con pochi mieloblasti (< 10%). I
trocitaria che deve essere superiore al 25% del valore megacariociti sono aumentati e riuniti in nidi in
medio normale è responsabile dei sintomi clinici. prossimità dei sinusoidi e delle trabecole osse. Sono
Nella fase spenta, il midollo osseo è caratterizza di grandezza variabile, ma con prevalenza delle
to da una fibrosi reticolare e collagena con riduzio forme grandi e giganti. Il carattere più evidente dei
ne della serie eritroide e granulocitica, che si posso megacariociti è l'atipia citologica e questo rappre
no trovare all'interno dei sinusoidi. Nidi di megaca senta il segno diagnostico più importante. I mega
riociti con nuclei atipici ed ipercromatici sono fre cariociti mostrano un aumento del rapporto
quenti. Si può anche verificare osteosclerosi. nucleo/citoplasma, nuclei con lobulazioni anoma
La splenomegalia e l'epatomegalia, in questa le, cromatina addensata e asincronie maturative tra
fase, sono dovute all'emopoiesi extramidollare. Lo il nucleo e il citoplasma. Sono presenti nuclei nudi
sviluppo dell'emopoiesi extramidollare si correla, megacariocitari. La serie eritroide è generalmente
Mielofibrosi cronico idiopatico ® 429
Fig. 6 - Mielofibrosi cronica idiopatica, fase cellulare: i! parenchima emopoietico è ipercitosico per aumento delle serie emofor-
mative. i megacariociti formano nidi e sono atipici. E.E. lOOx La trama reticolinica è ispessita (b).
| Trombocitemia essenziale
La trombocitemia essenziale (TE) è una malat
tia mieloproliferativa che interessa prevalente
mente i megacariociti con trombocitosi nel sangue
periferico.
Il midollo osseo è normocitosico o moderata-
mente ipercitosico con proliferazione di megacario Fig. 8 - Trombocitemia essenziale: ¡1 parenchima emopoietico è
citi grandi o giganti che sono isolati o riuniti in
normocitosico, i megacariociti sono aumentati, hanno grandi
dimensioni e nuclei iperlobati. E.E. lOOx
gruppi. Hanno un citoplasma abbondante e maturo
con nuclei iperlobulati, ma a contorno liscio. La
serie eritroide e la mieloide possono essere lieve
mente aumentate. La trama reticolinica è normale o La malattia ha un decorso lungo e indolente
lievemente aumentata. I depositi di emosiderina (sopravvivenza media 10-15 anni), cosicché essen
sono presenti nel 40-70% dei pazienti. Nella milza, do ima malattia dell'età media avanzata, non modi
sia nei seni, che nei cordoni, vengono sequestate fica l'aspettativa di vita dei pazienti. L'evoluzione
una grande quantità di piastrine; l'emopoiesi extra
in una forma acuta è inferiore al 5% dei casi.
midollare è raramente presente e in scarsa quantità.
Il sangue periferico mostra trombocitosi (> 600
X 109/L) con piastrine grandi e polimorfe, i leuco | Malattia mieloproliferativa
citi sono normali o moderatamente aumentati.
Non ci sono marcatori genetici specifici della cronica, inclassificabile
malattia e anomalie cromosomiche varie +8, +9 e Questa definizione deve essere applicata a quei
del (13q22) sono descritte solo nel 5-10% dei casi che hanno caratteri clinici, di laboratorio e mor
pazienti.
fologici di malattia mieloproliferativa cronica, ma
L'incidenza non è nota, si stima intorno all'l-
non soddisfano i criteri di ciascuna entità o si pre
2,5/100.000/anno con un picco nella 5-6a decade dì
sentano con caratteri di sovrapposizione tra le varie
vita, senza differenze di sesso. Un altro picco di
incidenza si verifica nelle femmine, nella 3a decade entità. Non c'è gene di fusione BCR/ABL o cromoso
di vita. ma di Filadelfia. La maggior parte dei casi rientra in
Circa il 50% dei pazienti è asintomatico e la due gruppi: stadi iniziale della policitemia vera,
trombocitosi viene evidenziata in un esame routi della mielofibrosi idiopatica o della trombocitemia
nario del sangue. Quando presenti, i sintomi sono essenziale in cui le caratteristiche non sono eviden
legati a trombosi arteriosa, venosa o del microcirco ti alla presentazione, stadio avanzato di un disordi
lo o ad emorragie mucose. Modesta splenomegalia ne mieloproliferativo cronico in cui la fibrosi midol
è presente in circa il 50% dei pazienti, l'epatomega lare o la trasformazione in una forma aggressiva
lia nel 15-20%. oscurano la malattia iniziale.
Bibliografie/ essenziale i; 431
Le leucemie acute sono affezioni neoplastiche - negli animali esistono leucosi trapiantabili con
delle serie leucopoietiche caratterizzate dallo svi sospensioni cellulari (come nel caso della leuce
luppo di un clone cellulare che sovverte la struttura mia mieloide cronica, o della leucemia promie-
degli organi emopoietici, si insedia anche in organi locitica);
e tessuti abitualmente non emopoietici, comporta - esistono modelli sperimentali animali di leucosi
arresti di maturazione ed atipie e immette nella cir trasmissibili con sospensioni prive di cellule e
colazione sistemica elementi immaturi e atipici. molte forme sicuramente virali; tra i virus impli
Accanto alle varietà di leucemie propriamente cati in leucemie/linfomi nell'uomo ricordiamo
dette, caratterizzate da un aumento del numero dei l'EBV nel linfoma e nella leucemia linfoblastica
globuli bianchi con presenza di elementi leucemici tipo Burkitt e nei linfomi associati ad AIDS,
in circolo, esistono anche varietà di leucemie leucope- l'HTLV-1 nelle leucemie/linfomi T dell'adulto
niche (forme aleucemiche o oligoblastiche), nelle quali (frequente nel Giappone), l'HIV nei linfomi
in circolo compaiono occasionali elementi immatu insorti in pazienti con AIDS; l'HHV-8 nei linfo
ri e atipici, con riduzione del numero totale dei glo mi delle grandi cavità sierose.
buli bianchi in periferia. - nell'uomo e negli animali le radiazioni possono
Dalle leucemie vanno distinte le reazioni leuce- indurre l'insorgenza di leucemie;
moidi secondarie che, come reazione a gravi stati
- sostanze chimiche possono indurre leucemie:
morbosi di altra natura, comportano l'ingresso in
essendo il benzolo la più nota sostanza leucemo-
circolo di cellule alquanto immature e atipiche
gena; sono descritte leucemie evocate da altre
senza proliferazione clonale e senza sovvertimento
sostanze chimiche quali i pesticidi, solventi
degli organi emopoietici. organici; tra azione della noxa ed insorgenza
Le leucemie acute sono caratterizzate da ele della leucemia deve passare un periodo estre
menti altamente immaturi ed atipici e abitualmente mamente lungo di tempo (vari anni);
hanno decorso rapido, a differenza delle forme cro
niche che presentano disturbi meno accentuati - con frequenza sicuramente significativa, cause
della maturazione e della differenziazione cellulare morbose rare si associano primitivamente alle
leucemie, specialmente forme con patologia cro
ed il cui decorso è più lento. Differenze queste oggi
mosomica di vario tipo, come la sindrome di
meno nette per gli effetti dei trattamenti chemiote
Down, e le sindromi con labilità cromosomica,
rapici.
come l'anemia di Fanconi;
Nell'ambito di ciascun gruppo si possono ricono
scere varie forme in base al tipo predominante di leu - le leucemie acute mieloidi possono evolvere da
cociti presenti: si distinguono così leucemie mieloidi e quadri di mielodisplasia, in cui si accumulano
linfoidi. Rare le forme miste mieloidi-linfoidì (anche anomalie geniche, e alterazioni cromosomiche
denominate ibride o bifenotipiche o bilineari). fino allo sviluppo di un quadro leucemico acuto.
L'eziologia delle leucemie è ancora in gran parte Oggigiorno sono stati fatti enormi progressi in
sconosciuta; in passato si era cercata un'eventuale questo settore, e la biologia molecolare ha dimostra
causa infettiva, mai dimostrata. Oggi molti sforzi to un numero elevatissimo di anomalie genetiche in
sono concentrati nei tentativi di isolamento di even pazienti affetti da leucemie; le varie cause agiscono
tuali virus leucemogeni nell'uomo, come è stato in modo diverso nelle differenti forme di leucemia:
dimostrato per molte forme leucemiche degli ani ad es. fattori familiari soprattutto nelle leucemie lin
mali, ma tuttora senza risultati definitivi, se non per fatiche croniche e le irradiazioni, soprattutto nelle
alcune entità rare. Le ipotesi virali delle leucemie, forme di leucemia mieloide cronica.
distinguono le forme virali propriamente dette, e Classificazione. La dizione di "leucemia acuta"
quelle che ipotizzano nell'eventuale virus la causa va intesa per definizione per indicare, più che i pro
prima della trasformazione leucemica. In comples cessi leucemici a durata particolarmente breve,
so oggi il problema dell'eziologia delle leucemie soprattutto le forme ad immaturità molto pronun
per la maggior parte degli studiosi rientra in quello ciata; la storia naturale di queste forme è stata pro
più generale, e controverso, dell'eziologia dei fondamente modificata negli ultimi decenni per
tumori. Comunque per le leucemie si conoscono già effetto dell'impiego di farmaci antiblastici e del tra
fatti certi: pianto di cellule staminali che ha permesso di prò-
434 - Leucemie acute
lungare in maniera significativa la sopravvivenza morfologiche (rapporto nucleo-citoplasmatico,
di questi pazienti, che in taluni casi raggiungono la numero di nucleoli, presenza di granulazioni nel
guarigione definitiva della leucemia. citoplasma). Si possono così distinguere diversi tipi
Attualmente la diagnosi di leucemia acuta deri di leucemie acute. Nelle forme mieloidi gli elemen
va da un approccio multidisciplinare basato su tec ti immaturi (mieloblasti) hanno dimensioni che
niche morfologiche (colorazioni panottiche, May- variano da elementi di poco superiori ad un linfoci
Grunwald Giemsa), citochimiche, citogenetiche, ta maturo a cellule più ampie di un monocito, cito
immunofenotipiche, colturali e molecolari. Oltre plasma variamente abbondante più o meno inten
allo studio del sangue periferico e dell'aspirato samente basofilo contenente granulazioni azzurro-
midollare, trova utile impiego la biopsia osteomi- file in numero variabile, e nucleo voluminoso,
dollare che consente una più precisa valutazione rotondo o ovalare, con cromatina finemente granu
della cellularità e l'individuazione di una eventua losa, plurinucleolato; di significato diagnostico il
le fibrosi. Per quanto attiene agli studi morfologici, riscontro dei corpi di Auer che corrispono a granuli
l'appartenenza degli elementi leucemici (per defini azzurratili atipici e sono specifici delle leucemie
zione presenti in quantità superiore al 5% nel sangue mieloidi: hanno aspetto filiforme bastoncellare, si
periferico, ed al 20% nel midollo) all'uno o all'altro sti colorano in rosso con May-Grunwald Giemsa e
pite midollare viene stabilita in base alla presenza sono perossidasi-positivi (Fig. 5). Nelle forme lin-
concomitante di elementi più maturi, facilmente foidi, i blasti (linfoblasti) hanno dimensioni in
riconoscibili, con la valutazione di caratteristiche genere più ridotte rispetto ai mieloblasti (da 8-10 ji
MI
Blasti per lo più agranulari e senza Corpi di Auer, >3%+ i/- ■' + ■
' '+ '
rari bfasti con granuli azzurrofili (promielociti <10%) (+)
■
M2
Blasti spesso granulati, promielociti >10%; >30% + +. ! 1 +- '
eritroblasti senza atipie <50%
Maggioranza cellule con caratteristiche del promie-
M3 locita (grossolane granulazioni e Corpi di Auer, + + H- ■i i •; ■+ +
nuclei irregolari)
M3m
Promielociti con pochi granuli o granulati, e nucleo +++ + ++ ■+ + +■
a manubrio (aspetto monocitario) ■
M4
Cellule monocitarie (mature e immature) >20%; ++ . ++ +++ + + /+ . + + /.+ ■
mieloblasti e promielociti <20%
M4eos
Presenza eosinofili maturi e immaturi con granuli
abnormi per volume e caratteristiche citochimiche
M5a
Prevalenza di monoblasti, rari promonociti e +/ — + /- ++/+
monociti; blasti mieloidi <20% + /- ■■ + + + : ■
M5b
Prevalgono promonociti; componente mieloide +/-;■ + /— +++ + /- ++/+
<20%
Cellule eritroidi >30% con diseritropoiesi spiccata, + + /+ +
M6 o mieloblasti e promielociti >30% e cellule eritroidi - - - -
>50%
M7
Cellule ad elevato rapporto N /C con gemmazioni - ++ ++ -f- 4-
del contorno citoplasmatico + ++*
M I: LAM senza segni di maturazione [indifferenziata); M2: LAM con maturazione; M3: leucemia acuta promieiocitica; M3m: leucemia
acuta promieiocitica microgranulare; M4: leucemia acuta mielo-monocifaria; M4eos: leucemia acuta mielomonocitaria con eosinofilia;
M5a: leucemia acuta monoolastica; M5b: leucemia acuta monocitica; M6: leucemia acuta eritroide; M7: leucemia acuta megacarioblasti-
ca. MPO = mieloperossidasi; CAE - Cloro-acetato esterasi; ct-NAE = aifa-naftil-acetato esterasi; NaF = fluoruro di sodio; PAS = perio-
dic acid-Schiff.
Leucemie acute mielobiastiche • 435
Alterazione Nomenclatura
Frequenza {%} i Morfologia (FAB)
cromosomica * MIC Suggerita
t {8:21 ) (q22; q22) 12 M2 M 2 /t (8: 21)
t (15:17) (q22;ql2) 10 M3, M3v M 3A (15: 17)
t/d e l (11) (q23) 6 M5a(M5b,M4) M 5a/t {11 q)
inv/del (16) (q22) 5 M4eos M4Eo/inv (16)
t (9:22} (q34; ql 1) 3 M I (M2) M l/f (9: 22)
t (6:9) (p21 -22; q34) 1 M2 o M4 con basofilia M 2/t(6: 9)
inv (3) (q21; q26) 1 M I (M2, M4, M7) con trombocitosi M I/in v (3)
t (8:16) (pi 1; pi 3) <0,1 M5b con fagocitosi M 5b/t (8: 16)
t /d e l (12) (pi 1-13) <0,1 M2 con basofilia M2Baso/t (12p)
+4 <0,1 M4 (M2) M 4/+4
*MIC= Morfologica-lmmunoiogica-Citogenetica.
La frequenza percentuale è basata sui dati forniti da Miteiman (1985).
Leucemie acute mielobiastiche s 437
Fig.3 - Leucemia acuta mieloblastica M I. a) Striscio di sangue periferico; b) reazione citochimica per perossidasi; c) reazione cito
chimica per Sudan nero.
438 Leucemie acute
Fig. 4 - Leucemia acuta mieioblastìca M2. Sezione istologica di midollo osseo: a) la popolazione blastìca sostituisce ampiamente
il midollo normale; b) reattività immunoistochimica dei blasti leucemici per MPO.
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Fig. 5 - Leucemia acuta mieioblastìca M2. Striscio di sangue periferico, colorazione May-Griinwald Giemsa: a) blasti con granu
lazioni azzurrofile; b) corpi di Auer.
got cells»). Accanto alla intensa Sudan- e perossida- 21), con formazione del gene chimerico PML-RARa
si-positività, può essere documentata una attività (RARa, Retinoid Acid Receptor a) (Fig. 7). I pro-
esterasica non specifica, resistente alla inibizione mielociti patologici risultano caratteristicamente
con NaF (Fig. 6). La diagnosi della M3 oggi si basa negativi per il CD34 e HLA-DR, mentre esprimono
sul riscontro della traslocazione t(15;17) (q22; q ll- CD13, CD33, CD15, C D llb e MPO.
M3m: leucem ia p rom ielocitica m icrogranulare.
Questa variante recentemente identificata, ha come
caratteristica essenziale ima conformazione inden
tata a manubrio dei nuclei delle cellule Mastiche.
Questi elementi pertanto possono essere facilmente
confusi con cellule di origine monocitoide. In alcu
ne cellule inoltre si osservano corpi di Auer; le gra
nulazioni citoplasmatiche sono generalmente più
fini che non nella variante ipergranulare. E docu
mentabile ima positività per le reazioni del Sudan e
della perossìdasi, oltre che delle esterasi non speci
fiche, ma con intensità inferiore a quella osservata
nella leucemia promielocitica classica. Dal punto di
vista immunofenotipico non si discosta dalia
variante classica M3, ad eccezione che per la possi
bile positività per CD2, CD34 e CD9 (Tab. 2).
Fig 6 - IAM con trasìocazione t(15;17) (q22;ql 1), M3 (pro- M4: leucem ia acuta m ielom on ocitica. Le cellule
mieiocitica). Striscio di sangue periferico. monocitarie, definite in base alla positività per le
Leucemie acute mieloblastiche * 439
Fig. 7 - Ibridazione in sifu fluorescente (FiSH) in metafase per il rilevamento della fusione PML/RARa. La sonda a DNA è costituita
da un sistema a due colori a co-iocalizzazione. Elgene PML è riconosciuto da una porzione di circa 180 Kb marcata in Rosso. Il gene
RARa da una porzione, estendentesi in direzione telomerica dall'esone 6 di RARa per circa 400 kb, e marcata in Verde. In una meta-
fase normale (pannello A) gli aileli in condizione germ line appariranno come segnali di diversa fluorescenza, rispettivamente: PML
con due segnali Rossi e RARa con due segnali Verdi. In caso dì trasiocazione t(15;17)(q22;21) con riarrangiamento molecolare
PML/RARala distribuzione dei segnali subisce la modificazione illustrata nel pannello B: un segnale Rosso e uno Verde identificanti
gii alleli germ line di PML e RARa ed un segnale di fusione identificante ii derivativo 15 contenente il gene di fusione PML/RARa.
Fig- 9 - Leucemia acuta mielomonocitica variante eosinofila, Fig. 11 - Leucemia acuta monoblastica, M5a.
M4eos.
Fig. 10 - Leucemia acuta, M5b. Quadro istologico midollare Fig. 12 - Leucemia acuta, M5b: evidenti aspetti di maturazione
con accenni a maturazione monocitaria dei blasti. monocitaria.
Leucemie acute mieloblastiche 441
Il quadro ematico è caratterizzato da ima grave ti), ad eccezione dei casi che tendono ad evolvere
anemia e dalla presenza di eritroblasti in circolo verso le forme miste (entroleucem ie); le piastrine
(almeno nella variante più differenziata). Nelle diminuiscono progressivamente con l'estendersi
forme indifferenziate i blasti hanno spesso una mor dell'infiltrazione midollare. Gli elementi eritroblasti-
fologia mieloblastica. L'anemia è generalmente nor- ci hanno come caratteristica citochimica principale
mocromica, normocitica, con anisopoichilocitosi e positività (estesa ad ima parte notevole della popo
presenza di emazie con punteggiatura basofila, lazione) alla reazione del PAS. I blasti possano pre
corpi di Jolly od anelli di Cabot. I globuli rossi pos sentare materiale Perls positivo contenuto in vacuo
sono scendere a valori di 2.500.000-1.000.000/mm3.1 li e nello stesso tempo una reazione positiva alla
reticolociti sono ora diminuiti (in rapporto alla dimi ASD-cloro-acetato esterasi.
nuzione della popolazione eritroblastica normale od Le indagini di microscopia elettronica non hanno
all'incapacità maturativa delle cellule eritremiche), contribuito in modo evidente alla caratterizzazione
ora aumentati (come conseguenza di una vivace atti degli elementi eritremici: si è confermata l'esistenza
vità eritropoietica extramidollare). Nelle forme tipi di asincronismi maturativi nucleo-citoplasmatici, un
che in circolo compaiono tutte le fasi maturative, ma aumento della quota mitocondriale, la presenza di
sono particolarmente abbondanti le forme più ferritina nel citoplasma e di micelle ferrose nei mito-
immature (eritroblasti basofili). La quota tende ad condri. Più significative le ricerche citochimiche: si è
aumentare col procedere della malattia: in taluni casi segnalata, la presenza di una forte positività alla rea
si giunge così alla formazione di un vero hiatus, zione del PAS nel citoplasma degli eritroblasti, sotto
come nelle leucemie acute. Gli eritroblasti si presen forma di granuli grossolani: negli elementi più matu
tano molto atipici (asincronismi maturativi nucleo ri la reazione tende ad essere più diffusa. Non esiste
citoplasmatici, irregolarità del profilo nucleare) e una aberrazione cromosomica ricorrente nella
con alterazioni degenerative (della struttura croma- variante M6; talora è stata evidenziata la traslocazio
tinica, vacuolizzazione del nucleo e del citoplasma, ne t(3;5) (q21; q26) o una inversione del cromosoma 3.
ecc.) che giustificano il nome di «paraeritroblasti» Gli studi immunofenotipici in citometria a flus
loro assegnato (Fig. 13). I leucociti sono generalmen so sono di aiuto solo nella variante più differenzia
te in numero normale o diminuito: raramente si ta caratterizzata da positività per CD71 (recettore
osservano forme immature (mielociti e metamieloci- per la transferrina), glicoforina b, CD117.
M 7: Leucem ia acu ta m egacarióblastica. La m or
fologia dei blasti è varia, talora assimilabile al bla-
sto indifferenziato (agranulato), e talora caratteriz
zato da protrusioni citoplasmatiche, corrispondenti
a focolai di piastrinopoiesi abortiva (Fig. 14). Studi
di citochimica ultrastrutturale hanno evidenziato
una intensa positività per la perossidasi piastrinica
(PPO). Per il riconoscimento di queste forme ci si
avvale di tecniche immunofenotipiche, volte al
riconoscimento di glicoproteine piastriniche quali
quelle riconosciute dagli anticorpi monoclonali
CD41, CD61, CD42, anti-fattore Vili, B2 tromboglo-
bulina. Numerosi pazienti con leucemia megacario-
citica (M7) dimostrano un quadro di mielofibrosi o
di incremento . delle fibre reticuliniche a livello
midollare bene evidente nella biopsia ossea
(Fig. 15). Per definizione, almeno il 30% dei blasti
deve avere un'origine megacarióblastica. L'anoma
lia cromosomica più frequentemente associata alla
M7 è la t(l;22).
Nell'intento di integrare i caratteri morfologici,
immunofenotipici e citogenetici delle LAM con il
quadro clinico e particolarmente con la prognosi,
nel 2001 l'Organizzazione Mondiale della Sanità
(WHO) ha proposto una classificazione delle LAM
in 4 gruppi, identificati rispettivamente da:
a) leucemie acute mieloidi caratterizzate da ano
malie cromosomiche ricorrenti e alle quali corri
Fig. 13 - Leucemia acuta eritroide, Mó. Aspirato midollare: a) spondono prognosi piuttosto bene definite
numerosi eritroblasti e proeritroblastì; b) eritroblasto plurinu- (rispettivamente favorevole, intermedia o sfavo
cleato gigante. revole);
442 Leucemie acute
b) leucemie acute mieloidi con displasia plurilinea- mielofibrosi e il sarcoma mieloide ( a prognosi
re, conseguente o meno a precedente sindrome intermedia) (Tab. 5).
mielodisplastica o mieloproliferativa/mielodi-
Si è inoltre definito che tutti i quadri con infiltra
splastica (a prognosi sfavorevole);
zione Mastica midollare superiore al 20% devono essere
c) leucemie acute mieloidi (e sindromi mielodi- classificati come LAM, sottraendo quindi dalle SMD la
splastiche) indotte dalla terapia (a prognosi par variante RAEB-t, caratterizzata da blasti midollari com
ticolarmente infausta); presi tra il 20 e 30%.
d) leucemie acute mieloidi non altrimenti classifi La tabella 6 dimostra la corrispondenza fra le
cabili, per le quali ci si riferisce alla classificazio due forme di classificazione, FAB e WHO.
ne FAB (M0-M7) e tra le quali vengono compre Un'altra variante identificata dal WHO è rap
se la forma basofila, la panmielosi acuta con presentata dalla leucemia acuta bifenotipica
Punteggio B T Mieloidi
U Leucemie acute linfoblastiche
La classificazione FAB (Bennett et al., 1976) rico
CD79a CD3 (cy/m) nosce tre principali varianti morfologiche, denomi
anti-MPO
2 cy IgM anti-TCRap nate L I, L2 ed L3 (Tab. 8) con caratteristiche nuclea
anti-TCRyS anti-lisozima
cy CD22 ri e citoplasmatiche ben definite, rispettivamente
una forma ad elementi linfobìastici piccoli e dimen
CD 19 CD13 sionalmente omogenei (LI), una con blasti aniso-
CD5 morfici (L2) e una con blasti grandi isomorfici a
1 CD10 CD33
CD8 citoplasma fortemente basofilo e vacuolato (L3 o
CD20 Cdw65
CD10 Burkitt-like) (Figg. 16,17,18).
Questa suddivisione è fondata su criteri esclusi
CD14 vamente morfologici e non consente di distinguere
TdT
CD15 le leucemie linfoblastiche B dalle T, distinzione che
0.5 CD7
CD24 CD64 può essere fatta solo in base alla caratterizzazione
CDla immunofenotipica; mentre le leucemie linfoblasti
CD117
che B e T possono avere la morfologia tanto delle
Una leucemia è definita bifenotipica quando lo score per la linea forme L I che delle L2, alle L3 corrispondono sempre
mieloide e una delle linee linfoiai è superiore o 2. In caso di score leucemie acute con blasti che esprimono un. fenotipo B
compreso tra 0.5 e 2 si tratta di leucemia acuta con minima devia cellulare maturo e che pertanto non derivano da ele
zione fenotipica. L'attribuzione della filiera è data da un punteggio menti precursori delle filiere linfoidì ma da elemen
superiore a 2 per una unica filiera ematopoietica. ti B linfocitari già "committed". Poiché i dati immu
nologia hanno recentemente contribuito ad una
(BAL), rara e caratterizzata dalla espressione simul suddivisione dei singoli citotipi delle leucemie lin
tanea nei blasti leucemici di marcatori immunofe- foblastiche in termini più compiessi di quanto non
notipici, molecolari e/o citochimici di origine diffe fosse deducibile dalla applicazione di tecniche mor-
rente (ad esempio mieloide e linfoide T o B). Queste fologico-citochimiche, si è resa necessaria per que
forme appartengono al gruppo delle leucemie acute sto gruppo di leucemie l'adozione di criteri integra
ibride o miste a cui appartengono anche le leucemie ti morfo-immunologici per una adeguata valutazio
acute bilineari o bidonali, in cui si rileva una dop ne delle singole sottovarianti (Tabb. 9 e 10) che defi
pia popolazione di blasti (una mieloide e l'altra lin nissero preliminarmente l'appartenenza del quadro
foide, o una linfoide T e l'altra linfoide B) (Tab. 7). leucemico alla filiera B o T, e secondariamente,
Sia le BAL che le LA ibride hanno generalmente identificassero il livello maturativo nello schema
una prognosi particolarmente infausta in conside ontogenetico linfoide normale.
razione della scarsa responsività ai trattamenti cito- In effetti le reazioni citochimiche sono meno atte
riduttivi. Non vi sono aberrazioni cromosomiche dì quelle immunologiche a seguire le fasi differen-
caratteristiche; talora si osserva la presenza del cro ziative linfoidi che comportano, come presso altre
^ ;ì ^^vi ■
;: ^ r; f v;-;: ^ ^ 'ir. • :K:; • PAS FA p-giic a-NAE
popolazioni cellulari, la progressiva esaltazione di ratìva dei singoli sottotipi, con estrinsecazione di una
alcune attività enzimatiche e l'attenuazione di altre positività degradante per frequenza dalle forme di
secondo uno spettro sequenziale. Inoltre, ancor LLA-c, alle forme di LLA-T sino ai quadri di LLA-B
quando la progressione differenziativa possa essere che risulterebbero frequentemente negativi.
delineata entro schemi generali in base ad alcune La fosfatasi acida è generalmente ritenuta un m ar
reazioni citochimiche principali (PAS, a-naftil-ace- catore selettivo degli elementi della LLA-T per la
tato esterasi acida - ANAE, fosfatasi acida, (S-glicu- conformazione del precipitato intenso e localizzato
rortidasi a livello degli elementi linfoidi normali), in posizione paranucleare e per la sua costante cor
non altrettanto può essere fatto a livello dei blasti rispondenza topografica a livello delle membrane
leucemici ove le asincronie maturative sono mag della zona di Golgi nelle osservazioni ultrastruttu
giormente evidenti e la sovrapposizione di «livelli rali. Come già è stato osservato per la reazione del
maturativi» può essere notevole. PAS, anche nel caso della fosfatasi acida la reazione
La reazione del PAS che è stata per lungo tempo assume significato diagnostico soprattutto per l'ele
considerata caratteristica preminente della maggior vata frequenza di positività delle forme LLA-T
parte delle leucosi linfoblastiche acute ed in partico rispetto alle altre varianti piuttosto che per la selet
lare prerogativa spiccata della variante più frequente tività cellulare. Anche le caratteristiche morfologi
(LLA-common), sembrerebbe attualmente distribuir che del precipitato della reazione («focale») nella
si secondo una funzione inversa dell'attività prolife- maggioranza dei casi, potrebbero a livello di alcune
forme di LLA-T assumere aspetto granulare diffuso
o misto (focale e granulare).
L'a-naftil-acetato esterasi acida (ANAE) che si ritie
ne possa identificare una sottopopolazione di ele
menti T dimostra a livello dei blasti leucemici una
distribuzione non dissimile da quella della fosfata
si acida. In base a queste considerazioni l'originale
distinzione morfologica delle classificazioni FAB
può essere adeguatamente integrata con l'apporto
delle reazioni citochimiche e con i dati derivanti
dalla definizione del fenotipo mediante tecniche
immunologiche (Tabb. 9 e 10) (Fig. 19).
Anche per le leucemie linfoblastiche acute sono
state identificate aberrazioni cromosomiche dotate
di carattere distintivo, in grado di contrassegnare
«specificamente» non solo talune sottovarianti, ma
Fig. 17 - Leucemia linfobiastica dei precursori B. Biopsia ossea anche di conferire un significato prognostico per
con pressoché completa sostituzione de! midollo emopoietico da
parte di una popolazione monomoria di blasti di piccola taglia quanto riguarda la risposta alla terapia ed alla
(LI). sopravvivenza dei pazienti.
446 Leucemie acute
Fig. 18 - Leucemia iinfoblastìca dei precursori T. Biopsia osteomidollare: a) spazio inferfrabecolare iperceliulare (100%) compieta-
mente occupato da elementi blastici; b) i linfoblasti T presentano nucleo a disegno convoluto e sono evidenti diverse immagini miio-
tiche; c) reattività immunoistochimica per CD34 dei blasti, si notano inoltre un megacariocito ed un isolotto di eritroblasti; d) reat
tività immunoistochimica per CD 117 fc-kit).
Variante common (comune) anche denominala a cellule pre-preB (60% deile LAL dell'adulto e 85% delle LAL del bambino).
Caratterizzata da blasti positivi per l'antigene comune della LAL (cAlia o CD10), per l'antigene di classe 11del sistema HLA (HLA-
DR) per l'enzima TdT (terminal-desossìnucieotidil transferasi) e per alcuni antigeni precoci di differenziazione riconosciuti dagli
anticorpi monoclonali anti CD 19 e anti CD24. La prognosi è favorevole, e sopravvivenze superiori ai 5-7 anni sono osservabili
con elevata frequenza.
Variante pre-B. Caratterizzata dalla presenza nei blasti di catene pesanti M intracitoplasmatiche in assenza di catene leg
gere k o X. Si osserva nel 15% delle LAL dell'adulto e in meno dei 5% delle LAL del bambino, in genere assenti o debol
mente espressi l'antigene cALLa e la TdT. 1blasti reagiscono con anticorpi monoclonali anti-CD19, CD24, CD21 e CD22.
Assenti le immunoglobuline di superficie. La prognosi è assai meno favorevole rispetto alla variante common.
Variante a cellule B. E contrassegnata da blasti con fenotipo caratteristico del linfocito maturo (presenza di immunoglobuli
ne di superficie di tipo IgM, positività per marcatori CD21 e CD22 e areaftività per il cALLa e la TdT. Corrisponde nel 90%
dei casi alla variante morfologica L3 (Burkitt like) ed è caratterizzata da una prognosi infausta a breve termine (1 -2 anni).
Variante a cellule T. Variante poco frequente (15-20% delle LAL dell'adulto e < 5% delle LAL dei bambino). I linfociti for
mano rosette E, reagiscono con anticorpi di classe di differenziazione CD7, CD2, CD3. Colpiscono preferenzialmente sog
getti di sesso maschile, e sono caratterizzate da elevata conta leucocitaria, presenza di masse mediastiniche (correlate a
localizzazioni timiche), tropismo gonadico, e frequente coinvolgimento del sistema nervoso centrale. La prognosi è assai
simile a quella mostrata dalla variante common.
Variante pre-T. Caratterizzata dalla presenza, nei blasti leucemici, di marcatori precoci di differenziazione dei linfociti T (TdT, CD1,
CD38, CD7) e assenza di marcatori tardivi (CD2).
Leucemie acute linfoblastiche & 4 4 7
La figura 19 riporta imo schema differenziativo effetti destruenti degli infiltrati leucemici nei
delle filiere linfoidi T e B che dimostra le aberrazio vari organi e tessuti;
ni cromosomiche più significative in rapporto ai 3) alterazioni legate alla patomorfosi, dipendenti dal
singoli quadri linfoproliferativi originanti in corri l'azione esercitata dai farmaci antiblastici sulle
spondenza di ben definiti citotipi. Tra queste ricor cellule leucemiche e sui tessuti non leucemici.
diamo la t(4;ll)(qll;q23) (con formazione del gene
di fusione AF4-MLL; frequente nelle forme B preco Alterazioni primitive. La proliferazione leuce
ci dell'adulto e nella variante congenita infantile, a mica interessa elettivamente e sempre gli organi
prognosi infausta), t(l;19) (q23;pl3-3) (con forma emolinfopoietici (midollo osseo, linfonodi, milza e
zione del gene di fusione PBX1-E2A, frequente fegato), coinvolgendo di regola, per quanto meno
nelle forme B precoci, a prognosi intermedia-favo- gravemente e diffusamente, anche gli altri organi e
revole), cromosoma Filadelfia t(9;22) (q 34; q ll) tessuti. Per questo suo carattere sistemico, la proli
(con formazione del gene di fusione BCR/ABL, fre ferazione leucemica sin dall'inizio interessa l'intero
quente nelle forme B precoci, a prognosi sfavorevo sistema emopoietico, è cioè generalizzata (in quanto
le), t(8;14) (q24;q32) (con formazione del gene di estesa di regola anche agli organi non emopoietici).
fusione c-Myc-IgH, tipica della forma L3 Burkitt- Altre caratteristiche della proliferazione leucemica
like, a prognosi sfavorevole). La maggior parte sono: la primitività (non essendo riferibile a momen
delle LAL presentano un corredo aneuploide (evi ti causali definiti), la elettività (nei riguardi di una
denziabile con tecniche citogenetiche o di citome- determinata serie cellulare emopoietica), la irrever
tria a flusso), più frequentemente iperdiploide sibilità (che esprime la «malignità» del processo) e
(60%) che ipodiploide (10%). Yanaplasia, essendo costituita da elementi cellulari
immaturi ed in parte anche atipici.
La proliferazione leucemica classica è quella dif
fusa, omogeneamente distribuita negli organi inte
All'esordio della malattia sono in genere presen ressati, sicché questi mantengono la loro forma e,
ti segni e sintomi da insufficienza midollare: ane sino ad un certo punto, la loro struttura, pur essen
mia, piastrinopenia, astenia, manifestazioni emor do largamente infiltrati da cellule leucemiche. Si
ragiche muco-cutanee, tachicardia e talora febbre manifesta al tavolo anatomico nei vari organi sotto
correlata a patologie infettive. In circa 30-50% dei forma di punteggiature o di fini strie grigiastre.
casi è presente linfoadenopatia, epato-splenomega- La proliferazione leucemica a focolai circoscritti,
lia; un impegno mediastinico e il coinvolgimento meno frequente, può essere micro- o macronodula-
del sistema nervoso centrale sono in genere presen re, fino a masse grossolane neoplastiformi, di aspet
te nelle forme T. to metastatico.
Indipendentemente dalla serie cellulare interes Isto log icam en te, gli infiltrati leucemici (con
sata, tutte le varie forme di leucemia presentano eguaglianza del reperto nei diversi organi colpiti)
alterazioni morfologiche di base che costituiscono il possono avere sede endovasale, perivasale e nelle
quadro generale delle leucemie e che sono: maglie del reticolo. L'accumulo di elementi bianchi
immaturi nel lume dei piccoli vasi e dei capillari
1) alterazioni primitive, direttamente connesse alla ectasici nei vari organi e tessuti è patognomonico
proliferazione leucemica; della leucemia, e viene oggi dai più interpretato nel
2) alterazioni secondarie, dovute solo in parte agli senso di un ristagno endovasale delle cellule leuce-
448 : Leucemie acute
CELLULA
STAMINALE
EMATOPOIETICA
PLURIPOTENTE
Pre-Pre-T,
o
Pretimocila
LAL «common»
LAL Pre-T
]o Pre-B
t(1;lS ) (q23;p13)
o
B-precoce
1(11;14)(p13,q13) LAL-T
o
0el(6)(p21-25) LinfQ m a
¡nv. (14)(q11;q32) L ln ,o m a
LAL «B-precoce»
I.
B-vergine
Timocita maturo TH Timocita maturo Ts
LAL-T
Linfoma o 1
o! LAL-T
Linfoma
t (8;14) (q24;q32)
t (2:8) (p12;q24)
t (8;22> (q24;q11)
del (6) (q21 -25)
Linfocita Th Linfocita 1s
LLC-T
Linfoma lint. T
Lini, cutaneo
o o LLC-T
Linfoma
Plasmacellula
Mieloma
Fig. 19 - Schema delle principali aberrazioni cromosomiche in rapporto ai C j
citotipo di origine della malattia linfoproiiferativa.
miche circolanti (leucostasi). Gli infiltrati leucemici a tie, perché contrariamente a questi ultimi che sono
sede perivasale possono essere presenti in ogni costituiti da elementi eritroleuco- e spesso anche
organo; si differenziano dai focolai emopoietici piastrinopoietici, risultano di cellule appartenenti
compensatori di possibile riscontro in altre emopa ad una sola serie leucopoietica. L'infiltrazione tra le
Correlazioni anatomo-cliniche - 449
maglie del reticolo si evidenzia negli organi a strut mieloidi) e le cellule linfoidi (forme linfatiche), con
tura reticolare e quindi soprattutto nella milza (cor più o meno forte riduzione degli elementi eritroidi
doni di Billroth), nei linfonodi (cordoni della midol e piastrinopoietici.
lare) e nel midollo osseo (tra le maglie che racchiu I linfon odi sono aumentati di volume in ogni
dono gli elementi emopoietici). Di regola l'infiltra forma di leucemia. Tuttavia, di regola, l'adenome-
zione leucemica endovasale prevale nelle forme galia è discreta nella leucemia mieloide e può esse
mieloidi e quella perivasale nelle forme linfatiche. re invece assai notevole (fino a 4-5 cm di diametro)
A lterazion i dei singoli organi. Il m idollo osseo, nella leucemia linfatica cronica. Dato il carattere di
nei casi conclamati, è abbondante e di colorito bian- sistematicità della malattia leucemica sono interes
co-grigiastro per la proliferazione delle cellule leu sati tanto i linfonodi superficiali (cervicali, ascellari,
cemiche che vengono man mano a sostituire il nor inguinali) che quelli profondi (mesenterici, retrope
male tessuto emopoietico invadendo anche il ritoneali) in fórma per lo più generalizzata, mentre
midollo grasso. Tutte le ossa vengono interessate, rari sono i casi caratterizzati da una tumefazione
ma più spiccate sono le lesioni a carico delle ossa passiva di un distretto linfonodale (più spesso quel
spugnose (Fig. 20). Il quadro cito-istologico varia lo mediastinico). Macroscopicamente, i linfonodi
secondo il tipo di leucemia, ma sono comuni a tutte tumefatti sono ìndipendenti gli uni dagli altri e non
le forme: la ipercellularità, con scomparsa delle aderenti ai piani superficiali e profondi; la consi
areole adipose, la immaturità cellulare (di regola stenza è midollare e la superficie di taglio bianco
proporzionale al grado di acuzie del processo leu grigiastra, omogenea; nei casi con cospicua adeno-
cemico) ed il monomorfismo cellulare (più spiccato megalia, i follicoli linfatici non sono riconoscibili e
nelle forme acute) che contrasta nettamente con il possono anche aversi aree di necrosi. Istologica
notevole polimorfismo del normale midollo osseo mente, l'architettura generale linfonodale è varia
per l'armonica commistione degli elementi granu- mente alterata (Fig. 21). Del tutto cancellata nella
locitopoietici, eritropoietici e piastrinopoietici. Que leucemia linfatica, specie di tipo cronico, per una
sta struttura monomorfa, nel puntato midollare, ha diffusa proliferazione soprattutto di linfociti che
notevole valore diagnostico ed è un orientamento invade globalmente il linfonodo, sommergendo fol
quasi certo per la leucemia acuta (Figg. 2, 17 e 18). licoli, seni e cordoni; l'attività mitotica è molto scar
Nelle forme croniche dominano rispettivamente i sa; una modesta infiltrazione della capsula e del
granuloblasti in varia fase di maturazione (forme tessuto pericapsulare può essere presente. Nella
leucemia mieloide la struttura fondamentale è,
invece, spesso parzialmente conservata, l'infiltra
zione leucemica (corrispondente al quadro emati
co) svolgendosi soprattutto nel tessuto intercordo-
nale ed interfollicolare.
La m ilza è aumentata più o meno di volume in
tutte le forme di leucemia. I gradi più elevati di
splenomegalia, fino a pesi di 4-5 Kg, si riscontrano
nelle forme croniche, soprattutto nella leucemia
mieloide cronica (peso medio g 1500), mentre nella
leucemia linfatica cronica la splenomegalia è di
regola più modesta (700-800 g) ma, in alcuni casi,
Fig. 20 - Leucemia acuta mieloblastica: aspetto macroscopico Fig. 21 - Leucemia acuta mieloblastica. Sezione istologica di
dei corpi vertebrali (a) e delio sterno (b): gli spazi interlrabeco- linfonodo con sovvertimento della struttura per diffusa infiltra
lari sono occupati da tessuto abbondante rosso-grigiastro e si zione di elementi blastici monomorfi.
nota la scomparsa dei tessuto adiposo.
450 Leucemie acute
spesso mieloidi, può essere la rottura spontanea (o
dopo traumi relativamente lievi) della milza, che si
verifica in sede di infarto o per infiltrazione leuce
mica della capsula, e si ritiene favorita dai difetti
della coagulazione sanguigna. Istologicamente, la
struttura normale dell'organo è per lo più comple
tamente cancellata per una infiltrazione diffusa o a
focolaio di cellule leucemiche, appartenenti alla
serie cellulare compromessa e facilmente indivi
duabili in base alle caratteristiche morfologiche ed
enzimatiche (Fig. 23). In particolare, nelle leucemie
linfatiche si ritiene da taluni che il processo prolife-
rativo prenda inizio nei follicoli, che in effetti nelle
fasi precoci possono apparire più numerosi e più
Fia. 22 - Leucemia acuta linfoblastìca. Aspetto macroscopico grossi che di norma, ma privi di centri germinativi;
della milza nella cui polpa spiccano noduli biancastri a margi successivamente la proliferazione leucemica si
ni male definiti. estende alla polpa i cui limiti con i follicoli vanno
gradualmente scomparendo. Nelle forme mieloidi,
può assumere le proporzioni proprie delle forme le alterazioni hanno sede nella polpa che, infarcita
di elementi granuloblastici, viene ad assumere un
mieloidi. Nelle leucemie acute, la tumefazione sple-
aspetto simile al midollo; mancano però cellule eri-
nica è per lo più modesta e può non essere clinica-
troidi e megacariociti, la cui presenza deve suggeri
mente apprezzabile; nelle varietà linfoblastiche del
re una emopoiesi compensatoria in associazione
l'infanzia, o nelle forme a più lunga sopravvivenza,
alla leucemia mieloide cronica od un quadro di
non supera generalmente che di due o tre volte il
mielofibrosi idiopatica. I follicoli appaiono com
peso normale. Macroscopicamente, l'organo, anche
pressi dalla proliferazione leucemica pulpare e tar
quando notevolmente ingrandito, tende a conser divamente scompaiono del tutto. Una notevole
vare la sua forma e le sue incisure; la capsula è per emosiderosi può essere presente. L'osservazione
lo più liscia ma possono esistere aderenze con i tes istologica dei vasi linfatici splenici nelle leucemie è
suti circostanti. Di consistenza aumentata, presenta ritenuta importante nella diagnosi differenziale tra
sulla superficie di taglio una polpa abbondante di forme linfatiche e mieloidi: questi vasi linfatici, a
colore grigiorossastro, raschiabile ma non fluente; sede subintimale nelle vene trabecolari e perivasco
talora si riscontrano nodulini bianco-grigiastri di lare nelle arterie ed arteriole trabecolari, sarebbero
vario volume simili a follicoli ipertrofici (forme lin infatti dilatati e colmi di cellule leucemiche nelle
fatiche) (Fig. 22) o strie grigiastre che conferiscono forme linfatiche, ed invece vuoti e collassati nelle
all'organo un aspetto variegato (forme mieloidi). forme mieloidi dove solo la polpa sarebbe infiltrata
Assai frequenti, nelle leucemie mieloidi croniche, dalle cellule leucemiche. È stata tuttavia osservata
gli infarti ischemici, antichi e recenti, in varia fase di proliferazione endolinfatica anche in casi certi di
evoluzione, per trombosi leucemica delle arterie leucemia mieloide, mettendo in dubbio il significa
trabecolari alla cui genesi contribuiscono le modifi to diagnostico del reperto ai fini della distinzione
cazioni discrasiche del sangue e l'aumento delle tra le forme mieloidi e linfoidi.
piastrine. Una rara complicanza, osservata tanto Il fe g a to è costantemente interessato nelle leuce
nelle leucemie acute che in quelle croniche più mie, siano esse di tipo mieloide o linfatico. L'au
Fig. 23 - Leucemia acuta mìelobiastìca. a}, b) aspetto istologico li infiltrazione leucemica splenica.
Correlazioni anatomo-cliniche £ 451
mento di peso, modesto nelle forme acute, può in ricerche sistemiche nel 35-44% dei casi ed in veri
essere invece considerevole nelle forme croniche, tà con maggior frequenza nelle forme acute. Tratta
specie di tipo mieloide, sino a pesi di 4-5 Kg (peso si soprattutto di fenomeni di leucostasi, per cui i
medio 2500 g). Il fegato, ingrossato, liscio, consi capillari ed i vasi venosi del miocardio appaiono
stente, di colorito pallido giallastro ha margini arro stipati di cellule leucemiche, ma anche di infiltrati
tondati. Sulla superficie di taglio è possibile osser perivasali interstiziali in forma diffusa o nodulare,
vare una fine punteggiatura o striatura grigiastra in rari casi apprezzabili già macroscopicamente.
corrispondente agli infiltrati leucemici; focolai Infiltrati leucemici possono riscontrarsi anche nel
nodulari sono più comuni nelle forme linfatiche. connettivo subepicardico (da taluni ritenuti respon
Istologicamente, gli infiltrati leucemici tendono ad sabili della cos. pericardite leucemica) ed in quello
assumere aspetti differenti secondo il tipo della leu subendocardico.
cemia (Fig. 24). Nelle forme mieloidi (e monociti- Tutti i vasi di piccolo, medio e grosso calibro,
che), l'infiltrazione leucemica ha sede nell'interno compresa l'aorta, possono essere istologicamente
dei lobuli, nelle pareti e nel lume stesso dei sinusoi sede di infiltrati leucemici, per lo più awentiziali
di, ed interessa scarsamente gli spazi portali. Nelle ma a volte anche medio-intimali (piccole arterie).
forme linfatiche, invece, gli infiltrati hanno classica- Più frequenti sono le lesioni venose che possono
mente sede negli spazi portali e le aree lobulari accompagnarsi a quadri di trombosi o di trombofle
sono relativamente risparmiate. Nella varietà bite leucemica. Un aspetto particolare è la trombosi
monòcitica «pura» è prevalentemente intrasinusoi- dei corpi cavernosi del pene (che si manifesta clini
dale e si associa ad ipertrofia e proliferazione delle camente con il priapismo), quasi esclusiva delle
cellule di Kupffer e degli endoteli. Goldberg et a l forme mieloidi, pur essendo stata osservata anche
per la proliferazione di cellule linfatiche negli spazi nei casi di leucemia linfatica. La trombosi venosa
portali hanno coniato il termine di infiltrati prolifera leucemica è favorita dalla stasi leucocitaria, dall'au
tivi linforragici, ritenendo trattarsi di vasi linfatici mento delle piastrine (forme mieloidi), dalla infil
zaffati di cellule leucemiche, le quali infiltrerebbero trazione leucemica delle pareti vasali e dal sovrap
in seguito anche i tessuti circostanti. In base all'in porsi di agenti infettivi.
teressamento prevalente dei sinusoidi intralobulari I polm on i, in aggiunta a fenomeni di edema e di
o al contrario delle zone portali, sarebbe possibile broncopolmonite terminale, nel 30% circa dei casi
riconoscere istologicamente, nelle leucemie acute, (senza rilevanti differenze tra le varie forme) pre
un orientamento mieloide nel primo caso e un sentano localizzazioni leucemiche, per lo più solo
orientamento linfoide nel secondo caso. Oltre agli istologicamente documentabili (eccezionali gli infil
infiltrati leucemici vanno ricordati: la steatosi a pic trati nodulari). Abitualmente gli infiltrati leucemici
cole o medie gocce degli epatociti, il deposito di hanno sede peribronchiale, specie a livello dei pic
emosiderina (più abbondante nei soggetti politra coli bronchi; frequente è anche il reperto di mani
sfusi), ed il possibile reperto di una fibrosi portale cotti perivascolari e di infiltrati subpleurici (con
(fino a quadri similcirrotici), soprattutto in soggetti pleurite siero-fibrinosa o siero-emorragica); la leu
sottoposti a trattamenti antiblastici. costasi (particolarmente evidente a livello dei capil
Il cuore, oltre agli abituali fenomeni di degenera lari alveolari che appaiono ingorgati di cellule leu
zione grassa del miocardio (a volte con l'aspetto del cemiche) può essere causa di trombosi. Oltre agli
cor tigratum), riconducibili alla grave anemia ed infiltrati leucemici (perivascolari, peribronchiali,
anossia, ed alle frequenti emorragie puntiformi parenchimali, subpleurici), si riscontrano frequen
subepicardiche e/o subendocardiche, è spesso isto temente gravi fatti flogistici, polmoniti da germi
logicamente sede di infiltrati leucemici, riscontrati Gram positivi e negativi, da funghi (Candida Albi-
Fig. 24 - Fegato. Quadro istologico in corso di: a) leucemia linfoblastica acuta, con infiltrazione monomorfa nodulare degli spazi
portali; b) leucemia mieloblastica, con evidenza di elementi leucemici intrasinusoidali.
452 s Leucemie acute
cans e non Albicans, Aspergillo ecc) e da virus tiche e nelle leucemie acute infantili. All'esame
(CMV), spesso a tendenza necrotizzante e con scar macroscopico i reni risultano ingranditi (anche 2-3
sa reazione istogena. In casi di sopravvenuta bron volte la norma) e mollicci; la capsula è ben svolgibi
copolmonite, l'essudato endoalveolare può appari le e la superficie liscia. La superficie di taglio, palli
re ricco di elementi mieloidi immaturi. da, può mostrare aree grigiastre di infiltrazione leu
La compartecipazione dell 'apparato digerente cemica, o, più di rado, formazioni nodulari. I limiti
nella malattia leucemica è da tempo nota. Partico tra corticale e midollare sono confusi (Fig. 25). Isto
larmente frequente, specie in era preantibiotica, la logicamente, l'infiltrazione leucemica ha sede pre
stomatite necrotico-ulcerativa che può interessare lab valentemente nella corticale, tra i tubuli ed attorno
bra, gengive, faccia interna delle guance, lingua, ai glomeruli le cui anse vascolari possono essere
pilastri palatini e tonsille, accompagnandosi talora ripiene di cellule leucemiche. L'epitelio dei tubuli,
ad enteropatia necrotizzante (intestino tenue, separati o compressi dal tessuto leucemico, presen
appendice, colon ascendente); può costituire la ta alterazioni regressive più o meno gravi, ed anche
lesione iniziale di una leucemia acuta, specie infan di tipo atrofico. A causa della iperuricemia (partico
tile. Indipendentemente dalla esistenza di ima sto larmente elevata nelle forme leucemiche acute e
matite necrotica, può esistere una gengivite ipertrofi nelle forme mieloidi croniche), il 5% circa dei leuce
ca, caratteristica della leucemia monocitica, con mici presenta calcoli renali composti di acido urico.
facile sanguinamento e frequente infezione batteri Può coesistere una nefropatia urica ostruttiva (per
ca sovrapposta, a livello della quale la biopsia può precipitazione di uratx nel lume del nefrone distale),
dimostrare l'esistenza di una infiltrazione leucemi causa non rara di insufficienza renale acuta nei leu
ca. Nelle forme linfatiche le tonsille, spesso notevol cemici. La precipitazione sotto forma cristallina del
mente ingrossate, sono sede di diffusa infiltrazione l'acido urico è legata ad un'abnorme eliminazione
leucemica. Ad esclusione dell'esofago, il cui interes di questo metabolica, dipendente dalla massiccia
samento è ritenuto raro, il tubo gastroenterico par liberazione di purine conseguente (specie nella
tecipa alla proliferazione leucemica, in forma diffu varietà linfoblastica) alla distruzione delle cellule
sa o circoscritta, nel 13-25% dei casi. Particolarmen da parte dei citostatici.
te colpite nella leucemia linfatica sono le regioni ric Per quanto riguarda l'apparato gen itale, va
che di tessuto linfatico, vale a dire l'ileo terminale, ricordata la relativa rarità dell'infiltrazione leuce
l'appendice ed il colon; l'ingrossamento delle plac mica del testicolo (in sede interstiziale e peritubula-
che del Peyer, talora con ulcerazioni di aspetto re, con atrofia dell'epitelio seminifero e delle cellu
similtifoso, può anzi rappresentare al tavolo anato le di Leydig), in contrasto con la frequente compro
mico un elemento per differenziare la leucemia lin missione dell'apparato genitale femminile (30-40%)
fatica dalla leucemia mieloide. Comune il riscontro d elie ovaie in primo luogo (con aspetti a volte neo-
di infezioni fungine (Aspergillosi, Candidiasi, plastiformi) ma anche delle tube e dell'utero (Gil-
Moniliasi). lin). Tuttavia nelle forme di leucemia acuta soprav
Il rene, dopo gli organi emolinfopoietici, è l'orvissute a lungo in seguito alla terapia, secondo le
gano più frequentemente interessato nella leuce osservazioni più recenti, la localizzazione testicola
mia. Anche prescindendo, infatti, dalle alterazioni re tardiva non è rara, anzi può essere la sede da cui
aspecifiche (edema, emorragie, processi regressivi parte una recidiva. Estremamente rare le localizza
tabulari), infiltrati leucemici sono presenti nel 40% zioni mammarie.
dei casi, con particolare incidenza nelle forme linfa L'interessamento del sistem a nervoso centrale
nelle leucemie occupa una posizione di rilievo, non tre, il «tumore» timico precede per settimane o per
solo come accidente emorragico in corso di leuce gran parte del decorso l'invasione leucemica del
mia acuta o riacutizzata; le localizzazioni leucemi midollo e del sangue circolante, realizzando una
che al S.N.C., se ricercate istologicamente, specie vera e propria «leucemia timica».
nei soggetti trattati con farmaci antileucemici, sono Le lesioni cutanee più comuni sono rappresen
in realtà frequenti, riscontrandosi nel 20-40% dei tate dalle manifestazioni emorragiche (petecchie,
casi. Gli infiltrati leucemici prediligono le meningi ecchimosi ecc.): possono comparire però anche
(dura madre in specie) ed anche le localizzazioni lesioni aspecifiche polimorfe (leucemidi) e, specie
parenchimali, diffuse o nodulari, sono spesso nelle forme mieloblastiche, infiltrati leucemici (per
secondarie all'estensione degli infiltrati leptome- lo più noduli rosso-bluastri della grandezza da un
ningei, che accompagnano i vasi piali, nella sostan pisello ad una noce).
za cerebrale. Nell'encefalo le cellule leucemiche Non rari istologicamente gli infiltrati leucemici
assumono di regola una disposizione perivascolare nella muscolatura striata.
(Fig. 26), affollandosi nelle guaine perivascolari, e Le o ss a sono colpite particolarmente nell'età
solo di rado infiltrano le pareti dei vasi, il cui lume infantile, e le lesioni consistono in strie di rarefazio
dilatato è colmo di elementi leucemici per leucosta- ne a banda parametafisarie, osteoporosi diffusa od
si. Infiltrazioni nodulari di aspetto neoplastiforme a chiazze, osteolisi, neoformazione periostea. Nel
sono eccezionali. Rare sono le localizzazioni, isolate l'adulto si osservano lesioni più monotone, oste oli-
od estese/ nel midollo spinale. I nervi cranici (ecce tiche od osteoporotiche.
zionalmente quelli spinali) possono essere interes Tra gli organi di senso il più colpito è l'occhio:
sati a livello della loro uscita dalla scatola cranica particolarmente frequenti sono infatti le lesioni reti
da parte degli infiltrati meningei. Per la diagnosi di niche (pallore, edema, infiltrati leucemici, emorra
leucemia meningea notevole importanza ha assun gie), presenti nel 70-90% dei casi; si ritiene caratte
to di recente l'esame citologico del liquor cefalora ristica della malattia la comparsa di emorragie «a
chidiano attraverso il reperto della leucoblastorra- centro chiaro» e margini rossi.
chia. La frequenza del riscontro di «meningosi leu Alterazioni secondarie. Si tratta di lesioni indi
cemica» è molto cresciuta in rapporto al prolunga rettamente legate alla proliferazione leucemica, in
mento della sopravvivenza dei soggetti con leucosi gran parte già ricordate e che si riassumono nei
acuta. seguenti punti principali:
Nelle gh ian d ole endocrine, gli infiltrati leucemi
ci sono per lo più parcellari e privi di rilevanti con
seguenze clinico-funzionali. Nell'ipofisi, è interes
sato soprattutto il lobo anteriore. Nella tiroide pos
sono aversi infiltrati nodulari più o meno estesi. Il
surrene è più spesso interessato nella sua parte cor
ticale.
Un cenno particolare merita il tim o, il quale seb
bene di solito normale o con caratteri involutivi,
può presentare, specie nella leucemia linfoblastica
acuta T del bambino, ima vistosa megalia tanto da
condizionare una sintomatologia da compressione
mediastinica, conseguente a diffusa infiltrazione
leucemica dell'organo (Fig. 27). Non dì rado, inol-
Fig. 26 - Leucemia acuta linfoblastica: infiltrato leucemico peri Fig. 27 - Leucemia acuta linfoblastica T (ragazzo di 14 anni).
vascolare encefalico. Aspetto neopiastiforme del timo.
454 v Leucemie acute
- anemia, praticamente costante e di regola più degli spazi midollari e progressivo assottiglia
grave nelle leucemie acute e nelle forme mieloi mento delle trabecole ossee;
di, nei confronti delle forme linfatiche; può rico - fenomeni regressivi (metamorfosi torbida, vacuo
noscere un triplice meccanismo: 1) ridotta emo lare e grassa) a carico dei parenchimi (fegato,
poiesi per sostituzione del tessuto midollare reni e miocardio), in dipendenza dell'anemia e
rosso con tessuto leucemico proliferante (ane delTanossia ed aggravati dall'azione tossica dei
mia iporigenerativa); 2) aumentata emolisi non farmaci citostatici;
compensata sufficientemente da una iperprodu-
- emosiderosi e siderocromatosi viscerale, per iper-
zione di eritrociti (anemia emolitica); 3) ripetute
emolisi o per ripetute trasfusioni di sangue.
emorragie (anemia postemorragica). Va inoltre
ricordata razione tossica diretta sul midollo Patomorfosi iatrogenica delle leucemie. Il clas
osseo dei farmaci citostatici. sico profilo della patologia delle leucemie ha subito
- diatesi emorragica: abituale nelle leucemie acute sostanziali modificazioni dopo l'introduzione in
ove può assumere ima gravità ed una estensio terapia dei farmaci antiblastici e si discosta notevol
ne notevolissima, compare anche nel 25-30% dei mente dalle classiche descrizioni dell'era preche
casi di leucemia cronica, mieloide o linfoide, per mioterapica. Mentre in passato la fenomenologia
lo più in occasione di ima riacutizzazione della morbosa del leucemico era dominata dai danni
malattia. Le manifestazioni emorragiche hanno derivanti dall'insufficienza midollare conseguente
la loro sede più frequente a livello della cute all'invasione del midollo da parte delle cellule leu
(sotto forma di porpora, di ecchimosi o anche di cemiche (anemia, agranulocitosi, piastrinopenia), in
ematomi); altre sedi frequenti di emorragie epoca più recente l'impiego dì un'adeguata terapia
sono: la mucosa nasale (epistassi), gengivale di supporto (trasfusioni, antibiotici) ha limitato con
(gengivorragie), la mucosa gastrica ed intestina siderevolmente la portata dei danni conseguenti
le (ematemesi e melena), la mucosa vescicale, all'insufficienza midollare mentre l'uso di farmaci
delle pelvi e dei calici renali (ematuria), la muco in grado di distruggere direttamente le cellule leu
sa bronchiale (emottisi), la mucosa uterina cemiche ha contribuito a limitare l'espansione pro
(metrorragie) e le sierose; non di rado, si hanno gressiva della popolazione neoplastica. Ciò, se da
emorragie intraparenchimali (cervello, surrene). un lato ha permesso il prolungamento della soprav
La patogenesi della sindrome emorragica è com vivenza, dall'altro ha creato le condizioni indispen
plessa, ma importanza prédominante assume la sabili per una più diffusa infiltrazione degli organi
presenza di una trombocitopenia e/o di un defi da parte delle cellule leucemiche (prima impedito
cit della funzionalità piastrinica, nei confronti dall'eccessiva brevità del decorso) e l'affiorare di
della componente vascolare (fragilità vasale) e una serie di complicazioni che talora per la loro evi
di quella piasmatica : in alcuni casi, e quasi rego denza clinica prendono il sopravvento sulla patolo
larmente nella varietà promielocitica, si sovrap gìa leucemica dì base e fanno pensare all'insorgen
pone una sindrome da coagulazione intravasco- za di ima «seconda malattia». Scomparsa delle cel
lare disseminata (CID). La piastrinopenia, a sua lule leucemiche dal sangue periferico e, nei casi più
volta, è la conseguenza della proliferazione di favorevoli, anche dal midollo, associata a gradi
cellule leucemiche nel midollo (o dell'azione variabili dì anemia aplastica, persistenza dì focolai
tossica dei citostatici). leucemici in sedi extraemopoietiche (meningi, testì
colo, ovaia, rene, fegato, sierose ecc.), comparsa di
- trombosi venosa (con eventuali embolie polmonari),
gravi infezioni (specie a carico dell'apparato respi
meno frequente della sindrome emorragica ma
ratorio), atipiche sia per l'etiologia che per la tumul-
non incompatibile con una tendenza emorragipa-
tuosità del decorso, costituiscono una triade caratte
ra: viene riferita alla stasi circolatoria, alla discrasia
ristica di quella che da più parti (Lanza e Nenci) è
ematica, ed eventualmente alla piastrinosi, quale
stata definita la patomorfosi post-terapeutica della leu
può verificarsi nella leucemia mieloide;
cemia. A complicare ulteriormente il quadro contri
- fenomeni di necrosi settica, particolarmente fre buiscono infine i danni conseguenti all'azione tossi
quenti a livello del cavo orale, possono colpire ca diretta dei farmaci sull'organismo (patologia pro
anche la cute, l'intestino, i polmoni, i reni, la priamente detta iatrogenica).
vescica, ecc. Sono dovuti all'abnorme suscettibi In generale tutti i farmaci citostatici (antimitoti-
lità dei leucemici alle infezioni batteriche, in ci) impiegati nel trattamento delle emoblastosi ini
quanto, pur avendosi in circolo un aumento biscono non solo le mitosi delle cellule leucemiche,
numerico dei leucociti, le cellule leucemiche ma anche le mitosi delle cellule dei tessuti normali,
posseggono ima assai scarsa capacità difensiva; che provvedono alla normale rigenerazione fisiolo
si viene così a creare una situazione simile a gica e che sono più frequenti nei tessuti in rapido
quella che si ha nella granulocitopenia; rinnovamento (epiteli digestivi, cute ed annessi
- fenomeni di riassorbimento osseo (osteoporosi), a cutanei come bulbi piliferi, matrice ungueale ecc.).
livello delle ossa soprattutto spugnose, legati Durante i lunghi ed intensi trattamenti citostatici
alla proliferazione leucemica con allargamento questi tessuti vanno incontro ad ipotrofia da man
Correlazioni anatomo-cliniche 455
cata rigenerazione fisiologica, secondo il quadro sed criteria for the classification of acute myeloid leu
generale della patologia arigenerativa. kemia. Ann Intern Med, 103: 626-629, 1985.
Tra gli organi maggiormente compromessi nella Bennett J.M., Catovski D., Daniel M., Flandrin G., Galton
moderna patomorfosi ad impronta displasizzante D.A.G., Gralnick H.R., Sultan C : Proposals for tire
della malattia leucemica, ricordiamo il fegato e i recognition of minimally differentiated acute myeloid
polmoni. Il fegato è spesso sede di una fibrosi diffu leukaemia (AML-MO). Br I Haematol, 78: 325-329,
sa (di raro riscontro nell'era prechemioterapica) 1991.
che, per la esiguità dei fenomeni rigenerativi epato- Bene M.C., Castoldi G.L., .Knapp W. et al. (European
cellulari, difficilmente porta ad un tipico quadro di Group for the Immunological Characterization of
cirrosi. Il trattamento citostatico (attraverso il Leukemias - EGIL): Proposals for the immunological
danno epatico e la sostituzione connettivale degli classification of acute leukemias. Leukemia, 9: 1783-
infiltrati leucemici) è il maggiore responsabile della 86, 1995.
comparsa di questa epatopatia sclerotica che insor Brurming R.D., McKenna R.W.: Tumors of the bone m ar
ge con maggiore frequenza nei bambini piuttosto row. Atlas of tumor pathology., Third Series, Fasc. 9,
che negli adulti. Armed Forces Institute of Pathology, Washington DC,
Ripetutamente segnalati sono anche i quadri di 1994.
fibrosi polmonare diffusa iatrogenica (con disturbi
Castoldi G.L., Liso V.: Malattie del Sangue e degli Organi
della ventilazione a tipo di blocco alveolo-capillare) emopoietici. 4a Edizione. Me Graw-Hill, 2004.
riconducibile anche alla organizzazione di un
edema fibrinoso endoalveolare, simile alle mem Ciccone M., Cavazzini F., Castoldi G.: Cytogenetics and
brane j aline, che viene a formarsi per deficiente pro molecular cytogenetics in diagnosis and prognosis of
duzione di tensioattivo da parte di pneumociti dan hematologic malignancies. Trends M ed, 6: 41-55,
2006.
neggiati.
Attualmente la causa principale di morte nelle Greer J., Foerster J., Lukens J.: Wintrobe's clinical haem a
leucemie acute è costituita da fenomeni infettivi ed tology. 11th edition, Lippincott, 2003.
emorragici. Si sono spesso segnalate forme causate Harris N., Jaffe E., Diebold J. et al.: World Health Organi
da microrganismi poco comuni, dotati anche di zation Classification of neoplastic diseases of the
scarso potere patogeno: è stata documentata una Hematopoietic and lymphoid tissues: Report of the
diminuzione delle infezioni stafilococciche e la Clinical Advisory Committee Meeting - Airlie House,
comparsa di quelle da Gram negativi (specialmente ]
Virginia, November 1997. Clin Oncol, 17: 3835,1999.
Pseudomonas Aeruginosa) e da micetx, anche oppor Hoffmann R. (Ed), Benz E., Shattil S., Furie B., Cohen H .,
tunisti (Candida, Aspergillus); si è pure segnalata la Silberstein L.E., McGleve P.: Hematology. Basic prin
comparsa di infezioni da Pneumocystis Carimi e da ciples and practice. 4th Edition, Churchill Livingsto
virus citomegalico. Nell'insorgenza di queste mani ne, 2005.
festazioni un ruolo di primo piano svolgono il venir
faffe E.S., Harris N.L., Stein H., Vardiman J.W. (Eds):
meno delle resistenze immunitarie dell'organismo, World Health Organization Classification of
legato in buona parte all'azione anticellulare dei Tumours. Pathology and genetics of tumours of hae
citostatici, e la selezione microbica effettuata dalle matopoietic and lymphoid tissues. IARC Press, Lyon
terapie antibiotiche ad ampio spettro. 2001.
La descrizione del quadro anatomo-patologico
Lanza G.: Anatomia Patologica Sistematica II Edizione.
della leucemia acuta comprende pertanto necessa
Piccin Editore, Padova 1985.
riamente, accanto alle alterazioni conseguenti
all'invasione diretta degli organi da parte delle cel Lanza G.: Tumori e Precancerosi. Piccin Editore, Padova
lule leucemiche, anche le modificazioni conseguen 1989.
ti alla terapia o da esse direttamente determinate. Lewis S.M., Bain B., Bates I.: Practical Haematology.
Churchill Livingstone, 2001.
B Bibliografia essenziale Naeim F. et al.: «Hairy cell» leukemia. Am. J. Med. 65,
1978.
4 7 9 -4 8 7 ,
Barn B.: Leukaemia diagnosis. 2nd Edition, Blackwell
Science Ltd, 1999. Orfao A., Schmitz G., Lanza E , et al. (for the Standardiza
tion Committee on Clinical Flow Cytometry of the
Bain B., Clark D.M., Lampert I.A., Wilkins B.S.: Bone mar- International Federation of Clinical Chemistry): Clini
row pathology. Third Edition, Blackwell Science, cally useful information provided by the flow cy to
Oxford, London, 2001. metric immunophenotyping of hematological mali
gnancies: current status and future directions. Clin
Bennett J.M., Catovski D., Daniel M.T., Flandrin G., Gal
Chem, 45:1708-1717,1999.
ton D.A.G., Gralnick H.R., Sultan C.: Proposals for thè
classification of thè acute leukaemias. Br J Haematol Williams W., Beutler E., Erslev A. et al.: Hematology, Me
33: 451-458, 1976. Graw Hill, Milano 2003.
Bennett J.M., Catovski D., Daniel M.T., Flandrin G., Gal Zucker-Franklin D., G rossi. Atlas of blood cells. Function
ton D.A.G., Gralnick H.R., Sultan C : Proposed revi- and pathology. 3rd Edition, Edi-Ermes, Milano 2003.
3.8
Con questo termine vengono oggi comprese
diverse forme leucemiche che hanno andamento
per lo più cronico o subacuto, caratterizzate dall'e
spansione monoclonale di elementi linfocitari rela
tivamente differenziati e che comprendono la leuce
mia linfatica cronica; la leucemia prolinfocitica; la
«Hairy Celi Leukemia»; la cosiddetta «Adult T-cell
Leukemia»; la leucemia a cellule Naturai Killer.
Con discreta frequenza si osservano patologie linfo-
proliferatìve d'incerto inquadramento nosografico
dotate di caratteristiche clinico ematologiche inter
medie tra due o più forme. Anche alcuni tipi di lin
fomi non Hodgkin possono evolvere in leucemie
che simulano quadri linfoproliferativi leucemici, in
particolare il linfoma splenico a linfociti villosi, il
linfoma mantellare e il linfoma follicolare.
stadi clinici con prognosi e aspettativa di vita diffe sivo di linfociti neoplastici e che i gradi di linfocito-
rente, basato su rilievi clinici e laboratoristici ottenisi periferica, di adenomegalia, di splenomegalìa, di
bili con le normali metodiche diagnostiche e quindi anemia e trombocitopenia siano in stretto rapporto
facilmente riproducibile: con il progressivo espandersi del «clone tumorale».
I più recenti tentativi classificativi hanno ridotto il
- Stadio 0: linfocitosi periferica (>15.000/mmc) e numero degli stadi. Un gruppo Internazionale di
midollare (40%), sopravvivenza media 12 anni; lavoro (International Workshop CLL) riunitosi a
- Stadio I: linfocitosi associata a linfoadenomega- Parigi nel Novembre del 1979 e a Montreal nelTA-
lie: sopravvivenza media: 8 anni; gosto del 1980, sulla base di un'analisi multipara-
- Stadio II: linfocitosi associata a spieno e/ o epa metrica condotta su oltre 900 pazienti ha proposto
tomegalia; sopravvivenza media: 5,5 anni; ima nuova classificazione prognostica in 3 stadi
della LLC (Binet et al.; 1981). I pazienti con anemia
- Stadio III: linfocitosi associata ad anemia (Hb (Hb < 1 0 g/dl) e/ o trombocitopenia (Plt <100.000
< 10 g/dl); sopravvivenza media: 2 anni; mm3) hanno una prognosi peggiore e sono inclusi
- Stadio IV: linfocitosi associata a trombocitopenia nel gruppo C.
(Plt <100.000 mmc); sopravvivenza media: 2 La sopravvivenza dei rimanenti pazienti (circa
anni. l'80%) dipende dairinteressamento clinico dei
seguenti cinque sistemi: milza, fegato, linfonodi
Il sistema di staging si basa sul presupposto che cervicali, ascellari ed inguinali (indipendentemente
la LLC è ima malattia dovuta all'accumulo progres che la adenopatia sia mono o bilaterale). I pazienti
Midollo osseo
normale
■Interstiziale
Paratrabecoiare-
-Focale-
r Modula ré
—Random-
l— "Patchy"
•Diffuso—
Fio. 3 - Striscio periferico in paziente con LLC. a) si osservano iìnfociti in numero elevato e ombre cellulari (ombre di Gumprecht};
b) ie caratteristiche morfologiche assimilano queste cellule ai piccoli linfociti maturi osservabili nei sangue dei soggetti normali.
462 Disordini linfoproliferativi cronici
cutanei e colici, nei soggetti affetti da leucemia lin
fatica cronica. In alcune casistiche sono state osser
vate al riscontro autoptico, incidenze vicine al 15-
20%. In alcuni casi si assiste ad una trasformazione
della leucemia linfatica cronica in quadri clinicoe-
matologici di notevole interesse quali la sindrome
di Richter, la trasformazione Mastica e la trasfor
mazione prolinfocitoide.
- Quadri evolutivi della LLC: a) Sindrome di
Richter; b) Trasformazione blastica; e c) trasforma
zione prolinfocitoide.
a) Nel 1928 Richter per primo descrisse la comparsa
di una neoplasia linforeticolare a grandi cellule,
che egli definì reticolo sarcoma, in un soggetto
affetto da LLC.
Da allora numerosi sono stati i casi riportati in letteratura di
associazione di LLC con reticolosarcomi (linfomi istiocitici) e
morbo di Hodgkin, associazione definita col termine di Sin
drome di Richter. Oggigiorno tali quadri sono riconducibili
ad una evoluzione in linfoma a grandi cellule della LLC. Da
un punto di vista clinico la sindrome è caratterizzata dalia
brusca comparsa di sintomi generali (febbre, sudorazione
notturna, perdita di peso) con aumento asimmmetrico delle
dimensioni dei linfonodi, epatosplenomegalia e rapido deca
dimento delle condizioni cliniche; la sopravvivenza dal
momento della diagnosi è breve, in media quattro mesi. L'in
cidenza di questa forma viene valutata intorno al 3-10% delle
LLC. Mentre alcuni Autori infatti, sostengono che la sindro
Fig. 4 - Leucemia linfatica cronica: agoaspirato midollare. me di Richter rappresenta una trasformazione o progressio
ne della LLC, altri ritengono trattarsi di due neoplasie sepa
rate e non correlate. In realtà molte delle incertezze sulla
cromica normocitica, in genere di entità non rile patogenesi della sindrome dipendono dalla ampia revisione
vante; la trombocitopenia; e soprattutto ima ipo- concettuale cui sono stati sottoposti in questi ultimi anni i
gammaglobulinemia (0,7-0,8 g%), presente nel 50- cosiddetti linfomi istiocitici e dalla inadeguatezza di una
75% dei casi, accentuantesi nelle fasi più avanzate approccio morfologico a questi quadri patologici. In tutti i
casi in cui è stata effettuata una tipizzazione ímmunologica,
della malattia. si è potuto dimostrare che il linfoma a grandi cellule insorto
Nel 5% dei casi l'elettroforesi delle proteine sie in corso di LLC è costituito da linfociti B. Inoltre in alcuni casi
riche dimostra un picco monoclonale, nella mag si è potuta dimostrare la presenza della stessa catena leggera
gior parte dei casi di tipo IgM, più raramente IgG o e della stessa catena pesante sulla membrana delle cellule
leucemiche e delle cellule linfomatose. Questi risultati tendo
IgA- no a confermare l'ipotesi che gli «immunoblasti» linfomatosi
È noto da molti anni che la LLC può avere un decorso molto derivano per trasformazione dallo stesso clone delle cellule
variabile; varie rassegne sull'argomento hanno riportato media leucemiche. In altri casi, studi di biologia molecolare e immu
ne o tempi di sopravvivenza media dal momento della diagnosi nologia hanno dimostrato una natura diversa del clone lin-
compresi tra 1-7 e 9 anni; attualmente si ritiene che la sopravvi fomatoso anaplastico e dei linfociti della LLC, permettendo
venza media sia di 4-6 anni. Sono possibili, comunque, sopravvi di ipotizzare che l'evoluzione in S. di Richter sia causata dal
venze molto lunghe, ed in letteratura sono descritti casi, ad anda l'emergenza di un nuovo clone neoplastico B.
mento particolarmente favorevole, di pazienti deceduti 24 e 35
anni dopo che era stata posta la diagnosi di LLC. Alla luce delle b) L'insorgenza di trasformazione blastica come leu
più recenti evidenze immunologiche e citogenetiche è probabile cemia acuta in corso di LLC è evenienza assai
che almeno una parte di queste forme a prognosi favorevole rien rara. In alcune recenti rassegne della letteratura è
trino nelle variante benigna di LLC di tipo monoclonale prece stata evidenziata una incidenza variabile da 0 al
dentemente descritta. Poiché si tratta di soggetti anziani, spesso
la causa del decesso è una malattia intercorrente che non ha alcun
6% nei diversi gruppi di pazienti ed una inciden
rapporto con la leucemia, ma semplicemente coesiste con essa; i za globale-pari alTl%. E verosimile che il manife
decessi realmente attribuibili al processo leucemico sono dovuti starsi di una leucemia acuta con caratteristiche
a complicanze infettive, facilitate nel loro insorgere dal deficit morfologiche di tipo linfoblastico possa essere
della immunità umorale. La suscettibilità alle infezioni può esse espressione di una evoluzione della LLC analoga
re, inoltre, aggravata da una neutropenia conseguente all'infiitra-
zione midollare o a trattamenti mielotossici. Più di rado l'exitus è alla crisi blastica terminale della leucemia mieloi-
legato ad ima cachessia progressiva o alle conseguenze dirette o de cronica. La comparsa di una leucemia acuta
indirette della infiltrazione leucemica di organi e tessuti. mieloide, invece,, è da ricondursi all'intervento di
altri fattori, quali i deficit immunitari od inter
Altro evento possibile è l'insorgenza di neopla
venti terapeutici (irradiazione, chemioterapici).
sie maligne secondarie: numerose casistiche, infat
ti, riportano un significativo aumento della inci c) Nel 1979 Enno e coll. (1979) hanno descritto una
denza di tumori solidi, in particolare carcinomi «trasformazione prolinfocitoide» della LLC, carat
Leucemia linfatica cronica (LLC) - 463
disordine linfoproliferativo sono rappresentate da: positività per renziazione dei linfociti B stimolati da agenti mitogeni, ma al
la fosfatasi acida (sensibile all'azione dell'acido tartarico) e per la contrario esercitano un'attività soppressoria, simile a quella nor
beta glicuronidasi, negatività per la TdT (terminal desossi nucìe- malmente esercitata dalla classe linfocitaria T «suppressor-cyto-
tidil transferasi) e le esterasi aspecifiche, una ridotta risposta in toxic» CD 8+, CD3 + . Gli elementi leucemici dell'ATL presenta
vitro allo stimolo mitogenico del PHA e Conc-A, diminuzione, no inoltre nel 60% dei casi, positività per alcuni marcatori di atti
di grado variabile, ma spesso consistente, della citotossicità vazione dei linfociti T (CD25, recettore per l'interleuchina 11;
naturale, una mantenuta azione litica di tipo anticorpodipen- HLA-DR, DP, DQ). Con ima certa frequenza le cellule leucemi
dente, ima attività soppressoria sulla maturazione linfocitaria B, che presentano assetti fenotipici anomali caratterizzati dalla
e sui precursori staminali CFU-EE e BFU-E. mancata espressione dì imo o più marcatori linfocitari T (CD7,
CD2, CD5, CD3) sia in aree endemiche che non endemiche.
ematomi o porpora cutanea e mucosa (20% dei casi). massiva (percentuale delle He variabili dal 5 al 95%
Le infezioni batteriche o fungine in specie bronco della cellularità totale). Il quadro midollare può
polmonari (30% dei casi) talvolta hanno carattere apparire ipo-normo o ipercellulare, mentre l'infil
setticemico; possibili anche sintomi addominali da trazione da parte delle He risulta di tipo diffuso,
ingombro splenico (20-40% dei casi); lesioni osteoli- potendo coinvolgere totalmente o parzialmente il
tiche (3%). Non di rado, infine, la malattia viene parenchima midollare.
riconosciuta casualmente in corso di esami emato Altra caratteristica istopatologica è rappresenta
chimici eseguiti di routine. La splenomegalia rap ta dalla presenza di ampie lacune tra le varie cellu
presenta il rilievo obiettivo di maggiore frequente le hairy dovute all'ampio citoplasma presente nelle
riscontro della malattia (presente nel 90% dei casi). cellule leucemiche. Questo aspetto le differenzia
Essendo il peso medio 1800 g; range 500-7500 g. significativamente dalle altre forme leucemiche o
Generalmente assenti le linfoadenomegalie delle dai linfomi che infiltrano il midollo e che sono
stazioni superficiali, mentre assai spesso, alTesame caratterizzati da modalità variabili delle infiltrazio
tomografico computerizzato (TC), sono rilevabili ni (nodulare, lamellare, paralamellare). Le He
adenomegalie delle sedi profonde (in specie dell'ilo midollari sono di regola più piccole e presentano
splenico, talora retroperitoneali) (70% dei casi). proiezioni citoplasmatiche spiculariformi meno
L'anemia è riscontrabile nella maggioranza dei marcate. Costante è inoltre l'iperplasia delle fibre
casi (Hb < 8,5 gr/dl nel 60% dei casi con valore reticolari ed in minor misura di quelle collagene,
medio pari a 9,5 gr/di) ed appare di tipo normocro- eventi che danno al quadro, unitamente alla presen
niico, normocitico-megalocitico (MCV < 95 jj3 nel za delle lacune intercellulari, il caratteristico aspet
70% dei casi). Il quadro anemico non sembra essere to spugnoso («spongy lymphoid myelofibrosis»):
riconducibile, nella sua patogenesi, ad ima manife aspetto di grande importanza diagnostica nelle
stazione di eritropoiesi inefficace o ad una condi varianti aleucemiche di HCL (Hasselbach, 1984). In
zione iperemolitica, ma bensì, come dimostrano i genere è aumentato anche il numero dei fibroblasti.
tests di ferrocinetica, ad una reale insufficienza eri- Assai depresse risultano le diverse serie emopoieti
tropoietica midollare. Altro reperto affatto caratte che ad eccezione della serie megacariocitaria che si
ristico della malattia (riscontrabile nel 95% dei casi) presenta normo o iperrappresentata con frequenti
è la leucopenia, considerato da diversi autori un aspetti piastrinogenetici.
elemento diagnostico fondamentale della HCL: - La milza appare pressoché costantemente
(GB < 4.000/mmc nel 97% dei casi; GB < 1.500/ coinvolta dal processo leucemico (70-100% dei
mmc nel 15% dei casi, con granulocitopenia (soven casi): ha volume aumentato (peso medio 1800 gr,
te assai grave: < 1.000/mmc nel 20% dei casi), lin- range 450-8000 mg); colorito rosso scuro; non rara
focitopenia e spiccatissima monocitopenia (assai mente evidenzia aree infartuali. All'esame istologi
inusuale l'osservazione di monociti nel sangue co l'infiltrazione leucemica (Fig. 16 a,b) è di tipo dif
periferico). fuso esclusivamente nella polpa rossa, mentre la
La percentuale di cellule leucemiche nel sangue polpa bianca risulta ridotta o assente. Rare le figure
periferico varia molto da caso a caso: 0-95%; media mitotiche. Reperto patognomonico, non osservabile
na: 20% nei pazienti leucopenici e 50% in quelle nelle milze di soggetti affetti da altri tipi di leuce
iperleucocitosici). Frequente infine la trombocitope mie né nelle milze di persone normali, è rappresen
nia (Pst < 50.000/mmc nel 40% dei casi, raramente tato dalla presenza di pseudo-seni, ovvero di cavi
inferiori a 20,000/mmc) riconducibile nella sua tà, contenenti eritrociti e rari elementi mononuclea-
patogenesi in .parte ad una insufficienza piastrino- ti, rivestite di cellule hairy disposte a cordone (anzi
poietica midollare ed in parte alla eventuale coesi ché da cellule endoteliali) (Fig. 16 c).
stenza di un quadro di ipersplenismo. Il significato di questi pseudoangiomi non è
- Il midollo osseo è di norma coinvolto: con l'a- stato ancora completamente chiarito, anche se alla
goaspirato midollare generalmente non si ottiene luce di recenti studi, sembrano riconducibili a capa
materiale (punctio sicca o «dry tap» secondo la cità angioformative delle cellule leucemiche. Le cel
dizione anglosassone); da cui la necessità di esegui lule hairy, a livello splenico, hanno minori dimen
re la biopsia osteomidollare che per questi soggetti sioni (rispetto a quelle periferiche), presentano pro
è atto diagnostico fondamentale. La punctio sicca paggini citoplasmatiche meno evidenti, ma al. pari
sembra attribuibile a diverse condizioni: la fibrosi di quelle periferiche danno una reazione fosfatasi
reticulinica, l'ipoplasia midollare, la formazione di acida tartrato resistente molto positiva, mentre
interdigitazioni tra le proiezioni filamentose delle hanno il medesimo profilo immunofenotipico. Le
diverse cellule leucemiche. Qualora si riesca a rin apposizioni di milza non offrono vantaggi rispetto
venire materiale midollare (generalmente sangue all'istologia nel riconoscimento morfologico delle
frammisto a scarsi frustoli) la maggior parte della cellule hairy, al contrario delle sezioni semifini di
cellularità è costituita dalle cellule hairy. tessuto splenico che permettono, sulla base dell'e
L'esame microscopico della biopsia ossea eviden sperienza maturata da diversi autori, un ottimo
zia infiltrazione del parenchima midollare ad opera mantenimento dei dettagli morfologici della cellula
delle cellule hairy che può risultare più o meno capelluta.
472 » Disordini linfoproliferotivi cronici
Fig. 16 - Hairy celi Ieukemia (trìcoieucemia). a) Marcata splenomegalia con aspetto omogeneo delia superficie di sezione; b} la
polpa rossa risulta interamente infiltrata da diffusa proliferazione di elementi leucemici; c) le celìuie leucemiche sono prowiste di
ampio citoplasma ed hanno frequentemente nucleo monocitoide; d) reattività immunoistochimica con DBA44.
- il fegato è assai spesso sede di infiltrazione da consìstono, all'esame microscopico, di infiltrati leu
parte delle He (20-60% dei casi) ma mai in maniera cemici localizzati in posizione perivascolare a livel
tale da alterare la normale architettura dell'organo. lo dermico. Indenne in genere l'epidermide.
Le He in genere infiltrano i sinusoidi e gli spazi por - Le lesioni ossee risultano ancora meno fre
tali e spesso formano strutture pseudoangiomatose. quenti (3-8% dei casi) si rilevano di solito nelle fasi
L'infiltrazione non assume mai caratteristiche avanzate della storia naturale della malattia e diffi
nodulari, contrariamente a quello che si verifica in cilmente nelle fasi di esordio. All'esame radiologico
altre patologie emopoietiche (Fig. 17 a,b). (generalmente richiesto a causa di dolori ossei rife
- Le linfoghiandole sono raramente colpite dal riti da questi pazienti) si presentano come lesioni
processo leucemico ad eccezione dei linfonodi pro litiche localizzate prevalentemente a livello delle
fondi (in specie dell'ilo splenico) che, con alta fre ossa lunghe (femore, omero). Meno di frequente
quenza (70% dei casi), sono spesso coinvolti dalla sono interessati i segmenti sheletrici vertebrali o del
malattia. Le He infiltrano inizialmente la corticale cranio. All'esame istologico queste lesioni appaiono
esterna e solo in un secondo momento le zone T ed costantemente infiltrate da cellule leucemiche.
i cordoni midollari. L'infiltrazione appare di tipo Fattori di prognosi e sistemi di «staging»
diffuso ma mai in maniera tale da sovvertire l'archi La prognosi dei pazienti affetti da HCL è estrema
tettura ghiandolare. Di regola sono riconoscibili le mente eterogenea esistendo, come estremi di un
strutture reticolari linfatiche. ampio spettro di varianti, pazienti la cui malattia
All'esordio della malattia alcuni pazienti posso rimane stabile per diversi anni senza richiedere alcun
no presentare lesioni epidermiche (1-20% dei casi). trattamento ed altri che nell'arco di pochi mesi vanno
Queste generalmente hanno caratteri di maculo- incontro ad exitus per insorgenza di com p licanze
papule disseminate in tutta la superficie corporea e infettive correlate allo stato leucopenico.
Hairy cell leukemia (HCL) ^ 473
Fig. 17 - Aspetti istopatologici del fegato in corso di hairy celi leukemia. a) Si noti l'infiltrazione degli spazi portali e dei sinusoi
di ad opera delle cellule capellute, evidenziate immunoistochimicamente con DBA44; b] infiltrazione sinusoidale degli elementi leu
cemici.
Gli stadi clinici della «Hairy Celi Leukemia» Altro pregio del lavoro dì Jansen risultò quello
di avere compreso che la HCL è una malattia ad
(Sec. S. Jan sen , 1 9 8 2 )
evoluzione clinica estremamente variabile, per la
STADIO I: Hb > 12 g/di + milza < 10 cm oppure quale il significato prognostico dei parametri ema
Hb > 8,5 g/ di + milza < 4 cm tologici non è stabile nel tempo, bensì mutevole o in
maniera spontanea o, più frequentemente, in segui
STADIO II: Hb > 12 g/di + milza > 10 cm oppure to a provvedimenti terapeutici. I trattamenti in uso
Hb 8,5-12 g/di + milza 4-10 cm oppure
al giorno d'oggi (interferone, pentostatina, clodri-
Hb < 8,5 g/di + milza < 4 cm
brina) hanno migliorato in maniera drastica l'aspet
STADIO III: Hb 8,5-12 g/dl + milza > 10 cm oppure tativa di vita di questi pazienti.
Hb < 8,5 g/dl + milza 4-10 cm
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Discrasie
3.9 delle plasmacellule
e gammopatie
R. Navone, A. Pich
più importante è la dimostrazione di una prolifera clamata. Il quadro istopatologico è quello di un'in
zione di plasmacellule neoplastiche nel midollo filtrazione diffusa (Fig. 5) o nodulare (Fig. 6), più
osseo. La presenza di immunoglobuline o loro fra raramente interstiziale (Fig. 7), da parte di plasma-
zioni monoclonali, pur estremamente frequente, cellule con vari gradi di atipia (disomogeneità di
non è obbligatoria, perchè esistono rare forme di forma e volume dei nuclei, ipercromatismo, presen
mieloma non secemente. La diagnosi è più accura za di macronucleoli, mitosi atipiche, ecc.). Schema
ta su sezioni istologiche di biopsie osteomidollari ticamente, si distinguono forme ben differenziate,
(Fig. 3) che sugli strisci di aspirati (Fig. 4), tenendo mediamente differenziate, e scarsamente differen
comunque presente che, essendo le lesioni distri ziate o anaplastiche (Fig. 8). Nelle forme iniziali di
buite in modo focale, una singola biopsia ossea può mieloma vi possono essere problemi di diagnosi
risultare negativa pur in presenza di malattia con differenziale nei confronti delle plasmocitosi reatti-
Fig. 3 - Biopsia osieomidollare in mieloma: invasione midollare Fig. 6 - Invasione nodulare di midollo osseo da parte di pla
da parte di plasmacellule. Dominici, 630x (immersione). smacellule in mieloma. Dominici, 250x.
«2
Fig. 4 - Aspirato midollare in mieloma: presenza di plasmacel- Fig. 7 - Invasione interstiziale di midollo osseo da parte di pla
lule con atipie. Giemsa, 630x (immersione). smacellule In mieloma. Dominici, 400x.
Fig. 5 - Invasione diffusa di midollo osseo da parte di plasma- Fig. 8 - Invasione midollare da parte di plasmacellule fortemen
cellule in mieloma. Dominici, 250x. te atipiche in mieloma anaplastico. Dominici, 400x.
478 s Discrasie delle plasmacellule e gammopatie
ve: in tali casi possono essere utili indagini inumi- quindi possiede un solo tipo di catena leggera
noistochimiche (Wei e Juneja, 2003), che dimostrino (kappa o lambda). La catena leggera, prodotta in
la monoclonalità, cioè la presenza di un solo tipo di eccesso, grazie al basso peso molecolare viene rapi
immunoglobulina e di un solo tipo di catena legge damente eliminata dal sangue perchè filtrata attra
ra nei citoplasmi delle plasmacellule (Figg- 9 e 10). verso i glomeruli renali. Passando nelle urine, dà
La dimostrazione delle immunoglobuline citopla luogo alla proteinuria di Bence Jones, che è presen
smatiche e di marcatori specifici delle plasmacellu te nel 75% dei pazienti. Inoltre, nel rene le catene
le, come il CD 138 e/o il VS38c, sono utili anche per leggere si possono accumulare nei tubuli provocan
distinguere mielomi anaplastici da metastasi di car do una grave tubulopatia ostruttiva ed insufficien
cinomi scarsamente differenziati o linfomi di gran za renale (vedi rene da mieloma).
di cellule, nonché per la valutazione della malattia L'elevata globulinemia causa aumento della
minima residua dopo terapia, anche se sembrano viscosità del plasma; tale fatto può provocare (nel
più sensibili metodiche di biologia molecolare basa 7% circa dei pazienti) una "sindrome da iperviscosità"
te sul riarrangiamento genico della catena pesante con aumento delle resistenze al flusso con conse
delle immunoglobuline (Wei e Juneja, 2003). guente possibile ischemia in vari organi, soprattut
La turba del metabolismo proteico sostenuta to encefalo e retina. L'aumentata velocità di eritro
dalla secrezione di immunoglobuline da parte delle sedimentazione provoca anche impilamento delle
cellule mielomatose provoca un'iperglobulinemia emazie, con formazione di "rouleaux" di globuli
con inversione del rapporto albumina/globuline. Il rossi ben visibili negli strisci del sangue periferico,
tracciato elettroforetico del siero mostra un picco che di solito mostra anche un'importante anemia
elevato, aguzzo e con base stretta ("spike"), corri normocromica e normocitica, ed una moderata
spondente alla immunoglobulina prodotta dalle leuco-piastrinopenia.
plasmacellule neoplastiche. Di solito si tratta di una Infine, altro importante reperto ematochimico
IgG (50% dei casi) o IgA (20%), più raramente di nel mieloma è l'ipercalcemia, che aumenta con il
IgD, IgM o IgE. La paraproteina è monoclonale, e progredire della malattia ed è causata dall'osteolisi
con conseguente riassorbimento osseo, ma anche
dall'iperparatiroidismo secondario, se vi è insuffi
cienza renale.
Essendo le immunoglobuline del mieloma inca
paci di svolgere un'efficace attività immunitaria, i
pazienti risultano particolarmente suscettibili alle
infezioni, soprattutto batteriche (Streptococcus
pneumoniae, Staphylococcus aureus, Escherichia
coli, ecc), anche a causa della diminuzione delle
immunoglobuline e dei linfociti T e B normali. Le
immunoglobuline patologiche possono anche con
seguire la proprietà di precipitare a basse tempera
ture (crioglobuline) e di agglutinare le emazie, cau
sando turbe circolatorie con sindromi tipo Raynaud
e, raramente, gangrena.
Fig. 9 - Positività per le catene leggere lambda di numerose Nell'1% circa dei casi di mieloma le plasmacel
plasmacellule in mieloma. Immunoperossidasi, 250x. lule sintetizzano un'immunoglobulina monotìpica,
ma non la secernono, e di conseguenza non vi sarà
la presenza dì una componente M nel siero (cosid
e detto mieloma non secernente). Anche se i sintomi ed
il decorso sono simili a quelli del mieloma classico
(salvo che per una minore incidenza dell'insuffi
cienza renale), l'assenza di monoclonalità all'esame
elettroforetico del siero può rendere la diagnosi più
difficile. In tali casi, oltre all'esame radiologico, è
estremamente importante la biopsia osteomidolla-
re, con evidenziazione immunoistochimica dell'im-
munoglobulina monoclonale e della sua catena leg
gera nel citoplasma delle plasmacellule.
è
, 'S
Varietà anatomo-cliniche e prognosi
del mieloma
Fig. 10 - Positività per le catene leggere kappa di rare plasma-
cèllule nello stesso caso di mieloma illustrato nélla figura prece Oltre al mieloma classico, l'Organizzazione Mon
dente. Immunoperossidasi, 250x. diale della Sanità (Grogan e Coll., 2001) riconosce
Mieloma & 479
alcune varietà anatomo-cliniche di mieloma plasma In uno studio condotto su un'ampia casistica di
cellulare dotate di caratteristiche peculiari. Anzitutto biopsie osteomidollari, Pich e Coll. (1997) hanno
è nota da tempo l'esistenza di una rara forma (1% dei dimostrato che:
casi) di mieloma non secernente, di cui si è già detto, e
1. i parametri istologici valutati sulla biopsia (enti
di una forma leucemica di mieloma o leucemia pla
tà dell'invasione midollare: minore del 20%, tra
smacellulare, lievemente più frequente della prece
20 e 50%, superiore al 50%; tipo di infiltrazione:
dente (2%). Quest'ultima è una forma d i mieloma
interstiziale, nodulare, diffusa; e grado di diffe
aggressivo, con sopravvivenza inferiore alla media,
renziazione delle plasmacellule mielomatose:
caratterizzata dalla presenza di plasmacellule nel G l ben differenziate, G2 mediamente differen
sangue periferico in percentuale superiore al 20% dei ziate e G3 scarsamente differenziate) erano asso
globuli bianchi della formula leucocitaria, o in ciati in modo significativo ai più importanti
numero assoluto superiore a 2 X 109/litro. La leuce parametri clinici (aumento della calcemia e della
mia plasmacellulare è definita primaria se compare creatinemia, diminuzione dell'emoglobina e
al momento della diagnosi o come primo sintomo, e aggravamento dello stadio clinico della malat
secondaria se è una complicanza terminale di un tia)
mieloma classico. È più frequente nei mielomi IgE,
IgD ed in quelli con sole catene leggere. Sono più 2. l'attività proliferativa (valutata con il metodo-
rare le lesioni osteolitiche e più frequenti la linfo- ed delie AgNOR, che sono proteine associate agli
organomegalia e l'insufficienza renale. organizzatori nucleolari, indici di attività meta
Le altre due varietà riconosciute sono il mieloma bolica e proliferativa delle cellule) era fortemen
latente ("smoldering", come di fuoco che cova sotto te correlata con i parametri clinici ed istologici
la cenere) ed il mieloma a decorso protratto ("indo- descritti (Fig. 11).
leni"). In entrambi i casi vi è un aumento delle pla 3. il valore prognostico dei parametri istologici
smacellule midollari accompagnato da una compo midollari e soprattutto delle AgNOR era molto
nente M nel siero e, spesso, nelle urine, e, nella forte: infatti la mediana di sopravvivenza (di 26
forma "indolent", vi possono essere lesioni osteoliti mesi neH'intera casistica) era di 65 mesi nei casi
che ossee (fino ad un massimo di tre). Tuttavia i sin con AgNOR < 3.32,18 mesi con AgNOR = 3.32-
tomi del mieloma progressivo (dolori ossei, anemia, 5.15, e di soli 8 mesi con AgNOR > 5.15
ipercalcemia, insufficienza renale, infezioni, ecc.)
non compaiono per molto tempo (spesso anni), per 4. infine, la combinazione tra parametri istologici
cui la terapia non viene iniziata se non al momento ed attività proliferativa permetteva di stratifica
della comparsa dei sintomi di progressione. re i pazienti in tre gruppi di rischio con progno
Poiché queste varianti sono relativamente fre si nettamente diversa, con mediane di sopravvi
quenti, e poiché il mieloma in genere ha prognosi venza rispettivamente di 70,17 e 2 mesi.
infausta (la mediana della sopravvivenza è inferio In conclusione, la biopsia ossea non solo per
re a tre anni; la chemioterapia induce remissioni nel mette ima diagnosi morfologica di mieloma più
50-70% dei pazienti, ma le riprese di malattia supe accurata dell'aspirato, ma consente di valutare con
rano il 90% dei casi), appare evidente come l'opzio precisione parametri morfologici di elevato valore
ne terapeutica nel mieloma debba basarsi su criteri prognostico, quali l'entità dell'invasione, il tipo di
prognostici il più possibile precisi e riproducibili, infiltrazione ed il grado di atipia delle plasmacellu
per identificare pazienti con diversi gradi di rischio, le. Inoltre, attraverso l'analisi delle AgNOR, per
soprattutto quelli che potrebbero ricevere vantag mette di valutare l'attività proliferativa delle pla-
gio da un trattamento aggressivo, come il trapianto
di midollo (Pich e Coll., 1997).
I sistemi di stadiazione del mieloma più usati
sono quelli basati su dati clinici e/o di laboratorio '5 Ì ': ' ' -i
| Malattie delle catene pesanti foma che colpisce soprattutto soggetti di basso
livello socio-economico residenti in Egitto, Arabia
Oltre al mieloma, nel quale si verifica elimina Saudita, Nord Africa. Esso è caratterizzato da diar
zione con le urine di catene immunoglobuliniche rea, steatorrea, sindrome da malassorbimento, e
leggere, vi sono malattie neoplastiche dei linfociti B spiccata infiltrazione linfoplasmocitaria della lami
e delle plasmacellule caratterizzate dalla presenza, na propria dell'intestino tenue. All'inizio il proces
nel plasma e/o nelle urine, di sole catene pesanti o so è reversibile con trattamenti antibiotici: successi
più spesso di loro frammenti e non di catene legge vamente (ma non costantemente) può insorgere un
re. Le proteine anomale secrete dai linfociti e dalle linfoma B di alto grado dei linfonodi mesenterici e
plasmacellule in queste malattie non sono prodotti retroperitoneali. Parrebbe quindi che la prolifera
di degradazione delle immunoglobuline, ma sono zione plasmacellulare intestinale non sia inizial
invece sintetizzate come molecole incomplete, cioè mente neoplastica, ma sia la manifestazione morfo
proteine con delezioni interne. Si tratta di malattie logica di alterazioni immunitarie che predisporreb
molto rare, clinicamente e morfologicamente etero bero i pazienti all'insorgenza di un linfoma maligno
genee, indicate con le lettere greche y, a e jx, che addominale. Rari casi di malattia delle catene
richiedono, per la diagnosi, l'uso di tecniche sofisti pesanti di tipo a presentano un infiltrato linfopla-
cate, in quanto può essere poco evidente o mancare smocitario delle vie aeree senza interessamento
del tutto il classico "picco" all'esame elettroforetico, intestinale.
per cui è necessario ricorrere all'immunoelettrofo- La rarissima malattia delle catene pesanti tipo fi si
resi o airimmunofissazione. In pratica è necessaria presenta con un quadro ematologico di leucemia
la dimostrazione, nel siero, nelle urine o in entram linfatica cronica, con epato-splenomegalia ma
bi, di un componente proteico che reagisca con anti senza linfoadenopatie. Il midollo mostra plasmacel
sieri anti-catene pesanti y, a o ji, ma non reagisca lule caratteristicamente vacuolate, oltre aU'infiltra-
con antisieri anti-catene leggere k o X o con fram zione di piccoli linfociti B responsabili del quadro
menti Fab. L'immunoglobulina patologica mono leucemico. Colpisce soggetti adulti, ed il decorso
clonale può essere una IgG (malattia delle catene clinico è lentamente progressivo.
pesanti y), una IgA (malattia delle catene pesanti a)
o una IgM (malattia delle catene pesanti p.). Ognu
na di queste rare malattie appare rappresentare l'in | Bibliografia essenziale
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immunocompetente
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Chilosi M. (1986): Cellular differentiation of J., Kourilsky P:. A direct estimate of the human alpha-
lymphoid subpopulations and their microenviron beta T cell receptor diversity. Science. 1999 Oct 29;
ments in the hum an thymus. In: Muller-Hermelink 286(5441): 958-61.
HK (ed) The hum an thymus. Histopathology and
Pathology. Springer-Verlag, Berlin, pp. 89-125. Chilosi M v Zamo A ., Brighenti A., Malpeli G-, Montagna
L., Piccoli P., Pedron S., Lestani M., Inghirami G v
Shih F.F., Mandik-Nayak L., Wipke B.T., Allen P.M.: Mas Scarpa A., Dogliorti C v Menestrina F.: Constitutive
sive Thymic Deletion Results in Systemic Autoimmu expression of DeltaN-p63alpha isoform in hum an
nity through Elimination of C D 4+ C D 25+ T Regula thymus and thymic epithelial tumours. Virchows
tory Cells. J Exp Med. 2004 Feb 2; 199(3): 323-35. Arch. 2003 Aug; 443(2): 175-83.
I
;i
if
i
Timo
4.2 M. Chilosi
Le funzioni del timo sono principalmente corre sterno da tessuto adiposo e si estende inferiormen
late allo sviluppo di un efficiente sistema immunita te fino al 4°-5° spazio intercostale.
rio. Nel timo infatti maturano, proliferano e vengo La grandezza del timo varia notevolmente
no selezionati i linfociti T. In assenza di un corretto durante la vita. Il tessuto timico raggiunge le
controllo dei processi di maturazione e selezione si dimensioni maggiori in età infantile, e progressiva
sviluppano processi morbosi caratterizzati da defi mente è soggetto ad una progressiva involuzione,
cit funzionale del sistema immunitario (immunode senza peraltro scomparire del tutto anche in tarda
ficienze) o malattie autoaggressive/autoimmuni. età. Il peso e il volume del timo variano considere
I complessi meccanismi legati allo sviluppo deivolmente, non solo in rapporto all'età, ma anche da
linfociti T è mediato nel timo da un complesso soggetto a soggetto per fattori endocrini, costituzio
"microambiente" formato da diversi tipi cellulari nali, ed a seguito di processi morbosi acuti e croni
capaci di interagire in modo coordinato mediante ci. L'involuzione del timo è quasi completa entro la
comunicazioni molecolari e complesse reti di seconda decade, ma restano variabili quantità di
mediatori. La comprensione dell'organizzazione tessuto timico disperso in piccoli aggregati conte
istologica del microambiente timico è fondamenta nenti cellule epiteliali e timociti.
le per poter interpretare correttamente la fisiologia Istologicamente, i lobuli timici, di diametro varia
di questo importantissimo organo. bile da mm 0,5 a 2, sono avvolti da una sottile cap
sula connettivale che invia esili setti nel sottostante
parenchima suddividendo il parenchima timico in
Anatomia, istologia lobuli: ogni lobulo è composto da una zon a co rtica
ed embriogenesi le, più voluminosa, e da una m idollare; quest'ulti-
ma si continua nella porzione più centrale di cia
H timo è un organo impari, bilobato, che si loca scun lobulo con quello degli altri lobuli. Le zone
lizza nel mediastino anteriormente al sacco pericar- midollari si riconoscono morfologicamente come
dico. Di forma ovoidale, di colorito grigio-roseo e di aree più chiare in cui sono presenti i corpuscoli di
consistenza molle, occupa la parte antero-superiore Hassall. La minor densità cellulare e la presenza di
del torace e la sua porzione superiore è connessa un maggior numero di cellule con ampio citopla
alla tiroide tramite un largo ligamento tireo-timico. sma (cellule epiteliali, cellule dendritiche, cellule B)
Posteriormente è in rapporto con la trachea, la caro determinano la differenza istologica, apprezzabile a
tide comune ed il nervo laringeo inferiore; anterior piccolo ingrandimento microscopico, tra zona corti
mente è separato dal manubrio e dal corpo dello cale e zona midollare (Fig. 1).
Fi9-1 - Le diverse zone del timo, corticale (CJ e midollare (M) sono evidenziate in queste immagini istologiche (colorazione ema-
tossilina/eosina) di timo infantile. In (b) è evidente un corpuscolo di Hassall (HC).
Il timo è definito organo "linfo-epiteliale" incontribuire assieme alle cellule dendritiche ed ai
quanto esso è formato da due componenti istoge- linfociti B della midollare timica alla "presentazio
neticamente e morfologicamente distinte, epiteliale ne" del repertorio antigenico self ai cloni T prima
(di origine endodermica) e linfocitaria (linfociti T in della loro immissione nel torrente circolatorio peri
diverse fasi maturative), in intima correlazione ferico.
spaziale e funzionale. Il timo si struttura su una
Spazi perivascolari. Queste zone, sono formate dagli
complessa rete di cellule epiteliali di forma stellata
spazi contenuti all'interno della capsula del timo,
legate tra di loro da giunzioni (desmosomi). All'in-
ma esterni rispetto alla rete formata dalle cellule
terno di questa rete si posizionano i timociti, fitta
epiteliali. Questi spazi, praticamente assenti nel
mente stipati nelle aree corticali, più distanti nelle
timo durante i primi anni di vita, divengono pro
aree midollari. Morfologicamente ed immunofeno-
minenti neirinvecchiamento e l'involuzione del
tipicamente si distinguono diversi tipi di cellule
l'organo.
epiteliali che . caratterizzano diversi comparti
La complessità microambientale della zona .
"microambientali", anatomicamente e funzional
midollare è espressione della necessità di "presen
mente distinti, la zona sottocapsulare, la zona cor
tare" un ampio repertorio di antigeni self (nel conte
ticale e la zona midollare. Il profilo immunofenoti-
sto MHC) ai timociti, in una condizione di immatu
pico dei timociti varia nei tre diversi comparti
rità che porta alla tolleranza, con meccanismi depu
microambientali, seguendo il processo di matura
tati ad effettuare ima selezione "negativa" (elimina
zione dal precursore alla cellula T matura. Il per
zione dei cloni T autoaggressivi capaci di riconosce
corso dei timociti all'interno del timo è quindi un
re antigeni self).
percorso “a tappe" in cui la maturazione ed i pro
cessi selettivi sono mediati dairinterazione col
microambiente. O rganogenesi timica
Le cellule ep iteliali corticali e m idollari, pur Lo sviluppo del timo inizia precocemente
derivando da un precursore comune, sono caratte durante la vita intra-uterina, a partire da un
rizzate da morfologia, fenotipo e funzioni distinte. abbozzo epiteliale di derivazione endodermica
Zona sottocapsulare. Questo comparto microambien nella terza tasca faringea. Il modello embriogene-
tale è situato subito sotto la capsula fibrosa che cir tico "classico" che prevedeva una "doppia deriva
conda il lobulo timico. È considerata una zona zione" delle cellule epiteliali del timo, quelle corti
"proliferativa" in cui i timociti hanno aspetto Masti cali dall'ectoderma e quelle midollari dall'endo
co ed elevato indice mitotico. È la "nicchia derma, è stata recentemente sostituita da un
microambientale" in cui si localizzano i precursori modello che prevede l'esistenza di un precursore
linfoidi di provenienza midollare nelle prime fasi ep itelia le comune per le diverse componenenti
differenziative. epiteliali timiche [Blackburn CC, 2004]. La marca
ta eterogeneità morfologica, fenotipica e funziona
Zona corticale. Le cellule epiteliali in questo compar le che rende diverse le cellule epiteliali che occu
to possiedono ampio citoplasma caratterizzato da pano diverse zone del timo (sottocapsulare, corti
una rete complessa di protrusioni ed un ampio cale, midollare) è correiabile alla differenziazione
nucleo vescicoloso spesso macronucleolato. Le cel del precursore epiteliale comune soggetto a com
lule epiteliali corticali sono intimamente frammiste plesse interazioni che si stabiliscono tra le cellule
ai timociti corticali e a sparsi macrofagi spesso con epiteliali, cellule mesenchimali (di origine ectoder-
tenenti residui cellulari (espressione dell'elevato mica), e timociti. Prova indiretta dell'esistenza di
indice apoptotico dei timociti). un precursore epiteliale comune può essere consi
La zona midollare è formata da ima rete di cellule derato il non raro riscontro di tumori epiteliali
epiteliali di dimensioni contenute, nucleo ovoidale timici in cui coesistono cellule neoplastiche con
o fusato, frammiste a numerosi linfociti B e cellule caratteristiche "corticali" e "m idollari" (timoma
dendritiche interdigitate. La distinzione precisa di "m isto" o forma AB secondo la classificazione
queste differenti componenti cellulari è ottenibile W.H.O.).
mediante analisi immunoistochìmica dimostrando La colonizzazione da parte dei precursori linfoi
citocheratine (CK5, cellule epiteliali), proteina di che originano nel midollo osseo ha luogo nella
SI 00 (cellule interdigitate), o CD20 (linfociti B Vm-IX settimana di gestazione. La corticale appare
midollari). Nella zona midollare sono spesso pre a sua volta distinguibile in una zona sottocapsulare
senti i corpuscoli di Hassall, formazioni cheratiniz- o esterna ed in una zona corticale profonda. I linfo
zanti, talvolta cistici, che presumibilmente rappre citi della zona corticale esterna sono principalmen
sentano un aspetto differenziativo epidermoide, te grandi cellule Mastiche in attiva proliferazione;
delle cellule epiteliali midollari (Fig. 1). Non è essi si trovano associati con un tipo peculiare di cel
ancora chiaro quale può essere il ruolo dei corpu lule epiteliali, chiamate "cellule timiche nutrici
scoli di Hassall: secondo alcuni autori potrebbero (TNC)".
Anatomia, istologia ed embriogenesi ^ 491
e f
Fig. 2 - Utilità dell'analisi morfo-molecolare per evidenziare il microambiente tìmico e la differenziazione dei timociti. L'eterogenei
tà fenotipica dei timociti corticali e midollari è evidenziata dalle differenze di espressione degli antigeni CD99 (a). TdT (blue in b,
in associazione con CD20, marrone, che evidenzia i linfociti B delia zona midollare), CD8 (c), CDK6 (d). In (e) ea (r) i timociti TdT+
e CD1a+ sono evidenziati in associazione con DN-pó3, specifico marcatore nucleare delle cellule epiteliali.
492 » Timo
• . - : Nota :/■', ■
M icroam biente tim ico: a n àlisi m orfo-M oleóolàré. Vanalisi imrfologica effettuata mediante l%usttià:di;mar-
catori immiinofenotipici (antigeni rilevati mediante anticorpi-sondà su. sezionì di tessuto) ha permesso di ottenere
ìnformazioni rìlexmnti suWorganizmzione isto-fisìoló^ka del.timo e fornisce un utìU Mrumenio nella diagnostica
differenziale: della patologia Umica. 1 -marcatori principali p er. riconoscere■:le vane,; componenti cellulari del
microambienieiimico sisuddìvidono inmarcatori ^ (citocheratineCK8-18, CK5, CK14,- isoformedella prò-
teina pò3), marcatori linfocltari T: CD la, TdT (esprèssi nei timociti immaturipresmti rielle aree corticaii), CD3,
CD4, CD8, CD2j marcatori linfocilari B: CD20, CD79a (utili per l'identificazione dei linfociti B-dellearee midol
lari), marcatori delle cellule.accessorie: proteina .S100 (per identificare le cellule dendritiche interdigitate), CD2T,
CD23 (per identificare le cellule.follicolari dendritiche eventualmente presenti nelle areemidollari, in caso di ipcr-
plasia Umica) (Fig. 2). ' ■ ■
Patofogia timica & 493
Tumori epiteliali (Figg. 4-8} II stadio: a) invasione macroscopica del tessuto adi
poso circostante; o b) invasione microscopica della
I tumori epiteliali timici, definiti comunemente capsula
tintomi, sono tumori che derivano dalle cellule epi
teliali del timo, e benché relativamente rari sono cli III stadio: invasione microscopica degli organi adia-
nicamente e patologicamente molto eterogenei, centi
variando da forme in genere dotate di invasività IV stadio: a) impianti pleurici o pericardici o b)
locale a forme molto aggressive come i carcinomi metastasi per via linfatica od ematica (reperto raro)
timici. A causa dell'eterogeneità istologica che
caratterizza i TET sono state proposte in passato La difficoltà di trovare il corrispettivo del com
numerose classificazioni per questi tumori e solo portamento biologico sulla base di caratteri sia
recentemente le diverse proposte sono state unifica macro che microscopici ha dato luogo spesso ad
te in una classificazione unitaria (ufficialmente pro opinioni contrastanti circa la classificazione e la
posta dalla Organizzazione Mondiale della Sanità prognosi; secondo uno schema molto seguito in
nel 2000). I timomi sono localizzati al mediastino passato (Levine & Rosai, 1978) i timomi possono
anteriore, ma raramente possono avere sviluppo essere suddivisi in due forme:
ectopico nella regione del collo, sulla superficie 1. timomi benigni: interamente capsulati (60—80%)
pleurica, all'ilo polmonare, in sede pericardica e e con citologia in genere priva di caratteri atipi
diaframmatica. Macroscopicamente presentano ci; dopo asportazione chirurgica la possibilità di
ampia variabilità di dimensioni e di peso; hanno recidiva è trascurabile (1-2%);
forma in genere ovoidale e nodulare. I timomi sono
2. timomi maligni invasivi: non differiscono dai
rivestiti da una capsula fibrosa e sepimentati in
primi, se non per i caratteri di invasività.
lobuli da robusti setti in cui si possono osservare
deposizioni calcìfiche. La presenza di una spessa Questo schema classificativo, benché corrispon
capsula fibrosa, che rappresenta una barriera per dente allo schema stadiativo di Masaoka, risultava
l'estensione del tumore, è importantissimo aspetto poco articolato e scarsamente rappresentativo della
nella patologia dei timomi. Infatti, indipendente notevole eterogeneità morfologica dei TET. Le cel
mente dal tipo istologico, la prognosi dei timomi è lule epiteliali neoplastiche infatti sono caratterizza
direttamente legata alla presenza o assenza di infil te da una notevole varietà citologica (cellule fusate,
trazione della capsula e dall'estensione agli organi cellule grandi e vescicolose, formazione di "roset
limitrofi come definito nei criteri di stadiazione te", ecc., e sono spesso commiste a cellule linfatiche
Fig. 4 - Tim om a di tipo A [classificazione del ['O rg a n iz z a z io n e M o n d ia le deila Sanità}. In a (ematossilina-eosina) si ev id en zia la
m orfologìa a cellule fusate, tìpica di questo tipo di tum ore ep iteliale del tim o. In (b) intensa espressione della citocneratina a d alto
peso (citocheratìna 5) nelle cellule neoplastìcne.
496 - Timo
p9: 5 - Timoma AB (classificazione dell'Organizzazione Mondiale delia Sanità), in a (ematossilina-eosina) si evidenzia !a morfo
logia eterogenea delle cellule neoplastiche con ampi aree di cellule fusate. L'analisi immunofenotipica evidenzia l'espressione di
citocheratine ad alto peso molecolare (CK5 in b, CK14 in c) e la peculiare espressione di CD20 in parte delle cellule epiteliali (d).
(non neoplastiche) che, in alcuni casi, possono esse ci. Questa classificazione morfologica è operativa
re in maggioranza. Questa eterogeneità è alla base mente utile in quanto significativamente correlata
delle numerose classificazioni dei timomi in cui le all'aggressività dei diversi tipi di timoma ed alla
differenti forme di timoma erano distinte in base presenza di malattie autoimmuni, ed è sufficiente-
alla prevalenza di un tipo cellulare (timoma linfoci mente riproducibile. Le differenti forme sono deno
tario, epiteliale, linfoepiteliale, a cellule fusate, ecc.). minate per mezzo di lettere, e corrispondono ai
Questi inquadramenti sono stati superati perché timomi precedentemente definiti nel sistema classi-
scarsamente riproducibili ed a causa della arbitra ficativo di Muller-Hermelink basato sull'istogenesi
rietà legata al polimorfismo dei quadri riscontrabili delle cellule epiteliali neoplastiche (essenzialmente
nello stesso caso, al notevole numero di forme di cellule corticali caratterizzate da nucleo ampio e
transizione, alla soggettività dell'osservatore. La vescicoloso e cellule midollari con nucleo
classificazione più recente, proposta dalla W.H.O. fusato/ovalare).
nel 1999, sintesi e compromesso tra l'approccio cli Complicazioni di tipo autoimmune, ed in parti
nico-patologico della scuola statunitense e quello colare la miastenia grave, sono associate caratteri
biologico-funzionale della scuola tedesca, prevede sticamente alle forme B (Bl: 56,4%, B2: 71,1%, B3:
la distinzione di forme a basso grado dì malignità (i 46,2%). L'aggressività, definita dallo stadio di
timomi) e forme ad alto grado (i carcinomi timici). I Masaoka, è correlata al tipo istologico B, così come
timomi sono suddivisi a loro volta in diversi tipi, la prognosi. L'esito infausto infatti è riscontrato pre
distinti sulla base degli aspetti citologici ed istologi valentemente nelle forme B2 e B3 (Okumura 2002).
Patologia timica ;5 497
F>g. 6 -Timoma B1 (classificazione OMSj. In a (ematossilina-eosina) si evidenzia la morfologia di questa neoplasia che assomi
glia al timo normale, con ampie zone corticali confluenti e aree sìmil-midollari. Le cellule neoplastiche sono caratterizzate da ampi
nuclei vescicolosi, ovoidali (evidenziati in b dall'espressione di pó3}. in (c) si dimostra l'ampia componente linfoide caratterizzata
da fenotipo "corticale" CDla+ con un'area sìmÌl-mÌdollare ricca di linfociti B CD20+ (d).
Fig.7 -Timoma B2. (classificazione OMS). In a (ematossilina-eosina) si evidenzia i'aspetto istologico del tumore, caratterizzato da
ampie nodulazioni sepimentate da ampie bande fibrose. In b, la caratteristica commistione di elementi epiteliali neoplastici carat
terizzati da ampio nucleo vescicoloso e macronucleolato e di elementi linfoidi (non neoplastia) riconoscibili per il nucleo di picco
le dimensione. In c si evidenzia con p63 la componente epiteliale neoplastica (i iinfociti sono negativi). In d l'espressione di CDla
dimostra la natura timocitaria corticale della componente ìinfoide.
vr:l
Fig. 8 - Timoma B3 {classificazione OMS). In a (ematossislina-eosina) le cellule neoplastiche epiteliale prevalgono nettamente sulla
componente linfoide (spesso assente), e sono caratterizzate da citologia e profilo immunofenotìpico "corticale" (in b citocheratina 5).
mente riscontrate anche nelle forme C. timociti presenti nei timomi possono essere così
La com ponente lin foide, spesso caratteristica numerosi da simulare un linfoma a precursori T
mente associata alle cellule epiteliali neoplastiche (linfoma linfoblastico T), specialmente in piccole
nei TET, costituisce un dato di notevole interesse. biopsie e su prelievi citologici in cui sia difficile
La natura dei linfociti associati ai timomi B l, B2 e dimostrare la presenza delle cellule epiteliali neo
B3, inizialmente considerati una componente "reat plastiche. In questi casi può essere dirimente la
tiva", sono oggi chiaramente definiti come timociti dimostrazione molecolare della clonalità (mediante
corticali grazie alla dimostrazione del loro fenotipo analisi del riarrangiamento dei geni del recettore T)
"immaturo" definito dall'espressione del profilo o dimostrando la presenza di normali livelli di
molecolare (CD1+, TdT+, CD99+, CD4+, CD8+). espressione della chinasi ciclina-dipendente CDK6
La loro natura non neoplastica è dimostrata dall'as (anormalmente elevata nei linfomi ma non nei
senza di bande clonali all'analisi molecolare dei timomi). Anomala espressione di CD20, un marca
geni per il recettore T. Il loro significato è quindi tore dei linfociti B, è dimostrabile nelle cellule epi
quello di una popolazione linfocitaria T che riesce a teliali delle forme AB (timoma misto) e può essere
proliferare e maturare in un timo abnorme e neo utilizzata per la loro caratterizzazione.
plastico, che comunque conserva la capacità di inte
ragire con i precursori linfoidi. Queste osservazioni
rendono possibile ipotizzare dei "modelli" patoge- Linfomi
netici in cui le complicanze autoimmuni associate ai La sede timica può essere coinvolta da processi
timomi (ed in particolare alle forme B in cui i timo- linfoproliferativi con frequenza relativamente ele
citi sono presenti in varie proporzioni) sono ascrivi vata, in particolare il linfoma di Hodgkin, il linfoma
bili all'errato controllo dei meccanismi selettivi nor a precursori T ed il linfoma a grandi cellule B primi
malmente funzionanti in un timo normale, ma evi tivo del mediastino.
dentemente non efficaci in un timo neoplástico.
P rofilo im m unofenotìpico. Tutti i timomi espri 1. Il linfom a di Hodgkin del timo, già ritenuto
mono marcatori epiteliali, ed in particolare citoche- una variante del timoma (timoma granulamoto-
ratine ad alto peso molecolare (CK5-6 ed in parte so), è oggi considerato una localizzazione timica
CK14) e la isoforma troncata del gene p63 (un mar della malattia di Hodgkin, quasi esclusivamente
catore delle cellule staminali degli epiteli stratifica nella forma di sclerosi nodulare. L'epitelio timi-
ti e della differenziazione squamosa). Questi marca co reagisce in maniera particolare con prolifera
tori, dimostrati con metodi immunoistochimici, zione e tendenza alla formazione di cavità cisti
possono essere utili in casi difficili di diagnosi dif che delimitate da palizzate di cellule epiteliali. Il
ferenziale, specialmente su piccole biopsie in cui la linfoma di Hodgkin "classico" è un processo lin-
morfologia non sia sufficiente. La dimostrazione di foproliferativo in cui le cellule neoplastiche,
marcatori di differenziazione linfocitaria (in parti sono cellule B caratterizzate da anomalie a cari
colare C D la e CD99) possono essere utilizzati per co delle vie molecolari necessarie alla formazio
dimostrare con precisione la presenza e l'entità ne di recettori immunoglobulinici funzionali.
della componente linfoide immatura corticale. I Scarse cellule neoplastiche (le cellule di Hodg-
500 s? Timo
kin e di Reed-Sternberg) sono associate ad un stico per timoma o seminoma. La diagnosi diffe
elevato e complesso infiltrato infiammatorio renziale si basa sul quadro morfologico e sulle
(macrofagi, linfociti T, granulociti, ecc.) che può indagini immuno-istochimiche che dimostrano
causare problemi di diagnosi differenziale. la natura linfocitaria B delle cellule proliferanti e
2. Linfoma a precursori T (precedentemente noto la negatività per markers epiteliali (citocherati
come linfoma linfoblastico T o linfoma a cellule ne) o per markers presenti nel seminoma (fosfa
convolute): è un linfoma ad alto grado di mali tasi alcalina placentare).
gnità, tipico dei bambini e degli adolescenti.
Esordisce come voluminosa massa timica che N eoplasie germinali
produce frequentemente una sindrome media-
stinica, si associa spesso a versamenti pleurici, Seminoma (disgerminoma) del timo: pur
diffusione ai linfonodi cervicali, ad un quadro potendo insorgere aH'intemo del timo, deve essere
ematologico, più o meno precoce, di leucemia considerato nel gruppo dei tumori a cellule germi
linfoblastica con possibile interessamento del nali del mediastino (vedi) e non un vero timoma (il
S.N.C. I dati fenotipici delle cellule proliferanti cos. timoma seminomatoso). La diagnosi differen
stanno a dimostrare la loro origine dai timociti ziale col timoma, specie con la forma pseudosemi-
corticali: espressione nucleare di deossinucleoti- nomatosa, è difficile e si basa sul riconoscimento di
dil transferasi terminale (TdT), C Dla, CD99, possibili immagini teratocarcinomatose, sulla pre
coespressione di CD4 e CD8, ecc. Morfologica senza di setti fibrosi infiltrati da linfociti, sull'alto
mente, i linfociti neoplastici presentano un contenuto di glicogeno delle cellule neoplastiche,
nucleo con invaginazioni caratteristiche (nucleo sull'esistenza di granulomi epitelioidei e di nume
"convoluto"), cromatina fine, numerose mitosi. rosi centri germinativi. Dal punto di vista immu-
La distinzione tra le cellule neoplastiche del lin noistochimico, le cellule del seminoma sono carat
foma a precursori T ed i timociti che costituisco teristicamente positive per la fosfatasi alcalina pla
no la componente linfoide del timoma può esse
centare, espressione di CD117 ed assenza di marca
re difficile su base morfologica. Le cellule epite
tori linfoidi ed epiteliali.
liali però sono assenti o scarse nel linfoma, per
cui la dimostrazione immunoistologica di cellu
le che esprimono citocheratine può essere molto H Bibliografia essenziale
utile nella diagnosi differenziale. In particolari
contesti di difficile soluzione diagnostica può Blackburn C.C., Manley N.R.: Developing a new para
essere rilevante la dimostrazione della clonalità digm for thymus organogenesis. Nat Rev Immunol.
mediante analisi molecolare o l'analisi dell'e 2004 A pr; 4 (4): 278-89.
spressione di CDK6. Von Gaudecker B. (1986): The development of the human
3. Linfoma diffuso a grandi cellule B, timico (pre thym us m icroenvironment. In: M uller-Hermelink
cedentemente noto come linfoma a grandi cellu H.K. (ed). The hum an thymus. Histopathology and
le con sclerosi del mediastino): tra i diversi tipi Pathology. Springer-Verlag, Berlin, pp. 2-41.
di linfoma che possono coinvolgere il mediasti fanossy G., Bofill M., Trejdosiewicz L.K., Willcox H.N .,
no ed il timo, è quello che assume caratteri clini Chilosi M. (1986): Cellular differentiation of
ci istopatologici ed immunofenotipici più carat lymphoid subpopulations and their microenviron
teristici, fino a configurare una entità anatomo- ments in the hum an thymus. In: Muller-Hermelink
clinica a sé stante. Si tratta di una forma che pre HK (ed). The hum an thymus. Histopathology and
dilige la II-III decade di età, in netto contrasto Pathology. Springer-Verlag, Berlin, pp. 89-125.
con gli altri linfomi B a grandi cellule che colpi
Shih R E , Mandik-Nayak L., Wipke B.T., Allen P.M.: M as
scono pazienti in età più avanzata; la sintomato
sive Thymic Deletion Results in Systemic Autoimmu-
logia è determinata dall'ingombro mediastinico; rdty through Elimination of C D 4+ C D 25+ T Regula
l'evoluzione è piuttosto rapida (4-15 mesi) con tory Cells. J Exp Med. 2004 Feb 2; 199 (3): 323-35.
diffusione della malattia prevalentemente ad
organi extra-toracici (rene, surrene), ma ottima Arstila T.P., Casrouge A., Baron V., Even Kanellopoulos
risposta alla chemioterapia. La caratterizzazione J., Kourilsky P.: A direct estimate of the human alpha-
immunofenotipica delle cellule proliferanti beta T cell receptor diversity. Science. 1999 Oct 29; 286
dimostra che si tratta di linfociti B e può essere (5441): 958-61.
utile in casi di difficile diagnosi differenziale. Chilosi M., Zamo A., Brighenti A., Malpeli G., Montagna
L'aspetto istologico mostra una proliferazione L., Piccoli P., Pedron S., Lestani M., Inghirami G.,
diffusa di cellule voluminose, con nucleo di Scarpa A., Dogliord C., Menestrina E : Constitutive
regola rotondeggiante od ovale, cromatina fine e expression of DeltaN-p63alpha isoform in human
citoplasma abbondante. Questo aspetto può thymus and thymic epithelial tumours. Virchows
erroneamente essere interpretato come diagno Arch. 2003 Aug; 443 (2): 175-83.
Immunodeficienze
4.3 primitive
(genetiche)
M. Chilosi
Fig. 1 - Displasìa tìmica in un paziente con "SCID" (reperto autoptico). La componente epiteliale è predominante e non organiz
zata {ematossilina-eosina in a e b, citocheratina in c). La componente linfoide è quasi completamente assente (a parte rari linfoci
ti B evidenziati con il marcatore CD79a, in d}.
Fig.,2 - Severa depiezione iinfocitaria nel linfonodo di pazienti con diversi tipi di immunodeficienza primitiva: immunodeficienza
da difetto di adesonina deaminasi (ADA) (a), sindrome di Omenn (b), Carenza di purina nucleotide fosforilasi (PNP) (c), Immuno
deficienza Combinata Grave (SCID T/B) (a). Cortesia del Prof. Fabio Pacchetti, Università di Brescia.
linfociti T esprimono marcatori di attivazione ed il mico recessivo. Il difetto di ADA, enzima che
pattern di secrezione di citochine è alterato, con catalizza l'idrolisi di adenosina ad inosina, pro
esgerata risposta di tipo TH2 (prevalenza di linfoci voca abnorme accumulo di metaboliti nucleoti-
ti CD4+ che producono IL-4, IL-5, IL-10 e IL-13). La dici tossici nei precursori linfoidi e deficit fun
polarizzazione TH2 stimola la risposta anticorpale zionale delle serie linfocitarie T e B ,
con produzione di IgE e l'attivazione degli eosino-
fili. È repertorio dei linfociti T è peraltro molto limi b. Carenza di purina nucleotide fosforilasi (PNP).
tato, con oligoclonalità T. In questa malattia, autosomica recessiva, si
Istologicamente si osserva nei linfonodi altera osservano anomalie del cromosoma 14 con accu
zione strutturale con depiezione severa della com mulo di guanosina e derivati cui sono partico
ponente linfoide con assenza di follicoli linfatici e larmente sensibili i linfociti T.
prevalenza relativa di linfociti T (CD3+). Molti di
questi linfociti sono di grandi dimensioni e nucleo
lati (espressione morfologica del loro stato di attiva U Deficit dell'immunità umorale
zione) ed esprimono elevati livelli del recettore In queste malattie il deficit immunitario è prin
CD30 (molecola correlata al pattern TH2)[Chilosi cipalmente ascrivibile a difetti di maturazione della
1996]. L'infiltrato linfoide T è presente anche in linea linfoide B con mancata produzione di immu-
numerosi tessuti non linfoidi (cute, intestino, etc.). noglobuline, completa o parziale.
Le agam m aglobulinem ie sono forme in cui tutte
Difetti metabolici le classi immunoglobuliniche sono carenti o com
pletamente assenti'. Nella forma legata al sesso
a. Immunodeficienza da difetto di adesonina (agammaglobulinemia di Bruton), malattia autoso
deaminasi (ADA). Malattia a carattere autoso- mica recessiva, si ha un blocco completo della
Deficit dell'immunità umorale § 505
maturazione della linea B correlato alla in attivazio lgM o XHIM), non sia ascrivibile a difetti delle cel
ne del gene btk (Bruton Tyrosin kinase) localizzato lule B, ma ai linfociti T. Infatti l'evento patogenetico
sul cromosoma X (Xq21.3-22). Le cellule pre-B non è una mutazione del gene che codifica per il ligan-
riescono a maturare in linfociti B maturi. L'immu- do del CD40 (CD154), una molecola espressa dai
nodeficit (assente nei primi mesi di vita grazie alla linfociti T necessaria per la sopravvivenza delle cel
presenza di Ig materne) si manifesta in infezioni da lule B nei processi di selezione clonale che hanno
agenti batterici (pneumococchi, stafilococchi, strep luogo nel centro germinativo del follicolo linfatico.
tococchi, etc.) a causa dell'assenza di azione opso- La XHIM è, a differenza delle altre forme, partico
nizzante delle Ig. L'immunità cellulare appare larmente suscettibile a polmoniti interstiziali da
indenne in questi pazienti. Pneumocystis Carimi. H gene è localizzato Xq26.
Uistopatologia dimostra nei casi di agammaglo- Oltre al difetto di switching isotipico (con iper-pro-
bulinemia una severa involuzione dei tessuti lirtfoi- duzione delle IgM, la XHIM è caratterizzata da pro
di, in particolare dei linfonodi e delle tonsille, con duzione di anticorpi di bassa affinità per l'antigene
deplezione dei follicoli linfatici, sede principale e carenza di linfociti B memoria.
della maturazione dei linfociti B, e con carenza Nella forma autosomica recessiva della sindrome
significativa delle plasmacellule, sia nei linfonodi iper-lgM è stata recentemente dimostrata la presen
che nel midollo osseo. za di mutazioni inattivanti il gene Activation Indu-
Le immunodeficienze caratterizzate da deficit di ced Cytidine Deaminase (AID). La AID è una protei
produzione di immunoglobuline rappresentano nel na espressa nel centro germinativo che appartiene
loro insieme le forme più comuni. Esistono immu alla famiglia delle deaminasi RNA-editing, capaci
nodeficienze legate a carenze di singole classi o sot cioè di formare da mRNA prodotti funzionali
toclassi di immunoglobuline anticorpali e forme mediante sostituzione di basi (Revy P 2000). In altri
caratterizzate da deficit di diverse classi. rari casi la sindrome iper-lgM è causata da muta
Molto frequente è il deficit di IgA. È questa ima zioni del gene CD40 [Ferrari 2001].
immunodeficienza caratterizzata da patogenesi ete Istopatologia. Nella XHIM si osserva involuzione dei
rogenea, perlopiù legata a difetti di maturazione linfonodi con follicoli linfatici che mancano di cen
dei linfociti B e incremento anormale del pool di tri germinativi (Facchetti 1995), mentre nella forma
linfociti che esprimono sulla membrana recettori autosomica recessiva si osserva spiccata iperplasia
IgM, IgD ed IgG. Meno chiare, probabilmente a follicolare con centri germinativi di dimensioni
genesi multifattoriale, sono le forme in cui si osser abnormi rispetto a linfonodi reattivi di controllo. I
va deficit di produzione di sottoclassi di IgG, non centri germinativi giganti contengono cellule B in
ché la immunodeficienza comune variabile, caratte proliferazione caratterizzate da anomala espressio
rizzata da ridotta produzione di tutte le classi ne di IgM ed IgD ed evidenza di marcata apoptosi
immunoglobuliniche. In questa immunodeficienza (numerosi macrofagi con corpi tingibili) (Revy,
sono ridotti i livelli di immunoglobuline, sono di 2000). Questa osservazione suggerisce che in assen
frequente riscontro infezioni batteriche ricorrenti, za di iper-mutazioni somatiche per carenza di AID
specie alle vie aeree e si osserva una incidenza il processo proliferativo innescato dall'interazione
significativa di complicanze autoimmunitarie ed tra cellula B ed antigene, in un microambiente folli
insorgenza di tumori. I tessuti linfoidi in queste colare non alterato, non possa essere modulato cor
immunodeficienze si presentano con iperplasia, rettamente producendo cellule B memoria.
legata presumibilmente alla carenza funzionale
delle immunoglobuline ed a difetti di azione feed
back sullo sviluppo dei follicoli linfatici. | Forme beo definite
Nella immunodeficienza congenita con iper-lgM
non tutte le classi immunoglobuliniche sono assen
di immunodeficienza
ti, ma si osservano livelli di IgM superiori alla Sindrome di Wiskott-Aldrich. Questa forma colpi
norma, in assenza o notevole carenza delle altre sce esclusivamente i maschi (il gene è localizzato
classi di Ig. In questa immunodeficienza congenita, nella regione centromerica Xp 11,22), ed è caratte
legata al sesso o autosomica recessiva, i processi di rizzata da trombocitopenia congenita (piastrine
maturazione linfocitaria che hanno normalmente < 70.000/mmc), con piastrine di piccole dimensio
luogo nel follicolo linfatico sono bloccati e non ni, eczema ed immunodeficienza che predispone ad
hanno luogo gli eventi che portano allo switching infezioni, autoimmunità e sviluppo di neoplasie. La
isotipico che forma anticorpi con catena pesante trombocitopenia è elemento fondamentale della
IgG ed IgA, che risultano pertanto assenti. Il blocco triade sintomatologica assieme all'eczema ed alle
provoca un incremento anomalo della produzione infezioni ricorrenti da agenti microbici opportuni
di IgM ed IgD ed un deficit funzionale legato sti. Il prodotto del gene coinvolto, denominato
all'impossibilità di produrre le immunoglobuline WASP (Wiskott-Aldrich Sindrome Protein) appartie
"specializzate". È interessante notare come l'ano ne ad una famiglia di proteine che lega il signaling
malia genetica responsabile della malattia, nella molecolare alla riorganizzazione del citoscheletro.
immunodeficienza legata al sesso (X-linked iper- WASP è necessario per la polimerizzazione dell'ac-
506 Immunodeficienze primitive (genetiche)
tina mediata da Arp2/3 nei precursori linfoidi e molto variabile. T bxl è stato identificato come il
nelle piastrine [Notarangelo, 2003]. Il sistema gene difettivo nella sindrome del22qll. Il prodotto
immunitario è colpito in modo eterogeneo, con del gene tbxl è un fattore di trascrizione membro
suscettibilità alle infezioni, anomalie di distribuzio della famiglia dei geni caratterizzati dalla presenza
ne delle classi immunoglobuliniche (incremento di di un dominio legante il DNA denominato T-box,
IgE ed IgA con decremento di IgM), e progressivo che esplicano importanti funzioni nello sviluppo
declino dei linfociti T. embrionario. Tbxl è in particolare coinvolto nel
corretto sviluppo e differenziazione dell'endoder
Atassia-Telangectasia. Questa rara forma, autoso-
ma, da cui deriva l'epitelio timico.
mica recessiva, è caratterizzata da atassia cerebella
re progressiva che insorge nella prima infanzia,
telangectasia oculocutanea, immunodeficienza con
decremento dei livelli sierici di IgA, ritardo della
| Deficienze dei geni
crescita, elevati livelli di alfa-fetoproteina, abnorme che codificano y-lnterferone,
sensibilità dei cromosomi all'irradiazione ed eleva
to rischio di sviluppare linfomi o leucemie. Le cel
inferfeuchina 12 e loro recettori -
lule nella Atassia-Telangectasia sono particolar Sono rare forme in cui il difetto coinvolge diret
mente sensibili alle radiazioni, hanno instabilità tamente l'immunità cellulo mediata, interferendo
cromosomica, difetti nella regolazione del ciclo cel con lo sviluppo delle risposte TH1. In questi
lulare, riduzione esagerata dei telomeri. Queste pazienti la patologia si manifesta con infezioni per
caratteristiche sono correiabili al difetto genico che sistenti e fatali da patogeni intracellulari come
consiste nell'inattivazione del gene ATM, localizza micob atteri e salmonella. In questi pazienti la for
to in llq22-23. Il gene ATM codifica una proteina di mazione dei granulomi e la loro funzionalità nel-
notevoli dimensioni (350kd) con attività l'arginare l'infezione ed eliminare i microrganismi è
serina/treonina protein-chinasica. L'espressione severamente compromessa.
della proteina ATM, capace di fosforilare diversi
Sindrome linfoproliferativa
substrati tra cui la proteina p53, è indotta dalla pre
senza di danni al DNA genomico. L'inattivazione |
del gene ATM è provocata nella maggior parte dei legato al cromosoma X
casi da delezioni e sostituzioni capaci di troncare o
inattivare la proteina. Quando il DNA genomico è La malattia linfoproliferativa legata al cromoso
danneggiato viene stimolata una cascata di eventi ma X è una affezione trasmessa in modo recessivo ai
molecolari, centrati sull'attivazione del gene ATM, soggetti di sesso maschile, i quali manifestano una
un vero e proprio "sensore" molecolare, cui segue proliferazione incontrollata, di regola fatale, di lin
una successione di eventi, in cui è coinvolta la path- fociti B, quando sono colpiti da una infezione da
way molecolare di p53, che culmina nel blocco del Ebstein-Barr Virus (EBV); nei sopravvìssuti può svi
ciclo cellulare o l'apoptosi della cellula. lupparsi un linfoma B. Il difetto è legato alla caren
za di una risposta citotossica (mediata principal
Sindrome del22qll (sindrome di DiGeorge, o sin mente da linfociti T CD8+) specifica diretta all'eli
drom e d ella terza e qu arta tasca branchiale). La minazione dei linfociti B infettati dal virus EBV,
patogenesi del deficit immunitario nella sindrome come normalmente avviene nei soggetti immuno-
del22qll non è legata ad anomalie dei precursori competenti. Il difetto è legato a mutazione che coin
linfoidi, ma a insufficiente sviluppo del microam volgono il gene che codifica la proteina SH2D1A,
biente timico in cui i precursori debbono maturare coinvolta nella regolazione dei recettori SLAM e 2B4
e differenziare. coinvolti nell'attivazione del segnale nei linfociti T.
La sindrome di DiGeorge, una delle prime
immunodeficienze descritte grazie alle correlazioni
peculiari con evidenti malformazioni anatomiche, | Immunodeficienze do difetto
rientra nelle varianti della sindrome del22qll. Le
anomalie di formazione del timo, delle paratiroidi e della funzione dei fagociti
dell'apparato vascolare sono correiabili infatti alle
Deficienza di adesione leucocitaria
anomalie di formazione delle tasche faringee (terza
e quarta). È importante sottolineare come, a diffe Alterazioni dei geni che codificano le differenti
renza delle immunodeficienze (ad esempio la proteine coinvolte nei meccanismi di migrazione
SCID) in cui il timo appare ipoplastico a causa della leucocitaria portano a difetti nel reclutamento di
mancanza dei necessari segnali trofici e differenzia leucociti nelle sedi coinvolte in processi infettivi e
tivi prodotti dalla componente linfocitaria timica, il causano infezioni batteriche persistenti e mal con
difetto nella sindrome del22qll è legato a difetti trollate dalle difese immunitarie. Sono state indivi
intrinseci della organogenesi timica per difetto duate deficienze legate a carenza di sialil-Lewisx,
della componente epiteliale. I linfociti T sono ridot della proteina CD18, subunità delle integrine (32
ti di numero ed il grado di immunodeficienza è leucocitarie, etc.
Immunodeficienze da difetto della funzione dei fagociti « 507
M alattia G ranulom atosa Cronica (CGD) ridotta attività chemiotattica e ritardata capacità
battericida da verosimile difetto del sistema micro-
È una immunodeficienza che colpisce l'immuni- tubulare intracitoplasmatico connesso con tali atti
tà innata, ed in particolare la funzione dei fagociti. I vità.
pazienti con CGD sono soggetti ad infezioni batte
riche e fungine ricorrenti e molto gravi. Il sistema
molecolare coinvolto è quello che porta alla forma
zione della NADPH-ossidasi dei fagociti (neutrofili
B Bibliografie essenziale
e macrofagi), l'enzima deputato alla produzione d ei. Bruton O.C.: Agammaglobulinemia. Pediatrics 1952; 9:
superossidi (perossido di idrogeno, radicali idrossi- 722-728.
lici, perossinitriti, etc.) molecole importanti per
Buckley R.H.: Prim ary immunodeficiency diseases: dis
l'uccisione dei patogenei fagocitati. L'enzima è for sectors of the immune system. Immunol Rev 2002;
mato da quattro diverse subunità, codificate da 185: 206-219.
quattro diversi geni: CYBB, CYBA, NCF-1 e NCF-2.
Più di due terzi delle CGD sono recessive legate al d u lo si M., Facchetti F., Notarangelo L.D., Romagnani S.,
sesso (X-CGD), correlate a mutazioni inattivanti del Del Prete G., Almerigogna F., De Carli M ., Pizzolo G.:
CD30 cell expression and abnormal soluble CD30
gene CYBB, che codifica la subunità gp91-phox. Le
serum accumulation in Omenn's syndrome: evidence
forme autosomico-recessive sono invece meno fre
for a T helper 2-mediated condition. Eur J Immunol.
quenti (complessivamente un terzo delle CGD) e 1996 Feb; 26(2): 329-34.
correlate a mutazioni dei geni che codificano le altre
tre subunità della NADPH-ossidasi. L'incapacità di Conley M .E., Notarangelo L.D., Etzoni A.: Diagnostic cri
controllare le infezioni porta alla formazione ano teria for primari immunodeficiencies. Clin Immunol
mala di granulomi in vari organi e tessuti. Nel pol 93: 190-197,1999.
mone sono frequenti granulomi formati da macro DiGeorge A.M.: Discussion of Cooper et al. J Pediatr
fagi disposti a palizzata attorno ad un microascesso 1965; 67: 908.
ricco di neutrofili. Copertura antibiotica ed interfe
Facchetti F., Appiani C., Salvi L., Levy J., Notarangelo
rone gamma, capace di stimolare nei neutrofili l'at L.D.: Immunohistologicanalysis of ineffective CD40-
tività di rdtrossi-sintetasi incrementando la produ CD40 ligand interaction in lymphoid tissues from
zione di nitrossido (NO), costituiscono il principale patients with X-linked im m unodeficiency w ith
approccio terapeutico. hyper-IgM. J Immunol 1995; 154: 6624-33.
Deficit di glucosio-6-fosfato-deidrogenasi (G6PD): Ferrari S., Giliani S., Insalaco A., Al-Ghonaium A., Soresi-
è una malattia che colpisce entrambi i sessi, con un na A.R., Loubser M., Avanzini M.A., Marconi M .,
quadro clinico simile, ma più lieve, alla CGD., della Badolato R., Ugazio A.G., Levy Y , Catalan N .,
quale può essere considerata una variante. Il deficit Durandy A., Tbakhi A., Notarangelo L.D., Plebani A.:
di G6PD è a carico dei leucociti (e degli eritrociti) e Mutations of CD40 gene cause an autosomal recessi
provoca una diminuita capacità battericida col mec ve form of immunodeficiency with hyper IgM. Proc
canismo già ricordato. Natl Acad Sci U S A. 2001 Oct 23; 98(22): 12614-9.
La " tolleranza immunitaria" garantisce che l'or legata allo sviluppo di linfociti T autoimmuni. I lin
ganismo non formi anticorpi o cellule immuni fociti T autoimmuni possono infatti essere citotossi
capaci di aggredire e danneggiare i propri tessuti ci ed aggredire direttamente le cellule che espongo
(self). I meccanismi con cui si determina la tolleran no l'antigene da essi riconosciuto o regolare la pro
za sono molto complessi e solo parzialmente cono duzione di autoanticorpi mediante la loro azione
sciuti. La tolleranza immunitaria si sviluppa duran helper. La dimostrazione dell'esistenza e del coin
te l'ontogenesi del sistema immunitario, ed il volgimento di linfociti T nei fenomeni autoimmuni
microambiente timico deputato alla selezione posi è molto più difficile della determinazione della pre
tiva e negativa dei linfociti T ne costituisce fonda- senza di autoanticorpi, ma presumibilmente rap
mentale componente. La tolleranza dei linfociti T è presenta un elemento determinante nella genesi di
determinata dall'eliminazione precoce intratimica queste.
dei timociti immaturi che incontrano antigeni self. Le malattie autoimmuni sono evidentemente
Antigeni "sequestrati" (ad esempio la Myelin Basic multifattoriali, vedono cioè nella loro genesi il con
Protein - MBP), o espressi tardivamente (ad esem tributo di un substrato genetico che ne determina la
pio antigeni degli spermatozoi) possono innescare, predisposizione, con il contributo di "fattori
se esposti a seguito di danno tissutale per traumi o ambientali" che possono evidentemente variare in
infezioni nella vita adulta, processi di sensibilizza differenti malattie o possono essere multipli. Alcu
zione responsabili di malattie autoimmuni (sclerosi ni virus possono indurre l'espressione di antigeni
sistemica, sterilità autoimmune). Meno chiaro è virali sulla superficie delle cellule infettate (come si
quanto e come siano selezionate le cellule B che osserva ad esempio nelle cellule linfoidi B infettate
riconoscono antigeni self, anche a causa della pre da virus di Epstein-Barr che vengono riconosciute
senza di linfociti autoreattivi circolanti in soggetti come estranee e selettivamente eliminate dai linfo
sani. Il controllo della tolleranza deve evidente citi T citossici). Analogamente, alcuni farmaci,
mente comprendere meccanismi "periferici" di legandosi a molecole presenti sulla superficie cellu
anergia selettiva e soppressione clonale. In alcune lare, possono alterarne la struttura trasformandole
malattie, definite autoimmuni, è possibile dimostra in potenziali autoantigeni. È peraltro ipotizzabile il
re una patogenesi direttamente correlata a difetti possibile ruolo di alterazioni geniche (ad esempio
della tolleranza immunitaria. In queste malattie mutazioni a carico di geni che codificano molecole
una incontrollata risposta anticorpale o cellulare recettoriali) possano alterare il controllo del sistema
diretta contro particolari determinanti antigenici immunitario a diversi livelli, nella selezione dei lin
self è capace di provocare un danno che si esplica fociti T durante le fasi selettive nel timo, nei linfoci
come "malattia". In molte malattie autoimmuni è ti B nella reazione follicolare, nell'interazione tra
possibile dimostrare la presenza di "autoanticorpi", cellule che presentano l'antigene e linfociti, ed altre
immunoglobuline dirette contro antigeni self. Gli ancora. H ceppo murino gpl30F759/F759, che svilup
autoanticorpi possono essere direttamente lesivi su pa spontaneamente una artrite molto simile alla
particolari cellule o tessuti, ma in alcuni casi non artrite reumatoide rappresenta un modello interes
rivestono significato patogenetico. Normalmente santissimo poiché l'autoimmunità è strettamente
esistono livelli "fisiologici" di alcuni autoanticorpi, correlata alla presenza di una singola mutazione a
probabilmente dotati di funzioni regolatrici sul carico della subunità gpl30 del recettore della fami
sistema immunitario e/o coinvolti nella eliminazio glia della citochina IL-6.
ne di prodotti antigenici. La concentrazione di que La suscettibilità allo sviluppo di malattie
sti autoanticorpi "fisiologici" è bassa e sono di soli autoimmuni è in parte controllata da fattori geneti
to IgM a bassa affinità per l'antigene. L'autoimmu- ci tra i quali i geni del complesso maggiore di isto-
nità si sviluppa quindi quando la concentrazione e compatibilità (MHC) riveste un ruolo predominan
l'affinità di particolari autoanticorpi (di solito IgG) te. L'associazione tra genotipo MHC e malattie
raggiunge una soglia limite, variabile in differenti autoimmuni evidenzia il ruolo dei linfociti T nella
malattie. Esiste peraltro, e presumibilmente è pato- patogenesi di queste malattie, poiché la capacità dei
geneticamente più rilevante, una autoimmunità linfociti T di rispondere ad un particolare antigene
510 i Patologia autoimmune
varia a seconda del genotipo. Un molo importante nocomplessi (prodotti dal legame di autoanti
nello sviluppo dell'autoimmunità è certamente corpi con antigeni solubili) capaci di innescare la
ricoperto da fattori legati al sesso, come dimostrato reazione del complemento, ü rilascio di fram
dalle differenze significative di incidenza di diverse menti proteici chemotattici (C3a, C5a) e lo scate
malattie autoimmuni tra femmine e maschi (rap namento di processi infiammatori che cronica
porto femmine/maschi: 10-20 nel LES, 10 nella scle mente danneggiano i tessuti coinvolti (come ad
rosi multipla, 4-5 nella tiroidite di Hashimoto e esempio nelle vasculiti). In diverse malattie
nella malattia di Graves, 3-4 nella artrite reumatoi autoimmuni i mastociti, reclutati ed attivati
de). Gli estrogeni possono interferire significativa dalle anafilatossine C3a e C5a prodotte in segui
mente nelle risposte immunitarie e nelle malattie to all'attivazione del complemento, ricoprono
autoimmuni, come dimostrato dalle remissioni di un ruolo importante nella patogenesi delle lesio
artrite reumatoide e sclerosi multipla con riacerba- ni tissutali integrando ed amplificando le rispo
zione dopo la gravidanza. Alcuni elementi speri ste autoimmuni. Citochine ed altri mediatori
mentali suggeriscono che gli estrogeni sono in prodotti dai mastociti attivati possono contri
grado di modulare il profilo citochinico delle rispo buire infatti aH'incremento di permeabilità
ste immunitarie, inibendo le risposte TH1 con dimi vascolare responsabile dell'edema e delle altera
nuzione della produzione di citochine IL-12, TNF-a zioni dell'adesività vascolare (istamina, leuco-
e IFN-y, e stimolando la produzione di citochine di trieni, prostaglandine, IL-4, IL-5, IL-6, IL-10, IL-
tipo TH2 (IL-10, IL-4, TGF-(3). Si rimanda a testi di 13, IL-16), il TNF può contribuire a reclutare ed
immunologia ed immunopatologia per gli appro attivare polimorfonucleati, Fattori di crescita
fondimenti necessari. prodotti dei mastociti possono mediare i feno
Il danno tissutale nelle malattie autoimmuni è causa meni di proliferazione cellulare e rimodellamen
to da diversi meccanismi di ipersensibilità: to tissutale osservato in alcune malattie autoim
muni, ed in particolare nelle articolazioni del
1. danno diretto mediato da linfociti T citotossici l'artrite reumatoide (VEGF/NGF, EGF).
capaci di indurre apoptosi (meccanismo fre
quentemente riscontrato nelle malattie organo
specifiche) o stimolare i macrofagi (ad esempio
nelle malattie granulomatose come la sarcoidosi
88 Classificazione delle malattie
o la malattia di Crohn). I linfociti T helper sono
autoimmuni
coinvolti nella produzione di autoanticorpi Alcune malattie autoimmuni colpiscono cellule
dotati di elevata affinità, come presumibilmente e/o tessuti ampiamente distribuiti nell'organismo e
avviene nella reazione follicolare associata adi si definiscono " sistemiche" (ad esempio il Lupus Eri-
verse malattie autoimmuni. Follicoli linfatici tematoso Sistemico o LES) altre, definite " organo-
sono infatti comunemente dimostrabili in tessu specifiche" aggrediscono specifici organi (ad esem
ti coinvolti da autoimmunità, come nella tiroidi pio la tiroidite di Hashimoto). La differenza è evi
te di Hashimoto e nell'iperplasia timica nella dentemente legata alla diffusione dell'antigene e
miastenia grave (timite follicolare). Nella mia all'insieme dei meccanismi cellulari e molecolari
stenia è possibile dimostrare la presenza di lin che caratterizzano l'aggressione immuno-mediata.
fociti CD4+ capaci di reagire con la catena alfa Le malattie autoimmuni possono, in alternativa,
del recettore acetilcolinico. Iperplasia follicolare essere classificate in base al meccanismo principal
è dimostrabile nei linfonodi di pazienti di malat mente coinvolto nel danno tissutale (ad esempio
tie sistemiche quali il LES e l'artrite reumatoide; l'anemia emolitica autoimmune e la porpora trom-
2. danno prodotto da autoanticorpi capaci di lega bocitopenica autoimmune sono malattie in cui il
re determinanti antigenici presenti sulla superfi meccanismo di ipersensibilità che provoca la elimi
cie cellulare innescando la reazione del comple nazione di eritrociti o, rispettivamente, di piastrine
mento con conseguente citolisi (come avviene è di tipo II cioè mediata direttamente da autoanti
nella anemia emolitica autoimmune); corpi che si legano alla membrana cellulare e ne
causano la lisi. I danni tissutali prodotti nel LES e
3. quando gli autoantigeni sono importanti recet nella artrite reumatoide sono invece prevalente
tori ormonali o molecole di membrana che rego mente causati da immunocomplessi (reazione di
lano importanti funzioni cellulari, quali la tipo HI). Il diabete mellito e la sclerosi multipla
sopravvivenza cellulare o la differenziazione, il vedono invece nella reazione cellulare mediata da
legame con autoanticorpi può produrre danni linfociti T (reazione di tipo IV) il meccanismo prin
tissutali interferendo con queste importanti fun cipale del danno all'insula pancreatica nel diabete e
zioni (ad esempio nella tirotossicosi il legame alle strutture nervose nella sclerosi multipla. Le
del recettore con lo specifico autoanticorpo pre malattie sistemiche sono denominate anche come
sente nella malattia di Graves provoca abnorme "malattie del collageno" o "malattie del connettivo
stimolazione della tiroide mimando l'azione o connettiviti" a causa delle alterazioni del tessuto
dell'ormone TSH); connettivo causate da immunocomplessi.
4. danno tissutale prodotto dal deposito di immu- Alcune malattie autoimmuni tendono a coesiste
Classificazione delle malattie autoimmuni ^ 511
©
_ , . _ Co-stimolo
Polarizzazione Th1
Cellula Th1
effettrice
Cellula NK
T 1 T
Linfociti T C D 8
Macrofago
Fig. 1 - Rappresentazione schematica Stimolazione Alterazione
dei meccanismi fisiopatologici verosi Inibizione Inibizione del turnover
milmente coinvolti neli'induzione e nel
mantenimento delle malattie autoim
muni organo-specifiche. (Da Trattato
di Medicina Interna fondato da Paolo
©
Effetti biologici degli
Larizza, Voi. I, Tomo II, Piccin, 2005). autoanticorpi
re nello stesso individuo o nella stessa famiglia (ad delle forme legate airinfezione da Helicobacter pylo
esempio LES e sindrome di Sjogren), a conferma ri in cui è coinvolto prevalentemente l'antro gastri
della rilevanza del substrato genetico nella patoge co). La malattia si associa spesso ad altre malattie
nesi di queste malattie. auto immuni organo-specifiche (m. di Graves, tiroi-
dite di Hashimoto).
Fia. 2 - Tiroidite autoimmune di Hashimoto. In a) e b) si evidenzia il quadro istologico in ematossilina-eosina, con ampio infiltrato
linroide follicolare ed alterazione deliacomponenle epiteliale. In c (CD20) e d (Kió7) si evidenzia l'infiltrato B follicolare con ampi
centri germinativi in attiva proliferazione.
Malattie autoimmuni organo specifiche ■
: 51 3
cheratine ad alto peso molecolare). È importante zione adulta. Le membrane sinoviaii delle articola
sottolineare che alcune complicazioni neoplastiche zioni sono colpite da un processo infiammatorio
della tiroidite autoimmunitario sono da collegare cronico (che coinvolge differenti componenti cellu
alla stimolazione cronica del sistema immune (lin lari, principalmente linfociti T CD4+, macrofagi,
foma B con le caratteristiche del linfoma associato linfociti B, granulociti, mastociti), che evolve nella
alle mucose, MALT-linfoma), ed alla iperplasia formazione del panno, tessuto neoformato caratte
della componente epiteliale (carcinoma papillare, rizzato daH'iperplasia dei sinoviociti che mostrano
carcinoma a cellule di Hurthle). alcuni caratteri delle cellule "trasformate", con ano
malie della regolazione della proliferazione e capa
Sclerosi multipla (SM). Malattia infiammatoria
cità di indurre riassorbimento cartilagineo ed osseo.
cronica che aggredisce le fibre nervose, causando
Il panno costituisce un fronte di infiltrazione che
una progressiva compromissione del sistema ner
progressivamente invade e distrugge le strutture
voso. L'infiammazione è causata da una autosensi
articolari fino all'anchilosi. La produzione di cito-
bilizzazione contro determinanti antigenici della
chine da parte dei sinoviociti trasformati e dalle cel
guaina mielinica prevalentemente mediata da linfo
lule infiammatorie contribuisce in modo rilevante
citi T, che possono essere isolati dal liquido cerebro-
al danneggiamento progressivo delle articolazioni,
spinale. Analogamente, la encefalomielite autoim-
come anche dimostrato dall'efficacia di farmaci di
mirne sperimentale, un classico modello di autoim
nuova generazione (anticorpi monoclonali "um a
munità indotta sperimentalmente in topi da labora
nizzati" anti TNFa ed anti-IL-1) capaci di inibire
torio, è ottenuta iniettando l'autoantigene MBP
queste citochine ed efficaci nel controllo della
(;myelin basic protein) assieme all'adiuvante. La scle
malattia. Il ruolo concomitante deU'immunità umo
rosi multipla si sviluppa tra i 20 ed i 40 anni, e può
rale e dei linfociti B è peraltro documentato dalla
manifestarsi in modo lieve con debolezza gli arti, o
risposta clinica osservata dopo trattamento con
aggressivamente con paralisi e compromissione
rituximab, un anticorpo monoclonale chimerico anti
della vista. Studi epidemiologici hanno evidenziato CD20. Il processo flogistico è a genesi autoimmune,
un notevole aumento del rischio di contrarre la come dimostrato dalla presenza di autoanticorpi,
malattia nelle femmine (10:1), associazione con l'al-
tra cui il più rilevante è il fattore reumatoide. L'e
lele HLA DR2, nonché un fattore geografico
ziologia e la patogenesi dell'AR non sono chiarite,
(aumento della prevalenza a nord del 37° parallelo,
anche se è noto il ruolo svolto dal substrato geneti
presumibilmente legato alla presenza di fattori di
co (HLA di classe II, allele DR4 con rischio relativo
rischio ambientali, ad esempio esposizione a parti pari a 4,2). Non confermato il ruolo di fattori
colari virus). ambientali (infezioni virali e/o batteriche pregres
Miastenia grave. Malattia neuromuscolare causata se). Le lesioni alle articolazioni sono in genere asso
dalla presenza di autoanticorpi che legano i recetto ciate a manifestazioni extra-articolari a carico dei
ri acetilcolinici interferendo con la funzionalità polmoni, dei reni, dei vasi, dei muscoli che possono
delle placche neuromuscolari. Ne consegue un pro rappresentare gravi e pericolose complicanze della
gressivo indebolimento muscolare che esordisce malattia. Nella maggior parte dei pazienti l'inizio
con ptosi palpebrale, alterazione della mimica fac della sintomatologia articolare è insidioso (artralgie
ciale, e si sviluppa coinvolgendo la muscolatura vaghe, rigidità articolare) e precede di settimane la
deputata alla masticazione, alla respirazione, al comparsa della tumefazione; alcuni pazienti
movimento. Nella MG il timo è frequentemente mostrano invece un inizio acuto con febbre e dolo
coinvolto da processi patologici, verosimilmente re articolare. Il danno articolare inizia precocemen
correlati all'insorgere del disordine immunitario. In te, e nel 30% circa dei pazienti è possibile documen
circa due terzi dei casi la MG è associata ad iperpla tare radiologicamente la presenza di irreversibili
sia linfocitaria follicolare (timite follicolare, vedi erosioni ossee già alla diagnosi. L'interessamento è
capitolo sulla patologia timica) o ad un timoma di solito simmetrico e colpisce le dita della mano
(prevalentemente timomi di tipo B, vedi capitolo (articolazioni interfalangee prossimali e metacarpo-
sulla patologia timica), mentre in circa un altro falangee), dei piedi (articolazioni metatarso-falan-
terzo il timo è apparentemente normale (anche se è gee), dei gomiti e dei polsi, delle ginocchia e delle
possibile osservare la presenza di follicoli linfatici caviglie, ed occasionalmente, della colonna verte
ad un accurato esame dei residui timici). brale. Le deformazioni articolari più caratteristiche
riguardano le mani dove compaiono deviazione
ulnare delle articolazioni metacarpo-falangee e fles
| Malattie autoimmuni sistemiche sione delle ultime falangi con estensione della
prima (c.d. mani ad artiglio). La diagnosi precoce e
1. Artrite reumatoide (AR). Malattia infiammatoria precisa della AR. è fondamentale per poter intra
poliarticolare che coinvolge prevalentemente le pic prendere precocemente adeguata terapia. I criteri
cole articolazioni (diartrosi). L'età di insorgenza è diagnostici comprendono la presenza di rigidità
fra i 30 ed i 70 anni con predilezione del sesso fem articolare al risveglio mattutino, la presenza di
minile (3-4:1), e colpisce lo 0,8% circa della popola infiammazione articolare (artrite) che colpisca le
514 * Patologia autoimmune
piccole articolazioni della mano, sia simmetrica e infiammatorio cronico comprende, come compo
coinvolga tre o più articolazioni, la presenza di nente precoce e determinante, i linfociti T CD4-F,
noduli reumatoidi, livelli elevati di fattore reuma capaci di stimolare la risposta umorale e di attivare
toide, alterazioni radiografiche. La sintomatologia i macrofagi (a loro volta coinvolti nell'infiammazio
della AR può essere presente in molte altre malattie ne e nella distruzione dell'articolazione). I macrofa
tra cui forme artritogeniche di origine virale a rapi gi attivati in situ sono infatti patogeneticamente
da risoluzione, per cui i criteri diagnostici della AR importanti poiché capaci di secernere enzimi litici
debbono essere documentati per un minimo di sei che contribuiscono alla distruzione della matrice
settimane. Per accelerare la diagnosi è possibile uti extracellulare, della cartilagine e del riassorbimento
lizzare la presenza di autoanticorpi come marcatori dell'osso (collagenasi, metalloproteinasi, serin-pro-
sierici, ed in particolare anticorpi specifici per pep- teinasi, aggrecanasi, fattori stimolanti gli osteoclasti
tidi citrullinati (specificità 90% circa, sensibilità 50% come TNF). Recentemente è stato però dimostrato
circa). che il riassorbimento osseo può essere mediato da
Patogenesi. La patogenesi della AR non è chiarita, linfociti T e sinoviociti tramite la produzione di
ma esistono ceppi murini transgenici (topi K/BxN) RANKL (receptor activator of nuclear NF-kB) un
che sviluppano spontaneamente una malattia molto potente induttore della maturazione ed attivazione
simile alla AR umana e che costituiscono un ottimo degli osteoclasti. A conferma del ruolo dei linfociti
modello sperimentale per comprendere meglio que T nella patogenesi della AR è il reperto di un impor
sta complessa malattia. In questi animali l'autoim- tante componente linfocitaria T CD4+ nell'infiltra
munità è dipendente dalla presenza di cellule linfoi- to infiammatorio articolare e diversi modelli muri
di T autoreattive ed immunoglobuline artritogeni ni di AR in cui è possibile dimostrare chiaramente
che di classe IgG. La patogenesi della malattia in la dipendenza da risposte T autoimmuni. Anche la
questi modelli sperimentali è mediata da immuno- predisposizione genetica di epitopi di classe II del
complessi in cui l'antigene è l'enzima ubiquitario MHC (HLA-DR) suggerisce il coinvolgimento della
glucosio-6-fosfato isomerasi. Ulteriori informazioni presentazione di peptici artritogenici ai linfociti T. Il
possono essere ottenute da altri modelli murini che processo infiammatorio in sede articolare nella AR
sviluppano artrite, tra cui ceppi knock-out in cui vede quindi un complesso di componenti cellulari e
sono alterati singoli punti di importanti vie moleco molecolari, in cui è centrale il ruolo di diverse cito-
lari coinvolte nella trasmissione dei segnali di cito chine, chemochine, fattori di crescita, capaci di per
chine. Il ceppo murino gpl30F759//p759, in cui l'artri petuare il processo di accumulo di linfociti T
te si sviluppa a circa un anno ed è causata da memoria di tipo TH1, caratterizzati dall'espressio
autoanticorpi ed anomalie dei linfociti T, rappresen ne dei recettori chemochinicì CCR5 e CXCR3, la
ta un modello interessantissimo poiché l'autoim- molecola di adesione a4b l, fenotipo dei linfociti
munità si sviluppa a causa di una singola mutazio effettori della ipersensibilità ritardata. Più recente
ne a carico della subunità gpl30 del recettore della mente è stata evidenziata l'importanza dei sinovio
famiglia della citochina IL-6. citi, importante componente dell'alterazione artico
N ell'AR sono caratteristicamente presenti lare e della formazione del panno. Queste cellule
autoanticorpi diretti contro la frazione Fc delle sono elementi mesenchimali specializzati, dislocati
immunoglobuline (IgG nel 75% dei casi, e meno fre fisiologicamente alla superficie della capsula artico
quentemente diretto contro IgA, IgD o IgE), deno lare e capaci di secernere il complesso di molecole
minati fattore reumatoide (FR). Il FR è presente in proteiche contenute nel liquido sinoviale. La com
circa 80% dei casi di AR (pazienti sieropositivi), ed posizione di questo mezzo è molto importante per
è associato a forme più aggressive, caratterizzate da garantire l'eccezionale tenuta delle articolazioni
maggior coinvolgimento delle articolazioni. Il fatto alle pressioni ed anomalie della sua composizione
re reumatoide può appartenere a diverse classi Ig e può contribuire significativamente alle alterazioni
può formare immunocomplessi formati da FR IgM funzionali associate nella patologia articolare. Nelle
con IgG, capaci di contribuire al danneggiamento articolazioni di pazienti con AR i sinoviociti espri
alle articolazioni tramite l'attivazione del comple mono elevati livelli di NF-kB e produzione anoma
mento, il reclutamento e l'attivazione di mastociti e la di citochine pro-infiammatorie e molecole d'ade
polimorfonucleati neutrofìli, capaci a loro volta di sione (IL-6, IL-8, ICAM-1). La stimolazione di
perpetuare un processo infiammatorio cronico che importanti vie molecolari (AP-1, c-jun, c-Fos) da
porta alla distruzione dell'articolazione, al conse parte di citochine pro-infiammatorie nei sinoviociti
guente rimodellamento ed alla perdita funzionale. contribuisce alla produzione di metalloprotemasi.
In effetti, il liquido sinoviale nelle articolazioni col Indipendentemente dall'effetto della flogosi, l'alte
pite da AR sono ricche di granulociti ed è possibile razione articolare e la distruzione dell'osso sono in
dimostrare diminuzione da consumo di fattori del parte conseguenza di una anarchica proliferazione
complemento. Peraltro, la presenza di FR non è spe dei sinoviociti. Sinoviociti estratti da tessuto patolo
cifica dell'artrite reumatoide e non può essere con gico possiedono caratteristiche di crescita in vitro
siderata l'unico elemento capace di generare la simili a cellule tumorali (crescita in assenza di anco
patologia a livello articolare. Infatti il processo raggio a substrato, carenza di inibizione da contat
Malattie autoimmuni sistemiche ss 515
to), sono clonali, presentano anomalie molecolari gressivamente a ricoprire i capi articolari, obliteran
significative quali espressione anomala e mutazioni do la cavità articolare e sostituendo la cartilagine ed
a carico del gene p53, instabilità dei microsatelliti il tessuto osseo subcondrale. Nella fase anchilosante
(indicatori di danni al genoma). Non è chiaro se lo spazio articolare è occupato da tessuto fibroso ed
queste anomalie siano causa o effetto del processo i capi articolari perdono motilità e sono fissati in
patologico (ad esempio conseguenza della esposi posizione di sub-lussazione o lussazione. L'inattivi
zione a stress ossidativi persistente legato alla flo- tà contribuisce a determinare ipotrofia muscolare
gosi). ed osteoporosi.
Nel 20-30% dei pazienti si evidenziano i "nodu
Aspetti istopatologici. Coinvolgimento articolare. Le
li reum atoidi" nel tessuto sottocutaneo in corri
alterazioni del tessuto articolare nella AR sono
spondenza a zone sottoposte a traumi e, più rara
costanti e morfologicamente caratteristiche. Le
mente, in organi interni (cuore, polmoni). Il nodulo
lesioni hanno decorso evolutivo che può essere
reumatoide, da alcuni autori considerato esito di
schematizzato in "fasi": sinoviale, sinoviale-cartila-
una vasculite necrotizzante, è costituito da circo-
ginea, anchilosante. Nella prima, la fase sinoviale, le
scritte aree di necrosi fibrinoide, irregolarmente cir
articolazioni appaiono rigonfie. La membrana sino-
condate da cellule macrofagiche disposte a palizza
vìale appare iperemica e ricoperta focalmente da
ta, rare cellule giganti plurinucleate, linfociti e pla-
depositi di fibrina; successivamente si osservano
smacellule (Fig. 3).
aspetti iperplastici con incremento volumetrico dei
villi, incremento della cellularità (specie a carico dei Coinvolgimento extra-articolare. L'artrite reumatoide
sinoviociti). Progressivamente si osserva incremen è una malattia sistemica e può presentare coinvolgi
to della stratificazione di fibrina sulla superficie, mento di vari organi. A livello renale si può osser
associata a focali aree di necrosi, progressiva infil vare danno glomerulare, vascolare ed interstiziale.
trazione di cellule infiammatorie, linfociti, plasma- A livello polmonare (Fig. 4) può presentarsi come
cellule, macrofagi, neutrofili. Sono presenti variabi bronchiolite cellulare (di tipo follicolare) con infil
li aspetti di erosione della cartilagine articolare e trazione linfocitaria in sede peribronchiolare. I lin
dei capi ossei. Nella fase sinoviale-cartilaginea accan fociti sono prevalentemente di tipo B e formano
to agli aspetti sopradescritti si ha la formazione di ampi centri germinativi. In alcuni pazienti con AR
tessuto di granulazione nell'asse dei villi che si può osservare una polmonite interstiziale, istolo
appaiono aumentati di volume, possono staccarsi e gicamente caratterizzata da un pattern simile a
formare corpi liberi nella cavità. I villi possono fon quello della NSIP idiopatica (polmonite interstizia
dersi e dare origine al "panno" che si estende pro le non specifica), con aspetti di danno sub-acuto. La
Fig. 4 - Coinvolgimento polmonare in artrite reumatoide. In a (E/E) e b Icitocheratìna): bronchiolite follicolare, in c e d, interstizio-
patia con t caratteri della polmonite interstiziale non-specifica (NSIP) e della organizing pneumonia (OP).
genesi infiammatoria di queste complicanze pol cronico con episodi di riacutizzazione e remissione.
monari è evidenziata dal quadro istologico e dalla È malattia relativamente frequente (1:8000), ed
efficace risposta alle terapie antinfiammatorie. Nel esordisce tra i 20 ed i 40 anni. Il rischio relativo nel
5-6% dei casi si documenta la presenza di coinvol- LES è più elevato nel sesso femminile (10:1) e nei
gimento pleurico con noduli reumatoidi ed essuda soggetti con genotipo HLA DR3 (rischio relativo
to fibrinoso. Nella sindrome di Caplan l'artrite reu 5,8). Si distinguono due forme di LES, una forma
matoide è associata a pneumoconiosi. acuta ed una sub-acuta. Le due forme differiscono
In oltre 50% dei pazienti con AR si sviluppa una per la rapidità d'insorgenza e per la gravità di com
poliadenopatia generalizzata, che in alcuni casi può promissione della cute e degli organi interni. Nelle
far prendere in considerazione l'ipotesi diagnostica due forme le lesioni tissutali sono morfologicamen
di linfoma (linfoma follicolare). Dal punto di vista te simili ma di entità differente.
istologico si ha una iperplasia follicolare con centri L'eziologia del LES è complessa, multifattoriale,
germinativi ben evidenti, a testimonianza di inten caratterizzata dalla presenza di un vasto assorti
sa attivazione dell'immunità umorale. Nelle zone mento di autoanticorpi, diretti contro il DNA, isto-
interfollicolari si possono osservare numerose pla- ni„ eritrociti, piastrine, leucociti, fattori della coagu
smacellule, fenotipicamente policlonali. In circa il lazione. La patogenesi è correlata alla presenza di
10% dei casi si osserva splenomegalia, anch'essa deficit di importanti geni, tra cui: la proteina del
caratterizzata da espansione della polpa bianca ed complemento C lq (coinvolta nell'eliminazione
iperplasia follicolare.
degli immunocomplessi e delle cellule apoptotiche),
2. LES (Lupus eritematoide sistemico). Malattia il componente P amiloide sierico (necessario per il
sistemica ad esordio in genere acuto, ma a decorso mascheramento immunologico della cromatina con
Malattie autoimmuni sistemiche ^ 517
Fig.5 - Sindrome di Sjogren. Ampio infiltrato linfoide a carattere follicolare che coinvolge una ghiandola salivare maggiore (a,
ematossilina-eosina). In b) la immunocolorazione per citocheratina 8/18 evidenzia l'alterazione strutturale della componente epi
teliale. In c}, il CD20 evidenzia la natura B dell'infiltrato linfoide. In d} sulla destra una c.d. isola mioepiteliale evidenziata con cito
cheratina 5.
capillare, comparsa di anse capillari anomale e modificazioni sopradescritte non sono specifi
dilatate, "mixomatosi" delle arteriole, prolifera che della SSP, ma possono essere variamente
zione endoteliale e flogosi peri vascolare. La osservate in altre malattie, quali la fascile eosi-
capillaroscopia periungueale consente di indivi nofila, il LES, la S. di Sjogren, alcióne neoplasie,
duare un complesso di alterazioni denominato malattie metaboliche, ed altre.
"scleroderma pattern" di discreto valore diagnosti @ Le lesioni vascolari interessano prevalentemente
co. Le alterazioni vascolari sono verosimilmente arterie ed arteriole, ma a livello cutaneo prevale
mediate da anticorpi anti-endotelio, incapaci di la dilatazione delle anse capillari. Sono morfolo
attivare la reazione del complemento, ma capaci gicamente caratterizzate da iperplasia fibrosa
di interferire con le funzioni cellulari causando dell'intima con variabile componente edemato
perdita focale di endotelio con esposizione di sa, eventuale ostruzione del lume da parte di
fibre collagene, adesione piastrinica, rigenerazio trombi e ricanalizzazione, fibrosi periawentizia-
ne anomala e rimodellamento delle strutture le. Neir80% dei casi è presente un interessamen
vascolari. Non è chiaro il contributo della immu to esofageo, anche in assenza di manifestazioni
nità cellule-mediata alla patogenesi della SSP, ma cutanee. Funzionalmente il dato principale è la
alcuni dati suggeriscono il ruolo dell'attivazione ridotta frequenza ed ampiezza delle contrazioni
linfocitaria T alle alterazioni, qualitative e quan a livello della metà inferiore con associata ridu
titative, di deposito di collageno, mediate da zione del tono dello sfintere esofageo inferiore.
alterazioni del network citochinico. Morfologicamente sì osserva atrofia della tonaca
muscolare che viene progressivamente sostituita
Quadro morfologico da tessuto fibroso, con alterazioni vascolari
(iperplasia intimale, fibrosi).
La SSP è caratterizzata da variabile coinvolgi
« Il coinvolgimento polmonare, quasi sempre presen
mento di diversi organi, con maggiore frequenza
te, induce dispnea da sforzo. Nel polmone della
della localizzazione cutanea, esofagea, renale, pol
SSP è caratterizzato macroscopicamente da
monare, vascolare.
cospicuo ispessimento della pleura viscerale e
© Nella cute le sedi maggiormente colpite sono le da quadri di polmonite interstiziale a pattern
mani, i piedi, gli avambracci, il torace antero- NSIP (vedi).
superiore, la schiena, la faccia. Classicamente si • Il coinvolgimento renale nella SSP appare in circa
riconoscono tre fasi nella evoluzione della il 50% dei pazienti con proteinuria, ipertensione
malattia: edematosa, indurativa, atrofica. Nella ed iperazotemia. Morfologicamente si distin
prima fase è caratterizzata dalla presenza di un guono una forma acuta (nefropatia sclerodermi-
edema delle mani e dei piedi che può durare set ca acuta) con alterazioni a carico delle arterie
timane o mesi. L'edema appare duro ed indolo arcuate ed interlobulari e delle arteriole afferen
re. Alla microscopia il derma superficiale si pre ti, ed una forma cronica. Sono comuni disturbi
senta rigonfio, edematoso, con omogeneizzazio alle articolazioni, da attribuire alla fibrosclerosi
ne dei fasci collageni e iniziale fibrosi perivasco dei tessuti molli periarticolari.
lare. Nella fase indurativa si osserva progressivo
ispessimento ed indurimento cutaneo con perdi Va infine segnalata, come variante della SSP, la
ta di elasticità. Questa fase può persistere per Sindrome CREST (acronimo per: calcinosi, feno
molti anni ed è la forma cui viene attribuita la meno di Raynaud, disturbi della motilità esofagea,
denominazione di sclerodermia. Morfologica sclerodattilia, teleangectasie), associata in una per
mente questa forma è caratterizzata dalle modi centuale significativa di casi alla presenza di anti
ficazioni del derma sopradescritte (omogeneiz corpi diretti contro la cromatina del centromero
zazione ed ispessimento dei fasci collageni, sce delle cellule in metafase ed interfase. La malattia si
rosi sostitutiva del grasso sottocutaneo), associa distingue dalla SSP per un decorso clinico più beni
gno e per ima comparsa più tardiva dei sintomi
te ad assottigliamento dell'epidermide con per
sistemici.
dita delle papille dermiche e diminuzione delle
strutture annessialì, focale iper- ed ipo-pigmen
tazione con melanofagi nel derma superficiale,
linfangiectasie. È frequente il riscontro di infil
| Bibliografia essenziale
trato flogistico perivascolare. La fase atrofica è Firestein G.S.: Evolving concepts of rheumatoid arthritis.
caratterizzata da sclerosi densa del derma, con Nature 2003; 423: 356-361.
eventuali depositi di calcio, scomparsa degli O'Dell J.R.: Therapeutic strategies for rheumatoid arthri
annessi cutanei e delle papille dermiche. Le tis. N Engl J Med 2004; 350: 2591-2602.
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Amiloidosi
4.5 R. Ranaldi
ca con sindromi cliniche diverse, per differente struttura primaria della proteina non presenta
localizzazione preferenziale dei depositi. mutazioni. Si ritiene die, nonostante l'elevata stabi
lità del tetramero, ima minima dissociazione possa
5. Amiloidosi senile. Tipo A-TTR portare, in un arco temporale molto lungo, a depo
Le fibrille di amiloide sono costituite da monomeri siti di amiloide evidenziabili nella maggior parte
della TTR; a differenza dell'amiloidosi familiare, la dei soggetti di età superiore ad 80 anni. Gli organi
Classificazione ® 527
è presente, o è dimostrabile solo con anticorpi anti- lentemente perivascolare, ma anche sottopiale e
proteina-p. subependimale.
La proteina-P è il costituente delTamiloidosi La sostanza amiloide è composta dalla proteina
cerebrale anche in altre malattie: sindrome di Down prionica (PrP), con una componente minoritaria di
(N.B.: trisomia 21), leucoencefalopatie, cervello proteina-P nei soggetti più anziani.
senile.
Le NFT sono strutture intracellulari che si osser
vano prevalentemente nei neuroni piramidali della | Quadri d'organo
corteccia e nei neuroni dei nuclei della base. Sono e manifestazioni cliniche
congofile e al microscopio elettronico consistono di
fasci di filamenti appaiati ad elica. Ogni filamento Le manifestazioni cliniche dell'amiloidosi sono
ha uno spessore di 10-13 nm ed ha analogia antige variabili e dipendono dai distretti corporei colpiti.
nica con il citoscheletro del neurone, in particolare
con la proteina-x; quest'ultima ha la funzione di
promotore nell'assemblaggio della tubulina. Si è
Rene
visto che nell'Alzheimer la proteina-'t è abnorme Il rene è costantemente interessato nella amiloi-
mente fosforilata e ciò può essere responsabile della dosi-AA, ed in un terzo dei pazienti con amiloido-
sua conversione nei filamenti delle NFT. L'amiloide si-AL; quest'ultima può manifestarsi anche come
At è Tunico esempio di amiloidosi intracellulare. accumuli similtumorali nella pelvi, uretere o vesci
Costituenti minori delle NFT sono APP, alluminio e ca. L'esordio clinico può essere di lieve proteinuria
ferro. o di franca sindrome nefrosica. Le lesioni non sono
reversibili e nel tempo portano ad insufficienza
10. Placche amiloidee nelle encefalopatie spongiformi. renale cronica e alla morte. La prognosi può essere
Tipo A-PrP migliorata con l'emodialisi od il trapianto renale.
Nella maggior parte delle malattie spongiformi, sia Una possibile complicanza è la trombosi della vena
dell'uomo che degli animali, si osservano placche renale.
di sostanza amiloide, strutturate con fibrille dispo Macroscopicamente il rene è ingrandito e palli
ste radialmente e circondate da uno stretto alone di do. A livello microscopico l'interessamento glome-
processi astrocitari. La loro localizzazione è preva rulare è costante; i depositi iniziano nel mesangio e
Fig. 7 a e b - Paziente deceduto per scompenso cardiaco cronico congestizio. La colorazione con Rosso Congo evidenzia la pre
senza di sostanza amiloide, con fa tìpica birifrangenza, a livello dell'atrio di sinistra, sia in sede interstiziale (a) che subendocar
dica (b).
530 ^ Amiloidosi
Fegato
Nonostante l'interessamento epatico sia molto
frequente in corso di amiloidosi sistemica (sia AA
che AL), le alterazioni funzionali dell'organo sono
minime. La prognosi è tuttavia infausta per la con
comitanza di gravi lesioni renali e cardiache.
Macroscopicamente il fegato è ingrandito, pal
lido, a superficie liscia, di consistenza gommosa.
L'amiloide si deposita inizialmente nello spazio di
Disse, con progressivo accumulo che porta ad
atrofia degli epatociti (Fig. 9). Ci può essere una
disposizione zonale, con le aree perivenulari più
gravemente colpite.
Milza
La milza è frequentemente sede di depositi di
Fìq. 8 - Amiloidosi renale di modesta entità. 1 depositi, a pre sostanza amiloide. Caratteristicamente, non si ha
valente localizzazione mesangiale, si distinguono dal collagene leucopenia od anemia. Le forme splenomegaliche
della matrice e dalla membrana basale per la più debole PAS- possono complicarsi con rottura spontanea.
positività. L'aspetto macroscopico è variabile e classica-
mente si distinguono due quadri, a seconda che
vengano interessate prevalentemente la polpa bian
tra l'endotelio e la membrana basale delle anse ca o la polpa rossa.
capillari (Fig. 8); successivamente, il lume capillare Nel primo caso il deposito è localizzato nei folli
viene considerevolmente ristretto dall'amiloide, coli malpighiani, che spiccano come granirli vitrei
fino alla completa obsolescenza glomerulare. su una polpa rossa integra (milza a sagù, dal nome
Anche i tubuli e le diramazioni arteriolari sono di una farina malese granulosa). Il volume dell'or
spesso interessati; nei casi associati a mieloma, sono gano è solo modicamente aumentato.
descritti cilindri tubulari costituiti da sostanza ami- NelTamiloidosi della polpa rossa la milza è più
ioide e circondati da reazione flogistica gigantocel- marcatamente megalica (300-600 gr), aumentata di
lulare. consistenza e di aspetto vitreo al taglio con aree
Fig. 9 a e b - Lesioni epatiche in corso di amiloidosi-AA. Evidenti depositi PAS-positivi delineano gli spazi di Disse (a). Il progres
sivo accumulo dell'amiloide, che appare debolmente acidofiia in Ematossiiina/Eosina, provoca grave atrofia delle piastre epatoci-
tarie (b).
Quadri d'organo e manifestazioni cliniche - 531
Fig. 10 a e b - Biopsia rettale eseguita per fa conferma del sospetto clinico di amiloidosi. La parete delle arteriole sottomucose (frec
cia) è ispessita da materiale omogeneo debolmente eosinofilo (a), che mostra il caratteristico dicroismo verde dopo colorazione con
Rosso Congo ed osservazione in luce polarizzata (b).
islandese: A-cistatina C; forma danese: A-proteina- localizzazione atipica dell'emorragia; oppure con
[3), esistono rari casi sporadici. Queste ultimi si pos- emorragie cerebrali recidivanti/ a volte scatenate da
sono presentare col quadro clinico dell'ictus, con traumi anche lievi o da manovre chirurgiche.
Fig. 11 a e b - Parenchima cerebrale limitrofo a lesione emorragica. La parete delle arteriole mostra un evidente ispessimento eosi-
nofilo (a), costituito da sostanza amiloide che reagisce intensamente con ¡1 siero per la (3-proteina (b).
Quadri d'organo e manifestazioni cliniche : 533
Molto rari sono anche i casi di accumuli simil- delle varie forme di amiloidosi.
tumorali (amiloidoma) del SNC; sono stati descrit Nei casi di forma sistemica, la diagnosi viene in
ti casi a sede intraventricolare, extracerebrale genere posta a malattia avanzata; l'età media dei
intracranica ed extramidollare spinale. La progno pazienti è di 60-70 anni, con una lieve prevalenza
si è buona dopo rimozione chirurgica. Si tratta di del sesso maschile.
A-AL, verosimilmente dovuta a sintesi locale di H sospetto clinico può essere accertato con la
immunoglobuline. dimostrazione istopatologica della sostanza amiloi
de mediante biopsia della mucosa rettale o del cavo
Sistema nervoso periferico (SNP) orale, o con agoaspirato del tessuto adiposo sotto-
Oltre alla Polineuropatia amiloidosica familiare cutaneo dell'addome. Utile può essere il dosaggio
(FAP), già descritta, il sistema nervoso periferico, è sierico della componente P. Ove possibile, l'accerta
coinvolto nel 15% circa dei casi di A-AL sistemica. mento può essere ottenuto con la biopsia dell'orga
Il quadro clinico ricorda la FAP tipo I, con prevalen no clinicamente interessato (biopsia renale, epatica,
te interessamento degli arti inferiori. L'amiloide si miocardica).
deposita nei capillari dell'endonervio e nelle arte- Il danno causato dai depositi può consistere in
riole del peri- ed epinervio, con degenerazione atrofia parenchimale; o in manifestazioni ischemi-
assonale e riduzione del numero delle fibre. che per il coinvolgimento dei vasi; od ancora in
La sindrome del tunnel carpale può essere pro manifestazioni emorragiche, anch'esse dovute
vocata da varie forme di amiloidosi, in particolare
all'interessamento dei vasi e favorite dall'adsorbi
AL e A(32-M.
mento del fattore X della coagulazione da parte del-
l'amiloide.
Articolazioni Dal momento dell'esordio clinico, la malattia
L'amiloide può interessare direttamente le struttu segue in genere un decorso progressivo, con una
re articolari con depositi nella membrana sinoviale e sopravvivenza di 1-4 anni. La principale causa di
nella cartilagine articolare. L'artrite che ne deriva può decesso è l'insufficienza renale; alquanto comune
simulare l'artrite reumatoide. La maggior parte di que è anche la morte improvvisa, verosimilmente lega
sti pazienti ha amiloidosi-AL associata a mieloma. ta ad aritmie; più raramente si hanno emorragie
Le lesioni osteoarticolari conseguenti la |32-M digestive, o lo scompenso cronico di cuore.
amiloidosi sono state già descritte. Non esiste al momento attuale una terapia spe
cifica ed efficace.
Sistema respiratorio
I seni paranasali, il laringe e la trachea possono
essere sede di accumuli nodulari di amiloide-AL, H Bibliografici essenziale
con sintomi ostruttivi. Cohen A.S.: Amyloidosis. In: Harrison's Principle of
II parenchima polmonare è spesso coinvolto Internal Medicine, 12th edition. Jean D. Wilson et al.
nella amiloidosi-AL primaria, con depositi diffusi (eds). International Edition, New York; pp. 1417-1421.
nei bronchi e nei setti alveolari che determinano
Goteri G., Ranaldi R., Pileri S A ., Bearzi I.: Localized am y
sintomi, anche importanti, nel 30% dei pazienti.
loidosis and gastrointestinal lymphoma: a rare asso
Anche nell' amiloidosi-AA sistemica i depositi pol
ciation. Histopathology 1998; 32: 348-55.
monari sono frequentemente riscontrabili, ma rara
mente provocano sintomi. Suhr O.B., Hastrup Svendsen I., Andersson R., Daniels-
Sono stati descritti casi di accumuli similtumo- son A., H olm gren G., Ranlov P.J.: H ereditary
rali di amiloidosi polmonare, usualmente trattati transthyretin amyloidosis from a Scandinavian per
con la rimozione chirurgica. spective. J Intern Med 2003 Sept; 254 (3): 225-35.
Fig, 1 - Linfadenite granuiomatosa sarcoidea. La struttura linfonodo le è sovvertita per la presenza di numerosi granulomi epite
lioidi non necrotizzanti (la, b). I granulomi si presentano come aggregati, compatti ed organizzati, di cellule macrofagiche. aven
ti dimensioni ampie e caratterizzate da nucleo reniforme eccentrico, con cromatina fine e pallida. Il citoplasma è ampio, poligona
le ed eosinofilo, con membrana ben evidente. Sono presenti cellule giganti plurinucleate con le caratteristiche della cellula cff Lan
ghans (le), e con calcificazione tipo corpi di Schauman (ld, freccia).
Sarcoidosi > 537
A differenza del granuloma che si osserva nella raggruppano formando in progressione un abboz
infezione tubercolare, il granuloma sarcoideo non è zo del granuloma che in seguito aumenta le sue
"necrotizzante". Nella zona centrale di alcuni gra dimensioni. Il granuloma sarcoideo è considerato
nulomi sarcoidei si possono riconoscere piccoli essere struttura ad elevato turn-over (rispetto al gra
gruppi di cellule in apoptosi, caratterizzati da nuloma da corpo estraneo) e la sua persistenza
nucleo pidiotico, talvolta con equivalenti minimi di dipende dal continuo afflusso di elementi macrofa-
necrosi "fibrinosa". Questo reperto è ben distingui gici dal midollo osseo, e quindi dalla persistenza
bile dalla tipica ed estesa necrosi di tipo "caseoso" dello stimolo. In effetti, nel granuloma sarcoideo è
osservabile nel granuloma tubercolare o dalla possibile documentare la presenza di una discreta
necrosi microascessuale caratteristica della linfade- attività proliferativa, in prevalenza di linfociti T. La
nite da graffio di gatto. L'analisi immunoistologìca persistenza del granuloma sarcoideo è attribuita
dimostra che le cellule in apoptosi son linfociti T. anche ad una riduzione dei fenomeni apoptotici,
Nella genesi del granuloma sarcoideo, rìcostrui- correiabile alla peculiare espressione di molecole
bile mediante analisi di morfologia molecolare, ele regolatrici del ciclo cellulare (p27kipl, p21wafl,
menti di recente afflusso dal sangue periferico, etc.).
caratterizzati da fenotipo corrispondente a quello Nel linfonodo, i granulomi si localizzano
del macrofago "giovane" e simile a quello del soprattutto nelle aree T-dipendenti (c.d. aree para
monocito circolante (CD68+, CD16+, Mac387+), si corticali o interfollicolari), distretti in cui i trovano
Fig. 2 - Linfadenite granulomatosa sarcoidea, apoptosi e necrosi, in alcun! granulomi sarcoidei si riconoscono piccole aree di
necrosi fibrinoide (a, b} e piccoli gruppi di linfociti T CD3+ caratterizzati da nucleo picnotìco ed aspetti riconducibili ad apoptosi
(c, d, freccia), aspetti da non confondre con l'estesa necrosi caseosa della linfadenite tubercolare o con quelli microascessuali della
linfadenite da graffio di gatto.
538 & Sarcoidosi
Fig. 3 - Linfadenite granulomatosa sarcoidea, analisi immunofenotipìca della componente macrofagica. Il granuloma è formato
da cellule macrofagiche CD68+ {a). Nelle fasi precoci il granuloma si forma per progressiva apposizione di cellule macrofagiche
"giovani" di derivazione ematica (monociti), come suggerito dall'intensa espressione deil'antigene Mac387 (b). Le cellule giganti
dimostrano un fenotipo in parte differente dalle cellule epitelioidi, come dimostrato dalla scarsa espressione di CD1 6 (c), e dalla
intensa espressione della cnemochina MDC (d). Diversi elementi macrofagichi esprimono nel nucleo l'inibitore del ciclo cellulare
p21wafl (e). All'interno del granuloma si evidenziano cellule dendritiche interdigitate [anfigen-presenting cells) evidenziate dall'in
tensa espressione della proteina SI 00 (f).
Sarcoidosi il 539
Fig. 4 - Linfadenite granulomatosa sarcoidea, analisi immunofenotipica delia componente linfocitaria. Ai granulomi sarcoidei (a)
sono associati numerosi linfociti a fenotipo T come evidenziato dall'espressione di CD3 (b). 1linfociti sono caratterizzati da espres
sione prevalente di CD4 (c), ma sono presenti in discreto numero ancne linfociti CD8+ (dj. i linfociti B CD20+ sono numerosi, ma
raccolti prevalentemente in follicoli linfatici collocati esternamente al granuloma; sono caratterizzati da modesta reazione centro-
follicolare (e). All'interno dei granulomi sono presenti diverse cellule ki67+ in proliferazione (f).
540 ■' Sarcoidosi
le venule ad endotelio alto, le cellule dendritiche no del granuloma sono presenti anche linfociti T a
interdigitate (queste ultime riconoscibili per l'inten fenotipo citotossico (CD8+) (Fig. 4). Nelle reazioni
sa espressione della proteina S100 e delle molecole granulomatose della sarcoidosi è stato dimostrato il
HLA di classe II, e che costituiscono il focus inizia coinvolgimento di diverse chemochine tra cui
le delle risposte cellulo-mediate proprio per la loro RANTES, una chemochina del gruppo CC capace
elevata efficienza come cellule antigen-presenting). di reclutare ed attivare specifiche sottopopolazioni
I linfociti T costituiscono l'elemento cruciale linfocitarie e IP-10, (IFN-Inducible Protein 10), una
della risposta di ipersensibilità osservata nella sar chemochina CXC prodotta in situ dai macrofagi sti
coidosi. I linfociti T presenti nelle sedi coinvolte molati con y-IFN la quale svolge azione chemotatti-
sono prevalentemente a fenotipo helper CD4+, ed ca per i linfociti T attivati da IL-2. Questi, nella sar
esprimono recettori antigenici che utilizzano un coidosi, esprimono il recettore CXCR3. Una elevata
numero ristretto di regioni variabili del T-cell recep espressione della chemochina MDC (Macrophage-
tor (oligoclonalità). L'incremento dei linfociti CD4+ Derived Chemochine) è propria delle cellule giganti.
nelle sedi di attività della malattia è conseguenza La reazione immunitaria che si osserva nella sar
dell'afflusso dalla periferia èd anche da prolifera coidosi è inquadrabile come risposta di tipo TH1,
zione locale. È da sottolineare peraltro che all'inter attiva sin dalle prime fasi della malattia. Infatti è
Fig. 5 - Sarcoidosi: Diagnosi differenziale. Linfadenite da graffio di gatto. In questa linfadenite, provocata dall'infezione da Bar
tonella henselae il (granuloma è spesso caratterizzato da ampie zone di necrosi centrale (a), assenti nel granuloma sarcoideo, e che
vanno distinte ancne da quelle della necrosi caseosa del granuloma tubercolare. Nel granuloma da graffio di gatto sono presenti
raccolte di aranulociti neutrofiii (microascessi) evidenziabili morfologicamente o grazie all'espressione ai mieloperossidasi (b, c frec
cia). Le cellule epitelioidi e le cellule giganti non esprimono mieloperossidasi (c). Il granuloma è spesso associato alla componente
follicolare B, ed all'interno del granuloma sono presenti numerosi elementi linfoidi caratteristici con fenotipo B CD20+ (d). Questi
elementi possono essere utili per risolvere casi di con morfologia ambigua.
Sarcoidosi s 541
possibile dimostrare come i linfociti T associati ai la produzione di y-IFN, ma è anche idonea per atti
granulomi epitelioidi siano capaci di secernere vare le risposte di tipo citotossico. Meccanismo
spontaneamente y-IFN, interleuchina-2 ed altre questo protettivo, in quanto in carenza di y-IFN o
citochine. Nelle prime fasi della formazione del gra IL-12, come dimostrato da studi sperimentali con
nuloma la produzione di y-IFN è a carico di cellule topi knockout, i granulomi non si sviluppano più,
NK, cellule che vengono progressivamente sostitui compromettendo le risposte efficaci contro i mico-
te dai linfociti CD4+. Il microambiente in cui si svi b atteri e favorendo l'evoluzione ulteriore della
luppa il granuloma è ancora caratterizzato dalla malattia con incremento della mortalità.
presenza di interleuchina-12, capace di stimolare la I macrofagi del granuloma possiedono la capaci
produzione di y-IFN, di interleukina-18 e di inter- tà di produrre altre i citochine importanti come il
leukina-15. Questa citochina è prodotta dai macro Tumor-Necrosis-Factor (TNF) e IL-1: una citochina
fagi ed è capace di inibire l7apoptosi dei linfoci T TH1 con diverse funzioni, tra cui quella che stimo
attivati e di perpetuare la risposta TH1, inducendo la l'adesione cellulare. L'aumentata coesività delle
così l'accumulo di chemochine capaci di reclutare cellule macrofagiche è, con ogni evidenza, necessa
linfociti T. La IL-12, prodotta in prevalenza dalle ria per la formazione di noduli compatti mediante
cellule che presentano l'antigene (cellule dendriti l'espressione di molecole di adesione cellulare (ad
che), è fattore determinante per lo sviluppo di una esempio ICAM). Inoltre TNF attiva i macrofagi,
reazione con pattern TH1. Questa citochina stimola inducendo così batterìostasi e batteriolisi, nonché
Fig. 6 - Sarcoidosi: Diagnosi differenziale. Una intensa reazione granulomatosa si può osservare in diverse patologie linfonodali
a) sparse all'inferno di una massiccia reazione granulomatosa (macrofagi CD68+, b}. (c-d). In questa neoformazione mediastica
la reazione granulomatosa mascherava un seminoma, evidenziato invece dall'intensa espressione di CD117 nelle cellule neopla
stiche peraltro mal riconoscibili per artefatti da schiacciamento (d, freccia).
542 Sarcoidosi
fenomeni apoptotici, che hanno rilievo significativo
per l'evoluzione e per la guarigione del processo
j¡¡ Bibliografía essenzide
granulomatoso. Agostini C., Cassatella M., Zambello R., Trentin L.,
Gasperini S., Perin A., Piazza F., Siviero M„ Facco M.,
D iagnosi differenziale. La lesione granulomatosa Dziejman M., Chilosi M., Qin S., Luster A.D., Semeiv
epitelioide, benché fornisca un elemento morfologi zato G.: Involvement of the IP-10 chemokine in sar
co fondamentale per la diagnosi di sarcoidosi, non coid granulom atous reactions. J Immunol. 1998;
è elemento specifico per questa malattia. Lesioni 161(11): 6413-20.
granulomatose molto simili, o identiche al granulo
Agostini C , Facco M., Chilosi M., Semenzato G.: Alveo
ma sarcoideo, si osservano in altre malattie caratte lar macrophage-T cell interactions during Thl-type
rizzate da ipersensibilità di tipo cellulo-mediato. sarcoid inflammation. Microsc Res Tech. 2001; 53(4):
Tra queste vanno menzionate le malattie infettive 278-87.
come la tubercolosi (in particolare nelle lesioni pre
Amicosante M., Berretta F., Franchi A., Rogliani P., Dotti
coci della tbc, i cui granulomi spesso mancano di
C., Losi M., Dweik R., Saltird C.: HLA-DP-unrestric-
evidente necrosi caseosa centrale), alcune micosi, o ted TNF-alpha release in beryllium-stimulated peri
la linfadenite da graffio di gatto (conseguente ad pheral blood mononuclear cells. Eur Respir J. 2002;
infezione da batteri gram-negativi del genere Barto- 20(5): 1174-8.
nella; in particolare la Bartonella henselae, preceden
Chilosi M., Menestrina Fv Capelli P., Montagna L., Lesta-
temente nota come Rochalimaea henselae. Questa lin
rd M., Pizzolo G., Cipriani A., Agostini C., Trentin L.,
fadenite è caratterizzata da granulomi epitelioidi
Zambello R., et al.: Immunohistochemical analysis of
simili a quelli della sarcoidosi, ma contenenti al loro sarcoid granulomas. Evaluation of KÍ67+ and inter
interno delle formazioni microascessuali e coinvol ]
leukin-1 + cells. Am Pathol. 1988; 131(2): 191-8.
gimento dei linfociti B (Fig. 5). Lesioni granuloma-
tose sono reperto caratteristico anche di malattie Facchetti F., Agostini C., Chilosi M., Mombello A., Grigo-
lato P., Van den Oord J.J.: Suppurative granulomatous
infiammatorie croniche come il morbo di Crohn, e
lymphadenitis. Immunohistochemical evidence for a
di malattie da ipersensibilità a sostanze inorganiche B-cell-associated granuloma. Am I Surg Pathol. 1992;
come la berilliosi ed di alcune vasculiti. Granulomi 16(10): 955-61.
epitelioidi si riscontrano con relativa frequenza nel
linfoma di Hodgkin, in alcuni linfomi T (Fig. 6), e Grünewald J., Eklund A., Olerup O.: Human leukocyte
talvolta anche in linfonodi che drenano lesioni neo antigen class I alleles and the disease course in sarcoi
dosis patients. Am J Respir Crit Care Med. 2004;
plastiche. Nel seminoma si associa spesso una rea
169(6): 696-702.
zione granulomatosa epitelioide che può porre pro
blemi di diagnosi differenziale nelle localizzazioni Romagnani S.: T-cell subsets (Thl versus Th2). Ann
mediastiniche (Fig. 6). Allergy Asthma Immunol. 2000; 85(1): 9-18; quiz 18,21.
Sarcoidosis and other granulomatous disorders. D.G.
lam es editor, Lung Biology in health and disease.
Nota Marcel Dekker, 1994; vol. 73: pp. 153-179.
Su campiane bioptico per .sospetta sarcoidosi al Semenzato G., Pezzutto A., Chilosi M., Pizzolo G.: Redistri
patologo nenerichiestodìconfemtare o di escludere '. bution of T lymphocytes in the lymph nodes of patients
il sospetto,.stabilendo se nella lesio?le siano presenti.o with sarcoidosis. N Engl I Med 1982; 306:48-49.
rhemitìpii:i gràniilomi. In. assenza di un quadro cli- Semenzato G-, Chilosi M., Ossi E., Trentin L v Pizzolo G.,
nico-radiokigico suggestivo .di sarcoidosi, la dimostra- Cipriani A., Agostini C , Zambello R., Marcer G.,
zione di gnmuhmi èpifèììoidi non consente difornire Gasparotto G.: Bronchoalveolar lavage and lung
.una dicignosi. di certezza perché, conìe prccedcntemen- histology. Comparative analysis of inflammatory and
le specificaio, sono diverse lecondizioni da considera ■ immunocompetent cells in patients with sarcoidosis
re nella diaghosidifferènziale. È comunqne c sempre and hypersensitivity pneumonitis. Am Rev Respir
:: .Vt i r 1/ i/
■-1 44m&cnin&
1ppUìilC'■yULllliU &•\
fij-vrìll-o //vYwf
LiJifi i-iIh.h/ìlni.
I-I/''■•
-■
■ Dis. 1985; 132(2): 40Q-4.
razione di ZièHl-Nèelsmjjer i tuia)batteri) ed anche Xaus F, Besalduch N., Comalada M., Marcoval J.,
Pujol
un esame molecolare.mediante JGì< (polumcra<e . R., Mana J., Celada A.: High expression of p21 W afl in
cliain re&ctioh) per évidèiiziàre ó esc'luderé. con eleva sarcoid granulomas: a putative role for long-lasting
ta sensibili tà, la.presenza di acidi la de ici del mico- inflammation. J Leukoc Biol. 2003; 74(2): 295-301.
batterio o di altri agenti microbici. Sito web: http://www.pinali.unipd.it/sarcoid/
Fibrosi
4.7 retroperitoneale
M. Chilosi
La fibrosi retroperitoneale è una malattia rara fanno di questa struttura la sede principale degli
(incidenza di 1 caso su 200.000), caratterizzata- da eventi immunopatologici, A supporto di questa
infiammazione cronica del retroperitoneo. Il pro ipotesi patogenetica sta il riscontro di anticorpi
gredire del rimodellamento tissutale porta a gravi diretti contro lipoproteine ossidate nel siero dei
disfunzioni da compressione e distorsione a carico pazienti, nonché i caratteri istologici ed immunofe-
degli ureteri e dei vasi che in quella sede decorrono. notipici del tessuto infiammatorio che caratterizza
Nella maggior parte dei casi (>70%) la malattia è il processo fibrosante. La malattia di Ormond rien
idiopatica. La classificazione delle fibrosi retroperi trerebbe quindi neirambito della patologia legata
toneali include anche forme non-idiopatiche (che in all'infiammazione cronica dell'aorta (periaortite
gran parte possono essere considerate evoluzione cronica, aneurisma infiammatorio, fibrosi retroperi
di processi flogistici a carico dell'aorta addominale, toneale idiopatica, fibrosi mediastinica idiopatica),
vedi di seguito), forme associate ad ipersensibilità a anche se non è sempre possibile documentare con
farmaci derivati delTergotamina, forme associate a certezza il coinvolgimento vascolare. In effetti, il
malattie autoimmuni, forme multifocali, in cui la tipo di infiltrato infiammatorio che caratterizza la
fibrosi retroperitoneale è associata a processi analo periaortite cronica è identico a quello osservato
ghi a livello del mediastino, della tiroide, delle orbi nelle fasi iniziali della fibrosi retroperitoneale idio
te, e più raramente alcune malattìe infettive. patica. Nella periaortite cronica l'avventizia è note
La definizione, che è descrittiva,, della malattia volmente ispessita ed edematosa. L'infiltrato
di Ormond, fibrosi retroperitoneale idiopatica, infiammatorio è denso e costituito da linfociti, pla-
resta tuttora in uso anche se una vasta serie di smacellule, macrofagi e rari granulociti. In queste
osservazioni cliniche, istopatologiche ed immu- lesioni le analisi immunofenotipiche hanno potuto
noistologiche hanno potuto chiarire recentemente caratterizzare in dettaglio la distribuzione dell'infil
aspetti rilevanti della sua patogenesi. Nei casi tipi trato flogistico. In sintesi, è possibile ipotizzare per
ci il quadro anatomopatologico è quello di un pro la malattia di Ormond una sequenza patogenetica
cesso infiammatorio cronico caratterizzato da este in cui il processo flogistico si sviluppa partendo da
si fenomeni di fibrosi che coinvolge il retroperito una fase ateromasica che coinvolge l'aorta addomi
neo a partire dalla linea mediana. Il progressivo nale provocando la sensibilizzazione contro sostan
incremento della sclerosi finisce per coinvolgere ze anomale prodotte a livello della placca. Il proces
gli ureteri fino alla loro ostruzione. L'evoluzione so si estende quindi dall'intima verso l'avventizia
del processo di retrazione del tessuto fibroso causa mutando carattere (da reazione immune cellulo-
il progressivo spostamento degli ureteri verso la mediata a reazione complessa con sovrapposizione
linea mediana, evento ritenuto caratteristico della di una risposta di tipo "umorale"). Le sostanze anti
malattia. geniche prodotte a livello dell'intima vascolare pos
sono raggiungere le zone awentiziali attraverso la
parete vascolare alterata ed assottigliata. In questa
| Patogenesi sede, riccamente vascolarizzata, avverrebbe il pro
La natura infiammatoria della malattia di cesso di riconoscimento "secondario" degli antige
Ormond sembra oggi strettamente connessa/alme ni con afflusso di linfociti e macrofagi, reazione fol
no in una parte rilevante dei casi, alla aterosclerosi licolare, produzione di anticorpi, e fibrogenesi pro
dell'aorta addominale. Molti sono i dati a sostegno gressiva presumibilmente determinata da incre
di un modello patogenetico in cui il processo flogi mento di produzione locale di fattori fibrogenetici.
stico e la conseguente fibrosi sarebbero causati da
fenomeni di ipersensibilità verso sostanze antigeni
che prodotte o presenti nella placca ateromasica
[H Diagnosi differenziale
(ceroide, lipoproteine ossidate). Questi antigeni, Il ruolo del patologo nella definizione diagnostica
progressivamente liberati a livello dell'avventizia, della fibrosi retroperitoneale idiopatica è importante,
544 ¡ Fibrosi retroperitoneale
anche se il quadro istomorfologico della lesione,
scarsamente specifico, può attualmente giustificare il
ricorso a metodi di diagnosi non invasive. H processo
diagnostico si basa sulla caratterizzazione del tessuto
neoformato ed in particolare del tipo di infiltrato
infiammatorio le cui caratteristiche debbono corri
spondere al quadro istopatologico che caratterizza la
malattia di Ormond (follicoli linfatici, infiltrato linfo-
macrofagico, plasmacellule, fibrosi).
Anche se l'incidenza di neoplasie retroperitonea
li che entrano in diagnosi differenziale con la malat
tia di Ormond è molto modesta, l'analisi istopatolo-
gica deve escludere che la fibrosi retroperitoneale
sia dovuta ad un processo neoplastico maligno (pri
mitivo o metastatico) accompagnato da infiamma
zione cronica e/o sclerosi. I linfomi non-Hodgkin
diagnosticati in sede retroperitoneale sono il più
delle volte di origine centrofollicolare spesso asso
ciati ad estesi fenomeni di sclerosi. L'eventuale pro
blema diagnostico posto da questi linfomi può esse
re facilmente risolto mediante analisi di clonalità
utilizzando la PCR o metodiche inmiuno
che. Anche il linfoma di Hodgkin (specie la variante
scleronodulare) può essere preso in considerazione
in questo ambito di diagnosi differenziale.
Più raramente un processo fibrosante può
accompagnare localizzazioni secondarie di carcino Fig. 2 - Ampia componente linfoide T evidenziata dall'espres
ma (ad esempio il carcinoma gastrico scirroso). In sione di recettore CD3.
via teorica andrebbero considerate nella diagnosi
differenziale anche alcune neoplasie mesenchimali
Fig. 1 - Fibrosi retroperitoneale (E&E). Il tessuto neoformato è Fig. 3 - L'actina-muscolo-iiscio specifica evidenzia la compo
costituito da una popolazione cellulare molto eterogenea, com nente fibroblastica contrattile (miofibroblasti).
prendente numerose plasmacellule, follicoli linfatici, macrofagi,
fibroblasti e neo-vascolarizzazione.
Bibliografia essenziale - 545
con ampia componente fibrosa (fibromatosi, tumo Graham J.R., Suby H.I., LeCompte P.R., Sadowsky N.L.:
re fibroso solitario) o associate a fenomeni infiam Fibrotic disorders associated with methysergide the
matori (liposarcoma ben differenziato infiammato- }
rapy for headache. N E n g l Med 274:359-368,1966.
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Allotrapianto
4.8 di organi solidi
M. Rugge, G. Pennelli, M. Guido
3000
2500
2000
1500
1000
500
0
1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
• Anamnesi (fattori di rischio per HIV o epatite, 9 Esami strumentali: a) esame radiologico del
altre malattie infettive, neoplasie, malattie esan torace; b) valutazione ecografica degli organi
tematiche anche tra i familiari, se il paziente è in addominali;
età pediatrica); • Esami di laboratorio: sierologia per HIV, HBV,
9 Esame obiettivo (cicatrici, lesioni pigmentale, HCV, CMV ed EBV;
linfoadenopatie, tatuaggi, esantemi etc); • Esami istopatologici e/o autoptico.
Il patologo nella attività trapiantologica « 549
Lesioni : Score
Fig. 3 - Rigetto acuto di fegato: infiitrazione infiammatoria Fiq. 4 - Rigetto acuto di fegato: infiltrazione infiammatoria
della parete di una vena epatica terminale (endotelite) associa dello spazio portale associata a flogosi periduttale. La lamina
ta a infiltrato infiammatorio sottoendoteliaie. [imitante è discontinua per la diffusione dell'infiltrato infiamma
torio in area periportale (le frecce indicano l'interfaccia pare-
chima-spazio portale, resa irregolare dal diffondere della fio'
Entro 5 anni dal trapianto, la prevalenza del rigetto gosi portale nel parechima periportale adiacente}.
cronico varia tra il 3% ed il 5%. Anche nel fegato,
come in altri organi trapiantati, la aggettivazione
"cronico"1implica un riferimento temporale non ben Esame del fegato nativo
definito. La maggioranza dei rigetti cronici si mani
Benché esistano giustificazioni all'esame macro
festa tra i 6 e i 12 mesi dal trapianto e comporta la scopico ed istologico di tutti gli organi "nativi" (la
perdita dell'organo entro 12-18 mesi. La lesione cui insufficienza funzionale ha motivato il trapian
morfologica diagnostica di rigetto cronico è la scom to), l'esame anatomo-patologico del fegato nativo
parsa dei dotti biliari. La perdita di diramazioni por ha rilevanza clinica del tutto particolare. Nella
tali dei dotti biliari è istologicamente dimostrata dal grande maggioranza dei casi, si tratta di fegato cir
fatto che i rami portali dell'arteria epatica "perdo rotico e - come è noto - la cirrosi è una lesione pre
no" il dotto biliare al quale sono accoppiati. La per cancerosa. Benché le tecniche di imaging siano sicu
dita di strutture biliari deve essere valutata in alme ramente sensibili nella identificazione di lesioni
no 20 spazi portali e assume valore diagnostico solo neoplastiche (anche di piccole dimensioni), l'esame
quando le arterie portali siano "orfane" del dotto in macroscopico diretto ed il controllo istologico delle
più del 50% degli spazi portali. Tale valutazione lesioni nodulari "sospette" costituisce il gold stan
quantitativa ripropone per il fegato (come per altri dard diagnostico. Tenuto conto del fatto che l'accer
organi) la necessità che il campionamento bioptico tamento di una neoplasia epatica non sospettata ha
sia adeguato e cioè accettabilmente rappresentativo impatto clinico rilevante, l'esame del fegato nativo
dell'organo in toto (in una agobiopsia epatica 20 va eseguito con cura affatto speciale. Sezioni seria-
spazi portali sono generalmente presenti in un cam te macroscopiche (dello spessore di cm 0,5) garanti
pione della lunghezza di cm 1,5-2,0 e del diametro scono una adeguata valutazione macroscopica del
di circa cm 0,15). E possibile osservare una lieve l'organo nativo; tale valutazione va completata da
fibrosi portale ed ima flogosi portale composta di un generoso e ragionato campionamento per esame
linfociti maturi. La perdita dei dotti biliari si associa istologico. Il nostro gruppo di lavoro preleva ed
inevitabilmente a colestasi (inizialmente localizzata esamina istologicamente campioni di ciascuno dei
segmenti epatici ed opera campionamento aggiun
nella zona 3 dell'acino). La arteriopatia obliterativa
tivo delle lesioni nodulari "atipiche" e delle struttu
è caratterizzata da accumulo di istiociti schiumosi
re vascolari e biliari dell'ilo epatico. Tale procedura,
nell'intima delle arterie di medio e grande calibro e,
non solo garantisce una adeguata diagnostica isto
per ovvi limiti del campionamento, non è osservabi
logica (compito primario al quale siamo chiamati
le nelle agobiopsie. La tabella 4 distingue nel rigetto dai nostri pazienti), ma costituisce anche fonte di
cronico due fasi: a) fase iniziale; b) fase tardiva. La materiale utilizzabile per tests biologici di appro
diagnosi di rigetto in fase iniziale è di rilevante fondimento.
impatto clinico; in questa fase, infatti, la rimodula
zione del trattamento immunosoppressivo può
interrompere la progressione verso il rigetto cronico Allotrapianto di cuore
stabilizzato, che di regola esita in insufficienza fun Il primo trapianto di cuore fu operato da Chris
zionale irreversibile dell'organo trapiantato. Bamard nel 1967 e, nel 1985, Vincenzo Gallucci
556 & Allotrapionto di organi solidi
Alterazioni istologiche nelle fasi precoce e tardiva del rigetto cronico di fegato
(schema semplificato)
operò il primo trapianto di cuore in Italia. Si stima La biopsia endomiocardica è il mezzo più affida
che nel mondo vengano effettuati circa 5000 tra bile per l'identificazione e la valutazione del grado
pianti/ anno e tale dato dimostra l'affidabilità e l'ef di rigetto, ma l'accertamento bioptico è spesso diri
ficacia raggiunta dalla procedura. L'indicazione mente anche nella individuazione di lesioni asso
principale al trapianto di cuore è costituita dalle ciate (di tipo prevalentemente infettivo). La classifi
cardiopatie in fase terminale, non sensibili a terapia cazione e la graduazione della patologia da rigetto
medica o chirurgica conservativa e con attesa di fa riferimento ai criteri standardizzati dalla Interna
vita non superiore ai 12 mesi. In questo contesto, le tional Society ofH eart Lung Transplantation (ISHLT).
patologie più frequenti sono le cardiomiopatie dila La stessa ISHLT ha indicato: a) i criteri di adegua
ta tive, la cardiopatia ischemica, le cardiopatie con tezza del campionamento bioptico (disponibilità di
genite e la patologia valvolare. La mortalità nei un campione che possa essere considerato rappre
primi mesi dopo l'intervento è stimata inferiore al sentativo dello status dell'organo) e b) le modalità
10%; la sopravvivenza a 5 anni è superiore al 70%. tecniche di allestimento dei preparati istologici
(sezioni istologiche seriate, colorate con ematossili-
na-eosina e con colorazioni specifiche per il tessuto
muscolare, connettivo, fibre elastiche; sono racco
mandabili immunoreazioni per la caratterizzazione
dell'infiltrato infiammatorio). Queste indicazioni
tecniche trovano piena motivazione nel fatto che
artefatti conseguenti ad ima inadeguata manipola
zione dei campioni bioptici possono causare inade
guata interpretazione dei reperti istologici.
Il rigetto acuto è caratterizzato da un infiltrato
flogistico (prevalentemente linfocitario) associato a
necrosi dei miociti (Fig. 5). Le lesioni possono esse
re variamente modulate/rappresentate e ciò è alla
base di una graduazione in una scala 5 livelli (i.e.
gradi) (Tab. 5):
• Grado-0: assenza di rigetto.
Fig. 5 - Rigetto acuto di cuore: infiltrato interstiziale di cellule
• Grado-1 (rigetto lieve): alterazioni di tipo
m ononucleate (frecce) associato a d alterazion i regressive dei infiammatorio (A focali, B diffuse), in assenza di
miociti. danno miocellulare.
Patologia dell'allotrapianto & 557
® Grado-2 (rigetto lieve-moderato): le lesioni sa dalla discontinuità della lamina elastica, tipi
infiammatorie tipiche del grado 1, coesistono ca della aterosclerosi);
con un solo focolaio di necrosi. La monofocalità d) assenza di ateroma;
del reperto probabilmente giustifica il basso
livello di concordanza che i patologi hanno nella
e) bassa prevalenza di lesioni caìcifiche.
identificazione di questo grado. Il rigetto di Tali alterazioni non sono sempre facilmente
grado 2 viene generalmente considerato alla documentabili nel campionamento bioptico, il che
stregua del rigetto di grado 1 e non richiede trat giustifica l'opportunità di colorazioni speciali ade
tamento farmacologico. guate al fine di rilevare anche lesioni minime.
• Grado-3 (rigetto moderato): la necrosi miocellu- Come nell'aterosclerosi del cuore nativo, alla
lare si associa a infiltrato flogistico prevalente stenosi del lume coronarico del cuore trapiantato
mente linfomonocitario di tipo multifocale (A) o può conseguire ischemia acuta del miocardio. E
diffuso (B). E importante la diagnosi differenzia interessante sottolineare che nel trapiantato di
le con lesioni di tipo infettivo, in cui l'infiltrato si cuore, la mancanza di innervazione dell'organo
presenta polimorfo e non si associa ad esteso esclude il manifestarsi dei sintomi soggettivi tipici
danno miocellulare (la diagnosi differenziale, dell'infarto (infarto silente); tale condizione propo
talora necessita di tests molecolari), e con le ne problemi diagnostici affatto peculiari.
lesioni da ischemia peri-operatoria (in tali casi il
timing della biopsia è spesso dirimente). In pre Aliotrapianto di polmone
senza di rigetto di grado 3 è richiesto il tratta
mento immunosoppressivo. Il trapianto di polmone da cadavere (e più
© Grado-4 (rigetto severo): un diffuso infiltrato recentemente da vivente) trova indicazione negli
flogistico polimorfo si associa a necrosi, edema, stadi terminali di patologie quali la fibrosi polmo
dissociazione emorragica e vasculite. Quadri nare, l'enfisema, la linfangioleiomiomatosi, la fibro
istologici simili possono essere osservati in sede si cistica, la sarcoidosi e l'ipertensione polmonare;
di pregresse biopsie ed in aree infartuate. in quest'ultimo caso (come nelle cardiopatie conge
nite complesse e nel complesso di Eisenmenger) è
Il rigetto cronico è la complicanza più importan da considerare la possibile indicazione al trapianto
te del trapianto di cuore a lungo termine. La reazio cuore-polmoni. È opportuno ricordare che il pol
ne di rigetto è caratterizzata dalla coronaropatia mone trapiantato non ha vascolarizzazione dell'al
obliterativa (iperplasia intimale fibrocellulare) nota bero bronchiale ed a ciò consegue una possibile sof
come "aterosclerosi accelerata". La coronaropatia ferenza ischemica "di base" delle strutture private
obliterativa da rigetto cronico si differenzia dalla di vascolarizzazione arteriosa.
vera aterosclerosi per: La sopravvivenza ad uno e a cinque anni dal tra
a) coinvolgimento vascolare continuo, che si esten pianto è riportata rispettivamente pari al 75% ed al
de sino alle arterie di calibro più piccolo (diver 45%.
sa dalla predilezione per le arterie di calibro Il follow-up istologico del polmone trapiantato
maggiore caratteristica della aterosclerosi); utilizza campioni bioptici transbronchiali (che sono
b) stenosi di tipo concentrico (diversa dalla stenosi considerati rappresentativi quando consistono di
eccentrica della aterosclerosi); non meno di 5 campioni comprendenti bronchioli e
100 spazi alveolari). La diagnosi istologica richiede
c) sostanziale integrità della lamina elastica (diver-
l'allestimento di sezioni istologiche seriate colorate
con ematossilina-eosina e colorazioni speciali per la
identificazione delle fibre elastiche e del tessuto
| Graduazione istologica dei rigetto connettivo. Quando necessario, ulteriori sezioni
I acuto di cuore (schema semplificalo) potranno essere colorate con la PAS-reazione, con la
reazione di Grocott (per l'identificazione di miceti),
Grado 0 Assenza di rigetto secondo GRAM (per la caratterizzazione della flora
batterica), o con tecniche immunoistochimiche
a) Infiltrato flogìstico focale, in assenza di necrosi
Grado 1 (CMV, etc.).
b) Infiltrato flogistico diffuso, in assenza di necrosi La classificazione/graduazione istologica della
Grado 2 a) di
Infiltrato flogistico associato ad un focolaio reazione di rigetto del polmone trapiantato è ripor
necrosi tata in un documento di consenso intemazionale
stilato nel 1995 e definito Working Formulationfor thè
a) Infiltrato flogistico multifocale associato a Classification o f Lung Allograft Rejection (Tabella 6).
Grado 3 necrosi In tale documento, si afferma che la reazione di
b) Infiltrato flogistico diffuso associato a necrosi rigetto del polmone trapiantato (sia acuto, sia croni
co) si realizza con lesioni che interessano: a) il
Grado 4 a) edema,
Infiltrato flogistico polimorfo, necrosi,
emorragia e vasculite distretto vascolare, b) la parete delle vie aeree.
Il rigetto iperacuto di polmone insorge nell'im
558 Allotropianto di organi solidi
Allotrapianto di intestino
Il trapianto intestinale, sebbene tecnicamente
possibile da molti armi, rimane pratica di pochi cen
tri ed è riservato a pazienti affetti da gravi/irrever
sibili patologie (non-neoplastiche) del piccolo inte
stino. Il post-operatorio è gravato da alta mortalità
e perdita d'organo, generalmente secondarie a com
plicanze immunologiche, infettive o a problemi tec
nici. Il monitoraggio deirintestino trapiantato uti
lizza il campionamento bioptico della mucosa inte
stinale e solo recentemente sono state redatte linee
Fia. 7 - Rigetto acuto di pancreas: infiltrazione infiammatoria guida (internazionalmente condivise) per la gra
della parete di una arteria di medio calibro (prominenza degli duazione della reazione di rigetto.
endoteli e infiltrato infiammatorio della parete). I quadri patologici di più frequente riscontro
sono: a) danni da preservazione, b) rigetto (acuto e
terapia immunomodulante, la sopravvivenza a 1 cronico), c) infezioni virali (da CMV e da Adenovi-
anno è superiore all'85%. La caratterizzazione e to rus), d) sviluppo di PTLD (Tab. 7).
logica ed il grading delle lesioni del pancreas tra E piccolo intestino è popolato da una esuberante
piantato prevedono il monitoraggio bioptico. La popolazione stanziale di cellule immunocompeten-
reazione di rigetto dell'allotrapianto di pancreas ti. Per tale ragione, a seguito del trapianto dì picco
distingue rigetto iperacuto, acuto e cronico. lo intestino la prevalenza (5-10%) di malattia da rea
Il rigetto iperacuto è evenienza rara in conside zione dell'organo trapiantato verso l'ospite (i.e. Grafi
razione delle tecniche di screening utilizzate per la versus Host Disease = GvHD) è più elevata di quella
rilevazione di anticorpi preformati donatore-speci- che consegue al trapianto di altri organi solidi. E
fici. È caratterizzato da essudazione granulocitaria, pertanto giustificato collocare in questa sede un
trombi fibrinici e necrosi ischemica. cenno alla GvFID, ricordandone la possibile (benché
Il rigetto acuto è caratterizzato da infiltrato flo più rara) comparsa anche in occasione di trapianto
gistico linfo-plasmocitario dell'interstizio pancrea di altri organi solidi (oltre che nella più classica
tico associato a lesioni vascolari ed epiteliali (epite situazione di trapianto di midollo emopoietico).
li acinari e duttali) (Fig. 7). La GvHD è immagine speculare del rigetto di
Recentemente è stato proposto un sistema di AT, poiché non è il trapianto, ma l'ospite ad essere
gradazione che distingue: "rigettato". La reazione immunitaria è mediata dai
linfociti T (del donatore), che riconoscono come
® Grado 0 = {i.e. assenza di rigetto). estranei gli antigeni dei sistemi (maggiore e/o
® Grado I = (i.e. infiammazione di incerto signifi minore) di istocompatibilità dell'ospite. La GvHD
cato): infiltrato flogistico settale con minimo
interessamento/danno duttale.
@ Grado II = (i.e. rigetto minimo): flogosi settale e
venulite. In assenza di venulite la diagnosi di
rigetto minimo richiede la presenza di almeno 3
delle seguenti lesioni: a) linfociti "attivati", b)
Insorgenza: gior
infiltrato granulocitario eosinofilo, c) flogosi aci-
ni dal trapianto caratteristici
nare focale, d) infiammazione duttale.
e Grado III = (i.e. rigetto lieve): foci di flogosi set- Danni da
preservazione Entro 5 giorni Danno delPepitelio di
rivestimento
tale/acinare; possono coesistere venulite e lesio
ni regressive degli epiteli pancreatici.
Entro 60/100 Infiltrato
® Grado IV = (i.e. rigetto moderato): la lesione
Rigetto acuto giorni linfomonocitario,
apoptosi e crìptite
istologica caratterizzante è la infiammazione
vascolare (endotelite e/o arterite necrotizzante), Arteriopatia
e Grado V = (i.e. rigetto grave): focolai multipli di Rigetto cronico Dopo 100 giorni obliterativa, fibrosi e
necrosi parenchimale si accompagnano a tutte le
ulcerazione
lesioni descritte nei gradi I-IV.
PTLD Variabile Infiltrato di linfociti
atipici
Il rigetto cronico è caratterizzato da endo-arteri-
560 ?- Allotrapianto di organi solidi
realizza quadri patologici che coinvolgono princi è presente infiltrato infiammatorio polimorfo di
palmente la cute, il sistema gastrointestinale ed il grado variabile e fibrosi della lamina propria.
fegato. Il tempo di esordio della GvHD varia da Nel trapianto di intestino, l'enterite citomegalica
pochi giorni ad anni dopo il trapianto. Tale variabi costituisce evento non raro e realizza aspetti simili
lità di esordio fa sì che (quando si manifestino sin a quelli osservabili in altri pazienti non-immuno-
tomi clinici compatibili) l'ipotesi diagnostica di competenti. Le alterazioni citopatiche tipiche del
GvHD vada sempre inclusa nello spettro delle ipo l'infezione (corpi inclusi nucleari) sono osservabili
tesi di diagnostica differenziale. La sintomatologia più frequentemente nelle cellule endoteliali e stre
clinica [rash cutaneo, lesioni gastrointestinali, ulce mali che in epiteli. La biopsia può dimostrare ulce
razioni mucose (non solo del tratto gastro-enterico), re mucose e la lamina propria è sede di flogosi a
epatopatia] non differisce da quella della GvHD ricca componente granulocitaria. La presenza di
conseguente a trapianto di midollo osseo allogeni- antigeni virali può essere dimostrata con metodo
co. Simili sono anche le lesioni istologiche docu immunoistochimico.
mentabili a livello cutaneo (necrosi epidermica,
semplificando!) ed a livello delle mucose del seg
mento gastroenterico (microfoci necro-infiammato | Bibliografie essenziale
ri della mucosa di tutto il tratto gastroenterico
"nativo", dalla bocca all'ano). Nelle sue più fre Billingham M.E., et al.: A working formulation for the
standardization of nomenclature in the diagnosis of
quenti manifestazioni, la prognosi della GvHD è
heart and lung rejection: H eart Rejection Study
generalmente favorevole, ma richiede rimodulazio Group. The international Society for Heart Transplan
ne del trattamento immunosoppressivo (nei casi tation. J H eart Transplant. 1990; 9(6):587-93.
gravi, la malattia può portare aìYexitus).
Cooper J.D., et al.: A working formulation for the stan
Nel piccolo intestino, i danni da preservazione
dardization of nomenclature and for clinical staging
costituiscono reperto riscontrabile nei primi giorni of chronic dysfunction in lung allografts. J Heart
dopo TAT e generalmente regrediscono nell'arco di Transplant. 1993; 12:713-6.
10 giorni. Le lesioni istologiche sono caratterizzate
dal distacco/necrosi dell'epitelio di rivestimento Demetris A ., et al.: Update of the International Banff
Schema for Liver Allograft Rejection: Working
associato a congestione capillare, edema e flogosi
Recommendations for the Histopathologic Staging
granulocitaria della lamina propria. Possono coesi and Reporting of Chronic Rejection. Hepatology.
stere aspetti rigenerativi della mucosa non-necrotica. 2000; 31(3):792-9.
Nella gran parte dei pazienti, la reazione di
Drachenberg C.B., et al.: Evaluation of pancreas tran
rigetto acuto si colloca nei primi 100 giorni dall'in
splant needle biopsy: reproducibility and revision of
tervento. Il rigetto acuto è caratterizzato da infiltra
histologic grading system. Transplantation 1997;
to flogistico linfomonocitario (comprendente cellu 63(11):1579'86.
le blastiche), che coesiste con criptite (i.e. infiltrato
granulocitario intra e peri-ghiandolare) ed elevato Knowles D.M., et al.: Correlative morphologic and mole
cular genetic analysis demonstrates three distinct
numero di corpi apoptotici; sono generalmente pre
categories of post-transplantation lymphoproliferati-
senti foci necrotici che coinvolgono la mucosa par ve disorders. Blood. 1995 15;85(2):552-65
zialmente o a tutto spessore. Recentemente, un
Gruppo internazionale di patologi ha proposto una Lee R.G., et al.: Pathology of hum an intestinal transplan
tation. Gastroenterology 1996; 110(6):1820-34.
standardizzazione del sistema di gradazione istolo
gica del rigetto acuto che adotta un valore crescen Milano A., et al.: Evolution of focal moderate (Internatio
te di score per ciascuna delle lesioni istologiche nal Society for Heart and Lung Transplantation grade
sopra ricordate. La proposta classificativa prevede 2) rejection of the cardiac allograft, J Heart Lung Tran
le seguenti categorie diagnostiche: Grado 0= Assen splant. 1996;15(5):456-60.
za di rigetto acuto; Grado indeterminato: Rigetto Pardo-Mindan F.J., et al.: Semin Diagn Pathol. 1992;
acuto "indeterminato"; Grado 1= Rigetto acuto cel 9(3) :185-99.
lulare di grado lieve; Grado 2= Rigetto acuto cellu Racusen L., et al.: The Banff 97 working classification of
lare di grado moderato; Grado 3= Rigetto acuto cel renal allograft pathology. Kidney Int. 1999; 55:713-23.
lulare di grado grave.
Ruiz P., et al.: Transplantation Proceedings 2004,36:335-7.
La lesione caratteristica del rigetto cronico con
siste in una riduzione del lume dei vasi arteriosi di Stewart S.: Pathology of lung transplantation. Semin
grande/medio calibro secondaria ad iperplasia Diagn Pathol. 1992; 9(3):210-9.
mio-intimale associata ad infiltrazione sottoendote- Wallace W.A., et al.: Transplant histopathology for the
liale di macrofagi schiumosi e linfociti. La mucosa general histopathologist. H istopathology 2003;
intestinale è sede di ulcerazioni (più frequentemen 43(4):313-22.
te discontinue) associate a tessuto di granulazione Yousem S.A., et al.: A revision of the 1990 Working For
infiammatorio. La architettura della mucosa inter mulation for the classification of pulmonary allograft
vallata ai foci necrotici è distorta (per la coesistenza rejection: Lung Rejection Study Groug (LRSG) J Heart
di rigenerazione epiteliale e di atrofia ghiandolare); Lung Transplant. 1996; 15:1-15.
Sistema linfopoietico
5.1 Linfoadeniti (F. Menestrina, M. Lestani) 5.4 Milza (G. Fabris, G. Goteri)
■ Introduzione a Anatomia e fisiologia
■ Linfoadeniti aspecifiche a Stati disfunzionaii della milza:
■ Linfoadeniti specifiche iposplenismo ed ipersplenismo
■ Anomalie congenite
5.2 Neoplasie dei tessuti linfoidi centrali a Cisti spleniche
e periferici: linfomi non-Hodgkin a Processi infiammatori e infettivi della milza
(M. Lestani} b Istiocitosi
a Introduzione a Alterazioni in corso di anomalie delle cellule
■ Linfomi non-Hodgkin a cellule immature ematiche circolanti e nei disordini autoimmuni
("precursor Bor T cell neoplasm") b Splenomegalie congestizie
a Linfomi non-Hodgkin Ba cellule mature b infarto splenico
("peripheral Bcell neoplasm")
b Noduli di Gamna-Gandy
a Linfomi non-Hodgkin T a cellule mature
("peripheral T ceil neoplasm") a Peiiosi
b Atrofia spiensca
5.3 Linfoma di Hodgkin (F. Menestrina) a Amiloidosi
m Note storiche e classificative a Neoplasie
a Linfoma di Hodgkin classico
■ Linfoma di Hodgkin a prevalenza linfocitaria
nodulare
Linfoadeniti
5.1 F. Menestrina, M. Lesioni
Fig. 1 - Iperplasia follicolare. Si riconoscono diversi follicoli di Pia. 2 - Follicolo reattivo. Riconoscibile perifericamente il man
varie dimensioni e forma. Fra i follicoli riconoscibile una distin tello di piccoli linfociti, che delimita ¡1 centro germinativo. Que
ta area paracorticale. st'ultimo ha composizione disomogenea e mostra "polarizza
zione" in una zona scura, ricca in centrobiasti e una zona chia
ra, più ricca in centrociti.
Unfoadeniti aspecifiche & 565
CD8+), talora con espressione di marcatori di attiva gico essenzialmente di tipo suppurativo che merita
zione (CD30+). Il marcatore architetturale che indica un breve accenno esplicativo. Lo Staphylococcus
la pertinenza T dell'area, anche in assenza dì caratte aureus, responsabile ad esempio di ascessi dentali, di
rizzazione immunofenotipica, è rappresentato dalle ascessi tubo-ovarici, di appendicite etc, nei linfono
venule ad endotelio alto, strutture di rilievo nell'am di regionali provoca dapprima reazioni sinusali
bito della migrazione linfocitaria dal sangue periferi caratterizzate da istiocitosi e dilatazione del lume;
co al parenchima linfonodale (Fig. 3). successivamente i granulociti infiltrano il parenchi
ma linfonodale con formazione di microascessi o di
focolai confluenti, più o meno estesi, di necrosi.
Isiiocitosi dei seni
Aspetti analoghi si possono osservare anche nelle
È uno dei quadri di più frequente riscontro, infezioni da yersinia, nella tularemia etc. Nella pra
osservabile in una grande varietà di condizioni e tica diagnostica istopatologica tuttavia non sono di
molto comune nei linfonodi periviscerali del tratto frequente osservazione perché il quadro clinico-
gastroenterico. I seni usualmente sono ben evidenti lab oratoristico è usualmente sufficientemente
per il fatto di essere distesi da abbondante linfa e distintivo da orientare una adeguata terapia antibio
occupati da un numero variabile di elementi istioci- tica senza dover ricorrere alla biopsia linfonodale.
tari. Questi, disposti lungo le pareti in modo da
costituirne la struttura o accumulati anche nel cen
tro dello spazio sinusale, sono riconoscibili per il | Linfoadeniti specifiche
loro abbondante citoplasma eosìnofilo, omogeneo o Il termine specifica identifica una serie di linfoa-
vacuolizzato (Fig. 4). Talora la loro precipua attivi denopatie caratterizzate da un quadro morfologico
tà macrofagica è facilmente segnalata dalla presen distintivo che, in taluni casi, può anche essere pato-
za nel loro citoplasma di materiale fagocitato: que gnomonico di ben individuabili quadri morbosi; in
sto può essere esogeno o endogeno ma può essere altri casi l'aspetto morfologico, pur essendo pecu
anche rappresentato da elementi cellulari; la pre liare, non è esclusivo o rappresenta una modalità di
senza di emazie in numero adeguato configura un reazione linfonodale comune a più malattie, di
quadro clinico-patologico di particolare rilevanza natura ed eziologia anche differente.
pratica (sindrome emofagocitica). Sul piano immu- Sul piano morfologico possono avere una orga
noistochimico il CD68 è utile per il riconoscimento nizzazione granulomatosa o non-granulomatosa.
degli elementi istiocitari anche in assenza di attivi
tà macrofagica. Linfoadeniti specifiche granulom atose
Fìg. 3 - Area paracortìcale popolata prevalentemente da ele Fia. 4 - Porzione di linfonodo con seni dilatati; al loro interno
menti Iinfoi di di piccole dimensioni; più rari elementi di grandi linra, elementi macrofagici e linfoidi.
dimensioni ed isolate cellule di Langerhans. Riconoscibile sulla
destra una venula ad endotelio alto, elemento strutturale carat
terizzante l'area paracorticale.
566 s« Linfoadeniti
dro paradigmatico è rappresentato dalla sarcoidosi. quadro clinico è dominato dalla tumefazione 1info
In alcune situazioni patologiche i granulomi posso nodale isolata, senza un apparente coinvolgimento
no comprendere aree di necrosi con aspetti diversi: viscerale, per cui è verosimile l'esistenza di una dif
di tipo caseoso (paradigmatico è il granuloma fusione anche per .via ematogena. I linfonodi inte
tubercolare) o di tipo ascessuale, comune a più ressati sono in questo caso usualmente in sede cer
malattie (linfoadenite da graffio di gatto, linfogra vicale e richiamano l'attenzione del medico per la
nuloma venereo, da yersinia, sono le forme più fre loro persistente tumefazione disgiunta da altri coin
quenti), distinguibili fra loro sulla base di dati clini- volgimenti d'organo. Alterazioni di tipo tubercola
cò-patologici complessivi. Oltre agli agenti su elen re si possono infine osservare anche in linfonodi
cati la reazione granulomatosa può essere indotta iliaci, in pazienti portatori di carcinoma della vesci
anche da diversi altri agenti di natura batterica, ca trattati con bacillo di Calmette-Guérin, forma
fungina e protozoaria o anche dalla presenza di attenuata del m. tuberculosis.
materiale estraneo esogeno o endogeno. M orfologia. H linfonodo ingrossato può mostrare
aspetti indicativi dell'eziologia già all'ispezione
Linfoadenite tubercolare macroscopica in quanto gli estesi fenomeni di necro
si si possono rilevare ad occhio nudo come aree
La tubercolosi, sostenuta dal mycobacterium asciutte, cremose, bianco-giallastre, che ricordano il
tuberculosis var. hominis e, più raramente, bovis, è "caseum" (donde il nome di necrosi caseosa).
una delle malattie infettive più diffuse nel mondo e, Istologicamente nel paziente non immunizzato la
nei paesi in via di sviluppo, ancora oggi ha un ele reazione tissutale è essenzialmente non-specifica, a
vato tasso di mortalità. Nei paesi economicamente carattere essudativo e necrotizzante. Nell'individuo
sviluppati l'infezione, dopo aver rappresentato un che abbia maturato la risposta immune (primaria) al
grave problema sanitario per secoli, ha mostrato bacillo tubercolare prevalgono gli aspetti proliferati
una progressiva riduzione dell'incidenza; a partire vi che portano alla formazione del granuloma epite
soltanto dalla metà degli anni 80 del secolo scorso si lioide di tipo tubercolare. I macrofagi infatti dopo
è osservata una ripresa del numero dei casi, feno aver fagocitato i micobatteri, provocano l'attivazione
meno associato soprattutto alla tossicodipendenza degli elementi T CD4-positivi con cui vengono a con
o alla concomitante epidemia da HIV. L'uomo è tatto, con conseguente liberazione di citochine, inter
infettato dal bacillo di Koch tramite l'inalazione (la ferone gamma e di fattori stimolanti l'attività fibro-
sede primaria di localizzazione è di solito il polmo blastica, elementi tutti che favoriscono l'aggregazio
ne) o più raramente tramite l'ingestione (intestino e ne dei macrofagi in granulomi epitelioidi.
tonsille sono in questo caso le sedi più frequente Nella sua classica descrizione il granuloma
mente interessate). I linfonodi sono usualmente tubercolare, costituito da più strati di cellule epite
interessati secondariamente, per diffusione linfatica lioidi, è centrato da necrosi di tipo coagulativo,
a partire dalle sedi primariamente colpite: i linfono "pulita", caratterizzata cioè da necrosi completa
di tracheo-bronchiali, ilo-mediastinici, mesenterici degli elementi cellulari, senza formazione di detriti
e, in genere, quelli periviscerali, sono quelli più fre Fig. 5). La necrosi può essere particolarmente
quentemente interessati. In taluni casi tuttavia il abbondante e portare alla confluenza di più granu
Fig. 5 - Porzione di granuloma tubercolare; riconoscibile alla Fig. 6 - Granuloma tubercolare: fra gli elementi epitelioidi si
periferia (in basso e a destra}, il vallo istìocitario epitelioide e, identifica isolata cellula gigante plurinucfeata (cellula di Lan-
nel rimanente ambito, la necrosi "pulita", microscopicamente ghans}. Nella porzione sinistra si osservano iniziali fenomeni di
identificata come di tipo caseoso. fibrosi.
Linfoadeniti specifiche 567
lomi tanto da trasformarli in ampie formazioni a trapiantati o con AIDS; in quest'ultima evenienza
contorni irregolari costituite principalmente da possono rappresentare una complicanza grave
necrosi delimitata da ima sottile rima di elementi della malattia con elevato rischio di mortalità. Il lin
epitelioidi, talora difficilmente identificabili. Nei fonodo, di solito asportato per escludere un linfoma
granulomi oltre agli elementi epitelioidi è presente o una neoplasia metastatica, mostra il quadro della
un numero variabile di cellule giganti (cellule di deplezione linfocitaria: architettura parzialmente o
Langhans) fomite di ampio citoplasma e di nuclei totalmente sovvertita, scomparsa dei follicoli, note
multipli .disposti perifericamente, spesso a ferro di vole riduzione dei linfociti, marcata infiltrazione di
cavallo (Fig. 6). Il processo granulomatoso può macrofagi con citoplasma vacuolizzato, striato o
essere focale o coinvolgere estesamente il linfonodo schiumoso. L'aspetto di questi ultimi è dovuto al
tanto da renderne difficilmente identificabile la nor fatto che il loro citoplasma è ripieno di una grande
male struttura. quantità di MAI come si può confermare con la
Pur presentando aspetti morfologici peculiari, colorazione di Ziehl-Neelsen (Fig. 7). L'organizza
una precisa definizione diagnostica richiede l'identi zione granulomatosa non fa parte del quadro.
ficazione dell'agente causale. Se la natura infettiva In taluni casi, e per motivi sconosciuti, gli ele
del processo è clinicamente sospettata, è prassi molto menti istiocitari ricolmi di MAI assumono la forma
opportuna/necessaria quella di effettuare, al fusata tanto da simulare una neoplasia mesenchi-
momento dell'esecuzione della biopsia Iinfonodale, male, in particolare un sarcoma di Kaposi. Il ricono
un prelievo per l'esame microbiologico. Nella prati scimento della forma infettiva da MAI, denominata
ca corrente tuttavia la natura tubercolare è frequen in questa manifestazione '‘pseudotum ore m icob a t-
temente sospettata solo al momento dell'osservazio terico a cellule fu sate", richiede ovviamente l'ausi
ne istologica per cui è necessario effettuare la colora lio di metodi ausiliari.
zione di Ziehì-Neelsen, o altre colorazioni, in grado
di identificare i micobatteri; si tratta però di una atti Linfoadenite della lebbra
vità piuttosto defatigante in quanto la ricerca degli
scarsi bacilli presenti richiede una osservazione che Solo un breve cenno a questa forma assai rara
consuma molto tempo e che non di rado è senza suc nei paesi occidentali ma che ha rilevanti aree ende
cesso. Attualmente è possibile ricercare la presenza miche soprattutto in Asia, dove è segnalato circa il
dei micobatteri con la metodica della PCR anche nel 60% dei casi. Nel linfonodo, analogamente a quan
materiale fissato ed incluso in paraffina. to osservato negli altri organi, la malattia, sostenu
L'evoluzione del processo è quella della progres ta dal microbacterium leproe, presenta due quadri
siva estensione dei fenomeni di necrosi cui seguono diversi:
usualmente la fibrosi e la deposizione calcifica; - la forma lepromatosa, espressione di un difetto
raramente si osserva colliquazione dell'essudato e nella difesa cellulare T (CD4 e CD8);
fistolizzazinne nei tessuti circostanti.
- la forma tubercoloide, caratterizzata da pronun
ciata immunità cellulare.
Linfoadenite da micobatteri non-tubercolari
Nella forma lepromatosa è presente espansione
Si tratta di linfoadeniti che hanno assunto una
certa rilevanza negli ultimi anni. Sono sostenute da
una serie di micobatteri non tubercolari, denomina
ti anche atipici, tra i quali sono da ricordare il m.
marinimi, il m. fortuitum, il m. kansasii e il m. scrofula-
ceum. Questi micobatteri sono responsabili di varie
manifestazioni cliniche, che comprendono anche la
tumefazione Iinfonodale, osservabili per lo più in
bambini o in pazienti farmacologicamente immu-
nodepressi per trapianto o per malattie ematologi
che. Fra queste ultime la "hairy celi leukemia" è
una delle neoplasie ematologiche con più elevata
incidenza, verosimilmente per il difetto funzionale
dei monociti. Istologicamente si osservano altera
zioni di tipo necrotico-suppurativo, di tipo granu
lomatoso (del tutto indistinguibili da quelle della
tubercolosi) o l'associazione delle due.
Fra le forme atipiche, le linfoadeniti sostenute
dal m. avium e dal m. intracellulare (linfoadeniti da
MAI) meritano un breve cenno aggiuntivo. Le infe
zioni da MAI si osservano solo eccezionalmente in Fig.7 - Linfoadenite da MAI (mycobacterium avium intracellu
lare). Si osservano numerosi macrofagi con citoplasma ripieno
pazienti non immunocompromessi e rappresenta di micobatteri. Questi sono intensamente rosso porpora dopo
no per lo più una complicanza infettiva in pazienti- colorazione di Ziehl-Neelsen.
568 ^ Linfoadeniti
della paracorticale occupata da un gran numero di si riscontra ingrossamento dei linfonodi mesenteri
elementi istiocitari fra i quali si identificano alcune ci per lo più in regione ileo-cecale.
cellule voluminose a citoplasma schiumoso ("cellule Per quanto riguarda la Franciseìla tularensis l'a
della lebbra"), che contengono micobatteri in nume namnesi rivela il contatto con animali infetti (macel
ro variabile a seconda della fase della malattia. lai, cacciatori sono gli individui più spesso colpiti).
Nella forma tubercoloide sono presenti granulomi Morfologicamente, il linfonodo presenta aspetti
epitelioidi non-necrotizzanti, simili a quelli della diversi a seconda della fase in cui si osserva. Le
sarcoidosi. Si possono osservare anche cellule alterazioni iniziali sono caratterizzate da piccoli
giganti tipo Langhans, mentre non sono presenti focolai di necrosi suppurativa situati preferenzial
"cellule della lebbra". I micobatteri sono di difficile mente in sede sottocapsulare. Le lesioni conclamate
identificazione. sono rappresentate da ampi focolai confluenti di
Oltre l'interessamento linfonodale, sono da necrosi, di forma stellata, inglobanti detriti cellulari
ricordare anche le frequenti localizzazioni nella e granulocitari, delimitati da un vallo di elementi
cute e il tropismo per i nervi. epitelioidi (Fig. 8). I focolai possono interessare
limitate zone del linfonodo o occuparne compieta-
Linfoadeniti granulomatose con necrosi mente il parenchima fino a renderne irriconoscibile
la struttura. L'estensione nei tessuti molli circostan
suppurativa
ti sotto forma di tragitti fistolosi è una evenienza
Si tratta di linfoadeniti, caratterizzate sul piano frequente che la biopsia linfonodale previene o ne
morfologico dalla presenza di focolai granulomato favorisce la guarigione.
si necrotizzanti di tipo suppurativo, che tuttavia Alcune colorazioni speciali, indagini sierologi
riconoscono agenti causali diversi e che sono con che di laboratorio e, più recentemente, la tecnica
traddistinte da quadri clinico-patologici distintivi. della PCR rappresentano un valido sussidio nella
Le forme di più comune osservazione sono eziolo definizione eziologia del processo.
gicamente correlate alla Bartonella henselae (respon
sabile della linfoadenite da graffio di gatto), alla Linfoadenite luetica
Chlamydia trachomatis (responsabile della linfoade
nite del linfogranuloma venereo), mentre di più La sifilide, sostenuta dalla spirocheta Treponema
rara osservazione sono quelle sostenute dalla Yersi- pallidum, è malattia che negli anni ha conosciuto dif
nia pseudotuberculosis (responsabile della linfoadeni ferenti andamenti epidemiologici. Attualmente i tos
te mesenterica) e dalla Franciseìla tularensis (respon sicodipendenti sono gli individui a maggior rischio.
sabile della tularemia). La tumefazione linfonodale compare già nella fase
La Bartonella henselae colpisce individui usual primaria della malattia, in quanto le spirochete rag
mente giovani, spesso bambini, che riferiscono di giungono per via linfatica i linfonodi loco-regionali/
aver familiarità con gatti o di essere stati da questi di solito quelli inguinali, provocandone aumento -di
morsi o graffiati; talvolta i segni traumatici cutanei volume non accompagnato da dolore. La sifilide
sono visibili ma spesso al momento della biopsia secondaria, che compare 6-8 settimane dopo la prima
sono scomparsi in quanto usualmente guariscono infezione, è caratterizzata da manifestazioni mucose
in 7-12 giorni. La linfoadenopatia, più frequente e cutanee e da linfoadenopatia generalizzata.
mente nelle sedi ascellare, epitrocleare, cervicale ed
inguinale, si può accompagnare a febbre, malessere
generale, mal di testa o dolori articolari.
La Chlamydia trachomatis, batterio intracellulare
obbligatorio, è trasmessa per via sessuale e colpisce
individui prevalentemente maschi eterosessuali o
omosessuali. La prima manifestazione della malat
tia è pertanto localizzata ai genitali sotto forma di
lesioni simil-herpetiche che, soprattutto nel sesso
femminile, potendo essere localizzate nella cervice,
possono anche passare inosservate. La tumefazione
linfonodale è secondaria e interessa la sede inguina
le, anche bilateralmente; nel sesso femminile l'inte
ressamento dei linfonodi pelvici può essere respon
sabile di linfangiti pelviche con conseguente linfo-
stasi vulvare o rettale.
La Yersima pseudotuberculosis colpisce più fre
quentemente individui giovani ed è responsabile di
un quadro addominale che simula strettamente Fig. 8 - Linfoadenite aranulomatosa con necrosi ascessuaie. il
l'appendicite acuta. Per tale motivo infatti i pazien linfonodo è occupato aa ampi focolai confluenti di necrosi sup
ti vengono spesso portati al tavolo operatorio dove purativa, delimitati da vallo ¡stiocitario.
Linfoadeniti specifiche & 569
- i linfomi non-Hodgkin
| introduzione
- le neoplasie che originano dal sistema delle cel
Gli organi coinvolti nello sviluppo e nel funzio lule accessorie specializzate (macrofagi e cellule
namento del sistema immune sono suddivisi in dendritiche).
organi primari o centrali ed in organi periferici.
La patologia neoplastica primitiva del tessuto
Negli organi centrali, il midollo osseo ed il timo, i
linfoide comprende molte entità, ognuna delle
precursori delle cellule della linea linfoide B e della
quali è in gran parte fenotipicamente correlata ad
linea linfoide T originano e si differenziano in
un particolare stadio della normale differenziazio
numerosi tipi di effettori linfoidi, fra loro differenti
ne delle cellule linfatiche; questo importante crite
per fenotipo e funzioni. I linfonodi, la milza ed il
rio biologico è alla base della classificazione e dei
tessuto linfatico associato alle mucose (MALT)
criteri diagnostici utilizzati nella pratica clinica.
costituiscono un insieme che viene definito tessuto
Complessivamente considerati, i linfomi rappre
linfoide periferico. Questo tessuto è deputato alla
sentano il gruppo più eterogeneo di neoplasie della
stimolazione delle risposte immunitarie secondarie.
specie umana. Si descrivono:
Le strutture principali di questo tipo di tessuto sono
i follicoli linfatici (deputati alla differenziazione dei • linfom i di H odgkin (si veda il Cap. 5.3);
linfociti B capaci di produrre immunoglobuline • linfom i non-H odgkin B (che vengono sottoclas
"perfezionate") e le aree paracorticali (dove avvie sificati in linfomi a cellule immature o originati
ne l'espansione clonale e l'attivazione dei linfociti dagli elementi linfoidi degli organi centrali; e
T). Queste due differenti zone morfologico-funzio linfomi a cellule mature, dagli organi linfoidi
nali del linfonodo (riconoscibili anche nella milza e periferici);
nel tessuto linfoide associato alle mucose) si orga
© linfom i non-H odgkin T (anch'essi classificati a
nizzano attorno a cellule accessorie specializzate: le
cellule immature e mature).
cellule follicolari dendritiche nelle aree B e le cellule
dendritiche interdigitale nelle aree paracorticali. Le Per ogni gruppo sono state identificate partico
cellule follicolari dendritiche (FDC) esplicano un lari entità, sulla base di caratteri morfologici e fun
ruolo fondamentale per la selezione, positiva o zionali comuni con elementi della controparte nor
negativa, dei linfociti B. Solo gli elementi capaci di male, ma anche sulla base di differenti comporta
legarsi, per elevata affinità alla superficie delle FDC menti clinici e prognostici.
attivano la trasduzione di proteine dotate di attivi I linfomi a cellule immature sono definiti, per
tà anti-apoptotica. caratteristiche morfologiche ed immunofenotipi-
che, linfomi linfoblastici (blasti o cellule linfoidi
Le cellule interdigitate sono caratterizzate dalla
immature).
capacità di "presentare" gli antigeni, e sono quindi
II linfoma di Hodgkin è considerato - sulla base
deputate alla stimolazione dei linfociti T.
di evidenze genetiche e molecolari - un particolare
I processi linfoproliferativi neoplastici del siste
sottotipo di linfoma B che, per caratteri epidemiolo
ma linfoide originano dagli elementi linfoidi, T o B,
gici, clinici, biologici e terapeutici, conserva ancora
e dalle cellule accessorie; sono raggruppati in tre
oggi un suo inquadramento autonomo.
grosse categorie di neoplasie:
La classificazione dei linfomi, un tempo confu
- i linfomi di Hodgkin, sa per le conoscenze ancora imprecise e da criteri
578 & Neoplasie dei tessuti linfoidi centrali e periferici: linfomi non-Hodgkin
classificativi disomogenei, è oggi più chiara e bioio- Health Organization" (WHO), che nel 2001 ha cura-
gicamente corretta perché formulata sulla base di to la pubblicazione della classificazione ufficiale dei
criteri oggettivi (morfologici e clinici ma anche processi linfoproliferativi.
genetici ed immunofenotipici). Linfoma è il termine generico con cui viene
SulTinsieme di queste conoscenze, da un grup- comunemente indicata la patologia neoplastica che
po intemazionale di esperti ematopatologi, è stata coinvolge primitivamente il sistema linfoide centra-
elaborata la classificazione REAL (Revisited Euro- le (timo o midollo osseo) e quello periferico (linfo-
pean-American Classification of Lymphoid Neo- nodi, milza e MALT) sono gli organi in cui insorgo-
plasms, 1994). La classificazione si è dimostrata effi- no le masse di tessuto neoplastico, più o meno con-
cace (per la capacità di identificare categorie pro- sistenti.
gnostiche) e riproducibile (per la relativa facilità di II termine leucemia indica, invece, una patologia
utilizzo e la chiarezza dei parametri diagnostici). È neoplastica che coinvolge primitivamente il midol-
stata inoltre in gran parte recepita dalla "World lo osseo e il sangue periferico.
iliM I Classificazione WHO-OMS delle neoplc linl^proìifèjrdHve (IÀRC Press li ©nei 200 1)
BnfòrrirT
..
Acronimi:
DD diagnosi differenziale LF linfoma follicolare LMA leucemia mieloide acuta
CG centro germinativo LH linfoma di Hodgkin LNH 7 linfoma non Hodgkin T periferico o a cellule mature
HCL "hairy cell leukemia" LLA linfom a/leucemia iinfoblastica acuta LNH B linfoma non Hodgkin B periferico o a cellule mature
LA linfoma anapiastico LLC leucemia linfatica cronica LPL linfoma a piccoli linfociti rotondi
LB linfoma di Burkitt LM linfoma a cellule del mantello SMZL ¡inforna splenico a cellule della zona m arginale
580 ^ Neoplasie dei tessuti linfoidi centrali e periferici: linfomi non-Hodgkin
In realtà diversi linfomi sono leucemici fin dal Quadri clinico-patologici
l'esordio (linfoma linfocitico B/leucemia linfatica
cronica; linfoma a cellule della zona marginale della I sintomi dipendono dalla sede di esordio, dal
milza; linfoma/leucemia "T-cell precursor"); posso l'effetto massa/sostituzione del tessuto sano e,
no coinvolgere secondariamente il sangue periferi soprattutto, dalle alterate attività funzionali proprie
co (linfoma follicolare leucemizzato; linfoma a cel delle cellule neoplastiche (produzione abnorme di
lule del mantello) ovvero possono evolvere in citochine).
forme leucemiche, clinicamente più aggressive. La neoplasia della cellula B matura (plasmacel-
Ci sono linfomi che hanno un comportamento lula) è definita mieloma, e si localizza classicamen
esclusivamente leucemico ("hairy celi leukemia" e te nel midollo osseo. La clinica è caratterizzata dalla
gran parte dei casi di linfoma linfocitico B/leuce produzione di immunoglobuline e dall'attivazione
mia linfatica cronica). di una importante azione osteolitica (riassorbimen
In genere 2/3 dei linfomi non-Hodgkin e la to osseo e fratture).
maggior parte dei linfomi di Hodgkin esordiscono La presenza di un linfoma può essere sospettata
come masse linfonodali (ingrossamento linfonoda- sulla base:
le o linfoadenopatia).
Alcuni linfomi sono extralinfonodali (linfomi - dei caratteri di un linfonodo ingrossato (linfono
della cute; linfomi del sistema nervoso centrale; lin do non dolente, del diametro superiore ai 2 cen
fomi dello stomaco o delle ghiandole salivari). timetri, in assenza di una condizione di stimola-
Midollo emopoietico
Leucemia/linfoma "B-cell precursor"
Cellula Linfoblasto pre-B
staminale _
Leucemia linfatica cronica/linfoma a "piccoli linfociti" B
(forma pre-follicolare)
Linfocita B naive Linfonodo
Linfoma a "cellule del mantello”
Linfocita del mantello
I Linfoma follicolare
è Linfoma di Burkitt §
| Linfoma diffuso a "grandi cellule” B |
I Linfoma di Hodgkin "tipo classico11 |
I Linfoma di Hodgkin, prevalenza linfocitaria nodularel
Centroblasti e centrociti f
del centro germinativo
Linfoma a "cellule della zona marginale”
Linfoma linfoplasmacitico Linfociti della zona
11 Leucemia linfatica cronica/linfoma a "piccoli linfociti" B I marginale e
post-centro germinativo |
B (forma post-follicolare)
I Linfoma diffuso a "grandi cellule11B
Plasmacitoma
Mieloma multiplo!
Plasmacellule
Fjg -1, - O ntogenesi dei linfomi non H odgkin.
Le cellule dei (inforni non H odgkin conservano, in p a rte, i caratteri m orfologici ed im munofenotipici degli elementi linfoidi d a i quali
orig inan o. L'analisi genica ha consentito di identificare, anche a livello m olecolare, l'orig ine e lo stadio differenziativo dei diversi
istotipi. In p articolare l'identificazione deli'iperm utazion e somatica delle im m unoglobuline (IS), che avviene nel centro germ inativo
(C G ) per consentire la prod uzio ne di anticorpi a d alta affinità, si è dimostrato un im portante m arcatore di stadio m aturativo dei
linfomi non Hodgkin B. U tilizzand o anche lo studio dell'lS è possibile identificare: - linfomi o rig inati d a cellule che non hanno an co
ra incontrato l'an tig ene nel C G (le u ce m ia /lin fo m a "B-cei! precursor", linfom a a piccoli linfociti B /leu cem ia linfatica cronica, form a
prefollicolare, linfom a a cellule dei mantello) (riqu ad ri in giallo); - linfomi orig inati d a cellule del C G (linfom a follicolare, linfom a
di Burkitt, linfom a diffuso a gran di cellule, linfom a di H odgkin tipo classico e linfom a di H odgkin a prev alen za linfocitaria nodula-
re) (in aran cion e); - linfomi post-C G (linfom a diffuso a gran d i cellule, linfom a a cellule della zo n a m a rg in a le, linfom a a piccoli lin
fociti B /leu cem ia linfatica cronica, form a post-follicolare, m ielom a) (in rosso).
Introduzione ss 581
zione fisiologica quale per esempio un processo a) parametri morfologici circa l'organizzazione del linfonodo;
flogistico regionale); i parametri che riguardano l'organizzazione morfo-funzio-
nale del tessuto normale e del tessuto neoplastico, sono
- per la presenza di sintomi soggettivi (sudorazio apprezzabili al microscopio a piccolo ingrandimento; sono
ne notturna; febbre serotina; perdita di peso); spesso caratteristici dei comportamento di un particolare
- per rilievi laboratoristici (alterazione degli indi tipo di linfoma. Il linfonodo può essere sostituito solo in
aree circoscritte o del tutto con perdita della propria orga
ci di fìogosi; aumento di LDH; presenza, di nizzazione, in caso di infiltrazione diffusa; ia sostituzione
immunoglobuline nel siero; aumento della neoplastica può essere limitata a particolari microambienti
beta2microglobulina). quali il seno marginale, i follicoli linfatici, le aree T-dipen-
denti. In caso di sostituzione nodulare i caratteri strutturali
Solo l'esame microscopico diretto di un linfono dei noduli neoplastici contengono informazioni diagnosti
do o di un frammento di tessuto (biopsia incisiona- che: possono essere simili ai follicolo linfatico con centro
le su masse interessanti, per esempio, il mediastino germinativo; essere omogeneamente costituiti da cellule
o il retroperitoneo; esame citologico su materiale monomorfe o; in alternativa, la composizione è fatta da una
ottenuto per agoaspirazione) può consentire, tutta popolazione cellulare molto eterogenea. Anche i caratteri di
organizzazione del microambiente linfonodale associato
via, una diagnosi definitiva.
all'infiltrazione neoplastica possono indicare il tipo istologi
I processi linfoproliferativi hanno caratteri mor co del linfoma;
fologici ed immunofenotipici molto simili e talora
b) parametri morfologici relativi alle cellule neoplastiche, che
sovrapponibili a quelli della loro controparte nor riguardano la morfologia cellulare, debbono essere valutati
male (Fig. 1). Gli elementi neoplastici conservano, microscopicamente a forte ingrandimento. I linfomi non-
in parte, anche le caratteristiche fenotipiche funzio Hodgkin possono essere costituiti da una popolazione neo-
nali ed il tropismo per particolari microambienti plastica monomorfa o eterogenea; - cellule immature di
morfo-funzionali. Queste proprietà sono legate tipo linfoblastico; - cellule simili al piccolo linfocita circo
lante, alle cellule del mantello o della zona marginale del
all'espressione di attività enzimatiche e di recettori,
follicolo; - cellule atipiche e pleomorfe per ampia variazio
nonché alla produzione di specifiche chemokine. ne di dimensioni e di caratteri nucleo-citoplasmatici; - cel
I linfomi B si localizzano inizialmente e prefe lule con aspetti di differenziazione secretiva, simili alle pla-
renzialmente nelle aree B-dipendenti del linfonodo smacellule;
o della milza; i linfomi T insorgono e si organizza c) parametri immuno-fenotipici; i linfomi non-Hodgkin sono
no nel contesto delle aree paracorticali o T-dipen- classificabili sulla base dell'espressione di determinati anti
denti; i linfomi splenici, per buona parte del loro geni (di membrana, citoplasma tici o nucleari); il profilo anti
decorso, tendono a rimanere localizzati alla milza, genico di un linfoma dipende dallo stadio differenziativo
normale e ne consente l'inquadramento classificativo; le cel
al fegato e al midollo emopoietico. Alcuni linfomi
lule neoplastiche conservano le caratteristiche antigeniche
tendono a localizzarsi alle ossa sin dall'esordio e, proprie della controparte normale ed esprimono quindi gli
nel midollo osseo, si organizzano con modalità ed stessi antigeni di differenziazione (o CD). Per ogni linfoma
in sedi definite. può essere identificato un numero limitato di marcatori che
consentono - quasi sempre - una classificazione precisa. I
- Diagnosi. Nelle forme localizzate il materiale caratteri immunofenotipici di un linfoma si possono deter
diagnostico è rappresentato dal linfonodo sospetto minare:
o dal tessuto infiltrato; nelle forme sistemiche e che con tecniche immunofenotipiche applicate alle sezioni di
statisticamente hanno una elevata tendenza alla tessuto (iinmunolstochimica);
localizzazione ossea o alla leucemizzazione, il tes - con tecniche di tipizzazione immunofenotipica in
suto che deve essere indagato è rappresentato dalla sospensione cellulare (citometria a flusso), applicate a
biopsia ossea o dal sangue periferico. cellule neoplastiche ricavate dal tessuto e successiva
L/esame del linfonodo è - nella maggior parte dei mente sospese in un liquido (per esempio in soluzione
fisiologica o tamponata), ovvero alle cellule presenti nel
casi - indispensabile, in quanto consente l'acquisi
sangue periferico (nel caso di linfomi leucemizzati o leu
zione di dati diagnostici irrinunciabili perché clini cemie);
camente e prognosticamente fondamentali. L'utiliz
d) definizione della monoclonalità del processo; i linfociti B e
zo di tecniche meno invasive quali l'agoaspirato o i linfociti T esercitano la loro funzione attraverso l'espres
l'agobiopsia, ha un valore relativo nella diagnostica sione di un recettore per l'antigene (recettore della cellula T
dei processi linfoproliferativi neoplastici; questi o T-cell receptor); la differenziazione funzionale è caratteriz
metodi consentono di ottenere informazioni utili per zata dal riarrangiamento dei geni che codificano i recettori
una diagnosi differenziale (per esempio l'identifica per l'antigene. Il riarrangiamento avviene, in genere, prima
che mutazioni oncogenetiche comportino la trasformazione
zione di un processo metastatico o di una linfoade-
neoplastica di un elemento linfoide. Si ha così una condi
nopatia a carattere reattivo); tuttavia comportano il zione di monoclonalità: le cellule neoplastiche originate da
rischio di errori diagnostici o la perdita di informa una singola cellula progenitrice hanno un identico riarran
zioni prognosticamente rilevanti. Le metodiche giamento del recettore (B o T) e producono identici recetto
meno invasive possono essere utilizzate in casi par ri. I linfomi B producono immunoglobuline che hanno lo
ticolari, quando le condizioni cliniche del paziente stesso tipo di catena leggera kappa o lambda. Dal DNA
ricavato da una popolazione linfoide neoplastica, utilizzan
richiedano un intervento meno cruento di quello che
do opportuni enzimi di restrizione ed adeguati sistemi di
comporta una biopsia in anestesia. identificazione dei geni che codificano le diverse catene
In sintesi, i dati diagnostici che si ottengono dalla delle immunoglobuline, si possono ottenere bande omoge
biopsia linfonodale possono essere così raggruppati: nee (i frammenti di DNA ottenuti sono identici ed hanno
582 ss Neoplasie dei tessuti linfoidi centrali e periferici: linfomi non-Hodgkin
identico peso molecolare). L'utilizzo di questa tecnica con - Stadiazione dei linfomi. La clinica e la pro
sente la definizione della natura neoplastica (clonale) delle gnosi di un linfoma oltre che dal tipo istologico,
cellule B. dipende anche dalla diffusione e dalla "massa" di
1 linfomi T hanno un identico riarrangiamento della catena del
tessuto neoplastico. Per la definizione dell'entità e
recettore T (alfa o beta, gamma o delta); l'utilizzo di questo cri
terio consente l'identificazione della natura neoplástica delle
della diffusione del tessuto neoplastico da trattare
cellule T. Il riarrangiamento del "T-cell receptor" comporta lasi utilizzano gli schemi di stadiazione (studio dello
produzione di segmenti di DNA altamente specifici, che sono stadio o diffusione del linfoma), che utilizzano le
uno strumento di grande sensibilità diagnostica e possono essetecniche radiologiche (TAC e RMN), i dati clinico-
re utilizzati nella ricerca di "residui minimi di malattia"; laboratoristici e indagini istologiche/istochimiche.
e) identificazione del danno genetico; i danni genetici descritti Le cellule linfoidi hanno ima grande attitudine a
nei linfomi sono numerosi ed estremamente eterogenei; passare in circolo (organi linfoidi centrali, torrente
alcuni hanno caratteri molto specifici in quanto tipici di un circolatorio, organi linfoidi periferici, parenchimi) e
determinato linfoma. Altri sono aspecifici e comuni a diver la loro controparte neoplastica mantiene spesso
si istotipi. Danni molecolari diversi si possono esprimere questa proprietà. I linfomi non-Hodgkin, pur aven
fenotipicamente in forme di linfoma fra loro simili.
do in parte un comportamento prevedibile, tendo
La diagnosi di un linfoma può essere formulata no a colonizzare diffusamente i tessuti dell'organi
utilizzando esclusivamente parametri morfologici smo e si presentano sin dall'esordio in stadio avan
zato (è frequente lo stadio IV, per la localizzazione
(in molti casi è sufficiente disporre di un buon pre
osteo-midollare).
parato istologico); non sono pochi i casi nei quali le
Il linfoma di Hodgkin, anche sotto questo profi
difficoltà diagnostiche richiedono il ricorso ad inda
lo, è una eccezione importante (insorge in una sta
gini immunofenotipiche e genetiche.
zione linfonodale e colonizza, ordinatamente e per
- Incidenza e caratteri clinici. I linfomi non-
contiguità, le stazioni linfonodali limitrofe).
Hodgkin hanno un'incidenza di circa 15 casi per Per questa ragione la stadiazione dei linfomi ha
100.000 abitanti; V80-85% è rappresentato da linfo un valore prognostico rilevante nel linfoma di
mi B; i linfomi T sono circa il 10-15% dei casi; i lin Hodgkin, più relativo nei linfomi non-Hodgkin.
fomi a cellule "natural-killer" sono rari.
I linfomi a cellule follicolari dendritiche ed inter
digitale sono di riscontro eccezionale. In quanto
neoplasie del sistema immunitario, sono in grado
■ Linfomi non-Hodgkin
di alterarne profondamente l'organizzazione e le a cellule immature
funzioni; hanno la capacità di interagire con il siste
ma immunitario, compromettendone le funzioni
("precursor B or T celi neoplasmi
(aumento dell'incidenza di infezioni); possono esal Linfoma/leucemia linfoblastica acuta B
tarne alcune attività con conseguente alterazione
della tolleranza (comparsa di patologie autoimmu - D efinizione e cellu la d'origine. È la neoplasia
ni come anemia e piastrinopenia). dei blasti linfoidi già orientati lungo la linea diffe-
L'anemia e la piastrinopenia si riscontrano solo renziativa B (linfoblasti pro-B e pre-B); si tratta di cel
lule linfoidi immature, di pxccole-medie dimensio
raramente e in fasi comunque avanzate della malat
ni (in termini convenzionali gli elementi di riferi
tia, conseguono a localizzazione ossea e sostituzio
mento sono il piccolo linfocita memory (cellula
ne midollare. Tranne i linfomi a cellule immature
"piccola") o il centroblato/immunoblasto (cellula
(linfoblastici), che possono sin dall'esordio soppri
"grande"). Il citoplasma è appena visibile, il nucleo
mere per sostituzione la normale ematopoiesi, i lin
è immaturo, con cromatina poco condensata, talo
fomi che danno citopenia attivano anche meccani
ra dotato di un nucleolo di modeste dimensioni.
smi autoimmuni. Nella classificazione citologica delle leucemie
I linfomi infatti possono causare profonde alte (classificazione F.A.B. - French-American-British,
razioni delle funzioni immunitarie ma possono 1976) corrisponde alle varianti LI ed L2. II compor
essere anche conseguenti a una condizione di tamento è prevalentemente leucemico, con un inte
immunodeficit. ressamento esteso del midollo emopoietico (sosti
La grave alterazione immunitaria, secondaria al tuzione diffusa) e coinvolgimento del sangue peri
deficit della funzione CD4/helper, che caratterizza ferico (leucemia); d'altra parte l'interessamento
l'AIDS o si sviluppa in seguito ad immunodefi prevalente è linfonodale o d'organo. La diagnosi di
cienze acquisite (da terapia immunosoppressiva, linfoma si pone quando all'esordio il processo si
nei soggetti trapiantati), espone il paziente al manifesti con linfoadenomegalie, il quadro emati
rischio di sviluppare processi linfoproliferativi oli co è aleucemico e il midollo osseo presenta una
goclonali o veri e propri linfomi. L'aumento del infiltrazione neoplastica inferiore al 25% della cel-
l'incidenza dei linfomi in condizioni di immunode lularità totale.
ficit dipende anche e spesso da attività di virus Non se ne conosce l'eziologia ma si ritiene che
oncogeni (EBV). esista ima predisposizione genetica.
Linfomi non-Hodgkin a cellule immature ("precursor B or T celi neoplasm") ss 5 8 3
- E pidem iologia. Ogni anno vengono diagnosti lari, cromatina esile o. finemente azzollata; è privo
cati in Italia circa 1500 nuovi casi di leucemia/linfo di nucleolo o con un nucleolo poco evidente (Fig.
ma linfoblastico; nel 75% dei casi si tratta di bambi 2). Nei tessuti emopoietico o linfonodale, l'infil
ni sotto i sei anni d'età. trato è diffuso, monomorfo, stipato e conferisce al
La forma infantile è soprattutto leucemica, quadro un aspetto definito a "cellule blu " (Fig. 3).
anche se sono comuni - nel corso della malattia - Le mitosi sono numerose e così le cellule in apop-
le localizzazioni d'organo. La presentazione tosi; in analogia con quanto si osserva nel linfoma
esclusivamente linfomatosa è più rara e si riscon di Burkitt, caratterizzato da una elevata attività
tra in particolare nell'adulto; l'età media di insor proliferativa, anche nel linfoma linfoblastico si
genza è sui 20 anni, con una modesta prevalenza può osservare un caratteristico aspetto "starry
maschile. sky" - a cielo stellato - (alternanza di cellule sti
pate e più rari macrofagi, con citoplasma ampio,
- D iffusione. Il midollo osseo è sempre coinvol chiaro, ripieno di frammenti di nuclei di cellule
to, ma è frequente anche la localizzazione extra leucemiche).
midollare (SNC; linfonodi; milza; fegato). Il linfoma
- Caratteri immunofenotipici. Una speciale DNA polimera-
coinvolge più spesso la cute, l'osso, i "tessuti molli"
si (la terminal deoxynucleotidyltransferase - TdT), espressa dal
e i linfonodi. nucleo solo durante una fase precoce della differenziazione lin-
foide (stadio pre-B o pre-T), è apprezzabile nel 95% dei casi. L'u
- C aratteri clinici. La clinica è dominata dall'in tilizzo di marcatori linea-specìfici consente di definirne l'appar
sufficienza midollare (anemia, piastrinopenia, leu- tenenza alla linea differenziatìva. I blasti B sono bloccati in uno
copenia), con dolori ossei ed articolari e/o dall'or- stadio differenziativo precoce e non esprimono immunoglobuli
ganomegalia (epato-splenomegalia). ne dì superficie (slg negativi); esprimono invece il CD19 e il
In qualche paziente la forma è prevalentemente CD10 di membrana (ma le forme più immature possono anche
essere CDIO-negative). Sulla base dell'espressione citoplasmati
linfonodale e/o cutanea; il coinvolgimento ematico
ca della catena pesante delle IgM ("ji-chain") si identificano le
è tardivo e per lo più minimo. forme più mature ("late pre-B ALL") (Tab. 3).
- M orfo log ia. Per le importanti ricadute pro - Genetica. I cromosomi dei blasti linfoidi, nel 90% dei
gnostiche e terapeutiche le caratteristiche morfo pazienti, hanno alterazioni numeriche o strutturali. Le più
logiche dei linfoblasti sono state descritte in modo comuni sono descritte in tabella 4; sono correlate con le caratte
ristiche fenotipiche e con la prognosi.
dettagliato e rappresentano ancora oggi un
importante strumento diagnostico. Rispetto ai - Prognosi. La leucemia linfoblastica B compor
blasti della leucemia mieloide, complessivamente ta una prognosi complessivamente buona; nel 95%
considerati, i linfoblasti hanno un citoplasma dei bambini e nel 60-85% degli adulti si ottiene una
povero e non granulato; il nucleo ha dimensioni remissione completa. La percentuale di casi di
medie, è ovalare o ha contorni lievemente irrego sopravvivenza in assenza di malattia (disesase free
Fig. 2 - Linfoma linfoblastico B; l'ingrandim ento m ag g io re evi Fig. 3 -Linfoma linfoblastico B; q u a d ro di sostituzione diffusa
d e n zia m eglio le caratteristiche di im m aturità dei blasti linfoidi; con aspetto "im m aturo" e m onom orfo dei blasti linfoidi.
ii citoplasm a è poco evidente mentre il nucleo o v alare, ha un
disegno crom atinico esile.
584 & Neoplasìe dei tessuti linfoidi centrali e periferici: linfomi non-Hodgkin
Leucemia/linfoma linfoblastico Leucemia/linfoma linfoblastico
"B-cell precursor": "B-cell precursor": correlazione
Classificazione immunòferiotipica fra danno genetico e prognosi
survival rate o DFS) nei bambini è del 70% di cui parte sovrapponibile a quanto descritto per la
circa l'80% possono essere curati. La LLA B dei forma linfoblastica B (Fig. 4). La presentazione
bambini si associa, infatti, nel 50% dei casi a danni mediastinica e linfonodale è la più comune: in
citogenetici e molecolari prognosticamente favore entrambi i casi l'infiltrato linfoblastico è caratteristi
voli: iperploidia e t(12; 21). Negli adulti prevale l'in camente monomorfo e diffuso.
cidenza. di danni genetici sfavorevoli. - Caratteri immunofenotipici. Le cellule neoplastiche sono
"congelate" in uno stadio precoce della maturazione T; la mag
gior parte dei casi esprìme CDla, CD2, CD5 e CD7 oltre alla
Linfoma/leucemia linfoblastica acuta T positività nucleare per la TdT. Gli stadi più precoci di differen
ziazione non esprimono CD3, CD4 e CD8 di superficie; le forme
- Definizione e cellula d'origine. Per molti più differenziate coesprimono CD4 e CD8.
aspetti simile al linfoma/leucemia linfoblastica B,
- Genetica. Sono stati identificati prevalentemente trasloca
insorge da elementi immaturi già indirizzati zioni coinvolgenti i locus alfa e delta del T-cell receptor
lungo la linea differenziativa T; ha caratteri mor (14qll.2), il locus beta (7q35) e il locus gamma (7pl4-15). I loci
fologici molto simili alla leucemia linfoblastica B; traslocati coinvolgono geni correlati alla funzione di fattori di
le cellule linfatiche neoplastiche hanno dimensio trascrizione quali MYC, TALI, RBTN1, RBTN2 e la tirosin-chi-
ni piccole con una maggior complessità ed irrego nasi cìtoplasmatìca-LCK. La traslocazione comporta la de-rego-
lazione del gene funzionalmente correlato.
larità nucleare (che configura frequentemente un
aspetto "cerebroide"). Il quadro clinico d'esordio
può essere prevalentemente o esclusivamente leu
cemico, ma può anche coinvolgere il timo e i lin
fonodi.
- Epidemiologia. Rappresenta circa il 15-25%
delle leucemie linfoblastiche ed è più frequente
negli adolescenti maschi. Rispetto alla forma B, che
ricordiamo essere prevalentemente leucemica, la
neoplasia a precursori-T è più frequentemente un
linfoma (85% dei casi) e colpisce prevalentemente
gli adolescenti. L'eziologia è ignota.
- Coinvolgimento. Esordisce coinvolgendo il
midollo, il sangue periferico e il mediastino. L'interes
samento mediastinico è spesso complicato da versa
mento pleurico. Possono essere interessati i linfonodi,
il fegato, la milza, il sistema nervoso centrale e le
gonadi.
- Caratteri clinici. Rispetto ad altre forme leuce
miche e nonostante l'entità della diffusione della
Fig. 4 - Linfoma linfoblastico T; tranne alcuni particolari, quali
la m ag g io r irregolarità deila m em brana nucleare, che in alcu
malattia, la funzione midollare risulta complessiva ne cellule configura un aspetto "cerebroide" ed una m agg iore
mente conservata. irre g o larità, il q u ad ro è simile a quello osservato nella v a ria n
te B' l'analisi im m unofenotipica è fo nd am entale per una preci
- Morfologia. Il quadro istologico è in gran sa defin izion e delia linea e dello stadio differenzìativo.
Linfomi non-Hodgkin B a cellule mature ("peripheral B cell neoplasm"j £ 585
- Prognosi. Con l'utilizzo di protocolli poliche - la forma "pre-follicolare" o a cellule B " naive" (in
mioterapici intensivi, sovrapponibili a quelli usati quanto costituita da elementi privi delle modifi
per la controparte B, si ottengono risultati analo che genetiche che le cellule linfoidi subiscono
ghi. dopo l'incontro con l'antigene e la conseguente
attivazione/selezione operata nel centro germi
nativo);
| Linfomi non-Hodgkin B - la forma "post-follicolare", costituita da elementi
IgM ± IgD positivi e caratterizzati dallo stato
0 cellule mature iper-mutazionale delle regioni V. Le mutazioni
("periphera! B celi neopiasm") somatiche delle regioni variabili delle immuno
globuline hanno lo scopo di aumentare l'affini
Leucemia linfatica cronica/linfoma tà dell'anticorpo e caratterizzano la maturazio
a piccoli linfociti ne follicolare delle cellule B. Questi cloni leuce
mici hanno caratteristiche di maturazione corri
- D efinizione e cellu la d'origine. La leucemia spondenti allo stadio post-follicolare (cellule B
linfatica cronica/linfoma a piccoli linfociti è la neo "memory").
plasia costituita dai linfociti monomorfi, rotondeg
gianti, pressoché privi di citoplasma, appartenenti Si ritiene, in conclusione, che possano essere
alla linea B del mantello dei follicoli secondari, che distinte due diverse forme di leucemia cronica
circolano nel sangue periferico. Coinvolgono il B/linfoma linfocitico, sulla base dello stato muta-
midollo osseo e i linfonodi, sì possono associare ad zionale (non mutato o ipermutato) della regione V
elementi di maggiori dimensioni, con caratteristi della catena pesante delle immunoglobuline. Lo
stato mutazionale delle regioni-V e l'espressione di
che morfologiche peculiari (prolinfocita e paraim-
molecole in qualche modo ad esso collegate (CD38
munoblasto), e sono caratterizzati dalla co-espres-
e ZAP-70), rappresentano criteri importanti per la
sione di antigeni associati alle classi di differenzia
prognosi.
zione CD5 e CD23.
La leucemia cronica B e il linfoma a piccoli linfo - E pidem iologia. La LLC-B ha un'incidenza ele
citi sono indistinguibili sotto il profilo morfologico, vata; dopo i 70 anni, nel mondo occidentale, si
immunofenotipico e genotipico. L'entità della linfo- riscontrano circa 50 casi/100.000. È la leucemia in
citosi periferica (maggiore di 4000 linfociti neopla assoluto più comune. Il linfoma a piccoli linfociti
stici/ mm3 nella LLC) è l'unico criterio per definire, (LPL) rappresenta, d'altra parte, poco più del 4% di
all'esordio, la natura leucemica ovvero linfomatosa tutti i linfomi non-Hodgkin. Non si associa ad espo
e leucemica della neoplasia. sizione né a radiazioni ionizzanti né a sostanze chi
Si ritiene che la cellula d'origine possa essere miche; non risulta più frequente nei pazienti con
identificata negli elementi B circolanti, CD5, CD23, immunodeficit. C'è una chiara predisposizione geneti
IgM ± IgD positivi, che esprimono immunoglobu ca; è rara nelle popolazioni dell'est asiatico e nei
line di superficie (slg) a bassa intensità e che sono giapponesi, comune nelle popolazioni negre o cau-
identificabili anche nei follicoli primitivi e nella casiche. Viene riconosciuto il fenomeno dell'antici-
zona mantellare dei centri germinativi. L'ipotesi pazione: in alcune famiglie dove si presenta con
accreditata è che si tratti di linfociti B CD5~positivi, maggior frequenza sono colpiti, nelle generazioni
anergici ed autoreattivi, localizzati preferenzial successive, via, via, soggetti più giovani.
mente nei follicoli degli organi linfatici secondari. - C oinvolgim ento. Coinvolge costantemente il
Alcune osservazioni meritano di essere ricordate; midollo emopoietico, il sangue periferico (> di 10
X 109/1), i linfonodi, il fegato e la milza; occasional
a) le immunoglobuline di superficie prodotte dai
mente anche la cute, il seno e gli annessi oculari
linfociti neoplastici hanno attività anticorpale
possono essere coinvolti. La diagnosi di LPL può
policlonale, tipo fattore reumatoide;
essere formulata raramente, sulla base del solo
b) livelli bassi di IgM, quali quelli della LLC, sono coinvolgimento linfonodale; in genere è sempre
espressi da linfociti B resi anergici dopo l'incon presente coinvolgimento osteomidollare ed una
tro con autoAg; modesta linfocitosi periferica.
c) i linfociti B CD5+ che normalmente popolano la - C aratteri clinici. L'esordio è insidioso ed i
zona mantellare dei follicoli secondari spesso pazienti possono essere asintomatici per anni; il
producono autoanticorpi naturali, non reattivi e quadro è caratterizzato da lento accumulo di ele
a bassa affinità, attraverso l'attivazione delle menti neoplastici. In genere la malattia esordisce
stesse regioni dei geni V delle Ig che si trovano (. con astenia, manifestazioni autoimmuni gravi (ane
nelle LLC. mia e piastrinopenia), infezioni, epato-splenomega-
lia o linfoadenomegalia; all'interessamento extra-
Sotto il profilo maturativo sono state identifica linfonodale si può associare coinvolgimento della
te due differenti forme di leucemia cronica B: cute, degli annessi oculari o del seno.
586 -v Neoplasie dei tessuti linfoidi centrali e periferici: linfomi non-Hodgkin
I caratteri biologici che determinano il quadro do, anche nelle altre sedi coinvolte dal processo
clinico della malattia sono: neoplastico.
Una variante morfologica linfonodale è data
a) difetto dell'apotosi (malattia d'accumulo); dalla forma c.d. "tumor forming" (che coincide in
b) marcato immunodeficit, (suscettibilità alle infe parte con la rara variante prolinfocitica); viene con
zioni); siderata una forma clinicamente più aggressiva, sul
piano morfologico caratterizzata dalla particolare
c) produzione di auto-anticorpi policlonali diretti ricchezza di prolinfociti e di paraimmunoblasti e,
contro autoAg, espressi dalle cellule ematiche sul piano biologico, da una maggiore attività proli-
(malattìe autoimmuni). ferativa.
Gli anticorpi non sono direttamente prodotti In alcuni casi la LLC/LPL ha aspetti di differen
dalle cellule neoplastiche ma naturalmente da ele ziazione secretiva, con plasmacellule ed elementi a
menti B reattivi contro auto-antigeni; esiste quindi differenziazione secretiva intermedia.
una de-regolazione del sistema immune legata al L'interessamento del midollo osseo è costante e
clone neoplastico. si caratterizza secondo tre modalità di presentazio
ne: interstiziale; nodulare; diffusa. Le tre modalità
- M orfologia. Il sangue periferico, il linfonodo segnano la fase di progressione della malattia:
ed il midollo osseo sono infiltrati da piccoli linfoci essendo il quadro interstiziale e nodulare proprio
ti rotondeggianti (6-12 Jim di diametro), con una delle fasi più precoci, quello diffuso delle fasi avan
sottile rima di citoplasma ed un nucleo rotondo, zate e clinicamente più severe.
con cromatina "a zolle" e privo di nucleolo. Il linfo I cloni neoplastici possono subire ulteriori danni
nodo presenta un quadro di infiltrazione diffusa, genetici e progredire in forme biologicamente più
monomorfa, con netta prevalenza di piccole cellule, aggressive. Il linfoma non-Hodgkin B diffuso, a
frammiste ad elementi di maggiori dimensioni grandi cellule post-LLC, è descritto come sindrome
quali i prolinfociti (citoplasma più abbondante, di Richter; si tratta di linfomi con morfologia
nucleo ovalare, a cromatina granulare, spesso immunoblastica che conservano, in genere, i carat
nucleolato) (Fig. 5). Si rinvengono anche paraim- teri immunofenotipici d'origine.
munoblasti (cellule con caratteristiche morfologi
- Caratteristiche immunofenotipiche. La malattia esprime
che intermedie tra il prolinfocita e l'immunoblasto). marcatori B (con intensità talora inferiore a quanto osservato
Il quadro diffuso può presentare una componente nella maggior parte di altri istotipi) quali il CD19, CD20 (espres
nodulare o pseudofollicolare; non si tratta di folli sione ridotta), il CD22, CD23, CD43, CD79a, associati all'espres
coli organizzati da un microambiente di cellule sione di CD5 e delle immunogìobuline di superficie (IgM±IgD),
dendritiche, ma di aggregati, foci proliferativi, in espresse a bassa intensità.
Le cellule possono esprimere anche CD llc (positività debole),
cui coesistono linfociti, prolinfociti e paraimmuno-
ma sono invariabilmente CD10, CD79b, FMC7 e ciclina DI nega
blasti; la maggior ricchezza di citoplasma conferi tive.
sce ai noduli un aspetto chiaro, visibile a piccolo Nella tabella 5 sono elencati i marcatori più utili nella diagnosi
ingrandimento. Si definiscono "centri di prolifera differenziale tra LLC/LPL e le altre forme dì leucemie o di linfo
zione" e si possono osservare, oltre che nel linfono- mi B leucemizzati.
LLC/LPl e linfomi B leucemìzzati. intorno ai 60 anni; è raro nei giovani ed ha una netta
prevalenza nel sesso maschile (2/1).
Le caratteristiche morfologiche
ed immunofenotipiche dèlie cellule - C oinvolgim ento. Coinvolge i linfonodi, la
leucèmiche (analisi in citometrià milza e il midollo osseo; frequentemente è leucemi
a flusso) consentono una precisa H'j 0 co. Può localizzarsi anche al tratto orofaringeo
(anello del Waldeyer) ed al tubo gastro-enterico.
diagnosi differenziale
Il quadro macroscopico del coinvolgimento intesti
nale è piuttosto caratteristico, e viene denominato
LLC LP . j LF LM HCL
poliposi linfomatosa (si tratta di lesioni mucose
CD20 + (debole) + + + + esofitiche polipoidi, conseguenza diretta della loca
CD23 + neg. -/+ neg. neg..; lizzazione del linfoma).
slg (clonale) + (debole)* H '+ + - ++ - Caratterì clinici. Il linfoma a cellule del mantel
lo si presenta frequentemente all'esordio, in forma
CD79b neg. + /- -/+ :
disseminata (stadio LH-IY). Il quadro clinico è, infatti,
CD10 neg. neg. + /+ neg. neg. caratterizzato da linfoadenomegalia sistemica, preva
CD5 -/+ neg. lentemente sopradiaframmatica, a rapido sviluppo. Il
CD25 ■ -/ + y : .-' neg. neg. neg. +++ coinvolgimento mediastinico è meno frequente. La
milza è spesso interessata (50%) come pure il midollo
CD103 / neg. neg. neg. neg. osseo (60%). La splenomegalia rappresenta un segno
* slgM e sigD frequente, secondario a localizzazione del linfoma.
Alta, ma poco specifica, è l'incidenza dei sintomi
LLC leucemia linfatica cronica sistemici (febbricola, sudorazione, astenia, calo
IP leucemia prolinfocitica
LF linfoma follicolare ponderale, talora prurito).
LM linfoma a cellule del mantello
HCL "hairy celi leukemia" - M orfologia. I linfonodi e i tessuti extralinfono-
dali interessati possono presentare un quadro di
sostituzione nodulare o diffusa; il quadro nodulare
è conseguenza dell'espansione neoplastica intorno
- Prognosi. II decorso della malattia è estrema- a, più o meno evidenti, residui di centri germinati
mente variabile e dipendente in prevalenza dallo vi; talora può essere conservata un'organizzazione
stadio della malattia; per la stadiazione si segue il di tipo mantellare. Le cellule sono relativamente
sistema Rai (1975) oppure il sistema intemaziona monomorfe con nucleo irregolare, cromatina irre
le (Binet 1981). golarmente condensata, nucleolo non evidente
Anche se si indica una sopravvivenza media di (Fig. 6). Il linfoma non tènde all'evoluzione in linfo
7 anni,, in realtà lo spettro dei comportamenti è ma a grandi cellule; tuttavia esiste un sottotipo defi
piuttosto ampio e molti pazienti convivono bene nito "blastoide" proprio per le caratteristiche di
con la propria malattia, che non richiede terapie immaturità (mantellare blastoide classico) o di pleo-
particolari. Lo stadio secondo Binet, lo stato morfìsmo (mantellare blastoide pleomorfo) che assu
mutazionale della regione variabile della catena mono le cellule neoplastiche. La variante blastoide
pesante (VH) e l'espressione di molecole ad esso
correlate, consentono di identificare due diversi
gruppi di malati con prognosi diversa anche sulla
base di considerazioni biologiche. Gran parte dei
pazienti a prognosi sfavorevole appartengono al
gruppo privo di ipermutazioni (linfociti naive o
pre-follicolari), che esprimono le molecole ZAP-
70 e CD38.
li" intracitoplasmatici (frammenti di nuclei) e privi o - Caratteristiche immunofenotipiche. Le cellule del linfoma
incompletamente delimitati dalle cellule della zona esprimo i marcatori del follicolo normale; marcatori B quali
CD19 e CD20 (in modo costante) e il CD10 (in modo variabile);
mantellare (Fig. 9). Sotto il profilo biologico il linfo sono BCL-2 positivi (90% dei casi) e - in parte - esprimono anche
ma iper-esprime - in genere - la molecola anti-apop- BCL-6 (un inibitore della trascrizione), importante regolatore
totica BCL-2 (Fig. 10); ha un indice proliferativo dello sviluppo del centro germinativo.
modesto (Fig. 11) e non superiore al 10-15% (il centro - Genetica. 11 marcatore molecolare tìpico del linfoma folli
germinativo ha una percentuale di cellule MIB-1 o colare (80% dei casi) è una traslocazione, t(14; 18)(q32; q21), che
Ki67 positive superiore al 60%). Il linfoma follicolare
è caratterizzato anche dalla presenza di elementi Bcl- Linfoma follicolare: classificazione
6 e CD10 positivi. in tre gradi (WHO 2001}
Le cellule del linfoma follicolare sono di due tipi
e ricordano molto i centrociti (cellule piccole a nucleo Grado 1, 0-5 centroblasti/CFI
"clivato" o inciso) e i centroblasti del follicolo norma
le. La proporzione relativa dei due tipi cellulari è alla
Grado 2, 6-15 centroblasti/CFI
base della sottoclassificazione del linfoma follicolare Grado 3, > 15 centroblasti/CFI
in tre gradi, ai quali corrisponde una prognosi o un - 3a, centrociti ancora presenti
comportamento clinico progressivamente più - 3b, centroblasti in aggregati solidi, privi di centrociti
aggressivo (gradi 1 ,2,3) come riassunto in tabella 6.
Le varianti sono:
Il coinvolgimento osseo è frequente ed ha carat
teristiche peculiari; le cellule del linfoma hanno un Linfoma follicolare diffuso
particolare tropismo per la zona paratrabecolare, - Grado 1, 0-5 centrobiasti/CFl
dove si organizzano in aggregati irregolari (in - Grado 2, 6-15 centroblasti/CFI
quanto privi di organizzazione follicolare), spesso Linfoma follicolare della cute
molto ricchi di linfociti T reattivi.
590 « Neoplasie dei tessuti linfoidi centrali e periferici: linfomi non-Hodgkin
Fig. 9 - Linfoma follicolare; il linfonodo è sostituito da nodula Fig. 11 - Linfoma follicolare; la cinetica proliferativa (Ki 67), in
zioni con organizzazione strutturale vagamente follicolare; si tutti i diversi gradi citologici nei quali viene sotto-classificato, è
tratta di follicoli anomali, non polarizzati, privi di una eviden sempre bassa, comunque inferiore a quella osservata in un
te componente mantellare. centro germinativo.
- Prognosi. Il comportamento è influenzato dal
grado; i casi che appartengono al grado 3a (in parte)
o 3b (praticamente tutti) debbono essere trattati con
protocolli intensivi e comprensivi di adriamicina
(in tal caso la prognosi è sovrapponibile a quella dei
gradi 1 e 2). La prognosi appare complessivamente
migliore se confrontata con quella dei LDGC ma la
percentuale di recidive è superiore.
A parte va considerato il linfoma follicolare
della cute, per le sue caratteristiche genetiche e eli“
niche distintive. Ripete l'organizzazione follicolare
del linfoma linfonodale, ma ha un microambiente
meno organizzato ed associato ad una ricca compo
nente di cellule marginali; tende a rimanere localiz
zato alla cute (testa e tronco); viene curato,, efficace
mente, con trattamenti locali (terapia topica o
radioterapia).
Fig. 10 - Linfoma follicolare; a differenza dei follicolo "reatti
vo" i noduli del linfoma follicolare esprimono la molecola antì- Linfoma a cellule della zona m arginale
apoptotica BCL-2.
(exfra-nodal e)
giustappone il locus che codifica il gene IgH/catene pesanti delle
immunoglobuline (cromosoma 14) al locus BCL-2 (cromosoma
- Definizione e cellula d'origine. Si tratta di lin
18). La traslocazione comporta iperespressione di BCL-2 che, fomi originati dalla trasformazione neoplastica di
esercitando la sua attività anti-apoptotica, conferisce al clone una cellula bloccata allo stadio di linfocita memori/,
neoplastico la sua caratteristica fondamentale: la lunga sopravvi post-follicolare. Sono costituiti da piccoli linfociti
venza. Nel follicolo neoplastico mancano cellule in apoptosi e tendenzialmente monomorfi, che possono dare ori
macrofagi con detriti, in conseguenza dell'attività di BCL-2. gine a malattie esclusivamente linfonodali ma
Si ritiene che circa l'80-90% dei linfomi follicolari abbiano un
maggior numero di danni genetici (una media di 6 allo stato anche spleniche oppure extralinfonodali (stomaco;
delle conoscenze), che coinvolgono diversi cromosomi polmone; ghiandole salivari; annessi oculari). L'esi
(1,2,4,5,13,17). Relativamente frequenti sono le trisomie (+7,+18) stenza di linfomi extralinfonodali, insorti nel conte
e i riarrangiamenti (3q27-28, 6q23-26, 17p) spesso a carico di sto del tessuto linfoide associato alle mucose, ha
oncogeni (BCL-2 e BCL-6). Il danno sul cromosoma 17p appare generato il concetto di linfoma MALT o "maltoma".
biologicamente rilevante, in quanto coinvolge ii gene TP53; {'al
terazione della funzione p53 si associa ad evoluzione in LDGC.
La forma esclusivamente splenica e quella linfo
Alcuni casi di LF non hanno la traslocatone t(14;18); sono stati nodale sono trattate nel capitolo successivo.
identificati danni alternativi, ma con ricadute in parte sovrapponi
- Epidemiologia. Complessivamente considera
bili, quali il riarrangiamento di BCL-6 sul cromosoma 3q27.
Il linfoma follicolare primitivo della cute ha alterazioniti rappresentano un gruppo numeroso di linfomi B
molecolari distinte; non presenta la traslocazione t(14;18), non (7-8%) e circa la metà dei linfomi primitivi dello sto
iper-esprime BCL-2, ma coesprime CD10 e BCL-6. maco. Sono particolarmente frequenti nel nord-est
Linfomi non-Hodgkin B a cellule mature ("peripheral B cell neoplasm") & 591
italiano (stomaco) e nel bacino del Mediterraneo gicamente il monocita, per la presenza di un citopla
(linfoma intestinale o IP S ID immunoproliferative sma ben evidente, debolmente basofilo, e un nucleo
small intestinal disease" o linfoma mediterraneo). I rotondeggiante, a cromatina finemente azzollata).
linfomi gasrici sono un po' più frequenti nel sesso Le cellule del linfoma non si organizzano in struttu
femminile (1/1,2). re hodulari, ma infiltrano la mucosa (Fig. 12) o il
parenchima ghiandolare con modalità diffusa; a
- Coinvolgimento. Esiste una stretta relazione livello gastrico, ma anche nelle altre sedi extra-linfo-
tra alcune condizioni di stimolazione immunitaria nodali, tendono ad aggredire le ghiandole mucose,
cronica (l'infezione gastrica da Helicobacter pylori, superando la membrana basale ed infiltrando l'epi
o la tiroidite autoimmune di Hashimoto) e l'insor telio (lesioni linfoepiteliali) (Figg. 13 e 14).
genza/evoluzione del linfoma a cellule della zona
- Caratteristiche immunofenotipiche. Non esiste un profilo
marginale. immunofenotipico diagnostico; ili genere i linfomi MALT-asso-
Il linfoma MALT può insorgere nello stomacociati esprimono IgM, più raramente IgA o IgG, ed hanno restri
affetto dalla gastrite cronica da Helicobacter pylori, zione monoclonale per la catena leggera. Sono CD5, CD10 e
nell'intestino di pazienti infettati dal Campylobac- CD23 negativi; esprimono marcatori di linea quali CD20 e
ter jejuni, nelle parotidi in corso di sindrome di Sjò- CD79a; possono essere CDllc e CD43 positivi.
gren, nella tiroide in corso di tiroidite autoimmune
di Hashimoto, negli annessi oculari con un'infezio
ne latente da Clamydia psittaci.
Nel contesto delle patologie infettive citate i dati
d'incidenza del linfoma a cellule della zona margi
nale sono indicativi, sotto il profilo statistico, di un
rapporto causa-effetto (stimolazione immunitaria
cronica e selezione di un clone neoplastico); d'altra
parte questo tipo di linfomi possono regredire dopo
eradicazione dell'agente infettivo, o almeno essere
mantenuti a lungo in una fase clinicamente silente
o poco aggressiva.
La variante gastrica, MALT-associata, in particola
re, è efficacemente controllata dalla terapia antibioti
ca nelle fasi iniziali e se non sopraggiungono ulterio
ri danni genetici in grado di far progredire la malat
tia. Si ritiene che questi linfomi rappresentino una
condizione intermedia tra un processo iperplastico a
Fig. 13 - Linfoma a cellule della zona marginale dello stoma
carattere reattivo ed un linfoma svincolato compieta- co; l'infiltrazione delle ghiandole da parte degli elementi B neo
mente dal controllo del sistema immunitario. plastici configura il auadro della lesione "linfo-epiteliaie": mar
- Morfologia. Hlinfoma è costituito da cellule di
catore morfologico ai questo linfoma.
piccole dimensioni a fisionomia linfocitica, centroci-
tica o monocitoide (elementi che ricordano morfolo-
Linfòma di Burkitt
- Definizione e cellula d'origine. Si tratta di un
linfoma d'origine follicolare, aggressivo, con inten
sa attività proliferativa, che coinvolge frequente
mente tessuti ed organi extra-linfonodali e che può
anche esordire come leucemia acuta.
Porta un danno genetico tipico e costantemente
presente: la traslocazione di c-MYC (importante fat
tore di trascrizione); è spesso positivo per il virus di
Ebstein-Barr (EBV).
Fig. 16 - Linfoma B a qrandi cellule, primitivo dei mediastino; Sotto il profilo morfologico il quadro è caratteri
la morfologia, pur non essendo sufficiente per una diagnosi di stico, anche se si distinguono forme diverse per epi
certezza, è abbastanza caratteristica; le grandi cellule atipiche demiologia, genetica e clinica.
hanno un evidente citoplasma chiaro e si organizzano in "nidi"
sepimentati da bande, più o meno evidenti, di tessuto fibroso. - Epidemiologia. Il linfoma di Burkitt è endemi
co in Africa (dove venne identificato e descritto ori
ginariamente), ma è diagnosticato sporadicamente
- Caratteri immunofenotipici. Oltre all'espressione dei anche nei paesi occidentali ed è uno dei linfomi
marcatori correlati alia linea B (CD19+, CD20+, CD79a+) e la
negatività per il CD10 e il CD21, il LBPM non esprime né le associati airinfezione da HIV. Vengono distinte tre
immunogìobuline né le molecole del MHC di classe I e IL Occa varianti:
sionalmente è stata segnalata espressione di CD23 e di CD30. Il
CD30 è espresso in circa il 10% dei casi ma, con l'introduzione a) forma endemica-, rappresenta la neoplasia più
delle metodiche di "antigen retrieval", tale espressione può comune nei bambini africani (4-7 anni) e coin
essere osservata con maggior frequenza. Per queste ragioni volge le aree di endemia della malaria (simili
sono giustificati i problemi di diagnosi differenziale col linfoma per condizioni ambientali quali l'altitudine o il
di Hodgkin. tasso di piovosità).
- Genetica. Studi dì citogenetica classica sono in genere diffi b) forma sporadica; descritta praticamente in tutte le
coltosi per la scarsità di materiale bioptico; sono per lo più basa aree geografiche; coinvolge sia soggetti in età
ti sullo studio di linee cellulari linfoma-derivate. I dati di citoge
netica sono stati acquisiti con metodi di analisi comparativa dopo
pediatrica che giovani adulti con una discreta
ibridizzazione genomica (comparative genomic hybriàization o prevalenza maschile (2/1). In Europa e negli
CGH) ed hanno dimostrato un complesso di alterazioni, caratte USA rappresenta il 30-50% dei linfomi pediatri
rizzate prevalentemente da amplificazioni, in particolare nel cro ci; precarie condizioni socio-economiche e pre
mosoma 9p, 12q e Xq (30-50% dei casi); anche il gene REL e il cocità dell'infezione mononucleosica rappresen
gene c-myc risultano alterati, per riarrangiamenti o mutazioni. tano una condizione di rischio accertata.
Il gene p!6,NK4a è coinvolto nell'oncogenesi del LBPM.
p^[NK4a Coditica per un inibitore della chinasi ciclina-dipendente c) forma AlDS-associata; è frequente nei pazienti
(CDK4); il legame pl6/CDK4 blocca l'interazione della chinasi infettati dall'HTV, dove può caratterizzare l'esor
con la ciclina DI, alterando una importante via del controllo della dio clinicamente manifesto della malattia.
proliferazione cellulare. Nel 15% dei casi è stata dimostrata la pre
senza di danni "inattivatori" della pl6. - Coinvolgimento. La mascella, la mandibola ma
Una alterazione dei due allei! di p53 è stata dimostrata nel anche altre ossa craniche sono primitivamente coin
19% dei casi. volte nella forma endemica. L'ileo distale, il cieco, To
Il LBPM iper-esprime (analisi immunoistochimica) il classico mento, le ovaie, i reni, i surreni e le ghiandole mam
marcatore molecolare delle cellule del centro germinativo (BCL-
6); alterazioni somatiche del gene BCL-6 sono state dimostrate
marie (queste ultime durante pubertà, gravidanza o
nel 60% dei casi. L'espressione di BCL-6 rappresenta la prova allattamento), sono sedi comuni di coinvolgimento
molecolare dell'origine follicolare del linfoma. sia nella forma sporadica che in quella endemica. H
Lo studio analitico di alterazioni nell'espressione genica ha SNC è costantemente interessato. Il coinvolgimento
consentito di chiarire importanti differenze con linfomi analoghi, retroperitoneale si manifesta spesso con paraplegia.
anch'essi di derivazione follicolare. Sono emerse, inoltre, impor L'esordio come forma leucemica pura (classificazione
tanti ed inaspettate analogie con il linfoma di Hodgkin; entrambi
i linfomi esprimono JAK2 e STATI. Il JAK2, in particolare, è costi
FAB L3) è raro. Nella forma AIDS-correlata l'esordio
tuzionalmente fosforilato nel LBPM; la fosforilazione coincide linfonodale è comune.
con l'attivazione del gene e rappresenta, probabilmente, un - Caratteri clinici. Si tratta di un linfoma molto
importante meccanismo nell'oncogenesi del linfoma.
aggressivo che risponde bene a protocolli chemio
- Prognosi. Il riconoscimento del LBPM quale terapici specifici (alte dosi somministrate per
entità peculiare ha contribuito a migliorare in modo periodi brevi). Il coinvolgimento del midollo osseo
596 & Neoplasie dei tessuti linfoidi centrali e periferici: linfomi non-Hodgkin
rappresenta un importante fattore prognostico
negativo, in quanto si associa ad una massa cospi
cua di tessuto neoplastico (c.d. "bulky disease");
questa condizione è documentata indirettamente
dagli alti dosaggi sierici di acido urico e di LDH. Il
70% circa dei casi viene identificato in stadio avan
zato (III o IV). Particolarmente cruciale è il tratta
mento della "sindrome da ritolisi77; la distruzione
iatrogenica di una cospicua massa cellulare libera
in circolo purine, xantine, ipoxantine, urati e
potassio. Questo evento può dare una grave iper-
kaliemia, causa di arresto cardiaco, iperfosfatemia
ed ipocalcemia. È anche possibile l'insorgenza di
una grave insufficienza renale da ostruzione tubu-
lare.
-Morfologia. Il quadro cito-istomorfologico del
LB è caratteristico comporta un'infiltrazione diffu
Fig. 17 - Linfoma di Burkitt; ¡'aggressività di questo tipo di lin
sa, monomorfa, costituita da elementi di medie foma è sottolineata dall'elevato indice mitotico; ali elementi in
dimensioni (10-25 |im di diametro), con nucleo apoptosi vengono fagocitati dai macrofagi (cellule con ampio
rotondeggiante a cromatina scura-addensata, alcu citoplasma chiaro, ricco di detriti]; i! quadro a piccolo ingran
ni irregolari nucleoli e citoplasma abbondante, dimento richiama l'aspetto del "cielo stellato".
basofilo o anfofilo, caratteristicamente vacuolizzato
(i vacuoli citoplasmatici sono facilmente visibili su
preparati citologici colorati con May-Grünwald-
Giemsa). L'elevata attività proliferativa implica la
presenza di una ricca componente macrofagica, con
il citoplasma ripieno di detriti nucleari. I macrofagi
(cellule di discrete dimensioni con citoplasma e
nucleo chiari) conferiscono al preparato l'aspetto a
"cielo stellato" (fondo di cellule blue con intercala
te le più grandi cellule chiare) (Figg. 17 e 18).
- Caratteri immunofenotipici. Sono quelli delle cellule che
popolano le aree scure del centro germinativo (cellule in rapida
proliferazione); IgM con restrizione per la catena leggera kappa o
lambda, espressione di CD10, CD19, CD20 e BCL-6 ma negatività
per BCL-2.
- Genetica. Le diverse forme di LB sono caratterizzate dalla
traslocazione di c-MYC sul cromosoma 8. La traslocazione coin
volge il locus IgH (8;14), ma anche il locus kappa (2;8) o il locus
lambda (8;22). Nella forma sporadica è interessata la regione che
interviene nello switch isotipico delle immunoglobulìne (il Fig. 18 - Linfoma di Burkitt; il Kió7 è positivo nel 90-100% degli
danno interviene, verosimilmente, durante lo switching isotipi
elementi neoplastici.
co), mentre nella forma endemica è la regione 5' della sequenza
V(D)J ad essere coinvolta (il danno avviene, verosimilmente, danno tubulare. La proteina M è il prodotto della secrezione delle
durante la fase di ipermutazione somatica). cellule immunitarie neoplastiche, cioè di immunoglobuline
Nella maggior parte dei casi può essere dimostrata una monoclonali o omogenee appunto per la derivazione imicellula
forma latente di infezione da EBV. re delle cellule neoplastiche.
Diverse entità ana tomo-cliniche rientrano in questo gruppo
- Prognosi. La forma endemica e quella sporadi di patologie. Alcune malattie hanno le caratteristiche di una vera
ca possono essere guarite dalla chemioterapia. La e propria neoplasia (p.es. il mieloma multiplo) altre rappresenta
no situazioni parafisiologiche in pazienti anziani (gammopatia
forma correlata ad immunodeficit ha una prognosi oligoclonale o gammopatia monoclonale d'incerto significato), e
severa, condizionata dal contesto clinico in cui la solo in piccole percentuali evolvono in neoplasie (linfoma linfo-
malattia esordisce. plasmacitìco o mieloma multiplo).
La patologia plasma cellulare comprende:
Linfomi secernenli immunoglobulìne a) quadri di patologie neoplastiche a differenziazione plasma
cellulare: mieloma multiplo e plasmacitoma (Figg. 19 e 20);
Con il termine componente-M (M-component) ci si riferisce
alla irmnunoglobulina monoclonaie presente nel sangue dei b) quadri di patologie neoplastiche comprendenti sia elementi
pazienti, l'alterazione più importante è determinare la gravità linfoidi che plasmacellule: macroglobulinemia di Walden-
del quadro clinico di tutte queste malattie. Le immunoglobuline stròm; malattie delle catene pesanti (gamma/mu/alfa);
che costituiscono la componente-M sono molecole dal PM di c) quadri di malattie da deposito di immunocomplessi: amiloi-
160.000 o superiore; per questa ragione non passano il filtro glo- dosi primitiva; malattie sistemiche da depositi di catene
merulare e non si trovano nelle urine se non in caso di grave pesanti o catene leggere delle immunoglobuline;
Linfomi non-Hodgkin B o cellule mature ("peripheral B cell neoplasm") & 597
Fig. 19-MieÌoma multiplo; l'immagine documenta un mieloma Fig. 20 - Mieloma multiplo; il clone neoplástico è generato da
plasmablasiico (scarsamente differenziato) che sostituisce una singoia plasmacellula trasformata ed esprime quindi la stes-
ampiamente il midollo osseo. sa catena leggera delle immunogìobuline; in auesto caso il cro
niogeno è legato ad un anticorpo anti-catena leggera lambda.
598 & Neoplasie dei tessuti linfoidi centrali e periferici: linfomi non-Hodgkin
Linfoma linfopiasmacitico infezione cronica da Helicobacter pylori) oppure se
sia diretta conseguenza dell'attività trasformante
- Definizione e cellula d'origine. È un linfoma B del virus. Questa associazione è stata confermata
post-follicolare/ costituito dalla proliferazione di anche in linfomi delle ghiandole salivari, sede di
piccoli linfociti indirizzati verso la differenziazione infezione virale cronica.
secretiva; comprende quindi anche plasmacellule È stata descritta la regressione del linfoma e
ed elementi a differenziazione intermedia, che delle della crioglobulinemia in seguito al trattamento con
plasmacellule hanno parte dei caratteri morfologici interferone dell'infezione virale.
(cellule linfoplasmacitoidi).
Le cellule neoplastiche producono immunoglo- - Morfologia. L'infiltrato midollare è caratteri
buline monoclonali, che possono causare una sin stico; si tratta di un infiltrato linfoide eterogeneo
drome da iperviscosità o ima crioglobulinemia. con piccoli linfociti, plasmacellule ed elementi a dif
Se la componente-M è ima IgM, si realizza il ferenziazione intermedia (linfoplasmacitoide); que
quadro clinico della macroglobulinemia di Walden- sti ultimi sono dotati di un nucleo che non ha le
stròm. caratteristiche tipiche della plasmacellula, essendo
Esistono diversi altri linfomi B con aspetti di dif il citoplasma relativamente abbondante e spesso
ferenziazione plasmacellulare; le caratteristiche basofilo (dal punto di vista ultrastrutturale è ricco
morfologiche ed immunofenotipiche prevalenti di reticolo endoplasmatico); all'infiltrato descritto si
consentono l'inquadramento nella categoria di associano in modo caratteristico numerosi mastoci-
appartenenza, segnalando nella diagnosi la presen ti. La proporzione tra i diversi elementi e l'entità
za di differenziazione secretiva, in quanto poten della sostituzione midollare varia enormemente da
zialmente rilevante. caso a caso. L'infiltrato non ha mai proprietà osteo-
litiche.
- Epidemiologia. E un linfoma raro (1-3% dei La presenza di precipitati intracitoplasmatici di
linfomi linfonodali), che colpisce pazienti di 60-70 immunoglobuline denaturate comporta la forma
anni, con una modesta prevalenza maschile. zione di inclusi PAS-positivi (positività dipendente
- Diffusione. Il midollo osseo, i linfonodi, la dalla frazione giuridica delle immunoglobuline),
milza, il fegato e il sangue periferico sono più fre tipo corpi di Russell (citoplasmatici) e di Dutcher
quentemente interessati. E stato descritto frequente (nucleari).
mente, in passato, in sedi extralinfonodali quali pol - Caratteri immunofenotipici. Non sono specifi
mone e stomaco; si tratta in gran parte di linfomi B ci, ma conservano l'espressione di antigeni di diffe
del "tessuto linfoide associato alle mucose", o renziazione B; le plasmacellule, talora anche gli ele
MALT, le cui cellule secernono un'unica ìmmuno- menti linfoidi, presentano positività intracitopla-
globulina, monoclonale appunto. smatica per le catene pesanti e leggere.
- Caratteri clinici. La clinica è caratterizzata - Genetica. L'anomalia genetica associata è la
dalla macroglobulinemia; sindrome da iperviscosi delezione 6q. Non sono coinvolti i geni delle immu
tà, formazione dei rouleaux (catene da impilamen- noglobuline.
to) di eritrociti, deficit del microcircolo con danni
visivi e aumento del rischio di danni cerebrovasco - Prognosi. E legata all'attività della macroglo
lari; neuropatia conseguente alla reazione delle IgM bulina e alla sindrome da iperviscosità. La plasma-
con glicoproteine o gangliosidi mielina associati; feresi è utile per controllare il quadro clinico. La
crioglobulinemia; deposizione di immunocomples- sopravvivenza media è di 4 anni.
si in organi e tessuti (frequente a livello gastroente
rico, con conseguente diarrea cronica).
La macroglobulina promuove l'attivazione di | Linfomi non-Hodgkin T
piastrine e di fattori della coagulazione, con diversi
quadri di coagulopatia. a cellule mature
La sindrome di Waldenstròm consegue alla ("peripheral T celi neoplasm")
macroglobulinemia, che può essere presente anche
in altri linfomi B (linfoma MALT-associato; linfoma I linfomi non-Hodgkin T sono meno frequenti
a cellule della zona marginale; linfoma linfocitico). dei linfomi B (negli USA e in Europa rappresentano
Dato che la produzione di catene pesanti e leg il 10-15% dei linfomi non-Hodgkin), e comprendo
gere è bilanciata, solo raramente si osservano insuf no categorie estremamente eterogenee sotto i profi
ficienza renale e amiloidosi. li molecolare, clinico e prognostico. Il dato comune
Studi su campioni di popolazione italiana hanno è costituito dall'espressione di molecole correlate
dimostrato la stretta associazione tra infezione da alla differenziazione T (linfomi a cellule T-periferici
virus dell'epatite C, linfoma linfoplasmacitico e o post-timici) o natural-killer (linfomi NK).
crioglobulinemia. Non è stato ancora chiarito se Nei paesi asiatici, in cui c'è una condizione
l'associazione sia conseguenza di un prolungato sti endemica di infezione da HTLV-1 (Human T-cell
molo antigenico (cfr linfoma gastrico tipo MALT e Leukemia Virus type 1), la percentuale di linfomi T
Linfomi non-Hodgkin T o cellule mature ("peripheral T cell neoplasm") si 5 9 9
è elevata (a Taiwan il 40% dei linfomi sono T). cellule T si associa a polimorfismo morfologico (cel
Il virus di Ebstein-Barr è implicato nella patogelule di piccole medie e grandi dimensioni, spesso
nesi di una forma peculiare di linfoma; il linfoma a evidentemente atipiche per irregolarità del nucleo e
cellule T o NK extanodale (c.d. linfoma T "nasal del rapporto nucleo/citoplasmatico). Il linfonodo è
type"), e nei processi linfoproliferativi post-trapian- coinvolto in modo diffuso, con profondo sovverti
to, alcuni dei quali sono linfomi T. mento strutturale.
I linfomi T, per rarità ed eterogeneità, sono più Alcuni aspetti morfologici, quali la presenza di
difficili da diagnosticare; spesso anche una adegua cellule con citoplasma chiaro ben apprezzabile, di
ta tipizzazione immunofenotipica risulta non-con- una ricca componente ventilare "ad endotelio alto"
elusiva. È importante poter disporre di metodi di (tipica della zona T del linfonodo) o di piccoli gra
analisi molecolare, in grado di identificare, attra nulomi epiteliodi, sono spesso associati al linfoma
verso lo studio del recettore delle cellule T (T-cell T periferico ed hanno rappresentato, in passato,
receptor), la natura monoclonale del processo. parametri utilizzati per la sottoclassificazione dei
Non esiste un quadro morfologicamente pato- vari istotipi. La produzione di citochine da parte
gnomonico/ma possono essere identificate alcune del clone neoplastico giustifica la presenza di una
caratteristiche morfologiche comuni. ricca componente macrofagica o eosinofila.
- Caratteri immunofenotipici. I linfomi T perife
Linfoma non-Hodgkin T periferico, rici esprimono marcatori di differenziazione T e
non altrimenti specificato (NAS) sono spesso CD4-positivi. La perdita di antigeni di
differenziazione può essere dimostrata ed utilizza
- Definizione e cellula d'origine. Sotto questo ta come indice indiretto di clonalità; la dimostrazio
eponimo la classificazione WHO 2001 ha raggrup ne di una banda clonale di riarrangiamento del T~
pato la maggior parte dei linfomi T; si tratta di lin celi receptor (possibile con metodica PCR su tessu
fomi prevalentemente linfonodali. Altre classifica to fissato) consente spesso di rivelare la natura neo
zioni descrivevano alcuni di questi linfomi come plastica della proliferazione linfoide.
entità autonome (linfoma linfoepiteliode di Len- È talora dimostrabile la presenza del virus di
nert; linfoma della zona T; linfoma pleomorfo a pic Ebstein-Barr, che coinvolge però cellule B (i linfoci
cole, medie o a grandi cellule; linfoma immunobla- ti B infettati assumono caratteri morfologici simili
stico). Eponimi che si sono dimostrati non del tutto alla cellula di Hodgkin) e non gii elementi T neopla
affidabili, sia sotto il profilo della riproducibilità stici.
diagnostica che sotto il profilo biologico e progno
stico; per queste ragioni sono stati abbandonati - Genetica. Sono descritti cariotipi eterogenei e
nella classificazione WHO 2001. complessi, nessuno dei quali è specifico. La triso-
mia 3 è frequentemente associata alla variante lin-
- Epidemiologia. Definita in questo modo la foepitelioide.
categoria dei linfomi T "non altrimenti specificati",
raggruppa circa la metà dei linfomi T diagnosticati - Prognosi. La sopravvivenza a 5 anni è bassa
nel mondo occidentale. La maggior parte dei (20-30%) e non appare legata a caratteri morfologi ed
pazienti sono adulti, con ampia distribuzione di età immunofenotipici, ma piuttosto all'entità della diffu
ed identica incidenza nei due sessi. sione della malattia e alle condizioni generali del
paziente.
- Diffusione. La presentazione è linfonodale ma,
all'atto della diagnosi, la malattia è spesso dissemi
nata e coinvolge il midollo osseo, il fegato, la milza, Linfoma anaplastico a grandi cellule
i tessuti extra-linfonodali, compresa la cute. Questi - Definizione e cellula d'origine. Come indicato
linfomi possono insorgere anche come processi leu dal nome, la categoria comprende linfomi T costi
cemici. tuiti da cellule anaplastiche (cioè prive di caratteri
- Caratteri clinici. Si tratta, ma non sempre, di morfologici tipici della cellula linfoide), in genere di
forme particolarmente aggressive, con sintomi siste grandi dimensioni, con nucleo irregolare e pleo
mici, e "performance status" (parametro di valutazio morfo, spesso caratteristico (tipo zoccolo, medusa o
ne delle condizioni generali del paziente) gravemen ciambella), che esprimono la molecola CD30. Il dato
te compromesso. Sono linfomi spesso associati a sin molecolare più specifico, ma presente solo in una
dromi paraneoplastiche (eosinofilia, prurito, anemia parte dei casi, è l'espressione della proteina ALK
e citopenia secondarie a sindrome emofagocitica). (recettore tirosin-kinasi, appartenente alla super-
Non sono noti fattori eziologici specifici, nè famiglia dei recettori dell'insulina). La molecola
meccanismi molecolari comuni (si tratta comunque ALK è codificata dal gene presente su 2q23 ed è
di un gruppo eterogeneo di malattie per le quali proprio la traslocazione che coinvolge il cromoso
sono necessari ulteriori approfondimenti). ma 2 a determinare l'attivazione di ALK, evento
cruciale nella trasformazione neoplastica.
- Morfologia. Manca un quadro morfologico La cellula d'origine è un linfocita T citotossico
tipico e diagnostico; la proliferazione neoplastica a maturo, attivato.
600 & Neoplasie dei tessuti tinfoidi centrali e periferici: linfomi non-Hodgkin
Fig. 21 - Linfoma anaplastico a grandi cellule; si tratta di un Fig. 22 - Linfoma anaplastico a grandi cellule; l'espressione
caso di linfoma a cellule CD30-positive, di tipo sistemico, loca della molecola ALK è caratteristica Sella forma sistemica giova
lizzato anche alla cute. nile e deriva da una delie diverse traslocazioni che coinvolgo
no il cromosoma 2 e il gene ALK.
¡¡¡ Note storiche e classìficative segnalare che il LH è una malattia che colpisce pre
valentemente l'età giovanile.
A più di 170 armi dall'iniziale descrizione da Il LH rappresenta circa- il 30% di tutti i linfomi
parte di Thomas Hodgkin, le conoscenze di questo ed ha incidenza relativamente stabile ma una distri
quadro patologico sono notevolmente aumentate e buzione geografica variabile.
attualmente si può a ragione attribuire quest'entità A prescindere dalle entità e dai sottotipi istologi
al capitolo dei linfomi. L'inquadramento che per ci, un elemento fondamentale per stabilire un razio
anni ha rappresentato un generale punto di riferi nale approccio terapeutico e formulare un attendi
mento è quello di Lukes e Butler (1966) che preve bile giudizio prognostico è rappresentato dalla sta-
deva la distinzione della malattia in quattro sottoti diazione. Si tratta di un processo la cui base razio
pi istologici, riconoscibili per la loro diversa compo nale consiste nel fatto che la malattia si sviluppa in
sizione cellulare e denominati prevalenza linfocita- un modo altamente prevedibile e conquista,
ria, cellularità mista, sclerosi nodulare e deplezione seguendo le vie linfatiche, una stazione linfonodale
linfocitaria. Sulla base di studi biologici e clinici dopo l'altra e, solo in fase avanzata, si localizza
effettuati soprattutto negli ultimi 20 anni, si è sem nelle sedi extralinfonodali. Nello schema stadiativo
pre più chiaramente delineato che, più che di una proposto ad Ann Arbor nel 1971 e revisionato nella
singola malattia, si tratta di almeno due entità clini conferenza di Cotswolds (1989) (Tab. 2) sono previ
co-patologiche distinte, il linfoma di Hodgkin a sti pertanto livelli di progressivo coinvolgimento
prevalenza linfocitaria nodulare (LHPLn) e la linfonodale ed extralinfonodale in sedi sopra- e
forma classica (LHc), a sua volta distinta, in analo sotto-diaframmatiche. È valutata anche la presenza
gia con lo schema classico di Lukes e Butler, in di sintomi costituzionali (segnalata con la lettera B)
quattro sottotipi: sclerosi nodulare, cellularità quali febbre superiore ai 38 °C, abbondante sudora
mista, ricca in linfociti e a deplezione linfocitaria. zione notturna e perdita di peso, non spiegabile e
Tale impostazione è stata fatta propria anche dalla superiore al 10% del peso corporeo, negli ultimi sei
recente classificazione della WHO (2001) (Tab. 1). mesi. L'assenza di tali segni è segnalata con la lette
Pur essendo diverse sul piano clinico, morfolo ra A. La lettera X invece segnala la presenza di una
gico ed immunofenotipico, le due entità sono tutta massa voluminosa, "bulky", così definibile se la
via accomunate dalla condivisione di alcune carat massa linfonodale ha un diametro superiore ai
teristiche. 10 cm o se l'allargamento del mediastino è superio
La prima, per altro del tutto singolare per un re ad un terzo del diametro toracico. La lettera E
processo neoplastico, è costituita dal fatto che le cel infine documenta il coinvolgimento di una singola
lule atipiche rappresentano una minoranza della sede extralinfonodale.
popolazione cellulare della massa linfomatosa: le La corretta definizione dello stadio è basata su
cellule neoplastiche di grandi dimensioni sono, elementi clinici e su indagini radiologiche. Fino a
infatti, circondate da una popolazione reattiva di qualche anno fa la linfografia addominale e la lapa
tipo infiammatorio, più o meno eterogenea a secon rotomia esplorativa avevano una frequente applica-
da delle forme e dei sottotipi istologici.
La seconda caratteristica è rappresentata dal Linfoma di Hodgkin classificazione
fatto che si tratta in entrambe le forme di una malat
WHO (2001)
tia essenzialmente a localizzazione linfonodale; il
riscontro di una localizzazione in sede extralinfono-
Linfoma di Hodgkin a Prevalenza Linfocitaria Nodulare
dale, relativamente frequente nei linfomi non-
Hodgkin, è un fenomeno del tutto eccezionale e per Linfoma di Hodgkin Classico:
lo più correlato ad un'avanzata progressione della Sclerosi Nodulare
malattia e non al momento della sua presentazione Cellularità Mista
e del suo riconoscimento diagnostico. Ricco in Linfociti
Come terzo elemento caratteristico è, infine, da
Deplezione linfocitaria
602 i Linfoma di Hodgkin
zione nello studio delle possibili localizzazioni tutte le aree geografiche: risulta più frequente negli
addominali, linfonodali e viscerali. Attualmente le Stati Uniti, in Danimarca e in Israele mentre il Giap
moderne indagini di "imaging" quali la tomografia pone e l'Australia hanno un'incidenza più bassa.
assiale computerizzata e la. risonanza magnetica, o Su base epidemiologica si distinguono tre forme:
altre più sofisticate metodiche, hanno quasi com a) la forma infantile (fino a 14 anni), caratteristica
pletamente eliminato le indaginiinvasive. Un'inda delle zone in via di sviluppo;
gine bioptica che ha mantenuto una notevole rile
vanza è rappresentata dalla biopsia osteomidollare b) quella del giovane adulto (15-40 anni), propria
effettuata in corrispondenza della cresta iliaca delle aree socio-economicamente sviluppate;
posteriore, bilateralmente. L'identificazione di loca c) quella dell'adulto (oltre i 50 anni) osservata in
lizzazione osteomidollare colloca automaticamente entrambi i gruppi di popolazione.
il paziente nello stadio IV. Nelle zone socio-economicamente sviluppate la
malattia ha frequentemente ima presentazione
HI Linfoma di Hodgkin classico bimodale con ùn picco intorno ai 15-40 anni e un
secondo picco in età avanzata, fl rapporto maschi-
Il linfoma di Hodgkin classico (LHc) rappresen femmine vede una prevalenza nel sesso maschile
ta una malattia il cui carattere fondamentale è costi (M:F = 1,5:1) ma nella forma scleronodulare, che fra
tuito dalla presenza di particolari cellule mononu- l'altro è la forma più frequente nelle aree socio-eco
cleate (cellule di Hodgkin - H) e di cellule multinu- nomicamente sviluppate, il rapporto M/F è appros
cleate (cellule di Reed-Sternberg - RS), fomite di simativamente di 1:1. Studi più o meno recenti
caratteri morfologici ed immunofenotipici distinti hanno focalizzato l'attenzione sui rapporti fra LHc
vi. La malattia viene tuttavia diagnosticata quando e infezione da EBV. I pazienti con una pregressa
queste cellule, minoritarie rispetto alla massa cellu infezione infatti hanno un rischio di contrarre il LH
lare complessiva, sono identificate in un appropria aumentato da due a quattro volte rispetto alla popo
to contesto di elementi non neoplastici rappresenta lazione senza una simile storia; inoltre i pazienti con
to da un numero variabile di linfociti, granulociti LH hanno frequentemente elevati o alterati, titoli
neutrofili ed eosinofili, plasmacellule, istiociti e anticorpali contro l'EBV. La correlazione con l'EBV
fibroblasti. è particolarmente evidente in alcune aree geografi
che come il Perù o nei pazienti HlV-positivi.
Epidemiologia
Storia naturale e presentazione clinica
HLHc costituisce il 20-30% di tutti, i linfomi e il
95% di tutti i LH, con ampia ma diversificata distri La malattia si manifesta nel 90% dei casi come ima
buzione nel mondo e con un'incidenza che, contra tumefazione linfonodale, per lo più (75% dei casi)
riamente ai linfomi non-Hodgkin, non ha riscontrato rappresentata da aumento dei linfonodi laterocervi-
un significativo incremento. La malattia è presente in cali. Sedi meno frequentemente interessate sono
Linfoma di Hodgkin classico Ó03
quella ascellare, quella inguinale e lombo-aortica. maniera completa in quanto la componente linfoci
L'ingrossamento usualmente si sviluppa lentamente taria B normale può essere variamente conservata,
e non si accompagna a dolore. Il mediastino è fre anche nella sua strutturazione follicolare reattiva,
quentemente interessato, soprattutto nella forma talora in proporzione tale da rendere meno eviden
scleronodulare della malattia, e può rappresentare te la neoplasia.
anche la sede unica e primaria di localizzazione. La Le cellule di Hodgkin e di Reed-Sternberg (H-RS)
milza è interessata nel 20% circa dei casi e si associa sono reperto necessario (anche se non sufficiente)
ad un maggior rischio di disseminazione extralinfo- per la formulazione diagnostica è l'identificazione
nodale. Il midollo è interessato in una minoranza di della cellula di RS e delle sue varianti. La cellula
casi (5%). Sedi raramente coinvolte sono le tonsille diagnostica di RS è classicamente una cellula di
palatine e l'anello di Waldeyer, i linfonodi mesente grandi dimensioni, del diametro di 20-50, o anche
rici, ipogastrici, poplitei ed epitrocleari. La localizza
più, micron, fornita di citoplasma abbondante aci-
zione negli organi viscerali e nella cute è espressio dofilo, ma talora anche debolmente basofilo e di
ne di: interessamento per contiguità dai linfonodi nucleo con almeno due lobi o plurilobato (Fig. 1).
vicini o la manifestazione di una malattia avanzata. Quando sono presenti due nuclei, questi sono
I sintomi costituzionali si osservano nel 40% dei rotondeggianti, con una membrana nucleare ben
pazienti e possono talora associarsi a prurito intenso demarcata e con evidenti nucleoli intensamente
e generalizzato o, più raramente, a dolore in sede lin- eosinofili, spesso circondati da un alone chiaro. Si
fonodalé dopo assunzione di alcool. È segnalato inol parla pertanto di configurazione "a specchio" o "ad
tre un difetto nella immunità cellulare documentato occhio di gufo" del nucleo. Esiste inoltre una vasta
da linfocitopenia o da deficit funzionali dei linfociti gamma di variazioni nella morfologia di queste ele
T, con conseguente maggiore suscettibilità ad infe menti cellulari, rappresentata da cellule simili ma
zioni virali, fungine e dovute a certi tipi di batteri. mononucleate (comunemente dette cellule di
Hodgkin), da cellule plurilobate o anche multinu-
M orfologia cleate, usualmente rappresentate in variabile, da
Il quadro macroscopico. Usualmente i linfonodicaso a caso, proporzione, ma talora anche nelle
asportati a scopo diagnostico misurano dai due ai tre diverse aree dello stesso linfonodo (Fig. 2). Le cellu
cm di diametro, sono di consistenza soffice o soste le diagnostiche possono essere facilmente identifi
nuta a seconda della quantità di fibrosi presente e cabili per le loro dimensioni nel contesto della
pertanto sono più duri nella variante sclerosi nodu- restante popolazione cellulare, altre volte invece
lare. Sulla superficie di taglio l'aspetto è carnoso e sono molto rare e vanno attentamente ricercate. La
talora si può notare una certa nodularità, più eviden loro frequenza rispetto all'infiltrato circostante
te nella sclerosi nodulare ma apprezzabile potenzial oscilla comunque ampiamente, variando da 0,1-
mente anche nelle altre varianti istologiche. 10%. Da segnalare ancora che frequentemente le
La milza è di dimensioni normali o aumentate in cellule di RS mostrano aspetti regressivi rappreseli-
rapporto con l'entità della localizzazione neoplasti tati da contrazione e maggiore eosinofilia del cito
ca. Se la localizzazione è iniziale, il focolaio neopla plasma e da picnosi del nucleo e vengono pertanto
stico è identificabile come minuta area biancastra denominate varianti "mummificate" (Fig. 3). Da
del diametro di pochi millimetri che risalta sul colo non dimenticare infine che cellule di aspetto analo-
re scuro della polpa rossa. Per questo motivo nella
documentazione patologica della milza è necessa
rio sezionare l'organo a fresco con tagli dello spes
sore di 2-3 mm per non correre il rischio di perdere,
con fette di spessore maggiore, localizzazioni ini
ziali. Nelle localizzazioni più conclamate la milza,
usualmente ingrandita ma senza' raggiungere
dimensioni particolarmente vistose, mostra diversi
noduli biancastri, distribuiti casualmente, isolati o
confluenti in noduli del diametro anche di qualche
centimetro. Talvolta la localizzazione può essere
unica e rappresentata da un singolo nodulo bianca
stro a contorni lobulati o rappresentata dalla distri
buzione miliariforme di una miriade di minute
nodulini. I noduli possono comparire anche sulla
superficie capsulare della milza.
Le localizzazioni epatiche, sempre secondarie al
coinvolgimento splenico, risultano come noduli
Fig. 1 - La cellula diagnostica di RS è classica mente una cellu
biancastri localizzati nelle regioni portali. la di grandi dimensioni, del diametro di 20-50 micron, fornita
Il quadro microscopico. Il linfonodo mostradi citoplasma abbondante e di nucleo con almeno due lobi o
struttura sovvertita ma non necessariamente in plurilobato.
604 i Linfoma di Hodgkin
I granulociti eosinofili variano molto di numero
ma possono essere anche così numerosi da formare
dei veri ascessi eosinofili.
Anche gli elementi istiocitari sono molto variabi
li di numero; talora sono riuniti in aggregati, più o
meno ampi, a fisionomia granulomatosa epitelioide.
Le plasmacellule sono irregolarmente distribui
te; in rari casi, e per la loro abbondanza, configura
no aspetti che ricordano la malattia di Castleman.
Le localizzazioni extralinfonodali sono rappresen
tate da un infiltrato cellulare prevalentemente reat
tivo nel cui contesto gli elementi H-RS sono usual
mente rari e meglio identificabili con le indagini
immunoistochimiche. Da segnalare che, se la malat
tia è stata precedentemente diagnosticata, i criteri
per identificare gli elementi prototipici possono
essere anche meno stringenti.
Fig. 2 - Esiste una vasta gamma di varianti morfologiche: cel Nel midollo osseo la localizzazione è rappresen
lule mononucleate (comunemente dette cellule di Hoagkin) ma tata per lo più da aree isolate di sostituzione della
anche cellule plurilobate o multi nucleate.
componente emopoietica nel cui contesto la quota
fibroblastica può essere particolarmente abbondante.
Nel fegato la sede di iniziale localizzazione è
costituita dagli spazi portali mentre nella milza la
polpa bianca è la prima ad essere coinvolta.
Nelle sedi extralinfonodali si possono riscontra
re focolai granulomatosi epitelioidi che tuttavia, in
assenza delle cellule di H-RS e del restante
microambiente cellulare, non devono essere inter
pretati come localizzazione della malattia.
Immunofenotipo
Le cellule di Hodgkin e di Reed-Sternberg (H-RS)
sono caratteristicamente CD30 (Fig. 4) e CD15
(Fig. 5) positive e CD45 negative; il CD15 può tutta
via essere negativo (25-30% dei casi) o espresso in
una minoranza delle cellule, mentre il CD30 in
meno del 10% dei casi può essere negativo verosi
Fig. 3 - Le cellule di RS che mostrano aspetti regressivi (contra
zione con maggiore eosinofilia del citoplasma e picnosi del milmente per problemi legati alle tecniche di fissa
nucleo) vengono denominate varianti "mummificate". zione impiegate. Le cellule di H-RS sono inoltre
positive per marcatori correlati alla linea B quali il
go a quello della cellula classica di RS si possono CD20 (40% dei casi circa), il CD79a (20% circa) e la
osservare anche in altri processi di natura non neo "B-cell specifìc activator protein (BSAP)7' (90% dei
plastica (ad es. mononucleosi) o neoplastica (ad es. casi). Nonostante l'espressione di marcatori di linea
melanoma, linfomi non-Hodgkin) e che in tali B le immunoglobulìne non sono espresse sulla
situazioni la morfologia tradizionale può non esse superficie cellulare in relazione al fatto che il fatto
re dirimente ed essere per contro necessario ricorre re di trascrizione Oct2 (Fig. 6), e il suo coattivatore
re ad indagini immunoistochimiche. BOB.l, sono assenti (Oct2 e BOB.l negatività). In
Le cellule di accompagnamento delle cellule di alcuni casi le cellule di H-RS esprimono uno o più
H-RS, sono sul piano numerico la componente cel marcatori di linea T ma usualmente si tratta di un'e
lulare prevalente, costituendo la gran parte della spressione aberrante perché in tali casi si può dimo
massa tumorale. La loro presenza è un requisito strare usualmente un riarrangiamento monoclonale
essenziale per il riconoscimento della malattia stes dei geni delle immunoglobuline e non del "T celi
sa pur essendo le cellule di natura reattiva e non- receptor". EMA e ALK sono negativi. L'infezione da
neoplastica. È componente costituita da linfociti, EBV, documentata dalla positività per LMP1, è
granulociti, istiociti, plasmacellule e fìbroblasti. variabilmente rilevabile in relazione a fattori epide
Gli elementi linfoidi sono rappresentati in preva miologici: nelle aree socio-economicamente meno
lenza da piccoli linfociti pur potendosi osservare sviluppate e nei pazienti HIV-positivi è assai eleva
anche sparsi elementi immunoblasticì o, molto più ta (quasi 100%); il sottotipo istologico cellularità
raramente, anche elementi a fisionomia monocitoide. mista, inoltre, è quello con maggiore positività.
Linforno di Hodgkin classico & 605
Softotipi istologici
Il LHc è, nella classificazione dell'Organizzazio-
ne Mondiale della Sanità (WHO, 2001), distinto in
quattro sottotipi istologici che nel passato, oltre a
configurare quadri patologici diversi di presenta
zione morfologica, hanno anche rappresentato un
importante fattore prognostico. Attualmente, tutta
via, dato il significativo affinamento delle iniziative
terapeutiche con il conseguente miglioramento
della prognosi, il significato della distinzione istolo
gica è prevalentemente diagnostico anche se con
serva una certa rilevanza nellIdentificare determi
nati quadri clinico-patologici.
Fig. 8-11 virus di Ebstein-Barr può essere coinvolto nella pato Linfoma di Hodgkin Scleronodulare (LHSN). Rap
genesi: l'espressione di Rna virale è evidente nel nucleo di que presenta il sottotipo più frequente (70% circa dei
ste due cellule di Hodgkin. LHc) e colpisce preferenzialmente individui giova
Linfoma di Hodgkin classico ® 607
ni adulti (28 anni circa) senza predilezione di sesso. sentare anche l'elemento numericamente dominan
Il mediastino è frequentemente interessato (80% dei te, tendono a riunirsi in aggregati sinciziali (varian
casi) e non di rado costituisce Tunica sede coinvol te sinciziale del sottotipo scleronodulare). Data la
ta alla presentazione. La maggior parte dei casi alla notevole variazione della composizione cellulare e
diagnosi è in stadio II. per il fatto che questo tipo rappresenta il sottotipo
La morfologia di questo sottotipo è caratterizzata numericamente più consìstente, alcuni Autori
dalla presenza di abbondante produzione di fibre hanno proposto, a scopo prognostico, un sistema di
collagene che costituiscono spesse bande fibrose graduazione:
che circoscrivono aree cellulari nodulari di varie - il grado 1 comprende i casi in cui il 75% o più dei
dimensioni (Fig. 9). L'organizzazione nodulare che
ne deriva può essere così marcata da essere apprez noduli è costituita da sparse cellule di RS collo
zabile anche nell'osservazione "a fresco" del linfo cate in un ambiente ricco di linfociti, o a compo
sizione polimorfa;
nodo. La fibrosi inizia usualmente dalla capsula,
che risulta ispessita e si estende nel parenchima - il grado 2 è identificato quando almeno il 25%
coinvolgendolo diffusamente o limitandosi ad alcu dei noduli sia occupato da un elevato numero di
ne sue aree. In quest'ultima evenienza la fibrosi può cellule di RS, riunite in aggregati che coinvolgo
essere limitata ma comunque deve circoscrivere no interi campi microscopici osservati a forte
almeno un'area cellulare (fase cellulare del LHSN). ingrandimento.
Col procedere del processo la fibrosi sostituisce Tale graduazione non è accettata da tutti e per
progressivamente la componente cellulare fino a questo motivo non è considerata obbligatoria nello
rappresentare la quasi totalità della massa linfono- schema classificativo diagnostico.
dale. All'interno delle aree nodulari la cellularità è La caratterizzazione immunofenotipica delle
polimorfa, talora a ricca componente granulocitaria cellule giganti, anche nella variante lacunare, è
eosinofila o, in alternativa, a prevalenza di elemen quella classica; nelle cellule di H-RS tuttavia è
ti linfocitari. Le cellule di H-RS diagnostiche con i documentabile la presenza del virus di EB meno
caratteri descritti in precedenza spesso non sono di frequentemente rispetto agli altri istotipi.
frequente osservazione. Più spesso è presente, in La prognosi è in genere migliore in relazione al
varia proporzione, una variante morfologica che fatto che la malattia è diagnosticata usualmente
risulta l'elemento caratteristico di questo sottotipo. negli stadi iniziali.
Le cellule giganti infatti sono fomite di un nucleo
più lobato, con nucleoli meno evidenti, mentre il Linfoma di Hodgkin a Cellularità Mista (LHCM).
loro citoplasma appare retratto e distanziato dalle È per frequenza (20-30% dei LHc), il secondo istoti-
cellule vicine per un fenomeno artefattuale da fissa po, con una riduzione di incidenza negli ultimi
zione in formalina (non visibile con altri fissativi). A decenni in favore della variante scleronodulare.
causa di questo fenomeno sembra che le cellule Nelle aree socio-economicamente in via di sviluppo
siano situate in una lacuna per cui sono state deno e nei pazienti affetti da HIV è più frequente rispet
minate cellule lacunari. Quando le cellule lacunari to agli altri istotipi. Colpisce preferenzialmente
sono particolarmente numerose, tanto da rappre- pazienti maschi, giovani-adulti o adulti e si presen
ta spesso come malattia avanzata in III o IV stadio,
associata a sintomi B.
La morfologia mostra usualmente struttura com
pletamente sovvertita per la presenza di un infiltrato
cellulare polimorfo ricco in linfociti, granulociti, pla-
smacellule ed istiociti, anche se con ampia variazio
ne percentuale. In taluni casi il coinvolgimento linfo-
nodale può essere solo focale e talvolta anche di dif
ficile identificazione perché interfollicolare e
mascherato da una concomitante iperplasia follicola
re. Le cellule diagnostiche di H-RS sono di solito
numerose e di facile riconoscimento (Fig. 10). La
fibrosi non costituisce un elemento caratterizzante
anche se talvolta si possono osservare aree focati di
sclerosi; non sono presenti tuttavia formazioni nodu
lari delimitate da fibrosi né ispessimento capsulare.
La caratterizzazione immunofenotipica è quella
classica. Considerati i dati epidemiologici non sor
prende che il virus di EB sia frequentemente rileva
bile nelle cellule di H-RS.
Fig. 9 - La variante statisticamente più frequente è la "sclero- La prognosi risente ovviamente della dissemi
noduiare". La microfotografia a piccolo ingrandimento presen
ta tre noduli a composizione cellulare eterogenea, sepimentatì nazione della malattia anche se, come accennato in
da ampie bande di sclero-ialine. precedenza, le differenze dovute all'istotipo sono
608 & Linfoma di Hodgkin
attualmente in gran parte cancellate dai moderni gnando ima rete di cellule follicolari dendritiche
approcci terapeutici. più o meno ben conservata.
Il decorso clinico e la prognosi è analoga a quel
Linfoma di Hodgkin Classico Ricco in Linfociti la dei restanti istotipi di LHc da cui emerge pertan
(LHRLc). È Tistotipo di più recente introduzione, to la necessità di una corretta diagnosi che permet
nel passato per lo più incluso per morfologia e per ta una separazione dalle forme di LHPLn.
la clinica nell'ambito del LH a prevalenza linfocita
ria nodulare (LHPLn). Rappresenta circa il 5% dei Linfoma di Hodgkin a Deplezione Linfocitaria
LHc e colpisce individui, in prevalenza di sesso (LHDL). Rappresenta l'istotipo meno frequente in
maschile. La sedi interessate e lo stadio clinico alla quanto negli ultimi anni ha visto una notevole ridu
presentazione sono analoghi a quelli riscontrati nel zione di incidenza in relazione al fatto che la mag
LHPLn. gior parte dei casi diagnosticati nel passato come
La morfologia che si caratterizza per somiglianza LHDL sono attualmente inseriti nell'ambito dei lin
con il LHPLn, è evidenziata dalla ricca componente fomi non-Hodgkin ed in particolare fra i linfomi
linfocitaria che usualmente si organizza in strutture anaplastici. Per questo motivo la sua reale inciden
nodulari o, più raramente, porta al sovvertimento za, e le sue caratteristiche cliniche, non sono ben
strutturale con infiltrazione a carattere diffuso definite in quanto basati per lo più su casistiche ete
(Fig. 11). I noduli sono costituiti da piccoli linfociti rogenee o di limitata numerosità. Da segnalare
talvolta comprendenti, per lo più in sede eccentrica, comunque che si osserva frequentemente nei
residui di centri germinativi; i piccoli linfociti rap pazienti HIV positivi.
presentano pertanto gli elementi di un mantello La morfologia spesso è sovvertita dalla presenza
espanso. Nel contesto dei linfociti manteìlari si di ima trama fibroblastica reticolare che ingloba
identificano cellule diagnostiche di H-RS ma, a ren una componente cellulare complessivamente scarsa
dere più complesso il processo diagnostico, talora e che comprende anche sparsi elementi giganti
queste cellule assumono caratteri che ricordano le (variante afibrosi diffusa). Tuttavia, nonostante il ter
cellule L/H del LHPLn. La tipizzazione immunofe- mine di fibrosi diffusa, le bande connettivali colla
notipica è fondamentale nel riconoscimento del gene sono assenti e, se osservate, devono far porre
quadro ili quanto consente di documentare nelle la diagnosi di LHNS. Nella variante reticolare inve
cellule giganti un fenotipo del tutto sovrapponibile ce sono presenti numerose cellule di H-RS che
a quello degli altri sottotipi del LHc (CD30+, hanno una fisionomia particolarmente pleomorfa.
CD15+/-, CD20—/+). I piccoli linfociti sono B La caratterizzazione immunofenotipica rispecchia
(CD20+, IgM+, IgD+) nelle forme nodulari, men quella delle altre forme di LHc. Nella diagnosi dif
tre nelle forme diffuse sono prevalentemente T. Il ferenziale col linfoma anaplastico, l'espressione di
CD21 consente inoltre di far risaltare l'architettura ALK e la negatività per BSAP sono criteri validi per
nodulare, anche quando è meno evidente, dise escludere il LHDL.
Fig. 10 - Nelia variante "celluiarità mista" Se cellule diagnosti- Fig. 11 - Linfoma di Hodgkin classico, ricco in linfociti (LHRLc).
che (H-RS) sono di solito numerose e di facile riconoscimento. La sostituzione del linfonodo ha spesso carattere diffuso; il dato
rende più agevole la diagnosi differenziale con il linfoma di
Hodgkin prevalenza linfócitaria, nodulare. La distinzione è fon
damentale per le diverse caratteristiche biologiche, cliniche e
prognostiche.
Linforno di Hodgkin o prevalenza linfocitaria nodulare - 609
Fig. 13 - Linfoma di Hodgkin a prevalenza linfocitarìa, nodula Fig. 14 - Le cellule neoplastiche possono avere grandi dimen
re. Le cellule neoplastiche, cellule L/H, sono in numero variabi sioni, citoplasma riconoscibile e nucleo di aspetto vescicoloso,
le per lo più disperse in singoli elementi, circondati da una coro talora così polilobato da far denominare queste cellule come
na dì piccoli linfociti. cellule "popcorn".
610 Linfoma di Hodgkin
soverchiata da quella linfocitaria martellare fino a Epstein-Barr non ha un ruolo rilevante, contraria
risultarne quasi completamente sostituita. Tali mente a quanto osservato nel LHc e pertanto non si
strutture sono state considerate come possibili pre identifica positività per il virus né con metodiche
cursori del LHPLn in relazione al fatto che si posso immunoistochimiche (LMP-1 negatività) né con
no anche riscontrare in biopsie linfonodali prece metodiche di ibridazione (EBER negatività)
denti rinsorgenza del linfoma. Tuttavia, conside Decorso e prognosi. Il LHPLn presenta decorso
rando che possono essere presenti anche in biopsie indolente che usualmente risponde bene alla tera
linfonodali successive e prive di linfoma e che la pia, soprattutto nei casi, per altro più frequenti, di
maggior parte dei linfonodi con centri germinativi malattia limitata al I o al II stadio: la remissione,
progressivamente trasformati non evolvono verso completa è, infatti, ottenuta nella stragrande mag
il linfoma, tale ipotesi è piuttosto controversa. gioranza dei casi usando protocolli terapeutici, per
Immunofenotipo. Le cellule L/H sono positive la verità non omogenei in tutte le Istituzioni sanita
per il marcatore panleucocitario CD45 ed esprimo rie, che prevedono Fuso di chemioterapia e di
no marcatori della linea B (CD20, CD79a, BCL-6, radioterapia, da sola o in associazione; Io sforzo di
GD75); per contro sono negative per CD30 e CD15 una corretta identificazione del processo è mirato
anche se talora si può riscontrare debole positività anche a ridurre allo stretto necessario le iniziative
per CD30, soprattutto nel materiale congelato. Una terapeutiche, per non esporre a rischio non necessa
forte positività per CD30 è usualmente correlata rio i pazienti. Nonostante i buoni risultati le riprese
alla presenza di cellule attivate non neoplastiche. di malattia sono tuttavia relativamente frequenti e
Nella loro distinzione dalle cellule di HRS del LHc caratterizzate da quadri analoghi a quelli osservati
è importante segnalare che le cellule L/H risultano alla presentazione o con morfologia corrispondente
positive per il fattore di trascrizione immunoglobu- ad un HLc o talora anche (3-5% dei casi) dalla tra
linico Oct2.e per il suo co-attivatore BOB.l. Altro sformazione in un linfoma non Hodgkin a grandi
elemento utile è l'assenza di espressione di fascina. cellule B. In quest'ultimo caso la prognosi può non
La rete di cellule follicolari dendritiche, respon essere completamente compromessa se la malattia
sabile dell'aggregazione nodulare, è evidenziata rimane localizzata.
dal CD21. La componente cellulare prevalente è
costituita da linfociti B commisti ad un numero
variabile di elementi T, in parte CD57+. Gli elemen H i Bibliografia essenziale
ti T formano, attorno alla cellule L/H, rosette Daniel Knowles M.: Neoplastic Hematopathology, sec
CD3+ che risaltano nel contesto, prevalentemente ond edition, Lippincott Williams & Wilkins, 2000.
CD3—, della restante popolazione linfocitaria. Harry Ioachim L. & Ratech Howard: Ioachiin's Lymph
Nelle aree diffuse gli elementi T tendono ad Node Pathology, third edition, Lippincott Williams &
aumentare di numero. Wilkins, 2002.
Gli studi di biologia molecolare hanno fornito
Travis William D., Brambilla E., Mueller-Hermelink H.K.
utili informazioni soprattutto dopo l'introduzione and Harris Curtis C.: WHO Classification: Tumours
di indagini di "single celi analysis" in modo da of the Lung, Pleura, Thymus and Heart, Lyon 2004.
avere informazioni mirate sulla popolazione neo
plastica nettamente minoritaria nel contesto della laffe Elaine S., Harris Nancy Lee, Stein Harald, Vardiman
popolazione generale. Con queste metodiche si è James W.: WHO Classification: Tumours of
Haematopoietic and Lymphoid Tissues, Lyon 2001.
potuto dimostrare la clonalità delle cellule neopla
stiche, la loro appartenenza alla linea B nonché la G.R. Lee, J. Foerster, J. Lukens, F. Paraskevas, }.P. Greer,
presenza di elementi indicativi del funzionale riar G.M. Rodgers: Wintrobe's Clinical Hematology, 10fh
rangiamento dei geni delle immunoglobuline e di edition, Williams & Wilkins 1999.
caratteri distintivi del centro germinativo. Nel pro Rosai and Ackerman's Surgical Pathology. Ninth edition.
cesso di trasformazione neoplastica il virus di Juan Rosai. Mosby, 2004.
Milza
5.4 G. Fabris, G. Goteri
compensatoria alla ritenzione e alla distruzione l'organogenesi, sono dislocati e non riescono a fon
delle cellule circolanti nei cordoni della milza. Clas dersi con l'organo principale. Queste lesioni vanno
sicamente vengono distinte: una forma di ipersple- distinte da noduli di aspetto simile, costituiti da lin
msrno "primario", in cui né la milza, né il midollo fonodi ingranditi, soprattutto se "affetti dalla malat
osseo, né le cellule ematiche circolanti mostrano tia di Castleman, o dagli impianti di tessuto spleni-
alterazioni che possano spiegare l'aumento dell'at co in seguito a rottura traumatica della milza in
tività emocateretica; ed una forma di iperspleni varie sedi, come la superficie peritoneale o la pare
smo "secondario", che invece è riconducibile ad te addominale, oppure a distanza, come nella cavi
una causa nota. In alcune forme, l'aumento della tà pleurica, nei polmoni o nel cervello. Questa con
attività emocateretica è causata da difetti intrinseci dizione viene denominata splenosi.
delle cellule circolanti o da fenomeni autoimmuni Talora la mobilità della milza può essere aumen
che le coinvolgono, come avviene nelle anemie tata per la lassità dell'apparato legamentoso (milza
emolitiche o nella porpora trombocitopenica idio mobile), con possibilità di torsione e di necrosi
patica (PTI). In altri casi, l'ipersplenismo si associa infartuale.
invece a patologie eterogenee del parenchima sple
nico, che vengono accumunate per il fatto che, infil
trando la polpa rossa della milza, stimolano un | Cisti spleniche
incremento di numero e di attività dei macrofagi Le lesioni cistiche della milza rappresentano
splenici, con conseguente aumento della distruzio eventi infrequenti. Possono essere anche parassita-
ne delle cellule circolanti del sangue periferico. rie, legate alTinfestazione da larve di Echinococco.
Questo meccanismo si verifica nelle splenomegalie La morfologia delle cisti idatidee nella milza è
congestizie, nella malattia di Gaucher, nei linfomi, sovrapponibile a quella delle altre sedi (Fig. 2). Le
nelle leucemie, nella istiocitosi a cellule di Langer- cisti non parassitarle sono ritenute cisti vere solo se
hans, negli emangiomi, negli amartomi, negli sono provviste di un rivestimento epiteliale (cisti
angiosarcomi; praticamente in ogni condizione che epiteliali o primitive, pari al 25% delle cisti non
interessi il parenchima splenico in modo diffuso. Si parassitarle): queste lesioni si riscontrano general
ritiene che, per quanto diversissime tra loro, le mente nei bambini e nei giovani adulti. Possono
malattie primitive della milza che danno ipersple essere solitarie o multiple e macroscopicamente
nismo possano agire con un meccanismo patogene-
tico comune, che potrebbe essere rappresentato dal
rallentamento della circolazione ematica interna
alla milza con conseguente maggiore esposizione
della massa ematica all'attività dei macrofagi.
H .Anomalie congenite
In questo gruppo si distinguono anomalie di
numero, volume, forma e posizione della milza.
La mancanza completa della milza (asplenia) o
il ridotto sviluppo (iposplenia) sono anomalie rare
e spesso fanno parte di malformazioni più com
plesse, che coinvolgono anche il cuore. Altre ano
malie congenite, meno frequenti, riguardano la
fusione dell'organo con altre strutture, come le
gonadi, generalmente i testicoli (fusione spleno-
gonadale), il fegato (fusione spleno-epatica) o il
rene (fusione spleno-renale).
La presenza di lobature o di incisure lungo il
margine anteriore è legata ad ima incompleta fusio
ne degli abbozzi multipli che si formano nel meso-
gastrio dorsale. Più frequente è il riscontro di orga
nuli splenici accessori o sovranumerari, riscontra
bili nel 10% circa degli individui secondo casistiche
autoptiche. Si tratta della presenza di noduli singo
li o multipli di piccole dimensioni, in genere infe
riori ai 4 cm, di aspetto macroscopico e microscopi-
co assolutamente sovrapponibili a quello dell'orga
no principale. Più spesso si trovano localizzate nel
l'ilo splenico o lungo la coda del pancreas, e si svi Fig. 2 - La cisti da echinococco in questo caso mostrava una
luppano dai primitivi abbozzi splenici che, durante parete fibrosa, ma senza scolici evidenti.
614 & Milza
Fig. 3 - Cisti epiteliale con spessa capsula fibrosa (a), rivestita da epitelio squamoso (b).
hanno una superficie interna liscia, con marcata tra- possono essere complicanza infettiva di lesioni
becolatura. L'epitelio di rivestimento può essere di necrotiche generate da un trauma con sovrapposizio
tipo colonnare-cuboidale, reminiscente del mesote- ne batterica. Possono anche dipendere dalla evolu
lio peritoneale, oppure di tipo squamoso (Fig. 3). zione di infarti embolici settici, da endocardite batte
Spesso il rivestimento epiteliale risulta assottigliato rica subacuta o da tifo. I piccoli ascessi possono gua
per fenomeni di atrofia da compressione. Si ritiene rire con cicatrici, mentre quelli più voluminosi tendo
che le cisti epiteliali possano derivare da inclusioni no a confluire e a generare complicazioni come asces
di cellule epiteliali provenienti da organi adiacenti si epatici secondari, ascessi subfrenici e peritonite.
o da invaginazione del mesotelio di superficie. Le Più frequentemente in corso di infezioni acute
cisti con rivestimento epiteliale di tipo mucinoso sistemiche la milza risponde con un quadro aspecifi
sono molto rare e si osservano generalmente in co, denominato splenite settica acuta o milza settica
corso di pseudomixoma peritonei. o tumore infettivo acuto (Fig. 4). Tale quadro è legato
Le cisti secondarie, false cisti o pseudocisti all'accentuazione dei processi di distruzione cellulare
(75%), sono lesioni solitarie, generalmente asinto che si verificano nella polpa rossa nelle maglie della
matiche, costituite da una parete spessa fibro-calci- quale si raccolgono i detriti cellulari i quali attivano i
fica, in cui non è visibile un rivestimento epiteliale. macrofagi dei cordoni che provvedono alla loro eli
Queste cisti spesso contengono materiale ematico minazione. Anche la circolazione sanguigna aumenta
variamente degradato. Si ritiene che le lesioni pos e la polpa rossa diventa iperemica. Spesso si osserva
sano formarsi in seguito a marginazione fibrosa di una attivazione della polpa bianca sotto forma di
una area del parenchima in necrosi o danneggiata, iperplasia follicolare reattiva, con formazione di cen
ad esempio, in seguito ad un trauma. Non si esclu tri germinativi reattivi, proliferazione di immunòbla-
sti ed accumuli di plasmacellule con infiltrazione di
de, tuttavia, che una parte di queste cisti siano rap
presentate in realtà da cisti epiteliali complicate da
emorragie o da fenomeni ischemici, comunque da
eventi che abbiano causato la perdita del rivesti
mento epiteliale.
granulociti neutrofili nella polpa rossa, quadro carat della quartana, e il Plasmodium ovale, agente della
teristico delle fasi acute del tifo e del morbillo, del terzana mite. Le zanzare trasmettono gli sporozoiti.
l'AIDS, delle malattie immuno-mediate, come la por Questi, circolando nel sangue, vanno ad infestare gli
pora trombocitopenica immune, delle anemie emoli epatociti dove ha luogo una fase di merogonia. I
tiche acquisite, dell'artrite reumatoide, della forma merozoiti che si liberano dagli epatociti vanno ad
sistemica del Castleman e dei pazienti dializzati. infestare i globuli rossi. In essi si verifica la schizo-
In corso di infezioni virali e di rigetto di trapianto, gonia che porta alla produzione di trofozoiti, alla
si può incontrare una iperplasia linfoide diffusa che distruzione dei globuli rossi e all'elaborazione di un
non interessa tanto i noduli linfoidi della polpa bian pigmento emico scuro, detto emozoina. La riprodu
ca, ma si manifesta essenzialmente con una prolifera zione dei trofozoiti e l'immissione in circolo nel san
zione di immunoblasti e plasmacellule nella polpa gue di nuovi merozoiti causa gli accessi febbrili e
rossa. La mononucleosi infettiva da infezióne da determina il propagarsi dell'infezione a nuovi glo
virus di Epstein-Barr è il prototipo di questo tipo di buli rossi. L'infezione acuta da Plasmodium falcipa
attivazione iperplastica. La mononucleosi infettiva rum determina un quadro pluriviscerale dominato
rappresenta una condizione a rischio considerevole dalla melanosi per l'accumulo del pigmento libera
di rottura dell'organo, perché la sua capsula, assotti to e catturato dai macrofagi, nonché da fenomeni
gliata dall'infiltrazione della popolazione immuno- necrotici ed emorragici causati da ostruzione del
blastica, non riesce a sostenere l'aumento di pressio microcircolo da parte dei globuli rossi infestati ed
ne che si verifica, nel contesto della polpa rossa, per anomali. La polpa rossa della milza, in cui restano
la marcata congestione ematica e l'accumulo di cellu intrappolati i globuli rossi infestati ed anomali, è
le immunitarie. Spesso il quadro morfologico simula congesta con accumulo abbondante di pigmento. La
un processo, linfoproliferativo maligno, e soltanto un polpa bianca, attivata, mostra frequenti aspetti di
accurato studio fenotipico, corredato dalle informa necrosi fibrinoide dei follicoli. In seguito all'aggluti
zioni cliniche sullo stato sierologico, consente di arri nazione dei globuli rossi nel microcircolo si possono
vare alla diagnosi corretta di infezione virale. osservare fenomeni necrotico-emorragici del paren
E stata descritta anche una forma di iperplasia chima. Nelle forme croniche e benigne, il pigmento
linfoide reattiva localizzata, caratterizzata dalla malarico tende a ridursi, mentre persistono i feno
presenza di noduli simil-tumorali sulla superficie meni di fibrosi. Con il tempo la milza può andare
splenica. I noduli derivano dalla confluenza focale incontro ad atrofia e secondario deficit funzionale.
di centri germinativi della polpa bianca, oppure da Ulteriore patologia da protozoi, che interessa la
una proliferazione localizzata diffusa di linfociti, milza, è la Leishmaniosi viscerale, causata dalia
plasmacellule e immunoblasti con sclerosi, o anco Leishmania donovani. I parassiti si collocano nei
ra da una combinazione dei due quadri. macrofagi in forma di corpiccioli di 2-4 jim, in cui è
Anche i processi flogistici granulomatosi sono di possibile riconoscere due masserelle basofile, il
frequente osservazione nelle splenectomie. Possono macronucleo, o trofonucleo, e il cinetoplasto polare.
essere di origine infettiva o legati a reazione immuni Insieme alla febbre, al calo ponderale, alle linfoade-
taria abnorme, per irregolarità della processazione o nopatie e alle citopenie, la splenomegalia completa
il quadro clinico. La milza, aumentata di volume,
per difetti di presentazione degli antigeni da parte
mostra nella polpa rossa aumento dei macrofagi nei
delle cellule epitelioidee. Morfologicamente, i granu quali è possibile evidenziare i parassiti (Fig. 5).
lomi possono essere ampi ed attivi, composti da cel
lule epitelioidee con numerose cellule giganti tipo
Langhan's, spesso con necrosi centrale. Questi gra
nulomi si osservano caratteristicamente in corso di
tubercolosi miliariforme. I granulomi possono essere
piccoli, composti da cellule epitelioidi, con poche cel
lule giganti e senza necrosi, e possono essere riscon
trati anche in corso di sarcoidosi, in associazione con
linfomi, come il linfoma di Hodgkin o la leucemia a
cellule capellute, ed in condizioni non neoplastiche,
come l'uremia cronica e la mononucleosi infettiva.
Infine, i granulomi possono essere inattivi, "vecchi",
cioè fibrotici e calcificati, ma non necrotici.
Altra malattia infettiva che colpisce la milza è la
malaria, malattia un tempo endemica in Italia, ma
da tenere ancora ben presente, legata ai protozoi del
genere Plasmodium, trasmessi dalle zanzare del
genere Anopheles. Le specie patogene per l'uomo Fig. 5 - Uomo di 60 anni, con classico quadro di Leishmanio
sono il Plasmodium vivax, agente della terzana si viscerale, con splenomegalia, pancitopenia e febbre. L'esa
benigna, il Plasmodium falciparum, agente della
me della milza che pesa 1000 grammi, evidenzia una polpa
rossa popolata da macrofagi contenenti numerósi corpi di
terzana maligna, il Plasmodium malariae, agente Donovan.
616 Milza
La milza è una sede frequente di interessamento zione di istiociti, morfologicamente diversi dalle
di infezioni opportunistiche in corso di AIDS. Fra cellule di Gaucher, caratterizzati dall'accumulo di
queste meritano menzione lo pseudotumore a cellule fosfolipidi. Queste condizioni comprendono malat
fusate da micobatteri e l'angiomatosi bacillare. Lo tie ereditarie e condizioni acquisite. Le malattie ere
pseudotumore a cellule fusate da micobatteri è ditarie sono la malattia di Niemann-Pick e la
lesione morfologicamente simile allo pseudotumore malattia di Tay-Sachs, malattie lisosomiali da accu
infiammatorio della milza: si presenta sotto forma di mulo. Accumuli di istiociti simili si osservano in
noduli di cellule fusate nella polpa rossa, nei pazien malattie granulomatose croniche, nella talassemia,
ti con AIDS o immunocompromessi per altre cause. nelle iperlipidemie, nei disordini mieloproliferativi
La lesione è causata da micobatteri atipici, che posso cronici, nella porpora trombocitopenica idiopatica e
no essere evidenziati nel citoplasma delle cellule nella malattia da depositi di catene leggere. In tutte
fusate con le reazioni istochimiche specifiche. In que queste malattie gli istiociti assumono un aspetto
sti pazienti si può osservare l'angiomatosi bacillare, ceroide dovuto al citoplasma ampio, schiumoso o
causata dalla Bartonella henselae, agente eziologico vacuolato e nel quale si accumulano fosfolipidi, in
della linfadenite granulomatosa necrotizzante sup particolare la sfingomielina. Essi reagiscono con le
purativa, nota anche come malattia da graffio di colorazioni per i grassi, con il PAS combinato con la
gatto, nei pazienti immunocompetenti. Nella milza si diastasi e possono essere autofluorescenti. Gli istio
possono costituire noduli anche voluminosi, con citi ceroidi infiltrano diffusamente i cordoni della
fluenti e pallidi, dovuti a proliferazione di vasi con milza e a volte distanziano di molto i noduli di
endotelio alto nella polpa rossa, accompagnati da polpa bianca contigui (Fig. 6).
abbondante materiale eosinofilo nello stroma, granu- Un tipo particolare di aumento di istiociti, senza
lociti neutrofili e macrofagi. Nel materiale eosinofilo significato clinico, è quello legato alla presenza di
la impregnazione argéntica, secondo Warthin-Starry, istiociti schiumosi nei follicoli malphighiam, proba
o il Giemsa evidenziano aggregati di microrganismi. bilmente dipendente dall'ingestione di oli minerali,
ed associata a lesioni simili nei fegato e nei linfono
di addominali (olegranulomi).
| [sfioritosi
In varie condizioni patologiche la milza è sede di ■ Alterazioni in corso di anomalie
proliferazioni di macrofagi localizzate nella polpa
rossa, nei cordoni, dove vengono fagocitate le cellu delle cellule ematiche circolanti
le ematiche senescenti. L'accumulo di istiociti nella e nei disordini autoimmuni
milza si verifica in condizioni note e caratterizzate da
deficit del metabolismo dei lipidi oppure per elevato Nelle malattie ereditarie caratterizzate da altera
zioni dei globuli rossi e nelle malattie autoimmuni
turnover cellulare. L'accumulo di glucocerebrosidi si tarie che colpiscono le cellule circolanti, la milza è
realizza nella malattia di Gaucher e nei disordini
l'organo in cui si realizza il processo di eliminazio
mieloproliferativi cronici tipo leucemia mieloide cro ne di queste cellule. Per questo, la splenectomia è
nica. Nella malattia di Gaucher la milza può arriva imo degli approcci terapeutici rivolti a ridurre i sin
re a pesare anche diversi chilogrammi. I cordoni tomi legati alla cxtopenia. Le alterazioni che la milza
della polpa rossa sono infiltrati da un numero eleva presenta in questi disordini sono molto simili a
tissimo di istiociti con citoplasma chiaro e con aspet quelle riscontrabili neU'ipersplenismo idiopatico.
to fibrillare. Questo rappresenta l'equivalente morfo
logico dell'accumulo di glucocerebrosidi per il difet
to enzimatico della glucocerebrosidasi lisosomiale. Il
citoplasma di questi elementi si colora con le colora
zioni per il ferro (Pearl's), non si colora con le colora
zioni per i fosfolipidi ed è debolmente PAS-positivo.
Si riconoscono due forme di malattia di Gaucher a
diversa gravità clinica, quella infantile e quella del
l'adulto. La forma infantile ha il deficit enzimatico
completo e si accompagna a grave compromissione
neurologica. La forma dell'adulto, invece, si caratte
rizza per disturbi neurologici ingravescenti, lesioni
ossee e ipoplasia midollare da accumulo di istiociti.
Cellule simil-Gaucher si osservano anche in
malattie ematologiche come la leucemia mieloide
cronica. L'eccessivo catabolismo dei granulociti
fagocitati e la conseguente deplezione secondaria
della glucocerebroside dei macrofagi sono gli even
ti patogenetici. Fig. 6 - Caso di piastrìnopenia autoimmune con accumulo di
In altre condizioni la milza e sede di prolifera istiociti con citoplasma schiumoso nella polpa rossa.
Alterazioni in corso di anomalie delle cellule ematiche circolanti e nei disordini autoimmuni ss 6 1 7
IH Atrofia splenica
§ Infarto splenico La milza, con Tetà, va fisiologicamente incontro
L'infarto splenico può essere il risultato di embo a riduzione di peso e volume. Tutte le condizioni di
lie sistemiche dipendenti da numerose eziologie. Le immunodepressione, sia congenite che acquisite,
principali essendo: la malattia tromboembolica da determinano atrofia della milza attraverso la ridu
endocardite, la trombosi murale delle camere car zione del numero e delle dimensioni dei noduli
diache di sinistra, il tromboembolismo da placche della polpa bianca. In particolare, la deplezione
arteriosclerotiche dell'aorta discendente. Cause più delle zone di pertinenza linfocitaria T è caratteriz
rare di infarto sono: la trombosi della vena splenica; zata dalla presenza di arteriole penicillari prive
le vasculiti sistemiche, come la granii lomatosi di della normale cuffia di linfociti. La riduzione della
Wegener; l'occlusione dei canali della polpa rossa da polpa rossa è associata ad incremento relativo delle
parte di globuli rossi falciformi o da parte di focolai trabecole fibrose. L'atrofia splenica può rappresen
diffusi di emopoiesi. Gli infarti multipli sono fre tare anche lo stadio terminale di malattie spleni-
quenti in caso di splenomegalia massiccia, indipen che, come la splenomegalia in corso di anemia fal
dentemente dall'eziologia che l'ha determinata. ciforme, o essere l'esito di ripetuti infarti splenici.
Atrofia splenica í 619
Si verifica inoltre in numerose altre malattie 1. una forma con infiltrazione omogenea diffusa,
infiammatorie croniche, come la celiachia, la malat tipica della leucemia a cellule hairy (Fig. 8);
tia di Crohn e la colite ulcerosa. Anche le terapie 2. un quadro miliariforme, caratterizzato dalla
radianti determinano atrofia splenica, verosimil presenza di espansione micronodulare della
mente per alterazioni vascolari e conseguenti feno polpa bianca, tipico dei linfomi a carattere indo
meni ischemici. In queste evenienze si verifica col lente, come i linfomi follicolari (Fig. 9), a picco
lasso del parenchima, con fibrosi diffusa della li linfociti, marginali, mantellari e linfoplasmo-
polpa rossa, deplezione linfocitaria e fibrosi densa citoidi;
della capsula. 3. quadri di tumore unico, quando il linfoma
costituisce una massa (Fig. 10);
4. la forma multinodulare, tipica dei linfomi a
grandi cellule e del linfoma di Hodgkin (Fig. 11;
Uamiloidosi nella milza è.in genere legata alla Tab. 2). -
forma secondaria della malattia amiloidogenetica.
A seconda della distribuzione dei depositi si pos La leucemia linfatica cronica ed il linfoma a
sono avere i quadri macroscopici della milza "a piccoli linfociti B hanno, nella milza, la stesso
sagù" - dal nome di una farina malese granulosa- aspetto morfologico che assumono negli altri orga
nei casi di interessamento dei follicoli; o della ni. Prima che il linfoma marginale splenico fosse
milza "lardacea o a prosciutto", quando i deposi descritto, il linfoma a piccoli linfociti era la forma
ti siano diffusi. Più infrequente è il riscontro i più frequente di linfoma splenico primario. Poiché
noduli localizzati, i cosiddetti tumori amiloidi. nella maggior parte dei casi questo tipo di linfoma
L'amiloide va distinta dalla para-amiloide, ispes è in IV stadio, l'interessamento splenico è molto fre-
simento ialino deiravventizia dei vasi splenici. Il
tipo di distribuzione dell'amiloide non correla - • #J' £ , y
affatto con il tipo di amiloide, la proteina fibrilla ; ' '
re AL derivata dal deposito di catene leggere delle
immunoglobuline; la proteina fibrillare AA deri
vato dal deposito della apolipoproteina sierica
SSA. Istologicamente, nell'interessamento della
polpa bianca i noduli di amiloide sostituiscono i
follicoli e interessano la parete delle arteriole
penicillari, mentre nell'interessamento della
polpa rossa il quadro può variare da un lieve
ispessimento omogeneo della parete dei sinusoidi
fino alla sostituzione diffusa con riduzione del
numero di macrofagi dei cordoni e rarefazione dei
sinusoidi che presentano lumi che risultano molto
distanziati gli uni dagli altri. La sostanza amiloide
si evidenzia con la colorazione rosso Congo nella Fia. 8 - Linfoma maligno con preminente distribuzione neila
sua tipica birifrangenza verdastra a luce polariz polpa rossa in modo diffuso. Sono evidenti alcune aree infar
zata (dicroismo).
tuati.
B Neoplasie
Le Neoplasie ematopoietiche comprendono
sia i linfomi maligni che le malattie mieloprolifera-
tive.
I Linfomi maligni sono le neoplasie di gran
lunga più frequenti in sede splenica. In genere que
sto evento fa parte di un processo generalizzato,
spesso di tipo leucemico, ma in alcuni casi, proba
bilmente stimabili attorno al 3%, la milza è l'unico
sito di localizzazione di malattia (cosiddetti linfomi
primitivi della milza). Sono quadri anatomo-cliniri
che si presentano come splenomegalie isolate con
associato interessamento dei linfonodi ilari e si
accompagnano ad un quadro di un ipersplenismo.
Sono stati descritti quattro pattern di interessamen Fig. 9 - Pattern di interessamento miliariforme della polpa
to macroscopico da linfoma maligno: bianca in corso dì linfoma follicolare.
6 2 0 -s Milza
bra avere significato prognostico negativo. In alcu neoplastiche variano dagli elementi maturi ai pla-
ni casi il linfoma può progredire in un linfoma a smoblasti e possono essere bi- o tri-nucleate. Una
grandi cellule nella milza: si tratta della sindrome restrizione monotipica delle catene leggere delle
di Richter che nella milza si associa in genere a immunoglobuline è marcatore della monoclonalità
compartimentalizzazione dei due processi. Infatti il della malattia.
linfoma a grandi cellule si localizza nella polpa Il linfoma mantellare è una forma aggressiva,
bianca, mentre quello a basso grado, a piccoli linfo composta da elementi linfoidi piccoli o intermedi
citi, diffonde nella polpa rossa. Talora il linfoma a che assomigliano a quelli degli altri processi linfo-
piccoli linfociti e la leucemia linfatica cronica posso proliferativi. Molti pazienti hanno splenomegalia
no interessare soprattutto la polpa rossa, fino ad con malattia in stadio avanzato già all'atto della
oscurare completamente la polpa bianca. In questi presentazione. Si stima che il linfoma ..mantellare
casi il linfoma assume un aspetto morfologico simi rappresenti il 40% circa dei linfomi splenici primiti
le a quello della leucemia a cellule hairy. La diagno vi composti da piccole cellule. Spesso la splenome
si differenziale in questi casi si avvale dell'analisi galia non si associa a linfoadenomegalie, ed il linfo
immunoistochimica. Caratteristicamente le cellule ma ha un quadro clinico di tipo leucemico. Nella
del linfoma a piccoli linfociti e della leucemia linfa milza la malattia si distribuisce tipicamente alla
tica cronica mostrano una positività debole per le polpa bianca dove una corona pericentrale di ele
IgM di superficie, sono positivi per CD5, CD23 e menti linfoidi, piccoli o intermedi con irregolarità
CD43 è sono negativi per DBA.44 e ciclina DI. Inol del profilo nucleare e cromatina densa, si accresce
tre il linfoma può essere mascherato da una reazio tendendo a obliterare i centri germinativi secondari
ne granulomatosa diffusa. e la zona marginale. Possono anche simulare un lin
La Leucemia prolinfocitica è disordine correla foma della zona marginale, quando gli elementi
to alla leucemia linfatica cronica che, clinicamente, neoplastici con ima maggiore quantità di citopla
si presenta con linfocitosi elevata e splenomegalia. sma tendono ad accumularsi alla periferia. In que
L'interessamento splenico si caratterizza per un sti casi il relativo monomorfismo degli elementi
infiltrato linfoide a distribuzione simile a quello neoplastici, e la diffusa positività nucleare per la
della leucemia linfatica cronica, ma composto in proteina bcl-l/ciclina DI, sono di ausilio per porre
prevalenza da elementi di tipo prolinfocitico e para- la diagnosi di linfoma mantellare. Le cellule neopla
immunoblastico. Il fenotipo è B nell'80% dei casi, stiche tendono a infiltrare anche i cordoni e i sinu
con espressione marcata di immunoglobuline di soidi della polpa rossa.
superficie, generalmente senza espressione del Il linfoma della zona marginale splenica è ima
CD5. Nelle forme T, che rappresentano il restante entità linfomatosa recentemente descritta che pro
20% dei casi, l'interessamento della polpa rossa è babilmente include molti dei linfomi primitivi della
più marcato. milza in passato interpretati come linfomi a piccoli
Il linfoma linfoplasmocitico, con il quadro clilinfociti o linfoplasmocitici. Attualmente c'è la ten
nico della macroglobulinemia di Waldenstróm, ha denza a considerare questa entità il tipo più fre
una distribuzione splenica indistinguibile dalle quente di linfoma primitivo splenico a decorso cli
forme a piccoli linfociti o da quello della leucemia nico indolente e a basso grado istologico di maligni
linfatica cronica. La polpa bianca è espansa in modo tà. La malattia si può presentare come una espan
disomogeneo, con obliterazione delle aree di perti sione della zona marginale della polpa bianca o
nenza linfocitaria T. Spesso sono presenti istiociti anche come un quadro bifasico. L'accrescimento
epitelioidi. Anche il linfoma linfoplasmocitico può marginale è caratterizzato da espansione di questa
infiltrare in modo diffuso la polpa rossa, con perdi zona da parte di una popolazione polimorfa costi
ta della polpa bianca, ma senza l'aspetto nodulare tuita da piccoli linfociti, blasti più grandi e plasma-
dei linfomi splenici. La diagnosi differenziale con il cellule. In particolare i linfociti sono cellule piccole,
linfoma a piccoli linfociti si basa sulla mancanza dei o di dimensioni intermedie, con nuclei ovoidi o
centri di proliferazione con prolinfociti e paraim- reniformi ed una quota moderata o abbondante di
munoblasti, ed ancora sulla assenza di marcatori citoplasma chiaro (aspetto simil-monocitoide). La
specifici CD5 e CD23. crescita si espande ad infiltrare il mantello ed il cen
Il quadro del plasmocitoma splenico si riscontratro germinativo dei follicoli secondari fino ad inte
frequentemente nella leucemia plasmacellulare, ressare la polpa rossa. In alcuni casi, può spiccare
mentre tanto il plasmocitoma primitivo della milza soprattutto una componente linfoplasmocitaria.
quanto l'interessamento splenico del mieloma mul Questi casi si accompagnano ad una gammopatia
tiplo sono rari. L'interessamento primitivo della monoclonale, nonché ad eventi autoimmunitari. In
milza può causare ima splenomegalia massiccia, alcuni casi si possono osservare una componente di
con rischio di rottura dell'organo. Noduli di accre blasti grandi e progressione morfologica in linfoma
scimento tumorale si formano per espansione dei a grandi cellule. Il quadro bifasico, invece, com
noduli della polpa bianca coinvolti e dei noduli di prende i casi in cui la polpa bianca si presenta con
crescita nella polpa rossa. In questa sede può essere una zona centrale di elementi piccoli e scuri, circon
presente una infiltrazione diffusa. Le plasmacellule data da una zona periferica chiara di elementi di
622 > Milza
tipo marginale. Questo quadro è più frequente nel natura infettiva. Le cellule neoplastiche, a fenotipo
linfoma a linfociti villosi circolanti, considerato B, sono positive al CD20, CD11C, CD25, CD103, fis
variante leucemica del linfoma della zona margina sano l'anticorpo DBA.44 e possono esprimere la
le splenica. Si tratta di un disordine linfoproliferati- ciclina DI.
vo cronico ad impronta leucemica che si presenta in I linfomi follicolari producono nella milza un
soggetti maschi di età avanzata con splenomegalia quadro del tutto caratteristico. Le forme a basso
marcata e con un picco monoclonale sierico; il picco grado istologico (grado 1 e 2), tendono ad interessa-
monoclonale è riscontrabile nelle urine in un terzo re tutti i noduli linfoidi della milza con un atteggia
dei casi. La malattia deve la sua denominazione alla mento multinodulare, generalmente uniforme, ben
presenza di elementi linfoidi circolanti che assomi evidente alTesame macroscopico. Di solito questo
gliano alle cellule capellute per la presenza di carat reperto correla con un accrescimento nodulare nei
teristiche proiezioni villose del citoplasma, poste linfonodi. NelTera in cui la splenectomia era proce
però ad un solo polo della membrana citoplasmati dura standard per la stadiazione dei linfomi, l'inte
ca. A differenza delle cellule della leucemia a cellu ressamento splenico era evidenziabile in un terzo
le capellute, i linfociti villosi non esprimono attività dei pazienti, anche nelle milze di dimensioni e peso
fosfatasica acida tartrato-resistente e sono negativi normali. La polpa bianca in questi casi non era
al CD103. Nel 15% dei casi sono riscontrabili una espansa, ma era comunque popolata da elementi
traslocazione t(ll;14) (ql3;q32) ed il riarrangiamen piccoli ad abito centrocitico. Difficile è l'interpreta
to della ciclina DI. zione morfologica dei casi con grado 2, in particola
Il linfoma marginale splenico è neoplasia a cellure rispetto alle forme di iperplasia reattiva follicola
le B che esprimono catene IgM o IgD e la proteina re. I criteri diagnostici differenziali sono gli stessi
bcl-2, mentre sono negativi il CD5, il CD10, il CD23, che si utilizzano nei linfonodi: infatti, i follicoli neo
il CD43 e la ciclina DI. Anche il marcatore DBA.44, plastici hanno centri germinativi monomorfi, con
tipico della leucemia a cellule hairy, è spesso nega riduzione dei macrofagi dotati di corpi tingibili, ed
tivo. Le caratteristiche del fenotipo sono valido attenuazione dei mantelli fino alla loro scomparsa.
ausilio nella diagnosi differenziale con i linfomi di Generalmente nella polpa rossa manca la plasmoGi
morfologia simile, che nella milza possono assume tosi policlonale che si osserva nelle forme reattive.
re aspetti di tipo marginale. Le principali anomalie Invece la zona marginale può essere espansa e far
del genotipo riguardano la delezione 7q. Lo stato parte di un quadro di differenziazione del linfoma,
dei geni della catena pesante delle immunoglobuli- come dimostrano la identità clonale della quota fol
ne è variabile, poiché possono essere mutati o non licolare e di quella marginale e la presenza in
mutati. Rispetto ai linfomi marginali extranodali, entrambe della translocazione t(14;18).
quello splenico manca della translocazione t(ll;1.8) I linfomi a grandi cellule B rappresentano la
che coinvolge i trascritti di fusione AP12 e MALTI. variante più frequente di linfoma primitivo della
Il decorso clinico è in genere indolente. Il 65%milza. Generalmente il tumore è una massa tumo
dei pazienti è ancora vivo a 5 anni dalla diagnosi. rale singola, ma può presentarsi anche come masse
La malattia può evolvere in un linfoma B a grandi multiple confluenti che sostituiscono il parenchima,
cellule. invadendo la polpa rossa. La neoplasia può invade
La leucemia a cellule hairy è linfoma leucemico re la capsula ed estendersi agli organi vicini. L'inte
caratterizzato da splenomegalia sin dalTesordio. La ressamento della polpa bianca è disomogeneo, per
splenectomia non rappresenta più una modalità cui si possono osservare aree di polpa bianca nor
curativa in questa malattia, che viene attualmente male alternate ad aree di polpa bianca infiltrata.
trattata con chemioterapici. Il quadro clinico si Oltre alla variante con noduli multipli grandi e con
caratterizza per pancitopenia e il riscontro all'ago- fluenti, la malattia può assumere atteggiamento di
aspirazione di un midollo secco per la presenza dì espansione micronodulare della polpa bianca, com
diffusa fibrosi nelle lacune osteomidollari. La milza posta da elementi ad abito centroblastico, immuno-
è ingrandita ed in genere pesa intorno ai 1000 gram blastico e plasmoblastico, con possibilità di crescita
mi. L'interessamento prevale nella polpa rossa, marginale attorno a centri germinativi normali.
mentre la polpa bianca può essere diffusamente Nella variante ricca in linfociti T e di istiociti, il lin
sostituita. L'endotelio delle vene trabecolari è foma assume aspetto micronodulare in cui le gran
costantemente infiltrato. La popolazione cellulare è di cellule B monoclonali sono una minoranza asso
caratteristicamente composta da elementi mono- luta o solo relativa per la grande abbondanza di
morfi, citologicamente caratterizzati da citoplasma piccoli linfociti T e di istiociti, così da simulare altri
ampio e chiaro, con margini ben definiti, da nucleo tipi di linfoma, caratterizzati da quadri infiammato-
spesso reniforme o ovale, non nucleolato. Spesso le ri, come il linfoma di Hodgkin, i linfomi T periferi
cellule neoplastiche rivestono strutture pseudo- ci, e le flogosi reattive. Sono casi che hanno progno
sinusali, dilatate e contenenti emazie. A volte la si sfavorevole. Raramente, il linfoma a grandi cellu
dilatazione è così spiccata da simulare una neopla le B interessa primitivamente la polpa rossa, inva
sia angiomatosa. Possibile è il reperto di focolai di dendone i cordoni ed i seni. In questi casi le cellule
emopoiesi splenica e di granulomi necrotizzanti, di neoplastiche possono esprimere il CD5.
Neoplasie 623
I Linfomi a cellule T possono essere confinati Solo raramente la milza è interessata da altri tipi
alla zona di pertinenza T linfocitaria della polpa di linfoma T, come il linfoma angioimmunoblastico,
bianca (zona periarteriolare), formando cuffie di il linfoma a grandi cellule anaplastiche e la micosi
cellule atipiche, spesso mescolate ad istiociti. Pos fungoide.
sono anche interessare la parte periferica della Il linfoma di Hodgkin viene diagnosticato
zona marginale. In altri casi la malattia tende ad nella milza all'esordio della malattia raramente.
interessare prevalentemente la polpa rossa, inva Tuttavia, la splenectomia è ancora atto medico da
dendone i cordoni e i seni, senza interessare la eseguire per la stadiazione di questi disordini, spe
polpa bianca e senza dare masse tumorali eviden cialmente nelle forme iniziali in cui Finteressamen
ti (Fig. 14). Hanno questa modalità di accrescimen to della milza può modificare l'atteggiamento tera
to i linfomi epato-splenici a fenotipo T: sono linfo peutico. Caratteristicamente la milza interessata
mi rari, ma molto aggressivi, che colpiscono sog dal linfoma di Hodgkin contiene noduli linfomato-
getti giovani, spesso immunodepressi, ad accresci si a distribuzione irregolare, anche miliariforme;
mento intrasinusale non solo nella milza, ma nelle milze asportate per la stadiazione possono
anche nel fegato e nel midollo osseo. Spesso que essere repertati piccoli noduli anche di pochi milli
sta variante è accompagnata da necrosi e da istio- metri. La quantificazione dei noduli neoplastici
citosi marcata con attivazione della fagocitosi sembra avere valore prognostico. È un linfoma che
delle cellule ematiche (eritrofagocitosi). A volte si localizza inizialmente nelle cuffie linfoidi periar-
anche le cellule neoplastiche stesse possono acqui teriolari e/o nella zona marginale, sede in cui le
sire attività fagocitica nei confronti delle cellule cellule neoplastiche tendono ad accumularsi
eritroidi. Sono linfomi che hanno un fenotipo (Fig. 15). La definizione diagnostica degli istotipi
caratteristico, rappresentato dall'espressione di istologici nella milza è meno accurata che nei linfo
antigeni T, spesso di tipo soppressore (CD8+) e nodi, per il fatto che alcune forme di sclerosi nodu-
natural-killer (CD56+, TIA1+), in assenza di posi lare possono mostrare cellule senza morfologia
tività per il virus di Epstein-Barr. Molti a fenotipo lacunare, mentre casi classici di cellularità mista
y/6 esprimono Yisocromo soma 7q. Sono stati possono presentare ampi tralci di fibrosi. La pre
descritti anche casi rari a fenotipo a/p. senza di granulomi epitelioidei, privi di cellule
La milza è interessata anche da un disordine lin- neoplastiche, è riscontrabile nel 10% dei casi e non
foproliferativo leucemico primitivo ed indolente, la ha significato prognostico.
leucemia a linfociti T grandi e granulari: è malattia La- milza è un organo frequentemente interessa
caratterizzata da neutropenia cronica e da eventi to dai disordini mieloproliferativi, che hanno per
autoimmnunitari, compreso un quadro che simula lo più. una distribuzione prevalente nella polpa
l'artrite reumatoide. Nella milza l'infiltrazione inte rossa (Fig. 16).
ressa soprattutto la polpa rossa: le cellule infiltranti La leucemia mieloide cronica infiltra, in modo
sono linfociti piccoli e di medie dimensioni. La polpa diffuso, i cordoni ed i seni della polpa rossa, general
bianca non è interessata, ma spesso mostra centri mente oblitera la polpa bianca, determinando un
germinativi attivati. Hfenotipo di queste cellule è T aspetto macroscopico di organo solido, omogeneo,
CD3+, TCR a/(3+, CD4-, CD8+ e CD57+. La senza noduli. La popolazione mieloide è polimorfa
malattia può evolvere in un linfoma a grandi cellule. nella fase cronica, essendo presenti contemporanea-
Fig. 14 - Caso di un soggetto di 19 anni con splenomegalia, Fig. 15 - Linfoma di Hodgkin classico, variante sclerosi nodu
leucopenia con elementi circolanti atipici, diagnosticato come lare, che sostituisce la polpa bianca della milza creando nodu
linfoma epatospienico con fenotipo gamma-delta. La neoplasia li di dimensioni discrete. Mescolati a piccoli linfociti e a cellule
ha una crescita preminentemente intrasinusale. epiteliodee sono riconoscibili anche elementi stembergoidi e
lacunari.
624 ^ Milza
Bibliografia essenziale
Wilkins BS, Wright DH. Illustrated pathology of the
spleen. Cambridge University Press, Cambridge, 2000.
\I
i
Sistema endocrino:
6.1 generalità
G.M. Mariuzzi, L. Cavazzìni, L. Mariuzzi
'■'■ri:':; Vi;-' i
Cause maggiori di discrinie dà ........
Sistema ipotalamo-neuroipofisi
■ I raggruppamenti (nuclei parvicellulari) di neu
ReB&8S Cenni di anatomia e morfologia roni di piccole dimensioni (neuroni parvicellulari)
funzionale sono anch'essi capaci di secrezione endocrina (neu
Gli organi di questo complesso formano un'uni rormoni); neurormoni facilmente identificabili
tà funzionale con attività differenziate: nervose, all'indagine microscopica immunocitochimica.
umorali, endocrine è neurovegetative. Attività fra Altri neuroni secernenti si trovano, riuniti in aree
loro collegate e correlate in modo reciproco; essen con cellule sparse, a formare raggruppamenti mal
do rilevante anche la funzione di controregolazione definibili.
negativa operata dagli ormoni prodotti. I neuroni secretori parvicellulari secernono fat
Al sistema convergono stimoli esogeni ed endo tori attivi sulle cellule ipofisarie (fattori di rilascio o
geni, provenienti dall'ambiente esterno e da quello Releasing Hormones, RHs) ed i loro assoni, rag
interno. I segnali, raccolti da recettori specifici, evo giungono la regione del tuber cinereum e qui rila
cano risposte nervose ed umorali che, nella norma sciano i granuli che sono il loro neurosecreto; que
e per omeostasi, adeguano "l'ambiente interno" sto poi entra nei vasi sanguigni dei sistema portale
alle variazioni percepite (Fig. 1), ipofisario per raggiungere i sinusoidi dell'adenoi-
L'ipotalamo, parte del diencefalo, connesso con pofisi. Alla fine ogni neurormone, giunto nell'ade-
il controllo superiore, centrale nervoso, delle fun noipofisi, si lega ai recettori specifici delle cellule
zioni viscerali autonome ed endocrine, comprende che deve attivare.
le pareti laterali del 3° ventricolo, al di sotto del I neuroni secernenti di questi nuclei parvicellu
solco ipotalamico (incisure sulle pareti laterali dello lari sono connessi:
stesso ventricolo), ed il pavimento del 3° ventricolo,
compresi il tuber cinereum o infundibulo. a) per via nervosa, con il sistema nervoso centrale,
Rostralmente l'ipotalamo è delimitato da un con il sistema neurovegetativo e con la neuroi
piano coronale, ideale, che passa: anteriormente pofisi;
alla commissura anteriore; caudalmente invece ad b) per via umorale, soprattutto con l'adenoipofisi e
un analogo piano situato oltre i corpi mammillari. con il circolo sistemico.
Ai lati, a seconda dei diversi piani coronali, si trova Gli aggregati "nuclei" di neuroni secretori sono
no: il talamo, la capsula interna, il globo pallido ed riuniti in quattro complessi o gruppi.
il tratto ottico. Il peduncolo ipofisario è connesso II primo gruppo comprende:
con il tuber cinereum del pavimento del 3° ventri
colo (Fig. 2). La figura 3 mette in evidenza la distri • i nuclei magnocellulari sovraottici (NSO) situati,
buzione spaziale dei nuclei ipotalamici, che verran uno per lato, in corrispondenza dei tratti del
no di seguito considerati. Gli assoni (fibre nervose chiasma ottico;
non mielirdzzate) dei neuroni secretori dei nuclei • i nuclei paraventricolari (NPV), posizionati, uno
magno cellulari (costituiti cioè da cellule volumino per lato, nella parte più alta della parete laterale
se) attraversano il peduncolo ipofisario per termi del terzo ventricolo: questi nuclei sono formati in
nare, in gran parte, nel contesto deiripofisi poste prevalenza da neuroni magnocellulari (Fig. 4);
riore. In questa sede trasportano, in forma di granu • i nuclei tubero-mammillari (CTM) situati late
li, xneurormoni prodotti dai neuroni secretori ipo- ralmente, nel pavimento del 3° ventricolo, in
talamici (Fig. 4), che sono la vasopressina o ormo prossimità dei corpi mammillari (CM), poste
ne antidiuretico (ADH) e l'ossitocina (AVP). riormente al tuber cinereum.
634 ; Ipotalamo e regione sovrasellare
Il secondo gruppo comprende raggruppamentiri di piccole dimensioni e con scarso citoplasma,
di neuroni, i nuclei tuberali (NT), magno e parvicel- comprende le aree ipotalamiche parvicellulari i cui
lulari, collocati nella parte laterale e posteriore del neuroni sono diffusi nella sostanza grigia ipotala-
tuber cinereum. mica, soprattutto sottoependimale, in sede periven
Il terzo gruppo è fatto soprattutto dai due nucleitricolare, preottica ed ipotalamica posteriore al di
sottoventricolari (NSV), collocati nel pavimento del sopra del complesso dei nuclei tubero mammillari.
3° ventricolo dietro l'infundibolo, nell'area del Per esigenze descrittive e funzionali il comples
nucleo arcuato (NA). Le piccole cellule costituenti so delle formazioni endocrine del sistema ipotala-
divengono ipertrofiche (attivazione funzionale mo-ipofisi viene suddiviso in tre assi funzionali:
inane) dopo la menopausa, nelle condizioni di
gravi restrizioni alimentari, dopo interruzione del • asse ipotalamo-neuroipofisi
peduncolo ipofisario e dopo ipofisectomia. • asse ipotalamo-adenoipofisi
Il quarto gruppo, composto da neuroni secreto ® asse ipotalamo-midollare surrenalica.
Fig. 1 - Controllo che il sistema limbico opera su sintesi e libe Fig. 2 - Sezione sagittale mediana di encefalo umano condot
razione di RHs mediante neurotrasmettitori. ta a livello del terzo ventricolo: a) la regione delhpotalamo
Acronimi: 5 HT = serotonina; GABA = acido gamma ammino occupa la parte mediana del terzo inferiore dell'immagine, al
butirrico; PIF = dopammo; AD = adrenalina; NAD = noradre- di sotto dei corpo calloso e del setto pellucido, b) Sulla parete
nalina ; ACH = acetilcolina ; HA = istamina; RHs = fattori ipo- del 3° ventricolo e nei distretti contigui è indicata la distribuzio
talamici di rilascio delle tropine ipofisarie; linea continua = sti ne spaziale dei nuclei ipotalamid e di altre strutture anatomi
molo; linea tratteggiata = inibizione. che, richiamate nel testo.
Cenni di fisiologia & 635
Fig. 3 - Immagine tomografica dei piani sagittali mediano e coronale a livello del II! ventricolo di encefalo che dimostra la distri
buzione dei nuclei ipotalamici. {Cortesia del Dott. Ferdinando Calzolari, Istituto di Radiologia, Azienda Università - Ospedale, Fer
rara).
1 - nucleo preottico laterale; 2 - nucleo preottico mediale; 3 - area ipotalamica laterale; 4 - nucleo paraventricolare;
5 - area ipotalamica anteriore; 6 - nucleo sopraottico; 7 - area ipotalamica dorsale; 8 - nucleo dorso-mediale; 9 - nucleo ven
ire-mediaie; 10 - area posteriore; 11 - corpo mammillare; 12 - nucleo periventricolare; Ifi - terzo ventricolo; IV - quarto ventri
colo; a - adenoipofisi ; co - chiasmo ottico; e - epifisi; m - mesencefalo; ma - midollo allungato; n - neuroipofisi; p - ponte; pi -
peduncolo ipofisario; to - tratto ottico.
Granuli
Endotelio neurosecreto ri
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SV **’ " ' V-V". '•'■' '.-'' r-J*-
•■'A>>•>- . Jkfl..»*. i'''1
t un:;v,:.-;.,: Fig. 6 - Neuroipofisi di ratto: i granuli di neurosecreto, com
V v presi in piccole vescicole situate in un assone di una fibra ner
* -'V■f-is*- ,■- .? v.-. sv ■/■'V* vosa dei tratto ipotalamo-ipofisario, si trovano in stretto contat
$ •? ^ .\ to con la parete di un vaso capillare. Microfoto elettronica
(22000 X) da Bloom-Fawcett, Trattato di istologia, Piccin Ed.
-.j_. * ■ " +**.j 't. '"k»
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^v re la parte del tuber cinereum prossima al pedunco
,.x., *- >X lo ipofisario.
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-4^s |^ 'tii "»
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U * A*: " %:
dalle arterie ipofisarie superiori ed inferiori che
’■A ì'TÌ*
^..s« * ‘V-i ■ *' *■> * irrorano la sua capsula e il parenchima immediata
»V. È.' * O , ’fr* mente subcapsulare.
Fig. 5 - Neuroipofisi umana: il neurosecreto, trasferito dall'ipo- I neuroni secretori dei raggruppamenti di ele
talamo alla neuroipofisi lungo gli assoni dei neuroni secretori si menti parvicellulari (nuclei ed aree) secernono, per
riconosce, nel contesto della densa rete neurofibrillare della controllo di centri nervosi superiori e del sistema
neuroipofisi, in forma di granuli minuti, coiorati in blu dalla limbico in particolare e mediante molecole di neu
colorazione con acido perrormico-alcian blu. (100 X). rotrasmissione, i neurormoni -RH- (Fig. 1), sostan
ze di natura proteica, che regolano la funzione delle
cellule dell'ipofisi anteriore e quindi, indirettamen
l'acqua da parte del rene; invece, in concentrazione te, del sistema endocrino nel suo complesso.
elevata induce vasocostrizione (vasopressina). I neurormoni -RHs- sintetizzati sono:
L’ossitocina interviene nella contrazione dell'ute
ro gravido all'atto del parto e, all'atto dell'allatta @ IRH (Thyreotropin Releasing Mormone), tri-
mento, per la contrazione dei dotti delle ghiandole peptide, che induce rilascio di TSH e di PRL
mammarie: viene così favorita l'emissione di latte a dalle cellule ipofisarie deputate alla loro produ
seguito degli stimoli sensitivi esercitati sul capezzo zione (cellule basofile per il TSH, acidofile per la
lo dalla suzione (collegamenti sensitivo-cortico-ipo- PRL);
talamici). © GnRH (Gonadotropin Releasing Hormone), deca-
peptide, che induce la secrezione ipofisaria di LH
A sse ipotalam o-adenoipofisi ed FSH da parte di cellule ipofisarie basofile;
® SRIli (Somatotropin Release Inhibiting Hormo
Ha soprattutto connessioni vascolari rappresen ne), tetra-deca-peptide, diffuso in distretti cere
tate dalla rete vascolare del circolo portale ipofisa brali diversi che inibisce il rilascio di GH (ormo
rio, che circonda il peduncolo ipofisario, provenen ne somatotropo) da parte delle cellule acidofile
do dalla rete capillare ipotalamica del distretto dell'ipofisi ed anche di TSH dalle basofile;
tuberale (eminenza mediana, pavimento del 3° ven ® CRI I (Corticotropin Releasing Hormone), peptide
tricolo). Da questa particolare rete vascolare porta composto da 41 aminoacidi, presente nell'adenoi-
le derivano i capillari (sinusoidi) che irrorano i cor pofisi ed anche in altri distretti cerebrali, nonché
doni cellulari dell'adenoipofisi. Questa è, anche, la nelle cellule immuno-competenti: induce il rila
via ematica che trasporta i neurormoni rilasciati scio di ACTH dalle cellule ipofisarie amfofile
dagli assoni dei neuroni secretori a livello dell'emi (legano sia coloranti acidi che basici): quest'ultimo
nenza mediana EM (aree e nuclei del 2°, 3° e 4° regola, per controllo ipotalamico, la secrezione dei
gruppo). EM è il termine convenzionale per indica- glicocorticoidi surrenalici (Fig. 7);
Cenni di fisiologia ® 637
comunque rilevante per esigenze pratiche, tanto
CENTRI NERVOSI diagnostiche quanto terapeutiche. Valga l'esempio
i
SUPERIORI della bromocriptina, agonista dei recettori della
prolattina e per questo efficace nel trattamento
iii 1 SISTEMA LIMBICO | delle iperprolattinemie, inclusa quella causata da
i adenomi ipofisari secementi PRL.
ii
tii istamina
Il controllo della secrezione ipotalamica sembra
aceticolina essere in parte autonomo ed in buona parte media
serotonina adrenalina- to da afferenze provenienti dal sistema limbico, dal
dopamina
GABA noradrenalina talamo e dal tronco cerebrale, ma sopratutto dai
IPOTALAMO meccanismi di feed-back negativo. Questo mecca
nismo consiste nella contro-regolazione negativa
che gli stessi ormoni prodotti esercitano, sia diretta-
mente che in via indiretta, sulla attività funzionale
delle cellule neuroendocrine dell'ipotalamo e su
quelle ipofisarie che li producono per versarli nel
circolo sanguigno. L'effetto è un'azione inibitoria
sulla produzione tanto dello specifico RH che della
r IPOFISI b - -jlV
corrispondente tropina adeno-ipofisaria. L'effetto
PIF della dopamina è utilizzato oggi anche per la
lll terapia degli adenomi ipofisari, nonché di altri
POMC l tumori endocrini come quelli insulo-pancreatici e
[ ] l dei carcinoidi che secernano PRL.
li
l Altri peptidi e molecole biologicamente attive,
1l con effetti differenziati, nel controllo delle funzioni
l dell'adenoipofisi, sono:
l
l
ll © il polipeptide intestinale vasoattivo (VIP),
0. lil riscontrato nell'ipotalamo, che stimola il rilascio
SURRENE ll di PRL con funzione quindi di PRL-RH;
CORTICALE ® la galanina, riscontrabile nell'ipotalamo e nell'i
ll
1 pofisi oltre che nell'intestino, che regola la secre
t zione di GH e PRL;
** • altri peptidi intestinali si trovano nell'ipotalamo
STEROiDI GLICOATTIVi, (colecistochinina, gastrina, polipeptide pan
Fig. 7 - Eventi che regolano la secrezione di glicocortlcoidi. creatico, sostanza P) le cui azioni sul sistema
Acronimi: GABA = acido gamma-idrossi-amino-Dutirrico; CRH ipotalamo-ipofisi non sono state ancora defini
= corticotropin relasing hormone; POMC = proopio melano te; ad alcuni viene riconosciuta un'azione di
cortina; ACTH = ormone cortìcotropo; linea continua: stimolo; stimolo per l'accrescimento e la progressione
Sinea tratteggiata: inibizione.
degli adenomi ipofisari, agendo come fattori di
crescita.
® GHRH (Growth Hormone Releasing Hormone) La funzione di ogni singolo neurone ipotalami-
o somatoliberina, peptide composto da 44 ami co secretare è governata dalla somma di segnali
noacidi, che induce liberazione di ormone della plurimi e contrastanti, di stimolo e di inibizione,
crescita (GH) o somatotropo da parte delle cellu che pervengono all'ipotalamo lungo vie differenti:
le acidofile dell'ipofisi. vie nervose (con la mediazione delle bioamine dei
Le cellule nervose ipotalamiche secernono centri nervosi sovraipotalamici neurotrasmettitori):
anche alcune amine: vie umorali mediante gli ormoni periferici che con
trollano l'attività endocrina dei neuroni secretori
• la dopamina che oltre ad essere un neurotra esercitando su questi una funzione di contro-rego
smettitore, esplica anche azione inibitrice sulla lazione negativa.
secrezione e rilascio della prolattina da parte di Le attività esplicate dai centri nervosi superiori
cellule acidofile dell'ipofisi (PIF: Prolactin Inhi è composita e complessa: ad es. le risposte del siste
biting Factor); ma endocrino agli stress, sopratutto psichici, pren
• r adrenalina, la noradrenalina, e la serotonina dono origine dalla corteccia cerebrale per venire
(si veda: Asse Ipotalamo-Sistema Simpatico- integrate dai neuroni del sistema limbico (amigda
Midollare Surrenale).
la ed ippocampo) che organizzano il complesso
Il perfezionamento delle conoscenze, non anco degli adeguamenti neuro-umorali necessari per il
ra completo, sui neurormord e sulle loro funzioni, è mantenimento dell'omeostasi.
638 s Ipotalamo e regione sovraseilare
A sse ¡potalamo-sistema simpatico formano complessi che governano la differenzia
zione funzionale specifica di ogni citotipo, la mor-
e midollare surrenale (AISS-MS)
fogenesi e l'entità del ricambio cellulare (prolifera
È il sistema che attua le risposte immediate, pre zione). Un esempio, per tutti, sta nelle modificazio
valentemente nervose, ma anche umorali, con libe ni deirattività proliferativa, della funzione e della
razione distrettuale ed immissione in circolo di morfologia cui vanno incontro le cellule ipofisarie
adrenalina e noradrenalina (Grafico 7, Cap. 6.4). È acidofile (denominate epsilon), secernenti PRL.
attivato soprattutto da eventi stressanti perchè nei Queste cellule, in corso di gravidanza assumono
vari parenchimi, parametri come: pressione arterio ima morfologia molto differente da quella della cel
sa, attività cardiaca, flusso ematico differenziato, lula epsilon da cui derivano (che giustifica la deno
attività metaboliche, stato di vigilanza e funzionali minazione di cellule età (Fig. 16, Cap. 6.3); mentre
tà polmonare, divengano adeguati alle variazioni la loro iperplasia attua un aumento di massa dell'a
ambientali ed alle deviazioni o alterazioni dell'o- denoipofisi che corrisponde a circa il doppio del
meostasi, in particolare a quelle causate da stress normale: al proposito si controlli in seguito il capo
soprattutto acuti o istantanei, psichici o psicosoma verso dell'ipofisi gravidica.
tici. Per i dettagli dell'organizzazione delle risposte
di questo sistema, e delle sue funzioni, si veda il
capitolo dedicato allo stress. | Lesioni vascolari
Altre funzioni ipotalamiche sono attuate con Le lesioni vascolari di natura ischemica o emor
attività di centri aventi funzioni opposte di stimolo ragica, possono occorrere in questa sede in associa
e di inibizione con le quali l'ipotalamo regola: zione con malattia cerebrovascolare diffusa, in par
© la sensazione di fame governata dall'area ipota- ticolare con emorragie intracerebrali e subaracnoi-
lamica laterale che stimolata induce iperfagia (e, dee; oppure come conseguenza della rottura di
se distrutta, anoressia); aneurismi delle arterie comunicanti anteriori o
• il senso di sazietà, governato dal nucleo ventro- posteriori. In tutti i quadri di porpora cerebrale e
mediano che, stimolato, produce sazietà-rifiuto nella coagulazione intravasale disseminata (CID)
del cibo; può verificarsi interessamento ipotalamico in forma
• il senso di sete che pertiene al nucleo dorso di piccole emorragie; il danno può essere più seve
mediano; ro, ma tardivo, nei casi con necrosi ipofisaria da
• la temperatura corporea che attiene all'area parto (Malattia di Sheehan) (Mariuzzi 1953).
dorso mediale per l'ipertermia ed all'area preot Di rilievo sono i casi che insorgono in associa
tica per la dissipazione del calore; zione con aneurismi dei vasi del seno cavernoso o
• Vemotività, controllata dal fornice inferiore che, del circolo di Willis. I primi, per compressione, cau
stimolato, causa accentuazione fino alla aggres sano soprattutto atrofìa dell'adenoipofisi; i secondi
sività. danno compressione del pavimento del terzo ven
Quest'ultima area, insieme con i nuclei ipotala- tricolo. Emorragie e infarti possono conseguire
mici ventromediani e dorsolaterali, partecipa alla direttamente a traumi cranici gravi, talvolta asso
ciati a fratture della base cranica, anche con rottura
reazione di difesa indotta da stress. Sono funzioni
o interruzione del peduncolo ipofisario.
ipotalamiche attivate da stimoli nervosi vegetativi;
tuttavia essendo coinvolte nelle risposte allo stress Lesioni infartuali possono dipendere dall'au
sono connesse anche con risposte umorali, surrena- mento della pressione endocranica oppure essere
generate dalla disseminazione di emboli settici o
liche in particolare (secrezione di adrenalina e di
corticosteroidi). per embolie adipose dopo fratture delle ossa lun
I messaggi chimici emessi dai neuroni ipotalami-ghe ma sopratutto nella CID. Infine emorragie dif
ci (peptidi, amine, neurotrasmettitori e molecole cor fuse del diencefalo sono reperto tipico della encefa
relate) si legano a recettori, specifici e distinti per cia lopatia di Wernicke (da carenza di vitamina B6 in
scun messaggio, per produrre l'effetto di stimolo o di corso di alcoolismo, ca. gastrico, beri-beri).
inibizione su funzioni delle cellule bersaglio, soprat
tutto sulle cellule dell'adenoipofisi. Queste infatti, | | Processi infiammatori
come gli altri bersagli endocrini, esprimono in super
ficie recettori differenti così che ogni cellula opera I processi infiammatori acuti, responsabili di
sotto il controllo di segnali diversi, anche contrastan ipopituitarismo ipotalamico, si osservano soprat
ti. E risultato finale consiste nel fatto che la produzio tutto in corso di infezioni virali (poliomielite, coxa-
ne di ogni ormone viene, di norma, adeguata con kiosi, varicella, influenza A, rabbia, herpes simplex)
estrema precisione alle esigenze attuali dell'organi- quando provochino quadri di meningoencefalite.
smo create dalle modificazioni dell'ambiente interno Fra i processi infiammatori cronici vanno ricordati
ed esterno, essendo i meccanismi operanti plurimi e quelli granulomatosi ed in particolare: sifilide,
molto complessi. tubercolosi e sarcoidosi. Con variabile frequenza,
Ulteriori recettori, per altre molecole od ormoni, tutti possono coinvolgere contemporaneamente
Neoplasie & 639
ipotalamo, terzo ventricolo ed ipofisi. Quadri di quente della regione. Ha sviluppo soprasellare in
TBG in sede ipotalamica, di riscontro eccezionale, oltre l'80% dei casi; è di dimensioni variabili da
fanno parte soprattutto della TBC miliare, ma meno di 1 cm a masse anche molto voluminose. È
anche delle forme della TBC postprimaria del siste frequente il quadro di neoplasia cistica. Il tumore,
ma nervoso centrale che interessino le meningi di regola bene circoscritto, contiene calcificazioni e
della base (Fig. 8). raccolte di materiale oleoso. Istologicamente è costi
L'interessamento in corso di istiocitosi X assume tuito da isole di cellule epiteliali squamose delimi
i caratteri del granuloma di Gagel, lesione granulo- tanti cavità cistiche contenenti ammassi di cherati
matosa caratterizzata dalla proliferazione di cellule na e cristalli di colesterina. Si distinguono due
di Langerhans, cellule reticolari o istiocitiche, coin varianti istologiche (Fig. 9a e 9b):
volte nella cattura di antigeni e nella loro presenta
zione alle cellule linfatiche (per ulteriori dettagli si • la form a adamantinomatosa, costituita da
veda il capitolo relativo nella sezione dell'anatomia ammassi di cellule stellate delimitate da cellule
patologica generale). La localizzazione ipotalamica disposte 'a palizzata', in foggia tale da richiama
della sarcoidosi non è affatto frequente e si riscontra re Torgano dello smalto, simile agli ameloblasto-
in soggetti di colore e nelle donne in particolare; mi della mandibola: è quadro caratteristico del
comunque in circa il 5% dei pazienti con sarcoidosi l'infanzia;
del sistema nervoso centrale. La sede colpita è in • la forma papillare, più rara e propria dell'età
genere la leptomeninge basale, l'infundibolo e il adulta, costituita da epitelio squamoso che si
pavimento del 3 ventricolo. Il quadro clinico è quello dispone a formare pseudopapille.
dell'idrocefalo associato a disturbi visivi, obesità, ipo I craniofaringiomi producono, oltre all'effetto
termia, sonnolenza e, soprattutto, diabete insipido. massa, responsabile di cefalea e disturbi visivi,
anche quadri clinici compositi di insufficienza ipota
lamica (ed ipofisaria). Nell'infanzia comportano fre
quentemente deficit di GH con quadri di nanismo.
Le neoplasie della regione, più spesso benigne, I gliomi sono le neoplasie che più comunemente
sono tuttavia responsabili di malattie complesse interessano l'ipotalamo (Fig. 10). Insorgono più
per la sede nella quale insorgono: infatti possono spesso dalle vie ottiche e, con discreta frequenza,
interessare tanto l'ipotalamo ed i suoi collegamenti nella prima e seconda decade di vita, talora associa
con l'ipofisi, quanto Tadenoipofisi e/o la neuroipo ti con malattia di Recklinghausen. I gliomi che ori
fisi distintamente. Fra le forme benigne, i lipomi, ginano dal nervo ottico causano diminuzione o per
(meno delTl%-dei riscontri diagnostici anatomopa- dita monolaterale della vista, esoftalamo (proptosi)
tologici) possono essere anche malformazioni, com monolaterale e talora dolore. Possono essere loca
poste in gran parte da tessuto adiposo maturo. lizzati all'orbita oppure estendersi al chiasma attra
Il craniofaringioma costituisce all'xncirca il 5%verso il canale ottico. I gliomi del chiasma, possono
delle neoplasie intracraniche, il 10% di quelle in età essere limitati: più raramente si estendono in alto
pediatrica, età in cui rappresenta il tumore più fre- per interessare l'ipotalamo, il tratto ottico ed anche
il terzo ventricolo. Sovente, il sintomo di esordio è
una emianopsia bitemporale. Le forme che si esten
dono al 3° ventricolo, o che originano in questa
sede, si associano usualmente ad idrocefalo. Da un
punto di vista morfologico sia i tumori del nervo
ottico che quelli chiasmatici sono per lo più astroci-
tomi pilocitici. Gli astrocitomi anaplastici sono assai
più rari e tendono a interessare la regione del chia
sma ottico, di solito in soggetti di età avanzata.
NelTipotalamo possono insorgere amartomi
neuronali. Si tratta per lo più di piccole neoforma
zioni di 1-2 cm di diametro, che si proiettano nello
spazio leptomeningeo, posteriormente al pedunco
lo ipofisario, connesse, attraverso un peduncolo, al
tuber cinereum e ai corpi mammillari. Tendono a
comprimere, piuttosto che ad infiltrare, le strutture
circostanti. Possono determinare quadri clinici con
nessi con la produzione accertata di neurormoni
Fig. 8 - Neuroipofisi di donna di 28 anni affetta da tbc cro ipotalamici, in particolare di GnRH; la pubertà pre
nica con segni recenti di diabete insipido ed insufficienza ipo
fisario : la flogosi granuiomatosa specifica, con cellule gigan coceLevera è infatti la discrinia più frequente.
neoplasie maligne sono riscontri eccezionali
ti di Langhans, è visibile nella parte superiore del campo,
mentre la necrosi caseosa prevale nella parte inferiore destra. e si tratta, per lo più, di metastasi a distanza da neo
(EE. 100 X). plasie maligne di altre sedi.
640 Ipotalamo e regione sovraseìlare
Fig. 9 - a) Bambino di 4 anni con quadro clinico di insufficienza ipofisario caratterizzata, in particolare, da ritardo dell'accresci
mento scheletrico: quadro clinico causato da cranofaringioma adamantinomatoso incasellare; ¡I tessuto neoplastico è formato da
cordoni e alveoli solidi di cellule epiteliali cornei fica nti; in basso, il parenchima ipofisario compresso è anche infiltrato da flogosi
linfocitica. (EE. 150X). b) Donna di 19 anni con segni clinico-strumentali di massa sovraseìlare: la neoplasia - craniofaringioma papil
lare-, connessa con i! peduncolo ipofisario, ha struttura pseudopapillare ed è costituita da cellule epiteliali squamose non cornificanti.
(EE. 100 e 250 X).
si rimanda ai capitoli dedicati. Sono soprattutto L'ipotalamo, in particolare, nella cultura e nella
eventi di patologia organica, essendo anche pos prassi anatomopatologica corrente - in verità poco
sibili, e segnalati, quadri di origine "funzionale". attiva nello studio anatomico e soprattutto anatomo-
Vanno in particolare richiamate alcune forme che patologico deirencefalo (forse per necessità ma
sono raccolte nella tabella 1. anche per adeguamento passivo) - non ha conosciu
to i progressi di conoscenza che altri organi, anche
Quadri anatom o-clinici per deficit endocrini, hanno accumulato. I progressi considere
complessi di funzioni dei sistema voli nelle tecniche di indagine morfochimica, di
immunocitochimica, di biologia molecolare e di
ipotalamo-neuroipofisi genetica, hanno reso disponibili metodi d'indagine
Pur essendo numerose le acquisizioni recenti di di grande sensibilità, senz'altro validi per ulteriori
conoscenze, relative a questo sistema, è tuttavia rilevanti apporti di conoscenza (almeno per i casi in
rilevante quanto ancora incompletamente definito, cui il coinvolgimento del sistema, dimostrato o pos
soprattutto in termini di: sibile, sia emerso dal decorso clinico e dalle indagini
• alterazioni genetiche degli ormoni prodotti; espedite): nonostante questi rilevanti apporti, gli
@ conoscenze delle funzioni di alcuni centri (nuclei) o studi sistematici sono ancora troppo scarsi. Anche
aree funzionali e delle correlazioni che li integrano; per l'invadenza della patologia neoplastica, senz'al
tro meglio finanziata. Eppure il complesso ipotala-
• adeguamenti espressi, in termini di equivalenti mo-ipofisi rappresenta, nell'economia dell'organi
microscopici delle variazioni funzionali e dei smo, un centro motore di grande rilievo, e non solo
quadri morfologici e citochimici corrispondenti; per le funzioni endocrine. La localizzazione dei siti
© del ruolo attuale di molti dei vari ormoni intesti di sintesi, e le variazioni nella secrezione degli ormo
nali identificati ed attivi su questo sistema. ni ipotalamici, valutabili con indagini ben collaudate
e relativamente semplici, rende oggi possibile:
Tutto questo, ed altro, non consentono ancora
una trattazione compiuta delle condizioni e dei • lo studio e la localizzazione dei danni, siano essi
quadri anatomopatologici di insufficienza oppure primitivi, cioè dipendenti dalle cellule nervose
di esaltata attivazione del sistema AIIS o di sue secernenti ormoni, oppure secondari;
parti. • il riconoscimento delle cause molecolari, per
difetti genetici, nella sintesi di ormoni, di recet
tori o di fattori di trascrizione (forme altrimenti
ftg R ® I Cause di iperprolattinemia definite come idiopatiche);
• la ricerca accurata delle variazioni di equilibrio,
Compromissione de! peduncolo ipofisario ormonale ed omeostatico, causate da neoplasie
primitive secernenti;
Neoplasie delia regione sovrasellare e dell'ipotaiamo • lo studio delle conseguenze dovute a neoplasie
Procèssi granulomatosi, compresa l'ipofisite linfocita ria metastatiche o a processi infiammatori, a patologie
granulomatose od eventi di patologia vascolare.
Cisti deila tasca di Ratfce, cisti aracnoidee
Va anche tenuto presente che in non pochi casi
Sella turcica vuota di patologia ipotalamica sono disponibili i risultati
Terapie radianti o chirurgiche della regione sovraseilare- di indagini morfologiche strumentali, molto accu
ipotalamo ' ■ rate, espedite in vita, anche in modo seriale (come
la risonanza magnetica).
Traumi cranici, fratture della base, cori discontinuazione Le conoscenze ancora limitate comportano, in
del peduncolo genere, diagnosi tardive giustificate in parte dalla
Tumori ipofisari secernenti prolattina difficoltà di riconoscere lesioni iniziali, soprattutto se
monolaterali (spesso silenti per compensi attuati dai
Malattie sistemiche come insufficienza renale, cirrosi'tepa- distretti controlaterali ancora non compromessi). Le
tica, epilessia,ipotiroidismo primario, ovaio policistico lesioni espansive dell'ipotaiamo anteriore (tumorali
in particolare) oltre a compromettere il chiasma otti
Stress fisici, psico-emozionali, interventi chirùrgici, gravi co o i nervi ottici, con emianopsia bilaterale, causano
traumi ^ v .: v anche ipogonadismo, quando danneggino la secre
zione o il trasporto di GnRH (nuclei preottici), non
Forme iatrogeniche: farmaci bloccanti !a dopamina, ormo ché ipertermia con obesità o cachessia grave.
ni estrogeni, antìandrogeni, contraccettivi, oppiacei, vera Le lesioni, anche se limitate, dell'infundibolo, al
pamil, cimetidina e ranetìdina, resei pina, butirrofenòni, di sopra del peduncolo ipofisario, causano quadri o
metoclopramide sindromi di interruzione delle correlazioni fra ipo
Condizioni fisiologiche come gravidanza, a!lattamento, talamo ed ipofisi con diabete insipido (D.I.) ed
sonno, stimoli alla parete toracica insufficienza adenoipofisaria anche associata ad
iperprolattinemia.
644 s Ipotalamo e regione sovraseìlare
Le lesioni dell'ipotalamo intermedio compro forme la meglio conosciuta è il DI ereditario, per
mettono la produzione di neurormoni dei nuclei trasmissione autosomica dominante, dipendente
tuberali; tuttavia, esse n d o in genere riconosciute da mutazioni del gene AVP neurofisina H: il
quando sono già estese, il danno può essere tale da danno genetico comporta atrofia o scomparsa dei
causare anche D.I. con ipogonadismo. neuroni secementi dai nuclei magno-cellulari e
Lesioni, soprattutto neoplastiche, dell7ipotalamo conseguente gliosi reattiva. Quando il deficit di
posteriore, nel distretto compreso fra il peduncolo ADH è soltanto parziale la sindrome clinica può
ed i corpi mamillari, si possono manifestare con essere molto sfumata.
quadri di pubertà precoce associati ad ipertermia. • Sindrome di Froelich: è un quadro clinico di obe
Sul piano funzionale sono stati isolati, ma anche sità per iperfagia associata ad ipogonadismo; è
soltanto supposti, quadri discrinici legati ad ineffi dovuta a neoplasie delTipotalamo le quali posso
cacia dei recettori, non solo di recettori delle cellule no compromettere diverse funzioni ipotalamiche
ipofisarie per gli specifici RH - con quadri dell'in- compresa la regolazione del senso di fame, che
sufficienza relativa - ma anche di recettori per gli aumenta; nonché la secrezione, in difetto, di
ormoni attivi nella controregolazione negativa GnRH (ipogonadismo).
(feed-back negativo); condizione quest'ultima ® Sindrome di Prader-Willi: si manifesta compiu
responsabile di forme di ipersecrezione continua e tamente, in età adulta, con ipogonadismo ipogo
non controllabile. nadotropo, iperfagia, obesità, ipotonia muscola
A questi meccanismi possono essere ricondotte re cronica, ritardo mentale e diabete mellito,
alcune delle forme definite "idiopatiche" tanto di oltre a difetti somatici plurimi. È connessa con
insufficienza che di iperfunzione di singole ghian delezione cromosomica in 15 q che causa defi
dole endocrine, ad es. di nanismo o di gigantismo. cienze ipotalamiche multiple endocrine: deficit
Va anche considerato il fatto che Tipotalamo di ossitocina, di ADH-vasopressina, e di GnRH;
comprende aree, aggregati neuronali, che presie quest'ultimo difetto, quando corretto con som
dono a funzioni non strettamente endocrine, come ministrazione di GnRH, recupera la secrezione
la regolazione della temperatura o la massa corpo ipofisaria di FSH/LH.
rea. Tuttavia, anche per le anormalità di queste
funzioni è significativa la partecipazione di attivi
tà squisitamente endocrine, come dimostrano sia Couse di diabete insipido li
Tattivazione della midollare surrenale, almeno
nelle reazioni emozionali, o le risposte allo stress
che sempre coinvolgono tanto i centri neurovege Forme primitive: •
tativi che il sistema endocrino nel suo complesso. Forme genetiche: D.I. autosomico dominante, autosomico
Deficienze ipotalamiche composite caratterizzano ; recessivo, legato al sesso (recessivo), da delezione del
ancora altre sindromi cliniche (S. di Lawrence Moon cromosoma X.
Bordet Biedl, S. di Froelich e S. di Prader WiUi) (si Forme secondarie:
veda oltre). Ulteriori funzioni, controllate con
meccanismi di stimolo ed antagonismo reciproci, ® Traumi cranici, più spesso fratture delia base cranica,
riguardano la pressione sanguigna, l'attività con interruzione del peduncolo ipofisario;
muscolare, la frequenza cardiaca e le attività che ® processi infettivi batterici (meningiti, soprattutto croni
segnano i ritmi circadiani. che), virali (encefaliti), toxoplasmosi;
® La compromissione di secrezione, trasporto o ® processi granulomatosi (sarcoidosi, TBC);
liberazione di ADH si manifesta con il quadro © : flogosi croniche autoimmuni (infuridibulo neuroipofi-
clinico del diabete insipido (DI) caratterizzato site linfocitaria);
da marcata poliuria (5-20 litri di urina nelle 24 ® metastasi di neoplasie, bronchiali e mammarie in
ore) e polidipsia. La malattia è sostenuta in par particolare;
ticolare da lesioni distruttive delTipotalamo e/o © forme nefrogeniche; :
della neuroipofisi. L'eventuale compromissione ® lesioni vascolari (sindrome di Sheehan, CID, aneuri
dell'adenoipofisi comporta segni aggiuntivi di smi della carotide interna in particolare, by-pass
insufficienza adenoipofisaria (si veda oltre). Le aorto-coronarico) responsabili di danni ischemia
lesioni destruenti Tipotalamo sono rappresenta della regione;
te, in ordine di frequenza, da: neoplasie primiti ® alterazioni di cellule nervose del sistema, dipendenti
ve della regione, da agenesie o da difetti geneti da ipoosmolarità legata alla iponatremia.
ci, da traumi cranici con danni al peduncolo ipo
fisario, da lesioni vascolari (ischemie cerebrali, Forme idiopatiche ancora non definite:
emorragie) (Tab. 2). e Gravidanza (catabolismo placentare di AVP - ADH).
Le forme di DI dovute a cause genetiche dipendo • Forme neurogeniche (per agenesie, patologie
no da mutazioni dei geni coinvolti nella sintesi destruenti strutture nervose, neoplasie primitive o
dell'ormone, dei suoi recettori e degli enzimi coin secondarie).
volti nei meccanismi della sua azione. Fra queste
Q u a d ri anatom o-clinici d i pa tolo gia ipotalam o-neuroipo fi saria ® 645
Sinossi delle insufficienze ipotaìamiche per deficit di secrezione di neurormoni ipotahmici (RH)
CRH, insufficienza ipotalamica con ipo- - Patologie primitive o secondarie Quadro clinico complesso per iposurre-
surrenaltsmo deli'ipotalamo che compromettano nalismo(astenia, anoressia, nausea,
la secrezione di CRH: quadri com ipogiicemia); in assenza di pigmenta
piessi da insufficiente produzione zione cutanea per mancata produzione
anche di altri RH per neoplasie, di ACTH (POMC).
processi granulomatosi; comunque
lesioni con effetto massa. Interventi
chirurgici per asportazione di lesio
ni seTfart con interruzione del
peduncolo ipofisario. /
- Forme iatrogenetiche per sommini
strazione di glicocorticoidi che, per
controregolazione negativa, soppri
mono la produzione di CRH, di
ACTH e di cortisolo.
DOPAMINA o P1F (iperprolaftinemia Compromissione di produzione o tra Nelle donne: amenorrea con galattor-
ipotalamica} sporto di dopamina (P1F) con iperpro rea e infertilità.
iattinemia per lesioni anatomiche deil'i- Nel maschio: ridotta libido, impotenza
potaiamo e della regione sovraseìlare. ed infertilità..-/v
Fattori causali sono: neoplasie primitive Inoltre sintomi di massa quando la
o secondarie, flogosi granulomatose, lesione raggiunga un volume sufficien
processi espansivi della regione sovra- te. .
sellare che comprimano il peduncolo,
interruzione traumatica dello stesso.
TSH-RH (Ipotiroidismo ipotalamico o Patologie dell'ipotalamo o del pedun Il quadro clinico dell'ipotiroidismo ter
ipotiroidismo terziario) colo ipofisario, già richiamate,quando ziario non differisce dalle forme prima
compromettano la produzione o il tra rie (tiroidee) o secondarie (ipofisa rie).
sporto del TSH-RH lungo il peduncolo.
In genere si accompagna ad altri defi
cit ipótalamici.
Deficit di diversi neurormoni Le cause già menzionate quando pro Quadri clinici di panipopituitarismo
ipótalamici (RH). (insufficienza ducano danni estesi
ipotalamica globale)
Il quadro clinico della SIADH è dominato dalla Più frequenti sono i casi di ipersecrezione di
iponatremia che comporta soprattutto anoressia e neurormoni dovuti a patologie neoplastiche, non
disturbi nervosi fino alla paralisi pseudobulbare ed ipotalamo-ipofisarie, con secrezione inappropriata
al coma: eventi questi che sembrano dipendere dal (ectopica) di neurormoni che producono effetti ana
rigonfiamento di neuroni dovuto alla ridotta osmo- loghi a quelli evocati dagli RH ipótalamici. La pro
larità legata airiponatremia. L'eccessiva produzio duzione di neurormoni è stata immunocitochimica-
ne di ADH comporta ritenzione idrica (ridotta diu mente documentata in circa il 20% dei tumori pan
resi), iponatremia da diluzione ed ancora liberazio creatici endocrini e in tumori bronchiali con attività
ne di ormone natriuretico atriale secondaria ad endocrine, essendo la produzione di GHRH l'even
espansione del volume piasmatico. L'aumento con to più frequente. Tuttavia il quadro clinico eclatan
seguente deireliminazione urinaria di sodio aggra te di acromegalia è stato riscontrato solo in un caso
va ulteriormente l'iponatremìa - sintomo che deve su 257 tumori con secrezione ectopica inappropria
evocare il sospetto di SIADH —ed è anche causa ta di GHRH. Del resto anche i casi di Cushing, per
principale del quadro clinico (debolezza muscolare, secrezione ectopica di CRH, sono rari nella patolo
disturbi psichici, stupore, contrazioni tonico-cloni gia neoplastica caratterizzata da produzione ecfopi-
che). Ogni processo che in qualche modo interferi ca di ormoni ipótalamici.
sca con i barocettori ipótalamici può causare
SIADH. Il danno strutturale cerebrale connesso con • Iperplasia ipofisaria idiopatica: è condizione
la SIADH consiste nell'edema del tessuto nervoso segnalata in letteratura ma che finora non ha
con associata lisi mielinica. avuto giustificazioni convincenti. Siccome il
Quadri anatomo-clinici di patologia ipotalamo-neuroipofisaria ss 6 4 7
Fig. 12 - Soggetto di sesso maschile, di 37 anni, con quadro Fiq. 13 - Quadro microscopico istologico relativo alle lesioni
clinico complesso per segni prevalenti di pan-ipo-pituifarismo: del parenchima ipofisario riscontrate nell'osservazione di cui
voluminosa cisti, di origine incasellare, espansa alla regione alla figura 12: i residui del parenchima dell'adenoipofisi, nella
sovraseìlare per superamento del diaframma della sella turcica, parte sinistra della figura, compressi dalla cisti, mostrano lesio
responsabile di danni gravi,da compressione, sia dell'ipofisi, ni di atrofia-ischemia, di necrosi e di fibrosi; sì riconoscono
del peduncolo ipofisario che deli'ipotalamo. anche immagini negative di cristalli di colesterolo, connessi con
la necrosi. (EE. 15ÒX).
Bibliografia essenziale ® 649
ZONAALARE ZONA 1 \
ZONA ALARE
(ACSDOFiLA) centrale! (ACIDOFILA) \
CELLULE ACIDGFI LEI CELLULE 1 CELLULE ACIDOFILE
GH-PRL 5%
P R L 30%
AMFOF1LE 1 GH-PRL 5%
ACTH PRL 30%
GH 20% 10/30% II GH 20%
Fig, 1 - a) Aspetto microscopico di sezione orizzontale dell'ipofisi che dimostrala porzione ghiandolare (adenoipofisi, parte ante
riore) e la parte nervosa (neuroipofisi, parte posteriore), b) Rappresentazione schematica delle cellule secernenti le tropine nelle
zone infra-ipofisarie.
65 2 Ss Adertoipofisi
(gomitoli). Da questo plesso, che fornisce il 70- mente se la ghiandola viene sezionata su un piano
90% dell'apporto ematico, si dipartono i vasi orizzontale piuttosto che sagittale (Fig. 1). Così si
portali lunghi che, con i loro capillari, provvedo possono riconoscere due larghe aree postero-latera
no anche al trasferimento dei neurormoni ipota- li costituite in gran parte da cellule acidofile (ali aci-
lamici, molecole RH per le diverse cellule ipofi- dofile) ed una zona centrale costituita in gran parte
sarie. I vasi che provengono (discendono) dal da cellule basofile. La zona centrale basofila (o
pavimento dell'ipotalamo, per la maggior parte mucoide) è separata dalle ali acidofile da due sotti
hanno struttura sinusoidale e costituiscono il li trabecole fibrose che si dipartono dalla giunzione
sistema portale ipofisario. fra ipofisi anteriore e posteriore. Le restanti porzio
L'apporto ematico all'adenoipofisi è completato, ni sono costituite da una mescolanza di cellule aci
per il restante 10-30%, dai vasi portali brevi che dofile, basofile e cromofobe.
derivano da: Nell'insieme, la ghiandola è organizzata a for
mare alveoli e cordoni costituiti dai diversi citotipi;
- le arterie ip ofisarie interm edie non sempre pre possibile la strutturazione di follicoli contenenti nel
senti, le quali irrorano direttamente l'adenoipo- lume materiale simil-colloideo. Sia i cordoni che gli
fisi; alveoli sono delimitati da una delicata trama con-
- le arterie ip ofisarie inferiori che portano il san nettivale (membrana basale) in cui corrono i capil
gue al lobo posteriore formando una rete - siste lari e le radici venose rivestite da endotelio fene
ma - di capillari fenestrati nei quali la barriera strato e circondato da un esiguo spazio sottoendo-
emato-encefalica non è efficiente. teliale. Gli ormoni prodotti dalle cellule ipofisarie,
Il sangue refluo dal parenchima ipofisario viene le tropine, raggiungono i capillari per trasporto atti
raccolto da vasi venosi che sboccano nei seni caver vo attraverso lo spazio sottoendoteliale e le finestrè
nosi (Fig. 2). del rivestimento endoteliale dei piccoli vasi. Parte
Nel lobo anteriore la disposizione spaziale dei del sangue refluo dall'adenoipofisi, per la via dei
diversi tipi di cellule ipofisarie si coglie più facil vasi portali brevi, raggiunge l'eminenza mediana e
a. ipofisarie superiori
a. ipofisarie inferiori
quindi l'ipotalamo, portandovi molecole ormonali - la via che conduce alla differenziazione delle
adenoipofisarie con funzione di controregolazione cellule corticotrope, non ancora completamente
negativa (feed back negativo) sulla produzione dei definita, ma dipendente da un fattore (neuro 1D
vari fattori di rilascio (RH) da parte dei neuroni - beta Z); sono le cellule cui compete la secrezio
secretori dell'ipotalamo. Controllando così anche la ne della tropina POMC e delle correlate ACTH,
liberazione delle stesse tropine prodotte dalle speci MSH, endorfine e gammalipotropina (Fig. 4);
fiche cellule dell'adenoipofisi. - la differenziazione morfologica e funzionale
La zona intermedia è costituita da una o più delle cellule gonadotrope (FSH-LH) dipende da
cisti colloidi delimitate da cellule ciliate cuboidali, un fattore 1 steroidogenico (SF-1);
da cellule appiattite ed anche da cordoni di cellule - i fenotipi che derivano dall'ormone della cresci
dell'ipofisi anteriore, sopratutto amfofile/basofiìe- ta (GH), cellule somatotrope, lattotrope o prolat-
ACTH (Fig. 3). In ghiandole normali, questi ultimi tiniche, mammosomatotrope e tireotrope, hanno
elementi formano spesso isole di cellule basofile un precursore comune GH che esprime Pit 1
che, dalla zona intermedia, penetrano nella neuroi nonché i recettori per gli estrogeni.
pofisi.
Delle cellule dell'adenoipofisi si distinguono Queste differenziazioni comportano l'espressio
diversi tipi funzionali, a seconda delle tropine che ne dei recettori specifici tanto per i fattori di stimo
producono. La loro differenziazione funzionale, lo che per quelli della controregolazione negativa.
complessa, è regolata da fattori di trascrizione, Le cellule ipofisarie differenziate, oggi identifi
alcuni attivi già nelle fasi precoci dell'organogenesi, cabili, con indagini microscopiche sono:
fattori che attivano geni specifici. In pratica sono cellule somatotrope o GH, situate nelle ali laterali
state riconosciute tre principali vie della differen della parte distale; costituiscono nel loro complesso
ziazione delle cellule adenoipofisarie: circa il 35-40% del totale delle cellule ipofisarie;
secernono l'ormone della crescita (GH), unpolipep-
tide di 191 aminoacidi, responsabile, in gran parte
dell'acidofilia citoplasmatica e della loro eosinofi
lia, orangiofilia (Fig. 3); si distinguono dalle altre
cellule acidofile con tecniche immuno-cito-chimi-
che utilizzando anticorpi specifici anti-GH;
cellule lattotrope, o PRL, sparse senz'ordine appa
rente in tutta la ghiandola, costituiscono il 10-25%
della popolazione cellulare nei maschi e nelle fem
mine nullipare; più numerose invece nelle pluripa
re; secernono la prolattina (PRL) polipeptide di 198
aminoacidi, in gran parte responsabile dell'acidofi-
lia/orangiofilia citoplasmatica e della positività
ICCh con anticorpi anti-PRL;
cellule mammosomatotrope, o PRL-GH, eosinofi
le, orangiofile, simili alle somatotrope, ma che nel
loro citoplasma contengono tanto granuli proteici
PRL che GH (responsabili della eosinofila, orangio
filia ed identificabili con certezza solo con tecniche
immunocitochimiche per la doppia affinità verso
gli anticorpi anti PRL ed anti GH). Il loro numero
aumenta in modo considerevole in gravidanza,
condizione che comporta anche una profonda
modificazione della morfologia di questo citotipo
(da cellula epsilon a cellula età o gravidica);
cellule corticotrope, o ACTH, basofile-amfofile per
affinità tintoriali tenui tanto per coloranti acidi che
basici; sono inoltre tenuemente PAS positive. Situa
te soprattutto nella zona centrale basofila o mucoi-
de e nella zona intermedia (lobo intermedio); costi
tuiscono il 15-30% della popolazione cellulare glo
Fig. 3 - Adenoipofisi umana: la colorazione con Ematossilina- bale: secernono la pro-opio-melanocortina (POMC)
Eosina dimostra cellule eosinofile, basofile e cromofobe a); La dal cui clivaggio derivano l'ormone adreno-corti-
colorazione con PAS-Ematossilina-Orange (PEO) evidenzia: le cotropo (ACTH), l'ormone betalipotropico (beta
cellule basofile, PAS positive, in color viola; le cellule eosinofi
le, PAS negative, in color ocra/arancio; e le cellule cromofobe, LPH), l'ormone melanotropo (MSH), le endorfine e
pure PAS negative, in color grigio chiaro b). le encefalochine (Fig. 4);
654 & Adenoipofisi
ria. 44 - Urmoni
Fiq. Ormoni di aeri
derivazione
dalia FOMC ipofisaria.
cellule tireotrope, o TSH, basofile, PAS-positive, e azzurra con l'ematossilina-eosina, sono PAS-positi
identificabili con certezza solo con anticorpi anti- ve, orange G-negative: producono ACTH ed MSH;
TSH. Sono situate nella zona anteromediale dell'i- in minor misura, FSH, LH e TSH (Fig. 3).
pofisi: costituiscono circa il 5-8% della popolazione Le cellule cromofobe, essendo prive di granuli
e secernono l'ormone tireotropo o tireostimolante; secretori in quantità apprezzabile, non hanno specì
fiche affinità tintoriali (Fig. 3) e non corrispondono
cellule gonadotrope, basofile, PAS-positive e diffuse ad un tipo specifico di cellula ma sono piuttosto cel
nella parte tuberale ed in quella distale mediana lule ipofisarie scarsamente granulate o degranulate
'mucoide', costituiscono circa l'8-15% della popola per inattivazione ma anche per esaltata liberazio
zione: secernono rormone follicolo stimolante (FSH) ne/escrezione dell'ormone prodotto. Possono rap
e l'ormone luteizzante (LH) o ormone stimolante le presentare fino al 30% della popolazione normale
cellule interstiziali del testicolo e quelle secementi dell'adenoipofìsi.
steroidi dell'ovaio, dei corpi lutei in particolare. I Le tecniche relative alle Reazioni-Immuno-Cito-
citotipi della produzione di FSH ed LH vengono Chimiche (RICCh) costituiscono il principale stru
identificati solo con anticorpi anti-FSH ed anti-LH; mento di riconoscimento certo dei diversi citotipi e si
cellule fo llic o lo stellate, sparse nel contesto della fondano sulla specificità del legame di anticorpi spe
ghiandola e dotate di prolungamenti citoplasmatici cifici con i singoli ormoni prodotti (Figg. 6,21,24,26);
che si insinuano fra le cellule secernenti, fissano con le subunità -alfa e -beta; con i filamenti intermedi
anticorpi anti-SlOO (Fig. 5), anti-vimentina e anti
proteina gliale fibrillare acida (GFAP); esplicano
attività fagocitica, producono citochine anche con
funzioni di fattori di crescita ed esercitano funzioni
paracrine per la regolazione delle secrezioni ormo
nali delle varie cellule ipofisarie contigue.
In base alla struttura chimica gli ormoni ipofisa
ri vengono suddivisi in: ormoni peptidici e ormoni
glicoproteici. L'ACTH, il GH, la PRL, il PRL-GH e
l'MSH sono ormoni peptidici mentre i gonadotropi
(FSH-LH) e il TSH sono ormoni glicoproteici. Le
affinità tintoriali delle varie cellule dell'adenoipofi-
si normale sono correlate solo approssimativamen
te con i granuli citoplasmatici che sono il prodotto
della secrezione ormonale.
Le cellule acidofile, i cui granuli basici legano
l'eosina e l'orange G (coloranti acidi), in linea gene
rale sono negative alla PAS-reazione e secernono Fig. 5 - Adenoipofisi umana: cellule reticolo-stellate, rese evi
prevalentemente GH e PRL (Fig. 3). denti con anticorpi anti S-100, in soggetto deceduto per inci
dente: l'immagine alia destra fa cogliere in dettaglio la morfo-
Le cellule basofile, che hanno granuli acidi, lega gia di questi elementi sustentacolari. (Reazione-Immuno-Cito-
no i coloranti basici ed assumono una tinta grigio chimica - RICCh - con siero anti S - 100. 150X).
Cenni di anatomia, citologia e fisiologia ^ 655
'-.‘S'Ha
Fig. 6 ^ Adenoipofisi umana: nella sezione istologica, cimenta Fiq. 7 - Adenoipofisi di ratto: caratteri ultrastrutturali dei gra
ta con anticorpo anti-ACTH, sono evidenti la cellule ipofisarie nuli di secrezione di cellula GH, come appaiono all'osservazio
secernenti ACTH. (RICCh con anticorpi anti ACTH; 250 e ne con microscopio elettronico. {Da Williams^ 25000 X).
400 X).
(citocheratine 8-18). Altri marcatori che vengono uti potendo impiegare anticorpi specifici contro ogni
lizzati, sopratutto per finalità prognostiche, sono gli singolo ormone, consentono oggi di riconoscere con
anticorpi per fattori di crescita, per oncogeni e recetto precisione la funzione svolta da ogni citotipo dell'a
ri, nonché per indicatori di attività proliferativa. denoipofisi. Lo stato ed il grado dell'attività funzio
L'indagine ultrastrutturale evidenzia in tutte le nale è invece desumibile da una somma di dati
cellule deiripofisi anteriore nuclei per lo più roton morfologici ed istochimici: stato della cromatina
deggianti od ovali, nucleoli singoli e cromatina deli nucleare, evidenziazione dello stato attuale dell'ap
cata distribuita in modo uniforme, caratteristiche parato nucleare, sviluppo deH'ergastoplasma, gra
comunque variabili in rapporto allo stato funziona nuli di secreto. Le principali caratteristiche istochi-
le attuale della cellula esaminata. Il citoplasma con miche e ultrastrutturali delle cellule dell'adenoipo-
tiene un reticolo endoplasmico rugoso ed un appa fisi sono riassunte nella tabella 1.
rato di Golgi più evidenti nelle condizioni di attivi In genere ogni ormone, prodotto da un singolo
tà funzionale accentuata. Anche i granuli di secre tipo di cellula, viene accumulato in granuli secreto
zione variano in numero, grandezza, densità e ri; tuttavia è ritenuta possibile anche la produzione
forma a seconda dello stato funzionale. Benché la e la pronta espulsione del secreto, in condizioni di
morfologia ultrastrutturale dei granuli sia abbastan intensa iperattività (cellule degranulate iperattive).
za caratteristica per ogni ormone, una sicura identi Le gonadotropine FSH-LH possono essere entram
ficazione deirormone prodotto non è possibile in be elaborate da un unico tipo di cellula. Nelle cellu
base alla sola morfologia dei granuli (Figg. 7 e 8). le gonadotrope ed in quelle somato-mammotrope si
Pertanto sono soltanto i metodi immunoistochi- attua infatti una doppia sintesi: di FSH ed LH nelle
mici, sia in microscopia ottica che elettronica che, prime e di GH e PRL nelle seconde.
Fig. 8 - Adenoipofisi di ratto: la microscopia elettronica evidenzia le diversità ultrastrutturali, volumetriche e di densità dei granu
li secreti in cellule TSH a sn., e PRL a dx.; (Immagine elettronica, da Williams, 18000X).
65 6 ^ Adenoipofisi
Caratteri citologici, citochimici, immuno-citochimici, ulfrastrutturali edistribuzione delle
cellule dell'adenoipofisi ;
Citochìmica e Immuno- Ultràstruttura granuli** Distribuzione e
Ormone Citotipo
Anticorpi* Diàmetro nm frequenza
Prolattina PRL Acidofilo Eosi no-ora ngiof ile Irregolari 150-800 Ali laterali 9%,
cromofobo Anti PRL Allattamento 50% circa
Tireotropo TSH Basofilo PAS Sferici Area intermedia 5%
Anti-TSH 100-200
Gonadotropi FSH-LH Basofilo PAS Sferici Ubiquitarie nelle tre
FSH 250-500 aree - 15-20%
Anti FSH-LH LH 100-250
Adrenocorticotropo Amfofilo PAS-debole; orange-debole Variabili Area mucoide della ;
ACTH Anti ACTH 250-1000 pars intermedia
AntiMSH 0-15%
* Le caratteristiche tintoriali delle cellule ipofisarie, dipendendo dalla composizione chimica dei granuli specifici presenti nel
citoplasma, comportano il fatto che le cellule con pochi granuli appaiano cromofobe indipendentemente dal tipo di ormone
prodotto.
** Le caratteristiche ultra strutturali, e in particolare il numero e la grandezza di granuli, possono variare anche nelle cellule che
producono lo stesso tipo di ormone a seconda che si trovino in fase di riposo (densamente granulate), di secrezione (granulate), o
di ipersecrezione ( più o meno degranuìate).
(Figg. 10 e 11). Le conseguenze dipendono dall'en mica di un adenoma ipofisario. Nelle forme primi
tità dell'atrofia che solo raramente può comportare tive l'introflessione dell'aracnoide è favorita dalle
pan-ipopìtuitarismo associato o meno a disturbi condizioni che causano aumento della pressione
visivi. L'anomalia può essere primitiva, per svilup liquorale.
po incompleto del diaframma della sella, oppure
secondaria ad ablazione chirurgica di una neoplasia
intrasellare, a irradiazione o anche a necrosi ische- B Alterazioni di circolo
L'iperemia passiva, riscontrabile più come con
seguenza di ostacoli distrettuali al deflusso venoso
che per scompensi cardiocircolatori, produce atro
fia delle travate cellulari e sclerosi interstiziale
variamente pronunciata. Fenomeni emorragici, in
forma di piccoli focolai, possono comparire come
conseguenza di una stasi venosa molto pronuncia
ta oppure nel corso di malattie infettive, di vascu
lopatie e di emopatie. Emorragie piuttosto estese
insorgono dopo lesioni traumatiche cranio-encefa-
13 e 14), si instaura la ischemia critica del parenchi copriva circa il 98-100% del parenchima in poco più
ma adenoipofisario, responsabile della necrosi della metà dei casi; era invece modesta o molto
anche di tutta l'adenoipofisi per anossia severa e modesta (5-10%) nei restanti casi. Oltre ai processi
protratta. Comunque, se accuratamente ricercata, la di sostituzione connettivale possono insorgere, nel
CID è reperto che può giustificare la sindrome di tessuto ipofisario illeso, fenomeni di iperplasia
emorragia da parto, quadro che comprende appun compensatoria tendenti a ripristinare la massa ipo
to anche il danno ipofisario. fisaria funzionante. Nei rari casi di necrosi totale
Lesioni infartuali ischemiche largamente l'evoluzione può'essere anche la colliquazione del
destruenti possono essere prodotte da emorragie materiale necrotico e, in questa evenienza, l'esito
gravi, da shock severi, da ARDS, da eventi respon può essere la formazione di una cisti. Circostanza
sabili di MODS. questa che può dare origine ad un quadro di sella
I sintomi di insufficienza ipofisaria sono patenti turcica vu ota (Figg. 10 e 11), nella quale è il solo
quando la perdita di parenchima superi l'80%. lobo nervoso, rimpicciolito, che può essere conser
All'esame macroscopico i focolai necrotici appaio vato assieme ad ima piccola quantità di tessuto con
no come aree asciutte di colorito bianco giallastro, nettivo adiacente alla sella, quale unico residuo del
di forma alquanto variabile, anche cuneiforme negli l'ipofisi ghiandolare.
infarti di estensione limitata. La necrosi, anche completa, dell'ipofisi di per sé
Nella necrosi totale di solito risulta rispettato un non è letale e le conseguenze cliniche sono caratte
esile strato di parenchima ipofisario sub capsulare rizzate da quadri di ipopituitarismo essendo, la
(Fig. 12). L'esame istologico, oltre alla necrosi mancata montata lattea, un segno precoce nella
coagulativa, nelle fasi iniziali può consentire il rico forma gravidica. Il panipopituitarismo - o sindrome
noscimento della causa dell'infarto (CID da parto, di Simmonds - insorge solo nei casi in cui siano stati
tromboembolia di altra origine, arteriopatie) (Fig. distrutti almeno 3/4 del parenchima ipofisario.
14). Nei casi di malattia di Sheehan si riconoscono i
caratteri dell'ipofisi gravidica (iperplasia delle cel
lule acidofile) apprezzabili nell'area subcapsulare | Processi infiam m atori
conservata. La ricerca di lesioni vasali o di trombo Flogosi acute conseguono a processi infiamma
si spesso è del tutto negativa anche all'esame tori, in genere infettivi, che interessino le meningi,
microscopico (l'emorragia nella CID si verifica nella l'osso (sfenoide o rocca petrosa del^ temporale)
fase della coagulopatia da consumo e la successiva oppure i seni durali (seno cavernoso). È anche pos
fibrinolisi può impedire il riscontro dei piccoli sibile una genesi ematogena per emboli settici. Inte
trombi che caratterizzano la fase della coagulazio ressamento ipofisario é stato documentato, sotto
ne). La necrosi coinvolge soprattutto l'ipofisi ante forma di flogosi cronica produttiva prevalentemen
riore con rispetto di minime parti di parenchima te linfo-plasmacellulare, in casi di lue congenita. Il
subcapsulare, del peduncolo ipofisario e dell'adia coinvolgimento in corso di lue acquisita (periodo
cente porzione ghiandolare infundibulare nonché terziario) è attualmente eccezionale. Anche la
dell'ipotalamo. tubercolosi può dare localizzazioni ipofisarie, per lo
È possibile che gli eventi del parto causino più durante eventi di disseminazione miliare em a
necrosi parziali, responsabili di quadri sintomatolo- togena o per diffusione da meningite tubercolare
gici non gravi come aumento di peso, irregolarità basale. Il quadro istologico è quello di una flogosi
mestruali, amenorrea e galattorrea: sintomi che cronica con produzione dei granulomi epitelioidei
possono protrarsi nel tempo dopo il parto. La caratteristici della malattia tbc (Fig. 8, Cap. 6.2).
necrosi ischemica, comunque generata dal concorso Ogni evento flogistico acuto, cronico o granulo-
di momenti diversi, diviene morfologicamente evi matoso, compromette le attività funzionali, attivan
dente nello spazio di 2-3 ore. La eventuale compro dole di rado (qualche evento acuto). Più spesso la
missione secondaria del peduncolo ipofisario non produzione di ormoni è ridotta per compressione
ha, di solito, evidenza microscopica, mentre la neu (effetto massa entro la camera rigida della sede ipo
roipofisi, col tempo, va incontro a lesioni atrofico fisaria) o per distruzione o sostituzione del paren
cicatriziali, almeno nei casi di necrosi adenoipofisa- chima ipofisario ad opera di processi granulomato
ria totale o subtotale. si in particolare.
L'evoluzione delle lesioni necrotiche è molto Tra le forme granulomatose va ricordata la sar-
variabile soprattutto in rapporto con l'estensione del co id o si, soprattutto generalizzata, che può coin
focolaio ed ancora con la eventuale compromissione volgere l'ipofisi con interessamento prevalente del
del peduncolo ipofisario: i piccoli focolai vengono lobo posteriore e del peduncolo, con comparsa di
sostituiti da tessuto connettivo neoformato con diabete insipido. Sono noti anche rari casi di loca
esito cicatriziale. Qualora venga distrutta ima parte lizzazioni ipofisarie delTactinomicosi, dell'istopla-
considerevole del parenchima ghiandolare la fibro smosi, della lebbra, del tifo petecchiale; del morbo
si cicatriziale è marcata. Nella casistica raccolta da di Hand-Schuller Christian che interessa partico
Scheithauer (1997), riguardante soggetti deceduti larmente la neuroipofisi con secondario diabete
per ipopituitarismo da parto, la cicatrice fibrosa insipido.
660 s Adenoipofisi
Flogosi autoimmuni: il quadro meglio definito è la pi anti-microsomi (Asa et al. 1981). Di rado questa
ipofisite linfocitaria, malattia autoimmune caratte patologia è stata descritta in soggetti di sesso
rizzata istologicamente da infiltrazione diffusa del maschile. L'aumento di volume dell'ipofisi, quan
l'ipofisi ad opera di linfociti e plasmacellule do significativo, può compromettere l'irrorazione
(Fig. 15). Descritta in donne giovani, gravide o nel del parenchima ipofisario con lesioni cellulari da
post-partum, occasionalmente può causare quadri ischemia e sintomi di insufficienza ipofisaria; fre
di ipopituitarismo, più spesso parziale. Sono stati quente la cefalea. Si associano disturbi visivi quan
anche documentati movimenti anticorpali diretti do la massa superi il diaframma della sella. Più
contro le cellule produttrici di prolattina e anticor- spesso si associa ad affezioni autoimmuni di altre
ghiandole endocrine (tiroidite di Hashimoto, sur-
renalite autoimmune) o a gastrite atrofica, configu
rando quadri di malattie poliendrocrine autoim
muni (Bottazzo e Doniach, Topliss e Volpè, Lloyd et
al. 2002).
In questo complesso va compreso anche il gra
nuloma gigantocellulare dell'ipofisi, morfologica
mente indistinguibile da quello della sarcoidosi,
ma localizzato esclusivamente nell'adenoipofisi e
documentabile in assenza di lesioni sarcoidosiche
in altre sedi. Per questa forma, che colpisce soprat
tutto soggetti di sesso femminile in età adulta,
viene infatti suggerita una genesi autoimmunita
ria. II quadro microscopico è caratterizzato da
infiltrazione linfocitica e plasmocitica con occasio
nali follicoli linfatici. La compromissione del
parenchima ipofisario è correlata con l'entità della
flogosi ed è facile il riscontro di cellule ipofisarie
con i caratteri degli oncociti. Segni clinici e di labo
ratorio specifici non sono segnalati: il quadro si
caratterizza per discreta iperprolattinemia, per
carenze tropiniche e per segni di massa come cefa
lea e disturbi visivi. Può concorrere diabete insipi
do per diffusione del processo alla neuroipofisi ed
airinfundibolo (neuroipofisite linfocitica infundi-
bulare).
■ Modificazioni citologiche
correlative e funzionali
dell adenoipofisi
Iperplasie
Esprimono adattamenti strutturali e funzionali
delle cellule - in genere di singoli citotìpi dell'ipofi
si - evocati da deviazioni dell'equilibrio endocrino
che richiedano un aumento di produzione di una
tropina:
- iperplasia delle cellule epsilon-mammotrope-
PRL e somato-mammotrope: più comune,
meglio noto e già considerato, è il quadro dell'i
pofisi gravidica. La metamorfosi delle cellule
epsilon, definite cellule età (Fig. 16), dipende dal
l'adattamento funzionale che si realizza proba
Fig. 15 - Adenoipofisi, asportata chirurgicamente, a donna di bilmente in seguito al blocco della produzione
46 anni, per patologia autoimmunitaria pluriendocrina, con ipotalamica di PIF, dovuta all'iperproduzione di
quadro clinico di insufficienza endocrina plurima: ftaaosi diffu estrogeni. Infatti analogo quadro di trasforma
sa autoimmune caratterizzata morfologicamente da infiltrazione zione si osserva, anche al di fuori della gravidan
linfocitica dell'adenoipofisi, di entità disomogenea a), con folli
coli linfatici diffusi, uno dei quali visibile in b). (a, Emat. Eos. 150 za, nelle condizioni di iperestrinismo spontaneo,
X, b, reazione immunoistocnimica per CD20). iatrogenico o sperimentalmente indotto (Mariuz-
Modificazioni citologiche correlative e funzionali dell'adenoipofisi ^ 661
zi e Tagliarli, 1959), e anche in soggetti di sesso - iperplasia delle cellule eosin ofile som atotrop e:
maschile (cirrosi epatica). Sono gli iperestrogeni- si attua per produzione inappropriata di GHRH
smi infatti, sostenuti anche da neoplasie ovari- da parte di neoplasie endocrine (feocromocito-
che, da coriocarcinoma, dalla cirrosi epatica e da mi, carcinoidi polmonari, tumori neuroendocri
terapie con estrogeni, a causare l'iperplasia a cel ni a GH, gangliocitomi ipotalamici, Sindrome di
lule età e quindi la trasformazione similgravidi- Me Cune-Albright);
ca dell'adenoipofisi (Mariuzzi e Taglia ni, 1961); - iperplasia delle cellule secernenti ACTH: carat
- ip erp lasia delle cellule b a so file gon adotrope: si terizza l'insufficienza surrenalica primitiva
verifica già nel corso del ciclo mestruale e si (ablazione chirurgica dei surreni, morbo di
accompagna a fenomeni di degranulazione Addison) responsabile di cospicua attivazione
prima delle cellule produttrici di FSH e poi di funzionale,l,inemendabile, se non trattata, delle
LH. Ipertrofia ed iperplasia delle cellule gona cellule basofile ACTH le quali àssumono morfo
dotrope è più spesso secondaria a castrazione chi logia di grosse cellule basofile, scarsamente gra
rurgica (Fig. 17) e riguarda soprattutto le cellule nulate, definite anche cellule basofile di transi
produttrici di FSH che assumono, per Testrema zione o cellule amfofile; analoga iperplasia si
attivazione funzionale, la morfologia di grossi attua in corso di stress protratti (Fig. 18);
elementi vacuolati - cellule da castrazione - - iperplasia delle cellule baso file tireotrope: l'in
appunto evidenziabili immunocitochimicamen- sufficienza tiroidea primitiva (da tiroidectomia,
te con anticorpi anti FSH. Reperti analoghi si postirradiativa, da tiroiditi croniche) causa iper
riscontrano, sia pure molto meno evidenti, in plasia e ipertrofia delle cellule basofile TSH, anche
tutte le insufficienze gomdiche primitive (agenesia molto evidente; talvolta anche l'insorgenza di
gonadica, sindrome di Stein-Lewenthal, quadri vere neoformazioni delle stesse cellule basofile
dipendenti da anormalità genetiche); che di solito sono scarsamente granulate. Dopo
c it o t j p o ¿M ìs e Mff'M
Cellule acidofile G ravidanza, allattamento.
popolazione generale è portatore di una neoplasia delle esigenze che sono cliniche, funzionali, anato-
ipofisaria - adenoma in genere - che può essere del mo-patologiche, radiologiche od altro. La classifi
tutto asintomatica. Sono, in questo caso, microade cazione anatomo radiologica distingue quattro
nomi silenti, non sospettati ed anche non sospetta gradi che indicano il volume (massa): grado 1, gli
bili in genere, con diametro inferiore o pari a adenomi con diametro massimo inferiore al centi-
10 mm. La prevalenza aumenta in rapporto con metro; grado 2, le forme ancora intrasellari ma con
l'età sia nei maschi che nelle femmine. Sono spesso diametro massimo superiore al centimetro; grado
associati con la Sindrome di Verner-Morrison 3, la massa è ancora maggiore (Fig. 19) ed il supe
(MEN 1 - si veda il capitolo 6.11). Sono responsabi ramento della sella turcica è indicato da erosione
li di quadri discrinici tanto di iperfunzione delle sue pareti; grado 4, comprende le forme con
(aumentata secrezione in genere di una sola tropi- estensione extrasellare e la possibile invasione del-
na) che di ipofunzione ipofisaria (forme non secer- l'ipotalamo, dei seni cavernosi, dei nervi cranici
nenti) secondaria alla compressione operata sul della regione.
parenchima ipofisario entro la camera rigida della La tabella 3 riporta la classificazione degli ade
sella turcica. Quando raggiungono un volume nomi ipofisari secondo il citotipo proliferante, la
significativo e superano il diaframma della sella
loro attività funzionale specifica ed i quadri clinici
(Fig. 19), comprimono le formazioni nervose pros
che evocano. La tabella riporta anche i sintomi
sime (chiasma e tratti ottici, peduncolo ipofisario,
connessi con gli effetti dovuti alla compressione
ipotalamò) creando quadri clinici complessi (effet
operata sul parenchima ipofisario e sulle forma
to massa).
La patogenesi degli adenomi ipofisari è com zioni anatomiche della regione (neoplasie dei
plessa ed esistono elementi che chiamano in causa gradi 2-3-4).
sia mutazioni genetiche responsabili di sintesi Tutti gli adenomi possono dare, per effetto
abnorme di fattori di crescita o dei loro recettori, massa, quadri sintomatologici che variano a secon
che della sintesi di proteine capaci di segnali di da della velocità di accrescimento e dell'entità della
transduzione (mutazioni somatiche attivanti i geni massa raggiunta. La tabella 4 riporta i sintomi con
che codificano per la sub-unità alfa della proteina nessi con la compressione operata dalla massa
trimerica Gs (Gs-alfa), la PKC (fosfochinasi C), la tumorale sul parenchima ipofisario e sulle strutture
subunità regolatrice-1 della proteinchinasi). La tra parasellari (effetto m assa).
scrizione alternativa di recettori per fattori di cresci Gli adenomi ipofisari hanno modalità diverse di
ta ad es. del ptd-FGFR4 (recettore 4 del Fibroblastic organizzazione strutturale: diversità da cui si pos
Growth Factor, normalmente non espresso nelle sono evincere criteri prognostici.
cellule adenoipofisarie che invece esprimono solo Le modalità di accrescimento comunemente
gli FGFR 1-2-3), e del Pituitary tumor trasforming descritte sono:
gene (PTTG), fattori che divengono responsabili di
a) ad alveoli e cordoni simulanti la struttura dell'i-
trasformazione o di espansione clonale; mutazioni
che comportano perdita di funzione: MENI, RB, pofisi normale;
CDKN2A e CDKN1B. b) accrescimento di tipo diffuso;
I criteri di classificazione variano a seconda c) sinusoidale;
d) papillare;
e) a rosette perivascolari.
In qualche caso le cellule tumorali mostrano nel
citoplasma un alone perinucleare (tale da simulare
un oligodendroglioma); altre volte l'adenoma può
essere costituito da piccole e grandi cellule. L'iden-
tificazione immunoistochimica dell'ormone pro
dotto dall'adenoma è oggi irrinunciabile, tenendo
anche presente che l'intensità della positività è
grossolanamente proporzionale al contenuto cito
plasmatico dell'ormone secreto.
Inoltre, anche nello stesso adenoma, non tutte le
cellule sono reattive, specie se si tratta di forme
scarsamente granulate.
Alcune forme ipergranulate, in microscopia elet
tronica, possono risultare immunoistochimicamen-
Fig. 19 - Base cranica di uomo di 59 anni deceduto per insuf te negative per ormoni noti. Questo fatto suggerisce
ficienza ipofisaria e sintomi da compressione delle strutture la possibile esistenza di molecole secretorie antige-
della regione sovrasellare: voluminoso adenoma responsabile
di atrofia paranchi male deil'adenoipofisi e dei sintomi dell'ef
nicamente anomale. Di seguito vengono riassunti i
fetto massa per l'espansione sovrasellare della neoplasia che quadri morfologico-clinici di ogni singolo citotipo
aveva superato il diaframma della sella turcica. adenomatoso.
664 ; Adenoipofisi
Caratteri distìntivi degli adenomi ipofisari
1. Adenomi GH
- a cellule ipergranulate (eosinofili) Iperproduzione GH Acromegalia adulti, gigantismo in età ' 7
infantile
- a cellule ipogranulate (cromofobi) Nessuna apprezzabile Possibile gigantismo 6
2. Adenomi PRL
- a cellule ipergranulate (eosinofili) iperproduzione PRL Am enorrea/ga[attorrea perdita libido,
impotenza 25
3. Adenomi misti a cellule PRL e cellule Iperproduzione GH+PRL Acromegalia o gigantismo, amenorrea, 5
GH (acidofili - cromofobi) galattorrea, impotenza
Gruppo ACTH
Gruppo FSH - LH .
Adenomi piuriormonaii ;
Adenomi funzionanti
In questo gruppo i vari adenomi sono classifica
ti in rapporto alla loro produzione ormonale ed alla
presenza delle eventuali sindromi endocrine asso
ciate.
A denom a som atotrop o (aden om a GH). Pressoché
invariabilmente è associato con livelli ematici ele
vati di GH, di IGF-1 e con sintomi clinici di acrome
galia o gigantismo. Gli adenomi GH densamente
granulati sono acidofili-orangiofili (Fig. 20); sempre
PAS negativi, crescono formando alveoli o cordoni.
Le cellule costituenti sono immunoreattive per l'or
mone della crescita e, in sede perinucleare, per le
citocheratine a basso peso molecolare (citocheratine
8-18, Fig. 21). Di solito sono piccoli (microadenomi),
confinati entro la sella e localizzati prevalentemen
te, almeno all'esordio, nelle ali laterali dell'adeno-
ipofisi dove, anche normalmente, si trova il mag
gior numero di cellule acidofile. Le varianti scarsa
mente granulate sono cromofobe, crescono per lo
più in modo diffuso, hanno nuclei irregolari e
nucleoli variamente evidenti in rapporto all'entità
dell'attività funzionale. L'esame ultrastrutturale
evidenzia sovente corpi fibrosi che sono strutture
paranucleari costituite da un groviglio di filamenti
di citocheratina (itiicrofilamenti di tipo II), granuli Fig. 20 - Adenoma ipofisario in soggetto acromegaiico: la
secretori (Fig. 22), mitocondri e centrioli. Gli adeno neoplasia è costituita da cellule acidofile, PAS negative a),
mi scarsamente granulati, rispetto alle forme iper- esprimenti intensa orangiofilia b) (PEO-400X).
666 ^ Adenoipofisi
Fig. 21 - Riscontri microscopici relativi alla patologia della figura 20: il citoplasma delle cellule neoplastiche lega anticorpi antì
GH, a) ed anticitocheratìne, b) (RICCh con anticorpi antì GH -400X- ed anti citocheratine. 400 X)
Fig. 23 - Adenoma adenoipofisario in soggetto con cirrosi epatica, ainecomastia e galattorrea: il citoplasma delle cellule neopla
stiche è eosinofilo per ricco contenuto in granuli di secrezione acìdorili; i nuclei ipercromici hanno caratteri che indicano intensa
attività funzionale, (a: E.E 400x; b: PEO, 250x).
più grandi si accrescono per lo più in modo diffuso variabili di iperproduzione di prolattina e conse
e sono costituiti da cellule poliedriche di grandezza guente sindrome da iperprolattinemia. Il quadro
intermedia. Una ulteriore, terza, modalità di accre istologico si caratterizza per accrescimento diffuso
scimento dà luogo ad isole neoplastiche separate da di elementi acidofili e/o cromofobi, PAS negativi.
ampi setti di connettivo ialino. In tutte le forme Le indagini immunoistochimiche evidenziano la
sono frequenti la fibrosi perivascolare, le emorragie presenza di popolazioni cellulari distinte e reattive,
focali, la necrosi e la presenza di cisti. In una discre rispettivamente, per GH e per PRL o subunità-alfa.
ta percentuale di casi si osservano anche calcifica La maggior parte dei tumori cresce lentamente ben
zioni (non rari i corpi psammomatosi) e depositi di ché l'estensione soprasellare non sia infrequente.
sostanza amiloide. Le forme densamente granulate
hanno piccoli granuli sferoidali di 150-300 nm, Adenoma mammosomalo tropo (Adenoma GH~
intensamente positivi agli anticorpi anti-PRL, PRL). È neoplasia a lento accrescimento, in genere
essendo l'immunoreattività diffusa a tutto il cito intrasellare. Si associa spesso ad acromegalia di
plasma. Nelle forme scarsamente granulate la posi lunga durata o a gigantismo. Istologicamente que
tività è ristretta alla regione del Golgi ed i granuli sti adenomi sono acidofili e PAS negativi. La secre
sono di maggiori dimensioni (fino a 700 nm). L'in zione di GH e PRL e di subunità-alfa viene eviden
vasione locale è relativamente frequente ma clinica- ziata, con l'immunocitochimica, mediante gli anti
mente non sembra correlata con le dimensioni del corpi specifici, nel citoplasma delle stesse cellule
tumore. anche se gruppi di cellule possono essere reattivi
per uno solo dei due ormoni.
Adenoma misto a cellule Gtì e PRL (adenoma
GH+PRL). È composto da due diversi citotipi: il Adenoma acidofilo a cellule staminali. E costituito
citotipo somatotropo (secernente GH) e quello lat- da cellule considerate progenitrici comuni delle cel
totropo (che produce PRL). Clinicamente si accom lule somatotrope e lattotrope. Sono neoplasie per lo
pagnano ad acromegalia o gigantismo con gradi più cromofobe o debolmente acidofile e PAS nega
668 Adenoipofisi
Fig. 24 - Riscontro immuno-citochimico adenoipofisario relativo ai caso della figura 23: i granuli citoplasmatici delle celiule neo
plastiche fissano anticorpi anti-PRL a), ed anticorpi anticitocheratine, b) (RICCh con anticorpi antiPRL e anticitocheratine; 400 X). I
nuclei in questi preparati hanno modificazioni indicative dell'intensa attivazione funzionale.
tive. Le indagini immunocitochimiche dimostrano femmine; nella maggior parte dei casi (85%) si trat
la contemporanea presenza di GH e PRL nel cito ta di microadenomi. Tuttavia possono essere anche
plasma della stessa cellula. In genere la positività è macroadenomi. Le cellule costituenti queste neo
più intensa per PRL che per GH. In microscopia plasie esprimono debole acidofìlia e scarsa PAS
elettronica hanno caratteristiche sia di cellule GH positività (Fig. 25) essendo loro carattere specifico -
cfie PRL, ma scarsamente granulate. I mitocondri quello di fissare gli anticorpi anti ACTH ed antici
possono essere abbondanti e una trasformazione tocheratine (Fig. 26). È soprattutto la sindrom e di
oncocitaria, di entità variabile, è riscontrabile nella N elson - S alassa ad essere associata con macroade
maggior parte dei casi. Tendono a crescere rapida nomi che sostengono un quadro anatomo clinico
mente e ad invadere le strutture circostanti. La loro caratterizzato da pigmentazione cutanea molto più
rimozione chirurgica è spesso difficoltosa. Causano intensa dì quella caratteristica del Cushing ipofisa
per lo più i sintomi della iperprolattinemia associa rio, macroadenomì che insorgono in soggetti tratta
ti a quelli della compressione. Sono insensibili al ti con surrenalectomia bilaterale per quadri, parti
trattamento con bromocriptina, agonista dei recet colarmente gravi, di Cushing surrenalico. In queste
tori D2 che inibiscono la secrezione dì prolattina. circostanze, l'asportazione dei surreni, comportan
Adenom a corticotropo (Adenoma ACTH). Si distin do la mancata produzione di cortisolo, con la con
guono varianti funzionanti, forme silenti e la varian seguente soppressione della controregolazione
te responsabile della sindrome di Nelson-Salassa. negativa - feed-back negativo - (operato appunto
Gli adenomi corticotropi funzionanti producono dal cortisolo sulla produzione di CRH-ACTH),
ACTH ed anche altri ormoni di derivazione dalla induce una tumultuosa proliferazione, delle cellule
molecola POMC. Di solito sono associati con malat ACTH, strutturante Tadenoma. L'iperproduzione
tia di Cushing. Rappresentano il 10-15% degli ade di MSH è connessa con quella di ACTH ed è
nomi ipofisari e sono 5-10 volte più frequenti nelle responsabile della pigmentazione melanica, parti-
Tumori a cellule adenoìpofisarie ';■■■ 6 6 9
vasi capillari. Negli adenomi che insorgono nelle re nelle fasi di esordio, da compressione del pedun
donne è caratteristica la dilatazione dell'apparato colo. La citogenesi viene ricondotta ai fenotipi
di Golgi. gonadotropi, non differenziati e silenti finché non
danno segni di effetto massa.
Adenomi sperimentali. Si possono ottenere con
somministrazione di estrogeni (Fig. 28) (Mariuzzi), Adenomi silenti, anche se morfo-citochimicamente
dato di fatto che solleva il problema di una possi differenziati, non causano segni di secrezione di
bile genesi iatrogenica di neoplasie - adenomi -, tropine efficienti; i rilievi immunocitochimici e/o
quando la somministrazione di ormoni estrogeni ultrastrutturali consentono comunque di definire
sia protratta: ipotesi da considerare almeno quan la loro citogenesi.
do vi sia una anamnesi, in tal senso positiva. Sono clinicamente silenti anche gli adenomi
nuli celi, molto più frequenti, che non posseggono
Adenomi non funzionanti marcatori morfologici e immunoistochimici tali da
consentire Tindividuazione della loro citogenesi. I
Sono i più frequenti rappresentando un terzo quadri meglio definiti sono:
circa di tutti gli adenomi ipofisari. Tra essi rientra
no anche le forme incidentali, caratterizzate da - gli adenomi silenti somatotropi, a prolattina e
accrescimento molto lento, rilevabili casualmente a TSH, hanno quadri morfologici sovrapponibi
in corso di indagini radiologiche o di riscontri li a quelli delle corrispondenti forme funzionan
autoptici; la loro prevalenza, con buona approssi ti, essendo di solito scarsamente granulati.
mazione, è considerata essere circa un quinto della Spésso sono reperti incidentali di autopsia. Le
popolazione generale. forme incidentali-silenti degli adenomi a PRL
Fra le varianti, le forme a crescita rapida, posso sono caratterizzate da cellule cuboidali e colon
no facilmente assumere andamento clinico aggres nari;
sivo e raggiungere volumi anche ragguardevoli, - gli adenomi silenti corticotropi, descritti da Hor-
proprio in virtù del loro silenzio endocrino all'e
sordio. Le manifestazioni cliniche, quando si fanno
palesi tardivamente, sono dominate dai sintomi
della atrofia da compressione del parenchima ipo
fisario (Fig. 29), da effetto massa (cefalea, anomalie
del visus, deficit dei nervi cranici, ipopituitarismo)
o dalla sindrome del seno cavernoso. Possibile una
modesta iperprolattinemia sostenuta, in particola-
Fig. 30 - Adenoma silente corticotropo tipo i. a) debole PAS positività citoplasmatica; b) reattività per citocheratina.
Tumori a cellule adenoipofisarìe & 673
Adenomi pluriormondi
Sono costituiti da due o più popolazioni cellula
ri morfologicamente e immunocitochimicamente
fra loro distinte. Le forme più comuni sono quelle a
GH-PRL, già considerate; ma sono state descritte
tutte le possibili associazioni. Quando funzionanti,
sostengono quadri endocrini compositi e clinica
mente caratterizzati dai segni indotti dagli ormoni Fig. 32 - Uomo di 62 anni con il quadro clinico dell'insufficien
za ipofisaria: adenoma ipofisario incasellare, silente, con i
prodotti. Si distinguono anche forme silenti (ad caratteri microscopici deli'adenoma papillare oncocitario.
esempio, adenoma silente sottotipo III). (Emat. Eos. 150X).
674 & Adenoipofisi
Carcinomi ipofisari e adenomi invasivi ormoni che mediano la somatotropina (GH) - come
IGF (Insulin-like Growth Factor), essendo 1TGF1
Allo stato attuale l'unico criterio valido per la quello di maggior rilievo. Questa proteina basica
identificazione dei carcinomi ipofisari é la presenza circola legata a sei distinte proteine di legame (IGFs
di metastasi intra o extr acr artiche : seguendo questo - Binding Proteins - IGFBP) delle quali il terzo
criterio anatomoclinico, sono neoplasie di riscontro gruppo è il più utile avendo la funzione di protrar
eccezionale. Vanno perciò distinti dagli adenomi re di molto l'emivita di IGF1 ed i suoi effetti. Le
ipofisari invasivi, assai più frequenti, i quali sono somatomedine, oltre agli effetti specifici - accresci
caratterizzati da infiltrazione estesa della capsula mento corporeo - controllano anche, per controre
ipofisaria, dei seni durali, dei seni nasali e delle golazione negativa, l'attività delle cellule ipofisarie
strutture nervose sovrastanti. Sono neoplasie di cel- GH, nonché dei neuroni ipotalamici secernenti
lule scarsamente granulate o del tutto cromofobe, GHRH. La produzione di GH è controllata anche
essendo la PRL l'ormone secreto con maggior fre dalla somatostatina, ormone ipotalamico che inibi
quenza. Invece i carcinomi veri, quando attivi, sce la produzione ipofisaria di GH assieme a quella
secernono soprattutto l'ACTH. di TSH (ipotiroidismo nei soggetti - bambini - con
ritardo di crescita). L'azione di controregolazione
negativa interviene quando aumenta in circolo il
i l Quadri clinico-patologici correlati tasso di GHRH e di GH. Pertanto la funzione ipofi
con le anomalie di secrezione saria di controllo dell'accrescimento somatico è
soggetta ad un vaglio veramente complesso per
delle varie tropine ipofisarie impegno di diverse molecole, per la sintesi delle
Le alterazioni anatomiche e funzionali dell'ade quali vengono oggi identificati diversi difetti gene
noipofisi causano quadri clinico-patologici, anche tici che comportano, alla fine, quadri clinici di
molto complessi, in rapporto ai danni attuali di fun insufficiente funzione somatotropa. Essendo i difet
zione della ghiandola o delle ghiandole coinvolte. ti genetici identificati connessi con:
Si distinguono forme:
- la sintesi di una molecola di GH inefficace che,
1. genetiche sostenute dalla sintesi abnorme, dalla per mutazione in 17q22 - 24, causa nanismo con
anormalità degli ormoni, o dei recettori per fat genito: è forma ereditaria a trasmissione (auto-
tori della controregolazione negativa, o dei somica) sia dominante che recessiva;
recettori per fattori di trascrizione; - la sintesi dei recettori per GHRH in cui la muta
2. da eventi destruenti come emorragie, infarti, zione in 5pl3 - 12 causa il quadro del nanismo
neoplasie primitive non funzionanti, metastasi, di Laron a trasmissione autosomica recessiva.
ablazioni chirurgiche, iperplasie di singoli citoti-
Il deficit d i fu n zion e GH, comunque insorto, è
pi indotte soprattutto da anormalità funzionali
causa nel bambino del nanismo ipofisario armoni
ipotalamiche;
co. Nell'adulto non produce manifestazioni cliniche
3. da particolari condizioni fisiologiche (come le
patenti, pur essendo responsabile di ìpoglicemia ed
iperplasie delle cellule epsilon in gravidanza,
obesità. Inoltre comporta un tasso ridotto di morta
(Fig. 16);
lità per patologia neoplastica, una maggiore suscet
4. adenomi ipofisari secernenti.
tibilità alla patologia cardiovascolare ed un ridotto
Le condizioni patologiche 1) e 2) sono la causa fabbisogno di insulina nella terapia del diabete. I
anatomica delle insufficienze ipofisarie e dei quadri maggiori quadri clinici di questo deficit in età
clinici connessi, mentre quelle 3) e 4), relative a con infantile sono:
dizioni di iperfunzione/ipersecrezione tropinica,
• il nanism o ip ofisario, definito anche nanismo
comportano quadri sintomatologicì, più o meno
armonico, in opposizione al nanismo tiroideo
complessi, in rapporto con l'attività attuale di iper-
che è disarmonico. Si manifesta quando il deficit
secrezione. L'esposizione a seguire considera
GH è congenito o insorge neH'mfanzia. Il deficit
distintamente le alterazioni di secrezione delle sin
di GH è responsabile anche dell'acromicria (il
gole tropine.
contrario di acromegalia): i bambini affetti
hanno in genere estremità di piccole dimensioni,
Quadri clinico-patologici da alterata naso piccolo, pelle sottile, viso infantile, massic
secrezione di GH, ormone somatotropo cio facciale poco sviluppato, con retrognatismo.
Lo sviluppo intellettuale non è compromesso.
L'ormone somatotropo (GH), che impegna circa
L'età, valutata radiologicamente, risulta essere
il 40-50% delle cellule dell'ipofisi anteriore, è accu ritardata e proporzionata al ritardo di crescita.
mulato in forma polimera nei granuli acidofili delle
Vanno richiamate le forme della:
cellule acidofile alfa. Viene liberato, per secrezione
pulsatile, soprattutto dopo assunzione di cibo, eser - sindrome di Laron: quadro di deficit isolato di
cizio fisico e durante il sonno. Agisce stimolando la GH causato da sintesi abnorme dei recettori
formazione di fattori di crescita - somatomedine o per GH dovuta a mutazione recettoriale che
Quadri clinico patologici correlati con le anomalie di secrezione delle varie tropine ipofisarìe ® 675
non consente ai bersagli specifici di legare subisce un aumento volumetrico secondo tutti i
l'ormone che può essere anche ipersecreto: il diametri per una diffusa iperostosi dipendente da
mancato stimolo GH è la causa del nanismo; ossificazione periostale delle ossa della volta; la
- la sindrome di Merimée: ulteriore condizione mandibola aumenta di volume e si realizza un pro
di difetto isolato di GH, sostenuta da deficit nunciato prognatismo con distanziamento dei denti
di somatomedina. Si associa sempre a diabe (Fig. 34). Le arcate sopraorbitarie, le ossa zigomati
te mellito di primo tipo (insulino-dipenden- che e la protuberanza occipitale divengono più pro
te). La particolarità interessante di questa minenti. La colonna vertebrale è interessata da tre
sindrome è che i pazienti che ne sono affetti ordini di fenomeni:
non sviluppano né micro, né macroangiopa-
- aumento di spessore dei dischi intervertebrali
tia diabetica.
per proliferazione del pericondrio con trasfor
L'eccesso di fun zion e GH è la causa dell' acrom ega mazione ialina della cartilagine;
lia nell'adulto e del gigantism o prima della puber - neoformazione ossea dal periostio, particolar
tà. La diagnosi è biochimicamente legata alla dimo mente nella superficie ventrale che causa un mar
strazione di aumento elevato dei livelli sierici di cato ispessimento della corticale (talvolta la neo-
GH e di IGF1 (Insulin-like Growth Factor 1) o formazione ossea produce esostosi marginali);
somatomedina C. - fenomeni di riassorbimento deU'osso spugnoso
A crom egalia. È malattia molto più complessa e soprattutto nelle fasi avanzate della malattia.
più severa del semplice, e più evidente, danno este
Il concorrere di questi processi morbosi determi
tico connesso con le deformazioni craniofacciali e
na variabili deformazioni della colonna vertebrale e
quelle delle estremità (Fig. 33) (mani e piedi ingi
gantiti). L'ipersecrezione di GH da parte di un ade
noma acidofilo causa, in soggetti adulti e comun
que dopo il saldamento delle cartilagini di accresci
mento, iperostosi con rilevanti deformazioni faccia
li e soprattutto vertebrali; ispessimento dei tessuti
molli con macroglossia ed artropatia; alterazioni
cardiovascolari per ipertensione, cardiomegalia ed
ipertrofia ventricolare sinistra. Il quadro clinico è
caratterizzato da ingrossamento delle mani (Fig. 33)
e dei piedi, delle ossa e della cute nonché da splanc-
nomegalia. Infatti l'ormone somatotropo esercita
una azione di stimolo non solo a livello del tessuto
osseo, ma anche sui tessuti cartilagineo, connettiva-
le, muscolare e sui diversi parenchimi. Stimolo che
si esprime con fenomeni di accrescimento favoriti
da un'azione anabólica generale e condizionati da
una sufficiente secrezione di insulina. Le alterazio
ni dello scheletro sono causate dal fatto che il GH
favorisce la formazione encondrale, pericondrale e
periostale di osso ed iperplasia cartilaginea con
interessamento delle cartilagini costali, nasali, auri
colari, laringee e dei dischi intervertebrali. Il cranio
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6 4a . Stress:
fisiopatologia
e quadri
anatomo-clinici
G.M. Mariuzzi, R. Alberti, L. Mariuzzi
- capace di causare squilibri umorali con alterazioni del- Nucleo laterale della j Noradrenalina
l'omeostasi sostanza reticolare, locus
- di evocare adeguamenti soprattutto neuroendocrini per coeruleus, nucleo de! tratto
un nuovo equilibrio interno (omeostasi) adeguato alla solitario, cellule dei gangli
nuova condizione creata dallo stress spinali
Agenti e condizioni che causano stress acuto (acute Nucleo arquato ipotalamico joopamina
stressing disorders), (ÁSD)
Nucleo sovraottico e del | Serotonina
- Agenti fisici: traumi gravi, schiacciamenti, incidenti rafe dorsale il ' ' . - . - '
(auto, aereo...)
- Eventi psichici: traumi psichici violenti, pericolo di morte 1potala mo posteriore ! GABA (acido gamma-
(vissuto), morti improvvise di parenti o amici, disagio | amino-butirrico)
psichico grave 1"".... .
ipofalamo-eminenza ¡Acetilcolina
-Chirurgici (psico-fisico): chirurgia pelvica, chirurgia mediana
addominale, anestesia protratta, sconforto e percezione I
dolore
Cenni di fisiopatologia ^ Ó85
STRESS
ENCEFALO CORTECCIA
f e i " .
STRESS
STRESS
SISTEMA L1MBIC0 V
S TIM O LI
S IS TE M A N.C.
N O C iC E T T IV l
ELABORAZIONE AD. NAD, ACH
STIMOLI ISTAMINA
A FFA TIC A M EN TO S IS T E M A
SEROTONINA
ISTAMINA LI MB ICO
DOPAMINA-PIF
ì .f
I NUCLEO ARCUATO N EU R 0T R A S M ETTITOR]
I
CRH
p|pJ SECREZiONE
CONTINUA IPOTALAMO
I *
1POMC]
I y :
I OPPIOIDI
I ENDOGENI ■—E N D O R F IN A B E T A < ~ ~ P 0 M ( > H IPO FISI
_JL_
IPOTALAMO E U FO R IA A C T H ~ ~ > G L IC 0 C 0 R T iC 0 1 D I
NUCLEI PREOTTICI IN IB IZ IO N E FU N Z IO N I
GON A D I
GnRH-
,<v- IPOFISI Fig. 6 - Produzione di endorfine evocata da stress intensi e/o
li ripetuti.
FSH
ATROFIA ATCH: AdrenoCorticoTropic Hormone; POMC: Pro Opio Mela
GONADI no Cortina; linea continua: stimolo; linea tratteggiata: inibizione.
GAMETOGENESI E
STEROIDOGENESI
INIBITE Deficit funzionali per deviazione secretoria
dell'AIIS
Fig. 5 - Meccanismi della compromissione della funzione
gonadotropa causata da stress. Accanto alle risposte di attivazione funzionale,
ACH: Acetiicolina; ÄTCH: AdrenoCorticoTropic Hormone; gli stress protratti causano anche adeguamenti per
AD: Adrenalina; FSH: Follicle Stimulating Hormone; GnRH: deficit di alcune funzioni endocrine, perciò consi
Gonadotropin Releasing Hormone; LH: Luteinizing Hormone; derabili di lusso o non essenziali (Mariuzzi 1953).
NDA: NorAdrenalina; PSF: Prolactin Inhibiting Factor; POMC:
Pro Opio Melano Cortina; linea continua: stimolo; linea tratteg Di maggior rilievo è la inattivazione, o la riduzio
giata: inibizione; simbolo //: secrezione ridotta o abolita. ne significativa, a seconda dell'entità e della dura
ta della condizione di stress, delle funzioni dell'as
se ipotalamo-ìpofisi-gonadi con compromissione
delle secrezione di GnRH ipotalamico, delle gona-
dotropine ipofisarie FSH ed LH (Fig. 10) nonché
cepiti dalla corteccia cerebrale, aboliscono il con degli ormoni steroidi sessuali (Tab. 8 e Fig. 5). Si
trollo che il sistema li rabico, e i nuclei della sostan tratta in sostanza di una radicale variazione del-
za reticolare del ponte esercitano sui nuclei ipota- Tattività funzionale dell'adenoipofisi (deviazioni
lamici secernenti CRH: l'effetto è la sospensione secretorie da stress) che accanto all'attivazione
del ritmo circadiano di produzione del CRH,di della funzione ACTH vede compromessa la pro
ACTH e cortisolo. duzione di altre tropine e delle gonadotropine in
Così la produzione di CRH, ACTH e cortisolo particolare. Analoga compromissione riguarda
diviene continua. Ne consegue iperplasia ed iper anche Tasse che governa la secrezione delTormone
trofia della corteccia surrenale ed ipercortisolismo somatotropo - GH - (Fig. 11), con conseguenze
(Figg. 8 e 9). diverse nei bambini e negli adulti (Tab. 9). Viene
Infine concomita anche una attivazione dei compromessa, per difetto, anche la produzione di
neuroni magnocellulari del nucleo paraventrico IGF1, fattore di crescita, prodotto dal fegato per
lare cui consegue ipersecrezione di AVP. Questa, stimolo GH, attivo su tutti i tessuti e sullo schele
oltre ad incrementare la produzione di CRH, tro in particolare.
POMC ed ACTH, esplica il suo effetto ipertensi- Per le conseguenze sulle funzioni del SIC (Fig.
vo e, negli stress protratti, cardiopatia e cardio- 4), si veda il capitolo dedicato alle correlazioni
megalia. immunoendocrine.
Cenni di fisiopatologia & 689
Fig. 7 -
Risposte evocate da stress sui principali assi funzionali:
1. @ Asse ipotalamo-neuroipofisi: risposta umorale.
2. @ Asse ipotalamo-ipofisi-surrene: risposta umorale ritardata.
3. © Asse ipotalamo-endorfine: risposta umorale.
4. © Asse ipotalamo-sistema simpatico (SNS) e midollare surrenalica (MS): risposta neurovegetativa istantanea.
NPV: Nucleo ParaVentricolare; APV: Area Peri Ventricolare; AD: Adrenalina; NAD: NorAdrenalina; CRH: Corticotropin Releasing
Hormone; POMC: Pro Opio Melano Cortina; SIC: Sistema Immuno Competente.
6 9 0 ss Stress: fisiopatologia e quadri anatomo-clinici
Fig. 8 - Adenoipofisi di soggetto di 52 anni affetto da patologie croniche per incidente stradale drammatico complicato da lesio
ni toraciche ed addominali, sottoposto a trattamenti terapeutici plurimi, anche chirurgici, sopravissuto in condizioni persistenti di
grave disagio psichico, deceduto per complicazioni respiratorie e cardiocircolatorie; Pinaagine immuno-citochimica con anticorpi
anti-ACTH mette in evidenza un'iperplasia accentuata delle cellule amfofiie-ACTH, diffusa anche neile regioni alari. (RICCh. con
anticorpi anti-ACTH, 150 e 400X).
ne non sempre utile l'iella reazione di difesa, ma anche P.J., Sergott R.C., Bosley T.M., Snyder P.J.: Recognition
neH'interferenza negativa sulla produzione di altri of gonadotroph adenomas in women, N. Engl J Med
ormoni e delle gonadotropine in particolare (Fig. 6 ). 324: 589-594,1991.
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6 4b . Correlazioni
endocrino-
immunologiche
G.M. Mariuzzi, L. Mariuzzi
L'azione antagonista dell'asse Ipotalamo-Ipofisi- Th2 (Fig. 2), risultando così inibita la risposta umo
Surrene (Hypothalamus Pituitary - Adrenai - Axis rale a scapito di quella cellulo-mediata, dipendente
HPAA) e dei glicocorticoidi in particolare, rispetto al appunto dalla sottopopolazione Thl (Tab. 3, Fig. 2).
sistema immunocompetente (SIC), è nozione già Così, ad es., gli stress intensi-protratti e le terapie,
ben acquisita. Le setticemie, gli eventi flogistici rile specie se protratte, con corticosteroidi AGTH e gli
vanti, le miliari tbc, gli stress severi-protratti ed altri ipersurrenalismi, compromettono le risposte
eventi ancora attivano l'HPAA con azioni stimolan immuni e causano patologie:
ti integrate ed operate da: - attuando deficit immuni;
a) citochine prodotte nella sede della flogosi; - evocando eventi immunopatologici;
b) tossine batteriche; - favorendo l'insorgenza e l'evoluzione di patolo
c) stimoli neuroendocrini evocati dallo stress. gie autoimmuni.
Le citochine, prodotte a cascata (TNF, ILI, 2 e 6), D'altro canto e per converso, sono diverse o
attivano a loro volta, l'asse HPAA per sintesi e rila molte le molecole-citochine, prodotte delle cellule
scio di CRH, AVP e di POMC (ACTH). La conse del SIC, attive sul sistema endocrino. In particolare il
guente ipersecrezione di glicocorticoidi, per ade CRH linfocitario e monocitico, esercita azione di sti
guamento omeostatico di funzioni vitali, contrasta molo sulla secrezione ipofisaria di ACTH e quindi
sia la risposta infiammatoria che quella immunita anche di steroidi glicoattivi. Nella sede delle risposte
ria (Tabb. l e i , Fig. 1). D'altro canto ogni genere di immuni e flogistiche, dove vengono sintetizzate e
ipersurrenalismo-primitivo, secondario o iatrogeni- liberate le citochine ACTH e CRH, queste esplicano
co che sia, finché persiste non trattato, così come le invece una funzione paracrina opposta, cioè di sti
terapie con ACTH o corticosteroidee, causano defi molo delle risposte flogistiche, e quindi pro-infiam-
cit immunitari, anche gravi. Infatti i corticosteroidi matoria. Con questi complessi effetti di coppia per
glicoattivi inibiscono la produzione di globuli bian antagonismo (stimolo-inibizione) il CRH e l'ACTH
chi, soprattutto linfociti e monociti, nonché le loro giocano un ruolo rilevante nella modulazione delle
attività funzionali, inclusa la produzione di citochi risposte infiammatorie e di quelle immunitarie.
ne. In particolare l'effetto negativo sui monociti Le cellule linfatiche, la cui biologìa è sotto con
riguarda l'inibizione della loro differenziazione trollo endocrino, producono anche ima POMC e
macrofagica e della espressione degli antigeni di quindi ima citochina da cui derivano ACTH ed
istocompatibilità di classe 2: quindi delle funzioni endorfine. Questi ed altri fattori leucocitari (CRH,
battericida e tumoricida. Anche la reazione di iper ACTH, AVP), quando prodotti in quantità sufficien
sensibilità ritardata viene, in qualche modo, com ti, sono attivi anche sull'equilibrio endocrino, in
promessa (es. risposta al test cutaneo con la tuber- particolare sull'asse ipotalamo-ipofisi-surrene su
colina). L'involuzione timica causata dai glicocorti cui esercitano le loro azioni ormonali specifiche esi
coidi dipende almeno in parte dalla attivazione del- tanti nella sintesi e secrezione di cortisolo, nonché
l'apoptosi dei linfociti TH , ma anche dalla produ nell'azione anestetica-endocrina operata dalle
zione ridotta di cellule linfatiche (Tabb. 3 e 4, Fig. 3). endorfine (Tab. 2 e Fig. 3).
Tuttavia l'azione più studiata del cortisolo, Le conoscenze in proposito, ancora incomplete
riguarda l'inibizione della produzione di linfochi- ma in progresso, documentano i rapporti di inte
ne: interleuchine, TNF, interferone gamma, colony grazione dei due sistemi (Tab. 3), endocrino ed
stimulating factor. immunitario, anche nelle condizioni di stress. Infat
Esclusi i casi più frequen ti generati d alle terapie ti il SIC attiva funzioni squisitamente endocrine
con cortison ici o con ACTH, nelle condizioni nor agendo in particolare sull'asse HPAA; ma il sistema
mali gli adeguamenti plurimi e contrapposti del endocrino, e soprattutto l'asse HPAA, comunque
sistema endocrino e del SIC modulano le risposte attivato (Tab. 4), controlla, con effetti prevalenti di
tessutali/cellulari, infiammatorie ed immunitarie inibizione, le risposte immunitarie e flogistiche.
(sia pronte che ritardate). In particolare nelle rispo Queste interazioni complesse (Fig. 3) attuano un
ste immuni viene inibita soprattutto la risposta Thl controllo continuo anche della omeostasi immuni
con spostamento dell'equilibrio verso la risposta taria. Equilibrio fragile ed instabile: soprattutto in
Correlazioni endocrino-immunologiche £ 695
il CRH, oltre che dall'ipofalamo, viene prodotto come linfochina C¡fochine, mediatori e fattori prodotti dalie cellule dei
da leucociti e monociti, nonché dalie terminazioni di nervi di SIC interagiscono con il surrene condizionando le
senso : CRH panierino
risposte e l'adeguamento dell'omeostasi agii stress
La linfochina erti agisce localmente nei tessuti come in particolare.
immunomodulatore capace anche di proprietà pro-fbgistiche
Linfociti e macrofagi sintetizzano nelle sedi della flogosi,
La POMC prodotta dai linfociti e dai macrofagi, dà origine ad o del loro accumulo, la pro-opio-melanocortina (POMC)
ACTH - linfochina che, immessa in circolo, stimola la e quindi l'ACTH nonché le beta endorfine: queste, con
secrezione di cortisolo
effetti contrapposti, modulano localmente le risposte
CRH, POMC, ACTH e cortisolo, di origine dalle ghiandole immunitarie ed infiammatorie sotto controllo del CRH,
endocrine, agiscono sulle cellule del SIC inibendo le loro funzioni sia centrale che locale
Le chitochine (TNFa, interluchine 1-2-3-4-Ó, interferoni alfa e L'ACTH ieucocitario esercita le sue attività anche sul
gamma], ¡mediatori della fioglosi ed i fattori di crescita stimolano surrene, (asse ipotalamo-linfocitico-surrenaie)
l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene con effetti terminali propri dei
cortisolo Le varie cifochine, immesse in circolo, agiscono anche
■Linfociti, monociti e macrofagi hanno recettori per CRH e sull'ipotaiamo inducendovi produzione o liberazione
producono ACTH paracrino come linfochina, che stimola di fattori ¡potala mici e di CRH in particolare. L'effetto
produzione e differenziazione dei linfociti B-risposta CRH-ACTH-surrene finisce per esplicare un'azione
immunitaria- antiflogistica e immunosoppressiva attraverso l'azione
dei corticosteroidi
696 & Correlazioni endocrino-immunologiche
Tab. 3 Correlazioni psico-neuro-endocrino- Patologia immunitaria e stress
immuriifarie e risposte integrate
alle condizioni di ipercorHcoidismo Le relazioni fra SIC e stress sono sostanziate dalla
(terapeutico, neoplastìco, da stress) reciprocità dei condizionamenti, oltre che dall'azione
stressante di eventi infettivi, e dalie risposte immunitarie
correlate per:
Steroidi glicoattivi {cortisolo) - il condizionamento operato dal sistema endocrino
sui SIC e sulle sue risposte;
Hanno efficacia immuno soppressiva ed antiflogistica. - ie azioni dirette delie citochine prodotte da cellule
Nella patologia da stress, ad esempio, hanno immunocompetenii attivate sul complesso
efficacia anche nel controllo delia flogosi e dei danni da neuroendocrino.
flogosi, soprattutto im malattie infettive/flogistiche Da cui una nuova disciplina, la:
Effetti sul SIC dipendenti da psico-neuro-endocrino-immunologia
ipercorticoidismo: riduzione del numero di
leucociti circolanti (granulociti e linfociti) per:
GLICOCORTICOIDI
Lisi/distruzione negli organi emo-linfopoietici CORTI SOLO
(cellule linfatiche)
Inibizione del rilascio di neutrofili/monociti
Interferenza negativa su maturazione dei monociti e NEUTROFIII MONOCITi LINFOCITI
----------------!----------------
----- 1------ -----1-----
per l'adesione dei neutrofiii alle cellule endoteliali; etc ]
Apoptosi> anche massiccia, dèi linfociti T *
Involuzione timica -FUNZIONI DEI - DIFFERENZIAZIONE -INVOLUZIONE
DEL TIMO
GRANULOCITI MACR0FAG1CA
Proliferazione inibita dei linfociti T -ADESIONE -FUNZIONE DEI - FUNZIONE
ALL' ENDOTELIO MACROFAGI LINFOCITI Thl
Inibizione della produzione di citochine e mediatori -FLOGOSI - iPERSENSIBIUTA’
RITARDATA
- RISPOSTA
IMMUNITARIA
delle fiogosì [TNFa, TNFg, Coiony Stimulating factors CELLULO MEDIATA
CSF, interluchine (Interleuchine 4,5,8 in particolare)] Thl" TK2-
-NATURAL KILLER
Stimolo alla produzione (epatica) di proteine della Fig. 2 - Azioni principali dei cortiso - LINFOCITI B
fase acuta (Interleuchine 1 e 6) lo su organi e cellule dei SIC. Linea E
tratteggiata: inibizione; 1 attività PRODUZIONE
Condizionamento delle risposte Thelper (Th) modulando ridotta; T attività aumentata. ANTICORPI
l'equilibrio Thl eTh2 con prevalenza della risposta
Th2 (umorale/essudativa) a scapito di quella Thl
che sostiene la immunità cellulare mediata
(si considerino gli effetti essudativi nella TBC)
Pertanto gli ipercorticoidismi anche da stress via
cortisolo, possono condizionare negativamente
soprattutto le risposte immuni celiuio-mediate
Correlazioni psico-neuro-endocrino- ;
immunitarie: eventi patologici causati da
stress severi-protràtti psichici e /o fisici
H Bibliografia essenziale
Calogero A.E., Serra M.C.: Alterazioni dell'inter azione fra
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neuroendocrine - immune System axis Frontieres in linea tratteggiata: inibizione.
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Epifisi, o ghiandola
6.5 pineale
(corpo pineale)
G.M. Mariuzzi, L. Cavazzìni, L. Mariuzzi
Fig. 1 - Sezione sagittale mediana dell'encefalo: rapporti anatomici delle strutture della regione epitalamo-epifisaria visibile nella parte
postero'superiore aell'immagine; al di sotto delio splenio del corpo calloso si trova l'epifisi ¡1 cui peduncolo si continua con le commes
sure anteriore, dell'abenula, e postero-inferiore connessa con la lamina quadrigemina, sulla quale {corpi quadrigemini superiori) pog
gia la ghiandola pineale; la cavità del peduncolo epifisario comunica direttamente con quella dei terzo ventricolo.
Immagine dovuta alla cortesia della prof. Rossana Bussani dell'istituto di Anatomia patologica del ¡'Università di Trieste.
698 :■ Epifisi, o ghiandola pineale (corpo pineale)
tà con il liquor cefalo-rachidiano del terzo ventri e, al microscopio elettronico, si riscontrano, sia nel
colo, attraverso il recesso pineale, giustifica la pos citoplasma che nei prolungamenti, numerosi gra
sibilità della liberazione di melatonina (MLT) nuli interpretati come granuli di secrezione cioè
direttamente nel liquor ma anche la ricezione equivalenti morfologici dell'attività secernente
diretta da parte delle cellule pineali di segnali chi delle cellule parenchimali. Lo stroma (5%) è costi
mici portati dal liquor stesso. L'apporto ematico, tuito da cellule gliali simili agli astrociti. A partire
copioso, è fornito dalle arterie corioidee posteriori, dal secondo decennio di vita (talvolta anche più
rami delle arterie cerebrali posteriori. Le vene precocemente) compaiono, nel parenchima o nello
fanno capo ai seni durali e quindi alla vena magna stroma pineale, concrezioni calcaree a stratificazio
di Galeno che circonda la ghiandola nello spazio ne concentrica, di dimensioni variabili (dell'ordine
subaracnoideo.
di centinaia di micron le maggiori), composte da
La capsula che avvolge completamente l'epifisi
carbonato e fosfato di calcio e magnesio: sono gli
è costituita da fasci collageni e reticolari di deriva
acervuli epifisari o sabbia cerebrale. Queste concre
zione dalla pia madre; il parenchima, suddiviso in
lobuli ad opera di setti connettivali provenienti zioni non derivano da eventi degenerativi o involu
dalla capsula (Fig. 2), è composto per la maggior tivi ma sono espressione di attività funzionale
parte (95%) dalle cellule principali o pinealociti: intensa; infatti disattivando la funzione ghiandola
sono cellule di forma poligonale, rotondeggiante o re, mediante interruzione delle vie simpatiche,
stellata, provviste di prolungamenti (evidenziabili cessa la formazione degli acervuli e, in progressio
solo con l'impregnazione argéntica) che in parte ne, le concrezioni scompaiono del tutto. L'epifisi è
vamio verso lo stroma a formare un plesso periferi innervata esclusivamente da fibre simpatiche pro
co ed in parte prendono rapporti con la parete dei venienti dai gangli cervicali superiori; queste fibre
capillari intralobulari (Fig. 3). Il nucleo, sferoidale e si dispongono, nei lobuli, come cilindrassi nudi
vescicoloso, possiede evidente apparato nucleolare attorno alle cellule parenchimali.
« , . -f « '* ¿ 3 # ■;=::y-; : ;
* -, ¿¿-v ,.V ' . . " V '.^ 1 . .
RETINA
*
TR A TTO R E T IN IC O -IP O T A L A M IC O
1
IPOTALAMO
nucleo spvrachiasmatico
GriRH CRH
GANGLIO CERVICALE
SUPERIORE
recettori àdrenergici
FIBRE POSTGANGLIARI
Fig. 4 - Sintesi grafica dell'azione di controllo dell'epifisi sui ritmi circadiani di liberazione dei neurormoni ipotalamici GnRH e
CRH.
Linea continua e linea tratteggiata: alternanza stimolo-inibizione per ritmo circadiano di produzione di MLT. La MLT inibisce ia pro
duzione di GnRH, mentre stimola quella di CRH.
700 Epifisi, o ghiandola pineale (corpo pineale)
es. nella cecità patologica o sperimentale, compro produzione ma, dopo prodotta, viene direttamente
mette la produzione e la liberazione ritmica di immessa nel circolo ematico per raggiungere gli
melatonina. È comunque da tener presente che l'e organi bersaglio. La a ttiv azion e m assim a dell'epi
pifisi opera in un contesto di correlazioni neuroen f i s i si ha all'inizio del periodo di oscurità e anche
docrine non ancora completamente chiarite gli effetti metabolici della melatonina sono maggio
Considerando la complessità dei percorsi delle ri in questa fase. Effetti metabolici che, sugli organi
vie nervose, che vanno dalla retina all'epifisi ed bersaglio, si riducono progressivamente con l'au
alTipotalamo, si coglie anche l'entità delle trasfor mentare dell'esposizione dell'organo all'ormone.
mazioni del sistema nel corso della filogenesi. Tut L'attività metabolica massima si ha pertanto all'ini
tavia l'ipotesi che la ghiandola pineale sia soltanto zio della condizione di oscurità per diminuire suc
un residuo, non funzionante, della filogenesi non cessivamente e cessare, o quasi, durante il periodo
può più essere accettata. Essendo, la sua funzione, di esposizione alla luce. Al contrario, una sommini
finora accertata, il controllo molto fine e complesso
strazione continua esogena di melatonina aumenta
dell'omeostasi ed in particolare, come già accenna
gli effetti metabolici. La melatonina negli animali
to, dei meccanismi neuroendocrini che regolano i
inferiori agisce sui melanociti producendo agglo
ritmi circadiani. L'invecchiamento, lo sviluppo
merazione perinucleare della melanina con conse
armonico delle funzioni sessuali, il controllo nega
tivo dell'emergenza di cloni cellulari maligni, il guente sbiancamento della cute. Nei mammiferi, e
controllo non solo del ritmo di secrezione ma anche nell'uomo in particolare, non esercita azioni rile
della produzione dei corticosteroidi surrenalici e vanti sulla pigmentazione cutanea ma, con effetti
quindi anche del sistema immunocompetente, sono plurimi e con meccanismi non ancora chiariti, rego
attività, in qualche modo, regolate e coordinate dal la gli equilibri endocrini già richiamati. La MLT è
l'epifisi, certamente nella regolazione nictemerale fattore oncostatico naturale e da questa proprietà
della loro intensità funzionale; anche se non deca sembra dipendere la bassa incidenza delle neopla
dono del tutto in assenza della ancora "misteriosa sie di questa regione che rappresenta circa lo 0.5%
ghiandola", pur risultando alterate. A lungo infatti dei tumori endocranici.
l'epifisi non è stata ritenuta una ghiandola endocri L'azione in ibitoria su lla fun zion e gon adotropa
na perché’ la sua ablazione, così come la sommini ip ofisaria nota da tempo è bene documentata: il
strazione di melatonina, parevano essere inefficaci trattamento con melatonina riduce infatti il peso
sull'equilibrio endocrino. delle ovaie e sopprime l'attività estrale negli anima
L'ormone principale secreto dall'epifisi è appun li per inibizione della secrezione di LH. Con tutta
to la m elaton in a; su altre possibili secrezioni ormo probabilità, l'azione gonadoinibente del SNC è
nali, come il 5 metossitriptofololo (metabolita della svolta dall'epifisi. L'accentuazione del metaboli
serotonina) e l'arginina vasotocina (polipeptide smo della melatonina nelle ore notturne potrebbe
assai simile all'ossitocina vasopressina), non si spiegare le puntate secretorie di LH che si realizza
hanno ancora dati certi. no nel periodo di sonno nei soggetti all'inizio della
La melatonina viene sintetizzata a partire dal pubertà. Le condizioni di patologia della regione
triptofano con formazione di serotonina che, a sua che comportino compressione ed atrofia si possono
volta, viene trasformata in melatonina e in 5 metos- accompagnare a pubertà precoce. Maturazione ses
sitriptofolo. La secrezione è strettamente dipenden suale e regolazione delle funzioni riproduttive ven
te da un bioritmo nictemerale che comporta con gono quindi regolate anche dalla ghiandola pinea
centrazioni piasmatiche minime durante il giorno le, essendo gli eventi più eclatanti connessi con la
ed al contrario elevate nelle ore di oscurità: la ceci
patologìa neoplastica della regione. Anche il tasso
tà sperimentale negli animali da laboratorio e spon
di ACTH e di MSH, e quindi le funzioni dipenden
tanea nell'uomo comporta sempre elevate concen
ti da queste tropine ipofisarie, risente del controllo
trazioni di melatonina.
pineale e della somministrazione di melatonina.
1 ritmi della secrezione non dipendono solo, ed
in modo esclusivo, dalle variazioni della luminosi L'ormone infine sembra esercitare effetti inibitori
tà: essi sono regolati anche da altri fattori (assunzio sul SNC con compromissione dell'umore; si ipotiz
ne di cibo, attività motoria, altri bioritmi circadia za anche un suo ruolo almeno in alcune forme di
ni): soggetti mantenuti a luce costante per 24 ore epilessìa che sembra si possano ritenere legate ad
perdono la ritmicità secretoria luce - buio, che riac un deficit di melatonina. È comunque accertato che
quistano, però, dopo un periodo variabile da tre a l'iperproduzione di MLT (stagione invernale nelle
quattro giorni; mentre, a buio costante, la ritmicità alte vallate di montagna) è in grado di generare
secretoria viene mantenuta nel ciclo delle 24 ore. Il quadri clinici per disturbi dell'umore. Nell'epifisi
ritmo dell'attività nictoemerale epifisaria viene sin sono ancora presenti ormoni peptidìci, come ossito-
cronizzato per messaggi nervosi mediati dalla cina, angiotensina 1, TRH, derivati della POMC e
noradrenalina attraverso vie simpatiche provenien GnRH, le modalità della cui secrezione e la cui fun
ti dal ganglio cervicale superiore. zione (controllo per controregolazione?) non risul
La melatonina non si accumula nell'organo di tano a tutt'oggi definite.
Anomalie congenite - cisti i 701
Fig. 5 - Pineaiobiastoma {bambino di 3 anni): le cellule neoplastiche, strettamente addensate e disposte senza ordine apprezza
bile, hanno nuclei polimorfi, di forma alquanto irregolare, ìpercromici con cromatina spesso raccolta in blocchi grossolani. {Emat.
Eos. a) 250X; b) 400X).
Fig. 6 - Pineaiobiastoma: il citoplasma delie cellule neopiastìche ha fissato gli anticorpi anti-NSE {a) e gli anticorpi anii-sinaptofi'
sina (b).
Tumori & 703
Fig. 8 - Germmoma (uomo di 34 a.): reattività immunocitochimica per CD 117 {c-kit) in b).
7 0 4 ss Epifisi, o ghiandola pineale (corpo pineale)
tenuto glicogenico, separati da tralci fibrosi infiltra • esposizione prolungata alla luce diurna o artifi
ti da linfociti (Fig. 8). La partecipazione dei linfoci ciale che comunque venga percepita dalla retina;
ti, così come quella, più rara, di eventi di flogosi
• patologie destruenti l'epifisi;
granulomatosa con cellule giganti plurinucleate,
viene collegata con una probabile reazione immu 9 neoplasie dell'epifisi, primitive o secondarie e
nitaria nei confronti delle cellule neoplastiche. Il non funzionanti;
tumore, che può insorgere anche in regione sovra-
9 asportazione chirurgica della ghiandola;
selìare, ha struttura istologica sovrapponibile a
quella dei seminomi del testicolo: è molto radiosen • difetti genetici - ipotizzabili - della sintesi dei
sibile ed occasionalmente. associato ad aspetti di recettori adrenergici dei pituiciti o di altre mole
tipo carcinoembrionale o teratomatoso. Causa, con cole.
frequenza significativa, il quadro clinico della
pubertà precoce vera connessa con la secrezione Sono condizioni nelle quali, alla riduzione del tasso
ormonale di gonadotropine corioniche (nelle ematico di MLT, si possono associare: distubi del
varianti coriocarcinomatose) oppure per effetto sonno, accelerazione dei processi di invecchiamento,
massa, compressione di strutture ipotalamiche. morte improvvisa nei lattanti, disturbi dell'umore,
I teratom i pin eali rappresentano il 10-15% di tutti accelerazione degli eventi di progressione tumorale.
i tumori epifisari e l'epifisi rappresenta la sede di ele All'epoca della pubertà, di norma, si riduce il
zione dei teratomi intracranici. La loro struttura è tasso piasmatico di MLT mentre aumenta quello
quella tipica dei teratomi e soprattutto di quelli delle gonadotropine ipofisarie. Anche la pubertà
gonadici. Sono stati descritti anche veri coriocarcino- precoce vera viene collegata con condizioni che
mi primitivi e carcinomi embrionali epifisari. Il com generano ipomelatonismo severo per neoplasie epi
portamento biologico, di questo gruppo di neoplasie fisarie non gonadotrope o altre patologie destruen
in particolare, è segnato dall'elevata malignità. ti strutture del sistema epitalamo-epifisario.
I gliom i assumono, per lo più. i caratteri delle Le condizioni di ipersecrezióne di MLT {iperme
forme spongioblastiche (pinealomi spongioblastici), latonism i) sono collegate sia ad aumento dell'attivi-
o quelli degli ependimomi (pinealomi ependimali): tà delle fibre simpatiche che innervano l'epifisi e
sono neoplasie che originano dal rivestimento epen- quindi con l'iperattivazione del tono simpatico in
dimale del recesso epifisario del terzo ventricolo qualche modo connesso con il sistema neuroendo
(Baggenstoss e Lowe, Globus). La morfologia micro crino, sia con l'ipersensibilità (da anormalità geneti
scopica di queste neoplasie ripete le caratteristiche che) delle molecole correlate con gli eventi recetto-
degli analoghi tumori del sistema nervoso centrale. riali di questo sistema. Intervenendo la MLT nella
regolazione dei vari ritmi circadiani è da supporre
che l'ipermelatonismo comporti disfunzioni che
| Quadri anatomodinici comunque fino ad oggi non hanno ricevuto un ade
guato inquadramento sistematico se si eccettua la
I quadri anatomoclinici di patologia epifisaria, fino compromissione delle funzioni del sistema ipotala-
ra isolati e meglio definiti, riguardano le lesioni neo mo-ipofisi-gonadi che viene inibito con compromis
plastiche proprie della regione che possono causare: sione tanto della maturazione sessuale nei giovani
• sintomi di tumore endocranico come idrocefalo (pubertà ritardata) quanto della capacità riprodutti
interno per occlusione delLacquedotto di Silvio; va nell'adulto: ipogonadismo ipogonadotropo epifi
sario. In donne con amenorrea ipotalamica è stato
• ipertensione endocranica per compressione documentato un aumento del tasso ematico nottur
della vena magna di Galeno; no di MLT. Quadro clinico-patologico peculiare è la
• disturbi della oculomozione (s. di Parinaud); sìndrome di Parinaud nella quale all'aumento di volu
me dell'epifisi, con aumento del tasso ematico di
© disturbi neurologici per invasione delle struttu melatonina, si associa sviluppo sessuale ritardato, o
re nervose adiacenti l'epifisi; ipogonadismo ipogonadotropo, paralisi dell'oculo-
• quadri discrinici consistenti soprattutto in mozione e lieve dilatazione delle pupille con reazio
pubertà precoce vera, ritardo dello sviluppo ses ne ridotta allo stimolo luminoso. Circa i rapporti fra
suale o ipogenitalismo, diabete insipido. neoplasie ed epifisi sembra che la MLT eserciti un
controllo inibitorio sulla proliferazione cellulare ed
I quadri clinici per alterazione dell'equilibrio in particolare sulle cellule ghiandolari mammarie
endocrino possono essere distinti, in rapporto esprimenti recettori per gli ormoni estrogeni.
all'entità dell'anormalità della secrezione di MLT,
in ipo ed ipermelatonismi.
Una condizione di produzione ridotta di MLT - S Bibliografia essenziale
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Tiroide
6.6 G. Martignoni, L. Cavazzini, G.M. Mariuzzi
Fig. 1 - Tiroide normale: a] Disegno follicolare con colloide densa; b) immagine ultrastrutturale di cellule tiroidee con evidenza dei
microvilli e del reticolo enaoplasmatico; c) colorazione immunoistochimica per tìreoglobulina che evidenzia la presenza di questa
glicoproteina nel lume dei follicoli tiroidei e nel citoplasma dei tireociti; d) Reazione immunoistochimica per TTF-1 che dimostra
positività nucleare.
Cenni di anatomia e di morfologia funzionale $ 709
I follicoli tiroidei sono circondati da una rete per lo più fusiforme e dotate di un nucleo ovoidale,
capillare con caratteristiche sinusoidali. frequentemente inciso; solo di rado l'aggregazione
Nel parenchima tiroideo, e in particolare nei due di tali elementi esita nella formazione di microcisti.
terzi superiori dei lobi laterali, lungo l'asse media Le cellule che li compongono reagiscono alle cito-
no, si trovano disseminate cellule epiteliali (cellule cheratine ad alto peso molecolare, quale la citoche-
interfollicolari o cellule C) (Fig. 2a) appartenenti al ratina 5 e ad una proteina nucleare P63, apparte
sistema neuroendocrino diffuso: si suppone origini nente alla famiglia di P53 (Lloyd et al, 2002; Reis-
no dalla cresta neurale e che raggiungano l'abboz Filho et al, 2003).
zo tiroideo attraverso il corpo ultimobranchiale;
sono localizzate nella parete dei follicoli tiroidei, fra
la membrana basale ed il polo basale dei tireociti; Cenni di fisiologia
hanno citoplasma finemente granuloso, tenuemen
La funzione principale della tiroide si esplica
te argirofilo in cui l'esame ultrastrutturale dimostra nella regolazione del metabolismo cellulare median
la ricchezza di mitocondri e numerose piccoli gra
te la produzione di ormoni, triiodotironina (T3) e
nuli contenenti materiale elettrodenso (Fig. 2b).
tetraiodotironina o tiroxina (T4). Gli ormoni tiroidei
Esse esprimono, all'esame immunoistochimico, sono anche essenziali per la maturazione del siste
marcatori neuroendocrini, come cromogranina e
ma nervoso e degli organi sessuali nonché per lo
sinaptofisina, e risultano positive alla calcitonina,
sviluppo osseo.
l'ormone alla cui secrezione sono deputate e che
regola il metabolismo del calcio, funzione cui parte Ormoni tiroidei. La produzione degli ormoni tiroi
cipa direttamente anche il paratormone. Tra il terzo dei avviene per alogenazione di aminoacidi nell'in
medio e quello superiore di ciascun lobo tiroideo terno di una molecola proteica. Affinché tale pro
sono identificabili i cosiddetti nidi solidi cellulari duzione avvenga in modo adeguato è necessario
("solid n ests"), anch'essi di derivazione dal corpo che l'assunzione giornaliera di iodio superi i 75 |_ig
ultimo branchiale, la cui funzione a tutt'oggi non è e che lo iodio venga regolarmente assorbito lungo
ancora stata chiarita. Essi sono microaggregati di il tratto gastroenterico e legato a proteine (organiti-
cellule, di piccole e medie dimensioni, a fisionomia cazione).
Fig. 2 - Tiroide normale, a) Colorazione immunoistochimica per calcitonina che evidenzia la componente a cellule C presente nel
parenchima tiroideo, b} Sezione di tiroide di topo che dimostra la presenza di cellule notevolmente voluminose, dotate di citopla
sma chiaro e di nucleo vescicoloso, cellule C (freccia), caratteristicamente disposte in sede parafollicolare. (Inclusione in aralaite,
Bleu di Toiuidina, 1.000 X).
710 Tiroide
Gli ormoni tiroidei vengono prodotti dalle cellu L'organificazione dello iodio è inibita dalla
le follicolari mediante un processo che comporta: tiourea e dagli aminobenzeni ed anche dagli anti
corpi anti-tireoperossidasi, precedentemente noti
1. Sintesi della tireoglobulìna (Tg) nel reticolo endo-
come anticorpi anti-microsomiali. La iodificazione
plasmatico rugoso della cellula follicolare; la Tg
della tirosina si verifica in punti precisi della mole
è una grossa molecola di deposito che presenta
cola tireoglobulinica e non a livello di tutti gli ami
numerosi residui di tirosina;
noacidi tirosinici presenti. È possibile quindi che
2. Definitivo completamento della Tg per aggiunta di anomalie del gene della tireoglobulina, localizzato
carboidrati a livello del reticolo endoplasmatico sul braccio lungo del cromosoma 8, non consenta
liscio e dell'apparato del Golgi; no una normale iodificazione causando ipotiroidi-
3. Formazione di vescicole esocitosiche contenenti la Tg; smo.
4. Trasporto delle vescicole esocitosiche alla superficie La proteolisi della Tg può portare anche al rila
apicale della cellula tiroidea; scio di MIT e DIT che peraltro vengono rapida
mente deiodinate dairenzima iodiotirosina deiodi-
5. Captazione dello ioduro a livello della membrana nasi e quindi riciclate per produrre T3 o T4. Dal
basale della cellula tiroidea da parte della momento che circa il 70% dei residui tirosinici iodi
pompa sodio/iodio (N1S); nati della Tg è rappresentato da MIT e DIT il loro
6. Ossidazione dello ione ioduro I' ad opera dell'enzi ricupero è da ritenere essenziale per garantire un
ma tireoperossidasi (TPO) e perossido di idroge efficiente riciclo di iodio ed evitare la perdita di
no (reazione inibita da tiouracile o sulfamidici), a molecole ancora utili.
livello dell'apice delle cellule tiroidee, con iodina-
zione della tirosina (iodinazione della Tg), forma Metabolismo e funzione degli ormoni tiroidei. I
zione di monoidotirosina (MIT) e diiodotirosina prodotti, biologicamente fondamentali, della fun
(DIT) e loro accoppiamento (coupling) fino alla zione/secrezione tiroidea sono il T4 ed il T3. La
strutturazione delle molecole T3 e T4; piccola quantità di Tg rilasciata fisiologicamente in
circolo di norma viene rapidamente metabolizzata
7. Immagazzinamento della Tg iodinata nella colloide da macrofagi e cellule di Kupffer. In condizioni
del follicolo; normali la secrezione tiroidea di T3 è estremamen
8. Endocitosi per micropinocitosi e per macropino- te modesta e la maggior parte del T3 piasmatico
citosi (pseudopodi), sia in fase fluida (endocito deriva dalla deiodinazione periferica di T4 a livel
si), sia mediata da meccanismi recettoriali spe lo epatico e renale per azione della deiodinasi di
cifici, tra i quali megalina e gp330 ("intemaliz- tipo I. Questo delicato processo enzimatico può
zazione vescicolare"); essere inibito dai glucocorticoidi ed è rallentato
9. Formazione di vescicole di colloide intracitoplasma- anche in corso di alcune severe malattie sistemiche
tica; (iperproduzione di corticosteroidi da stress).
10. Migrazione dei lisosomi al polo apicale della cel In circolo gli ormoni tiroidei T4 e T3 sono quasi
completamente veicolati da proteine piasmatiche:
lula;
la Tiroxine-Binding-GIobulin, TBG, per il 70%; la
11. Fusione dei lisosomi con le vescicole colloidee; transtiretina -già nota come prealbumina- e la Tiro-
12. Digestione delle vescicole con idrolisi della Tg, ad xine-Binding-Albumin (TBA) per il restante 30%. A
opera dell'azione combinata degli enzimi causa della sua minor affinità di legame alle protei
catepsina B e dipeptidasi lisosomiale I; ne, la T3 è caratterizzata da breve emivita in circo
13. Secrezione nella circolazione sistemica di T3 e T4; i lo (circa 24 ore), la T4 al contrario ha una emivita di
processi attivi e passivi che regolano la secre quasi 7 giorni. La concentrazione piasmatica di T4
zione in circolo degli ormoni maturi sono tutto libero è tre volte superiore a quella di T3; tuttavia,
ra poco chiari; poiché T3 è metabolicamente più attiva di T4,
avendo un'affinità per i recettori nucleari dieci
14. Deiodinazione di MIT e DIT.
volte superiore a quella di T4, entrambi gli ormoni
Lo iodio assunto con la dieta sotto forma di I2 tiroidei concorrono in eguale misura a svolgere i
circolante viene ridotto a l'nello stomaco, per esse loro effetti fisiologici.
re poi rapidamente assorbito, sempre come ioduro, I valori sierici di T3 e T4 totali variano anche in
dalla mucosa intestinale. Solo una parte trascurabi rapporto alla disponibilità di proteine vettrici:
le di iodio proviene dal catabolismo periferico degli infatti l'ipoproteinemia, ad esempio in cirrosi o in
ormoni tiroidei e dalla deiodazione epatica ed sindrome nefrosica o in pazienti che assumono
intratiroidea. Lo ioduro che non viene captato è terapia con androgeni, è una condizione che ne
rapidamente escreto dall'emuntorio renale. Lo riduce il tasso ematico, mentre li innalzano concen
ioduro ematico viene captato attivamente dall'epi trazioni ematiche elevate di estrogeni, la sommini
telio tiroideo contro un gradiente di concentrazione strazione di contraccettivi orali e la gravidanza,
tiroide/siero; la captazione è facilitata dal TSH e creando, in quest'ultimo caso, situazioni che pos
indirettamente da un basso livello di l'nella tiroide: sono causare interpretazioni infondate di ipertiroi-
è invece ostacolata dai perclorati e dai tiocianati. dismo.
Cenni di fisiologia > 711
Gli ormoni tiroidei esplicano effetti metabolici Calcitonina. È questo un polipeptide secreto, come
ed intervengono positivamente nello sviluppo proormone, dalle cellule C tiroidee. La forma meta
somatico ed in quello psichico. Gli effetti metaboli bolicamente attiva, del peso molecolare di 3500 dal-
ci sono di breve durata mentre quelli esplicati sullo ton, si compone di 32 aminoacidi. Il gene che codifi
sviluppo psicofisico hanno tempi di latenza signi ca per la sintesi della calcitonina è situato sul braccio
ficativi e durata protratta. L'azione degli ormoni corto del cromosoma 11. Questo stesso gene codifica
tiroidei sul metabolismo si traduce nell'aumento anche per CGRP (calcitonin gene-related peptide)
della glicolisi, della gluconeogenesi, della lipoge- che è presente sia nelle cellule C tiroidee che, e in
nesi e del consumo di 0 2 a livello di tutti i tessuti, maggior quantità, nel sistema nervoso centrale. Sti
particolarmente del miocardio. moli adeguati alla secrezione di calcitonina sono
rappresentati da elevati livelli di calcio e di magne
Controllo della secrezione degli ormoni tiroidei.
sio. Tuttavia l'ipercalcemia in corso di iperparatiroi-
La secrezione degli ormoni tiroidei viene regolata
dismo non si associa, curiosamente, ad ipercalcitord-
dall'asse ipotalamo-ipofisi-tiroide. Il mantenimen nemia. Alcuni peptidi gastrointestinali sono dotati
to dei livelli ematici degli ormoni circolanti dipen di effetti secretogoghi sulla calcitonina, in particola
de dalla tireotropina (TSH) la cui secrezione è, a re il glucagone. I livelli della calcitoninemia si ridu
sua volta, controllata dal TRH, neurormone ipota-
cono progressivamente con l'età; sia i valori di base
lamico con funzione di stimolo sulla liberazione che quelli da stimolo con pentagastrina o con calcio
immediata, e dose dipendente, del TSH ipofisario. sono più elevati nell'uomo rispetto alla donna. La
Il TRH, infatti, non influenza la sintesi del TSH ipo somministrazione di estrogeni, la gravidanza e l'al
fisario, ma solo la sua liberazione. Eventi di patolo lattamento ne aumentano il tasso ematico.
gia ipotalamica, che causino deficit di TRH, non Il ruolo fisiologico di questo ormone non è
compromettono le riserve ipofisaxie di questo neu completamente noto. La calcitonina inibisce l'atti
rormone che restano normali o possono addirittu vità osteclastica, aumenta l'escrezione urinaria di
ra aumentare; talune condizioni tuttavia sono in sodio, calcio, fosfato e la sintesi di 1,25 di-idrossi
grado di causare ipotiroidismo ipotalamico per vitamina D. La tiroidectomia tuttavia non modifi
mancata liberazione del TRH, condizioni che pos ca l'omeostasi del calcio neppure nello scheletro
sono essere corrette solo dalla somministrazione (Lloyd et al, 2002).
esogena dello stesso.
Sintesi e secrezione di TSH sono inibite dagli
ormoni tiroidei che svolgono un feedback inibito H Alterazioni di sviluppo
rio sulla ipofisi anteriore. Il T3 inibisce la libera
zione di TSH, effetto che, per manifestarsi, richie Aplasia tiroidea. L'aplasia totale è una malforma
de un periodo di latenza ma che, una volta indot zione estremamente rara, mentre di riscontro relati
to, perdura nel tempo. L'effetto del T3 è dovuto vamente più frequente è l'aplasia parziale, causa
alla induzione enzimatica di neosintesi di protei comune di cretinismo congenito non ereditario. L7-
ne a carattere inibitorio, sulla secrezione di TSH. poplasia globale dipende da insufficienza diencefa-
Questo effetto rende inefficace l'azione del TRH loipofisaria, mentre quella circoscritta ha certamen
fintanto che non venga metabolizzato il prodotto te significato malformativo così come l'aplasia par
della neosintesi proteica. Ne deriva che, in ecces ziale. L'ectopia (o eterotopia) tiroidea è un'anormali
so di ormoni tiroidei circolanti, si ha inibizione tà che si può riscontrare lungo l'intero decorso che
della secrezione di TSH e mancata risposta al l'abbozzo tiroideo compie nella sua discesa; la sede
TRH da parte delle cellule che lo secernono. Vice più frequente è la base della lingua e in due terzi
versa un difetto di ormoni tiroidei comporta dei casi non si riscontra tessuto tiroideo nell'abitua
aumento della secrezione basale di TSH ed una le sede della ghiandola.
risposta al TRH più pronta. È ancora opportuno Cisti del dotto tireoglosso. Derivano da residui
tener presente che la mancata risposta del TSH al embrionali del dotto tireoglosso che non hanno
TRH, in corso di tireotossicosi, permane molto subito il normale processo di involuzione. Esse si
più a lungo di quanto ci si potrebbe attendere trovano lungo la linea mediana del collo, general
dalla normalizzazione del livello piasmatico degli mente subito al di sotto dell'osso ioide; hanno
ormoni tiroidei. dimensioni per lo più piccole (1-2 cm di diametro),
Qualsiasi situazione di tireotossicosi, che non parete sottile e contenuto generalmente mucinoso o,
sia sostenuta dalla rarissima condizione di un più raramente, purulento. La loro parete è rivestita
adenoma ipofisario TSH secernente, pertanto si da cellule cubiche o cilindriche che possono essere
associa a soppressione della secrezione del TSH, anche ciliate e, in qualche caso, da epitelio pavimen-
sia di base che da stimolo di TRH. Non è perciò toso metaplastico, formatosi in seguito alla sovrap
possibile uno stato di ipertireosi ipotalamica dal posizione di processi flogistici. Nel connettivo della
momento che, in assenza di una autonoma secre parete si possono trovare follicoli tiroidei di aspetto
zione di TSH, il T3 sopprime sempre la risposta normale. Queste cisti possono eccezionalmente
del TSH al TRH. essere sede di neoplasie tiroidee (Lloyd et al, 2002).
712 Tiroide
colare, in genere limitate a piccoli, tratti della parete
| Processi ìnfiam motori di pochi follicoli, a cui fa seguito una flogosi carat
Tiroiditi acute. Comprendono forine non suppurati terizzata inizialmente da penetrazione di granulo-
ve e form e suppurative. citi neutrofili nei follicoli con graduale formazione
Le prime insorgono per lo più in corso di malat di microascessi (Fig. 3a). Successivamente, in corri
tie infettive batteriche o virali (difterite, scarlattina, spondenza dei follicoli alterati si strutturano i carat
tifo, influenza, parotite) oppure per propagazione teristici focolai di flogosi granulomatosa di dimen
da processi infiammatori di organi contigui, quali sioni variabili, ma in genere ben evidenti, costituiti
l'orofaringe o, più raramente, le ghiandole salivari. da ammassi di sostanza colloide circondati da cellu
Il quadro istologico è caratterizzato da una flogosi le giganti plurinucleate, macrofagi e cellule epite-
interstiziale non suppurativa con lesioni secondarie lioidi (Fig. 3b). Il granuloma gigantocellulare è cir
di tipo regressivo od anche iperplastico dell'epitelio condato da un alone di linfociti e plasmacellule con
tiroideo. rari granulociti e da una fascia fibrocollagena che
La Umidite suppurativa può insorgere nel corso realizza un confine netto rispetto al parenchima
d'infezioni o per lesioni traumatiche soprattutto tiroideo circostante. Accanto a queste evidenti alte
penetranti: i germi di più comune riscontro sono razioni si trovano, quasi sempre, lesioni iniziali
gli stafilococchi e gli streptococchi. Il quadro clini- assieme ad esiti di sclerosi. La malattia, caratteriz
co è più drammatico, la sintomatologia dolorosa è zata da un decorso con episodi subentranti, può
particolarmente intensa e la febbre di solito eleva causare solo eccezionalmente una completa distru
ta. Il quadro istologico può essere quello di una zione del parenchima tiroideo con sclerosi diffusa,
forma ascessuale circoscritta,, oppure di ima forma mentre, il più delle volte, si ha la completa restitu-
suppurativa infiltrante flemmonosa; possono tio ad integrum del parenchima tiroideo.
insorgere gravi complicanze per invasione del
mediastino oppure della trachea con broncopolmo Tiroidite di R iedel (struma di Riedel, tiroidite lignea,
nite purulenta; l'evoluzione in sclerosi totale, a tiroidite invasiva). Di rara osservazione, si osserva
seguito, di quadri flemmonosi, è causa di grave anche in soggetti di sesso maschile, in genere tra i 40
ipotiroidismo. ed i 70 anni di età. L'organo può essere interessato
Tra le forme acute vanno incluse anche le tiroidi diffusamente o, più spesso, asimmetricamente con-
ti da irradiazione che sono appunto processi seconda traendo aderenze tenaci con le fasce e gli organi del
ri a terapia radiante eseguita per tumori della regio collo, oppure col mediastino. Clinicamente la malat
ne testa-collo o per linfoadenopatie neoplastiche. tia provoca disfagia, paralisi del nervo ricorrente,
dispnea e può simulare un cancro tiroideo sia per
Tiroidite subacuta non suppurativa (tiroidite su b l'aumento di consistenza della ghiandola che per le
acuta di De Quervain o tiroidite gran u lom atosa aderenze ai tessuti circostanti. Nelle forme diffuse si
giganto-cellulare). Descritta da De Quervain nel possono associare anche sintomi riferibili airipotìroi-
1936, si osserva soprattutto nelle donne, con una dismo. Il quadro istologico è caratterizzato da ima
proporzione di circa 6:1 rispetto ai maschi, fra i 25 e estesa sostituzione connettivale del parenchima
50 anni. L'eziologia è probabilmente virale dal tiroideo che può essere pertanto del tutto scomparso
momento che la sua insorgenza è spesso preceduta oppure rappresentato solo da rari follicoli distanzia
da infezioni virali delle vie aeree superiori e che in ti e atrofici ai margini della lesione.
oltre la metà dei casi risultano positivi i tests di fis Di solito è presente uno scarso infiltrato flogisti
sazione del complemento per coxsackie, adenovi- co linfoplasmacellulare e, a differenza che nella
rus, parotite, ECHO, influenza ed EBV. Il quadro tiroidite di De Quervain, non si riscontrano microa
clinico è caratterizzato da ingrossamento distrettua scessi. Il connettivo è di tipo fibroso, povero di cel
le della tiroide, nel qual caso può essere confusa cli lule e spesso presenta fenomeni di scleroialinosi.
nicamente con una neoplasia, o diffuso con dolori Venule d i medio calibro, presenti nel contesto del
anche violenti, accompagnati a febbre ed a lieve processo fibroso, possono mostrare infiammazione
ipertiroidismo. T3 e T4 sono normali o lievemente della loro parete (venulite) E da ricordare infine che
aumentate. La tiroide non capta il radioiodio (curva il processo di fibrosclerosi coinvolge costantemente
di iodiocaptazione assente o molto ridotta). Gli i tessuti "molli" circostanti, in particolare il tessuto
indici di flogosi sono positivi e, in particolare, la muscolare. Oggi si ritiene che la tiroidite di Riedel
VES è sempre aumentata. L'evoluzione è di solito rientri nel gruppo di patologie note come malattie
benigna con guarigione; tuttavia nel 6-20% dei casi fibroinfiammatorie che comprende la fibrosi retro
residua uno stato di ipotiroidismo. L'osservazione peritoneale, la fibrosi m e d ia stin ica , la colangite
macroscopica mette in evidenza un aumento volu sclerosante e lo pseudotumore infiammatorio del
metrico della tiroide, simmetrico oppure asimme l'o rb ita (Harach, W illiam s, 1983).
trico; le zone interessate dal processo infiammato-
rio hanno consistenza aumentata ed appaiono di Tiroiditi croniche specifiche. Sono oggi infrequenti.
colorito biancogiallastro. Il quadro istologico varia La tubercolosi è rara: oltre alla forma miliare, si
con le fasi della malattia. All'esordio si trovano alte distinguono forme di tbc produttiva e di tbc caseo
razioni regressive e necrobiotiche dell'epitelio folli sa, sempre nel quadro delle manifestazioni postpri
Processi infiammatori - 713
Fig. 3 - Tiroide subacuta di De Quervain: microascessi follicolari (a); granuloma gigantocellulare colloidofagico (b).
marie. La sifilid e della tiroide è eccezionale; le verso, la malattia di Graves-Basedow può evolvere
lesioni luetiche possono apparire come flogosi in tiroidite di Hashimoto. Inoltre quadri morfologi
interstiziale diffusa linfoplasmacellulare oppure in ci di tireopatia autoimmune possono insorgere in
forma di gomme variamente estese: mentre que pazienti con artrite reumatoide, diabete mellito,
st'ultimo quadro è apprezzabile solo nel periodo miastenia grave, malattia di Sjògren, gastrite croni
terziario della sifilide acquisita, le forme interstizia ca atrofica e surrenalite autoimmune (quest'ultima
li si rinvengono sia nella lue congenita che in quel associazione - artrite reumatoide e surrenalite
la acquisita. U actinom icosi e la sporotricosi della autoimmune - viene indicata anche con l'eponimo
tiroide rappresentano reperti eccezionali. In corso di sìndrome di Schmidt). L'esistenza di queste asso
di sarcoid osi diffusa si possono riscontrare anche ciazioni depone per una predisposizione genetica
localizzazioni tiroidee. alla iperreattività immune così come la presenza
Un frequente reperto istopatologico, in tiroidi nei pazienti con tireopatie autoimmuni di partico
esaminate per altra patologia, è la cosiddetta “U m i lari aplotipi HLA. In particolare i soggetti con apio-
dite da p alpazion e" (detta anche follicolite granulo- tipo HLA-DR5 hanno un rischio di sviluppare una
matosa multifocale) che si caratterizza per la focale tiroidite di Hashimoto circa tre volte superiore
presenza di follicoli ripieni di macrofagi, cellule rispetto a coloro che non esprimono questo aploti-
giganti multinucleate e alcuni linfociti: tale reperto po, mentre quelli che possiedono l'aplotipo HLA-
non ha comunque rilevanza clinica. DR3 hanno un rischio circa quattro volte superiore
di sviluppare la malattia di Graves-Basedow. Un
T ireopatie autoim m uni. Rappresentano complessi possibile meccanismo patogenetico consisterebbe
vamente una causa frequente di patologia tiroidea. pertanto in un'anomala presentazione degli antige
In questo gruppo vengono oggi comprese la tiroidi- ni self a linfociti T helper: a sostegno di questa ipo
te di Hashimoto, la malattia di Graves-Basedow e la tesi sarebbe la presenza nell'epitelio tiroideo di
tiroidite silente. Si ritiene inoltre che anche l'iperti- proteine codificate da HLA-DR, in soggetti con
roìdismo neonatale transitorio e il cretinismo con tiroidite di Hashimoto. D'altra parte le tireopatie
genito atireosico facciano parte di questo comples autoimmuni pare riconoscano un momento pato
so di patologie della tiroide. I soggetti affetti da genetico comune in difetti che coinvolgono i linfo
tiroidite di Hashimoto sono anche suscettibili a citi T regolatori CD4/CD25 (Tr): difetto che deter
contrarre la malattia di Graves-Basedow e, per con minerebbe una diminuzione della tolleranza nei
714 Tiroide
riguardi di antigeni tiroidei. Tale ridotta tolleranza i due anticorpi sopramenzionati. È ancora
giusticherebbe la comparsa di cloni T linfocitari opportuno sottolineare come i Tg Abs possano
CD4 e CD8 effettori, diretti contro la tiroide, capa interferire, nel corso del loro dosaggio, con Tg,
ci di espandersi per Tassenza di un controllo effica con conseguente sovrastima o sottostima dei
ce dei linfociti Tr. Sono cloni che proliferando cau valori reali. Ciò rende ragione del fatto che la
sano danno tissutale e conseguenti alterazioni fun valutazione sierica di Tg Ab e Tg deve essere
zionali sostenute da meccanismi umorali (produ sempre combinata;
zione di autoanticorpi antitiroide) e cellulo-media- © gli anticorpi anti-tiroxina e anti-triiodo- tiro ni
ti (effetti citotossici). Il diverso comportamento cli- fia, la cui presenza deve essere tenuta in consi
nico-patologico delle tiroiditi sarebbe pertanto derazione per le possibili interferenze nelle
secondario al tipo di danno cellulare provocato ed determinazioni sieriche degli ormoni tiroidei
al tipo di anticorpo prodotto. Comunque nono con metodo radioimmunologico (Mizukami et
stante vi sia un autoanticorpo dominante che defi al, 1994).
nisce la malattia nelle sue caratteristiche maggiori
(Tanticorpo inibente il legame della tireotropina al a) Tiroidite di Hashimoto (struma linfomatoso,
recettore noto come TBII per la malattia di Graves- gozzo linfomatoso). Descritta da Hashimoto nel
Basedow e Tanticorpo anti-tireoperossidasi, noto 1912 è una tireopatia frequente che si osserva di
come TPO Ab, per la tiroidite di Hashimoto) vi preferenza nei soggetti di sesso femminile, con rap
sono individui in cui il sistema immunitario pro porto 10/ì rispetto al sesso maschile, essendo Tin-
duce nello stesso soggetto, più di un tipo di cidenza maggiore tra i 30 e i 50 anni. I pazienti pre
autoanticorpo, complicando così il quadro clinico sentano un gozzo di solito simmetrico e di dimen
patologico. sioni modeste e solo di rado voluminoso o asimme
Gli anticorpi antitiroide finora identificati sono: trico. L'ingrossamento della ghiandola avviene in
• gli anticorpi stimolanti il recettore del TSH modo graduale e indolente in condizioni di eutiroi-
(TS Ab), classe eterogenea di immunoglobuline dismo o eventualmente di lieve ipertiroidismo, cui
come dimostra la molteplicità dei metodi uti fa seguito la progressiva comparsa dei sintomi e
lizzati per il loro dosaggio, metodi che hanno segni delTipotiroidismo quali la debolezza, la sec
in comune la caratteristica di legarsi al recetto chezza della cute, Tintolleranza al freddo, la voce
re del TSH, di attivarne la funzione (attivazio roca, l'aumento ponderale, la stipsi, i movimenti
ne delPAMP ciclico e della iodiocaptazione) e rallentati, la secchezza dei capelli, la cute fredda,
di stimolare la crescita cellulare. Sono certa Tedema periorbitario, i riflessi ritardati e la bradi
mente responsabili della malattia di Graves- cardia. Tale quadro clinico appare particolarmente
Basedow; sfumato nei soggetti anziani rendendone il ricono
® gli anticorpi bloccanti il recettore del TSH (TI scimento abbastanza difficoltoso. In pazienti con
Ab) che inibiscono la sintesi ormonale e la cresci quadro clinico dì ipotiroidismo, anche clinicamen
ta cellulare. Si ritrovano in corso di mixedema e te lieve, il riscontro dì aumento del TSH sierico, di
probabilmente, se prodotti dalla madre in gravi riduzione di T4 libera e di TPO Abs elevati, rende
danza, sono responsabili del cretinismo atireosi- agevole la diagnosi. Il quadro macroscopico varia
co; nelle diverse fasi di evoluzione della malattia
© gli anticorpi stimolanti la crescita tiroidea essendo inizialmente caratterizzato da un modesto
(TSI), non universalmente accettati ma assimi aumento volumetrico diffuso della ghiandola che
labili ai TS Ab. L'autore che li ha descritti, per di solito ha un peso fra i 60 e gli 80 g, raggiungen
la prima volta nel 1980 (Drexage), lì ha ritenu do ì 200 g solo raramente, dalla consistenza carno
ti possibilmente responsabili del gozzo sem sa dell'organo e dall'assenza di aderenze con le
plice; strutture circostanti. Nelle fasi più avanzate il
© Yanticorpo inibente il legame della tireotropina volume si riduce, la consistenza aumenta e si pos
al recettore (TBII), ricercato di routine per la sono formare aderenze con i tessuti "molli" circo
diagnosi di malattia di Graves-Basedow ed stanti. In sezione il colore della superficie di taglio
espresso come percentuale di inibizione del è grigio-giallastra con accentuazione del disegno
legame della tireotropina marcata al recettore lobulare che scompare nelle fasi successive della
tiroideo di membrana; malattia per la progressiva estensione della fibrosi
® gli anticorpi anti-tireoperossidasi (TPO Ab, che rende omogenea la superficie di sezione della
precedentemente denominati anticorpi anti- ghiandola.
microsomi), responsabili in particolare della L'indagine microscopica evidenzia un marcato
tiroidite di Hashimoto; infiltrato linfocitario stromale e modificazioni cel
® gli anticorpi antitireoglobulina (Tg Ab), meno lulari di tipo ossifilo (metaplasia oncocitaria), cui
frequentemente espressi rispetto agli TPO Ab e va incontro talora l'epitelio dei follicoli tiroidei
ai TBII nelle malattie autoimmuni tiroidee, non (Fig. 4). L'infiltrato linfocitario è presente attorno e
forniscono alcuna informazione diagnostica all'interno dei lobuli e di frequente è organizzato
sulla malattia qualora siano già stati evidenziati con follicoli linfatici dotati di centro germinativo
Processi infiammatori 715
Fig. 4 - Tiroidite di Hashimoto. E presente un marcato infiltrato linfociiario stremale (a) taiora a carattere follicolare con evidente
centro germinativo (b); sono evidenti inoltre le modificazioni cellulari di tipo ossifilo (c) o, occasionalmente, squamoso (d) a cui va
incontro l'epitelio dei follicoli tiroidei.
espanso. I follicoli tiroidei, prossimi all'infiltrato, papillare. Nella maggioranza dei casi, i fenomeni
sono spesso piccoli ed atrofici e talora rivestiti dalle di fibrosi inter- e intralobulari sono scarsi oppure
sole cellule ossifile di dimensioni variabili. I nuclei modesti anche se alle volte la fibrosi è così estesa
dei tireociti possono avere volume superiore alla ed importante da far considerare questo quadro
norma ed essere ipercromici; alle volte invece sono come variante fibrosa della tiroidite di Hashimoto.
chiari, ipocromici e sovrapposti, con caratteri quin Questa variante si caratterizza oltre che per i diffu
di che richiamano quelli propri del carcinoma si aspetti di fibrosi anche per i fenomeni di meta
716 w; Tiroide
pia sia squamosa a cui può andare incontro l'epite
lio degli otricoli tiroidei atrofici. Il quadro estremo
di questa variante viene classificato come tiroidite
atrofica o mixedema. Vi sono casi in cui si osserva
l'infiltrazione linfocitaria più o meno estesa, ma in
cui non si riscontra metaplasia ossifila ed è assente
la componente fibrosa (variante: tiroidite cronica
linfocitica).
Un'altra variante della tiroidite di Hashimoto è
la forma nodulare che riunisce i casi in cui si posso
no apprezzare dei noduli con aspetti di iperplasia
nel contesto della flogosi. Sebbene questo quadro
possa essere ricondotto all'associazione delle due
patologie, tiroidite di Hashimoto e iperplasia nodu
lare, esso possiede anche caratteri indicativi di
eventi patogenetici comuni. Infine devono essere
inclusi in questo complesso anche i casi in cui i
noduli risultino costituiti da elementi con citopla
sma ossifilo e dotati di nucleo chiaro ed irregolare, Fig. 5 - Aumento volumetrico omogeneo della tiroide con
cioè tali da richiamare un carcinoma papillare accentuazione della lobatura.
insorto in tiroidite di Hashimoto. Sono rilievi che
possono meglio essere classificati come "noduli ati
pici" in tiroidite di Hashimoto. tuazione della normale lobulatura del parenchima
Un rapporto significativo e convincente tra tiroi per tralci connettivali bene vascolarizzati; infiltrato
dite di Hashimoto e insorgenza del carcinoma linfocitario di grado variabile, talora con formazio
papillare o delle neoplasie a cellule ossifile non è ne di follicoli linfoidi dotati di evidente centro ger
stato ancora accertato mentre è ormai riconosciuto, minativo; iperplasia pronunciata dei follicoli tiroi
ed accettato il collegamento con i linfomi tiroidei dei il cui epitelio assume talora aspetti papillari che
(Lloyd et al, 2002). non devono essere confusi con quelli del carcinoma
papillare; ipertrofia dei tireociti in genere di forma
b) La malattia di Graves Basedow o morbo di cilindrica che hanno citoplasma abbondante, micro-
Basedow o iperplasia diffusa della tiroide. Rappre vacuolato, e nuclei normo- o ipercromatici localiz
senta la principale causa di ipertiroidismo e colpi zati alla base della cellula. Nel lume dei follicoli la
sce preferibilmente il sesso femminile con un rap colloide è scarsa, rarefatta, granulosa, poco colora
porto maschio:femmina di 1: 4, in un'età compresa bile e con contorni festonati a causa dei numerosi
tra i 30 e i 50 anni; in circa il 50% dei casi è identifi vacuoli di riassorbimento. Il reperto di cellule onco-
cabile una storia di familiarità. citarie, isolate o riunite in nidi per lo più di piccole
H quadro clinico è caratterizzato da un ingrandi dimensioni in seno ai lobuli iperpìastici, è osserva
mento della ghiandola che si associa a segni e sinto bile ed è indicativo della possibilità di una evolu
mi dell'ipertiroidismo, in particolare a tachicardia zione verso la tiroidite di Hashimoto. A tale riguar
sinusale, ipersudorazione e iperreflessia. A questa do è opportuno ricordare che, seppur rari, vi sono
triade si accompagnano con frequenza i segni di casi che accomunano gli aspetti morfologici delle
incremento del metabolismo, quali termofobia, due forme e che, per tale motivo, vengono classifi
polidipsia e aumento dell'appetito. Praticamente cati come hashi-tossicosi.
costanti sono i sintomi neuromuscolari come tre È opportuno sottolineare comunque che il trat
more, nervosismo, astenia ed anche quelli di risen tamento con farmaci tireostatici e beta bloccanti o
timento generale come affaticabilità, calo ponderale con iodio radioattivo, di frequente modifica gli
e dispnea. Nell'anziano, spesso paucisintomatico, aspetti istopatologici caratteristici della malattia
l'alterazione del ritmo più frequente è la fibrillazio sopradescritti. Il trattamento medico causa amplia
ne atriale; anche apatia e depressione si possono mento evidente dei follicoli tiroidei che sono rive
osservare. Il quadro clinico di ipertiroidismo si stiti da tireociti appiattiti con accumulo endofollico-
associa con riduzione del tasso sierico di TSH, con lare di colloide densa e da marcata riduzione delle
aumento di T4 libero e di TBII, riscontri che rendo aree iperplastiche; gli infiltrati linfocitari sono scar
no agevole la diagnosi. si o del tutto assenti. Il trattamento terapeutico con
Il reperto macroscopico più frequente consiste in iodio radioattivo può causare atipie nucleari marca
un aumento volumetrico modesto e simmetrico te e, soprattutto negli stadi avanzati, la formazione
della tiroide che raggiunge un peso variabile tra i 40 di noduli plurimi, metaplasia ossifila, per lo più dif
e gli 80 g (Fig. 5); la superficie di sezione ha aspetto fusa, dei tireociti ma anche atrofia follicolare e
compatto, parenchimatoso, con colore rosso intenso fibrosi (Fig. 7).
e con disegno della lobatura assai marcato. Il qua Nel Basedow, all'aumento volumetrico della
dro microscopico (Fig. 6) è caratterizzato da: accen- tiroide con ipertiroidismo, si associano oftalmopatia
Processi infiammatori : 717
Fig. 6 - Iperplasia diffusa (m. di Basedow - Graves): Infiltrazione linfocitaria con formazione di follicoli linfatici provvisti di centro
germinativo (a); iperplasia ed ipertrofia dei tireociti con nuclei ipercromatici e vacuolazione della colloide che appare rarefatta (b,
c, d).
nel 25-50% dei casi e mLxedema pretibiale circoscrit mucopolisaccaridi nel contesto dei tessuti retrobul-
to nelTl-5% dei casi; esordio, entità ed evoluzione bari con associata infiltrazione 1 iinfocitaria. Tali
dei quali non risultano sempre correlati con la seve alterazioni retrobulbari sono responsabili dell'ede
rità delTipertiroidismo. Il substrato anatomo-patolo- ma, dell'aumento della pressione orbitale, della pro-
gico delToftalmopatia risiede nella deposizione pre trusione del bulbo oculare (esoftalmo) e delle disfun
valente - come neiredema pretibiale circoscritto - di zioni dei muscoli extraoculari (diplopia). H mixede-
718 ?■ Tiroide
S S
Fig. 7 - Malattia di Basedow - Graves: a) Follicoli dilatati occupati da colloide densa e rivestiti da tìreociti appiattiti dopo tratta
mento con tireostatici; b) atipie nucleari e seierosi interstiziale dopo somministrazione terapeutica di radioiodio.
ma pretibiale consiste in ispessimento ed indurimen roidismo, in genere transitorio e con durata massi
to della cute della regione pretibiale, alterazione ma di solito inferiore ai tre mesi, sostenuto da
sostenuta dal deposito di mucine in sede dermo-ipo- gozzo con assente o ridotta captazione di iodio.
dermica. Circa il 5% dei pazienti con malattia di L'80% dei casi nei quali questa patologia insorge
Basedow, infine, presenta l'acropachia, modificazio riguarda soggetti di sesso femminile, con particola
ne delle dita che assumono aspetto a bacchetta di re frequenza, entro i primi mesi dopo il parto. In
tamburo per neoformazione di tessuto osseo. circa il 30% dei casi alTipertiroidismo iniziale fa
Il riscontro di un microcarcinoma papillare nel seguito un quadro di transitorio ipotiroidismo che
contesto di una tiroide con malattia di Graves-Base- usualmente si protrae per qualche mese. Il termine
dow non supera il 10% dei casi e non pare, al silente, o senza dolore, tende a sottolineare ima
momento, riconducibile ad una eziologia comune importante differenza rispetto alla tiroidite di De
alle due patologie. Quervain nella quale si associano sempre dolore,
Esistono anche quadri di patologia tiroidea rela febbre e VES elevata. La sua natura autoimmune è
tivamente frequenti, quasi esclusivi dei soggetti di suggerita dalla associazione con altre malattie
sesso femminile, caratterizzati da aumento volume autoimmuni come LES e Sindrome di Siògren. Il
trico della tiroide riconducibile alla presenza di quadro istologico non è ancora ben caratterizzato,
multipli noduli o di un nodulo singolo, scintigrafì- sebbene alcuni autori abbiano descritto, nella sua
camente "caldi", con quadro clinico di ipertiroidi- fase iniziale, la presenza di un infiltrato linfocitario,
smo, in cui però gli antìcorpi stimolanti i recettori •non associato a fibrosi, con modificazioni ossifile
per il TSH sono assenti. Questi quadri vengono deirepitelio (Lloyd et al, 2002).
indicati rispettivamente come gozzo multinodulare
tossico o basedowizzato e come adenoma tossico o
di Plummer. Sono noduli che, microscopicamente,
si caratterizzano per eventi edematoso-emorragici e
per alterazioni microscopiche di iperplasia (Lloyd
Gozzo o iperplasia della tiroide. Il termine di
gozzo, o struma, indicava un tempo qualsiasi qua
et al, 2002).
dro di patologia caratterizzato da aumento volume
c) Tiroidite silente (ipertiroidite, tiroidite senza trico della ghiandola tiroidea. Attualmente tale ter
dolore, tiroidite subacuta linfocitaria, tiroidite mine viene riservato agli aumenti di volume tiroi
postpartum). E un quadro caratterizzato da iperti- deo circoscritti o diffusi, che non dipendano da prò-
Processi iperplastici 719
cessi infiammatori (tiroiditi) o neoplastici e che non tiroideo presenta colorito rossastro e superficie di
si accompagnino a .disturbi funzionali (iper o ipoti- sezione di aspetto carnoso, liscia o finemente gra
roidismi). nulosa. All'esame microscopico si osservano folli
I gozzi, così definiti, possono essere suddivisi in coli generalmente piccoli rivestiti da cellule cubiche
sporadici ed endemici a seconda che la patologia o cilindriche e contenenti una modesta quantità di
riguardi una frazione relativamente piccola di una colloide, piuttosto compatta.
popolazione oppure un numero consistente di indi Il g o z z o c o llo id e si osserva, all'epoca della
vidui, non meno del 10% dei soggetti di una comu pubertà o in gravidanza. La tiroide è in genere
nità. I primi dipendono da cause che sono diverse aumentata di volume in modo simmetrico, ma solo
da paziente a paziente; mentre i secondi sono lega occasionalmente raggiunge dimensioni considere
ti a fattori ambientali, primo fra tutti, la carenza di voli. La superficie di sezione presenta aspetto varia
iodio che si riscontra in particolare in regioni mon bile a seconda delle dimensioni raggiunte dagli
tane e comunque lontane dal mare (Alpi, Svizzera, otricoli tiroidei e del loro contenuto in colloide. Più
Ande, Tibet). spesso l'aspetto è gelatinoso. All'esame istologico i
G ozzo endem ico. Può essere congenito, per follicoli tiroidei, con diametri notevolmente aumen
grave'carenza materna di iodio responsabile di una tati, sono rivestiti da tireociti appiattiti per esauri
eccessiva secrezione di TSH materno che stimola la mento funzionale mentre la colloide è compatta ed
tiroide fetale, oppure può manifestarsi in periodi omogenea. Il connettivo interfollicolare è in genere
della vita, quali la pubertà, la gravidanza e l'allatta scarso. I gozzi colloidi aumentano di volume
mento in cui è maggiore la necessità dì ormoni tiroi soprattutto per accumulo di sostanza colloide; con
dei. I gozzi endemici, da carenza iodica ambientale l'aumento della colloide all'interno della cavità fol
sono oggi assai meno frequenti che in passato a licolare viene operata una distensione della parete
seguito della diffusione del provvedimento di som che, se marcata, provoca la rottura della parete fol
ministrazione di sale iodato e grazie anche alla licolare e la confluenza di più cavità in formazioni
iodazione delle acque. Altra causa di endemia goz- cistiche di dimensioni progressivamente crescenti
zigena è la presenza di sostanze gozzigene negli ali (gozzo colloidocistico).
menti (rape, cavoli, semi di soia e semi di colza). Il gozzo plurinodulare è la forma di più comune
G ozzo sporadico. È oggi il più frequente (5% riscontro. Si osserva soprattutto in soggetti di sesso
della popolazione degli Stati Uniti) e si osserva con femminile di solito in età superiore ai 30 anni. I
un'incidenza tre volte superiore nei soggetti di noduli sono sempre multipli, anche se al paziente, o
sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile. anche al medico, la lesione può sembrare unica
La patogenesi è ancora da definire sebbene, di volta (nodulo dominante). Sono le indagini ecografiche
in volta, siano state suggerite cause differenti come ad evidenziare la presenza di altri piccoli noduli,
una lieve deficienza di iodio nella dieta, difetti con all'esame clinico spesso inapprezzabili. L'accresci
geniti modesti causa di errori nella sintesi degli mento, pur di regola lento, procede fino a produrre
ormoni, aumento della clearance dello iodio da tiroidi di forma irregolare e voluminose, tali da
parte delTemuntorio renale, presenza nel plasma di estendersi, alle volte, al di sotto dello sterno e delle
anticorpi capaci di stimolare la proliferazione delle clavicole {gozzi intratoracici). Sono masse che posso
cellule tiroidee, ingestione di alimenti contenenti no causare sintomatologie da compressione delle
sostanze gozzigene, assunzione di farmaci che strutture circostanti, soprattutto dei vasi del collo,
interferiscano con il metabolismo e la funzione dell'esofago e della trachea. L'aspetto macroscopico
dello iodio e degli ormoni tiroidei, nonché rinci varia in relazione al grado di sviluppo. Negli stadi
denza associata di alcune delle cause richiamate. più avanzati il gozzo multinodulare appare asim
I principali quadri anatomo patologici di gozzo, metrico per l'irregolarità e la disomogeneità dei
sia endemico che sporadico, sono: 1) gozzo parenchi- noduli. Soltanto occasionalmente la capsula aderi
matoso diffuso, 2) gozzo colloide, 3) gozzo multinodulare. sce alle strutture circostanti a seguito di reazioni
Attualmente si ritiene che quest'ultimo rappresenti cicatriziali secondarie a emorragie sottocapsulari.
lo stadio finale dei primi due, potendo dipendere La superficie di sezione è inomogenea per la presen
dell'alternarsi degli eventi responsabili di iperplasia za di noduli variabili per numero e dimensioni (da
e di involuzione della ghiandola nello stesso sogget pochi millimetri a qualche centimetro); sono più o
to. A favore di questa ipotesi sta il fatto che, nelle meno ben demarcati ed in genere sprovvisti di una
aree di endemia gozzigena, il gozzo si presenta vera capsula; hanno aspetto carnoso, con aree di
parenchimatoso diffuso nei bambini, di tipo colloi colorito rossobruno o giallastro, traslucide; è fre
deo negli adolescenti e di tipo nodulare negli adulti. quente il riscontro di cavità cistiche contenenti
II gozzo paren chim atoso diffuso non raggiunge materiale colloide in degenerazione, di cicatrici
di solito dimensioni cospicue. Si può osservare fre biancastre, di stravasi emorragici e di deposizioni
quentemente nei neonati come gozzo endemico da calcifiche (Fig. 8). Microscopicamente, la caratteristi
marcata carenza iodica e anche nelle fasi iniziali di ca principale è l'eterogeneità del quadro, sia tra
un gozzo sporadico: in questo caso senza rapporti noduli diversi che all'interno del medesimo nodulo.
particolari con l'età dei portatori. Il parenchima Infatti, accanto all'architettura normofollicolare si
720 - Tiroide
P9-8 ~ Gozzo multinodulare: aspetto macroscopico con evidenza di aree di rimaneggiamento strutturale dei noduli (a); partico
lare di un nodulo iperpiastìco ad architettura prevalentemente microfollicolare; è presente per altro un follicolo dilatato con abbon
dante sostanza colloide nel contesto della quale si riconoscono macrofagi a citoplasma schiumoso (b).
osservano aspetti micro e macrofollicolari (Fig. 8): in liare, ereditaria con trasmissione mendeliana.
questi ultimi l'accumulo intrafollicolare della colloi Insorge nell'infanzia o, al più tardi nell'adolescen
de può essere tanto spiccato da distendere e rompe za, in rapporto a deficit genetici di uno qualunque
re le pareti follicolari con fusione delle cavità già degli enzimi noti necessari per sintetizzare e secer
dilatate e formazione di cisti colloidi anche molto nere gli ormoni tiroidei.
voluminose/ a parete anfrattuosa. Occasionalmente I difetti noti della disormogenesi sono:
gli equivalenti morfologici dell'iperplasia sono rap
presentati da aree a struttura trabecolare o dalla pre • difetto di captazione di ioduro;
senza di un conglomerato di piccoli follicoli spesso • difetto dei processi di organificazione dello
indovati ad un polo del lume di follicoli dilatati iodio (incapacità di legare lo iodio alla Tg, spes
(Sanderson's polsters). I noduli iperplastici general so dovuto alla deficienza di perossidasi);
mente non presentano una capsula di rivestimento ® difetto di coniugazione di MIT e DIT per forma
completa anche se, in parte, possono essere delimi re T3 e T4 (anche in questo caso l'enzima interes
tati da connettivo fibroialino. Con il procedere della sato è la perossidasi);
iperplasia nodulare, la rete arteriolare e sinusoidale • difetto di conversione della iodotirosina in iodo-
si adegua per allungamento con tortuosità, eventi tironina dovuta probabilmente a mancanza del
che giustificano l'insorgenza di spandimenti emor l'attività iodotirosino-dealogenasica;
ragici, tanto interstiziali che intrafollicolari, anche • difetto nella sintesi di Tg e anormalità delle
tali da causare la formazione di vere cisti ematiche. iodoproteine.
Queste ultime, se di piccole dimensioni, possono
essere riassorbite esitando in residui formati da I gozzi disormonogenetici sono multinodulari e
ammassi di pigmento emosiderinìco e di cristalli asimmetrici. La morfologia macroscopica si carat
aghiformi di colesterina. Le cisti ematiche maggiori terizza per l'aspetto. carnoso della superficie di
danno invece luogo alla formazione di veri granulo sezione dei noduli. Istologicamente spicca la loro
mi macrofagici con morfologie variabili. L'esito fina ipercellularità, la loro architettura solida o papilla
le di queste complicazioni sono cicatrici pigmentate, re, una discreta atipia ed una apprezzabile attività
talora con depositi di calcio (Lloyd et al, 2002; Studer mitotica, aspetti morfologici che possono far porre
et al, 1992). ima diagnosi differenziale con il carcinoma follico
G ozzo disorm onogenetico. È forma rara, fami lare della tiroide.
Processi neoplastia : 721
M od ificazion i iatrogenetiche del parenchima incidenza è nell'età adulta, tra i 20 e i 60 anni. Alle
tiroideo dipendono da farmaci, quali amiodarone, volte sono dotati di attività funzionale, ma assai di
antiaritmico che causa ipertiroidismo ed iperpig- rado provocano i segni clinici deU'ipertiroidismo
mentazione macroscopica della tiroide (la cosiddet (adenoma tossico). A differenza dei noduli iperplastici
ta "tiroide nera"), da minociclina, anch'essa respon del gozzo multinodulare, con i quali possono venire
sabile di pigmentazione del parenchima tiroideo, confusi, gli adenomi sono di solito unici, di forma
da litio e bromuro che possono causare ipotiroidi- rotondeggiante od ovoidale e sono dotati di una sot
smo (Lloyd et al, 2002). tile capsula completa osservabile sia macroscopica
mente che istologicamente (Fig. 9). Le loro dimensio
ni sono estremamente variabili. Al taglio la superfi
B Processi neoplasfici cie di sezione può presentare aspetto compatto e
colorito rossastro oppure traslucido e colorito bruna-
Per la maggior parte le neoplasie tiroidee sono
stro; si apprezza comunque sempre un'evidente dif
primitive ed epiteliali. Esse si distinguono in forme
ferenza tra i caratteri macroscopici della lesione e il
benigne, gli adenomi, ed in forme maligne, i carci
nomi. Tra questi ultimi sono più frequenti quelli parenchima tiroideo compresso circostante. Non
composti da tireociti, mentre i carcinomi midollari, infrequente, in particolare negli adenomi di dimen-
composti da cellule C, sono di assai più raro riscon
tro. La classificazione delle principali neoplasie epi
teliali della tiroide è riportata nella tabella 1.
Adenomi
Sono più frequenti nel sesso femminile, con un
rapporto di circa 7:1 rispetto ai maschi. La massima
Fig- 1 0 - Adenoma follicolare: struttura follicolare con evidenti ipercromatismo e modeste atipie nucleari (a), architettura macro-
follicolare (b), microfollicolare (c) e trabecolare (d).
Fig. 1 ] - Adenoma oncocitario: a) Aspetto macroscopico nodulare di colorito bruno delimitato da evidente capsula, b, c) La neo
plasia è composta da elementi di medie dimensioni con citoplasma marcatamente eosinofilo e granulare, nucleo irregolare, dota
to frequentemente di nucleolo centrale; alcuni follicoli presentano nel lume colloide ispessita, aspetto che può essere scambiato a
piccolo ingrandimento o in citologia per una microcalcificazione tipo corpo psammomatoso (b).
Processi neoplostici 723
sioni maggiori, è il riscontro di alterazioni degenera- ra dotati di nucleoli ipertrofici; citoplasma abbon
tivo-involutive quali l'edema gelatinoso delle zone dante, marcatamente acidofilo assai granuloso per la
centrali, i fenomeni emorragici, necrotici, di ialirtiz- presenza di gran numero di mitocondri osservabili
zazione, e di calcificazione, anch'essi più spesso all'ultrastruttura e proprietà citochimiche indicative
nella porzione centrale del nodulo. Istologicamente di intensa protidosintesi) non sono responsabili di
gli adenomi follicolari hanno un'architettura nor- quadri clinici di ipertiroidismo. Queste neoplasie,
mofollicolare (semplice), macrofollicolare (colloide), così come la loro controparte maligna, possono inve
microfollicolare (adenoma fetale) e solido/trabecolare ce andare incontro a fenomeni estesi di necrosi ische-
(adenoma embrionale), distinzione che peraltro non ha mica in seguito ad esame agoaspirativo.
alcun significato di tipo clinico (Fig. 10). Il tumore (adenoma) trabecolare ialinizzante è di
Gli adenomi formati da tireociti con metaplasia raro riscontro e peculiare per la sua architettura che
ossifila, cellule riscontrabili anche nelle tiroiditi ricorda quella di un paraganglioma. È caratterizzato
autoimmuni, vengono detti adenomi oncocitari o a da aspetti di tipo ialino sia del citoplasma delle cel
cellule di Hurthle. Sono neoplasie di aspetto solido, lule neoplastiche che della sostanza intercellulare,
colorito marrone e molto vascolarizzate (Fig. Ila). H per deposizione di membrana basale, che delle fibre
loro aspetto microscopico è caratterizzato sia da collagene dello stroma. L'architettura cordoniforme,
architettura solido/trabecolare che da architettura la presenza, a livello citologico, di incisure nucleari e
follicolare, con lumi otricolari ridotti e contenenti di pseudoinclusi, nonché la presenza di corpi psam-
colloide alle volte densa, "ispessita", e marginata in momatosi, sono caratteri che possono rendere diffi
qualche caso da laminazioni concentriche che può coltosa la diagnosi differenziale (soprattutto citolo
simulare morfologicamente il corpo psammomatoso gica) con un carcinoma midollare o con un carcino
(Fig, llb). Gli oncociti, nonostante abbiano caratteri ma papillare (De Lellis et al, 2004; Rosai et al, 1992;
morfocitochimici di cellule funzionalmente molto Camey et al, 1987) (Fig. 12). L'esistenza di un rappor
attive (Fig. Ile) (nuclei con cromatina espansa e chia to con il carcinoma papillare, oltre che dalle caratte
Fig. 12 - Tumore trabecolare ialinizzante: architettura a cordoni separati da stroma ialino {a,c}, nuclei provvisti di pseudoinclusio
ni (b). Reattività ìmmunoistochimica citoplasmatica per Hreoglobulina (d).
724 «> Tiroide
ristiche morfologiche nucleari, è suggerito anche ti con sempre maggior frequenza e con conseguen
dalla traslocazione RET/PCT riscontrata in un signi te intuibile miglioramento della prognosi.
ficativo numero dei casi studiati. L'esistenza di rare L'attività funzionale nei noduli carcinomatosi è
osservazioni in cui la neoplasia ha dato metastasi di solito ridotta (noduli scintigraficamente "fred
linfonodali giustifica la denominazione, attualmente di") essendo eccezionale il riscontro di forme attive
preferita, di tumore piuttosto che di adenoma. o iperfunzionanti.
Le modalità di metastatizzazione dei carcinomi
Carcinomi tiroidei dipendono dall'istotipo. I carcinomi papil
lari diffondono sopratutto per via linfatica, dando
Vengono classificati in forme tireocitiche e in così luogo a metastasi linfonodali laterocervicali -
forme a cellule C. I primi comprendono vari istoti- comportamento peraltro proprio anche di gran
pi quali il carcinoma papillare, il carcinoma follicolare, parte delle forme midollari - , mentre l'istotipo fol
includendo in questa categoria sia il carcinoma licolare e quello anaplastico si caratterizzano invece
oncocitario che il carcinoma poco differenziato per dare metastasi per via ematogena a ossa, pol
(insulare), e il carcinoma anaplastico, mentre i secon moni, fegato e cervello.
di ne comprendono uno soltanto, il carcinoma midol
lare (De Lellis et al, 2004; Rosai et al, 1992).
Carcinoma papillare
I carcinomi della tiroide rappresentano poco più
dell'1% di tutte le neoplasie maligne, con un tasso È il più frequente tra i carcinomi della tiroide,
standardizzato di incidenza che oscilla tra < 1 e incidendo per T80% delle neoplasie maligne tiroi
> 16/100.000. Sono neoplasie che si riscontrano più dee. Macroscopicamente ì'80% di questi tumori si
frequentemente nel sesso femminile (65% dei casi), presenta solido, di consistenza sostenuta e con mar
fra i 40 ed i 60 anni, pur potendo insorgere anche gini irregolari (Fig. 13). Del restante 20%, la metà si
nell'età infantile o nei giovani. presenta come un nodulo ben circoscritto mentre
L'incidenza di queste neoplasie maligne, in par l'altro 10% mostra un aspetto cistico. Microscopica
ticolare degli istotipi follicolare ed anaplastico, è mente, la gran parte di queste neoplasie ha un7ar
nettamente superiore nelle regioni gozzigene, men chitettura papillare, con papille ramificate, varia
tre le forme papillari incidono con maggior fre mente orientate, costituite da un asse centrale fibro
quenza nelle aree in cui non si hanno condizioni di vascolare, solo di rado edematoso, e da un rivesti
carenza iodica. Attualmente si riconosce un ruolo mento epiteliale cubico disposto in filiere mono
eziopatogenetico alle radiazioni ionizzanti sia a stratificate in cui gli elementi neoplastici si affolla
basse dosi, un tempo somministrate ai pazienti con no, mostrando aspetti di sovrapposizione che sono
ipertrofia timica, ipertrofia tonsillare e con grave patognomonici di questa neoplasia, assieme alla
acne, che ad alte dosi, somministrate a scopo tera chiarificazione nucleare (i cosiddetti "nuclei ottica
peutico come nei casi di morbo di Hodgkin, ma mente vuoti", carattere dovuto all'azione della fis
anche subite fortuitamente come accadde anni sazione in formalina su queste peculiari cellule neo
orsono in seguito all'incidente occorso alla centrale plastiche). È caratteristico di questo istotipo anche il
termonucleare di Chernobyl. riscontro di irregolarità di membrana (le cosiddette
II quadro clinico è estremamente variabile diffe incisure nucleari) e la presenza di pseudoinclusi
rendo tra i diversi istotipi della neoplasia. Infatti, (dovuti anch'essi alle irregolarità della membrana
inizialmente, la gran parte dei carcinomi papillari nucleare). Tali caratteri nucleari sono osservabili
non da sintomi rilevanti, mentre i carcinomi poco anche negli elementi cellulari che compongono le
differenziati e quelli anaplastici, fin dall'esordio, strutture follicolari che non di rado formano ima
sono caratterizzati da un rapido aumento di volu
me della ghiandola e dagli effetti della compressio
ne delle strutture anatomiche circostanti (disfagia,
dispnea e disfonia), che si instaurano assai rapida
mente.
L'esame ecografico, in particolare quando asso
ciato all'esame agoaspirativo e citologico, ha sicura
mente incrementato le possibilità di identificare
precocemente i carcinomi tiroidei, modificandone
pertanto la storia naturale. Infatti gli esami ecogra
fici della tiroide sono assai frequenti, venendo ese
guiti sia per la valutazione diretta dell'organo, ma
anche nel corso dello studio dei vasi della regione
del collo, e gli ecografi impiegati sono sempre più
sofisticati e sensibili nonché utilizzati da parte di
personale medico sempre più addestrato e "sensibi Fia. 13 - Carcinoma papillare della tiroide: aspetto vellutato
lizzato". Ciò ha fatto sì che attualmente anche della superficie di sezione nel cui contesto sono presenti alcune
microcarcinomi di pochi millimetri siano identifica calcificazioni.
Processi neoplastici ® 725
parte, seppur modesta, del tumore. Altri caratteri si tumori confermando la possibilità di distinte neo
morfologici di notevole importanza diagnostica plasie con clonalità indipendenti.
sono la presenza di fibrosi, di microcalcificazioni Accanto al quadro usuale sopradescritto, il car
laminari concentriche dette corpi psammomatosi cinoma papillare può presentarsi con altre varianti
(Fig. 14) e di focolai di metaplasia squamosa, aspet morfologiche che debbono essere riconosciute per
ti osservabili in circa la metà dei carcinomi papilla esigenze diagnostiche, prognostiche e terapeutiche.
ri. Le mitosi e la necrosi sono pressoché assenti. Sono i quadri a morfologia follicolare, a cellule alte,
Microfocolai neoplastici diffusi, anche nel lobo con a cellule colonnari nonché le varianti sclerosante
trolaterale, si riscontrano in una percentuale di casi diffusa, la macrofollicolare, la solido-trabecolare, la
che va dal 20% al 75%, variabilità legata alle diver cribriforme-morulare e la variante con stroma che
se modalità, più o meno estese, di campionamento ricorda la fascite nodulare.
(Carcangiu, 1985). La multifocalità dei carcinomi Le prime tre varianti richiedono un rilievo parti
papillari può essere interpretata come dissemina colare. Nella forma follicolare le cellule neoplastiche
zione metastatica intratiroidea per via linfatica o, mostrano caratteri morfologici sovrapponibili a
alternativamente, come insorgenza indipendente di quelle della forma classica (sovrapposizione delle
più neoplasie. Recentemente Shattuck et al (2005) cellule che rivestono i follicoli, chiarificazione
hanno dimostrato in donne portatrici di carcinoma nucleare, incisure e pseudoinclusi nucleari), ma si
papillare multifocale, eterozigoti per il polimorfi aggregano formando follicoli e per quest'ultimo
smo del gene HUMARA (X-linked human andro- motivo questa variante può, e lo è stata a lungo,
gen receptor gene), l'inattivazione dello stesso cro essere confusa con l'istotipo follicolare (Fig. 15). Le
mosoma X, di origine patema o materna, nei diver varianti a cellule alte e a cellule colonnari (Fig. 16)
Fig. 16 - Carcinoma papillare variante a cellule colonnari. Gli Fig. 17 - Microcarcinoma papillare: riscontro istologico occa-
elementi neoplastici di questa variante presentano nucleo aliun- sionale in tiroide asportata chirurgicamente per gozzo multino-
gato ed ipercromico. dulare.
Processi neoplastici ^ 727
di un adenoma (Fig. 20). All'esame microscopico le logiche mentre l'attività mitotica è assai modesta o
cellule neoplastiche, mostrano caratteri nucleari inapprezzabile così come mancano fenomeni di
significativamente diversi da quelli del carcinoma necrosi. Carattere diagnostico patognomonico di
papillare; si aggregano a formare strutture otricola- questi tumori é l'invasione della capsula che avvol
ri di dimensioni variabili oppure trabecole. In ogni ge il nodulo, dei vasi ematici o di entrambe le strut
caso sono scarse o mancano del tutto le atipie cito ture. L'invasione della capsula, per essere conside
rata tale, deve interessarla a tutto spessore con
ovvia estensione della proliferazione neoplastica al
parenchima circostante; estensione che assume di
frequente l'aspetto definito "a fungo" (Fig. 21).
Fig. 21 - Carcinoma follicolare incapsulato. Invasione incompleta (a) e a tutto spessore deila capsula che avvolge il nodulo con
estensione della proliferazione neoplástico al parenchima circostante che assume l'aspetto definito "a fungo" (b); evidente mono-
morfisimo cellulare con microfollicoli e immagini mitotiche (c); invasione vascolare (d).
Processi neoplastici s 729
Fig. 26 - Carcinoma indifferenziato della tiroide: sezione trasversa che dimostra l'invasione della trachea e delle strutture vasco
lari del colio (a). Aspetto istologico con marcata anaplasia cellulare ed estese aree necrotiche (b); colorazione immunoistochimica
per desmina che evidenzia la parete muscolare di una struttura vascolare con trombosi neoplastica endoluminale (c); varietà a cel
lule giganti (d); residui aspetti follicolari (e); focaie reattività con anticorpi anti-tireoglobulina (f).
732 ? Tiroide
vani, di circa 40 anni, nella variante a trasmissione al fegato e allo scheletro. La sopravvivenza, pur
ereditaria. Quest'ultima forma incide per circa il dipendendo dallo stadio di sviluppo raggiunto
20% di tutti i carcinomi midollari, potendo essere dalla neoplasia al momento della diagnosi, é di
parte di una MEN (IIA o IIB), ma anche manifesta circa il 70-80% a 5 anni dall'intervento di tiro ideeto-
zione singola di malattia (carcinoma midollare familia mia (De Lellis et al, 2004; Rosai et al 1992).
re). Sono tumori che si presentano in forma di nodu
li o masse grigio-giallastre, ben circoscritte ma prive Genetica dei carcinomi midollari della tiroide. Il
di capsula fibrosa (Fig. 27). La loro consistenza é gene, le cui alterazioni stanno alla base dello svilup
sostenuta. Per la maggior parte sono neoplasie loca po dei carcinomi midollari, è il protooncogene RET,
lizzate nel terzo superiore dei lobi, quindi nella sede in particolare nelle forme familiari, nelle quali il
anatomica del parenchima tiroideo dove più elevata gene ha mutazioni germ line. Nei pazienti con car
è la percentuale di cellule C. Variabile è tanto l'archi cinoma midollare familiare, o MEN IIA, le mutazio
tettura microscopica di questo carcinoma così come ni sono negli esoni 10 e 11, mentre le famiglie con
la sua citologia. L'architettura infatti può essere soli- MEN IIB hanno di solito una mutazione al codone
do-trabecolare, a nidi, ghiandolare o pseudopapilla 918 dell'esone 16. Mutazioni ai codoni 768 e 804
re. Le cellule costituenti possono essere epiteliomor- sono osservabili nelle forme di carcinoma midolla
fe, ma anche fusate (Fig. 28), plasmocitoidi, squa- re familiare non associato a MEN. Il risvolto pratico
moidi e talora di aspetto oncocitico. Lo stroma, di queste informazioni risiede nel dato di fatto che
variamente rappresentato ma in genere scarso, è oggi è possibile diagnosticare, con analisi genetica
sede di deposito di sostanza amiloide, anch'essa in nei figli di soggetti con MEN o con sindrome fami
quantità variabile, comprendente nel suo contesto liare del carcinoma midollare, la presenza o meno
microdeposizioni calcaree: la sostanza amiloide è delle medesime mutazioni sul gene RET, ponendo
tingibile con il Rosso Congo e mostra caratteristico quindi le basi per una tiroidectomia profilattica,
dicroismo a luce polarizzata assumendo un colore attualmente consigliata dopo il sesto anno di età
definito classicamente. Verde mela' (Fig. 29); reagi (De Lellis et al, 2004).
sce inoltre immunoistochimicamente con anticorpi
anti-calcitonina. L'indagine ultrastrutturale mette in Tumori primitivi non epiteliali
evidenza, nel citoplasma delle cellule neoplastiche,
granuli di neurosecrezione che risultano positivi per Tra i tumori che possono coinvolgere la ghian
anticorpi contro la calcitonina, ma anche per cromo- dola tiroidea vanno ricordati i linfomi, in particola
granina (Fig. 30). Le cellule del carcinoma midollare re il linfoma non Hodgkin, B a cellule della zona margi
sono positive anche per CEA e per TTF-1, mentre nale, analogo agli altri linfomi extranodali MALT,
non esprimono tireoglobulina. per la sua correlazione con la tiroidite cronica linfo-
Anche questa neoplasia viene oggi diagnosticata citaria tipo Hashimoto, ed il cui quadro istologico
quasi sempre nelle fasi precoci del suo sviluppo e non frequentemente presenta lesioni linfoepiteliali e dif
infrequentemente con diametro inferiore al centime ferenziazione plasmacellulare.
tro: nello stadio quindi di microcarcinoma midollare. Rarissimi sono i tumori mesenchimali, quali
Nei casi di carcinoma midollare geneticamente tra Yangiosarcoma, descritto soprattutto nelle zone alpi
smesso la neoplasia insorge più precocemente, può ne, particolarmente in Svizzera e associato a gozzo,
essere multifocale ed é quasi sempre associata a iper- che va posto in diagnosi differenziale con il carcino
plasia delle cellule C, soprattutto nel parenchima ma anaplastico.
tiroideo prossimo alla neoplasia (Fig. 31). Del tutto eccezionali il leiomìoma, il leiomiosarco-
Le metastasi di questo tumore si instaurano, per ma ed il tumore fibroso solitario.
via linfatica, ai linfonodi laterocervicali e mediasti-
nici e, più di rado, per via ematogena, al polmone, Tumori secondari della tiroide
La tiroide può essere sede di metastasi, in parti
colare di carcinomi di origine mammaria, renale e
polmonare (De Lellis et al, 2004; Rosai et al, 1992).
Fig. 28 - Carcinoma midollare: aspetti istologici diversi, solido trobecolare (a), alveolare (b), a cellule fusate (c) e a cellule polimor
fe (d).
iperplastici nel contesto di un gozzo multinodulare, delle neoplasie follicolari difficoltà oggettive che
e più raramente (15%) di adenomi. Solo nel 5% circa non consentono la distinzione tra adenoma e carci
dei casi si tratta di carcinomi, in genere bene diffe noma. L'impiego della tecnica della biopsia per
renziati: papillari (80-85%), follicolari o oncocitari aspirazione con ago sottile (FNAB) ha notevolmen
(10-15)%, midollari (3-4)% e, eccezionalmente, ana- te incrementato il numero di carcinomi tiroidei rile
plastici (1%). In pratica, solamente nelle lesioni vati con intervento chirurgico (dal 15 al 40%), con
nodulari follicolari con caratteri di neoplasia la dia un aumento progressivo di incidenza soprattutto
gnosi di carcinoma deve essere posta istologica delle forme papillari di piccole dimensioni (micro
mente presentando l'interpretazione citologica carcinomi).
734 Tiroide
Fia. 29 - Carcinoma midollare: nello stroma sono evidenti depositi di sostanza amiloide tingibile con rosso Congo [a) e dicroica
inluce polarizzata (b).
Fig. 30 - Espressione immunoistochimica di calcitonina (a) e di cromogranina (b) nelle cellule neoplastiche del carcinoma midollare.
Processi neoplastici ; 735
Fig. 31 - Ìperplasia delle cellule C evidenziata con reazione immunoistochimica per calcitonina in carcinoma midollare familiare
in MEN ila.
Le neoplasie della tiroide, con l'eccezione delle prima manifestazione clinica è rappresentata da
rare forme poco differenziate e anaplastiche, sono metastasi linfonodali laterocervicali che comporta
dotate di prognosi favorevole. La sopravvivenza no scarsa rilevanza prognostica, potendo essere
tuttavia presenta notevole variabilità: per i carcino presenti anche da molti anni.
mi papillari e per i follicolari minimamente invasi Per converso, la diagnosi istologica di carcinoma
vi, è superiore al 90% dopo 10 anni; per i carcinomi anaplastico è sufficiente per includere la neoplasia
follicolari ampiamente invasivi scende al 50%, sem nello Stadio IV, anche se è contenuta entro la tiroide
pre dopo 10 anni; per i carcinomi poco differenziati e senza evidenza di metastasi linfonodali o a
è attorno al. 50% dopo 5 anni; per il carcinoma distanza (T4, qualsiasi N, qualsiasi M).
midollare, a distanza di 5 anni è superiore all'80% e,
a 10 anni, superiore al 70%. Tra i fattori più impor
tanti di significato prognostico vengono considera Critèri prognòsfici sfiworevoli. nei
ti l'età, il sesso, il grado di differenziazione (essen ‘ carcinom ideltatìroi^ lo \
do il carcinoma papillare ed il follicolare bene diffe Orgdnizàtìon-.far,
renziato a prognosi eccellente), le dimensioni del Research and Treatment of Cáncer) : " ;
tumore, la sua estensione alle strutture contigue e le
metastasi, linfonodali e a distanza (Tab. 2). a) dimensioni superiori a cm 1,5
Questi criteri sono così importanti che nella sta-
diazione delle neoplasie si considerano diversa- b) età >40 anni nel sesso maschile, >50 anni nel sesso
mente i medesimi parametri in funzione dell'età e
[ femminile
del grado di differenziazione tanto che nel sistema c) presenza di metastasi a distanza
TNM i carcinomi papillare e follicolare bene diffe | d) invasione capsulare
renziato, nei soggetti di età inferiore ai 45 anni, ven
gono classificati allo stadio I quali che siano le j e) grado di differenziazione
dimensioni e l'estensione del tumore e con metasta f) varianti istologiche
si linfonodali (qualsiasi T, qualsiasi N, M0), e allo
stadio II quando sono presenti anche metastasi a
nel Ca papillare: varianti a cellule alte, a cellule colon
nari, sclerosante diffusa
distanza (qualsiasi T, qualsiasi N, M I). Nei carcino
mi papillari infatti, abbastanza frequentemente la nel Ca follicolare: variante a cellule di Hurtle
736 ì: Tiroide
I carcinomi papillare e follicolare in soggetti di età terno del nodulo, si estrae l'ago e si deposita su un
superiore ai 45 anni ed il carcinoma midollare (indi vetrino portaoggetti il materiale in esso contenuto
pendentemente dall'età) vengono classificati in stadio che viene infine strisciato con delicatezza così da
I, con tumore delle dimensioni massime di 2 cm limi ottenere uno strato unicellulare. Dopo essiccamen
tato alla tiroide senza metastasi linfonodali o a distan to del materiale, ottenibile in alcuni minuti per
za (TI NO MO), in stadio II con tumori compresi tra 2 esposizione all'aria ambiente oppure con getto d'a
e 4 cm limitati alla tiroide, sempre senza metastasi (T2 ria forzato per pochi minuti, o dopo fissazione in
NO MO), in stadio III con tumore superiore a 4 cm, o alcool, si procede alla colorazione del materiale stri
inferiore a 4 cm ma con minima estensione extratiroi sciato con soluzioni coloranti generiche (Diff Quik,
dea (T3 NO MO), o con metastasi ai linfonodi peritiroi Papanicolau, May-Grunwald-Giemsa, Ematossili-
dei (Tl-2-3 N la MO), ed in stadio IV con tumori che na-Eosina) o, se del caso, anche con tecniche istochi-
invadono le strutture circostanti (T4), o con metastasi miche ed immunocitochimiche. A questo punto l'e
ai linfonodi laterocervicali o del mediastino superiore same microscopico può essere effettuato, in pratica,
(Nlb), o con metastasi a distanza (MI). e se necessario, entro pochi minuti dopo l'atto del
La condotta terapeutica pertanto, sulla base prelievo. Ovviamente l'interpretazione richiede
della stadiazione comporta tiroidectomia subtotale una adeguata preparazione specifica anche della
o totale e trattamento o meno con radioiodio. patologia dell'organo. Da quanto sopradescritto si
può facilmente comprendere l'estrema semplicità
dell'atto agoaspirativo e come si tratti di tecnica
| Citologia tiroidea veramente poco dispendiosa.
AI paziente, correttamente informato di ogni
Nell'ultimo decennio la citologia agoaspirativa atto, le operazioni dell'agoaspirazione risultano ben
ha assunto un ruolo determinante per la definizio sopportabili tanto che, qualora sia necessario, è pos
ne della natura, benigna o maligna, dei noduli tiroi sibile procedere all'esecuzione di un numero non
dei con sensibilità (85-90%) e specificità (90-95%) indifferente di agoaspirazioni del medesimo nodulo
molto elevate. Il valore dell'indagine citologica o di più noduli, qualora presenti, nella ghiandola
risiede anche nella possibilità di raccogliere una dello stesso individuo. Se anni fa l'atto agoaspirati
serie consistente di dati utili per la clinica con un vo veniva prevalentemente praticato a "mano libe
metodo di rapida e semplice esecuzione, del tutto ra", e cioè fissando il nodulo palpabile tra due dita e
economico e in grado di fornire informazioni atten inserendovi quindi Lago, oggi tale procedura viene
dibili estemporaneamente. eseguita assai dì rado. La tecnica attuale di agoaspi-
La manovra agoaspirativa consiste nell'introdu- razione sotto guida ecografia consente risultati
zione di un ago sottile (23-25-27 gauges) all'interno migliori perché, essendo i noduli da valutare di
del nodulo da esaminare e nella successiva aspira dimensioni sempre più ridotte, e per lo più non pal
zione mediante siringa. Mentre si aspira è possibile pabili, soltanto l'ausilio ecografico consente la loro
dirigere l'ago in più direzioni così da mettere in atto identificazione ed un loro corretto centraggio. Inol
un congruo campionamento, in particolare quando tre è sempre più sentita, dall'esecutore dell'agoaspi-
il nodulo è voluminoso. Una volta rilasciato lo stan rato, l'esigenza di conoscere anche i caratteri ecogra
tuffo della siringa, quando ancora ci si trova all'ìn- fici del nodulo da cui prelevare il materiale per le
iati
indagini citologiche: il metodo infatti permette di La diagnosi citologica di iperplasia (Fig. 34) è
identificare le aree più idonee al campionamento, in caratterizzata da abbondante colloide e da tireociti,
modo particolare quando il nodulo sia voluminoso. in genere di piccole dimensioni con nucleo molto
Infine la contemporanea osservazione del parenchi tingibile, isolati, in aggregati follicolari o in lamine,
ma tiroideo extranodulare può fornire, nei singoli con frequenti raccolte di macrofagi carichi di emo-
casi, informazioni di estremo interesse, quali la pre siderina.
senza o meno di altri noduli e di un eventuale pro L'agospirato nel carcinoma papillare evidenzia
cesso tiroiditico concomitante. una discreta cellularità con aggregati di aspetto
I quadri citologici delle principali patologie papillare associati ad elementi isolati (Fig. 35). Le
tiroidee e delle neoplasie epiteliali maligne della" cellule presentano nucleo frequentemente inciso,
tiroide sono ben codificati e pertanto il patologo, alle volte con inclusioni nucleari. In rarissimi casi si
nella maggior parte dei cast è in grado di porre dia osservano corpi psammomatosi.
gnosi certa di tiroidite, di iperplasia, di carcinoma Un quadro citologico ricco di cellule pleomorfe,
papillare, di carcinoma anaplastico e di carcinoma talvolta fusate e talvolta plurinucleate, è caratteri
midollare. stico del carcinoma anaplastico (Fig. 36).
II quadro citologico delle tiroiditi dimostra scar Il carcinoma midollare si riconosce per la presenza
sa colloide, cellule oncocitarie, tireociti, linfociti e di cellule disperse di medie e grandi dimensioni,
plasmacellule nella tiroidite di Hashimoto (Fig. 32); alle volte di aspetto plasmacitoide, con pleomorfi-
tireociti; grànulociti neutrofili, macrofagi e cellule smo nucleare e binucleazioni (Fig. 37). Il citoplasma
giganti plurinucleate con aspetti di colloidofagia, di tali cellule appare finemente granulare e può
nella tiroidite di De Quervain (Fig. 33); materiale osservarsi la presenza di materiale metacromatico,
scarsamente cellulare con rari fibroblasti, nella tiroi indicativo di sostanza amiloide.
dite di Riedel. Più complessa è l'interpretazione dei noduli folli
colari in quanto la diagnosi differenziale tra noduli
microfollicolari iperplastici, adenoma e carcinoma folli
colare si basa più su criteri istologici che citologici.
Tuttavia le conoscenze di base del patologo sono
utili, se non necessarie, per la scelta della strategia
diagnostica cui sottoporre il paziente. Per questa
finalità sembra utile seguire la classificazione che
distingue quattro categorie di lesioni follicolari:
1. I noduli normo-macrofollicolari benigni che
comprendono lesioni iperplastiche e gli adeno
mi macrofollicolari il cui quadro citologico com
prende tireociti di taglia uniforme, spesso riuni
ti in aggregati frammisti ad abbondante colloide
inglobanti macrofagi con emosiderina (Fig. 38).
Il maggior problema in questi casi è la valutazio
ne dell'idoneità del materiale. Molti patologi
Fig. 33 - Tiroidite subacuta granulomatosa di De Quervain. considerano idoneo il materiale quando siano
Cellula gigante multinucleata Frammista a linfociti e tireociti su identificabili almeno 6-10 aggregati di cellule
fondo amorfo, basofilo (MGG, 400 X). (Da P. Boccato, I.e.). tiroidee (Fig. 39), ciascuno dei quali formato da
Fig. 34 - Gozzo colloide, a) Sostanza colloide con le caratteristiche fratture da coartazione (Giemsa, 200 X). b) Cellule follicola
ri in microfollicoli. Sui fondo si osservano alcuni nuclei nudi linfocitosimili (Papanicolaou, 200 X). (Da P. Boccato, Le.).
738 Tiroide
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Fig. 41 - Citologia agoaspirativa tiroidea. Il materiale citologi
co è iperceilulare comprendendo numerose strutture microfolli
Fia. 40 - a) Neoplasia follicolare: microfoilicolo, assenza di colari composte da tireociti con nucleo alle volte nucleolato; le
colloide (Papanicolaou, 400X). b, c) Adenoma follicolare: tap emazie sono rare e la colloide è estremamente scarsa. Il qua
peto di tireociti su fondo ematico, isolati o ammassati in micro- dro citologico è compatibile con un nodulo ad architettura
follicoli (Papanicolaou: b) 125X, c) 600X) (Da P. Boccato, i.e.). microfollicolare.
740 Tiroide
di diagnosi differenziale. Questo è, infatti, reperto raramente, di una neoplasia (adenoma tossico o
compatibile tanto con un nodulo iperplastico con malattia di Plummer, ed eccezionalmente, carcino
metaplasia ossifila, quanto con una neoplasia, ade ma iperfunzionante). Mutazioni nel gene del recet
noma o carcinoma, oncocitaria. Pertanto il riscontro tore del TSH sono state dimostrate nell'adenoma
citologico di un tappeto monotono di cellule con i tossico ma non nel gozzo multinodulare.
caratteri degli oncociti, in un contesto che non abbia L'ipertiroidismo può essere spesso scatenato
equivalenti citologici di flogosi (tiroidite) o di iper- improvvisamente da un eccesso di jodio che consente
plasia, non consente di discriminare con certezza l'emergenza di cloni di tireociti che si autonomizzano
tra una lesione benigna ed una maligna, rendendo aumentando la secrezione ormonale e accentuando
perciò necessario il ricorso al controllo istologico un preesistente ipertiroidismo di lieve entità. Una rara
del nodulo, soprattutto nei casi in cui la lesione sia condizione di ipertiroidismo dovuto a secrezione
singola e non concomiti un quadro clinico-laborato- extraipofisaria non controllata di fattori tireostimolan-
ristico o citologico di tiroidite (Ravetto et al, 2000). ti, può osservarsi in corso di tumori trofoblastici.
Le cause di tireotossicosi non associate ad iperti
roidismo sono legate alla liberazione di ormoni tiroi
i ! Correlazioni anofomociioiche dei a seguito di danno parenchimale nelle tiroiditi,
sopratutto subacute, in caso di produzione ectopica
iperti roidismi (struma ovarii nel contesto di un teratoma ovarico) o
per assunzione esogena (tireotossicosi fattizia).
L'intossicazione, più o meno grave, deirintero
lì quadro clinico è variabile in rapporto con l'en
organismo ad opera di un eccesso di iodotironine di tità e la causa deH'ipertiroidismo. Sintomi e segni
provenienza tiroidea o extratiroidea e comunque dell'ipertiroidismo possono essere distinti in due
immesse in circolo, provoca un complesso quadro grandi gruppi: i sintomi e segni dovuti all'eccessiva
di alterazioni biochimiche e funzionali definito produzione di iodotironine e i sintomi e segni tipici
tireotossicosi: viene definita ipertiroidismo la tireotos- delle malattie che provocano tale ipersecrezione.
sicosi sostenuta da iperfunzione tiroidea, primitiva Sintomi e segni dovuti all'ipersecrezione delle
o, molto raramente, secondaria ad un adenoma ipo iodotironine. Tra questi rientrano un dimagramento
fisario secernente TSH. importante senza modificazione dell'apporto calorico
Più comunemente l'ipertiroidismo è causato abituale e con elasticità cutanea conservata (il dima
dairiperplasia diffusa della tiroide (gozzo tossico gramento neoplastico si accompagna a perdita dell'e
diffuso), vale a dire è l'intera ghiandola ad iperfun- lasticità cutanea); la tachicardia, a volte tachiaritmia
zionare (scintigraficamente si ha il riscontro di una (fibrillazione atriale), in genere continua, non a crisi,
tiroide diffusamente ipercaptante). In altri casi l'i~ spesso associata ad una pressione arteriosa norma
pertiroidismo è focale (gozzo nodulare): scintigrafi le/elevata ma ad alta differenziale (una ipertensione
camente la tiroide mostra aree circoscritte (uniche o diastolica dovrebbe in genere far escludere Tipertiroi-
multiple) mentre il resto della tiroide non capta il dismo); l'ipereccitabilità (ansia, agitazione, tremore)
radioiodio (soppressione funzionale del resto del sintomo spesso aspecifico, ma che se si accompagna a
parenchima tiroideo). sudorazione importante con mani calde, può essere di
Nel caso del gozzo tossico diffuso si tratta o. di notevole aiuto nella diagnosi. Altri sintomi e segni
una m. di Graves o di una m. di Hashimoto in fase sono l'allargamento della rima palpebrale, la midriasi,
tossica (hashitossicosi). la facies tragica, la diarrea, l'astenia muscolare fino
Nel secondo caso si tratta di un nodulo ipercap all'adinamia, i disturbi del ritmo mestruale (oligome-
tante nel contesto di un gozzo plurinodulare e più norrea ed ipomenorrea), la ginecomastia (Fig. 42).
Nel giovane l'ipertireosi si esprime con un cor dipendere da agenesia della tiroide per mutazione
teo sintomatologico complesso, essendo più o genetica di fattori di trascrizione importanti nello
meno rappresentati tutti i sintomi suddetti. Nel sviluppo della tiroide come il TTF-2 (thyroid tran-
soggetto anziano l'ipertireosi è più spesso monote scription factor 2) ed il PAX-8 (Paired Homeobox-8),
matica, potendosi avere cioè il solo dimagramento, ma è soprattutto dovuto a difetti enzimatici, conge
la sola tachicardia e/o fibrillazione atriaìe, la sola niti ed ereditari, della sintesi di ormoni tiroidei
diarrea ecc. (gozzi dìsormonogenetici) o a difetti dei recettori
Sintomi e segni propri della malattia che causa degli ormoni tiroidei dipendenti da mutazioni
l'ipertireosi. Quando l'ipertiroidismo si accompa genetiche. Nella sindrome di Pendred, al gozzo e
gna ad esoftalmo e/o mixedema pretibiale si parìa all'ipotiroidismo con cretinismo di associa anche
di malattia di Graves. In assenza di oftalmopatia sordità nervosa.
e/o mixedema, il sospetto di un disordine autoim L'ipotiroidismo infantile endemico può presentarsi
mune nasce dall'eventuale presenza di sialoadeni- in forma sporadica, transitoria o in ima variante
te, vitiligine, anemia perniciosa o comunque macro- duratura. Nelle zone ad endemia gozzigena solo
citosi, gastrite atrofica del fondo/o altre endocrino- una piccola percentuale di neonati presenta segni di
patie (diabete mellito, insufficienza surrenalica, ipotiroidismo anche grave e pare che il fatto dipen
ipoparatitoidismo). In assenza di questi sintomi o da appunto dalla coesistenza, in questi soggetti, di
segni la diagnostica differenziale è difficile, soprat un difetto congenito dei processi di sintesi ormona
tutto in presenza di iperplasia focale (gozzo tossico le della tiroide. L'associazione del difetto enzimati
multinodulare). In genere si ritiene che noduli mul co congenito, anche relativo, con quello dell'appor
tipli in un contesto dì parenchina disomogenea to iodico esogeno causa la grave insufficienza tiroi
mente captante il radioiodio siano espressione di dea responsabile del quadro clinico talora apprez
una forma di ipertireosi sostenuta da autoanticorpi zabile già alla nascita.
tireostìmolanti (TSAb), a differenza di noduli mul L'affezione riconosce anche una genesi autoim
tipli ben circoscritti con restante parenchina non mune: autoanticorpi materni ad effetto inibitore sui
visualizzabile. Se il nodulo è unico la diagnostica recettori del TSH (TIAb) in grado di superare la
differenziale concerne l'iperplasia e la neoplasia. La barriera placentare, quando presenti nelle prime
differenza clinica è che la neoplasia è in genere settimane di gestazione, possono essere responsabi
unica; mentre l'iperplasia è multipla e, anche se si li di anomalie di sviluppo della tiroide; se viceversa
visualizza un solo nodulo caldo, l'ecografia può si formano a tiroide fetale già ben formata, sono
svelare nel parenchima omo- e controlaterale altre responsabili di un ipotiroidismo transitorio alla
nodularità non palpabili. In presenza di nodulo nascita che cessa con lo scomparire dal siero del
unico caldo la diagnostica differenziale è importan neonato degli anticorpi antitiroide.
te perché si traduce in differenti scelte terapeutiche. La sindrome di Pendred ed altre anomalie del
In caso di adenoma è sufficiente la resezione chirur SNC, possono essere secondarie ad un ipotiroidi
gica (lobectomia); in caso di iperplasia l'ablazione smo materno che si instauri prima della 12a setti
chirurgica dovrebbe essere più estesa (subtotale o mana di gestazione, cioè prima che nell'embrione si
totale) per evitare nuove recidive. formi la tiroide.
L'ipotiroidismo, infantile o giovanile, sporadico
Ipotiroidismo acquisito è di raro riscontro ed è secondario a lesio
ni traumatiche, a processi infiammatori o tumorali
Comprende quadri anatomoclinici sostenuti destruenti la tiroide.
dalla diminuzione o dall'abolizione della secrezio Il quadro clinico in tutte le forme di ipotiroidi
ne di ormoni iodati a causa di compromissione
smo neonatale o infantile è quasi sempre grave
tiroidea oppure per fattori extratiroidei. Il quadro
essendo i segni di ipotiroidismo molto più pronun
anatomopatologico varia considerevolmente con
ciati che nell'adulto: mixedema esteso e marcato,
l'entità del deficit ormonale e con l'età di insorgen
miopatie gravi, sviluppo somato-psichico varia
za, tanto che si descrivono separatamente le forme
mente deficiente in rapporto all'età d'insorgenza; il
di ipotiroidismo del bambino e dell'adulto.
nanismo infatti è molto più grave nell'agenesia
Ipotiroidismo del neonato e del bambino. della tiroide (statura anche inferiore al metro). Il
Quando l'ipotiroidismo è congenito o si instaura nano ipotiroideo è proporzionato: ha il cranio rela
nella prima infanzia determina quadri anatomocli tivamente ingrossato e caratteristicamente defor
nici particolari in rapporto alla compromissione mato per.un rientramento della radice del naso e
dello sviluppo somatico (nanismo) e psichico (cre per uno sviluppo sproporzionato della scatola cra
tinismo). nica rispetto allo scheletro del viso. I nuclei di ossi
A seconda dell'entità della insufficienza tiroidea, ficazione si rendono evidenti con ritardi di vari
delle cause che la sostengono, dell'età in cui si mani anni (3-4 anni); il saldamente delle cartilagini di
festa si distinguono quadri anatomo clinici diversi. coniugazione avviene con ritardo notevole o non si
L'ipotiroidismo infantile congenito (1/5000 nasci verifica affatto per cui una opportuna terapia tiroxi-
te), associato o non a cretinismo ed a nanismo, può nica può in qualche caso indurre un accrescimento
staturale; microscopicamente è evidenziabile una ingrossamento del naso, delle palpebre superiori
compromissione dei processi di ossificazione (con restringimento della rima palpebrale), un
encondrale e periostale. appianamento dei lineamenti del volto ed il caratte
ristico rigonfiamento a cuscinetto nelle zone sopra
lp otiroid ism o sporadico dell'adulto. Più fre
clavicolari. Frequenti sono le lesioni atrofico-dege-
quente nei soggetti di sesso femminile; la sintoma
nerative degli annessi cutanei con depilazioni molto
tologia varia a seconda dell'entità della tiroxinope-
marcate ed estese e particolare fragilità delle unghie.
nia. Le alterazioni della tiroide sono diverse. Il qua
dro clinico è costituito da rallentamento di variabi Alterazioni mixedematose possono comparire
anche a carico delle mucose. Il quadro istologico è
le entità delle attività fisiche e psichiche con facile
affaticabilità, sonnolenza, stipsi, intolleranza al caratterizzato da atrofia dell'epidermide e degli
freddo, rigidità muscolare, incremento ponderale, annessi con ipercheratosi e marcata riduzione del
diradamento e caduta dei capelli, secchezza della l'indice mitotico; a carico del derma si riscontra
cute, voce rauca e profonda, comparsa di menorra- imbibizione di mucopolisaccaridi acidi con distan
gie nella donna, sindrome del tunnel carpale. ziamento delle fibrille collagene (l'eventuale asso
Più frequentemente gli ipotiroidismi sono la ciazione di fatti di edema dipende dalla caratteristi
conseguenza di gravi processi tiroiditici autoimmu ca idrofilia dei mucopolisaccaridi acidi).
ni, in particolare dì tiroidite cronica di Hashimoto. In L 'esoftalmo vero è reperto eccezionale nell'ipoti-
altri casi sono legati a carenza di iodio (forme ende roidismo con mixedema mentre è frequente nelle
miche), la cui incidenza è oggi fortemente diminui forme d'ipotiroidismo postipertiroideo.
ta per gli opportuni provvedimenti igienici, e ad Il cuore è aumentato di volume per dilatazione
altri fattori alimentari (assunzione di vegetali conte delle cavità e per una pseudoipertrofia del miocar
nenti sostanze ad azione 'antitiroidea come le tiocar- dio; il quadro istologico é caratterizzato da fenome
bamidi), oppure alla somministrazione a scopo ni di imbibizione mixedematosa dell'interstizio con
terapeutico di farmaci an ti tiroidei e a trattamenti degenerazione ed atrofia delle fibre miocardiche.
protratti con acido para-amino salicilico o sali di La dilatazione delle cavità cardìache viene collega
litio; in tutte queste forme l'ipotiroidismo è sola ta con la diminuzione del tono simpatico. Tutte
mente clinico mentre il quadro morfologico tiroideo queste alterazioni possono regredire con il tratta
è rappresentato da una iperplasia diffusa (gozzi mento tiroxinico quando sia tempestivo: infatti
ipotiroidei): Tra le possìbili cause di ipotiroidismo nelle fasi avanzate della malattia compaiono coro-
rientrano anche l'ablazione chirurgica della tiroide, narosclerosi e miocardiosclerosi, quest'ultima
le terapie fisiche con raggi X e jodio radioattivo, la dipendente anche dall'evoluzione collagena del
sostituzione del parenchima funzionante ad opera l'imbibizione mixedematosa diffusa.
di tumori primitivi, epiteliali (adenomi e carcinomi Frequente è l'arteriosclerosi generalizzata che
non funzionanti) o mesenchimali, e di forme meta viene collegata con Yipercolesterolemia caratteristica
statiche molto estese. Vanno infine ricordate anche degli stati ipotiroidei e con le alterazioni del meta
quelle forme di ipotiroidismo causate da lesioni bolismo glicoproteico. Talvolta il quadro arterio-
distruttive delTadenoipofisi (ipotiroidismo secon sclerotico si presenta particolarmente grave (con
dario) o dei nuclei ipotalamici (forme terziarie), compromissione aortica, coronarica, renale, cere
caratterizzate da livelli ematici particolarmente brale) in soggetti di giovane età; è perciò consiglia
ridotti di tireotropina. bile esplorare anche la funzionalità tiroidea nei casi
Nell'ipotiroidismo può comparire, in forma di arteriosclerosi precoce grave.
generalizzata 0 localizzata, quella alterazione cuta A carico del sangue sì trova spesso una modica
nea che va sotto il nome di m ixedem a. La lesione, anemia pemiciosiforme con leucopenia. Il midollo
che interessa soprattutto la sostanza fondamentale é in genere ipoplasico e tende precocemente alla
amorfa del connettivo si può riscontrare non solo trasformazione in midollo giallo; lo studio della
nel derma ma in tutti i distretti connettivali e parti dinamica rigenerativa mostra un rallentamento
colarmente nell'interstizio dei muscoli. Il fenomeno del ricambio mitotico e della maturazione eritro-
patologico consiste essenzialmente nell'aumento leucocitaria. L 'apparato gastroenterico presenta una
della sostanza fondamentale del connettivo intensa diffusa dilatazione atonica e sopratutto un mega
mente metacromatica e PAS-AIcian positiva e si colon. Il cervello è spesso aumentato di volume e di
accompagna spesso con un aumento delle cellule aspetto edematoso per aumento del contenuto
granulose basofile (mastzellen). I mucopolisaccaridi idrico e diminuzione di fosfolipidi e colesterina;
acidi responsabili di questo fenomeno possono esse sono frequenti le lesioni arteriosclerotiche dei vasi
re semplici (acido jaluronico) e complessi (eparina, cerebrali.
acidi condroitmsolforici A, B e C). La cute, nelle I muscoli scheletrici sono spesso di volume
forme conclamate, è pallida, atrofica, edematosa; l'e aumentato, di consistenza diminuita (od aumenta
dema è duro (mixedema) e la digitopressione non ta nelle forme croniche) e di colorito pallido; già
lascia la fovea; si possono anche sovrapporre mode all'esame macroscopico si possono apprezzare
sti fatti di edema vero (prova della fovea positiva). fenomeni di edema. L'esame istologico mostra alte
Queste modificazioni determinano un caratteristico razioni interstiziali anche molto spiccate e consi
Correlazioni anatomocliniche 743
stenti in fenomeni di imbibizione di mucopolisacca- le cell carcinomas of the thyroid: a comparative study.
ridi acidi la cui idrofilia comporta anche spiccati Am J Surg pathol 1998; 22:1512-1520.
fenomeni di edema, con dissociazione, compressio
Harach H.R., Williams E.D.: Fibrous thyroiditis. An
ne ed alterazioni regressive delle fibre muscolari,
immunopathological study. His top a tho logy 1983;
lesioni che possono regredire con terapia tiroxinica.
7:739-751.
L'imbibizione mixedematosa oltre a dare com
pressione ostacola anche gli scambi fra sangue e Johnson T.L., Lloyd R.V., Thompson N.W., Beierwaltes
cellule, aumentando la quantità di sostanza fonda- W., Sisson J.C.: Prognostic implications of the tall cell
mentale interposta. variant of papillary thyroid carcinoma. Am J Surg
L'ipofisi presenta alterazioni variabili con il tipo Pathol 1988; 12:22-27.
di ipotiroidismo, nelle forme tiroidee appare spes LiVolsi V., Baloch Z.W.: Follicular neoplasms of the
so di volume aumentato con un quadro citologico thyroid. View, biases, and experiences. Adv Anat
caratterizzato da aumento delle cellule cromofobe Pathol, 2004; 11:279-287.
od anche delle cellule basofile che possono conte
nere nel citoplasma numerose vescicole o granuli Lloyd R.V., Douglas B.R., Young W.F.: Thyroid Gland. In:
di colloide. In casi eccezionali l'ipofisi è atrofica Endocrine Diseases, Atlas of Nontumor Pathology,
(ipotiroidismo ipofisario). First Series, Fascicle 1, 2002: 91-169.
Le ghiandole surrenali sono generalmente atrofi Mariuzzi G.M., Fabi M.: Significato morfologico e funzio-
che ed ipofunzionanti, particolarmente nei casi di nale dell'adenoma di Hurthle. Arch It Pat Clin Tumo-
mixedema. ri, 1957; 1: 253-274.
Le gonadi risultano di solito molto compromes
se, soprattutto nella funzione gametopoietica, Mizukami Y., Michigishi T., Nonomura A., Nakamura S.,
tanto che x soggetti gravemente ipotiroidei sono di Ishizaki T.: Pathology of chronic thyroiditis. A new
solito sterili. clinically relevant classification. Pathol Annu 1994; 29
(Pt 1): 135-158.
Chen K.T.K., Rosai J.: Follicular variant of thyroid papil Shattuck T.M., Westra H.W., Ladenson P.W., Arnold A.:
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Paratiroidi
6.7 L.Cavazzini, L. Mariuzzi, G.M. Mariuzzi
wmm
Fig-1 - Sezione di ghiandola paratiroide normale in soggetto di 1ó anni, deceduto per incidente stradale prima del ricovero d'ur
genza. Il parenchima è composto da cordoni cellulari stipati. Molto scarsa la componente adiposa. (Emat. Eos. 20 X).
746 Parotiroidi
Le cellu le p rin cip ali sono gli elementi più scarsamente sviluppato e rari granuli secretori: equi
numerosi (Fig. 2) e, nel bambino al di sotto degli valenti morfologici tutti di ridotta attività di sintesi.
otto anni, formano da sole il parenchima delle Le cellule ossifile, di dimensioni superiori a
paratiroidi. Hanno forma poligonale, sono piutto quelle delle cellule principali (8-12 micron), hanno
sto piccole (7-10 micron di diametro) e dotate di un citoplasma abbondante, stipato da granulazioni aci-
nucleo voluminoso in posizione centrale. Vengono dofile molto fini essendo scarso il contenuto di
distinte in due sottotipi in relazione al grado di RNA. Il loro nucleo è piccolo e ipercromico; sono
attività funzionale. sovente riunite in piccoli ammassi essendo reperto
Le cellule principali scure caratterizzate da acido- caratteristico dell'età avanzata e perciò di raro
filia citoplasmatica di grado variabile, mai comun riscontro nelle paratiroidi dei giovani. Al microsco
que molto intensa, in rapporto al contenuto di ribo- pio elettronico, com'è caratteristico delle cellule
nucleoproteine, che segnano il grado di attività oncocitarie, risultano contenere molti mitocondri
funzionale, essendo questa più accentuata nelle allungati e ricchi di «cristae» da cui dipende l'inten
cellule maggiormente impegnate. L'impregnazione sa eosinofilia citoplasmatica in microscopia ottica.
argéntica evidenzia anche piccoli granuli di secre Le cellule chiare-acqu ose hanno dimensioni con
zione che al microscopio elettronico (Fig. 3) siderevoli (10-15 micron di diametro) ed un citopla
appaiono come formazioni irregolari a contenuto sma caratteristicamente schiumoso nelle colorazio
elettrondenso, delimitate da membrana, originan- ni che non permettono la conservazione del glicoge
tesi nella regione del Golgi e che contengono, oltre no di cui il citoplasma stesso è infarcito. Il nucleo è
al paratormone, anche cromogranina A. piccolo e ipercromico. L'indagine ultrastrutturale:
Le cellule principali chiare sono di dimensioni leg dimostra la presenza, nel citoplasma, di voluminosi
germente superiori, hanno citoplasma scarsamente vacuoli, derivati dal Golgi, delimitati da membrana
tingibile, sia per la povertà in ribonucleoproteine che e contenenti materiale filamentoso, alla periferia dei
per un elevato contenuto in glicogeno. Il loro nucleo quali si apprezzano spesso quantità variabili di
è sempre grosso, chiaro, e dotato di un apparato materiale lipidico. Praticamente assenti in condizio
nucleolare ipertrofico. L'analisi ultrastrutturale ni normali, queste cellule si possono trovare nelle
mostra una ricca dotazione di granuli di glicogeno. paratiroidi di soggetti anziani ed in casi particolari
Hanno ergastoplasma poco rappresentato, Golgi di iperplasia funzionante.
Fig- 2 - Paratiroide di soggetto giovane - 30 anni, a) Evidente l'organizzazione strutturale cordonale ed il monomorfismo delle
cellule principali costituenti. (Emat. Eos. 400 X). b) Reattività imn unoi stoch ¡mica per cromogramina A delle cellule principali.
Cenni di anatomia e istologia 747
brano rappresentare il determinante antigenico
della molecola, determinante utilizzato per il
dosaggio radioimmunologico dell'ormone. Il livel
lo ematico del calcio rappresenta il fattore essenzia
le per la regolazione della funzionalità paratiroidea;
tuttavia anche Fipomagnesiemia è in grado di sti
molare la secrezione di PTH.
Normalmente la concentrazione ematica del cal
cio è di circa mg 10/dl, valore che deve rimanere
costante. Il calcio ematico è contenuto quasi esclusi
vamente nel plasma essendo presente in quantità
trascurabili nei globuli rossi. Il 55% circa del calcio
piasmatico è presente in forma diffusibile, ionizza
ta, il 45% circa è legato invece a proteine sieriche o,
in misura molto minore, a citrato o ad agenti chela n-
ti analoghi. Il ruolo delle proteine piasmatiche nei
metabolismo del calcio è di notevole importanza;
infatti il livello sierico del calcio si trova in rapporto
diretto con la concentrazione delle proteine piasma
tiche e con la concentrazione idrogenionica del pla
sma, mentre esiste una relazione inversa tra le con
centrazioni del C a++ e del PO^ in modo che il
prodotto dei relativi valori di concentrazione tende
a rimanere costante: rapporto Ca+_i" ■P 0 4 ~ = K.
L'azione principale del paratormone, insieme a
quelle della calcitonina e del calcitriolo, diretta al
mantenimento del tasso calcemico, si estrinseca,
Fig. 3 - Morfologia ulfrastrufturaie delie cellule paratiroidee direttamente o indirettamente, sul tessuto osseo,
principali in ghiandola di ratto: le cellule, che sono disposte sull'intestino e sull'epitelio dei tubuli renali. Il
attorno ad un capillare (cap), contengono nel citoplasma gra
nuli secretori (S) e presecretori (pS). (4200 X). movimento di ioni calcio in questi tessuti avviene
automaticamente, anche in assenza di ormone
paratiroideo. Tuttavia la concentrazione piasmati
Nelle paratiroidi umane è possibile il riscontro ca di calcio, in questo caso, viene regolata ad un
di formazioni follicolari contenenti sostanza colloi livello basso (mg 7%.) Il paratormone tramite
de, analoghe a quelle tiroidee, ma senza alcun rap recettori specifici (recettori del PTH di tipo I) acce
porto con queste. Rare nel bambino si trovano fre lera:
quentemente nell'adulto o nel vecchio; vengono
generalmente interpretate come equivalenti morfo 1. la mobilizzazione del calcio dal sistema schele
logici di ridotta attività funzionale. L'entità di que trico che ne è l'organo di deposito;
sta attività può essere definita, con precisione, valu 2. l'assorbimento intestinale di calcio;
tando, mediante ibridazione in situ, la percentuale
di cellule che esprimono il PTH mRNA, appunto 3. il riassorbimento del calcio da parte dell'epitelio
l'acido ribonucleico che provvede alla sintesi del tubulare renale.
l'ormone paratiroideo. In questo modo il paratormone influenza essen
zialmente la velocità con cui i meccanismi biochi
Neoplasie maligne
| Alterazioni di sviluppo
La presenza di paratiroidi sovmnnumerarie (fino a.
Metastasi Neoplasie -squamose- 5-12 paratiroidi) viene riferita ad uno sdoppiamen
scheletriche secernenti PTH-r-P to degli abbozzi embrionari (Erdhexm, Morgan,
Zuckerkandl). La diminuzione del numero delle
1 ' 1 paratiroidi non è facilmente documentabile data
Rilascio totale Attivazione l'esistenza frequente di anomalie di sede, essendo
di citochine recettori per PTH l'agenesia delle paratiroidi superiori l'anormalità di
Processi iperplastici
Le condizioni che si associano ad iperplasia
sono diverse e, considerate nelTinsieme, incidono
con una frequenza del 12-19% circa. Tuttavia l'inci
denza reale delle vere iperplasie è molto minore
perché ì dati disponibili includono anche le varie
forme primarie e tutte le forme secondarie. Infatti
l'iperplasia delle paratiroidi può essere primitiva o
idiopatica, oppure secondaria ad alterazioni del
metabolismo del calcio.
Iperplasie primitive
Il 10-15% dei casi di iperparatiroidismo primiti
vo è sostenuto da iperplasia. Una gran parte delle
forme primitive è causata da anormalità dei geni
coinvolti nella sintesi di recettori per il calcio ed una
parte dipende da mutazioni dei soppressori tumo
Fig. 6 - Paratiroide di soggetto di 82 anni: atrofia parenchima- rali: infatti finora sono stati segnalati più di 250 tipi
le marcata, associata ad aumento compensatorio ai cellule adi di mutazioni di questi ultimi geni, in soggetti affet
pose nello stroma. {Emat. Eos. 100X). ti da MEN-1, con perdita di alleli. L'iperplasia pri
mitiva è in genere plurighiandolare e di entità
anche variabile nelle diverse ghiandole. Tende all'e
voluzione dichiaratamente neoplastica, soprattutto
Processi infiammatori benigna - adenoma - , ma anche maligna. Se pur
Le flogosi paratiroidee sono eccezionali tanto che raramente, si presenta con focolai plurimi, che
in patologia viene attribuita loro scarsissima impor comunque vanno sempre ricercati.
tanza; quadri di ipoparatiroidismo possono insorge Per le varianti, connesse con la MEN-1, sono state
re per propagazione al parenchima paratiroideo di identificate anormalità genetiche del gene M ENI,
eventuali flogosi tiroidee con conseguente compro localizzato sul braccio lungo del cromosoma 11
missione funzionale. La tubercolosi miliare può col (llq l3). Il prodotto di questo gene - la menina -
pire tutte le paratiroidi e dare quadri clinici di tetania sarebbe responsabile del controllo del ricambio cel
(Moller); sono noti anche casi di tubercolosi nodulo lulare anche delle paratiroidi e, se mutato, della
caseosa di una ghiandola o monolaterali con risenti " m alattia p ro lifera tiv a p a ra tiro id ea p rim itiv a"
menti endocrini di scarso rilievo (Camot e Delion). (MPPP) comprendente tanto l'iperplasia che le lesio
Di più recente identificazione è la paratiroidite ni morfologicamente neoplastiche. Nella MEN 1, la
autoimmune che provoca insufficienza paratiroidea mutazione di un allele viene ereditata ed è la secon
grave ed è ritenuta responsabile della maggior parte da mutazione, nelTaltro allele, che conduce alla
dei casi di ipoparatiroidismo idiopatico. La malattia, espansione clonale ed allo sviluppo di tumori. Per
che di solito colpisce soggetti in giovane età con netta questo fatto le forme di iperplasia insorgenti in corso
preferenza (2 :1 ) per il sesso femminile, può presen di MEN 1 dovrebbero essere comunque considerate,
tarsi come evento familiare a trasmissione autosomi- tutte e sempre, neoplastiche considerato anche l'an
ca recessiva (in questo caso senza predilezione di damento, nel tempo, della proliferazione cellulare.
sesso) ed è spesso associata con adrenalite autoim Infatti la MPPP, nella MEN, sembra comprendere
mune (morbo di Addison), candidiasi mucocutanea una serie di eventi di progressione tumorale segnati
e, più raramente, con anemia perniciosa, tiroidite da progressivo incremento di altre alterazioni geni
autoaggressiva, insufficienza gonadica (dà anticorpi che che, sommandosi gradualmente alla prima com
anti-citocromo P450), diabete mellito (Irvine e Bar promissione, causano una evoluzione delle lesioni
nes, 1975) nel quadro della Sindrome poliendocrina proliferative, dall'iperplasia all'adenoma al carcino
autoimmune di Tipo I (Polyendocrine Autoimmune ma (si veda anche il cap. della patologia del sistema
Syndrome o Human Autoimmune Syndrome). Nel endocrino diffuso). Indagando la clonalità nei diver
siero di questi pazienti sono stati osservati anticorpi si quadri di patologia proliferativa paratiroidea è
specifici anti-tessuto paratiroideo circa nel 40% dei stata dimostrata la policlonalità delle forme seconda
casi, anticorpi anti-mucosa gastrica nel 20% e anticor rie e la monoclonalità, invece, delle forme primitive,
pi anti-surrene nel 10% (Riizzard et al., 1966). Istolo incluse le forme neoplastiche riconosciute.
gicamente si osservano: grave atrofia del parenchima Nella MEN 2 circa il 90% dei casi hanno muta
con infiltrazione plasmacellulare e linfocitaria, diffu zioni puntiformi del protooncogene RET (lOq 11)
sa e di grado variabile con occasionali follicoli linfati che codifica per un recettore del tipo tirosinchinasi,
ci provvisti eventualmente di centro germinativo mutazioni specifiche del quale, comportando una
(Irvine, 1972). sua attivazione, possono spiegare la modalità
Processi iperplastici ^ 751
Fig.8 - Iperpiasia a cellule chiare in donna di 32 anni con quadro clinico di iperparatiroidismo primario. (Emat. Eos. a: 250 X;
b: 400 X).
giungere le dimensioni degli adenomi, pur con lar dì una neoplasia monoclonale, adenomi in partico
ghe variazioni fra le singole ghiandole di un deter lare. D'altra parte è stata accertata l'emergenza di
minato caso. In genere l'ingrossamento è propor neoplasie monoclonaìi per anormalità genetiche
zionale alla gravità ed alla durata della condizione acquisite dalle cellule coinvolte nell'iperplasia.
fisiologica o patologica. L'ingrossamento delle
paratiroidi è dovuto a fenomeni sia di ipertrofia che
di iperpiasia delle cellule epiteliali. Il colorito varia
dal mogano al grigio-crema, la loro consistenza non
Sono la causa principale dei quadri anatomo-cli-
presenta caratteri particolari. Il quadro istologico è
di solito uniforme nel singolo caso (Fig. 9). Le cellu nici di iperfunzìone delle paratiroidi - iperparati
le adipose dello stroma sono scarsamente rappre roidismo - e rappresentano anche la patologia più
sentate, mentre la struttura è fatta di cellule princi comune di queste ghiandole.
pali di dimensioni normali, od anche aumentate,
disposte in cordoni talvolta anche molto volumino Adenoma
si. Gli stati di attivazione funzionale comportano
E, per definizione, proliferazione neoplastica
spiccata vasodilatazione con marcato assottiglia
benigna coinvolgente una o, raramente, più ghian
mento della parete dei capillari. Spesso le cellule
dole paratiroidi, ma per la quale non sono stati
ghiandolari si vedono disposte in forma di corona o
ancora stabiliti criteri anatomopatologici diagno
rosette attorno ai capillari dilatati; in alcuni casi si
realizzano aspetti morfologici di tipo labirintico. stici definitivi. Lo sviluppo di queste neoplasie, sia
nelle forme familiari che nelle più frequenti forme
sporadiche, è legato ad anormalità genetiche, più
Iperpiosie terziarie spesso localizzate sul cromosoma 11. Sono anorma
Sono proprie dell'iperparatiroidismo terziario, lità genetiche che possono comportare: a) iperatti-
fanno seguito all'iperparatiroidismo secondario e vità di protooncogeni oppure b) perdita di funzio
dipendono dal fatto che la condizione di attivazio ne di geni onco-soppressori. La prima anormalità
ne funzionale, e quindi l'iperplasia cellulare, persi (mutazione attivante) comporta proliferazione
stono, autonome, anche dopo la rimozione delle in co n tro lla ta ed attivazione funzionale delle cellu
condizioni causali. La condizione viene collegata le paratiroidee; la seconda causa invece la perdita
con l'insorgenza di proliferazioni autonome che, del controllo operato dal gene soppressore, ma
almeno in casi studiati, dipendono da perdita di quando la mutazione riguardi entrambi gli alleli.
alleli sul cromosoma 11 con secondaria emergenza La già citata alterazione caratteristica delle MEN-1,
Processi neopiostici « 753
Fig. 9 - iperplasia lobulare cospicua a cellule principali in soggetto deceduto per insufficienza renale cronica ed iperparatiroidi-
smo secondano non compensato. (Emat. Eos. a: 80 X; b: 250 X).
sul cromosoma 11 (llq l3 ), sembra responsabile di oltre 50 g (Castleman), di 120 g (Sharpe) e persi
anche di almeno il 20% delle forme sporadiche. In no delle dimensioni di una testa di neonato. Sono di
queste ultime sembra rivestire un ruolo importan solito unici (128 sui 140 raccolti da Castleman e
te anche il gene PRAD-1 che è il risultato di una Mallory) e colpiscono prevalentemente le paratiroi
inversione pericentromerica del cromosoma 11 che di caudali. La diagnosi di adenoma paratiroideo
comporta il coinvolgimento del gene della ciclina andrebbe sempre confermata esaminando, istologi
D i e del gene regolatore del PTH (llp lS ). Una camente, un'altra ghiandola che deve risultare nor
mutazione con analogo significato, che comporta male o ipotrofica. E da rilevare che l'incidenza degli
ridotto controllo della regolazione del ciclo cellula adenomi è singolarmente più elevata nelle ghian
re con conseguente aumento dell'attività prolifera- dole aberranti o in quelle soprannumerarie: 10 ade
tiva, è legata alla traslocazione tll:1 4 (ql3; q32) nei nomi in paratiroidi mediastiniche sui 61 casi di
linfomi mantellari. Un gene mappato sul cromoso Kleinfeld; 30 adenomi ectopici sui 281 raccolti da
ma lp , con funzioni di antioncogene, sembra esse Norris. Solamente in una percentuale assai piccola
re coinvolto in circa il 40% degli adenomi paratiroi di casi (5-10% al più) è stato possibile localizzare il
dei sporadici mentre un ulteriore gene locato sul tumore prima deH'intervento. Il sesso femminile
cromosoma X p ll in pazienti con iperparatiroidi- appare più colpito, con un rapporto di 1,5-3:1
smo secondario ad insufficienza renale, nei quali si rispetto ai soggetti maschi. L'età d'elezione è com
sia verificata progressione alTiperparatiroidismo presa fra la 3a e la 7a decade, con massimo fra i 40
terziario, può provocare anche progressione della e i 50 anni. Nelle forme familiari, nelle quali è asso
proliferazione monoclonale oltre l'iniziale iperpla ciato con altre neoplasie endocrine nel quadro delle
sia. poliadenomatosi endocrine tipo I e Ila, l'insorgenza è
Il tumore, istologicamente benigno, è spesso più precoce.
funzionante con quadri anatomoclinici di iperpara- L'adenoma paratiroideo ha una capsula connet-
tiroidismo, molto gravi se la neoplasia è volumino tivale che io delimita da un sottile anello di tessuto
sa. Gli adenomi paratiroidei possono raggiungere paratiroideo normale, compresso; quest'ultimo, da
infatti dimensioni anche considerevoli: il peso com ricercare sempre con attenzione particolare, può
plessivo delle paratiroidi è compreso fra 120 e 140 anche mancare o non essere compreso nel piano
mg, mentre gli adenomi possono raggiungere pesi della sezione. Elemento, indicativo della natura
754 Paratiroidi
adenomatosa di un ingrossamento di una ghiando genere assai più intenso di quello della ghiandola
la paratiroidea (Fig. IOa e b), oltre alla sua netta normale. Negli adenomi di maggiori dimensioni si
demarcazione rispetto al parenchima circostante, è mettono in evidenza anche piccole cavità cistiche
la mancanza di una organizzazione lobulare, carat corrispondenti ad aree di degenerazione a contenu
tere morfologico tipico del tessuto paratiroideo nor to chiaro o incolore. Per l'aspetto morfologico istolo
male o iperplastico. (Ghandur-Mnaymnehl e Kimu- gico von Albertini distingueva: I) Yadenoma midollare
ra, 1984). Il tumore di solito è di colorito bruno in solido, con struttura endocrina (Fig. 11); II) V.adenoma
T ÌE E E E IW E E \f i l m
Fig. l ì -a ) Adenoma a struttura endocrina, solida, in donna di 46 anni con quadro clinico di iperparatiroidismo primario. (Emat.
Eos. 80X). b) Particolare dello stesso caso: dai caratteri morfologici strutturali dei nuclei che sono piccoli, monomorfi, rotondeg
gianti, con cromatina densa ed apparati nucleari inapparenti, si può desumere che l'attività funzionale delle cellule tumorali è
modesta. (Emat. Eos. 400 X).
Processi neoplastici ® 755
Fig. 12 - Adenoma a struttura trabecolare in donna di 52 anni Fig. 14 - Adenoma microfollicolare in donna di 32 anni con
con iperparaiiroidismo secondario ad insufficienza renale cro quadro clinico di iperparaKroidismo primitivo: evidente ('orga
nica: spicca la ricca vascolarizzazione capillare ed il relativo nizzazione strutturale microfollicolare, il polimorfismo dei
polimorfismo dimensionale dei nuclei per io più dotati di cro nuclei vescicolosi ed i rari eventi di picnosi; i citoplasmi sono
matina granulare. (Emat. Eos. 250 X). chiari o vuoti. (Emat. Eos. 250 X).
756 &ì Parotiroidi
Criterio molto seguito nella pratica clinica è che grado di attivazione funzionale può essere colta
r a denoma paratiroideo coinvolge, di norma, una anche dai caratteri della morfologia nucleare e cro-
sola ghiandola. Gli adenomi multipli delle parati- matinica in particolare, nonché dalla morfologia
roidi sono molto rari (così come l'iperplasia primi dell'apparato nucleolare - ipertrofico nell'iperfun-
tiva a cellule principali). Frequente rincidenza zione - e dalla percentuale di cellule neoplastiche
familiare in associazione con altre neoplasie endo che esprimono PTH m-RNA. Infine il grado di ati
crine nel quadro delle poliadenomatosi endocrine tipo pia cellulare, l'entità della proliferazione in atto,
I e Ila. Una forma particolare di adenoma paratiroi definita con i criteri oggettivi oggi disponibili, e l'e
deo raro è il lipoadenoma, o amartoma, talora funzio spressione nucleare delle proteine del gene del reti-,
nante, composto da lobuli di tessuto adiposo che noblastoma (RB), assente nelle cellule maligne,
separano cordoni di cellule principali (Weiland et sono tutti parametri da esplorare per stabilire il
al., 1978) (Fig. 15). rischio di eventuale malignità.
L'indagine istologica ed istochimica delle masse
paratiroidee ha rilievo significativo o essenziale per Coreinomo.
definire:
La diagnosi di carcinoma delle paratiroidi sof
a) la composizione cellulare prevalente della neo fre dei limiti, già richiamati a proposito dell'ade-
plasia osservata; noma: i criteri istopatologici oggi disponibili non
b) l'attività funzionale reale delle cellule neoplasti consentono una separazione valida delle due
che - produzione di paratormone (PTH) - e lesioni e quindi una prognosi fondata su criteri
caratteri immunocitochimici; oggettivi certi, essendo ancora unico criterio mor
fologico inequivocabile, per la diagnosi di cancro, '
c) l'entità attuale del grado di attivazione funzionale; il riscontro delle metastasi (evento peraltro infre-.
d) 1'attività proliferativa e l'eventuale associazione quente in assoluto e nelle lesioni maligne iniziali
di atipie citologiche (adenoma atipico). in particolare). Nell'esperienza di Sandelin et al.
(1994) circa il 50% dei casi in cui era stata posta
Per l'accertamento della attività funzionale, la diagnosi di lesione benigna (adenoma), fondata
produzione di PTH viene oggi documentata in tanto su criteri clinici che istopatologici, sono
modo oggettivo con l'identificazione del PTH risultati essere alla fine lesioni maligne già meta-
m-RNA mediante ibridazione in si tu. L'entità del statizzate. I carcinomi paratiroidei sono comunque
rari non superando il 3-5% di tutti i tumori parati
roidei (Black ed Ackermann, Norris) e riscontrabi
li in circa lo 0,5 - 1 % dei pazienti con quadro clini-
co di iperparatiroidismo.
Recentemente, in una percentuale piuttosto
elevata di carcinom i sporadici delle paratiroidi
sono state individuate mutazioni a carico del gene
oncosoppressore HRPT2 localizzato sul cromosoma
lq25-32, gene per altro responsabile della sindrome
familiare HPT-JT "Iperparatiroidismo e Tumore
della Mascella" a trasmissione autosomica domi
nante (Shattuk et al., 2003).
Altre mutazioni geniche sul cromosoma 1 sem
brano collegabili con i ca. paratiroidei ad es. della
sindrome dellTperparatìrodismo Primario Familia
re Isolato - PFI-PTH.
I carcinomi differiscono dagli adenomi anche, o
in particolare, per la compromissione deU'espres-
sione - ridotta o assente - del gene RB sul cromoso
ma 13ql4, fattore di inibizione del ciclo cellulare e
per la mutazione di TP53, alterazione immuno-cito-
chimicamente dimostrabile.
Fattori causali riconosciuti sono gli eventi di
irradiazione terapeutica della regione del collo,
essendo il tempo di latenza di circa 20 anni e la fre
quenza di circa il 5%.
Altri eventi riconosciuti sono le irradiazioni per
eventi atomici, la somministrazione terapeutica di far
maci radioattivi, iodio in particolare, la patologia
Fig. 15 - Lipoadenoma: trabecole di cellule principali interpo autoimmune della tiroide, i trattamenti con tiouracile.
ste a tessuto adiposo maturo. {Emat. Eos. 150 X} I carcinomi delle paratiroidi hanno dimensioni
Processi neoplastici * 757
di solito maggiori degli adenomi e sono difficilmen distanza. Le recidive locali possono essere indicati
te asportabili perché la capsula della ghiandola è ve di prognosi severa ma anche, o soprattutto, di
spesso superata ed i tessuti circostanti sono invasi asportazione incompleta della neoplasia primitiva.
dalla neoplasia. Infatti, all'asportazione chirurgica Nelle forme funzionanti la severità del quadro cli
seguono frequentemente le recidive locali. L'accre nico dipende dall'entità dell'ipercalcemia. Le
scimento è di solito lento e si ha dapprima l'invasio forme non funzionanti si comportano invece come
ne della capsula, dei vasi linfatici e sanguigni, delle lesioni neoplastiche molto aggressive. Avendo di
linfoghiandole, mentre le metastasi a distanza com solito una progressione lenta, queste neoplasie
paiono tardivamente con interessamento del fega comportano sopravvivenze protratte con recidive
to, dei polmoni e delle ossa. Il riconoscimento isto- locali ripetute ed anche frequenti, soprattutto le
patologico di un carcinoma paratiroideo non è faci forme funzionanti; quelli non funzionanti invece,
le, non essendo sufficiente, secondo von Albertini,- essendo diagnosticati in fase avanzata, comporta
il reperto dell'infiltrazione neoplastica della capsu no sempre prognosi molto sfavorevole. La soprav
la o la penetrazione di cellule neoplastiche nei vasi vivenza a 5 anni varia dal 30 al 70%.
sanguigni. Viene infatti considerato segno di inva
Oltre agli adenomi ed ai carcinomi Pepere ha
sione vascolare certa la presenza di cellule neopla
descritto angiomi cavernosi, fibromi e miomi delle
stiche in forma di agglomerati aderenti e infiltranti
paratiroidi, ed Anzilotti cisti parabranchiali. I
la parete vascolare. L'invasione vascolare è riscon
tumori metastatici sono rari (Dietrich, Erdheim,
trabile nel 10-15% dei casi di carcinoma accertato.
Thompson).
La diagnosi sicura può essere posta anche in pre
senza di invasione certa dei tessuti extraparatiroi-
dei. La struttura microscopica è, come nell'adeno
ma, assai variabile con una maggiore frequenza di
| Quadri anafomociinici
aspetti trabecolari o anche periteliomatosi, per di patologia delle paratiroidi
disposizione pericapillare delle cellule epiteliali in
Ipoparatiroidismi
forma di rosette. Vengono oggi suggeriti, quali cri
teri diagnostici differenziali complementari, rispet L'inquadramento nosografico di questa patologia
to agli adenomi: la definizione oggettiva e quantita presenta difficoltà di qualche rilievo perché non esi
tiva dell'attività proliferativa valutata con marcato ste una corrispondenza costante fra clinica e anato
ri del ciclo cellulare come l'anticorpo Ki 67 (con mia patologica: il quadro anatomoclinico dell'ipopa-
valori medi di 60.5 nei carcinomi, rispetto a 32.8 ratiroidismo è costituito essenzialmente dalla sinto
negli adenomi); la valutazione quantitativa del con matologia tetaniforme per eventi anatomopatologici
tenuto nucleare di DNA (più elevato nei carcinomi responsabili di insufficienza o abolizione della secre
essendo il grado di aneuploidia correlato con il zione di paratormone. Esistono tuttavia anche condi
grado di aggressività della neoplasia maligna inda zioni, ben note, di insufficienza relativa ad un
gata); la valutazione quantitativa degli Ag-NORs aumento cospicuo di richieste delle prestazioni fun
(Nucìeolar Organizer Regions) che risultano molto zionali delle paratiroidi (ad es. per consumo periferi
aumentati nei carcinomi rispetto alle lesioni beni co inemendabile di paratormone) nelle quali il qua
gne; l'espressione nucleare della proteina del reti- dro morfofunzionale paratiroideo può avere caratte
noblastoma (Rb) già considerata, assente nei nuclei ri di iperplasia con segni clinici di deficit funzionale.
dei carcinomi per l'inattivazione di entrambi gli Gli ipoparatiroidismi conseguono a lesioni pri
alleli; la compromissione dell'espressione della p53. mitive delle paratiroidi, riassunte nella tabella 1, che
Il carcinoma paratiroideo si riscontra di solitosiano in grado di compromettere la secrezione di
in soggetti di età superiore (di circa 10 anni) rispet paratormone, alle quali fanno seguito alterazioni
to all'età in cui incidono gli adenomi (30 - 60 anni), importanti del metabolismo del Ca e del fosforo. La
essendo pressocché uguale la frequenza nei due riduzione o l'abolizione della funzione paratiroidea
sessi. Evoca quadri clinici di iperparatiroidismo, in comporta ipocalcemia ed iperfosforemia: ne conse
genere severi, con ipercalcemia molto più pronun gue un aumento del valore Ca+ + • PO^ " (valore
ciata di quella riscontrabile nei casi di iperparati normale 40), con diminuzione di riassorbimento
roidismo dipendente da adenoma. Il riscontro, in osseo ed eventuale precipitazione di fosfato di calcio
sede clinica, di masse del collo palpabili non è nei tessuti. L'ipocalcemia, soprattutto quando si
infrequente (30-50% dei casi con ca. accertato). In verifica in tempi brevi, determina anche un aumen
sostanza i criteri essenziali anatomopatologici per to della eccitabilità neuromuscolare con eventuale
la diagnosi di carcinoma paratiroideo sono le meta tetania. Il quadro clinico è complesso per associazio
stasi, l'invasione vascolare, perineurale, della cap ne agli spasmi muscolari di manifestazioni sintoma-
sula e dei tessuti circostanti. Nei casi dubbi per tologiche singolari come stridore da spasmo larin
riscontri equivoci potrebbe essere consigliabile una geo, convulsioni, parestesie, irritabilità, depressio
diagnosi di adenoma atipico. Il decorso è di solito ne, quadri di psicosi, sindromi extrapiramidali cau
indolente e caratterizzato spesso da recidive locali, sate da calcificazione dei nuclei della base e da
anche ripetute, e da diffusione metastatica a aumento della pressione endocranica con edema
758 ^ Paratiroidi
ratorio che fa seguito ad interventi chirurgici di
Cause di ipoparatìroidismo
tiroidectomia totale. Quadro clinico che non
sembra dipendere, del tutto, dall'asportazione
Quadri delle paratiroidi dal momento che può essere
Cause deii'ipofunzione
clinico-patologici sufficiente, per la comparsa della sintomatologia
tetanica, l'ablazione di una o due ghiandole,
Idiopatiche: mentre sul piano sperimentale la paratiroidecto-
- Agenesia delie paratiroidi con mia parziale non si accompagna a sensibili
associati difetti congeniti di timo, modificazioni del metabolismo del calcio. Quin
tiroide, altro di, la tetania che insorge dopo gli interventi di
- Sindrome di Di George e patologie tiroidectomia dipende o da lesioni traumatiche
Forme primitive endocrine genetiche complesse o da legatura dei vasi arteriosi dai quali deriva
- Sindromi con deficit endocrini no i rami per la nutrizione delle diverse parati
multipli autoimmuni e infezioni roidi (Businco, Giunti). La sintomatologia può
associate (candidiasi, moniliasi} iniziare "già poche ore dopo l'intervento chirur
- Anormalità di geni per i recettori gico ma generalmente si rende manifesta solo
PTH verso il terzo giorno con ipocalcemia, iperfosfo-
remia, aumento dell'eccitabilità neuromuscolare
ed eventualmente tetania;
iatrogeniche:
- Rimozione chirurgica non terapeutica • form e precoci che insorgono nei neonati prima
delle paratiroidi del 6° mese: sono quadri genetici spesso legati al
- Terapie radianti o con radioiodio sesso ma anche dipendenti da alterazioni gene
Forme secondarie
applicate nella regione del collo tiche autosomiche recessive;
acquisite - Emosiderosi da trasfusioni ® form e croniche che insorgono quando il danno
anatomico paratiroideo sia irreparabile e la perdi- .
Flogistiche:
ta di parenchima paratiroideo superiore al 70%;
- Processi infiammatori, in genere
della tiroide • form e da agenesia oppure da incompleto svilup
- Patologia autoimmune acquisita po degli archi branchiali e da corrispondente
aplasia o ipoplasia del timo e delle paratiroidi,
Insensibilità dei bersagli cellulari spe da difetti cardiaci e da malformazioni facciali;
Pseudo-ipo- cifici al PTH per anormalità dei geni • foìvne secondarie che dipendono da eventi di
paratìroidismo che governano la sintesi della protei sostituzione del parenchima (metastasi, amiloi-
na Gs dosi, emocromatosi, flogosì croniche diffuse);
• fo n n e id iop atich e, legate a flogosi autoimmune,,
generalmente nel quadro della sindrome autoim
papillare. Nell'adulto il quadro anatomoclinico è mune plurighiandolare tipo I (poliendocrinopatia
poco appariscente e solamente nei bambini possono autoimmune - candidiasi - distrofìa ectodermi-
insorgere quadri di tipo tetanico. Le forme croniche ca), associata a morbo di Addison, tiroidite cro
comportano complessi sintomatologici peculiari nica, anemia perniciosa ed altri quadri di patolo
come sono le lesioni distrofiche della cute e degli
gia autoimmune (si veda capitolo);
annessi (lesioni cutanee di tipo eczematoso, perdita
dei peli, screpolature delle unghie); nei bambini © form e d a agen esia delle paratiroidi come nella
alterazioni delTodontogenesi (aplasia ed ipoplasia). sindrome di Di George e nella sindrome velo-cardio-
Lesioni dentarie si riscontrano anche negli adulti facciale ad essa strettamente correlata; entrambe
soprattutto per fatti di deficit dello smalto. Possibile sono dipendenti da alterazioni genetiche in 22p;
è la formazione di cataratta, nonché di addensamen
® fo rm e genetiche di riscontro eccezionale e carat
to diffuso da ipercalcifìcazione dello scheletro con
terizzate da eccesso o deficit di paratormone per
riduzione delle cavità midollari associata anche a
difetti ereditari del recettore di tipo I del PTH:
compromissione anatomica e funzionale del midol
comportano compromissione della crescita del
lo osseo. Talora si manifesta con quadri clinici acuti
sistema scheletrico come la condrodistrofia di
transitori oltre che con le espressioni, richiamate, di
Jansen autosomica dominante (ipercalcemia e
malattia cronica di importante rilievo clinico.
ipoparatìroidismo per mutazione attivante, con
Si distinguono diverse forme cliniche:
proliferazione e ritardo maturativo condrocita-
• form e transitorie per lo più dovute ad interven rio e conseguente indebolimento dei piatti ossei)
ti chirurgici su organi della regione del collo, e la condrodistrofia di Blomstrand (mutazione
tiroide in particolare. Infatti la causa più fre inattivante, a trasmissione autosomica recessiva,
quente e meglio nota di insufficienza paratiroi letale, che comporta ipoplasia condrocitaria e
dea è rappresenta dall'ipoparatìroidismo post-ope accelerata calcificazione);
Quadri anatomodinici di patologia delle paratiroidi y' 759
spesso una vera nefropatia per ipereliminazione di soprattutto duodenale con ipergastrinemia, e pan
calcio con nefrolitìasi, idronefrosi, nefrocalcinosi, creatite.
con facile insufficienza renale. La nefrolitiasi è favo I quadri anatomoclinici di iperparatiroidìsmo indot
rita, nella sua comparsa, da due ordini di fenomeni: ti dai tumori e dalle iperplasie funzionanti delle
1) lo spostamento del pH urinario verso l'alcalinità paratiroidi sono:
che comporta precipitazione di fosfato od ossalato a) iperparatiroidìsmo senza evidenti lesioni ossee
di calcio; 2) l'eliminazione con le urine di glicopro 0 renali, oltre il 50% delle osservazioni;
teine mobilizzate dalla matrice ossea proteica ad
opera degli enzimi proteolitici secreti dagli osteo- b) iperparatiroidismo con sole lesioni ossee;
clasti. Queste glicoproteine possono combinarsi con c) iperparatiroidismo con sole lesioni renali;
i sali di calcio e costituire il nucleo per la formazio
ne di veri calcoli. La formazione di calcoli, respon d) iperparatiroidismo con lesioni ossee e renali.
sabili a loro volta di coliche renali, di ematuria e Nel complesso clinico classico, il morbo di Rec-
poliuria, oltre che nei bacinetti, può avvenire anche klinghausen (cfr. Cap. Ossa), si osserva di solito
nei tubuli renali (microlitiasi) portando a quadri, l'ultimo dei complessi sintomatologici richiamati.
anche molto gravi, di idronefrosi. Il danno renale è 1 quadri clinici di iperparatiroidismo primitivo
infine caratterizzato anche dalla precipitazione di vanno differenziati da altre, e più numerose, condi
sali di calcio nell'interstizio, soprattutto nelle mem zioni che sono in grado di causare ipercalcemia ed
brane basali dei tubuli e nelle anse glomerulari. ipercalciuria come: la intossicazione da vitamina D;
Questa complicazione comporta considerevole per l'ingestione eccessiva e protratta di latte e sostanze
dita di ioni Ca+ + con le urine, e quindi ipocalcemia alcaline (milk-alkali syndrome); la sarcoidosi; l'in
che, non potendo essere in alcun modo corretta da sufficienza surrenalica acuta; l'ipertiroidismo;
ipersecrezione di PTH da parte del tumore parati malattie che comportino una consistente demolizio
roideo funzionante, causa invece una attivazione ne di tessuto osseo come il mieloma multiplo, il
delle altre paratiroidi, attivazione comunque inade morbo di Paget; infine alcune condizioni di osteo
guata a correggere l'ipocalcemia e responsabile porosi, soprattutto le situazioni acute di immobili
invece di ulteriore notevole iperplasia tale da poter tà, in soggetti giovani, responsabili tuttavia di iper-
simulare quadri neoplastici, anche plurimi. Altri calcemie transitorie.
segni caratteristici dell'iperparatiroidismo primiti L'ipercalcemia maligna paraneoplastica (ICMP)
vo sono la diminuzione dell'eccitabilità neuromu o Humoral Hypercalcemia of Malignancy si riscon
scolare con astenia dovuta all'ipercalcemia e la tra in soggetti portatori di neoplasie maligne di vari
cachessia legata all'aumento del catabolismo pro organi per secrezione da parte del tumore di pepti-
teico. Non raramente si riscontrano: ulcera peptica, di ad azione simile al paratormone (quadro para-
762 « Paratiroidi
neoplastico) oppure anche a seguito della liberazio plessi recettore-citochina che promuovono
ne di particolari citochine che inducono nelle meta appunto proliferazione e differenziazione degli
stasi scheletriche osteolisi con secondaria ipercalce- osteoclasti. In questo complesso meccanismo
mià, oppure che sintetizzano ed immettono in circo recettoriale può intervenire, come inibitore o
lo la PTHrP che è pure responsabile di ipercalcemia, attenuatore, la osteoprotegerina ima molecola,
sintomo che, nella patologia neoplastica, comporta definita "decoy receptor for RANKL' recettore
anche ima prognosi in genere severa. solubile per RANKL, che interponendosi fra i
L'ipercalcemia che può occorrere in rapporto recettori per RANK degli osteoblasti e la citochi
con varie neoplasie maligne metastatizzate (ca pro na RANKL ne blocca l'effetto iperplasizzante gli
statico, mammario, tiroideo, polmonare, mieloma osteoclasti e quindi l'osteolisi (Fig. 16);
multiplo) sostiene la prima variante di ipercalcemia
maligna, la forma connessa con la disseminazione 2. L'ipercalcemia maligna può inoltre essere causata
metastatica, mentre il quadro connesso con l'iper- anche da neoplasie non metastatizzanti, o non
produzione di PTHrP, riscontrabile per lo più asso metastatizzate, allo scheletro; in particolare neopla
ciato a tumori a cellule squamose, è responsabile di sie maligne a cellule squamose, qualora le cellule
un'altra variante di ipercalcemia maligna pure qui neoplastiche producano e immettano, nella circola
di seguito richiamata: zione sistemica, molecole di PTHrP, il già richiama
to fattore correlato al PTH, molto affine al PTH e
1. Vipercalcemia maligna secondaria a metastasi perciò in grado di legarsi ai recettori per il PTH e di
scheletriche è causata dalla liberazione, da parte attivare il secondo messaggero, cioè il sistema
delle cellule neoplastiche metastatizzate e delle cAMP, evocando le risposte proprie del PTH con
cellule stromali adiacenti, di citochine che, attivazione degli osteoclasti ed ipercalcemia.
legandosi a recettori degli osteoblasti, comporta
no la loro proliferazione e la differenziazione in
Iperpetratiroidismo secondano
senso osteoclastico di cellule emopoietiche plu-
ripotenti. Infatti è stato dimostrato che ai recet L'ipersecrezione di paratormone, sostenuta da
tori di superficie degli osteoblasti (Receptor un'iperplasia paratiroidea diffusa, è correlata ad
Activator of Nuclear factor Kb - RANK) si lega aumento delle richieste periferiche per particolari
una citochina - il fattore ligante (RANKL) - pro esigenze fisiologiche o patologiche: l'attivazione fun
dotto dalla cellule neoplastiche che, prodotto in zionale delle paratiroidi è, quindi, finalistica e non
quantità e connettendosi le singole molecole ai comporta, finché non supera i limiti delle richieste, la
recettori osteoblastici specifici RANK, fattore di comparsa di segni clinici di iperparatiroidismo. Per
differenziazione degli osteoblasti, formano com questo sono da distinguere le attivazioni funzionali
Proliferazione e Differenziazione
Fig. 16 - Differenziazione osteodastica mediata dagli osteoblasti: modalità di attivazione dei recettori osteoblastici.
RANK = Receptor Activator Nuclear factor Kb; RANK-L = RANK ligando, prodotto dalle cellule neoplastiche, che si lega ai recet
tori RANK degli osteoblasti; CSE = cellula staminale emopoietica.
Quadri anatomoclinici di patologia delle parafiroidi - 76 3
paratiroidee solamente omeostatiche quali si realiz persecrezione di paratormone determina una
zano in molte condizioni fisiologiche, dalle condi diuresi fosforica con ipofosforemia, assieme a
zioni nelle quali l'attivazione funzionale paratiroi mobilizzazione del calcio delle ossa con osteo
dea non riesce a riparare lo squilibrio minerale e malacia.
viene quindi progressivamente esaltata fino a cau
c) sindrom e di Fancotti con osteomalacia: in questa
sare segni di iperparatiroidismo scompensato con
malattia l'aumento della eliminazione urinaria
complessi sintomatologici del tipo del morbo di
di acidi organici comporta un'ipercalciuria con
Recklinghausen. L'ipocalcemia cronica, qualunque
ipocalcemia ed iperparatiroidismo secondario
ne sia la causa, con il tempo, tende a generare qua
con osteomalacia.
dri clinici di iperparatiroidismo secondario. Le
cause più importanti sono l'insufficienza renale cro
nica, le sindromi da malassorbimento, il rachitismo Iperparatiroidismo terziario
(da deficit semplice di vitamina D o secondario a È quadro clinico che insorge in soggetti con iper
malattie gastroenteriche e renali). Nel gruppo degli paratiroidismo secondario cronico, con iperplasia
iperparatiroidismi secondari scompensati sono paratiroidea, sostenuto da ipersecrezione di PTH
comprese quelle condizioni - osteonefropatie - nelle divenuta autonoma, quindi non più correlativa, per
quali l'iperfunzione paratiroidea non riesce a com emergenza dal tessuto iperplastico, di cloni cellula
pensare lo squilibrio minerale; la persistenza di ri autonomi, con successivo sviluppo di una proli
questa condizione patologica (ipocalcemia - iperfo- ferazione monoclonale, in genere un adenoma, con
sforemia inemendabili) induce un progressivo nesso a perdita di alleli dal cromosomasl l . La dia
incremento della secrezione di paratormone con gnosi può essere posta se concorrono: a) malattia
iperplasia spiccata, fino alla formazione, negli renale causante ipocalcemia ' che persista anche
eventi di progressione tumorale, di adenomi con dopo trattamento dialitico o trapianto renale; b)
segni ossei, renali e nervosi di iperparatii'èidismo. I ripristino del tasso calcemico dopo ablazione delle
quadri anatomoclinici fondamentali sono: para tiroidi. ^
a) osteite fib r o s a gen eralizzata nefrogena (rachiti l f ^
smo renale od osteodistrofia uremica), caratterizzata
da iperparatiroidismo secondario (Fig. 9) ad
§§ Bibliografia essenziale v
insufficienza renale cronica (glomerulonefrite
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Corteccia
6.8 surrenale
G.M. Mariuzzi, L. Cavazzini,
G. Martignoni, L. Mariuzzi
1 2
& m m m s
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F ig .2 - Corteccia surrenale: a) schema che rappresenta le zone della corticale. 1: capsula; 2: zona glomerulare; 3: zona sudano-
foba; 4: zona fascicolata; 5: zona reticolata; b) distribuzione dei lipidi nelle varie zone (Sudan 111); c] aspetto istologico (Em Eos).
nei che si continuano con i sinusoidi della fascicola definito zona su àan ofoba per la mancanza, presso
ta. Nella zona reticolata i sinusoidi formano un ché totale, di materiale lipidico nel citoplasma delle
plesso più fitto, tale da rallentare alquanto il flusso cellule epiteliali.
ematico che assume così caratteri analoghi a quelli La zon a fa s c ic o la ta rappresenta il 70% circa del
della circolazione portale. 11 sangue refluo viene l'intera corteccia ed è formata da cordoni cellulari
raccolto dalla vena surrenalica che a destra si con rettilinei e pressoché paralleli convergenti verso la
nette con la cava inferiore ed a sinistra con la vena midollare, il cui citotipo prevalente viene definito
renale. spon giocito perché il citoplasma abbondante ha
La corteccia surrenale deriva dall'epitelio celo aspetto spugnoso a causa dell'estrazione del mate
matico delle creste urogenitali, di origine mesoder- riale lipidico da parte dei solventi impiegati nell'al
mica, e nel suo sviluppo attraversa una prima fase, lestimento dei preparati istologici. Il nucleo degli
corticale fetale, che inizialmente costituisce la mag spongiociti è sferico, con cromatina in forma di gra
gior parte del tessuto surrenalico. Istologicamente, nuli e con apparato nucleolare variamente svilup
nel surrene definitivo, si distinguono tre zone che, pato in rapporto all'attività funzionale in atto. Nella
procedendo dalla capsula verso la sostanza midol zona fascicolata si distinguono, inoltre, uno strato
lare, sono: zona glomerulare, zona fascicolata, zona esterno (fascicolata esterna fatta di spongiociti con
reticolata (Fig. 2). abbondante citoplasma vacuolato) corrispondente
La zona glom erulare (sottocapsulare) rappre circa ai 2/3 esterni, che funge da zona di riserva per
senta circa il 15% deirintera corticale ed è formata le prestazioni funzionali di emergenza (stress) ed
da agglomerati - glomeruli - cellulari rotondeg imo strato interno (fascicolata interna fatta di picco
gianti od irregolarmente allungati, costituiti da cel li spongiociti contenenti scarso materiale lipidico).
lule con nucleo sferoidale, ricco di cromatina e All'indagine ultrastrutturale le cellule della fascico
dotato di un apparato nucleolare di solito ben evi lata risultano caratterizzate da un grosso nucleo
dente e con citoplasma piuttosto scarso, acidofilo, sferico dotato di apparato nucleolare ben sviluppa
in genere povero di gocce lipidiche. Il microscopio to e da un abbondante citoplasma particolarmente
elettronico evidenzia la presenza di reticolo-endo- ricco di reticolo endoplasmico liscio; i mitocondri
plasmico liscio ben sviluppato, di mitocondri roton sono rotondi con cristae tubulari ed il Golgi è di
di o allungati con cristae lamellari e di un apparato solito molto sviluppato.
di Golgi variamente sviluppato in rapporto all'enti La zon a reticolata è formata da cordoni cellula
tà dell'attività funzionale in atto. Fra la zona glome ri anastomizzati a rete e rappresenta il 15% della
rulare e la fascicolata è interposto un sottile strato corteccia: è costituita da piccole cellule poliedriche
Cenni di fisiopatologia & 767
povere di lipidi, con nucleo ipercromico e citopla renalici, come tutti gli ormoni steroidi, essendo
sma eosinofilo, contenente granuli di pigmento liposolubili, diffondono liberamente attraverso la
bruno; nello strato più interno della reticolata (zona membrana cellulare legandosi, nei rispettivi tessuti
iuxtamidollare) le cellule sono più piccole e più bersaglio, a specifici recettori proteici citoplasmati
addensate. Ultrastrutturalmente i mitocondri pre ci; il complesso steroide-recettore raggiunge il
sentano morfologia allungata o rotonda con cristae nucleo dove si localizza in segmenti cromatinici
tubulari. specifici inducendo derepressione o attivazione
genica con conseguente formazione di RNA che, a
Colesterolo
I 0 =0
17a-ldrossi- DHEA
pregnenolone /
HO
17 a - Idrossi-
progesterone
Androstenedione
CHgOH
11-Desossi-
cortisolo
Testosterone
Cortisolo
volte rispetto ai normali valori diploidi. Le anorma come le lesioni destruenti strutture ipotalamiche
lità strutturali dei nuclei possono indurre ad inter che in qualche modo compromettano produzione e
pretazioni errate di neoplasia maligna primitiva trasporto di CRH e quindi la produzione di ACTH.
(carcinoma surrenalico, in situ o invasivo). E Sono tutte patologie che inducono atrofia dei sur
comunque un evento abnorme proprio della zona reni correlata all'entità del danno. Forma, oggi
fetale, che regredisce rapidamente come la zona importante e relativamente frequente, è l'atrofia
fetale stessa ed il cui significato, non ancora chiari della corteccia surrenalica connessa con terapie a
to, viene considerato, genericamente, come un fatto base di steroidi glicoattivi. L'atrofia è in questo
degenerativo. caso dovuta all'effetto negativo dei corticoidi sulla
Una forma peculiare di citomegalia surrenalica è produzione ipofisaria di ACTH per controregola
quella della sindrome di Beckwith-Wiedemann, nella zione negativa (Fig. 11). Si conoscono anche forme
quale la citomegalia è associata a macroglossia, congenite di atrofia delle zone fascicolata e retico
exomfalia, talora con iperplasia delle isole di Lan- lata dovute ad anomalie dei recettori surrenalici. In
gerhans, gigantismo somatico ed anche incidenza questi casi la zona glomerulare conserva struttura
significativa di neoplasie maligne. e funzioni normali. Mutazioni dei recettori per
Ipoplasia corticosurrenale familiare può dipen l'ACTH sono ulteriori condizioni responsabili di
dere da mutazioni del gene POMC ed essere asso insufficienza di glicocorticoidi per difetto genetico
ciata con l'obesità. autosomico recessivo dovuto a mutazione punti
In ogni caso deve essere sempre considerata l'e forme in 5q31. Un'analoga condizione sostiene lo
ventualità delle atrofie corticosurrenali dipendenti pseudoipoaldosteronismo di tipo 1, forma autosomica
da terapie con cortisonici, soprattutto quando pro dominante caratterizzata da mutazione sempre
tratte. puntiforme in 4q31.1.
Eterotopie di tessuto surrenalico si possono, con Una forma particolare di atrofia surrenalica è
una certa frequenza, riscontrare: rappresentata dalla adren oleu codistrofia o m. di
Addison-Schilder, a trasmissione genetica recessiva
• in regione retroperitoneale, lungo il decorso
legata al cromosoma X, in cui il gene coinvolto
delle creste urogenitali, come piccole masse
(localizzato in Xq28) codifica per una proteina
incapsulate;
della membrana perossisomiale. La malattia, di cui
® nella corticale del rene, al disotto della capsula
sono descritte forme neonatali, infantili e dell'adul
ed in forma di noduletti nei quali sono riscontra
to, è caratterizzata da accumulo nella corteccia sur
bili, istologicamente, accenni a zonazione tra
renale e nella sostanza bianca cerebrale, di acidi
glomerulare e fascicolata mentre è assente tessu
grassi saturi a catena molto lunga per compromis
to midollare;
sione della p-ossidazione, con conseguente pro
• all'ilo delle gonadi, soprattutto dell'ovaio, come
gressiva comparsa di atrofia surrenalica e demieli
minuscoli aggregati cellulari ritenuti responsa
nizzazione. Istologicamente, le cellule della zona
bili dello sviluppo di tumori ovarici funzionanti
fascicolata appaiono rigonfie con citoplasma om o
in senso corticosurrenalico (adrenal rest
geneo "cereo" e inclusioni lipidiche; alterazioni
tumors);
analoghe si riscontrano nella sostanza bianca cere
• . sotto la capsula del fegato;
brale, nelle cellule di Schwartn e nelle cellule di
@ nello spazio periaortico, alle radici del mesen
Leydig. Nelle fasi più avanzate i surreni vanno
tere;
incontro a riduzione estrema della corticale, di cui
• lungo i cordoni spermatici;
residua la granulosa, per progressiva degenerazio
• in prossimità del ganglio celiaco, dove realizza
ne e necrosi della fascicolata rappresentata da
no vere gh ian dole surrenali accessorie, dotate
poche cellule rigonfie; il quadro si differenzia dalla
anche di midollare.
adrenalite autoimmune per l'assenza di infiltrazio
Sono formazioni o raggruppamenti cellulari che ne linfocitaria.
partecipano alle modificazioni funzionali del tessu
to surrenalico per adeguamento a richieste da
omeostasi; possono essere anche sede di neoplasie | | Alterazioni circolatone
surrenaliche talora secernenti e quindi da ricercare L'emorragia delle ghiandole surrenali è evento
quando la clinica lo richieda essendo le ghiandole infrequente in genere associato con infezioni batte
surrenali non alterate. riche o con grave compromissione della coagulazio
ne. Si riscontra nei neonati, nell'età infantile ed
H Atrofia anche in soggetti adulti.
N ^ neonatoj jri rapporto, con l'involuzione post
L'atrofia, responsabile di quadri clinici di insuf fetale della corteccia, si possono verificare emorra
ficienza surrenalica, insorge per cause diverse. Le gie con una certa frequenza (0,5-1% dei riscontri
patologie destruenti il parenchima dell'adenoipofi- diagnostici su neonati). Le alterazioni di circolo,
si (dalla necrosi ischemica, alle neoplasie primitive quali intensa congestione o spandimenti emorragi
non secernenti ACTH, a quelle secondarie) così ci di piccole dimensioni, sono più frequenti, mentre
> -U U"~
Fia. 6 - Emorragia surrenalica causante scompaginamento Fig. 7 - Mielolipoma: isola di tessuto adiposo e di metaplasia
delle strutture ghiandolari (Em Eos, 70 X). mieloide.
772 ® Corteccia surrenale
della fascicolata (con secondaria atrofia da com epato-surrenalica) con inclusioni eosinofile intranu-
pressione dei cordoni cellulari stessi); possibile cleari caratteristiche.
anche ram iloidosi esclusivamente surrenalica In corso di infezioni da HIV, l'interessamento
(Shell, Peters) talora nel contesto di adenomi surre- della corteccia surrenalica si può riscontrare tanto
nalici (Schmidt). nei soggetti HIV positivi che nell'AIDS conclamata.
Il danno può essere causato sia da infezioni oppor
Pigmento emosiderinico. Si rinviene comunemente tunistiche che da neoplasie (sarcoma di Kaposi in
nel citoplasma delle cellule surrenaliche nel corso particolare).
dell'involuzione postfetale, nell'emocromatosi, nel
l'anemia perniciosa, dopo ripetute trasfusioni e Flogosi specifiche. I processi flogistici in genere, e
negli esiti di processi emorragici. la tubercolosi in particolare, determinano insuffi
cienza funzionale delle ghiandole surrenali quando
Nel morbo di Gaucher del lattante l'accumulo di
distruggano più del 90% del parenchima della cor
cerasina nel citoplasma delle cellule di sponda dei
ticale. La tubercolosi miliare è clinicamente silente
sinusoidi della corticale è evento non eccezionale.
perché i tubercoli, anche se caseificati, compromet
Cisti. Sono rare, generalmente asintomatiche e di tono solo piccoli distretti parenchimali. La tuberco
solito costituiscono reperto autoptico accidentale. losi caseosa a grossi nodi ha un considerevole rilie
Sono state descritte cisti amartomatose, cisti linfan- vo anatomoclinico perché, essendo spesso bilatera
giomatose e cisti linfatiche semplici rivestite da le, può distruggere completamente i due surreni
endotelio; più frequenti sono le pseudocisti secon (variante infettiva del morbo di Addison). È una
darie a processi emorragici o necrotici. I pochi casi forma di tbc ematogena postprimaria che colpisce
segnalati di cisti parassitane riguardano le cisti da preferibilmente l'età adulta (ma si conoscono anche
echinococco. casi eccezionali presenti in neonati per infezione
transplacentare). I surreni aumentati di volume a
causa della flogosi granulomatosa e della necrosi
| Processi infiammatori caseosa (Fig. 8), hanno consistenza sostenuta; sulla
superficie di sezione il materiale necrotico si dispo
La corteccia surrenale partecipa attivamente a ne caratteristicamente in strati concentrici; talora il
tutti i processi infettivi con prestazioni funzionali materiale necrotico è colliquato e di aspetto purisi-
proporzionate all'entità dello stress evocato. Nel mile. Il quadro istologico è dominato dalla necrosi
corso di processi tossi-infettivi gravi, quali difterite, caseosa che può sostituire l'intera ghiandola mentre
tifo, setticemìa meningococcica, stafilococcica e il tessuto granulomatoso specifico, in genere scarso,
botulismo, la spiccata attivazione, funzionale corti- è riconoscibile soltanto ai margini delle estese aree
cosurrenalica da stress può favorire la localizzazio di necrosi; l'eventuale parenchima surrenale resi
ne dei fattori tossici a livello della corteccia espri- duo è ipertrofico (Fig. 9).
mentesi con estese lesioni necrotico-emorragiche (si
veda la sindrome di Waterhouse-Friderichsen). Flogosi autoimmuni. Rilievo particolare deve oggi
essere riservato alle forme di flogosi autoaggressiva,
Flogosi aspecifiche. Sono piuttosto infrequenti. Le considerate responsabili del 50-90% dei casi di sin
localizzazioni micotiche, come candidosi, aspergil- drome di Addison, e ciò in rapporto anche con la
losi, ma soprattutto istoplasmosi e criptococcosi, diminuita incidenza dell'infezione tubercolare. La
sono osservabili particolarmente nello stadio termi surrenalite autoimmune è responsabile del quadro
nale dei processi leucemici. Vengono considerate anatomoclinico della insufficienza corticosurrenali-
dipendenti dalla terapie attuate nonché dall'entità ca primitiva idiopatica, definita anche atrofia primi
dello stress e dalla conseguente elevata concentra tiva (idiopatica o citotossica, surrene grinzo primiti
zione locale di glicocorticoidi. Relativamente fre vo) descritto da Barker fino dal 1929.1 surreni sono
quente in America, in particolare nei bambini, è 1'/- simmetricamente ridotti ad 1 /3 o meno del volume
stoplasmosi: in seno alla corteccia si rilevano aree di normale, di peso inferiore a g 2,5 (Friedman, 1948);
necrosi con scarsa reazione flogistica e presenza di di solito conservano una forma regolare; la capsula
numerose spore di Histoplasma con iperplasia è inspessita, la corticale inapprezzabile e la midolla
compensatoria della corteccia, più pronunciata di re solitamente conservata (non si conoscono forme
quanto si possa riscontrare nelle lesioni tbc. di insufficienza della midollare connesse con le sur-
Nella malattia citomegalica i surreni sono dissemi renaliti o per processi sostitutivi). Istologicamente,
nati da piccoli focolai necrotici a contorno emorra solo quando persistano piccole isole di tessuto corti-
gico; microscopicamente, all'interno delle cellule cosurrenalico, in genere glomerulare, si possono
poste attorno delle zone di necrosi coagulativa, si evidenziare gli equivalenti della flogosi autoimmu
notano le caratteristiche inclusioni e coesiste una ne consistenti in infiltrazione linfocitaria e plasma
flogosi parvicellulare. Reperto analogo si ha nelle cellulare, variamente intensa, in rapporto diretto
infezioni generalizzate da virus erpetico, che si veri con le cellule surrenaliche (Fig. 10); talvolta sono
ficano soprattutto nella prima infanzia e che colpi riconoscibili follicoli linfatici con centro germinativo
scono, oltre ai surreni, anche il fegato (sindrome ed è anche possibile il reperto di immagini di empe-
Processi infiammatori & 7 7 3
8
Fig. - Tubercolosi surrenalica in donna di 44 anni (a) e in
uomo di 57 anni (fa). Marcato aumento volumetrico dei surreni
per estesa necrosi caseosa.
numerico assoluto delle cellule e, occasionalmente, braccio corto del cromosoma 6 nella regione del
anche per fatti di ipertrofia o di accumulo intracel complesso maggiore di istocompatibilità. L'anoma
lulare di metaboliti intermedi (Fig. 11). Si distinguo lia compromette negativamente la sintesi di cortiso
no iperplasie congenite e acquisite. lo e rappresenta la forma più frequente (circa il 90%
dei casi) di iperplasia congenita della corteccia sur
Iperplasie congenite renale in cui la compromissione della sintesi di ste
roidi mineraloattivi e del cortisolo in particolare,
Sono quadri clinici diversi di iperplasia della evoca nelTipofisi la iperproduzione di ACTFÌ, a sua
corteccia surrenalica indotti da difetti ereditari volta responsabile dell'iperplasia corticale dei sur
recessivi autosomici di geni che governano la sinte reni (Fig. 13), funzionalmente inefficace per l'attivi
si dei citocromi P450 (Cytocrome P450s o CYP) tà glicoattiva, ma iperattiva nella sintesi di steroidi
coinvolti nella genesi degli steroidi corticali. I difet azotoattivi, androgeni in particolare. La forma classi
ti da mutazione sono diversi e comportano deficit ca di deficit di 21-idrossilasi con eccesso di androge
di enzimi responsabili della sintesi dei singoli ste ni, responsabile di segni clinici di virilizzazione
roidi ed anche adeguamenti correlativi a loro volta quando la patologia non venga opportunamente
responsabili di ulteriori anormalità endocrine. In trattata, dipende da mutazioni puntiformi in 6p21
linea generale questi difetti enzimatici congeniti ed è autosomica recessiva. Nei soggetti di sesso
comportano deficit di produzione-sintesi del corti- maschile l'anormalità funzionale causa pseudopu
solo e quindi iperproduzione di ACTH, a sua volta bertà precoce. Nelle femmine alle anormalità nello
responsabile di iperplasia corticale, con iperprodu sviluppo dei genitali esterni, con ambiguità di con
zione di altri steroidi corticali, più spesso di andro formazione, si associano modificazioni somatiche
geni, che vengono sintetizzati a monte del blocco per virilizzazione. Accanto a questo complesso sin-
enzimatico. Ne derivano quadri clinico-patologici tomatologico, in circa 2/3 dei casi, si ha anche com
complessi o diversificati a seconda del difetto enzi promissione della sintesi delTaldosterone, con un
matico causale. I quadri clinici maggiori sono: la quadro clinico più grave perchè dominato dalla
sindrome da deficit congenito di 21-idrossilasi; perdita di sali. Esiste anche una forma non classica,
quella da deficit di 17-o;-idrossilasi; quella da defi molto più frequente (1% della popolazione genera
cit di ll-/3-idrossilasi; quella da deficit di 3-/3-idros- le), pure autosomica recessiva, che comporta danno
sisteroidodeidrogenasi. Nella figura 12 sono sche enzimatico di minore entità ed è asintomatica o
matizzati i passaggi della steroidogenesi surrenali caratterizzata da lieve iperandrogenismo.
ca, i deficit enzimatici responsabili dei blocchi enzi
D eficit di 17a-idrossiÌasi. È forma di raro riscon
matici ed i quadri clinici conseguenti.
tro, autosomica recessiva, causata da mutazione
D eficit di 21-idrossilasi. E difetto enzimatico cau puntiforme del gene CYP-17 situato sul cromosoma
sato da anormalità del gene CYP-21-A2 situato sul 10 (10q24.3) che comporta compromissione della
Colesterolo
3(3-ldrossisteroido-
deidrogenasi i
Progesterone 17-OH-Progesterone Androstenedione
21-ldrossilasi
(CYP21) 1
Desossicorticosterone 1 1-Desossicortisoio Testosterone
11f3-ldrossilasi 11 (3-tdrossilasi
(CYP11B2) I I (CYP11B1)
Corticosterone
cos Cortisolo
8-ldrossilasi
(CYP11B2) I
18-OH-Corticosterone
18-Ossidasi
(CYP11B2)
Fig. 12 - Schema della steroidogenesi surrenalica e dei difetti
Aldosterone enzimatici noti. (Da G . Crepaldi, A. Baritussio, l.c.)
7 7 6 & Corteccia surrenale
sintesi di quasi tutti gli steroidi, e quindi anche di L'iperplasia interessa anche eventuale tessuto sur-
quelli gonadici, esclusi i mineraloattivi la cui catena renalico accessorio (ectopie surrenaliche) ed è sensi
sintetica non è coinvolta. L'iperplasia surrenalica bile ad un adeguato trattamento sostitutivo con gli-
con iperproduzione di steroidi mineraloattivi, in cocorticoidi. Nei casi non trattati i surreni possono
estrema sintesi, genera un quadro di infantilismo raggiungere dimensioni ragguardevoli con superfi
sessuale con ipertensione e ritenzione di Na. Alla cie di aspetto convoluto (iperplasia cerebriforme) ed
mancata pubertà si associano, nel maschio, le modi avere un peso sino a 10 volte superiore a quello nor
ficazioni dello pseudoermafroditismo. male (anche 15 g nel bambino e oltre 30 g nell'adul
to per ciascuna ghiandola).
Deficit Ai Ufi-idrossilasi. Dopo il deficit della 21- Nei rari casi di deficit di 20-22 desmolasi dovuti
idrossilasi, è l'anormalità genetica di più facile a mutazione del gene StAR, che presiede al trasferi
osservazione, rappresentando circa il 6-7% di tutte mento del colesterolo ai mitocondri, si verifica nei
le forme congenite. Il danno causale, risiede in surreni un marcato accumulo di lipidi (iperplasia
mutazione puntiforme a carico del gene CYP11B1 lipoidea congenita). Questa condizione è frequente
sul cromosoma 8 (8q21). Il difetto genetico compro mente incompatibile con la vita ed essendo la com
mette la sintesi del cortisolo, causa un quadro clini- promissione della steroidogenesi sia surrenalica che
co di virilizzazione associato a ipertensione per l'i- gonadica, determina fenotipo femminile anche con
perproduzione di desossicorticosterone. È forma sesso gonadico maschile, nonché iperpigmentazio-
autosomica recessiva. ne cutanea per gli elevati livelli di ACTH.
Deficit di 3p-idrossisteroidodeidrogenasi. In que
sto difetto congenito, autosomico recessivo, con Iperplasie acquisite
mutazioni puntiformi del gene 3j3HSD2, in lp l3.1,
è compromessa la sintesi di tutti gli steroidi surrena- Le varianti di iperplasia surrenalica acquisita
lici compresi i mineraloattivi e gli androgeni. Il qua sono diverse in rapporto alla molteplicità dei fatto
dro clinico è di grave insufficienza surrenalica e si ri causali. Per esigenze di sintesi si possono distin
guere:
caratterizza anche per ambiguità del sesso nei sog
getti maschi per difetto di sintesi degli androgeni 1. forme di iperplasia correlativa, in genere con il
testicolari e per virilizzazione, generalmente mode quadro della iperplasia diffusa, correlata con
sta, nella femmina da eccesso di DHEA. Possono iperproduzione di CRH e di ACTH, per stimola
essere associati sintomi dovuti alla perdita di sali. zione comunque evocata, di funzioni ipotalamo-
In tutte le forme richiamate il quadro microsco ipofisarie;
pico dei surreni consiste neiriperplasia, anche 2. forme causate da neoplasie ipofisarie, soprattut
cospicua, della zona corticale nella quale mancano to adenomi secernenti ACTH, che possono assu
gli spongiociti caratteristici della zona fascicolata. mere struttura diffusa, oppure assumere morfo
Le cellule corticali hanno citoplasma compatto ed logia micro o macronodulare;
eosinofilo con granuli di lipofucsina ben evidenti. 3. forme paraneoplastiche prodotte da neoplasie
La zona glomerulare è ugualmente compromessa secernenti ACTH, o più di rado CRH, come il
ma solo nelle forme in cui il deficit enzimatico coin carcinoma broncogeno, i carcinoidi del timo, il
volge anche la sintesi degli steroidi mineraloattivi. carcinoma del pancreas, l'adenoma bronchiale;
Iperplasie ^ 7 7 7
Fiq. 15 - Iperplasia nodosa macronodulare. Aspetto macroscopico (a); quadro istologico che dimostra il citoplasma chiaro ricco
di lipidi degli spongiociti (b).
7 7 8 ® Corteccia surrenale
stata definita ma sono state riscontrate mutazioni sono stati attribuiti a mutazioni localizzate sul cro
ed anche espressioni abnormi, di recettori per mosoma 17. Il difetto sembra connesso con la pro
diversi ormoni, fatti che possono suggerire l'esi duzione di immunoglobuline con affinità per i siti
stenza di diverse varianti. Questa condizione va recettoriali dell'ACTH e in grado di attivare la sinte
distinta dalla adenomatosi corticale micronodulare, si di corticosteroidi nelle cellule rese iperplastiche.
rara causa di S. di Cushing dell'infanzia, il cui sub
Iperplasia della zona glomerulare. È forma respon
strato morfologico è rappresentato da numerosi
sabile di iperaldosteronismo con ipokaliemia, iper-
piccoli adenomi cui si interpone corteccia funzio
natremia ed ipertensione. II quadro clinico non ha la
nalmente inattiva, atrofica. ^
/ q Ó '^ Y
severità delle forme causate dagli adenomi surrena-
Iperplasia surrenalica paraneoplastica. Non obbli lici secernenti aldosterone. Accanto ad una forma
gatoriamente accompagnata a quadri clinici di iper- primitiva (iperaldosteronismo primario), che sembra
funzione (Cushing), può insorgere per tumori di dipendere da difetti genetici dei geni della POMC, si
tessuti che in condizioni normali non interferiscono conosce un quadro nel quale iperplasia della cortica
con la funzione surrenalica. Responsabili di questi le ed iperaldosteronismo sono dovuti ad iperplasia
ipercorticisimi sono il ca. broncogeno, soprattutto a degli apparati iuxtaglomerulari, con iper-reninemia
piccole cellule (oat celi), il timoma, il ca. pancreati ed iperangiotensinemia, essendo l'iperplasia degli
co, il carcinoide e, più raramente o eccezionalmen apparati iuxtaglomerulari causata da eventi patolo
te, carcinomi tiroidei, renali, ovarici, del colon e gici extrasurrenalici come la stenosi di un'arteria
neoplasie del sistema nervoso centrale. Le modifi renale, l'ipertiroidismo e l'ipertensione maligna
cazioni surrenaliche sono legate alla produzione da (iperaldosteronismo secondario). Infine è noto un ulte
parte del tumore extrasurrenalico, di polipeptidi ad riore complèsso patologico-clinico di iperaldosteroni
azione corticostimolante come CRH ed ACTH. I smo terziario con iper-reninemia, ereditario in forma
surrerd presentano iperplasia di grado veramente autosomica recessiva (Sindrome di Bartter), ad etio-
notevole, potendo pesare da 12 a 20 g ciascuno. Il logia ancora non definita e caratterizzato dalla man
quadro microscopico evidenzia iperplasia ed iper canza di ipertensione. In tutte queste forme l'iper-
trofia della fascicolata, composta da lunghe travate plasia delle ghiandole surrenali non ha sempre una
di cellule a citoplasma compatto che, solo negli franca evidenza macroscopica, potendo assumere
strati più esterni, assumono morfologia spongioci- anche morfologia micronodulare con noduli intra-
taria per la presenza di lipidi; piccole aree circo- corticali, già evidenti all'analisi macroscopica della
scritte di cellule chiare si rinvengono tuttavia anche superficie di sezione. Il quadro microscopico è
nello spessore della zona reticolata. segnato dalla iperplasia micronodulare delle cellule
della zona glomerulare, che talvolta è focale.
Iperplasia primitiva nodulare pigmentata, o
PPNAD (Primari/ Pigmented Nodular Adrenocorti-
cal Disease), o displasia adreno-corticale micronodulare
bilaterale. Rappresenta un quadro anatomo-clinico
H Tumori
di ipersurrenalismo ^dipendente dal controllo, Tumori primitivi epiteliali
ormonale, diencefalo-ipofisario in particolare,
Più del 50% di queste neoplasie sono funzionanti
insensibile al test di soppressione con desametazo-
e danno pertanto quadri discrinici variabili a secon
ne. Colpisce soprattutto soggetti giovani (seconda-
da dell'attività funzionale che li caratterizza (glico-
terza decade) e si manifesta con il quadro clinico
corticoide, mineralcorticoide, androgena, estrogena,
della sindrome di Cushing, ma con sintomatologia
mista). In particolare, le forme a secrezione glicocor-
per lo più modesta se si eccettua l'osteoporosi, di
ticoide danno atrofia correlativa del surrene contro
solito pronunciata. L'iperplasia è discreta o mode
laterale e del parenchima residuo nella ghiandola
sta, micronodulare con noduli pigmentali di colore
sede della neoplasia. Si distinguono forme benigne
bruno-nero che hanno un diametro variabile da 3 a
(adenomi) e forme maligne (carcinomi).
10 mm. Il peso complessivo dei due surreni rara
mente supera i 10 g. La pigmentazione, caratteriz Adenomi. Il riscontro di adenomi veri al tavolo
zante il reperto macroscopico, è legata all'accumulo anatomico non è molto frequente (dallo 0.5 al 3% a
intracitoplasmatico nelle cellule iperplastiche, che seconda delle diverse casistiche) essendo i valori
sono di piccole dimensioni con citoplasma compat più elevati da connettere probabilmente con l'inse
to ed eosinofilo, di granuli di emosiderina e di neu rimento, in alcune casistiche, di forme dell' iperpla
romelanina. La corticale intemodulare è atrofica e sia nodosa che sono di riscontro più comune. Occa
non pigmentata. L'eziologia non è stata ancora chia sionalmente gli adenomi surrenalici possono far
rita. Si tratta di malattia ereditaria, autosomica parte del quadro di una sindrome MEN (Multiple
dominante che può presentarsi associata a lentiggi Endocrine Neoplasia), soprattutto di tipo I. L'ade-
ni e nevi blu del volto, delle labbra e cutanei diffusi, noma vero è di solito unico e sferoidale, con peso e
a mixomi atriali ed anche cutanei e mucosi. La dimensioni assai variabili: il diametro può variare
forma familiare viene attribuita ad anormalità del da alcuni millimetri a diversi centimetri ed il peso
braccio corto del cromosoma 2, in 2p l6; altri casi da 5 a più di 100 grammi. Le neoplasie particolar
Tumori * 7 7 9
Fig. 16 - Aspetto macroscopico di adenomi surrenalici. Si noti il ilorito giallo della superficie di sezione; in b) sono presenti aree
emorragiche.
mente voluminose/ del peso di g 100 o più, sono in castone, mentre l'insorgenza di alterazioni auto
genere maligne. Di norma gli adenomi non sono litiche (o di fenomeni di olocrinia) può produrre
funzionanti e pertanto sono clinicamente silenti/ aspetti pseudoacinosi;
hanno caratteri di lesioni nodulari disposte ad 2. Adenomi a cellule compatte, costituiti da elementi
altezza variabile nel contesto della corticale e tal a citoplasma acidofilo, granuloso, privo di
volta si estendono nel contesto della midollare vacuoli; ima rara variante di questa forma è l'a-
(Fig. 16). In genere comprimono tutto il tessuto cir denoma nero, già considerato;
costante/ talora con formazione di una pseudocap 3. Adenomi a cellule della zona glomerulare, caratteriz
sula fibrosa (Fig. 17). Hanno consistenza poco zati da elementi di dimensioni intermedie tra gli
sostenuta e presentano una superficie di sezione di
colorito giallo-intenso o giallo-bruno ed una strut
tura lobulata. Talvolta la parte centrale della neo
plasia può apparire bianca e lucente per esiti fibro
si cicatriziali di lesioni necrotiche oppure per con
vergenza di tralci connettivali fibrosi che suddivi
dono il tessuto neoplastico in lobuli. Fenomeni di
necrosi colliquativa o focolai emorragici sono di
riscontro facile soprattutto nei grossi adenomi. Il
quadro istologico è composto da cordoni pluristra-
tificati, a decorso irregolare, poggianti su capillari
ectasici a parete molto sottile. Non infrequenti sono
gli aspetti di anisocitosi e pleomorfismo, mentre
sono assenti o rarissime le figure mitotiche (Fig. 18).
Le cellule degli adenomi non funzionanti hanno di
solito nuclei piccoli o picnotici con cromatina com
patta ed apparato nucleolare inapparente. Occasio
nalmente si riscontrano aree di parenchima adeno-
matoso o interi adenomi, molto pigmentati, adenomi
neri: la colorazione dipende dalla presenza di
abbondante pigmento lipofucsinico, o di neurome
lanina, nel citoplasma delle cellule neoplastiche. Il
parenchima ghiandolare circostante è pressoché
normale negli adenomi non funzionanti; atrofico,
invece, in quelli funzionanti. Citologicamente si
distinguono diverse forme:
1. Adenomi a cellule chiare (adenomi spongiocitari),
nei quali le cellule adenomatose hanno l'aspetto
di grossi spongiociti contenenti nel citoplasma
Fig. 17 - Adenoma corticosurrenalico funzionante (donna di
abbondante materiale lipidico; fenomeni di 65 anni). La neoplasia comprime il tessuto adiacente che risul
degenerazione grassa possono conferire agli ta atrofico per soppressione funzionale, con formazione di
spongiociti la forma di cellule ad anello con pseudocapsula fibrosa.
780 - Corteccia surrenale
Fig. 18 - a, b) Adenoma corticosurrenalico: disegno cordonale con evidenti anisocitosi e pleomorfismo nucleare.
spongiociti e le cellule compatte, con nucleo volu pensatoria. Le ragioni patologiche per l'isolamento
minoso, bene nucleolato nelle forme funzionanti; di questa entità nosografica non sembrano pertanto
4. Adenomi misti, che comprendono la maggior parte molto convincenti, mentre il riscontro clinico stru
degli adenomi: in questi i diversi citotipi sono mentale - CT scan addominale - di questi noduli
variamente, ma significativamente, rappresentati. solitari, con diametro di 1 o 2 cm, crea dubbi sulla'
condotta terapeutica da seguire. Infine, la corteccia
In tutte le varianti è possibile il riscontro di meta-
surrenalica può essere sede, benché raramente, di
plasia lipomatosa o mielolipomatosa. Le forme secer-
oncocitomi, neoplasie che hanno gli stessi caratteri
nenti glicocorticoidi causano la sindrome di Cushing;
strutturali e proprietà biologiche analoghi a quelli
quelli secementi steroidi mineraloattivi, aldosterone
degli oncocitomi di altre ghiandole endocrine.
in particolare, in genere monolaterali, sostengono il
quadro clinico della sindrome di Conn (60-90% dei Carcinom i. Sono molto rari, in genere funzionanti
casi); quelli secementi ormoni sessuali, insorgono e molto aggressivi. Possono insorgere in tutte le età,
nelle varie età: le forme androgeniche virilizzanti ma prevalgono nella prima infanzia oppure nell'età
occorrono soprattutto nell'infanzia, mentre gli adeno adulta fra 50 e 70 anni. L'incidenza non supera i
mi a secrezione estrogena, oltre alla frequente evolu 2 casi per milione mentre la mortalità è del 70-90%
zione maligna, colpiscono più spesso soggetti adulti. con una sopravvivenza media di pochi mesi. Per lo
Con significativa frequenza, formazioni nodula- più monolaterali (nei casi di bilateralità è da sospet
ri surrenaliche rotondeggianti per lo più di piccole tare la metastasi al surrene controlaterale), possono
dimensioni ma occasionalmente anche di 2-3 cm di raggiungere dimensioni considerevoli, anche supe
diametro, definite come noduli incidentali della corti riori al chilogrammo. Hanno superficie bernoccolu
cale, si riscontrano, soprattutto in soggetti di età ta, spesso sono dotati di capsula fibrosa e possono
avanzata, affetti da malattia ipertensiva e/o da dia aderire ed infiltrare gli organi vicini. La loro consi
bete: nella maggior parte dei casi tuttavia, coesisto stenza è variabile in rapporto all'esistenza o meno
no noduli di dimensioni minori o addirittura micro di fenomeni necrotici ed emorragici. La superficie
scopici, multipli e bilaterali, che denunciano il signi di sezione è bianco-grigiastra, con aree giallastre
ficato reattivo della lesione, analogamente alla alternate con irregolari campi necrotico-emorragici
forma nodulare-micronodulare delTiperplasia com (Fig. 19); possibile il riscontro di cisti. La frequente
Tumori ^ 7 8 1
d ev e essere utilizzato. Sono reperti caratteristici 2. i tumori che sostengono sindrome di Cushing pura,
della malignità, oltre alle dimensioni, l'elevato sono in genere piccoli adenomi (g 10-70), bene
numero delle mitosi, soprattutto atipiche, il poli capsulati, a struttura cordonale e prevalentemen
morfismo nucleare, il disordine architetturale del te formati da cellule chiare con i caratteri di quel
tessuto ghiandolare, l'invasione neoplastica di vasi, le della zona fascicolata; si distinguono dagli
sinusoidi, capsula e tessuti adiacenti. Il carcinoma adenomi non funzionanti perché, a differenza di
corticosurrenalico può presentare problemi di dia questi, provocano atrofia del surrene controlate
gnostica differenziale con altre neoplasie, primitive rale e del parenchima omolaterale non coinvolto;
(feocromocitoma maligno) o metastatiche (carcino 3. i tumori che sostengono sindromi di Cushing miste,
ma polmonare, carcinoma renale, carcinoma epato- in cui compaiono anche segni di irsutismo e viri
cellulare), affrontabili ron metodi ìmmunocitochi lismo, sono più frequentemente voluminosi,
mici in base ai diversi caràtteri fenotipici (Tab. 1). maligni, con frequenti aree di necrosi emorragi
Indagini che possono offrire sussidi importanti, ca e calcificazioni; istologicamente, risultano
sopratutto quando è possibile eseguire determina costituiti da cellule a citoplasma compatto, eosi-
zioni quantitative e multivariate, sono le valutazio nofilo quindi con analogie morfologiche con le
ne della ploidia, dell'indice di attività proliferativa, cellule della zona reticolare;
degli AgNORs ed ancora di specifiche anomalie 4. tra i tumori responsabili di quadri di virilizzazione
citogenetiche. (sindromi adrenogenitali) o di femminilizzazio-
ne, prevalgono le forme maligne (i più volumi
Correlazioni tra caratteri morfologici e biologici nosi tra tutti i tumori del surrene) mentre più
delle neoplasie corticosurrenaliche. Essendo pro rari sono gli adenomi: le cellule sono di solito
prietà biologica della corteccia surrenale la sintesi di compatte con citoplasma acidofilo e solo di rado
diversi corticosteroidi inclusi gli ormoni androgeni si notano aree di cellule chiare; il surrene contro
ed estrogeni, le sue neoplasie hanno attività funzio laterale ha sempre aspetto normale;
nali diverse, e possono essere caratterizzate, oltre 5. le forme secementi corticoidi mineraloattivi (aldo-
che dalla cessazione, anche dalla deviazione della steronismo primario) sono sostenute da adeno
produzione steroidea, con corrispondenti sintoma mi, quasi costantemente di piccole dimensioni,
tologie endocrine diversificate. Nonostante sia bene delimitanti, di solito unici, di colorito gial
molto difficile, in base a criteri morfologici, stabilire lo-oro (Fig. 21); più raramente sono voluminosi
il comportamento funzionale di un tumore, sia esso e, in questo caso di colore giallo bruno con circo-
benigno o maligno, taluni elementi differenziali scritte aree necrotiche ed emorragiche. Le cellu
possono avere qualche significato, tuttavia soltanto le possono rassomigliare a quelle della zona glo
orientativo (O Hare et al, 1979, Didolcar et al, 1981): merulare, ma più spesso presentano caratteri
intermedi tra queste e quelle a citoplasma chia
1. nelle neoplasie biologicamente inattive, soprattutto
ro della zona fascicolata, rispetto alle quali
quando raggiungono dimensioni ragguardevoli,
hanno dimensioni inferiori e rapporto nucleo
è possibile dimostrare con mezzi citochimici la
citoplasmatico spostato in favore del nucleo, che
deficienza dei diversi enzimi che intervengono
è vescicoloso: hybrid cells (Brode et al, 1962).
nelle tappe delle steroidogenesi; al contrario nei
piccoli nodi adenomatosi, apparentemente non In linea generale le neoplasie surrenaliche non
funzionanti in vivo, la produzione di steroidi in funzionanti soprattutto se voluminose, quelle
vitro avviene regolarmente; responsabili di quadri clinici di virilizzazione o
Feocromocitoma maligno - - + + + _L -
Carcinoma renale + + + /— - - _ : - ^
Carcinoma polmonare ■ + . + - - + /- . - - v /; +
PCK: pancitocheratine; EMA: antigene epiteliale di membrana; ViM: vimentina; CRO: cromogranina; NSE: enolasi neurono-specifica;
SYN: sinaptofisina; AFP: alfafeto-proteina; CEA: antigene carcino-embrionale, TTF-1 : fattore tiroideo di trascrizione.
Tumori ^ 7 8 3
Quadri anatomo-clinici
delle insufficiènze surrénaliche
delle donne barbute). Si distingue dal diabete della dosteronismo può essere sostenuta da neoplasie
forma classica del Cushing, per la mancanza, oltre ovariche (Ferriss, 1978). L'attività reninica piasmati
che delTastenia e dell'atrofia muscolare, dei dolori ca è sempre e caratteristicamente depressa.
ossei, dell'osteoporosi e dell'obesità. L'iper secrezione di aldosterone determina iper-
Nelle diverse forme di Cushing, per l'attività potassiuria, ipopotassiemia, ipernatremia ed alcalo-
antiflogistica e per l'inibizione dei processi immu si; lo squilibrio elettrolitico causa a sua volta iper
nitari, esercitate dall'idrocortisone, è frequente l'in tensione arteriosa con discreta ipertrofìa ventricola
sorgenza di complicanze infettive con scarsa tenden re sinistra e dilatazione di tutte le cavità cardiache e,
za alla guarigione. Il timo e le altre strutture linfati solo raramente, edema della papilla e retinopatia
che sono atrofiche. Le ulcere gastroduodenali, nei emorragica. L'ipotonia muscolare si associa con
soggetti costituzionalmente predisposti, sono parti grave astenia e con episodi di pseudoparalisi flacci
colarmente frequenti. L'apparato genitale può esse da (direttamente dipendenti dall'ipopotassiemia
re interessato da lesioni atrofico-degenerative (con che può realizzare lesioni necrotiche delle fibre
perdita della libido ed anche sterilità). muscolari). Poliuria e polidipsia (insensibili all'or
mone antidiuretico) con ipostenuria e proteinuria
1percorri coi di smi a prevalente secrezione caratterizzano la nefropatia kaliopenica (degenera
zione vacuolare e necrosi parcellare dell'epitelio
mineraìoatfiva (iperaldosteronismi) della porzione prossimale del tubulo renale con
L' iper aldo steronismo primario (sindrome di possibile interessamento anche della porzione
Conn) è sostenuto da un tumore surrenalico funzio distale). Il tasso urinario di aldosterone è sempre
nante/ fino al 90% dei casi da un adenoma singolo aumentato mentre i valori dei 17-cheto ed 11-ossi-
(in genere di piccole dimensioni superando rara steroidi sono normali. Eccezionale il riscontro di
mente 2 cm di diametro e 4 g di peso, e caratteristi edemi diffusi perché manca, di solito, la ritenzione
camente di colorito giallo-oro), raramente da ade di sodio per alterazioni funzionali del tubulo renale
nomi multipli, solo eccezionalmente da un carcino oppure per ipersecrezione di un fattore sodiuretico.
ma (Slee et al., 1983), o da iperplasia diffusa. Que Gli iperaldosteronismi secondari sono dovuti a
st'ultima forma, che rimane la causa più frequente ipersecrezione compensatoria di aldosterone con
nell'età giovanile e nell'infanzia, potrebbe dipende aumento dell'eliminazione urinaria: il compenso
re da stimoli di provenienza extrasurrenalica funzionale surrenalico (della zona glomerulare) si
(Nicholls et al, 1975): aldosteronismo pseudoprima esprime con quadri variabili di iperplasia e con
rio. Sono descritti anche quadri di iperaldosteroni- segni morfocitochimici di attivazione delle cellule
smo, sostenuti da iperplasia nodulare della zona della zona glomerulare. A differenza che nella sin
glomerulare, definiti iperaldosteronismi idiopatici drome di Conn i livelli plasmatici di renina sono
significativamente aumentati. Queste forme secon
(Komminoth et ah 2002); in questa categoria può
darie si osservano:
essere incluso il raro quadro dell'ipertensione sen
sibile" ai gllcocorticoidi dovuta a difetto genetico a. in gravidanza e nella tossicosi gravidica oltre che
dell'enzima aldosterone sintasi (per traslocazione nei trattamenti con dosaggi soprafisiologici di
in 8q21), a trasmissione autosomica dominante. In estrogeni (contraccettivi orali) probabilmente
qualche caso i surreni risultano morfologicamente per l'aumento della produzione epatica di sub
normali. Eccezionalmente una condizione di iperal- strato per la renina, indotto dagli estrogeni;
7 9 0 £ Corteccia surrenale
b. iti molti casi di sindrome di Cushing o di sindrome nella sintesi degli steroidi surrenalici (disonnino
adrenogenitcde, per la coesistenza di un'ipersecre- si), sono responsabili di sindromi adrenogenitali.
zione di aldosterone che esplica azione iperten- Si distinguono pertanto sindromi adrenogenita
siva (da cui gli effetti positivi della terapia chi li congenite e sindromi adrenogenitali acquisite.
rurgica di surrenalectomia);
Sindromi adrenogenitali congenite (disormonosi
c. nelle cardiopatie destre o totali scompensate sia a
surrenaliche enzimopeniche). Sono le endocrinopa-
causa della dieta iposodica che per l'aumento
tie surrenaliche per deficit della steroidogehesi che
della pressione venosa (pressocettori della vena
rappresentano l'affezióne surrenalica più frequente
cava inferiore);
dell'infanzia. Legate alla trasmissione di un gene
d. nelle sindromi nefrosiche in rapporto all'ipovole-
autosomico recessivo, possono manifestarsi, alme
mia ed alla diminuzione della pressione diffe
no nelle forme più lievi, anche dopo la pubertà, e
renziale nell'arteria carotide comune (il compen
sono spesso individuate più precocemente nelle
so surrenalico, iperaldosteronemia, inducendo
femmine che nei maschi. Queste disormonosi ven
ritenzione di sodio, aggrava l'edema);
e. nelle epatiti e nelle cirrosi epatiche, a causa della
gono attualmente distinte a seconda dei difetti enzi
matici che le sostengono. Poiché la via metabolica
diminuzione dei processi di inattivazione del-
più importante nella steroidogenesi è quella che
l'aldosterone e probabilmente anche per la par
conduce alla formazione dell'idrocortisone (il prin
tecipazione di altri fattori quali ì'ipovolemia
cipale ormone surrenalico che influisce sulla con
(ipoproteinemia);
troregolazione dell'asse ipofiso-surrenalico modu
f. nella sindrome di Bartter, caratterizzata da ipoka-
lando la liberazione di ACTH), un difetto enzimati
liemia, da iperattività del sistema renina angio-
co che impedisca o riduca la sintesi di idrocortiso
tensina con attivazione funzionale dell'apparato
ne, comporta iperproduzione e iperincrezione di
iuxtaglomerulare, senza tuttavia ipertensione, e
ACTH a cui il surrene risponde con iperplasia ed
che è probabilmente dovuta ad un difetto primi
ipertrofia. Il difetto enzimatico, bloccando la sintesi
tivo tubulare renale delFassorbimento elettroli
dei glicocorticoidi, comporta sintesi ed accumulo
tico;
dei metaboliti che originano a monte del difetto
g. nelle ipovolemie piasmatiche;
enzimatico e di steroidi androgeni in particolare
h. nei tumori renali secementi renina.
(Tab. 4).
Lo pseudoiperaldosteronismo è un quadro ana- Il quadro anatomo-clirdco più frequente è quel
tomoclinico di ipertensione arteriosa con alcalosi e lo della sindrome adrenogenitale pura congenita
ipopotassiemia, simulante la sindrome di Conn, che (Sindrome di Wilkins), da deficit incompleto di C 21-
sarebbe sostenuto da una tubulopatia congenita idrossilasi per mutazione di CYP21B, che si presen
ereditaria, responsabile di una escrezione urinaria ta in modo variabile a sèconda del sesso e dell'età
di aldosterone inferiore alla norma (Veyrat et al., del soggetto. Le conseguenze del danno metabolico
1969). e dell'iperdosaggio di ormoni androgeni surrenali
ci si manifestano già durante la vita fetale (sopra
Ipercorticoidismo a prevalente secrezione tutto tra il 2° e il 5° mese di vita intrauterina) con
androgena (sindrome adrenogenitale) errori nella differenziazione dei genitali esterni. In
rapporto all'entità del danno metabolico si possono
E legato alla iperproduzione surrenalica dì riscontrare nella femmine gradi diversi di mascoli-
metaboliti steroidi azotoattivi, ad azione androge nizzazione che vanno dalla semplice ipertrofia del
na: deidroepiandrosterone (DHEA) e DHEA-solfa- clitoride (grado 1° secondo Prader), alla sua abnor
to, che vengono convertiti a testosterone e causano me strutturazione (clitoride peniforme) con atrofia
quadri di sindrome adrenogenitale subito evidenti delle piccole labbra, grandi labbra di tipo scrotale,
nei soggetti di sesso femminile. Anche altri steroidi canale urogenitale unico in forma dì doccia sulla
di produzione surrenalica possono essere aumenta superficie ventrale del clitoride (pseudoermafrodi
ti in quantità variabile per cui si distinguono sin tismo), o addirittura alla formazione di genitali
dromi adrenogenitali pure e sindromi adrenogeni- esterni simili a quelli di un maschio criptorchide
tali miste, nelle quali coesiste iperincrezione di cor- (grado 5° secondo Prader). Nel maschio si osserva
ticoidi glicoattivi (con corrispondente sintomatolo ipertrofia del pene. I genitali interni conservano i
gia di tipo cushingoide) oppure di corticoidi mine- caratteri propri del sesso cromosomico, la cui deter
raloattivi (come si riscontra più frequentemente minazione si rende necessaria in tutti i casi di ambi
nelle forme congenite) con segni clinici di iperaldo- guità dei genitali esterni o di criptorchidismo bila
steronismo. I quadri anatomoclinici della sindrome terale in neonati apparentemente maschi. Durante i
adrenogenitale sono diversi in rapporto al sesso primi anni di vita, soltanto, lo sviluppo scheletrico
colpito, all'epoca ed alle modalità di insorgenza. e l'accrescimento somatico sono decisamente acce
Responsabili di questi quadri clinici sono gli stati lerati rispetto alla norma (mentre rimane normale
iperfunzionali del surrene connessi con iperplasia o l'età dentaria), nel maschio con accentuazione dei
neoplasie, benigne o maligne; anche alcuni difetti- caratteri sessuali maschili fino alla pseudopubertà
enzimatici di origine genetica, che interferiscono precoce, nella femmina invece con marcato svilup-
Quadri anatomoclinici -S 7 9 1
Genitali
Virilizzazione Metabolismo Steroidi : Sferoidi
Deficit Sindrome . ambigui Enzima
post-natale saiino in eccesso in difetto
allò nascita
Colesterolo iperplasia
Maschi No Perdita di sali Nessuno Tutti P450SCC
desmolasi lipoidea
po eterosessuale. Il saldamente» delle cartilagini di/ accompagna ai gradi più accentuati di mascoli-
coniugazione per effetto degli steroidi androgeni nizzazione (caratterizzata da anoressia, vomito,
avviene precocemente e pertanto precoce è l'arresto diarrea, astenia profonda, disidratazione, perdi
dell'accrescimento, così che nell'età adulta i portatori ta rapida di peso, ipotermia, collasso cardiocir
di sindrome adrenogenitale sono di statura inferio colatorio); ed una variante latente, che può esse
re alla norma (microsomia adrenogenitale), tarchiati, re sostenuta anche da deficit di 3-beta-ol-deidroge-
con estremità sproporzionatamente corte, voce nasi (caratterizzata da turbe discrete dell'equili
baritonale e apparato pilifero a distribuzione brio idrico-salino che occasionalmente possono
maschile. L'aumento del tasso ematico di steroidi aggravarsi come complicanza di altri quadri
androgeni inibisce la funzione gonadotropa dell'i morbosi);
pofisi e secondariamente i processi di gametogene 2. la forma con ipertensione arteriosa, dovuta a
si e di sintesi steroidea nelle gonadi: ne consegue iperproduzione di desossicorticosterone, soste
sterilità con mancanza di cicli mestruali e dello svi nuta da deficit di C-ll-idrossilasi e accompagnata
luppo delle mammelle nelle femmine. Generalmen da segni meno pronunciati di virilizzazione;
te coesistono segni di insufficiente secrezione di 3^ la forma con ipoglicemia (per insufficiente pro
idrocortisone che possono raggiungere l'entità di duzione di corticoidi glicoattivi) con aumentata
vere crisi addisoniane. È, infine, frequente il reper sensibilità all'insulina, caratterizzata da vomito
to di pigmentazione cutanea di tipo addisoniano in e collasso cardiovascolare con perdita di
rapporto con l'ipersecrezione ipofisaria (correlati coscienza.
va) di ACTH e di MSH.
Le principali varianti cliniche sono: Sindromi adrenogenitali acquisite. Vengono
distinte, per le particolarità dei quadri anatomocli
1. la sindrome di Debré-Fibiger, dovuta a deficit nici, in forme infantili e forme dell'età adulta:
completo di C-21-idrossüasi, caratterizzata da per
dita di sali per aumento considerevole della 1. Accanto alla forma congenita si descrive una
natriuria legato ad insufficiente produzione di sindrome adrenogenitale infantile acquisita, del
aldosterone; di questa forma si conoscono una tutto eccezionale, che si manifesta precocemente
variante conclamata propria del neonato, che si entro il secondo-terzo anno di vita (nel 50% circa
7 9 2 £ Corteccia surrenale
dei casi anche al di sotto dei 2 anni), soprattutto trolaterale ha aspetto regolare. Il quadro clinico è
nelle bambine. Questa forma è causata da neo caratterizzato dalla comparsa di ginecomastia vera,
plasie surrenaliche funzionanti, più spesso mali con i caratteri della mammella femminile postpube
gne, o da iperplasia bilaterale delle ghiandole rale, oltre che da altri segni di femminilizzazione, in
dipendente da patologia del sistema ipotalamo- genere limitati alla rallentata crescita della barba e
ipofisario. La sintomatologia è caratterizzata da alla distribuzione di tipo femminile del tessuto adi
virilizzazione con sviluppo deir apparato pilife poso, mentre l'atrofia testicolare e l'azoospermia
ro molto pronunciato, modificazione del tono sono quasi eccezionali; il tasso urinario di estrogeni
muscolare e, inizialmente, crescita ossea accele risulta particolarmente elevato, (attorno a 100
rata. Inoltre nelle forme neoplastiche maligne, microgrammi nelle 24 ore).
l'eventuale ipersecrezione di steroidi ad azione
anabolizzante può causare ritardo nella diagno
si per la mancanza dell'astenia e sopratutto della I Bibliografia essenziale
perdita di peso. È frequente anche la comparsa Azziz R.: Non classic adrenal hyperplasia. Current con
di ipertensione arteriosa e, nelle forme ipofisa- cepts. Clin. Endocrinol. Metab. 78: 810,1994.
rie, di manifestazioni di tipo cushinghiano non
Baserga A., Mariuzzi G.M.: Antimitotici e ghiandole
ché di pigmentazione cutanea. Inoltre, nella
endocrine. Atti Simposio Antimitotici, giugno 1955, S.
femmina, all'atto dello sviluppo puberale, si Remo, pag. 193-216.
manifestano ipertrofia del clitoride e delle gran
di labbra con amenorrea primaria, mentre nel Caron K.M., Soo S.C., Parker K.L.: Targeted disruption of
maschio si ha pseudopubertà precoce con StAR provides novel insights into congenital adrenal
hyperplasia. Endocr Res, 24:287,1998.
macrogenitosomia dei genitali esterni (testicoli e
prostata tuttavia rimangono di tipo infantile). Cooper M.S., Stewart P.M.: Corticosteroid insufficiency
2. La sindrome adrenogenitale acquisita dell'adul in acutely ill patients. N Engl ] Med, 348:727-734,
to è sostenuta, come la forma precedente, da 2003.
tumori surrenalici funzionanti oppure da iperplasie DeLellis R.A., Lloyd R.V., Heitz P.U., Eng C. (Eds): World
corticali bilaterali secementi steroidi androgeni. Health Organization Classification of tumours.
Predilige il sesso femminile che risulta colpito Pathology and genetics of tumours, of endocrine
nei 3/4 circa dei casi; frequente è anche l'iperin- organs. IARC Press, Lyon 2004.
crezione di glicocorticoidi e, più raramente, di Didolkar M.S., Bescher R.A., Elias E.G., Moore R.H.:
mineralcorticoidi. Il quadro clinico, meglio evi Natural history of adrenal cortical carcinoma: a clini-
denziabile nella donna, si manifesta dapprima co-pathologic study of 42 patients. Cancer, 47:2153-61,
con sintomi di defemminilizzazione (regressio 1981.
ne progressiva dei caratteri sessuali secondari
Dluhy R.G., Lifton R.P.: Glucocorticoid remediable aldo
femminili) e poi con virilizzazione (sviluppo steronism. J Clin Endocrinol Metab, 84:4341-4344,
eccessivo dell'apparato pilifero che assume la 1999.
distribuzione caratteristica del sesso maschile,
con associate acne, caduta dei capelli nelle zone Dluhy R.G.: Endocrine hypertension. In: Larsen P.R., Kro-
nenberg H.M., Melmed S., Polonsky K.S. (Eds), Wil
temporali, tonalità profonda della voce, aumen
liams Textbook of Endocrinology, 10th Ed. Saunders,
to delle masse muscolari, ipotrofia delle mam Philadelphia, 2003, pag. 552-585.
melle, atrofia dell'utero, amenorrea secondaria,
ipertrofia del clitoride; nel maschio la sintoma Ganguly A.: Primary aldosteronism. N Engl J Med,
tologia endocrina è molto meno appariscente o 339:1828-1834, 1998.
del tutto inapparente. L'escrezione urinaria di Gicquel C., Bertagna X., Gaston V., Coste J., Louvel A.,
17-chetosteroidi, soprattutto di DHEA (deidroe- Baudin E., Bertherat J., Chapuis Y., Duclos J.M.,
piandrosterone), è molto elevata e supera spesso Schlumberger M., Plouin P.R, Luton J.P., Le Bouc J.:
il valore di 200 mg nelle 24 ore. Molecular markers and long-term recurrences in a
large cohort of patients with sporadic adrenocortical
tumors. Cancer Res, 61:6762-6767, 2001.
Ipercorticoidismo a prevalente secrezione
estrogena Komminoth P., Roth J., Schroder S., Saremaslani P., See-
lentag W.K., Heitz P.U.: Overlapping expression of
Comprende forme, estremamente rare, sostenu immunohistochemical markers and synaptophysin
te da neoplasie surrenaliche funzionanti in senso mRNA in pheochromocytomas and adrenocortical
carcinomas. Implications for the differential diagno
femminilizzante; a tutt'oggi ne sono noti circa una
sis of adrenal gland tumors. Lab Invest, 72:424-431,
cinquantina di casi, riguardanti per la quasi totalità 1996.
soggetti di sesso maschile in età compresa tra 20 e
40 anni. Il tumore è di solito monolaterale, molto Lack E.E.: Pathology of adrenal cortex. In: Bloodworth's
voluminoso e altamente maligno con spiccata ten Endocrine pathology. Third Edition, Williams Wil
denza alla metastatizzazione a distanza (al fegato, kins, Baltimore 1997, pag. 355-416.
ai polmoni, alle ossa, ai linfonodi); il surrene con Lack E.E.: Tumors of the adrenal gland and extra-adrenal
Bibtiografia essenziale & 7 9 3
paraganglia. Atlas of Tumor Pathology, Third Series, case report and review of the literature. Cancer, 51:
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Midollare
6.9 surrenale
e paragangli
L. Cavazzini, L. Mariuzzi, G.M. Mariuzzi
Midollare surrenale
| Cenni di anatomia e di istologia è rinvenibile un terzo citotipo dotato di abbondan
te citoplasma omogeneo, eosinofilo e di nucleo
La midollare del surrene deriva dal neuroepite ipercromico: le cellule oncocitarie. Al microscopio
lio delle creste neurali. Le cellule neuroectodermi- elettronico le cellule principali neuroendocrine ven
che primitive, provenienti dal neuroepitelio delle gono distinte in due tipi in base ai caratteri delle
creste neurali, penetrano airinterno della corteccia granulazioni citoplasmatiche, potendo contenere
fetale: qui proliferano e si differenziano assumendo granuli molto piccoli (50 nm circa) e poco densi
i caratteri e le proprietà biologiche dei feocromociti. (cellule chiare), oppure granuli più grossi (200-300
La loro citogenesi procede per tutta la vita fetale e nm), più densi, osmiofili (cellule scure); è stato
per i primi anni della vita extrauterina. Nel feto le anche dimostrato che queste ultime contengono in
cellule cromaffini sono maggiormente rappresenta prevalenza noradrenalina mentre le prime conten
te nelle masse pregangliari periaortiche (organo di gono adrenalina (De Robertis e Sabatini, 1960;
Zuckerkandl). Dagli elementi della cresta neurale Coupland, 1965).
derivano anche le cellule gangliari del sistema nervo Le catecolamine, prodotte dalle cellule principa
so simpatico attraverso una fase maturativa inter li, si legano (come complesso con ATP e proteine)
media costituita dai simpatoblasti (neuroblasti). alle granulazioni, che rappresentano le strutture di
La midollare surrenale, completamente circondata supporto specifiche. Una certa quota di catecolami
dalla sostanza corticale, si distingue da questa per il ne tuttavia, circa il 10-30%, si trova libera nel citopla
colorito bruno-grigiastro (nel cadavere è spesso col sma. Con tecniche immunoistochimiche le cellule
liquata per fenomeni autolitici) ed ha la proprietà di’ principali della midollare surrenale vengono identi
fissare elettivamente i sali di cromo (reazione di ficate da marcatori come la cromogranina, la sinap-
Henle), assumendo un colorito bruno: il fenomeno tofisina e l'enolasi neurono specifica (NSE) (Fig. 1).
(icromaffinità) è dovuto all'ossidazione dei sali di Citochimicamente sono individuabili anche gli enzi
cromo da parte delle catecolamine presenti nel cito mi che partecipano alla -sintesi delle catecolamine,
plasma delle cellule della midollare con formazione come la dopamina-idrossilasi nelle cellule che sinte
del pigmento bruno distintivo. Il termine di feocro tizzano la noradrenalina, e la femletanolamina-N-
mociti, assegnato a questi stessi elementi, deriva metiltransferasi nelle cellule che provvedono alla
appunto dalla colorazione bruna (feocromo è il pig conversione della noradrenalina in adrenalina.
mento bruno delle alghe feoficee). Analogamente,
le cellule della midollare fissano anche l'acido
osmico (reazione di Mulon) e il nitrato di argento | Cenni di fisiologia
(reazione di Ogata). Il tessuto midollare costituisce La midollare surrenale fa parte del sistema ner
circa da 1/5 a 1/10 della massa dei stirreni ed il suo voso autonomo simpatico, sistema neuroendocrino
peso varia, a seconda del grado di attivazione fun analogo aU'ipotalamo, addetto al mantenimento
zionale, tra g 0,4 e g 1,2. Istologicamente risulta for continuo dell'omeostasi delLorganismo tanto nella
mato da cordoni di cellule disposte in due strati che normalità che negli adeguamenti richiesti dalle
poggiano direttamente sulla parete di capillari condizioni di emergenza e di stress in particolare. Il
sinusoidali aventi decorso irregolare e lume molto sistema simpatico è costituito dai neuroni pregan
ampio. Nei comuni preparati fissati in formalina si gliari localizzati nelle corna intermedio-laterali del
distinguono due citotipi: le cellule principali o di midollo spinale, nel suo tratto toracoiombare. Que
tipo 1, neuroendocrine; e le cellule di tipo 2 o cellu sti neuroni sono connessi, per via nervosa, tramite
le di supporto o satelliti, disposte alla periferia dei le fibre pregangliari, con i neuroni postgangliari dei
cordoni midollari ed evidenziabili immunoistochi- gangli simpatici para- e pre-vertebrali, ed anche
micamente con la proteina S-100. Occasionalmente con la midollare del surrene.
7 9 6 '■ Midollare surrenale e paragangli
Fig. 1 - Ghiandola midollare surrenaiìca: a) aspetto istologico normale (Em eos, 40X); b) colorazione bicromato-Giemsa; c) reazio
ne immunoistochimica per cromogranina; a) microfoiograria elettronica che evidenzia la presenza di granuli elettrondensi sede di
immagazzinamento delle catecolamine.
Midollare surrenale: Cenni di fisiologia ^ 7 9 7
talamo dorsale, l'ippocampo, l'amigdala, la neocor tappe della secrezione delle catecolamine e la tabel
teccia e la corteccia cerebellare. Questi rapporti spie la 1 gli effetti evocati dall'attivazione dei vari recet
gano il ruolo centrale del locus coeruleus e del siste tori. Pertanto gli effetti delle catecolamine variano a
ma simpatico-midollare nell'adeguamento delle seconda della catecolamina liberata, ma anche del
risposte nervose ed umorali allo stress ed agli adat tipo di recettore al quale si va a legare.
tamenti neuroendocrini che ne conseguono. Il siste Gli effetti dell'adrenalina e della noradrenalina
ma endocrino per converso controlla le risposte si esplicano sull'emodinamica e sul metabolismo.
umorali del complesso simpatico-midollare: il CRH Gli effetti emodinamici sono rappresentati da un
stimola i neuroni del locus coeruleus; la (5-endorfina aumento delle resistenze vascolari periferiche (vasi
del nucleo arcuato esercita invece un'azione inibito viscerali), aumento della frequenza e della portata
ria. L'intreccio complesso delle correlazioni fra siste cardiaca, stimolazione della liberazione di renina.
ma endocrino e sistema simpatico-midollare non Questi effetti sono responsabili dell'omeostasi pres
pare si possa considerare del tutto esplorato; tutta soria nella condizione di ortostatismo e in eventi
via, i dati disponibili confermano la grande com patologici come lo stress. L'acquisizione improvvi
plessità dei meccanismi che governano l'omeostasi sa della stazione eretta riduce il ritorno venoso al
compresi gli adeguamenti umorali e metabolici alle cuore. Tuttavia un riflesso nervoso simpatico, a par
variazioni causate da eventi o condizioni di signifi tenza dai barorecettori e mediato dal sistema nervo
cativi perturbamenti, endogeni ed esogeni, e dallo so centrale, aumenta il tono adrenergico (neuroni
stress in particolare. I molteplici e complessi effetti post-gangliari) e stimola la liberazione di adrenali
biologici degli ormoni medullo-surrenalici sono na dalla midollare, con conseguente aumento delle
mediati dalle diverse e distinte funzioni recettoriali, resistenze periferiche vascolari che assicurano ade
già richiamate e situate a livello delle membrane guati valori pressori. Questo tipo di attività è prin
delle cellule dei molti organi e sistemi le cui attività cipalmente dovuto alla noradrenalina prodotta dai
sono regolate dal sistema. La figura 2 illustra le neuroni post-gangliari; infatti la surrenalectomia
bilaterale non comporta alterazioni dell'adegua-
mento omeostatico della pressione arteriosa, in
ortostatismo.
Struttura Enzima Gli effetti metabolici sono dovuti ad azione diret
CH j-CH-NH j ta delLadrenalina sul metabolismo dei lipidi, delle
COOH
tirosina
tirosina idrossilasi Sottotipi di recettori adrenergici e
principali effetti biologici
J ®Vasocostrizione
DOPA
Dopa decarbossilasi
j • Glicogenoiisi :
Inibizione deila secrezione
di noradrenalina
« Vasocostrizione muscolatura liscia vasale
• Inibizione delia attività nervosa simpatica
* Broncodiiatazione
•vasodilatazione
•Glicogenoiisi
• Rilascio del miometrio e della
muscolatura liscia vasale
>Vasodilatazione renale, cerebrale,
mesenterica, coronàrica
1Inibizione transitoria dell'impulso
nervoso nei gangli simpatici
' Inibizione presinaptica della liberazione di
D* í > noradrenalina
Fig.2 - Biosintesi delle catecolamine. DOPA: diidrossifeniialani- 1Inibizione della liberazione di prolattina
na; D^H: dopamina beta idrossilasi; PNMT: feniletanolamina- ■ Vomito
N-metiltransferasi; PST: fenilsulfontransferasi.
Midollare surrenale: Cenni d i fisiologia x 7 9 9
proteine e dei carboidrati nonché ad azioni indiret cale. Noduli di sostanza corticale sono di facile
te mediate attraverso modificazioni nella secrezio riscontro nel contesto del tessuto midollare.
ne di ormoni preposti all'omeostasi metabolica I disturbi di circolo ed i processi infiammatori della
come, ad esempio, l'insulina. L'adrenalina è un midollare hanno la stessa genesi e gli stessi caratte
potente agente lipolitico ed è in grado di stimolare ri di quelli della corticale. Di riscontro raro possono
anche la chetogenesi, indipendentemente dall'au occasionalmente esitare in quadri sclerocalcifici
mento degli acidi grassi liberi forniti al fegato d a l (Fig. 3).
l'attività lipolitica. Le catecolamine inoltre riducono
i livelli plasmatici degli aminoacidi, in particolare
di quelli a catena ramificata. L'adrenalina determi W Processi iperplasfici
na iperglicemia sia per un'accelerata liberazione in
Le iperplasie della midollare surrenale sono
circolo di glucosio epatico (glicogenolisi e gluco-
quadri anatomo-patologici di recente definizione
neogenesi) sia per ridotta clearance di glucosio dal
che, come il feocromocitoma, possono causare
circolo. Inoltre inibisce il rilascio di insulina da
ipertensione arteriosa (Rudy et al., 1980) o fare parte
parte del pancreas. Gli effetti metabolici dell'adre
nalina sono mediati dai recettori beta adrenergici, di una poliadenomatosi endocrina (MEN tipo HA e
mentre gli effetti indiretti, conseguenti all'inibizio IIB) o dei quadri patologico-clinici delle malattie di
ne della secrezione di insulina, sono mediati da Hippel-Lindau e di Von Recklinghausen. L'iperpla-
meccanismi alfa adrenergici. L'adrenalina svolge sia midollare si può riscontrare in soggetti con
un ruolo importante anche nei meccanismi di con fibrosi cistica associata ad aumento delle cateco
troregolazione della glicemia in presenza di ipogli- lamine piasmatiche; in bambini deceduti con il
cemia secondaria ad eccesso di insulina: una ipogli- quadro della morte improvvisa, nell'ipertensione
cemia moderata indotta dall'insulina determina giovanile, nel Cushing e nella sindrome di Beckwith-
una liberazione di sostanze iperglicemizzanti (glu- Wiedemann (visceromegalia, gigantismo, macroglos-
cagone, adrenalina, cortisolo ed ormone della cre sia, deficit della parete addominale, esoftalmo ed
scita), tuttavia di queste sostanze solo il glucagone iperplasia corticosurrenale). L'iperplasia midollare,
sembra avere una importanza determinante nel nodulare o diffusa, è comunque e sempre bilaterale:
favorire il ripristino dei normali livelli glicemici. il quadro anatomopatologico si caratterizza per l'au-
Nell'uomo la controregolazione della glicemia
risulta normale quando è normale la secrezione di
glucagone mentre risulta parzialmente compro
messa quando la secrezione di glucagone è stata
prevenuta mediante somministrazione di somato-
statina; risulta inoltre gravemente compromessa
dalla soppressione della secrezione di glucagone
combinata con la somministrazione di sostanze ad
azione bloccante adrenergica, ed è completamente
abolita dalla inibizione della secrezione di glucago
ne in soggetti precedentemente sottoposti a surre-
nalectomia bilaterale. Sembra pertanto che la secre
zione di glucagone sia essenziale nel ripristino di
livelli glicemici normali in corso di ipoglicemia e
che il potenziamento della secrezione combinata di
adrenalina sia in grado di compensare una secrezio
ne di glucagone deficitaria. Quando vengano inibi
te contemporaneamente la secrezione di glucagone
e di adrenalina il ripristino di livelli glicemici nor
mali non si realizza. Quindi l'adrenalina non espli
ca azioni vitali nel soggetto sano ed un deficit di
questo ormone non sembra determinare particolari
sindromi cliniche. Verosimilmente l'assenza di
adrenalina rende solo più torpide le risposte di
adattamento dell'organismo allo stress.
mento della massa midollare (Fig. 4), apprezzabile patiche extrasurrenaliche, considerando che tutti
anche in distretti dei surreni nei quali di norma non derivano dalle cellule della cresta neurale, sarebbe
è rappresentata, come nella regione della coda. necessario definire ogni neoplasia riscontrata per le
Dalle iperplasie della midollare possono derivare sue proprietà biologiche attuali: in dettaglio, sulla
veri feocromocitomi (Camey et a l, 1976) che difficil base del prodotto di secrezione e del quadro clinico.
mente possono essere diagnosticati nelle fasi iniziali Proprietà biologiche della neoplasia che dipendo
del loro sviluppo. Di difficile identificazione nelle no, non tanto dalla sede di insorgenza, quanto piut
fasi iniziali, quando conclamata l'iperplasia non tosto dal grado di differenziazione che condiziona
offre criteri microscopici precisi per una diagnosi la natura della sintesi. Così le neoplasie più imma
differenziale nei confronti dei tumori anche se alcu ture, se secernenti, producono metaboliti precurso
ni caratteri come la vacuolizzazione citoplasmatica, ri delle catecolamine (ad es. acido vardlmandelico i
l'aumento del contenuto di gocce colloidi nel cito neuroblastomi), mentre le neoplasie più differen
plasma e l'aspetto nodulare nella midollare depon ziate secernono di norma catecolamine. Questi fatti
gono per l'iperplasia, mentre altri caratteri come il rendono irrinunciabile la ricerca di eventuali attivi
gigantismo nucleare ed il pleomorfismo cellulare tà secretive e la determinazione, anche quantitativa,
sono più propri delle neoplasie, restando la bilatera del secreto prodotto, quando la secrezione sia stata
lità il criterio più sicuro. identificata.
NEUROBLASTOMA
^ StMPATOGONIO
NEUROBLASTOMA
NEUROBLASTO FEOCROMOBLASTO
i
GANGLiONEUROBLASTOMA FEOCROMOBLASTOMA?
FEOCROMOCITOMA
GANGLIONEUROMA
te prima del 4° anno di vita. L'eventuale sospetto particolare, manifestandosi nel 45% circa dei casi
diagnostico in clinica può trovare conferma dalla entro il primo anno. Sono tuttavia noti riscontri di
valutazione del tasso serico o urinario dei citati queste forme anche in soggetti adulti così come
metaboliti delle catecolamine, che risultano innal sono stati riportati neuroblastomi congeniti (Evans,
zati. In una elevata percentuale (circa l'80%), è 1965), talvolta con metastasi placentari (Strauss e
appunto documentabile Fattività di sintesi delle Driscoll, 1964). Occasionalmente la neoplasia, in
catecolamine per l'aumento in circolo di loro pre questo caso bilaterale o con localizzazioni multiple
cursori e di loro metaboliti come dopamina, acido extrasurrenaliche, ha carattere eredofamiliare.
vanilmandelico, acido omovandelico i quali tutta Quasi tutti i casi che si manifestano nel primo anno
via, solo eccezionalmente, generano segni clinici di vita originano dalla midollare; quelli a localizza
(ipertensione). Proprietà endocrina questa di valore zione extra-addominale, oltre ad essere più frequen
significativo nella diagnosi differenziale del neuro ti, insorgono in età relativamente più avanzata.
blastoma simpatico rispetto a tumori morfologica Macroscopicamente, raggiunge dimensioni
mente simili come il sarcoma di Ewing ed il linfo anche notevoli (fino a 10 cm), ha modesta consi
sarcoma. L'escrezione urinaria di acido 4-idrossi-3- stenza, colorito grigio chiaro, e presenta aree necro
metossi-vanilmandelico (HMMA) è costantemente tiche ed emorragiche, e calcificazioni nel 50% circa
aumentata nelle forme metastatizzate. dei casi. Il quadro microscopico è composto da pic
I neuroblastomi, oltre che nei surreni (40%), pos cole cellule rotonde e monomorfe (rappresentando
sono originare, nello spazio retroperitoneale e para il più tipico tra gli smali blue celi tumors dell'infan
vertebrale, in sede addominale (25%), nel mediasti zia) dotate di scarso citoplasma a contorni maldefi
no posteriore (15%) e nella regione cervicale (5%), niti, talvolta contenente glicogeno, organizzate in
ma anche nel cavo orale, nel rinofaringe, nei seni lobuli di dimensioni variabili con supporto stroma-
etmoidali (estesioneuroblastoma o neuroblastoma le esile, riccamente vascolarizzato, nel cui contesto
olfattorio), nei seni e nelle ossa mascellari e nella possono essere talora dimostrate rare cellule di
regione sacrococcigea, in rapporto alla presenza di Schwann. I nuclei sono piccoli con apparato nucleo-
strutture gangliari. lare inapparente; le mitosi sono variamente nume
II tumore sembra preferire il sesso maschile e col rose (maggiormente nelle forme diploidi); anche
pisce di regola l'infanzia, nei primi anni di vita in l'indice di attività proliferativa (valutato immunoi-
8 0 2 ' : Midollare surrenale e paragangli
stochimicamente con Ki-67 o con PCNA) è variabi gangliari, può essere colta dall'aumento volumetri
le (da 0 a 80%); numerosi sono gli aspetti di cario- co delle cellule, dall'espansione del citoplasma,
ressi, tanto che viene utilizzato anche Vindice mitoti- dalla morfologia del nucleo che assume aspetto
co-carioressico (prognosi sfavorevole con valori vescicoloso, dall'attivazione dell'apparato nucleo-
>200/5000 cellule). Patognomoniche sono le rosette lare e dalla presenza di cellule gangliari ben diffe
simpatoblastiche (rosette tipo Homer Wright), costi renziate (in numero almeno pari o superiore al 5%).
tuite da una corona continua di elementi Mastici, Al microscopio elettronico si rinvengono granuli di
anche disposti in più file, attorno ad un'area centra secrezione citoplasmatici caratteristici delle cellule
le acidofila costituita dagli esili filamenti nervosi medullosurrenaliche e terminazioni sinaptiche. I
provenienti dai simpatoblasti (Fig. 6). Frammiste ai neuroblasti presentano reattività immunoistochi-
neuroblasti immaturi, si possono trovare cellule più mica per i marcatori delle cellule neuroendocrine,
differenziate. Istologicamente, infatti, i neuroblasto come la sinaptofisina e l'enolasi neurono-specifica
mi vengono distinti in form e indifferenziate, forme (NSE), mentre la positività per la cromogranina A è
scarsamente differenziate e form e differenzianti in base variabile e spesso irregolarmente distribuita.
alla ricchezza del materiale neurofibrillare (neuro Il neurobiastoma è geneticamente caratterizzato
pilo) e alla percentuale delle cellule di Schwann che da diverse alterazioni con significato prognostico
accompagnano i fenomeni maturativi. Nelle forme peggiorativo. Caratteristica è l'amplificazione del-
indifferenziate il tumore risulta costituito da ele l'oncogene N-myc (MYCN) localizzato in 2p24,
menti linfocitosimili, fittamente disposti in cordoni, osservabile nel 25-30% dei casi ed associata alla pre
con aspetti simil-linfomatosi, dotati di nucleo iper- senza di doppi minuti frammenti cromosomici
cromico e di citoplasma molto scarso e maldefinito, (DM, doublé minute chromosomes) o di una regione
caratteri che richiamano i simpatogoni derivati omogenea (HSR, homogeneous staining region) inte
dalle cellule della cresta, neurale nelle primissime grata in un altro autosoma (più spesso nei cromoso
fasi deirem briogenesi (simpatogonioma). Nelle mi 4, 9, 13). Altre alterazioni genetiche frequenti
forme differenzianti, la maturazione in elementi sono: la delezione di parte del braccio corto del cro
mosoma 1 (del lp 36.1-2), ove è sospettato il locus
di un gene oncosoppressore, o la perdita di eterozi-
gosi in lp36 (30-40% dei casi); la delezione allelica
di l l q (30-50%); il gain (trisomia) di 17q (50%);
ancora, la perdita di funzione (e di espressione) di
un recettore del NGF, il TrkA. Anche la ploidia del
tumore riveste significato prognostico essendo le
forme diploidi, peridiploidi o peritetraploidi a pro
gnosi peggiore e quelle iperdipIoidi e peritripIoidi a
prognosi più favorevole.
E neoplasia maligna molto aggressiva, facilmen
te metastatizzante (ai linfonodi regionali, al fegato,
ai polmoni, al midollo emopoietico e alle ossa, dove
le metastasi tendono a localizzarsi simmetricamen
te), tuttavia molto sensibile tanto ai chemioterapici
che alle radiazioni ionizzanti. Si distinguono quadri
anatomoclirdci diversi a seconda dell'entità e della
diffusione delle metastasi: la sindrome di Pepper,
osservabile nei neonati della età media di 12 mesi
(Scott et al.), caratterizzata da cospicuo interessa
mento metastatico del fegato con epatomegalia
anitterica, anascitogena; la sindrome di Hutchinson,
osservabile nei bambini di età media di sei anni,
con metastasi ossee, particolarmente al cranio con
ingrossamento del capo, esoftalmo, disturbi visivi
fino alla cecità e segni di ipertensione endocranica;
la sindrome di Esser Herving, che differisce dalla
forma precedente per l'interessamento diffuso dello
scheletro e secondaria grave anemia aplastica.
La prognosi è correlata, oltre che allo stadio
(Tab. 2) anche all'età ed ai parametri biologici e cito-
genetici: pertanto può essere buona nei bambini di
Fig. 6 - Quadro istologico di neurobiastoma surrenalico con età inferiore o pari ad un anno; negli stadi 1, 2A, e
caratteristiche rosette. Bambina di 9 anni con metastasi ossee 2B; con un quadro istologico caratterizzato da
multiple (Em eos, 150X). aspetti di differenziazione (ricco di stroma schwan-
Midollare surrenale: Tumori & 8 0 3
Brodeur G.M., Seeger R.C., Barreft A. et al.: International criteria for diagnosis, staging and response to treatment in patients with neuro
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niano) e da basso indice mitotico (<10/10HPF); con stino posteriore ed il retroperitoneo. Possono sinte
assetto cromosomico aneuploide; in assenza di alte tizzare e secernere catecolamine e loro metaboliti,
razioni genetiche. Parametri prognostici sfavorevo causando anche ipertensione. Macroscopicamente,
li sono Finnalzamento della ferritinemia e valori di il tumore si presenta come massa rotondeggiante
latticodeidrogenasi serica superiori a 1500 U/ml. che può raggiungere anche dimensioni ragguarde
Va ricordato tuttavia che, in oltre il 70% dei casi, al voli, più o meno completamente rivestita da capsu
momento della diagnosi, sono già presenti metasta la, con aspetto omogeneo al taglio, di consistenza
si a distanza. In una parte dei casi il tumore può più sostenuta rispetto ai neuroblastomi; frequenti
avere regressione spontanea, per citolisi, per massi le calcificazioni. L/aspetto istologico è variabile a
vi fenomeni di necrosi, oppure per gli eventi matu seconda dell'entità della quota di cellule indiffe
rativi, verso il ganglioneuroma, già richiamati. renziate e della loro tendenza o meno a differen
Nella regressione della neoplasia è possibile che ziarsi in cellule gangliari simpatiche. Si distinguo
una qualche importanza abbia la risposta immuni no due forme istologiche di ganglioneuroblastoma:
taria, umorale e cellulare. imperfetto ed immaturo.
Ganglioneuroblastoma. Comprende i tumori a Il ganglioneuroblastoma imperfetto è quadro pleo-
struttura neuroblastomatosa nei quali sono presen morfo per la presenza di diverse fasi di maturazio
ti elementi cellulari in varie fasi di differenziazio ne neuronaie; oltre che da elementi di tipo neuro-
ne, cellule gangliari mature ed una maggiore quan blastico, il tumore è, pertanto, costituito da cellule
tità nello stroma di cellule di Schwann con reattivi fusiformi, piuttosto voluminose, con citoplasma
tà immunoistochimica per la proteina S-100.1 gan- amfofilo abbondante, provviste di uno o due nuclei
glioneuroblastomi compaiono più frequentemente vescicolosi e nucleolati; le cellule neoplastiche costi
nella fanciullezza e neiradolescenza, piuLlosto che tuiscono formazioni di tipo globulare, tra loro sepa
nella prima infanzia come accade per i neurobla rate da stroma fibrillare in cui sono frequentemente
stomi, ed originano, solo nel 30-50% circa dei casi, visibili piccoli depositi di sali di calcio; cellule che
dalla midollare del surrene, essendo più frequenti vengono considerate precursori, variamente diffe
le localizzazioni extrasurrenaliche come il media renziati, delle cellule gangliari.
804 ì Midollare surrenale e paragangli
Nel ganglioneuroblastoma immaturo invece la granuli di Nissl, e dai cui prolungamenti parto
componente cellulare predominante è bene diffe no fibre amieliniche; le cellule gangliari mature
renziata nel senso delle cellule gangliari mature, ma sono distribuite irregolarmente o raggruppate in
sono costantemente presenti, sparsi o raggruppati ammassi separati da stroma fibrovascolare e da
in nidi, neuroblasti immaturi: nella diagnosi istolo fasci di cellule di Schwann variamente intreccia
gica di ganglioneuroblastoma è perciò necessario ti (Figg. 7 e 8);
valutare anche l'eventualità di neuroblastomi infil
b) il ganglioneuroma in maturazione, in cui, accanto a
tranti formazioni gangliari della catena simpatica.
cellule gangliari mature sono presenti elementi
Abbastanza raramente, circa in un quinto dei casi, i
con caratteri di immaturità caratterizzati da plu-
ganglioneuroblastomi (soprattutto di tipo imperfet
rinucleazione con nucleoli molto evidenti; tal
to) tendono a dare metastasi a distanza, che presen
volta visibili anche cellule satelliti.
tano distribuzione e caratteri analoghi a quelli dei
neuroblastomi.
Ganglioneuroma. È una neoplasia benigna a
lento accrescimento che insorge, più frequentemen
te, nei gangli simpatici retroperitoneali, mediastini-
ci e cervicali; le localizzazioni paravertebrali del
tumore possono talvolta presentare una componen
te intracanalare, oltre a quella situata all'esterno ed
a ridosso degli archi vertebrali, realizzando caratte
ristiche immagini a «clessidra». Ganglioneuromi
multipli possono insorgere anche nel tessuto sotto-
cutaneo in soggetti portatori di neurofibromatosi
(ni. di Recklinghausen).
Si riscontra generalmente neH'adolescenza o
nell'età adulta e può rappresentare spesso un reper
to occasionale di autopsia; è raro neirinfanzia e
sembra prediligere il sesso femminile. Il tumore si
presenta come una massa sferoidale, ben capsulata,
di consistenza sostenuta e di dimensioni variabili
(occasionalmente considerevoli); la superficie di
sezione ha aspetto fascicolato e colorito biancastro o
grigio, mostra occasionalmente aree di necrosi con
immagini di degenerazione cistica, fenomeni emor
ragici e depositi di sali di calcio. Istologicamente si
distinguono:
a) il ganglioneuroma maturo, che ripete grossolana
mente la struttura dei gangli simpatici, essendo
composto da cellule gangliari molto volumino
se, a morfologia piramidale, provviste di abbon
dante citoplasma eosinofilo, in cui si apprezzano
Fig. 11 - Feocromocitoma in sindrome di Sipple (MEN 2 a) in donna di 35 anni. Aspetto finemente granulare delle cellule dopo rea
zione immunoistochimica per cromogranina (b); positività più evidente di membrana per sinoptofisina (c), e citoplasmatica diffusa
per NSE (d).
noradrenalina. Infine le cellule neoplastiche posso li riveste utilità pratica nella diagnostica strumenta
no sintetizzare e secernere peptidi come le enJcefali- le consentendo l'individuazione di neoplasie, anche
ne, la somatosta tina, la calcitonina; è stata docu piccole, con la tecnica dello scanning con somato-
mentata anche iperproduzione di ACTH associata statina.
con i segni del Cushing. La presenza di recettori di La varietà maligna del feocromocitoma (feocromo-
superficie per la somatostatina nelle cellule tumora blastoma) non è universalmente riconosciuta (Mas-
808 & Midollare surrenale e paragangli
son); rappresenta il 10-15% dei feocromocitomi la to melanico, è stata accolta la possibilità, peraltro
cui malignità trova documento certo nelle metasta rarissima, di insorgenza, nella midollare surrenale,
si per via ematogena al fegato, ai polmoni e, soprat di tumori melanocitici maligni che vanno differen
tutto alle ossa o, più raramente, linfatica con inte ziati da feocromocitomi a ricco contenuto di lipofu-
ressamento dei linfonodi regionali. La struttura scine (Dick et al,1955). Analoghe neoplasie sono state
istologica è quella del feocromocitoma. Spesso, riportate anche nei gangli simpatici (Fu et al, 1975).
nelle sedi metastatiche, le cellule neoplastiche per
dono il carattere della cromaffinità. H feocromobla-
stoma non possiede caratteri microscopici che ne I Quadri anafomoclimd
consentano il riconoscimento certo. Infatti l'ipercro- Un eccesso di adrenalina e noradrenalina, soste
masia ed il polimorfismo nucleare (Fig. 12), con nuto da neoplasie della midollare del surrene (feo
aspetti similsarcomatosi a cellule fusate, il riscontro cromocitomi) o da neoplasie dei paragangli, produ
di figure mitotiche, la presenza di necrosi confluen ce quadri clinici di ipertensione parossistica e/o
te, l'invasione vascolare e della capsula, sono carat continua: i tumori indifferenziati (neuroblastomi),
teri riconoscibili anche in neoplasie con decorso quando dotati di attività secernente, possono pro
sicuramente beriigno. Comunque sono caratteri durre precursori delle catecolamine e, raramente,
morfologici che; quando riconoscibili in entità note •una o entrambe le catecolamine; i tumori secernen-
vole, debbono suggerire un comportamento biolo ti della serie simpatica producono in genere la sola
gico sfavorevole, soprattutto quando prevalgano le noradrenalina o i suoi precursori. I quadri clinici
cellule di piccole dimensioni (Thompson, 2002). Le prodotti da questi tumori sono correlati con la
forme maligne hanno in genere dimensioni mag quantità di catecolamine sintetizzate e secrete. In
giori rispetto alle forme benigne, con valori ponde linea generale e per sole esigenze di schematismo si
rali anche superiori ai 700 g contro il peso medio possono distinguere due quadri principali: quello
delle forme benigne che si aggira sui 150 g. deiripertensione parossistica e quello della iperten
sione permanente, in rapporto alle modalità di
Tumori melanocitici secrezione, subcontinua o continua.
In genere si ritiene che i tumori di piccole
In rapporto con la capacità delle cellule di deri dimensioni, essendo dotati di un ricambio metabo
vazione dalla cresta neurale di sintetizzare pigmen- lico più rapido (Laudat et ah), siano caratterizzati
da ima secrezione subcontinua, soprattutto di nora
drenalina, mentre quelli più voluminosi, con ricam
bio più lento, libererebbero una minore quantità dì
catecolamine in modo più continuo.
L'ipertensione parossistica si manifesta con
accessi di ipertensione arteriosa (fino a 250-300
mmHg) che possono insorgere spontaneamente o
essere evocati da stress emotivi, per sforzi, affatica
menti, compressioni o traumi anche minimi della
regione surrenalìca. La sintomatologia consìste in
tachicardia con cardiopalmo, pallore, tremore,
sudorazione, cefalea, midriasi, iperglicemia con gli
cosuria, leucocitosi con linfocitosi. Le crisi, della
durata media da 15 minuti a due ore, sono seguite
da uno stato di profonda prostrazione, spesso da
poliuria e possono ripetersi con frequenza variabi
le, ad intervalli che vanno da poche ore fino a diver
si giorni, durante i quali la pressione arteriosa può
essere normale o anche elevata.
L'ipertensione permanente è caratterizzata da
un aumento stabile della pressione arteriosa cui
possono talvolta sovrapporsi crisi ipertensive con le
stesse caratteristiche di quelle della forma parossi
stica. Costituisce il sintomo clinico più frequente
dei feocromocitomi (65-80% dei casi) ed è caratte
rizzata da costante aumento della pressione mini
ma, dalla frequenza con cui si accompagna ad ipo
tensione ortostatica e dalla elevata pressione arte
riosa, anche nel circolo polmonare, per cui, soprat
Fig. 12 - Feocromocitoma maligno in uomo di 59 anni. Eviden tutto in corso di crisi ipertensive sovrapposte, pos
te polimorfismo nucleare. sono verificarsi episodi di edema polmonare, anche
Parogangli: Cenni di fisiofog'ta e di istofisiologia & 8 0 9
Paragangli extrasurrenalici
B Cenili di anatomia secretori argirofili e sono cromogranina, sinaptofi-
I paragangli possono essere considerati stazioni volte), dei paragangliomi del giorno carotideo nelle
interposte lungo le diramazioni del Sistema Nervo popolazioni delle altitudini elevate, popolazione
so Vegetativo in grado di modularne le attività. I andina peruviana in particolare, rispetto a quelle
paragangli branchiomerici (giorno carotideo e viventi al livello del mare (Saldana et al.,1973). Le
giorni aorticopolmonari soprattutto) con funzioni modificazioni microscopiche riscontrate in questi
chemiorecettrici hanno recettori specifici per le casi segnalano il coinvolgimento preminente delle
variazioni di pH, e della tensione di 0 2 e di C 0 2. Le cellule principali il cui citoplasma risulta degranu
cellule principali sono deputate alla sola regolazio lato e vacuolato.
ne, con meccanismo inibitorio, delle risposte delle
fibre nervose recettrici.
Fig. 14 - Paraganglioma del giorno carotideo (chemodectoma) in donna di 29 anni. Caratteristico disegno lobulo-alveolare e discre
to pleomorfismo nucleare (b).
Paragangli: Tumori §§ 8 ì 1
posito dell'iperplasia, notevole importanza sembra Grimelius, fluorescenti dopo fissazione con forma
no rivestire i fattori ambientali quali l'elevata altitu lina, e cromaffini; si riscontrano tuttavia anche
dine, comunque la bassa tensione di 0 2. Sono neo forme non cromaffini. L'immunocitochimica evi
plasie capsúlate che possono raggiungere al massi denzia la positività delle cellule principali per NSE,
mo un diametro trasverso di 5 cm; hanno consisten cromogranina, sinaptofisina, mentre le cellule di
za sostenuta e superficie di sezione omogenea, di sostegno sono S-100 positive (Fig. 15). Con il micro
colorito grigio-roseo oppure rosso-bruno. La loro scopio elettronico, si evidenziano nel citoplasma i
morfologia microscopica ripete le caratteristiche dei granuli di neurosecreto (catecolamine) che risulta
paragangli da cui derivano e sono fra loro morfolo no essere più pleomorfi di quelli delle cellule nor
gicamente identiche, indipendentemente dalla sede mali. La variabilità del contenuto citoplasmatico di
di origine. Hanno struttura lobulare piuttosto gros ribosomi e mitocondri sembra giustificare la varia
solana (Fig. 14) con stroma reticolare abbondante e bile affinità cromatica delle cellule principali, chia
molto vascolarizzato (la rete capillare è spesso inap re e scure, nei preparati di routine. Nell'interstizio
parente per collabimento ma si può sempre mettere si apprezzano frequentemente plasmacellule, linfo
in evidenza con l'impregnazione argéntica). I singo citi e mastcellule (Grimley e Glenner).
li lobuli, di dimensioni superiori ai lobuli normali, Accanto a questo quadro morfologico di osserva
spesso con tendenza alla confluenza, sono costitui zione più frequente, vengono descritte anche: una
ti da ammassi di cellule poligonali con citoplasma forma adenomatosa, costituita da cordoni o travate di
amfofilo o acidofilo, granuloso o finemente vacuo cellule paragangliari immerse in scarso connettivo,
lato; il nucleo è chiaro e sferoidale, di solito centra reperibile in genere alla periferia della più comune
le, avente cromatina in forma di fini granuli; i forma sopra descritta, ed un quadro angiomatoso,
nucleoli sono piccoli, quasi inapparenti. Ecceziona che si distingue per la particolare ricchezza di struttu
le il riscontro di organizzazione a cellule fusate. re vascolari e per la morfologia fusiforme delle cellu
Non infrequenti sono gli aspetti di polimorfismo le paragangliari (Le Compte). Va inoltre richiamato il
nucleare; eccezionali sono le mitosi. Istogenetica- fatto che i chemodectomi solo raramente contraggo
mente sono riconducibili alle cellule principali. Le no aderenze con le strutture circostanti (infatti è noto
cellule neoplastiche sono argirofile con il metodo di che clinicamente risultano spostabili sui piani sovra-
Fig. 15 - Paragonalioma qiugulare in donna di 33 anni. Reattività immunoìstochimica variamente intensa delle cellule neoplastiche
per cromogranina (a) e delle cellule sustentacolari per proteina S-100 (b).
8 12 « Midollare surrenale e paragangli
e sottostanti). H loro accrescimento è estremamente Komminoth P, De Krijger R, Tischler AS: Paraganglia and
lento. I paragangliomi giugulo-timpanici (tumori del the adrenal medulla. In: Livolsi VA, Asa SC: Endocri
giorno giugulare) sono spesso sprovvisti di capsula; ne pathology, Churchill Livingstone, New York Edin
hanno contorni poco definiti e possono crescere cau burgh, 2002, pag. 149-169.
sando eventi localmente destruenti estendendosi Lack EE: Pathology of adrenal and extra-adrenal para
nella cavità cranica in oltre un terzo dei casi. ganglia. Major Problems in Pathology, vol. 29, WB
I paragan gliom i m aligni sono molto rari (10% Saunders, Philadelphia, 1994.
circa di tutti i paragangliomi) e relativamente più
Lack EE: Tumors of the adrenal gland and extra-adrenal
frequenti nel corpo vagale: crescono rapidamente paraganglia. Atlas of Tumor Pathology, Third Series,
con invasione delle strutture vicine e dei linfonodi Fasc. 19, Armed Forces Institute of Pathology, Was
regionali; sono state descritte anche metastasi a hington DC, 1997.
distanza ad ossa, polmoni e fegato (Pendergrass e
Kjrsh). Le atipie cellulari in questi chemodectomi Landsberg,L, Young IB: Pheocromocitoma. In: Harrison's
Internal Medicine, 16th.Edition, McGraw-Hill. New
maligni sono reperto comune e si possono riscon
York, 2005.
trare anche figure cariocinetiche. Va comunque
richiamato il fatto che la sola malignità istologica, Liddle GW: The adrenals. In RH. Williams (Ed.): Textbook
in genere non eclatante, non è sufficiente per una of endocrinology. 6th edition, WB Saunders, Philadel
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Disordini della
6.10 differenziazione
sessuale
L. Cavazzini, G.M. Mariuzzi
seminali. Infine, per lo sviluppo dei genitali esterni conversione periferica del testosterone (Fig. 3).
maschili e della prostata, è necessaria l'azione del Lo sviluppo dell'ovaio e dell'intero apparato geni
diidrotestosterone che deriva dalla conversione tale femminile avvengono spontaneamente senza che
locale del testosterone ad opera dall'enzima 5-a- l'ovaio fetale debba secernere alcun ormone. H gene
reduttasi. Lo sviluppo del sistema genitale maschile DAX1 o DSS (Dosage Sensitive Sex reversai gene)
può essere quindi schematicamente riassunto in 4 localizzato in Xp21.3, che cessa di essere espresso
tappe: 1) formazione del testicolo anatomico deter quando la gonade diviene testicolo, in mancanza
minata dalla presenza del cromosoma Y e dagli degli effetti di SRY e successivamente dell'influenza
effetti del gene SRY sulla gonade indifferenziata; 2) regressiva del MIS, permane attivo e così la differen
inibizione dei dotti di Muller ad opera del MIS pro ziazione dei dotti mulleriani procede in senso cefalo
dotto dalle cellule di Sertoli di entrambi i testicoli; 3) caudale con la formazione delle tube, dell'utero e
differenziazione del dotto di Wolff in epididimo, della vagina. L'ovaio comincia la sua differenziazione
deferente e vescicole seminali per azione del testo verso la 12a settimana con la comparsa della profase
sterone prodotto dalle cellule di Leydig; 4) differen meiotica nelle cellule germinali e quindi con lo svilup
ziazione dei genitali esterni maschili e della prosta po dei follicoli primordiali. Le fasi della differenzia
ta ad opera del diidrotestosterone derivato dalla zione testicolare ed ovarica sono riassunte in figura 4.
Regressione Sviluppo
DHT=TR
I
Sviluppo della prostata
Virilizzazione del seno urogenitale e dei genitali esterni
Fig. 3-11 cariotipo XY condiziona le cellule dell'abbozzo gonadico alla produzione di SRY e alla conseguente differenziazione in
senso testicolare: le cellule di Sertoli con ia produzione di MIS provocano regressione dei dotti di Muller, mentre le cellule di Ley
dig con la produzione di testosterone (T) inducono io sviluppo aei dotti di Wolff. Le cellule di questi ultimi sono dotate di recettori
nucleari per il testosterone (TR) e contengono l'isoenzima steroido-5«-deidrogenasi II (espresso anche nel tessuto prosiatico e nella
cute della regione genitale) che consente la formazione di diidrotestosterone (DHT) da cui dipendono lo sviluppo delia prostata e
la differenziazione in senso mascolino del seno urogenitale e dei genitali esterni. I recettori del testosterone presentano affinità di
legame per il diidrotestosterone superiore a quella per il testosterone.
Sviluppo delle gonadi e differenziazione sessuale ' ■ 8 1 7
(A) 1°
Trimestre
2° 3°
Trimestre Trimestre
Differenziazione
maschile 5a-reduttasi: inizio formazione DHT
■Canale uretrale
(B) Ano
Differenziazione 1°
femminile Trimestre
sintesi estradiolo
^m igrazione::
;■ cellule i~-: degenerazione dotti di W olff
,-r germinali
sviluppo utero ;f
sviluppo vagina
10 12
Settimane di gestazione
Fig. 4 - Cronologia del processo di differenziazione sessuale durante la vita intrauterina nel maschio (a), nella femmina (b) e sche
ma della differenziazione dei genitali esterni (c). (Da G . Crepaldi, A. Baritussio, l.c.).
Numerose anomalie, congenite o acquisite, pos di androgeni o progesterone oppure per tumori
sono intervenire nelle fasi dello sviluppo sessuale virilizzanti della madre.
determinando la comparsa di condizioni patologi a) Le sindrom i andrenogenitali che più frequente
che. Questi disturbi verranno trattati secondo imo mente causano un elevato livello ematico di
schema classificativo che considera in modo globa androgeni e ambiguità dei genitali esterni sono
le le patologie dello sviluppo sessuale e indica, per costituite dalla carenza della 11-idrossilasi e
le varie forme, il rischio di insorgenza di tumori soprattutto della 21-idrossilasi. In questi casi
gonadici (Tab. 1). l'ambiguità dei genitali esterni è tanto maggiore
quanto più precocemente si è manifestato l'ec
cesso di androgeni e può variare da una modica
j| | Disordini delia differenziazione ipertrofia clitoridea fino a quadri che simulano
sessuale associati con un assetto l'ipospadia maschile, con completa fusione labia
cromosomico apparentemente le e con apertura del seno urogenitale alla base di
un clitoride spiccatamente ipertrofico.
normale Il difetto di 3-p-idrossisteroidodeidrogenasi,
enzima indispensabile per la formazione del
Pseudoerm afroditism o fem m inile testosterone dal deidroepiandrosterone (DHEA),
Lo pseudoermafroditismo femminile è una con porta ad accumulo di quest'ultimo che esercita
dizione patologica causata da un eccesso di andrò- solo debole effetto virilizzante. Nel maschio le
geni e caratterizzata da sesso cromosomico femmi sindromi adrenogenitali non comportano quadri
nile normale (46,XX), dalla presenza delle ovaie e di ambiguità sessuale, ma ipertrofia fallica e pos
da un fenotipo ambiguo o più raramente maschile. sibile sviluppo di noduli proliferativi di cellule
La mascolinizzazione dei genitali esterni è stata stremali gonadiche simili alle cellule di Leydig,
distinta in rapporto alla sua gravità in 5 gradi in sede testicolare.
secondo Prader (Fig. 5). Lo pseudoermafroditismo b) M utazioni del gene d ellarom atasi (CYP19) pos
femminile si può osservare in corso di sindromi sono compromettere anche gravemente la conver
adrenogenitali, per difetto di aromatasi placentare, sione dell'androstenedione in 17 (3-estradiolo e in
come conseguenza della somministrazione materna estrone con conseguente progressiva virilizzazio-
8 1 8 ss Disordini della differenziazione sessuale
Tab. 1 Classificazione dei disordini dello quentemente associata con questa evenienza è il
sviluppo sessuate luteoma gravidico che può causare una modica
ipertrofia clitoridea ed occasionalmente una
minima fusione labiale.
DISORDINI CON CROMOSOMI SESSUALI
APPARENTEMENTE NORMALI
Pseudoermafroditismo maschile
Pseudoèrmafroditìsmo femminile
Lo pseudoermafroditismo maschile è caratteriz
a) Sindromi adrenogen itali zato da un sesso cromosomico maschile normale
b) Deficit di aròmatasi placentare (46,XY), dalla presenza dei testicoli o dall'evidenza
c) Trattamento della madre con androgeni o progestinici che i testicoli erano presenti durante la vita fetale,
d) Tumori materni virilizzanti
da un grave deficit di androgeni e da genitali ester
ni ambigui o più spesso di tipo femminile.
PseudòérmafròdìHsmo maschile ' ì] Dello pseudoermafroditismo maschile si ricono
scono diversi quadri autonomi:
a) Difetti primitivi del sistema nervoso centrale
- Secrezione anomala di gonadotropine a) Difetti primitivi del sistema nervoso centrale. I
- Mancata secrezione di gonadotropine difetti primitivi del sistema nervoso centrale
b) Difetti primitivi delle gonadi costituiscono una condizione estremamente rara
- Sindrome della regressione testicolare caratterizzata da una secrezione anomala o
- Sindrome dei dotti mulleriani persistenti assente di gonadotropine e clinicamente sono
- Agenesia delle cellule di Leydig associati a modeste anomalie dei genitali esterni.
- Diretti nella sintesi di testosterone
b) Difetti primitivi delle gonadi. La sindrome della
c) Difetti dell'organo bersaglio
regressione testicolare è il più frequente dei difetti
- Sindrome della femminilizzazione testicolare
primitivi delle gonadi ed è caratterizzata da invo-
- Deficit di 5-aIfa-reduttasi
■£isorpiNi ;à ^
t t ip o
■rai-CRÉMÒS^
Con ambiguità sessuale rara
a) Sindrome di Klinefelter
b) Sindrome di Turner
Con ambiguità frequente n° t ì po
a) Disgenesia gonadica
b) Ermafroditismo vero
luzione del tratto genitale maschile, associata allo della regressione testicolare non è ovviamente
sviluppo di derivati mülleriani. Le cause della associata ad un aumentato rischio di neoplasie
regressione testicolare sono sconosciute. Nella gonadiche.
sindrome della regressione testicolare si distin La sindrome dei dotti mulleriani persistenti è una
guono alcune forme cliniche che riflettono il forma di pseudoermafroditismo maschile inter
periodo in cui, durante la vita intrauterina, è ini no verosimilmente causata da un deficit della
ziata la regressione. Se i testicoli non si sviluppa secrezione di MIS, con conseguente sviluppo dei
no affatto o regrediscono prima che le cellule di derivati mulleriani. Questa sindrome, che ha
Sertoli abbiano iniziato a secernere il MIS, il neo talora un andamento familiare, é caratterizzata
nato avrà genitali esterni femminili e normali dalla presenza di testicoli criptorchidi associati a
derivati mülleriani (vagina, utero e tube), in derivati wolffiani e a genitali esterni maschili
assenza di gonadi e di derivati del dotto di Wolff normali; i derivati mulleriani sono in genere
(epididimo, deferente, vescicole seminali). Se la costituiti dall'utero e dalle tube presenti in
regressione testicolare avviene dopo che il testi un'ernia inguinale. Il rischio dello sviluppo di
colo ha iniziato a secernere il MIS, e prima o subi un tumore a cellule germinali è analogo a quello
to dopo l'inizio della secrezione di testosterone, degli altri casi di criptorchidismo.
non si avranno gonadi né derivati dei dotti, di Uipoplasia-agenesia delle cellule di Leydig è una sin
Wolff e di Müller, mentre i genitali esterni saran drome molto rara, caratterizzata da testicoli in
no frequentemente ambigui. Se la regressione genere criptorchidi, da derivati dei dotti di Wolff
testicolare avviene in modo parziale, durante la normali e da genitali esterni prevalentemente
fase intermedia della vita intrauterina, si avranno femminili. La presenza di epididimo e deferenti
testicoli piccoli e criptorchidi, derivati dei dotti di indica che la produzione di testosterone è rima
Wolff normali, assenza dei derivati dei dotti di sta inalterata durante la fase iniziale dello svilup
Müller e genitali esterni maschili caratterizzati da po embrionale.
un micropene. Se la regressione testicolare si Difetti nella sintesi e nel metabolismo del testostero
manifesta in modo completo nella parte termina ne. Queste sindromi sono causate da deficit
le della vita fetale, si avrà mancanza dei testicoli, degli enzimi coinvolti nella sintesi testicolare e
associata alla presenza di normali derivati dei surrenalica di testosterone. Vengono descritte
dotti di Wolff, ad assenza di derivati mülleriani e cinque differenti carenze enzimatiche ed anche
a genitali esterni maschili normoconformati. sindromi causate da carenze plurienzimatiche.
I testicoli possono essere pertanto totalmente In tutti questi casi i soggetti sono geneticamente
assenti o sostituiti da scarso tessuto fibroso spes maschi e possono avere testicoli criptorchidi,
so contenente ammassi di siderofagi, focolai gra derivati dei dotti di Wolff variamente sviluppa
nulomatosi gigantocellulari o calcificazioni, in ti, assenza dei derivati mulleriani e genitali
stretta prossimità delle strutture epididimo- esterni ambigui o femminili. Il fenotipo di que
deferenziali (Fig. 6). Questi reperti giustificano i ste sindromi non è correlato con lo specifico
vari termini con cui il quadro è stato descritto: deficit enzimatico, ma mostra un'ampia variabi
agonadismo vero, anorchia completa bilaterale, lità che riflette l'entità della carenza enzimatica.
disgenesia testicolare, testicolo rudimentale, sin I testicoli presentano aspetto immaturo dei
drome del testicolo scomparso. La sindrome tubuli seminiferi di grado variabile con progres
siva scomparsa delle cellule germinali e rappre
sentazione delle cellule di Leydig correlata al
tipo di difetto enzimatico.
c) D ifetti dell'organo bersaglio. Lo sviluppo dei
derivati dei dotti di Wolff, della prostata e dei
genitali esterni maschili richiede la presenza del
testosterone e del diidrotestosterone e la respon-
sività delle strutture bersaglio: la mancanza di
recettori per questi ormoni genera la sindrome
della femminili zza zione testicolare, caratterizza
ta dal mancato sviluppo dei derivati wolffiani e
da genitali esterni femminili. Se invece è assente
soltanto l'enzima 5 a-reduttasi, che converte il
testosterone in diidrotestosterone si osserveran
no anomalie della prostata e dei genitali esterni
(Fig- 7).
I quadri da mancata sensibilità agli androgeni
Fig. 6 - Sindrome della regressione testicolare (bambino di 4
sono a trasmissione ereditaria recessiva legata al
anni). Riconoscibile in sede scrotale ii soio dotto deferente in cromosoma X sul cui braccio lungo è codificato
rapporto ai quale residua tessuto fibroso. il gene responsabile (Xqll-12). La sindrom e
8 20 - Disordini dello differenziazione sessuale
Vescica Vescica
Fig. 7 - a)Rappresentazione grafica delle strutture testosterone e DHT-dipendenti nella differenziazione maschile normaie. b) Q ua
dro che si riscontra nel deficit di steroido 5 alfa-reduttasi. Le strutture testosterone-dipendenti sono normali anche se i testicoli non
scendono nello scroto; ie strutture DHT-dipendenti non si sviluppano. (Da G . Crepolai, A. Baritussio, Le.}.
compaiono quasi sempre dopo la pubertà e ciò livelli ematici di testosterone (Fig. 9). Possibile il
consente di ritardare la gonadectomia fino alla riscontro di ritardo mentale. Macroscopicamen
completa realizzazione del fenotipo femminile. te i testicoli sono piccoli, non superando in gene
. Le sindromi difemminilizzazione testicolare parziale re il centimetro di diametro massimo ed al taglio
sonò causate da una diminuzione dei recettori hanno un colore bruno causato dall'iperplasia
agli androgeni o da alterazioni qualitative degli delle cellule di Leydig. L'esame istologico dei
stessi che condizionano una insensibilità parzia testicoli prepuberi evidenzia unicamente una
le a questi ormoni. Si riconoscono varie forme diminuzione degli spermatogoni. Alla pubertà i
cliniche che sono generalmente caratterizzate da tubuli seminiferi e la lamina propria vanno
un fenotipo femminile associato a iperplasia cli- incontro ad una sclerosi progressiva (Fig. 10).
toridea e a parziale fusione labiale. Questi Caratteristicamente, nella parete di tubuli semi
pazienti devono essere sottoposti a gonadecto niferi atrofici, non si osservano fibre elastiche e
mia prima della pubertà per evitare il parziale ciò indica che il processo di atrofia è iniziato
sviluppo di caratteri sessuali secondari maschili prima della pubertà, periodo in cui si forma la
e per evitare la possibile insorgenza di tumori componente elastica dei tubuli. Le cellule di
gonadici. Leydig del testicolo postpubere sono spiccata-
Altre forme di insensibilità agli androgeni, che mente iperplastiche ed aggregate in formazioni
comportano elevato rischio di sviluppo di neo nodulari (Fig. 11), tuttavia i livelli ematici di
plasie gonadiche, sono: la sindrome di Reifenstein, testosterone sono bassi e ciò dimostra che le cel
che prevede ipospadia, criptorchidismo, ipopla- lule di Leydig sono funzionalmente inefficaci. I
sia dei derivati wolffiani, sviluppo di ginecoma- soggetti con sindrome di Klinefeiter hanno
stia alla pubertà ed azoospermia; la sindrome di un'auinentata incidenza di tumori germinali
infertilità maschile, caratterizzata da normale extragonadici e di carcinoma mammario.
fenotipo maschile e azoospermia; la sindrome di
ipovirilizzazione maschile, per la cui diagnosi è
richiesta la dimostrazione di un difetto recetto-
riale, che comporta ginecomastia, ridotto svilup
po del pene e della distribuzione dei peli alla
pubertà e normale spermiogramma, anche se fre
quentemente infertilità.
Il deficit di steroido 5a-reduttasi, in particolare
legato a mutazione del gene SRD5A2 (espresso
nella prostata, nella cute della regione genitale e
nei dotti di Wolff, e ghe presiede alla sintesi del-
llsoenzima 2 della steroido 5a-reduttasi), condi
ziona la carenza di diidrotestosterone che è
necessario per lo sviluppo della prostata, dei
genitali esterni maschili e per la regressione dei
dotti di Müller. I pazienti alla nascita mostrano
un fenotipo femminile, tuttavia alla pubertà
vanno incontro ad una mascolirdzzazione par
ziale dei genitali esterni realizzandosi un quadro
di pseudoermafroditismo maschile (Fig. 7).
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Sistema endocrino
6.11 diffuso
C. Bordi
L GLI/PYY r ; : +:
■B . v ■ Insulina -f-
X ignoto r
ECL Istamina
G Gastrina
CCK CCK . /-H; 1;
S Secretino Serotonina V
GIP .O ff ■V+;' r ’-’
M Moti lina V+ •
N Neurotensina + +
Legenda. Pa: pancreas; CF: corpo-fondo; A n: antro; Du: duodeno; Di: digiuno; I: ileo; A p : appendice; C: colon; R: retto;
+: presenza di cellule; r: presenza di rare cellule; f: presenza di cellule nel feto e neonato; EC: cellule enterocromaffini; GLI:
immunoreaftività "glucagon-like" (glicentìna, glucagone-37, glucagone-29); PYY: peptide "PP-like" con tirosinamide N-fer-
minale; PP: polipeptide pancreatico; ECL: cellule "enterochromaffin-like"; CCK: colecistochinina; *: sostanza P, neurochini
ne, opioidi, guanilina e altri peptidi; GIP: peptide gastro-inibitorio.
Nota: Le cellule endocrine gastroenteropancreatiche sono abitualmente identificate con lettere maiuscole che solo in una
parte dei casi rappresentano l'iniziale dell'ormone prodotto (G = gastrìna, N = neurotensina ecc.).
Ipergastrinemia
L'eccessiva secrezione di gastrina, normalmente
prodotta dalle cellule G della regione antropilorica
dello stomaco e del bulbo duodenale, induce una
aumentata secrezione acido-peptica da parte della
mucosa fundica dello stomaco, che può portare alla
Fig. 3 - Iperplasia di cellule G producenti gastrina nella mucosa
comparsa di ulcere peptiche, condizione evidente antrale ai un soggetto con gastrite cronica atrofica ed achilia
nella sindrome di Zollinger-Ellison. Come già (immunoperossiaasi con colorazione nucleare con
accennato/tale sindrome può essere dovuta ad un ematossilina).
828 ; Sistema endocrino diffuso
§§ Tumori carcinoidi sono più comuni nei tumori dei segmenti embrioló
gicamente derivati dall'intestino anteriore primiti
I tumori del sistema endocrino diffuso, indipen vo (stomaco, duodeno). Nei segmenti derivati dal
dentemente dalla sede nella quale sono localizzati, l'intestino intermedio primitivo (ileo, appendice e
sono abitualmente chiamati con il termine generico cieco) la struttura istologica è generalmente di tipo
di carcinoidi. Tuttavia, sebbene abbiano in comune insulare a nidi solidi.
l'origine dallo stesso sistema e molte caratteristiche I carcinoidi originano dalla mucosa e sovente si
istocitologiche, i carcinoidi nelle diverse sedi diffe estendono alla sottomucosa. Tuttavia è solo l'infil7
riscono tra loro in modo considerevole non solo per trazione della tonaca muscolare che contraddistin
il tipo di ormone prodotto, che di regola corrispon gue la loro malignità, con possibilità di metastasi
de a quello delle cellule predominanti in quella spe linfonodali o a distanza, la cui comparsa è in rap
cifica sede, ma anche per meccanismi patogenetici, porto anche alle dimensioni della neoplasia. Tumo
comportamento clinico e prognosi. Per tale motivo ri con diametro inferiore ad un centimetro sono vir
è stata proposta l'abolizione del termine di carcinoi tualmente privi di metastasi mentre l'80-90% di
de e la sua sostituzione con la definizione di tumo quelli superiori a 2 cm. hanno metastasi (Godwin,
re (o carcinoma) endocrino seguita dalla sede di ori 1975). La sopravvivenza media è del 99% per ica r
gine e dal tipo di cellula endocrina da cui è compo cinoidi dell'appendice e di poco inferiore per quelli
sto. rettali (83%). Nelle altre localizzazioni l'incidenza si
Tale definizione consentirebbe anche di evitare aggira tra 52 e 54% (Godwin, 1975). Tra i carcinoidi
la frequente discordanza nel significato del termine gastrici sono sempre benigni quelli associati a
di carcinoide in ambito patologico rispetto a quello gastrite cronica atrofica. Nel complesso pertanto i
clinico. In quest'ultimo caso, infatti, esso si riferisce carcinoidi sono tumori a relativamente bassa mali
specificatamente alla sindrome da carcinoide che, gnità, ciò che giustifica la constatazione che spesso
tuttavia, è presente esclusivamente in tumori com i pazienti muoiono con il loro carcinoide piuttosto
posti da cellule EC (di regola ileali) mentre è sem che per il loro carcinoide.
pre assente in tumori formati da altri tipi cellulari.
Le sede di più frequente localizzazione dei car
cinoidi gastrointestinali è l'appendice (35-44%), IH Neoplasìe endocrine multiple
seguita dal digiuno-ileo (18-24%) e dal retto (12- Le neoplasie endocrine multiple (Multiple
20%). I carcinoidi gastrici, un tempo considerati rari Endocrine Neoplasia, MEN) sono sindromi tumora
(2-2.5%), sono molto aumentati dopo l'introduzio li pluriendocrine di regola insorgenti su base ere
ne dell'endoscopia ed attualmente ammontano a ditaria con trasmissione autosomica dominante e
circa il 30% di tutti i carcinoidi gastrointestinali. caratterizzate da lesioni proliferative di più ghian
Non sono presenti significative differenze tra i sessi dole endocrine appartenenti al sistema endocrino
mentre l'età media dei pazienti è nella sesta e setti diffuso.
ma decade di vita. Fanno eccezione i carcinoidi Le MEN si suddividono in due tipi principali,
appendicolari che presentano una notevole preva chiamati rispettivamente MEN I e II, ed originaria
lenza del sesso femminile ed una età media attorno mente identificati sulla base delle ghiandole endo
ai 35 anni. crine affette (De Lellis, 1995). Peraltro, più recente
I carcinoidi gastrointestinali hanno di solito una mente è stato dimostrato come le base eziologica
configurazione polipoide e dimensioni variabili da delle due forme sia totalmente differente. La MEN
1 a 2-3 cm. Essi hanno limiti piuttosto netti e sono I, infatti, è dovuta ad una inattivazione del gene
composti da tessuto giallastro o bianco grigiastro, omonimo, che ha caratteristiche di tipo oncosop-
senza aree emorragiche o necrotiche. Talora posso pressorio ed è localizzato nel cromosoma llq l3 . L'i
no ulcerarsi e dare emorragie. I carcinoidi ileali, nattivazione avviene di regola per mutazione nella
producenti 5-idrossitriptamina, spesso inducono linea germinale seguita da delezione somatica del
una ipertrofia della tonaca muscolare e una reazio secondo alíele. Per contro la MEN II è causata da
ne desmoplastica nel segmento intestinale colpito una attivazione del protooncogene RET che codifi
così da manifestare una sintomatologia occlusiva. ca per un recettore per la tirosina chinasi ed è loca
Infine i carcinoidi appendicolari sono il più delle lizzato in 10qll.2. È interessante rilevare come RET
volte reperti casuali in corso di appendicectomia e sia coinvolto nella patogenesi anche del carcinoma
determinano rigonfiamenti localizzati del viscere papillare sporadico della tiroide, che origina dalla
da estesa infiltrazione della sottomucosa e della cellule follicolari. Tuttavia, il meccanismo di attiva
tonaca muscolare. zione del gene è radicalmente diverso nelle due
L'aspetto istologico dei carcinoidi è contraddi condizioni patologiche, essendo legato ad una
stinto dalla grande uniformità delle cellule tumora mutazione puntiforme nella MEN II mentre nel car
li: queste sono di piccole dimensioni con nuclei cinoma papillare dipende da un riarrangiamento
rotondeggianti, monomorfi e citoplasma eosinofilo, del cromosoma 10 che pone la regione tirosin-chi-
granuloso. Molto scarse sono le mitosi. Le cellule nasica di RET sotto il controllo del promoter di un
sono disposte in strutture trabecolari o a rosetta che gene espresso dalle cellule follicolari tiroidee.
Neoplasie endocrine multiple & 8 2 9
sano la maggior parte del tessuto pancreatico in con Classificazione eziologica de! diabete
seguenza della fine distribuzione delle isole di Lan-
mellito
gerhans nel contesto della ghiandola pancreatica.
I rapporti con l'apparato gastroenterico sono
I. Diabete di tipo ì
dimostrati dal fatto che la secrezione di insulina
indotta del glucosio è molto più accentuata dopo I A. Su base autoimmune (tipo 1A)
assorbimento intestinale di quanto sia dopo som [ B. idiopatico
ministrazione parenterale. Tra gli ormoni intestina li. | Diabete di tipo 2 ~~
li che influenzano la funzione insulare, dando
II!. | Altri tipi di diabete
luogo al cosidetto asse enferò-in su lare, il ruolo più
importante è svolto dal GIP. A . Da difetto genetico della funzione della cellula
B* contraddistinti da mutazioni dei geni:
1. fattore di trascrizione nucleare degli epatoci-
M Diabete mellito ti 4 a
2.-glucochinasi
II diabete mellito è una malattia metabolica cro 3. fattore di trascrizione nucleare degli epatoci-
nica dovuta ad una deficienza assoluta o relativa ti l a
deirattività insulinica, che si manifesta con intolle 4. promoter dell'insulina
ranza glucidica e conseguente iperglicemia. Le B. Difetti genetici nell'azione dell'insulina (p.és.
alterazioni metaboliche del diabete, tuttavia, non insulinoresistenza di tipo A )
coinvolgono solo i carboidrati ma si estendono
anche alle proteine ed ai lipidi. Inoltre, in aggiunta C. Malattie del pancreas esocrino: pancreatite,
al deficit di insulina, una eccessiva secrezione di pancreatectomia, neoplasie, fibrosi cistica, emo-
cromatosi
glucagone contribuisce spesso ad aggravare il qua
dro metabolico. Va peraltro preliminarmente ricor í D. Endocrinopatie: sindrome di Cushing, acromega-
dato come il diabete mellito non rappresenti un'u iia, feocromocitoma, ipertiroidismo, glucagonóma
nica entità morbosa ma piuttosto un insieme etero
geneo di condizioni patologiche talora molto i E. Farmaci e sostanze chimiche: glucocorticoidi,
| tiazidici, altri
diverse tra loro per etiopatogenesi, quadro meta
bolico e prognosi. | F. Infezioni: rosolia congenita, da cytomegalovirus,
La classificazione dei vari tipi di diabete è cam | da virus coxackie, altre ___________ j
biata più volte nel corso degli anni, e si è basata su
G . Forme rare di diabete immuno-mediato: sindrome
criteri come l'età di insorgenza, la costituzione
"stiff man", anticorpi anti recettore dell'insulina
somatica dei pazienti, il tipo di trattamento richie
sto, e la distinzione tra forme primitive e seconda H. Altre sindromi genetiche associate a diabete: s.
rie. Nel 1997 l'Associazione Americana per il Diabe di Down, s. di Klinefeiter, altre
te ha raccomandato l'adozione di una classificazio IV. j Diabete mellito della gestante.______ _______ : .
ne basata sull'eziologia che è riportata nella tabel
la 1. Essa include: a) il diabete di tipo 1, in prece *ln precedenza definiti cumulativamente come diabete di tipo adulto
denza chiamato anche diabete giovanile o magro o insorto in età giovanile (maturity-onset diabetes of thè young, MODY).
insulino-dìpendente, che rappresenta circa il 10%
dei casi e che è stato recentemente suddiviso in tipo diabete e che possono condurre a morte i pazienti,
1A ed 1B, entrambi caratterizzati da grave riduzio sono largamente sovrapponibili nei due tipi. Esse
ne delle cellule B delle isole, ma distinti per l'asso riguardano principalmente il sistema vascolare, il
ciazione con l'autoimmunità, presente nel tipo 1A, rene, l'apparato oculare ed i nervi.
che costituisce la grande maggioranza dei pazienti, Dal punto di vista epidemiologico il diabete di
ed assente nel tipo 1B; b) il diabete di tipo 2, in pre tipo 1A è caratterizzato da una disomogenea distri
cedenza chiamato diabete adulto o grasso o non- buzione geografica, con picchi di maggiore inciden
insulino-dipendente, che ammonta all'80% dei za in Finlandia ed in generale nelle popolazioni
pazienti; c) una lunga serie di altre forme che nord-europee ma non esclusivamente in esse. Sor
approssimativamente corrispondono al rimanente prendentemente tassi molto diversi si osservano
10% dei casi. talora anche in nazioni contigue come la Finlandia
In questa sede verranno discusse le due forme e l'Estonia e riflettono verosimilmente un diverso
principali di diabete (tipo 1A e 2), che differiscono in patrimonio genetico delle rispettive popolazioni e
modo fondamentale per quanto riguarda il substra differenti condizioni ambientali favorenti. Le varia
to genetico, i meccanismi patogenetici, le alterazioni zioni di incidenza tra aree a maggiore e quelle a
insulari e la dipendenza dall'insulina sul piano tera minore frequenza possono raggiungere valori del
peutico, così da essere considerate come due malat l'ordine delle 400 volte (Atkinson e Eisenbarth,
tie sostanzialmente differenti (Tab. 2). Tuttavia, va 2001). Il diabete di tipo 2 è malattia tipica delle
sottolineato come le complicanze a lungo termine, popolazioni economicamente sviluppate, con ali
che rappresentano il maggior problema clinico del mentazione abbondante (e sovente eccessiva) ed
Diabete mellito & 8 3 3
Fig.2 - Andamento della massa di cellule B in rapporto alle varie fasi di sviluppo del diabete tipo 1A ed all'associazione con insu-
iite, autoanticorpi e malattia clinicamente conclamata {modificata da Atkinson e Eisenbarth, 2001).
autoimmune e si presenta nelle isole che ancora sistema dei geni HLA, mentre il difetto metabolico
albergano cellule B. Poiché al momento della com fondamentale risiede nei meccanismi funzionali
parsa clinica del diabete la maggior parte delle cel della secrezione insulirdca e della risposta all'azio
lule B risulta già distrutta, ne consegue che il pro ne dell'insulina (Ostenson, 2001).
cesso insulitico, verosimilmente fiorente nella fase
Predisposizione genetica. La suscettibilità genetica
preclinica della malattia, ,è a questo punto modesto
nel diabete di tipo 2 è molto più accentuata che nel
e sporadicamente distribuito, tendendo a scompari diabete di tipo 1. A riprova di ciò è il tasso di con
re nella fase tardiva della malattia. Il meccanismo cordanza nello sviluppo della malattia in gemelli
attraverso il quale i linfociti CD8+ citotossici omozigoti pari al 60-80% a fronte di meno del 40%
distruggono selettivamente le cellule B include il nel diabete di tipo 1. Tuttavia non è stato evidenzia
rilascio di granuli citotossici e/o l'induzione di to nessun gene con influenza predominante ed allo
apoptosi mediata da Fas (Trudeau et al., 2000). stato attuale è più verosimile che sia in gioco un
L'associazione con altre malattie autoimmuni, accumulo di difetti genetici diversi.
quali la tiroidite di Hashimoto, il morbo di Base-
dow, la malattia di Addison, la gastrite autoimmu Alterata secrezione insulinica. A differenza di quan
ne e la malattia celiaca dimostra che la condizione to descrìtto nel diabete di tipo 1 nel quale la distruzio
di autoimmunità nei diabetici di tipo 1A non è ne delle cellule B porta inevitabilmente ad un marca
necessariamente ristretta alle cellule B insulari e to deficit insulinico, è noto da tempo come nel diabe
giustifica in tali pazienti indagini atte ad evidenzia te di tipo 2 i livelli circolanti di insulina siano estre
re possibili coinvolgimentì di altri organi, in parti mamente variabili e sovente normali o addiritura ele
colare della tiroide. vati. Tuttavia, il normale andamento della secrezione
insulinica, di tipo oscillante, pulsatile e la rapida ini
Fattori ambientali. È diffusamente accettato che tra i ziale risposta dell'insulina indotta dal glucosio sono
fattori ambientali che possono scatenare la reazione alterati o perduti. Dal momento che queste alterazio
autoimmune siano i virus. Questo convincimento si ni sono già presenti nella fase precoce della malattia,
basa su considerazioni epidemiologiche, quali l'an si può dedurre che un'alterata secrezione di insulina
damento stagionale nella diagnosi di nuovi casi in è un evento precoce e primario del diabete dì tipo 2,
parallelo con la maggior frequenza delle comuni infe verosimilmente in rapporto ad un deficit della capa
zioni virali. Inoltre, esistono numerose osservazioni cità della cellula B di rispondere allo stimolo del glu
cliniche e sperimentali di associazione con virus, tra i cosio. Negli stadi più tardivi della malattia si instau
quali il coxsackie B, e quelli della parotite epidemica, ra un deficit effettivo delle secrezione insulinica che
della rosolia e della mononucleosi infettiva. Sebbene può talora giungere ad un livello tale da necessitare
manchi l'evidenza di un effetto citotossico diretto dei somministrazione esogena di insulina.
virus capace di indurre la distruzione delle cellule B, A tale deficit della secrezione insulinica negli
i virus possono agire alterando gli antigeni presenta stadi tardivi contribuiscono l'effetto tossico dell'i-
ti dalle cellule B ma anche attivando ima più intensa perglicemia prolungata e la deposizione di amiloi-
risposta immunitaria dei linfociti T a causa di analo de, caratteristica delle ìsole nel diabete di tipo 2
gie tra sequenze aminoacidiche virali e quelle di pro (vedi oltre). L'amiloìde deriva dalla amilina, un pep-
teine della cellula B, come ad esempio tra il virus cox tide normalmente prodotto dalle cellule B e cosecre-
sackie B ed il GAD (Benoist et al., 2001). to con l'insulina. Pertanto la ipersecrezione di insu
lina conseguente alllperglicemia, e prolungata negli
Patogenesi del diabete di tipo 2 anni, determina anche un'abnorme secrezione di
amilina. Questa, associandosi con la proteina C del
Il diabete di tipo 2 è caratterizzato dall'assenza siero, tende a precipitare all'esterno della cellula B
di fenomeni autoimmuni e di coinvolgimento del sotto forma di fibrille costituendo un feltro che si
0/abefe me//í’fo ® 000
interpone tra la cellula B ed il circolo capillare ed agisce sui meccanismi post-recettoriali dell'insulina
ostacola il riconoscimento dello stimolo glicemico ed è prodotto in eccesso negli adìpociti dei soggetti
da parte della cellula B nonché il trasporto dell'insu obesi. La leptina è un ormone adipocitario di cui è
lina secreta. La amilina inoltre ha un effetto tossico stata convincentemente dimostrata a livello speri
diretto sulla cellula B (Lorenzo et al., 1994). mentale l'azione protettiva nei confronti delì'instau-
rarsi della resistenza insulinica. Infine la resistina ha
Fattori ambientali (obesità) e resistenza un documentato effetto favorente la resistenza insu
insulinica. La resistenza insulinica, ovvero l'inca linica opposto a quello della leptina.
pacità dei tessuti periferici a rispondere all'azione
dell'insulina, è assieme alle anomalie della secrezio
ne insulinica il principale fattore responsabile del Anatomia patologica del diabete mellito
diabete di tipo 2. Il meccanismo responsabile della Nella trattazione delle alterazioni morfologiche
resistenza insulinica non è stato identificato con del diabete mellito appare opportuno tenere separate
certezza anche se si ritiene essere principalmente le lesioni pancreatiche da quelle extra-pancreatiche
localizzato a livello dei meccanismi intracellulari per due ordini di fattori: 1) le lesioni pancreatiche
post-recettoriali attivati nelle cellule bersaglio dal sono sostanzialmente differenti nel diabete di tipo 1A
legame dell'insulina con il suo recettore. ed in quello di tipo 2 (Klöppel e Clemens, 1997) men
Alla base della resistenza insulinica è nella mag tre le lesioni extrapancreatiche sono sostanzialmente
gior parte dei casi l'obesità, condizione particolar identiche nelle due forme; 2) le lesioni pancreàtiche
mente diffusa nelle società sviluppate sulla base di sono in parte rilevante l'espressione dei meccanismi
fattori ambientali quali l'eccessiva alimentazione e causativi della malattia mentre per contro la patolo
le abitudini di vita sedentarie. L'obesità è associata gia extrapancreatica riflette le complicanze dell'alte
a resistenza insulinica anche in assenza di diabete razione metabolica.
così come una diminuzione di peso riduce fino ad
annullare la resistenza insulinica. Lesioni pancreatiche
I meccanismi in base ai quali l'obesità induce la
resistenza insulinica sono stati in parte chiariti da Diabete di tipo 1A. Caratteristica di questa forma è
recenti acquisizioni sulla funzione del tessuto adi una gravissima riduzione delle cellule B (Fig. 3a), e
poso. Infatti gli adipocìti non sono esclusivamente di conseguenza anche del volume delle isole. La
dei depositi di lipidi ma sono risultati in grado di maggior parte delle isole sono piccole, con cellule B
elaborare messaggeri molecolari in grado di influen rare o assenti, e sono prevalentemente composte da
zare il metabolismo dell'insulina negli organi bersa cellule A (Fig. 3b) ed, in minor misura, D (nonché
glio (Shuldiner et al., 2001). Tali molecole includono da cellule PP nella regione di derivazione dall'ab
il fattore di crescita tumorale (tumor necrosis factor, bozzo embriologico ventrale). Le cellule non-B non
TNF), la leptina e la resistina. Il TNF, in aggiunta al sono atrofiche ma ricche di granuli secretori e del
più noto ruolo nell'infiammazione e nell'immunità, relativo contenuto ormonale.
Fig. 3 - Isola di paziente con diabete conclamato, o) Cellule B immunoreattive per insulina fortemente ridotte di numero, b) La mag
gior parte delle cellule insulari sono cellule A immunoreattive per glucagone (immunoperossidasi} (Cortesia del Prof. G. Kloeppel,
Università di Kiei, Germania).
836 ^ Pancreas endocrino
L'atrofìa ed il depauperamento in cellule B delle
isole sono già presenti al momento dell'insorgenza
clinica della malattia a riprova del fatto che il pro
cesso patologico è iniziato prima delle manifesta
zioni cliniche. Nella fase acuta della malattia, inclu
dente i primi mesi dopo la diagnosi, accanto a tali
isole povere in cellule B, si osservano meno fre
quenti isole iperplastiche in prevalenza composte
da cellule B. Quest'ultime rappresentano un tenta
tivo di iperplasia rigenerativa delle cellule B resi
due che è probabilmente alla base della fase di
remissione clinica della malattia spesso presente in
tale periodo e pressoché sempre transitoria. Istolo
gicamente ed ultrastrutturalmente le cellule B resi
due infatti manifestano segni di iperattività, quali Fig. 4 - insulite in isola pancreatica di diabetico. Infiltrato pre
ipertrofia nucleare, sviluppo del reticolo endopla- valentemente linfocita rio senza interessamento del tessuto aci-
smico rugoso e degranulazione. nare circostante (emotossilina-eosina) {Cortesia del Prof. G.
L'insulite, espressione del processo autoimmu-
Kloeppel, Università di Kiel, Germania}.
nitario nei confronti delle cellule B, è l'alterazione
specifica del diabete di tipo 1 (Fig. 4). L'infiltrato
infiammatorio è strettamente confinato alle isole ed
è composto in prevalenza da linfociti T CD8+ ed, in
misura più limitata, da linfociti T CD4+ e macrofa
gi. Come già riferito, l'insulite, verosimilmente flo
rida nella fase preclinica della malattia in concomi
tanza con il processo di progressiva distruzione
delle cellule B, ha diffusione piuttosto scarsa nella
malattia conclamata ed è limitata esclusivamente
alle isole che contengono cellule B (Fig. 5). Ne con
segue che essa di regola scompare nei casi di lunga
durata, nei quali può esitare in una forma di fibrosi
limitata esclusivamente alle isole. Naturalmente,
insulite non è mai presente nel diabete di tipo 2.
Nella fase cronica del diabete di tipo 1 (oltre 1
anno dall'insorgenza), le cellule B sono spesso Fig. 5 - Insulite: infiltrato linfocitario in isola con residue cellule
scomparse. Nelle isole piccole e composte esclusi
B immunoreattive per insulina {immunoperossidasi) (Cortesia
del Prof. G. Kloeppel, Università di Kiel, Germania}.
vamente da cellule A e D i normali rapporti topo
grafici intrainsulari sono ovviamente sovvertiti, in
quanto esse non si trovano più alla periferia ma
anche al centro delle isole. Tale condizione è verosi
milmente importante per spiegare le alterazioni o addirittura iperplastiche mentre nelle fasi avanza
della funzione delle cellule A ed in particolare la già te esse presentano riduzione di volume e di contenu
menzionata iperglucagonemia. to in cellule B. Questi reperti sono in accordo con l'i-
Le isole presentano frequente fibrosi, sia isolata perfunzione di tali cellule nelle prime fasi della
che estesa al pancreas esocrino. Nel primo caso la malattia ed il loro esaurimento nelle fasi tardive.
L'alterazione più tipica del diabete di'tipo 2 è l'a-
fibrosi è, come detto, la conseguenza del processo
miloidosi insulare, in passato definita ialinosi
insulitico mentre nel secondo caso essa è in rappor
(Fig. 6). Come discusso in precedenza, l'amiloide
to al grave deterioramento della circolazione emati
deriva dalla amilina (Fig. 7), e costituisce un feltro
ca a seguito delle complicanze vascolari del diabe
che ostacola gli scambi metabolici e funzionali tra la
te, e pertanto può essere presente anche in diabete
cellula B ed il circolo ematico. L'amiloidosi insulare
di tipo 2.
aumenta con l'età essendo virtualmente assente
Indipendentemente dalla presenza o meno di
sotto i 40 anni e massima oltre i 70, dove è presente
fibrosi il pancreas esocrino negli stati avanzati rive
in oltre il 50% dei pazienti. Essa non è peraltro spe
la grave atrofia con marcata riduzione di peso e
cifica per il diabete essendo presente, pur con signi
volume dell'intera ghiandola, verosimilmente
ficativa minor frequenza, anche in soggetti anziani
dovuta alla mancanza dell'effetto trofico dell'insu-
apparentemente non diabetici.
lina.
Come già accennato, fibrosi insulare è presente
Diabete di tipo 2. In questa forma le lesioni pancrea anche nel diabete di tipo 2, ed è virtualmente sem
tiche sono meno caratteristiche e patognomoniche. pre associata a fibrosi del parenchima esocrino e ad
Nelle prime fasi della malattia le isole sono normali arteriosclerosi.
Diabete mellito ® 837
Lesioni extrapancreatiche
Le complicanze extrapancreatiche rivestono un
ruolo predominante nell'evoluzione e nella pro
gnosi del diabete mellito. Esse in prevalenza riflet
tono alterazioni nell'apparato vascolare, in partico
lare arterie e capillari ed, in quanto tali, sono diffu
se virtualmente in tutti i tessuti e/o organi. Questa
trattazione peraltro sarà limitata alle lesioni più
frequenti ed importanti per l'evoluzione della
malattia.
Angiopafia diabetica
Fig.6 - Amiloidosi insulare in diabefe di tipo 2: l'amiloide si Le alterazioni vasali del diabete, in rapporto al
presenta come materiale amorfo e cromofobo, che si interpone tipo dei vasi colpiti e delle caratteristiche delle
tra residui atrofici deii'isola ed i capillari (ematossilina-eosina)
(Cortesia del Prof. G. Kloeppel, Università di Kiei, Germania). lesioni, si suddividono in due entità chiamate
rispettivamente macroangiopatia e microangiopa-
tia diabetica.
Macroangiopatia diabetica. Colpisce sia le grandi
Infiltrazione grassa è frequentemente presente arterie di tipo elastico che le arterie muscolari ed è
nel pancreas esocrino dei diabetici tipo 2. Anche qualitativamente indistinguibile dall'aterosderosi
questa alterazione può osservarsi in soggetti non dei soggetti non diabetici. Tuttavia, a parità di pos
diabetici e quindi non è specifica per il diabete ed sibili fattori favorenti, la macroangiopatia diabetica
è possibile sia in rapporto con l'obesità dei pazien insorge in età più precoce ed ha una maggior diffu
ti più che con la condizione diabetica in quanto sione e una maggiore tendenza a complicazioni
tale. rispetto all'aterosclerosi non diabetica. Inoltre con
Fig. 7 —Amiloidosi insulare in diabete di tipo 2. a) Persistenza di cellule B immunoreattive per insulina, b) Dimostrazione immunoi-
stochimica di amilina nei depositi di amiloide (immunoperossidasi) (Cortesia del Prof. G. Kloeppel, Università di Kiel, Germania).
838 Pancreas endocrino
dizioni di relativa resistenza allo sviluppo dell'ate Microangiopatia diabetica. È costituita da un
rosclerosi, quali si verificano nel sesso femminile abnorme ispessimento della lamina basale dei
fino al momento della menopausa, sono compieta- capillari dovuto ad anomala deposizione di protei
mente annullate dal diabete. ne, spesso composte in prevalenza da collageno di
La patogenesi di tale aterosclerosi accelerata è tipo IV. Nonostante tale aumentato ispessimento
certamente plurifattoriale ed include l'ipertensione della lamina basale, i capillari diabetici sono più
arteriosa, presente in oltre la metà dei pazienti, l'i- permeabili di quelli normali al passaggio delle pro
perlipidemia, presente in più di un terzo dei teine, come documentato dall'abnorme filtrazione
pazienti ed alterazioni delle lipoproteine, in parti proteica nei capillari dei glomeruli renali. La
colare di quelle ad alta densità (HDL) con ruolo microangiopatia e le conseguenti alterazioni della
protettivo nei confronti dell'aterosclerosi, verosi permeabilità capillare sono alla base di molte com
milmente connesse con i processi di glicosilazione plicanze del diabete, incluse la nefropatia, la retino-
non-enzimatica dipendenti dall'iperglicemia. patia, le neuropatie e l'aumentata predisposizione
Le più importanti complicanze della macroan alle infezioni che contraddistingue i pazienti diabe
giopatia diabetica in ordine di frequenza sono l'in tici (Joshi et al., 1999).
farto miocardico, la gangrena degli arti inferiori e
l'infarto cerebrale. Coronarosclerosi e miocardiopa- Nefropatia diabetica
tia ischemica sono dimostrabili clinicamente nel 50-
75% dei diabetici e l'infarto miocardico è la prima Il rene è nel suo complesso l'organo più grave
causa di morte nei diabetici adulti di età interme mente colpito nel diabete. L'insufficienza renale
dia. Come già accennato, il diabete annulla ogni dif cronica è infatti la causa di morte in almeno il 50%
ferenza nell'incidenza di infarto del miocardio tra i dei diabetici anziani.
due sessi. La gangrena, che è conseguente ad atero Le lesioni diabetiche del rene (si veda anche il
sclerosi di arterie periferiche e colpisce pressoché capitolo dedicato al rene) comprendono: a) le lesio
esclusivamente gli arti inferiori, è 100 volte più fre ni glomerulari; b) le lesioni vascolari, sia di tipo ate-
quente nei diabetici rispetto ai non diabetici ed in rosclerotico che arteriolosclerotico; c) la pielonefri-
un quarto dei casi si manifesta prima dei 60 anni, te, inclusa la papillite necrotizzante.
allorché è virtualmente assente nei non diabetici. Lesioni glomerulari (Kg. 8). La glomerulosclerosi
Infine l'ictus cerebrale è da 2 a 3 volte più frequen diffusa è la più frequente alterazione, presente vir
te nei diabetici. tualmente in tutti i diabetici conclamati di durata
Fig. - Glomerulopatia diabetica, a) Glomerulosderosi diffusa con ispessimento del mesangio. SÌ notino le anse capillari glome-
8
ruTari periferiche dilatate e con ispessimento della lamina basale, b) Glomerulosclerosi diffusa in stadio più avanzato associata a
glomerulosclerosi nodulare(*). Si noti la riduzione del letto capillare (Colorazione P.A.S.).
Diabete mellito & 839
superiore ai 10 anni. Essa tuttavia non è specìfica per porto alla durata della malattia, insorgendo di rego
il diabete potendo presentarsi, sebbene in grado più la dopo 5-10 anni, ed essendo pressoché costanti
modesto, anche in soggetti anziani non diabetici, dopo 25 anni.
specie se ipertesi. Essa è dovuta ad una proliferazio Pur comprendendo anche la cataratta ed il glau
ne delle cellule mesangiali e ad un aumento a carat coma, le lesioni oculari nel diabete compromettono
tere diffuso della matrice mesangiale, costantemen la funzione visiva soprattutto a causa delle altera
te associati ad ispessimento della membrana basale zioni dei vasi-retinici, che costituiscono la retinopa
dei capillari glomerulari e ad una spiccata ialinosi tia diabetica. Questa può essere suddivisa in due
deU'arteriola afferente e sovente anche efferente. fasi, non proliferativa e proìiferativa e nel suo insie
Una seconda varietà di glomerulosclerosi è me è da considerarsi virtualmente diagnostica per
quella definita nodulare (di Kimmelstiel e Wilson). diabete mellito.
Questa è patognomonica del diabete ma è presente La fase non proliferativa della retinopatia è
solo nel 25% dei diabetici e spesso solo in ima mino contraddistinta dalla presenza dei microaneuri
ranza dei glomeruli. Essa è caratterizzata da masse- smi, dilatazioni fusiformi o sacciformi dei capilla
relle nodulari ialine PAS positive, situate nei lobuli ri con diametro variabile da 20 a 100 micron. Essi
periferici del glomerulo ed è, peraltro, sempre asso sono verosimilmente dovuti ad un indebolimento
ciata a glomerulosclerosi diffusa. della parete vasale a seguito della perdita di peri-
L'evoluzione delle lesioni glomerulari, indipen citi oppure di una fusione di shunt capillari tor
dentemente dal loro tipo, è rappresentata dalla scle tuosi ed anomali che si formano in conseguenza di
rosi dei glomeruli con progressiva obliterazione aree di ridotta o scomparsa vascolarizzazione.
delle anse capillari. Tale obliterazione riduce il flus Altre lesioni retiniche sono rappresentate da dila
so ematico glomerulare portando ad atrofia ische- tazioni venose, diffuso ispessimento delle mem
mica anche della componente tubulare, che è infat brane basali dei capillari (che possono apparire
ti irrorata da sangue refluo dalle arteriole efferenti collassati) edema, microemorragie (che spesso
del glomerulo, con conseguente fibrosi interstiziale vengono riassorbite senza lasciare tracce) essudati
e graduale evoluzione verso il rene grinzo e l'insuf "duri" dovuti ad accumuli focali di materiale pro
ficienza renale. teico e lipidico di derivazione ematica, ed essuda
ti "tenui" o cotonosi, costituiti da microinfarti che
Lesioni vascolari. L'aterosclerosi renale, quale
appaiono quali macchie bianco-grigiastre a limiti
manifestazione locale della macroangiopatia diabe
sfumati.
tica generalizzata può condurre a nefrosclerosi ed
La retinopatia non proliferativa, interessando
anche ad infarti renali. L'arteriolosclerosi, che come
prevalentemente regioni esterne alla macula, non è
già citato può interessare sia l'arteriola afferente che
di regola associata a gravi disturbi visivi. Tuttavia
quella efferente del glomerulo, è di regola associata
essa rappresenta il substrato sul quale in una parte
ad ipertensione ma può osservarsi anche in sogget
dei casi, di regola con diabete di tipo 1 e dopo un
ti diabetici non ipertesi.
intervallo di 5-10 anni, si sviluppa la ben più grave
Pielonefrite. Il diabetico, nel quadro della genera forma di retinopatia proliferativa, che nell'arco di
lizzata suscettibilità alle infezioni già menzionata, ulteriori 5-10 anni conduce alla cecità il 50% dei
presenta sovente pielonefriti acute e croniche. Que pazienti.
ste non differiscono nelle loro caratteristiche da La retinopatia proliferativa è caratterizzata da
quelle che insorgono in soggetti non diabetici ma una marcata neoformazione di capillari, soprattutto
appaiono di regola più frequenti e di maggior gra alla giunzione tra retina e corpo vitreo. Dalla rottu
vità. Una particolare forma di pielonefrite, frequen ra di tali vasi neoformati derivano frequenti emor
temente osservata nel diabete anche se non specifi ragie del vitreo che esitano in organizzazione fibro
ca per tale condizione morbosa, è rappresentata sa e che possono portare anche a distacchi di retina.
dalla papillite necrotizzante. In questa condizione Ovviamente, allorché tali processi interessano la
l'associazione tra l'infezione batterica delle pirami macula visiva, il deficit visivo diviene grave ed irre
di midollari e il ridotto apporto ematico dovuto alla versibile fino alla cecità.
microangiopatia porta ad una necrosi della regione
papillare con possibile conseguente distacco del Neuropatia diabetica
tessuto necrotico e sua eliminazione con le urine. Se
la lesione interessa più piramidi in entrambi i reni, Sebbene la malattia diabetica presenti compli
essa può condurre ad una insufficienza renale canze sia a livello del sistema nervoso centrale che
acuta. di quello periferico, la neuropatia dei nervi periferi
ci è di gran lunga l'affezione di più comune osser
Retinopatia diabetica vazione. Essa interessa con maggiore frequenza i
nervi degli arti inferiori, con prevalenza per quelli
Le lesioni oculari del diabete sono una compli sensoriali, ma si estende frequentemente anche al
canza frequente responsabile di gravi conseguenze sistema nervoso autonomo viscerale. Le lesioni
funzionali fino alla cecità. Tali lesioni sono in rap osservate sono rappresentate da focolai multipli di
840 & Pancreas endocrino
demielinizzazione segmentale che determinano La produzione e secrezione tumorale di PP di
sofferenza funzionale, cui fanno seguito prolifera regola non determina sindromi cliniche apprezzabili.
zione delle cellule di Schwann e rigenerazione della
mielina. La patogenesi della neuropatia diabetica è Sindromi da secrezione ormonale ectopica
verosimilmente legata alla microangiopatia e alle
conseguenti alterazioni circolatorie nonché altera 4) Sindrome di Zollinger-Ellison. È dovuta ad
zioni metaboliche conseguenti alla iperglicemia. eccessiva secrezione di gastrina con ipersecre
La neuropatia degli arti inferiori induce disturbi zione gastrica massiva che porta allo sviluppo di
sia nelle funzioni sensitive che motorie mentre ulcere peptiche.
quella del sistema nervoso autonomo determina 5) Sindrome da diarrea acquosa (di Verner-Morri-
disfunzioni cardiache, oculomotorie, gastrointesti son, colera pancreatico). È indotta da eccessiva
nali, vescicali e della funzione sessuale. liberazione di sostanze influenti sulla motilità e
la secrezione intestinale (soprattutto il VIP).
6) Altre sindromi. Rari casi di sindrome di Cus-
H Tumori del pancreas endocrino hing, sindrome da carcinoide ed acromegalia
sono stati osservati in conseguenza di eccessiva
I tumori del pancreas endocrino, pur essendo secrezione ectopica rispettivamente di ACTH, 5~
meno frequenti di quelli del pancreas esocrino, sono idrossitriptamina o del releasing factor dell'or
importanti per la loro capacità di indurre sindromi mone somatotropo.
caratteristiche e clinicamente rilevanti, legate alla
secrezione eccessiva di ormoni. Inoltre la diagnostica La più frequente delle sindromi da iperfunzione
per immagini consente attualmente di identificare endocrino-pancreatica è quella legata ad iperinsuli
con maggior frequenza forme non funzionanti con nismo, che da sola comprende i 2/3 dei casi, segui
conseguenti problemi di diagnostica differenziale ta dalla sindrome di Zollinger-Ellison. Le altre sin
nei confronti dei tumori del pancreas esocrino, di dromi sono rare.
maggior gravità sotto il profilo prognostico e spesso
con più scarse opzioni di terapia chirurgica. Anatomia patologica dei tumori endocrini
Le sindromi cliniche legate ad iperincrezione pancreatici
ormonale da parte dei tumori endocrini pancreatici
possono riflettere sia una eccessiva ipersecrezione di Una condizione di iperplasia delle isole pan
ormoni insulari (sindromi entopiche) che la produ creatiche, associata a iperinsulinismo, è conosciuta
zione tumorale di ormoni normalmente prodotti al solo nell'età neonatale dove può presentare due
varietà distinte per patogenesi ed evoluzione: a) l'i-
di fuori del pancreas (sindromi ectopiche). Le princi
pèrplasia del pancreas endocrino dei figli di madri
pali caratteristiche delle sindromi da iperfunzione
diabetiche, che si sviluppata come risposta com
endocrino-pancreatica possono essere così riassunte:
pensativa alTiperglicemia materna durante la vita
fetale, ha durata transitoria e regredisce spontanea
Sindromi da secrezione ormonale entopica mente; b) per contro l'iperinsulinismo idiopatico
persistente non regredisce spontaneamente e può
1) Iperinsulinismo. È caratterizzata da secrezione indurre nel tempo cerebropatia dovuta a carenza di
insulinica eccessiva o comunque sproporzionata glucosio durante lo sviluppo encefalico.
rispetto ai concomitanti livelli di glucosio. Pro I tumori pancreatici endocrini sono in prevalenza
voca crisi ipoglicemiche che possono portare ad unici, rotondeggianti, a limiti piuttosto netti, di con-
alterazioni neurologiche o mentali (il sistema
nervoso centrale è il maggior consumatore di
glucosio deirorganismo).
2) Sindrome da glucagonoma. È contraddistinta da
eccessivi livelli circolanti di glucagone con con
seguenti effetti catabolici. Questi si manifestano
di norma sotto forma di dermatite necrolitica
migrante, stomatite, perdita di peso ed ipoami-
noacidemia, sovente associati a lieve intolleran
za glucidica.
3) Sindrome da somatostatinoma. È dovuta ad
ipersomatostalinemia con i conseguenti effetti
inibitori: colelitiasi da ridotta motilità colecisti
ca, steatorrea da ridotta secrezione pancreatica,
ipocloridria da ridotta secrezione gastrica, diar Fig.9 - Prodotto di resezione chirurgica duodeno-cefalopan-
rea da ridotto assorbimento intestinale, diabete creatica per carcinoma endocrino dei pancreas. Si noti la netta
lieve da anomala regolazione insulare. delimitazione deiia neoplasia.
Tumori del pancreas endocrino s 841
Fig. 10 - Aspetto istologico caratteristico di un tumore endocri- Fig. 11 - Dimostrazione dell'insulina nelle cellule di un insulino-
no dei pancreas con struttura tra beco! a re nastriforme e cellule ma pancreatico. L'ormone tende ad accumularsi nel polo ceilu-
monomorfe con nuclei regolari e citoplasma ben rappresentato lare rivolto verso i capillari (immunofluorescenza).
(ematossilina-eosina).
sistenza variabile a seconda del contenuto in stroma Joshi N., Caputo G.M., Weitekamp M.R., Karchmer A.W.:
fibroso e di colorito biancastro o grigio roseo (Fig. 9). Primary care: Infections in patients with diabetes mel
Istologicamente essi sono di regola ben differenziati, litus. N Engl J Med 1999; 341:1906-1912.
con struttura trabecolare o a nidi solidi, e sono com Klöppel G., Clemens A.: Insulin-dependent diabetes mel
posti da cellule monomorfe, regolari con citoplasma litus: Islet changes in relation to etiology and patho
ben rappresentato (Fig. 10). Il loro contenuto ormo genesis. Endocr Pathol 1997; 8: 273-282.
nale è dimostrabile solo con immimoistochimica Lorenzo A., Razzaboni B., Weir G.C., Yankner B.A.: Pan
(Fig. 11). La malignità è definibile con certezza sol creatic islet cell toxicity of amylin associated with
tanto in presenza di infiltrazione dei tessuti adiacen type-2 diabetes mellitus. Nature 1994; 368: 756-760.
ti o di metastasi, che si localizzano prevalentemente
nei linfonodi regionali o nel fegato. Orci L.: Macro- and micro-domains in the endocrine pan
creas. Diabetes 1982; 31:538-565.
La prognosi dei tumori endocrini del pancreas è
ottima dopo resezione chirurgica per neoplasie di Ostenson C.G.: The pathophysiology of type 2 diabetes
dimensioni inferiori a 2 cm. Le metastasi a distanza, mellitus: an overview. Acta Physiol Scand 2001; 171:
pur essendo associate a prognosi infausta, possono 241-247.
consentire sopravvivenze anche di anni. In genera Shuldiner A.R., Yang R.Z., Gong D.W.: Resistin, obesity,
le, i tumori producenti insulina hanno comporta and insulin resistance - The emerging role of the adi
mento benigno mentre tutti gli altri tumori funzio pocyte as an endocrine organ. N Engl I Medicine
nanti sono a rischio di evoluzione maligna quando 2001; 345:1345-1346.
non già maligni all'atto della diagnosi. Stefan Y., Orci L., Malaisse-Lagae Fv Perrelet A., Patel Y.,
Unger R.: Quantitation of endocrine cell content in
the pancreas of nondiabetic and diabetic humans.
H Bibliografia essenziale Diabetes 1982; 31: 694-700.
Atkinson M.A., Eisenbarth G.S.: Type 1 diabetes: new Trudeau J.D., Dutz J.P., Arany E., Hill DJ., Fieldus W.E.,
perspectives on disease pathogenesis and treatment. Finegood D.T.: Neonatal beta-cell apoptosis - A trig
Lancet 2001; 358: 221-229. ger for autoimmune diabetes? Diabetes 2000; 49:1-7.
Benoist C., Mathis D.: Autoimmunity provoked by infec- Undlien D.E., Lie B. A., Thorsby E.: HLA complex genes in
tion: how good is thè case for T cefi epitope mimicry? type 1 diabetes and other autoimmune diseases. Which
Nat Immunol 2001; 2: 797-801. genes are involved? Trends Genet 2001; 17: 93-100.
SEZIONE
Apparato
cardiovascolare
9 Cenni di embriologia
Per un breve periodo di sviluppo nei mammife
ri, le cellule della massa cellulare interna dell'em
brione (embrioblasto) hanno la capacità di differen
ziarsi in tutti i tipi cellulari dell'organismo. Con la
gastrulazione, questa pluripotenzialità va perduta e
le cellule diventano rapidamente commissionate
per il loro destino finale.
• L'abbozzo cardiaco si forma nella piastra cardio
genica localizzata aH'estremità craniale dell'em
brione; essa deriva dal mesoderma splancno-
pleurico. Il cuore è il primo organo embrionale,
che si sviluppa dopo la gastrulazione, dotato di
capacità funzionale. Il processo dello sviluppo
cardiaco coinvolge la proliferazione e la differen
ziazione, così come l'organizzazione del tessuto Fig. 2 - Tappe iniziali di differenziazione degli abbozzi cardiaci.
nelle strutture anatomiche specifiche. I meccani
smi genetici che sottendono la cardiogenesi sono
complessi e interconnessi, ma la loro compren diache precoci sia regolata da segnali stimolato
sione può essere di notevole aiuto per capire i ri secreti daH'endoderma primitivo anteriore.
difetti di sviluppo o di funzione del cuore, così Sono inoltre essenziali, per la formazione del
come per la messa a punto di moderne terapie cuore, anche segnali provenienti dalle regioni latera
basate sull'utilizzo di cellule multipotenti. li dell'embrione. Un ruolo di rilievo per l'induzione
• Esistono ormai numerose prove per affermare della formazione del cuore viene svolto dalle bone
che lo sviluppo di cellule precardiache non com morphogenetic proteins (BMPS), le quali appartengono
missionate mesodermiche verso le cellule car- alla superfamiglia del h'ansforming growth factor (5
Embrioblasto
Stroma
endometriale
Fig. 1 - La figura mostra le sezioni di una blastocisti umana aila vigilia dell'impianto e di una seconda blastocisti in fase di anni-
damento. Le sezioni hanno in entrambi i casi compreso nel taglio anche gii embrioblasti. La blastocisti che allo stato di libertà era
sferica, all'inizio dell'annidamento si appiattisce contro la mucosa uterina e ciò determina una migliore adesione delle cellule tro-
foblastiche alle cellule endometriali. |j radicamento della blastocisti inzia in corrispondenza del polo ove è situato l'embrioblasto,
(po/o embrionale) (immagini derivate da una microfoto di Hertig e Rock e da un disegno di Wisloki e Streeter) (Da G. Goglia,
Embriologia umana, Pìccin, 1997).
846 Cuore
arco aortico
1° arco aortico
Amnios Intestino anteriore
Pericardio
primitivo
Tubo
endocardico
destro
Tubo Cavità
endocardico pericardica
destro
Fig. 4 - Le due immagini illustrano lo sviluppo dei tubi endocardici e del pericardio primitivo utilizzando la metà destra di spacca
ti sagittali di embrioni di 20 e 21 giorni. Nelle immagini i vasi sono tinti in rosso e azzurro, la parete pericardica in rosa. Puntan
do l'attenzione sui tubi cardiaci e sul pericardio si ha immediata percezione del fatto che, nello spazio di sole 24 ore, i tubi endo
cardici, che erano situati ventralmente al pericardio, si sono spostati dorsalmente a tale cavità (da G. Goglia, l.c.).
Cenni di embriologia ® 847
Tubi
endocardici
i° arco aortico
Bulbo cardiaco
Septum
transversum
fig. 5 - Le due immagini mostrano il modo di costituirsi del tubo cardiaco, per la confluenza sulla linea mediana e la successiva
fusione dei due tubi endocardici, il tubo cardiaco rappresenta il primordio del cuore e lungo il suo descorso sono già distinguibili
un polo venoso inferiore, un polo arterioso superiore e gli abbozzi dell'atrio primitivo, de! ventricolo primitivo e del bulbo cardia
co. I costituenti del polo venoso sono ancora compresi nello spessore del septum transversum (da G. Goglìa, l.c.}.
Il tubo cardiaco ha uno strato esterno miocardi completamento della spirale (intorno al 12° giorno
co,. miocardio primitivo, ed uno strato interno nel topo) il cuore ha assunto una forma simile a
endocardico, separati fra loro da matrice extracellu quella dell'organo adulto. Le strutture interne
lare depositata dal miocardio. Questo strato è chia vanno incontro ad un intenso rimodellamento
mato gelatina cardiaca ed è prevalentemente for durante questa spiralizzazione. Cominciano a cre
mato da glicosaminoglicani. scere i setti atriali, ventricolari e del bulbus cordis
Il tubo può essere suddiviso nelle camere car in modo da formare gli atri destro e sinistro, i ven
diache primitive, partendo caudalmente dall'estre- tricoli destro e sinistro e due grandi vasi: l'arteria
mità di immissione: il seno venoso, l'atrio primiti polmonare e l'aorta. Alla fine dell'ottava settimana
vo, il ventricolo e il bulbus cordis. Il tubo cardiaco si è completata la suddivisione ed è completo il
inizia poi a crescere rapidamente tanto da essere cuore fetale.
costretto a ripiegarsi su se stesso, trasformandosi Il tubo cardiaco primitivo dei vertebrati spinge il
nell'ansa bulboventricolare. L'allungamento del sangue con onde di contrazione peristaltiche unidi
tubo cardiaco perde in gran parte le connessioni rezionali, il che indica una prevalente attività di
coirintestino primitivo cefalico ed assume la forma pacemaker della parte di afflusso cardiaca. La peri
di una spirale destrogira attraverso un processo di stalsi richiede una lenta conduzione dell'impulso di
rotazione, per il quale le camere cardiache primiti depolarizzazione e quindi bassa velocità di condu
ve diventano evidenti in forma di dilatazioni e zione: per questo esistono scarse gap-junctions fra
costrizioni lungo il tubo cardiaco. La rotazione ad le cellule, mentre le strutture sarcomeriche e il reti
ansa è guidata da un orientamento embrionale colo sarcoplasmatico sono poco sviluppati, a diffe
assiale sinistro/destro che determina la direzione renza del cuore maturo, con camere che si contrag
destrogira della curvatura ventricolare e le distinte gono in maniera sincrona. Queste cellule, che pos
identità morfologiche degli atri destro e sinistro. Al
siedono un'intrinseca automaticità, sono simili a
quelle che si trovano nei nodi del cuore maturo. Lo
sviluppo evoluzionistico del cuore pluriconcamera-
to assicura ai vertebrati un cuore più potente, nel
quale gli atri diventano l'area di drenaggio del
corpo in modo da assicurare un efficiente riempi
mento dei ventricoli, mentre i ventricoli diventano
una potente pompa che assicura la generazione di
una adeguata pressione sanguigna. La trasforma
zione del tubo cardiaco primitivo a contrazione
peristaltica, privo di valvole, in un organo conca
merato a contrazione sincrona richiede la comparsa
di valvole monodirezionali ad entrambe le estremi
tà della camera per prevenire il reflusso durante la
contrazione.
Fig. 6 - Dall'esterno nell'ordine: pericardio; spazio pericardico; Sulla base di criteri morfologici ed elettrofisiolo
miocardio primitivo; gelatina cardiaca; endotelio. gici si possono distinguere quattro tipi principali di
848 ^ Cuore
Bulbo cardiaco
arco aortico arco aortico
destro Atrio
sinistro destro
Tronco arterioso
Atrio sinistro
Atrio destro
Solco
bulbo
Cono ventricolare
cardiaco Cavità Orifizio atrio
pericardica ventricolare
Ventricolo Ventricolo
primitivo primitivo
destro sinistro Parete
ventricolare
sinistra
Setto b
interventricoiare
Fig. 7 - a) Veduta ventrale del cuore dopo asportazione della parete anteriore del pericardio. Sono visibili, il ventricolo sinistro pri
mitivo; il bulbo cardiaco comprendente il tronco arterioso, il cono cardiaco e il ventricolo primitivo destro; gli abbozzi dei due atri
destro e sinistro. Il bulbo cardiaco è separato dal ventricolo primitivo sinistro a mezzo del profondo solco bulbo ventricolare ed è
abbracciato a livello della sezione tronco-conica dai due atri, b) Spaccato frontale, l'aspetto interno del ventricolo sinistro dei bulbo
cardiaco e dei due atri. Tra il ventricolo sinistro e la regione ventricolare dei bulbo è visibile sullo spaccato il primo abbozzo del
setto interventricoiare e l'orifizio atrio-ventricolare che si sta dividendo negli orifizi atrio-ventricolari destro e sinistro
(da G. Goglia, !.c.}.
cardiomiociti che compaiono durante lo sviluppo. la sottotipizzazione delle cellule. Le cellule del tubo
Tutti quanti hanno sarcomeri e retìcolo sarcopla- cardiaco primitivo sono caratterizzate da alta auto
smatico (SR), sono connessi da gap-junctions e pre maticità, bassa velocità di conduzione, bassa con
sentano automaticità. Nella rappresentazione di trattilità e bassa attività SR. Questo fenotipo persi
queste proprietà esistono differenze e ciò determina ste ampiamente nelle cellule nodali. Per contro,, le
Isole angioblastiche
Placca neurale
Cavità pericardica
primitiva
Isole angioblastiche
Linea primitiva
Fig. 8 - I tre disegni illustrano le prime fasi deila anaiogenesi intraembrionale. Il disegno a sinistra mostra l'aspetto della superfi
cie dorsale di un embrione presomitico e le prime isole angioblastiche; i due disegni a destra mostrano due sezioni dell'embrione:
una prima medio-sagittale ed una seconda trasversale corrispondente al terzo cefalico dell'embrione. Nel disegno a sinistra sono
visibili, nella regione che circonda a ferro di cavallo l'estremità cefalica della placca neuraie, le isole angioblastiche che stanno
costituendo la zona cardiogena. Nelle due immagini di destra, in particolare in quella inferiore è precisata la topografia deile isole
le quali si sviluppano nello spessore della lamina splancnica del mesoderma. Va ricordato che in questa area il processo di dela-
minazione non comporta l'apertura della cavità neoformata, (pericardio primitivo), nel celoma extraembrionale (da G. Goglia, Le.}.
Cenni di embriologia ü 849
cellule miocardiche che lavorano, atriali e ventrico telio endocardico. Con lo sviluppo del miocardio, la
lari, non mostrano praticamente automaticità, sono superficie endocardica si accresce per un processo
ben accoppiate intercellularmente, hanno sarcome- di trabecolazione che permette di sviluppare la
rx ben sviluppati ed alta attività SR. Le cellule del superficie. Tuttavia, a causa della crescita miocardia
fascio atrioventricolare, dei fasci di branca e del e delTaumentata richiesta di ossigeno, precocemen
sistema di conduzione periferico ventricolare te comincia a svilupparsi un plesso vascolare primi
hanno sarcomeri poco sviluppati, bassa attività SR, tivo.
ma sono ben accoppiate e presentano automaticità Attorno alla 9a giornata, infatti, l'organo proepi-
elevata. cardico, localizzato tra il seno venoso ed il fegato
Nelle primissime fasi di sviluppo rapporto di primitivo, si attacca al cuore e gli angiobiasti, che
ossigeno avviene per diffusione attraverso l'endo- sono precursori endoteliali di origine dalla stessa
regione, cominciano a migrare attraverso il cuore
Endoderma del sacco vitellino entro la matrice subepicardica insieme con l'epicar
dio; successivamente questi precursori si differen
ziano in situ in cellule endoteliali e si organizzano
in una rete di capillari primitivi (vasculogenesi
coronaria), rete che non è ancora connessa con la
circolazione sistemica.
Questo plesso vascolare primario successiva
mente si espande in una direzione che va dall'epi
cardio verso l'endocardio e verso la base cardiaca
attraverso una gemmazione endoteliale a partire da
preesistenti capillari (angiogenesi coronaria), con
nettendosi poi con l'aorta. Con la perfusione, questi
capillari miocardici si rimodellano in vasi di mag
giori dimensioni che si ramificano in diramazioni
più piccole. Questi vasi vengono avvolti da cellule
peri-endoteliali (cellule muscolari lisce nei vasi
maggiori, di origine dall'epicardio; periciti, nei vasi
più piccoli) e da matrice extracellulare. Alla nascita,
accanto ad un aumento di spessore del miocardio,
di almeno quattro volte, avviene anche una signifi
cativa espansione della vascolarizzazione miocar
dica, con aumento della densità capillare di 3-4
volte.
Ramo M. papillare
discendente Fig. - Valvola semilunare aortica (in alto), e valvola mitrale
anteriore 1 2
filamenti spessi di miosina si collocano verso il forme di particelle dense di 30-40 nm di diametro,
centro del sarcomero. localizzate nel sarcoplasma interfilamentoso; inol
Il contenuto in glicogeno supera quello del tre si possono osservare particelle allineate in file
muscolo striato scheletrico. Esso si presenta in tra i mìofilamenti.
Miofibrìlia
Sarcoiemma
Tubuli T
Tubuli T
Reticolo
sarcoplasmatico
Laminina
Distroglicani
Fibra muscolare
Costamero
Fig. 13 - Proteine citoscheletriche associate aila linea Z ed al sarcoiemma. E anche indicato il complesso glicoproteico associato alla
distrofina {da Istologia di V. Monesi, Piccin, 2002}.
t
Linea 2
t
Linea M
t
Linea Z
Fig. 14 - a) Organizzazione ultrastruHurale del sarcomero; b) e c] organizzazione molecolare dei miofilamenti (da Istologia
Monesi, l.c.j.
Generalità sul cuore ^ 853
Fig. 15 - Miocardio ventricolare destro di maschio di 27 anni morto per trauma cranico: evidenti la banda I, la banda A, la linea Z
e la linea M (a) e il sarcomero S compreso tra le due strie Z (b). Ingrandimento originale a) X 19.000;
b) X 44.000 {da G. Baroidi, G. Thiene, Biopsia endomiocardica, Piccin, 1996).
MATRICE EXTRACELLULARE
ACTiNA ACTINA
Fig. 16 - Rappresentazione schematica del complesso distrofina-glìcoproteina di membrana e delle sue connessioni con la matrice
extracellulare e i filamenti di F-actina {da Siliprandi & Tettamanti, Biochimica medica, III ed., Piccin, 2005).
854 ^ Cuore
Miofibriile
Sarcoiemma
Regione
di contatto Tubulo
del reticolo trasversale
sarcoplasmatico
con il tubulo T
Reticolo
sarcoplasmatico
Mitocondrio
Mitocondrio
Tubulo T
Tubulo T (invaginazione
del sarcoiemma)
Fig. 17 - Disegno schematico deSSa disposizione del reticolo sarcoplasmatico e dei tubuli T nel muscolo cardiaco dei Mammiferi. I tubu
li T sono disposti a livello della linea Z anziché delia giunzione A-l come nel muscolo scheletrico, sono più ampi e la loro superficie
interna è rivestita di una lamina gl ¡coproteica, in continuità con la lamina basale della fibra. Sono assenti le cisterne terminali ai lati
del tubulo T; si osservano invece piccole dilatazioni degli elementi longitudinali del reticolo che sono in contatto con il tubulo T forman
do le cosiddette diadi (da D.W. Fawcett e S. McNutt, in Istologia di V. Monesi, i.c.).
Pericardio ® 855
Ligamento vertebro-pericardico
con i fasci posteriore ed anteriore
2. per mezzo delle sue superfici membranose, il
pericardio protegge il cuore riducendo le frizio
ni esterne ed agendo come una barriera contro la
Arteria anonima diffusione di infezioni e di metastasi;
Arco dell'aorta 3. attraverso le sue funzioni ligamentose, il peri
cardio fissa anatomicamente il cuore.
V. inter
costale
Trachea Patologia del pericardio
V. cava Versamenti pericardio
superiore
Con questo termine si intende la presenza di
una raccolta liquida intrapericardica anormale per
Ilo del quantità e/o caratteristiche. La raccolta può essere
polmone
destro acuta o cronica e il tempo necessario per il suo svi
luppo ha una notevole importanza per la caratteriz
zazione del complesso sintomatologico.
Lo spazio pericardico normalmente contiene 15-
Vena 50 cc di liquido che serve per lubrificare le superfi
azygos
Ligamento ci viscerale e parietale del pericardio. La formazio
sterno- ne di questo liquido si pensa derivi dal pericardio
pericardico
inferiore viscerale attraverso un meccanismo di ultrafiltra
zione del plasma. Il tasso totale delle proteine è di
regola basso.
L'aumento della produzione del liquido pericar
dico dipende dall'etiologia del versamento, ma in
Ligamento freno-pericardico I Ligamento freno-pericardico genere è determinato da un danno, ad esempio
destro, porzione retrocavale \
Sbocco
destro, porzione precavale infiammatorio, del pericardio. Un versamento tra-
deila vena sudatizio dipende dall'ostruzione al drenaggio, che
cava inferiore avviene attraverso i vasi linfatici. Un versamento
Fig. 18 - Ligamenti del pericardio (da L. Bucciante, l.c.}. essudatizio è secondario a cause infiammatorie,
infettive, neoplastiche, autoimmuni.
| Pericardio
Il pericardio è un sacco conico costituito da tre
involucri: uno esterno, fibroso, ed imo interno, sie
roso, a sua volta suddiviso in uno strato parietale
ed uno viscerale. Nel pericardio sono contenuti il
cuore e le radici dei grossi vasi. Il pericardio fibroso
ha funzione protettiva ed è fissato superiormente
all'aorta ed alle arterie e vene polmonari, mentre
inferiormente aderisce al diaframma; in questo
modo àncora in sede il viscere. Il pericardio viscera
le è una membrana sierosa costituita da un singolo
strato di cellule mesoteliali, aderisce al grasso epi
cardio e si riflette su se stesso per formare il peri
cardio parietale. Tra questi due foglietti sono conte
nuti in genere circa 50 cc di liquido che facilita lo
scorrimento durante la rivoluzione cardiaca. Le
principali funzioni del pericardio sono:
1. una funzione meccanica, che promuove l'effi
cienza cardiaca limitando una dilatazione acuta,
mantenendo la compliance ventricolare, preser
vando la curva di Starling e distribuendo le
forze idrostatiche. Si forma, inoltre, all'interno
della cavità pericardica ima pressione negativa
che facilita il riempimento atriale e abbassa le Fig. 19 - Pericardite fibrinosa trasmessa per contiguità da un
pressioni cardiache transmurali; processo broncopneumonico.
856 ® Cuore
Le manifestazioni cliniche dipendono dalla rapi 9 io n 12 .13
dità con la quale il liquido si accumula nel pericar
dio. Un accumulo rapido di liquidi può causare i i t i i
un'elevata pressione intrapericardica con una
quantità anche di soli 80cc, mentre una raccolta
lenta può giungere fino a 2 litri senza dare sintomi.
Il tamponamento cardiaco è una sindrome clini
ca determinata dall'accumulo di liquido nel peri
cardio con secondario ridotto riempimento ventri
colare e successiva compromissione emodinamica.
L'esito è fatale, a meno che non si intervenga tem
pestivamente per rimuovere le cause del tampona
mento. Il versamento può essere sieroso, sieroema
tico, emorragico o chiloso.
La pericardite acuta è un'infiammazione del
pericardio caratterizzata da dolore toracico, sfrega
menti pericardici e modificazioni ECG. Nella mag
gior parte dei casi si tratta di un'infiammazione
acuta con accumulo di polimorfonucleati neutrofili :-,v; itrti
ed iperemia del pericardio. Spesso la flogosi ha una
prevalente impronta fibrinosa con essudato e ade
renze. In corso di tubercolosi, micosi, artrite reuma-
toide e sarcoidosi si può osservare una flogosi gra
nulomatosa. L'etiología può essere batterica (1-10%
dei casi) e determinare pericardite purulenta. L'in
fezione può essere trasmessa per contiguità dal pol Fig. 20 - Pericardite fibrinosa epistenocardica.
mone, da ascessi miocardici o da endocarditi, da
lesioni suppurative sub-diaframmatiche, oppure
può dipendere da una diffusione ematogena .o da liquido di versamento non supera il 30-70% dei
traumi penetranti toracici. casi, per cui può essere indicata la biopsia pericar-
L'etiologia tubercolare è responsabile del 4% dei dica. La malattia può evolvere verso una pericardi
casi. Va sospettata soprattutto nei pazienti anziani te costrittiva.
defedati con versamenti pericardici cronici. La L'etiologia virale è dimostrabile nel 1-10% dei
dimostrazione di bacilli alcool-acido resistenti nel casi. I principali virus responsabili sono il coxsac-
Fig. 21 - Origine, divisione e distribuzione delle due arterie coronarie del cuore e dei rami che ne nascono, secondo il tipo norma
le. Le due facce del cuore si immaginano distese, una accanto all'altra, su di un piano. Schema (da L. Bucciante, Le.}.
Arteria coronaria sinistra e suoi rami: A, aorta; P, arteria polmo Arteria coronaria destra e suoi rami: A, P, a, p, c, come neila
nare; a, solco longitudinale anteriore; p, solco longitudinale figura precedente; ma, margine acuto; 1, arteria adiposa destra
posteriore; c, solco coronario; mo, margine ottuso; /, ramo cir e 1, piccolo ramo ventricolare destro anteriore, che nascono
conflesso; //, ramo discendente anteriore; 1, ramo ventricolare insieme; 2, ramo ventricolare destro anteriore; 3, ramo atriale
sinistro anteriore; 2, ramo atriale sinistro anteriore; 3, ramo del destro anteriore; 4, ramo dei margine acuto; 5, ramo ventricola
margine ottuso; A, ramo ventricolare sinistro posteriore; 5, ramo re destro posteriore; 6, ramo del solco longitudinale posteriore;
atriale sinistro posteriore; 6, arteria adiposa sinistra; 7, 8, rami 7, rami ventricolari sinistri posteriori; 8, ramo atriale sinistro
collaterali discendenti; 9, arteria del setto (da Banchi). posteriore (da Banchi).
Pericardio ^ 857
Principati ^
Componenti Funzione principale ; y.:.y • •' •• V- -' V1 ? X- . . y ;
Fibrille collagene (tipo 1e IH) Supporto strutturale, mantenimento della forma
Elastina Trasmissione della forza •
Fibroblasti Produzione collageno fibrillare; conversione a miofibroblastì dopo un danno
Macrofagi Fagocitosi, risposta infiammatoria; monociti
Plasmacellule Difesa immune
Altre cellule Cellule endotelio li; cellule muscolari lisce; periati; neuroni
Matrice Fluido viscoso di tipo gelatinoso; bagna le cellule e le fibrille
Glucosòaminoglicani ìdrofilici Diffusione di sostanze nutritizie, metaboliti, fattori di crescita, citochine, farmaci, ecc.
Glicoproteine Nutrimento miociti; lubrificante
1ntegri ne (recettori di matrice) Interazione mióciti-fibroblasti; rimodellamento di matrice
Fibronectina e laminina Principali proteine fibrose adesive non collagene.
858 & Cuore
l'inibizione delle MMP attenua la dilatazione del rami, coronaria discendente anteriore e circonfles
VS, dopo infarto sperimentale nel ratto, ha suggeri sa, e la coronaria di destra. Questi vasi, posti sulla
to la possibilità di utilizzare inibitori delle MMP nei superficie epicardica, funzionano come vasi a bassa
pazienti post-infartuati a rischio di sviluppare resistenza con funzione distributiva. Essi poi si sud
insufficienza cardiaca. dividono in arterie di dimensioni inferiori che si
approfondano nel miocardio e diventano il sistema
microvascolare di resistenza e regolano il flusso
IH Circolo coronarico coronarico. Le arteriole danno origine ad una densa
Le arterie coronariche sono i primi vasi a pren rete capillare, così che ogni miocita cardiaco ha
dere origine dall'aorta e portano al cuore, a riposo, numerosi capillari che corrono parallelamente al
circa il 5% dell'output cardiaco, pari a 250 mi/min. suo asse. Questa alta densità di capillari rispetto
Il flusso coronarico è regolato da un gradiente di alle, fibre assicura una breve distanza di diffusione
pressione e dalla resistenza dei vasi. in modo da massimizzare il trasporto di ossigeno
I vasi principali della circolazione coronarica dentro le cellule e la rimozione dei prodotti catabo
sono la coronaria di sinistra, che si divide nei due lici dalle cellule (es. C 0 2, H+). Il flusso coronarico è
Legenda:
Nodo SA = Nodo seno-atriale
Nodo AV = Nodo atrio-ventricolare
ACD = Arteria coronaria destra
ADP - Arteria discendente posteriore
DAS - Discendente anteriore sinistra
Fig. 22 - Coronarografia del normale circolo arterioso coronarico.
V. cava superiore
Nodo
seno-atriale
EPCs derivate
da MO
Mobilizzazione
Incorporazione
Differenziazione in situ
Proliferazione
Migrazione
ECPs
in situ
Differenziazione in situ
Proliferazione
Migrazione
ANGIOGENESI VASCULOGENESI
Fig. 24 - La neovascolarizzazione in corso di eventi fisiologici o patologici è attribuibile ad una neoformazione vascolare determi
nata da angiogenesi e vasculogenesi in diverse proporzioni. L'angiogenesi e la vasculogenesi sono dovute ad un'attivazione in situ
di cellule endoteliali o da precursori midollari o da precursori in situ.
Legenda: ECs: Cellule endoteliali
MO: Midollo Osseo
EPCs: Precursori cellulari endoteliali
strettamente correlato con la domanda d'ossigeno. rico; pertanto, la maggior parte del flusso coronari
Infatti, il cuore ha uno dei più alti consumi d'ossi co avviene durante la diastole. A causa della com
geno dell'organismo (8-10 mi 0 2/min/100 g). In pressione extravascolare, l'endocardio è più suscet
assenza di malattie coronariche, ogni volta che tibile all'ischemia, specialmente a basse pressioni di
aumentano l'attività cardiaca e il consumo d'ossige perfusione. Inoltre, con la tachicardia c'è un tempo
no vi è un aumento del flusso coronarico (iperemia disponibile per il flusso coronarico durante la dia
attiva) che è all'incirca proporzionata all'aumento stole relativamente minore e questo è particolar
del consumo d'ossigeno. mente significativo nei pazienti con malattie delle
Una buona autoregolazione tra 60 e 200 mmHg arterie coronarie, in cui la riserva al flusso coronari
di pressione di perfusione aiuta a mantenere il nor co (massima capacità di flusso) è ridotta.
male circolo coronarico ogni volta che la pressione
di perfusione coronarica si modifica in seguito a Manifestazioni di Malattia Ischemica
modificazione della pressione aortica.
L'adenosina e l'Ossido Nitrico sono mediatori
Cardiaca (MIC)
importanti per accoppiare il consumo d'ossigeno Angina pectoris: è un complesso di sintomi della
con il flusso coronarico. MIC, caratterizzato da attacchi parossistici di dolo
L'attivazione del sistema simpatico, che innerva re toracico, in genere sottostemale o precordiale,
i vasi coronarici, provoca una vasocostrizione tran causato da ischemia miocardica che può evolvere
sitoria seguita da una vasodilatazione e da un rapidamente in IM. Si presenta con diversi quadri:
aumento del flusso coronarico dovuto all'attività 1. Angina stabile (tipica): attacchi parossistici di
metabolica incrementata (aumento del battito, con dolore in rapporto a esercizio e attenuati dal
trattilità) nonostante gli effetti vasocostrittori del riposo o vasodolatatori. Vi sono segni ECG di
l'attivazione simpatica sulle coronarie. ischemia subendocardica.
La stimolazione parasimpatica del cuore (es. 2. Angina di Prinzmetal: angina che si presenta
attivazione del nervo vago) induce una modesta caratteristicamente a riposo ed è causata da uno
vasodilatazione, dovuta all'effetto diretto sulle spasmo reversibile delle arterie coronarie nor
coronarie prodotto dal rilascio di acetilcolina. mali o aterosclerotiche.
La malattia ischemica cronica coronarica deter 3. Angina instabile: dolore prolungato, dolore a
mina una crescita di nuovi vasi (detta angiogenesi) riposo in una persona con angina stabile, o peg
per aumento del numero di vasi paralleli che irrora gioramento del dolore in un'angina stabile.
no il miocardio (cosiddetta collateralizzazione), 4. Morte cardiaca improvvisa: morte inaspettata
riducendo anche la resistenza vascolare nel miocar da cause cardiache in genere entro una- due ore
dio. da un attacco cardiaco o anche senza la compar
La compressione extravascolare durante la sisto sa di sintomi. In genere vi è un grado elevato di
le ha una ripercussione notevole sul flusso corona stenosi con modificazioni acute delle coronarie.
860 & Cuore
una delle quali agisce come lesione colpevole. Una
placca può anche trombizzarsi, ma rimanere asinto
matica per la presenza di rami collaterali o perché il
trombo non causa occlusione significativa del lume.
Sono comunque trombosi sub-cliniche che possono
contribuire alla rapida progressione della stenosi.
Nei casi di angina stabile, la lesione colpevole è
spesso una placca non-trombizzata.
La placca, compreso il suo endotelio, non è l'u
nica causa di trombosi. Per la comparsa della trom
bosi sono anche importanti la perdita del normale
equilibrio trombotico-trombolitico nel sangue circo
lante e le condizioni di circolo locale.
Vengono -proposti i seguenti termini per descri
vere le placche trombizzate responsabili delle sin
dromi coronariche:
• Placca rotta: una placca con un danno profondo
ed un reale difetto o interruzione nella cappa
fibrosa, con scomparsa della separazione fra il
suo nucleo ateromatoso ricco di lipidi ed il san
gue circolante, provocando l'esposizione del
nucleo trombogenico della placca. Questa è la
causa più comune di trombosi coronarica.
© Placca erosa: una placca con perdita e/o disfun
zione delle cellule endotelìalx luminali che con
duce alla trombosi. Non ci sono difetti struttura
li (oltre al danno endoteliale) o interruzioni nella
Fia. 25 - Placca coronarica fibroialma gravemente stenosante placca, che è spesso ricca di cellule muscolari
il lume, ma senza deposizione di calcio. lisce ed in proteoglicani.
• Placca con un nodulo calcifico: una placca forte carotidee di pazienti che hanno subito episodi
mente calcificata con perdita e/o disfunzione ischemici cerebrovascolari.
delle cellule endoteliali sopra un nodulo calcifi Un legame tra questi eventi è rappresentato
co. Questa è la meno comune delle tre cause di dalla contemporanea presenza di segni sistemici di
trombosi sopra descritte. infiammazione, come l'elevazione dei livelli sierici
di proteina C reattiva.
Esiste un grande interesse per l'identificazione
Pertanto, i soggetti con sindromi coronariche
della placche che precedono l'avvento della trom
acute, specialmente se hanno una elevazione della
bosi, perché una loro scoperta precoce potrebbe
proteina C reattiva, sono portatori probabili di
dare l'avvio a tentativi di nuove misure preventive.
lesioni coronariche diffuse, in particolare di placche
Come detto sopra, si è proposto di chiamare tali
instabili, e sono altresì a rischio di placche carotidee
placche con il nome di "alto rischio", "vulnerabili", ugualmente instabili e responsabili della possibile
o "tendenti alla trombosi", usando i tre termini insorgenza di attacchi ischemici cerebrovascolari.
come sinonimi.
Placche tendenti alla rottura: studi retrospettivi
suggeriscono che, prima della rottura, la placca sia Fisiopatologia dell'infarto
un fibroateroma infiammato, costituito da un Per infarto miocardico (IM) si intende la morte
nucleo ateromatoso, ricco di lipidi, e da un sottile del tessuto miocardico determinata da uno squili
cappuccio fibroso con infiltrati macrofagici e linfo- brio tra flusso ematico miocardico e richiesta meta
citari, essendo diminuito il numero di cellule bolica dello stesso. La causa dell'IM è determinata
muscolari lisce ed esteso il rimodellamento. in genere dalla interruzione del rivestimento endo-
Placca tendente all'erosione: studi patologici retro teliale in corrispondenza di una lesione aterosclero-
spettivi su erosioni di placche, complicate da trom tica di un'arteria coronaria. Ciò determina la forma
bosi, suggeriscono che, prima dell'evento, la placca zione di un trombo che occlude l'arteria, impeden
fosse ricca in proteoglicani, ma, nella maggioranza do il flusso ematico alla regione cardiaca dipenden
dei casi, priva di una struttura distintiva come un te dairarteria occlusa. La trombosi coronaria è l'e
pool di lipidi o un centro necrotico. Se è presente un vento critico che determina l'IM: un'angiografia
centro ricco di lipidi, la cappa fibrosa è generalmen coronarica, eseguita entro 4 ore dall'esordio dei sin
te spessa e ricca di cellule muscolari lisce. Queste tomi di infarto e confermata da alterazioni ECG di
placche sono spesso associate ad un evento di rimo IM transmurale, mostra neir87% dei casi la presen
dellamento stenosante. za di un'occlusione trombotica completa della coro
Placca con nodulo calcifico: Studi patologici retro naria che irrora l'area miocardica infartuata; tale
spettivi di placche con trombosi che ricoprono un percentuale cade al 65% 12-24 ore dopo l'esordio
nodulo calcifico suggeriscono che, prima di questo dei sintomi a causa della fibrinolisi spontanea. I
fatto, la placca potesse essere fortemente calcificata dati sulla presenza di trombi su placche coronari
con un nodulo calcifico protrudente nel lume. che rotte sono stati ampiamente confermati da sta
Le placche sopra descritte si pensa comportino tistiche autoptiche.
alto rischio, siano vulnerabili e tendenti alla trom
bosi; tuttavia mancano ancora studi prospettici e le
Meccanismi di occlusione
prove sufficienti. Si è anche visto che l'alto rischio/
vulnerabilità può variare nel tempo. L'uso di mar La maggior parte degli IM sono causati dalla
catori sistemici di infiammazione possono aiutare distruzione dell'endotelio vascolare associato ad
nella valutazione della variabilità nel tempo del una placca aterosclerotica instabile che stimola la
rischio. Infatti, studi recenti suggeriscono che la formazione di un trombo intracoronarico con suc
presenza di placche coronariche instabili, multifo- cessivo blocco del flusso ematico arterioso corona
cali in pazienti con sindromi coronariche acute, rico. L'occlusione che duri per un tempo sufficiente
possano essere espressione di un'infiammazione (20-40 minuti), comporterà un danno cellulare mio
coronarica diffusa coinvolgente anche arterie senza cardico irreversibile con morte cellulare. Lo svilup
stenosi angiograficamente rilevabili. Queste osser po di una placca aterosclerotica richiede un periodo
vazioni cliniche sono state confermate anche da variabile da anni a decenni. Non si conosce con cer
studi post-mortem che hanno dimostrato la presen tezza quale sia la lesione vascolare iniziale che
za di placche multiple infiammate, in differenti porta allo sviluppo della placca aterosclerotica. Le
rami coronarici ed in pazienti deceduti per sindro due caratteristiche principali di una placca atero
mi coronariche acute. E stata anche dimostrata la sclerotica, clinicamente sintomatica, sono un cap
presenza simultanea di placche aterosclerotiche puccio fibromuscolare ed un sottostante nucleo
complesse e multiple in distretti arteriosi diversi ricco di lipidi. L'erosione della placca può avvenire
dalle arterie coronarie, come a livello delle arterie per l'azione delle metalloproteasi e per il rilascio di
carotidee in corso di accidenti cerebrovascolari. altre collagenasi e proteasi nella placca; ne conse
Sono stati inoltre dimostrati infiltrati infiammatori gue un assottigliamento del sovrastante cappuccio
nelle placche coronariche multiple di soggetti dece fibromuscolare. L'azione delle proteasi, in associa
duti per sindrome coronarica acuta e nelle placche zione con forze emodinamiche applicate al segmen
862 íí Cuore
to arterioso, può condurre alla rottura dell'endote ti dopo l'occlusione completa di una delle arterie
lio e alla fissurazione e rottura del cappuccio fibro- coronarie maggiori, si sviluppa un "fronte d'onda"
muscolare. L'entità della rottura dell'endotelio di necrosi ischemica, che inizia nella zona subendo
sovrastante può variare da una minima erosione ad cardica e progredisce fino ad interessare compieta-
una estesa fissurazione che provoca ulcerazione mente la parete ventricolare. Il subendocardio è la
della placca. La perdita della stabilità strutturale zona del ventricolo sinistro con perfusione più pre
della placca spesso si presenta alla giunzione della caria, per il fatto che la sua microcircolazione è sog
cappa fibromuscolare con la parete del vaso, sede getta alle forze compressive esercitate dagli strati
conosciuta anche come "regione della spalla" della esterni del miocardio durante la sistole. Inoltre, la
placca. L'entità della rottura della superficie endo- rete vascolare collaterale del miocardio è molto
teliale può causare la formazione di un trombo ricca nella zona subepicardica e molto povera nella
attraverso l'attivazione della cascata coagulativa zona subendocardica. Sembra provato che anche
mediata dalle piastrine. Se il trombo sarà grande nell'uomo gli infarti miocardici transmurali evolva
abbastanza da occludere completamente il flusso no nello stesso modo, iniziando con una necrosi
ematico coronarico per un periodo di tempo suffi subendocardica.
ciente si formerà un IM. La patogenesi dell'infarto subendocardico è leg
germente diversa da quella dell'infarto transmura
Fattori di rischio le. Come già detto, la zona subendocardica è molto
vulnerabile per qualsiasi riduzione del flusso coro
I fattori di rischio principali identificati per lonarico, quindi, pur essendo presente una grave ate
sviluppo di aterosclerosi coronarica ed IM sono sei:
rosclerosi coronarica, non sempre esiste una stenosi
iperlipidemia, diabete mellito, ipertensione, fumo, critica. Praticamente tutti gli infarti transmurali
sesso maschile e storia familiare di malattia atero-
interessano il ventricolo di sinistra (compreso il
sclerotica.
setto interventricolare). Quando sono localizzati
La presenza di ciascun fattore di rischio è asso
alla parete posteriore e alla porzione posteriore del
ciata ad un raddoppiamento del rischio relativo di
setto interventricolare possono estendersi, nel 15-
sviluppare malattia aterosclerotica delle arterie
30% dei casi, all'adiacente parete del ventricolo di
coronariche.
destra. Infarti isolati di questo ventricolo si verifica
no raramente (1-3% dei casi), di solito in associazio
Meccanismi di danno ne con ipertensione cronica ed ipertrofia del ventri
La gravità e l'estensione del danno miocardico, colo stesso. Nel 5-10% dei casi, se cercato con cura,
determinato da occlusione coronarica, dipende dal si può trovare anche un infarto atriale. Più frequen
l'area che viene irrorata dai vasi colpiti, dall'entità temente, l'infarto atriale si trova associato con un
dell'occlusione, dall'estensione del circolo collatera esteso infarto della parete posteriore del ventricolo
le, dalla richiesta metabolica del miocardio a rischio di sinistra, che si estende al ventricolo di destra e ad
e dal cosiddetto "pre-condizionamento". Il concetto uno o entrambi gli atri. La forma, in assoluto, più
di "pre-condizionamento ischemico" deriva dall'os rara è l'infarto atriale isolato, di solito localizzato
servazione sperimentale che la quantità di necrosi nell'atrio di destra. Gli infarti atriali sono degni di
che si sviluppa a seguito di un'occlusione coronari nota in quanto sono, invariabilmente, seguiti dalla
ca è significativamente minore se in precedenza è formazione di trombosi murali all'interno delle
avvenuto un breve periodo di occlusione-riperfusio- camere atriali colpite e, a volte, da rottura di cuore.
ne coronarica. Ciò dipenderebbe da un effetto pro Gli infarti transmurali generalmente hanno
tettivo secondario ad una fosforilazione delle protei dimensioni variabili da 4 a 10 cm, ma possono inte
ne di membrana e da una diminuzione dell'accesso ressare anche l'intera circonferenza del ventricolo
intracellulare del calcio con riduzione della forza di sinistra. Quasi sempre è presente una rima di
contrattile e secondario risparmio di energia. subendocardio risparmiata daH'ischemia, in quanto
A seconda dell'azione reciproca di queste varia essa trae nutrimento direttamente dal sangue del
bili, l'area di necrosi può essere circondata da una ventricolo. Al momento dell'autopsia non sempre si
zòna marginale di miocardiociti danneggiati, ma in può evidenziare un trombo occlusivo in una sede
modo reversibile, ed irrorati in modo precario dal correiabile con l'area ischemica; in realtà, seppure
flusso di arterie coronarie non coinvolte dall'ostru raramente, le arterie coronarie sono apparentemen
zione oppure da rami collaterali. Quindi la regione te normali. In tali casi si presume che il meccanismo
di necrosi ischemica totale può essere un'isola nel causale dipenda da un vasospasmo.
l'ambito di un'area più ampia, a flusso ematico pre L'arteria coronaria più frequentemente interes
cario nella quale i miocardiociti possono presentare sata dal restringimento critico del lume, ed even
danni variabili e spesso reversibili. È evidente, tualmente dalla trombosi, è l'arteria coronarica
quindi, che non sempre l'infarto miocardico è, fin discendente anteriore di sinistra (40-50%), segue
dall'inizio, un focolaio ben evidente di necrosi l'arteria coronarica di destra (30-40%) e l'arteria
coagulativa. coronarica circonflessa (15-20%). A volte sono inte
Negli animali da esperimento, circa 20-40 minu ressate altre sedi, quali il tronco principale della
Circolo coronarico 863
coronaria di sinistra. Mai sono state descritte atero pazienti con spasmo coronarico in arterie coronarie
sclerosi stenosante o trombosi diuna ramificazione integre. La cocaina causa un intenso spasmo arte
intramiocardica di un tronco epicardico. rioso coronarico e coloro che la usano possono pre
Occasionalmente può essere presente un trombo sentarsi con angina od infarto indotto da cocaina.
in assenza di IMA: in questo caso sono i rami colla Gli studi autoptici e le angiografie coronariche
terali intercoronarici che possono provvedere a hanno dimostrato che la cocaina può indurre trom
mantenere un flusso sufficiente a prevenire la bosi su arterie coronariche indenni o sede di preesi
necrosi ischemica. Altre volte si possono verificare stenti ateromi.
stenosi severe múltiple o trombosi multiple, segui La perfusione delle arterie coronarie dipende
te da un solo infarto, come conseguenza della circo dalla pressione differenziale esistente tra gli osti
lazione collaterale. coronarici (pressione diastolica aortica) e il seno coro
Sebbene la maggior parte degli infarti transmu narico (pressione dell'atrio destro). H flusso ematico
rali siano singoli, di rado si possono riscontrare coronarico è inoltre ridotto durante la sistole.
nello stesso cuore infarti plurimi subentranti. Il Sono fattori che riducono il flusso coronarico:
paziente può sopravvivere al primo episodio infar 1. riduzione della pressione diastolica aortica;
tuale, per soccombere poi ad un secondo infarto
2. aumento della pressione intraventricolare e
dopo settimane o anni. Comunque, gli infarti reci
della contrazione miocardica;
divanti sono abbastanza frequenti; alternativamen
3. Stenosi delle arterie coronariche, che può essere
te, l'espansione di un infarto può determinare lesio
ulteriormente suddivisa nelle seguenti catego
ni di aspetto variabile col tempo. In quest'ultimo
rie:
caso, l'esame del cuore rivela una zona centrale di
a. stenosi coronariche fisse;
necrosi databile in giorni o settimane, circondata da
b. modificazioni acute della placca (rottura,
un'area di necrosi ischemica più recente. Classica-
emorragia);
mente si ritiene che le cause che possono provocare
c. trombosi dell'arteria coronaria;
l'espansione di un infarto siano diverse: propaga
d. vasocostrizione
zione retrograda di un trombo, vasospasmo in un
e. stenosi e rigurgito della valvola aortica;
punto più prossimale dell'arteria colpita, alterata
f. aumento della pressione atriale destra.
contrattilità del miocardio che rende critica una ste
nosi prossimale, sviluppo di microemboli di fibrina Anche se vi è occlusione dei vasi di maggior cali
e piastrine, comparsa di aritmie. La sequenza di tali bro, vasi collaterali di 40 micron sono presenti in
eventi viene definita "infarto progressivo". tutti i cuori con gradienti di pressione che permetta
In relazione alla durata del periodo di sopravvi no il flusso. In generale, per alterare significativa
venza dei pazienti, l'infarto transmurale va incon mente la perfusione, l'area della sezione trasversa
tro ad ima sequenza progressiva di alterazioni del lume arterioso coronarico deve essere ridotta
macroscopiche e microscopiche. più del 75%. L'aterosclerosi coronarica è di regola
La diagnosi di IM si colloca al termine di uno diffusa, coinvolgendo più di un ramo arterioso prin
spettro di lesioni miocardiche ischemiche o di sin cipale; spesso è segmentaria e tipicamente coinvolge
dromi coronariche acute. L'IM si instaura quando i due cm prossimali delle arterie (rami epicardici).
l'ischemia miocardica eccede una soglia critica e Un IM può essere classificato su base anatomica-
supera i meccanismi di riparazione cellulare mio morfologica in due tipi, transmurale e non tran
cardica capaci di mantenere una funzionalità nor smurale. Un IM transmurale è caratterizzato da una
male. L'IM può essere causato raramente da un'em necrosi ischemica a tutto spessore del miocardio
bolia arteriosa (es. nella stenosi aortica, nell'endo colpito, necrosi che si estende dall'endocardio,
cardite infettiva e nell'endocardite marantica della attraverso il miocardio, fino all'epicardio. Un IM
sezione sinistra). Talora, l'IM è stato segnalato in non transmurale è definito come un'area di necrosi
Ftg. 27 - a) Trombo occludente ¡'arteria coronaria discendente anteriore, b) Infarto miocardico della parete ventricolare anteriore
in vari stadi evolutivi.
864 & Cuore
coronaria sinistra, in particolare della discendente
anteriore, mentre gli infarti infero-posteriori sono
ascrivibili all'occlusione della coronaria destra o a
un'occlusione di un'arteria circonflessa sinistra
dominante.
Il termine di infarto miocardio (IM) può essere
definito in relazione alle caratteristiche cliniche, elet
trocardiografiche, biochimiche e patologiche. In pre
cedenza, l'OMS definiva l'infarto sulla base di tre
caratteri: sintomi tipici (es: dolore toracico) elevazio
ne degli enzimi indicativi della necrosi miocardica
(CK o CPK: creatinchinasi o creatinfosfochinasi) e
alterazioni ECG tipiche con comparsa di onde Q.
L'avvento di nuove tecniche, gli studi epidemio
logici e le sperimentazioni cliniche richiedono oggi
una definizione di IM più precisa. Inoltre, l'introdu
zione di marcatori sierologici sensibili e specifici,
oltre alle moderne tecniche di imaging, esigono
anche una rivalutazione della definizione di IM.
Queste nuove e assai sensibili tecnologie sono in
grado di scoprire infarti anche molto piccoli: sono
infatti lesioni che in passato non sarebbero state
considerate infartuali. Oggi è possibile l'identifica
zione clinica di aree di necrosi di circa 1,0 g di peso.
Per l'aumento della sensibilità e specificità dei
metodi diagnostici, l'European Society of Cardio
logi (ESC) e l'American College of Cardiology
(ACC) nel 1999 hanno convenuto di riesaminare il
Fig. 28 - Vaso coronarico con lume completamente trombizza problema della definizione di IM, utilizzando sette
to; il trombo appare organizzato e con aspetti di ricanaiizza- parametri: patologia, biochimica, elettrocardiogra
zione.
fia, imaging, sperimentazioni cliniche, epidemiolo
gia e salute pubblica.
ischemica che non coinvolge l'intero spessore della L'accordo attuale consente di qualificare sempre
parete miocardica, ma si limita in genere al terzo un IM sulla base della grandezza (o quantità di tessu
interno del miocardio, dove le tensioni di parete to miocardico perduto), della patogenesi (spontaneo
sono più elevate; queste sono le regioni meno per- o in corso di arteriografia coronarica o altre manovre
fuse del cuore, perciò le più vulnerabili all'ische diagnostiche), del tempo trascorso dall'insorgenza
mia, che può talora essere determinata da una pro (in atto, in via di cicatrizzazione, cicatriziale).
lungata ipotensione. Facendo riferimento alla grandezza, gli infarti pos
L'IM è prevalentemente una malattia del VS, ma sono essere classificati in: microscopici (necrosi foca
il danno può estendersi al VD o all'atrio. L'infarto le), pìccoli (meno del 10% del VS), medi (dal 10 al 30%
del VD fa seguito in genere all'occlusione della del VS), o grandi (più del 30% del VS); oppure, in rap
coronaria di destra o di un'arteria circonflessa sini porto alla sede: anteriori, laterali, inferiori, posteriori,
stra dominante: è caratterizzato da un'alta pressio o settali o una combinazione di localizzazioni.
ne di riempimento del VD, spesso con grave rigur Il termine di infarto miocardico può essere quali
gito della tricuspide e ridotta eiezione cardiaca. Un ficato come "acuto, in via di cicatrizzazione, cicatriz
certo grado di disfunzione del VD si ha in circa la zato". Gli infarti sono classificati anche per la crono
metà dei pazienti con un infarto infero-posteriore, logia, sulla scorta degli aspetti patologici: acuti (da 6
mentre nel 10-15% dei casi si associano alterazioni ore a 7 giorni), in via di cicatrizzazione (da 7 a 28
emodinamiche. Ogni paziente con infarto infero giorni), cicatrizzati (oltre i 29 giorni). L'infarto acuto
posteriore può accusare disfunzione del VD che si o in evoluzione è caratterizzato dalla presenza di
manifesta con ima pressione venosa giugulare ele leucociti polimorfonucleati. Durante le prime 6 ore
vata, associata ad ipotensione o shock. l'infiltrato di leucociti polimorfonucleati può essere
Generalmente i pazienti che hanno un infarto, o minimo o assente. La fase dell'infarto in via di cica
l'associazione di cicatrice pregressa e reinfarto, trizzazione è caratterizzata daña presenza di cellule
superiore al 50% della massa del VS muoiono con mononuleate e di fibroblasti ed ancora dall'assenza
shock cardiogeno. Gli infarti anteriori sono di solito di leucociti polimorfonucleati. L'infarto cicatrizzato
più estesi e comportano una prognosi peggiore si riconosce per la cicatrice priva di infiltrazione cel
rispetto agli infero-posteriori. Essi sono general lulare. Inoltre, la riperfusione altera l'aspetto macro
mente dovuti ad un'occlusione di un ramo della e microscopico della zona necrotica inducendo la
Circolo coronarico ss 865
comparsa di miociti con bande di contrazione e ima maggiore sarà la quantità del danno miocardico, a
notevole quantità di eritrociti stravasati. prescindere dal meccanismo del danno.
Va sottolineato che la temporizzazione clinica ed
ECG di un evento ischemico acuto può non essere Definizione di Infarto Miocardico (IM) (Criteri per
la stessa della valutazione patologica. Per esempio, un IM acuto, in evoluzione o recente) (The Joint Euro-
l'ECG può ancora dimostrare modificazione dei pean Society o f Cardiologi// American College ofCardio-
tratti ST-T in evoluzione e la troponina cardiaca l0gy Committee, 2000)
può ancora essere elevata (come per infarto recen- Ciascuno dei seguenti parametri soddisfa i crite-
te), mentre dal punto di vista patologico l'infarto è ri richiesti per la diagnosi di un IM acuto, in evolu
ii! via di cicatrizzazione. zione o recente:
1) Tipico aumento e graduale caduta (troponina) o
Infarto miocardico nell'ambito di procedure aumento e caduta più rapidi (CK-MB) dei mar
cliniche particolari catori biochimici di necrosi miocardica, con
Interventi percutanei sulle arterie coronarie: un almeno uno dei seguenti segni:
incremento dei biomarcatori cardiaci dopo un'an- a) Sintomi di ischemia;
gioplastica coronaria o un posizionamento di stent, b) Sviluppo di onde Q patologiche all'ECG;
o per entrambi, è indicativo di morte cellulare e c) Modificazioni ECG indicative di ischemia
quindi dovrebbe essere classificato come infarto (elevazione o depressione del segmento ST); o
miocardico alla luce della nuova classificazione. d) Intervento sulle arterie coronarie (es. Angio
Infarti estesi in questo ambito possono essere cau plastica coronarica).
sati da complicazioni della procedura e, in genere, 2) Rilievi patologici di un IM.
sono riconosciuti clinicamente. Per contro, sono più Criteri per la diagnosi di IM consolidato sono:
frequenti gli infarti piccoli e possono essere il risul
tato di microemboli a partenza da una lesione ate- 1) Sviluppo di nuove onde Q patologiche su ECG
rosclerotica che sia stata distrutta durante l'angio- seriatì. Il paziente può anche non ricordare sin
plastica o per trombi particolati nella sede della tomi precedenti. I markers biochimici di necrosi
lesione incriminata. miocardica possono essersi normalizzati, in fun
Il danno cellulare miocardico da angioplastica zione del tempo trascorso dall'esordio dell'in-
dovrebbe essere un fatto unico, in confronto alla farto.
natura spesso ripetitiva degli episodi di ischemia e 2) Rilievi patologici di infarto cicatrizzato o in via
necrosi miocardica che si presentano nelle forme di cicatrizzazione.
spontanee.
Comunque, è probabile che gli individui che Alterazioni macroscopiche
sviluppano un'embolia coronaria e piccoli infarti
abbiano lesioni aterosclerotiche che sono apparen - Dopo 6-12 ore, l'area infartuata è macroscopica
temente instabili e che quindi rappresentino un mente inapprezzabile, a parte un lieve pallore, a
gruppo a rischio per successivi episodi. Infatti, è causa del tempo necessario perché si rendano
stato dimostrato, in maniera convincente, che il evidenti i cambiamenti morfologici legati alle
rischio di episodi successivi di malattia ischemica reazioni biochimiche tissutali;
cardiaca (morte o infarto miocardico) è indicato - dopo 18-24 ore, l'infarto si presenta usualmente
dall'entità della troponina cardiaca o dall'aumento come una zona più chiaramente anemica, talora
delTisoenzima MB della creatin-chinasi (CK-MB) e circondata da una rima bluastra di sangue sta
per questi individui la prognosi è generalmente gnante;
peggiore rispetto a quella per i pazienti che non - dopo 24-72 ore, l'aspetto diventa più definito,
presentino queste lievi variazioni dei biomarcatori ben marcato e l'area colpita presenta una consi
dopo procedure interventistiche. stenza più molle e colore giallastro;
Chirurgia cardiaca: Un danno miocardico associato - dopo 1 settimana, il tessuto necrotico centrale è
ad atti chirurgici può insorgere per diversi meccani notevolmente molle e spesso presenta aree
smi, compresi i traumi diretti da aghi di sutura, i emorragiche; i margini sono fortemente arrossa
traumi focali da manipolazioni chirurgiche del ti e vascolarizzati;
cuore e l'ischemia globale da inadeguata perfusio - dopo alcune settimane, si osserva una progres
ne, l'anossia cellulare miocardica, l'embolia arterio siva sostituzione del muscolo necrotico da
sa o venosa coronaria, o per altre complicazioni parte di connettivo fibroso vascolarizzato che
possibili. Una quota di questi danni può non essere tende a formare una cicatrice. Nella maggior
evitabile. Inoltre, nessun biomarcatore è in grado di parte dei casi, questa cicatrizzazione è progre
distinguere il danno dovuto ad un infarto acuto dal dita già alla fine della sesta settimana, ma il
danno cellulare miocardico, esiguo ed usuale, asso tempo necessario per un totale rimpiazzo del
ciato alla procedura stessa. Tuttavia, più sono alti i tessuto necrotico dipende dalle dimensioni del
valori dei biomarcatori cardiaci dopo l'intervento, l'infarto originale.
866 £? Cuore
16 17 18 19 20 21 22 23 24 25
Fig. 29 - infarto recente (1 settimana) coinvolgente la quasi
totalità del VS ed il setto: da notare l'aspetto variegato con zone
grigiastre.
Fig. 30 - Evidente ondulazione delle fibroceliule muscolari Fig. 32 - Aspetti di iniziale dissoluzione del sarcoplasma dei
come segno precoce di ischemia miocardica. miociti.
Circolo coronarico s 867
Fig. 33 - Diffusa omogeneizzazione delle fibre miocardiche, Fig. 35 - Aspetto di un reinfarto recente: in alto è presente tes-
con scomparsa dei nuclei ed intensa infiltrazione ad opera di suto cicatriziale, mentre in basso è presente un infiltrato neutro-
granulociti neutrofili. filo tra le fibre miocardiche superstiti.
Fig. 34 - Da notare l'infiltrazione ematica, di comune riscontro Fig. 36 - Dettaglio del caso precedente, per evidenziare l'infil-
negli infarti acuti trattati con farmaci trombolitici. trato ad opera dei polimorfonucleati neutrofili e la necrosi
coagulativa dei miociti.
868 ' Cuore
fibrocellule, ancora vitali, poste nelle immediate Alterazioni microscopiche
vicinanze di quelle necrotiche, non più contrattili; (microscopia elettronica)
- dopo 4-12 ore, si osserva l'inizio della necrosi
coagulativa: le cellule sono ipereosinofile, sono - Dopo 0-30 minuti, si osservano gli aspetti del
visibili un certo grado di edema, che separa tra danno reversibile: rigonfiamento mitocondriale,
loro le fibre miocardiche, e stravasi ematici; è infi distorsione delle christae; aumento della densità
ne osservabilè l'inizio deirinfiltrazione neutrofila; della matrice; rilassamento delle miofibrille;
- dopo 18-24 ore, la necrosi coagulativa si accen - dopo 1-2 ore, si osservano gli aspetti del danno
tua (picnosi dei nuclei; citoplasma addensato ed irreversibile: distorsione dei sarcolemmi e densi
eosinofilo) e si può osservare necrosi marginale tà amorfe mitocondriali;
a bande di contrazione. Questa appare sotto forma - dopo 4-12 ore, si osserva la marginazione della
di bande trasversali, intensamente eosinofile, cromatina.
che interessano Finterò spessore della miofibra.
Si pensa che esse siano il risultato della riperfu
sione precoce di un'area ischemica e pare siano
Infarto miocardico e morte cellulare
causate dalla ipercontrazione delle miofibrille Anche se si è pensato per molto tempo che l'uni
all'interno della cellula morente; co tipo di morte cellulare presente nell'infarto mio
- dopo 24 -72 ore, la necrosi coagulativa è comple cardico fosse la necrosi (necrosi coagulativa), recen
ta, si notano la perdita dei nuclei e delle striatu- ti studi condotti su animali e sull'uomo hanno evi
re; notevole l'infiltrazione interstiziale da parte denziato che nella fase acuta dell'infarto miocardi
di neutrofili. co molte cellule vanno incontro alla cosiddetta
- dopo 3-7 giorni, inizia la degenerazione grassa a "morte cellulare programmata" (apoptosi) (Anver
sa et al 1998, Kajstura et al 1996).
carico delle miofibre necrotiche, il riassorbimen
L'apoptosi sembra comparire precocemente, 2-3
to del sarcoplasma ad opera dei macrofagi e la
ore dopo l'inizio dell'ischemia miocardica, e sembra
comparsa del tessuto di granulazione ai margini
essere la forma di morte cellulare prevalente nelle
della lesione. prime ore dell'infarto miocardico. Si è inoltre rile
- dopo 10 giorni, la necrosi è ben evidente e il tes vato che il picco di morte cellulare apoptotica si ha
suto di granulazione ai margini della lesione 4-5 ore dopo l'occlusione di un'arteria coronaria,
aumenta. mentre la necrosi raggiunge il suo picco dopo 1
giorno. Tutte queste osservazioni suggeriscono,
quindi, che la morte cellulare apoptotica e la morte
cellulare necrotica possano contribuire, in modo
indipendente e differente, alle dimensioni dell'in-
farto miocardico, il cui principale fattore determi
nante, tuttavia, sembra essere l'apoptosi che coin
volge circa T85% delle cellule della zona infartuata.
La necrosi coinvolge soltanto il 15% dei miocardio-
citi immediatamente dopo l'occlusione di un'arte
ria coronaria; successivamente, però, la necrosi si
estende ai miocardiociti apoptotici che vengono
coinvolti da tutte e due le forme di morte cellulare.
Quindi, l'area di miocardio infartuata è costituita
inizialmente da miocardiociti apoptotici e successi
vamente da miocardiociti apoptotici-necrotici.
Questa progressione morfologica dalTapoptosi
alla necrosi, secondo alcuni autori, è dovuta al
superamento delle locali capacità di fagocitare le
cellule apoptotiche. Questo superamento può esse
re secondario ad una insufficienza numerica di cel
lule fagocitarie o ad ima insufficienza di segnale: i
corpi apoptotici non sono in grado di generare un
segnale che attragga le cellule fagocitarie, ossia, non
espongono le molecole di fosfatidilserina che con
sentono di richiamare e di interagire con i fagociti.
Secondo altri Autori, invece, la coesistenza delle
due forme di morte cellulare nella stessa cellula,
Fig. 37 - Dopo una settimana circa dall'infarto, ai bordi com sembra essere secondaria all'esaurimento delle
pare un ricco infiltrato cellulare, costituito da cellule allungate di riserve energetiche cellulari necessarie per il com
tipo fibroblastico, con ricca componente vascolare; sono visibi pletamento del processo apoptotico, essendo que
li numerose mitosi.
Circolo coronarico & 869
sto un processo ATP-dipendente. Infatti, il miocar- no prodotti in quantità molto bassa durante l'ische
diocita ischemico, pur avendo già attivato quella mia del miocardio ma, dopo il ripristino del flusso
cascata di eventi bio-molecolari, che consentono ematico, la loro produzione aumenta. Si ritiene che
alla cellula di morire per apoptosi, se permane l'i essi vengano prodotti dalle cellule parenchimali,
schemia non può procedere in un processo, energia endoteliali, e dai leucociti polimorfonucleati che
dipendente. Diversamente, la riperfusione garanti infiltrano il tessuto ischemico dopo la riperfusione.
sce il completamento del processo apoptotico. Inoltre, l'ischemia, compromettendo il sistema cel
Quindi, la morte cellulare programmata sembra lulare anti-ossidante, favorisce l'accumulo dei radi
essere la principale forma di danno prodotto nel cali liberi dell'ossigeno. L'anione superossido
miocardio sottoposto ad un prolungato periodo di (OH*), che è la specie reattiva prevalentemente pro
ischemia o all'ischemia seguita dalla riperfusione. dotta nelle aree ischemiche riperfuse, è il prodotto
Questo fatto sembra accelerarne l'esordio e prece di una incompleta riduzione dell'ossigeno da parte
dere la comparsa della necrosi, anche se con il tra dei mitocondri danneggiati oppure è il prodotto
scorrere del tempo all'interno dell'area infartuata dell'azione delle Xantine-ossidasi delle cellule
nella maggior parte delle cellule coesistono le alte parenchimali, endoteliali, e dei leucociti.
razioni morfologiche tipiche dell'apoptosi e della I radicali liberi dell'ossigeno danneggiano le cel
necrosi. Secondo alcuni autori (Anversa et al 1999) lule attraverso tre meccanismi principali: la perossi-
il miocardiocita può andare incontro a tre forme di dazione dei lipidi di membrana; le modificazioni
morte cellulare: apoptosi, necrosi e apoptosi-necro- ossidative delle proteine e le lesioni del DNA.
si, anche se l'apoptosi sembra essere il tipo di morte Evidenze sperimentali suggeriscono che la mag
cellulare prevalente. gior parte, o anche tutti, i danni determinati dalla
Non è stato ancora dimostrato se ima differente riperfusione avvengono nei primi momenti della
proporzione tra apoptosi e necrosi possa indurre riperfusione. Di conseguenza, il "danno da riperfu
una differenza nella conservazione della funziona sione" può essere evitato o limitato facendo una
lità cardiaca conseguente all'infarto. È anche da precoce terapia anti-ossidante. Giudicando gli effet
ricordare che, dal momento che le cellule apoptoti- ti delle terapie con anti-ossidanti, pare che la com
che preservano l'integrità della membrana e vengo ponente riperfusionale del danno sia maggiore di
no precocemente inglobate e digerite all'interno dei quella legata alla ischemia. Quindi, sapendo che lo
fagociti, la diagnosi enzimatica dell'infarto miocar stress ossidativo sviluppa apoptosi nel miocardio
dico acuto è dovuta soltanto alla componente ischemico riperfuso, una pre-perfusione con SOD
necrotica, poiché solo le cellule necrotiche perdono (Superossido dismutasi) e catalasi, capaci di rimuo
l'integrità della membrana e quindi liberano in cir vere i radicali liberi, potrebbe prevenire questo
colo enzimi citoplasmatici. Quindi, quando prevale fenomeno.
la componente apoptotica, è ovvio che la diagnosi
enzimatica può non essere criterio valido per desu Morfologia e identificazione
mere l'estensione dell'infarto miocardico acuto.
delle cellule apoptotiche e necrotiche
Sulla scorta delle conoscenze acquisite circa l'a-
poptosi, quale forma di morte miocardiocitaria più L'apoptosi può essere distinta dalla necrosi in
precoce e prevalente dell'infarto miocardico acuto quanto differisce sia dal punto di vista morfologico
recente, sono state ideate e sperimentate varie stra che dal punto di vista biochimico. Dal punto di vista
tegie terapeutiche aventi come scopo la cardiopro morfologico, l'apoptosi, nelle prime fasi, è caratte
tezione del miocardio in corso di infarto miocardi rizzata dalla coartazione cellulare, dalla condensa
co acuto. zione (picnosi) e marginazione della cromatina, che
La riperfusione delle zone ischemiche, oltre a conferisce al nucleo il caratteristico aspetto a "ferro
garantire la sopravvivenza delle cellule che hanno di cavallo" o a "mezza luna" (Majno G et al 1995);
subito un danno ischemico reversibile, (conferendo successivamente, diventa evidente la frammenta
però una temporanea disfunzione meccanica: zione nucleare (carioressi), la progressiva condensa
cosiddetto "miocardio stordito"), è in grado di acce zione del citoplasma e la formazione, da ogni cellu
lerare la morte, per necrosi o per apoptosi delle cel la che sta morendo, di uno o più "corpi apoptotici".
lule che, invece, hanno subito un danno irreversibi Questi "corpi apoptotici", die contengono fram
le. Quindi, dopo il ripristino del flusso ematico, un menti di nucleo all'interno di un sottile strato di
numero variabile di cellule continua a morire. citoplasma verranno, successivamente, inglobati
Recenti studi dimostrano, infatti, che l'apoptosi è all'interno di macrofagi, monociti e anche all'inter
iniziata dall'ischemia, ma che è necessaria la riper no di cellule adiacenti normalmente prive di attività
fusione per il completamento della cascata apopto fagocitarla (es. cellule muscolari lisce dei vasi).
tica. Dal punto di vista biochimico, l'apoptosi è carat
Il danno da riperfusione sembra essere causato terizzata da una peculiare frammentazione del
dalle specie reattive dell'ossigeno (ROS). Apparten DNA. Infatti, il clivaggio del doppio filamento di
gono a questa categoria: ioni ipoclorito, radicali di DNA (dsDNA) non è casuale, ma avviene in prossi
tipo idrossilico, l'anione superossido. I ROS vengo mità dei nucleosomi dove sono presenti sequenze
870 a Cuore
nucleotidiche che vengono riconosciute in modo Il rimodellamento si può suddividere in due
specifico dalle endonucleasi (DNasi I o DNasill) fasi: fase precoce (entro 72 ore) e fase tardiva (dopo
attivate dagli stimoli pro-apoptotici. La frammenta 72 ore). La fase precoce è caratterizzata dall'espan
zione del DNA avviene ogni 180-200 coppie di basi sione dell'infarto, dalla dilatazione ventricolare e
e può essere facilmente individuata con una corsa dairassottigliamento della parete ventricolare.
elettroforetica su gel di Agarosio; questa mostra un L'espansione dell'infarto sembra essere causata
caratteristico pattern a banda di frammenti multipli dalla degradazione del collageno intermiocitario ad
di 200 bp di lunghezza. Questa tecnica consente di opera delle serin-proteasi e delle Matrix Metallo
individuare con certezza cellule apoptotiche nel Proteinasi (MMPs) attivate rilasciate dai granuloci-
tessuto esaminato, ma non assegna il processo ti polimorfonucleati. Le MMPs vengono secrete
apoptotico ad uno specifico tipo cellulare, qualora il nella loro forma latente proenzimatica e vengono
tessuto in esame contenga svariati e differenti tipi attivate attraverso il clivaggio proteolitico della
cellulari. Al contrario, le metodiche che consentono sequenza pro-peptidica. L'attività collagenolitica
una individuazione in situ della apoptosi permetto inizia, circa, 3 ore dopo l'infarto ed è confinata all'a
no di riconoscere il tipo cellulare coinvolto. Il meto rea infartuata per la presenza di inibitori tissutali
do più comune per il riconoscimento delle cellule delle metallo proteinasi (TIMPs). Le TIMPs sono
apoptotiche su sezione è chiamato TUNEL (Termi proteine a basso peso molecolare che, formando dei
nal deoxynucleotidyl Transferase Biotin-dUTP Nick complessi con le metallo proteinasi attivate, neutra
End Labeling). Questo metodo identifica le cellule lizzano la degradazione del collageno nelle aree
apoptotiche in situ usando la terminal deoxynu non infartuate. Secondo una segnalazione recente
cleotidyl transferase (TdT) per trasferire il biotin- (Modena MG. et al, 2001) nelle fasi immediatamen
dUTP ai frammenti di DNA caratteristicamente eli- te successive all'infarto si avrebbe un incremento
vati in corso di apoptosi. Questi siti, marcati con acuto nella sintesi di collageno e ciò potrebbe rap
biotina, sono successivamente identificati con una presentare un "processo riparativo" che potrebbe
reazione che lega la streptavidina ed infine eviden essere utile per migliorare le proprietà meccaniche
ziati in bruno con DAB (Diaminobenzidina). Altri del miocardio. Per contro, la deposizione cronica di
metodi recentemente introdotti svelano enzimi spe collageno dovrebbe essere considerata un "proces
cificamente attivati in corso di apoptosi (come le so reattivo" con una forte influenza negativa sulla
caspasi, in particolare la caspasi 3), i ligandi-fas, geometria ventricolare sinistra.
l'annexina V, etc. Il rimodellamento del VS, dopo infarto miocar
La necrosi, dal punto di vista morfologico è dico, è un processo complesso, dinamico, legato al
caratterizzata dal rigonfiamento cellulare, inizial tempo trascorso e che nei mesi procede parallela-
mente dei mitocondri, e in seguito dell'intera cellu mente alla cicatrizzazione. Coinvolge modificazio
la; dalla aggregazione della cromatina e, infine, ni differenti tra la zona d'infarto (ZI) e la zona non
dalla rottura della membrana piasmatica che, deter infartuale (NIZ), in particolare con le seguenti
minando la fuoriuscita del contenuto degli organel- variazioni:
li citoplasmatici nell'ambiente circostante, stimola 1) struttura e forma del VS;
una risposta infiammatoria.
2) cellule coinvolte, quali miociti e non miociti;
Dal pimto di vista biochimico è, invece, caratte
rizzata dalla frammentazione casuale del dsDNA. 3) proteine, citochine e fattori di crescita;
Nella necrosi, la liberazione delle proteasi lisoso- 4) matrice extracellulare.
miali, dovuta alla rottura della loro membrana,
Eventi della riparazione: La cicatrizzazione è ima
porta alla degradazione degli istoni dei nucleosomi
proprietà comune a tutti i tessuti vascolarizzati.
e, quindi, porta alla perdita della protezione del
Dopo la necrosi miocitaria cardìaca inizia un pro
DNA e alla esposizione del DNA alle esonucleasi ed cesso riparativo. Esso inizialmente è svolto dalle
endonucleasi, anch'esse rilasciate dai lisosomi. cellule infiammatorie, quali i monociti e i macrofa
gi, le quali invadono l'area danneggiata. I macrofa
Ri mode! lamento cardiaco post-infartuale gi, attivati, producono peptidi fondamentali per il
processo riparativo. Successivamente, attratti nella
Studi quantitativi hanno dimostrato che se viene sede del danno i fibroblasti si trasformano in miofi-
perso il 40% del tessuto miocardico il paziente va broblasti.
incontro inevitabilmente a shock cardiogeno; se la La deposizione di tessuto fibroso è essenziale
quantità di tessuto miocardico persa è inferiore e per presevare l'integrità strutturale del miocardio
quando non siano state colpite aree funzionalmen nella sede della perdita miocitaria. Il turnover del
te vitali (es. sistema di conduzione) il cuore, nelle collageno varia nelle diverse sedi del miocardio e
fasi immediatamente successive all'infarto e anche nelle diverse fasi dell'evoluzione dell'infarto. Nella
in quelle più tardive, va incontro a modificazioni sede dell'infarto, la degradazione del collageno, in
della forma, delle dimensioni e dell'architettura che particolare delle sue frazioni solubili, nelle fasi
sono note come "rimodellamento ventricolare post molto precoci del processo riparativo supera la sin
infarto" (Swynghedauw B., 1999). tesi. Le MMPs sono presenti nel miocardio in forma
Circolo coronarico ® 871
latente. Quando attivate, la MMP-1 (o collagenasi un assottigliamento della parete, ma soltanto l'au
interstiziale) degrada il collageno fibrillare in fram mento del diametro trasverso e non del diametro
menti di 1/4 e 3/4 di lunghezza; le gelatinasi longitudinale. In ogni caso, senza la perdita cellula
(MMP-2 e MMP-9) degradano questi frammenti re, lo scorrimento dei miocardiociti non può avve
più piccoli. Nella sede dell'infarto l'attività collage- nire e di conseguenza né la dilatazione ventricolare
nasica aumenta a partire dal II giorno, per raggiun e nemmeno l'assottigliamento parietale.
gere un picco al VII giorno e poi declinare. L'attivi L'apoptosi che avviene nel rimodellamento ven
tà gelatinasica invece nel ventricolo infartuato tricolare è principalmente causata dallo stiramento
mostra un aumento dell'espressione dell'mRNA ("stretching"). Lo "stretching" sarcomerico, in vivo,
collagenasico (MMP-1) solo a partire dal VII giorno, determina una sovra-regolazione del sistema Reni-
per compensare la perdita del pool latente consu na Angiotensina (RSA) dei miocardiociti con un
mato. Gli inibitori tissutali delle MMPs (TIMP) neu aumento della sintesi locale di angiotensina II (Ang
tralizzano l'attività collagenolitica. La trascrizione II) e dell'espressione dei recettori dell'angiotensina
nella sede di infarto dell'mRNA del TIMP ha un II, sia di AT1 che AT2.
picco al II giorno, poi scende lentamente nelle due La sovraespressione del RAS locale, l'aumentata
settimane successive. Nelle aree lontane dall'infarto formazione di angiotensina II, l'aumentata espres
non si osservano attività collegate alla degradazio sione dei recettori AT1 e AT2 dell'angiotensina II, la
ne del collageno. La trascrizione dell'mRNA di up-regulation di Bax e la down-regulation di Bcl-2,
MMP-1 e TIMP è operata da cellule di tipo fibrobla- sembrano essere indotte dallo stiramento sarcome
stico e non da cellule endoteliali o infiammatorie. rico attraverso l'attivazione dell'onco- soppressore
La dilatazione ventricolare e l'assottigliamento p53.
della parete ventricolare sono secondari all'aumen Infatti, l'induzione forzata di p53 nei miocardio
to della pressione ventricolare tele-diastolica e citi di un ventricolo adulto, altera il rapporto protei
all'aumento dello stress parietale diastolico: coeren co Bcl-2-Bax, determina una up-regulation del RAS
temente con la legge di Laplace, che regola il rap locale e quindi potenzia e stimola l'apoptosi (Pierz-
porto tra la contrattilità e il postcarico,, la tensione chalski P et al 1997). Parimenti, si può asserire che
di parete ventricolare (T) è direttamente proporzio lo stretch meccanico mima gli effetti di ima sovrae
nale alla pressione (P) che vige alTinterno della spressione di p53.
cavità ed al suo raggio(r), inversamente proporzio Recentemente, inoltre, è stato dimostrato che
nale a due volte lo spessore della parete (delta). anche il fattore natriuretico atriale (ANF), che viene
Quindi aumentando la P o il volume, aumenta la T. abbondantemente liberato nelle fasi successive
Perché la T si riduca è necessario che questi due fat all'infarto a causa della diminuita performance
tori agiscano su un numero maggiore di elementi ventricolare, sembra aumentare l'indice apoptotico
contrattili, cioè che aumenti lo spessore della pare dei cardiomiociti dal 4,8% al 19%, anche se la
te. Viceversa, Io stress parietale viene ulteriormente aumentata produzione di ANF che si osserva nell'a
aumentato dalla dilatazione e dall'assottigliamen- trio e nel ventricolo fetale non sembra scatenare l'a-
to. Lo stress parietale diastolico comporta un inten poptosi.
so stiramento ("stretching") sarcomerico. Al contrario, l'Insulin-Like Growth Factor-1
Ciò che consente la dilatazione e l'assottiglia (IGF)-l interferisce con gli stimoli che conducono
mento della parete ventricolare sembra da ricon alla morte cellulare sia apoptotica che non-apopto-
durre ai focolai di morte miocardiocitaria apoptoti- tica; infatti, gli animali che iperesprimono IGF-1 fin
ca ed allo scorrimento "faccia-faccia" dei miocar dalla nascita possiedono un numero maggiore di
diociti all'intemo della parete ventricolare. miocardiociti. Questo effetto protettivo deU'IGF-1 è
La cronica perdita dei miocardiociti comporta la stato documentato non soltanto nel cuore dopo un
perdita di tessuto funzionante che può alterare la infarto miocardico acuto o dopo il danno da ische-
"performance" cardiaca. Poiché l'apoptosi è l'unica mia-riperfusione, ma anche nel sistema nervoso
forma di morte cellulare trovata nel miocardio centrale dopo un'ischemia. Anche se i meccanismi
ancora vitale, la necrosi non sembra partecipare al attraverso i quali IGF-1 e/o il suo recettore IGF-1R
rimodellamento di un cuore infartuato. proteggono la sopravvivenza delle cellule sono
Lo scorrimento "faccia-faccia" dei miocardiociti ancora poco conosciuti, studi condotti su culture di
implica che questi siano in grado di traslocare "fac cardiomiociti hanno dimostrato che la sommini
cia-faccia", evento che altera l'anatomia cardiaca in strazione di IGF-1 è in grado di ridurre l'apoptosi
modo diverso a seconda dei miocardiociti coinvol valutata in situ col metodo TUNEL, potenziare la
ti. Se sono coinvolti i miocardiociti orientati secon sopravvivenza delle cellule e inibire l'attivazione
do la circonferenza, la conseguenza immediata sarà delle caspasi (in particolare della caspasi-3).
l'assottigliamento parietale e l'allungamento del IGF-1 sembra potenziare la produzione da parte
diametro traverso e del diametro longitudinale del delle cellule endoteliali di ossido nitrico e questa
cuore. Al contrario, se lo slittamento interessa i mio modificazione può essere molto importante per la
cardiociti orientati secondo la circonferenza rispet sopravvivenza dei miocardiociti ventricolari di un
to all'asse longitudinale del cuore, ne deriva ancora cuore sovraccaricato. Inoltre, l'ossido nitrico, oltre
872 Cuore
ad essere un vasodilatatore, un antinfiammatorio e prime 72 ore sono la maggiore causa di morte e
un antitrombotico, diminuisce la formazione dell'a- comprendono tachicardie, da ciascun focus rapido,
nione superossido (OH*) (il radicale libero preva tanto frequenti da ridurre la gittata cardiaca, tachi
lentemente formato durante la riperfusione), cardie ventricolari e fibrillazioni ventricolari.
aumentando la resistenza all'apoptosi delle cellule.
IGF-1 è in grado di attenuare l'apoptosi dei mio- Insufficienza cardiaca: si presenta in circa 2/3 dei
cardiociti indotta dallo stretch impedendo l'up- pazienti ospedalizzati con un IM acuto. In genere
regulation del sistema Renina Angiotensina cellula predomina una disfunzione del VS con dispnea,
re (RSA) mediante la soppressione deU/onco-sop- rantoli inspiratori alle basi polmonari e ipossiemia.
pressore p53 e dei geni indotti da p53. I segni clinici dipendono dalla grandezza dell'infar
Il rimodellamento ventricolare tardivo (dopo 72 ore) e dall'entità della riduzione della gittata cardia
to
è caratterizzato prevalentemente dairipertrofia dei ca. La mortalità varia direttamente con la gravità
miocardìociti, la quale tenta di controbilanciare il dell'insufficienza cardiaca.
sovraccarico di pressione e volume a cui è sottopo Ipossiemia, che generalmente accompagna l'IM
sto il ventricolo infartuato. acuto, è in genere secondaria all'aumento della
Gli stimoli che inducono l'ipertrofia sono: l'au pressione atriale sinistra con un alterato rapporto
mentato stress parietale sistolico; l'aumentato polmonare ventilazione/perfusione, edema polmo
stretch diastolico; l'aumentata stimolazione adre- nare interstiziale e collasso alveolare.
nergica; l'aumentata produzione locale di angioten
sina II e, infine, l'aumentato livello sierico dell'Al- Ipotensione: nell'IM acuto può essere dovuta ad un
dosterone. diminuito riempimento ventricolare o ad una per
La coltivazione di cardiomiociti su dischi di sili dita della forza contrattile secondaria ad esteso IM.
cone elastico ha permesso di dimostrare che lo La diminuzione del riempimento VS è in genere
stretch induce un rapido aumento dell'mRNA di c- causata da un ridotto ritorno venoso secondario ad
fos in assenza di fattori di crescita o altri stimoli tro ipovolemia, specialmente nei pazienti che ricevono
fici. Generalmente, infatti, sono i fattori di crescita un'intensa terapia diuretica, ma può essere una
che inducono l'espressione di c-fos, come anche di conseguenza di un infarto del VD.
c-myc e c-jun. Lo stretch pare agire sui canali catio- Lo shock cardiogeno, caratterizzato da ipotensione,
nici sensibili allo stretch presenti nel sarcolemma tachicardia, ridotta escrezione urinaria, confusione
dei cardiomiociti. Questi canali consentono un mentale, sudorazione, estremità fredde, ha una
accumulo intracellulare di Ca2+; il Ca2+ attiva la mortalità maggiore del 65%. È in genere associato
Ca2+/Calmodulina protein Kinasi che fosforila ad infarto anteriore esteso, con perdita di miocardio
proteine nucleari come la Ca2+/cAMP Response funzionale del VS superiore al 40%.
Binding Protein (CREB) che lega il Ca2+/CRE
(Ca2+/cAMP Response Element) della regione pro Ischemia ricorrente: può far seguito ad un IM. Il dolo
moter di c-fos. Anche la stimolazione adrenergica re toracico dell'IM generalmente sparisce entro le
del recettore al e la Endotelina~l inducono un prime 12-24 ore. Ogni dolore toracico residuo o suc
aumento di c-fos e c-myc. cessivo può dipendere da una pericardite, un'em
L'attivazione del Sistema Renina Angiotensina bolia polmonare, polmonite, gastrite, ischemia
(RSA) locale promossa dallo stretch ha un ruolo ricorrente. In genere l'ischemia si accompagna a
molto importante nella genesi dell'ipertrofia. Infat segni ECG, ma può decorrere in forma silente in
ti, si è osservato che la somministrazione di un circa 1/3 dei pazienti, e comporta un aumentato
ACE-inibitore nei ratti con un cuore sottoposto ad rischio di recidiva d'infarto.
un sovraccarico di pressione, impedisce la forma Insufficienza funzionale del muscolo papillare: si pre
zione dell'ipertofia. senta in circa il 35% dei pazienti. In qualcuno di essi
L'ipotensione secondaria alla diminuzione della può instaurarsi un riflusso mitralico permanente
funzione ventricolare sistolica, attraverso la stimola determinato da una cicatrice del muscolo papillare
zione del sistema renina-angiotensina porta alla sin
o della parete libera.
tesi e alla secrezione di Aldosterone; questo ha un
effetto anabolico sui miocardiociti. Infatti la sommi Rottura del cuore: può avvenire secondo tre modali
nistrazione di Spironolattone,. antagonista dell'Al tà: rottura del muscolo papillare, rottura del setto
dosterone, sembra ridurre l'ipertofia ventricolare. interventricolare e rottura della parete ventricolare.
® La rottura del muscolo papillare è più spesso
Complicanze associata con un infarto infero-posteriore dovu
Aritmie: sono presenti in oltre il 90% dei pazienti. to ad un'occlusione della coronaria destra. Essa
Durante il decorso dell'IM possono comparire pre produce un'insufficienza acuta e grave della
cocemente bradicardia o ritmi ventricolari ectopici. mitrale ed è caratterizzata dalTimprowisa com
I disturbi di conduzione possono riflettere danni al parsa di un murmure apicale sistolico in genere
nodo del seno, al nodo atrio-ventricolare o al tessu associato ad edema polmonare.
to di conduzione specializzato. Aritmie gravi nelle • La rottura del setto interventricolare, benché
Circolo coronarico -> 873
rara, è circa 10 volte più comune della rottura Pericardite: può causare uno sfregamento pericardi-
del muscolo papillare. Essa si accompagna alla co in circa 1/3 dei pazienti con IM acuto transmu
comparsa di ipotensione con o senza segni di rale. Lo sfregamento compare dopo 24-96 ore dalla
insufficienza del VS. comparsa dell'IM.
© La rottura della parete ventricolare aumenta in Sindrome di Dressler: si sviluppa in alcuni pazienti
incidenza con l'età ed è più comune nelle fem diversi giorni o settimane o anche mesi dopo un IM
mine. È caratterizzata dalla improvvisa perdita acuto, benché l'incidenza sembri essere diminuita
di pressione arteriosa con persistenza tempora negli ultimi anni. È caratterizzata da febbre, peri
nea del ritmo del seno e da segni di tampona cardite con sfregamento pericardio, versamento
mento cardiaco. E quasi sempre fatale. pericardico, pleurite, versamento pleurico, infiltrati
• Purcaro et al (Am J Cardiol 1997; 29: 512-8.)
hanno identificato cinque varietà morfologiche
di rottura di cuore in sede di riscontro autoptico
o di intervento cardiochirurgico: trasudazione in
presenza di spessore parietale conservato;
microperforazioni multiple ("rottura multicana-
licolare") nell'ambito di un'area miomalacica;
ematoma epicardico ("rottura coperta"); infarci
mento emorragico della parete senza trasuda
zione; forme intermedie.
Pseudoaneurisma: è ima forma di rottura della pare
te libera del VS, nella quale un aneurisma della
parete contenente coaguli ed il pericardio preven
gono il sanguinamento.
Aneurisma ventricolare: è comune, specialmente nei
voluminosi infarti transmurali (in genere anteriori)
con miocardio residuo funzionalmente valido. L'a
neurisma può svilupparsi in pochi giorni, settima
ne o mesi. Esso non si rompe, ma può essere asso
ciato con aritmie ventricolari ricorrenti, ed a bassa
gittata cardiaca. Un'altra complicazione deìl'aneu-
risma ventricolare comprende i trombi murali e
l'embolizzazione sistemica.
Trombosi murale: si presenta in circa il 20% dei
pazienti con IM acuto (60% dei pazienti con estesi
infarti anteriori). Il 10% dei pazienti con trombosi
del VS si complica con embolizzazione sistemica. Il
rischio è maggiore nei primi 10 giorni e persiste per Fig. 39 - Estesa trombosi murale su miocardio ventricolare sn in
almeno tre mesi. infarto antera settaie.
874 ss Cuore
polmonari e dolori articolari. La diagnosi differen
ziale con una recidiva di infarto può essere difficile,
ma gli enzimi cardiaci restano normali. La sindro
me può recidivare.
Asinergia ventricolare: si può presentare nell'IMA a
causa di un alternarsi di miocardio normale e anor
male. Un segmento è acinetico quando non vi è
alcun movimento di contrazione sistolica. Un seg
mento è ipocinetico quando ha una ridotta escursio
ne contrattile ed ima parziale incapacità di contra
zione sistolica. In casi di infarti multipli il miocardio
ipocinetico è diffuso e viene definito cardiomiopatia
ischemica se predominano l'insufficienza cardiaca
con bassa gittata cardiaca e congestione polmonare. I
più importanti aspetti istologici nella cardiomiopatia
ischemica comprendono: atrofia miocitaria diffusa;
miocitolisi di cellule singole o a gruppi. La fibrosi
viene classificata in termini quantitativi come: seg
mentale, sostitutiva o riparativa ed interstiziale.
Nella cardiomiopatia ischemica sono presenti
focolai multipli di fibrosi sostitutiva associati alla
fibrosi interstiziale in entrambi i ventricoli, destro e
sinistro, e tale fibrosi, lontana dalla zona infartuale,
rappresenta più dei due terzi del tessuto fibroso che
si può osservare nelle cardiomiopatie ischemiche,
mentre le cicatrici infartuali rappresentano soltanto
un terzo. Per queste ragioni, l'infarto miocardio
innesca un processo evolutivo che coinvolge Fig. 41 - La fibrosi sostitutiva o riparativa si riferisce ad aree
entrambi i ventricoli. cicatriziali con dimensioni inferiori ad 1 cm2.
Fig. 40 - La fibrosi segmentale si riferisce ad un'area infartua Fia. 42 - La fibrosi interstiziale si riferisce ad un accumulo di
le di tessuto miocardico superiore ad 1 cm2. collageno interstiziale in assenza di una evidente perdita di tes
suto miocardico.
Insufficienza cardiaca (¡C) ^ 875
insufficienza cardiaca
■J"
—— — ► f. Pressione* arteriosa
Resistenze Simpatico t Volume
'
t
Vascolari Angìotensina II ematlc° Pressione Edema polmonare
Sistemiche Aldostcrono f Tono venosa Edema sistemico
A Vasopressina ’ venoso
Peptide
natriuretico •*’
Fig. 43 - Riflessi sistemici dell'insuffi- Atriale <4-
cenza cardiaca
876 Cuore
conseguenti congestione, dispnea, edema, cioè con pazienti a domicilio in trattamento continuo endove
un quadro clinico identico a quello dei pazienti con noso per trattamento sintomatico o sottoposti ad assi
cardiopatia dilatativa e disfunzione ventricolare. stenza circolatoria meccanica; pazienti collocati in un
Classificazione: esiste una classificazione funzionale hospice per il trattamento dell'IC.
dell'IC, basata principalmente sulla gravità dei sin Così l'insufficienza cardiaca è inquadrata come il
tomi percepiti dal paziente e rilevati dal clinico; cancro, nel senso di individuare soggetti a rischio,
essa è suddivisa in quattro classi di gravità crescen pazienti con malattia in situ, e pazienti con malattia
te, con reversibilità possibile e per trattamenti tera conclamata o diffusa, (vedi M. Hoshijima e K.R. Chien,
peutici che sostanzialmente non differiscono fra 2002). Naturalmente, sia la diagnosi precoce che il trat
loro. Tale classificazione è nota come NYHA (New tamento saranno adeguati allo stadio della malattia.
York Heart Association). In conclusione, i due parametri cruciali per valu
® Classe I: pazienti senza limitazioni di attività; non ci tare insorgenza e grado dell'insufficienza cardiaca
sono sintomi in condizioni di attività normale. sono la contrattilità del muscolo cardiaco e l'emodi
• Classe II: pazienti con lieve, media limitazione di namica. La capacità del cuore di mantenere la sua
attività; sono in buone condizioni a riposo o con funzione di pompa si può spiegare con diversi mec
moderata attività. canismi, i più importanti dei quali sono:
• Classe III: pazienti con marcata limitazione di attivi - il meccanismo di Frank-Starling, grazie al quale
tà, stanno bene solo a riposo. un aumento del precarico produce un migliora
• Classe IV: pazienti che dovrebbero stare a completo mento della performance cardiaca.
riposo, a letto o in poltrona; qualsiasi attività fisica è - i sistemi neuroumorali, tra cui il rilascio di nora-
mal tollerata e vi è sintomatologia anche a riposo. drenalina da parte dei nervi cardiaci, che hanno
Recentemente, l'American College of Cardio- effetto inotropo positivo sulle cellule del miocar
logy e l'American Heart Association hanno propo dio, l'attivazione del sistema renina-angiotensi-
sto ima nuova classificazione basata su quattro na-aldosterone, che ha il ruolo di mantenere una
stadi, che rappresentano tappe evolutive e di pro efficace pressione di perfusione a seguito di
gressione dell'IC, stadi che possono progredire da ritenzione idrosalina.
A verso D, mentre la regressione non è possibile. - il rimodellamento del muscolo cardiaco, che
conduce ad un aumento della massa del tessuto
Stadi dell'IC contrattile, in presenza o in assenza di dilatazio
• Stadio A: Pazienti ad alto rischio di sviluppare IC a ne delle camere.
causa della presenza di condizioni che sono stret Tutti questi meccanismi omeostatici, attivi a
tamente associate allo sviluppo di IC. Tali pazien breve o a lungo termine, sono in grado di mantene
ti non hanno anormalità strutturali o funzionali re la funzionalità cardiaca a livelli pressoché nor
del pericardio, miocardio o delle valvole cardiache mali, ma il loro effetto positivo è limitato e, alla
e non hanno mai mostrato segni o sintomi di IC. lunga, si giunge comunque allo scompenso.
Esempi: Ipertensione sistemica; malattie delle arterie L'inadeguatezza funzionale del miocardio ven
coronariche; diabete mellito; storia per uso di farmaci tricolare, specie della sezione di sinistra, è da ricon
cardiotossici o di abuso di alcool; storia personale di durre al fenomeno oggi noto come rimodellamento,
febbre reumatica; storia familiare di cardiomiopatia. che consiste in un'alterazione della grandezza,
® Stadio B: Pazienti che hanno sviluppato una forma e funzione del ventricolo.
malattia strutturale cardiaca strettamente asso Le cause che lo determinano sono svariate, in
ciata con lo sviluppo di IC, ma che non hanno particolare: infarto miocardico, cardiomiopatie,
mai mostrato segni o sintomi di IC. ipertensione, malattie valvolari. I fenomeni basilari
Esempi: Ipertrofia o fibrosi ventricolare sinistra; dila die sottendono il rimodellamento sono: l'ipertrofia,
tazione o ipocontrattilità VS; malattia valvolare car la perdita di miociti (apoptosi), l'aumento della
diaca asintomatica; precedente infarto miocardio. fibrosi interstiziale, lo scivolamento "faccia a fac
® Stadio C: Pazienti che hanno sintomi precedenti cia" dei miociti.
o in atto di IC associati a segni di malattia car
diaca strutturale. Ipertrofia cardiaca: questo termine indica un aumen
Esempi: Dispnea o affaticamento dovuti a disfunzio to della massa cardiaca determinato da una ipertro
ne sistolica VS; pazienti asintomatici che sono sotto fia cellulare, evocata da stimoli emodinamici, mec
posti a trattamento per una precedente IC. canici, ormonali e patologici; si realizza per consen
© Stadio D: Pazienti con avanzata malattia struttu tire la normalizzazione dello stress sistolico parieta
rale cardiaca e marcati sintomi di IC a riposo e le. Nel caso di un sovraccarico di pressione si ha la
nonostante l'impiego di terapia medica a dosi replicazione in parallelo delle miofibrille, un ispes
massime; richiedono interventi specializzati. simento dei miociti e un discreto incremento dello
Esempi: pazienti che sono frequentemente ospedaliz spessore parietale, determinando il quadro della
zati per IC o che non possono essere dimessi senza ipertrofia concentrica senza dilatazione della cavità
pericolo; pazienti ospedalizzati in attesa di trapianto; ventricolare.
Insufficienza cardiaca (IC) ly 877
Fig. 46 - Zona periferica di un infarto recente; a sn si osserva una chiara figura mitotica; a destra si conferma la natura miocita
ria della cellula attraverso l'applicazione della microscopia confocale e l'uso di anticorpi anti actina alfa sarcomerica (rosso) e iodu
ro di propidio (blu) per il DNA.
Miocarditi e cardiomiopatie ® 879
sarebbe opportuno avere sempre a disposizione L'impiego della biopsia endomiocardica (BEM)
materiale bioptico congelato su cui eseguire PCR o nell'inquadramento diagnostico delle cardiomio
RT-PCR per la ricerca del DNA o RNA virale: nel patie e dell'insufficienza congestizia del cuore è
caso di enterovirus la sensibilità del metodo può ancora dibattuto. Tuttavia, rimane un gruppo di
essere del 100%. cardiomiopatie che sfuggono alle indagini cliniche
Fig. 49 - In questa serie di immagini a partire dall'alto a sn si osservano focolai di infiltrazione miocardica ad opera di formazio
ni granulomatose caratterizzate da cellule epiteliodi e cellule giganti con scarsa rappresentazione di linfociti. In basso a destra si
apprezza un aspetto di vasculite con formazione dì un trombo in sede sub-epicardica nello stesso caso. La malattia è stata inqua
drata come miocardite granulomatosa morfologicamente simile alla sarcoidost.
882 & Cuore
Fig. 50 - Miocardite attiva caratterizzata da denso infiltrato lin Fig. 52 - Assai minore la quota di linfociti B, CD20 positivi.
focitario associato a necrosi miocitaria.
e per le quali può esistere l'indicazione ad una
BEM, purché eseguita in un Centro di alta qualifica
zione ed esperienza e quando " esistono fondate
ragioni per ritenere che i risultati avranno un bene
fico effetto sulle successive condotte terapeutiche"
(American College of Cardiology/ American Heart
Association: ACC/AHA). Malgrado tutto questo,
l'utilità della BEM rimane controversa per la possi
bilità di un numero elevato di falsi negativi.
Due osservazioni recenti rivalutano l'importanza
della BEM: l'alta precisione diagnostica (75%) nei
casi che sfuggono ad un preciso inquadramento cli
nico e l'importanza per una terapia immunosoppres-
siva di soggetti con miocarditi attive accompagnati
da autoanticorpi cardiaci o da virus C, mentre non
rispondono alla terapia i soggetti con miocarditi atti
ve da virus diversi da HCV e senza autoanticorpi.
Le cardiomiopatie sono classificate, quando
possible, su base etiologica-patogenetica oppure sul
predominante quadro fisiopatologico.
Le cardiomiopatie sono classificate come:
1. cardiomiopatie dilatative
2. cardiomiopatie ipertrofiche
3. cardiomiopatie restrittive
4. cardiomiopatia aritmogenica del ventricolo
destro (VD).
Fig. 51 - La caratterizzazione immunoistochimica del l'infiltrato Cardiom iopatia dilatativa: questa forma è caratte
mostra una diffusa positività all'anticorpo antÌ-CD3/ associato rizzata da dilatazione e insufficiente contrazione
ai linfociti T. del VS o di entrambi i ventricoli. È la forma più fre-
Miocarditi e cardiomiopatie & 883
i
danno ischemico. (Etiología: "ABCD": Alcool, Beri A Aumento pressione i ¿ Gittata cardiaca
1 Riempimento
beri, Coxsackievirus,Cocaina, Chagas, Doxorubici- ventricolare
+,
Rigurgito mitralico Affaticamento
na). Il quadro istologico è aspecifico: fibrosi intersti
debolezza
ziale, ipertrofia miocardica, modificazioni degene
rative miocitarie. In genere è quello di un'insuffi Congestione polmonare
cienza cardiaca progressiva. Sono frequenti ad ogni • Dispnea
stadio di malattia le aritmie, le embolie o le morti • Ortopnea
improvvise. • Rantoli
Congestione
a Pressione Congestione
J giugulare
ventricolare — ►venosa
T diastolica
* Epatomegalia
Edemi periferici
Rigidità
miocardica
; \ ;
V] Riempimento I Efflusso > Debolezza
^ventricolare ▼cardiaco Affaticamento
Fig. 53 - Quadro macroscopico di cardiomiopatia ipertrofica (CO)
con aumento di spessore bilaterale della parete ventricolare e
relativa riduzione delle cavità. Meccanismi fisiopatologici della cardiomiopatia restrittiva.
Troponina
^
TROPOMIOSINATnT TnC
f ^ Tnl
Fio. 58 - Lembo valvolare mitralico occupato da una voluminosa formazione grigiorossastra, con parziale erosione della pagina
valvolare.
Fig. 59 - Massa trombotica vegetante composta da detriti cel Fig. 60 - If trombo contiene, verso la superficie sfefb-endocardi
lulari. ca, numerose colonie batteriche.
mente all'intero anello valvolare, provocando 2) embolizzazione più o meno massiccia di fram
ascessi deH'anello, del setto, formazioni fistolose menti di trombi settici in sedi distanti con conse
con possibile deiscenza secondaria della protesi ed guenti infarti, di regola settici;
insufficienze valvolari acute. 3) disseminazione ematogena continua di cariche
I quadri clinico-patologici delle EI possono batteriche;
dipendere dalle lesioni locali e da quelle generali: 4) danni d'organo determinati dalla deposizione di
complessi immuni antigene-anticorpo o anticor-
1) conseguenze cardiache proporzionate all'entità po-complemento che vanno a legarsi ad antige
del danno anatomico determinato dalla flogosi; ni tissutali.
888 Cuore
Conseguenze cardiache: il quadro che si instaura è
quello determinato
Febbre reumatica (FR)
La FR è la causa più comune di malattie cardia
- dalla distruzione di segmenti valvolari, partico che acquisite nei bambini e nei giovani nelle diver
larmente della mitrale o delle valvole aortiche, se aree geografiche. L'incidenza e la prevalenza
- dalla rottura di tendini valvolari, variano, tuttavia, notevolmente, poiché nelle aree
- dalla diffusione del processo infettivo al tessuto industrializzate l'incidenza è in costante declino,
cardiaco circostante; evento questo che si realizza mentre nel terzo mondo essa rimane fissata attorno
per EI delle valvole aortiche e di quelle insorte su a 100 casi per 100.000 abitanti. Questo fenomeno è
protesi valvolari. Si tratta allora di ascessi a carico in rapporto con la supposta etiologia della malattia,
delTannulus e dei tessuti perivalvolari, con possi che è stata indicata in un'infezione faringo-tonsilla-
bile pericardite purulenta o alterazioni del fascio re da streptococco di gruppo A (Fig. 61a). La miglio
di conduzione. La distruzione valvolare, specie re prova di ciò è data dalla mancata comparsa di
mitralica, produce un sovraccarico rapido del ven malattia dopo eradicazione completa dell'agente
tricolo sinistro che, associato ai frequenti danni microbico dal focolaio faringitico. Tuttavia, va
miocardici da miocardite embolica, spesso puru segnalato che, in una piccola percentuale di casi,
lenta, determina l'insufficienza cardiaca acuta. non è possibile individuare anamnesticamente un
Le complicanze em boliche sono molto frequenti precedente episodio faringitico. Fattori importanti
per lo sviluppo della malattia sono rappresentati,
(attorno al 50% dei casi) in rapporto alla friabilità
oltre che dalla persistenza dell'agente patogeno, da
delle vegetazioni ed alla turbolenza del flusso ema
alcune peculiarità dello stesso agente (ceppi viru
tico. Le conseguenze dipendono dalla virulenza
lenti, incapsulati, mucoidi- tipi M 1,3,5,6,14,18,19,27
della carica batterica (ascessi metastatici da emboli
e 29), con capacità di indurre elevate risposte
settici; infarti semplici da emboli a bassa carica bat
immunitarie, di indurre risposte crociate, attraverso
terica o da microorganismi a bassa virulenza) e
la proteina fibrillare M di membrana dello strepto
dalla sede che viene colpita: a causa della prevalen cocco, con antigeni che sono espressi anche dai
za di lesioni a carico del cuore di sinistra, le embo
miociti cardiaci, in particolare da proteine di mem
lie prediligono il circolo sistemico. In questo caso, si brana sarcolemmatica e dalla miosina cardiaca; è
avranno embolie cerebrali in oltre il 20% dei casi, inoltre importante la risposta dell'ospite stesso, il
con conseguenze spesso mortali, ed embolie del cir quale mostra predisposizione familiare con suscet
colo sistemico di tipo terminale (milza, reni, mesen tibilità legata agli antigeni di istocompatibilità
tere), le quali possono decorrere anche in maniera HLA-DR 1,2,3 e 4.
clinicamente silente. Le embolie delle arterie coro La malattia reumatica è clinicamente rappresen
narie sono rare, fatta eccezione per quelle seconda tata da una reazione infiammatoria a carico del tes
rie ad EI delle semilunari aortiche e particolarmen suto connettivo e connettivo-vascolare, con interes
te di quelle a carico delle protesi valvolari aortiche. samento di diversi organi, principalmente il cuore,
La batteriemia persistente, anche in assenza di le articolazioni, il SNC e i tessuti cutaneo e sottocu
emboli settici, può provocare infezioni metastati taneo. La sindrome clinica è caratterizzata da segni
che, spesso di tipo miliariforme, ed aggravamento clinici maggiori e minori; per la diagnosi clinica
del quadro generale. occorrono due criteri maggiori od uno maggiore e
Le complicanze immunologiche sono prevalen due minori (vedere Tabella).
temente determinate dalla presenza in circolo di L'interessamento cardìaco della FR è rappresen
titoli elevati di complessi immuni che possono tato dalla cardite e pericardite, la gravità è variabi
depositarsi assieme al complemento in sede subepi le, da forme mortali di insufficienza cardiaca a
teliale glomerulare lungo la membrana basale con forme più lievi, caratterizzate dagli esiti sclerotici
quadri di glomerulonefrite focale o diffusa, che può delle flogosi a carico degli apparati valvolari.
evolvere in insufficienza renale in un numero eleva
to di casi. Alla presenza di immunocomplessi circo
lanti sono attribuiti quadri di artrite, emorragie Critèri per la diagnosi dinica di FR
subungueali, petecchie e porpora. I "noduli di (criteri di Jónes, aggiornati 1992)
Osler" sono piccoli noduli dolorosi della cute dei
polpastrelli e delle dita e sono verosimilmente
Segni maggiori Segni minori
determinati da fenomeni embolici, mentre le lesioni
purpuriche od emorragiche sono determinate da Pancardite Artralgie
lesioni vasculitiche per precipitazione di immuno
complessi nella parete dei vasi. Quando il fenome Poliartrite migrante Febbre
no è a carico di diramazioni arteriose di maggior Corea VES elevata
calibro si determina una necrosi fibrinoide della
parete con concomitante risposta infiammatoria ed Eritema marginato Aumento Proteina C reattiva
un quadro che può simulare la panarterite nodosa Noduli sottocutanei ECG: allungamento intervallo PR
(cosiddetti aneurismi "micotici").
Endocarditi & 889
Vaso
linfatico
afferente
Streptococco
p-emolitico linfatico
TONSILLITE gruppo A efferente
Reazioni
immunologiche crociate
nei tessuti del cuore:
Fig. 62 - Nodulo reumatico a sede interstiziale, con cellule di Fig. 63 - Nodulo reumatico a sede perivasale, con grossi Tstio-
Aschoff (da Ferrara in G. Lanza, Anatomia patologica sistema citi e cellule di Aschoff al centro ed alcuni dementi iinfoidi alia
tica, Piccin). periferia (da Ferrara in G. Lanza I.e.).
Endocarditi sì 891
Fig. 64 - a) Granuloma di Aschoff in evoluzione cicatriziale e scomparsa delle fibre miocardiche; b) cicatrici reumatiche; c) cica
trici reumatiche di vecchia data (Osserv. del prof. D. Sciarra).
giorano il danno funzionale della valvola. Il terzo realizzano, pertanto, stasi venosa polmonare ed
fenomeno che entra in gioco è rappresentato dalla aumento di carico del ventricolo destro con secon
fusione delle corde tendinee che si ispessiscono ed daria ipertrofia. Nei gradi estremi, il ventricolo
iniziano un processo di retrazione. Infine, intervie destro si dilata (ipertrofia eccentrica) inducendo
ne la calcificazione distrofica dei lembi valvolari, una insufficienza relativa della valvola tricuspide
per precipitazione di sali di calcio sia all'interno dei (cosiddetta tricuspidalizzazione del vizio mitrali-
lembi valvolari fibro-sclerotici, sia a livello delTan- co), stasi del circolo venoso generale che finisce per
nulus valvolare. Il concorrere deirinsieme di questi compromettere il circolo epatico. I polmoni, a causa
fenomeni conduce ad un progressivo deteriora della stasi cronica, assumono un aspetto brunastro,
mento della funzione della valvola mitrale, con determinato sia dalla stasi ematica, sia dalla presen
quadri che possono essere di stenosi pura (rara), di za di numerosi macrofagi carichi di emosiderina
steno-insufficienza o di insufficienza. Ogni danno
reperibili in sede endoalveolare (cosiddette cellule
valvolare provoca profonde ripercussioni funziona
li sul circolo ematico. da vìzio cardiaco di Bizzozzero); aumento di consi
La stenosi mitralica pura induce aumento di stenza del parenchima per fibrosi del connettivo
pressione nulTatrio sinistro, con conseguente iper interstiziale. Le arterie polmonari, sede di iperten
trofia della muscolatura atriale ed aumento di pres sione secondaria, si dilatano e sono sede di deposi
sione sul circolo polmonare. L'atrio, nelle fasi pro ti lipidici o di vere placche aterosclerotiche.
lungate di ipertensione da stenosi mitralica, tende L'insufficienza mitralica pura è assai rara, men
alla dilatazione; talora questa può giungere a gradi tre è facile il riscontro di un quadro misto di steno-
assai elevati. In questi casi, in particolare, possono insufficienza per fibrosclerosi delle cuspidi associa
aggiungersi due ulteriori complicazioni: la forma ta alla retrazione delle corde tendinee; così l'ostio
zione di trombi atriali, prevalentemente nell'aurico valvolare si restringe, essendo anche compromesso
la; talora occupanti gran parte dell'atrio (cosiddetti il ritorno completo dei lembi al momento della
"trombi a palla" per la forma sferoidale); la fibrilla sistole ventricolare. La conseguenza è ima ipertro
zione della parete dell'atrio è una conseguenza di fia Ventricolare sinistra che complica ulteriormente
rilievo. Infatti, può instaurarsi la temibile complica il quadro della stenosi mitralica.
zione della formazione di emboli (circa 30% dei
casi), disseminati entro il circolo generale; se esiste Valvulopatia aortica: Come nel caso della mitrale,
una comunicazione interatriale con ipertensione l'insufficienza o la stenosi aortica pure post-reuma-
dell'atrio sinistro l'embolizzazione può raggiunge tiche sono molto rare: prevalgono infatti i danni
re il circolo polmonare. misti, di stenosi ed insufficienza. Il meccanismo del
La persistenza dell'ipertensione nel circolo danno è simile a quello già descritto per la mitrale:
venoso polmonare, secondaria all'ipertensione nel fusione delle commissure valvolari con impossibili
l'atrio sinistro, induce ipertensione capillare, quin tà alla chiusura e restringimento dell'orifizio valvo
di, ipertensione del circolo arterioso polmonare: si lare.
Valvulopatie non reumatiche corso di malattie del collageno. La radice aortica ha
ima circonferenza di cm 10,5; un suo aumento
Valvulopatia aortica non reumatica: la valvola aortica determina insufficienza, specie quando raggiunga i
normale è formata da tre cuspidi semilunari che, 12 cm. La dilatazione può avvenire in corso di
durante la diastole, entrano in mutuo contatto, malattia di Marfan: condizione dipendente da una
sovrapponendosi parzialmente; durante la sistole si mutazione del gene che codifica la proteina fibrilli-
piegano invece verso la parete aortica, restringendo na, e che comporta una alterazione della parete
i seni aortici di Vaisalva. Il combaciamento e la par media elastica dell'aorta, con scomparsa delle fibre
ziale sovrapposizione sono un elemento funzional elastiche e sostituzione con laghi di mucopolisacca-
mente determinante per assicurare la perfetta tenu ridi. La malattia determina precocemente non solo
ta valvolare durante la diastole del ventricolo sini la dilatazione dell'aorta, ma può anche causare la
stro, così come assicurano la tenuta nei casi di valvo formazione di un aneurisma dissecante del tratto
le fenestrate, sia per difetto congenito, sia per difet ascendente dell'aorta, con fissurazione lineare poco
to acquisito nel corso dell'invecchiamento. Oltra alla al di sopra dell'anello valvolare.
fenestratura, l'età induce una progressiva fibrosi dei Scomparsa praticamente la sifilide terziaria
lembi valvolari, specie lungo i margini, di chiusura, come causa di aneurismi dell'arco dell'aorta ascen
e per lo stesso meccanismo probabilmente compaio dente per infiltrazione infiammatoria, prevalente
no piccoli noduli fibrosi al centro di ogni cuspide mente plasmacellulare, dei vasa vasorum e loro
(noduli o corpuscoli di Aranzio), tuttavia privi di successiva endoarterite obliterativa, le infiamma
significato patologico. Più importante, invece, il zioni della radice aortica sono oggi causate da
fenomeno età-correlato della calcificazione, che ini malattie del collageno (spondilite anchilosante,
zia a comparire in corrispondenza dei seni e si malattia di Reiter, artrite reumatoide) il cui quadro
estende progressivamente ad interessare le cuspidi istologico è caratterizzato da flogosi dei vasa vaso-
valvolari. La calcificazione distrofica delle semilu rum con infiltrazione linfo-plasmacellulare, distru
nari aortiche può essere causa di stenosi valvolare zione secondaria della tonaca media e retrazione
nei soggetti di età, in genere, superiore ai 70 anni. deH'intima che assume aspetto ad "acciottolato"
La stenosi aortica pura può essere congenita,
quale conseguenza della mancata separazione delle
cuspidi valvolari aortiche. Essa è responsabile di Insufficienza mitralica non reumatica
circa il 5% dei casi di cardiopatie congenite e può Calcificazione distrofica delVannulus mitralico: è di
presentarsi sia come diaframma fibroso con perfo osservazione comune autoptica nei soggetti anziani
razione centrale, oppure come forma "unicommis che, in genere, passa inosservata per le inapparenti
surale" in cui è presente un orifizio eccentrico di conseguenze funzionali. Solo raramente, se molto
forma ellittica. grave, può provocare insufficienza valvolare. L'en
La valvola aortica può essere congenitamente tità del fenomeno è condizionata da eventi favoren
bicuspide (1-2% della popolazione) ed essere costi ti, quali l'ipertensione sistemica, la stenosi aortica,
tuita da due cuspidi di dimensioni aH'incirca ugua le patologie dello scheletro fibroso valvolare, quali
li; altra malformazione è data dalla presenza con quelle presenti nella malattia di Marfan.
temporanea di un tralcio di connettivo fibroso che
si diparte da una delle cuspidi e si ancora alla pare Sindrome da prolasso della valvola mitralica (PVM): è
te aortica (cosiddetto rafe mediano, che non corri sindrome clinica di diversa patogenesi, con danni
sponde ad una semilunare malformata). E malfor che possono coinvolgere i lembi valvolari, le corde
mazione ben tollerata, ed a lungo senza danni fun tendìnee, i muscoli papillari e l'annulus valvolare.
zionali; in età adulta precoce tende alla calcificazio È una condizione piuttosto comune, coinvolgendo
ne causando insufficienza aortica (età 30-50 anni). circa il 2,5-10% della popolazione, a seconda del
La stenosi aortica può essere una delle cause di rigore nell'applicazione dei criteri diagnostici. Nor
morte improvvisa, probabilmente per l'insorgere di malmente, la valvola mitrale protrude lievemente
aritmie ventricolari secondarie all'ipertensione ven nell'atrio sinistro e, quando il fenomeno diventa
tricolare sinistra, condizione sfavorevole alla perfu molto consistente, si parla di valvola floscia o
sione miocardica subendocardica. "floppy": si instaura così un rigurgito mitralico
L'insufficienza aortica è il risultato di un'incom quando i lembi valvolari non chiudano compieta-
petenza tra area coperta dalle semilunari aortiche e mente. La condizione di PVM è spesso isolata, ma
area dell'anello valvolare aortico. Pertanto, le cause può essere associata ad altre malattie, in particolare
di insufficienza potranno dipendere da alterazioni a malattie ereditarie del tessuto connettivo, quali
delle semilunari (retrazione cicatriziale, perforazio Marfan, Ehlers-Danlos, osteogenesi imperfetta, etc.
ne) o da anomalie della radice aortica (infiammato La valvola mitrale ha un aspetto mixomatoso,
rie, dilatazione aortica). Le cuspidi aortiche sono per un'imbibizione mixoide, da parte di mucopoli-
distrutte a seguito di endocarditi infettive, mentre saccaridi acidi, dello strato intermedio della valvo
una retrazione è il risultato di un processo cicatri la; l'indagine ultrastrutturale evidenzia anche
ziale determinato o dalla malattia reumatica o da disordine, frammentazione e riduzione delle fibril
processi infiammatori che si possono osservare nel le collagene.
Tumori cardiaci a 893
/•tSféS'’
può dare, fatta eccezione dei casi complicati da pos Il lipoma può essere presente in sede subendo
sibili embolie. Si tratta di una lesione papillare digi cardica, subepicardica od intramiocardica nel ven
tiforme costituita da sottili proiezioni che possono tricolo sinistro, atrio destro o setto interatriale; la
giungere ad un cm di diametro, localizzate sulla sua sintomatologia, se presente, dipende dalla loca
superficie ventricolare delle valvole semilunari aor lizzazione e dal volume: in genere è asintomatico,,
tiche o sulla superficie atriale delle valvole atrio ma può provocare ostruzioni valvolari o determi
ventricolari. Istologicamente, si tratta di raccolte di nare aritmie. La localizzazione atriale va sotto il
materiale mucopolisaccaridico mixoide, frammisto nome di ipertrofia lipoma tosa.
a fibre elastiche, rivestito da endotelio. Si discute se Il rabdomioma è il tumore più frequente, benigno,,
si tratti di una vera neoplasia o non piuttosto di una colpisce l'infanzia e si manifesta precocemente per
formazione trombotica organizzata. sintomi di ostruzione valvolare. Si tratta di masse
bianco-grigiastre, di alcuni cm di diametro, localiz
zate al miocardio ventricolare e proludenti nella
cavità ventricolare. Istologicamente, è composto da
cellule in genere voluminose, con citoplasma chia
ro/ ma ricco dì glicogeno, spesso plurivacuolato,
con nuclei ancorati al citoplasma da sottili tralci
citoplasmatici, così da assumere un aspetto "aracni-
forme" (cellule aracniformi) (Fig. 67). La natura
miocitaria delle cellule è testimoniata dalla presen-.
za di miofibrille. La natura di questa lesione è vero
similmente amartomatosa, piuttosto che veramente
neoplastica; si associa infatti spesso ad altre lesioni
amartomatose, come la sclerosi tuberosa.
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w ^
JmJm Cardiopatie
congenite
C. Frescura, G. Thiene
C A R D I A C H E SN E T À ’ P E D I A T R I C A (% )
fra le popolazioni viventi del nostro pianeta: le car
diopatie congenite più frequenti fra gli aborigeni T o r o n t o 1 9 5 0 - 1 9 8 0
Wt Storia naturale B o e m ia 5 .0 3 0 ca si (1 9 8 0 -1 9 9 0 )
aortici. AlTestremità caudale, invece gli atri sono in te. La porzione bulbo-ventricolare diviene presso
contatto con le vene ombelicali, vitelline e cardinali ché libera nella cavità pericardica mentre le estre
dei seni venosi (Fig. 4). mità caudale (atrio comune) e craniale (aorta ven
Da ciascuna di queste regioni in cui è diviso il trale) rimangono ancorate alle riflessioni pericardi-
tubo cardiaco primitivo si origineranno le strutture che mediante il mesocardio dorsale. Esaurita la
cardiache definitive, mediante una serie di processi spinta anteriore, la crescita rapida della regione
di torsione, allineamento e sepimentazione. bulbo-ventricolare, rispetto alle altre regioni e alla
Già in questo stadio iniziano delle contrazioni cavità pericardica stessa, determina un processo di
irregolari ed intermittenti a livello della regione "looping", ovvero la formazione di un'ansa che
ventricolare. normalmente è rivolta verso destra ed è nota con il
Nella tabella 12 viene indicata la diversa termi nome di d-loop (Fig. 5). Questo fenomeno non è
nologia usata per indicare le varie porzioni del tubo casuale ma dovuto alla differente potenzialità gene
cardiaco primitivo a seconda della letteratura clas tica di sviluppo degli abbozzi cardiaci primordiali
sica e più recente, e quali siano le strutture corri destro e sinistro. Lo sviluppo di un d-loop determi
na la normale posizione spaziale dei due ventricoli
spondenti al termine dello sviluppo.
a termine dello sviluppo, che vede il ventricolo
destro posto a destra ed il ventricolo sinistro posto
Torsione de! tubo cardiaco e formazione a sinistra. Nel caso in cui l'ansa si pieghi verso sini
dell'ansa bulbo ventricolare stra (1-loop), a termine dello sviluppo la posizione
dei ventricoli sarà speculare rispetto al normale
Tra il 23° e 25° giorno dalTovulazione (lunghez (Fig. 5).
za dell'embrione 2,5-3,2 mm) avvengono i processi Una volta avvenuto il processo di "looping", il
di torsione del tubo cardiaco primitivo. Con l'acqui cuore si presenta con una porzione discendente di
sizione della porzione atriale caudalmente e della entrata costituita dal ventricolo primitivo, cioè dal
regione degli efflussi a livello cefalico, il neo tubo futuro ventricolo morfologicamente sinistro, men
cardiaco si è molto allungato e subisce inizialmente tre la porzione ascendente di uscita è formata dal
una spinta verso Lavanti con parziale rarefazione bulbus cordis, cioè dal futuro ventricolo morfologi
del mesocardio dorsale che lo ancora posteriormen camente destro (Fig. 5) che supporta gli efflussi
la chiusura deH'ostium primum. La spina vestibuli, te atriaie avvengono dei processi di espansione su
descritta già da His neh 1880, è una struttura che entrambi i lati che danno origine alle appendici
deriva dal tessuto mesodermico del mesocardio auricolari. È la formazione delle auricole, poste
dorsale. La fusione fra spina vestibuli e cuscinetti rispettivamente a destra ed a sinistra del tratto di
endocardici atrioventricolari darà origine al setto efflusso, che per prima differenzia la componente
membranoso. destra e sinistra dell'atrio comune. Questa differen
Prima deHa completa chiusura deirostium pri ziazione avviene sotto controllo genetico.
mum, dal momento che la circolazione fetale è com L'atrio destro definitivo sarà in gran parte costitui
patibile solo con due atri in comunicazione fra di to daU'auricola destra e dal seno venoso di destra,
loro, un processo di apoptosi del septum primum posto fra questa ed Hsetto interatriale, mentre l'atrio
in regione postero-superiore porta ad una sua per sinistro definitivo deriverà per lo più dal contributo
forazione ed alla formazione del cosiddetto ostium dell'atrio primitivo e sarà solo in piccola parte costi
secundum. tuito daH'auricola sinistra e dalle vene polmonari.
Tra il septum primum e la radice del seno veno
so, contrassegnata daHe valvole destra e sinistra del Setto interventricolare
seno stesso, cresce successivamente un'altra piega,
il septum secundum, il cui margine libero è diretto Con la formazione dell'ansa bulbo-ventricolare il
inferiormente e posteriormente a sovrapporsi aH'o- sangue dagli atri deve passare attraverso una porzio
stium secundum ed a delineare il bordo del forame ne discendente (ventricolo primitivo) ed una porzio
ovale. Quest'ultimo è pertanto formato nel suo con ne ascendente (bulbus cordis) dell'ansa per raggiun
torno in parte dal septum primum ed in parte dal gere Hpolo arterioso. Il passaggio fra le due porzio
septum secundum. ni è delimitato in alto, a HveUo deHa piccola curvatu
Il forame ovale rimane pervio durante la vita ra deH'ansa, da una piega che prende il nome di flan
fetale così assicurando ima comunicazione fra atrio gia bulbo-ventricolare o piega primaria.
destro e sinistro. Dopo la nascita, mediante la fusio A livello della grande curvatura fra il ventricolo
ne fra septum primum e septum secundum, il fora primitivo e la regione ventricolare di uscita (bulbus
me ovale si chiude, lasciando una depressione, la cordis) per processi di espansione ed escavazione a
fossa ovale, formata da tessuto del septum primum. carico deUe pareti Hbere, si viene a formare un primo
In concomitanza con i fenomeni di settazione, a abbozzo di setto interventricolare (setto interventri
carico delle pareti latero-superiori deHa componen colare primario) che corrisponde alla definitiva por
906 Cardiopatie congenite
zione trabecolata di entrambi i ventricoli. Il passaggio una struttura ad origine esclusiva dal ventricolo
fra ventricolo primitivo e bulbus cordis, delimitato in destro che a questo stadio comunica con entrambi gli
basso dal neo setto trabecolato ed in alto dalla piega efflussi. L'aorta comunica quindi con il ventricolo
primaria (o flangia bulbo-ventricolare), rappresenta il sinistro attraverso il forame interventricolare ma è in
forame interventricolare primario. La comparsa delle connessione con la cavità ventricolare destra.
trabecole inizia a carico della porzione di entrata L'allineamento fra aorta e ventricolo sinistro
ancor prima dei fenomeni di torsione ed è la forma avviene con la fusione dei cuscinetti endocardici
zione dì queste trabecole che differenzia morfologica con la cresta del setto interventricolare che darà ori-
mente la componente ventricolare di entrata dalla gine al vestibolo subaortico.
componente ventricolare di uscita. A differenza degli Il setto membranoso a termine dello sviluppo è
atri la morfologia dei ventricoli è il risultato non di costituito da due porzioni, una interventricolare,
una asimmetria destra-sinistra, ma riflette lo svilup che mette in comunicazione i due ventricoli, ed una
po in serie delle componenti ventricolari del tubo car atrioventricolare che mette in potenziale comunica
diaco (Fig. 4). Per questo motivo è possibile avere un zione l7atrio destro con il ventricolo sinistro, divise
isomerismo atriale (due atri entrambi di morfologia dall'inserzione del lembo settale della tricuspide.
destra o sinistra) ma non lo sviluppo di un isomeri La porzione atrioventricolare deriva dalla fusione
smo ventricolare. dei cuscinetti endocardici atrioventricolari con la
Durante lo spostamento verso destra del canale spina vestibuli, mentre la porzione interventricola
atrioventricolare, secondo alcuni autori si avrebbe la re è data dalla trasformazione fibrosa della parte
formazione di un'altra componente del setto musco prossimale dei cuscinetti endocardici conali.
lare, chiamata setto di afflusso o posteriore, che si ver In conclusione, il setto interventricolare alla fine
rebbe ad interporre fra i due orifizi atrioventricolari, dello sviluppo sembra formato da quattro porzioni
mitralico e tricuspidale. L'esatto meccanismo di for distinte, ciascuna con origine embriologica diversa
mazione di questa componente è ancora motivo di (Fig-7):
discussione. In realtà sembrerebbe che questa ipotesi, a) una porzione di afflusso o posteriore, che separa
fondata sullo studio di embrioni di pollo, non sia le valvole atrioventricolari;
applicabile al cuore dei mammiferi e che la formazio
ne del setto di entrata avvenga in seguito a quelli stes b) una porzione trabecolata, che divide la porzione
si fenomeni di espansione e trabecolazione che danno apicale dei due ventricoli, entrambe ad origine
origine al setto trabecolato apicale. Di conseguenza il dai fenomeni di dilatazione ed escavazione delle
porzioni di entrata e di uscita dell'ansa bulbo
setto interventricolare primario separerebbe intera
ventricolare;
mente le due cavità ventricolari.
Prima della chiusura del forame interventricola c) una porzione di efflusso o infundibulare, che
re è necessario il trasferimento deH'efflusso aortico separa i due tratti di efflusso ventricolari, ad ori
sul ventricolo sinistro. gine esclusivamente dalla porzione di uscita;
Nella regione degli efflussi la fusione dei cuscinet d) il setto membranoso, posto alla radice aortica,
ti endocardici conali ha già portato alla formazione di che deriva dalla fusione dei cuscinetti endocar
un setto infundibulare o di uscita che al momento è dici atrioventricolari e conali.
Setto
infundibulare
a termine dello sviluppo, si avrà la persistenza della monare. Questa distinzione avviene attraverso la
vena cava superiore sinistra che potrà drenare o in settazione dell'aorta ventrale o sacco aortico in due
seno coronarico o direttamente in atrio sinistro. vasi e la connessione di queste con le aorte dorsali.
Lo sviluppo delle vene polmonari avviene più tar La divisione viene effettuata dal cosiddetto setto
divamente rispetto allo sviluppo delle vene sistemi aorto-polmonare, formato da cellule mesodermi-
che in quanto i polmoni non sono ancora funzionanti. che, che si fonde poi con il setto tronco-conale.
La vena polmonare comune si sviluppa nel La connessione fra il sacco aortico e le aorte dor
mediastino e prende contatto da un lato con il ples sali avviene attraverso la crescita di sei paia di archi
so polmonare e dalTaltro lato con il cuore raggiun vascolari o archi aortici o archi faringei. Gran parte
gendo la parte sinistra dell'atrio comune attraverso di questi vanno in involuzione, persistono solo il
il mesocardio dorsale. Solo dopo che è avvenuta la m, IV e VI arco di sinistra che, a fine sviluppo, cor
settazione atriale, la vena polmonare comune si risponderanno rispettivamente a parte della caroti
espande a formare il tetto dell'atrio sinistro ed assu de, all'arco aortico ed al dotto arterioso (Fig. 9).
me l'aspetto definitivo a quattro orifizi. La porzione dell'aorta ventrale, che a sepimen-
Con l'incorporazione del seno venoso a destra e tazione avvenuta, connette il cuore con l'aorta
della vena polmonare comune a sinistra, l'atrio discendente (aorta dorsale di sinistra) via il IV arco,
destro e sinistro risultano connessi rispettivamente diventerà l'aorta ascendente, mentre l'altra porzio
alla circolazione venosa sistemica e polmonare. ne dell'aorta ventrale che a fine sviluppo connette il
cuore con l'aorta discendente via il VI arco aortico
Polo arterioso del cuore diventerà l'arteria polmonare. La normale sepimen-
tazione tronco-conale divide gli efflussi e la radice
Il polo arterioso del cuore, posto distalmente al delle grandi arterie in due parti: una anteriore con
tronco arterioso, sede di sviluppo delle valvole nessa con il ventricolo destro ed una posteriore con
semilunari, è rappresentato dal sacco aortico o nessa con il ventrìcolo sinistro. La crescita del setto
aorta ventrale. Due fondamentali processi di svi aorto-polmonare avviene in modo spirale e fa si che
luppo avvengono a questo livello: l'efflusso anteriore del ventricolo destro si connetta
1. la divisione dell'aorta ventrale in aorta ascen con il VI arco aortico (dotto arterioso) e che l'efflus
dente ed arteria polmonare; so posteriore del ventricolo sinistro si connetta con
il IV arco aortico (istmo aortico) (Fig. 9).
2. la connessione dell'aorta ventrale con le arterie
Nelle prime fasi dell'embriogenesi la circolazione
sistemiche e polmonari al fine di favorire la
arteriosa polmonare non si distingue da quella degli
distribuzione della massa ematica espulsa dai
altri organi e prende origine da arterie cosiddette
ventricoli.
intersegmentarie che si dipartono dall'aorta dorsale.
La settazione della regione di efflusso o tronco- Quando si sviluppano i VI archi aortici, collegati con
conale ha portato alla formazione di due efflussi la porzione di aorta ventrale che darà origine al tron
ventricolari distinti e delle valvole semilunari ma co dell'arteria polmonare, il plesso arterioso polmo
non ha ancora differenziato l'aorta dall'arteria pol nare prende contatto con questi e le arterie interseg-
Classificazione delle cardiopatie congenite s 909
Fig. 10 - a) Nel cuore normale ie cavità cardiache sono disposte in regolare sequenza fa di loro, con camere destre separate dalie came
re sinistre e senza alterazioni alla progressione ematica, b) In presenza di difetti settali, localizzati a livello cardiaco o extracardiaco, il
sangue tende a passare dalle cavità sinistre ad aita resistenza a quelle destre a bassa resistenza, determinando uh iperafflusso polmo
nare. c| La presenza di stenosi, insufficienza o atresia valvoiare aitera la normale progressione ematica verso il circolo polmonare o siste
mico. a) Vi sono situazioni in cui viene sovvertito il normale allineamento delle cavità cardiache o il rapporto fra ventricoli e grandi arte
rie. L'alterata sequenza fra ventricoli e grandi arterie configura il quadro anatomico della trasposizione completa delle grandi arterie con
circoli in parallelo anziché in serie. Se ad essa di associa anche una alterata sequenza fra atri e ventricoli il quadro anatomico è quel
lo della trasposizione corretta delle grandi arterie in cui i circoli sistemico e polmonare sì mantengono in serie, e) in alcune malforma
zioni cardiache sono presenti più alterazioni elementari: la tetralogia di Fallot associa un difetto settale all'ostacolo alla progressione
ematica polmonare e al difettoso aiiineamento fra aorta e ventricolo destro.
colo alla progressione dei flussi polmonare e eccesso, può andare incontro a scompenso. Il letto
sistemico non è tale da compromettere la vasco vascolare polmonare inizialmente tende a vasoco-
larizzazione polmonare a riposo; stringersi per frenare l'eccesso ematico; con il tempo
4. cardiopatie congenite incompatibili con la vita può però andare incontro ad alterazioni strutturali
extrauterina, nelle quali le alterazioni anatomi obliterative, la cosiddetta malattia vascolare polmo
che consentono la circolazione fetale ma non nare ipertensiva. Il rischio di quest'ultima complican
quella postnatale. za dipende dalla sede dello shunt. Gli shunts sinistro
destro che avvengono al di sopra del piano tricuspi
dale (difetto interatriale, drenaggi venosi polmonari
¡S Cardiopatie congenite anomali) hanno un basso rischio di andare incontro a
malattia vascolare polmonare in quanto il sangue in
con iperafflusso polmonare eccesso viene spinto in arteria polmonare con la pres
Il substrato anatomo-funzionale delle cardiopatie sione sistolica del ventricolo destro. Gli shunts sini
congenite con iperafflusso polmonare è costituito stro-destro post-tricuspidali (canale atrioventricolare,
dalla incompleta separazione dei circoli sistemico e difetto interventricolare, dotto arterioso pervio, tron
polmonare (Fig. lOb). Dal momento che il circolo co arterioso, finestra aorto-polmonare) sono invece
sistemico ha resistenze vascolari più elevate di quello ad altissimo rischio di malattia vascolare polmonare,
polmonare, in presenza di un difetto settale ed in in quanto il difetto settale in questi casi equipara le
assenza di ostruzione all'efflusso delle cavità destre, pressioni del settore destro a quelle sistemiche del
il sangue passa dal distretto ad alta resistenza a quel ventricolo sinistro e dell'aorta.
lo a bassa resistenza. Questa condizione determina Risulta pertanto logico dal punto di vista fun
uno shunt sinistro-destro con iperafflusso di sangue zionale distinguere le cardiopatie congenite con
ai polmoni e di conseguenza un aumento del ritomo iperafflusso in due tipi: con shunt pre-tricuspidale e
venoso al ventricolo sinistro che, se sovraccaricato in con shunt post-tricuspidale.
Cardiopatie congenite con iperafffusso polmonare ^ 911
Fig. 12 - Drenaggio venoso polmonare anomalo parziale sotto cardiaco (sindrome della Scimitarra].
a) La vena polmonare destra inferiore, anziché drenare nell'atrio sinistro, drena in vena cava inferiore (freccia), configurando quel
la situazione nota, per l'aspetto radiologico, come sindrome deila scimitarra.
b) Particolare dello sbocco della vena polmonare inferiore destra in vena cava inferiore (freccia).
91 2 & Cardiopatie congenite
Difetto interatriale d ife tti d el SETTO a t r ia l e
Per difetto interatriale si intende una comunica Tipo fossa ovaie Tipo ostium primum
zione fra i due atri per assenza di tessuto a livello del
setto. Va distinto dalla cosiddetta pervietà interatria
le, che corrisponde alla persistenza del forame ovale
fetale e che può rimanere fisiologicamente pervio
anche in età adulta (circa il 25-30% dei cuori norma
li), come potenziale comunicazione fra i due atri. In
questi casi però la pressione più elevata in atrio sini
stro mantiene una chiusura virtuale di questa pervie
tà. Il forame si può aprire in condizioni particolari di
aumento delle pressioni nel settore destro, quali in
corso di embolia polmonare o di manovra di Vaisal
va, dando luogo eccezionalmente ad embolie para-
dosse trombotiche o gassose come nei sommozzatori.
I principali tipi di comunicazione interatriale Tipo seno venoso
sono (Fig. 13):
Fiq. 13 - Difetti interatriali.
© difetto interatriale tipo ostium secundum (o I difetti interatriali più comuni sono quelli localizzati a livello
fossa ovale); della fossa ovale e che prendono il nome di ostium secundum.
® difetto interatriale tipo ostium primum; i difetti localizzati nella parte bassa del setto, al di sopra delle
valvole atrioventricolari, sono i difetti tipo ostium primum. Talo
• difetto interatriale tipo seno venoso; ra la comunicazione interatriaie può essere localizzata a livello
• atrio comune.
delia vena cava superiore in prossimità dello sbocco deSia vena
polmonare superiore destra {difetto tipo seno venoso). In questo
Vostium secundum è il tipo di difetto interatria caso vi è l'associazione con il drenaggio venoso polmonare
anomalo parziale superiore destro.
le più frequente. È abitualmente situato a livello
deÙa fossa ovale (Figg. 13, 14) e consiste embrioló
gicamente in un eccesso di riassorbimento del sep
tum primum. Può essere di varie dimensioni e talo un'ampia comunicazione interatriale posta alla
ra può interessare l'intera fossa ovale. giunzione atrioventricolare (Figg. 13, 15) associata
Vostium primum rappresenta una forma parzia ad una schisi ("cleft") del lembo anteriore della
le di canale atrioventricolare ed è caratterizzato da mitrale. Embriológicamente il difetto tipo ostium
Cardiopatìe congenite con iperafflusso polmonare ^ 913
primum è conseguente aña mancata fusione dei sede più frequente è alla radice della vena cava supe
cuscinetti endocardici con il septum primum, con riore (Fig. 13), in prossimità dello sbocco della vena
persistenza pertanto deirostium primum. La schisi polmonare superiore di destra; questa stretta relazio
della mitrale deriva da un'incompleta fusione fra ne favorisce l'associazione con il drenaggio venoso
cuscinetto endocardio superiore ed inferiore. La polmonare anomalo parziale superiore destro in atrio
comunicazione settale è in genere più ampia dell'o- destro. Embriológicamente il difetto sembra derivare
stium secundum, per cui il difetto diventa sintoma più da una anomalia di drenaggio che da una sepi-
tico più precocemente. La schisi della mitrale può mentazione errata del setto interatriale.
essere causa di insufficienza mitralica. Più rari sono i difetti del seno venoso situati in
Il difetto tipo seno venoso si localizza nella porzio prossimità della vena cava inferiore o del seno coro
ne del sètto interatriale situata ha le due vene cave. Le narico.
La differenza fra un difetto peri membranoso Mentre i difetti perimembranosi confinano con
infundibulare ed un difetto perim em branoso poste il corpo centrale fibroso ed hanno pertanto il margi
riore o trabecolato, visti dal ventricolo destro, si ne postero-inferiore fibroso, i difetti muscolari
basa sulla posizione del muscolo di Lancisi che nel hanno il margine interamente muscolare. Nel caso
primo caso si inserisce sul bordo inferiore del difet di difetti perimembranosi vi è una stretta relazione
to e negli altri sul bordo superiore del difetto. con il fascio di His che perfora il corpo centrale
Cardiopatie congenite con iperafflusso polmonare ■
■9 1 7
fibroso e decorre nell'angolo fibroso postero-infe- Tronco arterioso
riore del difetto. La correzione di questo difetto è a
Il tronco arterioso è una malformazione caratte
rischio di trauma del tessuto di conduzione.
rizzata da un unico grande vaso arterioso che emer
Un particolare tipo di difetto interventricolare è infi
ge dalla base del cuore e da cui originano la circola
ne quello situato al di sotto delle valvole polmonare ed
zione sistemica, polmonare e coronarica (Fig. 23). Vi
aortica, il cosiddetto difetto sottoarterioso (Fig. 21) che
ha come tetto entrambe le valvole semilunari. è pertanto un'unica uscita arteriosa per entrambi i
Per essere sintomatico il difetto interventricolare ventricoli, un'unica valvola semilunare ed una
deve avere una dimensione uguale o superiore ai comunicazione settale sia sotto il piano valvolare
due terzi della radice aortica, condizione che con (difetto interventricolare) che sopra il piano valvo
sente una parità di pressione a livello dei due ven lare (difetto aorto-polmonare).
tricoli ed un ampio shunt sinistro-destro. La classificazione del tronco arterioso si basa
Il difetto può essere singolo o multiplo. Un parti sulle modalità di origine delle arterie polmonari. Si
colare difetto multiplo è quello muscolare localizzato parla di tronco tipo I quando le arterie polmonari si
nella porzione apico-trabecolata del cuore che appare dipartono con l'interposizione di un tronco polmo
tarlata come un "formaggio svizzero" (Fig. 22). nare. Il tipo II è caratterizzato dall'origine diretta
Vi sono molteplici spiegazioni embriologiche per il delle arterie polmonari dal tronco comune, in pros
difetto interventricolare. Il difetto perimembranoso simità l'una all'altra. Nel tipo HI le arterie polmona
può essere dovuto o ad una mancata chiusura del ri si originano sempre direttamente dal tronco
forame interventricolare da parte dei cuscinetti endo comune, ma di lato e contrapposte. Nel tronco tipo
cardici o a lieve maleallineamento del setto infundibu- IV vi è agenesia delle arterie polmonari intraperi-
lare con il restante setto interventricolare. I difetti cardiche e la circolazione polmonare è sostenuta da
muscolari conseguono invece verosimilmente ad un arterie collaterali sistemiche.
eccessivo processo di escavazione del setto interventri La valvola trúncale può essere costituita da 2, 3 o
colare, che normalmente porta alla formazione delle 4 cuspidi semilunari, talora displasiche, stenotiche o
trabecole carnee e della trabecola setto marginale. insufficienti. Il difetto interventricolare è localizza
Il difetto interventricolare isolato è la più fre to a livello della normale sede del setto infundibu-
quente fra tutte le cardiopatie congenite e, se di pic lare. Frequente è l'associazione con interruzione
cole dimensioni, può andare incontro a chiusura dell'arco aortico e persistenza del dotto arterioso.
spontanea. Embriológicamente il tronco arterioso rappre
senta la persistenza del tronco arterioso primitivo
per mancata formazione del setto tronco-conale, il
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rappresentare l'uscita dell'aorta dal ventricolo destro. rispondenti ad infarti cerebrali per embolie parados-
La posizione a cavaliere dell'aorta è dovuta alla se o trombosi in situ. Non rare sono le endocarditi che
destroposizione della radice aortica ed è anche la con possono instaurarsi o sul margine del difetto inter
seguenza emodinamica dello shunt destro-sinistro. ventricolare o sulla valvola polmonare.
Embriológicamente l'intero complesso malfor Un particolare tipo di tetralogia di Fallot è quel
mativo può essere riconducibile1ad una anomala la associata ad assenza della valvola polmonare,
sepimentazione tronco-conale per dislocazione che determina una dilatazione aneurismatica del
anteriore dei cuscinetti tronco-conali, con restringi tronco e delle arterie polmonari, con compressione
mento del cono polmonare e mancato contributo dei bronchi e gravi problemi ventilatori che aggra
del setto tronco-conale alla chiusura del setto inter vano la cianosi.
ventricolare per errato allineamento.
Dal punto di vista fisiopatologico, lo shunt destro Atresia polmonare con difetto interventricolare
sinistro responsabile della cianosi non è legato all'ori
gine biventricolare dell'aorta bensì all'ostacolo pol L'atresia polmonare con difetto interventricolare
monare, la cui resistenza supera quella sistemica. Nel rappresenta il grado estremo di tetralogia di Fallot
complesso di Eisenmenger, in cui vi è destro-posizio per atresia dell'efflusso polmonare. Viene chiamata
ne aortica con difetto interventricolare senza stenosi anche pseudotronco arterioso in quanto vi sono
polmonare, lo shunt destro-sinistro, responsabile comunque due vasi distinti che emergono dal
della cianosi, è invece conseguenza di un aumento cuore, anche se quello polmonare è atresico.
delle resistenze polmonari a livello distale, per malat La circolazione arteriosa polmonare in questo
tia vascolare polmonare ostruttiva. caso può essere sostenuta dal dotto arterioso
Anomalie associate alla tetralogia di Fallot pos (Fig. 29a) o, in sua assenza, da arterie collaterali
sono essere: il difetto interatriale, che non cambia sistemiche ad origine dell'aorta discendente
sostanzialmente la fisiopatologia della malforma (Figg. 29b, 30), che rappresentano la persistenza
zione; l'arco aortico destro, presente nel 30% dei delle primitive arterie intersegmentarie.
casi, il canale atrioventricolare e il decorso anomalo Nel caso di atresia polmonare con circolo polmo
delle arterie coronarie, in particolare l'origine del nare dotto dipendente, la chiusura di quest'ultimo,
ramo discendente anteriore dall'arteria coronaria immediatamente dopo la nascita, rende incompatibi
destra, che può ostacolare l'intervento chirurgico. le la vita per l'esclusione della circolazione polmona
La storia naturale di questi pazienti è caratterizza re. Nel caso invece di atresia polmonare con circolo
ta, oltre che dalla cianosi, da ridotta crescita e polici- collaterale sistemico-polmonare (Figg. 29b, 30), la
temia per ipossia, che determina la formazione di malformazione è più diffìcilmente riconoscibile in
trombosi periferiche a causa dell'"ispissatio sangui quanto il paziente può non presentare cianosi; infatti
nisi Frequenti sono gli ascessi cerebrali "freddi", cor il circolo collaterale sistemico-polmonare non costi
922 Cardiopatie congenite
tuisce una circolazione di tipo nutritivo, come quella nare ed elevazione dell'apice cardiaco sul profilo
bronchiale, bensì una vera e propria circolazione pol sinistro del cuore.
monare funzionale. L,'atresia polmonare con arterie
collaterali sistemiche si differenzia dal tronco arterio Stenosi polmonare con comunicazione interatriale
so tipo IV per la presenza alTintemo del cavo pericar-
dico di arterie polmonari, se pur ipoplasìche. È conosciuta anche con il nome di trilogia di Fal
La patogenesi dell'a fresia polmonare è verosi lot perché, al pari della tetralogia di Fallot, è caratte
milmente legata ad errato sviluppo del setto tronco- rizzata da cianosi per shunt destro-sinistro, ma in
conale, che durante la sepimentazione del tronco- realtà i due complessi malformativi sono totalmente
cono primitivo oblitera totalmente la via di efflusso diversi. Nella stenosi polmonare il setto interventri
polmonare. colare è intatto e l'ostruzione all'efflusso ventricolare
Sia la tetralogia di Fallot che l'atresia polmonare destro è abitualmente situata a livello della valvola
con difetto interventricolare sono caratterizzate da polmonare, che si presenta con un'unica cuspide
ipertrofia ventricolare destra ed ipoplasia dell'arte cupoliforme con orifizio centrale (Fig. 31). L'aumento
ria polmonare, che rendono conto del tipico aspetto pressorio nelle cavità destre è tale da forzare la fossa
radiologico a zoccolo per assenza dell'arco polmo ovale e mantenere perno il forame ovale consenten
Cardiopatie congenite con ipoafflusso polmonare ' 923
della stenosi polmonare isolata da un lato e della dopo la nascita e peggiorare progressivamente l'en
stenosi aortica e della coartazione istmica dall'altro. tità della stenosi. Qualora si associ a difetto inter
ventricolare a monte della stenosi, il complesso
Stenosi polmonare isolata malformativo può simulare clinicamente la tetralo
gia di Fallot, anche se non è anatomicamente ed
In questo caso la stenosi polmonare non è così embriológicamente assimilabile.
serrata da forzare la fossa ovale e mantenere pervia Dal punto di vista embriologico, questa forma è
la comunicazione interatriale. Si tratta di forme con spiegabile sulla base di una anomala differenziazio
setto interventricolare integro, con ostacolo localiz ne della trabecola setto marginale o di una trabeco
zato a livello della valvola o della regione sottoval la setto parietale durante i processi di escavazione
volare. del miocardio primitivo.
In caso di stenosi valvolare la deformazione
delle cuspidi polmonari è pari a quella descritta
nella trilogia di Fallot, con valvola unicuspide/ a Stenosi aortica
cupola, con orifizio centrale. Altre volte possono Ostacoli all'efflusso aortico possono essere
essere presenti tre lembi differenziati ma grave situati sotto la valvola, a livello della valvola o nel
mente displasie! tratto sopravalvolare.
La stenosi, polmonare è una delle cardiopatie
congenite più frequenti e meno sintomatiche per la
mancata ripercussione sul circolo polmonare.
Sfenosi sottovalvolari aortiche
Anche in questo caso l'errore embriologico risiede Le stenosi sottovalvolari aortiche possono essere
verosimilmente in ima difettosa differenziazione di diversa natura: la più frequente è la forma cosiddet
dei cuscinetti endocardici truncali. Le alterazioni ta a diaframma caratterizzata da un cercine di tessuto
secondarie sono un'ipertrofia concentrica del ven fibroso che circonda e restringe l'efflusso ventricolare
tricolo destro, proporzionata al grado della stenosi, sinistro, qualche millimetro al di sotto del piano val
una ostruzione dello stesso infundibulo polmonare volare aortico e coinvolge sia il setto interventricolare
ed una frequente ectasia post-stenotica dell'arteria che il lembo anteriore della mitrale (Fig. 34). I vortici
polmonare. creati da questo ostacolo ai di là della stenosi determi
nano una alterazione acquisita dalle semilunari aorti
che, che con il tempo si possono deformare o diventa
Stenosi polmonare sottovalvolare
re calcifiche e a rischio di endocardite,
La stenosi sottovalvolare polmonare isolata è Nella cosiddetta stenosi subartica a tunnel fib ro
dovuta all'ipertrofia di bande muscolari setto parie so, il tratto di efflusso ventricolare sinistro è molto
tali, quali la trabecola setto marginale, o altre bande ristretto per una stenosi tubulare e la stessa radice
anomale, che restringono l'ingresso all'infundibulo aortica è ipoplasica (Fig. 35). Questa forma è più
polmonare e che possono dividere il ventricolo rara ma decisamente più grave della precedente.
destro in due camere. L'ipertrofia può aggravarsi Infine nella cosiddetta stenosi subaortica musco
lare vi è una protrusione del setto interventricolare, forme. La stenosi a diaframma non è da tutti consi
per ipertrofia asimmetrica rispetto alla parete libera derata congenita; sicuramente acquisita è la defor
del ventricolo, tale da creare un ostacolo alla pro mazione valvolare post-stenotica. La forma a tun
gressione del sangue verso l'aorta (Fig. 36). Trattasi nel è verosimilmente legata a displasia del cono
della cardiomiopatia ipertrofica con ipertrofia asim subaortico. La forma muscolare ipertrofica è inqua
metrica del setto. La frizione fra il lembo anteriore drabile nell'ambito della cardiomiopatia ipertrofi
della mitrale e il setto ipertròfico crea con il tempo ca, malattia genetica caratterizzata da aberrazioni
una placca fibrotica sull'endocardio settale subaor dei geni delle proteine del sarcomero e da una ano
tico che ulteriormente aggrava la stenosi. mala disposizione spaziale delle fibre miocardiche
L'embriologia è diversa a seconda delle varie tipo "disarray".
Fig. 37 - Stenosi valvolare aortica da displasia dei lembi. Fig. 39 - Valvola aortica unicuspide.
La valvola aortica si presenta displasica con degenerazione La valvola aortica normale presenta tre cuspidi che in chiusura
mucoide nodulare dei lembi. mostrano un aspetto ad Y (a). La valvola unicuspide è formata
da un'unica cuspide con una piccola apertura eccentrica (b).
928 ; Cardiopatie congenite
gue di ritomo dalla vena cava inferiore, che raccoglie 1. atresia polmonare con setto interventricolare
il flusso placentare, il flusso splancnico nonché quel integro (Fig. 44);
lo degli arti inferiori, raggiunge prevalentemente l'a 2. atresia polmonare con difetto interventricolare e
trio sinistro attraverso il forame ovale, in questo faci dotto arterioso.
litato dalla valvola di Eustachio, ed è quindi spinto in
aorta dal ventricolo sinistro. Il sangue cavale superio Entrambe queste forme sono caratterizzate da
re passa prevalentemente dajTatrio destro al ventri discontinuità fra ventricolo destro e arteria polmo
colo destro e, tramite l'arteria polmonare ed il dotto nare con ipoafflusso di sangue ai polmoni, che pos
arterioso, è spinto in aorta discendente. Entrambe le sono essere perfusi solo attraverso la pervietà del
circolazioni, destra e sinistra, possono essere conside dotto arterioso.
rate pertanto sistemiche. Nella forma di atresia polmonare con setto inte
Alla nascita l'espansione dei polmoni apre il gro lo shunt destro-sinistro è a livello atriale: tutto il
letto vascolare polmonare alla circolazione ematica. sangue venoso cavale passa dall'atrio destro al sini
Il dotto arterioso si chiude, per cui la portata ventri stro e quindi in ventricolo sinistro ed aorta. Nella
colare destra va esclusivamente ai polmoni. Il ritor forma con difetto interventricolare lo shunt destro
no venoso polmonare alza la pressione in atrio sini sinistro avviene a livello ventricolare: l'aorta ha
stro e chiude il forame ovale, obbligando l'intero un'origine biventricolare e raccoglie la gittata siste
ritorno venoso sistemico deossigenato a defluire in mica di entrambi i ventricoli. In ambedue le condi
ventricolo destro e a portarsi verso i polmoni; in zioni, la circolazione arteriosa polmonare dipende
questo modo solo il sangue venoso polmonare ossi dalla pervietà del dotto arterioso. La situazione è
genato passa in ventricolo sinistro e quindi in aorta. perfettamente compatibile con la circolazione fetale,
Si realizzano così i presupposti anatomici per la quando il dotto è pervio e i polmoni non funzionano.
completa separazione dei due circoli e per la loro Dopo la nascita, la fisiologica chiusura del dotto arte
disposizione in serie. rioso interrompe runica fonte ematica per i polmoni,
Nelle ostruzioni estreme alla progressione ema vanifica la funzione respiratoria e rende il complesso
tica sistemica o polmonare la presenza del dotto malformativo incompatibile con la vita. Solo il man
arterioso rappresenta l'unica via per il superamen tenimento della pervietà del dotto, con farmaci quali
to dell'ostruzione stessa ed è per questa ragione che le prostaglandine, può consentire la sopravvivenza:
tali malformazioni sono note come cardiopatie con ecco la ragione per cui questa cardiopatia congenita
genite dotto-dipendenti. è considerata dotto-dipendente. L'atresia polmonare
a setto interventricolare integro si accompagna gene
ralmente ad ipoplasia del ventricolo destro e della
Atresia polmonare
tricuspide. La sede deil'atresia è per lo più a livello
Esistono due forme di atresia polmonare che valvolare, più raramente a livello infundibulo-valvo
costituiscono un emergenza neonatale: lare. Frequente è la presenza di fìbroelastosi endocar
932 Cardiopatie congenite
dica e di sinusoidi che connettono la cavità ventrico rina. In queste condizioni è ipotizzabile che l'ipopla-
lare destra con le arterie coronarie subepicardiche. sia del cuore sinistro sia la conseguenza emodinami
La cavità ventricolare destra può essere estremamen ca della chiusura precoce del forame ovale stesso.
te dilatata quando l'atresia polmonare si associa ad Più rara è invece l'associazione di atresia aortica
una displasia della valvola tricuspide o ad una con difetto interventricolare. In questo caso il ventri
malattia di Ebstein. In questi casi l'atrio destro può colo sinistro e la valvola mitrale sono normalmente
assumere dimensioni gigantesche. sviluppati per l'azione decompressiva del difetto
Embriológicamente l'ostruzione polmonare è interventricolare. Pur venendo a mancare l'ostacolo al
legata ad una noxa a livello delle valvole semiluna deflusso venoso polmonare, la cardiopatia è comun
ri polmonari, che abitualmente agisce quando la que gravissima con morte neonatale per la chiusura
sepimentazione cardiovascolare e gli archi aortici si fisiologica del dotto arterioso, che interrompe la
sono già formati. potenziale connessione fra cuore e circolo sistemico.
L'atresia polmonare con difetto interventricolare Embriológicamente la malformazione è attribui
è caratterizzata da atresia infundibulare e valvolare, bile o ad un'anomala sepimentazione a livello tron-
difetto interventricolare e destroposizione aortica. co-conale a spese dell'afflusso aortico (atresia aortica
Frequente è l'associazione di arco aortico destro. con ipoplasia mitralica), o a mancato sviluppo del
Embriológicamente la malformazione è spiegabile, l'orifizio mitralico con coinvolgimento secondario
al pari della tetralogia di Fallot, con un'anomala dell'efflusso aortico (atresia mitro-aortica), 0 nel caso
divisione del tronco-cono e ostruzione totale del della forma con difetto interventricolare, a sepimen
l'efflusso polmonare, per verosimile dislocazione tazione tronco-conale ineguale a spese dell'aorta,
anteriore dei cuscinetti endocardici tronco-conali. con difetto interventricolare da maleallineamento.
In questa condizione vi è una completa interru Nell'atresia mitralica manca la formazione del
zione della continuità fra ventricolo sinistro ed aorta l'orifizio atrioventricolare sinistro (Fig. 46).
ascendente (Fig. 45). Abitualmente il setto interven Più del 50% dei casi di atresia mitralica si associa
tricolare è integro ed il ventricolo sinistro e la mitra ad atresia aortica per cui l'aspetto fisiopatologico,
le appaiono ipoplasici e fibroelastoticì. Durante la come pure le modificazioni secondarie, sono equiva
vita fetale, per l'ipopìasia del settore sinistro, tutto il lenti alTatresia aortica a setto integro. Gli altri casi
sangue venoso sistemico passa dall'atrio destro in presentano un'aorta pervia o per l'associazione con
ventricolo destro e quindi in aorta discendente tra
mite l'arteria polmonare ed il dotto arterioso. A livel
lo Ístmico, il sangue si biforca in un flusso retrogra
do che perfonde l'arco aortico e i vasi brachiocefali-
ci, l'aorta ascendente e il circolo coronario, ed in un
flusso anterogrado che perfonde l'aorta discendente
e quindi il letto splancnico, i reni e la placenta. Alla
nascita l'espansione dei polmoni attiva il piccolo cir
colo; gran parte della portata ventricolare destra rag
giunge le arterie polmonari e toma al cuore in atrio
sinistro attraverso le vene polmonari. L'ostacolo
determinato dall'ipoplasia del cuore sinistro e dalla
struttura anatomica della valvola del forame ovale,
che non consente il passaggio di sangue dall'atrio
sinistro all'atrio destro, determinano un'imponente
congestione polmonare. La chiusura fisiologica del
dotto arterioso interrompe l'unica connessione fra
cuore e circolo sistemico con ischemia coronarica,
cerebrale e renale. Anche in questo caso la sopravvi
venza dipende dal mantenimento dalla pervietà del
dotto arterioso, oltre che dalla decompressione del
l'atrio sinistro mediante atriosettostomia.
Se nell'atresia polmonare è la circolazione pol
monare ad essere dotto-dipendente, nell'atresia aor
tica lo è la circolazione sistemica.
Frequente è la forma di atresia aortica con asso
ciata atresia mitralica die presenta una fisiologia
Fig. 46 - Atresia mitralica.
sovrapponibile alla precedente. Esemplare anatomico in sezione quattro camere: manca una
In alcuni casi il forame ovale è chiuso già alla comunicazione diretta fra l'atrio sinistro ed ¡1 ventricolo sinistro
nascita per probabile obliterazione precoce intraute e quest'ultimo risulta estremamente ipopiasico.
Cardiopatie congenite incompatibili con la vita extra-uterina & 933
tazione embriologica vorrebbe attribuire la coarta re dal ventricolo sinistro (Fig. 50). Il sangue venoso di
zione aortica a difettoso sviluppo del IV arco aortico ritorno dal circolo sistemico va dall'atrio destro al
per noxa teratogena a questo livello. I tipi di difetto ventricolo destro e quindi direttamente in aorta, ed a
intracardiaco fanno pensare in alternativa che l'ipo- sua volta il sangue venoso di ritorno dai polmoni va
plasia dell'arco aortico sia la conseguenza emodina dall'atrio sinistro al ventricolo sinistro e quindi di
mica di una preferenziale perfusione ematica fetale nuovo in arteria polmonare. Le due circolazioni sono
del VI arco aortico (dotto arterioso) rispetto al IV pertanto in parallelo invece che in serie e non vi è pos
arco aortico (istmo aortico), per ineguale ripartizione sibilità per il sangue sistemico di ossigenarsi (Fig. 50).
dei flussi a livello intracardiaco. La cardiopatia è gravemente cianotica e sintomatica
fin dalla nascita. L'incompatibilità di questa malfor
Cardiopatie congenite con circuiti in parallelo mazione con la sopravvivenza è legata al parallelismo
fra i due circoli. Essa invece è perfettamente compati
Trasposizione completa delle grandi arterie bile con la circolazione fetale/ quando il circolo polmo
Nella trasposizione completa delle grandi arterie nare non è attivo ed entrambe le circolazioni, destra e
l'aorta nasce dal ventricolo destro e l'arteria polmona sinistra, spingono il sangue nel circolo sistemico.
Fig. 51 - Trasposizione completa delie grandi arterie con setto interventricolare integro.
a) Rappresentazione schematica: l'aorta nasce dal ventricolo destro e la polmonare dal ventricolo sinistro. Il setto interventricoiare
è integro.
b) Esemplare anatomico corrispondente in sezione ecocardiografica longitudinale.
nosi al deflusso del sangue polmonare (Fig. 56). Le La malformazione è del tutto silente durante la
vene polmonari drenano al di sopra della membra vita fetale, per la scarsità di ritorno venoso al cuore
na mentre il forame ovale è situato al di sotto. La sinistro dai polmoni, e diventa invece sintomatica
stenosi risulta più o meno grave a seconda delle alla nascita con l'entrata in funzione del piccolo circo
dimensioni del pertugio che fa comunicare le due lo e conseguente grave stasi polmonare. La presenza
parti in cui l'atrio risulta diviso. della pervietà del forame ovale, al di sotto della mem
938 í Cardiopatie congenite
brana stenotica, rappresenta una via alternativa attra S IT U S V IS C E R O -A T R IA L E
verso cui il sangue dall'atrio destro può raggiungere
l'atrio sinistro e quindi il circolo sistemico.
Embriológicamente questa malformazione risul
ta da una difetto di sviluppo nella connessione
della vena polmonare comune con l'atrio sinistro.
dante quando l'atrio destro si connette con il ventri presentano morfologia destra o sinistra, non si può
colo sinistro e l'atrio sinistro con il ventricolo destro. definire una connessione atrioventricolare come con
Il termine concordanza e discordanza presuppo cordante o discordante, in questi casi si parlerà di
ne ovviamente l'esistenza di due atri e di due ventrì connessione univentricolare o biventricolare, a
coli distinti, ovvero la presenza di un situs atriaie seconda che siano presenti mio o due ventrìcoli. Di
definito, che permette di stabilire le fondamenta questi ventricoli dovrà quindi essere definita la posi
della sequenza delle cavità cardiache. Nel caso di zione spaziale in termini di d- o 1-loop. Il d-loop è la
isomerismo destro o sinistro, in cui entrambi gli atri situazione che vede il ventricolo destro posto a
940 ^ Cardiopatie congenite
C O N N E S S IO N I A T R IO V E N T R IC O L A R I
VCS VCS
Fig. 61 - Trasposizione
fisiologicamente corret
ta delle grandi arterie.
a) L'atrio destro, ricono
scibile per la presenza
delia cresta terminale,
comunica con il ventrico
lo sinistro tramite la val
vola mitrale (discordan
za atrio-ventricolare).
b] Dal ventricolo destro,
posto a sinistra, prende
origine l'aorta (discor
danza ventricolo-arterio-
sa).
Altre cardiopatie congenite complesse & 941
sinistro posto a destra, raggiunge l'arteria polmo associa una trasposizione dei grandi vasi (Fig. 62).
nare, ed il sangue ossigenato di ritorno dai polmo Anomalia frequentemente associata è la stenosi pol
ni raggiunge normalmente l'aorta, pur passando monare, die determina la presenza della cianosi dal
attraverso il ventricolo morfologicamente destro punto di vista clinico.
posto a sinistra. È la presenza di anomalie associa Embriológicamente il ventricolo singolo di tipo
te, quali difetto interventricolare, la stenosi polmo sinistro può considerarsi come un arresto di svilup
nare o l'anomalia tipo Ebstein della valvola tricu po allo stadio in cui il canale atrioventricolare met
spide, posta a sinistra, che rende sintomatica questa teva in comunicazione gli atri esclusivamente con il
cardiopatia. Va ricordato anche che la discordanza ventricolo primitivo (futuro ventricolo morfologi
atrioventricolare comporta una dislocazione ante camente sinistro).
riore del nodo atrioventricolare e del fascio di His, Complessi malformativi intermedi fra la doppia
con frequente blocco atrioventricolare congenito o entrata ventricolare e la concordanza o discordanza
acquisito. atrioventricolare sono rappresentati dalle situazio
Embriológicamente la malformazione consegue ni in cui si osserva una valvola mitrale o tricuspide
allo sviluppo di un'ansa bulbo-ventricolare con "straddling", ovvero posta a cavaliere del setto
convessità a sinistra (1-loop), che determina a sua interventricolare (Fig. 63). In questo caso mia valvo
volta un'anomala sepimentazione del tronco-cono la atrioventricolare con il suo apparato tensore
per errata torsione. cavalca il setto interventricolare e mette in comuni
L'assenza dell'orifizio atrioventricolare destro o cazione l'atrio corrispondente con entrambi i ven
sinistro (Fig. 60) configura un altro tipo di anomala tricoli. Se il cavalcamento è minimo le connessioni
connessione atrioventricolare, che si traduce sul atrioventricolari saranno concordanti; se il cavalca
piano anatomo-clinico in atresia della tricuspide e mento è maggiore del 50% si parlerà di doppia
della m itrale rispettivamente, delle quali si è già entrata ventricolare, perché entrambi gli atri risul
parlato in precedenza. tano connessi prevalentemente con un'unica cavità
Una cardiopatia del tutto particolare è il così ventricolare.
detto ventricolo singolo, noto anche come ventrico
lo comune o cuore univentrìcolare, in cui il sangue Anomalie della connessione ventricolo-arteriosa
di entrambi gli atri attraverso le valvole atrioventri
(Fig. 64)
colari drena in un unico ventricolo (doppia entrata
ventricolare) (Fig. 60). In realtà raramente vi è un’u La situazione in cui l'aorta nasce dal ventricolo
nica cavità ventricolare in quanto abitualmente esi sinistro e l'arteria polmonare dal ventricolo destro
ste una seconda camera ventricolare ipoplasica o configura una concordanza ventricolo-arteriosa.
rudimentale che è in comunicazione con la camera Nel cuore normale i vasi sono anche normocorrela-
ventricolare principale tramite un difetto interven ti, la polmonare essendo anteriore ed a sinistra e
tricolare. La forma più frequente è il ventricolo sin l'aorta posteriore ed a destra. Una concordanza
golo di tipo sinistro, cioè con camera ventricolare ventricolo-arteriosa esiste però anche con aorta
principale morfologicamente sinistra e camera anteriore, la quale prende origine con un infundi-
accessoria morfologicamente destra, a cui spesso si bulo subaortico ugualmente dal ventricolo sinistro
Concordante Discordante
«ss
TA
A
D
A
P il
VS VD
A
P
.VS
per una malposizione. Si tratta della cosiddetta © ventricolo destro a doppia uscita con difetto
malposizione anatomicamente corretta delle gran interventricolare in rapporto con entrambi i
di arterie che spesso si associa ad atresia o stenosi grandi vasi ("doubly committed");
della tricuspide, giustapposizione auricolare ed • ventricolo destro a doppia uscita con difetto
ostruzione all'efflusso polmonare. interventricolare lontano dalla radice delle gran
Quando entrambe le grandi arterie prendono di arterie ("uncommitted").
origine dallo stesso ventricolo, destro o sinistro si
configura rispettivamente un ventricolo destro o Il quadro fìsiopatologico/in assenza di ostruzio
sinistro a doppia uscita (Fig. 64). Quest'ultimo è ni dell'arteria polmonare, è dominato dalTiperaf-
molto raro ed associato per lo più ad ipoplasia del flusso polmonare,, mentre è contrassegnato da cia
ventricolo destro. Non trascurabile è invece la fre nosi ed ipoafflusso polmonare in presenza di steno
quenza del ventricolo destro a doppia uscita (0,5- si polmonare.
1% delle cardiopatie congenite), che quasi di regola Embriológicamente il ventricolo destro a doppia
si associa a difetto interventricolare (Fig. 65). A uscita con difetto sottoaortico è dovuto ad un manca
seconda della posizione di quest'ultimo si distin to trasferimento dell'aorta sul ventricolo sinistro con
guono quattro tipi fondamentali: persistenza di infundibulo muscolare subaortico. Il
ventricolo destro a doppia uscita con difetto sottopol
® ventricolo destro a doppia uscita con difetto monare va inquadrato nella trasposizione completa
interventricolare subaortico; delle grandi arterie con difettoso trasferimento della
@ ventricolo destro a doppia uscita con difetto arteria polmonare sul ventricolo sinistro.
interventricolare subpolmonare (complesso di Vi sono infine situazioni in cui dal cuore emerge
Taussig-Bing) (Fig. 65); un unico grande vaso .pervio (Fig. 64). Si parla in
Altre cardiopatie congenite complesse 943
questo caso di cuore a singola uscita. Si può avere forma parziale (ectopia cordis tecta) è presente il
un'unica uscita polmonare quando l'aorta è atresica, sacco pericardio ed un sottile strato di pelle. Le
o un'unica uscita aortica per atresia polmonare, forme più frequenti sono l'ectopia cordis toracica,
oppure infine una singola uscita per tronco arterioso dovuta a mancata fusione dello sterno, e l'ectopia
quando aorta e polmonare non sono divise. Di que cordis addominale, che si viene a determinare attra
ste anomalie si è parlato in precedenza. verso un'ernia diaframmatica.
Si parla di destrocardia (Fig. 67) quando il cuore
Maiposizione di cuore è situato per lo più a destra della linea mediana con
asse base-apice rivolto a destra. La destrocardia non
Le malposizioni di cuore, pur rappresentando è solo caratteristica del situs inversus, nel quale rap
una grossolana anomalia congenita, non implicano presenta la normale posizione del cuore, ma può
necessariamente la presenza di malformazioni car essere presente anche in situs solitus, in associazione
diache ed in ogni caso la gravità di queste ultime a trasposizione completa o più spesso corretta delle
prescinde dalla posizione del cuore. grandi arterie. La destrocardia si osserva anche in
. In termini di diagnostica segmentarla delle car isomerismo destro in associazione ad asplenia e in
diopatie congenite, la posizione del cuore non isomerismo sinistro con polisplenia (Fig. 67).
influenza la sequenza delle cavità cardiache, per cui Se la posizione del cuore a destra è dovuta a difet
l'informazione riguardante la posizione cardiaca ti extracardiaci quali l'agenesia del polmone destro o
rappresenta un corollario alla descrizione delle con ernie diaframmatiche sinistre, è più corretto parlare
nessioni e delle malformazioni associate. di destroposizione o destroversione cardiaca.
Il cuore normale in situs solitus giace nel torace Si parla di m esocardia quando il viscere cardia
con l'asse base-apice rivolto a sinistra e per i 2/3 è co è posto nella linea mediana, per lo più nella parte
situato nell'emitorace sinistro/situazione nota con centrale della gabbia toracica e l'asse base-apice e
il nome di levocardia. Ogni volta che il cuore non si pure rivolto centralmente. E una situazione estre
trova in questa posizione si parla di maiposizione mamente rara, anche perché molte mesocardie sono
di cuore. solo apparentemente tali.
Si parla di ectopia cordis (Fig. 66) quando il La frequente associazione di maiposizione di
cuore è parzialmente o completamente posto al di cuore con trasposizione corretta, sia in situs solitus
fuori del torace. È una malformazione rara, con (destrocardia) che inversus (levocardia), trova la
un'incidenza autoptica dello 0,1% di tutte le cardio sua spiegazione embriologica nello sviluppo in
patie congenite. L'ectopia cordis può essere com questa malformazione di un'ansa bulboventricola
pleta o parziale. Nella prima (ectopia cordis nuda) re discordante rispetto al piano di simmetria visce
il sacco pericardio e la pelle mancano, mentre nella rale.
944 & Cardiopatie congenite
cui le auricole sono situate entrambe o sulla destra
o più frequentemente sulla sinistra (Fig. 68). Si
parla rispettivamente di giustapposizione auricola
re destra o sinistra. Quasi di regola la giustapposi
zione auricolare sinistra si associa ad atresia della
tricuspide e a malformazioni della regione tronco-
conale quale la malposizione anatomicamente cor
retta delle grandi arterie (Fig. 68).
Embriológicamente la giustapposizione aurico
lare può essere attribuita ad un difetto di allinea
mento fra atri e ventricoli e ad una anomala forma
zione dell'ansa bulboventricolare.
arterie muscolari, gli strati delle cellule muscolari circa il 6° decennio, nelle arterie di grande e medio
lisce. Alla nascita, l'aorta ascendente ed il tronco calibro, a prescindere dai processi arteriosclerotici e
dell'arteria polmonare hanno uguale diametro e dalle notevoli variazioni individuali e distrettuali,
spessore ed una concentrazione simile di .elastina e si assiste ad una graduale modificazione delle
collagene. Nell'immediato periodo post-natale la diverse componenti della parete vasale: la sostanza
pressione nell'arteria polmonare si riduce, mentre fondamentale del tessuto connettivo si arricchisce
quella dell'aorta aumenta. L'aorta, sottoposta ad progressivamente di calcio e di una sostanza meta
alte tensioni, si ispessisce per un aumento del cromatica, dovuta ad un'aumentata polimerizza
numero degli strati muscolo-elastici della media. zione dei glicosaminoglicani; nella media diminui
Nell'intima, in rapporto alle sollecitazioni emodi scono le cellule muscolari lisce ed aumenta la com
namiche, si assiste alla migrazione di cellule ponente connettivale; nell'intima si ha un aumento
muscolari lisce che provengono dalla media, capaci
di spessore dovuto ad accumulo progressivo di col
di elaborare fibre collagene, elastina e glicoproteine
lagene (fibrosi), cui si associa, in alcuni tratti della
(Fig. 1). Questo strato aumenta progressivamente
di spessore con l'età fino al terzo decennio, quando parete vasale, la formazione di nuove lamine elasti
che (falso slaminamento della membrana elastica
cominciano a verificarsi processi di atrofia a carico
delle strutture mio-elastiche, che vengono gradual interna).
mente sostituite da fibre collagene. L'ispessimento Nell'età più avanzata, nelle arterie predomina
intimale non si sviluppa nello stesso grado in tutte ima progressiva atrofia della parete a carico soprat
le arterie, né nei diversi segmenti dello stesso vaso. tutto degli elementi muscolari ed elastici della
In generale, è minimo nell'arteria polmonare, a media. Le cellule muscolari lisce vanno incontro a
meno che non sia presente ipertensione polmonare processi regressivi e scompaiono; le fibre elastiche
prolungata, mentre nell'aorta è più spiccato nel si assottigliano, perdono in parte la loro tingibilità,
tratto distale e di solito è più evidente nella porzio si frammentano, vengono riassorbite e sostituite da
ne dorsale rispetto a quella ventrale. Nelle arterie un aumentato accumulo di fibre collagene. Questo
muscolari l'ispessimento intimale progressivo, par processo di atrofia che determina un aumento di
ticolarmente visibile nelle coronarie, non è unifor rapporto collagene-elastina, risulta più evidente
memente diffuso in tutto il vaso; infatti l'attività nelle grandi arterie e soprattutto nell'aorta, dove si
proliferativa e migratoria delle cellule muscolari ha una dilatazione ed un allungamento, accompa
lisce predilige singoli punti del vaso, talché si ven gnati da anelasticità ed assottigliamento della pare
gono a formare delle rilevatezze muscolo-elastiche te vasale e frequentemente anche da una stenosi
a forma di cuscinetto che sporgono nel lume in vici valvolare aortica calcifica. La perdita della distensi-
nanza degli orifizi delle diramazioni o dei punti di bilità della parete vasale è probabilmente responsa
fissazione del vaso. Sia l'ispessimento intimale che bile del progressivo aumento della pressione arte
le placche aterosclerotiche tendono a formarsi nelle riosa che comunemente si osserva con l'avanzare
stesse sedi e l'ispessimento intimale è molto più dell'età. Inoltre si perde, anche se solo parzialmen
evidente in vasi che sono particolarmente soggetti te, la capacità di risposta dei barocettori e dei che
all'aterosclerosi (vedi oltre). mocettori situati sull'arco aortico e nei seni caroti
Nei decenni immediatamente successivi e fino a dei. Nelle arterie di medio calibro questi fenomeni
degenerativi comportano spesso il cedimento della
parete del vaso che pertanto si dilata ed allunga,
diventando tortuoso. Nelle arterie di tipo elastico,
con la scomparsa delle cellule muscolari lisce e
delle fibre elastiche, si ha talvolta la formazione di
fessure e spazi cistici contenenti materiale amorfo.
Tale aspetto morfologico è talora indistinguibile da
quello della cosiddetta "medionecrosi cistica della
media", la cui estensione e gravità è direttamente
proporzionale all'età del paziente e può essere esa
sperata da diversi stress, quali per esempio l'iper
tensione. Nella parete delle piccole arterie e nelle
arteriole, la quantità di collagene presente nella
parete aumenta progressivamente e si ha, partico
larmente nelle arterie interlobulari del rene, neofor
mazione di fibre elastiche che si dispongono con
centricamente al lume del vaso. Frequentemente
nella parete vasale si ha accumulo di una sostanza
Fig. 1 - Ispessimento intimale. Migrazione di cellule muscolari jalina, eosinofila, che diventa più evidente con l'a
liscie dalla media all'intima, con accumulo di matrice extracel
lulare (freccia). La lesione, anche se di a rado variabile, interes vanzare dell'età e più diffusa nei soggetti ipertesi
sa gran parte delia circonferenza vasale. e/o con diabete.
954 > Arterie
nella patogenesi di alcune vasculitì. In base alla
9 Vasculitì farferiti) immunolocalizzazione cellulare, gli ANCA si distin
Le vascullti sono patologie infiammatorie a carico guono in perinucleari (p-ANCA; l'antigene è la pro-
della parete dei vasi. Possono colpire vasi di qualsia teinasi 3) e citoplasmatici (c-ANCA; l'antigene è la
si tipo e calibro e di qualsiasi distretto corporeo. Da mieloperossidasi). Gli anticorpi c-ANCA si possono
ciò si deduce che possono dare un'ampia varietà di riscontrare prevalentemente in pazienti con granulo
manifestazioni cliniche che vanno da sintomi mode matosi di Wegener, mentre anticorpi p-ANCA sono
sti, confinati ad un organo o tessuto, fino ad un impe di solito osservabili nella maggior parte dei casi di
gno sistemico associato a modificazioni ischemiche poliangite microscopica, sindrome di Churg-Strauss,
dei tessuti irrorati dai vasi compromessi. Una vascu- glomerulonefrite necrotizzante rapidamente pro
lite può avere un esordio acuto, con lesioni focali, che gressiva. Si ipotizza che processi autoimmuni da
morfologicamente si trovano tutte allo stesso stadio cause ancora sconosciute portino alla formazione di
evolutivo, come avviene per esempio nelle vasculitì ANCA; qùesti, si legano a molecole bersaglio pre
da ipersensibilità. In altri casi, come nella poliarterite senti sulla membrana citoplasmatica dei neutrofili,
nodosa e nella granulomatosi di Wegener, l'esordio è che vengono espresse, in corso di infezioni o neopla
subdolo, con un andamento cronico e le lesioni mor sie maligne, in seguito all'azione di citochine infiam
fologiche appaiono nello stesso vaso in differenti matorie. Da questo legame anticorpale si innesca
stadi di evoluzione. Le manifestazioni cliniche protei l'attivazione e la degranulazione dei neutrofili con
formi e la scarsa specificità del quadro istologico ren danneggiamento delle cellule endoteliali e conse
dono talora arduo distinguere nettamente un'entità guente danno vascolare. Il dosaggio degli ANCA
dall'altra e quindi la possibilità di giungere ad una rappresenta un utile marker sierologico per alcuni
corretta classificazione nosologica che possa giovare tipi di vasculitì. Va tuttavia ricordato che questi
ad intraprendere un'adeguata strategia terapeutica e autoanticorpi possono essere riscontrati in altre
ad assicurare al paziente una corretta informazione patologie in assenza di vasculitì, quali il LES, l'artri
prognostica. Sebbene poco sia ancora noto sulla pato te reumatoide, la retto-colite ulcerosa, il morbo di
genesi, è possibile distinguere patogeneticamente Crohn, sindrome da immunodeficienza acquisita
almeno due grandi categorie di vasculitì: i) vasculitì (HIV).
provocate da agenti infettivi capaci di aggredire Oltre agli ANCA, altri autoanticorpi, per esempio
direttamente la parete vasale; ii) vasculitì mediate da anti-cellule endoteliali (AECA), forse indotti da
meccanismi di tipo immuriologico. A dire il vero difetti deU'immuno-regolazione, sono stati trovati in
attualmente si ritiene che un meccanismo immunolo- pazienti con granulomatosi di Wegener, nella malat
tia di Kawasaki, poliangite microscopica o affetti da
gico sia responsabile della quasi totalità delle vasculi
vasculite in corso di sclerodermia e LES. Inoltre nella
tì. Infatti virus e batteri possono anche indurre indi
malattia di Goodpasture le alterazioni vascolari che
rettamente, ed è l'eventualità più frequente, una
comportano glomerulite e polmonite sono causate
vasculite non-infettìva su base immunologia, attra
da anticorpi diretti contro la membrana basale dei
verso la formazione di immunocomplessi o attraver
vasi. In pazienti con granulomatosi di Wegener, Sin
so lo sviluppo di reattività crociata. La patogenesi
drome di Churg-Strauss e arterite temporale, la rea
immunologica è sostenuta dal fatto che alterazioni
zione immunologica implicata nel danno vascolare
vascolari da immunocomplessi indotte sperimental si ritiene non essere da immunocomplessi ma prima
mente (malattia da siero) sono morfologicamente
riamente di tipo cellulo-mediato.
simili a quelle riscontrabili nelle comuni vasculitì. La classificazione delle vasculitì tiene conto del
Inoltre immunocomplessi e complemento sono stati l'eventuale: i) etiopatogenesi,; ii) dimensione dei
trovati sia nel siero che nelle pareti vascolari di vasi sanguigni colpiti; iii) distribuzione anatomica;
pazienti con manifestazioni cliniche di vasculite, iv) quadro istologico caratteristico delle lesioni; v)
affetti da lupus eritematoso sistemico (immunocom manifestazioni cliniche.
plessi DNA-antiDNA e complemento), e soprattutto
da epatite virale B (immunocomplessi HbsAg-anti-
HbsAg e complemento). È ancora da chiarire se gli Arterìti infettive
immunocomplessi si formano in circolo e poi si depo Possono essere determinate dalla propagazione
sitano nei vasi o invece se la reazione immunologica aH'avventizia e successivamente alle altre tonache
avviene in situ, cioè nella parete stessa dei vasi o se del vaso, di un processo flogistico che si svolge pri
entrambe le possibilità possano verificarsi. mitivamente nei tessuti circostanti (ascessi, flemmo
Oltre ad una patogenesi da immunocomplessi, la ni, flogosi necrotizzanti). Istologicamente, si riscon
base di alcune vasculitì può riconoscere un meccani tra un'infiltrazione leucocitaria con edema, che dai
smo immunologico autoimmunitario. È questo il tessuti periawentiziali e dairawentizia, tende ad
caso di autoanticorpi, definiti ANCA (Antineutro- estendersi fino all'intima, predisponendo alla trom
phil Cytoplasmic Autoantìbodies), e diretti contro bosi, o anche, nel caso di un'arterite suppurativa,
enzimi presentì nei granuli azzurrofili o primari dei alla rottura del vaso; quest'eventualità è tuttavia
neutrofili e anche nei lisosomi dei monocitì e delle oltre modo rara a verificarsi nelle arterie di tipo ela
cellule endoteliali che sembrano essere coinvolti stico (aorta, arteria polmonare), data la efficace resi
Vosculiti (aderiti) ; : 955
stenza che il tessuto elastico oppone ai processi sup media che reagiscono a tutte le noxae, infiammatorie
purativi. Talora è possibile che emboli settici possa e non, che ledono in modo specifico o aspecifico gli
no localizzarsi nei vasa vasorum o essere intrappo strati più esterni della parete o anche i tessuti peri-
lati nel lume di un vaso ed ivi iniziare un processo awentiziali. In effetti, l'endoarterite obliterante non
flogistico; se l'embolo settico interessa un piccolo ha alcun carattere di specificità né, di per sé, impron
vaso terminale, alla tromboarterite purulenta fa-' ta flogistica, ma sembra piuttosto una modalità di
seguito un infarto settico. difesa della parete arteriosa, che ha come fine quello
Altra causa, forse la più comune, di arteriti infet di impedire la rottura del vaso e quindi la conse
tive è la fissazione, in un punto della superficie inti guente emorragia, in seguito ad un suo rimaneggia
male, di germi circolanti nel sangue, in numero suf mento strutturale di qualsiasi natura.
ficiente per dare invasione locale. Sebbene questo
evento possa verificarsi in arterie normali, più spes Arterite luetica
so interessa vasi aterosclerotici di grosse dimensio
ni. Le arterie più frequentemente coinvolte sono le La sifilide acquisita causa di solito danni vasco
stesse che presentano alterazioni aterosclerotiche in lari e l'interessamento arteritico può osservarsi in
fase avanzata, vale a dire, l'aorta addominale, i vasi tutti gli stadi della malattia. Già nel sifiloma prima
femorali, iliaci e poplitei. Infezioni arteriose posso rio si riscontra di frequente una vasculite obliteran
no anche svilupparsi in seguito a traumi penetranti te con reperto di spirochete negli strati sottoendote-
arteriosi che avvengono durante manipolazioni liali; ma è nel periodo terziario che si manifestano le
chirurgiche o per procedure diagnostiche di tipo lesioni anatomo-cliniche di maggior rilievo. L'arte-
invasivo o per puntura arteriosa nell'abuso di rite luetica terziaria compare in genere 10-15 anni
droga oppure, infine, come risultato di una lesione dopo l'infezione primaria e può riguardare qualun
traumatica. L'infezione della parete vasale può que segmento dell'albero arterioso. Di gran lunga
avvenire per contaminazione diretta (batteri pre più frequente è però l'interessamento dell'aorta
senti nella ferita chirurgica o traumatica o negli toracica ove, peraltro, dato il particolare tropismo
strumenti o negli aghi) o per disseminazione emati del processo luetico per i piccoli vasi, le lesioni ini
ca e linfatica. In tutti questi casi si realizza una ziano a livello dei vasa vasorum.
forma di endoarterite settica caratterizzata dalla Aortite luetica. È la più frequente delle localizzazio
stratificazione di un essudato fibrino-Ieucocitario ni vascolari della lue terziaria. Preferisce il sesso
sull'endotelio necrotico; la flogosi, con conseguente maschile e l'età media e si localizza all'arco aortico
trombosi parietale, di solito si diffonde alla tonaca e all'aorta ascendente. Le lesioni si attenuano lungo
media e ai tessuti perivasali; nei grossi vasi (ad es. il tratto discendente e non oltrepassano di regola
l'aorta), all'endoarterite settica, può seguire, per l'aorta toracica. L'abituale risparmio dell'aorta
l'indebolimento o la distruzione locale della parete addominale è verosimilmente dovuto alla deficien
arteriosa, la formazione di un aneurisma infettivo za, in questa sede dei vasa vasorum. Macroscopica
(ìmicotico). In passato, la sifilide, dotata di un spicca mente l'aorta, in corrispondenza dell'arco e della
to angiotropismo, assieme all'endocardite batterica, parte ascendente, si presenta ectasica e con ispessi
erano le cause più comuni di arteriti e di aneurismi mento fibroso dell''avventizia, particolarmente evi
infetti. Oggi queste patologie sono diventate rare dente nel tratto intrapericardico, dove il vaso è rico
grazie ad un efficace trattamento antibiotico. perto dalla sierosa. Caratteristico è l'aspetto della
I microrganismi che più frequentemente si asso superficie intimale che presenta grossolane rien
ciano alTarterite microbica sono le varie specie di Sai- tranze cicatriziali stellate, alternate a placche fibro
monella, gli stafilococchi e l'Escherichia Coli. Le spe se rilevate con superficie lievemente zigrinata. La
cie di Salmonella presentano una particolare propen frequente coesistenza nei soggetti anziani, di lesio
sione all'invasione di aorte patologiche (ateroscleroti ni arteriosclerotiche, anche gravi, può rendere scar
che). Le infezioni arteriose fungine sono estremamen samente riconoscibile le lesioni intimali specifiche.
te rare e molto spesso si verificano in pazienti immu- Istologicamente le lesioni interessano tutte e tre le
nodepressi. Le specie spesso chiamate in causa sono tuniche vasali, ma sono più gravi a livello degli
l'Histoplasma capsulatum, l'Aspergillus fungatus, la strati medio e awentiziali e pertanto l'affezione
Candida albicans e la specie PemcUlum. viene indicata come mesoaortite luetica. Inizial
Nel capitolo delle arteriti è compresa la cosiddet mente il processo si svolge neH'awentizia, soprat
ta endoarterite obliterante che si riscontra spesso in tutto intorno ai vasa vasorum che appaiono ispessi
arterie che decorrono in vicinanza o nel contesto di ti, con lume ristretto per un processo di endoarteri
focolai infiammatori. Questa lesione, che interessa te obliterante e circondati da un infiltrato flogistico
vasi di piccolo calibro è cararatterìzzata da un ispes ricco di vasellini neoformati, di linfociti e plasma-
simento intimale, ad effetto stenosante od occluden cellule ed in parte anche da istiociti con rare cellule
te, inizialmente costituito da una placca mio-elastica giganti. Detto tessuto di granulazione, seguendo il
che in seguito subisce una trasformazione in senso decorso dei vasi, raggiunge successivamente gli
sclero'ialino. La lamina elastica è conservata. Il pro strati della tonaca media, specie quelli esterni, dove
cesso è opera dei miociti del terzo interno della provoca degenerazione e frammentazione delle
956 & Arterie
strutture mio-elastiche. Assai raro è, per contro, il arterie, che tendono alla ectasia, nella lue dei medi e
reperto di microgomme con presenza di cellule gia- piccoli vasi (anche intraparenchimali) il lume è sem
ganti tipo Langhans attorno ad un'area centrale di pre ridotto di ampiezza od anche obliterato. Istologi-
necrosi. In una fase ulteriore si ha l'evoluzione camente, le lesioni sono più spesso di tipo periarteri-
fibrosa del tessuto granulomatoso con conseguente tico e consistono in un manicotto awentiziale e
sclerosi cicatriziale della parete del vaso nelle zone periawentiziale di tessuto granulomatoso ricco di
colpite, per cui si determinano sulla superficie inti linfociti e plasmacellule, a volte aggregati in gomme
male le già ricordate cicatrici stellate rientranti. Nel miliari. Il processo infiammatorio può estendersi
l'avventizia la sclerosi cicatriziale può coinvolgere i dall'avventizia alla media e provocare un ispessi
rami nervosi del plesso aortico (aortalgia). L'intima, mento intimale reattivo ad effetto stenosante cha a
nei tratti corrispondenti alle lesioni medio-avventi- livello cerebrale realizza il quadro della cosiddetta
ziali, va incontro ad un ispessimento fibroso più o endoarterite obliterante di Heubner. Assai più rara è
meno cospicuo, costituito inizialmente da miociti l'arterite gommosa, anche questa più frequente a
proliferati e migrati dalla media, e successivamente livello cerebrale.
da fibre collagene e scarse fibre elastiche. L'irregola
rità della neoformazione connettivale sottoendote- Arterite tubercolare
liale spiega l'aspetto macroscopico "zigrinato"
delle placche fibrose intimali. Il danno e la cicatriz A differenza della lue, nella tubercolosi non si
zazione della prima porzione dell'aorta portano di osserva un interessamento elettivo a sé stante delle
solito alla distensione dell'anello aortico e alla scle arterie, le quali possono presentare lesioni aspecifi
rosi e deformazione delle cuspidi valvolari. Ne che e specifiche quando percorrono territori colpiti
deriva un'insufficienza valvolare progressiva aorti dalla malattia. Le lesioni aspecifiche consistono in
ca con conseguente ipertrofia del ventricolo sinistro una sclerosi awentiziale e in una proliferazione reat
(insufficienza aortica sifilitica o morbo di Hodgson). tiva delle cellule muscolari lisce a livello mio-intima-
L'aortite luetica a livello dei seni di Vaisalva può le, che culmina nel quadro della cosiddetta endoarte
rite obliterante. Le lesioni specifiche, sia di tipo pro
interessare gli imbocchi delle coronarie, dando luogo
duttivo, sia di tipo necrotico-caseoso, si stabiliscono
a stenosi od anche occlusione orifiziale di una di esse
più frequentemente per propagazione da lesioni
(possibile causa di crisi stenocardiche ed anche di
tubercolari periawentiziali; assai rara è. invece la
morte improvvisa); meno di frequente il processo si
localizzazione diretta di bacilli, circolanti nel sangue,
propaga per contiguità al tratto iniziale dei tronchi
sull'intima vasale con formazione di tubercoli milia
coronarici (dando luogo a sindromi anginose e a
ri medio-intimali. Quando il processo specifico, pro
gravi disturbi di circolo del miocardio), mentre ecce
venendo dall'esterno, aggredisce e distrugge àmpia
zionale è l'interessamento coronarico delle ramifica
mente la parete dell'arteria ed in particolare le strut
zioni vascolari più periferiche, che di solito fa parte
ture mioelastiche della media, è possibile lo sfianca-
integrante del quadro della miocardite luetica.
mento aneurismatico del vaso; esempio tipico sono i
La formazione di un aneurisma aortico è una com cosiddetti aneurismi di Rasmussen, di frequente
plicanza frequente dell'aortite luetica, legata alla riscontro nelle pareti delle caverne tubercolari del
estesa distruzione del tessuto elastico della tonaca polmone. Tuttavia l'ispessimento intimale obliteran
media, specie nel suo terzo esterno, e alla sua sosti te e/o la trombosi occlusiva, che quasi costantemen
tuzione con tessuto fibroso, scarsamente resistente te accompagnano le lesioni specifiche, impediscono
all'urto della corrente sanguigna. L'aneurisma ha molto spesso la rottura del vaso e la conseguente
sede di solito nella porzione ascendente dell'aorta e emorragia. Va anche ricordato che l'apertura nel
nell'arco; è caratteristicamente sacciforme e a svilup lume vasale di tubercoli intimali caseificati può, in
po progressivo (donde la frequenza dei fenomeni casi rari provocare una miliare circoscritta nel terri
compressivi). La rottura dell'aorta luetica non prece torio di irrorazione di quella data arteria, od anche
duta da aneurisma, in una zona di intenso rimaneg una miliare generalizzata nel caso eccezionale di una
giamento strutturale della media, è un evento oltre localizzazione tubercolare endoaortica.
modo raro. Va sottolineata infine, la frequenza con
cui l'aortite luetica si associa a lesioni ateroscleroti-
che, a volte di grado tanto vistoso da mascherare Arterite a cellule giganti
microscopicamente le lesioni luetiche; anche la coro- Questa forma di arterite granulomatosa, nota
narosclerosi è assai frequente nei luetici con aortite. anche come arterite temporale o di Horton, è la
Ciò ha indotto a pensare che il substrato luetico favo forma più comune di vasculite in soggetti anziani
risca l'insorgenza precoce e grave dell'aterosclerosi. con più di 50-60 anni di età; la frequenza aumenta
Sifilide dei medi e piccoli vasi. Ne è prototipo la loca con l'avanzare dell'età. Le donne sono più colpite
lizzazione ai vasi di medio e piccolo calibro del poli con un rapporto di 2:1-4:1. Non si tratta di ima affe
gono del Willis che, nei casi tipici, appaiono diffusa- zione limitata all'arteria temporale, come in passa
mente ispessiti, rigidi e di colorito biancastro col to ritenuto, bensì di un'arte rite a distribuzione
classico aspetto a "maccherone cotto". Contraria sistemica che può colpire qualunque arteria di gros
mente a quanto si verifica nella sifilide delle grosse so e medio calibro con predilezione per l'arteria
Vosculiti (arteriti) & 957
temporale, le cui lesioni possono peraltro mancare sono ima cefalea intensa e persistente, diffusa o
in casi tipici della malattia. Sedi preferenziali, oltre localizzata lungo il decorso delle arterie occipitali e
alTarteria temporale superficiale, sono l'arteria temporali, accompagnata da dolorabilità e nodosità
oftalmica, i rami ciliari posteriori della carotide delle arterie ed eritema della cute sovrastante. La
interna, i rami occipitali, facciali e mascellari della claudicatio intermittens dei muscoli della mascella
carotide esterna e l'arteria vertebrale. L'aorta e i durante la masticazione, legata alla progressiva
grandi vasi che da essa originano risultano affetti in occlusione dell'arteria facciale, è ritenuta un segno
circa il 15% dei casi. patognomonico. Sintomi oculari, causati da neurite
Istologicamente nei casi Classici la lesione, nella ottica ischemica o da ostruzione dell'arteria centra
fase conclamata, ha un carattere granulomatoso, le della retina, variano dall'annebbiamento alla
localizzazione medio-intimale ed è spesso compli diplopia o alla perdita della vista transitoria o per
cata da trombosi. Nel granuloma spiccano istiociti e manente e si verificano in circa la metà dei pazienti
numerose cellule giganti plurinucleate, sia da corpo e possono essere le uniche manifestazione della
estraneo, che tipo Langhans, situate in prossimità malattia. In generale la diffusione della malattia è
della lamina elastica interna, rigonfia e frammenta più grande di quanto suggerito dalla sintomatolo
ta; talora è possibile osservare frammenti di fibre gia. In caso di interessamento delle arterie di gros
elastiche all'interno del citoplasma delle cellule so calibro, i sintomi sono simili a quelli dell'arterite
giganti. In altri casi, meno frequenti, i granulomi di Takayasu e sono il risultato dell'ischemia dei
sono rari o assenti ed è presente una panarterite distretti riforniti dall'arteria colpita. Tali sintomi
aspecifica con un infiltrato infiammatorio costituito possono comprendere la claudicatio degli arti supe
da linfociti, macrofagi, e leucociti (neutrofili ed riori od inferiori, angina addominale, ischemia
eosinofili) in assenza di cellule giganti. Nella fase coronaria, attacchi ischemici transitori cerebrali e
tardiva del processo flogistico, sia esso granuloma- occasionalmente il fenomeno di Raynaud. All'esor
toso o meno, l'infiltrato infiammatorio si riduce dio della malattia o durante il suo decorso può
fino a scomparire ed è sostituito da uno spiccato comparire la sintomatologia tipica della polimialgia
ispessimento intimale e sclerosi della tonaca media reumatica con una sovrapposizione di molti dei
con frammentazione delle lamine elastiche, aspetti segni clinici. Questa sindrome clinica è caratterizza
morfologici questi del tutto aspecifici e difficili da ta da dolori e difficoltà motorie dei muscoli dei cin
distinguere da quelli legati all'età. L'organizzazione goli (scapolare e pelvico), da una VES elevata, e da
del trombo luminale trasforma l'arteria in un cor una buona risposta alla terapia steroidea. Circa il
done fibroso. L'interessamento dell'aorta e dei suoi 30-40% dei pazienti con arterite a cellule giganti
rami principali, di solito, coesiste con la sindrome può presentare i sintomi di una polimialgia reuma
più classica e prevalente dell'arterite temporale, tica, mentre nel 5-40% dei pazienti in cui è stata
sebbene l'aorta possa costituire l'obiettivo primiti fatta diagnosi di polimialgia reumatica è presente,
vo della malattia. Oltre all'aorta (aortite a cellule in modo silente, un'arterite quando si esegue di
giganti), i tratti arteriosi più comunemente interes routine la biopsia dell'arteria temporale.
sati sono le arterie succlavia, ascellare, omerale e La diagnosi si fonda sulla biopsia e sul relativo
l'arteria femorale profonda e superficiale. Rara reperto istologico in grado di evidenziare le tipiche
mente vengono interessati le coronarie, il tronco lesioni vascolari. Bisogna tuttavia tener conto che
celiaco, l'arteria mesenterica superiore, l'iliaca e la frequentemente l'arterite è focale e segmentaria e che
renale. Occasionalmente si osserva un aneurisma le aree colpite dalla vasculite misurano non più di
dell'aorta ascendente, spesso con dissecazione e tal 300-400 micron di lunghezza, per cui la biopsia
volta con insufficienza aortica. potrebbe fornire reperti di falsa negatività. La biop
L'eziopatogenesi di questa malattia è sconosciuta sia, per essere adeguata, deve misurare almeno 2-3
ma la precocità delle lesioni a carico della lamina ela cm. ed è necessario esaminare numerose sezioni isto
stica interna, e la pronta risposta alla terapia steroi logiche a diversi livelli. Inoltre il prelievo bioptico
dea, farebbero supporre una patogenesi immunita deve essere eseguito nella fase acuta della malattia,
ria. La vasculite sarebbe indotta da meccanismi prima del trattamento medico. Va infatti sottolineato
immunologici cellulo-mediati diretti contro compo che il reperto delle cellule giganti, pur non essendo
nenti strutturali della parete arteriosa, verosimil obbligatorio né tanto meno specifico della vasculite
mente le fibre elastiche. E stata descritta tra i pazien in questione, è un importante marker morfologico
ti ima maggiore incidenza dell'antigene HLA differenziale nei confronti delle arteriti necrotizzanti
DRB1*0404 suggerendo quindi una predisposizione che di regola ne sono privi e non rispondono alla
genetica. Ciò è giustificato dal più alto numero di terapia corticosteroidea. L'ecografia riesce talora a
casi osservato in certe aree geografiche dove la popo differenziare l'aortite dall'aterosclerosi, inoltre l'età
lazione ha un comune background etnico. di insorgenza aiuta a differenziare questa entità da
Il quadro clinico generale comprende astenia, altre vasculiti, come la malattia di Takayasu.
anoressia, febbre, dimagrimento, debolezza e mial Generalmente la risposta alla terapia corticoste
gie. Sono pure spesso presenti anemia e una VES roidea è molto rapida con attenuazione della sinto
molto elevata. Segni più specifici, legati all'arterite, matologia, a meno che non ci siano gravi localizza
9 5 8 fe Arterie
zioni viscerali. Può residuare cecità permanente. La e ancor più con quella a cellule giganti di Horton. Per
mortalità è dovuta a dissecazione aortica, rottura di questo motivo, la diagnosi differenziale fra le varie
aneurisma, infarto del miocardio o cerebrale. Tutta lesioni a cellule giganti dell'aorta, soprattutto nella
via mortalità e significativa morbilità delle compli fase attiva della malattia, si basa ampiamente su dati
canze oculari ed arteriose possono essere prevenu clinici, fra cui l'età del paziente.
te da una precoce ed adeguata terapia steroidea. Le manifestazioni cliniche sono diverse a secon
da della sede delle lesioni vasculitiche, della loro
Arterite di Takayasu gravità e velocità di progressione, nonché dello
stato del circolo collaterale. Nelle prime fasi, quan
È un'arterite granulomatosa cronica, segmenta do la flogosi vascolare è ancora attiva ci possono
ria, ad eziologia sconosciuta in cui il processo essere sintomi non specifici, quale febbre, malesse
infiammatorio coinvolge soprattutto l'aorta e i suoi re, vertigine ed artralgie. In uno stadio successivo,
rami principali, causando stenosi, occlusioni, e quando lesioni stenotiche ed ostruttive dominano
meno frequentemente aneurismi. È una malattia la clinica, i pazienti affetti dai tipi I e ILE presentano
rara che predilige i soggetti giovani, con netta preva quei reperti che sono considerati i più tipici di que
lenza nel sesso femminile, fra la prima e quarta sta malattia, vale a dire: polsi superiori diminuiti o
decade di vita. In Asia è piuttosto frequente, mentre assenti con pressione appena percettibile alle brac
è più rara in Occidente. Nei casi più tipici, l'arterite cia e pressione più elevata agli arti inferiori, mani
interessa esclusivamente l'arco aortico, ma in molti festazioni ischemiche nei vari distretti interessati,
casi essa colpisce anche l'aorta discendente e i suoi disturbi del visus fino alla cecità e sintomi cerebro
rami principali, nonché l'arteria polmonare. La vascolari come ictus, e attacchi ischemici transitori.
malattia è stata suddivisa in diversi tipi sulla base I pazienti con arterite di tipo II possono presentare
della sede coinvolta: il tipo I è localizzata all'arco angina addominale e claudicatio degli arti inferiori
aortico e ai tronchi epiaortici; il tipo II risparmia Var e tendono anche a sviluppare ipertensione a causa
co aortico e interessa l'aorta toracica e l'aorta addo della compromissione dell'arteria renale, H coinvol
minale; il tipo III presenta aspetti dei tipi I e II; il tipo gimento dell'arteria polmonare può determinare
IV unisce aspetti del tipo I e del tipo III con interes ipertensione polmonare e manifestazioni di cuore
samento dell'arteria polmonare. Molti dei casi ripor polmonare. L'interessamento cardiaco è frequente e
tati (65,4%) rientrano nel tipo III, sottolineando così rappresenta la prima causa di morte. Quando la
la natura diffusa di questa aortite. L'eziologia è sco lesione si estende all'aorta ascendente, può eviden
nosciuta. La maggior incidenza in certe aree geogra ziarsi una retrazione cicatriziale dei lembi della val
fiche e la sua comparsa in gemelli monozigoti o in vola aortica o una diffusa dilatazione della parete
alcune famiglie fanno pensare che una predisposi del vaso che determinano un'insufficienza valvola
zione genetica stia alla base della malattia. Nella re. La stenosi degli osti coronarici o del tratto pros
popolazione giapponese la maggiore incidenza sem simale delle coronarie può causare un infarto del
bra essere legata all'antigene HLA-B52. miocardio. L'ipertensione arteriosa, secondaria alla
Il reperto macroscopico consiste in un irregolare stenosi dell'arteria renale o a coartazione aortica
ispessimento con raggrinzimento della superficie acquisita, emodinamicamente significativa, aggra
intimale di natura cicatriziale della parete aortica e vata da una ridotta reattività baro-recettoriale e da
dei segmenti prossimali delle grosse arterie che da una diminuita distensibilità aortica è presente nel
esso derivano; gli orifizi dei grossi rami collaterali 50% dei casi e può causare una cardiopatia iperten-
sono spiccatamente stenosati e a volte obliterati. siva. L'interessamento delTarteria polmonare è
Istologicamente le lesioni iniziali hanno sede nel spesso asintomatico ma a volte può determinare
l'avventizia sotto forma di infiltrato linfomonocitario ima grave ipertensione polmonare e manifestazioni
disposto soprattutto attorno ai vasa-vasorum. A que di cuor polmonare. Il decorso della malattia è varia
ste lesioni infiammatorie fa seguito una diffusa infil bile ma di regola sia assiste ad una lenta progressio
trazione, costituita inizialmente da polimorfonucleatì ne nel corso di mesi o di anni con recrudescenze di
e successivamente da mononucleati, che invade la complicanze quali una retinopatia, un'insufficienza
tonaca media. A queste alterazioni conseguono lesio aortica o aneurismi dell'aorta o delle arterie perife
ni focali necrotiche della media, che vengono ripara riche. La terapia con cortisonici, se somministrata
te da tessuto di granulazione, talora ricco in cellule precocemente, è in grado di controllare i sintomi
giganti plurinucleate di tipo Langhans. Lo stadio sistemici, di arrestare il processo e di far regredire le
evolutivo ultimo di queste lesioni è un'estesa sclerosi stenosi arteriose. I pazienti resistenti alla terapia
della media e un marcato ispessimento fibrotico del cortisonica possono trovare beneficio dall'uso di
l'intima con stenosi del lume vasale, che può essere farmaci citostatici come la ciclofosfamide e il
breve e segmentario o lungo e diffuso. Il processo methotrexate.
può essere complicato da fenomeni trombotici che
contribuiscono a restringere ulteriormente il lume
vasale, fino alla sua obliterazione completa. Morfolo
Poliarterite nodosa
gicamente il reperto non è caratteristico e presenta È una vasculite sistemica di tipo necrotizzante
evidenti analogie con altre aortiti, come quella luetica segmentarla, poco frequente, a decorso cronico con
Vasculiti (arteritij & 959
accentuazioni episodiche, che interessa le arterie di to della parete, motivo per cui non è frequente in
piccolo e medio calibro di svariati distretti. Sono questa fase l'emorragia per rottura degli eventuali
invece risparmiati i glomeruli renali, il microcircolo aneurismi. Nel terzo stadio prevale la formazione di
(arteriole, capillari e venule) e generalmente la cir tessuto di granulazione, con infiltrazione linfopla-
colazione polmonare. Nello stesso vaso, le lesioni smocitaria e granulocitaria eosinofila, associata a
morfologiche sono irregolarmente distribuite, con proliferazione fibroblastica (Fig. 2B) con progressiva
segmenti coinvolti dal processo flogistico, alternati sostituzione delle aree necrotico-essudatìve. Il tessu
a segmenti indenni. Altre caratteristiche sono: la to di granulazione occupa le aree della media e del
predilezione per le biforcazioni vasali, la loro abi l'intima distrutte e si estende all'avventizia contri
tuale limitazione ad un breve tratto del vaso, la ten buendo alle formazioni dei rigonfiamenti nodulari
denza alla formazione di sacche aneurismatiche, le visibili macroscopicamente. I trombi eventualmente
gravi ripercussioni che esse determinano sulla, presenti vengono organizzati, e, gradualmente, si ha
nutrizione degli organi colpiti, l'evoluzione ciclica l'evoluzione fibrotica delle lesioni, cosicché l'arteria
del processo arteritico e la contemporanea presenza assume l'aspetto di un cordone fibroso; la cicatrizza
di lesioni in diversa fase evolutiva. zione può inoltre determinare la guarigione dell'a
Dal punto di vista istologico il processo attraver neurisma con stenosi o addirittura l'obliterazione del
sa schematicamente quattro stadi evolutivi, spesso lume. Nel quarto stadio si hanno unicamente lesioni
coesistenti. Nel primo stadio si ha la comparsa di fibrotiche con infiltrati flogistici residui.
focolai di necrosi con deposizione di sostanza fibri- È bene sottolineare che raramente le lesioni vasali
noide, a partire dalla media con estensione all'intima si presentano tutte allo stesso stadio evolutivo, poten
(Fig. 2A), provocando sollevamento e desquamazio dosi osservare stadi diversi nello stesso vaso o in vasi
ne dell'endotelio. Nel secondo stadio, alle lesioni diversi, data l'evoluzione a poussèes del processo
necrotiche, si aggiunge un'intensa infiltrazione leu morboso. Un reperto che va ancora sottolineato è
cocitaria con discreta quota di eosinofili, che può quello che si riferisce alle caratteristiche dilatazioni
interessare tutte e tre le tuniche dell'arteria e i tessu aneurismatiche multiple, sino ad 1 cm di diametro, dei
ti perivascolari. Se il danno necrotico è esteso a vasi di medio calibro, ben visibili nei casi classici nelle
buona parte dello spessore della media, con distru arterie del rene, cuore, fegato e visceri. Pur potendo
zione anche della lamina elastica interna, si può raramente osservarsi anche in altre arteriti (ad es. nel
avere la formazione di piccole dilatazioni aneuri lupus) questo reperto è virtualmente patognomonico
smatiche, spesso multiple, donde il tipico aspetto di questa arterite. Come già ricordato detti aneurismi
macroscopico nodulare "a corona di rosario" dei vasi si formano nella fase acuta necrotica in seguito alla
colpiti (il reperto è particolarmente evidente a livello distruzione focale della membrana elastica interna;
delle coronarie e nei vasi mesenterici in prossimità per la sovrapposizione di fenomeni di trombosi e di
dell'inserzione mesenteriale) che ha dato il nome alla organizzazione del trombo, essi appaiono tuttavia
malattia. Dato il calibro modesto dei vasi colpiti, la più spesso "pieni" e non inclini alla rottura.
trombosi che accompagna la necrosi medio-intimale La malattia, colpisce preferenzialmente giovani
può risultare occludente anche quando c'è cedimen adulti di sesso maschile. Le sedi più frequenti delle
Fig. 2 - Poiiarterite nodosa. La necrosi fibrinoide, la trombosi vascolare e la flogosi acuta medio-intimale, sono aspetti morfologi
ci tipici dei primo stadio (a). Nei terzo stadio !a struttura della parete vasale è in gran parte alterata per la presenza di infiltrati
linfo-plasmo-granulocitari transmurali e per la deposizione di tessuto fibroso (b).
960 Arterie
lesioni arteriose sono il rene (80% dei casi), il cuore lare, granulomatosa o sclerotica. L'eziologia della
(70% dei casi), il fegato (65%), ed il tratto gastrointe poliarterite nodosa permane sconosciuta. La presen
stinale (50%); frequente anche l'interessamento dei za talora di depositi di immunocomplessi nelle pare
nervi periferici (40%) e della cute (25%) (qui sotto ti vasali in preda a lesioni acute, depone per una rea
forma di noduli sottocutanei periarteriosi il cui pre zione immune. Detta reazione potrebbe essere scate
lievo bioptico assume importanza diagnostica) e dei nata da farmaci, da agenti microbici, da antigeni
muscoli scheletrici (utilità della biopsia muscolare in tumorali o da virus. Particolare interesse, in questo
assenza di noduli cutanei). Le lesioni arteriose com ordine di idee, suscita l'elevata incidenza dell'antige-
portano gravi turbe nutritive degli organi interessati nemia dell'epatite B (HbsAg) o degli immunocom
con conseguenze diverse da organo ad organo. Nel plessi HbsAg-anti-HbsAg nel siero e talora nelle
cuore, l'interessamento delle arterie coronarie - rami pareti vasali lesionati dei pazienti con poliarterite
extramurali - (ben apprezzabile al tavolo anatomico nodosa. Prima dell'introduzione del vaccino, l'HBV
per il tipico aspetto nodulare delle pareti arteriose era considerato la causa del 25-40% di tutti i casi di
ispessite e con lume ristretto) è causa di fenomeni poliarterite nodosa. Va segnalato che sono stati con
anginosi, di miocardiosclerosi e talora anche di infar siderati come possibili agenti eziologici anche il cito-
to del miocardio e di rottura di un'aneurisma coro megalovirus, l'HIV, il parvovirus, il virus T-linfotro-
narico con emo-pericardio mortale; praticamente pico e l'HCV. Gli ANCA sono presenti soltanto nel
costante è l'ipertrofia del ventricolo sinistro in rispo 10-15% dei pazienti e sono prevalentemente p-
sta all'ipertensione arteriosa secondaria all'interessa ANCA. La prognosi della poliarterite nodosa, un
mento renale. Il rene presenta spesso il quadro di tempo infausta, è stata decisamente migliorata dal
una nefrosclerosi per lo più di tipo maligno (iperten l'introduzione della terapia con corticosteroidi e
sione arteriosa, insufficienza renale, ematuria) con ciclofosfamide. Nei pazienti HbsAg positivi può
associati infarti ischemici multipli in vario stadio essere utile la sostituzione dei farmaci immunosop-
evolutivo. Le lesioni poliarteritiche hanno sede pressori con farmaci antivirali e cicli di plasmaferesi.
soprattutto nelle arterie interlobari, arciformi ed
interlobulari, che appaiono al tavolo anatomico Malattia di Kawasaki
ispessite, trombizzate e spesso sede dì aneurismi.
Nel fegato sono possibili infarti ischemici in territori
(sindrome mucoso-cutanea finfonodaie)
appartenenti a rami dell'arteria epatica, occlusi o E una malattia febbrile che colpisce di solito i
sede di aneurismi trombizzati. Nell'intestino sono neonati ed i bambini di età inferiore a 4 anni (la
rare le lesioni ulcerative ischemiche (ileo, duodeno, maggioranza sotto i 2 anni). È associata a vasculite
digiuno, colon, con possibilità di emorragie e di peri sistemica delle arterie di medio e piccolo calibro
tonite da perforazione). Il sistema nervoso centrale è con caratteri sovrapponibili a quelli della poliarteri
solo raramente sede di emorragie o di rammollimen te nodosa e con una particolare predilezione per le
ti cerebrali (eccezionalmente midollari); frequenti arterie coronarie. La malattia si manifesta con: i)
invece sono le lesioni dei nervi periferici legati ad febbre che dura più di 5 giorni, resistente al tratta
arterite dei vasi nutritizi con secondaria atrofia e mento con antibiotici; iì) una congestione della con
demielizzazione dei tronchi nervosi. Infarti ischemi giuntiva oculare bilaterale; iii) alterazioni nelle lab
ci sono segnalati in altri organi, fra cui ricordiamo il bra e nella cavità orale: arrossamento delle labbra e
testicolo, la colecisti, il polmone etc. I sintomi di esor della lingua con prominenza delle papille (lingua a
dio sono aspecifici: febbre, perdita di peso, leucocito fragola), iperemia diffusa della mucosa orale e
si con frequente eosinofilia e aumento della VES, faringea; ìv) linfoadenopatia non purulenta cervica
mentre nelle fasi più avanzate spiccano sintomi rife le e raramente generalizzata; v) un eritema poli
ribili agli organi maggiormente interessati che, data morfo su tutto il tronco e le estremità, che talvolta
la diversa entità e distribuzione delle lesioni vascola può assumere aspetto morbilliforme e scarlattifor-
ri, variano notevolmente da caso a caso. Tra le cause me; vi) edema ìndurativo ed eritema delle mani e
di morte più frequenti figurano l'infarto del miocar dei piedi seguito più tardi nel corso della malattia
dio, la rottura di un aneurisma coronarico (emoperi- da una desquamazione membranosa della punta
cardio), mesenterico (emoperitoneo) o renale (emor delle dita. Una compromissione delle coronarie si
ragia intraparenchimale o ematoma perirenale), la ha in circa il 20% dei pazienti non trattati e attual
peritonite da perforazione di un'ulcera intestinale. mente la malattia di Kawasaki rappresenta la causa
Per la diagnosi bioptica (su prelievi cutanei o musco principale di cardiopatia acquisita in età pediatrica.
lari), va tenuto presente che il reperto istologico della Si ritiene che in soggetti geneticamente predisposti,
poliarterite nodosa, per quanto caratteristico, non è un gran numero di comuni agenti infettivi, agendo
strettamente specifico, potendo una poussés acuta di come superantigeni, stimolino una selettiva espan
questa malattia essere indistinguibile, per esempio sione ed attivazione dei linfociti T helper. Questi
da una arterite allergica. Per l'accertamento istologi assieme a cellule monocitico-macrofagiche secerno
co della poliarterite nodosa si esige, infatti, la dimo no una grande varietà di citochine che, oltre a
strazione della cronicità della malattia attraverso la mediare i quadri clinici della malattia, potrebbero
documentazione di reperti attestanti una fase nodu essere responsabili della proliferazione di vari cloni
Vasculiti (arteriti) « 961
di linfociti B che produrrebbero autoanticorpi con (vasculite leucocitoclastica cutanea), si rende manife
tro le cellule endoteliali. sto con la comparsa di papille emorragiche (porpora
Istologicamente l'arterite si manifesta con un'infil palpabile) localizzate preferibilmente nelle partì
trazione di granulociti neutrofili e di cellule mononu- declivi (arti inferiori e nelle regioni sacrali nei pazien
cleate, con scarsi fenomeni di necrosi fibrinoide. La ti allettati). Quando la vascidite assume carattere
flogosi in genere è transmurale, con distruzione di sistemico, i distretti maggiormente colpiti sono i reni,
tutti i componenti della parete vasale anche se può le articolazioni, i polmoni, l'apparato gastro-enterico,
essere di lieve entità e limitata alla sola tonaca intima. il sistema nervoso periferico ed i muscoli scheletrici.
Le lesioni possono complicarsi con la trombosi del Piuttosto frequenti sono la glomerulonefrite necrotiz
lume e la formazione di aneurismi. Negli stadi più zante e le capillarite polmonare. Possibili agenti cau
avanzati l'infiltrato infiammatorio tende a scompari sali possono essere farmaci (penicilline, tetracicline,
re, sostituito da una fibrosi della parete vascolare a sulfonamidi), sostanze chimiche (insetticidi, erbicidi,
cui si associa, frequentemente, un'iperplasia intimale prodotti del petrolio), batteri (stafilococchi, strepto
che può provocare stenosi del lume. Durante la fase cocchi, micobatteri), virus (virus dell'influenza, cito-
acuta della malattia è possibile il riscontro di versa megalovirus) proteine eterologhe (sieri), ed antigeni
mento pericardico asintomatico, di miocardite e di autoioghi. In molti casi non è possibile identificare
vasculite coronarica. Questa arterite predilige i grossi alcun agente causale. Da un punto di vista patogene-
rami sub-epicardici con comparsa di aneurismi nella tìco si ritiene che lo sviluppo del processo vasculitico
seconda settimana di malattia e raggiungimento sia provocato dal deposito, nelle pareti vasali, di
delle dimensioni massime, dalla terza all'ottava setti immunocomplessi o dalla formazione di immuno-
mana successiva all'esordio della febbre. Complican complessi in situ. In molti pazienti sono stati trovati
ze fatali (infarto del miocardio, emopericardio per elevati livelli di immunocomplessi circolanti, anche
rottura aneurismatica) si verificano in circa l'l% dei se le indagini con immunofluorescenza non hanno
casi. Studi angio-cardio-grafici seriati hanno dimo riscontrato con costanza la presenza di depositi
strato una notevole capacità evolutiva delle lesioni immunitari nelle lesioni vascolari. Depositi di Immu
coronariche; circa la metà dei bambini con aneurismi noglobuline e complemento sono stati evidenziati
coronarici diagnosticati subito nella fase acuta della nelle lesioni nelle prime 24 ore dal loro sviluppo. Le
malattia, ha, 1-2 anni più tardi, vasi di apparenza nor lesioni vasali consistono istologicamente in una
male all'esame angiocardiografico. Invece pazienti vasculite necrotizzante (Fig. 3), con deposito di
con aneurismi di diametro maggiore di 8 mm (3-5% sostanza fibrinoide, infiltrazione di leucociti polimor-
di tutti casi di dilatazione coronaria) hanno scarsa
possibilità di regressione ed una elevata possibilità di
stenosi o occlusione del segmento coronarico colpito.
L'arterite è stata anche riscontrata con frequenza
decrescente nelle arterie ascellari, iliache, renali,
mammarie interne, mesenteriche e nell'aorta. La for
mazione di aneurismi è meno frequente nelle arterie
sistemiche che nelle arterie coronarie; uno studio cli
nico-patologico ha individuato aneurismi arteriosi
sistemici (ascellari ed iliaci) nel 3,3% su 662 pazienti
con malattia di Kawasaki e con aneurismi coronarici.
Il trattamento con gammaglobuline endovena e
aspirina per via orale ad alte dose si sono dimostra
te efficaci nel ridurre la formazione di aneurismi e la
trombosi delle coronarie, la persistenza della febbre
e la flogosi miocardica nella fase acuta della malattìa.
La malattia tipicamente evolve in diverse fasi: l'e dal farmaco o non sia invece una forma frusta di sin
sordio (fase prodromica o prevasculitica) è caratterizza drome di Churg-Strauss non più controllata dal cor
to dalla presenza di rinite allergica e poliposi nasale tisone sostituito dal zafirlukast.
a cui si associa, dopo diversi anni, l'asma bronchiale I p-ANCA sono presenti nel 70% dei casi di gra
e successivamente (in media dopo 3 anni) la vasculi nulomatosi di Wegener.
te sistemica. Questa è preceduta da una eosinofilia
periferica con valori che superano i 1.000 eosinofi- Tromboangioite obliterante
11/mm3 da infiltrazione parenchimale dì eosìnofìli
che rappresenta l'aspetto morfologico più caratteri
(malattia di Buerger)
stico e diagnostico della fase prevasculitica della Questa malattìa/ descritta da Buerger nel 1908, è
malattia. L'infiltrazione parenchimale può interessa una malattìa flogistica delle arterie, a distribuzione
re qualsiasi organo, ma si presenta più frequente segmentaria, con decorso cronico, remissioni e rica
mente come polmonite eosinofila (nel 50-70% dei dute periodiche, che colpisce selettivamente le arte
casi), con infiltrati fugaci parenchimali evidenziabili rie di medio e piccolo calibro degli arti, specie infe
alla radiografia o come gastroenterite eosinofila con riori, interessando solo occasionalmente e tardiva
dolori addominali e diarrea mucosanguinolenta o mente i vasi viscerali (cuore, rene, tratto gastrointe
come linfadeniti eosìnofile con ingrossamento dei stinale, cervello). Nel Nord America circa il 50% dei
linfonodi. Questo quadro può regredire o ripresen pazienti con malattia di Buerger ha un interessamen
tarsi anche a distanza di anni, insieme alla/«se vascu- to isolato degli arti inferiori, il 30-40% presenta coin
litica della malattìa,, che è caratterizzata dalla flogosi volgimento degli arti superiori e di quelli inferiori e
vascolare e da granulomi necrotizzanti extravascola circa il 10% presenta interessamento dei soli arti
ri. Generalmente sono interessate arterie di medio e superiori. Si manifesta quasi esclusivamente in sog
piccolo calibro/arteriole, venule e le vene di polmo getti di sesso maschile di età compresa tra i 25 ed i 45
ne/ cuore, milza, nervi periferici e cute. Istologica anni, forti fumatori di sigarette, anche se recente
mente le lesioni acute sono caratterizzate da un'in mente la sua incidenza è risultata aumentata anche
fiammazione transmurale della parete vasale con un nel sesso femminile. Colpisce tutte le razze ma è pre
infiltrato ricco di eosinofili che si accompagna a minente nel Medio Oriente rispetto all'Europa e agli
necrosi fibrinoide (vasculite necrotizzante). Frequente Stati Uniti. Agli arti inferiori e superiori, la malattia
mente e specialmente nelle venule e piccole vene inizia a livello delle arterie digitali e delle piccole
manca la necrosi (vasculite non necrotizzante) e talvol arterie del piede e della mano e si estende poi alle
ta le lesioni vascolari consistono in una semplice arterie della gamba e dell'avambraccio. Le arterie
infiltrazione di eosinofili senza alterazioni della pare maggiori, come la femorale e l'omerale, sono colpite
te vasale. I granulomi hanno un diametro approssi tardivamente e solo quando la malattia è grave e
mativo di 1 mm e sono comunemente localizzati vici progressiva. Le lesioni sono spiccatamente segmen
no alle piccole arterie o venule. Sono caratterizzati da tarle (per cui tratti lesi si alternano caratteristicamen
una zona centrale necrotica circondata da istiociti e te a tratti normali), ed episodiche (sicché i vari seg
cellule epiteliodi disposti a palizzata e sono infiltrati menti interessati sembrano essere ad uno stadio evo
da eosinofili che appaiono abbondanti anche nel tes lutivo differente) con estensione in senso prossimale
suto circostante. L'interessamento renale è rappre verso la radice degli arti. Le remissioni e le recidive
sentato da un quadro di glomerulonefrite acuta che della malattia si correlano strettamente con la
raramente evolve verso l'insufficienza renale. Abba sospensione e la riassunzione del fumo di sigaretta.
stanza frequente è l'interessamento cardiaco che La partecipazione delle vene si verifica nel 40% dei
rimane la prima causa di morte. La lesioni più fre casi; sono colpite soprattutto le vene di piccolo e
quenti sono i granulomi eosinofili del miocardio e la medio calibro superficiali, con carattere episodico e
vasculite coronarica con necrosi focale del miocardio migrante (tromboflebite migrante) di notevole signi
e, talora, infarto. In circa i 2/3 dei pazienti si osserva ficato clinico-diagnostico quando associate ad arte-
no noduli sottocutanei e porpora, espressióne clinica riopatia ostruttiva. L'essenza patologica della malat
di un interessamento dei piccoli vasi affetti da una tia è costituita da focolai disseminati di tromboarte-
vasculite leucocitoclastica in cui, oltre ai polimorfo- rite occlusiva, con integrità della parete arteriosa nei
nucleati, spiccano gli eosinofili. La neuropatia perife tratti interposti tra i focolai di trombosi. La somma di
rica, sotto forma di mononeurite multipla o di poli questi focolai succedutisi nel tempo determina un
nevrite, è presente in circa il 65-75% dei pazienti ed è peculiare profilo arteriografico a linee spezzate e una
la consequenza di una vasculite dei vasa nervorum. progressiva riduzione della portata sanguigna che
Recentemente sono stati segnalati casi di sindro può determinare gangrena di parti successivamente
me di Churg-Strauss associati alla somministrazione più estese delle estremità. La gravità della malattia
di zafirlukast, farmaco appartenente ad un nuovo dipende dalla rapidità di sviluppo e dall'estensione
gruppo di sostanze antinfiammatorie non steroidee dell'occlusione arteriosa, le cui conseguenze ische-
ad azione antagonista sui recettori dei leucotrieni ed miche sui tessuti possono, per un periodo più o
usato nella profilassi dell'asma. Non è ancora chiaro meno lungo, essere compensate da un efficace circo
se la comparsa della vasculite sia causata veramente lo anastomotico collaterale.
964 Arterie
Dal punto di vista istologico, il morbo di Buer-
ger è una panarterite e/o panflebite non suppura
Arterite reumatica
tiva e abitualmente non necrotizzante con preva È poco frequente e può osservarsi soprattutto
lenza delle lesioni intimali, il che spiega la fre nella fase acuta della malattia reumatica, a livello
quenza e la precocità della trombosi occlusiva. per lo più delle arterie coronarie ma anche dell'aor
Nella fase più precoce, sia a livello arterioso che ta, dei vasi polmonari e di altri distretti arteriosi. Le
venoso, le lesioni sono caratterizzate da un'infil lesioni sono simili a quelli della vasculite da iper
trazione flogistica parvicellulare di linfociti, pla sensibilità ma tendono a localizzarsi nell'intima con
scarso interessamento della media e dell'avventi
sma cellule e leucociti polimorfonucleati, che inte
zia. La coronarite reumatica interessa di regola i
ressa tutti gli strati della parete, ma particolar
piccoli rami intramurali nel quadro della miocardi
mente spiccata in sede sottoendoteliale, e da Una
te reumatica (vedi Cuore) ma può localizzarsi
trombosi ostruente o sub-ostruente. Di significato
anche ai rami subepicardici (da cui la possibilità di
diagnostico è il reperto entro il trombo di cumuli trombosi e di infarti in soggetti giovani affetti da
di granulociti a tipo microascessi, circondati da cardite reumatica); le lesioni consistono in necrosi
un tessuto di granulazione spesso ricco di cellule fibrinoide intimo-mediale con eventuale trombosi
giganti tipo Langhans. Si tratta di quadri istologi ed infiltrazione flogistica parvicellulare dell'avven
ci che non si riscontrano in genere nelle trombosi tizia che, negli stadi successivi, può assumere carat
vasali di altra natura e che danno l'impressione di tere granulomatoso (eccezionale, tuttavia il reperto
un'infiammazione che si svolge nel contesto del di noduli di Aschoff). Nel reumatismo inattivo le
trombo stesso. Sebbene la flogosi interessi tutto lo lesioni coronariche intramurali sono di tipo fibroso
spessore del vaso, l'architettura di base permane e non di rado il vaso appare circondato da lamelle
riconoscibile e appare integra la lamina elastica connettivali a disposizione concentrica. L'aortite
interna. La fase cronica è contraddistinta dalla reumatica ha una certa analogia macroscopica e
vivace proliferazione fibroblastica dell'intima microscopica con l'arterite luetica, ma predilige
(anche nelle zone prive di trombosi) e dalla orga l'aorta addominale. Microscopicamente sulla
nizzazione e ricanalizzazione del trombo con superficie intimale possono notarsi rientranze cica
sostituzione fibrosa dei microascessi e del tessuto triziali e placche biancastre, zigrinate, di significato
granulomatoso. L'esito di tali lesioni porta, oltre diagnostico quando sì tratta di soggetti giovani con
che all'obliterazione del lume, a fibrosi avventi- chiare stigmate reumatiche (esiti di endocardite).
ziale e periavventiziale che, non di rado, coinvol Istologicamente le lesioni hanno sede nell'avventi
ge le vene e le strutture nervose adiacenti, cosic zia (attorno ai vasa vasorum) e negli strati esterni
ché negli stadi tardivi, tutte le componenti del della media (mesoaortite reumatica), sotto forma di
fascio vascolo-nervoso dell'arto vengono ad esse infiltrati lìnfoidi ad evoluzione cicatriziale; la com
re inglobate in un manicotto di tessuto fibroso promissione delle strutture elastiche della media è
denso. L'estesa proliferazione fibroblastica del di regola meno grave che nella lue (donde la rarità
l'intima, la cellularità del trombo e l'infiltrazione delle complicanze aneurismatiche); l'ispessimento
flogistica medio-avventiziale, unite all'assenza di fibroso dell'intima è da considerarsi reattivo alle
focolai di ateromatosi intimali e di irregolari feno lesioni della media. Alterazioni simili sono state
meni di fibrosi e di calcificazione della media, riscontrate anche a carico dell'arteria polmonare.
costituiscono importanti caratteri morfologici dif
ferenziali rispetto all'arteriosclerosi obliterante Arterite reumatoide
degli arti, almeno nei casi in cui alle lesioni burge- In pazienti con artrite reumatoide si può osser
riane non si sovrappongono col tempo lesioni vare un'arterite delle arterie dì medio e piccolo cali
arteriosclerotiche. Il carattere vasculitico del pro bro, indistinguibile dalla poliarterite nodosa e che
cesso esclude, d'altra parte, la trombosi arteriosa solo di rado comporta gravi ripercussioni sui
semplice, mentre l'assenza di necrosi fibrinoide parenchimi interessati, pur essendo possibili quadri
intimo-mediale, l'integrità della membrana elasti ischemico-infartuali a carico del miocardio, musco
ca interna e l'assenza di aneurismi escludono la li, apparato gastro-enterico, nervi periferici etc., su
poliarterite nodosa. base arteriolitica con trombosi sovrapposta. La
L'eziologia di questa vasculite non è nota ma vasculite si verifica tardivamente nel decorso della
sembra esservi una forte correlazione con il fumo di malattia, quando già i pazienti presentano altera
sigaretta. La quasi totalità dei pazienti colpiti fa zioni gravi delle articolazioni, noduli cutanei, posi
infatti uso di tabacco e la patologia riflette forse una tività dei test per gli autoanticorpi anti-nucleo ed
forma di ipersensibilità specifica verso agenti con elevati titoli sierici del fattore reumatoide. Nelle fasi
tenuti nel tabacco. La terapia medica si fonda in attive, prevalgono le arteriti essudativo-necrotiz-
primo luogo sull'astensione totale dal fumo. Qua zanti, con necrosi fibrinoide (vedi patologia del
lunque procedura terapeutica non accompagnata connettivo) delle pareti vasali ed infiltrazione flogi
dalla sospensione del fumo non ha successo nel stica perivasale, prevalentemente linfoplasmocellu-
trattamento dell'insufficienza arteriosa. lare. Nelle fasi croniche, prevalgono le arteriti prò-
Vasculiti (arteriti) & 9 65
duttive (con ispessimento intimale, infiltrati flogi
stici e noduli linfoistiocitari perivasali) e la ialinosi
Malattia e fenomeno di Raynaud
intimo-mediale. Nelle pareti vasali sono stati dimo La malattia di Raynaud consiste in turbe funziona
strati depositi di IgG-IgM e C3. L'aorta risulta inte li vasospastiche transitorie delle piccole arterie e arte
ressata nel 2% dei casi con aspetti morfologici simi-" riole delle estremità che, nella maggior parte dei casi,
li (ma di regola di più modesta entità) alla lue (aor interessano le dita di entrambi le mani, pollice esclu
tite reumatoide); infiltrati linfoplasmocellulari, dai so, meno frequentemente quelle dei piedi e raramen
vasa vasorum (ispessiti) si propagano alla tonaca te la punta del naso e i padiglioni auricolari. È una
media, accompagnandosi talora a necrosi focale e a malattia idiopatica a decorso benigno che colpisce
presenza di cellule giganti perinecrotiche. Non rara soprattutto donne giovani per il resto sane. Questi
la localizzazione alla base della valvole aortiche con pazienti presentano una risposta vasocostrittiva
possibile esito in insufficienza valvolare. Merita abnormemente accentuata all'esposizione al freddo o
anche di essere ricordato che i caratteristici noduli a stress emotivi. La crisi è caratterizzata da tre fasi suc
reumatoidi localizzati nel connettivo e nei tessuti cessive: pallore, cianosi ed eritema, a ciascuna delle
periarticolari si instaurano inizialmente attorno ai quali corrisponde una precisa situazione fisiopatolo-
piccoli vasi interessati dal processo arteritico essu gica. Con la costrizione delle arterie digitali, la cute
dativo con necrosi fibrinoide della parete. delle dita diventa pallida ed in seguito cianotica per
una vasoparalisi arteriolare e venulare con stasi ema
tica da ipossia tissutale. Dopo l'eliminazione dello sti
Arteriti collagenosiche molo scatenante, la cianosi viene sostituita da rossore
Nel lupus eritematoso sistemico è tipico, in tutti i intenso dovuto a iperemia reattiva. Di regola non
tessuti ed organi coinvolti, l'interessamento delle compaiono lesioni ischemiche e le arterie digitali sono
piccole arterie e delle arteriole sotto forma di vascu- pervie e le pressioni arteriose digitali sono normali tra
lite essudativa necrotizzante, con necrosi fibrinoide un attacco e l'altro. Persistendo nel tempo, la malattia
intimo-mediale, interruzioni parcellari della mem si può accompagnare ad ispessimento dell'intima e la
brana elastica interna, infiltrazione flogistica preva tonaca muscolare può apparire ipertrofica.
lentemente linfo-plasmocellulare dell'avventizia. Nel fenomeno di Raynaud l'angiospasmo peri
Nelle fasi più avanzate, si possono avere fenomeni ferico si verifica in soggetti che hanno un'ostruzio
riparativi con sclerosi parietale ed iperplasia fibrosa ne significativa delle arterie palmari o digitali o
dell'intima. Dato il piccolo calibro dei vasi colpiti e delle arterie prossimali dell'avambraccio con una
l'abituale assenza di fenomeni di trombosi è infre concomitante riduzione della pressione arteriosa
quente la comparsa di lesioni infartuali negli organi digitale a riposo. In questi pazienti, una normale
interessati (rene, miocardio, milza, ecc). Depositi di risposta vasocostrittiva al freddo sembra sufficiente
immunoglobuline, complessi DNA-anticorpi anti- a causare la chiusura dell'arteria digitale con conse
guente ischemia episodica. Il fenomeno di Raynaud
DNA e complemento possono essere documentabili
nelle pareti vasali, in supporto alla teoria che le lesio può manifestarsi in corso o rappresentare l'esordio
di numerose malattie tra le quali la sclerodermia, il
ni sono mediate da immunocomplessi. Anche nella
lupus eritematoso sistemico, l'aterosclerosi, il
sclerodermia le frequenti lesioni vasali, a distribu
morbo di Buerger e la crioglobulinemia; può inoltre
zione sistemica, interessano soprattutto le arteriole e
presentarsi nelle intossicazioni da farmaci e da
le piccole arterie, risparmiando i grossi vasi. Il tipo
metalli pesanti e nei pazienti con ostruzione arterio
di alterazione più comune consiste in un ispessi
sa palmare e digitale post-traumatica per uso pro
mento fibro-mucoide dell'intima e proliferazione
lungato di agenti vibranti. Alterazioni trofiche,
concentrica delle cellule intimali con riduzione del
ulcerazioni e gangrene possono aversi nelle parti
lume vasale e modesti infiltrati flogistici awentizia- colpite. Il fenomeno di Raynaud in alcuni casi può
li. Meno frequente è il reperto di vasculite necrotiz precedere di anni la comparsa della "malattia".
zante, con necrosi fibrinoide e infiltrazione flogistica
leucocitaria perivasale, osservata soprattutto nei
soggetti ipertesi. A livello cutaneo, le alterazioni Fibrodisplasia arteriosa
vasali possono precedere anche di anni la comparsa La fibrodisplasia arteriosa comprende un grup
della sclerosi cutanea con manifestazioni tipo feno po eterogeneo di malattie vascolari, ostruttive ed
meno di Raynaud; esse sono responsabili delle turbe aneurismatiche, non arteriosclerotiche o infiamma
trofiche (ulcerazioni, gangrena) presenti in alcuni torie, che interessa le arterie di medio calibro. Nella
casi. Nella polimiosite e dermatomiosite, le lesioni maggior parte dei casi è interessata l'arteria renale,
vasali (a tipo ispessimento fibromucoide dell'inti con le arterie carotide e iliaca che rappresentano, a
ma) sono poco frequenti e per lo più limitate alle pic distanza, la seconda e terza sede d'interessamento.
cole arterie dei muscoli, della cute e del sottocuta La fibrodisplasia dell'arteria renale è seconda solo
neo, mentre è raro l'interessamento delle arterie all'aterosclerosi come causa più comune di iperten
viscerali, salvo che nelle forme infantili, ove sono sione chirurgicamente correggibile. Il 90% dei
descritte vasculiti acute necrotizzanti in parte simili pazienti adulti con questa malattia displastica è di
alla poliarterite nodosa. sesso femminile in età feconda.
9 6 6 si Arterie
Sono stati descritti 3 tipi di displasia, a seconda di reintegro delle strutture specifiche della media
della tonaca vasale interessata: i) la fibrodisplasia che si manifestano nella senilità sono alla base delle
intimale appare come una lunga stenosi che interes ectasie e degli allungamenti delle arterie in tale età.
sa, di solito, tutta la circonferenza del vaso e consi
b) Aneurismi. Si intende per aneurisma un'abnorme
ste in un cospicuo ispessimento dell'intima per la
dilatazione circoscritta e a sviluppo progressivo del
presenza di un tessuto connettivo lasso privo di lume di un vaso (per lo più arterioso), nella quale non
depositi lipidici e cellule infiammatorie. La limitan sono più riconoscibili le pre-esistenti strutture inti-
te elastica interna è conservata e la tonaca media e mo-mediali. Classicamente gli aneurismi si distin
l'avventizia sono normali; ii) la fibrodisplasia della guono in veri e falsi. Negli aneurismi veri la zona dila
media è l'aspetto più comune della fibrodisplasia tata corrisponde allo sfiancamento della parete alte
fibro-muscolare. Sono state individuate due forme rata del vaso, i cui tessuti sono stati progressivamen
istologiche che sembrano rappresentare il prosegui te e totalmente sostituiti da connettivo collageno, per
mento di un'unica malattia. La prima {forma perife cui soltanto ai margini della sacca possono essere
rica) è caratterizzata da un connettivo fibroso com riconosciute 'tracce degli strati parietali. In questi
patto che sostituisce il muscolo liscio della parte più aneurismi il sangue circola all'interno del sistema cir
esterna della media. Nella seconda (forma diffusa) si colatorio. Gli aneurismi falsi si formano in seguito ad
ha la sostituzione di tutta la muscolatura liscia della una soluzione di continuo a tutto spessore della pare
media da parte di tessuto connettivo fibroso com te arteriosa (per trauma o per processo morboso) e
patto. Le lesioni possono consistere in una stenosi che comunica con il lume vasale. Attorno al sangue
singola localizzata e ben definita o in una serie di stravasato si ha la neoformazione di una parete con-
restringimenti multipli alternati a tratti in cui la nettivale ad opera dei tessuti awentiziali e periav-
media è sensibilmente assottigliata o quasi assente ventiziali. Di solito la rottura è poco ampia ed il san
ed è in queste zone che, frequentemente, si ha la gue fuoriesce con una certa lentezza permettendo al
dilatazione aneurismatica dando luogo ad un carat connettivo circostante di arginare l'emorragia.
teristico aspetto angiografico a "corona di rosario". La patogenesi degli aneurismi è legata in via gene
La fibrodisplasia della media è responsabile di rale ad una grave alterazione strutturale della parete
quasi l'85% delle lesioni displastiche reno-vascola- vasale, essenzialmente della media, con conseguente
ri; iii) la displasia perimediale (10% dei casi di fibrodi scadimento funzionale delle strutture mio-elastiche,
splasia) è caratterizzata dall'accumulo di tessuto cui compete la resistenza del vaso agli stimoli presso
elastico al punto di giunzione tra la media e l'av ri. Le cause degli aneurismi sono molteplici, ma tra
ventizia. Interessa le arterie renali ed è associata a essi figurano in primo luogo Yaterosclerosi e la cosid
microaneurismi. detta "necrosi cistica della tonaca media" che complessi
vamente sono responsabili della quasi totalità degli
aneurismi aortici. Gli aneurismi possono essere cau
I Arteriectasie, aneurismi sati anche da arteriti, eventi traumatici, da malattie
ereditarie del connettivo e da infezioni. Aneurismi
a) Arteriectasie. Si intende per arteriectasia la dila possono verificarsi solo come risultato di fattori mec
tazione, per lo più diffusa, di un'arteria, la cui pare canici. Elevate pressioni parietali laterali dovute ad
te conserva, più o meno inalterata, la sua struttura. un aumento della velocità di flusso per superare ima
Le dilatazioni del calibro delle arterie possono esse stenosi e le vibrazioni della parete arteriosa, dovute
re fisiologiche o patologiche. Nel primo caso sono alla turbolenza, sono responsabili della formazione
legate ad aumento del flusso ematico e si accompa degli aneurismi del tratto post-stenotico (metastenotici).
gnano ad iperplasia delle strutture contrattili della L'aneurisma dell'arco aortico in caso di coartazione
media. Le arteriectasie patologiche, che possono aortica è un esempio classico. Un rapporto esiste tra
essere associate ad allungamento del vaso, sono, gravidanza e aneurismi e dissecazione aortica. Circa
dovute invece ad inadeguata resistenza assoluta o la metà di tutti gli aneurismi e delle dissezioni aorti
relativa della media alle sollecitazioni delle forze che che vanno incontro a rottura nelle donne al di
endoluminali. Nella patogenesi di tali alterazioni, sotto dei 40 anni di età, si verifica durante la gravi
importanza non trascurabile si attribuisce alle cellu danza, tipicamente nel terzo trimestre e, occasional
le muscolari lisce che non sarebbero capaci di ade mente, nell'immediato periodo post-parto. I vasi che,
guare la resistenza della tonaca media alle esigenze più frequentemente, vanno incontro a rottura dell'a
funzionali o per ipoplasia o per ridotta capacità neurisma durante la gravidanza si trovano in sede
contrattile o per ridotta produzione di fibre elasti splenica, cerebrale e aortica. Si ritiene che la riduzio
che o per metaplasia fibro-elastica. In effetti, istolo ne dei livelli dei mucopolisaccaridi acidi e la fram
gicamente si ha una riduzione delle strutture mio- mentazione delle fibre reticolari delle pareti delle
elastiche ed un aumento progressivo della quota arterie, descritte in donne gravide, nonché le modifi
fibrosa come componente della media. Non si cono cazioni cardiocircolatorie che accompagnano la gra
sce il ruolo, peraltro molto probabile, che possano vidanza ed il puerperio, siano responsabili delle dila
giocare le terminazioni nervose. A riguardo ricor tazioni aneurismatiche e della dissezione in queste
diamo che i lievi difetti quantitativi della capacità donne. Gli aneurismi infettivi (vedi arteriti infettive)
Arteriectasie, aneurismi & 967
sono poco frequenti e possono essere causati da: i) conferiscono al vaso un decorso serpiginoso o a vitic
emboli settici che si arrestano in un certo punto del cio, come si verifica nell'arteria splenica). Le dimen
vaso o nei vasa vasorum, di solito come complicanza sioni degli aneurismi variano secondo il calibro del
di endocarditi infettive; ii) estensione di un processo vaso interessato per cui si passa dai voluminosi aneu
suppurativo attiguo al vaso; iii) microrganismi circo rismi sacciformi dell'aorta, agli aneurismi delle
lanti che si depositano su un'intima malata, ateroscle- dimensioni di una noce dei vasi di medio calibro e
rotica o traumatizzata durante manipolazioni chirur agli aneurismi miliarici delle arterie intraparenchi-
giche o procedure diagnostiche di tipo invasivo o, nei mali. La sede dell'aneurisma può essere rappresenta
tossicodipendenti, da iniezioni intra-arteriose. Talvol ta da qualunque segmento arterioso ma di gran
ta può avvenire che gli aneurismi vengono infettati lunga preferita è l'aorta e di questa il tratto più colpi
dalla deposizione nella loro parete di micorganismi to è quello addominale (Fig. 5); seguono a distanza le
circolanti. Sebbene Tinfezione possa svilupparsi ih arterie poplitea, femorale, carotide, succlavia etc.
qualsiasi punto dell'albero arterioso in cui pre esiste Notevole importanza al riguardo ha la causa deter
un aneurisma, tuttavia, tutte le casistiche della lette minante; così ad esempio: gli aneurismi luetici prefe
ratura hanno dimostrato una forte propensione al riscono l'arco dell'aorta, quelli aterosclerotici l'aorta
coinvolgimento degli aneurismi dell'aorta addomi addominale, mentre gli aneurismi su base malforma
nale. I micorganismi più comunemente isolati in que tiva hanno sede generalmente nelle ramificazioni del
sta patologia sono lo stafilococco aureo e la salmonel- poligono di Willis- Per il numero, gli aneurismi pos
la, quest'ultima colonizza la parete aneurismatica sono essere unici o multipli, in una stessa arteria, inte
durante episodi di batteriemia che si sviluppano nel ressare nello stesso tempo più arterie. Indipendente
corso di gastroenteriti primitive da salmonella. Gli mente dalle cause, una volta formatosi l'aneurisma,
aneurismi infettivi e l'infezione di un aneurisma pre- la sua dilatazione è governata da principi fisici e in
sistente costituiscono un processo infettivo fulminan particolare dalla legge di Laplace. Questa legge stabi
te e devono essere trattati tempestivamente. La sup lisce che in un vaso sanguigno (o in un viscere cavo)
purazione può determinare un rapido sfiancamento quanto più grande è il raggio del vaso, tanto maggio
e la conseguente rottura dell'aneurisma. re è la tensione della parete necessaria per equilibra
Dal punto di vista macroscopico, gli aneurismi re la pressione endoluminale. Così la tensione parie
vengono classificati a seconda della loro forma. Si tale di un aneurisma con un diametro di 6 cm è 12
distinguono pertanto: aneurismi sacciformi (rappresen volte maggiore di quella che si ha nella parete di una
tano una dilatazione anche estesa ma limitata a un aorta normale con diametro di 2 cm. E evidente che,
tratto della circonferenza della parete di un vaso; la una volta iniziata la dilatazione dell'aorta, il processo
sacca, spesso ripiena di masse trombotiche stratifica si accentua e che gli aneurismi di grosse dimensioni
te, comunica con il lume vasale mediante un orifizio hanno una maggiore tendenza alla rottura rispetto a
più o meno ristretto detto "colletto"),fusiformi (si for quelli di pìccole dimensioni. L'ipertensione è un
mano in seguito ad una progressiva, ma graduale, importante fattore di rischio per la rottura. L'evolu
dilatazione dell'intera circonferenza della parete zione anatomica dell'aneurisma può presentare
vasale) e cirsoidei (sono caratterizzati da piccole dila diverse modalità: è possibile, specie nei piccoli aneu
tazioni varicose multiple, disposte in sequenza, che rismi, l'obliterazione della sacca ad opera delle masse
968 ^ Arterie
trombotiche prima e del tessuto di organizzazione ligendo nettamente il sesso maschile e l'età sui
dopo; ma più spesso, come di regola negli aneurismi 35-45 anni. La genesi di tali aneurismi è direttamen
aortici, la sacca aneurismatica tende ad ingrandirsi te legata all'estesa distruzione della tonaca media,
progressivamente, determinando fenomeni di com caratteristicamente provocata dal processo granu-
pressione e di stiramento degli organi vicini, che lomatoso specifico a partenza dai vasa vasorum. Si
variano, a seconda della sede di origine della sacca, e tratta di solito di aneurismi sacciformi a sviluppo
del volume che questa può raggiungere e degli orga espansivo che possono col tempo raggiungere
ni interessati; d'altra parte, per il progressivo assotti dimensioni notevoli (fino a 15-20 cm di diametro)
gliamento della parete, si può arrivare alla rottura che provocando gravi fenomeni di ingombro mediasti-
può avvenire in un organo cavo che si trovi a suo con nico (vedi sopra), irritazione e compressione dei
tatto, in una cavità sierosa, nel tessuto cellulare sotto- nervi laringei e talora usura delle costole e dei corpi
cutaneo od eccezionalmente all'esterno per usura vertebrali. Frequente è la rottura della sacca (che
della cute. Negli aneurismi dell'aorta ascendente può avvenire nel cavo peritoneale, nel cellulare
sono frequenti i fenomeni di compressione sul bron lasso mediastinico, nel cavo pleurico, nella trachea
co destro, sulla vena cava superiore ed eventualmen e bronchi, nell'esofago, od anche all'esterno) segui
te sull'arteria polmonare e sulle costole; inoltre, si ta da morte per lo più improvvisa.
può avere insufficienza delle valvole aortiche (a moti
vo della dilatazione dell'ostio aortico) con restrizione
degli osti coronarici. Negli aneurismi dell'arco aorti Aneurismi aterosclerotìci
co possono venire compresse la trachea, l'esofago, il In seguito alla ridotta frequenza della lue vasco
bronco sinistro, il nervo frenico e il ricorrente di sini lare, l'aterosclerosi è divenuta la causa principale
stra, mentre, per l'usura :del manubrio sternale, la degli aneurismi. Eccezionali prima dei 50 anni,
sacca aneurismatica può diventare sottocutanea. Se hanno un'incidenza che aumenta con l'età, e sono
localizzati nell'ultimo tratto dell'arco è possibile l'ero più frequenti nei maschi, con sede elettiva nell'aorta
sione delle vertebre dorsali e la compressione midol addominale; contrariamente agli aneurismi luetici,
lare (paraplegia). Negli aneurismi dell'aorta toracica sono relativamente rari nell'aorta toracica. Frequen
discendente, che si estrinsecano nel mediastino te è pure l'interessamento a livello delle arterie ilia
posteriore, le strutture compresse riguardano il bron che comuni, femorali e poplitee ed anche delle arte
co sinistro, il polmone, e vertebre, le costole, il midol rie di medio e piccolo calibro, comprese le arterie
lo spinale e l'esofago. Negli aneurismi dell'aorta cerebrali e le arterie coronarie. Gli aneurismi delle
addominale i fenomeni compressivi sui visceri addo arterie iliache comuni si riscontrano spesso in conti
minali sono rari e rara è anche l'usura dei corpi ver nuità od in associazione con quelli dell'aorta addo
tebrali con compressione midollare. minale mentre, come lesioni isolate, sono rare. Gli
Riepilogando, le principali conseguenze degli aneurismi dell'aorta addominale si localizzano al di
aneurismi aortici sono: i) la trombosi, parietale o sotto delle arterie renali; solo il 2-5% degli aneurismi
massiva, particolarmente frequente quando si tratta ha sede intra- o sopra-renale con frequente coinvol
di sacche profonde o anfrattuose; ii) il distacco spon gimento dei vasi renali e delle mesenteriche superio
taneo, o provocato da traumi anche lievi, di fram ri e/o inferiori. Gli aneurismi soprarenali in buona
menti embolici da trombi di cui sopra, con le intuibi parte rappresentano la continuazione di un aneuri
li conseguenze (morte improvvisa, rammollimento sma dell'aorta toracica (aneurismi toraco-addomina-
cerebrale, infarti intestinali, splenici, gangrena degli li). Gli aneurismi aortici addominali possono essere
arti inferiori); iii) la compressione degli organi con fusiformi, cilindrici o sacciformi, a volte multipli,
cui la sacca aneurismatica è venuta a contatto (tra spesso ripieni di masse trombotiche, di dimensioni
chea, bronchi, polmoni, esofago, nervo ricorrente, variabili, talora con diametro superiore a 15 cm. Fre
tronchi venosi ecc.), comprese le ossa (sterno, costo quentemente sì associano ad aterosclerosi sistemica e
le, vertebre) che possono subire fenomeni da usura; coronarica, ectasie delle grandi arterie e aneurismi in
iv) la rottura in organi vicini (trachea, grossi bronchi, altre sedi (arteria poplitea e arteria iliaca comune o
esofago, cavo pleurico o pericardico, mediastino, interna). Il 70-75% di tutti gli aneurismi dell'aorta
spazio retroperitoneale, cavo peritoneale, tubo addominale sottorenale è asintomatico al momento
gastroenterico) od anche all'estemo, con possibilità della diagnosi. La maggior parte viene individuata
di morte istantanea; v) l'insufficienza cardiaca e le durante un esame obiettivo di routine o durante uno
complicanze broncopolmonari (edema polmonare studio radiografico eseguito per un'altra ragione.
acuto, broncopolmonite, ascessi). Essi diventano clinicamente manifesti in seguito alle
lesioni che possono accompagnare la dilatazione
Aneurismi luetici aneurismatica. Il dolore, soprattutto se di recente
insorgenza, è un segno indicativo di probabile pros
Oggi assai meno frequenti che in passato, quan sima rottura. L'embolia di materiale trombotico pre
do costituivano il 90% dì tutti gli aneurismi aortici, sente nelle dilatazioni aneurismatiche comporta con
hanno di regola sede nell'aorta toracica ed in verità seguenze patologiche e cliniche dipendenti dalle
soprattutto nell'aorta ascendente e nell'arco, predi dimensioni degli emboli, dalle sedi di incuneamento
Arteriectasie, aneurismi s 969
(reni e arti inferiori). Tali aneurismi provocano di difetti delle proteine strutturali (ad es. sindrome di
rado fenomeni di compressione su strutture adiacen Marfan o sindrome di Ehlers-Danlos), possano avere
ti (ad es. l'uretere); frequente è invece (specie negli una variante o forme fruste di questi sindromi. E
aneurismi con un diametro superiore ai 6 cm) la rot infatti noto che queste sindromi sono in grado di per
tura con stravaso ematico nel peritoneo, nei tessuti sé di produrre aneurismi e dissecazioni.
retro-peritoneali, nel tubo digerente (duodeno o
tenue), od anche nella vena cava inferiore (fistola
aorta-cava); lo stravaso può essere discreto e sub
Aneurisma infiammatorio
continuo oppure grave ed acuto. Esiste la possibilità L'aneurisma infiammatorio interessa più spesso
di "rottura contenuta" caratterizzata dalla formazio l'aorta addominale, tende ad essere di grosse dimen
ne di un ematoma retroperitoneale con temporaneo sioni e assomma circa il 5% di tutti gli aneurismi di
tamponamento della soluzione di continuità della questo distretto. In questi casi le manifestazioni clini
parete deH'aneurisma. Istologicamente, la parete del che sono di solito più chiare, caratterizzate da com
l'aneurisma, risulta costituita da uno strato più o promissione dello stato generale, dolori addominali,
meno spesso di tessuto fibroso denso poco vascola- perdita di peso, ed elevata velocità di eritrosedimen
rizzato, nel quale abitualmente non è possibile rico tazione. Alla laparotomia, l'aneurisma è immerso in
noscere traccia alcuna delle normali strutture della una densa reazione fibrosa che si estende, comprime
parete arteriosa. Sulla sua superficie interna, per lo ed ingloba strutture vicine (il duodeno nel 90% dei
più priva di endotelio, aderiscono quasi costante- casi, la vena cava inferiore e la vena renale sinistra nel
mente stratificazioni trombotiche la cui organizza 51% e gli ureteri nel 25%). L'intima mostra una mor
zione, almeno negli aneurismi voluminosi, procede fologia identica a quella degli aneurismi aterosclero-
molto lentamente ed in modo incompleto. tici mentre il resto della parete è formato da uno spes
La maggior parte degli aneurismi aortici è asso so strato di tessuto fibroso denso con un intenso infil
ciata ad aterosclerosi e questa viene considerata tra trato linfo-plasmocitario ricco di cellule macrofagi-
dizionalmente l'eziologia più comune. Fattori anato che; talora sono evidenti aspetti granulomatosi con
mici potrebbero spiegare la predilezione della malat cellule giganti. L'eziologia dell'aneurisma infiamma
tia aneurismatica per la porzione dell'aorta infrare- torio rimane a tutt'oggi sconosciuto. Il quadro morfo
nale rispetto ad altri segmenti aortici. L'aorta addo logico è comparabile a quello della periaortite croni
minale manca di vasa vasorum e lo strato interno ca e della fibrosi idiopatica retroperitoneale. Può esse
della media riceve ossigeno e nutrizione solamente re che queste malattie siano essenzialmente aspetti
attraverso diffusione dal lume aortico. Il processo diversi: una reazione infiammatoria autoimmune il
aterosclerotico, causando un ispessimento dell'inti cui fattore scatenante rimane sconosciuto.
ma, compromette la diffusione dell'ossigeno e della
sostanze nutritizie alla tunica media. Questa iposse- Aneurismi dell'aorta toracica
mia può causare un danno ischemico della media ed Gli aneurismi dell'aorta toracica sono molto meno
un indebolimento della parete aortica che nel tempo comuni di quelli dell'aorta addominale e vengono
consente la formazione di dilatazioni aneurismati classificati a seconda della porzione di aorta coinvol
che. Tuttavia oggi si ritiene che alterazioni genetiche, ta e distinti in: i) aneurisma dell'aorta ascendente; ii)
o altri fattori interagenti fra loro, o con l'aterosclero aneurismi dell'arco aortico; iii) aneurismi dell'aorta
si possano compromettere gli elementi strutturali toracica. Gli aneurismi dell'aorta ascendente, nella
della parete aortica. Circa il 20-29% dei pazienti con maggior parte dei casi, riconoscono come processo
aneurisma. dell'aorta addominale ha un parente di patogenetico la necrosi cistica della tonaca media,
primo grado con la stessa patologia. mentre rara è la causa aterosclerotica. Gli aneurismi
La perdita di elastina è uno dei dati biochimici ed dell'arco aortico sono spesso contigui ad aneurismi
istochimici più importanti negli aneurismi dell'aorta. dell'aorta toracica ascendente o discendente e posso
Studi hanno dimostrato ridotte quantità di elastina e no essere dovuti a malattia aterosclerotica, a medio
collageno nella parete degli aneurismi già nelle prime necrosi cistica, a sifilide o ad altre infezioni. La causa
fasi di sviluppo ed un'attività proteoMtica maggiore pi*edominante degli aneurismi dell'aorta toracica
che nei campioni provenienti da aorta affetta da ate discendente è l'aterosclerosi e la loro patogenesi può
rosclerosi ma senza aneurisma. Sono stati anche essere simile a quelli dell'aorta addominale.
descritti deficit di antiproteasi, come Tinibitore tessu
tale della metalloproteasi e dell'a-l-antitripsina, uno
dei più importanti antagonisti delTelastasi. La fre Aneurismi traumatici
quenza di aneurismi in alcune famiglie potrebbe Conseguono a traumi contusivi o penetranti che
essere l'espressione di un aumento, geneticamente provocano dall'esterno una soluzione di continuo
determinato, della produzione locale di enzimi pro- parziale della parete arteriosa o una distruzione
teolitici o di un squilibrio tra proteasi ed antiproteasi. parziale degli elementi elastici e muscolari della
E stato anche a lungo sospettato che alcuni pazienti, parete vasale, minorandone la resistenza. Nella
portatori di aneurisma dell'aorta addominale, senza maggior parte dei casi si tratta di aneurismi falsi o
le classiche manifestazioni di una delle malattie da ematomi pulsanti. Assai più raramente si tratta di
970 ^ Arterie
aneurismi veri, quando il trauma ha provocato una ricercati. Non di rado la loro rottura, con conse
necrosi circoscritta, oppure la rottura parziale di un guente emorragia sub-aracnoidea, e frequente inte
tratto della parete, cui segue la formazione di cica ressamento del parenchima cerebrale contiguo,
trice; tali aneurismi traumatici si riscontrano avviene in età media o giovanile dopo un lungo
soprattutto a livello delle arterie periferiche. periodo di latenza clinica; sia la trasformazione
Quando contemporaneamente alla ferita arterio aneurismatica che l'eventuale rottura sono favorite
sa, si ha una ferita parziale della vena satellite, si dalla coesistenza di uno stato ipertensivo. Ricorda
forma un aneurisma artero-venoso o una fistola artero- ta va anche la frequente natura congenita degli
venosa traumatica. Questa eventualità si verifica nelle aneurismi dei seni di Valsalva, specie se a sede nel
zone dove l'arteria e la vena decorrono nella stessa seno coronario destro, e che, dato il loro prevalente
guaina (ad es. i vasi femorali) così da rendere possi sviluppo intracardiaco, tendono a rompersi più
bile, per effetto del trauma, una comunicazione tra spesso nel cono della polmonare o nell'atrio destro.
arteria e vena con l'interposizione di un aneurisma
falso. Istologicamente, in prossimità della fistola, la
vena per la maggiore pressione cui viene qui sotto Dissecazione aortica (ematoma dissecante)
posta, va incontro ad una vera e propria "arterializ- Quando il sangue si fa strada, sotto la spinta della
zazione" con ispessimento dell'intima ed aumento pressione arteriosa, tra i piani laminari della tonaca
delle fibre elastiche e muscolari della media; l'arteria media, scollandoli e dissociandoli per tratti più o
si presenta, invece, assottigliata per la riduzione meno lunghi, creando spesso una cavità entro le pare
delle strutture mioelastiche. Si ricorda in proposito ti vasali stesse, si parla di aneurisma dissecante, o più
che esistono fistole arterovenose acquisite non traumati propriamente di dissecazione aortica acuta, dato che
che (ad es. aneurismi dell'aorta ascendente, che si in effetti non esiste, nella maggior parte dei casi, una
aprono nella vena cava superiore) e fistole arteroveno vera dilatazione aneurismatica dell'aorta. Poiché il
se congenite (più frequenti nel polmone, nel cervello e sangue stravasato è contenuto nello spessore stesso
negli arti). Queste ultime, sono di frequente molte della parete vasale, ne risulta una configurazione
plici,talora cause delle comunicazioni arterovenose, intermedia tra l'aneurisma vero (la cui parete coinci
associate, specie se in sede viscerale, con emangiomi, de con la parete vasale stessa, della quale le normali
teleangectasie e altre angiodisplasie. strutture, dall'intima alla avventizia, sono per lo più
Fattori eziologici, con frequenza sempre mag sostituite da connettivo neoformato) e l'aneurisma
giore, sono i traumi iatrogeni da tecniche chirurgi falso (che si realizza per incapsulamento di un ema
che invasive, pregressi interventi chirurgici su toma extravascolare, senza partecipazione diretta
un'arteria e le punture arteriose ripetute nei tossico- della parete vasale interrotta). L'aneurisma dissecan
dipendenti. Una trattazione a parte meritano gli te si osserva quasi esclusivamente nell'aorta, pur
aneurismi anastomotici e gli aneurismi protesici. Quan potendo in casi rari, aver sede in altri vasi (arterie
do vengono inserite delle protesi per sostituire o renali, carotide comune, coronarie, mesenterica supe
by-passare segmenti arteriosi ostruiti o aneurisma riore, splenica etc.). La dissecazione interessa per lo
tici, si possono formare aneurismi nel punto di più l'aorta toracica (ed in primo luogo l'aorta ascen
sutura tra protesi ed arteria (aneurisma anastomotico) dente) e assai raramente l'aorta addominale. La dis
ed anche nel corpo stesso della protesi (aneurisma secazione aortica si realizza di solito in due gruppi di
protesico). Gli aneurismi anastomotici sono essen pazienti. Il primo gruppo è costituito da soggetti di
zialmente pseudoaneurismi costituiti da una sacca età compresa fra ì 60-70 anni, nei quali l'ipertensione
di tessuto connettivo, causati in genere, da deiscen è una condizione quasi sempre costante e anteceden
za dei punti di sutura. Aneurismi protesici si posso te. Gli uomini sono colpiti due volte più spesso delle
no formare nel corpo di quasi tutte le arterie utiliz donne. H secondo gruppo è rappresentato da sogget
zate come protesi e anche nelle protesi sintetiche. ti più giovani, in cui il tessuto connettivo dell'aorta è
alterato in modo diffuso (ad es. nella sindrome di
Aneurismi congeniti Marfan). In questo gruppo non c'è preponderanza di
sesso. Nel maggior numero di casi, il versamento
Insorgono come conseguenza di un difetto con emorragico che dissocia la parete prende origine da
genito, si costituiscono a livello di aree di ipoplasia una lacerazione della parete aortica che interessa l'in
mio-elastica della parete arteriosa ed il loro pro tima e la media (Fig. 6). Il piano (ma a volte più di un
gressivo sfiancamento avviene sotto l'azione della piano) di dissecazione è posto per lo più ai limiti tra
pressione sanguigna. Si osservano soprattutto in il terzo esterno e i 2/3 interni della media (raramente
corrispondenza delle arterie che compongono il tra l'intima e la media), e può estendersi sia in senso
poligono di Willis (nell'84% dei casi sono interessa anterogrado che retrogrado per lunghezze variabili,
te le arterie della metà anteriore del poligono, spe da pochi centimetri fino a tutta l'aorta, avvolgendola
cie a livello delle loro biforcazioni). Sacciformi o a a manicotto. Spesso lo scollamento si continua, per
"bacca" e a volte multipli, sono di regola di piccole breve tratto, nei grandi vasi del collo, nelle coronarie,
dimensioni, sicché possono sfuggire all'osservazio mesenteriche, renali, iliache e perfino nelle femorali,
ne autoptica quando non vengono attentamente dove la raccolta di sangue, respingendo verso l'inter
Arteriectosie, aneurismi * 971
no l'intima e la media, provoca una stenosi più o intramurale può essere scarsa, separando in strati più
meno spiccata fino aìTocclusione del lume del vaso. o meno sottili le lamine della media, o formando dei
La dissecazione dell'aorta ascendente si accompagna rigonfiamenti fusiformi o sacciformi negli strati ester
in oltre il 50% dei casi ad insufficienza valvolare aor ni della parete. Non di rado sulla superficie intimale
tica. La lacerazione intimale della parete aortica è in dell'aorta è presente una seconda lacerazione, distal
genere lineare e trasversale, a margini netti come un mente alla breccia prossimale (situata di solito nel
taglio da rasoio, e lunga 4-5 cm; meno frequentemen l'aorta addominale) attraverso la quale, il sangue che
te è obliqua ed irregolare come da "scoppio". La sua dissocia la parete, rientra nel lume aortico. Può così
sede elettiva è rappresentata dall'aorta ascendente, costituirsi nello spessore della media aortica un
pochi centimetri al di sopra delle valvole semilunari; nuovo canale vascolare a flusso di sangue continuo,
altra sede, assai meno frequente, e di relativa predile parallelo a quello del lume vero; col tempo la parete
zione si trova al limite dell'istmo aortico, in prossimi di questo nuovo canale può apparire liscia e rivestita
tà del legamento arterioso. La quantità di sangue, da endotelio (aorta a doppia canna di fucile).
fluido o più spesso coagulato, che si trova nella sacca In base alla sede della lacerazione intimale e all'i
nizio della dissecazione possono distinguersi secon
do De Bakey et al. tre tipi di dissezione aortica acuta.
Il tipo I è caratterizzato dalla lacerazione intimale
immediatamente al di sopra delle valvole aortiche
con dissecazione a manicotto estesa all'aorta ascen
dente, all'arco e all'aorta discendente, compresa talo
ra la porzione addominale; è la forma più frequente
(75% dei casi autoptici). Il tipo II comprende i casi in
cui la dissezione interessa soltanto l'aorta ascendente;
è la forma più rara (5% dei casi). Nel tipo IH la lacera
zione intimale è a livello dell'arteria succlavia o più
sotto e la dissezione può estendersi a varia distanza
nell'aorta toracica e addominale (2°-25% dei casi). I
tipi I e II sono stati in seguito riuniti nella classe A,
che comprende tutti i casi di dissecazione che coin
volgono l'intera aorta ascendente e discendente o
solo il tratto ascendente; mentre la classe B compren
Fig. 6 - Dissecazione aortica. Infiltrazione emorragica (emato de tutte le dissecazioni che si localizzano distalmente
ma) dissecante la tonaca media (M). all'arteria succlavia (Fig. 7). Questa distinzione è utile
ai fini prognostici e terapeutici; difatti il tipo A è
molto frequente e quasi sempre letale se non si inter
viene chirurgicamente, mentre il tipo B è più raro ed
ha una prognosi migliore.
La causa della dissecazione aortica, nella maggio
ranza dei casi, rimane a tutt'ora sconosciuta. Mentre
l'ipotesi patogenetica più logica è che l'aneurisma
dissecante si realizzi per una rottura spontanea e
incompleta della parete aortica, cui segue la irruzio
ne del sangue circolante nella compagine della pare
te e la sua dissecazione emorragica. In questo senso
depone il reperto, presente almeno nel 90% dei casi,
di una breccia più o meno vasta sulla superficie inti
male dell'aorta che può essere considerata il punto
di partenza del focolaio emorragico. Non mancano
tuttavia autori che affermano che la dissecazione
può originare invece dalla rottura dei vasa vasorum
nel terzo esterno della tonaca media. L'emorragia
così formatasi si fa poi strada tra le unità laminari e,
distruggendo gli strati più interni della media, deter
mina la rottura intimale e quindi la dissecazione aor
tica. Alla base della rottura dei vasa vasorum ci
sarebbero fenomeni degenerativi e atrofici delle loro
componenti mio-elastiche. Nella rottura spontanea,
Fig. 7 - Classificazione di De Bakey della dissecazione aortica importanza preminente si attribuisce alla degenera
nei tipi I, II, IH. Classificazione in tipo A (prossimale) e in tipo B
(distale), rispettivamente, con interessamento o risparmio del zione cistica della tonaca media dell'aorta, che è l'a
l'aorta ascendente. nomalia morfologica più rappresentata nei casi di
9 7 2 i; Arterie
aneurisma dissecante, specie a livello dell'aorta si trovano nella matrice extracellulare. Queste fibrille
ascendente e dell'arco. La lesione, descritta da Erd- formano un'impalcatura su cui si dispone la tropoe-
heim nel 1929, come "medio-necrosi cistica idiopatica", lastina per formare le fibre elastiche, e sono partico
consiste istologicamente nel reperto, nella tonaca larmente abbondanti nell'aorta, nei legamenti, nelle
media aortica (sono note anche osservazioni nelle zonale ciliaris del cristallino, dove hanno una funzio
arterie coronarie e nei rami principali dell'aorta), di ne di supporto; questi sono anche i tessuti maggior
focolai, irregolarmente distribuiti, di atrofia e di dis mente colpiti nella sindrome di Marfan. La malattia è
sociazione degli elementi mio-elastici con formazio caratterizzata da manifestazioni scheletriche, cardio-
ne di fessure sacciformi o di lacune contenenti un vascolari ed oculari. Le complicanze cardiovascolari
materiale amorfo basofilo, debolmente PAS ed più gravi di tale sindrome comprendono la disseca
Alcian positivo, simile alla sostanza fondamentale zione aortica, la dilatazione della radice aortica ed il
del tessuto connettivo (Fig. 8). Queste lacune, se prolasso della valvola mitralica.
vistose, appaiono come cavità irregolari e vengono Alcune anomalie cardiovascolari congenite
definite cistiche, pur essendo prive di una parete risultano essere predisponenti alla dissecazione
propria. In realtà non si tratta di veri e propri feno aortica e tra queste la valvola aortica mono o bicu
meni necrotici ma di lesioni regressivo-distrofiche spide e la coartazione aortica. Anche il trauma ope
delle strutture elastiche e muscolari della media, con ratorio legato all'intervento cardiochirurgico sulla
progressiva scomparsa delle une e delle altre, sino ad valvola aortica o al clampaggio del vaso può costi
aspetti pseudocistici per accumulo interstiziale di tuire fattore predisponente alla dissecazione aorti
sostanza amorfa muco-polisaccaridica. Nei casi ca, che può manifestarsi durante la procedura o tar
meno gravi non si osserva aumento della sostanza divamente, generalmente a distanza di 4-6 anni dal
mucoide, e la lesione è svelata dalla scomparsa delle l'intervento. Altre forme di dissezione aortica iatro
fibrocellule muscolari lisce e dall'addensamento gena sono quelle che si determinano in corso di
delle fibre elastiche, spesso maltingibili con metodi cateterismo arterioso o di applicazione di contro
specifici, ed in via di frammentazione o di lisi. Non pulsatore aortico, probabilmente in seguito a trau
si riscontrano processi infiammatori. Queste altera mi diretti sull'intima o con formazione iniziale di
zioni sono state anche osservate nella tonaca media ematoma intraparietale.
aortica di soggetti con sindrome di Marfan, e, con un
grado ed estensione variabili, anche nel normale pro
cesso di invecchiamento dell'aorta. Va tuttavia ricor Dissecazione aortica atipica
dato che in molti pazienti con dissecazione aortica si
osservano soltanto alterazioni istologiche minime Vi sono altre due malattie strettamente collegate
del tipo "medio-necrosi cistica della tunica media" con la disseczione aortica: Yematoma intramurale del
che di per sé non possono giocare un ruolo patoge- l'aorta e Yulcera aterosclerotica penetrante. Queste due
netico determinante per lo sviluppo della patologia. condizioni condividono con la dissecazione aortica
La sindrome di Marfan è un disordine sistemico molti dei fattori di rischio e dei sintomi all'esordio e
geneticamente determinato del tessuto connettivo, entrambe possono causare sia una dissecazione aorti
trasmesso come condizione autosomica dominante, ca classica che una rottura. L'ematoma intramurale o
dovuto alla mutazione di uno dei geni della fibrillina, "dissezione aortica senza rottura intimale" è essen
il componente più importante delle microfibrille che zialmente un'emorragia limitata allo strato medio
della parete aortica, localizzato o estendendosi a
distanza variabile lungo lo strato esterno della media
al di sotto dell'avventizia. Si distingue dalla disseca
zione aortica tìpica per la mancanza di una rottura
dell'intima e sì ritiene che l'evento iniziale sia una rot
tura dei vasa vasorum in grado di produrre un'emor
ragia nello strato esterno della media. Gli ematomi
intramuraìì possono regredire col tempo o anche
risolversi completamente, o alternativamente posso
no progredire fino alla classica dissezione aortica. Le
manifestazioni cliniche dell'ematoma intramurale
possono essere indistinguibili da una vera dissecazio
ne aortica. In un recente studio retrospettivo, Niena-
ber et al. hanno stabilito che il 13% su 195 pazienti,
con sindrome analoga alla dissecazione aortica,
aveva in effetti un ematoma intramurale. L'ematoma
intramurale che coinvolge l'aorta ascendente com
porta un rischio elevato di morte e di complicanze
Fig. 8 - Medio-necrosi cistica aortica. Frammentazione di fibre che richiedono l'intervento chirurgico, mentre gli
elastiche con formazioni di spazi pseudocistici nel contesto ematomi dell'aorta discendente hanno una prognosi
della tonaca media (colorazione Gomori-fibre elastiche). più favorevole.
Arteriectasie, aneurismi ® 973
L'ulcera aterosclerotica penetrante è un'entità clini ghezza, ma non dà origine ad un falso lume e rara
co-patologica distinta che si localizza quasi esclusi mente causa la dissecazione aortica classica. L'ulce
vamente nell'aorta toracica discendente, soprattut razione può progredire fino a determinare una rot
to nella sua porzione media o distale, e, raramente, tura aortica transmurale o formare un aneurisma
nell'aorta ascendente o nell'arco. L'ulcerazione ate aortico fusiforme o sacciforme. I pazienti affetti dal
rosclerotica penetra attraverso la lamina elastica l'ulcerazione aterosclerotica penetrante sono iperte
interna nella media e determina gradualmente la si e presentano una sintomatologia dolorosa simile
formazione di un ematoma che di solito rimane a quella riscontrabile nella dissezione aortica.
localizzato o si estende per alcuni centimetri di lun
Porpora di Schonlein-Henoch Vascuiite con depositi immuni prevalentemente di IgA, che colpisce i pic
coli vasi (capillari, venule e arteriole). Tipicamente coinvolge la cute, il
tratto gastroenterico ed i glomeruli, ed è associata ad artralgie ed artriti.
Vascuiite Crioglobulinemica Vascuiite con depositi immuni di crioglobuline che colpisce i piccoli vasi
(capillari, venule e arteriole) con associata crio-giobulinemia. Spesso
sono coivolti cute e glomeruli.
974 Arferie
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Vene
7.4 e vasi linfatici
D. Batolo, M. Lentini
za di questa nelle vene degli arti inferiori e dai riscontro più raro, prevalentemente osservata nei
buoni risultati che si ottengono nella profilassi delle capillari e nelle piccole vene, definita come trombo
trombosi post-operatorie con l'evitare la stasi. ialino. Si tratta di zaffi di materiale jalino che occu
Le alterazioni endotelìali gravi sono costanti ma in pano interamente il lume di piccoli vasi e si trova
molti casi sono con ogni probabilità secondarie alla no principalmente in corrispondenza di ustioni o di
formazione del trombo. Le alterazioni deir endote gravi processi infiammatori.
lio hanno importanza preminente per talune trom I trombi rossi o trombi da coagulazione sono
bosi localizzate successive ad effetti traumatici sulle formati da tutti i componenti del sangue e devono
pareti venose; si tratta in questi casi di necrosi di il loro colore all'elevata percentuale di globuli rossi.
cellule endoteliali. La loro distinzione da coaguli cruorosi post-morta-
II danno endoteliale può essere dovuto ad una li è per lo più possibile per la maggior consistenza
infiammazione della parete vasale, tanto primitiva ed una certa rugosità, friabilità ed asciuttezza dei
che conseguente airinteressamento del vaso in un trombi intravitali.
processo infiammatorio dei tessuti vicini o a fattori L'esame istologico di un trombo rosso dimostra
tossici (ad es. nelle ustioni) o ancora all'infiltrazio la sua composizione di fibrina, di un grande nume
ne neoplastica di vasi venosi. ro di globuli rossi e di un'esigua quantità di globu
Le modifiche dello stato chimico-fisico del san li bianchi. È possibile apprezzare al microscopio la
gue che ne facilitano la coagulazione possono esse presenza di formazioni stratificate, indice di una
re dovute anche a cause genetiche come mutazioni deposizione del trombo in fasi successive.
del Fattore V, mancanza di anticoagulanti (anti I trombi bianchi, o trombi da agglutinazione o
trombina IH, proteina C o S) e interessano sia ele da separazione sono essenzialmente formati da pia
menti figurati che componenti del plasma. Tra le strine conglutinate e da fibrina. Anche qui va trac
prime è di rilievo l'aumento delle piastrine che si ciata la distinzione, che peraltro è più agevole che
osserva durante e dopo malattie infettive/ nello per i trombi rossi, con i coaguli post-mortali di aspet
shock, negli stati post-operatori. Le piastrine inoltre to lardaceo; i trombi bianchi sono asciutti, granulo
aumentano di adesività e vanno in lisi più rapida si, anelastici, friabili e di colorito più torbido, giallo
mente che di norma mettendo in libertà il fattore grigiastro. Al microscopio la struttura dei trombi
tromboplastico. Nelle stesse condizioni si ha bianchi, alquanto più complessa di quella dei trom
aumento della viscosità del plasma e del contenuto bi rossi, risulta di una intelaiatura di cordoni pia-
di fibrinogeno. strinici avvolti da manicotti leucocitari. Gli spazi
Tra i fattori favorenti l'insorgenza di trombosi interposti sono occupati da fibrina e da eritrociti.
venose va incluso l'impiego prolungato di contrac Questa complessa struttura testimonia una origine
cettivi orali. polifasica, legata assai più a deposizione di elemen
Flebotrombosi e tromboflebiti colpiscono con mar ti corpuscolati del sangue, che all'attivazione della
cata prevalenza i distretti venosi degli arti inferiori. coagulazione intravitale del sangue, in causa nei
I vasi più colpiti sono la safena piccola e le vene profonde trombi rossi.
della coscia. È segnalata una maggiore incidenza a cari I trombi di più frequente riscontro sono comunque
co dell'arto inferiore sinistro in dipendenza di condi i trombi misti risultanti dalTaltemarsi longitudinale
zioni anatomiche favorenti maggiormente i rallenta di parti bianco-grigiastre e di parte rosse; per lo più è
menti di circolo, quali il minor calibro della vena ilia possibile considerare in un trombo misto tre parti: la
ca comune di sinistra e il suo più acuto angolo di con testa, formata da un trombo bianco, il corpo di aspetto
fluenza nella cava. La stessa vena può risentire inoltre variegato per l'alternarsi di trombi di coagulazione e
della compressione tra il promontorio sacrale e l'arte di trombi bianchi e la coda, totalmente formata da un
ria iliaca comune destra che la incrocia anteriormente. trombo rosso di coagulazione. Altre possibili combi
Le trombosi venose profonde si possono distin nazioni delle due componenti portano ad una stratifi
guere, in base alla distribuzione, in due gruppi: cazione trasversale, sicché alla sezione si nota l'alter
trombosi alte o prossimali e trombosi basse o periferiche. narsi di irregolari strati diversi (linee di Zahn), ovvero
Le trombosi alte hanno sede nei tratti cavale, ilia ad una struttura in cui la componente bianca avvolge
co, iliaco-femorale fino alla femorale comune. come un involucro il nucleo centrale rosso.
Le trombosi basse interessano i tratti femoro- La permanenza di un trombo all'interno del vaso
popliteo, tibiale e suro-plantare. per un certo periodo - si tratta di giorni o di settima
Dal punto di vista macroscopico non è possibile ne - porta obbligatoriamente ad una serie di modifi
differenziare una flebotrombosi da una tromboflebite. cazioni del trombo, oltre che alla risposta infiamma
Le vene colpite appaiono come iniettate, consistenti, toria nella parete venosa, che formano il processo di
ben disegnate nel loro decorso. Il lume appare occu organizzazione del trombo stesso. Questo diventa tena
pato da un trombo granuloso, rosso-bruno, recente, cemente aderente alla parete da dove fibroblasti e
ovvero da un trombo compatto grigiastro, antico. capillari neoformati lo invadono trasformandolo
In rapporto alla loro struttura i trombi vengono progressivamente in ima masserella fibrosa vascola-
classicamente distinti in trombi rossi, bianchi e misti. rizzata. L'endotelio della parete venosa può prolife
Va ricordata anche una particolare varietà, di rare sulla superficie del trombo che viene così endo-
978 Vene e vasi linfatici
telizzato. I capillari neoformati nel contesto del trom dall'esterno o dall'interno. In alcune flebiti che inter
bo connettivizzato possono percorrerlo in tutta la vengono in corso di determinate malattie l'agente
sua lunghezza e ristabilire una certa continuità della etiologico è lo stesso della malattia principale: esem
circolazione (ricanalizzazione del trombo), anche se di pi di ciò si vedono nel tifo e nella melitense.
importanza relativa ai fini del ripristino del circolo a Nelle periflebiti ad una prima fase di iperemia
valle del vaso occluso. della parete per congestione attiva dei vasa vasorum
Una possibile ma infrequente evoluzione del segue la formazione di un essudato dapprima liqui
trombo è rappresentata dalla calcificazione. Questa do e poi corpuscolato, sovente ricco di granulociti
possibilità riguarda essenzialmente i trombi bianchi neutrofili che gli conferiscono aspetto purulento.
mobili in sedi di dilatazioni varicose e si traduce Un ruolo importante nello sviluppo e nella propa
nella formazione dei cosiddetti fleboìiti, di forma gazione del processo infiammatorio è svolto dai
rotondeggiante per i movimenti nel sistema circola vasi linfatici, per il cui tramite l'infezione si propa
torio. Le sedi più frequenti sono le vene spleniche e ga lungo la parete venosa. La periflebite è stata così
quelle dei plessi prostatici e uterini. definita come «una linfangite della parete venosa».
Accanto all'evoluzione organizzata del trombo Allorché la -flogosi raggiunge l'intima e si ha
bisogna considerare altre possibilità rappresentate essudazione leucocitaria nel lume vasale si deter
dal rammollimento e dalla colliquazione purulenta. Il mina la formazione del trombo con il quadro della
rammollimento semplice è facile a verificarsi nelle tromboflebite. La diffusione del processo flogistico
grosse masse trombotiche, specie se peduncolate. conduce ad un ispessimento notevole della parete
Sotto l'azione dei fermenti proteolitici elaborati dai venosa che nei casi gravi può andare in necrosi.
granulociti in esso contenuti, il trombo comincia a Sotto l'azione di germi anaerobi è anche possibile
dissolversi centralmente e si trasforma in una densa giungere alla necrosi gangrenosa.
poltiglia grigio-giallastra da cui possono facilmente Nelle endoflebiti gli agenti flogogeni colpiscono
staccarsi emboli. la parete venosa dal lume. Si ha quindi il primitivo
La colliquazione purulenta si verifica per azione interessamento dell'intima con precoce formazione
di germi piogeni e conseguente afflusso di granulo del trombo. È possibile che i germi non raggiunga
citi. Il disfacimento del trombo può portare ad no il lume venoso per via circolatoria ma arrivino
embolie settiche. all'intima attraverso la parete venosa da un focolaio
infiammatorio circostante.
Tromboflebiti Le vene più frequentemente interessate da pro
cessi tromboflebitìci sono:
Si è già avuto modo di accennare ripetutamente
a) la vena safena, specie in corrispondenza di dila
alla difficoltà obiettiva di distinguere morfologica
tazioni varicose;
mente le tromboflebiti dalle flebotrombosi. Anche
b) le vene uterine, in corso di infezioni dell'utero per
nella valutazione topografica della flogosi delle
aborto settico o nella setticemia puerperale;
pareti venose si incontrano sensibili difficoltà in rap
c) le vene femorali e altre vene degli arti inferiori, in
porto all'assai più sfumata distinzione in tuniche
corso di malattie infettive acute;
diverse che le pareti stesse presentano nei confronti
dì le vene emorroidarie, specie quando sono sedi di
di quelle arteriose. Sono solo le prime fasi del proces
varici;
so a consentire la distinzione, più che altro patogene-
e) le vene del plesso prostatico, in casi di ipertrofia
tica, in periflebiti ed in endoflebiti. Etiologicamente
prostatica;
sono in causa soprattutto streptococchi, stafilococchi
f) le vene della diploe e i seni della dura madre; si tratta
e pneumococchi che raggiungono la parete venosa
in questi casi di tromboflebiti secondarie a pro
cessi flogistici delle meningi, del cuoio capelluto,
del volto, delle cavità nasali ed orbitarie e soprat
tutto dell'orecchio medio e della mastoide;
g) la vena porta, che può essere interessata a segui
to di processi infiammatori a sede nel cavo
peritoneale (appendiciti, peritoniti, salpingiti).
trombosi di grosse vene profonde il circolo coliate-, ® Phlegmasia alba dolens. Si manifesta in donne nel
rale superficiale riesce solo in piccola parte ad periodo del puerperio ed è in rapporto con la pro
ovviare all'ostruzione e si instaura una ipertensione pagazione alle vene femorali di una tromboflebite
venosa a monte della trombosi. In questa situazio delle vene uterine.
ne si verifica un edema tessutale legato agli effetti La definizione si riferisce al quadro clinico che sta
dell'ipertensione venosa permanente sul territorio ad indicare come l'edema dell'arto sia dolente e, a
capillare e sul versante arterioso. Nella genesi del differenza dei comuni edemi flogistici, si associa
l'edema interviene anche un interessamento dei ad un aspetto lucido, cereo della pelle (v. Apparato
vasi linfatici perivenosi, compressi dalla vena diste genitale femminile).
sa. Possono anche concorrere eventuali spasmi • Phlegmasia coei-ulea dolens. È dovuta a propa
delle arteriole dovuti a impulsi vasocostrittori ori gazione della trombosi femoro-iliaca verso l'alto
ginati dal tratto tromboflebitico, con ischemia arte- con sbarramento di tutto il circolo collaterale. Si
riolo-capillare, aumento della permeabilità dell'en ha aggravamento dell'edema, comparsa di cia
dotelio e fuoriuscita di liquidi nei tessuti. nosi e ipotermia.
Altra frequente e grave conseguenza delle ® Tromboflebite migrante. Si tratta di un quadro
trombosi venose è data dal distacco di parti del caratterizzato da episodi multipli tromboflebiti-
trombo con em bolie, sovente ripetute, più frequen ci talora concomitanti, talora in successione cro
ti nei polmoni dove in concomitanza con una situa nologica anche con lunghi intervalli. La malattia
zione di stasi, possono formare la base di un infar colpisce talvolta soggetti affetti da tumori mali
to emorragico. Se l'embolizzazione conduce alla gni del digerente, dei polmoni, della mammella,
ostruzione del tronco dell'arteria polmonare o di soprattutto del pancreas (segno di Trousseau). In
uno dei suoi rami principali si ha la possibilità questi casi si suppone che dalle necrosi tumora
della morte improvvisa. li si liberino sostanze di tipo tromboplastinico
con conseguente facilità dei fenomeni tromboti
Q uadri particolari dì flebotrombosi e di ci. L'etiologia è del resto oscura.
Le vene più colpite sono quelle superficiali degli
tromboflebiti
arti inferiori di piccolo o medio calibro che si
® Sindromi cavali superiore e inferiore. La trombo- vedono come brevi cordoni duri, arrossati,
flebite della vena cava superiore è quanto mai tumefatti. Esistono anche forme con interessa
rara. È giustificato fame menzione per la notevo mento di vene profonde (cardiache, polmonari,
le gravità della sindrome che ne consegue con mesenteriche) in cui il decorso anziché benigno
spiccata dilatazione delle vene del collo e cianosi come di norma può essere fatale.
intensa. La sindrome è in genere in rapporto con II reperto istologico è contraddistinto dalla pre
l'azione invasiva o compressiva di un tumore valenza della componente infiammatoria su
broncogeno o di un linfoma mediasthiico. Altre quella trombotica, talora mancante, con infiltra
cause ostruttive della cava superiore sono le neo- ti granulocitari e linfoidi, possibilità di forma
formazioni intratoraciche benigne, ad es. timomi, zione di noduli microgranulomatosi, iperplasia
tumori neurogeni, gozzi retrosternali, la media- connettivale e sclerosi ostruttiva del vaso.
stinite' cronica sclerosante, gli aneurismi del • Flebite di Mondor. In questa malattia sono colpi
l'aorta toracica, la pericardite costrittiva cronica. te le vene superficiali delle regioni laterali del
Un po' più frequenti sono le ostruzioni trombo- torace, con comparsa di strutture cordonali, di
flebitiche della vena cava inferiore. Qui oltre all'a regola unilaterali, che possono estendersi fino
zione invadente o compressiva di neoplasie è da alla regione inguinale. La malattia è stata descrit
tener presente la possibile propagazione di trom ta in soggetti di entrambi i sessi, soprattutto adul
bosi ileo-femorali o delle vene epatiche. Una delle ti e ha decorso favorevole. Istologicamente si nota
possibilità principali è in rapporto alla spiccata dapprima una infiltrazione linfo-plasmacellulare
tendenza del carcinoma renale ad invadere la avventiziale che si estende al grasso perivenoso.
vena renale e quindi la cava inferiore. Nella trom In seguito si stabilisce una fibrosi della parete
bosi completa del vaso compare edema bilaterale venosa e dei tessuti circostanti. E possibile la for
degli arti, diffuso alla regione lombare, alla pare mazione di trombi. La causa di questa flebite è
te addominale e ai genitali esterni. ignota. In qualche caso è stata notata l'associazio
• Trombosi delle vene ascellari. Dopo le prime ne con tumori della mammella.
antiche e sporadiche segnalazioni (Cruveilhier; • Flebodinia epidemica. È una sindrome indivi
Paget; von Schroetter) la malattia è stata osser duata nel 1953 da Pearson che si manifesta con
vata con più frequenza negli ultimi 40 anni piccole epidemie, probabilmente di natura infet
(Tagariello suggerisce la definizione di «sindro tiva, osservabile in donne, specie in infermiere, a
me da ostacolato scarico venoso ») ad inizio acuto, prognosi favorevole, ma con frequenti recidive.
spesso in dipendenza di traumi o di iperlavoro Sono colpite le vene superficiali e profonde degli
dell'arto interessato («trombosi da sforzo»)', ha arti inferiori con un reperto istologico di flogosi
decorso favorevole, ma con facili recidive. avventiziale. Non si trovano fenomeni trombotici.
980 s Vene e vasi linfatici
• Sclerosi lipomatosa multipla. È una rara malattia, Flebiti specifiche
caratterizzata dalla presenza di noduli fìbrolipo-
matosi nel grasso sottocutaneo in rapporto ad @ Flebiti tubercolari. Si presentano sotto forma di
ischemia da trombosi occlusiva di numerose pic endoflebiti o di periflebiti a seconda che i bacilli
cole vene del sottocutaneo. raggiungano la parete venosa dal lume o da foco
• Sindrome occlusiva delle vene polm onari. Fra i lai tubercolari perivenosi. Anche nel caso della
periflebite in struttura venosa prossima a lesioni
quadri di ipertensione polmonare si ha una
tbc, il processo tubercolare, non ostacolato nella
forma caratterizzata da ipertensione post-capil
sua diffusione da spessi strati muscolari ed elasti
lare dovuta a diffuse occlusioni di piccole e
ci, raggiunge facilmente l'intima. È quindi fre
medie vene ad opera di trombi che sovente si quente una reazione proliferativa intimale con
vedono canalizzati. Si trova una fibrosi intersti successiva formazione di trombi (tromboflebite
ziale a focolai con depositi emosiderinici. L'ori tubercolare). I nodulini miliariformi intimali posso
gine della forma è oscura. no andare in necrosi dando origine ad embolie di
Si può avere anche ostruzione di vene polmona materiale tubercolare, massiva bacillemia tuberco
ri di calibro maggiore a seguito di affezioni lare e sviluppo di una miliare tbc generalizzata.
mediastiniche, di infezioni locali o di stasi circo
Frequente è l'interessamento delle vene nella
latoria polmonare.
meningite tubercolare e nella tubercolosi pol
• Endoflebite obliterante prim itiva delle vene monare; in quest'ultimo caso va segnalato come
epatiche (m alattia di Budd-Chiari). È una siano più colpiti i rami nell'ambito di aree paren-
forma ad etiología oscura, caratterizzata da ste chimali scarsamente interessati dal processo. Giò
nosi delle vene epatiche con ostacolo al deflusso conferma il dato morfologico che suggerisce
venoso. Solo a tale forma spetta a rigore la defi un'origine endoflebitica delle lesioni venose.
nizione di malattia di BuddChiari, preferendosi
• Flebiti luetiche. Come espressione autonoma
indicare con il termine di sindrome di Budd-Chia
dell'infezione sono molto rare. Anche raro è il
ri la stenosi delle vene epatiche secondaria a
riscontro di lesioni gommose delle grosse vene.
cause note estrinseche, quali compressioni, Le piccole vene, anche parenchimali, partecipano
trombosi neoplastiche, embolie retrograde. Le invece frequentemente ai processi luetici nelle
pareti delle vene epatiche maggiori presentano loro varie fasi con espressioni morfologiche
diffusi ispessimenti fibrosi. E frequente la for sostanzialmente analoghe (proliferazione intima
mazione di trombi che vanno incontro a orga le e infiltrazione linfo-plasmacellulare della pare
nizzazione e sclerosi. L'endoflebite obliterante te) nelle lesioni del periodo primario e del perio
può colpire anche le più piccole radici delle vene do secondario. Nel periodo terziario è possibile
epatiche (malattia veno-occlusiva del fegato). che piccole vene comprese in focolai gommosi
Istologicamente l'intima presenta accumulo di subiscano la distruzione della loro parete, anche
fibrinoide ed iperplasia cellulare. L'ispessimento se rimarranno visibili i contorni del vaso.
intimale è talvolta molto irregolare. Nel fegato si • Flebiti leprose. Le vene comprese nell'ambito di
hanno necrosi centrali con successiva comparsa focolai leprosi vanno incontro ad una periflebi
di aree di sclerosi. La causa della malattia è te. Il granuloma leproso può raggiungere l'inti
oscura. Le opinioni più recenti fanno riferimen ma e provocare una reazione produttiva con ste
to all'azione di intossicazioni alimentari dovute nosi del lume vasale.
a consumo di infusi di piante epatotossiche. Per
altri particolari v. Fegato.
• Piletrom boflebite. L'occlusione tromboflebitica
Vene ed embolie
del tronco portale può verificarsi per propaga Nel sistema vasale venoso non di rado è presen
zione di una trombosi di una delle radici porta te materiale estraneo grossolano che viene traspor
li, per compressione o invasione neoplastica, per tato dalla corrente sanguigna con conseguente
l'instaurarsi di una trombosi marantica, molto occlusione finale di un vaso di dimensioni variabili.
raramente come conseguenza di lesioni del vaso Questo materiale estraneo trasportato con la
secondarie a trauma addominale chiuso. corrente sanguigna costituisce appunto gli emboli,
La causa più frequente di piletrombosi è la cirro classicamente distinti a seconda della natura del
si epatica, ed in particolare la cancrocirrosi. La materiale in emboli solidi, liquidi e gassosi.
trombosi si verifica di solito in corrispondenza Gli emboli solidi sono di gran lunga i più frequen
della confluenza delle vene mesenteriche con la ti ed hanno origine e struttura diversa. Di regola
splenica. Se il trombo si canalizza la vena porta essi provengono dal distacco di piccole porzioni o
può apparire sostituita da un ammasso di tessu frammenti di trombi a seguito di processi colliqua
to cavernoso in cui sono inglobate vene porte tivi o di lisi del trombo.
accessorie dilatate e i vasi neoformati del trom È anche possibile l'embolia di piccoli frammenti di
bo (trasformazione cavernosa della vena porta. Per le parenchimi normali o di cellule sia nell'ambito di
conseguenze della piletrombosi, vedi Fegato. processi fisiologici (trasporto di cellule coriali dei
Vene ^ 981
villi, in gravidanza) sia a seguito di traumatismi di eventuali differenze nella struttura delle pareti veno
rilievo. se e non considera le differenze patogenetiche.
Di notevole importanza sono le embolie di tessuto Una classificazione patogenetica delle varici
neoplástico, di cui si farà cenno in seguito. Le vene permette di distinguere tre gruppi:
possono ancora trasportare emboli solidi di natura
parassitarla o batterica con conseguente diffusione a) varici congenite (di raro riscontro);
del processo morboso. b) varici primitive o essenziali, quelle che derivano
da una ipoplasia delle pareti vasali, condizione
Gli em boli liquidi sono di regola costituiti da che funziona da terreno favorente l'effetto di
sostanze grasse. E necessario, infatti, per la forma cause diverse sopravvenute;
zione di un embolo liquido che il materiale penetra
to in circolo non sia solubile dal sangue. Gli emboli c) varici secondarie o sintomatiche, quando conse
grassosi traggono origine il più spesso dal tessuto guono ad un ostacolo al deflusso del sangue nel
midollare a seguito di traumi che interessano l'osso. vaso di cui le vene interessate sono tributarie.
Gli emboli gassosi derivano da penetrazione d'aria Le vene di gran lunga più colpite sono quelle
nei vasi o da liberazione di gas sciolti nel sangue. degli arti inferiori, soprattutto la safena interna. Con
Affinché l'aria penetri nei circolo si deve avere una viene ricordare anche la frequenza con cui vanno
pressione bassa nei vasi in corrispondenza dei quali incontro a dilatazione le vene emorroidarie e, per l'im
si avvera la penetrazione; pertanto sono le vene in portanza clinica del fenomeno, le vene esofagee in
cui la pressione è negativa, come le giugulari, quelle condizione di ipertensione portale. Altre sedi di pre
più frequentemente interessate. La liberazione di gas dilezione sono rappresentate dal plesso venoso del cor
(azoto) nel sangue si realizza nel corso di rapide done spermatico, con il quadro del varicocele, dal ples
decompressioni, ad esempio in palombari o subac so pudendo, dalle vene vescicali, dalle vene della lingua.
quei che risalgono rapidamente alla superficie. La varici costituiscono un'evenienza di facile ri
scontro, specie in corrispondenza delle vene degli
Il materiale embolico trasportato nel sangue arti inferiori negli anziani dove la percentuale dei
venoso, quale che sia la sua origine, raggiunge il soggetti colpiti si aggira intorno al 50%. Il sesso fem
cuore destro e si arresta quindi in un ramo di adat minile risulta colpito con frequenza notevolmente
to calibro dell'arteria polmonare (per le conseguen maggiore; ciò si può spiegare con l'espressione del
ze v. Polmone). Fanno ovviamente eccezione a tale recettore per il progesterone nelle vene safene.
regola gli emboli delle vene tributarie del sistema Etiopatogenesi. I meccanismi che intervengono
portale che raggiungono il fegato, con conseguenze nel determinare la formazione di varici riguardano
varie (v. Fegato). In caso di comunicazione intera- principalmente l'aumento della pressione venosa e
triale o interventricolare, associata ad aumentata le alterazioni della parete venosa e dei tessuti circo
pressione nelle cavità cardiache di destra con conse stanti, fattori che si possono combinare in vario
guente shunt destro-sinistro, gli emboli venosi pos modo.
sono, anziché raggiungere il polmone, passare nel Le alterazioni delle pareti possono essere congeni
grande circolo (em bolia paradossa). te, come testimoniano i rari casi di varici già presen
Un altro comportamento assai infrequente degli ti alla nascita e la tendenza familiare alla formazio
emboli venosi, che concerne emboli formatisi nel ne di varici. In alcuni soggetti la facilità con cui si
distretto della vena cava superiore, dà luogo aWem sviluppano dilatazioni venose si associa a compar
bolia reti’ograda. In queste circostanze eccezionali sa di ernie e di prolassi; si tratterebbe in questi casi
l'embolo anziché pervenire nell'atrio destro imbocca di displasie costituzionali dei connettivi. L'obesità
la vena cava inferiore e finisce con l'occludere qual
che ramo delle vene sopraepatiche o la vena renale.
Il fenomeno sarebbe da rapportare ad improvvisi
cambiamenti dei rapporti pressori nelle grosse vene
vicine al cuore determinati da violenti movimenti
espiratori; si avrebbe in tal caso una momentanea
pressione positiva nel seno venoso auricolare che
provocherebbe la proiezione di un embolo presenta
tosi in quel momento nella vena cava inferiore.
Fiebectasie e varici
Con tali termini si indicano dei processi
caratterizzati principalmente dalla dilatazione delle
vene. Una distinzione classica indica come fiebectasie
le dilatazioni venose diffuse, di regola cilindriche, e
come varici le dilatazioni circoscritte, di foggia sva Fig.3 - Fiebectasie. I vasi venosi sono dilatati e congesti. Non
riata. Tale distinzione non prende in considerazione sono evidenti alterazioni delle pareti.
982 Vene e vasi linfatici
può favorire lo sviluppo di varici superficiali in ni varicose potrebbe così schematizzarsi: le cellule
ragione del diminuito sostegno che le vene trova muscolari lisce verrebbero trasformate dall'agente
no nei tessuti circostanti eccessivamente ricchi di lesivo dalla forma « contrattile» alla forma «meta
grasso. Anche l'atrofia dei muscoli e il diminuito bolica» con aumento del numero dei lisosomi, pro
tono dei tessuti perivenosi che si verificano nell'e duzione di fibre connettivali displastiche funzional
tà avanzata possono concorrere allo sviluppo di mente inadatte e conseguente dilatazione del vaso
varici nei soggetti anziani in questa condizione o suà parziale obliterazione.
più facile. Le anomalie nel comportamento dei lisosomi
Il fattore principale nella, patogenesi delle varici con i loro riflessi sulla struttura della sostanza intra
acquisite è comunque rappresentato dall'aumento cellulare fornirebbero così una base morfologica
della pressione nei tratti venosi interessati. Questo più concreta del concetto alquanto vago di «debo
può instaurarsi a seguito di cause generali quali l'in lezza della parete vasale» come causa delle varici
sufficienza circolatoria, o di cause locali, quali osta venose.
coli al deflusso a valle o compressioni delle vene ad Conseguenze. La presenza di varici venose
opera di neoformazioni dei tessuti vicini. L'elemen determina, nel territorio corrispondente, edema ed
to di maggior peso è rappresentato dalla stazione iperplasia del connettivo sottocutaneo. Sulla pelle
eretta protratta in cui la pressione venosa negli arti insorge frequentemente un eczema associato a pig
inferiori aumenta in misura anche cospicua. mentazione brunastra. II successivo decorso può
Le vene superficiali degli arti inferiori, prive portare al formarsi di ulcerazioni - ulcere varicose -
come sono sia del sostegno muscolare che di quello ed a rottura delle varici tanto in sedi superficiali che
dell'asse arterioso per la posizione isolata nel tessu profonde. Particolarmente grave è l'evenienza di
to sottocutaneo, sono particolarmente esposte rotture di varici esofagee che danno luogo ad emor
all'effetto ipertensivo. ragie spesso mortali. Le ulcere varicose, talora molto
estese e profonde, sono lentissime a guarire, data la
Da quanto esposto appare evidente come nello
loro sede in tessuti con scarso trofismo ed in cui
sviluppo delle varici concorrano, variamente com
facilmente si sviluppano processi infiammatori. Una
binati, fattori costituzionali, fattori anatomici locali,
sorta di guarigione spontanea delle varici si attua
condizioni di patologia circolatoria generale e loca
mediante formazione di un trombo evenienza molto
le, effetti dovuti al lavoro svolto dal soggetto.
facile - e sua successiva organizzazione con conse
Macroscopicamente le vene varicose appaiono
guente obliterazione della dilatazione varicosa.
allungate, tortuose ed asimmetricamente dilatate
con estroflessioni ampollari e noduli irregolari.
Per quanto riguarda le modificazioni strutturali delle Flebosclerosi
pareti, nelle semplici dilatazioni funzionali queste Con il termine di flebosclerosi si indica un indu
sono limitate ad un assottigliamento relativo con un rimento della parete venosa dovuto all'ispessimento
modesto ispessimento della muscolatura media. del connettivo, associato talvolta a ipertrofia della
Nelle vere varici la lesione fondamentale è l'atrofia muscolatura. Quadri di questo tipo possono forse
delle fibre elastiche e muscolari della parete che risul rappresentare l'equivalente, nelle vene, del processo
ta prevalentemente formata da connettivo collagene. arteriosclerotico; sono però molto rari e quando pre
La microscopia elettronica ha dimostrato la pre senti vanno probabilmente rapportati ad alterazioni
senza di fibre collagene ed elastiche displastiche, pressorie. La vena cava inferiore è il vaso interessato
associata ad incrementata formazione di lisosomi con maggior frequenza, seguita dalla vena porta,
intra- ed extracellulari. La morfogenesi delle lesio dalla splerrica e dalle vene polmonari.
Fìg. 4 - Dilatazione del lume di una vena associata a modera Fig. 5 - Emboio neoplastico intravenoso.
to ispessimento della muscolatura.
Vene 983
Più facilmente quadri di flebosclerosi si determi Dal punto di vista morfologico i vasi linfatici
nano come esito di processi infiammatori. Le vene possono, venire distinti in tre tipi principali: tronchi,
interessate sono ispessite, consistenti, rigide, di colo collettori e capillari.
rito bianco-grigiastro. L'alterazione può essere diffu
Tronchi linfatici. Sono i vasi linfatici più grossi, ad
sa ad un lungo tratto della parete o essere localizzata ampio calibro e parete spessa; sono muniti di valvo
a focolai multipli con aspetto moniliforme della vena. le e nella parete si distinguono tre tuniche. L'intima è
Istologicamente si trova aumento del connettivo formata da uno strato endoteliale che poggia su una
dell'intima e dell'avventizia mentre il tessuto elastico membrana basale e da uno strato subendoteliale col
e muscolare della media è ridotto fino alla scomparsa. lagene elastico; la media è formata da più strati di cel
lule muscolari lisce che si alternano con fibre collage
Tumori delle vene ne ed elastiche; l'avventizia è formata da connettivo e
contiene fascetti nervosi e «vasa vasorum». Gli endo
I tumori primitivi delle pareti venose sono rarissi
teli sono cuboidali e con nucleo aggettante nel lume
mi. La vena più colpita è la vena cava inferiore segui
■nel vaso contratto, appiattiti nel vaso disteso; il loro
ta da altre vene degli arti inferiori come la femorale e
spessore va dai 2 micron delle aree perinucleari ai 0,2
la safena. Il maggior numero di segnalazioni si riferi
micron delle porzioni citoplasmatiche più strette. Al
sce a tumori di natura muscolare benigna e maligna,
microscopio elettronico la membrana cellulare pre
leiomiomi e leiomiosarcomi. Sono segnalati anche
senta invaginazioni pinocitosiche analoghe a quelle
lipomi, endoteliomi e sarcomi indifferenziati.
dei vasi e dei capillari sanguigni.
entrano in contatto con l'interstizio circostante in ghiandole in casi di tumore. Uno degli esempi più
modo da fornire un mezzo per il flusso ininterrotto comuni è dato dallo svuotamento del cavo ascellare
del liquido interstiziale. nel corso della mastectomia. Analoghi effetti può
È funzione precipua del sistema vasale linfatico con avere l'irradiazione di determinate zone con conse
correre airomeostasi tessutale. Benché il plasmalem- guente fibrosi; altra causa, la sclerosi che può segui
ma dell'endotelio dei capillari sanguigni sia permea re ad una linfangite. Un cenno a parte va fatto per la
bile all'acqua e ai cristalloidi è solo semipermeabile possibilità dell'occlusione dei vasi linfatici ad opera
ai colloidi delle dimensioni di una molecola proteica. di parassiti dell'ordine dei nematodi, le filane. Tale
I colloidi sono quindi largamente trattenuti nel lume condizione morbosa si riscontra principalmente in
dei capillari sanguigni con il conseguente stabilirsi di Egitto e in altri paesi africani e asiatici.
un gradiente di pressione osmotica utile a riassorbi Nelle prime fasi il processo è contraddistinto
re acqua e cristalloidi nella circolazione sanguigna. dalla dilatazione dei collettori e capillari linfatici
Le proteine con peso molecolare inferiore a 40.000 del derma e del sottocutaneo, abbondantemente
attraversano però la parete dei capillari; se tali pro imbibiti da un liquido ad alto contenuto proteico.
teine dovessero essere riassorbite dai capillari san Con l'aumentare dell'accumulo di liquido si deter
guigni si avrebbe una scomparsa del gradiente di mina una iperplasia fibroblastica con progressiva
pressione colloidosmotica con arresto del riassorbi fibrosi e ulteriore dilatazione dei vasi linfatici, spe
mento di acqua ed elettroliti. Ne conseguirebbe cie in corrispondenza della cute (pachidermia linfan-
diminuzione del volume intravasale con le gravi gectasica), e con un aumento di volume del territo
conseguenze relative. La rimozione di tali molecole rio colpito che, nei casi più gravi, fa attribuire al
avviene ad opera dei capillari linfatici. processo la definizione di elefantiasi. La cute assu
me un aspetto a buccia d'arancia ed è sede di feno
La linfa non è pertanto una semplice soluzione meni distrofici sempre più gravi.
acquosa ma, pur con sensibili variazioni nella sua Linfedema primitivo. Raramente il linfedema
composizione in rapporto alle sedi e alle condizioni compare come fenomeno primitivo. Si tratta di
della sua derivazione, ricorda un plasma molto forme congenite, o, ancora più raramente, di forme
diluito. Uistolinfa che permea gli spazi interstiziali, che compaiono primitivamente in età giovanile.
presenta differenze sensibili nei confronti del pla Tra le forme congenite si distingue: un linfedema
sma solo per il suo contenuto proteico che ammon congenito eredofamiliare o malattia di Milroy ; un linfe
ta solo al 18% di quello piasmatico (Tosatti). La linfa dema congenito semplice in cui non vi sono gli ele
propriamente detta, contenuta nei vasi linfatici, e menti sufficienti per ammettere il carattere eredita
distinta in pre e post-linfonodale, comprende gli rio dell'affezione. Gli arti inferiori sono le sedi pre
elementi corpuscolati del sangue in proporzioni valentemente colpite; può coesistere anche un in
variabili; la sua componente liquida è simile al pla teressamento delle parti superiori del corpo e sono
sma anche se i rapporti percentuali delle varie descritti casi con distribuzione irregolare dell'ede
sostanze possono essere diversi. ma che può anche risparmiare gli arti inferiori. Tra
La propulsione della linfa nel sistema vasale è prin le sedi colpite con una certa frequenza vanno ricor
cipalmente attribuita a fattori estrinseci quali i dati i genitali esterni. Nelle forme congenite l'ede
movimenti dei muscoli respiratori, la pressione tes ma può mantenersi a lungo molle. L'evoluzione
sutale, la spremitura dei linfonodi mediante la con verso l'edema duro e la pachidermia è probabil
trazione della loro capsula. Alcuni studi hanno sot mente dovuto alla sovrapposizione di fatti infiam
tolineato anche il ruolo delle contrazioni ritmiche matori. Le cause del linfedema congenito non sono
intrinseche dei vasi linfatici muniti dì valvole. molto chiare. Si pensa trattarsi di un difetto di svi
Hanno dimostrato con metodi istochimici fibre ner luppo dei vasi linfatici che sarebbero molto più
vose adrenergiche nella parete di collettori linfatici dilatabili che di norma. Possono associarsi anche
cervicali di cane. anomalie dei linfatici di organi interni, come il
fegato.
Linfedema Le forme di linfedema primitivo dell'età giova
nile si riscontrano per lo più in giovani donne all'e
Si definisce linfedema l'accumulo di linfa nei tes poca della pubertà ed interessano le estremità infe
suti che segue ad un ostacolo al suo deflusso attra riori. Il processo progredisce nel tempo sia esten
verso il sistema vasale linfatico con formazione di dendosi che assumendo rilievo maggiore. L'etiolo-
un edema duro nei territori interessati. Se si eccet gia è oscura.
tuano alcune particolari condizioni in cui sì instau
ra primitivamente, il linfedema nella grande mag
gioranza dei casi rappresenta un evento secondario
Linfangiti
ad altra situazione che ha causato l'occlusione dei La partecipazione dei vasi linfatici ai processi in
vasi linfatici. fiammatori è in pratica costante. Talvolta la diffusio
Tra le cause principali si annoverano l'occlusione ne delle infezioni batteriche attraverso i linfatici de
dei vasi linfatici ad opera di un'infiltrazione neopla termina reazioni infiammatorie evidenti nelle pareti
stica e l'asportazione chirurgica di gruppi di linfo- vasali, con i quadri delle linfangiti acute e croniche.
Vas» linfatici ^ 985
Nelle linfangiti superficiali si apprezza la compar assumere rilievo notevole con interessamento di
sa di strie cutanee rosse e dolenti che segnano il numerosi distretti. Il polmone è la sede principale
decorso dei vasi linfatici fino ai linfonodi regionali. di questa alterazione cui va riferito un numero, in
Tra le linfangiti acute si distinguono forme sem verità non elevato, dei casi di polmone policistico. Il
plici e purulente. quadro decorre con cianosi e dispnea fino alla
Nelle forme semplici la parete vasale è iperemica morte che si verifica di regola molto presto. I pol
ed è infiltrata da elementi essudati; i vasi sono spes moni sono rossobluastri, scarsamente aerati. La
so dilatati e ripieni di linfa coagulata (trombosi lin- superficie pleurica appare irregolare per la presen
fangitìca) o di una rete di fibrina che racchiude lin za di molte vescicole sottopleuriche di dimensioni
fociti e granulociti. diverse (Giammalvo). Le superfici di taglio hanno
Il processo può guarire completamente, o un caratteristico aspetto spugnoso. Istologicamente
trasformarsi in una forma purulenta, o evolvere si trova un notevole aumento del numero e delle
verso la cronicizzazione. Nelle linfangiti purulente, dimensioni dei linfatici, da semplici dilatazioni fino
legate prevalentemente ad infezioni strepto- o sta alla formazione di vere cisti.
filococciche, i linfatici sono ripieni di granulociti .. Linfangectasie polmonari possono anche instau
neutrofili; l'endotelio desquama e la parete è sede rarsi secondariamente a processi infiammatori o
di infiltrazione purulenta. Il processo si propaga ai ad ostacoli al deflusso attraverso le vene polmo
tessuti circostanti e si può avere la formazione di nari. Oltre che nel polmone, linfangectasie di que
ascessi o di flemmoni. I linfonodi di drenaggio sono sto genere possono trovarsi in altre sedi, dove
sempre interessati con quadri di linfoadenite acuta. danno luogo alla formazione di grosse cisti linfa
Tra le linfangiti acute sono di particolare interes tiche solitarie, anche di notevoli dimensioni.
se quelle del derma che caratterizzano soprattutto Esempi sono dati dalle osservazioni di grosse cisti
Yerisipela. linfangectasiche gastriche, e surrenali, anche se per
Nelle linfangiti croniche la parete vasale presen talune osservazioni di questo tipo è stata prospet
ta una iperplasia fibrosa che può condurre all'oblite tata uh'origine malformativa. Nella cirrosi epatica
razione del lume anche di vasi di un certo calibro. sono state descritte linfangectasie del legamento fa l
ciforme.
• Linfangiti tubercolari. Nella propagazione La distinzione delle cisti linfangectasiche dai lin-
della infezione tubercolare i vasi linfatici rico fangiomi cistici si basa sui caratteri degli endoteli di
prono un molo notevolissimo. E quindi fre rivestimento, sempre appiattiti nelle cisti da stasi,
quente il riscontro di linfangiti e di perilinfangi- sull'assenza di immagini di neoformazione di vasi
ti tubercolari sia nel complesso primario, dove linfatici nei tessuti adiacenti, oltre che sul riscontro
la linfangite è costante, che in altre forme tuber di condizioni capaci di provocare la stasi linfatica
colari del polmone. Le pareti vasali sono ispes (trombosi venose; metastasi tumorali).
site e disseminate di tubercoli, mentre il lume
può contenere materiale caseoso. Merita anche
di essere ricordato l'interessamento dei linfatici Vasi linfatici e metastasi tumorali
della parete intestinale nella tubercolosi di que
La grande frequenza con cui i carcinomi si
sto apparato. Anche il dotto toracico può essere
diffondono attraverso le vie linfatiche è ben nota.
colpito da processi tubercolari, di regola localiz
Allorché il processo di diffusione neoplastica inte
zati sull'intima e che danno luogo a manifesta
ressa i vasi linfatici delle sierose, il quadro è macro
zioni produttive o ulcerose. Si può avere una
scopicamente ben evidente, specie nella pleura,
disseminazione di grosse cariche bacillari nel
sotto forma di strie biancastre rilevate sulla superfi
lume del dotto con conseguente possibile tuber cie di taglio dei polmoni allorché sono interessati i
colosi miliare generalizzata. linfatici intrapolmonari.
• Linfangiti luetiche. Lesioni luetiche a carico dei La presenta di zaffi epiteliali neoplastici nel
vasi linfatici possono riscontrarsi nello stadio lume di sottili vasi linfatici costituisce un reperto
primario a seguito della diffusione delle spiro istologico di comune riscontro nelle sezioni di car
chete lungo i vasi stessi dal luogo di infezione ai cinomi di varie sedi. Sulle sezioni lo zaffo neoplasti
linfonodi regionali. Lesioni aspecifiche, consi co appare separato dal rivestimento endoteliale da
stenti in ispessimento e sclerosi delle pareti, pos un sottile spazio vuoto.
sono trovarsi nei vasi linfatici anche nel terzo Metastasi carcinomatose possono impiantarsi
stadio della infezione luetica; si tratta di lesioni sulla parete dei più grossi tronchi linfatici, infiltran
secondarie a quelle specifiche che si svolgono do l'intima o anche l'intero spessore della parete,
nei relativi parenchimi. con un quadro impropriamente definito di «linfan
gite carcinomatosa»: le definizioni di «linfangiosi
Linfangectasie e cisti linfatiche carcinomatosa» o di «linfangiocarcinosi» appaiono
più aderenti alla realtà del fenomeno.
La presenza di linfangectasie multiple in determi La diffusione dei carcinomi per via linfatica può
nate sedi costituisce un'anomalia congenita che può dar luogo a quadri di «embolia » con trasporto di
986 ^ Vene e vasi linfatici
frammenti tumorali nella corrente linfatica o di
«permeazione» in cui i linfatici, anche di grosso | Bibliografia essenziale
calibro, appaiono occupati da solidi cordoni neo De Bakeg M.E.: Critical evaluation of problem of throboembo-
plastici. Quest'ultima modalità può determinare gli lism. Int Abstr Surg 1954; 98:1-27.
effetti secondari di cui si è detto a proposito del lin McCartney J.S.: Postoperative pulmonaiy embolism. N Engl
fedema. Si può inoltre determinare una reazione J Med 1957; 257: 147-157.
fibrosa perivascolare.
Infiltrazioni neoplastiche dei vasi linfatici si Stallworth J.M. et al.: Phlegmasia cerulea dolens. Ann Surg
1965; 161: 802-811.
verificano anche nei sarcomi. Va sottolineato il ruo
lo importante che spetta ai linfatici nella precoce Larson R.A., Smith P.S.: Varicose veins. Mayo Clin Proc
disseminazione dei melanomi. In proposito viene 1943; 18: 400-408.
attribuito un significato, anche se non del tutto pre Schirger A. et al.: Idiopathic lymphedema. JAMA 1962; 182:
cisato, alle precoci dilatazioni dei linfatici che si svi 124-132. •
luppano in corrispondenza dei melanomi.
Tumori vascolari
7.5 G. Magro, S. Grasso
La classificazione dei tumori vascolari è molto temente cutanea, ma può insorgere anche a livello
complessa sia perché con il progredire delle cono di alcune mucose, soprattutto della cavità orale
scenze vengono riconosciute nuove entità clinico (gengiva). Clinicamente può presentarsi sotto
patologiche sia perché oggi risulta molto difficile - forma piatta, o come chiazza più o meno rilevata, o
se non impossibile - stabilire con certezza la natura come formazione polipoide, a superficie lobulata o
tumorale, malformativa o reattiva di alcune lesioni. moriforme, spesso ulcerata, di colorito variabile,
Dopo tale premessa, che potrebbe apparire scorag per lp più rosso-vivo o rubino. Istologicamente si
giante, va tuttavia detto che da un punto di vista osserva una proliferazione di vasi simil-capillari e
clinico la classificazione dei tumori vascolari risulta di venule che si organizzano in strutture lobulari,
particolarmente agevole poiché non sì discosta da ciascuna delle quali, risulta circondata da una
quella normalmente in uso per altre neoplasie (per quantità variabile di tessuto fibroso. Tutti i vasi
es. tumori dei tessuti molli e dell'osso; alcuni tumo capillari contengono un sottile strato esterno di
ri ovarici; alcuni tumori della mammella) e che per periciti, evidenziabili immunoistochimicamente
tanto prevede tumori benigni, tumori a malignità con anticorpi anti-a-actina muscolare liscia. La base
intermedia, tumori maligni. In questa sede verranno della lesione è ben delimitata rispetto ai tessuti
trattate le lesioni vascolari tumorali/malformative adiacenti, ma non vi si trova una vera e propria cap
che sono di più comune riscontro, rimandando a sula. Quando la lesione assume clinicamente un
testi specialistici per ulteriori approfondimenti. aspetto polipoide, l'epidermide sovrastante va
facilmente incontro ad ulcerazione, innescando
processi flogistico-riparativi, la cui finalità è forma
| Tumori benigni re di tessuto di granulazione in corrispondenza del
I tumori benigni, denominati emangiomi (angiol'area ulcerata. Questi eventi secondari possono
mi) o linfangiomi, sono di comune riscontro clinico a oscurare la primitiva natura vascolare della lesione,
livello cutaneo e mucoso ed in minor misura posso giustificando così il termine di "granuloma piogeni-
no insorgere sia nei tessuti molli che in alcuni orga co” con cui spesso, soprattutto nel passato, veniva
ni viscerali. A seconda delle caratteristiche istopato- denominato l'emangioma capillare lobulare.
logiche si riconoscono le seguenti entità: L'emangioma cavernoso, così denominato per il
L'emangioma capillare è ima lesione vascolare tipico aspetto istologico delle strutture vascolari
molto frequente che colpisce qualsiasi età. Le sedi che lo compongono, è una lesione che può presen
maggiormente interessate sono la cute ed alcune tarsi ad ogni età, sia a livello cutaneo che nei tessu
mucose (cavità orale e labbra). È possibile anche ti molli profondi o in organi viscerali. Tra gli eman
ima localizzazione sottocutanea, nonché un interes giomi cavernosi va, qui, ricordato l'emangioma
samento primitivo di alcuni organi (fegato, mam definito tradizionalmente "nevus flammeus", una
mella, rene). Generalmente si tratta di lesioni di lesione vascolare presente fin dalla nascita, che si
colorito rosso vivo o bluastro, lievemente rilevate, ingrandisce lentamente con l'età, senza tuttavia
talora di aspetto peduncolato. Tra le varie forme cli andare incontro a regressione. Le lesioni profonde o
niche, ricordiamo quella "giovanile", in cui l'eman viscerali possono raggiungere notevoli dimensioni
gioma, denominato "nevo a fragola", si presenta e, a seconda della sede, creare problematiche di
nel neonato, e va ingrandendosi nei primi mesi di diverso significato clinico. Se, per esempio, l'eman
vita, per poi regredire entro i primi anni gioma cavernoso epatico - la neoplasia benigna più
(1-3 anni) in circa il 70-90% dei casi. Istologicamen frequente di quest'organo - può essere del tutto
te l'emangioma capillare si caratterizza per la pre asintomatico e diagnosticato per lo più occasional
senza di una proliferazione di vasi di aspetto simil- mente, la stessa lesione, se localizzata all'encefalo,
capillare, ripieni di sangue e a lume ristretto. I vasi può risultare fatale in caso di rottura per emorragia
neoformati risultano costituiti da un monostrato di intracranica, o causare comprcssionc/ipertensione
cellule endoteliali circondate da periciti. Possibile il cerebrale in quanto massa occupante spazio. Rara
riscontro di trombosi e piccole emorragie intralesio- mente l'emangioma cavernoso può essere una
nali. lesione sindromica, cioè far parte di una sindrome
L’em angiom a capillare lobulare (granuloma caratterizzata dalla coesistenza di lesioni vascolari
piogenico) è una lesione vascolare a sede prevalen multiple: cerebrali (encefalo, cervelletto, tronco
988 - Tumori vascolari
da attribuire ad una incompleta escissione chirurgi
ca o alle caratteristiche biologiche della lesione è da
chiarire. Infatti rimane ancora incerta la sua natura,
esistendo evidenze sia a favore di una lesione
tumorale che di tipo reattivo.
Gli emangiomi costituiti da grossi vasi (eman
gioma venoso ed emangioma artero-venoso) sono lesio
ni vascolari la cui natura è verosimilmente malfor
mativa più che tumorale. Sebbene possano colpire
ogni età, si presentano con maggior frequenza nei
bambini e nei giovani adulti. Le sedi più interessa
te sono il sottocute ed i tessuti molli profondi, pre
valentemente degli arti, glutei, e della regione testa-
collo. Istologicamente si osserva una proliferazione
di vasi venosi (emangioma venoso) o mista: vasi
arteriosi ed in minor misura vasi venosi (emangio
ma artero-venoso) che variabilmente si intrecciano
a formare shunt artero-venosi (Fig. 2). Un esame
angiografico, evidenziando la presenza di tali
shunt, può essere diagnostico pre-operatoriamente
e risultare altresì indispensabile nel documentare
l'estensione della lesione. In rari casi gli shunt sono
Fig. 1 ~ Emangioma cavernoso dermo-ipodermico. La lesione così imponenti da determinare ipertrofia della sede
è costituita da vasi simil-capillari di ampie dimensioni, ripieni di colpita o più eccezionalmente insufficienza cardia
sangue. ca. Le colorazioni istochimiche per le fibre elastiche,
evidenziando o meno l'esistenza di una membrana
encefalico e viscerali in associazione), con altre neo elastica interna a livello dei vasi, sono d'ausilio per
plasie viscerali (malatia di Lindau-von Hippel). poter distinguere, rispettivamente, una struttura
Istologicamente l'emangioma cavernoso è costitui vascolare arteriosa da una venosa, e quindi per
to da una proliferazione di strutture vascolari a classificare correttamente una lesione come eman
parete sottile, simil-capillari, contenenti sangue gioma venoso o artero-venoso. Si possono riscon
fluido, con lumi così cisticamente dilatati da assu trare aree di trombosi vascolare con microcalcifica-
mere un aspetto "cavernoso". I suddetti vasi sono zioni. La recidiva locale è frequente nelle lesioni più
separati tra loro da una scarsa quantità di stroma.
Frequentemente si osservano trombosi ed emorra
gie a carico dei vasi più sottili, che raramente pos
sono assumere dimensioni tali da mettere a rischio
la vita del paziente, spesso se si associa coagulopa-
tia da consumo.
L'emangioma epitelioide (iperplasia angio-lin-
foide con eosinofilia) si localizza più frequentemen
te nel sottocute ed in minor misura nel derma o nei
tessuti molli profondi. Le sedi più colpite sono la
testa e le porzioni più distali degli arti, soprattutto
le dita. Istologicamente è caratterizzato da una pro
liferazione di vasi capillari immaturi, rivestiti da
cellule endoteliali di aspetto epitelioide, e a citopla
sma eosinofilo. Nella maggior parte dei casi, la sud
detta proliferazione vascolare si accompagna ad un
processo flogistico ricco in linfociti ed eosinofili,
con possibile formazione di follicoli linfatici che
talora possono circondare completamente la perife
ria della lesione, dando l'impressione di avere a che
fare, sia macroscopicamente che microscopicamen
te, con un linfonodo. Gli emangiomi epitelioidi sot
tocutanei e dei tessuti molli più profondi spesso si
sviluppano nel contesto della parete di un'arteria
muscolare. Sebbene l'emangioma epitelioide abbia Fig. 2 - Emangioma artero-venoso. Lesione vascolare costitui
un decorso clinico di benignità, una recidiva locale ta da grossi vasi a spessa parete, di tipo artero-venoso anasto-
è stata riportata in circa un terzo dei casi. Se ciò sia mizzantesi tra loto.
Tumori benigni ^ 989
profonde, a causa delle difficoltà di ottenere un'e ginocchio, il gomito e la mano. Clinicamente si può
scissione chirurgica completa. avere dolore, rigonfiamento e/o emartro dell'arti
L'angiomatosi è un'entità clinico-patologica ben colazione interessata. La R M N è l'indagine radiolo
distinta, che rappresenta una forma diffusa di gica più idonea ai fini diagnostici. Istologicamente
emangioma con interessamento di diversi strati tis- si osserva, al di sotto della membrana sinoviale,
sutali (derma, sottocute, muscoli) di un'ampia area una proliferazione di vasi cavernosi, spesso fram
di un segmento corporeo. L'etiopatogenesi dell'an- misti. a vasi capillari e meno frequentemente a vasi
giomatosi è tuttora da stabilire ma diversi dati clini~- artero-venosi, nel contesto di stroma fibro-mixoide.
co-patologici fanno propendere per una natura Attualmente si ritiene che l'emangioma sinoviale
malformativo-congenita della lesione, che però si rappresenti un processo malformativo. L'asporta
manifesta clinicamente in età giovanile. La maggior zione chirurgica completa della lesione assicura un
parte dei casi si presenta in giovani adulti (entro i basso rischio di recidiva locale.
20 anni d'età) con predilezione per il sesso femmi Il linfangioma capillare è una lesione relativa
nile. Le sedi più colpite sono gli arti, soprattutto mente frequente che si localizza soprattutto nel sot
quelli inferiori, l'addome e la parete toracica. Clini tocute della regione testa-collo ed ascellare. La
camente la lesione si presenta come un rigonfia mucosa della cavità orale e più raramente anche
mento della parte interessata, talora con dolore, alcuni organi viscerali possono essere sede d'insor
soprattutto durante alcuni movimenti. Gli esami genza di linfangiomi capillari. Clinicamente si pre
radiologici (TAC) evidenziano una massa a margini sentano come lesioni lievemente rilevate, talora
mal definiti che può variare da pochi centimetri peduncolate, del diametro di pochi centimetri. Isto
fino a 20-25 centimetri. Istologicamente si osserva logicamente si osserva proliferazione di vasi capil
una proliferazione mista e disordinata di vasi simil- lari simili a quelli riscontrabili nell'emangioma
capillari, cavernosi e venosi, di calibro piuttosto capillare, dal quale si distinguono per lo più per
variabile, nel contesto del derma, sottocute e talora l'assenza di sangue intraluminale.
anche nei muscoli striati. Nonostante l'angiomatosi Il linfangioma cistico o cavernoso (igroma cisti
sia una lesione biologicamente benigna, circa il 90% co) è una lesione vascolare di natura verosimilmen
dei casi persiste dopo asportazione chirurgica. Ciò te malformativa, tipica dell'età pediatrica. Infatti la
è essenzialmente dovuto al fatto che un trattamen maggior parte dei casi è diagnosticata alla nascita o
to chirurgico radicale è spesso impossibile da otte comunque entro i primi anni di vita. L'associazione
nere, data la notevole estensione e profondità della del linfangioma cistico con alcune sindromi geneti
lesione. Si consiglia follow-up clinico-radiologico che, soprattutto la sindrome di Turner, è un dato a
con eventuali escissioni chirurgiche multiple, sol favore della natura malformativo-disontogenetica
tanto in caso di dolore persistente, compromissione di questa lesione vascolare. Le sedi più colpite sono
funzionale del segmento corporeo interessato, o più il collo, le ascelle, gli arti, il tronco e più raramente
semplicemente per problemi estetici.
L’emangioma muscolare è una proliferazione
vascolare benigna nel contesto di tessuto muscolare
striato. I soggetti più colpiti sono gli adolescenti ed i
giovani adulti. Le sedi più comunemente interessa
te sono gli arti, la testa, il collo ed il tronco. Clinica
mente la lesione si presenta come una massa a lento
accrescimento, dolente per lo più in corso di alcuni
esercizi fisici. Istologicamente si osserva una prolife
razione vascolare mista di vasi capillari, cavernosi,
linfatici, venosi e talora anche di tipo artero-venosi
tra le fibre del muscolo striato interessato. Un aspet
to morfologico costante è la presenza di una quanti
tà variabile di tessuto adiposo maturo di accompa
gnamento, che è parte integrante della lesione e non
il risultato di un intrappolamento di tessuto adipo
so pre-esistente. Per tale motivo, oggi si è propensi a
considerare l'emangioma muscolare come una
lesione malformativa e non tumorale. L'incidenza di
recidiva locale è alta, pari a circa il 30-50% a causa di
una incompleta resezione chirurgica.
L'emangioma sinoviale è una rara proliferazio
ne vascolare che origina nelle superfici rivestite da
membrana sinoviale (articolazioni e borse). La Fig. 3 - Linfangioma cistico (igroma cistico). Proliferazione ipo
maggior parte dei pazienti sono bambini ed adole dermica di vasi linfatici dilatati cisticamente contenenti materia
scenti e le sedi più comuni d'insorgenza sono il le proteinaceo.
990 & Tumori vascolari
il mesentere ed il retroperitoneo. Rara ma possibile (forma linfoadenopatica) si associa ad un decorso
una localizzazione viscerale primitiva (intestino, clinico aggressivo; 3) "la forma iatrogena" si svilup
milza). Clinicamente, le lesioni superficiali si pre pa in seguito a trattamento con farmaci immuno-
sentano con un rigonfiamento indolore della parte soppressori per cause diverse, spesso dopo qualche
interessata che, alla palpazione, risulta essere flut mese/arino da un trapianto d'organo solido (rene,
tuante. Le lesioni profonde, essendo masse occu cuore). Sia la cute che gli organi viscerali possono
panti spazio, possono invece causare importanti essere interessati e la prognosi è piuttosto incerta;
problemi clinici, dislocando e/o occludendo organi 4) "la forma AIDS-associata" è quella più aggressiva
viscerali a sede mediastxnica o intra-addominale. e si presenta soprattutto in maschi omosessuali,
Indagini radiologiche, soprattutto l'ultrasuonogra- essendo colpiti circa il 40% dei soggetti appartenen
fia, consentono di svelare la natura cistica della ti a questo gruppo. La localizzazione cutanea, oltre
massa e spesso sono diagnostici pre-operatoria- agli arti, può essere comunemente riscontrata
mente. Macroscopicamente il linfangioma cistico si anche a livello del viso e dei genitali e si associa
presenta come una massa di dimensioni variabili, variabilmente a quella mucosa e viscerale (linfono
per lo più di grosse dimensioni (5-15 centimetri) di, tratto gastro-intestinale, polmoni). Il decorso è
che, alla superficie di taglio, appare multicistica, e particolarmente aggressivo con possibile insorgen
contenente liquido lattescente. Istologicamente la za di una seconda neoplasia maligna che, più fre
lesione è sostenuta da una proliferazione di vasi quentemente, sarà un linfoma.
capillari rivestiti da cellule endoteliali appiattite, di Da un punto di vista istologico, nel sarcoma di
calibro varabile, dilatati cisticamente, i cui lumi Kaposi si possono osservare almeno tre diverse fasi
possono esseri vuoti, o ripieni di materiale protei- che sono alla base dei tre diversi quadri clinico
naceo, o contenere linfociti e/o globuli rossi. Non è macroscopici delle lesioni osservabili a livello cuta
infrequente riscontrare attorno ai vasi di maggiori neo: i) nella fase di papula si osservano spazi vasco
dimensioni Un evidente strato di muscolatura liscia lari delimitati da cellule endoteliali con modeste
(linfangiomioma). Processi flogistici e fibrosi reatti atipie citologiche, di forma irregolare, che disseca
va a sede perivascolare sono di frequente riscontro, no le fibre collagene del derma papillare e reticola
soprattutto nelle lesioni di vecchia data. Le recidive re, a sede per lo più peri-annessiale e peri-vascola
sono dovute ad incompleta escissione chirurgica. re; è di frequente riscontro la presenza di infiltrati
flogistici linfocitari e plasmocellulari, di globuli
nuti da fasci di cellule fusate, intersecantesi tra loro, che il precursore sia una cellula mesenchimale pri
con lievi atipie citologiche, nel cui contesto sono mitiva capace di differenziarsi verso la linea endo
presenti spazi vascolari contenenti globuli rossi teliale. In ogni caso, per una neoplasia maligna
(Fig. 4). Le indagini immunoistochimiche rivelano costituita da cellule che mostrano differenziazione
che le suddette cellule fusate tumorali sono positi endoteliale, si utilizza il termine di "angiosarcoma".
ve ai marker endoteliali (CD31 e CD34). La progno U angiosarcoma è ima rara neoplasia maligna
si dipende dalla forma clinico-epidemiologica della che si sviluppa nella cute, nei tessuti molli profondi
malattia. Nonostante siano stati recentemente otte ed in alcuni organi (mammella, fegato, milza, osso)
nuti alcuni miglioramenti con la chirurgia, la che- di soggetti soprattutto anziani. L'angiosarcoma
mio- e radio-terapia, le forme viscerali avanzate cutaneo si presenta più frequentemente alla regione
non risentono di alcun trattamento. testa-collo di soggetti anziani, sotto forma di nodu
L'emangioendo teliom a epitelioide è una neopla li rossi asintomatici che successivamente possono
sia vascolare che insorge nei tessuti molli superfi trasformarsi in grosse masse di aspetto carnoso. È
ciali e profondi. Va tuttavia ricordato che anche degno di essere menzionato l'angiosarcoma che
alcuni organi, come il fegato ed il polmone, posso insorge dopo una lunga storia (circa 10 anni) di lin-
no essere primitivamente interessati. Nei tessuti fedema del braccio, da pregressa mastectomia radi
molli l'emangioendotelioma epitelioide origina cale (sindrome di Stewart-Treves). I tumori che si
(circa il 30% dei casi) da un piccolo vaso, general localizzano nei tessuti molli formano masse ad
mente una vena, del quale occupa il lume, con pos accrescimento progressivo con sintomi variabili
sibile estensione ai tessuti circostanti. Clinicamente quali coagulopatia, anemia, ematomi persistenti.
si presenta come un nodulo superficiale o profon Tra gli angiosarcomi viscerali, ricordiamo soprat
do, spesso doloroso. Istologicamente è caratterizza tutto quelli epatici e mammari. I primi insorgono
to da una proliferazione di cellule epitelioidi, orga più frequentemente negli addetti all'industria pla
nizzate in singoli cordoni o sotto forma di nidi soli stica, probabilmente in rapporto all'esposizione al
di, immerse in uno stroma variabilmente fibro- cloruro di polivinile, e pertanto rappresentano un
mixoide. Le cellule tumorali hanno citoplasma per esempio di cancerogenesi chimica nell'uomo. Seb
lo più eosinofilo ed alcune presentano un unico bene l'angiosarcoma possa insorgere primitiva
vacuolo citoplasmatico (lume vascolare) all'interno mente nella mammella ex novo, recentemente è
del quale è possibile riscontrare singoli globuli stato notato un incremento di tale neoplasia in
rossi. Quest'ultimo aspetto morfologico è un donne trattate con chirurgia conservativa seguita
importante parametro diagnostico poiché aiuta a da radioterapia locale per carcinoma mammario.
svelare la natura endoteliale delle cellule neoplasti Rara ma possibile è l'origine da grossi vasi quali la
che epitelioidi, che va comunque confermata con vena cava inferiore, l'arteria polmonare e l'aorta
indagini immunoistochimiche, utilizzando marker (sarcoma intimale, sarcoma luminale). L'aspetto
endoteliali (CD31 e CD34). Una focale espressione istologico di un angiosarcoma è piuttosto variabile:
di citocheratina - marker di differenziazione epite da una neoplasia che forma vasi anastomizzantesi
liale - può riscontrarsi in circa il 20% dei casi e deve tra di loro, rivestiti da cellule endoteliali fusate e/o
essere tenuta in considerazione al fine di evitare epitelioidi atipiche (Fig. 5), ad una neoplasia molto
potenziali errori diagnostici con neoplasie epitelia indifferenziata senza evidenti strutture vascolari,
li. Generalmente le cellule epitelioidi hanno un che può simulare un carcinoma indifferenziato, un
aspetto blando e le mitosi sono assenti o molto rare.
In alcuni casi, il riscontro di pleomorfismo nuclea
re, elevato indice mitotico (>1 mitosi/10 HPF) e di
necrosi autorizza a classificare questa lesione come
"emangioendotelioma epitelioide maligno" dal quale ci
si aspetta un comportamento clinico più aggressi
vo. L'emangioendotelioma epitelioide va classifica
to come neoplasia a malignità intermedia perché
può recidivare in circa il 10-20% dei casi e metasta-
tizzare nel 20-30% dei casi.
viene denominata "glomangioma". Questa variante tutto al tumore fibroso solitario. Clinicamente la
istologica rappresenta circa il 20% di tutti i tumori neoplasia si presenta come una massa a lenta cresci
glomici benigni ed è la forma più frequente nei ta che può insorgere nei tessuti molli degli arti,
pazienti che presentano lesioni multiple o familiari. soprattutto nella coscia, come lesione unica o mul-
Se in un tumore glomico solido o in un glomangio tinodulare o in sedi profonde come il retroperito-
ma si osservano anche cellule di forma fusata, con neo. Istologicamente la diagnosi di emangioperici
aspetti morfologici transizionali tra le cellule glomi- toma va riservata ad una neoplasia costituita quasi
che e le cellule muscolari liscie, la neoplasia prende; esclusivamente da vasi a parete sottile, sia ectasici
il nome di "glomangiomioma". Infine la presenza che compressi, frequentemente di aspetto ramifica
di un pattern vascolare ramificato, simil-emangio- to (aspetto a "coma di cervo"), immersi in una com
pericitoma, fa designare il tumore glomico "glo- ponente di cellule dalla morfologia variabile - da
mangiopericitoma". Sebbene raramente, alcuni cellule rotonde a cellule fusate- contenute in mode
tumori glomici benigni, indipendentemente dal sto stroma fibroso.
loro istotipo, possono presentare cellule con marca
to pleomorfismo nucleare, in assenza però di altri Miopericitoma, miofibroma/miofibromatosi,
parametri morfologici di malignità (mitosi e necro
si). Per queste lesioni si utilizza il termine di “tumo
angioleiomioma
re glomico simplastico o a cellule bizzarre", similmente Queste, neoplasie, fino a poco tempo fa conside
a quanto già in uso per altre neoplasie (per es. il rate diverse tra loro, in realtà formano un conti
leiomioma a cellule bizzarre). Le atipie nucleari nuum morfologico e sono pertanto da classificare
sono considerati fenomeni di tipo regressivo-dege- nell'ambito dello stesso gruppo.
nerativo e non di natura neoplástica, e ciò trova Il m iopericitoma è una neoplasia benigna, gene
conferma nel fatto che tali neoplasie hanno un com ralmente localizzata nel sottocute, composta da cel
portamento clinico di benignità. Con il termine di lule di forma variabile, da ovalare a fusata, con
"glomangiomatosi" si intende una rara prolifera marcata tendenza ad una crescita perivascolare
zione vascolare che clinicamente ed istologicamen concentrica. Può insorgere a qualunque età ed in
te è simile all'angiomatosi (emangioma diffuso), in qualsiasi sede, anche se gli arti sembrano essere il
cui però è possibile riscontrare una componente segmento più interessato. Clinicamente si presenta
addizionale di noduli di tumore glomico di tipo come un nodulo sottocutaneo a lenta crescita, per lo
solido attorno alle pareti vascolari. E probabile che più indolore. Lesioni multiple che interessano una
la glomangiomatosi sia soltanto una variante istolo stessa regione sono state riportate. Istologicamente
gica deirangiomatosi. si osserva una proliferazione di vasi a pareti sottili
circondati da diversi strati concentrici di cellule di
Tumori glomici maligni/ forma ovalare/fusata di aspetto mioide. Talora cel
lule fusate a citoplasma eosinofilo, che ricordano le
a malignità intermedia normali cellule muscolari liscie, assumono atteggia
Raramente i tumori glomici possono avere un mento fascicolato e/o vorticoide con possibile inva
comportamento clinico aggressivo con recidive ginazione e/o restringimento del lume del vaso
locali, invasione delle strutture adiacenti e metasta attorno al quale proliferano. Questi aspetti morfolo
si a distanza. Una lesione va classificata come mali gici sono riscontrabili anche nel miofibroma/miofi-
gna (glomangiosarcoma) se ha: i) dimensione > a 2 bromatosi. Occasionalmente si può osservare una
cm; ii) localizzazione profonda (sede sub-fasciale) o componente cellulare addizionale che ricorda i
viscerale; iii) mitosi atipiche, oppure se, oltre ad un tumori glomici benigni, a testimonianza dell'origi
marcato pleomorfismo nucleare, si osserva un'atti ne perivascolare comune per tutte queste neoplasie.
vità mitotica, anche modesta. Tutte quelle neoplasie M iofibrom aìtosi è il termine usato per indicare,
a cellule glomiche che presentano soltanto uno dei rispettivamente, sia la forma solitaria che quella
suddetti parametri di malignità, a parte il pleomor multicentrica di una neoplasia vascolare che si può
fismo nucleare ( per esempio: tumore glomico dello riscontrare a tutte le età, anche se la maggior parte
stomaco, di cm 6 di diametro massimo, senza atipie dei casi viene diagnosticata in neonati o comunque
nucleari né mitosi), vanno meglio classificati come entro i primi due anni di vita. Negli adulti è più fre
"tumori a potenziale malignità o a comportamento quente la forma solitaria (miofibroma) mentre nei
biologico incerto". bambini è possibile riscontrare entrambe le forme.
Le sedi più colpite sono la cute ed il sottocute della
Emangiopericitoma regione testa-collo, le aponeurosi, i muscoli schele
trici ed in minor misura le ossa (cranio ed ossa lun
L'emangiopericitoma è una neoplasia rara, la cui ghe). Le forme multicentriche sono caratterizzate
diagnosi si pone per esclusione. Infatti nel recente da un simultaneo coinvolgimento dei tessuti molli,
passato si è abusato di tale termine, applicandolo dell'osso (soprattutto ossa lunghe), e di alcuni
indiscriminatamente a diverse neoplasie dei tessuti visceri, quali il polmone, il rene, il fegato, il tratto
molli con pattern simil-emangiopericitoma, soprat gastrointestinale e più raramente il sistema nervoso
994 ; Tumori vascolari
centrale. Clinicamente le lesioni possono presentar più organi viscerali vitali (complicanze cardiocirco
si, a seconda della localizzazione, come macule che latorie e/o polmonari e/o gastrointestinali).
simulano lesioni vascolari (sede cutanea), oppure L'angioleiom iom a sta alla fine dello spettro
come masse a margini ben circoscritti o irregolari morfologico della famiglia dei tumori perivascolari.
(nei tessuti molli) oppure causare sintomi organo Si caratterizza infatti per la presenza di vasi neofor
specifici, a seconda del viscere interessato. La dia mati di diverso tipo (venosi, a pareti sottili, talora di
gnosi di certezza è soltanto istologica. Istologica aspetto cavernoso) circondati da cellule muscolari
mente si osserva una proliferazione multinodulare, liscie mature che si intersecano variabilmente tra
in cui è possibile individuare, per ciascun nodulo, loro. Spesso la componente vascolare di base è poco
due aree morfologicamente di aspetto diverso:
evidente poiché predomina quella muscolare liscia.
i) pattern emangiopericitoma-simile, generalmente
Sebbene l'angioleiomioma sia ancora oggi, per
localizzato al centro del nodulo, caratterizzato da
comodità, incluso e trattato tra i tumori muscolari
una proliferazione di cellule di aspetto primitivo, di
forma rotondeggiante-poligonale, che crescono lisci benigni, sarebbe più corretto considerarlo
attorno a vasi sottili neoformati con ramificazioni come una neoplasia perivascolare in cui le cellule
tipo "a corna di cervo"; ii) pattern mioide, general tumorali (periciti) vanno incontro ad una esuberan
mente localizzato alla periferia del nodulo, costitui te differenziazione muscolare liscia completa che
to da ima proliferazione di cellule fusate di aspetto finisce per oscurare l'origine vascolare della lesio
mioide che, intersecandosi tra loro, assumono un ne, simulando pertanto un leiomioma.
atteggiamento fascicolato e/o vorticoide con possi
bile invaginazione e/o restringimento del lume del
vaso attorno al quale proliferano. È molto probabi ¡¡H Bibliografia essenziale
le che le cellule fusate miodi siano il risultato di un Fletcher C.D.M., Unni K.K., Mertens F.: Vascular tumours
processo differenziativo a carico delle cellule più in Pathology and Genetics of Tumours of Soft Tissue
primitive verso una linea miofibroblatica/leiomu- and Bone. World Health Organization (WHO) Blue
scolare. La forma solitaria (miofibroma) è una lesio Books. 2002; IARC Press-Lyon.
ne benigna che, pur recidivando in circa il 10% dei
casi, può essere facilmente controllata con re-escis- McKee P.H.: Pathology of the skin with clinical crrela-
tions; second edition. 1996.
sione chirurgica. La forma multicentrica, tipica del
l'età pediatrica, può avere in alcuni casi ima pro Weedon D.: Skin Pathology; second edition. 2002; Chur
gnosi infausta, soprattutto se le lesioni interessano chill Livingstone; Mosby-Wolfe.
Mediastino e
Apparato respiratorio
8.1 Vie aeree superiori (L. D'Angelo, R. Ross ¡elio) ■ Patologie acquisite
Naso e seni paranasali ■ Processi infiammatori
(L. D'Angelo, R. Rossiello, G. iannaci, P. Sapere, ■ Mediastinite fibrosante o fibrosi mediastinica
G. Salerno, G. Buongiorno) b Masse mediastiniche
e Processi infiammatori ■ Neoplasie primitive del mediastino
» Malattie granulomatose croniche m Sindromi mediastiniche
& Lesioni epiteliali benigne ■ Quadri anatomo-dinici
b Tumori maligni 8.3 Parete toracica (&. Murer)
■ Lesioni fibrose ■ Anomalie del torace
s Lesioni ossee e cartilaginee ■ Traumi della parete toracica
Rinofaringe ■ Tumori della parete toracica
(L. D'Angelo, R. Rossiello, V. Coluccino, V. Allocca,
G. Salerno, G. Buongiorno) 8.4 Pleura (G. Barbolini, A.M. Gatti, B. Murer)
■ Malattie infiammatorie a Anatomia ed istologia della pleura
■ Lesioni espansive benigne ■ Patologia non neoplastica
m Carcinoma del rinofaringe b Malattie benigne della pleura asbesto associate
Laringe b Tumori
{L. D'Angelo, R. Rossiello, L. Montone,
F. Di Marco, G. Salerno, G. Buongiorno) 8.5 Trachea, bronchi e polmoni (B. Murer)
■ Malformazioni congenite, cisti, laringoceli b Anatomia ed istologia del polmone e vie aeree
■ Disturbi di circolo b Procedure diagnostiche nelle malattie polmonari
b Malattie polmonari neonatali, perinatali
■ Malattie infiammatorie
■ Neoformazioni benigne e malformative
■ Laringiti croniche specifiche ■ Polmoniti
a Patologia polmonare nei pazienti
m Laringiti granulomatose immunocompromessi e nella sindrome
■ Interessamento delia laringe in corso di patologie da immunodeficienza acquisita (AIDS)
infiammatorie croniche b Patologia polmonare da trapianto
■ Lesioni epiteliali benigne b Polmoniti da aspirazione
■ Tumori benigni b Atelettasia e collasso polmonare
■ Tumori maligni Broncopneumopatie croniche ostruttive
m Stenosi laringee b
b Danno Alveolare Diffuso (DAD)
8.2 Patologia mediasfinica b Pneumopatie interstiziali diffuse
(G.M. Mariuzzi, M. Lesioni, R. Mori, b Vasculiti polmonari
L. Mariuzzi} b Pneumoconiosi
■ Cenni di anatomia b Disturbi di circolo e malattìe vascolari
m Metodi di indagine per imaging con esami b Processi dismetabolici e tesaurismosi
cito-istologici estemporanei b Malattie ad eziologia incerta
■ Malformazioni congenite b Tumori dei bronchi e dei polmoni
i
Vie aeree
8.1 superiori
L. D'Angelo, R. Rossiello
Le vie aeree superiori sono deputate al passaggio dell'aria fino alla trachea e comprendono il naso con i
seni paranasali (etmoidali, mascellari, frontali e sfenoidali), la faringe (rino-, oro- ed ipo-faringe) e la laringe.
H Processi infiammatori
Riniti e rinosinusiti acute
Le riniti e le rinosinusiti acute sono processi flo
gistici, generalmente della durata inferiore a tre set Fig. 1 - Rinosinusite cronica: sì evidenzia l'epitelio pavimento-
timane, provocati e sostenuti da infezioni virali; nel so stratificato, io stroma molto vascolarizzato e focali infiltrati
corso della malattia è molto frequente una sovrap linfocitari.
Processi infiammatori « 999
Fig. 2 - Rinosinusite cronica atrofica: mucosa in gran parte Fig. 3 - Rinosinusite allergica: aumento delle "goblet celi" e
disepitel ¡zzata e sclerosi del tessuto conneitivale sottomucosaie. numerosi granulociti eosinofili nella softomucosa.
1000 ! ■ Naso e seni paronasali
Facendo riferimento al quadro clinico ed anato- Si tratta di accumuli compatti di ife fungine, di
mo-petologico, una delle più complete classifica colorito variabile dal bianco al giallo fino al verda
zioni delle sinusiti micotiche è quella proposta da stro; anche la consistenza della massa è estrema-
Dhong e Lanza (2001): mente variabile.
Le specie fungine più frequentemente riscontra
© Sinusiti micotiche extra-mucose (o non invasive):
te sono sicuramente gli Aspergini (specie il "Fumiga
- micosi naso-sinusale superficiale
tus", più raramente il "Flavus") e la "Pseudallescheria
- micosi localizzata (micetoma o "fungus
ball") Boydii".
- sinusite fungina allergica Microscopicamente, il micetoma è composto da
una massa di ife fittamente stipate, senza elementi
® Sinusiti micotiche invasive: cellulari interposti. La mucosa sinusale, a diretto
- sinusite micotica invasiva cronica (o indo contatto con la massa fungina, presenta sovente un
lente) infiltrato linfocitario e plasmacellulare.
- sinusite micotica invasiva fulminante
c) Sinusite fungina allergica
Sinusiti micotiche extra-mucose (o non invasive)
Entità clinica la cui identità era messa in discus
a) Micosi naso-si nusole superficiale sione fino allo scorso decennio, la sinusite allergica
micotica è in realtà una delle micosi nasali di più
Patologia comune anche in soggetti immuno- frequente riscontro; essa è definibile come un pro
competenti, più frequente in pazienti sottoposti a cesso flogistico cronico in cui si riscontrano contem
chirurgia endonasale, la micosi superficiale consiste poraneamente:
in un'infezione cronica, a decorso indolente, talvol
ta asintomatica. Gli agenti causali più frequente • miceti immersi in una sostanza "mucinoide" di
mente riscontrati sono funghi della classe degli origine nasale;
Aspergini, specialmente il "Fumigatus".
® assenza di invasione fungina diretta sub-epite
Macroscopicamente si osservano croste o dei
liale;
veri e propri "ciuffi" di ife di colorito marrone
(Aspergini) o biancastro (Mucor) in corrispondenza • reazioni di ipersensibilità al micete, con risposta
degli osti dei seni paranasali ovvero sulla porzione Ig E mediata documentabile.
anteriore dei turbinati medi ed inferiori. Microsco
picamente (Fig. 4), invece, si rilevano ife fungine Si presenta solitamente in pazienti allergici (o
disposte concentricamente a bulbo di cipolla, che asmatici) da anni, spesso in soggetti sottoposti ripe
poggiano su di un epitelio "schneideriano" sostan tutamente a chirurgia per poliposi nasale.
zialmente indenne. Gli agenti etiologici chiamati in causa compren
dono i generi " Bipolaris Specifera", "Aspergiìlus" e
h} Micosi nasale localizzata
"Curvularia" .
Macroscopicamente è possibile apprezzare una
(micetoma o "fungus ball")
mucosa nasale intensamente congesta ed edemato
Forma di sinusite prevalentemente mascellare, sa, ricoperta da un muco denso, di colorito marron
più raramente sfenoidale, il micetoma si può pre cino, a "burro di arachidi" (mucina allergica); è fre
sentare associato ad altre forme di sinusite cronica. quente il riscontro di una poliposi nasale concomi
tante, spesso tipicamente unilaterale.
Alla microscopia si osservano ife sparse, immer
se in una secrezione nasale vischiosa, ricca di eosi-
nofili e di cristalli di Charcot-Leyden; questi ultimi
sono composti da granuli di fosfolipasi contenuti
negli eosinofili.
Sebbene le ife micotiche non penetrino diretta-
mente nella mucosa nasale, l'abbondante infiltra
zione della sottomucosa da parte di eosinofili e
mastcellule può innescare fenomeni di osteolisi; per
questo motivo la sinusite fungina allergica può
essere considerata più propriamente una micosi
nasale ad invasività intermedia.
Fig. 6 - Polipo nasale: si apprezza l'epitelio pseudostratificato Fig. 7 - Polipo nasale: stroma riccamente vascolarizzato con
con cellule caliciformi e infiltrati infiammatori nell'asse connet aree emorragiche.
tivale.
Processi infiammatori - 10 0 3
la forma secondaria e si manifesta con una lesione plasma di aspetto "cremoso" per l'abbondanza di
gommosa unica che interessa il setto, la columella polisaccaridi, le cellule di Mikulicz. Tali elementi
e/o la porzione anteriore dei turbinati inferiori. Col cellulari, probabilmente derivati dai macrofagi,
tempo la gomma tende ad ulcerarsi, dando luogo a sono praticamente patognomonici di rinoscleroma.
riassorbimento dello scheletro cartilagineo del La fase cicatriziale segue l'ulcerazione dei noduli; le
naso. La localizzazione alla porzione vomeriana del cicatrici retraenti si formano per l'intensa attività
setto, con perforazione spontanea posteriore, è riparativa attuata dai fibroblasti.
pressoché esclusiva della sifilide nasale.
naso non sono in alcun modo in relazione con pre Papilloma fungiforme
cedenti infezioni virali da "human papilloma
virus" (HPV). Macroscopicamente, la lesione si pre Il papilloma fungiforme rappresenta la forma
senta come una verruca cutanea, di colorito roseo- più comune di papilloma schneideriano e, a diffe
grigiastro, sempre a sede nel vestibolo. Il microsco renza della forma invertita, si origina dalla superfi
pio rivela la presenza di uno stroma fibrovascolare, cie del setto nasale e non è associato a neoplasie
ricoperto da un epitelio squamoso cheratinizzante, maligne. La lesione, solitamente unica, si presenta
con aree di ipercheratosi (Fig. 8). macroscopicamente come un polipo grigio, "mori-
forme" e di grande consistenza. L'istologia rivela
Papillomi schneideriam un asse fibrovascolare ramificato ed un epitelio di
rivestimento di tipo transizionale, con elementi
I papillomi schneideriani sono lesioni prolifera- ciliati, pavimentosì ed intermedi (Fig. 9). L'escissio
tive esofitiche, originate dalla mucosa respiratoria ne della lesione non è solitamente seguita da recidi
del naso, tìpicamente dalla parete laterale delle va loco-regionale.
fosse nasali. La loro incidenza massima è registrabi
le tra la terza e la quinta decade di vita, con un rap Papilloma oncocitico
porto maschi/femmine di 2/1.
Il papilloma oncocitico (o papilloma a cellule
cilindriche) rappresenta in assoluto la forma più
Papilloma invertito
rara di papilloma schneideriano (tra il 3 e l'8%). Si
II papilloma invertito è la più singolare delle tratta di una lesione che predilige la parete laterale
patologie nasali; l'epitelio tende a crescere anche del naso, solitamente unica ed unilaterale, di colori
verso lo stroma, introflettendosi a formare delle to roseo. Istologicamente (Fig. 10), l'asse fibrovasco
strutture tubulari simil-ghiandolari, talvolta dila lare, sempre molto sottile, presenta sia aree di estro-
tate. Macroscopicamente, la lesione si presenta flessione che di introflessione, assommando in sé
come un polipo grigiastro, carnoso e mammello-
nato, spesso occupante il meato medio, il seno
mascellare e/o l'etmoide anteriore. L'epitelio è
cilindrico ciliato monostratificato in superficie,
mentre il rivestimento delle introflessioni è costi
tuito da cellule transizionali e qualche cellula
mucipara (goblet). Il comportamento biologico di
queste lesioni rivela un'altissima propensione alla
recidiva loco-regionale dopo exeresi chirurgica
(fino al 74% dei casi) e la possibilità di una trasfor
mazione in carcinoma squamoso, fenomeno ripor
tato con incidenze estremamente variabili (dallo 0
al 53%). Secondo molti autori, la percentuale di
papillomi invertiti realmente trasformati in carci
nomi è invero bassa, circa il 2%; in molti casi, infat
ti, il carcinoma sarebbe stato presente "ab initio" e
misconosciuto perché occultato da patologie beni
gne concomitanti.
Classificazione TNM delle neoplasie delle cavità nasali e dei seni paranasali (AJCC - UiCC, 2002)
infraorbitario del n. trigemino (spesso patognomo- nevralgia monolaterale della branca infraorbitaria
niea) ed iposmia; unico segno clinico è dato da epi del nervo trigemino, sempre molto dolente alla pal
stassi ricorrenti, solitamente di modesta entità. pazione. L'aspetto macroscopico del carcinoma
Per lo staging dei tumori maligni del naso e dei squamoso è quello di una massa polipoide, grigia e
seni paranasali viene attualmente adottata la sesta friabile, talvolta con un'area francamente ulcerata
edizione della classificazione TNM, proposta dalla ricoperta da coaguli ematici.
American Joint Committee on Cancer (AJCC) nel Dal punto di vista istologico, il carcinoma appa
2002; questa versione propone una divisione in due re costituito da cordoni, lobuli e/o nidi di cellule
diverse zone di origine per il "T" (vedi tabella a poliedriche atipiche, spesso cheratirdzzanti; è
pagina precedente). importante sottolineare come il grado di differen
La classificazione TNM, universalmente accetta ziazione delle cellule vari notevolmente nel conte
ta, costituisce il più valido ausilio possibile nella sto dello stesso tumore (Figg. 11 e 12).
pianificazione della strategia terapeutica integrata, In casi molto più rari, il carcinoma squamoso
che prevede l'uso combinato di chirurgia, radiote naso-sinusale può mostrare cellule indifferenzia
rapia e polichemioterapia. te analogamente a quanto avviene nel rinofarin-
A livello della regione naso-sinusale è possibi ge (linfoepitelioma), cellule fusiformi analoga
le rilevare una notevole varietà di istotipi; tutta mente a quanto si osserva nella laringe (spintile
via, il carcinoma squamoso è di gran lunga il
celi carcinoma) o avere un aspetto francamente
tumore maligno di più frequente riscontro, segui
verrucoso.
to dall'adenocarcinoma e dal neuroblastoma
olfattorio, mentre decisamente più rari sono il
melanoma ed i linfomi non Hodgkin. Eccezionali, Adenocarcinoma
infine, sono il sarcoma, l'istiosarcoma e l'eman- L'adenocarcinoma è una neoplasia a struttura
giopericitoma. ghiandolare, con aspetti simil-intestinali (Intestinal
Type Adenocarcinoma), al secondo posto in ordine
Carcinoma squamoso d'incidenza tra i tumori naso-sinusali. Caratteristi
Il carcinoma squamoso naso-sinusale mostra che peculiari di questo istotipo sono l'elevata per
spiccata predilezione per il seno mascellare (80% centuale di casi insorti tra i lavoratori a contatto con
dei casi) e, più in generale, per la parete laterale le polveri di legno e la predilezione per l'etmoide
delle fosse nasali, ma può localizzarsi anche all'et anteriore. L'esame rinoscopico evidenzia macrosco
moide anteriore o arila regione del meato medio; l'o picamente una massa polipoide, di colorito roseo,
rigine da altre sedi è considerata rara. Una seconda solitamente con una zona ulcerata, tenacemente
neoplasia metacrona delle vie aeree si presenta in adesa all'osso sottostante. Microscopicamente si
circa il 25% dei pazienti. osservano cellule cilindriche e mucipare che tap
La neoplasia cresce senza produrre evidenti sin pezzano strutture ghiandolari tubulari, con un pat
tomi; pertanto, al momento della diagnosi, si osser tern di crescita indistinguibile dalle neoplasie del
va molto comunemente un interessamento combi colon (Fig. 13). Nonostante una spiccata invasività
nato di più seni paranasali (cavità nasale, mascella locale, gli adenocarcinomi nasali invadono rara
re e/o etmoidale). Marker clinico della malattia è la mente il sistema linfatico.
1008 & Naso e seni paranasali
ancora più rara. Il melanoma cresce in modo clini
camente silente, talvolta producendo solo episodi
di lieve epistassi. Macroscopicamente, la produzio
ne di pigmento è irregolare, pertanto il colorito
della massa non è sempre marrone scuro o nero, ma
più spesso roseo. Microscopicamente, la presenza
di melanina (Figg. 14 e 15), alla colorazione del pre
parato con il metodo di Fontana-Masson, conferma
la diagnosi; in assenza di pigmento, invece, si utiliz
zano diversi marcatori immunoistochimici come
FHMB45 e la proteina S-100.
Linfomi primitivi
La presentazione extranodale dei linfomi non
Hodgkin (NH) nel distretto cervico-cefalico è gene
Fig. 13 - Adenocarcinoma del naso. ralmente limitata all'anello di Waldeyer; tuttavia,
localizzazioni alle ghiandole salivari maggiori ed
alle fosse nasali sono anche possibili, specialmente
Neuroblastoma olfattorio in alcune regioni dell'Asia. I linfomi rappresentano
circa il 6% delle neoplasie ad origine nasale; essi
Il neuroblastoma olfattorio (o estesioneurobla- sono generalmente ad alto grado di malignità e pre
stoma) è una rara neoplasia neuroendocrina che si valentemente del tipo a grandi cellule. La crescita
origina dalle cellule olfattorie della volta delle cavi
tà nasali; da qui tende a crescere occupando la parte
più craniale delle fosse nasali e l'etmoide, ma può
estendersi alla fossa cranica anteriore attraverso la
lamina cribrosa. L'estesioneuroblastoma colpisce in
misura eguale soggetti di entrambi i sessi e mostra
una distribuzione bimodale, con due diversi picchi
di incidenza a 15 e 55 anni. Macroscopicamente si
presenta come una massa polipoide rossastra,
molto vascolarizzata e facilmente sanguinante. Isto
logicamente Testesioneuroblastoma è caratterizzato
da "nidi" di cellule piccole e monomorfe, con scar
se mitosi, tipicamente ripiene di fibrille citoplasma
tiche; talvolta, le cellule sono disposte a formare
delle rosette che circondano ammassi di fibrille
(Homer Wright rosette). Gli agglomerati cellulari
sono separati da bande di connettivo fibroso, di
spessore estremamente variabile. Nella diagnosi di Fig. 14 - Melanoma dei setto nasale.
queste neoplasie, rimmunoistochimica riveste un
ruolo importante: la enolasi neuro-specifica (NSE) e
la proteina S-100 sono considerati i markers più
caratteristici del neuroblastoma olfattorio. La
sopravvivenza complessiva a cinque anni dei
pazienti affetti da estesioneuroblastoma è estrema-
mente variabile, dal 50 al 90% a seconda delle varie
casistiche; la malattia tende a recidivare in circa un
terzo dei pazienti trattati.
Melanoma
Le cavità nasali ed i seni paranasali sono le sedi
extracutanee più frequentemente colpite dal mela
noma nel distretto cervico-cefalico e si calcola che
TI,5% circa dei melanomi si localizzi alle fosse
nasali. La neoplasia si origina dagli scarsi melanoci-
ti normalmente presenti nella mucosa e nella sotto Fig. 15 - Un particoiare a maggiore ingrandimento della pre
mucosa schneideriana, specie a livello del setto cedente figura: molteplici depositi di pigmento melanico, spic
nasale; l'insorgenza dal seno mascellare, pertanto, è cate atipie citologiche e pleomorfismo.
Tumori maligni & 1009
tende ad interessare tutte le cavità paranasali di un modesta atipia citoplasmatica. Questo tipo di lesio
solo emicranio in modo uniforme, provocando ne sembra originarsi da una lenta evoluzione di un
ostruzione respiratoria ed epistassi. L'aspetto polipo infiammatorio.
macroscopico dei linfomi nasali non è distinguibile
da quello di un papilloma schneideriano; si tratta,
infatti, di masse grigio-rosee, di aspetto "carnoso",
Tumore fibroso solitario
e la diagnosi si basa esclusivamente sull'esame isto Il tumore fibroso solitario è una lesione benigna,
logico di un campione bioptico sufficientemente tipica dell'età adulta, di colorito grigio ed a superfi
rappresentativo. cie liscia, che può raggiungere anche 6-7 cm di dia
I linfomi NH naso-sinusali sono più frequente metro. Istologicamente, questa lesione risulta costi
mente "a cellule B"; microscopicamente si possono tuita da fibroblasti e fibre collagene disposti in
osservare voluminosi linfociti (grandi cellule) modo anarchico; le mitosi sono scarse e rare le zone
disposti a formare lamine che occupano la regione di necrosi. Caratteristica è la colorazione immunoi
subepiteliale (Figg. 16 e 17). Le grandi cellule sono stochimica con vimentina.
positive alla colorazione immunoistochimica CD20
ed alla CD45RA. Fibromatosi aggressiva
I linfomi naso-sinusali NH "a cellule T" sono La fibromatosi aggressiva è ima rara patologia
rare neoplasie, a prognosi infausta, originate dalla del tessuto connettivo che interessa il distretto cer-
componente linfatica intraepiteliale della mucosa vico-cefalico in una percentuale bassa di casi (dal 12
nasale; si tratta di linfomi T/NK, ad alta aggressivi al 22%). Macroscopicamente si presenta come una
tà locale, che possono simulare il granuloma letale massa di aspetto cicatriziale, a margini mal definiti
della linea mediana. ed infiltranti, adesa all'osso sottostante. Istologica
mente si riconoscono fibroblasti ("spinelle cells")
disposti in fasci incrociati e fibre collagene, tra le
| Lesioni fibrose quali si ritrovano scarsi linfociti. La caratteristica di
questa lesione è la parziale differenziazione delle
Le lesioni fibrose naso-sinusali sono neoforma- • "spinelle cells" in miociti, fenomeno confermato
zioni connettivali, di rara osservazione, costituite dalla positività della immuno-colorazione dell'acti-
da varie proliferazioni di fibroblasti; se ne ricono na. Il comportamento biologico della fibromatosi
scono quattro tipi principali: il fibroma nasale, il aggressiva è caratterizzato dalla grande capacità di
tumore fibroso solitario, la fibromatosi aggressiva invasività locale e dalla spiccata tendenza alla reci
ed il fibrosarcoma. diva dopo exeresi chirurgica.
Fig. 16 - Linfoma non-Hodgkin a grand! cellule del naso. Fig. 17 - Le diffuse e intense positività per il CD 20 conferma
no la natura B-linfocitaria del linfoma.
1010 « Naso e seni paranasali
disposti ad angolo retto; le cellule sono sempre reat
tive alla colorazione per la vimentina, le figure mito-
Osteosarcoma e condrosarcoma
tiche sono spesso numerose, il collagene intercellula L'osteosarcoma è una lesione neoplastica rara
re è disposto in modo irregolare, spesso concentrato mente localizzata allo splancnocranio; in questa
in aree ristrette. Nel distretto cervico-cefalico, questi sede solitamente si presenta associata al morbo di
tumori sono quasi sempre ben differenziati, quindi a Paget, alla displasia fibrosa ovvero ad un preceden
basso grado di malignità; il comportamento biologi te trattamento radiante. Prevalentemente localizza
co è contraddistinto più dalla invasività locale che to al seno mascellare, l'osteosarcoma del massiccio
dalla tendenza alla metastatizzazione a distanza. facciale è ima neoplasia ad alto grado di malignità,
tipicamente radioresistente. Istologicamente si rico
noscono osteoblasti pleomorfi immersi in imo stro
I l Lesioni ossee e cartilaginee ma trabecolare non ossificato, caratteristica che
Le lesioni ossee dei seni paranasali comprendo rende difficile la diagnosi differenziale con il con
no l'osteoma e, più raramente, l'osteosarcoma (ed il drosarcoma. La terapia prevede una exeresi chirur
condrosarcoma) e la displasia fibrosa. gica radicale, che consente percentuali di sopravvi
venza a cinque anni superiori al 60%.
Osteoma Displasia fibrosa
L'osteoma è un tumore osseo benigno, a lenta cre
scita, che si presenta microscopicamente come una La displasia fibrosa è una patologia non neopla
formazione pressoché sferica, solitamente unica, stica, ad etiología ignota, caratterizzata dallo svilup
solida, a consistenza ossea, che interessa prevalente po di lesioni fibromatose uniche o multiple (nel 20%
mente il seno frontale e, più raramente, il mascellare; dei casi). Nel distretto cranio-cefalico la sede più
esso è di agevole identificazione mediante indagini spesso interessata è l'osso mascellare, seguita dalla
radiologiche. Talvolta la massa occlude Tostio di mandibola. Macroscopicamente la displasia fibrosa
sbocco del seno colpito, provocando un versamento si presenta come un massa opaca, di consistenza
sinusitico. Istologicamente, l'osteoma è formato da variabile, spesso contenente aree cistiche, facilmente
lamelle ossee ordinate in modo concentrico, con sanguinante. L'istologia mostra trabecole di tessuto
scarso contenuto connettivale interposto. Poiché osseo, di forma irregolare ("woven bone"), immerse in
nella maggior parte dei casi l'osteoma è un processo un abbondante tessuto connettivale ricco di fibrobla-
asintomatico (tanto che, talora, può essere identifica sti. La lesione non ha capsula propria e tende ad infil
to anche come reperto radiologico occasionale), l'e- trare in parte il tessuto osseo sano confinante. L'uni
xeresi chirurgica è limitata ai soli casi sintomatici ca terapia possibile è quella chirurgica che, tuttavia,
ovvero a quelli complicati da sinusopatia. non consente di escludere la possibilità di recidive.
Rinofaringe
L. D'Angelo, R. Rossiello, V. Coluccino, V! Allocca, G. Salerno, G. Buongiorno
dalla mucosa e dall'aponeurosi faringea, che si latoria; gli agenti etiologici più frequentemente
vanno a fissare alla base cranica. implicati nella patogenesi delle rinofaringiti sono
gli adenovirus, i coronavirus, i paramyxovirus, i myxo-
Istologia virus, i rhinovirus ed il virus respiratorio sinciziale.
Tutte queste specie virali sarebbero capaci di gene
La mucosa rinofaringea è costituita fondamen rare una massiccia risposta immunologica, preva
talmente da tre principali tipi cellulari: cellule lentemente mediata dalle linfochine.
colonnari ciliate, di tipo respiratorio, disposte a for La mucosa si presenta, macroscopicamente, ede
mare un epitelio pseudostratificato, cellule squa matosa ed iperemica, ricoperta da un eccesso di
mose, disposte su più strati, e cellule intermedie (o secrezione di muco. Da un punto di vista microsco
di transizione), di forma cuboidale, anch'esse pico, in particolare, si apprezzano infiltrazione lin
disposte a formare un epitelio pseudostratificato. In focitaria ed edema sottomucoso determinati
età infantile si osserva una netta preponderanza entrambi dal rilevante rilascio di interleuchine IL8
numerica degli elementi colonnari su quelli pavi- ed IL6, potenti mediatori deU'infiammazione. A
mentosi; tuttavia, dopo la pubertà, si verifica una livello dell'epitelio, infine, si osserva una evidente
inversione di tale rapporto e, in un soggetto adulto infiltrazione di neutrofili e di polimorfonucleati,
normale, il rinofaringe risulta tappezzato per il 60% senza alcun danneggiamento delle cellule ciliate.
da cellule di tipo pavimentoso. La disposizione
degli elementi cellulari del rinofaringe segue un
preciso ordine topografico: in vicinanza delle
Rinofaringite cronica
coane, l'epitelio è completamente di tipo respirato- La rinofaringite cronica è un processo distrofico
rio, ma procedendo distalmente compaiono le cel della mucosa, che si verifica costantemente in asso
lule di transizione, che raggiungono la massima ciazione a rinosinusiti, spesso in soggetti esposti a
concentrazione in corrispondenza della fossetta di polveri e/o a fumi tossici per motivi professionali.
Rosenmuller. Proseguendo ulteriormente verso l'o La persistenza del tessuto linfatico della tonsilla
rofaringe, compaiono le cellule squamose; queste faringea sembra predisporre allo sviluppo di questa
ultime diventano sempre più numerose, fino a condizione clinica. La mucosa, dal punto di vista
sostituire completamente gli elementi di transizio macroscopico, si presenta ispessita, di colorito vio
ne. Questo progressivo "viraggio" della mucosa è laceo, talvolta con un'accentuazione del "disegno"
sicuramente la caratteristica peculiare del rinofarin dei vasi sottomucosi. L'istologia dimostra una
ge ed è alla base delle principali patologie che pos metaplasia mucosa con riduzione del numero delle
sono colpire questo distretto anatomico. In alcune cellule ciliate, che presentano anche delle anomalie
aree del rinofaringe, le cellule squamose, che sono citologiche, fattore decisivo nella differenziazione
dotate di caratteristiche microplicature e vengono dalle forme acute.
definite "cellule M", si dispongono in maniera tale
da formare dei canali, attraverso i quali gli antigeni
sarebbero convogliati dall'epitelio verso i follicoli
Cisti di Thòrnwaldt
linfatici sottostanti. Al centro della parete posteriore del rinofaringe,
La sottomucosa del rinofaringe, particolarmente esattamente sulla linea mediana, si trova un resi
ricca di capillari linfatici, presenta numerose ghian duo embriologico (la "borsa faringea"), che è un
dole salivari minori ed aggregati di tessuto linfatico piccolo recesso sacciforme della mucosa, che può
(la cosiddetta tonsilla faringea), privi di una capsu divenire sede di flogosi e/o di infezione. Quando la
la propria, che giocano un importante ruolo immu- flogosi tende a persistere per un periodo più pro
nologico nel processare le sostanze antigeniche vei lungato, la borsa faringea tende a riempirsi di secre
colate dall'aria inspirata. In prossimità dello sbocco zione mucipara, formando ima vera e propria cisti,
nel rinofaringe, la sottomucosa della tuba di Eusta denominata "cisti di Thòrnwaldt". In casi più rari,
chio presenta dei piccoli agglomerati di tessuto lin una infezione batterica sovrapposta può trasforma
fatico, la tonsilla peri-tubarica di Gerlach; questa re il contenuto della cisti in pus. Macroscopicamen
ultima, insieme alla tonsilla faringea, alle tonsille te, la cisti di Thòrnwaldt si presenta come una
palatine ed alla tonsilla linguale (tessuto linfatico massa emisferica, a contorno liscio e regolare, rico
presente a livello della base linguale) concorre a for perta da mucosa indenne, delle dimensioni di circa
mare l'anello linfatico di Waldeyer. 5 mm.
Fig. 18- l p ertrofia delia tonsilla faringea: si apprezzano alcu Fig. 19- A maggiore ingrandimento, si rileva la struttura pavi-
ni follicoli linfatici secondari. mentosa pluristratificata dell'epiteiio di rivestimento, un diffuso
infiltrato ìinfoide ed un follicolo secondario.
Lesioni espansive benigne 1013
Flg. 20 - Papilloma oncocitico invertito del rinofaringe. Fig. 21 - Adenoma pleomorfo del rinofaringe: alcune strutture
ghiandolari immerse in uno stroma mixoide.
Fig. 24 - Carcinoma indifferenziato: lo stroma adiacente rive Fig. 25 - Carcinoma indifferenziato: il denso infiltrato linfoide
la infiltrati linfocitari. rende difficile l'identificazione delle cellule epiteliali carcinoma
tose.
Fig. 26 - Stesso caso della figura precedente: le positività per Fig. 27 - Agoaspirato di un linfonodo latero-cervicale metasta-
la citocheratìna facilitano l'identificazione delle cellule epitelia tizzato da un carcinoma rinofaringeo occulto: si evidenzia un
li carcinomatose. piccolo aggregato di cellule, con gravi atipie cellulari, circon
date da linfociti.
1016 ; « Laringe
differenziato, si compone di cellule non completa denominazione in realtà utilizzata anche per il car
mente mature, quindi incapaci di produrre una che- cinoma di II tipo WHO. Le cellule neoplastiche pos
ratinizzazione; si tratta di cellule disposte in strati sono essere organizzate in voluminosi aggregati
compatti immersi in uno stroma linfoide. Questa compatti ("carcinoma tipo Regaud") oppure in nidi
caratteristica lo rende molto simile al III tipo classi più piccoli dispersi nello stroma linfoide ("carcino
ficato dalla WHO. ma tipo Schmincke").
Il carcinoma indifferenziato è l'istotipo di più I carcinomi di II e III tipo WHO del rinofaringe
frequente riscontro, nonché quello con la più stretta sono particolarmente radiosensibili; pertanto, la
relazione con le infezioni da EBV. Risulta formato terapia iniziale consiste nel solo trattamento radian
da cellule uniformi per morfologia e dimensioni te (per le lesioni T1 e T2) ovvero in un'associazione
con nucleo e nucleoli prominenti, che crescono in di polichemio- e radioterapia per i tumori local
"nidi" in cui i confini cellulari appaiono indistinti; mente avanzati. Nonostante i progressi delle tecni
le figure mitotiche sono sempre numerose. Intorno che di radiodiagnostica e di radioterapia, il carcino
ai nidi di cellule neoplastiche si trova un infiltrato ma del rinofaringe resta una delle neoplasie con la
composto da plasmacellule e linfociti; la quantità più bassa sopravvivenza a cinque anni nel distretto
dei linfociti è particolarmente elevata, giustificando cervico-cefalico; negli studi retrospettivi, infatti, tali
la vecchia denominazione di "linfoepitelioma", percentuali sono comprese dal 36 al 57%.
Laringe
L. D'Angelo, R. Rossiello, L. Montone, F. Di Marco, G. Salerno, G. Buongiorno
Richiami anatomici tiche tese dai bordi laterali deU'epiglottid alle car
tilagini aritenoidi; la superficie laterale di tali pliche
La laringe è il principale organo di controllo forma la parete mediale del seno piriforme ed è
delle funzioni primarie delle vie aeree superiori; considerata un sottosito delTipofaringe, mentre la
sita tra l'ipofaringe e la trachea, la laringe è respon loro superficie mediale concorre a formare il vesti
sabile della fonazione, del controllo della respira bolo laringeo. Più in basso si osservano due rilievi
zione e della protezione delle vie aeree inferiori nel simmetrici, le false corde vocali (o pliche ventrico
corso della deglutizione. lari), immediatamente al di sotto di esse si apre un
La forma geometrica della laringe è quella di recesso a fondo cieco, il ventricolo laringeo di Mor
una piramide triangolare con l'apice tronco rivolto gagni. Procedendo ancora più distalmente, si rico
in basso; nell'adulto i principali diametri sono: noscono le corde vocali vere, caratterizzate dal
• il cranio-caudale (di 44 mm nei maschi e di 36 bordo tagliente e dal colorito prevalentemente
mm nelle femmine); biancastro per la presenza di epitelio squamoso.
• l'antero-posteriore (di 36 mm nei maschi e di 26 Al di sotto delle pliche mucose della laringe si
mm nelle femmine); rileva un complesso sistema di membrane, che con
• il trasverso (di 43 mm nei maschi e di 41 mm giungono le diverse componenti cartilaginee.
nelle femmine). La membrana tiro-ioidea riunisce il bordo superio
re della tiroide a quello inferiore dell'osso ioide; essa è
La laringe ha una struttura osteo-cartilaginea, attraversata dai vasi e dai nervi laringei superiori.
ricoperta da una serie di muscoli intrinseci, che ne Le membrane quadrangolari, che sono tese tra i
determinano e ne controllano i movimenti. In dire bordi laterali dell'epiglottide e le aritenoidi, costi
zione cranio-caudale si allineano l'epiglottide (com tuiscono l'impalcatura delle false corde vocali e
posta da cartilagine elastica), la cartilagine tiroidea delle pliche ariepiglottxche.
(dal greco "thyrus", scudo) e quella cricoidea (dal La membrana crico-vocale o "cono elastico" è la
greco "cricos", anello), composte di cartilagine iali struttura membranosa più importante della laringe;
na; oltre la terza decade di vita si assiste alla pro essa si origina dal bordo superiore della cricoide e
gressiva ossificazione della cartilagine tiroide. si va ad inserire all'angolo diedro dello scudo tiroi
Il bordo superiore della cricoide si articola condeo. Il margine superiore del cono elastico resta
due cartilagini sesamoidi denominate aritenoidi libero e forma il legamento vocale (che è l'impalca
(dal francese "arytenoid", vaso); queste ultime tura tendinea delle corde vocali vere), costituendo
svolgono un ruolo essenziale nella fonazione in lo strato intermedio e quello profondo della lamina
quanto sono sede d'inserzione dei muscoli e dei propria delle corde vocali vere.
legamenti vocali. Le cartilagini "corniculate" sono In una immagine coronale della laringe, inoltre, è
piccole cartilagini libere contenute nello spessore di possibile osservare la posizione del cono elastico e
uno dei legamenti laringei, la plica ari-epiglottica. delle membrane quadrangolari in rapporto alla
Osservando la laringe dall'alto è possibile iden superficie interna della cartilagine tiroide. Lo spazio
tificare una serie di pliche e di rilievi. All'imbocco compreso tra il sistema di membrane e lo scheletro
(vestibolo laringeo) si rilevano le pliche ariepiglot- cartilagineo è denominato spazio paraglottico; ripieno
Laringe: malformazioni congenite, cisti, laringoceli ® 1017
di connettivo lasso, esso riveste una rilevanza assolu secrezioni prodotte dalle ghiandole mucose presen
ta in oncologia laringea, in quanto la sua invasione ti nel ventricolo di Morgagni.
costituisce un importante indicatore prognostico. Al di sotto della mucosa, inoltre, si estende una
I muscoli intrinseci della laringe sono: i cricoti- sofisticata lamina propria composta da tre diversi
roidei, i cricoaritenoidei posteriori, i cricoaritenoi- strati: profondo, intermedio e superficiale. Lo strato
dei laterali, Taritenoideo traverso (unico impari), profondo, a diretto contatto con Ü muscolo tiroarite
gli aritenoidei obliqui, i tiroaritenoidei esterni ed i noideo interno, è spesso e ricco di fibre collagene. Lo
tiroaritenoidei interni. strato intermedio è prevalentemente composto di
II muscolo cricotiroideo, dotato di due capi, è fibre elastiche, con una quota minoritaria di fibre col
posto sulla superficie laterale della laringe, tra la cri- lagene. L'insieme dei due strati (profondo ed inter
coide ed il bordo inferiore dello scudo tiroideo; la medio) va a costituire il legamento vocale, la porzio
sua contrazione, avvicinando la tiroide alla cricoide ne libera nonché il bordo superiore del cono elastico.
anteriormente, tende ed adduce le corde vocali vere. Lo strato superficiale (o spazio di Reinke) è compo
Il muscolo cricoaritenoideo posteriore è teso tra sto di connettivo lasso, con scarse fibre elastiche e
la superficie posteriore della cricoide ed il processo collagene, peraltro disposte in modo non ordinato;
muscolare dell'aritenoide corrispondente; la sua questa peculiare caratteristica gli conferisce la capa
contrazione ruota Taritenoide sull'asse verticale in cità di determinare una vibrazione ottimale del
maniera tale da abdurre le corde vocali vere. È l'u bordo libero della corda vocale vera nel corso della
nico muscolo abduttore puro del piano glottico ed è fonazione. La rilevanza clinica dello spazio di Rein
sotto il diretto controllo dei centri respiratori tron ke risiede nel fatto che questa zona della lamina pro
co-encefalici. pria è sovente sede di edema, sia acuto che cronico.
Il muscolo cricoaritenoideo laterale si origina dal
bordo superiore della cricoide e si dirige in alto e
indietro per inserirsi al processo vocale deU'aritenoi- ¡H Maiformozioni congenite, cisti,
de omolaterale; la sua contrazione produce una rota
zione dell'aritenoide che chiude il piano glottico. laringoceli
Il muscolo aritenoideo traverso (o interaritenoi- Le malformazioni congenite, entità anatomo-
deo), unico impari e mediano, collega tra loro le cliniche di raro riscontro, sono: l'agenesia o la ste
superfici posteriori delle due aritenoidi; la sua con nosi completa della laringe (incompatibili con la
trazione produce la chiusura del piano glottico. vita), la laringomalacia e l'aplasia dell'epiglottide
Il muscolo aritenoideo obliquo si inserisce sul(generalmente compatibili con la vita), nonché l'e
processo muscolare dell'aritenoide e si estende alla piglottide bifida, la fissurazione laringea congenita
membrana quadrangolare omolaterale; la sua con ed i diaframmi incompleti della laringe (questi ulti
trazione concorre alla chiusura del piano glottico. mi sono costituiti da una membrana fibrosa, rivesti
Il muscolo tiroaritenoideo esterno (laterale) si ta da epitelio pavimentoso, che unisce anteriormen
origina dall'angolo diedro dello scudo tiroideo, si te le due corde vocali vere ovvero è tesa in corri
dirige posteriormente e si fissa alla superficie late spondenza della regione ipoglottica).
rale dell'aritenoide corrispondente; la sua contra Le cisti possono essere distinte, in rapporto alla
zione adduce la falsa corda vocale corrispondente. loro patogenesi, in:
Il muscolo tiroaritenoideo interno (o vocale) costi
tuisce il corpo della corda vocale vera; originato dal a) disembriogenetiche;
l'angolo diedro dello scudo tiroideo, decorre poste b) duttalx;
riore e parallelo al legamento vocale del cono elastico c) sacculari;
e si va ad inserire al processo vocale dell'aritenoide; d) tonsillari;
la sua contrazione produce un'adduzione ed una ten e) epidermoidi.
sione della corda vocale vera corrispondente.
a) Le cisti disembriogenetiche sono in genere poste
nello spessore della plica ari-epiglottica ovvero
Istologia in corrispondenza della regione glosso-epiglotti-
ca (cisti iuxta-laringee); più spesso si riscontrano
La mucosa della laringe comprende due diversi nei lattanti o nella prima infanzia e derivano da
tipi di epitelio. La quasi totalità è ricoperta da epi residui delle fessure branchiali. Sono rivestite da
telio cilindrico ciliato pseudostratificato, di tipo epitelio cubico o pavimentoso e sono, di solito,
respiratorio, mentre la parte più craniale dell'epi ripiene di muco (Fig. 28).
glottide, la porzione superiore delle pliche ariepi- b) Le cisti duttali sono il risultato della dilatazione
glottiche e le corde vocali vere sono ricoperte da di ima ghiandola mucosa. Sono di solito di pic
epitelio squamoso stratificato non cheratinizzato.
cole dimensioni e sono situate superficialmente
Questo tipo di epitelio, completamente privo di
nella corda vocale vera o neU'epiglottide.
ghiandole, è sicuramente il più adatto a resistere
allo stress meccanico da contatto prodotto dalla c) Le cisti sacculari si formano per distensione del
fonazione. Le corde vocali vere sono umettate dalle sacculo laringeo, la porzione più anteriore del
1018 Laringe
ventricolo di Morgagni. In questi casi, il contenuto discrasico è legato a glomerulopatie e può essere di
del laringocele è liquido ed aereo; quando la com entità tale da richiedere la tracheotomia d'urgenza.
ponente liquida si infetta, il laringocele tende pro Ugualmente drammatico può essere l'edema aller
gressivamente a riempirsi di pus, divenendo un gico (o edema di Quincke), che viene in genere pro
laringopiocele e non viceversa, per cui tale lesione vocato da allergeni (alimentari o respiratori) ovve
non sembra avere significato oncologico. ro dall'impiego di sieri o di farmaci. L'edema flogi
stico di grave entità è per lo più in rapporto con una
laringite streptococcica o difterica.
B Disturbi di circolo
Edema deila laringe B Malattie infiammatorie
È il più importante disturbo circolatorio. Consi Le malattie infiammatorie della laringe costitui
ste nell'accumulo, nel connettivo sottomucoso della scono un ampio e variegato capitolo della patolo
laringe, di un trasudato o di un essudato, a volte di gia di quest'organo, comprendendo patologie
entità tale da essere mortale, per le gravi difficoltà acute e croniche, di varia etiología (infettiva, tossi
respiratorie che può provocare. Predilige la faccia ca e idiopatica).
linguale dell'epiglottide, le pliche ari-epiglottiche
(Fig. 31) ed il vestibolo laringeo. Eccezionale è, Processi infiammatori acuti
invece, l'edema delle corde vocali (impropriamente
si parla, pertanto, di "edema della glottide"), in Laringite acuta
quanto la mucosa delle corde vocali aderisce inti La laringite acuta è un termine generico che
mamente al muscolo ed al legamento. L'edema pro comprende una serie di flogosi laringee ad etiologia
voca un rigonfiamento molliccio della mucosa che sia virale che batterica; tra i virus quelli più fre
diviene pallida. Nei casi autoptici il rigonfiamento quentemente responsabili sono gli Adenovirus, i
scompare per dare posto ad un raggrinzimento Paramyxovirus ed i Myxovirus, mentre i batteri più
della mucosa. Dal punto di vista etiopatogenetico si spesso implicati nelle laringiti sono lo Streptococcus
possono distinguere un edema da stasi, in genere di pyogenes, lo Streptococcus pneumoniae e VHemophilus
modesta entità, dovuto a scompenso cardiocircola influenzae.
torio o a compressione dei vasi venosi del collo e L'aspetto macroscopico della laringite acuta rive
del mediastino da parte di voluminosi gozzi ovve la una iperemia cordale bilaterale, talvolta associata
ro di tumori del collo e del mediastino. L'edema ad un modesto edema dello spazio di Reinke. Nelle
forme ad etiologia batterica, in particolare, non è
raro osservare delle piccole ulcerazioni della muco
sa, espressione di limitate aree di necrosi mucosale.
A livello microscopico, invece, è possibile
riscontrare un infiltrato linfocitario della lamina
propria che può essere sede di edema più o meno
abbondante.
Le laringiti acute sono solitamente malattie auto-
limitanti, che regrediscono anche in assenza di tera
pia medica; in rari casi, tuttavia, la flogosi può con il
tempo trasformarsi in un fenomeno cronico, con
modificazione permanente dell'istologia cordale.
Coccidiom icosì cazione del timbro della voce, solitamente più duro.
Macroscopicamente la laringe si presenta unifor
La coccidiosi è un'infezione polmonare contrat memente di colorito rosso scuro, talvolta con la
ta dall'inalazione di Coccidioides Immitis; in rari casi mucosa ispessita (laringite cronica ipertrofica). L'e
(7% circa) si osserva una localizzazione laringea, pitelio respiratorio può mostrare, dal punto di vista
caratterizzata da eritema diffuso della mucosa. L'a istopatologico, una iniziale metaplasia, con virag
spetto microscopico della coccidiosi è analogo a gio verso ima mucosa di tipo pavimentoso pluri-
quello di altre micosi, con granulomi diffusi nella stratificato; a livello della sottomucosa è diffuso un
lamina propria. edema di grado lieve, responsabile dell'aspetto
ipertrofico delle pliche laringee.
Blastomicosi
La blastomicosi è un'infezione da Blastomyces Laringite cronica posteriore
Dennatìditis, che interessa la laringe in modo caratte La laringite posteriore è la forma più frequente
ristico: la lesione è solitamente localizzata ad una di laringite cronica ad etiologia non infettiva; si trat
corda vocale vera, mimando l'aspetto di un carcino ta di una condizione di flogosi limitata alla regione
ma squamoso di tipo infiltrante. L'aspetto istologico, della commissura posteriore provocata dallo stra
oltre alle lesioni granulomatose tipiche della lamina vaso di secrezione gastrica dallo sfintere esofageo
propria, mostra una spiccata iperplasia dell'epitelio. superiore. E importante sottolineare come il reflus
so gastro-esofageo possa essere presente anche in
Criptococcosi assenza di una evidente ernia iatale esofagea. I sin
La criptococcosi è provocata da un'infezione da tomi principali sono tosse secca notturna, faringo-
Criptococcus Neoformans, un micete ubiquitario che dinia e raucedine mattutine. La pirosi, bruciore
retrosternale classico indicatore clinico di reflusso
causa delle polmoniti lievi ed autolimitanti nei sog
gastro-esofageo, è presente solo in alcuni pazienti.
getti immunocompetenti. La laringe si presenta eri-
Macroscopicamente, l'unico segno di questa
tematosa ed edematosa a livello del terzo anteriore
patologia è costituito dall'eritema delle aritenoidi,
delle corde vocali vere. L'esame istologico mostra
talvolta associato ad edema, non sempre marcato;
una notevole iperplasia epiteliale e infiammazione
per tale motivo, nei casi meno gravi, la diagnosi
estensiva della sottomucosa, sede di cellule giganti
non sempre viene posta con tempestività.
e macrofagi che hanno fagocitato i miceti.
Nelle forme non trattate di laringite posterio
re si può assistere alla formazione di un granulo
Candidosi ma cicatriziale (granuloma vocale); quest'ultimo
La candidosi laringea è provocata quasi esclusi si presenta come una massa irregolarmente sferi
vamente da infezioni da Candida Albicans, un mice ca, generalmente centrata al processo vocale di
te comune commensale delle alte vie respiratorie. una delle aritenoidi. Più raramente il granuloma
In corso di infezione da HIV tale micete diviene cicatriziale può avere sede a livello dello spazio
patogeno, occupando la sottomucosa della faringe interaritenoideo (pachidermia interaritenoidea),
e della laringe. La laringe viene interessata in modo assumendo una morfologia generalmente sessile.
pressoché completo, divenendo eritematosa e rico La caratteristica dei granulomi provocati dall'e
perta da un essudato giallastro che copre delle aree sofagite da reflusso è la tendenza alla regressione
ulcerate. L'infiltrato plasmacellulare della lamina dopo appropriata terapia con farmaci inibitori
propria è sempre molto abbondante. della pompa protonica.
L'istologia mostra un'iperplasia epiteliale senza
Processi infiammatori cronici segni di atipia, mentre la lamina propria è sede di
un granuloma riccamente vascolarizzato, composto
Le laringiti croniche sono processi flogistici che da linfociti, plasmacellule e poche cellule giganti. I
determinano una modificazione permanente dell'e granulomi più voluminosi richiedono l'exeresi chi
pitelio e/o della lamina propria della laringe. Sono rurgica, ma mostrano una tendenza alla recidiva,
solitamente conseguenti al "surmenage" vocale, pertanto la chirurgia deve essere sempre affiancata
all'esposizione a fumo di sigaretta e/o a polveri dalla terapia medica.
irritanti (o tossiche), più spesso al coesistere di tutti
questi fattori. Flogosi laringee croniche dello spazio d i Reinke
Le flogosi laringee localizzate allo spazio dì
Laringite catarrale cronica semplice
Reinke sono sostanzialmente costituite dai noduli
La laringite catarrale cronica semplice è una vocali, dai polipi cordali, dalle cisti cordali e dal
delle più comuni forme di flogosi laringea; prevale l'edema di Reinke (laringite edematosa). Si tratta
nettamente nel sesso maschile, specie tra i fumatori di processi cronici non infettivi consegùenti ad
oltre la quinta decade di vita. Clinicamente si mani eccessiva stimolazione meccanica delle corde
festa con un senso di corpo estraneo ed una modifi vocali vere (specie nel punto fra il terzo anteriore
1022 & Laringe
e quello medio) durante la fonazione (noduli, poli
pi e cisti) ovvero esiti finali di una prolungata
esposizione a fumo di sigaretta ovvero a vapori
nocivi (edema di Reinke); in tutti i casi un ruolo
rilevante viene rivestito dall'errata impostazione
della voce, per la quale è necessaria una rieduca
zione logopedica.
La prevalenza delle patologie menzionate, consi
derata globalmente, è molto elevata raggiungendo il
2-3% del totale dei pazienti otorinolaringoiatria.
f§ Neoformazioni benigne
Le neoformazioni benigne della laringe (nodulo,
polipo, cisti, edema di Reinke e granuloma) sono
patologie di frequente riscontro nella pratica clini Fig. 33 Nodulo laringeo delle corde vocali: si rileva un asse con-
ca; esse possono essere unilaterali o bilaterali e pos neitivale centrale delimitato da epitelio pavimentoso stratificato.
sono coesistere fra loro. Fattori predisponenti l'in
sorgenza di tali patologie sono l'abuso e/o l'errata
solo in circa il 10% dei casi), prevalenti nel sesso
impostazione della voce, l'esposizione a stimoli
maschile e nella fascia di età tra la quarta e la quin
irritanti (specie il fumo), i fattori perfrigeranti e, in
ta decade di vita. L'aspetto macroscopico dei polipi,
misura minore, il consumo di alcoolici.
sia in termini di dimensioni che di morfologia, è
estremamente variabile; si tratta di lesioni localiz
Noduli zate al terzo cordale anteriore, sia di tipo sessile che
I noduli laringei sono la lesione di più comunepeduncolato, di aspetto emorragico (teleangectasi-
riscontro a livello delle corde vocali vere e rappre co) o edematoso (gelatinoso). E frequente riscontra
sentano la seconda causa di raucedine dopo le re, analogamente a quanto segnalato per il nodulo,
laringiti diffuse. La loro origine è messa in relazio una lesione fibrosa "da contatto" sulla corda vocale
ne con l'abuso vocale, sia in termini di "surmenage" vera controlaterale, generalmente di dimensioni
che per l'impostazione del timbro della voce. Essi si inferiori a quelle del polipo.
presentano come aree rilevate puntiformi, di colori Da un punto di vista strettamente istologico, i
polipi laringei sono raggruppati in tre categorie
to bianco-perlaceo, solitamente bilaterali e simme
principali: gelatinosi (edematosi), teleangectasici
triche ("kissing nodules"), poste al passaggio tra
(emorragici) o transizionalì (misti).
terzo medio e quello anteriore del bordo libero delle
Il tipo gelatinoso (o edematoso) è composto da
corde vocali vere; talora, tuttavia, è possibile rileva
uno stroma edematoso, nel contesto del quale si
re la presenza di un nodulo su di una corda vocale
osservano spazi lacunari rivestiti da cellule endote-
e di un ispessimento fibroso "da contatto" sul corri
liali (Fig. 34); i capillari arteriosi sono in gran parte
spondente tratto di mucosa della corda vocale vera chiusi o collassati.
controlaterale. Alla videostroboscopia laringea, un Il tipo teleangectasico (o emorragico), corrispon
esame diagnostico che studia il movimento delle dente macroscopicamente al polipo ‘ emorragico,
corde vocali alla luce stroboscopica, i noduli si contiene ampi ed irregolari spazi vascolari (Fig. 35),
muovono consensualmente al bordo libero cordale. circondati da aree di edema dello stroma; quest'ul
I cambiamenti dell'istologia della corda vocaletimo, a sua volta, possiede una quantità di fibrobla
vera mostrano un ispessimento dell'epitelio, con sti e di collagene molto inferiore rispetto ai noduli.
vari gradi di cheratinizzazione (Fig. 33), mentre lo Il tipo transizionale (o misto) contiene sia aree
strato superficiale dello spazio di Reinke è sede di gelatinose che teleangectasiche.
sclerosi ialina, con infiltrato di fibroblasti e di linfo L'epitelio dei polipi è generalmente normale,
citi. Lo strato intermedio e quello profondo della non presentando l'ipercheratosi tipica dei noduli,
lamina propria contengono un numero più elevato ma piuttosto delle aree d'iperplasia. Nei soggetti
del normale di fibre collagene; i capillari, infine, forti fumatori è possibile riscontrare ristrette aree di
nonostante la flogosi cronica, non appaiono dilata atipia che possono precedere una trasformazione in
ti. I noduli laringei possono regredire in seguito ad carcinoma "in situ". La terapia dei polipi è chirurgi
appropriata terapia ortofonica, ovvero possono ca e viene attuata mediante microlaringoscopia
richiedere un'exeresi chirurgica endoscopica. diretta in sospensione.
Polipi Cisti
I polipi laringei sono lesioni cordali benigne, Le cisti laringee rappresentano la terza categoria
quasi esclusivamente unilaterali (sono bilaterali in ordine di incidenza tra le patologie flogistiche
Neoformazioni benigne ® 1023
Edema di Reinke
L'edema di Reinke (cordite poliposa, laringite
edematosa) è una delle più comuni patologie corda
li; si tratta di una forma localizzata di edema croni
co della laringe, limitata allo spazio di Reinke. Il
fumo di sigaretta sembra esser uno dei fattori etio-
logici più importanti, tuttavia l'esposizione a diver
se sostanze chimiche sembra favorire lo svilupparsi
di un edema in questa sede. Macroscopicamente,
Fig. 35- Polipo teleangectasico: sono visibili neilo stroma l'edema di Reinke si presenta come un "cuscinetto"
numerosi vasi dilatatati e ripieni di emazie.
translucido, situato a livello del bordo libero della
dello spazio di Reinke (edemi esclusi), risultando corda vocale vera, specie al terzo anteriore di que-
essere più rare sia dei noduli che dei polipi; a diffe st'ultima; la lesione può essere unilaterale o, più
renza di questi ultimi, tuttavia, le cisti sono lesioni spesso, bilaterale, talvolta è a "ferro di cavallo", con
esclusivamente sottomucose, ad epitelio del tutto le due corde vocali interessate in modo ineguale.
indenne. Uaspetto laringoscopico di una cisti larin Con il trascorrere del tempo, l'edema di Reinke
gea è quello di un'area rilevata, di forma emisferica diviene leggermente più "gelatinoso" e ricoperto
o ovoidale, solitamente situata al terzo medio di una
sola delle corde vocali vere; le cisti bilaterali esisto
no, ma rappresentano una rarità. È possibile riscon
trare lesioni da contatto controlaterali alla cisti.
La visione della cisti può risultare difficile alla
laringoscopia indiretta tradizionale, spesso è possi
bile soltanto con l'ausilio di un laringoscopio a
fibre ottiche.
Le cisti possono essere suddivise in due gruppi
principali: quelle da ritenzione di muco e quelle
epidermoidali.
a) Le cisti laringee da ritenzione sono più spesso
localizzate a ridosso del bordo libero cordale, sia
a livello del terzo medio che di quello anteriore;
nel contesto della lamina propria si osserva una
cavità unica, capsulata, tappezzata da epitelio
cilindrico o cuboidale, contenente un fluido Fig. 36 - Cisti epidermoide.
1024 k Laringe
da una mucosa più opaca. Al microscopio ottico, lo un danno termico rilevante direttamente a livello
strato superficiale della lamina propria (spazio di della cartilagine. Tali granulazioni, che sono costi
Reinke) appare diffusamente occupato da liquido, tuite da uno stroma connettivale, ricco di vasi san
probabilmente prodotto per infiltrato flogistico; la guigni, non mostrano la presenza di un epitelio di
quantità di fibrina è notevolmente variabile e la cel- rivestimento. La loro istopatogenesi non è nota; tut
lularità dello stroma è sempre molto scarsa. tavia ricerche anatomo-cliniche (Motta e coll, 1984)
L'edema di Reinke riduce in parte le sue dimensio portano a ritenere che queste neoformazioni, la cui
ni all'interruzione dello stimolo irritativo causale, struttura istologica è simile a quella dei granulomi
oppure in seguito a trattamento prolungato con da intubazione, siano espressione di una reazione
cortisonici per via aerosolica, tuttavia l'unica tera flogistica da mancato scorrimento dell'epitelio
pia risolutiva è costituita dalla chirurgia in microla laringeo a livello della cartilagine, il cui pericondrio
ringoscopia diretta in sospensione. interno sia stato leso, specie se in maniera rilevante,
dal raggio Laser. Al di sotto di tali granulazioni si
G ranulom a forma, infatti, una lamina fibrosa che non deve
essere rimossa quando si effettua l'exeresi chirurgi
Con la definizione generica di granuloma voca ca dèi granuloma (che, ovviamente, andrà asporta
le (ulcera da contatto, granuloma da contatto, to in microlaringoscopia diretta in sospensione con
pachidermia da contatto) si intendono le neoforma tecnica chirurgica tradizionale, senza l'impiego del
zioni tipiche della porzione posteriore delle corde Laser); tale lamina fibrosa, infatti, costituisce un
vocali, in particolare del processo v.ocale delle arite- "binario" sul quale l'epitelio mucoso delle zone
noidi; si tratta di lesioni che riconoscono tre possi adiacen