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2 COMMA 20/ BL 662/96 - ROMA ISSN 0025-2158

ANNO XL - N. 296 - MERCOLED 15 DICEMBRE 2010

OGGI CON LE MONDE DIPLOMATIQUE A EURO 1,30 3,00

Che fiducia
LA CODA VELENOSA
Norma Rangeri l presidente del consiglio ieri salito al Quirinale, ma per rilanciare se stesso e il suo governo. Anche se con solo tre voti, anche se con una maggioranza in crisi, anche se la sua stata definita una vittoria di Pirro, Berlusconi ha battuto lavversario e strappato la fiducia. Ora sar lui a decidere quando buttare allaria il tavolo per portarci alle elezioni. Con questa legge elettorale, con questo potere mediatico, con la forza della sua ricchezza. E evidente che questo governo camminer sul filo. Lofferta platealmente esibita allamico Casini, nellemiciclo di Montecitorio, di sostituire il traditore Fini, per il momento stata rispedita al mittente. Ma se non la stabilit, certo confermata la leadership che ha combattuto per vincere anche questa scommessa. Misurare il peso del voto parlamentare semplice, basta immaginare cosa avremmo scritto se, invece che rinnovargliela, la Camera gli avesse negato la fiducia. Ancora di pi pesa la reazione della piazza, esplosa di rabbia subito dopo la diffusione della notizia. Sulla grande manifestazione di Roma, di confortante partecipazione e inedita violenza, calato il peso di un governo e di un potere che non avr scrupoli nella cancellazione di ogni mediazione sociale, pronto a imporre la sua riforma delluniversit (con laiuto del ministro dellinterno), indifferente alla contestazione giovanile, impermeabile alla gravit di una crisi segnalata ancora ieri dalle cifre allarmate della Banca dItalia sulla diminuzione delle entrate fiscali e laumento record del debito pubblico. Alle scene di una citt messa a fuoco, corrispondeva lo spettacolo della corruzione, delle consorterie, delle cricche. Con la sfilata dei deputati appena conquistati che vanno a votare solo allultima chiamata per avere il palcoscenico sgombro e mostrare il rito dellobbedienza. Il voto di ieri la coda velenosa di un sistema in crisi. Bisogner mettere in campo lantidoto e rinforzare gli anticorpi di unaltra politica.

FOTO ALESSANDRA TARANTINO-AP

La compravendita dei deputati va a buon fine, Berlusconi si salva, ottiene la fiducia per tre voti e dichiara: Andr avanti. Grande manifestazione a Roma, ma la notizia da Montecitorio fa esplodere uninedita rivolta, che dilaga nel centro della citt. Un centinaio di feriti e decine di fermati PAGINE 2/7
VAURO FUORI DENTRO

La solitudine dei bravi ragazzi


Loris Campetti rucia piazza del Popolo, bruciano le strade di Roma, brucia la rabbia di decine di migliaia di studenti quando alle 13,41 viene annunciato il voto di fiducia a Berlusconi. Hai voglia di dire che tanto quello l ha perso politicamente: i simboli sono importanti. E quella maledetta legge Gelmini fermata dalla rivolta delle scuole e delle universit ora torna in campo. I tre voti che salvano il governo cancellano definitivamente la fiducia della piazza nella politica, cancellano il futuro di una generazione. E ne condannano un'altra alla precariet. CONTINUA |PAGINA 2

Il numero fisso della camera


Andrea Fabozzi a rissa c anche dentro, ci sono tradimenti e bugie, sorprese, sbandieratori, cori, insulti, spintoni, sparizioni e abbracci, molti abbracci. Ma il Palazzo fermo e fisso il numero della vittoria: tre e quattordici come il pi greco. Sei deputati sorreggono Berlusconi. Silvano Moffa il primo. Alle 12.49 lo chiamano e lui non c. Luned notte ha giurato che voter la sfiducia, Fini lo ha recuperato allultima curva. Ma adesso non c. Sta tentando, dice, unaltra mediazione. Poi compare mentre va avanti il voto. Annuncia che voter contro il governo. CONTINUA |PAGINA 3

THYSSENKRUPP l PAGINA 9

WIKILEAKS l PAGINA 10

Fu omicidio volontario
Richiesta senza precedenti dal pm Guariniello per il rogo nel quale tre anni fa morirono sette operai: sedici anni per lamministratore delegato Espenhahn

Assange libero su cauzione


Per la corte di Westminster non c pi pericolo di fuga. 240 mila sterline, pi restrizioni, e potr uscire di cella. Ma la magistratura svedese non ci sta e fa ricorso

pagina 2

il manifesto

MERCOLED 15 DICEMBRE 2010

CONTROPIANO

CHE FIDUCIA
Alle 13,41 il voto nel Palazzo cambia lumore della protesta. I giovani si rivoltano contro lultimo schiaffo e gli scontri esplodono in piazza del Popolo
Oggi, straordinariamente, la rubrica Terra Terra lascia spazio agli eventi. Ce ne scusiamo con gli autori e con Marina Forti. Ma torner domani.

IL PALAZZO E LA STRADA

Dentro e fuori, la verit della fiction


Ida Dominijanni uomo cammina da solo lungo via del Corso, sono circa le tre del pomeriggio. Parla al telefono con lauricolare, sta dando a qualcuno delle informazioni, dice poi Casini ha fatto quella dichiarazione... ma potrebbe parlare invece di Bossi, o di Fini, o di Berlusconi o di Scilipoti, leroe della giornata, o di chiunque. Fa freddo, molto, e la frase si gela nellaria, senza significato. Gi in fondo, da Piazza del Popolo, sale fumo, nero. A terra tracce di tutto: berretti di lana perduti, tavolini da bar capovolti, sedie curvate, vetri rotti, pezzi di legno, portarifiuti finto 800 rovesciati, e sanpietrini in quantit per ogni dove, citazioni di una stagione che fu o forse opera prima, senza citazioni, di una generazione che di quella stagione non sa niente. Luomo procede, non guarda, continua a parlare: di Casini, Bossi, Fini, Scilipoti o chiss chi. Frasi gelate che dicono la distanza, gelida, fra quello che successo dentro il Palazzo e quello che succede fuori. Ammesso che ci siano un dentro e un fuori, e non piuttosto un diritto, la strada, e un rovescio, il Palazzo. Dentro elenchi, somme, calcoli cifrati: il governo va sotto di uno, no, in vantaggio di due, Guzzanti vota la sfiducia anzi no, non la vota, alla prima chiamata ne mancano dieci, si asterranno? no, aspettano di vedere se sono decisivi, votano alla seconda. Retoriche in gara: le metafore a catena di Bersani, le iperboli di Bocchino, i teoremi di Cicchitto inchiodati a Tangentopoli. Sventolio di bandiere tricolori per il vincitore redivivo, di fianco ai fazzoletti e alla cravatte verdi dei Padani. Agguato a Fini , dimissioni!, alluscita dallaula: si regolano pur sempre i conti fra ex fascisti, che di modi ruvidi se ne intendono. Tutta la politica, quando vuole, se ne intende: compravendite, false promesse, conflitti allok Corral e ricomposizioni artificiali, alleanze fatte a pezzi, governi morti senza sepoltura che sopravvivono come spettri, abbiamo i numeri, andiamo avanti, il tutto allombra del galateo istituzionale. Dove sta la violenza, dentro o fuori? Fuori non c galateo. Non si ricorda a memoria uninvasione di campo a partita in corso come quella di ieri: studenti, precari, operai, terremotati, rifiutati, cortei concentrici sul bordo del Palazzo. Mai come ieri, non cera un dentro e non cera un fuori: di qua e di l si giocava la stessa partita, ora di voltare pagina, e se dentro non ce la fate fuori ci sono i rinforzi. Dentro, la pagina si bloccata: ho i numeri, vado avanti. Fuori, non c posto per gli spettri: lera berlusconiana va seppellita, per davvero, dai suoi prodotti pi autentici: studenti senza universit, terremotati senza casa, operai senza diritti, precari senza lavoro. Il diritto del rovescio. La verit della fiction. Piazza del Popolo, la parola fine sulla sceneggiatura scritta e diretta da Silvio Berlusconi. Alle tre del pomeriggio dentro tutto finito da un pezzo, pranzo compreso. Fuori, Via del Corso non pullula di onorevoli. Saranno altrove, in via del Babuino, davanti allHotel De Russie, quello dove Tarantini preparava le ragazze per le cene a Palazzo Grazioli, e dove ora c la carcassa di una macchina bruciata? Non pullulano neanche l. Le immagini di Roma bruciata impazzano sui siti e in tv, ma non lo stesso che vederle dal vivo, e dal vivo non le guardano: il Palazzo blindato, e non solo dalla polizia. Poi cominciano le geremiadi sulla violenza, i buoni e i cattivi, le proteste civili e quelle incivili. Il reale, per, non si lascia catalogare. Non tutte le fiction finiscono con lhappy end prescritto dallautore. Qualche volta, finiscono a soggetto.

il manifesto
DIR. RESPONSABILE norma rangeri VICEDIRETTORE angelo mastrandrea CAPOREDATTORI marco boccitto, micaela bongi, michelangelo cocco, sara farolfi, massimo giannetti, giulia sbarigia, roberto zanini, giuliana poletto (ufficio grafico)
Consiglio di amministrazione

PRESIDENTE valentino parlato CONSIGLIERI miriam ricci emanuele bevilacqua ugo mattei gabriele polo (direttore editoriale) DIR. GENERALE claudio albertini il manifesto coop editrice a r.l. REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE, 00153 roma via A. Bargoni 8 fax 06 68719573, tel. 06 687191 E-MAIL REDAZIONE redazione@ilmanifesto.it E-MAIL AMMINISTRAZIONE manamm@ilmanifesto.it SITO WEB: www.ilmanifesto.it TELEFONO: 06 68719.1 TELEFONI INTERNI AMMINISTRAZIONE 690 SEGRETERIA 576, 579 LETTERE 578 - PROMOZIONE 330 ARCHIVIO 310 - POLITICA 530 MONDO 520 - CULTURE 540 TALPALIBRI 549 - VISIONI 550 SOCIET 590 - ECONOMIA 580 SEDE MILANO via ollearo 5 20155 AMMINISTRAZIONE-ABBONAMENTI 02 45071452 (h. 9-13) REDAZIONE redmi@ilmanifesto.it 02 45072105 02 45072106 SEDE FIRENZE via maragliano, 31a 50144 firenze TELEFONO 055 363263 FAX 055 354634 iscritto al n.13812 del registro stampa del tribunale di roma autorizzazione a giornale murale registro tribunale di roma n.13812 ilmanifesto fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 07-08-1990 n.250 ABBONAMENTI POSTALI PER LITALIA annuo euro 260 semestrale euro 135 i versamenti c/c n.00708016 intestato a il manifesto via A. Bargoni 8 , 00153 roma copie arretrate tel. 06/39745482 arretrati@redscoop.it STAMPA litosud Srl via Carlo Pesenti 130, Roma litosud Srl 20060 Pessano Con Bornago (MI), via aldo moro 4 CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PUBBLICIT poster pubblicit srl SEDE LEGALE, DIREZIONE GENERALE 00153 roma via A. Bargoni 8 tel. 06 68896911 fax 06 58179764 E-MAIL poster@poster-pr.it TARIFFE DELLE INSERZIONI pubblicit commerciale: euro 368 a modulo (mm 44x20), edizione locale: euro 184 a modulo cinema edizione locale: euro 134 a modulo pubblicit finanziaria/legale: edizione nazionale: euro 450 a modulo edizione locale: euro 225 a modulo finestra di prima pagina: formato mm 65 x 88, colore: euro 4.550 b/n: euro 3.780 posizione di rigore pi 15%, pagina intera:mm 320 x 455 doppia pagina: mm 660 x 455. DIFFUSIONE, CONTABILIT. RIVENDITE, ABBONAMENTI: reds, rete europea distribuzione e servizi, viale bastioni michelangelo 5/a 00192, roma tel. 06 39745482 fax 06 39762130 certificato n. 6629 del 01-12-2009

La piazza brucia
DALLA PRIMA
Loris Campetti
La stessa rabbia degli operai metalmeccanici arrivati da Padova o da Pomigliano che vedono il modello sociale di Marchionne puntare contro di loro come come i blindati della Polizia e della Finanza. Vedono tornare il panzer Sacconi lanciato a bomba contro lo Statuto dei lavoratori. Quel voto del Palazzo, quel mercato sub-politico che umilia il Parlamento cambia l'umore della piazza, la protesta esplode e poche voci si alzano contro chi magari arrivato organizzato in piazza, non invitato, per far casino. Nessuno prova piet per qualche suv sfasciato sul Lungotevere, per una Jaguar che brucia, per i bancomat presi a colpi di sampietrini: sono simboli di un potere odiato oggi pi di ieri, rappresentano anch'essi un modello diseguale, ingiusto, basato sul furto ai poveri, tanti, per dare ai ricchi, pochi. Goliardia? Non solo, e non soprattutto. Il blindato e qualche altro mezzo che bruciano tra piazza del Popolo, via del Corso e via del Babbuino non trovano solidariet tra i giovani e giovanissimi che si affollano dietro chi resiste alle cariche della polizia. Quando un blindato tenta di sfondare il muro umano che, a differenza del Parlamento, sta sfiduciando Berlusconi ma viene ributtato indietro, parte un applauso corale. Questa non goliardia, rabbia di chi vede sfilarsi futuro e diritti e non ci sta. Cos brucia piazza del Popolo. La politica ha fallito, le istituzioni sono fuori, lontane, nemiche di queste ragazze e ragazzi cos simili ai loro compagni di Atene o di Londra, che ieri hanno messo in campo la pi grande manifestazione studentesca che il cronista, non pi ragazzino, ricordi. Non hanno tutti contro, per. Con loro ci sono le tante Italie che resistono, e cominciano a incrociarsi. C' la Fiom con il suo gruppo dirigente che chiede, insieme ai ragazzi, lo sciopero generale. Che se ci fosse stato avrebbe contribuito a farli sentire meno soli e meno lontani da tutte quelle rappresentanze che non rappresentano pi, non svolgono pi alcun ruolo di mediazione. Ci sono i terremotati dell'Aquila e il popolo avvelenato di Terzigno e Chiaiano, persino le Brigate Monicelli, il popolo dell'acqua pubblica. Movimenti che dovranno intrecciarsi, meticciarsi, costruire insieme un percorso duraturo, perch domani un altro giorno e bisogner continuare il cammino insieme. Per questo nato Uniti contro la crisi che ha promosso la manifestazione. La piazza ondeggia sotto le cariche della polizia. C' chi resta fuori dagli scontri, come gli operai della Fiom, perch non sono nel suo dna e punta da piazzale Flaminio verso il Muro torto per raggiungere la Sapienza. Ma alla fine la polizia sfonda, riconquista piazza del Popolo, si riversa sul piazzale mentre il fumo acre dei lacrimogeni intossica e fa crescere ancor pi la rabbia. Un candelotto va a finire dentro il lungo sottopassaggio della metropolitana trasformandolo in una camera a gas. Sopra, nel piazzale, vola di tutto contro un blindato della Finanza, isolato e impazzito, una scena che nella memoria dei meno giovani richiama una dannata piazza di Genova. Alle 13,41 cambiata non solo la piazza ma anche l'atteggiamento di chi avrebbe dovuto garantire l'ordine: fino al voto, fino a davanti al Senato, confronti anche duri, ma senza volont di precipitazioni. Poi la difesa dei Palazzi diventata aggressiva, quasi alla ricerca dello scontro. Che alla fine, immancabilmente, arrivato con tanto di fuoco, ragazze e ragazzi in fuga inseguiti dai manganelli. I Palazzi hanno ignorato la protesta della piazza, hanno offeso la dignit di chi chiede quel che sarebbe giusto avere ma da oggi dovr farci i conti. E sar dovere di ogni organizzazione democratica costruire ponti con una generazione offesa ma determinata, e sostenere una battaglia per listruzione, la cultura, il lavoro, la giustizia sociale, che una battaglia di civilt e parla di diritti. Per costruire unaltra politica e differenti relazioni sociali, non mercificate, per pretendere giustizia sociale. Gli studenti sono in prima fila. Con loro ci sono altri movimenti, c un pezzo di Cgil. E gli altri dove sono?

GOVERNO Ho vinto, non ci sono alternative

Berlusconi nel bunker cerca ex Dc e peones


Matteo Bartocci er Berlusconi nemmeno la tradizionale presentazione del libro di Vespa pi un pranzo di gala. Il rito che va avanti dal 1994 diventa un assedio cortese ma senza scampo in cui i notisti politici di Corsera e Sole 24 Ore - Massimo Franco e Stefano Folli - accerchiano il premier sottolineando punto per punto le difficolt nella rotta del suo governo. Il premier arriva allappuntamento raggiante per la campagna acquisti appena andata a segno. Poco importa che Roma sia ridotta a un campo di battaglia. Berlusconi appena salito al Colle e pu godersi la sua vittoria almeno per un giorno, concede serafico il vero vincitore di questa mano Umberto Bossi. Napolitano vuole che il governo vada avanti ma che sia pi solido possibile, si limita a riferire il premier. Felice per quella che definisce una piena vittoria non soltanto numerica ma politica, perch non c nessuno spazio per una maggioranza alternativa n alla camera n al senato. E vero. O questo governo sta in piedi o si va alle urne. Ma forse non c alternativa nemmeno agli Scilipoti e ai Razzi. Berlusconi ci prover. Punta ad arruolare centristi di ogni dove e perfino gli ex Dc finiti nel Pd. Ai suoi giura di aver nel portafoglio 7 Udc e 3 Fli. Loperazione riverniciare il Pdl nel solco del popolarismo europeo. Un cambio di abito per lultimo giro

LA LEGA AL PREMIER

Il panettone lo mangi ma la colomba dura


Berlusconi manger il panettone ma difficilmente arriver alla colomba. Parola di Roberto Calderoli. Dopo aver vinto alla camera, il premier prosegue la caccia ai deputati. Il primo vertice dopo la fiducia con Bossi e Tremonti. Il Cavaliere chiede alla Lega di non mettere il veto all'allargamento all'Udc. Il senatur glielo consente ma con la garanzia che se non funziona la strada obbligata sono le elezioni. La partita non conclusa - avverte Maroni - abbiamo solo vinto il primo tempo. Anche Bossi sfotte Casini: Lo vedo quasi sempre. Oggi anche passato per il gruppo alla camera ma andato dritto. Secondo me per vedere le segretarie. E poi: Il casino che ho visto in aula potrebbe essere l'origine del voto. Non si capisce pi chi comanda... Lunica igiene il voto.

questo numero stato chiuso in redazione alle 21.30


tiratura prevista 76.050

di walzer. Unidea stroncata sul nascere in casa Udc. Berlusconi adesso ha il dovere di governare - avverte Casini dopo aver riunito i suoi - se non sar in grado potr solo costringere irresponsabilmente il paese alle elezioni. E sia chiaro che in quel caso presenteremo una proposta alternativa a Pd e Pdl. Il terzo polo, incubo del Cavaliere, per ora resta in piedi. Nellora di dibattito chez Vespa non c una domanda una che esuli dal Palazzo e dalle sue convulsioni. Nemmeno quisquilie come Marchionne o gli studenti in rivolta. I giornalisti martellano sui numeri traballanti e sul dominio della Lega. Berlusconi non vede difficolt. Si difende cos: Se c un italiano solo a cui il mio governo ha fatto tanto cos di male (e avvicina pollice e indice, ndr) venga fuori e lo dica. Le migliaia di persone che protestano ogni giorno davanti Montecitorio e in giro per lItalia evidentemente gli sono sfuggite. Il premier ritiene che un governo di minoranza non sia un problema. Improvvisamente scopre latlante: Accade in Olanda, Danimarca, Svezia, Portogallo, Germania e perfino a Barack Obama, di non controllare le camere. Cercheremo di ampliare la maggioranza e se non ci riusciamo andremo a trattare con le forze responsabili dellopposizione. Certo, ammette, sulle riforme istituzionali e sulla giustizia sar pi difficile ma sul processo veloce non credo ci saranno problemi perch sono tut-

ti daccordo. Il premier dice che non vuole andare alle elezioni, scommette sulla stabilit richiesta dai mercati ma ammette che la nostra gente non capirebbe un ritorno alle urne quando avevamo una maggioranza cos ampia e non siamo stati uniti. Punta per il dito solo su Fini, che ormai per lui una storia chiusa. Veste i panni del moderato, dello statista, del padre della patria. Ma poi, incalzato dalle domande, esce fuori il Berlusconi di sempre. Quello che attacca i giornali e la Rai, chi fa libri, film o fiction sulla mafia che ci infangano nel mondo. La par condicio poi unossessione: Esistono partiti come lUdc e lIdv che dipendono solo dalloverdose di visibilit televisiva di Casini e Di Pietro.Folli e Franco lo incalzano sulla possibilit di dimettersi per arruolare lUdc nel governo e lui prima nega a spada tratta, poi dice valuteremo, non lo escludo. Insistono sul dominio di Bossi, la voglia del Carroccio di tornare alle elezioni e lui dice che con Bossi non ha mai avuto difficolt a trovare un accordo. Porta chiusa a un negoziato sulla riforma elettorale. Al massimo si pu introdurre il premio di maggioranza nazionale anche al senato (esclude dunque di collegarlo a una soglia) e alzare lo sbarramento fino al 7%. Insomma, cerca Casini ma strizza locchio al bipartitismo di Veltroni. Divide et impera. Chiude la porta a Fini ma la apre ai peones di ogni provenienza. Delude perfino Vespa che gli chiede un impegno "moderato": Se si vota non vi inventate di abolire i talk show unaltra volta. Il premier: E cosa santa e giusta. I giornalisti invitano chi gli pare a loro senza chiedere ai partiti. Vespa: E ci mancherebbe pure. B: Ci mancherebbe no, non dico lei, ma i giornalisti della sinistra invitano quelli meno preparati per fargli fare brutta figura.

MERCOLED 15 DICEMBRE 2010

il manifesto

pagina 3

CONTROPIANO

FUORI E DENTRO
Piazza del Popolo brucia (foto Ap); in basso la rissa in aula dopo il voto per il governo della deputata futurista Polidori (Reuters). Qui accanto Berlusconi (Reuters); a destra Bocchino e Fini (Ap) e la democratica Federica Mogherini incinta di 9 mesi, tempo scaduto, ma ha preferito andare a votare la sfiducia (Ap)

IN SENATO

Volano pugni, Enzo Bianco in infermeria


ROMA

i auguro che episodi del genere non si verifichino pi. Non possono trovare ingresso nel nostro Palazzo atteggiamenti aggressivi e violenti. I manifestanti non sono entrati nel Palazzo in questione. Il presidente del senato, Renato Schifani, intervenendo in aula, parla di quel che avvento nella riunione delle commissione affari costituzionali e giustizia congiunte. Episodio che, poco, prima lo stesso Schifani aveva definito un incidente di percorso perch, aveva aggiunto, forse vogliono imitare in piccolo quello che succede fuori.

Dunque: forse eccitato dal clima esterno, il senatore del Pdl Alberto Balboni sferra un pugno in faccia al collega del Pd Enzo Bianco, che finisce in infermeria per farsi medicare le escoriazioni al labbro e una contusione allo zigomo. E anche davanti allinfermeria continua la zuffa tra senatori. A sua volta, Balboni riferisce di aver preso, nella burrascosa seduta delle commissioni, una gomitata volante al labbro. Testimoni raccontano: a fine riunione Bianco ha tolto il microfono al presidente della commissione giustizia Filippo Berselli - che voleva dichiarare inammissibili alcuni emendamenti - sostenendo che non poteva farlo perch la seduta si era conclusa. Franco Mugnai, Pdl, intervenuto per strattonare Bianco e Balboni andato a dargli man forte perch, dice questultimo, Bianco spintonava Mugnai. A quel punto sono partiti i pugni: uno di Balboni e un altro paio volati nella zuffa. E sono intervenuti i commessi del senato. Una scena da Far West, commenta Felice Casson, Pd. Bianco un provocatore, protesta Berselli. Mentre Gaetano Quagliariello nega che si possa parlare di una vera e propria scazzottata, perch Bianco un arragonte e se ha preso un pugno nel parapiglia ci dispiace. Solidariet a Bianco da tutta lopposizione.

Numero fisso a Palazzo, i finiani vanno via con lui


314 per la fiducia, botte e corteo anche per gli onorevoli
DALLA PRIMA
Andrea Fabozzi
Moffa legge un comunicato: Non ci sar alcuna difficolt a far prevalere il senso di disciplina di gruppo. Dunque entra. Fini sospira, lui fa la fila per il secondo appello. Mentre in fila incrocia Berlusconi che comincia a parlargli. Sono tre giorni che gli parla. Si forma un capannello. Arriva lex An Laboccetta, fisico imponente, dice due parole e se lo porta via. Moffa non vota. Catia Polidori invece non c. Cera luned sera allincontro tra finiani in cui stato firmato il patto per la sfiducia. Ieri mattina laspettano inutilmente in aula. Lei nel palazzo, anzi subito fuori dallaula, dietro una porta e una tenda. Aspetta il suo turno, entra alluna in punto. Passa correndo sotto la presidenza, quasi riesce a tornare fuori prima che il tabellone luninoso la scopra: ha votato no alla sfiducia. Urlo di gioia dai banchi della destra, un insulto dal gruppo dei finiani traditi. Lei gi via e non sente. Ma i leghisti che stanno l a due passi sentono e scoppia la rissa con i commessi che saltano sui banchi, Granata che arriva, Urso che trattiene, Bonfiglio che spintona, Dussin che fa il gesto di menare. Catia Polidori la cugina di Francesco Polidori, grande elettore di Berlusconi e inventore del Cepu. Il ministero dellUniversit ha in pendenza un decreto amministrativo che permetter alluniversit telematica di Polidori - si chiama eCampus, lha inaugurata il cavaliere - di tenere corsi veri e distribuire vere lauree, come la Bocconi. I finiani lo sanno tutti, lei ha detto che stava con Fini solo per riconoscenza. La terza Maria Grazia Siliquini, lunica finiana assente alla firma del patto sulla sfiducia. Lei c in aula, per ha cambiato posto. Si gi allontanata dai suoi ed tornata pi vicina al Pdl, partito che aveva raggiunto dopo essere passata per la Lega e lUdc. Interviene per dichiarare il suo voto in un minuto, non posso, proprio non posso votare la sfiducia, un applauso da destra copre le ultime parole, poi quando vota arrivano anche gli abbracci. E i baci, so-

GIANFRANCO FINI

Futuristi sconfitti, ma il presidente non si dimette


Iaia Vantaggiato
ROMA

RAI Il Pdl: Mineo come i black bloc


I black bloc, i criminali, gli infiltrati che la politica quasi in coro condanna (il segretario del Prc Paolo Ferrero denuncia la vergognosa macelleria messicana messa in atto dalla polizia), non erano solo nelle strade di Roma. Non c solo la demagogia dellopposizione che incentiva unatmosfera che poi pu portare dallopposizione parlamentare a quella della piazza (Cicchitto), ma c un facinoroso anche a Saxa Rubra. Il direttore di Rainews, Corradino Mineo, accusato dal Pdl di aver mandato in onda ricostruzioni degli scontri vergognose e palesemente contro le forze dellordine. Dunque, dice il capogruppo berlusconiano in commissione di vigilanza, Alessio Butti, Mineo dovrebbe dimettersi (rendendo pi facile, ma questo Butti non lo dice, la nomina di un pidiellino alla guida del canale all news). Perch chi fa questo tipo di informazione colpevole non meno dei black bloc che assaltano i blindati. A Butti e a un altro pidiellino indignato, Casoli, risponde Mineo: Cari senatori, la registrazione della nostra diretta a disposizione della commissione di vigilanza, e io stesso sono a disposizione per ogni chiarimento. Personalmente sono orgoglioso per il lavoro svolto dalla redazione.

prattutto di Alessandra Mussolini che come le miss al giro dItalia bacia tutti quelli che si convertono al Pdl, pure Catone, pure Razzi che sette giorni fa ancora strillava contro i berlusconiani tutti. Berlusconi esce dallaula solcando apposta il gruppo dei finiani. Si ferma con Consolo, erano amici, lo sgrida e si allontana agitando lindice, pi su c Bocchino che intervenendo gli ha dato dellarricchito, dello speculatore e dellamico di Gheddafi e adesso si trova la mano del cavaliere sotto il naso, da stringere. La stringe e si prende due parole, senza replica. Poi il cavaliere rientra passando dal gruppo Udc e sono baci e sono carezze. Nel frattempo dal loggione, il posto dei reprobi che cambiano gruppo troppo spesso o troppo in fretta, parla lonorevole Scilipoti. Un uomo organizzato: alle prime luci del giorno in un centro storico blindato e metafisico ha fatto sfilare un gruppetto di suoi sostenitori. Che essendo tutti immigrati hanno destato qualche sospetto facile da verificare: lonorevole li ha pagati (poco). Scilipoti, il quarto uomo decisivo, si alza e declama senza paura n imbarazzo: Oggi consegniamo alla storia una scelta rivoluzionaria che va oltre il limite della comprensione da parte di alcuni cittadini italiani e dei parlamentari. In effetti sta cercando di comprenderla, la scelta, la procura di Roma. Ma a Scilipoti non basta. Decide di non rispondere alla prima

chiamata, a quel punto il suo voto come quello dei sodali del movimento di responsabilit nazionale, gli ex rutelliani Calearo e Cesario, decisivo. Scilipoti sparisce dietro una porta e immagina la suspense. Non rispondono neanche Calearo e Cesario che per per via del cognome guadagnano giusto un minuto tra la prima e la seconda chiama, minuto che trascorrono sotto il banco. Poi inevitabilmente sfilano a votare per il governo. Scilipoti, il dipietrista, si prende le coccole di Maurizio Lupi, Calearo le pacche di Brunetta. A quel punto tutto chiaro e La Russa pu alzare le braccia al cielo. A quel punto non importa pi al governo che linafferrabile Gaglione - eletto a sinistra, sparito, ricomparso a destra - sia tornato assenteista e che le deputate Cosenza, Bongiorno e Mogherini abbiano trascinato le loro gravidanze in aula per votare la sfiducia. Alluna e 41 minuti finita, il governo ha perso 21 voti rispetto a quelli che aveva allinizio della legislatura ma ha raggiunto la quota 314 di salvezza. Lopposizione in dieci giorni ha perso sei voti dei 317 che sulla carta garantivano la sfiducia. Spuntano le bandiere tricolori, a destra si canta linno nazionale. Bossi gi uscito, i leghisti replicano con Verdi e i fazzoletti verdi. Berlusconi attraversa il transatlantico e smuove plotoni di reverenti. Bersani e Tremonti incrociano lo sguardo, ci pensano un po, poi si stringono veloci veloci le dita.

DEMOCRACK Bersani: Governo finito, partito unito, linea giusta. Abbiamo fatto crescere le opposizioni

Il Pd tiene in aula. Ma si becca lultima porta in faccia dallUdc


Daniela Preziosi asini fin qui ha sempre fatto quello che ha detto. Tutto il resto la vostra fantasia, che sarebbe meglio applicare ai romanzi. Massimo DAlema, inseguito alla buvette dai cronisti, lultimo dei giapponesi delle alleanze fra Pd e terzo polo. Il governo di responsabilit si rivela una chimera - fortuna del Pd, che altrimenti oggi sarebbe dilaniato dai dubbi e sbeffeggiato da Vendola -. Berlusconi corteggia apertamente lUdc. Ma i maggiorenti bersaniani non si rassegnano ad archiviare il sogno di un matrimonio al centro. DallAula il Pd esce bene: Pier Luigi Bersani schiocca un discorso pieno di buon senso e persino di grinta (Mettiamoci daccordo su chi sono i moderati, replica a Berlusconi, chiamiamo moderato quello che riesce a tirare la famiglia con mille euro al mese e sta zitto, la smettiamo di chiamare moderati quelli che portano i soldi allestero e voi condonate, e quelli

che coi trattori difendono i truffatori delle quote latte. la povera gente che moderata in questo Paese). Dario Francesceschini esibisce con orgoglio il suo pallottoliere (206 voti su 206 deputati, compreso un malato grave e una puerpera), e si piglia la sua rivincita Di Pietro, cui il Cavaliere scippa due deputati. La tensione fra i due partiti si impenna, per la prima volta lex pm a chiedere rispetto. A ora di pranzo Bersani convoca il caminetto dei big per una valutazione a caldo. Il partito unito, siamo stati centrali nellallargamento delle opposizioni, la linea non cambia, dice alluscita. Ed vero, chiosa Ignazio Marino, che le differenze interne restano, per ora siamo compatti nellidea di fare opposizione durissima. Invece le acque del Pd non sono per niente tranquille. Lo dimostra la raffica di smentite di veltroniani e popolari a proposito dellintenzione (attribuita) di aprire subito il redde rationem contro il segretario per la scelta di puntare tutto sulla collaborazione con Casini e Fini. Che

non piaciuta allex dc Beppe Fioroni n ai veltroniani. Ma la pace interna forzata: per ora la situazione imprevedibile, il governo dovr cercarsi una maggioranza su ogni provvedimento, sar un piacere avere sempre i ministri in Aula, ironizza Antonello Giacomelli. Per questo oggi Veltroni riunisce i 75 di Modem e proporr di prendersi un tempo per riflettere. Slitter al 22 gennaio la kermesse anti-Bersani del Lingotto, prevista per il 15. E c la novit che molti ex dc non hanno voglia di andare a Torino a fare la claque a Veltroni. Chi non vuole riflettere neanche un attimo invece Enrico Letta: Dobbiamo proseguire sulla linea del rapporto con Fini e Casini. Dice la stessa cosa di DAlema, e di Bersani, che pure usa toni pi sfumati. Ma anche di molti veltroniani liberal. Peccato che nel frattempo il leader dellUdc chiuda lultima, definitiva, porta in faccia al Pd. In caso di voto, sia chiaro che siamo pronti a presentare una proposta di governo alternativa a Pdl e Pd. Il fatto che almeno a mezzo Pd non chiaro.

he Silvano Moffa avesse deciso allultimo momento di defilarsi guadagnandosi il gagliardetto di deputato in assoluto pi responsabile certo Italo Bocchino non poteva saperlo quando ha cominciato la sua dichiarazione di voto. E del resto non certo a Moffa era diretto il suo discorso, n allavvocata Maria Grazia Siliquini (prontamente definita da Wikepedia cassazionista e corrotta in Parlmento) n tanto meno a Catia Polidori, lospite squisita che a Bastia Umbra aveva aperto i lavori della prima convention di Futuro e Libert. Non conosce ancora lesito del voto il capogruppo dei deputati finiani - di cui peraltro sempre Moffa aveva chiesto la testa solo poche ore prima - ma dagli scranni di Montecitorio Bocchino si scatena e sono forse le sue parole, ancor pi della mozione di sfiducia respinta alla Camera, a segnare la rottura definitiva tra Pdl e Futuro e Libert. Perch Bocchino parla di politica. Perch rivendica una storia - di destra, destrissima, per carit, ma comunque una storia -, perch rimanda al mittente laccusa di tradimento non solo in virt di una militanza limpida e sempre uguale ma soprattutto in virt del suo rapporto con Fini. Ho cominciato a fare politica nel 1985 nel Fronte della Giovent e il mio leader era Gianfranco Fini, nell87 sono entrato nellMsi e il mio leader era Gianfranco Fini, quindi Alleanza nazionale sempre con Gianfranco Fini e oggi sono qui con Futuro e Libert. Lei dovera Presidente, provoca Bocchino, quando noi combattevano contro i comunisti e cercavano di buttare gi quella Prima Repubblica che voi ci accusate di rimpiangere? A dialogare con quei leader la risposta, perch lei, Presidente, forse pu darci lezione su come si diventa ricchi ma non certo su come si combattono le degenerazioni del potere politico. Ecco. Se sin dallinizio Futuro e Libert avesse disdegnato il cerino preferendo ad esso la fiamma (e non un lapsus n una battuta) forse alla conta di ieri non si sarebbe arrivati. Perch Futuro e Libert con un centro destra pasticcione, maggioritario e bipolare centra poco. Fli nasce allopposizione e l - a partire da ieri - finalmente ritorna come nel suo luogo naturale. Era ora perch di magheggi non se ne poteva pi e, forse senza saperlo, prima Menia (ancora pi a destra) e poi Bocchino (con quella sua militanza snocciolata come un rosario) hanno sciolto lincantesimo. Cos che ora - eliminata la zavorra - si comincia a fare sul serio. Per intanto Fini resta alla Camera anche perch - dicono i futuristi a lui pi vicini - ha sempre avuto la capacit di smarcarsi dalla trappola del doppio ruolo e sfidiamo chiunque a dire il contrario. Quindi battaglie in aula, a cominciare dalla gi annunciata sfiducia a Bondi e conferma dellasse con Casini. Unalleanza cui nei prossimi mesi potrebbero persino aggiungersi anche schegge intelligenti del Pdl.E non solo. Potrebbe giovare, a Fli, il voto di ieri. Del resto a dirlo sono gli stessi futuristi: D'ora in poi - dice uno dei finiani - saremo una falange macedone. Saremo un esercito compatto, perch dobbiamo difenderci. E ancora: Ora sapremo che se ci saranno tra di noi delle differenze, queste saranno dovute a divergenze di vedute e non a pretesti di chi gi si venduto.... Il centrodestra morto, viva la destra? Non proprio perch dietro questa destra c un rinato asse padronale che del premier non si fida pi. E che forse a Fini ha gi dedicato pi di un pensiero.

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il manifesto

MERCOLED 15 DICEMBRE 2010

POLITICA E SOCIET

CHE FIDUCIA
Guerriglia fin sotto il parlamento, dopo un arrivo tranquillo in piazza del Popolo. Cento feriti tra i manifestanti. E un agente della finanza estrae la pistola
ROME CALLING Il corteo dopo la fiducia

Un voto che cambia il presente e il futuro


Benedetto Vecchi orso Rinascimento, Roma. La polizia ha costruito una barriera insormontabile e dopo un breve faccia a faccia con il corteo che tentava di proseguire verso Il Senato tutto sembra tornato alla normalit. Arriva per la notizia che alla Camera il governo Berlusconi ha avuto la fiducia. Chi in corteo fischia, ci sono dei bandoni di lamiera per alcuni lavori di manutenzione stradale e tutti battono. il segnale che qualcosa cambiato in questo corteo. I passi diventano pi spediti; quasi un trotterellare. La direzione nota Piazza del Popolo, dove la manifestazione dovrebbe concludersi ma sulla strada ci sono molte sedi di banche. Una manciata di minuti e diventano obiettivi sensibili. Uova, vernice sono lanciate verso le vetrine. I volti, in maggioranza, sono di ragazzi giovanissimi. Molti si staccano dal corteo e cominciano a prendere a bastonate e a sassate le sedi delle banche. Gli altri guardano, ma soprattutto lasciano fare. Alcuni vetri, anche se blindati, sono incrinati. La sede della Cassa di Risparmio di Firenze quella che viene ripetutamente colpita: alla fine un palo della segnaletica stradale viene conficcato dentro una vetrina. Pochi gli slogan. Noi la crisi non la paghiamo viene cambiato in un meno rassicurante: Noi siamo la vostra crisi. Ci sono tanti studenti non romani. Domandano qual la distanza che li separa da Piazza del Popolo; oppure dove la Camera, il Senato. Landamento del corteo ormai quello di un fiume difficile da arginare. Tutte le stradine parallele a Corso Vittorio accolgono altrettanti cortei. Il molti hanno messo sciarpe, fazzoletti per coprirsi il viso. Noi vi abbiamo sfiduciato, dice un giovane al megafono, per poi aggiungere: non ci fermerete e pagherete caro, pagherete tutto. In testa al corteo il book block inviata a stare dietro lo striscione di apertura del corteo, ma a centinaia sgusciano via. La gente come noi non molla mai, ritmano giovani studenti che sanno come la loro vita sar scandita dalla precariet: nei rapporti di lavoro, nella ricerca di casa, di reddito.

Gi la precariet. Condizione sociale, se la parola non fosse avesse acquisto il gusto amaro dellovviet, tanto semplice, quanto difficile da raccontare. La precariet significa impossibilit di pensare un futuro. Meglio un presente degno di essere vissuto. E allora cosa significa quel voto allinterno del quale tre, quattro deputati hanno scelto di votare per garantirsi un dorato presente che nega quello di milioni di persone? Una scelta violenta. Ma noto che chi semina vento, raccoglie tempesta. Questo il sentimento dominante. Ma cosa fare? Domanda da cento milioni di euro, a cui nessuno sa rispondere, ma che questo corteo quasi certo di sapere trovare la risposta nella sua indisponibilit ad accettare la realt che il governo Berlusconi ha confezionato come un tossico regalo di Natale. Cercare di comprendere stati danimo, sentimenti e sintetizzarli politicamente come cercare un ago in un pagliaio. Schiocco chi mette in rapporto la giornata di ieri con il Settantasette. Smemorato chi evoca le giornate genovesi del luglio 2001. C s un po di Settantasette e di Genova, ma le centomila (stima per difetto) uomini e donne che hanno sfilato per le strade di Roma appartengono a un altro mondo. Quello che ha retto due anni di crisi, di proposte che vorrebbero demolire diritti sociali e del lavoro, quello vivo che produce ricchezza, mica quello immaginato, docile e imbelle, dal ministro del lavoro Sacconi, la ministra Mariastella Gelimini. Piazza del Popolo ormai a portata di sguardo. Ma nel corteo la temperatura continua a salire. London calling? Chiss. Roma risponde a suo modo. Il book block continua a macinare asfalto, chi lo segue certo che la sfiducia al governo Berlusconi che esprimono deve mandare in frantumi la retorica sulla sovranit popolare che, dicono, ha investito lunto del signore che ancora siede a Palazzo Chigi. Se Silvio Berlusconi ha avuto la fiducia, non pensi di recitare la litania sulla sovranit conferitagli dal popolo. Chi arriva a Piazza del Popolo per poi irrompere a Via del Corso sa che la fiaba berlusconiana solo un incubo da cui liberarsi.

Lo strano via libera


Sara Menafra embrava una giornata tranquilla, con una grossa manifestazione, soprattutto studentesca. Si trasformata in una guerriglia permanente, con centocinquanta feriti, cariche, scontri e il centro storico in fiamme. E che finisce per mettere in discussione lintera gestione dellordine pubblico. Linizio soft. I tre cortei provenienti dalluniversit, da Ostiense e dal Colosseo, arrivano in una piazza Venezia blindata e proseguono verso via delle Botteghe oscure, quindi diretti al Senato. Qui c il primo fronteggiamento allaltezza della strada, corso Rinascimento, che conduce a quellingresso assaltato qualche settimana fa. Un

paio di cariche, lacrimogeni, manganellate di troppo e la manifestazione prosegue, diretta al lungo Tevere e verso piazza del Popolo. Il tam tam di movimento dice da giorni che lunico modo per provare ad avvicinarsi al Parlamento entrare da qui, da piazza del Popolo, sebbene la strada da percorrere sia parecchia. E infatti allarrivo in piazza che succede qualcosa di strano. Gli ingressi che portano al parlamento sono completamente sgombri: nessun agente, neppure una camionetta dei vigili urbani. La blindatura che ha bloccato il centrostorico dalla mattina, qui non esiste. Sembra quasi un via libera a chi vuole provare ad avvicinarsi, tanto pi che nel frattempo - sono ormai quasi le 14 - circolata la notizia che il gover-

LA QUESTURA 41 fermati, 57 agenti contusi


Sono 41 secondo la Questura le persone fermate ieri dopo gli scontri. Studenti giovanissimi per lo pi provenienti da diverse province dItalia tra cui Pisa, Genova, Orvieto, Todi, Chieti, Pescara, Forl, Trento, Bari, Teramo, Napoli ed Asti e dalla Francia. Sarebbero 57 invece gli agenti delle Forze dellordine rimasti contusi a causa degli attacchi subiti da parte di alcuni gruppi di manifestanti. Sui fermati pende ora laccusa di violenza, resistenza, devastazione e uso armi improprie. Secondo quanto riferisce un comunicato della Questura in alcuni casi i manifestanti hanno utilizzato picconi ed altri oggetti contundenti per danneggiare i veicoli blindati preposti a presidio delle sedi istituzionali. stato costante - ribadisce la questura - durante tutta la giornata il lancio verso gli operatori di polizia di bombe carta, fumogeni, sanpietrini ed altri oggetti contundenti, in molti casi i manifestanti hanno agito indossando caschi e scudi. In pi occasioni le forze di Polizia hanno dovuto far ricorso all'utilizzo di lacrimogeni e a cariche di alleggerimento per disperdere i manifestanti violenti.

no ha la fiducia e resta in piedi. Un primo gruppi di manifestanti gi entrato dal lungo Tevere verso la camera a met corteo, un altro ha deviato oltre il fiume verso la sede della Protezione civile. I mezzi della polizia erano impegnati gi su due fronti, arrivare verso piazza del Popolo ha richiesto pi tempo del previsto, spiegheranno a fine giornata dalla Questura. Il catino circolare si riempie rapidamente: la manifestazione stata numerosa e il furgone di Uniti contro la crisi si piazza rapidamente in fondo alla piazza: Facciamo unassemblea di movimento, chiudiamo la giornata in modo intelligente, urla qualcuno dal microfono del sound system. Invece, un drappello di alcune centinaia di persone si stacca e prende la strada del parlamento. Lo segue un secondo, su, veloci per via del Corso. Arrivano tutti fin quasi alle spalle della camera, in piazza Augusto imperatore, lultimo slargo prima del parlamento. Danno fuoco ad un camioncino della nettezza urbana, buttano gi cassonetti. E solo a questo punto che camionette di polizia e guardia di finanza fanno capolino da via del Corso. E caricano perch i manifestanti hanno ampiamente violato la zona rossa fissata gi da tre giorni. Gli inseguimenti si diramano per via del Corso, via del Babbuino, via di Ripetta e qualche vicolo laterale. I manifestanti rispondono, fanno barricate, tirano pietre, ritentano lassalto. C chi parler di infiltrati e black bloc (qualunque cosa abbia significato que-

sta parola in Italia), ma sono giovani poco pi che ventenni, molti del nord, Piemonte, Lombardia, qualcuno dalla Campania. Alcuni hanno una sciarpa da stadio sul viso, qualcuno rivendicher poi sui siti di movimento di appartenere agli Studenti autonomi contro la crisi, altri alle reti antifasciste. Gli scontri pi violenti finiscono per concentrarsi verso piazza del Popolo. Prima per respingere quelli che si sono spinti verso il parlamento, poi per sgomberarne completamente il diametro. Le camionette caricano due volte, prima la polizia, poi la guardia di finanza. La maggior parte dei cento feriti tra i manifestanti cade a terra qui e qui si fanno la maggior parte dei fermi. Qui, soprattutto, c un episodio che mette i brividi. Un agente della guardia di finanza, rimasto isolato dagli altri e caduto in ginocchio, estrae la pistola dordinanza. Il comando generale delle Fiamme gialle dir poi che lha fatto perch gli stavano sfilando la pistola dalla fondina, ma limmagine accende la tensione ancora di pi. Sono le 15, 30, le barricate allimbocco del catino prendono fuoco. Su via del Babbuino viene incendiato anche un blindato della finanza. La piazza viene sgomberata, ma gli scontri proseguono ancora almeno su tre rami di accesso al circolo, poi su nelle strade che portano in cima, a villa Borghese e fin quasi alluniversit. Si chiudono solo verso sera, con un bilancio di feriti e scontri che Roma non vedeva da pi di dieci anni.

MANIFESTANTI La notizia della fiducia deflagra come una bomba. La citt si incendia ma nessuno riesce a separarli in buoni e cattivi

LAquila e Chiaiano simboli della rivolta. Insieme senza divisioni


Eleonora Martini
ROMA

uando alle tre e mezza del pomeriggio Piazza del Popolo viene sgomberata dai blindati della finanza, dei carabinieri e della polizia lanciati a folle velocit verso i manifestanti che la riempivano, seminando il panico tra i giovanissimi studenti increduli davanti a una scena dal sapore sudamericano, gi successo tutto o quasi. Allimbocco di via del Corso, trasformata dalle forze dellordine in una trappola per topi, brucia una camionetta della Gdf. Da lontano arriva leco di forti scoppi, fumi neri e densi si alzano allorizzonte. La giornata cominciata con tre cortei che con pacifico brio hanno attraversato la citt per ritrovarsi in piazza Venezia - con migliaia e migliaia di facce poco pi che adolescenti tra le quali spiccano come eccezioni alla regola gli adulti delluniversit, i ricercatori, i comitati campani e aqui-

lani, i sindacalisti e gli operai Fiom - si era gi trasformata in un dilagante riot. Lora X era scattata alle 13e45: quando la notizia dei tre voti che hanno graziato il governo Berlusconi e riaperto la strada al ddl Gelmini piomba nel corteo che scorre lungo Corso Vittorio Emanuele. Fa leffetto di una bomba. Nel giro di mezzora al grido di vergogna, venduti e mafiosi, vanno in frantumi le vetrine di cinque banche e quelle stesse facce da bambino diventano cattivissime. Prima cera stato giusto un lancio di sacchetti di monnezza napoletani doc tirati verso la testuggine dei finanzieri a protezione di via degli Astalli, un vicolo che porta dritto dritto a Palazzo Grazioli. Silvio, se ti si alza ancora lo devi alla ricerca, gli manda a dire un cartello. Che il fortino sia inespugnabile lo si capiva gi a Piazza Venezia e non a caso i tre cortei gli studenti medi partiti da Ostiense, gli universitari riunitisi alla Sapienza e tutti gli altri di Uniti contro la crisi al Colosseo snobbano il triplo muro di blindati che sbarra via

del Corso, e tirano dritto verso il Lungotevere con lobiettivo di unassemblea finale in piazza del Popolo. Allaltezza del Senato la tentazione si fa alta ma la carica e i lacrimogeni della polizia scoraggiano. Calma, non successo niente, il corteo prosegue con i book block in testa, i comitati per la difesa dellacqua pubblica e i beni comuni, gli immigrati, i terremotati, gli appestati dai rifiuti. E poi chimici, ingegneri, storici, ciascuno col proprio striscione e slogan contro la riforma di Mariastella. Storicamente consapevoli del passato e responsabili del futuro. C chi si arma e rompe quel che trova, e chi ritira su i cassonetti ribaltati nella foga. Sono gli stessi, si confondono, non c differenza: la rabbia di tutti. Siete voi, la monnezza dellItalia siete voi. Il corteo ovunque, dilaga in piazza Augusto Imperatore e in via del Babbuino, si incunea in via del Corso e infiamma tutta la zona che va dallAra Pacis al Muro torto. Il baratro che li divide dal Palazzo si riempie anche cos.

Solo unazione era nellaria fin dal mattino: il blitz contro la sede della Protezione civile di via Ulpiano, a due passi dallitinerario obbligato del Lungotevere Marzio. Una fetta di corteo si stacca, dentro c un po di tutto, anche lo striscione aquilano Macerie di democrazia e quello dei comitati anti discarica di Chiaiano. Attraversano ponte Umberto I e in pochi minuti lufficio del Dipartimento viene bersagliato con sassi, uova, vernice, spazzatura fumante e un paio di bomboni da stadio venuti fuori chiss dove. Tornano indietro, non si sa se pi stupiti o soddisfatti. Ma la sorpresa pi grande lintero corteo che si fermato sul ponte ad aspettarli, li applaude e li accoglie come eroi. Con buona pace di tutti gli altri soggetti, LAquila e Chiaiano diventano i simboli della rivolta. Dura poco: la fiducia al governo ha dato un vigore nero anche alla mano armata della polizia. Ma una cosa ormai chiara: nessuno riuscito a dividere i manifestanti in buoni e cattivi.

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POLITICA E SOCIET

GUERRIGLIA A sinistra, nella foto grande un finanziere, pistola in pugno, si accanisce su un manifestante (Emblema); in basso scontri nel centro di Roma. Qui accanto ragazzi feriti (Reuters); un manifestante portato via a forza (Ap) e lapertura del corteo al mattino (Ap)

UNITI CONTRO LA CRISI Il comitato organizzatore: scelta giusta

Una bellissima giornata, ora lo sciopero generale


Rocco Di Michele
ROMA

LA LETTERA

MOVIMENTO

14 dicembre, non che linizio


Marco Bascetta l coro generale, prevedibile, pavloviano nelle sue reazioni. Tra i vincitori e gli sconfitti dell'aula, da destra a sinistra rimbomba l'indignazione: professionisti della violenza, vandali, teppisti, insomma la racaille, la canaglia, per rievocare l'espressione Che Sarkozy affibbi a suo tempo ai giovani rivoltosi delle banlieus. Si invoca repressione, repressione e ancora repressione. Si fa finta di non capire, di esorcizzare lo spettro di qualcosa che ormai monta nel paese. Nel palazzo si finge di ignorare che le scelte compiute, l'immagine grottesca trasmessa dalla politica siano prive di conseguenze, siano accettate con rassegnazione o distacco. Eppure lo stato d'animo di chi si sente in balia di schermaglie, trattative e accordi che devastano le vite ed escludono i viventi senza rimedio, dovrebbe essere chiaro a tutti. Vi una sensazione di violenza subita quotidianamente, e soprattutto proiettata verso un futuro incerto e minaccioso, sempre pi diffusa e condivisa. La canaglia che si scontrata con le forze di polizia nel centro della capitale questo. Giovani e giovanissimi esasperati dall'impotenza e dall'afasia in cui li si vuole costringere. Invisibili fino a quando le fiamme degli autoblindo non ne illuminano la figura. Che l'esasperazione non sia fonte di particolare saggezza politica, che possa comportare conseguenze autolesive, una considerazione sulla quale si pu ben convenire. A patto di non dimenticare che la violenza una relazione, non una malvagia inclinazione onanistica. E cos stata vissuta, non dai professionisti della sommossa, ma da una grande folla di giovani che non si sentono pi garantiti da altro che dalla loro capacit di reazione, da quel tutti insieme facciamo paura che ossessivamente risuona nei cortei. Ma la politica, che peraltro si prende a schiaffi tutt'altro che metaforici nell'aula parlamentare, vive le soggettivit politiche che crescono nel paese come uno sfondo oscuro e irrilevante, spettatori attoniti di formule, proclami e promesse, oppure,

canaglia. Richiamandole, nel momento in cui la situazione precipita, al rispetto di regole, quando non inique, disattese. Si pu ragionevolmente pensare che una intera societ accetti di farsi tenere in pugno dal pelo sulla coscienza di tre nullit? Che si consenta a un governo tanto putrefatto quanto arrogante di procedere come un carro armato? Di farsi ricattare da un amministratore delegato o dalle diverse corporazioni del potere? E' bene che il palazzo, cominci a temere qualcosa di diverso dalle congiure, gli agguati, le trappole, le compravendit, i tradimenti, le astuzie. Quanto accaduto ieri a Roma, fuori dall'esorcismo, di questo ci parla. E tutto indica che non che un inizio. La destabilizzazione sociale, il morso della crisi, sono assai pi gravi e profondi dell'instabilit politica e delle dinamiche caotiche che d'ora in poi promettono di accompagnarli. Lo scollamento totale e la volont di punire, che irresponsabilmente viene sbandierata a destra e a sinistra, non far che alimentare una spirale molto pericolosa. Eppure esattamente in questa direzione che tutto sembra muovere. L'iter del ddl Gelmini, per fare un esempio, sar portato avanti ora a suon di manganello? Gli sconfitti di Montecitorio vi si accoderanno? I sindacati prenderanno le distanze? Meglio cercare di capire ci che a Londra come a Roma viene sottoposto a una ragione che dovrebbe continuare a restare politica,.

MIGRANTI

Dalla gru di Brescia alla piazza romana


Cerano anche gli immigrati saliti sulla gru di Brescia ieri a Roma nel corteo di Uniti contro la crisi. LAnsa ha raccoltio alcune delle loro voci. Jimmy, egiziano, 25 anni, saldatore racconta di essere stato 17 giorni sulla gru e attacca questo Governo ignorante. La nostra lotta iniziata - racconta - il 28 settembre. Ci siamo fermati per 32 giorni. Il 30 ottobre siamo saliti su una gru, dove siamo rimasti fino al 15 novembre. Io sono stato condannato per clandestinit e non potr pi ottenere il permesso di soggiorno secondo il pacchetto sicurezza del marzo scorso. Questo assolutamente ingiusto: molti stranieri che si trovavano nelle mie condizioni sono stati regolarizzati. Con Jimmy ci sono Aroun e Sajan, pakistani, compagni davventura sulla gru. Aspettiamo una proposta diversa per noi - continua Jimmy - finora abbiamo avuto soltanto falsit e violenza. Questo governo dovrebbe cercare soluzioni, invece buttano benzina sul fuoco. Ieri hanno preso il mio amico Noredin, marocchino, lo hanno spedito a Modena. Non si fa cos.

on solo studenti. Un insieme sociale che ieri ha abbracciato molti dei fronti di lotta sotto la sigla Uniti contro la crisi. Ci troviamo i comitati di terremotati de LAquila, i movimenti per lacqua pubblica e quelli contro le discariche dei rifiuti, i No Ponte o i No Tav. E ovviamente la Fiom. Settori e ambienti che nel dna non hanno il cromosoma dello scontro di piazza, anche se hanno dovuto fare esperienza diretta di situazioni non ortodosse. La prima preoccupazione comune quella di impedire che una giornata cos bella, tranne la parte finale, sia oscurata. Perch ci troviamo di fronte a una grandissima manifestazione, con una partecipazione impressionante. Sul piano quantitativo, ma anche per lassoluta determinazione esibita da schiere di giovanissimi spesso alla prima esperienza. Per Gianni Rinaldini, coordinatore dellarea programmatica La Cgil che vogliamo, ne risulta rafforzata la scelta di dar vita a Uniti contro la crisi, ossia al tentativo di creare un percorso e un soggetto in grado di interloquire con la politica e le istituzioni. Anche riconoscendo: al momento, che ci sia qualcuno disposto ad ascoltare, pi che altro una speranza. Un dato viene immediatamente riconosciuto da tutti: c un rapporto diretto con quel che avviene a livello europeo. Dovunque, la necessit di salvare le banche porta con s politiche che aboliscono, in tempi rapidi, i margini di mediazione sociale propri del modello europeo. Al tempo stesso, si creato un vuoto politico tra i governi e la societ reale. Una cosa evidente fino allimbarazzo tra quello che avveniva, e come avveniva, dentro il palazzo, e la risposta della piazza. Tessere relazioni sociali e politiche per impedire che il vuoto si trasformi in incomunicabilit; questo, grosso modo, il senso di unire contro la crisi i vari movimenti e la varie rivolte (scuola, ambiente, diritti e tutele, ecc), davanti a una palese discriminazione classista nelle decisioni del governo. Lo spezzone della Fiom e di altre realt ha seguito il percorso fino allla fine del Muro Torto, ben dopo gli scontri finali di piazza del Popolo, per consentire il rientro in tempo di tutti i partecipanti arrivati da fuori Roma. La nota emessa dalla segreteria parla di grande manifestazione, in continuit con il 16 ottobre, stigmatizzando lazione di gruppi organizzati la cui azione rischia di oscurare senso e portata della mobilitazione. Ma si prende anche atto che il governo ora pi debole, ma ha comunque la maggioranza; e che Berlusconi ha messo tra i punti del suo program-

Dagli operai agli studenti: le nostre lotte comuni


Viviamo in un periodo in cui il ceto politico e la classe dominante stanno ulteriormente peggiorando le condizioni di vita, di studio e di lavoro di tutti i settori pi deboli della societ. Noi operai della Fiat circa trentanni fa ambivamo e sceglievamo di entrare a lavorare in fabbrica con la prospettiva di un, seppur basso ma sicuro, salario mensile che ci consentisse un futuro dignitoso per noi e per la nostra famiglia.. Ora in fabbrica si usa come arma psicologica la cassa integrazione, in questo modo non guadagni, non spendi e quindi non sei nessuno, non esisti. Il sistema capitalistico vuole cancellare in un sol colpo il passato ed il futuro. Questa condizione ci porta a pensare che non pi possibile lottare individualmente o settorialmente... Oggi studenti e operai insieme possono creare un ponte, dove il mondo della formazione e la classe operaia e lavoratrice si uniscano per proporre un dialogo e ununit per respingere gli attacchi di una societ in cui solo una piccola parte decide per tutti. Per questo facciamo un appello per unassemblea lavoratori-studenti, nei pi brevi tempi possibili. *Gli operai e le operaie della Fiat Mirafiori

ma il recepimento del patto tra le parti sociali sulla produttivit (che vede al tavolo anche la segreteria confederale della Cgil). Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, conclude che non dunque cambiata lagenda politica. Tanto pi che ora vi piombata dentro la vertenza Fiat, cui forse non sar sufficiente neppure il riconoscimento di una disciplina speciale per il settore auto (la proposta di Confindustria, Cisl e Uil). In ogni caso, una simile deroga significa solo che non c pi un contratto nazionale; con laggravante, tutta politica, che Sergio Marchionne punta ormai esplicitamente a ripulire gli stabilimenti del Lingotto dalla presenza dela Fiom. La conseguenza sindacale allora altrettanto esplicita: non c pi motivo di esitare ancora prima di proclamare lo sciopero generale (la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, aveva apertamente subordinato questa iniziativa alleventualit della caduta del governo, consegnando al paese un diverso quadro politico). In fondo, spiega ancora Landini, se salta la mediazione vuol dire che non c pi il ricoscimento che, nella produzione e nella societ ci sono interessi legittimi diversi. Negli occhi di tutti, per, resta quell esplosione sociale avvenuta in piazza del Popolo. Luca Casarini ha visto vari movimenti, in vita sua, ma mai una composizione sociale cos giovane e cos incazzata (tanto da sollevare in molti il ricordo del 77). Patetico, quindi, chi prova a ridurre tutto a black blok e altre stupidaggini. Non tanto per le grida di esultanza che hanno accolto le fiamme sui blindati, quanto per il dato sociale europeo che emerge anche da questa giornata. Ovvero: generazioni e interi settori sociali che vivono sulla propria pelle atomizzazione e precariet, in una misura devastante e mai registrata prima. In effetti, bisogna guardare in faccia questa massa di ragazzini cui, improvvisamente, stato detto per voi non c futuro. Meno istruzione, meno mobilit sociale, minor salario, nessun diritto, meno salute e pi solitudine. E a cui folle rivolgersi con fervorini da benpensanti con la pancia piena: se si fa una rissa in parlamento, in una giornata cos, cosa gli posso dire io ai ragazzi?. La sfida, ovvio, la ricomposizione di tutto quel che a cominciare da Marchionne vorrebbero vedere frantumato e disperso. Ci sar modo di ragionare su come fare gi tra un mese, nel meeting-seminario che si terr a Marghera, il 22 e 23 gennaio.

SENATO Oggi la conferenza dei capigruppo. Marted prossimo la legge in Aula. La Flc Cgil: ritirare il provvedimento

Torna in pista il ddl Gelmini. Con i tempi contingentati


Ro. Ci. a conferenza dei capigruppo al Senato stata convocata stamattina per incardinare la riforma Gelmini delluniversit. Il giorno prescelto per la discussione generale sul provvedimento sar con ogni probabilit marted prossimo. Il voto finale dovrebbe essere previsto per il giorno dopo. La decisione stata annunciata a poche ore dalla fiducia che il governo ha ottenuto alla Camera, rispettando lintesa raggiunta in una precedente riunione dei capigruppo di palazzo Madama mercoled 2 dicembre. Le violente polemiche che hanno contrapposto ieri il Popolo della libert al gruppo di Futuro e Libert a Montecitorio non hanno dissolto il clima dintesa maturato durante liter sofferto, polemico e interminabile del Disegno di legge che cambier il profilo e la sostanza delluniversit italiana. In controtendenza rispetto ad una maggioranza che si appena dissolta, e a un governo in grave crisi di dire-

zione politica, quello delluniversit resta un terreno dove ancora possibile trovare un accordo e un consenso tra lopposizione (quella dei finiani) e il partito di Berlusconi. Siamo consapevoli - ha affermato il plenipotenziario Fli agli affari universitari Giuseppe Valditara - che nonostante le pecche, la scarsit dei finanziamenti, il Ddl resta nel complesso un buon provvedimento. Il disegno di legge era stato approvato alla Camera lo scorso 30 novembre in un clima segnato dalla doppia bocciatura del governo sugli emendamenti presentati proprio da Futuro e libert. La pesante sconfitta subita ieri da questo partito che aveva scommesso tutto sulla sfiducia al presidente del Consiglio non ha fatto arrestrare i suoi esponenti dal continuare a proporre nuovi emendamenti. In maniera surreale, Fabio Granata intervenuto sulla scena del delitto proponendo nuovi correttivi ad una riforma di cui ha da tempo elencato i limiti. Luniversit una questione delicata - ha riconosciuto - Al Se-

nato vedremo di presentare emendamenti ad esempio sul Cepu. Vale a dire sul segmento telematico denominato E-Campus di unazienda universitaria privata alla quale sono stati riconosciuti i requisiti per ottenere il finanziamento dello Stato. ricominciato intanto il ballo delle cifre da destinare ad una riforma che non ha una copertura finanziaria. La commissione Istruzione del Senato ha approvato nel pomeriggio di ieri il parere favorevole allo schema di decreto ministeriale sulla ripartizione del Fondo ordinario per luniversit. Il presidente della commissione Guido Possa (Pdl) ha apprezzato laumento della dotazione del fondo a 1,769 miliardi di euro. Nel 2009 ammontava a 1.642 miliardi. Cifre che dovranno essere verificate nei prossimi giorni. Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil - tornato a chiedere il ritiro del Ddl. Se cos non fosse - ha detto - Flc sar a fianco dei ragazzi che rivendicano pacificamente un futuro migliore, partendo dalla difesa del diritto allo studio.

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POLITICA E SOCIET

CHE FIDUCIA
La rabbia dei giovani ventenni che si vedono destinati alla precariet e allimmobilismo sociale. E la separazione con una classe politica sempre pi distaccata e autoreferenziale. Come nel resto dEuropa

Ragazzi derubati manoninvendita


Roberto Ciccarelli
ROMA

stato un singulto. Un urlo strozzato che ha tradito lo sconcerto, e la sorpresa, di vedere il blindato della Finanza prendere fuoco, insieme allAlfa abbandonata sul marciapiede di via del Babbuino. Veniva dalle retrovie dei ragazzi incordonati dietro le balaustre che separano la fontana dellobelisco dallarena lastricata in piazza del Popolo, oppure da quelli assiepati in alto sulle rampe che portano al Pincio. La voce era quella di almeno diecimila ragazze (in maggioranza) e poi ragazzi, tutti giovanissimi vestiti con tinte scure, molti caschi al braccio, foulard al collo grondanti acqua e limone, occhi lucidi per le decine di lacrimogeni esplosi per ore nel Tridente. Hanno osservato per pi di unora la scena tumultuosa di inedita durezza per la storia recente della Capitale. In questo esatto momento accaduto qualcosa che non si era ancora visto, e nemmeno immaginato fino ad oggi. La scena delle fiamme che mangiano le carcasse dacciaio, il lancio di segnali stradali, assi di legno, sanpietrini, poi la prima carica della polizia respinta in un corpo a corpo con 500 rioters bardati e coperti ha spinto la folla pacifica dei ventenni, o poco pi, ad una risposta corale. In quel suono cera indignazione, rabbia, orrore. E ci sono stati molti applausi. Un gesto che dovr essere compreso a fondo nei prossimi mesi. La sensazione circolata in pochi istanti, tra un andare e venire delle cariche, prima dellultima violentissima lanciata dalle gimcane dei blindati dei carabinieri e della finanza, che si rotto il velo di una finzione. Nella sospensione di un attimo, nellemissione di questo suono lungo e gutturale, emersa la radicale separazione, lintima estraneit, di una generazione in piazza, quella nata tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta dal resto di una societ che dolorosamente ignora cosa sta incubando la sua crisi. Per questo la scena degli scontri bisognava osservarla con le spalle girate rispetto al palcoscenico. In questi momenti bisogna allungare lo sguardo, e andare oltre lestetica, pur grave, dello scontro. possibile cos ricongiungere discorsi, e comportamenti, che vediamo circolare da molti mesi in Italia. Nelle universit, ad

esempio, che lottano sempre pi intensamente contro lapprovazione del disegno di legge Gelmini, che si presume sia ormai prossimo. E nelle scuole, gi rimodulate dalla riforma, che rappresentano in questo momento la mappa in tempo reale di una generazione privata di futuro. La sua determinazione a restare in piazza del Popolo, e a non disperdersi durante laffrontamento, se non per tornare a sfilare sul Muro Torto a migliaia, il segno di un cambiamento rispetto a una vita senza garanzie, precaria sino al punto di avere spolpato le speranze coltivate dalla generazione precedente nata negli anni Settanta, quella legata al sogno tradito del successo personale, dellautopromozione delle competenze, delle professionalit da valorizzare sul mercato. Osservando da vicino le reazioni in tutto il retroscena di piazza del Popolo era possibile rintracciare uno stato, un passaggio, insomma uno scarto verso una disaffiliazione politica rispetto a un paese in cui tutto si compra, i voti, i corpi, il lavoro, ma non lindignazione. Cera chi commentava il fatto che i voti che hanno salvato, ancora per poche settimane, il governo Berlusconi sono stati espressi da tre ex componenti del centro-sinistra. E cera chi, ragionando sulla riforma delluniversit, non ha nascosto lo sconforto di vedere approvata una legge di questa importanza da un governo che navigher in acque incerte ancora per molte settimane. A questa generazione il governo propone ununiversit su modello Ikea. Spazi vuoti, con sempre meno ricercatori e docenti, disillusi e precari. Spazi che saranno attraversati sempre di pi da studenti-consumatori preoccupati dallaccumulo dei crediti, e dai debiti da recuperare. E da una laurea inutile per svolgere dei lavori, e non un lavoro. Per quelli servono solo attitudini al buon servaggio, senso dellopportunit, conoscenze precise. Non il presagio di un futuro. la realt del presente nel quale un esercito in formazione di ultra-istruiti si confronta con una domanda di bassa qualit delle imprese e della societ. La democrazia stata violentata si letto in uno dei comunicati diffusi in serata dagli studenti. sul senso della denuncia di questa violenza subta in anni che non sembrano offrire alternative alla depressione o alla recriminazione, che si gioca il futuro di chi ha vent'anni, oggi.

MILANO

O la Borsa o la vita. Scorribande contro il potere economico


Luca Fazio
MILANO

a bene, i modi sono quelli che sono, ma non che ci si pu sempre presentare in punta di piedi e con il biglietto da visita in mano. Del resto, il messaggio da recapitare al parlamento e al mondo intero questo, e visto in prospettiva c poco da stare allegri, e quieti: Accozzaglia di affaristi, razzisti, ladri, mafiosi. Finanziate il nostro futuro. Dovete darci il denaro. Piuttosto chiaro, no? La scritta si alzata, forte e chiara, ieri mattina allinterno di Palazzo Mezzanotte, che poi la sede della Borsa di Milano, il potere economico, obiettivo simbolico ma mica tanto: Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale - lo ha detto qualche giorno fa il presidente dellInps, non un precario incazzato qualsiasi. Un profeta... Eccolo il futuro, e si potrebbe cominciare da qui per provare a immaginarne uno diverso, con determinazione. Questa stata lirruzione pi significativa dellennesima giornata di blocchi resistenti mordi e fuggi preparata dagli studenti milanesi medi e universitari, che come presidio-esca si sono dati appuntamento come sempre in largo Cairoli, cartina topografica ben impressa nella mente e un orecchio teso verso la capitale, dove venivano assediati altri palazzi del potere. Lazione contro la Borsa durata pochi minuti e si risolta senza contatti con la polizia, solo petardi, qualche uovo e tensione sempre sotto controllo. La mobilitazione, che secondo la polizia ha coinvolto 5 mila persone (per cui possiamo tranquillamente raddop-

piare la cifra), si caratterizzata con alcune incursioni contro le sedi del cosiddetto potere economico e con i consueti cortei selvaggi che hanno generato una salutare paralisi della circolazione, oppure ben 16 linee deviate o rallentate, come sbraita il solito vicesindaco De Corato che quasi arriva ad invocare la corte marziale. A Milano parla anche altre lingue la protesta studentesca, come a Londra e ad Atene, in una potenziale saldatura con tutte le persone che nel mondo stanno pagando il prezzo della crisi, e con parole dordine contro la old Europe e lo striscione simbolo Que se vajan todos. Mandiamoli tutti a casa, dove quel tutti dovrebbe dare da pensare a (tutti) quei signori che ieri si sono contati in parlamento. E le declina non senza ironia, che non guasta mai in uno scenario come questo, come il Book Block dei collettivi studenteschi che cerca il contatto con la polizia altre uova, petardi e vernice rossa dietro alcuni libri-scudo, classici come Dante, Cervantes, Voltaire, Orwell e... Lenin (Che fare?), perch la cultura ha bisogno di difendersi. Anche dalle botte. E complicato fare il conto delle performance e delle traiettorie vaganti che hanno sporcato il bersaglio (200 mila euro di danni, presenta il conto De Co-

rato invocando arresti e processi per direttissima), perch ogni scuola anche ieri ha voluto fare per conto suo, trasformando luscita dalle classi in un corteo spontaneo e dunque fuori controllo. Il bollettino, provvisorio, dice la Arner Bank di corso Venezia e la Mediolanum di via San Doaniano - sanzionate, per usare una brutta espressione da questurini che va per la maggiore; oppure la sede del Pdl di viale Monza, e sono altre uova e altri striscioni, poi loccupazione simbolica (20 minuti) della stazione Garibaldi, e poi ancora blocchi selvaggi a sorpresa a cura del gruppo che dopo i cortei trova riparo sempre alla Statale (stop al traffico anche alla sera, in viale Sarca e viale Fulvio Testi). Un po di fumo e lanci vari davanti alla sede dellUniversit Cattolica. Un minaccioso faccia a faccia con la polizia in piazza Fontana. E meno male che ci sono sempre gli studenti di Brera, che per tutta la mattina si sganciano dai cortei per farsi vedere cos come sono, tutti intricati in una rete di fili che sembra ancora troppo fitta per potersene liberare e guadagnarsi il futuro. Ma qualche smagliatura si incomincia a intravedere, per cui bisognerebbe cominiciare a dare credito a questi gruppetti che sbucano allimprovviso dietro lo striscione Noi non siamo sfiduciati.

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POLITICA E SOCIET
ROMA E LE ALTRE Tanti studenti medi ieri in piazza (foto di Andrea Sabbadini). Qui in alto da sinistra a destra: Milano, studenti a Largo Augusto (foto Tam tam); manifestazione a Napoli (Controluce Anna Monaco); a Palermo gli studenti si dirigono verso laeroporto (Grazia Bucca). In basso una ragazza milanese (Tam tam)

MEDIA Fiducia e scontri, nella lettura pi effetto Wikileaks che Londra

MOVIMENTI

E il New York Times apre col sopravvissuto


Francesco Patern un Silvio Berlusconi sopravvissuto a sfondare sui media internazionali e su quelli americani in particolare. Pi degli scontri di Roma, che non ricevono una analoga attenzione nonostante le fiamme lambissero luoghi da vacanze romane come il Pincio e piazza del Popolo. C una sola vistosa eccezione, di cui vi diremo. Limpressione che la crisi italiana salga in cima ai notiziari spinta pi da un effetto Wikileaks (protagonismo negativo di Berlusconi) che non da un effetto Londra (la violenta e diffusa protesta studentesca). Almeno per adesso. Probabile che ci voglia del tempo per fare una connessione fra la piazza in rivolta e le scelte fatte nei palazzi del potere, anche se allestero le manifestazioni in Italia sono considerate routine mentre a Londra no. Inoltre, va notato che ad amplificare gli scontri londinesi sui media internazionali sono stati anche gli insulti ai reali Carlo e Camilla, mentre qui qualcuno se l presa con l' avvocato del premier Niccol Ghedini, non esattamente una star oltre il confine delle nostre tv. Ieri mattina sui tavoli della redazione facevano effetto le prime pagine del Wall Street Journal Europe con tre foto di Berlusconi in apertura e del Financial Times, dove campeggiava con una certa ironia (tortura romana) un'altra foto del primo ministro italiano. Ma limpressione grande nel primo pomeriggio, quando il sito del New York Times apre con un titolo su quanto stava accadendo a Ro-

Da Atene a Londra, la rivolta dei no future


Angelo Mastrandrea embrava Exarchia, era via del Babbuino. Sono passati due anni e la sindrome greca contagia lItalia, dopo aver attraversato la Francia e la Gran Bretagna. Ad Atene il casus belli fu luccisione, da parte di un poliziotto, di Alexis Grigoropoulos, un ragazzino di 15 anni colpito a morte in una stradina del quartiere alternativo e universitario di Exarchia, appunto. Da l la protesta esond in tutto il paese e infiamm la capitale. I giornali si affannarono a tentare di interpretarla, il senso comune non condann gli anarchici nonostante le devastazioni, il governo di centrodestra, minato dalle guerre interne, dalla crisi economica che avrebbe condotto il paese sullorlo del crack e da una corruzione spaventosa, and avanti con una maggioranza striminzita ancora per qualche mese prima di cadere definitivamente. Quello che maggiormente stup gli osservatori fu la giovanissima et della maggior parte dei manifestanti. La definirono Generazione 700 euro, un altro modo per definirla precaria, e in piazza poteva partecipare o meno agli scontri ma di sicuro non li condannava. A far esplodere la rabbia, sottolinearono ancora i media, era lassenza di futuro che si prospettava loro, lassenza totale di dialettica con le istituzioni e il fatto che nessuna forza politica provava a interpretarne bisogni e umori. In Francia, dopo la rivolta delle banlieue e quella contro il Contratto di primo impiego nel 2006, questautunno accaduto che anche i pi giovani manifestassero contro la riforma delle pensioni. Ma stavolta erano tutti insieme, partiti della sinistra, sindacati e movimenti, e non si parlato di rivolta generazionale. Eppure otto scioperi generali non sono bastati a bloccare Sarkozy e la legge stata approvata. Quella che scesa in piazza a Londra solo pochi giorni fa stata invece definita Generazione Harry Potter, con una punta di dispregio pi che di ironia, o ancora Generazione 3.0. Il casus belli, stavolta, stata una riforma universitaria che, tra tagli e restrizioni, ha elevato le rette fino a 9mila sterline. Uno sproposito che provocher la fuga dagli atenei e il ritorno a una selezione per censo e alla immobilit sociale. Da questo punto di vista, uno scenario che ricorda direttamente quello italiano, tanto che molti studenti ieri a Roma dicevano facciamo come a Londra. Ancora una volta, ci troviamo di fronte a una generazione no future che, nella completa assenza di interlocutori politici e di speranze di cambiamento, inneggia alla rivolta (o comunque non la condanna) e pratica il riot, lo scontro di piazza disordinato e generalizzato. A differenza della Grecia allora e del nostro paese oggi, per, il governo (ancora una volta di centrodestra) non traballante ma appena insediato, e la legge sulluniversit ha rappresentato il suo esordio e non linizio della fine. Arrivando a noi, quale generazione scesa in piazza ieri a Roma? Alcuni si autodefinivano Generazione P, dove la P sta ovviamente per Precario, praticamente tutti avevano partecipato alle mobilitazioni per fermare il ddl Gelmini sulluniversit e ieri erano in piazza convinti di poter dare la spallata dal basso al traballante governo Berlusconi. Anche perch, una volta passata la fiducia, la prima legge che rischia di essere approvata proprio quella sulluniversit. Ancora una volta lassenza di futuro e la mancanza di ascolto da parte della politica hanno costituito la placenta della rivolta. Come in Grecia, a Parigi e a Londra. Forse che centrino un po, oltre allindegna compravendita di Montecitorio, le politiche di austerity decise dallEuropa senza tener conto dei loro effetti sociali e avallate dai suoi governi?

ma: Berlusconi sopravvive di stretta misura al voto di fiducia. La stampa americana tradizionalmente ignora la politica romana, bench sulla carta il nostro paese sia un importante membro del G7, un alleato Nato, tra i fondatori della comunit politica europea. L'Italia fa notizia per i suoi ristoranti, per il turismo, raramente per fatti di portata sociale come i rifiuti di Napoli. Con Berlusconi al potere, le cose sono cambiate. Perch il politico viene raccontato non nella sua attivit di governo ma in quelle che potremmo chiamare varie ed eventuali: conflitto di interesse, televisione, ricchezza personale, sesso. Pi o meno come la stampa d'oltreceano abituata a raccontare in altre occasioni storie di caudilli sudamericani o di pi esotici leader asiatici. Quanto gli italiani possono sopportare un tipo che una combinazione di un clown, di un tiranno e di un portadisgrazie per il suo paese?, commenta acre Bob Tube da Los Angeles, in calce all'articolo del New York Times. A met pomeriggio si leggono 81 commenti di questo tenore, alcuni dei quali sono di italiani residenti negli Stati Uniti o scriventi dall'Italia con molta vergogna, la maggior parte sono di americani che insultano il premier italiano. E qualcuno ci compiange: Mi sento male per gli italiani - scrive LV dal New Jersey - questo deve essere un momento molto imbarazzante per loro sulla scena del mondo. Non Shakespeare, ma effetto Wikileaks. Le rivelazioni dei dispacci dell'ambasciata americana di Roma dipingono un Berlu-

BRUXELLES Oggi in piazza contro lausterity


Una nuova manifestazione contro le misure di austerit decise dai paesi europei e sostenute dallUe si tiene oggi a Bruxelles, alla vigilia del vertice Ue dei capi di Stato e di governo, organizzata dalla Confederazione europea dei sindacati (Ces). Lintenzione dei rappresentanti sindacali quella di dar vita a una grande cintura umana, simbolo dei tagli e del rigore di bilancio, attorno alla sede della Commissione europea, per dire no all'austerit per tutti e ai bonus per alcuni. Allo stesso tempo, a Lussemburgo, una delegazione composta dai sindacati di Belgio, Francia, Germania e Lussemburgo incontrer il presidente dell'Eurogruppo e primo ministro del Gran Ducato Jean-Claude Juncker. Una nuova ondata di manifestazioni in diversi paesi Ue, in particolare Grecia, Danimarca, Repubblica ceca e Francia, infatti attesa per oggii, sotto lorganizzazione del Ces. I sindacati europei chiedono ai governi di non smantellare pi la nostra Europa sociale, ha affermato il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati, John Monks.

sconi non solo godereccio e nottambulo. Per l'amministrazione americana, il politico italiano ha relazioni pericolose con personaggi poco amati come Putin e Gheddafi, dove la linea dell'interesse personale annegata dentro quella dell'interesse nazionale. Una distinzione non c' e non la vedono nemmeno i diplomatici americani. Ed questo il world stage cui fa riferimento il lettore del New Jersey, un piccolo e preoccupante segno di novit nella percezione dei nostri politici da parte dell'opinione pubblica americana. Anche il Daily Beast, il sito d'informazione on line che si appena comprato il settimanale Newsweek, riferisce del voto parlamentare sulla fiducia senza rinunciare a pesanti allusioni su Berlusconi. L'articolo inizia cos: E' un grande giorno per le star femminili dei reality tv.... Dealy Beast aveva gi dedicato al premier un infausto ritratto una decina di giorni fa, insieme ad altri nove personaggi del mondo - politici, artisti, finanzieri - segnalati per il declino finale della loro carriera in questo 2010. Il sito del Washington Post stato pi lento del rivale newyorchese a sistemare come primo titolo il caso italiano, ma evidentemente ha atteso per farlo una foto impressionante di incendio e fumo nero a piazza del Popolo. Fumo di Londra? Il sito dellinglese Times il pi esplicito in questo senso, sia nella titolazione che nella posizione da prima notizia: Scontri dopo che Berlusconi sopravvive al voto. Gli altri quotidiani inglesi on line non brillano per inventiva, n per attenzione: Guardian e Indipendent titolano allo stesso modo, ma sistemano la notizia pi in basso. Sui media francesi spazio con moderazione. Ledizione on line di Libration parla della giornata particolare romana soltanto nellottavo titolo della home page, scegliendo la notizia di palazzo: "Il Caimano" salva la sua pelle. Le Monde sceglie invece la strada, ma con un titolo buttato l: Manifestazioni studentesche degenerano a Roma. Leccezione di cui vi avevamo anticipato il quotidiano spagnolo El Pais, che ai fatti romani d tutta la seconda fascia di titoli della home page: Guerriglia nelle strade di Roma contro Berlusconi. Effetto Londra pieno.

ONDA SU ONDA Da Trieste a Cagliari manifestazioni in tutta Italia

Bloccato laereoporto di Palermo


anifestazioni di protesta degli studenti sono andate in onda ieri in gran parte delle citt dItalia. Da Trieste a Cagliari. Tra cortei, occupazione di rettorati, blocchi stradali, ferroviari e persino aeroportuali. Come successo a Palermo dove diverse centinaia di studenti hanno sfilato in tre cortei per le strade cittadine e, dopo avere occupato la stazione ferroviaria per protestare contro la riforma Gelmini, hanno bloccato anche laereoporto Falcone-Borsellino. Gli studenti sono riusciti ad accedere allaereoporto attraverso la sala degli arrivi, e sono riusciti ad arrivare sulla pista. In Calabria stato chiuso per manifestazione lo svincolo di Cosenza nord della Salerno-Reggio Calabria chiuso. A Bari circa 600 tra studenti e ricercatori hanno organizzato un corteo di protesta e successivamente hanno invaso i binari della stazione ferro-

viaria. E cos, di corteo in corteo, anche a Trieste, Torino, Genova, Ancona, Catania e Cagliari. Diverse decine di manifestazioni in giro per lItalia e un enorme corteo a Roma hanno dimostrato come gli studenti hanno saputo porre in maniera netta la loro contrariet alle politiche che il Governo Berlusconi mette in campo, cancellando il nostro futuro, dai tagli alla scuola e alluniversit alle politiche di precarizzazione delle nostre vite - affermano in una nota gli studenti della Rete della conoscenza - Per questa ragione abbiamo dato vita questo autunno ad un movimento capace di aprire un ragionamento unitario con le diverse lotte che ci sono nel paese. Abbiamo pensato e pensiamo tuttora che sia necessario creare una coalizione sociale tra i lavoratori di Pomigliano e gli studenti che in questi mesi hanno affollato le piazze....

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MIGRANTI
A sorpresa il Parlamento europeo boccia le norme della Bolkestein 2, che avrebbe finito per discriminare proprio i soggetti che intendeva proteggere, creando braccia straniere low-cost

SBARCO KILLER IN SALENTO Scaricati in mare da un gommone, muore un trentenne curdo espulso dalla Grecia
Sbarco tragico ieri mattina a Gagliano del Capo, nel basso Salento, per 29 immigrati clandestini, afghani e curdi di varie nazionalit. Uno di loro, un trentenne curdo sbalzato dal gommone su cui si trovava, ha perso la vita urtando violentemente sugli scogli. Gli altri sono stati fatti scendere in acqua dagli scafisti a ridosso della costa, che hanno raggiunto a nuoto nonostante il mare in pessime condizioni e la temperatura rigida. Rimasti alcune ore sulla spiaggia, per scaldarsi hanno dato fuoco ai dizionari di arabo-inglese con avevano con s. In 19 sono stati poi condotti nel centro di prima accoglienza di Otranto. Tra loro ci sarebbero cinque minori. Bilancio finale, 1 morto e 9 feriti. La vittima aveva ancora con s il foglio di via emesso dalla Grecia. Pare sia morto sul colpo per una frattura alla base del cranio. Preoccupazione per le modalit violente dello sbarco sono state espresse dallAlto Commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr).

Alberto DArgenzio
BRUXELLES

MILANO, IMMIGRATI RICHIEDENTI ASILO MOSTRANO I DOCUMENTI / FOTO EMBLEMA

ra partita come una direttiva utile per gli immigrati, almeno nelle intenzioni di facciata, ed finita per diventare un mostro di discriminazione tanto da meritarsi il soprannome di Bolkestein 2, il ritorno del dumping. La direttiva sul permesso unico di lavoro e di residenza per i lavoratori immigrati, che pretendeva dare pari diritti a chi comunitario e a chi non lo , stata bocciata ieri, non senza sorpresa, dal Parlamento europeo. Dopo una votazione lunga e complessa, modulata su decine di emendamenti, alla fine Strasburgo ha detto no: 350 voti contrari al rapporto firmato dalla popolare francese Veronique Mathieu, solo 306 a favore e 25 astensioni. Sono sorpresa - ha affermato a caldo, con candore e un pizzico di rabbia, la Mathieu -: i liberaldemocratici non hanno rispettato i patti e hanno votato contro. Questa norma, per come era stata presentata dalla Commissione Ue ribatte il socialista spagnolo Jos Cercas, relatore per la Commissione lavoro produceva lavoratori low cost, distruggeva il principio di uguaglianza tra lavoratori di dentro e fuori la Ue. Ieri met dei liberali si sono sfilati dal testo e cos la maggioranza di centro destra si sciolta su un testo che la Commissione aveva proposto come iniziativa buona, pensata per dare ai lavoratori immigrati gli stessi diritti sociali di quelli comunitari. In realt il te-

DIRITTI Centrodestra battuto sul Permesso unico di lavoro e residenza

Strasburgo dice no alla schiavit moderna


FRANCIA

Ministro buttafuori

Il ministro degli Interni francese, Brice Hortefeux, lancia un appello ai prefetti del paese affinch si impegnino di pi sul fronte delle espulsioni di clandestini da qui a fine anno, dimostrandosi pi offensivi nella lotta alla delinquenza. Il ministro ricorda che su un obiettivo di 28.000 espulsioni nel 2010, 25.511 clandestini sono stati riaccompagnati alla frontiera nei primi 11 mesi. Quindi Hortefeux chiede ai rappresentanti dello Stato sul territorio di approfittare delle ultime settimane per accentuare lo sforzo. Vigiler personalmente sui vostri risultati - ha aggiunto - e inviter a un incontro con me coloro che hanno pi difficolt

sto presentato nel 2007 dallallora commissario europeo a Giustizia e Interni Franco Frattini (una prima direttiva era stata lanciata nel 2001 e poi ritirata nel 2006 visto il mancato accordo tra gli Stati membri) aveva fin da subito mostrato unaltra faccia, quella della discriminazione: troppe le categorie di lavoratori immigrati esclusi e troppi i diritti limitati o non riconosciuti. La differenza la fanno le eccezioni. Il testo della Commissione, appoggiato anche dai 27, eliminava dal campo di applicazione della direttiva i lavoratori immigrati stagionali (un esercito in paesi come lItalia e la Spagna), chi gode o ha richiesto una qualche forma di protezione internazionale e i dipendenti che unimpresa di un paese ter-

zo sposta in una sua succursale europea. Gli alberghi e ristoranti europei rifletteva Cercas prima del voto - rischiano di essere gestiti da lavoratori stagionali da paesi terzi, con meno protezione dei colleghi comunitari, in un nuovo tipo di schiavit moderna. Molte imprese secondo il laburista britannico Claude Moraes, portavoce per il gruppo S&D alla Commissione libert pubbliche troveranno pi conveniente traslocare le proprie sedi in paesi come Marocco o Turchia e poi spostare i propri lavoratori nelle loro succursali Ue per evitare di dar loro gli stessi diritti che hanno gli europei. Lavoratori esclusi, ma anche diritti negati, o limitati. La direttiva non riconosceva infatti la portabilit delle pen-

sioni dal paese europeo in cui si lavorato a quello di origine (in pratica non si poteva tornare in patria, una volta finito il percorso lavorativo), limitava i diritti alle prestazioni familiari, alla casa (si poteva accedere alle liste per le case popolari dopo 3 anni di residenza e non da subito), alla formazione ed alleducazione permanente. stato importante frenare un treno il commento post-voto delleurodeputato del Pd Sergio Cofferati che sembrava lanciato verso uno scenario pericoloso sia per gli immigrati che per i lavoratori europei. Ora continua lex sindacalista bisogna lavorare per riunificare i provvedimenti sullimmigrazione e migliorare questo testo il cui obiettivo devessere dare pi e non meno diritti agli immigrati. Il futuro comunque incerto. La Commissione pare infatti intenzionata a ripresentare pi o meno lo stesso testo, senza prendere atto della sconfitta. La cosa curiosa che la direttiva presentata da Bruxelles costituiva un vero e proprio passo indietro rispetto al Convegno Onu del 1990, peraltro non ratificato da alcun paese della Ue, ma non solo. Il trattamento discriminatorio era anche contrario alla Convenzione del Consiglio dEuropa (che non ha nulla a che fare con la Ue) sui lavoratori immigrati del 1977, questa s ratificata da 6 paesi comunitari, tra cui lItalia. Il Parlamento europeo se n ricordato, non gli eurodeputati del governo, che si sono espressi in aula a favore del permesso unico.

TRAFFICANTI DI ESSERI UMANI

LEuropa approva pene pi severe


Oltre a respingere la cosiddetta Bolkestein 2, il Parlamento europeo ieri ha approvato sanzioni pi dure contro i trafficanti di esseri umani e maggiori aiuti per le vittime. La nuova direttiva dovrebbe coprire anche i reati collegati all'industria del sesso e allo sfruttamento della manodopera nelledilizia, nei lavori agricoli e nelle occupazioni domestiche. Il testo, opera della svedese Anna Hedh (S&D) e dalla slovacca Edit Bauer (Ppe), stato approvato con 643 voti in favore, 10 contrari e 14 astensioni. I trafficanti ora rischiano almeno 5 anni di detenzione, ma le pene salgono in presenza di sfruttamento di minori, in casi in cui coinvolta la criminalit organizzata o se il reato commesso da un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni. Le vittime dovranno ricevere un alloggio, cure mediche, consigli e servizi di traduzione. L'assistenza legale dovr essere gratuita, almeno nei casi in cui i soggetti non abbiano fondi adeguati. Se necessario, le vittime di tratta umana dovrebbero anche avere accesso ai programmi di protezione previsti per i testimoni.

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CAPITALE E LAVORO SPAGNA IN DIFFICOLT Forte aumento dei tassi e borsa di Madrid in rosso
Proseguono le difficolt della Spagna per collocare nuovi titoli del debito pubblico. Ieri il Tesoro spagnolo riuscito a collocare 2,5 miliardi di euro di bond a 12 e 18 mesi, ma stato costretto a pagare tassi in forte crescita. Come nelle precedenti occasioni, la domanda stata elevata, raggiungendo un totale di 6,817 miliardi di euro permettendo alla Spagna di raccogliere la cifra allasta. Per lemissione a 12 mesi, il Tesoro ha collocato 1,990 miliardi a un tasso medio del 3,449% (in Italia siamo a poco pi del 2%) in forte rialzo rispetto all'ultimo collocamento del 16 novembre (2,363%), ma anche in rapporto al tasso di chiusura di luned (1,900%). Per lemissione a 18 mesi sono stati collocati 523 milioni di euro con un tasso medio del 3,721%, ben al di sopra quelle dellemissione precedente (2,664%) e alla chiusura di luned (2,450%). Lannuncio dellemissione ha fatto passare in rosso la borsa di Madrid che aveva aperto in rialzo.

BILANCIO PUBBLICO

Debito: nuovo record a 1867,4 miliardi Entrate ancora in calo


Roberto Tesi eno entrate tributarie, pi debito pubblico. Risultato: i conti pubblici italiani traballano pericolosamente e il futuro non roseo perch i tassi di interesse stanno ricominciando ad aumentare e il prossimo anno il servizio del debito pubblico assorbir maggiori risorse. Sia in termini assoluti che in proporzione al Pil. Secondo quanto pubblicato ieri dalla Banca dItalia nel Supplemento al Bollettino di Finanza pubblica, nei primi dieci mesi del 2010 le entrate tributarie del bilancio dello stato si sono attestate a 294,307 miliardi di euro con una riduzione dell'1,8%. Il che significa che sono stati incassati 5,2 miliardi in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La variazione negativa difficilmente spiegabile visto che nel 2010 il Pil cresciuto anche se di poco (attorno all1%) rispetto al 2009 e teoricamente le entrate tributarie sarebbero dovute aumentare. Ma questo non accaduto e la causa va ricercata nel fatto che nel 2010 si notevolmente ridotto (quasi annullato) il gettito delle imposte sostitutive introdotte con il decreto anticrisi del novembre del 2008 e che nel 2009 aveva prodotto un incremento del gettito, ma non di natura permanente, ma con caratteristiche una tantum. Insomma le imposte ai tempi di Tremonti aumentano solo temporaneamente e solo per una tantum o condoni, mentre il gettito corrente sempre scarso nella certezza che hanno gli evasori che poi arriveranno nuovi condoni a sanatoria. La caduta del gettito tributario ha prodotto, purtroppo, una nuova dilatazione del debito pubblico: il Bollettino segnala che stato toccato un un nuovo record visto che nel mese di ottobre il debito ha raggiunto i 1.867,398 miliardi di euro, contro gli 1.844 miliardi del mese di settembre. Rispetto all'ottobre 2009 - viene spiegato - quando il debito delle amministrazioni pubbliche era a 1.804,5 miliardi, il debito aumentato di circa 63 miliardi. L'aumento ancora pi alto se si calcola l'incremento dall'inizio dell'anno: rispetto ai 1.763,6 miliardi di fine dicembre 2009 la crescita stata di 104 miliardi, con un incremento del 5,9%. Di pi: dalla fine del 2008 il debito pubblico salito di oltre il 12% registrando un incremento di un po pi di 200 miliardi di euro nonostante una fase di bassi tassi di interesse che hanno contenuto la spesa per il servizio del debito. Bankitalia segnala anche che il debito delle amministrazioni locali a ottobre 2010 ha raggiunto quota 111.365 milioni, in calo di 1.035 milioni rispetto ad agosto. Il debito degli enti locali ascrivibile per 41.239 milioni alle Regioni, per 9.137 milioni alle Province e a 49.338 ai Comuni. A settembre - si legge nel documento - le amministrazioni locali del Nord Ovest segnalano un debito di 30.646 milioni (in aumento sui 30.642 di settembre), il Nord Est a 16.583 milioni (in aumento sui 16.531 di settembre), il Centro a 30.386 milioni (in calo sui 30.391 di settembre), il Sud a 24.989 milioni (in calo sui 25.594 di settembre) e le Isole a 8.760 milioni (in ribasso rispetto ai 9.241 milioni di settembre). A propositi delle entrate, c stato una replica del ministero delleconomia e delle finanze che con un comunicato ha fatto sapere che al netto delle una tantum, le entrate tributarie del periodo gennaio-ottobre 2010 si attestano sostanzialmente allo stesso livello registrato nell'analogo periodo dell'anno precedente, con una flessione limitata allo 0,3%. L'osservazione abbastanza corretta, ma lamministrazione pubblica non spiega perch in una fase di ripresa del Pil il fisco incassa meno.

ANCONA

Mauro Ravarino
TORINO

Due fratelli travolti e uccisi in una buca


ue operai sono morti ieri a Numana, in provincia di Ancona, nel crollo di una porzione di terreno. I due lavoratori erano fratelli: Mario e Stefano Sciacca, di 65 e 61 anni, entrambi di Numana. Erano i titolari della ditta la EdilConero che stava effettuando i lavori. Gli Sciacca stavano facendo un allaccio alla rete fognaria dello stabilimento balneare La Perla, a circa 200 metri dalla battigia, e si trovavano a 2-3 metri di profondit quando una spalla della buca che avevano scavato ha ceduto, e i due operai sono stati travolti dal terriccio. Inutili i soccorsi. Sembra che quando i due fratelli sono stati tirati fuori, fossero gi morti. Sulla zona, tra laltro, ieri era in corso una nevicata. Dalle prime indagini condotte ieri, emerso che i due operai avevano finito il lavoro, e stavano andando via dopo un ultimo controllo. Gli inquirenti lo hanno appreso da alcune testimonianze raccolte sul posto. I due erano accosciati a terra quando franato il terrapieno e sono stati travolti dal terriccio. Subito sono scattati i soccorsi, da parte di altri operai che avevano partecipato allo scavo. Quando sono stati tirati fuori, i due fratelli (uno presentava una ferita alla testa, provocata probabilmente dal pietrisco frammisto alla terra) erano gi morti, come ha poi constatato un medico del 118 sceso nella buca. Gli altri soccorsi sono giunti con ritardo a causa della tempesta di neve che in quelle ore stava imperversando su Ancona e nei comuni limitrofi. Sul posto, anche il magistrato di turno. Le indagini dovranno accertare le cause della frana che ha travolto i due fratelli, probabilmente causata dalle abbondanti piogge dei giorni scorsi, che potrebbero aver allentato il terreno. Sembra che i fratelli Sciacca stessero lavorando all'allaccio gi dallaltroieri. Conoscevano il titolare del lido e si occupavano della manutenzione dello stabilimento. Dopo che stato reso noto laccaduto, lAssemblea legislativa delle Marche ha interrotto la seduta per un minuto di silenzio, in memoria dei due operai.

re anni dopo quella notte maledetta, quasi due dall'inizio del processo, arrivano le richieste di condanna da parte del pm Raffaele Guariniello per i sei imputati della strage alla Thyssen, dove il 6 dicembre del 2007 morirono tra le fiamme sette operai. Sedici anni e sei mesi per l'amministratore delegato Harald Espenhahn, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale. Una prima volta, storica, in un un caso di incidenti sul lavoro. Mai era stato ipotizzato un capo di imputazione simile. Tredici anni e 6 mesi per quattro dirigenti (Gerald Prigneitz e Marco Pucci del cda e del board aziendale; Giuseppe Salerno e Cosimo Cafueri, responsabili dello stabilimento torinese), accusati di omicidio colposo con colpa cosciente e omissione dolosa di cautele infortunistiche senza la concessione di attenuanti, perch secondo i pm avrebbero messo in atto una vera e propria strategia per influenzare a proprio vantaggio l'esito del processo. Fin dal giorno dopo la strage, cercando di alterare le prove e condizionare il dibattimento. Nove anni, invece, per Daniele Moroni, dirigente di Terni, per gli stessi reati ma con l'attenuante di aver manifestato una condotta collaborativa. Nelle richieste di pena hanno precisato i pm abbiamo tenuto conto dell'enorme gravit del reato e del gravissimo danno cagionato ai lavoratori e alle loro famiglie. Delusi, per, i parenti (in aula anche i familiari delle vittime dell'Eternit e della strage di Viareggio). Appena finita la requisitoria Grazia Rodin si diretta verso i banchi dell'accusa e a voce alta ha ripetuto: Dovevate chiedere l'ergastolo. L'ergastolo!. Poi, ha aggiunto: La pena troppo bas-

TORINO, THYSSENKRUPP. FUORI DALLA FABBRICA DOPO IL ROGO /FOTO TAM TAM

Omicidio volontario per il rogo Thyssen


Richiesta senza precedenti dal pm Guariniello: 16 anni per lamministratore delegato Espenhahn
sa. Spero che i giudici l'aumentino. Gli imputati devono pagare per sette vite. Anche per la societ Thyssenkrupp, chiamata in causa come persona giuridica (un altro elemento di novit), ci sono state richieste di pena: una sanzione pecuniaria di 1,5 milioni di euro, l'esclusione da agevolazioni e sussidi per un anno, la revoca di quelli gi concessi, il divieto di pubblicizzare i propri beni per un anno e la pubblicazione dell'eventuale condanna sui maggiori giornali internazionali. E, ancora, ottocentomila euro di confisca: Il prezzo del reato come ha spiegato Guariniello quantificando la somma che l'azienda ha risparmiato quando non ha installato un impianto di rilevazione incendi. Devo esprimere ha aggiunto la sofferenza provata nel constatare la capacit a delinquere dimostrata dagli imputati tutti mossi a risparmiare sulla sicurezza all'interno di una multinazionale e non di un mulino. La societ e i suoi massimi dirigenti decisero di correre il rischio. Di accettare che ci fossero incidenti, anche gravi. Torino doveva chiudere e si doveva risparmiare, anzi guadagnare. Lo testimoniano i tagli alla manutenzione, ai sistemi anticendio e lo spostamento a Terni dell'investimento previsto per la linea 5. Guariniello ha, infine, chiesto la trasmissione degli atti per procedere per falsa testimonianza contro tre persone (Arturo Ferrucci, capo del personale, Frank Kruse e Leonardo Lisi), e per procedere per omissione volontaria di cautele e omicidio colposo a carico di una quarta, l'ingegner Berardino Queto, consulente della ThyssenKrupp sui piani antincendio prima del rogo e durante il processo. Se la richiesta verr accolta ci sar un'inchiesta bis per le violazioni delle norme in materia di sicurezza che si aggiunger al procedimento, gi in corso con una decina di indagati, per le false testimonianze rese in aula. Non avevo mai visto una cosa del genere ha commentato Guariniello non stato un episodio isolato ma una strategia di pi persone che si protratta per mesi. Un'altra indagine in corso quella sui sopralluoghi combinati degli ispettori dell'Asl. Il processo Thyssen, come quello Eternit, segna dunque un passo di svolta. Ma per Guariniello non si tratta di una nuova giurisprudenza. Abbiamo solo applicato le norme della Cassazione su delle prove che, nei casi di infortuni mortali sul lavoro, in generale non sono mai emerse. La novit in effetti che siamo davanti a una Corte d'Assise. Per l'avvocato di parte civile Sergio Bonetto le richieste sono equilibrate e rigorose, non fanno sconti. Esagerate, invece, per Ezio Audisio, difensore di Espenhahn.

EDILIZIA Sono gi 135 i morti nel 2010


Dallinizio dellanno a fine novembre, i morti sul lavoro in edilizia sono stati 135 (il 28% di tutte le morti bianche del Paese). A dirlo losservatorio sicurezza di Vega Engineering di Mestre: i lavoratori nelle costruzioni vengono esposti quotidianamente a rischi mortali senza imbragature n protetti da parapetti. Molto spesso non indossano gli elmetti e le scarpe antinfortunistiche. Questa molto spesso la prassi lavorativa per chi opera nelledilizia, ed ecco che 6 decessi su 10 sono dovuti proprio a una caduta dallalto. La regione in cui il dramma maggiormente sentito la Campania, con 18 vittime, seguita da Lazio e Lombardia (14), da Veneto ed Emilia Romagna (12) e dalla Sicilia (11). Piemonte, Puglia e Calabria ne segnano 8, Marche e Toscana 5, Abruzzo e Liguria 4, Trentino Alto Adige e Sardegna 3. Nella classifica provinciale, invece, Napoli al primo posto (7 morti). Seguono Latina (6), Roma (5), Milano, Belluno e Palermo (4).

TOSCANA Oggi incontro su cassa e buonuscite. E spuntano le newco

Tavolo per salvare i dipendenti Sasch


avolo istituzionale questa mattina per la vertenza che riguarda i dipendenti della Sasch, noto marchio di abbigliamento che ha accusato di recente i colpi della crisi e ha minacciato i posti di lavoro dei suoi stabilimenti in Toscana. I rappresentanti di azienda, sindacati, enti locali si ritroveranno negli uffici dellassessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini e verificheranno la fattibilit delle ipotesi di accordo uscite due giorni fa dalla riunione-fiume tra propriet e organizzazioni sindacali. Tra i punti della probabile convergenza tra i sindacati e la Sasch ci sono lapplicazione degli ammortizzatori sociali a tutti i 395 dipendenti, compresi quelli dei negozi; 1.000 euro di acconto entro dicembre per i lavoratori a rischio salario; 5.300 euro di buonuscita per coloro che entrano in mobilit; il mantenimento delle retribuzioni agli assunti nelle newco previste dal piano aziendale. Per il futuro del gruppo Sasch, esposto con i creditori

per oltre 150 milioni di euro, sar decisiva la valutazione di Fidi Toscana, che verr resa nota oggi. Da qualche giorno, su richiesta dellassessore regionale, la finanziaria sta studiando la situazione economica del gruppo Sasch per valutare il proprio intervento. Difficile pensare a un suo impegno finanziario diretto, come ha voluto precisare Simoncini gi al tavolo di venerd scorso ricordando le dimensioni della crisi economica in regione. Lipotesi pi probabile che Fidi Toscana sia disponibile a fare da garante con le banche creditrici. Da questo potrebbe dipendere direttamente il futuro di una delle aziende del gruppo, la Gommatex Jersey, la cui chiusura dipende solo da mancanza di liquidit. La rapidit con cui si arriver a siglare un accordo e quindi ad avviare il concordato preventivo fondamentale per la propriet, gi convocata in tribunale il 20 gennaio per listanza di fallimento presentata da unimpresa artigiana nei confronti della Sasch.

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il manifesto

MERCOLED 15 DICEMBRE 2010

INTERNAZIONALE
BANGLADESH: A FUOCO UNA FABBRICA TESSILE
hanno denunciato che le uscite di emergenza erano bloccate, riferiva un ispettore di polizia allagenzia Afp. I pompieri hanno impiegato 5 ore per domare le fiamme, aiutati dai soldati del vicino distretto militare: nel tardo pomeriggio si estraevano ancora corpi dalle macerie. In una simile tragedia, in febbraio, oltre 20 operaie erano morte nel rogo della loro fabbrica a Gazipur, a nord di Dhaka. Lindustria tessile tra le pi importanti del paese, circa 4.500 fabbriche (con 3 milioni di operai, per lo pi donne) che producono per grandi marche di abbigliamento occidentali e fanno l80% dellexport annuale del Bangladesh (oltre 10 miliardi di dollari annui). Ma unindustria caratterizzata da grande sfruttamento. Dopo unondata di scioperi, lo scorso agosto le operaie avevano strappato il primo aumento dal 2006: il salario minimo salito dell80%, a 45 dollari mensili. Le aziende per non hanno cominciato a pagarlo: e domenica scorsa decine di migliaia di operaie hanno protestato in diverse citt, scontrandosi con la polizia - che ha sparato, uccidendo tre persone nella zona speciale per lexport di Chittagong, nel sud. ma.fo.

Fiamme e panico uccidono 25 operaie


Un incendio in una fabbrica di abbigliamento ha ucciso almeno 25 operaie ieri in Bangladesh, nel distretto industriale di Ashulia, 25 chilometri a nord della capitale Dhaka. Un centinaio di persone sono rimaste ferite, almeno 50 con ustioni gravi. Un bilancio drammatico: e poteva essere peggio perch in quella fabbrica, un edificio di dieci piani del Hameem Group (uno dei maggiori esportatori di tessili del paese), lavorano oltre 10mila persone, l85% donne. Ma lincendio scoppiato intorno allora di pranzo, quando molte operaie erano fuori; divampato per cause ancora ignote al nono piano, dove c la mensa, si diffuso rapidamente nei locali pieni di stoffe (qui accanto una foto reuter). I testimoni descrivono scene di panico; nel tentativo di fuggire persone sono state viste buttarsi nel vuoto, altre si sono ferite nella calca. Molti lavoratori

a cura della redazione esteri

JOHN PILGER

Con Internet ha scardinato il giornalismo


LONDRA

ikileaks sta facendo quello che i giornalisti dovrebbero fare e non stanno facendo. Per questo c cos tanta invidia. John Pilger, il 71enne decano del giornalismo investigativo britannico, anche lui di origini australiane come Julian Assange, celebre per i suoi documentari sulla guerra in Vietnam e in Cambogia, era ieri nellanticamera della Westminster Magistrates Court assieme allo scrittore Tariq Ali, e al regista Ken Loach. Tutti venuti a dare sostegno al fondatore di Wikileaks. Per Pilger, che ha festeggiato la notizia del rilascio su cauzione di Assange, Wikileaks sta cambiando la faccia del giornalismo investigativo. Tutti i giornalisti dovrebbero mostrare solidariet verso Assange e i suoi collaboratori. Invece si avverte soprattutto il fastidio, dato che molte istituzioni del giornalismo si vedono superare da un gruppo di ragazzi con un sito Internet. Con larresto di Julian Assange si sta aprendo nuovamente il dibattito sulla libert di informazione. Gli Stati uniti che non vogliono fare la figura dei censori sostengono che Assange non un giornalista. Lei come giornalista che cosa ne pensa? Julian Assange sicuramente un giornalista, come lui stesso mi ha detto. Del resto anche il suo titolo ufficiale editor-in-chief, o capo redattore di Wikileaks. Poi chi che decide chi giornalista o no: il governo Usa? Stando a sentire i portavoce del governo statunitense n io n voi giornalisti de il manifesto verremmo considerati giornalisti, perch abbiamo una linea politica. Come se i giornalisti mainstream o quelli di destra non avessero una linea politica. Lei negli ultimi decenni stato uno dei pionieri del giornalismo investigativo, prima come inviato speciale per il Daily Mirror e poi per la televisione. Qual la vera novit del giornalismo investigativo via internet? Prima di tutto la velocit. Wikileaks sta facendo in pochi giorni rivelazioni eclatanti sul funzionamento della diplomazia e dellapparato militare statunitense che in passato avrebbero richiesto mesi se non anni di lavoro. E ha introdotto un modello interessante in cui i giornalisti diventano facilitatori per la diffusione di informazioni rivelate dai whistleblowers (letteralmente i fischiatori, una figura codificata nel mondo anglosassone). Persone che lavorano per lo stato e rendono noti segreti scottanti perch pensano sia giusto che il pubblico venga a sapere. Con o senza internet, non si fa giornalismo investigativo senza questi whistleblowers. Ed importante che anche loro vengano protetti. Nonostante limportanza delle informazioni pubblicate da Wikileaks sembra esserci poca solidariet da parte dei suoi colleghi giornalisti. Il fatto che Wikileaks sta mettendo in imbarazzo i giornalisti tradizionali che negli ultimi anni si sono abituati a fare gli stenografi del potere. un vero e proprio choc per tante istituzioni giornalistiche come il New York Times, o il Washington Post, ma anche per tanti giornalisti del Guardian, illusi che il loro ruolo fosse insostituibile. Per questo nella stampa serpeggia invidia e risentimento verso Assange. Ma invece di arrabbiarsi dovrebbero cogliere quello che sta succedendo come un invito a tornare a svelare quello che i governi vorrebbero nascondere ai cittadini. p. g.

SUPPORTER DI ASSANGE FUORI DAL TRIBUNALE DI LONDRA /FOTO REUTERS

WIKILEAKS 240mila sterline e lascer la cella. Ma la Svezia ricorre

Libert vigilata per Assange Cauzione e restrizioni


Paolo Gerbaudo
LONDRA

CABLOGATE

ssange libero - chiedevano a gran voce i manifestanti radunati sin dalla mattinata con cartelli, striscioni, megafoni e maschere di fronte alla Westminster Magistrates Court, assediata da centinaia di giornalisti da tutto il mondo con telecamere, antenne e microfoni. E cos hanno acconsentito i giudici inglesi riuniti per valutare la richiesta di rilascio su cauzione. Per la corte di Westminster non c pi pericolo di fuga, ma la decisione di Londra stata contestata dalla magistratura svedese che ricorrer in appello. Dunque Assange, che gi ha scontato una settimana di prigione, torner effettivamente libero quando i giudici inglesi si pronunceranno su questultimo punto. Al massimo tra 48 ore. Intanto Assange resta in cella e servono urgentemen-

Berlusconi favor Mediaset contro Sky


Silvio Berlusconi starebbe usando il potere del suo governo per mettere le briglie ad internet e togliere pubblicit a Sky allo scopo di favorire Mediaset e controllare il dissenso. Sono giudizi severi quelli contenuti in un cable firmato dall'ambasciatore americano a Roma David Thorne lo scorso febbraio, alla vigilia dell'approvazione della legge Romani su internet e tv. Il file - anticipato luned notte dal quotidiano spagnolo El Pais e diffuso in rete ieri sul sito di WikiLeaks - disegna un quadro del settore informativo in Italia e riporta tutte le preoccupazioni di Thorne.

te 240.000 sterline (circa 282mila euro) in contanti per pagare la cauzione. Il fondatore di Wikileaks infatti non pu usare i soldi arrivati da carte di credito Visa o Mastercard, che nei giorni scorsi hanno bloccato le donazioni al sito e gli assegni richiederebbero diversi giorni per essere incassati. I suoi legali, che hanno gi racimolato 40.000 sterline cash 20.000 dollari li ha mandati Michael Moore, altri arriveranno dallo scrittore Hanif Kureishi - si stanno dando da fare. In ogni caso si tratter di libert provvisoria e altamente sorvegliata. Laustraliano atteso l11 gennaio per una nuova udienza in cui i giudici cominceranno a esaminare nel merito le accuse mosse da Stoccolma, che lo vuole processare per reati sessuali. Nel frattempo dovr indossare un braccialetto elettronico, con lobbligo di firma ogni giorno alle 6 di pomeriggio e non potr uscire

uscire di casa dalle 10 alle 14 e dalle 22 alle 2 di mattina. Vaughn Smith, direttore dellassociazione giornalistica Frontline Club, dove Assange si era rifugiato prima dellarresto, ha gi messo a disposizione la propria sontuosa casa di campagna, poco fuori Londra. Sar una prigionia nel castello - ha ironizzato Stephens lavvocato di Assange. In tribunale ieri cera Christine, la madre di Assange - Sono molto, molto felice ha commentato - e cerano anche il regista Ken Loach, il giornalista John Pilger, lo scrittore Tariq Ali e l'attivista per i diritti umani Bianca Jagger, ex-moglie del leader dei Rolling Stone. Fuori tanti attivisti del movimento contro la guerra, convinti che Wikileaks abbia svelato al pubblico la cruda realt del conflitto in Iraq e Afghanistan. Per Lucy, una signora cinquantenne con una kefiah intorno al collo: Assange ha fatto tanto per aprire gli occhi alla gente sulla brutalit del conflitto. Le accuse contro di lui nascondono chiare motivazioni politiche. Di fianco a lei Mark, un ragazzo di 26 anni, sul volto la maschera di Julian Assange come invent il film Essere John Malkovich: Le guerre finiranno quando la gente sapr che cosa si cela dietro la propaganda militare, ci ha detto festeggiando la notizia della libert vigilata. Ma Assange arrabbiato, ha riferito il avvocato Mark Stephens uscendo dall'aula affollatissima, tenuto in cella in condizioni orwelliane. Ma sa di aver ragione e si batter per tornare libero - ha dichiarato il legale che ha accusato i magistrati svedesi di non aver ancora inviato a Londra i documenti dellaccusa. Contro il fondatore di Wikileaks verrebbero mossi quattro capi di accusa tra cui figurano molestie sessuali e stupro per aver fatto sesso a sorpresa senza preservativo con due donne svedesi nellagosto scorso a Stoccolma, dopo la sua partecipazione a una conferenza sulla libert di informazione. Stando a diversi esperti di diritto difficilmente i procuratori svedesi riusciranno a mettere le mani su Assange, anche a causa di diversi errori e lacune negli incartamenti inviati da Stoccolma a Londra. Tuttavia gli Stati uniti non sarebbero intenzionati a demordere e sarebbero pronti a chiedere a loro volta lestradizione che vorrebbero processare per reati informatici. La prospettiva di una lunga battaglia giudiziaria non sembra per spaventare Assange. Luomo dellanno secondo i lettori del Time Magazine. Le mie convinzioni non vacillano. Rimarr fedele ai miei ideali, ha detto lui in un messaggio per sua madre. Poi un camioncino bianco lo ha riportato lo ha riportato dietro le sbarre.

STATI UNITI SCOMPARE HOLBROOKE, DETTO IL BULLDOZER Richard Holbrooke, figura di spicco della diplomazia Usa, morto ieri al George Washington University Hospital, dove era stato ricoverato durgenza venerd dopo un collasso, durante un estremo tentativo di operazione al cuore. Holbrooke, 69 anni, attuale inviato speciale della Casa bianca per lAfghanistan e il Pakistan, aveva cominciato la sua carriera durante la guerra in Vietnam e si era guadagnato la fama di bulldozer della diplomazia Usa. E stato in particolare lartefice del trattato di pace che nel 1995 ha messo fine alla guerra dei Balcani creando una fragile geografia di stati e entit nazionali. Difficile dire se la sua diplomazia del muso duro avrebbe ottenuto risultati in Afghanistan e Pakistan, ma la sua scomparsa un colpo per Obama, alla vigilia dellultima revisione della strategia Usa in Afghanistan. COSTA DAVORIO LESERCITO DISPERDE SOSTENITORI DI OUATTARA Lesercito ivoriano ha sparato lacrimogeni contro una manifestazione di sostegno a Alassene Ouattara, il pretendente alla presidenza che le Nazioni unite riconoscono come vincitore delle elezioni dello scorso novembre. Lo scontro avvenuto nella citt di Tiebissou, al posto di blocco che segna il limite tra il territorio del nord controllato dai ribelli (che sostengono Ouattara) e quello dei governativi. E un segnale di cosa potrebbe avvenire gioved, quando il partito di Ouattara ha annunciato una grande marcia a Abidjan per prendere possesso dei palazzi istituzionali e della televisione di stato - difesi per dallesercito, che appoggia Laurent Gbagbo, il presidente uscente che si insediato per un nuovo mandato non riconosciuto. COSMOPOLITISMO POLACCO NATO IN NIGERIA: IL PRIMO DEPUTATO NERO John Abraham Godson, nato in Nigeria, emigrato in Polonia negli anni 90 - cittadino polacco, sposato con figli da ieri il primo deputato nero in un paese poco propenso alla tolleranza razziale. Membro della Piattaforma Civica (centrodestra) era il primo dei non eletti e ora prende il posto di una collega diventata sindaco di Lodz. VENEZUELA CHAVEZ SOTTO LA TENDA GOVERNER PER DECRETO Il presidente Hugo Chavez (che ha annunciato il suo temporaneo trasferimento in una tenda beduina regalatagli da Gheddafi e piantata nei giardini del palazzo presidenziale di Miraflores per fare spazio a 25 famiglie che hanno perso la casa nelle recenti piogge torrenziali), come gi nel 1999, nel 2000 e nel 2007, ha chiesto al congresso poteri speciali, tramite una Ley habilitante, per poter varare leggi per decreto (fra cui un sensitivo paquete de leyes del poder popular), nei prossimi 12 mesi. Il progetto di legge stato inviato ieri al parlamento uscente, in carica fino al 5 gennaio quando subentrer il nuovo, votato nelle elezioni del 26 settembre, in cui il peso dell'opposizione sar maggiore (nel 2005 commise lerrore di ritirarsi dal voto sperando di deligittimare il presidente). L'opposizione gi insorta.

COLONIALISMO 80 paesi arrivati allindipendenza ma restano 16 casi irrisolti, fra cui Sahara occidentale (e Palestina)

Cinquantanni fa la risoluzione Onu sulla decolonizzazione


l 14 dicembre 1960 una risoluzione dellassemblea generale dellOnu proclamava il diritto di tutti i popoli allauto-determinazione e la necessit di mettere la parola fine al colonialismo, rapidamente e incondizionatamente. Due anni dopo lOnu cre il Comitato per la decolonizzazione e pur se da allora 80 ex-colonie sono arrivate, spesso dopo sanguinose lotte di liberazione, allindipendenza (il che non vuol dire che siano diventate indipendenti), il Comitato ancora in piedi. 50 anni dopo ci sono ancora 16 territori non indipendenti (tutte isole, tranne 2). Timor est, excolonia indonesiana indipendente dal 2002, lultimo paese a uscire dalla lista nera. I 16 sono Anguilla, Bermudas, Gibilterra, Guam, Caimn, Falkland-Malvine, Turks e

Caicos, Vergini britanniche, Vergini statunitensi, Montserrat, Nuova Caledonia, Pitcairn, Sahara occidentale, Samoa americane, SantElena, Tokelau. Nomi spesso sconosciuti ai pi, che non siano turisti ben forniti, evasori fiscali o rilavatori di denaro sporco. Come le inglesi Anguilla e Bermuda (questa con il pil pro-capite pi alto del mondo, sede di 13000 imprese in 53 km2), le Caymn (inglesi, uno dei centri finanziari off-shore pi famosi/famigerati del mondo, pi imprese che abitanti, 260 banche, 9 mila fondi dinvestimento, 80 mila compagnie), le Isole Vergini britanniche e quelle americane. Ben nota invece Gibilterra, dal 1713 territorio britannico, invano reclamata dalla Spagna, che per non pu spingere troppo visto che

mantiene due enclave spagnole in territorio marocchino, Ceuta e Melilla. Poi la misteriosa Guam, punto-chiave della strategia militare Usa nel Pacifico. Le Falkland-Malvine, le isole del sud-Atlantico oggetto nell82 di una grottesca quanto sanguinosa guerra della fine del mondo fra Argentina (che le reclama con qualche ragione) e lInghilterra, con il mito del petrolio sul fondo del mare. Montserrat, territorio anglo-caraibico colonizzato da discendenti di irlandesi ma reso quasi inabitabile dalle eruzioni vulcaniche. La Nuova Caledonia, territorio francese nel Pacifico e destino dei galeotti dOltralpe, che potrebbe andare a un referendum indipendentista a partire dal 2014. Pitcairn, colonia britannica nel Pacifico resa famosa come salvifico approdo degli ammutina-

ti del Bounty (46 abitanti in tutto). Le Samoa americane, nel Pacifico, regno della pesca del tonno. SantElena, isolotto inglese perduto fra Africa e Sudamerica, lutimo esilio di Napoleone. Tokelau, nel Pacifico, per due volte no allindipendenza dalla Nuova Zelanda. Infine il Sahara occidentale, il caso pi eclatante, ex colonia abbandonata dalla Spagna nel 75 alla morte di Franco, a cui nell85 il Comitato Onu per la decolonizzazione ha riconosciuto il diritto allautodeterminazione, rifiutato dal Marocco(e Spagna, Francia e Usa). Se il Sahara il caso pi eclatante, il caso pi scandaloso un altro che pure non compare nella lista: quello della Palestina - la Cisgiordania e Gaza - occupata, nel 48 o almeno nel 67, da Israele. (m.m.)

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Pu sembrare paradossale, ma a centanni di distanza dalla scomparsa dellautore di Guerra e pace sembrano sul punto di compiersi le sue ultime volont: essere ricordato non tanto per le opere narrative quelle sciocchezze, come amava ripetere davanti a testimoni attoniti quanto per i testi di carattere teorico composti allindomani della conversione. Un sentiero di lettura tra gli ultimi titoli
Valentina Parisi ue date fauste avrebbero dovuto secondo Guido Ceronetti contrassegnare il 2010: il centenaro dalla morte di Tolstoj e il centocinquantenario dalla nascita di Cechov, formidabili consolatori del genere umano. A distanza di quasi dodici mesi non si pu che constatare leccessivo ottimismo di un simile augurio: se dellanniversario cechoviano non si accorto pressoch nessuno, il centenario dellautore di Guerra e pace, pur in assenza di progetti editoriali di ampio respiro o di percorsi interpretativi originali, sembra avere evidenziato una netta cesura nella ricezione del romanziere, sulla quale vale senzaltro la pena di interrogarsi. Il lento ma inesorabile esaurirsi di celebrazioni un po in sordina potrebbe diventare loccasione per stabilire quale posizione abbia assunto lastro tolstojano e quale faccia ci mostri ora di s: ovviamente a patto di affidarci alla bella e amabile illusione gi attribuita da Leopardi agli anniversari: lillusione di indurci a credere che due date prive di qualsiasi nesso siano in realt legate da unintima necessit, dal materializzarsi di unombra che torna a visitarci. Pu sembrare paradossale, ma a centanni di distanza dalla scomparsa sembrano sul punto di compiersi le ultime volont dello scrittore: essere ricordato non tanto per le sue opere narrative quelle sciocchezze, come amava ripetere dinanzi a testimoni lievemente attoniti quanto per i testi di carattere teorico ed edificante composti allindomani della conversione. Una sorprendente rivincita postuma del moralista sul romanziere sancita da molti titoli apparsi di recente.

con Tolstoj
TOLSTOJ CON LA MOGLIE

UN ANNO

Il versante pedagogico
I titoli usciti negli ultimi tempi vanno da Il risveglio interiore. Scritti sulluomo, la religione, la societ (a cura di Nicola Caleffi e Guglielmo Leoni, Incontri Editrice) a La religione del progresso e i falsi fondamenti dellistruzione (a cura di Giuseppe Ianiello, Pungitopo), passando per La schiavit del nostro tempo. Scritti su lavoro e propriet (a cura di Bruna Bianchi, Bfs edizioni) e il saggio di Bruno Milone, Tolstoj e il rifiuto della violenza, in cui il romanziere russo viene celebrato come pervicace negatore (netovshchik, cos laveva ribattezzato il principe Petr Vjazemskij) di idee ritenute scontate dai suoi contemporanei (in primis il progresso elevato a legge), nonch anticipatore di temi quali la descolarizzazione e la decrescita. In questa ottica, di particolare interesse il volumetto proposto da Pungitopo dove, replicando a un certo signor Markov che aveva definito irrealistici i metodi di insegnamento sperimentati a Jasnaja Poljana, Tolstoj smascherava i presupposti coloniali impliciti nella religione del progresso e ribadiva linterrogativo posto alla base del suo pensiero: I figli dei contadini devono imparare a scrivere da noi o noi da loro?. Accanto a questa rivalutazione delle considerazioni pedagogiche del romanziere russo (avviate in Italia nel 1995 dal volume di Pier Cesare Bori Laltro Tolstoj e riprese dal convegno di studi Fa quel che devi, accada quel che pu. Arte, etica e politica in Lev Tolstoj, che si tenne in novembre a Ca Foscari), gli scaffali evidenziano unaltra variante dellaccanimento biografico: quella per cui lattenzione si andata concentrando, appunto, sul personaggio Tolstoj e, in particolare, sullafflato indubbiamente romanzesco della sua fuga da Jasnaja Poljana su treni di terza classe diretti verso il sud. I possibili sviluppi nar-

BILANCIO DEL CENTENARIO DISERTATO DALLEDITORIA


rativi di questo epilogo sono stati esplorati con alterne fortune da una pletora di testi che vanno dal Tolstoj morto di Vladimir Pozner (scritto nel 1935 e proposto a maggio da Adelphi nella traduzione di Giuseppe Girimonti Greco) alla Fuga di Tolstoj di Alberto Cavallari (1986, ripubblicato ora da Electa) allUltima stazione di Jay Parini (Bompiani, traduzione di Lorenzo Matteoli), cui fa da corollario Begstvo iz raja (Fuga dal paradiso) di Pavel Basinskij, un libro che ha appena vinto a Mosca il premio Bolshaja Kniga, e tende a rileggere retrospettivamente tutta la parabola esistenziale e artistica dello scrittore alla luce del suo atto finale. lari riletture che sono le ri-traduzioni. Tuttal pi si dipanano narrazioni accessorie e periferiche, come litinerario coniugale intrapreso dalle edizioni La Tartaruga gi nel 2009 con la pubblicazione di Amore colpevole (mediocre romanzo della moglie Sofja) e proseguito ora con una scelta dai Diari della stessa contessa Tolstaja. Nella medesima linea, bench con esiti pi significativi, si colloca Preludio a Chopin che inaugura la nuova collana Asce degli Editori Riuniti: quattro racconti di autori diversi, diseguali per valore letterario e legati tra loro da una comune intenzione: replicare a quellinaccettabile provocazione rappresentata dalla Sonata a Kreutzer, ultimo atto dellannichilimento dialettico che Tolstoj aveva riservato alla istituzione matrimoniale, tanto nella Felicit domestica che in Anna Karenina. Tra gli autori che polemizzano con Tolstoj c innanzi tutto il suo quartogenito Lev Lvovic, i cui due testi sono interessanti pi che altro come atto daccusa contro la generazione egoista dei padri che vorrebbero negare ai giovani la possibilit di un amore puro e (neo)romantico. A questi si affianca il racconto di Nikolaj Leskov A proposito della Sonata a Kreutzer, una raffinata sfida endoletteraria dove intorno ai rimorsi di coscienza di unadultera convergono non solo gli alter ego di Tolstoj e dello stesso Leskov, ma addirittura lombra di Dostoevskij. Anche Cechov si unisce al coro con Mia moglie, bench questo soffocante interno domestico illuminato con la consueta intelligenza e malinconia sembri ispirarsi, pi che al dibattito sulla Sonata tolstojana, alla carestia che nel 1892 colp la regione in cui si trovava Melichovo, la tenuta dello scrittore. Soffocato dal chiacchiericcio dei suoi familiari e privo di alcuni tra i suoi lettori pi sensibili (in libreria manca sia il fondamentale volume di Viktor Sklovskij edito dal Saggiatore nel 1978, sia il saggio di Dmitrij Merezkovskij che nel remoto 1900 inaugur la tradizione del raffronto con Dostoevskij), Tolstoj appare oggi confinato in un passato arcirusso, come suggerisce anche il sottotitolo di una biografia appena uscita in Inghilterra, Tolstoy: A Russian Life di Rosamund Bartlett. Perch, invece, non riportarlo a confronto con Kierkegaard o con Proust, come si era gi tentato ventanni fa, o indagarne la presenza fantasmatica, ma pi che accertata, nella prosa postmoderna russa di oggi? Sul fronte editoriale italiano levidente mancanza di investimenti tolstojani appare tanto pi sorprendente dal momento che, solo ventanni fa, leffervescenza era tale da generare veri e propri mostri. Ricordo, a questo proposito, che Tolstoj entr nella mia vita di dodicenne era il 1988 con un titolo bizzarro, Casa Rostov: il volume che mi venne messo allora in mano conteneva stralci di Guerra e pace nelladattamento che leditore Marietti aveva approntato per i pi giovani: niente digressioni storico-filosofiche, pochissima guerra e, della pace, la sola linea narrativa legata alla casata Rostov, privilegiata rispetto a quella dei Bolkonskij nella speranza di far scattare nelle menti preadolescenziali i pi scontati meccanismi di identificazione psicologica. Cos amputato, Guerra e pace si riduceva a un libretto tutto sommato agile, di sole duecentocinquanta pagine, che divorai avidamente, un po turbata dalla sua sconclusionatezza di fondo: i riassunti inseriti qua e l non potevano certo restaurare la coerenza dellintreccio e parevano alludere alla mole invisibile che si estendeva al di l delle pagine superstiti. Limmaginazione finiva cos per proiettarsi su quei territori negati, su quel resto che veniva taciuto. Pi tardi, una volta affacciata sulla mole del corpus tolstojano, mi accorsi che quel caso di vivisezione editoriale aveva lasciato una traccia durevole nella mia memoria. Non a caso, a distanza di anni, limmagine della lacuna o, meglio, delleclissi resta inscindibile per me dallopera dello scrittore di Jasnaja Poljana, complice anche la lettura reiterata dei Diari dove, a frammenti di sfolgorante introspezione, subentrano abissi temporali spiazzanti, quando lautore, dopo aver fustigato per bene la propria vanit ed essersi imposto regole di condotta draconiane, dimentica per mesi, se non per anni, i suoi quaderni in un cassetto. O magari per effetto di quel passo meraviglioso di Adolescenza in cui si descrive intento a voltarsi di scatto, per sorprendere il nulla cosmico che intuisce alle sue spalle. A distanza di anni Tolstoj avrebbe riposizionato la sede di quel vuoto, imprimendole una rotazione di 180 gradi e collocandola di fronte a s (Vivo luomo che avanza verso il luogo rischiarato da un lume che si muove innanzi a lui, annot nel diario del 1890), ma immutata sarebbe rimasta in lui la tendenza a contraddirsi, a superare quanto era gi in suo possesso. Non si pu mettere su un piedestallo, ad ammaestramento dei posteri, un individuo che esclusivamente una lotta, scriveva di Dostoevskij nel 1883; eppure avrebbe potuto benissimo riferire questa frase a se stesso, perennemente impegnato comera a inseguire il miraggio dellautoperfezionamento, a respingere la tranquillit definendola vigliaccheria dellanima.

Voci catturate in famiglia


A fronte di questo tenace interesse per gli ultimi giorni di Tolstoj risulta tanto pi impressionante il vuoto che si aperto intorno alla sua opera narrativa: con la meritoria eccezione del racconto Chadzi Murat, edito da Voland nella nuova versione di Paolo Nori, lanno del centenario ha brillato soprattutto per lassenza di quelle partico-

Ipotesi su un disinteresse
Alla luce di questa discontinuit gi notata da Isaiah Berlin, forse non dobbiamo sorprenderci se una parte di Tolstoj fatalmente destinata a restare in ombra, a sottrarsi allo sguardo dei lettori. Resta per da chiedersi se lo scarso fermento editoriale del 2010 sia indice di saturazione (Tutti hanno gi letto Tolstoj) oppure di scoramento (Nessuno legge pi Tolstoj). E se sul versante accademico sia opportuno dedicare interi corsi allaltro Tolstoj, visto che gli studenti spesso non hanno ancora letto Guerra e pace neppure in forma vivisezionata. Definendolo uomo di intempestivit, inattualit e differenza, Andrea Zanzotto lo ascriveva al novero ristretto di quegli autori che potrebbero investire tutta la nostra esistenza con una semplice frase. In effetti, basterebbe a dimostrarlo quellautentica slavina verbale che lincipit geniale e arcigno di Resurrezione: Per quanto gli uomini, riuniti a centinaia di migliaia in un piccolo spazio, cercassero di deturpare la terra su cui si accalcavano, per quanto la soffocassero di pietre, perch nulla vi crescesse, per quanto estirpassero qualsiasi filo derba che riusciva a spuntare, per quanto esalassero fiumi di carbon fossile e petrolio, per quanto abbattessero gli alberi e scacciassero tutti gli animali e gli uccelli la primavera era primavera anche in citt.

IN RUSSIA

Riletture, omaggi e dissacrazioni nella lingua del grande romanziere

Nel corso di questo anno tolstojano in Russia non sono certo mancate le riletture, gli omaggi e le dissacrazioni. Se lultimo romanzo di Viktor Pelevin, significativamente intitolato T, si annuncia come lennesima pirotecnica fantasia sul tema della fuga del romanziere russo da Jasnaja Poljana, Vladimir Sorokin costruisce la sua recente fatica, Metel (Tempesta di neve), intorno a una riattualizzazione della forma tipicamente ottocentesca della povest (romanzo breve o racconto lungo che dir si voglia). Difficile infatti non accorgersi che dietro il viaggio metafisico del medico di campagna Platon Ilic Garin nel cuore della natura matrigna russa si cela la duplice ombra di Puskin e Tolstoj, entrambi autori di due racconti dallidentico titolo. Un esperimento, questo della rilettura incrociata di Puskin e Tolstoj, gi intrapreso da Vladimir Makanin a met degli anni Novanta in Kavkazskij plennyj (Il prigioniero del Caucaso), disillusa trasposizione post-coloniale del mito letterario del Caucaso nella Cecenia dei giorni nostri.

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il manifesto

MERCOLED 15 DICEMBRE 2010

RASSEGNE Al Caff San Marco di Trieste la fiera delleditoria Bobi Bazlen


arrivata alla terza edizione la fiera intitolata al grande (e non abbastanza conosciuto) consulente editoriale Bobi Bazlen, che si terr a Trieste dal 17 al 19 dicembre. Fiera atipica per tanti motivi, dalla scelta di circoscrivere il proprio ambito alleditoria di progetto alla sede, lo storico caff letterario San Marco. Anomalie a parte, per, la rassegna propone, come le altre del suo genere, un calendario di incontri (si trova su fierabazlen.wordpress.com) e un focus, dedicato questanno alleditoria slovena. Tra gli appuntamenti, un dibattito su Come se mangiassi pietre (Keller), reportage letterario sulla Bosnia Erzegovina del giornalista polacco Wojciech Tochman, alla cui traduttrice, Marzena Borejczuk, stato assegnato il primo premio alla traduzione Bobi Bazlen e un incontro con il poeta Nanni Cagnone di cui uscita per Galleria Mazzoli una nuova versione dell' Agamennone di Eschilo.

NARRATIVA

SOCIET

Eros e abnegazione nellesordio di Veronica Tomassini


LIBRI: VERONICA TOMASSINI, SANGUE DI CANE, LAURANA EDITORE, PP. 232 , E. 16

Intrecci di narrazioni per riflettere sullesperienza trans


LIBRI: AUTORI VARI, ELEMENTI DI CRITICA TRANS, MANIFESTOLIBRI, PP. 160, E. 18

Nando Vitale nove anni, Christiane F. Noi i ragazzi dello zoo di Berlino, poi I ragazzi della via Paal, infine Henry Miller e Anais Nin. Al liceo i suoi temi erano carichi di melodramma e di retorica. Nellintervista al blog Sul romanzo, Veronica Tomassini descrive la genealogia del laboratorio di scrittura riconoscibile dietro le quinte del suo testo di esordio, Sangue di cane: Congiunzioni, incontri speciali, che io chiamo affinit-traghetto. Ricominci tutto di nuovo, la mia orbita affastellata di parole, io dentro, confusa, a raccattare e rimettere insieme periodi brevi, sempre pi brevi, accecata dallidea di una scrittura nobile solo se cattiva, scarnificata, laconica. Infine, lamore per gli scrittori russi, laspirazione al medesimo sguardo lucido, a fornire tono e intensit a una scrittura diseguale e ossessiva, vacillante tra maledizioni terrene e invocazioni divine. Sangue di cane il racconto di un tentativo di trasmutazione dellorrore attraverso un paradigma di eros e abnegazione. Ma non c nulla di pianificato: viene prima lamore, nato dallincontro tra un giovane e bellissimo polacco che chiede spiccioli a un semaforo di Siracusa e una ragazza italiana. Lamicizia sostiene Maurice Blanchot una forma di ospitalit. E lamore, cos come lo descrive Veronica Tomassini, una versione dellospitalit e dellaccoglienza che supera i confini dellumano. La sopravvivenza allorrore ne una conseguenza, lattraversamento delle tenebre, nelle vite di immigrati polacchi ai margini della citt, vite segnate da miseria, alcol, violenza e tutto ci che appartiene al repertorio del degrado urbano. Un inferno nel quale tuttavia distinguibile il volto dellaltro che, come in Lvinas, nella sua precariet e nel suo senza-difesa, al contempo la tentazione di uccidere e lappello alla pace. Volto che accusa, sospetta, ma gi reclama e domanda. Come se la morte invisibile alla quale fa fronte il volto daltri fosse affare mio, come se questa morte mi riguardasse. In questo richiamo alla responsabilit dellio ad opera del volto che lo domanda e reclama, laltro il prossimo. Sangue di cane attinge a repertori realistici non soltanto letterari: documentari dinchiesta, tv-verit, giornalismo di frontiera, fotografie di una guerra parallela e invisibile. Propone esercizi di visione, meditazioni in cammino, lotte di resistenza. E il corpo disarmato, la nuda vita, quello che resta in prima linea, ci che non ha una dimora in cui rifugiarsi quando lo spettacolo finito. A cui solo la morte, spesso atroce, concede la pace. Dai bordi di una narrazione traboccante, costantemente aggravata da materiali organici e repellenti, amore e dolore diventano oggetti inanimati che girano intorno a un asse, esposti alla definizione di una scrittura che, nel bene e nel male, pare daltri tempi: Nel nostro amore ci fu qualcosa di sovrumano a regolare gli eventi, non disumano come dicono certune lingue velenose. Sovrumano. Sai perch? Perch ti conoscevo gi, nel luogo dove tutto preordinato, dove dimora la musica, un luogo dove ognuno di noi stato anzitempo, dove tutte le parole bisbigliate languono nello scrigno della perennit, dove le note aspettano silenziose la loro ouverture protratta.

Gian Maria Annovi uando nel 2006 lOsservatorio nazionale identit di genere avanz lipotesi di modificare la definizione di transessualismo da disturbo dellidentit di genere a malattia rara, le molte associazioni del movimento trans italiano, decisero di ritirarsi sulle colline aretine per un seminario di tre giorni e confrontarsi, insieme ad alcuni testimoni privilegiati, sullesperienza transessuale. proprio per sfuggire a una malattia che, anche nella finzione letteraria di Boccaccio, un gruppo di giovani si era ritirato sui colli di Firenze dando vita a una delle pi straordinaria raccolte di racconti. Il riferimento al Decameron non del tutto inappropriato, perch il volume da poco uscito per manifestolibri, Elementi di critica trans, a cura di Laurella Arietti, Christian Ballarin, Giorgio Cuccio e Porpora Marcasciano, non solo una fedele trascrizione delle riflessioni di quel seminario, ma anche una raccolta di splendidi racconti di vita. Nello specifico, questo libro un esempio importante di come le narrazioni di s, le affascinanti microstorie cancellate e a volte lordate dal blaterare della cronaca, possano far riflettere sulle vicende, non sempre gloriose, di una societ che saltabecca alle soglie di una maturit culturale non ancora raggiunta. Se per alcuni il fenomeno transessuale ha una storia recente, che coincide con la narrazione forzosa della medicalizzazione e patologizzazione dei soggetti coinvolti ( del 1952 il primo intervento di riassegnazione sessuale documentato), diversa la storia dellesperienza transessuale, una storia che non parla il soggetto, assoggettandolo e spesso silenziandolo nelle periferie pi estreme dellinconscio collettivo, ma che lo lascia parlare. E come nelle Mille e una notte le storie si susseguono tra loro per allontanare la morte della narratrice principale, cos anche nel caso dellesperienza trans il racconto di s pu diventare una forma di resistenza del soggetto, resistenza in una societ che quotidianamente umilia, disconosce, discrimina e sempre troppo silenziosamente uccide. Il valore di un volume come Tra le rose e le viole (manifestolibri, 2002) di Porpora Marcasciano, sociologa, attivista storica e ora dopo la prematura scomparsa di Marcella Di Folco presidente del Movimento Identit Transessuale, era stato proprio quello di avere dato voce, per la prima volta, alle storie reali di transessuali e travestite italiane. Solo pi di recente, la psicologa Mary Nicotra e la filosofa Nicoletta Poidimani, insieme ad altri, hanno documentato il fenomeno del transessualismo maschile, alla ricerca della propria voce originale allinterno del movimento GLBTQ. Elementi di critica trans rappresenta da questo punto di vista un passo ulteriore, perch non costituisce una semplice raccolta di storie personali, ma un efficacissimo e necessario esercizio di dialogo politico, fatto di momenti di scambio e densa riflessione teorica. Allo stesso tempo, un libro che riesce anche a fornire, con estrema naturalezza, lalfabeto necessario a chi voglia avvicinarsi per la prima volta a questa problematica. Il titolo, un calco di Elementi di critica omosessuale di Mario Mieli pietra miliare nel dibattito politico-teorico del movimento gay italiano non solo un omaggio, ma lindice di un posizionamento fluido e non dogmatico rispetto allesperienza transessuale. Gi per Mieli, infatti, che negli anni 70 aveva fatto del travestitismo uno spiazzante strumento di lotta politica, il transessualismo prima di tutto attraversamento, possibilit di divenire altro, superare le categorie convenzionali di genere, operare un cambiamento nel corpo che si vuole anche operazione di mutamento del mondo. Infatti, come ricorda qualcuno negli intensi dialoghi del volume, lesperienza transessuale non nasce tanto dal ritrovarsi nel corpo sbagliato, ma piuttosto nellessere in un mondo sbagliato e che pertanto va decostruito. Libri come questo, che ricordano tutto quello che non ancora cambiato nella cultura di questo paese, aiutano a farlo.

JEFF BRIDGES IN TRUE GRIT DEI FRATELLI COEN

Il western folk dei fratelli Coen


True Grit, il remake del film di Henry Hathaway, del 69, che valse al suo protagonista, John Ford, lOscar. Ma i due registi puntano qui sulla giovane eroina in cerca di vendetta, e sulla lingua del romanzo, volutamente artefatta, a cui si ispira. Con Jeff Bridges e Matt Damon, aprir la prossima Berlinale
Giulia DAgnolo Vallan
NEW YORK

cinema

opo la sanguinaria avventura texana di No Country For Old Men (Non un paese per vecchi) e linaspettato, avvincente, ritorno a casa (il Minnesota ebraico middle class), di A Simple Man, Joel e Ethan Coen tentano, per la prima volta, la via del western, con un adattamento letterario che anche un remake, True Grit. Il film originale, del 1969, diretto da Henry Hathaway stato lunico Oscar di John Wayne, un titolo, atipico, decisamente retro, nella Hollywood sessantottina di Midnight Cowboy - Un uomo da marciapiede (vinse la statuetta di miglior film di quell anno), di Easy Rider, Medium Cool e The Wild Bunch (Il mucchio selvaggio), per un riconoscimento tardivo, dovuto. Per ottenerlo, la Paramount promosse aggressivamente il film, invitando anche alcuni giornalisti per un viaggio junket con Wayne, a bordo di un treno depoca. La tratta - tra Denver e Salt Lake City avrebbe attraversato i deserti e le montagne dove avevano cavalcato Ethan Edwards e Ringo KidNon importa se il film era ambientato completamente da unaltra parte. Nel clima della controcultura e di opposizione alla guerra in Vietnam, parecchi critici non gradirono lattenzione riservata alla vecchia star di Ford e di Berretti Verdi, che in True Grit (appesantito e con una benda nera sullocchio), risulta un po una parodia dei suoi personaggi pi memorabili. Sembra invece (da una conversazione con il suo capo del gabinetto H.R. Haldeman, registrata nell Ufficio ovale ) che il film fosse piaciuto molto a Richard Nixon. Rivisto oggi, quel western che pi in eastern (ambientato in Arkansas, tra colline verdissime e foreste di betulle), un

po picaresco e flaccido, non uno dei film migliori di Hathaway e non senzaltro il miglior film di John Wayne, che avrebbe lavorato ancora un decennio prima di arrivare allepilogo sublime di The Shootist, diretto da Don Siegel. Non stupisce, quindi, che i fratelli Coen, spiegando perch hanno deciso di fare un loro True Grit, puntino al libro da cui anche il film di Hathaway era stato tratto, lomonimo romanzo di Charles Portis, autore segreto (non ama pubblicit e non da interviste) di racconti davventura venati di humor (c chi lo paragona a Twain), ricchi di dialoghi ornatissimi e di personaggi oversize, convinti del proprio mito, ma anche della possibilit di essere vagamenti ridicoli - come il maresciallo Reuben J. Rooster Cogburn, interpreta-

to da Wayne nel film di Hathaway e da Jeff Bridges in quello dei Coen. In unintervista apparsa sul New York Times, i fratelli hanno detto di aver amato il libro da ragazzi e di averlo letto ad alta voce ai rispettivi figli . infatti la lingua volutamente ampollosa, artefatta, di Portis, una lingua musicale, folk, ridicola che pi fa pensare al cerebrale universo coeniano. Non il western, non John Wayne. Si tratta di un dialetto formale ma caldo (diametralmente opposto alla latteratura di Cormac McCarthy) e che i Coen hanno usato ampiamente nei dialoghi e nel voice over che accompagna la storia. Voce narrante del film non il vecchio maresciallo alcolico e sbruffone (ma con la reputazione di essere il pi tenace dei cacciatore di taglie) bens Mattie Ross, una ragazzina di quattordici anni, con la faccia seria seria di Hailee Steinfeld, una giovane attrice californiana che mastica le costruzioni gotiche di Portis con la facilit e la metodicit di un bubble gum. Animata dalla convinzione indistruttibile di una buona educazione puritana, la camminata e lo sguardo decisi di chi non ha paura di niente, Mattie Ross vuole giustizia. Suo padre stato ucciso e derubato da un lavorante ubriaco che si poi nasco-

LO SCRITTORE

Charles Portis, un autore che ama il segreto


Nato a Eldorado, in Arkansas, nel 1933, Charles Portis ha iniziato la sua carriera di scrittore a Fayetteville, collaborando con la rubrica Our Town allArkansas Gazette, il periodico delluniversit dove si sarebbe laureato in giornalismo nel 1958. Dopo la laurea, ha lavorato quattro anni come reporter per il New York Herald Tribune, per cui stato anche corrispondente da Londra. Dal 1964 ha lasciato il giornalismo per dedicarsi esclusivamente alla fiction. Il suo primo romanzo, Norwood, ambientato nel Texas anni Cinquanta, la storia di un ex marine che, insieme a un poco di buono, deve

trasportare due auto a New York. Il libro, in gran parte ambientato on the road, diventato un film dallo stessso titolo, diretto da Jack Haley Jr. nel 1970. Il suo romanzo piu famoso rimane tuttoggi il western comico True Grit (1968) come Norwood originariamente pubblicato a puntate sul Saturday Evening Post. Gli altri suoi romanzi sono The Dog of the South (1979), Masters of Atlantis (1985) e Gringos (1991). Negli anni Novanta Portis ha scritto racconti e pezzi auobiografici per The Atlantic Monthly. Nella tradizione dei grandi autori americani reclusi, non concede interviste e, nonostante avesse visitato il set del primo film tratto da True Grit, non ha mai voluto parlare pubblicamente degli adattamenti dei suoi romanzi.

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CULTURA&VISIONI
IN MOSTRA A PARIGI
va al Pompidou prosegue tutto il mese prossimo) al 29 gennaio, la galleria parigina Vu (www.galerievu.com) presenta la mostra Autrefois et toujours. Photographies 1973-2009, che una selezione degli scatti fatti dal regista di Nuit de chien, premiato a Venezia con un Leone per linsieme dellopera. Schroeter utilizziva apparecchi di formato piccolo coi quali fotografava il suo gruppo: amanti, amici, attrici posano davanti al suo obiettivo. Ecco dunque i ritratti, talvolta casuali, altre volte accuratamente in posa di Antonio Orlando e Tonio Arango, Magdalena Montezuma, Isabelle Huppert, Carole Bouquet, della scenografa Alberte Barsacq. E ancora Ingrid Caven nella cui biografia, firmata da Jean-Jacques Schuhl, ricorda Werner Schroeter, soprannominato il Barone . Il suo genio, dice, era la capacit di passare molto velocemente e con meno di niente da una cosa allaltra, e con qualche geniale trucco riusciva a dare un impressione di lusso

Werner Schroeter, foto invisibili


a cura di Alberto Caerio

ROTTERDAM FILM FESTIVAL

Una edizione speciale per i primi quarantanni


Sar un programma particolarmente ricco quello con cui il Festival internazionale del Film di Rotterdam festeggia, il prossimo gennaio (25-6 febbraio), i suoi primi quarantanni. Per celebrare al meglio prevista anche unespansione di proiezioni e eventi in altri spazi cittadini, il festival, primo grande appuntamento europeo dellanno per il mercato cinematografico, anche un test prezioso per distributori nazionali col proprio pubblico. Per ora sono sette i film selezionati nel concorso, riservato alle opere prime e seconde, che correranno per il Tiger Awards. Due arrivano dalla Corea del sud, e sono quelli su cui molto scommette la selezione, il festival ha da sempre un occhio particolarmente attento alle nuove tendenze asiatiche: The Journal of Musan di Park Jungbum e Bleak Night di Yoon Sung-hyun. Poi: The Image Threads di Vipin Vijay (India), Flying Fish di Sanjeewa Pushpakamara (Sri Lanka), Eternity di Sivaroj Kongsakul (Tailandia), Rainy Seasons di Majid Berzagar (Iran). DallEuropa arrivano Headshots di Lawrence Tooley (Germania/Austria). Eternity e Flying Fish sono stati finanziati dall Hubert Bals Fund.
FONDAZIONE FELLINI IL PREMIO APRE UN MUTUO Sar assegnato a Paolo Sorrentino il Premio Fondazione Fellini 2010, in una due giorni, fino al 18, madrina Sandra Milo, che prevede anche la proiezione di Flaiano. Il meglio passato di Steve della Casa, la presentazione curata da Carlo Lucarelli, di trattamenti e soggetti di Fellini mai diventati film. Una mostra sul dialogo a distanza tra Mimmo Rotella e Fellini; l'installazione di un tavolo da carteggio presso il Museo della Citt dal titolo L'immaginario filmico nella provincia di Rimini, realizzata da Studio Azzurro. Il primo obiettivo del Premio, come annunciato nella conferenza stampa romana dal direttore della Fondazione, Paolo Fabbri, ripianare il buco di bilancio: circa 780mila euro . Per questo stato nominato il nuovo presidente della Fondazione, Pier Luigi Celli, che succede a Pupi Avati. Una nomina arrivata dopo i no di Giuliano Montaldo e Sergio Zavoli. Montaldo aveva accettato ma poi ha visto che il ruolo avrebbe comportato anche responsabilit amministrative e rendendosi conto del buco che c'era credo si sia spaventato. Lo stesso motivo penso ci sia dietro il no di Zavoli ha spiegato Fabbri. Il quale fiducioso sul risanamento: L'idea di fare con Comune di Rimini, provincia e banche locali un mutuo per ripagare la cifra. RASSEGNE CINEMA &LAVORO Con un omaggio a Corso Salani e una giornata dedicata al lavoro femminile, si aperto a Terni il festival Cinema&/ Lavoro. In cartellone il cortometraggio Spring Came That Day, il doc La svolta. Donne contro lIlva di Valentina DAmico, in cui si racconta di sei donne mogli, madri, lavoratrici - che si ribellano contro la fabbrica di Taranto. Infine Le stanze delle donne di Silvia Savorelli, sulla quotidianit di alcune donne che lavorano da casa. Per lomaggio a Salani sar proposto I casi della vita, una serie di corti (commissionati dallEnel) sulle morti sul lavoro. Tra questi Bohunice e La Spezia.

In questi giorni possibile vedere al centre Pompidou di Parigi i film di Werner Schroeter, forse il pi segreto dei registi della nuova onda tedesca esplosa negli anni Sessanta/Settanta, autore di un cinema politico costruito con mel, opera, radicalit. E sarebbe bello che qualche istituzione italiana gli dedicasse lo stesso omaggio visto lamore per il nostro paese di Schroeter che qui ha girato due dei suoi film pi intensi, Palermo oder Wolfsburg (80) e Nel regno di Napoli (79). Werner Schroeter, scomparso lo scorso aprile, era anche fotografo, come dimostra nel suo cinema il gusto per la composizione delle inquadrature, e fatto non strano, se si pensa che alcuni dei suoi primi film sono scomparsi, le sue fotografie sono quasi sconosciute. Da domani (la retrospetti-

INCONTRI Stephen Frears parla del suo nuovo film

BERTOLUCCI

Tamara Drewe, quando la vita cambia per un naso


Cristina Piccino
ROMA

Con la cultura si mangia Il regista sui tagli


NEW YORK

sto in territorio indiano, quindi fuori dalla giurisdizione dello sceriffo locale. Mattie assolda perci Rooster Cogburn per stanare lassassino e consegnrlo alla giustizia, e parte anche lei per la caccia, nonostante le proteste del vecchio bounty hunter e un vano tentativo di lasciarla a casa. Ai due si aggiunge anche un ranger (Matt Damon) che cerca lo stesso uomo per lomicidio di un senatore texano. Un uomo della legge ubriaco e violento, che insegue un assassino spaventato e demente per conto di una bambina con le trecce, armata di una pistola pi grossa di lei: in quello che probabilmente il meno ironico dei loro film (e credo lunico accessibile anche ai minori di 13 anni non accompagnati), i Coen congelano lassurdo di tutta la premessa. Nemmeno gli sfondi riescono ad essere epici. Nella fotografia di Roger Deakins, desaturati di qualsiasi colore, i paesaggi sono solo una trama di grigi e beige sporchi, le foreste inospitali, senza una foglia. Impastata di tabacco, polvere da sparo, alcol, fatica e solitudine, un sorriso largo e freddo che affiora sulle labbra, linterpretazione di Jeff Bridges (Oscar lanno scorso, per Crazy Heart) non ha la qualit paterna suo malgrado, scetticamente affettuosa, di quella del Rooster di Wayne. uninterpretazione pi remota e difficile, che non raggiunge per la punta di quella dolorosa e iconica che Bridges diede nel Wild Bill di Walter Hill. anche uninterpretazione, esagerata, barocca, come lo sono quelle di Matt Damon e di Josh Brolin (lassassino). Fedeli alla linearit della storia e alla limpida determinazione della loro protagonista (uneroina che piaceebbe a Twain), i Coen non rinunciano per completamente a ridere dei loro personaggi. Il che fa di True Grit un film un po esitante, ambiguo. E sicuramente un western poco convinto.

orse colpa del jet-leg, appena sbarcato da New York, o del sonnellino pomeridiano, ma Stephen Frears allincontro, il primo del pomeriggio, arriva un po stonato e di poche parole. Si accende per con la notizia che fuori dal centralissimo e elegante hotel romano, in cui ci incontriamo, infuriano gli scontri dopo la fiducia a Berlusconi: Bene, sorride. E poi: La Gran Bretagna sull'orlo della bancarotta, guidata da un governo ideologico e repressivo. Siamo in un momento di grande infelicit e le proteste anche recenti davanti a Downing Street lo dimostrano. Ai giovani, specie di classi povere, stato rubato il futuro. Sfido che diventano tutti anarchici. In Italia non state certo meglio: l'opposizione a Berlusconi, a livello politico, dov'?. Loccasione di questo incontro Tamara Drewe, il suo nuovo film, sugli schermi italiani il prossimo 5 gennaio, commedia a umorismo nero, ispirata al romanzo a fumetti di Posy Simmonds - edito in Italia da nottempo. La Tamara del titolo una ragazza bruttina che torna nel paesino di campagna dove cresciuta con un naso tutto nuovo. Via il vecchio e orribile nasone, col suo nasino allins la ragazza conquista immediatamente le attenzioni, e i desideri, dei suoi dirimpettai maschi. E allimprovviso da ragazza intelligente diviene anche unoca stupida, almeno nel giudizio femminile. Cos impazziscono per lei i vecchio amore, un po loggetto erotico del luogo, anche proprietario originale della sua casa poi caduto in disgrazia, che allora laveva brutalmente scaricata, e lo scrittore-star di libri gialli, adorato dalle donne, con una saggia e comprensiva moglie a cui si affida per tutto - dalla dichiarazione dei redditi alla correzione dei romanzi - e che tradisce continuamente. Nella loro fattoria trovano rifugio scrittori in crisi di ispirazione, come lamico americano che da anni si incagliato in un libro su Thomas Hardy, la cui opera offre spunto per un riflesso malizioso nel presente. In effetti c poco da discutere su questo film, cio basta guardarlo, scritto con bravura e controllo da Moira Buffini, alla cui sceneggiatura la regia di Frears offre un perfetto contrappunto. Ritmo, attori, cattiveria disseminata qua e l con leggerezza, un gusto del ritratto di una classe borghese e intellettuale abbastanza spietato. la middle class tipicamente british che quando fa i soldi compra una casa in campagna e pensa di vivere come l come si faceva un tempo, ma il risultato sfiora il ridicolo dice il regista. In realt Frears non un appassionato di fumetti, la storia in questione lo aveva divertito, la trovava sexy, e cos ha accettato il film. Tutti i personaggi sono un po viziosi e pericolosi dice. Il suo preferito la giovane Jody, adolescente annoiata dalla provincia, che freme

per allargare lorizzonte (specie erotico) delle sue esperienze, e cos getta nel caos la vita degli adulti. Siamo dunque nella commedia, la cifra prediletta dal regista, che se pure molto cambiato dagli anni Ottanta di My beautiful Laundrette o di Sammy e Rosie, continua a muoversi con qualche eccezione - negli universi britannici, anche se cambiano generi, prospettiva di osservazione, il modo di collocarsi. I suoi film del passato non ama rivederli - Spero che il pubblico si diverta quando li guarda, a me danno limpressione di una cosa fatta da un ragazzino dice - e cos quelli che ha amato da giovane, le nouvelles vagues, Fellini, La Dolce vita .... Cambiare fa parte della vita, i film che ho fatto decenni fa somigliavano a noi come eravamo allora, forse un po troppo avventurosi, e cos oggi cerchiamo di nasconderlo. Ma il cinema come un bric brac con le cose che abbiamo in testa, tutti lo prendono molto sul serio, per me soprattutto un gioco. Adesso Frears andr a giocare in America, il progetto del suo prossimo film, su cui estremamente riservato, lo porta a Las Vegas, nel mondo dellazzardo, seguendo le vite di un uomo e di una donna. Non ho unidea precisa di cosa la commedia in s. C qualcosa in superfice che rimanda a qualcosaltro nel profondo che molto diverso. Ma questo, almeno credo, vale per il cinema come in letteratura.

ontrariamente a quanto hanno dichiarato alcuni ministri del governo italiano con la cultura si mangia. il messaggio giustamente polemico che Bernardo Bertolucci manda in Italia da New York, dove per accompagnare la retrospettiva - che si inaugura oggi - a lui dedicata dal Museum of Modern Art, Moma, con la proiezione di tutte le sue opere, molte delle quali restaurate per loccasione. Bertolucci ha voluto anche ricordare Mario Monicelli, morto suicida nei giorni scorsi, a 95 anni perch ammalato di cancro. Il suo stato un proclama, una forma di eutanasia - ha detto il regista di The Dreamers. Si trattato di un gesto straordinariamente morale. La retrospettiva, che proseguir per un mese, per Bertolucci come un lungo film. Ogni pellicola ne rappresenta una sequenza, c' una sorta di continuit nonostante i differenti temi affrontati ha spiegato in un incontro con la stampa allistituto italiano di cultura di New York. Questi film raccontano un sacco di cose sulla mia vita e sono probabilmente meno noiosi di quanto stata la mia vita stessa. La retrospettiva del Moma, realizzata in collaborazione con Cinecitt Luce, la direzione generale Cinema del ministero dei Beni Culturali - si aprir con la proiezione di Il Conformista, film che ha avuto molta eco negli Stati uniti: I registi della mia generazione, come Francis Ford Coppola o Steven Spielberg, lo citano come modello, una cosa che mi ha sempre un po stupito dice Bertolucci. Nel corso dellincontro, Bertolucci ha citato aneddoti e storie. Come il fatto che per anni Marlon Brando non gli ha rivolto la parola, dopo Ultimo Tango. E Gato Barbieri, il grande sassofonista argentino, autore della colonna sonora del film che, come dice lo stesso Bertolucci, nel 1972 fece scandalo ma ora potrebbe tranquillamente essere proiettato in un convento? Barbieri qui a New York, ci vediamo nei prossimi giorni. A New York, il regista si ferma per qualche giorno soltanto: Il mio sogno - ci spiega - di tornare a casa la sera di Natale a bordo di un aereo mezzo vuoto, coccolato dalle hostess.

GOLDEN GLOBE 2010 I premi della stampa estera a Hollywood il 16 gennaio. Favoriti The King's Speech, The Social Network, The tourist

Io sono lamore di Guadagnino, anche una nomination italiana a Ellei


produttori (e critici questanno da loro assoggettati), espertoni in made in Italy, che hanno indicato in La prima cosa bella di Virz il candidato perfetto per la notte degli Oscar, hanno ricevuto la prima secca smentita. Biutiful di Alejandro Gonzlez Irritu (Messico e Spagna), The Concert di Radu Mihaileanu (Francia), The Edge di Alexei Uchitel (Russia) contenderanno infatti il Globo doro 2010 per il migliore film straniero a Io sono lamore di Luca Guadagnino (definito da Tilda Swinton un Visconti allacido lisergico) e a In un mondo migliore della danese Susanne Bier, grande successo del momento nelle sale (il pubblico, in questa Italia, ne capisce di pi di cinema di Medusa e Tozzi?). Ma The King's Speech, dellinglese Tom Hooper, su Giorgio VI, con 7 candidature pesanti, il vincitore provvisorio dei Golden Globe Awards, categoria film drammatici. Il 16 gennaio sapremo se sar il trionfatore effettivo della 68a edizione dei premi assegnati annualmente al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles (presenta il comico Ricky Gervais) dalla stampa estera accredita-

ta a Hollywood (e che tanto peso hanno in genere per gli Oscar anche se Avatar vinse il globo 2009 ma The Hurt Locker la statuetta pi importante). Colin Firth (miglior attore), Geoffrey Rush e Helena Bonham Carter (non protagonisti), miglior film, regia, sceneggiatura e colonna sonora sono infatti nomination da oscar. Se la vedr con The Social Network di David Fincher (6 candidature di peso). Scelte non lontane da quelle dei critici Usa, visto che il Golden Globe per il miglior film sar conteso con Black Swan di Aronofski, The Fighter di David O. Russell e Inception di Christopher Nolan. Per la categoria musical o commedie Cher-Christina Aguilera, con Burlesque, contender il Globo al thriller romantico The Tourist, con Johnny Depp e Angelina Jolie candidati come performer leggeri. In lizza anche Alice in Wonderland di Tim Burton, The Kids Are All Right di Lisa Cholodenko e Red di Robert Schwentke..Tra i pesi massimi Firth affronta gli attori Jesse Eisenberg (The Social Network), James Franco (127 Hours di Danny Boyle), Ryan Gosling (Blue Valentine di

Derek Cianfrance) e Mark Wahlberg (The Fighter). Halle Berry (Frankie and Alice di Geoffrey Sax), Nicole Kidman (Rabbit Hole di John C. Mitchell), Jennifer Lawrence (Winter's Bone, di Debra Granik, che ha vinto Cannes e Torino), Natalie Portman (Black Swan) e Michelle Williams (Blue Valentine) sono in lizza come attrici drammatiche. Le commedianti, invece, oltre a Jolie, sono Annette Bening e Julianne Moore (The Kids Are All Right), Anne Hathaway (Love and Other Drugs di Zwick) e Emma Stone (Easy A di Will Gluck). Depp si scontra invece, come comedian, con se stesso (Alice in Wonderland), Paul Giamatti (Barney's Version di Richard J. Lewis), Jake Gyllenhaal (Love and Other Drugs) e Kevin Spacey (Casino Jack di George Hickenlooper). I cartoon sono Toy Story 3, Despicable Me, How to Train Your Dragon, The Illusionist, Tangled. Le serie tv Glee, 30 Rock, The Big Bang Theory, The Big C, Modern Family e Nurse Jackie (commedie) e Boardwalk Empire, Dexter, The Good Wife, Mad Men e The Walking Dead (drammi). A De Niro il De Mille alla carriera.

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il manifesto
MAGICO

MERCOLED 15 DICEMBRE 2010

MEDIA&SPORT
CLASSICO

OLIMPIADI

MONDIALI 2022

Roma 60, il primo bel matrimonio tra sport e televisione


l bel matrimonio tra lo sport italiano e la Rai va avanti da tanto tempo e questa opera la testimonianza della rilevanza del ruolo ricoperto dal servizio pubblico nella storia del nostro movimento agonistico. Roma '60 fu la prima edizione trasmessa in mondovisione, ha lasciato una traccia indelebile che oggi possiamo celebrare, rinnovando i ringraziamenti per la passione, la competenza e la qualit che hanno sempre accompagnato il racconto delle gesta sportiva da parte della tv di Stato. Cos il presidente del Coni, Gianni Petrucci, si espresso alla presentazione del libro, Roma 1960, le Olimpiadi della Tv, scritto da Barbara Scaramucci e Claudio Ferretti, edito dalla Eri, al quale allegato un dvd di storiche immagini delle olimpiadi capitoline. Per la mia generazione quelle Olimpiadi sono state un vero e proprio spartiacque - il ricordo del presidente della Rai, Paolo Garimberti poich diedero l'occasione di seguire in diretta un evento sportivo planetario. Ci fu un salto di qualit tra sport, televisione e spettatori. Oggi,

Attivisti gay contro il Qatar


Uninfelice battuta del presidente Fifa, Blatter, ha scatenato le ire dei gruppi per i diritti gay. Nel 2022 i Mondiali di calcio si dovrebbero tenere in Qatar, un paese musulmano che ha codici di comportamento assai rigidi (dove c il divieto di consumare alcol e lomosessualit un reato). Blatter ha suggerito ai gay di astenersi da qualsiasi attivit sessuale anche se il calcio, ha aggiunto, non prevede nessuna discriminazione nei confronti di alcun essere umano. Cos gli attivisti dei diritti gay hanno lanciato un boicottaggio di tutte le attivit associate ai Mondiali 2022 sostenendo che non si dovrebbero tenere in Paese che abusa e disconosce i diritti umani delle persone Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali).

BELLO

COS COS

SOPORIFERO

RIVOLTANTE

film
LETALE INSOSTENIBILE

CARNEY, BERRUTI E SEYE, IL PODIO DEI 200 METRI

per una tv pubblica, poi, sempre pi complicato acquisire i diritti degli eventi sportivi. Ed un discorso che non vale solo per la Rai, ma anche per altre tv pubbliche europee come quella francese che ha rinunciato alle partite della Nazionale. Se fosse capitato da noi sarebbe stato uno scandalo e, quegli stessi parlamentari che ci negano una postilla per evitare l'evasione del canone, che permetterebbe peraltro di aiutare le casse della Rai, sarebbero stati i primi ad attaccarci. Garimberti ha poi sottolineato che gi le Olimpiadi di Londra del 2012 non saranno come le quelle di Pechino perch i primi diritti li avr Sky. E credo sia un grave errore politico se determinati eventi non vengono dati al-

la tv pubblica in diretta. L'autrice Barbara Scaramucci ha sintetizzato poi lo spirito dell'iniziativa editoriale spiegando che le Olimpiadi di Roma del 1960 non sono state soltanto uno straordinario avvenimento sportivo, ma un evento irripetibile nella storia del nostro paese e soprattutto della citt di Roma. Sono stati i giochi che hanno fatto emergere forze nuove che avrebbero cambiato per sempre il mondo dello sport. Nel celebrare il cinquantenario di quell'evento, la Rai pubblica questo volume, in una chiave particolare, che riguarda soprattutto il rapporto fra quelle gare e la loro rappresentazione mediatica che fu, per la prima volta, totalmente televisiva.

CULT

la radio
RADIO2
Oggi alle 21.30, Moby Dick presenta uno special-intervista con Elton John e Leon Russell, protagonisti del nuovo album a quattro mani e due pianoforti: The union. Prodotto dal multipremiato T Bone Burnett (gi al lavoro su Raising Sand, di Robert Plant ed Elison Krause), il disco vede ai testi il fidato Bernie Taupin. Due grandi icone del rock come Neil Young e Brian Wilson contribuiscono in diverse tracce con le loro inconfondibili voci assieme al leggendario organista Booker T. Jones, il chitarrista Robert Randolph e un coro gospel di dieci elementi.

IL PRINCIPE E IL POVERO di Richard Fleischer, Usa 1978 (113) ORE 14.00 - LA7 Edoardo, il piccolo figlio di Enrico VIII, scopre di avere un sosia ladruncolo. I due ragazzi si scambiano le parti e la cosa, nata come un gioco, provocher molti pasticci. Dal romanzo di Mark Twain, la versione precedente per lo schermo era stata adattata da William Dieterle. Qui nel cas ci sono Oliver Reed, Raquel Welch.

8 7 7

Rai1
16:10 LA VITA IN DIRETTA Attualit Conduce Lamberto Sposini, Mara Venier 16:50 TG PARLAMENTO - TG1 CHE TEMPO FA Notiziario 18:50 LEREDIT Gioco Conduce Carlo Conti. 20:00 TG1 Notiziario 20:30 SOLITI IGNOTI Gioco Conduce Fabrizio Frizzi.

Rai2
19:30 SQUADRA SPECIALE COBRA 11 Telelm Con Erdogan Atalay, Tom Beck, Charlotte Schwab, Ren Steinke, Carina N. Wiese, Gottfried Vollmer, Dietmar Huhn, Johannes Brandrup, Rainer Strecker 20:30 TG2 - 20.30 Notiziario

Rai3
19:00 TG3 Notiziario 19:30 TG REGIONE - METEO Notiziario 20:00 BLOB Variet 20:10 SECONDE CHANCE Telelm Con Pascale Michaud, Caroline Veyt 20:35 UN POSTO AL SOLE Soap opera Con Patrizio Rispo, Riccardo Polizzy Carbonelli

Rete4
17:15 TGCOM - VIE DITALIA Notiziario 18:55 TG4 - METEO Notiziario 19:35 TEMPESTA DAMORE Soap opera Con Martin Gruber, Lorenzo Patan, Dirk Galuba, Judith Hildebrandt, Sepp Schauer, Antje Hagen

Canale5
18:05 TG5 MINUTI Notiziario 18:50 CHI VUOL ESSERE MILIONARIO Gioco Conduce Gerry Scotti 20:00 TG5 - METEO 5 Notiziario 20:30 STRISCIA LA NOTIZIA - LA VOCE DELLIMPROVVIDENZA Variet Conduce Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti

Italia1
18:30 STUDIO APERTO Notiziario 19:00 STUDIO SPORT Notiziario sportivo 19:30 I SIMPSON Cartoni animati 19:55 BIG BANG THEORY Telelm 20:30 TRASFORMAT Gioco Conduce Enrico Papi

La7
18:00 MACGYVER Telelm Con Richard Dean Anderson 19:00 THE DISTRICT Telelm Con Jonathan LaPaglia, Craig T. Nelson, Roger Aaron Brown, Sean Patrick Thomas, Elizabeth Marvel 20:00 TG LA7 Notiziario 20:30 OTTO E MEZZO Attualit Conduce Lilli Gruber

Rainews
19:03 IL PUNTO SETTIMANALE Attualit 19:27 AGRIMETEO Notiziario 19:30 TG3 Notiziario 20:00 IPPOCRATE Rubrica 20:30 TEMPI SUPPLEMENTARI Rubrica 20:57 METEO Previsioni del tempo

SOGNANDO BECKAM di Gurinder Chadha, Gb/Germania, 2002 (112) ORE 15.30 - IRIS Jess sogna di diventare famosa come David Beckham. Ma Jess una ragazza indiana e i suoi genitori hanno tutt'altri progetti per lei. La sua amica Jules vuole andare negli Stati Uniti dove anche le calciatrici sono rispettate. Jess e Jules stanno per raggiungere il successo finch entrambe si innamorano...

21:10

LE COSE CHE RESTANO Fiction Con Paola Cortellesi, Claudio Santamaria, Lorenzo Balducci, Ennio Fantastichini, Antonia Liskova, Leila Bekhti, Farida Rahouadj 23:09 TG1 60 SECONDI Notiziario 23:10 PORTA A PORTA Attualit Conduce Bruno Vespa 00:45 TG1 NOTTE - TG1 FOCUS Notiziario 01:25 SOTTOVOCE Rubrica Conduce Gigi Marzullo.

21:05

IL REGNO PROIBITO FILM Con Jet Li, Michael Angarano, Jackie Chan, Alexis Bridges, Juana Collignon, Morgan Benoit, Jack Posobiec, Thomas McDonell, Zhi Ma Gui 22:55 TG2 Notiziario 23:10 STRACULT Attualit 00:30 RAI 150 ANNI LA STORIA SIAMO NOI - VITA DA FIRST LADY Culturale Conduce Giusy Franzese 01:00 TG PARLAMENTO Attualit 01:10 SQUADRA SPECIALE LIPSIA Telelm Con Marco Girnth, Melanie Marschke

21:05

CHI LHA VISTO? Attualit Conduce Federica Sciarelli 23:15 PARLA CON ME Variet Conduce Serena Dandini con Dario Vergassola, Ascanio Celestini, Andrea Rivera, Trio Medusa, Diego Bianchi, Federica Cifola, Paola Minaccioni, Max Paiella, Elio e Le Storie Tese 00:00 TG3 LINEA NOTTE Attualit 00:10 TG REGIONE - METEO 3 Notiziario 01:00 APPUNTAMENTO AL CINEMA Rubrica

20:40

UEFA EUROPA LEAGUE NAPOLI - STEAUA BUCAREST Evento sportivo 23:05 I BELLISSIMI DI R4 Rubrica 23:10 POTERE ASSOLUTO FILM Con Clint Eastwood, Gene Hackman, Ed Harris, Laura Linney, Scott Glenn, Dennis Haysbert, Judy Davis, E.G. Marshall, Melora Hardin, Kenneth Welsh 01:00 TGCOM - METEO Notiziario 01:30 TG4 NIGHT NEWS Notiziario

21:10

PAPERISSIMA - ERRORI IN TV Variet Conduce Gerry Scotti e Michelle Hunziker 23:00 KALISPRA! Variet Conduce Alfonso Signorini 01:30 TG5 NOTTE - METEO 5 NOTTE Notiziario 02:00 STRISCIA LA NOTIZIA - LA VOCE DELLIMPROVVIDENZA Variet Conduce Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti 02:40 UOMINI E DONNE Talk show Conduce Maria De Filippi

21:10

THE VAMPIRE DIARIES Telelm Con Nina Dobrev, Paul Wesley, Ian Somerhalder, Steven R. McQueen, Katerina Graham, Candice Accola, Zach Roerig, Michael Trevino 23:55 CURSED - IL MALEFICIO FILM Con Christina Ricci, Shannon Elizabeth, Portia De Rossi, Joshua Jackson, Michael Rosenbaum, Mya, Solar, Daniel Mora, Kristina Anapau, Milo Ventimiglia. 01:55 POKER1MANIA Rubrica sportiva

21:10

EXIT - USCITA DI SICUREZZA Attualit Conduce Ilaria DAmico 00:00 TG LA7 Notiziario 00:10 VICTOR VICTORIA SENZA FILTRO Variet Conduce Victoria Cabello 01:25 PROSSIMA FERMATA Attualit Conduce Federico Guiglia 01:45 LA 25A ORA IL CINEMA ESPANSO Attualit Conduce Roberto Cotroneo 03:45 OTTO E MEZZO Attualit Conduce Lilli Gruber

21:00

NEWS LUNGHE DA 24 Notiziario 21:27 METEO Previsioni del tempo 21:30 MERIDIANA - SCIENZA 1 Rubrica 21:57 METEO Previsioni del tempo 22:00 INCHIESTA 3 Attualit 22:30 NEWS LUNGHE DA 24 Notiziario 22:57 METEO Previsioni del tempo 23:00 CONSUMI E CONSUMI Rubrica 23:27 METEO Previsioni del tempo

PRIMA DELLALBA di Richard Linklater, Usa 1994 (100) ORE 11.35 - RAI4 Cline in treno, diretta a Parigi. Jesse sullo stesso treno e deve tornare nel suo paese, gli Stati Uniti. Uno sguardo, qualche parola, ed subito attrazione. Jesse convince Cline a fermarsi per qualche ora a Vienna. Non succede pressoch nulla, ma come se succedesse tutto.

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il manifesto

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TERRITORI

altra italia

Napoli
Francesca Pilla
NAPOLI

ue cortei, due condizioni di disagio contro i tagli in finanziaria e per il diritto allo studio, il primo organizzato dagli operatori dei servizi sociali che da 17 mesi non ricevono fondi e stipendi, il secondo dagli studenti medio-superiori che non sono potuti andare Roma, ma hanno voluto comunque esprimere il loro no alla riforma Gelmini. Diecimila operatori e altrettanti giovani si sono ritrovati davanti alla prefettura dove hanno aspettato lesito del voto di fiducia, quindi con un boato di disapprovazione hanno abbandonato Piazza del Plebiscito. Una giornata che almeno a Napoli si svolta senza incidenti. Gli operatori sociali del comitato il Welfare non un lusso, che raccoglie almeno 200 associazioni e cooperative si sono dati appuntamento a Piazza Dante alle 9.30, per protestare contro i ritardi delle istituzioni locali che mettono a rischio servizi sociali per almeno 50 mila utenti. Noi lavoriamo per gli altri spiega Daniela, operatrice le nostre cooperative forniscono aiuto a disabili, anziani, pazienti con problemi psichici, tossicodipendenti. Non solo. Tra le associazioni c chi si occupa dellintegrazione dei migranti, chi di portare aiuto alle persone sole, o di offrire una casa-famiglia a minori a rischio. Oggi tutto viene messo a rischio dalla mancanza di finanziamenti e da politiche sbagliate: secondo i dati le cooperative vanterebbero dallo stato 500 milioni di credito da Asl e enti locali, mentre negli ultimi mesi in Campania sono stati chiusi oltre 50 servizi e entinaia sono a rischio. Eppure qui si spendono solo 32 euro allanno per i servizi sociali, cinque volte in meno rispetto al resto dItalia (la media di 165). Verso le 10,30, il corteo parte per attraversare le vie del centro, un tamburo scandisce gli slogan, la musica del sound system si alterna agli interventi di operatori e pazienti. Ad aprire il lungo serpentone di lavoratori del terzo settore, una guglia in cartapesta dove ci sono tutti i servizi elargiti e la sentenza finale: Per grazia da ricevere. Un ragazzo ha un cartello che riassume la condizione di chi da un anno e mezzo senza stipendio: Prim e natale, fridd e fame. Camminano uniti, quelli della riabilitazione infantile e la cooperativa Dedalus, affollata dai volti di stranieri che hanno un bisogno primario, lintegrazione. Ci sono le comunit di tipo familiare che accolgono i giovani in difficolt e i maestri di strada del progetto Chance, chi ha portato lo

NO WELFARE
ESERCITO ALLOPERA PER RIMUOVERE I RIFIUTI DALLE STRADE DI NAPOLI / REUTERS IN ALTO LA PROTESTA DEGLI STUDENTI / FOTO ANNA MONACO-CONTROLUCE SOTTO, QUELLA DEGLI OPERATORI SOCIALI

La protesta contro tagli e ritardi delle associazioni e delle cooperative impegnate ad aiutare chi ha pi bisogno si somma a quella degli studenti anti-Gelmini che non sono potuti andare a Roma. Dalla capitale, dove sono andati a sfiduciare Berlusconi, tornano a presidiare il territorio i comitati anti-discarica. Nel frattempo la polizia usa le maniere forti

TERZIGNO E BOSCOREALE

Cariche e sgomberi non fermano la lotta contro il governo


Adriana Pollice
TERZIGNO (NA)

OPERATORI SOCIALI SENZA STIPENDIO IN PIAZZA


striscione per ricordare che tutti i cittadini hanno parit sociale, chi si chiede se Riaprono i manicomi. Da gioved scorso, infatti, 300 operatori e familiari hanno occupato lex istituto psichiatrico Leonardo Bianchi perch se non verranno saldati i conti, anche i pazienti con gravi patologie potrebbero essere lasciati a loro stessi. Il problema che le istituzioni non sono pi credibili dice Sergio DAngelo, portavoce del comitato Non ci si rende conto che senza il welfare si creano le condizioni per un territorio pi cattivo, meno sicuro, e con problemi che diventano insanabili. Fuori le porte di palazzo Salerno una delegazione viene ricevuta dal capogabinetto del prefetto: luned prossimo ci sar un tavolo di concertazione, con il sindaco Iervolino che si dichiarata disponibile al confronto per una soluzione immediata della crisi. Nonostante questo 20 dirigenti delle cooperative proseguiranno lo sciopero della fame iniziato venerd scorso. Ma ieri stata anche la giornata degli studenti dellUds, che si sono dati appuntamento a piazza Garibaldi mentre gli universitari con 24 pullman partivano alla volta della capitale. La manifestazione stata pacifica e colorata, in diversi momenti sono stati accesi petardi, ma non c stato nessun momento di tensione. Diversi gli striscioni di contestazione, da le nostre scuole non sono aziende a non verso che siamo inutili, ma non sono mancati messaggi di speranza (Resto qui perch cambiare tutto possibile). Durante la manifestazione e per tutta la durata del voto sulla fiducia, invece, un gruppo di ricercatori e docenti universitari ha occupato il rettorato dellUniversit Federico II. Il rettore Massimo Marelli non ha abbandonato gli uffici, anzi ha dialogato con gli occupanti.

ul presidio di Terzigno da luned notte fino allalba a fronteggiare lo sgombero delle forze dellordine. Poi di corsa a Roma per sfiduciare il governo. Sono le comunit campane in lotta contro i rifiuti. Sono arrivati intorno a mezzanotte racconta Venere, una delle Mamme vulcaniche -, agenti in borghese e un centinaio di celerini, e senza alcun preavviso hanno rimosso i due presidi, quello di Boscoreale su via Panoramica e quello di Terzigno su via Zabatta. Hanno portato via i generatori e tutte le nostre cose, sotto sequestro ci hanno detto. Abbiamo resistito alle prime cariche, molte donne si sono fatte male. Il messaggio chiaro: dobbiamo sversare qualunque cosa senza il controllo delle popolazioni. Erano state proprio le Mamme vulcaniche a raccontare che arrivano a cava Sari semplici camion pieni di immondizia senza alcun trattamento, carichi di percolato, mezzi senza bolla di accompagnamento se non un semplice foglio scritto a penna con il nome del paese di provenienza: Per uno che riusciamo a bloccare chi lo sa quanti ne passano. Niente pi tende per resistere al freddo, ma anche il simbolo di una continua domanda di legalit: chiudere un sito che insiste in unarea protetta e bonificare. I gazebo sono un segnale di protesta che non possiamo pi tollerare, la protesta non contemplata negli accordi che i vostri am-

ministratori hanno firmato lunica spiegazione data ai comitati mentre i Vigili del fuoco procedevano. Alla richiesta di esibire un mandato la risposta stata non siamo tenuti a farlo, mascella in fuori e manganello a portata di mano. Cos a via Zabatta hanno cercato di salvare il salvabile, togliendo di mezzo le cose pi importati prima che arrivassero i celerini a sequestrare. A met mattinata ieri comparso lo striscione Stato uguale violenza. Solo un segnale: in molti sono andati a Roma ma da oggi ritornano a sorvegliare cava Sari. Ci sistemeremo nelle auto in attesa di riallestire il presidio, spiegava ieri Venere a telefono mentre intorno a lei cera un delirio, attacchi, cariche. Un governo che ha fatto il disastro che ha fatto in Campania dovrebbe andare via e non trascinare la situazione in questo degrado. Anche Enzo, dopo lo sgombero di Terzigno, ieri era a Roma: Magari i poteri economici tengono in vita Berlusconi ma le popolazioni lo hanno gi mandato a casa. Con loro ci sono anche i comitati di Chiaiano, si sono portati un po di sacchetti di immondizia partenopea per regalarli al governo dei miracoli. Sono con il corteo di Uniti contro la crisi, lo striscione mostra Berlusconi supereroe: Dopo 15 anni da Superman non potrebbe diventare luomo invisibile?, si domandano. A Napoli, intanto, i rifiuti continuano a ridisegnare il paesaggio natalizio, poco pi di mille tonnellate ancora in strada. Con questo ritmo si sbilancia lassessore comunale allIgiene, Paolo Giacomelli entro una decina di giorni la citt potrebbe tornare alla normalit. Recuperiamo mediamente cento tonnellate al giorno, ma tutto molto casuale perch non esiste alcun piano. Ieri venti autocompattatori sono partiti alla volta dello stir di Casalduni, nel beneventano, dopo ore di attesa sono tornati indietro senza scaricare. La verit che il piano Bertolaso si reggeva sul termovalorizzatore di Acerra e lapertura di cava Vitiello, adesso che i partiti si organizzano per le campagne elettorali, al comune di Napoli e probabilmente le politiche, le discariche non le vuole aprire pi nessuno. I conferimenti, salvo intoppi, dovrebbero continuare a Chiaiano e negli stir di Tufino, di Casalduni e di Santa Maria Capua Vetere. La provincia sversa nellimpianto di Giugliano, dove si sta procedendo a prelevare lumido tritovagliato da mandare in Puglia: Si tratta spiega ancora Giacomelli - di un accordo siglato dalla struttura commissariale, un bando di gara vinto da tre privati per smaltire 50mila tonnellate. Essendo umido non stabilizzato, ci sono voluti i controlli della regione Puglia. Dalla gara ai primi trasporti passato un anno. Tempi lunghi anche per avviare 5 mila tonnellate di rifiuto urbano pretrattato in Emilia Romagna. Nessun piano, quindi, mentre si profila uno slittamento del voto sul decreto rifiuti alla Camera, dopo la fiducia di ieri, per il timore che diventi il primo terreno di scontro tra la maggioranza e la nuova opposizione con Fli.

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