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Fiobbio

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Fiobbio
frazione
Fiobbio – Veduta
Vista di Fiobbio
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Regione-Lombardia-Stemma.svg Lombardia
Provincia Provincia di Bergamo-Stemma.svg Bergamo
Comune Albino-Stemma.png Albino
Territorio
Coordinate 45°45′10″N 9°49′27″E
Coordinate: 45°45′10″N 9°49′27″E (Mappa)
Altitudine 463 m s.l.m.
Abitanti 792[1] (24 giugno 2014)
Altre informazioni
Cod. postale 24021
Prefisso 035
Fuso orario UTC+1
Nome abitanti fiobbesi
Patrono sant'Antonio da Padova
Giorno festivo 13 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Fiobbio
Fiobbio
Modifica dati su Wikidata · Manuale

Fiobbio [ˈfjɔbːjo] (Fiòbe [ˈfjɔbɛ] in dialetto bergamasco[2]) è una frazione del


comune di Albino, in provincia di Bergamo.
Indice

1 Geografia fisica
1.1 Territorio
2 Storia
3 Monumenti e luoghi d'interesse
3.1 Chiesa parrocchiale Sant'Antonio
3.2 Ex chiesa parrocchiale Sant'Antonio di Padova
3.3 Chiesa della Santissima Trinità
3.4 Luoghi della Beata Pierina Morosini
3.4.1 Il sentiero del martirio
3.4.2 Museo Beata Pierina Morosini
4 Infrastrutture e trasporti
5 Note
6 Bibliografia
7 Voci correlate
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni

Geografia fisica
Territorio
Il torrente Luio nella parte a valle del paese

Il territorio della frazione si sviluppa sulle pendici del monte Misma, sul lato
orografico sinistro della valle del Lujo, a sua volta tributaria da sinistra della
val Seriana. Il nucleo abitativo, caratterizzato completamente da ambiente montano
e collinare, si suddivide in numerose contrade che mantengono ancora tracce della
propria tradizione rurale.

Nella parte di fondovalle è delimitato dal corso del torrente Lujo, che divide
Fiobbio da Vall'Alta, posta sull'opposto versante della valle in direzione nord-
est. Verso nord-ovest il territorio si estende fino alla località Pradella, dove è
posta la chiesa della Santissima Trinità, spingendosi fino al corso del fiume
Serio, tramite il quale confina con Desenzano al Serio.

A est a suddividere Fiobbio da Abbazia, è invece la piccola valle Mismasca, che si


sviluppa da nord a sud sul monte Misma. Generalmente si tende inoltre a considerare
il limite sud di Fiobbio con la sommità dello stesso monte che sovrasta la zona,
sulla cui vetta convergono anche i territori comunali di Pradalunga e di Cenate
Sopra, anche se il confine del comune ottocentesco era dato dal limite delle
cascine abitate, mentre il sovrastante bosco era proprietà del Comune Maggiore di
Albino.
Storia
Rustico

La storia di Fiobbio comincia con la fondazione dell'abbazia benedettina, fondata


da un gruppo di monaci che nel 1136 ricevette in gestione dal vescovo di Bergamo le
terre poste sul lato sinistro della valle del Lujo nella parte più a monte.

Fino a quel momento non esistevano centri abitati, ma soltanto fuochi sparsi in
quella che veniva descritta come zona ricoperta da boscaglia fitta e scura. Difatti
nella cartina dei nuclei storici anteriori all'anno 1000, stilata da Elia Fornoni e
riportata da Bortolo Belotti nella Storia di Bergamo e dei bergamaschi, non è fatta
alcuna menzione di centri abitati in tutta la valle del Lujo, in epoca medievale
identificata come Vall'Alta, per via della sua posizione elevata rispetto alla val
Seriana. Tra i piccoli nuclei abitati precedenti alla fondazione dell'abbazia vi
era anche Grumello Roncarico. Questa località, etimologicamente indicante un'altura
disboscata situata presso la cascina Remondi, viene menzionata quando Raimondo di
Cene, capitano dell'omonimo comune, cercò di sottrarne il possesso al vescovo
Ambrogio, in carica dal 1110 al 1133, quindi prima dell'arrivo dei monaci
dell'abbazia.
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Abbazia di
San Benedetto in Abbazia.

Questi cominciarono a dissodare le terre e renderle coltivabili, attirando di


conseguenza abitanti dai paesi limitrofi. A partire dalla seconda metà del XII
secolo e nella prima parte del XIII cominciarono quindi a sorgere i primi piccoli
nuclei abitati. Anche il toponimo dovrebbe risalire a quel periodo: l'origine dello
stesso sarebbe da ricercare nella parola tardo-latina Flubulus, indicante un
piccolo corso d'acqua, identificabile nel Lujo[3].

Per secoli fu contrada del Comune Maggiore di Albino, come indicato anche nella
relazione del capitano della Serenissima Giovanni Da Lezze nel 1596. Tuttavia nella
popolazione si venne a creare un sentimento di risentimento nei confronti del
capoluogo, con i malumori che sfociarono nella richiesta di separazione avanzata
nel 1594, perorando la causa intrapresa dai “Poveri di Bondo”. Questo gruppo di
persone, composto da operai, contadini, artigiani e negozianti, che quindi non
disponeva di proprietà terriere, contestava la cattiva amministrazione albinese e
la scorretta distribuzione dei carichi fiscali imposta dal capoluogo, che faceva
derivare la maggior parte del carico fiscale dai dazi e non, come richiesto, dalle
rendite derivanti dalle proprietà terriere.

L'autonomia fu quindi ottenuta il 6 luglio 1653 come “contrada esterna”, denominata


“Fiobbio e Berlino uniti”, del Comune Maggiore di Albino. Lo status di contrada
esterna diede tuttavia qualche problema di interpretazione dal momento che in
documenti del XVIII secolo Fiobbio viene indicato talvolta come autonomo, talvolta
come assoggettato amministrativamente ad Albino.

Nei primi anni dalla sua istituzione, nel comune si ebbero alcune difficoltà nel
reperire persone che volessero ricoprire la carica di sindaco, dal momento che
questa richiedeva troppe responsabilità e disponibilità finanziarie a garanzia.

I proventi delle tasse, come gran parte dei piccoli centri rurali, non derivavano
dai dazi, ma da una taglia sulle proprietà terriere, come concordato direttamente
con il Capitano della città di Bergamo. Difatti la Repubblica di Venezia tendeva a
privilegiare maggiormente i piccoli centri rispetto a quelli più grandi, a causa
dei continui tentativi di questi ultimi di emanciparsi e di autogestirsi.
Vista di Fiobbio e della Valle del Lujo

Nel XVIII secolo Fiobbio era composto dalle contrade di Polona, Cadella, Grassi,
Coter, Gatti, Fumiano, Lucchetti e Berlino. Quest'ultima, nel 1765, fu protagonista
di una vertenza nei confronti delle altre, riguardo alla proprietà e alla gestione
della chiesa di sant'Antonio, durante la quale si paventò il rischio di
un'ulteriore scissione amministrativa, poi rientrata.

Nel 1797, in seguito al trattato di Campoformio, l'intera regione passò dalla


Serenissima alla napoleonica Repubblica Cisalpina che riorganizzò il territorio,
unendo nuovamente Fiobbio ad Albino.

Questa volta l'unione ebbe vita breve dal momento che già nel 1805 Fiobbio ottenne
nuovamente la propria autonomia amministrativa, revocata nel 1809 ma ripristinata
nel 1816, complice il passaggio dell'intera regione al Regno Lombardo-Veneto.

La parola fine alla questione venne posta soltanto due anni più tardi, quando il
paese venne aggregato definitivamente ad Albino.

Per contro, con decreto firmato il 19 maggio 1883, il paese riuscì ad ergersi a
parrocchia indipendente, svincolandosi dalla Prepositurale di san Giuliano di
Albino. In quegli anni (stima del 1889) risiedevano 515 abitanti, raddoppiati nel
giro di 25 anni (1.050 nel 1916).

Nel XX secolo, oltre ad avere un progressivo abbandono delle tradizionali attività


agricole, relegate a ruolo sempre più marginale, si verificò l'episodio che ha
fatto conoscere il borgo di Fiobbio ben oltre i confini provinciali e regionali.

Il 4 aprile 1957 Pierina Morosini, una ragazza del paese, venne aggredita tornando
a casa dopo il lavoro, nel corso di un tentativo di violenza, morendo due giorni
più tardi all'ospedale di Bergamo a causa delle ferite riportate. L'integrità e la
religiosità della ragazza fecero sì che nel 1975 venisse avviato l'iter per la
beatificazione, avvenuta poi il 4 ottobre 1987. I luoghi dove visse sono ora meta
di pellegrinaggi da parte dei fedeli.
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Pierina
Morosini.
Monumenti e luoghi d'interesse
La nuova chiesa parrocchiale di sant’Antonio

Il territorio di Fiobbio presenta numerosi itinerari mediante i quali è possibile


stare a contatto con la natura. Su tutti la traccia che, posta a sud dell'abitato,
sale sul monte Misma raggiungendone la cima dopo aver toccato la località stalle di
Cura. Oltre a questa vi sono numerosi altri sentieri minori che si intersecano tra
i boschi limitrofi.
Chiesa parrocchiale Sant'Antonio

Edificata su progetto dell'ingegnere Camillo Galizzi, la nuova chiesa parrocchiale


dedicata a Sant'Antonio di Padova sostituisce dal 1924 la sussidiaria poi ceduta a
privati nel 1952. A cavallo dei secoli XIX e XX a Fiobbio si registra un forte
incremento demografico, nel 1889 la popolazione ammonta a 512 abitanti, nel 1916,
in occasione della visita del vescovo di Bergamo Luigi Maria Marelli ne vengono
censiti 1050[4]. Tale situazione rende difficoltosa l'amministrazione religiosa
della parrocchia, tanto che il parroco don Antonio Savoldi definisce la vecchia
chiesa insufficiente ed indecorosa, riferendosi alla capacità di ospitare i fedeli.
Così, l'anno successivo, si chiede di poter realizzare una nuova chiesa, in quanto
quella antica troppo piccola. La prima pietra fu posata nel 1919 e fu consacrata il
27 settembre 1924 alla presenza del vescovo Marelli benché i lavori non fossero
ancora completi, infatti la chiesa risultava priva di ornamenti e dipinti nonché
del grande porticato che avrebbe completato la facciata ma che poi non fu mai
costruito per ragioni economiche.

Custodisce nell'altare maggiore le reliquie di sant'Alessandro, patrono di Bergamo


e san Pio, nonché il corpo di Pierina Morosini posto in un'urna-reliquiario esposta
sotto l'altare principale. Successivamente alla consacrazione si eseguirono i
lavori di arredo e decoro con dipinti all'intradosso del catino absidale e nella
grande volta a botte che ricopre la navata. Successivamente alla dismissione della
vecchia chiesa ormai in disuso, furono installate le cinque campane Pruneri datate
1906, il fonte battesimale, i due altari laterali dedicato alla Beata Vergine del
Rosario (a sinistra) e a Sant'Antonio (a destra).
Altare maggiore, opera dell'architetto V. Sonzogni con l'urna della Beata Pierina
Morosini

Nel 1930, dopo un restauro, l'organo venne traslato dalla chiesa sussidiaria e
installato nella nuova chiesa.

Durante la seconda guerra mondiale, in ottemperanza alle disposizioni del regime,


per ragioni belliche le due campane maggiori furono disinstallate e fuse. Furono
sostituite nel 1949 con due nuove campane identiche. Nel 1987 a seguito della
beatificazione di Pierina Morosini, il presbiterio subì un restyling completo ad
opera dell'architetto Vito Sonzogni, l'altare del tabernacolo venne sostituito da
un baldacchino a pianta quadrata con colonne in cemento, le balaustre e la cantoria
in legno risalente alla fine del XIX secolo furono eliminate così come i paramenti
in legno dei muri laterali. L'altare venne realizzato utilizzando il sarcofago in
marmo che era posto all'entrata della chiesa e che fino a quel momento conteneva le
spoglie della beata. Nel 1996 venne sostituita la vetrata del rosone centrale con
una in stile Tiffany raffigurante Sant'Antonio, patrono della parrocchia, la beata
Pierina Morosini a sinistra e il papa bergamasco Giovanni XXIII a destra.

Il 27 settembre 2012, nel XXV anniversario della beatificazione di Pierina Morosini


la terza campana del concerto campanario (Sol), una Pruneri del 1906 ormai
danneggiata da tempo, è stata sostituita con una nuova, fusa dalla ditta Allanconi
di Crema. Sulla nuova campana trovano posto le effigi della beata alla quale la
campana è dedicata, di papa Giovanni XXIII e di Santa Maria Goretti, figura
importante nella vita di Pierina Morosini. Sulla campana, secondo l'usanza trova
posto una preghiera: Confirma nos in fide - confermaci nella fede - chiaro richiamo
all'Anno della fede 2012-2013. È stata benedetta il 12 agosto 2012 da monsignor
Arturo Bellini, già Direttore dell'Opera Barbarigo. Ha suonato per la prima volta
la sera del 30 settembre 2012 alla presenza di monsignore Francesco Beschi, vescovo
di Bergamo.
Ex chiesa parrocchiale Sant'Antonio di Padova
La vecchia chiesa di Sant’Antonio sconsacrata

Sempre per ciò che riguarda l'architettura religiosa è da segnalare la vecchia


chiesa parrocchiale di Sant'Antonio di Padova, sconsacrata nella seconda metà del
Novecento La chiesa serviva le contrade componenti il nucleo di Fiobbio: Coter
(Cuter), Carrara (via San Benedetto), Gatti, Cadella, Grassi (via Grasse) e Fumiano
(via Lucchetti sotto la parrocchia di Abbazia). Non vi è certezza sull'anno di
costruzione del primo nucleo ma la documentazione presente negli archivi della
parrocchia di Albino, della parrocchia di Fiobbio e della curia Vescovile di
Bergamo[5] consente di collocare la sua costruzione nel 1680 circa. La prima
citazione storica è dovuta al parroco di Albino che dava alcuni particolari sulla
nascita della chiesa: Ha tenuissima entrata come che non è molto tempo che è stata
fabbricata per comodo delli abitanti consistendo in scudi cinque fondati sopra un
prato, et una casetta, et un capitale di circa L. 200, del pro dei quali si fanno
celebrare tante messe.

Voci correlate

Albino (Italia)
Valle del Lujo

Altri progetti

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su Fiobbio

Collegamenti esterni

Parrocchia di Fiobbio [collegamento interrotto], su beatapierinamorosini.com.


Beata Pierina Morosini - Sito ufficiale, su beatapierinamorosini.com.
Scuola dell'Infanzia Valle del Lujo, su infanzialujo.it.
Comune di Albino, su albino.it.
Stazioni Meteo Fiobbio, su meteo.fiobbio.com.

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Frazioni di Albino

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