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I grandi dischi del rock #33

I Drive Like Jehu, l’ultimo traguardo del post-hardcore LosAngeliano, partirono dalle conquiste
formali di Fugazi e Jesus Lizard e le adattarono sia alla mutata sensibilità emo-core che alle
conquiste musicali del post-rock. La loro musica poggiava sui duetti spumeggianti delle due
chitarre, su una sezione ritmica vulcanica ma ben precisa e sullo screaming del cantante (uno dei
più viscerali del rock): la quintessenza del punk intellettuale anni ‘90. Se la carica e il sound erano
quelli del rock più incendiario, gli aspetti più innovativi si concentrano sulla struttura dei brani,
insolitamente lunghi (molto sfioravano i dieci minuti), con frequenti cambi di tempo e dalle
dinamiche emotive molto contorte.

Yank Crime, tutto all’insegna di stati d’animo estremi, è l’LP che ne consacra il talento. I pezzi, in
teoria semplici canzoni punk con una doppia porzione di chitarre, suonano come mini-sinfonie
iperdrammatiche dalla carica degna dei Black Flag. Il loro ampio vocabolario spazia dall’hardrock
più trascinante alle dissonanze più stridenti; i risultati sono un blues catastrofico di rara crudezza,
come Luau, che rifonda virtualmente il genere all'insegna della fine dell'hardcore, che ha toni di
portata epica nella coda strumentale, o come il collasso nervoso di Sinews, che prende in prestito
le intuizioni di Slint e Bitch Magnet per un excursus violentissimo sulle pulsioni represse. Ciò che
colpisce del gruppo è soprattutto il passo vertiginoso, travolgente, che non concede pausa e non
risulta mai banale. La musica dei Jehu assorbe dieci anni di esperimenti sul punkrock, si spoglia di
qualsiasi esibizionismo e cerebralismo e lascia intravedere il futuro. Quello che forse gli manca è il
senso della misura, che aveva reso grandi gli Squirrel Bait: la voglia di dimostrare a tutti i costi
l’ampia gamma di soluzioni di cui dispongono a volte li porta a concentrarsi più sulla forma che
sulla sostanza, ed ecco che compaiono brani troppo autocompiaciuti e ripetitivi.

Pur con i suoi difetti, Yank Crime è un’opera di rara intensità, un calvario dove pare doversi
reggere, compreso e trasmutato in bellezza, tutto il dolore adolescenziale del mondo

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