C’è una differenza sostanziale tra lo svantaggio e l’handicap.
Lo svantaggio si riferisce a un deficit che sia culturale o sociale.
L’Handicap presuppone qualcosa di generico Svantaggio e handicap sino i due termini che caratterizzano in alcuni soggetti situazioni di particolare difficoltà. Con lo svantaggio si riferisce a un contesto giuridico una deprivazione culturale o sociale. Sul piano giuridico tutti i cittadini hanno pari diritti di uguaglianza nelle opportunità;Sul piano concreto però continua a sussistere una disuguaglianza prodotta da una serie di fattori socio-culturali, familiari ed economici. I tre tipi di fattori sostanzialmente sono Inter dipendenti e si integrano reciprocamente. I fattori socio-culturali sono quelli della classe sociale di appartenenza e precedono a quelli familiari e si riferiscono all’ambiente culturale della classe sociale, ovviamente non alla famiglia. Le famiglie hanno il compito di trasmettere attraverso il processo di socializzazione ai suoi componenti tutti i modelli socio culturali. Quindi le famiglie socialmente culturalmente deprivate o povere, essendo prive di stimolazioni culturali ed economiche hanno delle serie difficoltà ad integrarsi nella società. I bambini e i ragazzi appartenenti a tali classi sociali hanno oggettive difficoltà perché si adattano a modelli culturali che non gli appartengono. La scuola deve iniziare un recupero progressivo di tale svantaggio come per l’istituzione scolastica il recupero dello svantaggio è molto complicato e difficile perché pur operando almeno apparentemente in modo paritario per tutti, alla fine ci sarà sempre questa dicotomia perché ci saranno ragazzi che vengono da ambienti elevati e ragazzi che invece non vengono da ambienti poveri, ovviamente i secondi avranno parecchie difficoltà nel recuperare lo svantaggio iniziale. Un’azione di intervento educativo per il recupero dello svantaggio e l’acquisizione delle competenze disciplinari didattiche e metodologiche. Come si traduce questo svantaggio culturale? Consiste in “Deficienze” che significa mancanze (deficit, ritardi nell’apprendimento, ritardi a scuola, ritardi nel rispetto delle consegne del materiale che si deve svolgere a casa, difficoltà dello sviluppo emotivo immaturità per esempio difficoltà di adattamento). L’handicap invece è una forma di svantaggio legata a problemi fisici, sensoriali, mentali. Esso si manifesta nell’età evolutiva; La diagnosi deve essere tempestiva, diversificata e personalizzata. Il termine handicap non può avere una definizione univoca, l’organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha affermato che il significato concreto è riferito a ogni persona incapace di garantirsi per proprio conto (autonomia) in tutto o in parte la necessità di una vita individuale ma anche sociale ovviamente inficia le caratteristiche fisiche e mentali. Handicap Prenatali: anomalie cromosomiche, sindrome di Down ecc… Cause Infettive: come la rosolia o il morbillo o la toxoplasmosi Perinatali: anossie o carenza di ossigenazione dei tessuti Post Natali: traumi sia fisici (gravi) epilessia e distrofia muscolare Turbe: cioè un disturbo come ad esempio turbe uditive (la sordità) o anche quelle visive (come la cecità, miopia, stigmatismo ecc…) Disturbi Dello Sviluppo Evolutivo: ( che spuntano nella crescita) come ad esempio quelli di origine alimentare (Bulimia e Anoressia), la sindrome di Turet che il TIC o la contrazione rapida dei muscoli. Disturbi intellettivi cioè un’insufficienza mentale che viene distinta in: lieve, media, grave. Disturbi del linguaggio come l’afasia, agnosia o sordomutismo disturbi di ordine locutorio o di apprendimento cioè disgrafia dislessia e discalculia cioè la difficoltà a scrivere, a leggere e a fare calcoli. Disturbi di relazione cioè la nevrosi, la psicosi e tutte quelle malattie che noi chiamiamo “disarmonia caratteriale” cioè sociopatia, bipolarismo egocentrismo maturo. (collegamento con Don Milani) Com’è che si è attivata nella scuola la giurisprudenza? Questo è dovuto innanzitutto dall’intervento dell’insegnante di sostegno per l’inserimento dell’integrazione scolastica sociale e lavorativa. Ovviamente i ritmi di apprendimento sono diversi rispetto al passato dove si usavano le "classi differenziali” che in origine era qualcosa di positivo ma poi diventarono delle classi ghetto dove venivano messi solo portatori di handicap o di svantaggio quindi non c’era una perfetta integrazione. La figura dell’insegnante di sostegno è stata introdotta nella scuola italiana dalla legge n. 517 del 4 agosto 1977. Essa è utilizzata per realizzare interventi didattici per chi si trova in difficoltà di apprendimento ma anche per le persone svantaggio. Le caratteristiche: 1. Professionalità: cioè devi conoscere tutte le categorie di svantaggio e handicap e quindi devi essere capace di organizzare maniera autonoma delle strategie di sostegno. 2. Competenza: conoscenza della psicologia dello sviluppo evolutivo dell’apprendimento e delle dinamiche relazionali soprattutto la disponibilità a partecipare all’attività educativa della classe. L’insegnante di sostegno e con titolare collabora con gli insegnanti della classe e del modulo organizzativo,con i genitori e con gli specialisti delle strutture territoriali (psicologo, psichiatra, nutrizionista, neurologo, PEP ”Piani Educativi Personalizzati”). 3. Gli insegnanti di sostegno intervengono su quattro livelli di possibilità: Potenzialità Recuperabili: (carenze sul piano della motricità, del linguaggio, del pensiero) ovviamente questo avverrà con l’intervento di un metodo che sia improntato alla socializzazione. Recuperi o Recupero Parziale: sono handicap motori neopatici (utilizzo della musicoterapia) ci sono pure soggetti con alterazione intellettive (qui serve esclusivamente una figura specialistica) Giurisdizione: ( legge n. 517 del 4 agosto 1977) questa legge ha sancito che la persone che possiede un handicap ha il diritto allo studio, alla socializzazione e all’inserimento lavorativo. Successivamente il 5 febbraio 1992 è entrata in vigore la legge n.104 che serve per l’integrazione soggetti diversamente avvantaggiati che regola l’inserimento, l’assistenza e l’integrazione dei soggetti. La terza legge fu il 24 febbraio 1994 il DPR cioè “Decreto Presidente Repubblica” vengono impartite delle disposizioni nell’indirizzo e nel coordinamento delle unità sanitarie locali come l’ASL ha il compito non solo di coordinare ma anche di certificare questi disturbi di analizzarli e di indagare. Però non sempre viene concessa perché molto spesso non ci sono i fondi. Il DPR ha il compito di istituire in ogni istituzione scolastica un gruppo interno operativo si chiama CIO che serve ad elaborare il piano educativo personalizzato a secondo dei problemi e degli alunni. La programmazione del PEP deve avvenire sulla base della diagnosi funzionale formulata da una proposta (fatta dal medico curante) che deve essere vagliata da una unità multidisciplinare. Quindi la diagnosi diventa così uno strumento propedeutico che serve a preparare un piano di lavoro partendo dall’anamnesi (la ricostruzione della vita medica del paziente) solo a questo punto come prevede il DPR, l’unità multidisciplinari redige il profilo dinamico funzionale quindi la anamnesi che deve valutare il caso clinico e valutare se è un caso di svantaggio (gli verrà rilasciato un certificato) o di handicap ( verrà rilasciato la 104).