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confucianesimo e buddhismo).
(comunicazioni di servizio: le lezioni continuano 100% a distanza anche nel mese di aprile,
ultima lezione giovedì 28 aprile orario ordinario).
indicazioni bibliografiche:
Storia del pensiero cinese (Anne Cheng): Laozi
Taoismo 道家: non compare in età pre imperiale. Ciascun maestro insegnava una serie di
pratiche e di insegnamenti teorici.
Il termine taoismo è coniato in ambito imperiale, durante il processo di canonizzazione dei
pensieri pre imperiali. Esso è un mero criterio di classificazione bibliografica. L'etichetta è
coniata dai bibliotecari imperiali, prima di questo momento nessuno dà questo nome alle
pratiche.
Linguaggio del Laozi: si misura con l'ineffabilità: il linguaggio umano è confinato dentro
precisi limiti, l'infinita realtà del Dao non può essere esaurita dal linguaggio umano. Si può
riferirsi al cosmo solo attraverso una negazione (in altre parole, non si può determinare cosa
il cosmo sia, ma solo ciò che non è). Infinito: si può esprimere solo tramite una negazione
del limite (così come Leopardi rappresenta l'infinito solo rapportandolo per negazione al
limite concreto della siepe: egli immagina l'infinito, non lo vede, lo sguardo è sbarrato dalla
siepe. Dunque l'intera lirica non si rivolge ad un'esperienza sensibile, ma intellettuale.
La grandezza del Dao si esprime nella grandezza della natura e nella piccolezza di ogni
essere vivente. Il testo è poetico, lirico, evocativo.
Al nome dell'autore, Laozi, è associata anche l'opera, anche conosciuta come 道德经
(classico o canone della via e della virtù)
Questo testo è forse il più tradotto al mondo dopo la Bibbia, ha un'importanza culturale
immensa.
道: può essere tradotto con natura (da nascor) o con φύσις (da φύω, genero, creo).
Nel taoismo non si nega il bisogno di denominare: gli esseri umani hanno bisogno di definire
una cosa dandole un nome. Ciò che la prospettiva taoista invita a considerare è sia la
dimensione nominata, sia quella innominata: bisogna ricordare che la realtà va oltre il
bisogno umano di dare un nome. L'uomo ha la necessità apollinea di dare un nome, ma la
realtà sta al di là di questo.
Confucio: "voglio tacere, poiché anche se il cielo non parla genera ogni essere" (più o
meno).
Anche Confucio ammette che c'è qualcosa che sta al di là della comprensione e della
determinazione umana: c'è un sacro mistero che sta al di là delle parole, e Confucio lo
rispetta e non ne parla in vano.
Wang Bi: "Chi ha rispettato di più il 道, Laozi, che ne parla, o Confucio, che non ne parla?
Ovviamente il secondo"
Il 道 è e resta ineffabile: paradosso, l'uomo cerca di comprendere ciò che non può essere
rappresentato o espresso.
Per udire le parole di chi parla bisogna avere uno sfondo di silenzio, di vuoto. Esso è la
dimensione che permette alle nostre parole limitate di essere udite. Esiste un rapporto
dialettico tra finito ed infinito, tra silenzio e parola, tra pieno e vuoto. Proprio grazie all'infinito
il finito può essere espresso.
Confucianesimo e Daoismo non sono, in fin dei conti, pensieri tra loro divergenti.
Tematica del femminile: forza generatrice della natura. Viene rappresentata come madre,
potenza generatrice femminile.
Tutto: viene immaginato come grembo materno infinitamente fecondo da cui tutti gli esseri
hanno vita.
Se si vuole dare un nome al 道, che non ha nome, si può associarlo alla figura della madre,
come essere generatore.
Nel linguaggio confuciano prevale una tematizzazione che si fonda sul genere maschile,
patriarcale. Nel daoismo c'è una tematizzazione dominante di tipo femminile.
Storicamente nelle tradizioni taoiste il protagonismo delle donne è più rilevante che negli altri
ambienti filosofici. Anche le donne sono maestre di vita.
Grande forza cosmica: evocata attraverso la potenza generatrice della donna.
Laozi: viene scritto per parlare del progetto di riordinare innanzitutto se stessi (orizzonte
spirituale) ma anche il mondo (orizzonte politico)
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Non si può capire il Laozi se non si tiene conto del suo background storico: esso non è un
testo mistico, ma profondamente politico: esso richiama l'uomo a riconoscersi piccolissima
parte di un universo sconfinato, in cui la violenza e l'odio perpetrati dall'uomo non sono che
sforzi infinitesimali. La prima mossa dell'uomo dovrebbe essere la presa di coscienza della
propria inferiorità, debolezza, piccolezza rispetto alla forza della natura.
L'immensità del cosmo è una forza che disarma la violenza, la hybris, l'arroganza di un
uomo che considera il proprio operato superiore ad ogni forza naturale.
Laozi: testo non mistico, ma politico: mira a rendere gli uomini consapevoli della propria
inferiorità rispetto al cosmo, e dunque di far tramontare la loro spavalda arroganza e la loro
bellicosità, per ricercare un'armonia con i suoi simili e con l'universo.
Il cosmo si impone sull'uomo non tramite la violenza, la sopraffazione, ma tramite il carisma,
così come l'incedere delle stagioni travolge ognuno senza che nessuno si opponga (cfr. 德)
Sia il Confucianesimo che il Taoismo non sono sistemi intellettuali astratti, ma universi
multiformi, mutevoli: sono modi di vivere.
L'occidente conosce solo una minima parte dell'universo testuale della tradizione taoista:
abbiamo una conoscenza molto ridotta del taoismo, limitata al Laozi e al Zhuangzi.
Simone Weil (1909-1943): autrice, saggista, filosofa e mistica francese: scrive il saggio
"L'Iliade, il poema della forza": qui l'autrice si misura con il tema della violenza,
rappresentata paradigmaticamente nell'opera di Omero. In quest'opera si contrappongono le
scene di morte, odio, violenza, dominate dalla figura maschile, e quelle di amore, di cura
materna per i feriti, dominate dalla figura femminile. Violenza e intimità dialogano.
Quello che chiamiamo confucianesimo e quello che chiamiamo taoismo sono in realtà
concetti molto complessi, poliedrici, molteplici. Essi devono essere distinti, ma non
contrapposti, poiché possiedono molteplici punti di contatto e sovrapposizione.
L'applicazione di categorie rigide banalizza la questione.
C'è una istituzionalità di fondo nel confucianesimo ed una spontaneità di fondo nel taoismo,
un conformismo confuciano ed un anticonformismo taoista, ma in realtà l'orizzonte culturale
è molto più complesso, non può essere banalizzato da queste categorie.
Schematismi da rivisitare:
"bisogna salvare le grandi tradizioni dai loro interpreti, che spesso distorcono il messaggio
originario sottolineandone un solo aspetto e perdendo l'equilibrio."
Laozi e Zhuangzi: entrambi parlano di temi simili, ma in modalità differenti:
Opera di Laozi: caratterizzato da un linguaggio ieratico, poetico, evocativo.
Opera di Zhuangzi: caratterizzato da una grande ironia ->parabola del sogno della farfalla:
sono io che sogno di essere una farfalla, o è una farfalla che sogna di essere me?
Anche Mengzi e Xunzi sono autori molto diversi, e nonostante si riferiscano ad una stessa
tradizione culturale ne mettono in luce aspetti diversi.
Universo culturale e religioso cinese: non tende all'esclusione, ma alla reciproca inclusione e
al dialogo (nonostante sia improprio parlare di sincretismo).
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Hegel nella Filosofia della Religione parla di religione cinese come di "religione della misura"
Religione: istanza che permette di ordinare e armonizzare il mondo: comune appetizione
all'ordine e all'armonia.
Obiettivo: far convergere la santità interiore (ordinare se stessi) e la regalità esteriore
(ordinare il mondo), dunque istanza spirituale ed istanza politica sono strettamente
interconnesse: occorre governare se stessi e raggiungere un equilibrio interno prima di poter
controllare il mondo esterno.
Esistono istanze individualistiche anche all'interno del taoismo. Attilio Andreini scrive
un'opera su Yangzhou (o Yangzi), filosofo di cui non si conosce molto. Il suo pensiero è
sintetizzato dall'apoftegma "为我" "per me stesso", una celebrazione dell'autoconservazione:
egli era un teorico dell'individualismo e dell'egoismo etico.
Sia confucianesimo che taoismo vengono rivisitati nella contemporaneità: mentre nel
passato spesso essi erano connessi, nella modernità si tende a renderli separati, si tende ad
amplificare i fattori di divergenza di entrambi.
Istanza di armonia: si contrappone ad una realtà instabile, incerta, disordinata, violenta.
Relazionalità costitutiva:
-idea eminentemente relazionale di umanità
-relazione con il cosmo
-relazione fra esseri umani
-relazione tra maschile e femminile
Parole della saggezza: non fanno appello a qualcosa di estrinseco, ma a qualcosa che già fa
parte dell'animo di ogni uomo (in interiore hominum veritas). Sia il confucianesimo, sia il
taoismo, sia il buddhismo fanno riferimento ad una maieutica, al recupero di un elemento
profondamente radicato nell'interiorità di ognuno.
Neiye: testo adespota. Il titolo significa coltivazione interiore. Esso è il più antico testo del
taoismo, tratta di tecniche di coltivazione spirituale e psicofisica per recuperare il rapporto
con il 道.
Misticismo naturalistico
Il moto del 道: Yin/Yang, complementarietà degli opposti. Il moto è unitario, ma si costruisce
tramite un rapporto dialettico tra gli opposti.
Ciascuna forza ha dentro di sé il germe della forza opposta. Durante l'inverno non c'è
vegetazione, ma i semi nascono in questo periodo, In ogni atto benefico c'è del male, e in
ogni atto malvagio c'è del bene. Entrambe le dimensioni si rapportano, comunicano ed
interagiscono in modo complementare, collaborano e si completano, entrambe sono
necessarie nella struttura del cosmo La percezione dell'uno che è animato da un movimento
binario si muove dalle pratiche di respirazione: le teorie taoiste vengono elaborate a partire
dalle pratiche concrete.