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UNA STORIA NEL LEGNO

in collaborazione con

(Disponibile anche un estratto sintetico di suddetto documento, denominato Guida Rapida)


UNA STORIA NEL LEGNO

INDICE
1 INTRODUZIONE
a L’importanza di una scelta sostenibile
b Cenni storici sul legno
c Costruire in legno: normativa di riferimento

2 SICUREZZA
a Sicurezza antincendio
b Eccellente comportamento al sisma

3 DURABILITA’ E MANUTENZIONE

4 CERTIFICAZIONE E QUALIFICAZIONE DEI PRODOTTI E DEI PRODUTTORI

5 SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

6 QUALITA’ ABITATIVA

7 SOSTENIBILITA’ SOCIALE

8 SOSTENIBILITA’ ECONOMICA

9 SICUREZZA DURANTE LA COSTRUZIONE

10 LE OPERE DI FINITURA E COMPLETAMENTO DI UN EDIFICIO A STRUTTURA PORTANTE IN LEGNO


a Isolamento invernale
b Isolamento estivo
c Pacchetti e stratigrafie
d Finestre e serramenti
e Sistemi di ombreggiamento
f Impianti di riscaldamento

11 LA SFIDA DELLA SOSTENIBILITA’ SI VINCE NELLE CITTA’: NASCONO GLI ECOQUARTIERI

12 LA FORMA DELL’EDIFICIO

13 IL GIUSTO ORIENTAMENTO DELL’EDIFICIO

14 CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE

15 CONCLUSIONI

16 BIBLIOGRAFIA
La collaborazione av viata tra Ancitel Energia e Ambiente e il Gruppo Forest ha permesso
di produrre questo documento rivolto principalmente ai tecnici delle Amministrazioni
Comunali per permettergli l’utilizzo di tecniche eco - compatibili nella progettazione di
opere pubbliche. Crediamo nell’impor tanza del dare informazioni ed aggiornamenti agli
uffici tecnici comunali ed ai progettisti operanti per conto delle PA sulle potenzialità della
bioedilizia e la riduzione dei consumi energetici, perché la prevenzione degli sprechi è la
nostra mission. Con queste linee guida, infatti, si vuole contribuire ad aumentare la
sensibilità ambientale dei comuni italiani, offrendogli oppor tunità tecniche per l’utilizzo
del legno quale struttura por tante nell’edilizia, anche con l’obiettivo di una riduzione dei
costi nell’esecuzione di opere pubbliche, nel rispetto dell’ambiente. La presente Linea
Guida è stata realizzata con il contributo dei tecnici dei Comuni di Montevarchi,
Oriolo Romano e Poggio M ir teto, i quali hanno messo a disposizione le proprie
competenze ed esperienze.

Coordinamento

Massimo Ferrantini (Gruppo Forest)


Giuseppe R inaldi (Ancitel Energia e Ambiente)

Gruppo di lavoro

Pierluigi Evangelista (Forest Legnami srl)


Diego Ruggeri (Forest Legnami srl)
Sabrina Memeo (Forest Legnami srl)
Franco Fioroni (Like ADV )
Sabrina Nanni (Ancitel Energia e Ambiente)
Andrea Lo Russo (Comune di Montevarchi)
I talo Carones (Comune di Oriolo Romano)
Andrea Bianchi (Comune di Poggio M ir teto)
UNA STORIA NEL LEGNO

INTR ODUZIONE

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L’IMPORTANZA DI UNA SCELTA SOSTENIBILE

Negli ultimi anni si parla molto di sostenibilità. Il tema è molto sentito, sia a livello globale per ridurre lo spreco di ogni
tipo di risorsa del nostro pianeta e l’alterazione del clima limitando le emissioni di CO2 (riscontrati da varie analisi
ambientali e dei consumi, per esempio Rapporto Energia e Ambiente – Scenari e strategie, ENEA, 2013), sia a livello
individuale per garantire investimenti economicamente vantaggiosi, sicuri e confortevoli.

Nella conferenza sulla protezione del clima di Kyoto in Giappone del 1997 erano stati fissati gli obiettivi vincolanti a
livello legale per la riduzione delle emissioni dei gas serra. Il protocollo di Kyoto fu ratificato dall’Italia con la Legge 120
del 2002. Il protocollo è entrato in vigore il 16 febbraio del 2005. 160 erano i paesi che lo avevano sottoscritto.

Adesione al protocollo di Kyoto al febbraio 2009. In verde gli stati che hanno firmato e ratificato il trattato, in blu gli stati che lo hanno firmato ma
non ancora ratificato. Gli Stati Uniti hanno firmato ma hanno poi rifiutato di ratificare il trattato (fonte: wikipedia).

Il trattato prevedeva l’obbligo di operare una riduzione delle emissioni di elementi inquinanti (biossido di carbonio,
metano, ossido di diazoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi) in una misura non inferiore al 5% rispetto alle
emissioni registrate nel 1990, considerando un periodo di adempimento tra il 2008 e il 2012. Per l'Italia, il Protocollo
stabiliva l’obiettivo di ridurre le emissioni di GHG del 6,5% rispetto ai livelli del 1990. A questo proposito l'Italia ha
superato il target, raggiungendo un -7% rispetto al 1990. Ma dati ISTAT hanno mostrano però che l’Italia nel 2010 ha
fatto segnare un incremento del 2% (rispetto al 2009) dell’emissione di gas serra. Il dato si presenta in controtendenza
rispetto al 2006, anno in cui le emissioni hanno iniziato lentamente a diminuire.
5 L’Italia dunque non smette di inquinare.
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Stando ai dati del Living Planet Report del 2012, curato dal WWF, nel 2008 la biocapacità del pianeta, ossia il tempo
che esso impiega a rigenerare le risorse sfruttate e riportare i livelli di CO2 ad ammissibili, è alquanto inferiore alla
domanda energetica. In pratica ci vorrebbe ogni anno almeno mezza Terra in più da sfruttare. E questo è un dato
medio. In particolare agli italiani servirebbero circa quattro volte e mezzo il territorio nazionale per sopravvivere con
questo ordine di consumi, essendo l'Italia un territorio denso di popolazione. Il dato italiano conferma che in generale
il nostro paese è tradizionalmente poco sensibile alle tematiche ambientali e di sostenibilità.
L’accordo di Kyoto sulle emissioni è stato poi rinnovato fino al 2020 in occasione del vertice sul clima a Doha.
L’incontro, avvenuto nella capitale del Qatar, ha stabilito una diminuzione delle emissioni, rispetto al 1990, di un
valore compreso tra il 25 e 40%, entro il 2020. Secondo diversi climatologi l’accordo, oltre a rimandare la soluzione del
problema, non è sufficientemente vincolante per far fronte ai rapidi cambiamenti climatici.

La strategia adottata dall’Unione Europea prende il nome di CLIMA ENERGIA 202020 e assume nel dettaglio:

v un impegno unilaterale dell’UE a ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 entro il
2020, e l’obiettivo di ridurre le emissioni del 30% entro il 2020 a condizione che venga concluso un accordo
internazionale sui cambiamenti climatici;

v un obiettivo vincolante per l’UE del 20% per la produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2020,
compreso un obiettivo del 10% per i biocarburanti;

v un incremento del 20% dell’efficienza energetica.

Secondo le valutazioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia dell’OCSE, le emissioni mondiali di gas serra hanno
raggiunto il loro massimo nel 2011, è stato stimato che la produzione annua di gas serra ammontava a 31,6 miliardi di
tonnellate. Rispetto al 2010, c’è stato un aumento del 3,2 % su base annua, pari a 1 miliardo di tonnellate di CO2.
Senza entrare in un linguaggio prettamente tecnico, gli obiettivi di riduzione delle emissioni assunti dai Paesi
corrispondono a permessi di emissione che non devono essere superati dai singoli Stati.

L’utilizzazione del legno a uso strutturale per l’edilizia va nella direzione fissata dal protocollo di Kyoto.
Mettendo a confronto due edifici con stesse dimensioni e forma, in calcestruzzo armato e legno,
facendo riferimento alla sola struttura e alle partizioni interne, con analisi di tipo LCA (Life Cycle Assesment),
che considerano l’intero ciclo di vita dell’edificio e le risorse impiegate durante le varie operazioni di produzione
della materia prima, di trasporto e di fasi di cantiere, fino alla realizzazione finale dell’edificio si evince:

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Valori di energia primaria ridotti

i valori di energia primaria impiegata (espressa in Joule equivalenti) per la realizzazione di ogni metro quadrato sono:

Calcestruzzo: 2,5 GJ/mq

Edificio di riferimento con classica struttura in calcestruzzo armato, composta da travi e pilastri, con partizioni
orizzontali in laterocemento, e verticali in mattoni forati.

Legno: 1 GJ/mq

Edificio di riferimento con struttura composta da fondazioni in calcestruzzo, travi e pilastri in legno industrializzato,
e tamponamenti orizzontali e verticali in pannelli prefabbricati lignei.
Costruendo un edificio in legno, piuttosto che in calcestruzzo, possiamo puntare ad un risparmio del 60 % di energia
primaria. Tale valore si riduce al 40% se si considerano nel calcolo gli altri elementi costituenti l’edificio finito, quali
serramenti, finiture e impianti che sono equivalenti per le due tipologie e comportano un ulteriore incremento del
valore di energia primaria al metro quadro. In parole povere, per costruire una casa in calcestruzzo si impiegano circa
le stesse energie necessarie per costruirne due in legno.

v Per una casa prefabbricata a telaio vengono utilizzati circa 35 mc di legno;

v Quando la casa finirà il suo ciclo di vita utile (dopo 80 anni, x esempio), si può facilmente ipotizzare che almeno
il 50% del materiale sarà soggetto a valorizzazione termica. Da esso si ricaveranno ben 30’000 kWh di energia da
fonte rinnovabile (combustione di 1 mc = 1800 kWh);

v 30’000 kWh saranno sufficienti a garantire il fabbisogno di riscaldamento di una casa passiva di 100 mq per 20 anni;

v Questo circolo virtuoso ci renderà sempre più indipendenti dal petrolio e dalle fonti di energia non rinnovabili
(L.C.A.)

v Tale principio è alla base ad esempio del Protocollo ITACA, con il quale si stanno certificando energeticamente
le nuove costruzioni e gli edifici esistenti in molte regioni italiane, tra cui Lazio, Umbria, Marche.

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Riduzione dei tempi di cantiere e della produzione di rifiuti

Considerando inoltre che la maggior parte dei prodotti per edilizia in legno ad oggi disponibili derivano da un
processo di tipo industriale e sovente sono preassemblati, la produzione di scarti durante la fasi di cantiere è ridotta
al minimo, come lo sono i tempi di cantiere, soprattutto se paragonati a quelli relativi alle opere in calcestruzzo
armato che, come noto, necessitano di tempi di maturazione del materiale che allungano di molto ogni fase
costruttiva.

Inoltre si registra una forte diminuzione dei rifiuti prodotti durante la fase di smaltimento o demolizione dell’edificio,
che può raggiungere valori prossimi al 100% se sono previste operazioni di riciclo di tutti gli elementi di legno
(sia gli elementi portanti che di completamento), che possono essere interamente recuperati.

Anche il calcestruzzo può essere riciclato tramite un complesso processo di separazione dell’inerte dall’acciaio,
ma con un notevole dispendio energetico. Una volta recuperato, l’inerte viene frantumato e riutilizzato per la
produzione di prodotti di qualità inferiore come massetti o asfalto, non per elementi strutturali.

Nel caso in cui non siano previste operazioni di recupero, in entrambi i casi il materiale di scarto verrà smaltito
in discarica; va considerato che il legno è biodegradabile al 100%; il calcestruzzo armato invece non è biodegradabile.

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Riduzione delle emissioni di CO2

Le analisi effettuate tramite il metodo LCA hanno inoltre registrato una sensibile diminuzione della produzione dei
gas effetto serra rispetto ad un edificio in calcestruzzo, pari al 20-50% in meno.
Il range è molto ampio perché solitamente in questi studi sono considerate diverse variabili, ma in ogni caso
possiamo affermare che per costruire un edificio con struttura lignea in media sono immesse nell’atmosfera il 35%
in meno di gas che alimentano effetto serra.

L'Italia è il più grande produttore/consumatore di cemento al mondo. Il “Rapporto Cave 2010” stilato da Legambiente
rileva che nel paese ci sono quasi 6.000 cave attive e circa 15.000 cave dismesse, e i materiali più gettonati sono le
sabbie silicee e le ghiaie per la mescola del cemento. Non essendoci alcuna normativa sull'estrazione,
la preoccupazione più grande è che la devastazione ambientale, provocata dalla attività estrattiva non regolamentata
e dall'alterazione del paesaggio, invece di diminuire aumenti seguendo richieste sempre più alte di nuove risorse.

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Questo perché si tratta di risorse assolutamente non rinnovabili e che consumano inesorabilmente il nostro territorio:

Immagine aerea degli effetti dello sfruttamento del territorio generato dall’attività estrattiva del Travertino a Tivoli (RM) (fonte: Google Earth).

Il campo delle costruzioni (realizzazione dell'edificio, esercizio e mantenimento) in Europa e nel mondo occidentale
sviluppato ha un consumo energetico del 40% rispetto al totale. Ogni fase del ciclo di vita di un edificio ha infatti un
consumo, e in ogni parte bisogna intervenire con misure restrittive per diminuire il dispendio energetico e di favorire
l'ottimizzazione delle risorse, cercando di utilizzare materiali e fonti di energia rinnovabili e riciclabili.

Come si può definire un edificio sostenibile?

Un edificio sostenibile è quello che garantisce un buon livello di comfort con il minimo impatto sull’ambiente.

Se prendessimo in considerazione la millenaria storia delle abitazioni, vedremmo come il legno rappresenti
il materiale da costruzione per eccellenza, di fatto il più antico nel mondo dell’edilizia. È un materiale nobile,
ecologico, rigenerabile, riciclabile, duraturo e portatore di tutte le caratteristiche sane del vivere in maniera
confortevole. Solamente i limiti tecnologici dei secoli scorsi sono riusciti a penalizzare il legno in favore di altri
materiali come acciaio e calcestruzzo. Ora questi limiti si sono ridotti fino ad invertire la tendenza, grazie all’avvento
delle tecnologie alla base dei processi industrializzati della lamellazione (legno lamellare) e compensazione
(pannelli portanti a strati di tavole incrociati: CLT o XLAM) e delle macchine a controllo numerico, strumenti grazie
ai quali il legno ha riconquistato la sua nobiltà e una nuova dignità di materiale d’eccellenza.

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I moderni centri di taglio:


macchine a controllo numerico
(fonte: Hundegger)

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Molti indicatori segnalano che sia in Italia, che negli altri paesi europei si sta assistendo e si assisterà ancora nei
prossimi anni ad un notevole impulso dell’uso del legno nell’edilizia per i vantaggi offerti da questo materiale che
possono essere cosi sintetizzati:

v Resistenza meccanica;
v Sostenibilità;
v Leggerezza del materiale che permette di ridurre l’entità delle azioni sismiche reali e di progetto sull’edificio;
v Sicurezza in caso di incendio;
v Contenimento energetico.

Tutto ciò affiancato da una facilità di esecuzione che comporta sempre più una industrializzazione del processo
costruttivo con conseguente riduzione dei costi e dei tempi di realizzazione.
È stato evidenziato come la nuova tecnologia si adatti a realizzare strutture in maniera funzionale, organizzata e
celere, favorendo altresì la sicurezza e la salute dei lavoratori in cantiere: quasi tutti i componenti sono prodotti
industrialmente, spesso prefabbricati e/o preassemblati, si dovrà quindi solo procedere al montaggio e alla posa in
opera secondo una pianificazione organica delle sequenze di lavoro in accordo con le indicazioni fornite dal
progettista esecutivo, permettendo cosi una limitazione di improvvisazione in cantiere e una minimizzazione degli
sfridi di materiale.

Abitazioni ed altri edifici in legno, se progettati a regola d'arte, garantiscono una elevata durabilità e offrono
un’ ottima risposta al fuoco e un alto grado di sicurezza antisismica.

Con le presenti linee guida ci si propone di mettere in evidenza i punti forti degli edifici in bioedilizia con struttura
portante in legno, tali da renderli validi esempi di edilizia sostenibile, da poter applicare in qualunque tipo di
intervento, di edilizia pubblica come di edilizia privata, su larga scala (piani di quartiere, lottizzazioni…) come su un
singolo lotto o edificio.

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CENNI STORICI SUL LEGNO

Da quando l’uomo è uscito dalle caverne per abitare in capanne o palafitte, il legno non ha mai smesso di essere un
materiale da costruzione privilegiato. Nonostante il diffondersi di altri componenti per costruzioni come la pietra e il
mattone, con la progressiva popolazione del mondo l’impiego del legno è continuamente cresciuto nel corso della
storia. È però nel XVI secolo che si delinea una significativa svolta, con l’idea di sfruttare questo nobile materiale in
campo edilizio mediante l’assemblaggio di manufatti per ottenere centine e archi.Chiaramente in natura non si
dispone con facilità di grandi sezioni omogenee derivanti da un unico tronco di albero e questa condizione ha
rappresentato un limite nel corso della storia delle costruzioni, condizionando fortemente le scelte progettuali.
In questo secolo si comprende come unire strati di materiale, più o meno lavorato, permetteva di superare limiti
dimensionali e meccanici.

Il genio di Leonardo da Vinci lavorò moltissimo allo studio dei ponti di legno, proponendo soluzioni entrate poi
nel patrimonio conoscitivo di tutta l’industria delle costruzioni. Intuì che era possibile sfruttare le resistenze
per scorrimento di lame di legno opportunamente sagomate per ottenere luci considerevoli e curvature ad arco.
Verso la fine del 1770, l’italiano Giuseppe Del Rosso, propose per la realizzazione di un arco in legno la
sovrapposizione di strati di materiale posti di “piatto” e fasciati da cinte metalliche che attraverso il serraggio
assorbivano lo scorrimento tra le varie lamelle. A questa intuizione seguirono tecniche sempre più evolute attribuite
a Delorme, Emy, Migneron, Wiebeking.

L’evoluzione successiva dell’intuizione di Leonardo ha come traguardo temporaneo il legno lamellare incollato come
lo si conosce oggi, e che risolve il problema legato alla necessità di accoppiare tra loro le lamelle di materiale, infatti
Otto Hetzer (1906), sostituì le connessioni metalliche delle lamelle poste di piatto, con un collante a base di caseina.

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La storia recente vede l’industrializzazione di questi processi artigianali e la sostituzione della caseina con altri tipi di
collanti sintetici:

I collanti maggiormente utilizzati per la produzione di elementi in lamellare (norma UNI EN 301, tipo I e II):

Resorciniche
v più adatte e diffuse
v insensibile all’umidità dopo l’incollaggio
v neutra rispetto agli agenti chimici
v ottima resistenza al fuoco
v costosa
v richiede una piallatura più accurata delle lamelle prima dell’incollaggio
v colla di colore scuro

Urea-Formolo
v non sopportano le escursioni climatiche e le intemperie (per interni)
v temono le alte temperature
v colore chiaro

Melammina-Urea-Formolo (MUF)
v garantiscono analoghe prestazioni degli adesivi fenolici
v sono incolore

Poliuretaniche (PUR) (norma UNI EN 15425)


v hanno una buona resistenza
v privi di formaldeide
v l’utilizzo all’esterno è tutt’ora in fase sperimentale

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Indubbiamente il legno lamellare ha cambiato l’approccio progettuale consentendo nuove opportunità nell’impiego
del materiale, recuperando il gap tecnologico rispetto agli altri materiali da costruzione accumulato negli anni da
parte del legno massiccio.
Tuttavia il legno massiccio non è assolutamente un materiale da scartare. Attualmente infatti è sottoposto agli stessi
livelli di controllo al fine dell’ottenimento della marcatura CE e dei certificati di prodotto, di provenienza e di
conformità (PEFC, FSC, Qualificazione Ministeriale centri di Produzione e di Trasformazione…).
Risulta evidente come si possano così ottenere elementi lignei aventi dimensioni maggiori in lunghezza ed in sezione
di quanto non sia possibile ricavare dalla semplice segagione del tronco. Si riesce in questo modo ad ovviare anche
alla presenza di difetti imprescindibili e tipici del legno massello. Ad esempio si pensi ad un nodo, la cui presenza
è inevitabile in un elemento strutturale in legno massiccio, ma che può essere facilmente eliminato in fase
di produzione del lamellare, scartando le lamelle che risultano essere troppo nodose, oppure tagliando la zona
con il nodo e incollando tra loro gli elementi residui, resi in tal modo privi di qualsiasi difetto. Lo stesso ragionamento
è valido per l’essiccazione di elementi massicci di grandi dimensioni, che, oltre ad essere lenta ed onerosa,
non garantisce risultati ottimali. Utilizzando la tecnologia del lamellare, si riesce invece a controllare con
procedimenti più semplici ed efficaci il grado di umidità di ogni singola lamella. SI tende cioè già in fase di produzione
dell’elemento ad adeguarlo entro certi limiti alle condizioni ambientali di esercizio, in modo tale da controllare
la comparsa di ulteriori fessurazioni da ritiro e il rischio di attacco biologico durante la vita nominale dell’elemento
strutturale considerato.

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COSTRUIRE IN LEGNO – NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Lo strumento normativo attualmente in vigore e pienamente utilizzabile ai fini della progettazione delle strutture in
legno è il D.M. del Ministero delle infrastrutture del 14/01/2008, Norme tecniche per le costruzioni, affiancato dall
relativa circolare esplicativa, nonché dalle istruzioni CNR DT 206/2007, Istruzioni per il progetto,l’esecuzione e il
controllo delle strutture in legno, anche se è tecnicamente possibile progettare una struttura in legno con
l’Eurocodice 5 (UNI EN 1995- 1/2, Progettazione delle strutture in legno – Regole generali – Regole comuni e regole
per gli edifici) utilizzando i coefficienti di sicurezza riportati nelle tabelle della NTC/2008. In Italia le realizzazioni di
strutture in legno hanno ritrovato con il DM 14/01/2008 una pari dignità rispetto ad altri materiali da costruzione.
Si fa notare che i coefficienti amplificativi delle azioni e riduttivi delle resistenze degli elementi strutturali in legno
sono molto più penalizzanti in Italia rispetto agli altri paesi europei in cui si progetta secondo i coefficienti suggeriti
dagli Eurocodici (EC5). Putroppo una stessa struttura, progettata per sostenere i medesimi carichi e considerando le
stesse azioni esterne (sisma, vento …)risulta generalmente maggiorata di un 20-30% se realizzata su suolo italiano
(coefficienti nazionali più cautelativi).
L’attuale norma contiene tre paragrafi relativi alla progettazione di strutture di legno per costruzioni civili e industriali,
per progettazioni in campo sismico, e un paragrafo relativo ai materiali e ai prodotti a base di legno:

P il paragrafo 4.4 “Costruzioni di legno” all’ interno del Capitolo 4 “Costruzioni civili e industriali”;

P il paragrafo 7.7 “Costruzioni di legno” all’ interno del Capitolo 7 “Progettazioni per azioni sismiche”;

P il paragrafo 11.7 “Materiali e prodotti a base di legno” all’ interno del Capitolo 11 “Materiali e prodotti per uso
strutturale”. I contenuti possono essere cosi sintetizzati:

Capitolo Paragrafo Contenuto

Costruzioni in legno: vengono definiti i metodi e i requisiti generali


per la valutazione della sicurezza in termini di resistenza,
4) Costruzioni civili e industriali 4.4
funzionalità, ecc. per le costruzioni in legno, secondo il metodo
degli stati limite

Vengono definite le tipologie strutturali e le corrispondenti classi di


7) Progettazione per azioni sismiche 7.7 duttilità per le costruzioni in legno, relativamente alla progettazione
in relazione alle azioni sismiche

Vengono definiti i materiali e i prodotti industriali a base legno in


11) Materiali e prodotti a base di legno 11.7 base alle proprietà, definendo le procedure per la qualificazione

Mentre i primi due paragrafi sviluppano le tematiche relative agli aspetti strutturali di analisi, dimensionamento
e verifica delle strutture in legno, nel paragrafo 11.7 sono contenuti tutti gli aspetti relativi al controlo della qualità dei
prodotti da costruzione a base di legno, sia in fase di accettazione del materiale in cantiere che ai fini del collaudo
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strutturale delle opere.
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MATERIALI E PRODOTTI A BASE LEGNO


(Paragrafo 11.7 NTC)

In questo paragrafo della normativa vengono definite le proprietà dei materiali e le relative procedure di
qualificazione per:

v legno massiccio;
v legno strutturale con giunti a dita;
v legno lamellare incollato;
v pannelli a base di legno;
v altri prodotti derivati dal legno per uso strutturale;
v adesivi strutturali;
v ementi meccanici di collegamento.

Il paragrafo fornisce inoltre le indicazioni sui provvedimenti necessari ed i relativi riferimenti normativi al fine
di garantire alla struttura nel suo insieme e ai suoi componenti strutturali il requisito di durabilità, specificando i fattori
fondamentali da tenere in considerazione e i requisiti che i materiali a base di legno e i materiali accessori utilizzati
nella costruzione devono possedere.

I prodotti in LEGNO MASSICCIO sono ottenuti dalla segagione del tronco e sono quelli con maggiore tradizione in
edilizia, vantano il vantaggio, rispetto alla materia originaria “tronco” di subire poche fasi di lavorazioni, in particolare:
segagione e stagionatura naturale, essiccazione ed eventuale incollaggio di testa (nome commerciale KVH).
Si decide se realizzare la piallatura prima o dopo l’essiccazione, per ottenere la finitura superficiale desiderata.
Le lunghezze medie vanno dai 4 ai 6 m fino ad un massimo di 8 m, raramente si ottengono lunghezze maggiori fino
ai 12-14 m, che peraltro non possono essere superate per il rispetto dei limiti di trasportabilità degli elementi.
Le sezioni hanno una dimensione media di 24-26 cm (per elementi portanti), raramente si arriva a sezioni maggiori
fino ad un massimo di 50 cm. Tra le specie legnose più utilizzate in Italia predomina sicuramente l’abete (bianco
e soprattutto rosso) in minor quantità vengono utilizzati i larici e tra le latifoglie il castagno, la quercia.
Ottime caratteristiche strutturali le presenta invece la douglasia, avente valori di resistenza superiori all’abete e alta
durabilità. Il legno massiccio per uso strutturale deve essere classificato secondo la resistenza con una regola
conforme alla norma armonizzata UNI EN 14081. Per il legname di provenienza italiana può essere applicata la norma
UNI 11035 (classificazione a vista).
Uno dei prodotti strutturali più utilizzati e che determina in maniera valida un’alternativa al legno massiccio,
soprattutto in alcuni sistemi costruttivi come il Platform Frame è costituito dal legno massiccio squadrato, piallato e
giuntato a tutta sezione con giunti a pettine (questi ultimi conformi alle prescrizioni della norma UNI EN 385 e UNI EN
387) ed è noto con il nome di KVH. Le sezioni disponibili in commercio hanno base variabile dai 60 ai 140 mm
(ad intervalli di 20 mm), altezze dai 100 ai 240 mm e lunghezze fino ai 14 m ma normalmente dai 6 ai 9m.
Gli elementi di legno strutturale massiccio con giunti a dita a tutta sezione non possono essere utilizzati in classe di
17 servizio 3(si veda più avanti cosa si intende per classi di servizio).
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Il materiale da costruzione LEGNO LAMELLARE INCOLLATO, tra tutti i prodotti strutturali a base di legno permette di
superare le limitazioni dimensionali e di forma del legno massiccio con il fine di realizzare strutture complesse per
forma e comportamento strutturale le grandi coperture e i ponti. Vengono prodotti da tavole o lamelle di legno
massiccio di legno di conifera (generalmente abete rosso, più raramente larice, douglasia o abete bianco)
preventivamente essiccate e classificate a vista o tramite macchine, e giuntate con giunti a pettine (UNI EN 385).
Lo spessore delle lamelle varia dai 20 ai 40 mm. Gli elementi con lamelle di spessore maggiore si utilizzano soltanto
nel caso di materiale da utilizzare in ambienti che comportano variazioni limitate di umidità (classe di servizio 1 e 2)
La UNI 386 fissa per l’uso di legno lamellare in classe 3, lo spessore massimo delle lamelle a 35 mm e 45 per le altre
classi, le larghezze della trave variano invece tra 80 e 240 mm.
Secondo quanto previsto dalla norma UNI EN 1194, il legno lamellare incollato può essere costituito da un insieme
di lamelle omogenee tra loro, oppure da lamelle di diversa qualità, determinando due tipologie di elemento,
rispettivamente: elemento omogeno e elemento combinato. In questo ultimo caso le tavole migliori sono disposte
nelle zone maggiormente sollecitate. Le lamelle vengono quindi sovrapposte una sull’altra e incollate. Dopo che la
colla ha esaurito il suo processo di indurimento, si procede a piallature delle superfici, e si procede grazie ai centri di
controllo numerico con lavorazioni quali foratura, tagli, lavorazioni, inserimento di ferramenta.
Dal momento che le prestazioni del lamellare sono sostanzialmente legate alla qualità dell’incollaggio, questa fase
richiede la maggiore attenzione nelle operazioni di controllo. La normativa europea in vigore prevede che gli adesivi
per applicazioni strutturali sul legno siano in possesso di determinati requisiti prestazionali in funzione delle classi
di servizio, misurati conformemente alla norma EN 301. L’utilizzo di un adesivo idoneo per la classe di servizio prevista
è condizione necessaria ma non sufficiente affinché un elemento in legno lamellare incollato possa essere
effettivamente impiegato nella stessa Classe.

Classe Servizio Caratteristica

E’ caratterizzata da un’umidità del materiale in equilibrio con l’ambiente a una temperatura di 20°C e un’umidità
relativa dell’aria circostante che non superi 65%, se non per poche settimane all’anno. Alla classe possono
1 appartenere sia gli elementi esposti esternamente che quelli interni ad edifici ma comunque rientranti nelle
condizioni di temperature e umidità indicati.

È caratterizzata da un’umidità del materiale in equilibrio con l’ambiente a una temperatura di 20°C e un’umidità
2 relativa dell’aria circostante che superi l’85% solo per poche settimane all’anno. Appartengono a tale classe gli
elementi esterni ma protetti anche se solo parzialmente dalle intemperie (tettoie, cornicioni, strutture rivestite, ecc.)

È caratterizzata da umidità più elevata di quella della classe di servizio 2. Normalmente appartengono a tale classe
3 gli elementi lignei esterni non protetti o quelli interni ma esposti a condizioni di temperatura e umidità tipiche della
classe (piscine coperte, palestre ecc.)

L’impiego di pannelli a base di legno da soli o in combinazione con elementi strutturali di legno massiccio o lamellare
ha permesso lo sviluppo e l’evoluzione di alcuni sistemi costruttivi tra i più diffusi al mondo, quali il sistema
Platform Frame e il sistema XLAM, per la realizzazione di edifici residenziali, ma anche avente destinazione d’uso
(pubblica, commerciale, scolastica) anche su più piani. Si ricorda che con le nuove tecnologie la struttura portante
in legno difficilmente risulta a vista e dunque esposta alle intemperie, per cui si rientra nelle classi di servizio 1 e 2 nella
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stragrande maggioranza delle applicazioni nel settore edile.
UNA STORIA NEL LEGNO

SICUREZZA

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2 UNA STORIA NEL LEGNO
a

SICUREZZA ANTINCENDIO

È noto che il legno sia un materiale combustibile, questo però non significa che le strutture di legno non possiedano
resistenza al fuoco e che siano più vulnerabili rispetto alle strutture di acciaio o di calcestruzzo armato. Incendi di
edifici importanti o di pregio nei quali erano presenti strutture lignee se valutati senza senso critico possono portare
all'erronea conclusione che strutture di legno e sicurezza sono difficilmente compatibili tra loro, alimentando così la
convinzione che dove c’è legno c’è rischio di incendio.

Tuttavia raramente le strutture di legno contribuiscono in modo sostanziale ad alimentare un incendio ma anzi ne
subiscono più spesso le conseguenze, manifestando al riguardo un comportamento non peggiore - e addirittura
migliore - rispetto a strutture realizzate con altri materiali.

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2 UNA STORIA NEL LEGNO
a

Due concetti base per il comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali:

Resistenza al fuoco: (DM. Int. 09/03/2007) "è la capacita portante in caso di incendio, per una struttura, per una parte
di struttura o per un elemento strutturale nonché la capacita di compartimentazione rispetto all'incendio per gli
elementi di separazione sia strutturali, come muri e solai, che non strutturali, come porte e tramezzi".
Misurata con la sigla REI:

R stabilità (attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco);

E tenuta (attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare né produrre - se sottoposto all'azione del
fuoco su un lato - fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto);

I isolamento termico (attitudine di un elemento da costruzione a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione
del calore).

Alle strutture a sviluppo lineare (travi e pilastri) generalmente e richiesto il solo requisito R; alle strutture a sviluppo
superficiale (solai e pareti), quando queste delimitano un compartimento, sono richiesti anche i requisiti E ed I.
La resistenza al fuoco è una proprietà della struttura e non del materiale che la compone, dipende dalla geometria,
dai carichi agenti e dalle condizioni di esposizione; pertanto è una caratteristica che va valutata caso per caso con
opportuni procedimenti di seguito esposti.

Reazione al fuoco: "è il grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco al quale è sottoposto".
In relazione a ciò i materiali sono assegnati alle classi 0, 1, 2, 3, 4 e 5 con l'aumentare della loro partecipazione alla
combustione; quelli di classe 0 sono non combustibili, come l'acciaio ed il calcestruzzo. Il legno ed i prodotti a base
di legno hanno reazione al fuoco 3 o 4.

Le specifiche normative che regolano ciascuna attività fissano la classe massima di reazione al fuoco dei rivestimenti
in funzione dell'uso dei locali e della posizione; ad esempio il D.M. 26/08/1992 “Norme di prevenzione incendi per
l'edilizia scolastica” prescrive che nei passaggi quali atri, corridoi e scale il rivestimento sia in classe 1 in ragione del
50% della superficie totale (pareti + soffitto + pavimento), la restante superficie dei rivestimenti deve essere di classe
0. Il grado di reazione al fuoco è pertanto una proprietà del materiale che dipende dalla sua stessa natura e dal
trattamento superficiale.

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2 UNA STORIA NEL LEGNO
a

Nelle attuali tecniche costruttive impiegate per gli edifici in legno le pareti strutturali sono rivestite sia all’esterno che
all’interno con materiali che fungono da protezione e da ritardante in caso di incendio (come le contropareti in
cartongesso, spesso coibentate a livello termoacustico con pannelli in lana di roccia o lana di vetro). Realizzare un
edificio con struttura portante in legno non significa realizzare una casetta in legno a vista, tipo baita di montagna.
Gli elementi portanti e strutturali che devono essere rivestiti lo sono, e alla fine il risultato dal punto di vista della
possibilità di innesco di un incendio è comparabile ad un edificio realizzato con tecniche tradizionali
(in cemento armato o muratura).

Ma pur volendo aggredire il legno con fiamma diretta, si deve considerare che la velocità di carbonizzazione del legno
è pari a solo 0,7 mm al minuto (poco più di 2 cm in mezz’ora!). Lo strato di carbone funge da protezione al fuoco,
garantendo la portata dell’edificio per alcune ore, un tempo sufficiente ad allontanarsi in sicurezza e, in alcuni casi,
per permettere lo spegnimento dell’incendio, limitando i danni.

In ultimo, un dato che fa riflettere: nel caso di incendi parziali, la struttura in legno risulta più facilmente riparabile
rispetto a strutture in acciaio o calcestruzzo.

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2 UNA STORIA NEL LEGNO
a

In ultimo, un dato che fa riflettere: nel caso di incendi parziali, la struttura in legno risulta più facilmente riparabile
rispetto a strutture in acciaio o calcestruzzo.
A riprova di quanto detto analizziamo gli aspetti salienti del comportamento di un elemento strutturale di legno
soggetto ad incendio:

v gli elementi lignei strutturali sono ricopribili da materiali non infiammabili (sia quelli a vista, trattati con vernici
intumescenti che quelli nascosti da contropareti o diaframmi a base di gesso/cemento);

v il legno brucia lentamente, la carbonizzazione procede dall'esterno verso l'interno della sezione;

v il legno non ancora carbonizzato rimane efficiente dal punto di vista meccanico anche se la sua temperatura
è aumentata (sezione residua);

v la rottura meccanica dell'elemento avviene quando la parte della sezione non ancora carbonizzata è talmente
ridotta da non riuscire più ad assolvere alla sua funzione portante.

Pertanto la perdita di efficienza di una struttura di legno avviene per riduzione della sezione e non per decadimento
delle caratteristiche meccaniche.

Se poi si confronta il comportamento del legno con quello di altri materiali da costruzione più tradizionalmente
utilizzati nel nostro paese, verso i quali normalmente non c'è alcun pregiudizio rispetto alla loro resistenza nei
confronti dell'incendio non essendo materiali combustibili, si capisce ancora meglio perché il legno non porta
svantaggiato, ma anzi al contrario dell'opinione comunemente diffusa possa essere considerato addirittura
preferibile:

v gli elementi strutturali di acciaio non bruciano ma il materiale subisce un rapido decadimento delle caratteristi
che meccaniche in funzione della temperatura;

v nelle costruzioni di calcestruzzo armato la resistenza al fuoco è determinata dallo spessore del rivestimento delle
armature metalliche (copriferro), che spesso è minimo o decade per scarsa o errata manutenzione nel tempo;

v nelle strutture di legno i punti deboli sono le unioni che presentano elementi metallici a vista come scarpe, piastre,
ecc.; queste, se non protette, sono le prime a cedere durante l'incendio; se protette e non a vista la resistenza
al fuoco è maggiormente garantita, nel rispetto dei limiti fissati da progetto.

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2 UNA STORIA NEL LEGNO
b

ECCELLENTE COMPORTAMENTO AL SISMA

Per le sue caratteristiche meccaniche, il legno è abbastanza elastico e sopporta facilmente lievi deformazioni locali.
Tuttavia è la sua leggerezza ed efficienza strutturale a renderlo un ottimo materiale per resistere all’azione del sisma.
Questa elevata resistenza è intrinseca nei sistemi costruttivi XLAM e Platform frame, che abbinano la leggerezza e
l’elasticità del legno alla duttilità delle connessioni metalliche (alta capacità dissipativa delle costruzioni in legno).

È opinione ormai comune e diffusa in paesi caratterizzati da una elevata pericolosità sismica come la California
(ma anche in tutto il resto degli Stati Uniti, in Canada ed in Giappone) che il legno sia un materiale particolarmente
appropriato per realizzare strutture in grado di resistere ad eventi calamitosi di elevata intensità. Il legno come
materiale e le strutture in legno in generale sono naturalmente dotate di alcune caratteristiche intrinseche che
ne rendono non solo adatto, ma addirittura consigliabile l’impiego in zona sismica. Le strutture di legno sono infatti
leggere e pertanto le sollecitazioni indotte dall’azione sismica sono notevolmente inferiori.

Allo stesso tempo il legno è un materiale molto resistente; la sua resistenza in dimensioni strutturali è dello stesso
ordine di grandezza di quella del calcestruzzo, ma rispetto a quest’ultimo è resistente anche a trazione. Il legno è un
materiale anche estremamente deformabile: il valore medio del modulo elastico del legno parallelamente alla
fibratura è all’incirca pari a 1/3 di quello del calcestruzzo. Il fatto che il legno sia deformabile comporta bassi valori di
rigidezza e quindi un’alta flessibilità che si può tradurre in un aumento del periodo proprio di oscillazione e, quindi,
in una minore suscettibilità della struttura nei confronti dell’azione sismica.

Oltre a queste caratteristiche, ottimali nei confronti delle azioni sismiche, ne esiste un’altra che sembrerebbe
sconsigliarne l’utilizzo in zona sismica ossia la fragilità. Infatti il legno in dimensione d’uso nelle strutture, presenta
un comportamento elastico-lineare fino a rottura (si può parlare di comportamento “elasto-fragile”). Tutto questo
però viene superato nelle strutture di legno attraverso l’utilizzo di elementi meccanici di collegamento, i quali avendo
uno spiccato comportamento plastico, permettono il raggiungimento di livelli di duttilità maggiori l’organismo
strutturale nel suo complesso.

E questo è particolarmente vero nel caso di edifici per l’edilizia residenziale con struttura portante Platform frame,
ossia con intelaiatura in legno e controventamento in pannelli di fibre orientate OSB (Oriented Strand Board),
dove la presenza di migliaia di chiodi che collegano gli elementi portanti di legno massiccio ai pannelli di compensato
svolge un ruolo fondamentale nel raggiungimento del livello di duttilità necessario al buon comportamento dell’edi-
ficio sotto l’azione del terremoto; ciò è valido anche per il sistema a pannelli portanti a strati incrociati o XLAM,
dove la presenza di tante viti e chiodi per il collegamento dei pannelli parete e solaio consente di poter classificare
questo sistema costruttivo fra quelli ad alta capacità dissipativa.
Questo tipo di comportamento sul piano pratico è ottenuto dimensionando le connessioni in maniera tale che,
al raggiungimento della sollecitazione di progetto, la connessione si ponga in campo plastico quando il resto
dell’elemento è ancora in fase elastica. Tale comportamento è alla base del concetto di “gerarchia delle resistenze”
24 applicato alle costruzioni a struttura portante in legno.
2 UNA STORIA NEL LEGNO
b

Progettazioni per azioni sismiche

Nel paragrafo 7.7 “Costruzioni in legno” all’interno delle Norme tecniche per le costruzioni del 14/01/2008
si definiscono le tipologie strutturali ammesse in zona sismica e i corrispondenti valori dei coefficienti da utilizzare
nella progettazione in funzione della minore o maggiore capacità di dissipazione dell’energia sismica
(fattore di struttura q). Più alto è il fattore “q” e maggiore sarà la capacità dissipativa intrinseca nella struttura.

Riferendosi proprio ai due sistemi costruttivi sopracitati più adatti si rileva:

v Sistema Platform Frame. Inserito tra le tipologie ammesse (pannelli di parete chiodati con diaframmi chiodati,
collegati mediante chiodi e bulloni) è indicato il valore di fattore q=5 da adottare nella progettazione, il più alto per
i sistemi costruttivi in legno.

v Sistema XLAM. E’ Presente nella descrizione dei sistemi costruttivi ammessi (pannelli di parete incollati con
diaframmi incollati, collegati mediante chiodi e bulloni) è indicato il valore del fattore di struttura q=2.

Classe q0 Esempi di strutture

3,0 Pannelli di parete chiodati con diaframmi incollati, collegati mediante


chiodi e bulloni; strutture reticolari con giunti chiodati

Portali iperstatici con mezzi di unione e gambo cilindrico, spinotti


A Strutture aventi una alta 4,0 e bulloni (con le precisazioni contenute nei seguenti capoversi del
capacità di dissipazione § 7.7.3)
energetica

5,0 Pannelli di parete chiodati con diaframmi chiodati, collegati mediante


chiodi e bulloni

Pannelli di parete incollati con diaframmi incollati, collegati mediante


chiodi e bulloni; strutture reticolari con collegamenti a mezzo di bulloni
o spinotti; strutture cosiddette miste, ovvero con intelaiatura
(sismo-resistente) in legno e tamponature non portanti
2,0
Strutture aventi una bassa
Portali isostatici con giunti con mezzi di unione a gambo cilindrico,
B capacità di dissipazione
spinotti e bulloni (con le precisazioni contenute nei seguenti capoversi
energetica
del § 7.7.3)

Portali iperstatici con mezzi di unione a gambo cilindrico, spinotti


2,5 e bulloni (con le precisazioni contenute nei seguenti capoversi del
§ 7.7.3)
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2 UNA STORIA NEL LEGNO
b

Nella tabella a seguire vengono riportati i risultati di un’indagine effettuata sul comportamento di edifici a struttura
in legno, analizzando i danni causatia seguito di terremoti avvenuti recentemente.

Intensità N° approssimativo di vittime



stimato di edifici
realizzati con
Terremoto Magnitudo Valore dell’ In crolli di edifici il sistema
Richter accelerazione realizzati con Platform Frame
di picco al suolo Totale il sistema investiti dal sisma
(M) (g) Platform Frame

San Fernando 6,7 0,6+ 63 4 100.000


CA, 1971

Edgecumbe
6,3 0,32 0 0 7.000
NZ, 1987

Saguenay QC,
5,7 0,15 0 0 10.000
1988

Loma Prieta
CA, 1989 7,1 0,5 66 0 50.000

Northridge
CA, 1994 6,7 1,0 60 20 200.000

Hyogo-ken
Nambu, Kobe, 6,8 0,8 6.300 0* 8.000*
Giappone,1995

* Riferito ad edifici realizzati con il sistema Platform Frame nell’area investita dal sistema

In particolare si vuole evidenziare come a fronte del terremoto avvenuto a KOBE nel 1995, uno dei terremoti
più forti avvenuti, di circa 8000 case costruite con il sistema Platform Frame ad uno o due piani nessuno ha subito
crolli e il 70 % non ha subito alcun danno rilevante. Quando i collassi ci sono stati questi sono avvenuti per motivi
indipendenti dalle qualità del legno, come ad esempio errori di progettazione:

cedimenti di sottostrutture o fondazioni, insufficiente numero di elementi di collegamento, mancata installazione


di elementi hold-down, presenza di grandi aperture al piano terra (“piano soffice”), etc..

Per quanto riguarda il “piano soffice”, si specifica che esso è legato alla tipologia edilizia e ad aspetti formali
e distributivi dell’opera che si realizza, per cui è indipendente dal materiale da costruzione impiegato nella esecuzione
della struttura.

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2 UNA STORIA NEL LEGNO
b

Sistema Platform Frame (Comportamento strutturale e riferimenti normativi)

Caratterizzato da una parete formata da un’intelaiatura di legno, generalmente massiccio ma anche lamellare o KVH,
formata da un corrente inferiore, dei montanti disposti ad interasse di 61-62.5 cm e da un corrente superiore, tutti
elementi della stessa sezione. Generalmente si tratta di sezioni 6x12 o 6x16 cm, con il lato da 12 o 16 cm disposto nella
direzione dello spessore di parete. Su entrambi i lati dell’intelaiatura, o su entrambi viene posizionato un pannello
di rivestimento strutturale, generalmente compensato o OSB collegato all’intelaiatura con chiodi ad aderenza
migliorata, di diametro dai 3 ai 3,5 mm e disposti ad interasse generalmente di 150 mm ai bordi del pannello e
300 mm sui supporti interni. I pannelli hanno dei formati commerciali, di dimensione 122 x 244 cm o 125 x 250 cm.
Una parete minima di 270 cm quindi non può essere realizzata con un unico pannello in altezza, per cui in sede di
progettazione costruttiva è possibile inserire anche degli elementi intermedi orizzontali nel telaio (detti blocking) per
il fissaggio dei pannelli di controventamento.

La parete cosi definita ha:

P Resistenza ai carichi verticali garantita dai montanti verticali. L’instabilizzazione per carico di punta nel piano della
parete è impedita dal pannello strutturale di rivestimento e i montanti stessi a loro volta impediscono
lo svergolamento dei pannelli per effetto di azioni di taglio.

P Resistenza alle azioni orizzontali agenti nel piano della parete (sisma, vento) garantita dalla resistenza dei chiodi
di collegamento dei pannelli all’intelaiatura (sollecitati a taglio).

P Resistenza ai carichi orizzontali agenti nel piano perpendicolare alla parete (vento) assorbiti per area di influenza
dai montanti verticali, sollecitati quindi a pressoflessione.

Solamente le pareti rivestite con i pannelli di rivestimento strutturale a base di legno collegati con elementi meccanici
di collegamento e continue dalle fondazioni alle coperture possono essere considerati come resistenti alle
azioni orizzontali (per tutta l’altezza interpiano). Le pareti divisorie interne, rivestite anche con pannelli di cartongesso
o fibrogesso, pur non contribuendo alla resistenza alle azioni orizzontali, svolgono un ruolo dissipativo integrativo
per le azioni sismiche, contribuendo ad ottenere cosi il più alto valore del fattore di struttura per le strutture in legno
contenuto nell’Eurocodice 8.

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2 UNA STORIA NEL LEGNO
b

I solai realizzati con la stessa tecnica costruttiva delle pareti, possono essere considerati infinitamente rigidi nel
proprio piano a patto che vengano soddisfatte tutte le indicazioni presenti nella normativa. Deve essere prevista la
presenza di un cordolo continuo in legno intorno al solaio per assorbire le azioni di trazione che si sviluppano quando
il solaio (considerato rigido) viene caricato da azioni orizzontali. Nell’ipotesi di solai infinitamente rigidi occorre
considerare l’azione sismica ripartita secondo le rigidezze effettive delle pareti e gli effetti torsionali dovuti alla non
coincidenza tra centro delle masse e centro delle rigidezze. In genere per ottenere un piano rigido è sufficiente
prevedere un doppio tavolato (almeno 2 cm + 2 cm) a tavole tra loro incrociate con angolo di 45° (in alternativa un
tavolato – almeno 2 cm – e un pannello di compensato o OSB da almeno 1,2 cm di spessore)

P Nell’Eurocodice 5 ( (EN 1995-1-1) sono presenti due paragrafi che si riferiscono a questo sistema, uno dedicatoalle
regole costruttive per coperture e solai (9.2.3) e uno per il calcolo della capacità portante nel piano di pareti
realizzate secondo due metodi semplificativi e alle regole costruttive per le stesse pareti. (9.2.4).

P Nelle CNR-DT 206:2007 sono presenti le regole costruttive nei due paragrafi analoghi 9.4.1.1Diaframmi per tetti
e solai e 9.4.1.2 Diaframmi per pareti.

P Nel DM 14/01/2008 il sistema è citato nel paragrafo 4.4.11 Sistemi strutturali, necessitano però di essere
accompagnati dalle normative sopracitate.

P Nell’ Eurocodice 8 (EN 1998-1), relativo alla progettazione delle strutture per la resistenza sismica, al capitolo 8
Regole specifiche per gli edifici in legno. Nel paragrafo 8.5.3 vengono date indicazioni costruttive dettagliate per la
progettazione dei solai in zona sismica. Le stesse regole vengono riprese anche nel paragrafo relativo 7.7
del DM 14/01/2008.

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2 UNA STORIA NEL LEGNO
b

Sistema a pannelli portanti Xlam (Comportamento strutturale e riferimenti normativi)

Il pannello di legno massiccio a strati incrociati è una delle più recenti evoluzioni del settore legno. È formato dalla
sovrapposizione di strati di tavole di legno massiccio, generalmente abete rosso, disposti ortogonalmente fra loro e
collegati mediante incollaggio. Queste tavole dello spessore variabile tra 15 mm e 40 mm, sono assemblate in strati
disposti ortogonalmente fra loro in numero dispari (minimo 3) e incollati a freddo con colle, generalmente MUF
(Melammino – Urea – Formaldeide) o poliuretaniche (senza rilascio di formaldeide). I pannelli cosi composti, con
spessori dai 50 ai 500 mm, risultano essere elementi molto rigidi se paragonati agli elementi strutturali costituenti
il sistema platform frame.

I pannelli appaiono cosi formati da strati con direzione della fibratura longitudinale e trasversale. Il comportamento
strutturale del pannello dipende dalle prestazioni meccaniche degli strati di legno che lo compongono, e dalla
direzione considerata rispetto alla fibratura. Gli strati ortogonali hanno rigidezza trascurabile rispetto agli strati
paralleli per cui vengono trascurati ai fini della rigidezza meccanica del pannello. La sezione effettiva reagente
alle sollecitazioni è data perciò dagli strati paralleli.

E90 = E0 / 10

A effettiva = A strati fibratura longitudinale

Il pannello XLAM è sostanzialmente un elemento bidirezionale efficace strutturalmente sia come parete sfruttando
il “comportamento a lastra” e sia come solaio sfruttando il “comportamento a piastra”. E’ dunque un elemento
universale, in termini di applicabilità e di comportamento statico.

Questo tipo di sistema consente di analizzare l’edificio come una struttura scatolare in cui i diaframmi orizzontali
dei solai e della copertura possono essere schematizzati nel calcolo come infinitamente rigidi. Le azioni orizzontali
vengono pertanto trasferite dagli orizzontamenti alle pareti e ripartite fra questi in funzione della loro rigidezza e
da queste alle fondazioni. L’azione di taglio genera sulle pareti azioni di scorrimento e ribaltamento che vengono
contrastate da angolari metallici adeguati.

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2 UNA STORIA NEL LEGNO
b

Le pareti vengono realizzate con un unico elemento dotato di tutte le aperture per porte e finestre con l’unica
limitazione sulla lunghezza data dalle esigenze dei trasporto (standard 13,6 m e max 16 m) oppure mediante
l’assemblaggio di più pannelli collegati fra loro mediante collegamenti meccanici realizzati con l’utilizzo di strisce
di pannello multistrato o con giunti a mezzo-legno fra pannelli e l’ausilio di viti o chiodi.

La parete cosi definita possiede:

P resistenza ai carichi verticali


P Resistenza alle azioni orizzontali agenti nel piano della parete (sisma, vento)
P Resistenza i carichi orizzontali agenti nel piano perpendicolare alla parete (vento)

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2 UNA STORIA NEL LEGNO
b

La resistenza ai carichi verticali e alle azioni orizzontali ortogonali al piano della parete è devoluta ai pannelli
che vengono sollecitati a pressoflessione. La resistenza a taglio per azioni orizzontali agenti nel piano della parete
è sostanzialmente assorbita dai giunti verticali tra i pannelli se presenti, e hold-down e angolari, in quanto il pannello
è molto più rigido e resistente dei collegamenti che sono deformabili.

I solai sono realizzati collegando tra loro pannelli con larghezze che per esigenze di trasporto sono comprese tra
125 cm e 250 cm. I collegamenti tramite giunti meccanici sono realizzati con le stesse modalità utilizzate per
i collegamenti dei pannelli verticali. Il collegamento alle pareti sottostanti realizzato tramite viti autoforanti inserite
inclinate rispetto al piano verticale della parete, in modo da intercettare più strati possibile e ad interasse ravvicinato
realizzando cosi un giunto sufficientemente rigido.

I riferimenti normativi di questo sistema costruttivo dato il suo recente sviluppo e diffusione, sono contenuti
solo all’interno del paragrafo 4.1.5 Pannelli di tavole incrociate, presente nelle CNR DT 206/2007 in cui si danno le
specifiche di produzione, e si specifica che il prodotto può essere utilizzato, in assenza di riferimenti normativi,
solo se accompagnato da benestare tecnico rilasciato da uno degli enti competenti dei paesi membri della
comunità europea.

Ciò non significa che attualmente il sistema non possa essere utilizzato. Per le caratteristiche meccaniche dei pannelli
si fa riferimento alla classe di resistenza del legno delle tavole che compongono i pannelli, mentre per la resistenza dei
giunti si possono applicare le formule di Johansen per il calcolo della resistenza dei giunti legno-legno e legno-acciaio
date dall’ Eurocodice 5 e dalle CNR-DT-206.

In alternativa, possono essere eseguite delle prove meccaniche per la valutazione delle capacità di resistenza
e rigidezza dei giunti meccanici secondo la EN 26891 – Strutture di Legno - Assemblaggi realizzati tramite elementi
meccanici di collegamento. Principi generali per la determinazione delle caratteristiche di resistenza e deformabilità.
Inoltre si fa presente che l’Italia si è dotata di apposite Linee Guide approvate dal Consiglio Superiore Dei Lavori
Pubblici dedicate all’ottenimento del Certificato di Idoneità Tecnica all’impiego ( come da p.to C del par. 11.1
delle NTC) per i prodotti di carattere innovativo. Le stesse linee specificano in appendice B le prove di tipo e i controlli
di produzione in fabbrica dedicate all’XLAM per l’ottenimento del Certificato di Idoneità Tecnica.

31
UNA STORIA NEL LEGNO

DURABILITA’
E MANUTENZIONE

3
3 UNA STORIA NEL LEGNO

DURABILITA’ E MANUTENZIONE

La tecnologia costruttiva che prevede la struttura portante in legno è molto diffusa in tutto il mondo, arrivando
a quote tra il 40 e il 50% dell’edilizia in Austria e Germania e ben al 70% nei paesi del nord Europa, in Canada
e negli Stati Uniti. In Italia le costruzioni in legno sono state fortemente osteggiate dall’industria del cemento,
che da sempre ha vantato una maggiore durata, arrivando spesso a far credere che una realizzazione tradizionale
potesse essere eterna. Ora i primi problemi di tenuta (e di crolli) e le nuove ricerche hanno dimostrato che il cemento
ha ottime caratteristiche, anche una buona durabilità, ma nulla di eterno, e per certi specifici utilizzi ha una durata
inferiore al legno. In Italia il collegio dei Tecnici dell’Industrializzazione Edilizia (CTE) indica per i comuni edifici
di abitazione, senza oneri eccessivi di manutenzione, una vita utile di 50 anni per le parti in elevazione e per
le strutture di fondazione di 100 anni.

In Giappone, il JSCE (Japan Society of Civil Engineering) classifica la durata del cemento in funzione dell’ambiente e
indica 70 – 80 anni in ambiente pressoché asciutto, che si riducono 40-50 anni in un ambiente con comuni condizioni
climatiche. Stesse indicazioni anche in Svizzera, dove i ponti o i cavalcavia più vecchi di 70 anni vengono abbattuti
e ricostruiti. Ma la verità più importante, probabilmente, è quella che ciascuno potrà estrapolare dalle parole di
Maurizio Grandi, direttore di Assobeton, Associazione Industrie Manufatti Cementizi, che dichiara:
“(…) il cemento ha un’ottima durabilità e garantisce una vita di almeno 50 anni per le case, senza bisogno
di particolare manutenzione…”.

Al mondo esistono centinaia di opere in legno che hanno diversi secoli, come alcune pagode in Cina risalenti
al primo secolo d.C., oppure abitazioni in Europa centrale ancora perfettamente funzionanti e funzionali risalenti
al XVII-XVIII sec.

La durabilità è un aspetto fondamentale delle costruzioni in legno, in termini sia di cultura che di tecnologia.
Il requisito normativo è chiaro: un edificio che non sia classificato come “provvisorio” deve avere una durabilità
minima di 50 anni (100 anni per quelli “strategici”), ma il buon senso e le aspettative dei committenti suggeriscono
che tali limiti siano abbondantemente superati. Esiste un limite fisiologico, assoluto, per la durata di un edificio
realizzato con materiali di origine biologica, quindi biodegradabili? Certamente no, perché la durabilità di una
costruzione in legno e/o di sue parti dipende da molti fattori, il cui risultato può assumere valori estremamente diversi
tra loro. Così come con il legno, materia prima fragile, si realizzano strutture molto duttili e dissipative rispetto alle
azioni sismiche, analogamente biodegradabilità non significa automaticamente bassa durabilità. Sono ben noti casi
in cui, in tempi brevissimi (5-10 anni), le strutture di legno sono risultate completamente degradate, ma sono
certamente più diffusi gli esempi opposti dove, pur in assenza di trattamenti preservanti, strutture di legno realizzate
vari secoli fa stanno dimostrando ancora oggi una piena efficienza.

33
3 UNA STORIA NEL LEGNO

La differenza sta, principalmente, nelle capacità del progettista e dell’esecutore. In ogni parte d’Italia esistono esempi
di strutture in legno che sono in opera da secoli, senza l’uso di preservanti, grazie soltanto ad una corretta attività di
progettazione, posa, ispezione e manutenzione. Prevedere che un manufatto, realizzato in qualsiasi materiale,
non avrà bisogno di manutenzione, è semplicemente presuntuoso e non sostenibile, ne sul piano tecnico ne su
quello economico. Quindi, il progetto per la durabilità dev’essere completato da quello relativo alle operazioni di
manutenzione (ispezione, ripristino, sostituzione).

Studi di prestigiose università europee dimostrano che non esiste differenza di durata tra una casa in legno e una casa
costruita in modo tradizionale: la durata di utilizzo medio generalmente, per entrambi, è superiore ai 100 anni,
a parità di correttezza nella progettazione costruttiva. Le costruzioni in legno possono durare secoli,
come dimostrano edifici storici presenti ad ogni latitudine, l’importante è che siano state progettate e realizzate
a regola d’arte. Nel 2002, l’Università di Lipsia ha realizzato uno studio sulla bioedilizia, da cui emerge che oggi le case
in legno promettono quantomeno la stessa durata delle case in muratura, ma con le giuste attenzioni (non perforare
pareti lasciando entrare acqua, non modificare l’assetto strutturale aprendo o spostando pareti arbitrariamente, ecc.)
possono durare molto di più. Le case in legno soddisfano tutte le esigenze in fatto di isolamento termico ed acustico
e nella resistenza contro l’umidità, inoltre hanno un decadimento delle prestazioni energetiche minore nel tempo,
mantenendo i consumi di esercizio al di sotto degli standard vigenti (cosa non riscontrabile nell’edilizia
convenzionale).

La buona tecnica costruttiva richiede che:

v la struttura in legno venga nascosta e protetta dagli agenti atmosferici esterni. Qualora si preferisca il legno a vista,
che non deve avere ruolo strutturale, bisognerà optare per elementi lignei di sacrificio (come tavole in larice);

v i "pacchetti" di copertura, parete e/o solaio forniscano un corretto livello di coibentazione, traspirazione
e ventilazione rispetto alle condizioni di servizio previste.

Manutenzione: il legno portante nelle case in bioedilizia deve essere sempre protetto dagli agenti atmosferici.
Essendo un materiale vivo risente direttamente dell'azione di acqua e sole che ne comportano un repentino degrado.
Di conseguenza dove possibile il legno dovrebbe essere contenuto negli strati di materiali coibenti e protettivi,
mentre nel caso in cui risulti esposto, si pensi all'intradosso dello sporto della falda del tetto, deve essere trattato con
impregnanti che lo impermeabilizzano e coperto dall'azione diretta dell'acqua con tegole, scossaline e manti
impermeabili. Pertanto, la manutenzione della parte in legno delle pareti è da ricondurre alla sola verifica di tenuta
dell’intonaco esterno e degli strati di rivestimento interni, secondo il piano d'uso e manutenzione stilato dal progetti-
sta, mentre per le parti a vista delle facciate esterne e delle pareti interne rivestite, la manutenzione sarà quella che da
sempre conosciamo per qualunque altro edificio e quindi si limiterà al ripristino dell’impregnante ove questo, per
usura del tempo, incuria o danno accidentale, dovesse presentare dei problemi. In conclusione, nulla di più o
di diverso rispetto a quanto fino ad oggi eseguito su altri tipi di abitazioni.

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UNA STORIA NEL LEGNO

CER TIFICAZIONI E QUALIFICAZIONE


DEI PR ODOT TI E DEI PR ODUT TORI

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4 UNA STORIA NEL LEGNO

CERTIFICAZIONI E QUALIFICAZIONE
DEI PRODOT TI E DEI PRODUTTORI

Progettare strutture in legno non è complicato, ma necessita di una specifica professionalità e qualità di progetto.
Solo infatti la qualità del progetto e della posa possono effettivamente garantire efficienza, sicurezza e durabilità.
Ogni figura coinvolta nel cantiere ha le proprie specifiche responsabilità e autorità.

Le Norme Tecniche per le costruzioni del 2008 prescrivono ai :

v fornitori di apporre la marcatura CE applicabile e, in certi casi, anche di iscriversi all’Albo dei Produttori Qualificati
presso il Servizio Tecnico Centrale del Ministero delle Infrastrutture con una delle modalità a seguire:

t Produttore, se non ha ancora la possibilità di apporre marcatura CE sui propri prodotti;


t Centro lavorazione, se trasforma i prodotti (anche se marcati CE) mediante lavorazioni in elementi strutturali.

v Progettisti di fare i riferimenti corretti alle norme in vigore, anziché a quelle superate o, peggio ancora,
a definizioni prive di riferimenti concreti e oggettivi (ad esempio: legno di “prima scelta”, in cui non è chiaro se
si tratti di prestazioni o di estetica, e neppure si definisce in maniera univoca cosa si desidera);

v Direttore dei Lavori di verificare che il prodotto "legno strutturale" sia oggetto di qualificazione e che la posa
segua le "specifiche tecniche del produttore", rifiutando le forniture non conformi;

v Collaudatore di controllare la qualità dei materiali e le certificazioni fornite.

Per i prodotti realizzati in legno strutturale, è stata emessa la norma UNI TR 11499: 2013 “Legno strutturale – Linee
guida per i controlli di accettazione in cantiere” che prevede specifici controlli da effettuare sul legno massiccio, e i cui
requisiti essenziali riguardano i controlli documentali e di prodotto effettuati in cantiere.

Per rispettare il Controllo Documentale, previsto dalla suddetta norma, è necessario che il prodotto da costruzione sia
sempre accompagnato dalla documentazione adeguata a seconda della tipologia di prodotto.

Progettare strutture in legno non è complicato, ma necessita di una specifica professionalità e qualità di progetto.
Solo infatti la qualità del progetto e della posa possono effettivamente garantire efficienza, sicurezza e durabilità.
Ogni figura coinvolta nel cantiere ha le proprie specifiche responsabilità e autorità.

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4 UNA STORIA NEL LEGNO

Per i prodotti soggetti a marcatura CE, chi esegue il controllo deve verificare:

a) la presenza dell’etichetta CE
b) la presenza della Dichiarazione di prestazione (dove la prestazione dichiarata sia coerente con quanto previsto
dal progetto e quanto effettivamente ordinato)

Per i prodotti NON soggetti a marcatura CE, colui che esegue il controllo deve verificare:

a) la presenza, sui prodotti, del marchio che identifica l’azienda come qualificata dal Servizio Tecnico Centrale
b) la presenza di copia dell’attestato di qualifica con i riferimenti del DTT di Consegna
c) la presenza delle prestazioni dichiarate del prodotto (dove la prestazione dichiarata sia coerente con quanto
previsto dal progetto e quanto effettivamente ordinato)

Se i materiali e gli elementi utilizzati sono conosciuti, controllati e soprattutto riportano la marcatura CE,
si può star certi delle loro prestazioni. Se l'azienda controlla e gestisce nel miglior modo possibile l’intera fase
di lavorazione, specializzandosi nei processi che assicurino al prodotto/servizio di essere conforme tanto alle
certificazioni quanto alle reali esigenze del cliente, si andrà verso una sempre maggiore qualità e durabilità.

Alcune delle certificazioni


necessarie per poter operare
nel settore delle costruzioni in legno,
e nel settore delle costruzioni in generale.

CERTIFICAZIONE CE

Certificato di conformità CE 1359 – CPD -0049


del Legno Lamellare da costruzione

CERTIFICAZIONE NORME TECNICHE PER LA COSTRUZIONE

Attestato di denuncia dell’attività di produzione


e trasformazione di elementi strutturali in legno

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4 UNA STORIA NEL LEGNO

L’importanza delle certificazioni per una gestione forestale sostenibile

Il legno è una materia prima rinnovabile. E’ pero opportuno considerare le modalità con cui il legno può essere
prodotto, con il fine di non deludere le aspettative di chi vede in questo materiale una risorsa inesauribile per il futuro,
in grado di creare reddito per molti territori e soddisfare le esigenze tecniche richieste dai molteplici settori
di impiego. È necessario affrontare i problemi legati alla gestione sostenibile dei boschi affinché si possa parlare
del legno come di una risorsa veramente rinnovabile senza trascurare inoltre l’effettiva importanza del ruolo
delle foreste. Il bosco è una risorsa fondamentale per il nostro Paese e nel corso degli anni ha assunto un’importanza
sempre maggiore anche in relazione alle molteplici e crescenti funzioni che riveste, da quella naturalistica
e paesaggistica, a quella faunistica, alla funzione di protezione idrogeologica del nostro territorio.

Quali sono gli strumenti a disposizione per garantire la continuità della disponibilità futura di questa risorsa?

La risposta a questa domanda è rappresentata dalla gestione forestale sostenibile, ossia la possibilità di conciliare
la tutela ambientale e la salvaguardia delle foreste con le esigenze di sviluppo economico e sociale di un determinato
territorio. Il tutto disciplinato da un complesso di regole definito da un organismo di certificazione indipendente che
stabilisce dei criteri e degli indicatori di valutazione di tipo ambientale, sociale ed economico che variano a seconda
del sistema prescelto e che prevede, al termine del processo il rilascio di un marchio ecologico che certifichi
il soddisfacimento di tali requisiti e al contempo costituisce anche una garanzia per il consumatore finale.
La certificazione forestale è dunque una dichiarazione con la quale una terza parte indipendente (Ente di
Accreditamento) verifica ed attesta che la gestione da parte di un’azienda o un ente pubblico di una determinata
foresta risulti conforme ai requisiti (o standard) di una norma o una regola tecnica.

Le certificazioni si imbattono in due diverse problematiche:

v Una prima che interessa i proprietari e i gestori forestali, ossia appunto la gestione forestale (pianificazione, taglio,
distribuzione del legname ). Uno dei principali punti della gestione è che il livello quantitativo di utilizzo dei
prodotti non deve eccedere la razione prelevabile, e non deve danneggiare le capacità di rinnovazione e reintegro
del prodotto stesso. Bisogna assicurarsi che il taglio dei prodotti legnosi non pregiudichi la biodiversità,
la produttività e i processi ecologici in atto.

v Una seconda che riguarda soprattutto le industrie di trasformazione che devono documentare il corretto
passaggio del legname certificato della foresta al consumatore. La rintracciabilità dei prodotti certificati o catena
di custodia (chain of custody) serve a garantire che il legno provenga da foreste gestite in maniera sostenibile e
consente di risalire a tutti i vari passaggi dalla foresta al consumatore finale.

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4 UNA STORIA NEL LEGNO

Viene così garantita una gestione corretta della foresta in modo che la popolazione possa godere dei benefici
più a lungo possibile e fare in modo che la popolazione locale sia incentivata a sostenere la risorsa forestale attraverso
piani di gestione e mantenimento. Inoltre deve garantire una gestione economicamente sostenibile della foresta,
ossia controllare che le operazioni forestali siano organizzate in modo da generare un livello di profitto sufficiente
a garantire la sopravvivenza economica e far si che questa risorsa non sia indebitamente sfruttata a causa dei profitti
finanziari.

Le certificazioni internazionali più note ed applicate sono:

La certificazione FSC, Forest Stewardship Council, è il principale meccanismo di garanzia sull’origine del legno
o della carta. Questo sistema di certificazione è riconosciuto a livello internazionale e garantisce che la materia prima
usata per realizzare un prodotto in legno o carta proviene da foreste dove sono rispettati dei rigorosi standard
ambientali, sociali ed economici.

FSC è stato creato nel 1993 grazie soprattutto alla spinta delle popolazioni indigene che hanno coinvolto e ottenuto
l’appoggio di associazioni di consumatori, ma anche tecnici, gruppi ambientalisti e sociali, proprietari forestali,
organismi di certificazione, industrie di prima lavorazione e di trasformazione e commercializzazione del legno,
che operano insieme per migliorare la gestione delle risorse forestali in tutto il mondo.

Le aziende però per poter utilizzare il marchio FSC devono anche garantire, oltre alla gestione della foresta,tutte le fasi
di trasformazione del materiale. Si chiama certificazione della catena di custodia (Chain Of Custody) e permette alle
aziende di lavorare e vendere i propri prodotti con il marchio FSC. La certificazione della gestione forestale
ne garantisce la salvaguardia in termini sociali ed ambientali, parallelamente agli aspetti economici. La certificazione
della catena di custodia assicura che prodotti come la carta provengano effettivamente da foreste certificate.
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4 UNA STORIA NEL LEGNO

La sigla PEFC sta per Programme for the Endorsement of Forest Certification Schemes e cioè Programma per il
riconoscimento di Schemi di Certificazione Forestale, che è un'organizzazione internazionale indipendente,
non governativa e no profit che promuove una gestione sostenibile delle foreste assicurando ai clienti di prodotti
della carta una garanzia di eco sostenibilità, cioè di favorire, con il suo acquisto, attività forestali corrette e rispettose
degli equilibri naturali, a tutela della biodiversità e a favore del rimboschimento.
Il PEFC è nato da una iniziativa volontaria di un gruppo di privati e proprietari di foreste, ha sede a Ginevra e non ha
fini di lucro. La certificazione non è solo per la carta, ma per l'intera filiera dal bosco al consumatore. L’organizzazione
si appoggia agli enti di gestione nazionali nei diversi Paesi del mondo, valutando e approvando gli schemi nazionali
che questi enti emettono per la certificazione delle foreste.

Il PEFC si divide in due livelli:

1) un primo livello di certificazione riguarda strettamente la gestione forestale e attesta che una proprietà forestale
è gestita secondo criteri di correttezza e di sostenibilità;

2) il secondo livello invece è rappresentato come nella certificazione FSC dalla Chain of Custody, ovvero dalla catena
di custodia o di rintracciabilità. Infatti per poter apporre il marchio di qualità al prodotto finito, oltre al legname
e alla cellulosa, devono essere rintracciabili anche le fasi di lavorazione e commercializzazione del prodotto.

Le aziende che fanno richiesta di questa certificazione, possono utilizzare il logo PEFC per un periodo di 5 anni
subendo a cadenza annuale dei controlli per verificare il rispetto della conformità dei criteri richiesti.
I membri attuali del consiglio del PEFC con i rispettivi organismi nazionali, sono 34, supportati anche da
5 organizzazioni internazionali:

v la Federazione Europea dei Proprietari Forestali (CEPF),


v la Federazione Europea dei Proprietari Fondiari (ELO),
v l'Organizzazione Europea delle Industrie della Lavorazione del Legno (CEI),
v l'Organizzazione Europea dell'Industria Cartaria (CEPI),
v la Federazione Europea per il Commercio del Legname (FEBO).
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UNA STORIA NEL LEGNO

SOSTENIBILITA' AMBIENTALE

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5 UNA STORIA NEL LEGNO

SOSTENIBILITA' AMBIENTALE

Limite sulle emissioni


Una prerogativa degli edifici a struttura portante in legno è avere un isolamento termico esterno uniforme e senza
soluzione di continuità nonostante si tratti di un'edilizia più leggera rispetto all'edilizia tradizionale. Ciò permette
di riscaldare la casa in inverno, ovvero raffreddarla in estate, in poco tempo e di mantenerla alla temperatura
di comfort per diverse ore senza l'ausilio di condizionamento dell'aria riducendo drasticamente le emissioni
di sostanze inquinanti e il dispendio economico. Si ottengono con questa tecnologia ottimi risultati prestazionali,
esclusivamente attraverso l’accurata progettazione dell’involucro. In Italia la legislatura riguardante la classificazione
degli edifici in base alle loro emissioni si riassume nel D.LGS. 311 del 2006 (correttivo del D.LGS. 192/05) e nel
D.P.R. 59/09, rispettivamente per limiti di consumo per il riscaldamento invernale e limiti di consumo per il
raffrescamento estivo a loro volta distinti per tipologia edilizia.

Limite sulla trasmittanza


Per ottenere un edificio con un isolamento termico uniforme è fondamentale progettare a regola d'arte tutte
le superfici a contatto con l'esterno in modo tale che abbiano una bassa trasmittanza termica. Con questo termine
indichiamo la misura della quantità di calore che un corpo scambia attraverso le sue superfici esterne ed essa
è indicativa del potere isolante dei materiali. E' importante che in una costruzione la trasmittanza sia simile
e sostanzialmente uniforme per tutte le superfici a contatto con l'esterno, siano esse opache o vetrate, per evitare
il comune problema dei ponti termici ossia di zone con una densità di flusso termico maggiore rispetto agli elementi
costruttivi adiacenti. Sono infatti i ponti termici a produrre abbassamenti localizzati delle temperature superficiali di
parete sul lato interno, con conseguente innesco dei fenomeni di degrado che portano ad una insalubrità dell’abitare
(muffa). Per verificare la buona manifattura di un edificio in questo ambito è sufficiente fare un'analisi termografica
delle facciate, si riportano due esempi.

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5 UNA STORIA NEL LEGNO

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5 UNA STORIA NEL LEGNO

Nella prima foto abbiamo la termografia di una villetta in legno: l'omogeneità del colore è indicativa di un potere
isolante uniforme nelle superfici da cui deriva un'ottima conservazione della temperatura interna sia in inverno
che in estate. Ciò evita la formazione di condensa all'interno dell'edificio quindi l'insorgere di marcescenze dannose
sia per l'edificio che per la salute, incrementando quindi la sensazione di benessere e il livello di comfort.

Confrontandola con la termografia di una palazzina con lo scheletro in cemento armato e tamponatura in mattoni
le differenze sono innumerevoli: nella seconda costruzione, da considerarsi tradizionale in Italia, la differenza
di trasmittanza tra i singoli componenti della parete è netta, tanto che si riescono a distinguere l’ossatura in cemento
armato rispetto alla tamponatura di laterizio, e addirittura i ricorsi di malta tra un mattone e l'altro. Un edificio così
ricco di ponti termici comporta innumerevoli problematiche di tipo economico (frequente manutenzione, costi per
il riscaldamento/raffrescamento elevati), igienico (insorgenza di muffe e funghi all'interno delle pareti
in corrispondenza dei ponti termici), strutturale (l'umidità di condensa danneggia i materiali e compromette la
durabilità dell'edificio) e a livello di comfort (disomogeneità di temperatura delle superfici circostanti rispetto all’aria).
A titolo di esempio si fornisce una scheda dell’edificio in legno (realizzato da Forest) confrontato all’edilizia
convenzionale:

Ubicazione
Vasanello (VT)

Superficie
c.ca 180 mq (su due livelli)

Tipologia costruttiva
t Parete portante esterna tipo Volumia
t Spessore parete portante 28,5 cm
t Valore di isolamento termico “U” fino a 0,14 W/MqK
t Manto di copertura a norma Dlgs/311
t Finiture interne ed esterne realizzare “a regola d’arte”, da operatori specializzati Forest

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5 UNA STORIA NEL LEGNO

Per tenere sotto controllo la problematica dell'isolamento degli edifici in Italia ci si riferisce a varie normative,
in particolare nel D.P.R. 59 del 2009 troviamo i limiti di trasmittanza delle superfici in base alla zona climatica in cui
si realizza l'edificio.
Valori limite della trasmittanza termica utile U delle strutture componenti l'involucro edilizio espressa in (W/m2K)
(Valori applicabili dal 1° gennaio 2010 per tutte le tipologie di edifici.)

Strutture opache orizzontali Chiusure trasparenti


Strutture opache o inclinate
Zona climatica verticali Chiusure trasparenti
Coperture Pavimenti (*) comprensive Vetri (**)
degli infissi

A 0,62 0,38 0,65 4,6 3,7

B 0,48 0,38 0,49 3,0 2,7

C 0,40 0,38 0,42 2,6 2,1

D 0,36 0,32 0,36 2,4 1,9

E 0,34 0,30 0,33 2,2 1,7

F 0,33 0,29 0,32 2,0 1,3

(*) Pavimenti verso locali non riscaldati o verso l'esterno | (**) Valori applicabili dal 1° gennaio 2011

Bisogna inoltre tener presente che gli standard prescritti sono stati calcolati nel 2006 e ad oggi il progresso
tecnologico consente di tenersi ben al di sotto dei valori dettati.

La possibilità di costruire edifici con emissioni inferiori è concreta, si possono realizzare fabbricati a struttura portante
in legno con un ottimo isolamento termico che aiutano ad abbattere il dispendio energetico, a prescindere
dalla destinazione d'uso, comportando un importante risparmio economico sia nell'immediato che durante tutta
la vita utile dell'edificio. Forest

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5 UNA STORIA NEL LEGNO

Una parete in legno con un pacchetto simile a quello proposto nell'immagine sottostante può arrivare a un valore
di isolamento termico U fino a 0,14 W/m2K, ben al di sotto di quanto imposto dalla normativa e stessa qualità
si può garantire anche per i pacchetti che costituiscono le coperture. Peculiare caratteristica di questi involucri
è il ridotto spessore che non supera mai i 30-35 cm, permettendo oltretutto di massimizzare lo spazio abitato.
Oltre all’utilizzo di materiali con determinati requisiti prestazionali, è importante anche la scelta della loro posizione
nel pacchetto costruttivo. Ad esempio, variare la posizione dello strato con maggior potere isolante (come i pannelli
di lana di roccia), rispetto alla superficie esterna della parete può influire notevolmente sulle sue proprietà
di accumulo e rilascio del calore, determinandone un comportamento diverso in estate ed in inverno.

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5 UNA STORIA NEL LEGNO

Valutazione del ciclo di vita


Il Life Cycle Assessment (LCA) è una tecnica che valuta l'impatto ambientale associato a tutte le tappe della vita
di un prodotto con lo scopo di migliorare i processi produttivi, le politiche di sostegno e provvedere infine a una
panoramica migliore sul prodotto stesso per consentire una scelta consapevole. Un particolare tipo di approccio
del LCA è quello “cradle to cradle”, tradotto “dalla culla alla culla”, e indica il mezzo scelto per tutti quei prodotti
che non hanno una esistenza finita, ma che venendo riciclati si reinseriscono nella catena produttiva togliendo
di fatto dalla loro valutazione il fattore scarto che è piuttosto penalizzante.

Tale iter valutativo è utile nell'edilizia per per comprendere la reale sostenibilità dell'edificio che si è scelto di costruire
poiché tiene presente oltre all'immobile finito anche tutta la produzione alle sue spalle, la manutenzione durante
l'utilizzo infine la sua dismissione. In particolare un edificio in bioedilizia deve di norma ottenere un'ottima LCA.

Le costruzioni in legno se costruite a regola d'arte possono ottenere il punteggio massimo, sia per quanto riguarda
l'intero fabbricato che per il singolo elemento edilizio, già grazie alla materia prima che le costituisce, il legno,
materiale ecologico e riciclabile per eccellenza.

Tutti gli elementi costruttivi devono rispondere ai requisiti dettati dalle normative europee e essere dotati
dei rispettivi certificati (prodotti marcati CE, certificati GBC – Green Building Council -, certificati forestali, ecc)
cercando il più possibile di limitare i costi. Per questo scopo anche la scelta di materiali provenienti dalle dirette
vicinanze del luogo di intervento è una scelta vantaggiosa e incoraggia la crescita dell'imprenditoria locale.

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UNA STORIA NEL LEGNO

QUALITÀ ABITATIVA

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6 UNA STORIA NEL LEGNO

QUALITÀ ABITATIVA

Il comfort abitativo di un edificio dipende da una corretta scelta dei materiali costituenti l'involucro edilizio
e della dotazione impiantistica. Una casa in legno garantisce un comfort interno ineguagliabile, sia in termini termici
che acustici, aumentando la sensazione di benessere percepito all’interno dei singoli ambienti, grazie anche alle
proprietà intrinseche delle materie prime utilizzate tra cui l'alto calore specifico.

Il legno per sua natura è un ottimo isolante termico e un buon isolante acustico grazie alla sua struttura fibrosa a bassa
densità che non permette alle radiazioni termiche e alle onde acustiche di penetrarla facilmente come invece avviene
per i materiali lapidei e metallici.
Un report del 2009 dell'US General Service Administration ha dimostrato che a fronte del costo inizialedi produzione,
che non necessariamente è maggiore di quello di equivalenti costruzioni in edilizia tradizionale, gli edifici verdi
garantiscono nel lungo termine un risparmio generale sia a livello monetario che energetico. Inoltre gli occupanti
di questi edifici sono più soddisfatti e in condizioni psicofisiche migliori rispetto a coloro che abitano in strutture
49 più comuni.
6 UNA STORIA NEL LEGNO

Comfort termico
Un edificio in bioedilizia a struttura portante in legno deve essere in grado di mantenere una temperatura
di comfort ottimale sia in estate che in inverno senza il bisogno di un condizionamento continuo dell'aria.
Inoltre risulta essere privo di ponti termici lineari e superficiali, ossia manca di zone di discontinuità materica
nell'involucro esterno in corrispondenza delle quali viene convogliato il flusso termico generato dalla differenza
di temperatura tra interno e esterno, nella cui prossimità si verifica il fenomeno della condensa superficiale.

Lo stesso problema si può presentare anche nella copertura se non viene ben progettata la permeabilità
verso l'esterno del pacchetto che aiuta (insieme alla permeabilità delle pareti) a mantenere l'umidità relativa
dei componenti opachi a livelli accettabili. Tutto l'involucro quindi va progettato in maniera tale da avere
comportamento termoigrometrico uniforme e privo di discontinuità e con un buona capacità di isolare l'abitato
pur mantenendo una certa traspirabilità al fine di garantire la durabilità e l'efficienza isolante degli elementi.

Questo risultato si raggiunge tramite una corretta progettazione del pacchetto parete o copertura nelle parti
dell'abitazione confinanti con l'esterno o con ambienti non riscaldati ovvero raffrescati. La struttura portante in legno
dovrà essere completata materiali isolanti efficaci, ad esempio la lana di roccia, scelti in base alla situazione climatica
locale. E' importante anche la qualità degli intonaci, esterno o interno, che influiscono particolarmente
sulla traspirabilità delle pareti esterne.

Vanno inoltre previsti nella struttura degli adeguati dettagli progettuali che risolvano localmente i problemi
igrometrici riscontrati in fase di analisi come teli e membrane, nastrature, bocchette d'areazione ecc. Allo stesso modo
le chiusure dei vani, siano esse porte o finestre, devono avere una buona tenuta termica per non andare a costituire
esse stesse dei ponti termici per le pareti.

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6 UNA STORIA NEL LEGNO

Comfort acustico
Un buon isolamento acustico incrementa notevolmente la qualità della vita all'interno dell'abitazione,riducendo
il livello di stress degli occupanti dell'edificio. I rumori fastidiosi provenienti dall'esterno vengono solitamente
schermati dagli stessi isolanti termici e per le case in legno è la stessa materia prima ad essere un'ottima barriera
al suono. Altrettanto importante è l'adozione di chiusure per i vani che fungano anch'esse da barriera acustica,
come porte fonoisolanti, finestre con vetrocamera e infissi con opportune guarnizioni.

Allo stesso modo si deve provvedere all'isolamento reciproco dei locali interni dell'edificio, in particolare tra un piano
e l'altro per evitare i rumori da calpestio. Nell'edilizia in legno si adotta generalmente il principio massa-molla-massa,
ossia si interpone tra due superfici (masse) un pannello fonoisolante in grado di smorzare le onde sonore (molla).
Ad esempio creando una controparete con il cartongesso e ponendo tra essa e la parete a contatto con l'edificio
adiacente, ovvero l'esterno, un pannello in lana di roccia o in sughero si ottiene un perfetto isolamento
delle abitazioni.

Per evitare i problemi di rumore da calpestio vengono adottati dei tappetini acustici di comprovata validità.
Il principio si applica anche tra una stanza e l'altra degli edifici usando paretine non portanti tipo sandwich,
dove per esempio la massa è costituita da un pannello di cartongesso unito a un pannello OSB e la molla è di nuovo
la lana di roccia. Questa metodologia di isolamento acustico è adatta alla tecnologia leggera delle costruzioni
a struttura portante in legno, mantenendo la leggerezza complessiva dell'edificio, con tutti i benefici strutturali
derivanti, e non influendo marcatamente sul costo complessivo dell'edificio.

Guadagno superficie abitabile


Un altro vantaggio degli involucri a struttura portante in legno è di ottenere alte prestazioni termo-acustiche
con dei ridotti spessori degli elementi. Ciò si traduce in un notevole risparmio economico e di superficie calpestabile
rispetto considerevole rispetto ad una struttura a prestazioni equivalenti realizzata in muratura. Ad esempio
un pannello in X-Lam, ha valori di trasmittanza 3 volte inferiori a una parete in laterocemento dello stesso spessore.
Più è basso il valore di trasmittanza termica maggiore è l’isolamento termico dell’edificio. Per raggiungere
l’isolamento termico di una parete in legno di 30 cm bisognerebbe costruire una parete in laterocemento di 90 cm.

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6 UNA STORIA NEL LEGNO

Adattabilità progettuale e flessibilità costruttiva


Le costruzioni in legno si adattano ad ogniprogetto architettonico e
danno la possibilità di creare una casa su misura, in qualunque stile
e/o forma. E’ anche importante sapere che saranno più facili anche
eventuali cambiamenti che la vita quotidiana dovesse richiedere
nel tempo. Nelle case in legno, l’ampliamento o l’aggiunta di stanze
non sono operazioni complesse e costose, così come non lo sono
la manutenzione o la modificazione degli impianti. Non c’è infatti
nullada distruggere, ma semplicemente vengono rimosse le parti
interessate (purché, ovviamente, non siano strutturali) e sostituite.
Lavorare il legno per aperture, modifiche, spostamenti, aggiunta
di impianti o infissi risulterà più veloce ed estremamente più pulito,
non avendo a che fare con intonaci e mattoni da rompere con
conseguente produzione di polveri, schegge e detriti vari.

Esempio di stratigrafia di una parete esterna con struttura in legno

In caso di interventi su elementi strutturali (varianti, ripristini …), come per tutti gli altri materiali da costruzione, sarà
necessario affidare ad un tecnico specializzato in costruzioni a struttura portante in legno la verifica della sicurezza
strutturale a seguito dell’intervento.
La presenza di vani tecnici e di cavedi porta-impianti consente una facile e rapida manutenzione o modifica
della dotazione impiantistica. È però fondamentale che le operazioni di ristrutturazione e modificazione dei vani
tecnici e dei cavedi siano eseguite da professionisti con strumentazioni adatte e metodi tipici delle costruzioni
in legno. Occorre anche qui rivolgersi ad una manodopera specializzata sulle costruzioni a struttura lignea.
Manodopera specializzata non vuol dire necessariamente maggiori costi di manutenzione; vuol dire semplicemente
esperta delle specifiche tecniche costruttive, ed in grado di rilasciare certificati di regolare posa sia per nuove
costruzioni che per varianti progettuali e/o interventi sull’esistente.

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UNA STORIA NEL LEGNO

SOSTENIBILITÀ SOCIALE

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7 UNA STORIA NEL LEGNO

SOSTENIBILITÀ SOCIALE

Più naturale, meno inquinante


Il legno come materia prima offre la grande possibilità di ridurre considerevolmente le emissioni di CO2 e di altri
inquinanti causati dalla lavorazione e dalla trasformazione del materiale.
Ecco la comparazione dei costi energetici, in termini di CO2, per la produzione di un elemento strutturale di 7,5 m
di luce dimensionato per sostenere uno stesso carico (300 kg/m):

Materiale Emissioni di CO2 (kg) Peso proprio (kg/m)

Alluminio 327 5

Cemento armato 101 216

Acciaio 76 15

Legno -101 29

Oltre al dato sull'inquinamento ambientale, questo confronto fa emergere anche il concetto di efficienza
prestazionale di un materiale, cioè il rapporto tra il modulo di elasticità E e un parametro campione di resistenza
caratteristica (ad es. resistenza a compressione). Il legno è, dopo l'alluminio, il materiale più efficiente.

Materiale E/f

Calcestruzzo (Rck300, fck 25 MPa) 1250

Acciaio S275 (ft = 430 MPa) 480

Legno lamellare (BS 11 ÷ BS 18) 470

Alluminio (lega 7020, ft 355 MPa) 200

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7 UNA STORIA NEL LEGNO

Inoltre si possono individuare altri parametri di sostenibilità in questo campo:

v l'uso di materie prime e materiali compatibili con l'ambiente


v il processo di produzione e trasformazione dei materiali
v la durabilità delle costruzioni
v la riciclabilità delle costruzioni e/o delle loro parti e componenti dopo la demolizione

La dismissione delle
strutture tradizional
presenta elevati costi
e problemi di
smaltimento dei rifiuti

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7 UNA STORIA NEL LEGNO

Il legno è una materia prima naturale, ecologica e rigenerabile. Grazie alle foreste a taglio controllato da cui viene
estratto il legno da costruzione, il ciclo di ricrescita è perfettamente modulato rispetto alle richieste del mondo
delle costruzioni. La sua lavorazione richiede un consumo limitato di energia primaria che si può assumere pari
a quello accumulato e trasformato durante la stessa crescita dell’albero.

Gli edifici in legno garantiscono un'eccellente durata nel tempo e nel caso di dismissione e demolizione gli elementi
sono rimovibili, riutilizzabili e riciclabili facilmente. Scegliendo il legno ci si impegna al rispetto dell'ambiente
e ad inquinare meno. Per questo si offre uno studio sviluppato da Athena, istituto canadese per la ricerca sui materiali
sostenibili, che mostra i risultati di un confronto LCA (Life Cycle Assessment) tra l'impatto ambientale di tre alternative
costruttive nella realizzazione di una casa unifamiliare di 220 mq.

Impatto Legno Acciaio Cls

Energia consumata (GJ) 255 389 562

Potenziale di emissione gas


62.183 76.453 93.573
effetto serra (CO2 equivalente)
Inquinamento atmosferico 3.236 5.628 6.971
(volume critico)

Consumo di risorse (kg) 407.787 138.501 234.996

Rifiuti solidi (kg) 10.746 8.897 14.056

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7 UNA STORIA NEL LEGNO

Certificati bianchi
I certificati bianchi, o più propriamente Titoli di Efficienza Energetica (TEE), sono titoli che certificano i risparmi
energetici conseguiti da vari soggetti realizzando specifici interventi (efficienza energetica, bioedilizia) e vengono
rilasciati dalla Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas. Implicando il riconoscimento di un contributo economico,
rappresentano un incentivo a ridurre il consumo energetico in relazione al bene distribuito.

I certificati bianchi consistono in titoli acquistabili e successivamente rivendibili, il cui valore è stato originariamente
fissato a 100 €/tep, valore soggetto a variazioni stabilite anche in funzione dell'andamento del mercato, istituiti
con i DD.MM. 20 luglio 2004 Elettricità e Gas, ed entrati in vigore nel gennaio 2005. Il valore energetico di n.1 tep
è comparabile col consumo annuale di energia elettrica di una famiglia media.

Con la tecnologia del legno, progettando e costruendo edifici in bioedilizia, è possibile andare incontro
all'ottenimento di detti certificati e quindi di finanziamenti europei e nazionali. Questi certificati potrebbero essere
anche venduti ad enti locali morosi (non in linea con gli standard europei), dando la possibilità di monetizzare.

Realtà locali ed edilizia a "chilometri zero"


La maggior parte dei produttori di elementi di legno strutturale e lamellare certificati sono stranieri, nonostante
le qualità di legname prodotte in Italia siano ottime a livello prestazionale, grazie alla crescita in un clima mite.
Sono tuttavia molto diffusi i centri di trasformazione di legno marcato CE e certificato, qualificati a livello ministeriale
secondo quanto prescritto dal Cap. 11.7 del DM 14/01/2008.

Con il legno è possibile promuovere ed incentivare le realtà locali, sempre in accordo con la normativa nazionale
sui materiali da costruzione e la loro produzione. Così facendo, sarà più facilmente raggiungibile l'obiettivo
di un'edilizia a "chilometri zero", sempre più sostenibile sia a livello di contenimento dei consumi e dello spreco
di risorse, che di sviluppo degli enti imprenditoriali locali.

E' altrettanto importante che il legno che si sceglie di utilizzare, sia esso massiccio o sotto forma di elemento
lamellare, abbia le certificazioni FSC (Forest Stewardship Council) o PEFC (Pan-European Forest Certification Council):
esse garantiscono la provenienza del materiale da foreste a taglio controllato dove parallelamente alla segatura
dei fusti più vecchi viene praticato il rimboschimento, onde evitare il processo di deforestazione. Questo è un aspetto
da fondamentale per la conservazione del patrimonio ecologico e della biodiversità, nonché elemento determinante
nella valutazione della sostenibilità dell'edificio. Si pensi che in Germania e in altri paesi del centro Europa le foreste
a taglio controllato sono sfruttate solo al 30% del loro potenziale produttivo.

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UNA STORIA NEL LEGNO

SOSTENIBILITÀ ECONOMICA

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8 UNA STORIA NEL LEGNO

SOSTENIBILITÀ ECONOMICA

Velocità costruttiva e realizzativa


Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, in particolare nei diversi casi di studio relativi a cantieri di costruzione
di edifici in legno, uno degli aspetti più interessanti e vantaggiosi, soprattutto dal punto di vista economico,
è quello relativo alla durata limitata dei tempi di costruzione. Questo significa ridurre drasticamente la possibilità di
imprevisti in corso d’opera e sopratutto significa poter programmare con tempi certi tutte le fasi della costruzione,
cosa indubbiamente più difficile per un cantiere di un edificio di cemento armato o muratura.

La produzione delle componenti di edifici in legno avviene direttamente in fabbrica e garantisce una grande velocità
di esecuzione una volta entrati in cantiere. Una casa in legno unifamiliare da 150 mq viene costruita in 1/3 del tempo
di una casa in laterocemento.

Vantaggi:

v estrema semplicità e velocità di esecuzione, grazie alla leggerezza del materiale che consente facilita di trasporto
e maneggevolezza nell’utilizzo in cantiere e all’assenza di getti (per un cantiere di un edificio a struttura di legno
si ragiona in termini di settimane mentre per un edificio di cemento armato o di muratura di mesi o talvolta anni);

v gli edifici in legno facilitano il montaggio di elementi tecnologici integrati. Realizzata la struttura portante,
sia le componenti impiantistiche che di finitura possono essere montate a secco direttamente sul supporto ligneo
mediante semplice ferramenta. Le dimensioni ridotte degli elementi portanti consentono la realizzazione di vani
ed intercapedini porta impianti e di climatizzazione naturale con sezioni non realizzabili con altri sistemi. Tutto
questo consente anche di avere costi di manutenzione ridotti rispetto ad altri sistemi costruttivi.

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8 UNA STORIA NEL LEGNO

Solo per i massetti, specialmente nei casi in cui è previsto il passaggio degli impianti nello spessore del pavimento,
può essere preferibile procedere con stratigrafie di tipo tradizionale: primo massetto porta impianti; pannello isolante
(se necessario); secondo massetto con rete els porta pavimento; pavimentazione di qualsiasi materiale e tipologia.

Si propone un confronto di una costruzione di un tetto di 250 mq, realizzato in legno o in laterocemento.

Elementi tetto Tetto in legno Tetto in laterocemento

Struttura perline/intonaco 30 kg/mq 320 kg/mq

Pacchetto isolante 15 kg/mq 15 kg/mq


Peso
Manto di copertura 50 kg/mq 50 kg/mq

Totale 95 kg/mq 385 kg/mq

Struttura perline/intonaco 3 - 4 gg 30 - 40 gg

Pacchetto isolante 2 - 3 gg 2 - 3 gg
Tempo di posa
Manto di copertura 2 gg 2 gg

Totale 7 - 10 gg 34 - 45 gg
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8 UNA STORIA NEL LEGNO

Convenienza economica

Il prezzo è
fisso e garantito,
il vantaggio economico
assicurato.

Vantaggi:

v la progettazione a secco facilita le fasi di cantiere ed il risparmio di tempi e manodopera, che sono costi che
incidono moltissimo;

v i costi di un edificio con struttura portante in legno sono perfettamente in linea e confrontabili con quelli di una
casa in tecniche tradizionali se analizzati a parità di prestazione energetica;

v una volta in funzione la casa in legno e bioedilizia è un investimento di sicuro risparmio.

Sono escluse spiacevoli maggiorazioni o disguidi sulle scadenze che possono ripercuotersi sul prezzo dell’immobile.
I materiali, le quantità, le fasi costruttive e di cantiere sono perfettamente pensate fin dalla fase progettuale,inaccordo
con la committenza. I materiali che accompagnano la struttura lignea sono ben quantificati e posati quasi sempre
a secco con procedure standardizzate, il che è garanzia di sicurezza dell'investimento e sostenibilità economica.

Costi contenuti e competitivi rispetto agli altri materiali tradizionali. In più le strutture di fondazione, generalmente
previste in C.A., sono sovente più leggere rispetto ad analoghe realizzazioni in materiali tradizionali e pertanto
si riducono i costi del materiale da utilizzare e i tempi di realizzazione.

E poi il punto di forza: a parità di prestazione energetica dell’edificio, una casa in legno è di maggior qualità e risulta
più conveniente rispetto ad una tradizionale. Il vantaggio economico va valutato in termini globali: l’ottimo grado
di isolamento termico consente infatti di ottenere risparmi tangibili sui consumi. Una casa in bioedilizia a struttura
portante in legno integrata ad un sistema impiantistico efficiente permette un risparmio economico certo.
Inoltre, una casa in legno richiede bassi costi di manutenzione.

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8 UNA STORIA NEL LEGNO

Questo avviene sia a livello di finiture che a livello di impianti.


Per le finiture si prevede il seguente piano di manutenzione (indicativo):

1) Verifica dell’integrità strutturale dell’opera attraverso la valutazione dello stato di conservazione dei materiali
e ’individuazione di eventuali danneggiamenti localizzati (es. danni da infiltrazioni, attacchi di funghi ed insetti,
corrosione dei metalli etc.) - verifica annuale;

2) Controllo del grado di vincolo richiesto ai singoli collegamenti - verifica annuale;

3) Controllo ed eventuale ripristino della regolarità del manto di copertura (tegole o lastre). In caso di rottura
delle tegole, si prescrive la sostituzione;

4) Rimozione dei materiali organici o inorganici che possano ostruire il corretto deflusso dell’acqua meteorica
nei canali di gronda - verifica annuale;

5) Controllo ed eventuale ripristino dei dispositivi accessori posti a protezione degli elementi in legno strutturale
verifica annuale;

6) Rimozione dei materiali organici od inorganici depositati sulla struttura o su parti di essa - verifica annuale;

7) Pulitura e ripristino dell’impregnazione sugli elementi in LS, ove necessaria (in particolar modo gli elementi
strutturali ricadenti in classe di servizio 2, come gli sporti di gronda) - verifica annuale.

Nelle condizioni d’uso eccezionali (per esempio: strutture esposte, condizioni ambientali che permettano
il raggiungimento nel legno di umidità relativa maggiore al 20%, travi esposte ai raggi solari, travi esposte
direttamente ad acqua meteorica o salmastra, etc.) il committente dovrà commissionare ispezioni annuali che
individueranno caso per caso il tipo di manutenzione da effettuare.

Nelle condizioni d’uso eccezionali potranno essere necessari interventi straordinari costituiti da opere di sostituzione
di parti strutturali per le quali non sia stato possibile raggiungere uno o più degli obiettivi preposti attraverso la sola
attività di manutenzione.

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8 UNA STORIA NEL LEGNO

Per quanto concerne gli impianti invece si può affermare con buona approssimazione che un edificio a struttura
portante in legno di ultima generazione, a parità di classe energetica elevata (classe A, A+), avrà una dotazione
impiantistica certamente meno ricca ed articolata rispetto ad un edificio in edilizia convenzionale (latero-cemento).
Infatti si ha a che fare con involucri edilizi che controllano e minimizzano le perdite energetiche, per cui servono
impianti in genere meno performanti, con costi di manutenzione più bassi (sempre a parità di prestazione).
Una stessa classe energetica si raggiunge con una dotazione impiantistica più semplice e generalmente
più economica se si predilige una costruzione a struttura in legno.

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UNA STORIA NEL LEGNO

SICUREZZA DURANTE
LA COSTRUZIONE

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9 UNA STORIA NEL LEGNO

SICUREZZA DURANTE LA COSTRUZIONE

La fase costruttiva di un edificio in legno ha anche diversi aspetti positivi in relazione alle problematiche relative
alla sicurezza. I vantaggi da questo punto di vista sono molteplici:

v la durata inferiore dei tempi di costruzione e di cantiere significa minore possibilità del verificarsi di incidenti:
ciò è una conseguenza della semplificazione dei passaggi di lavorazione quindi la presenza di meno operai o ditte
che possono interferire l'un con l'altro in cantiere;

v il ridotto peso degli elementi costruttivi, significa oltre che una più agevole movimentazione, un minor pericolo
per gli operatori coinvolti;

v il successivo montaggio di impianti e cappotti isolanti e notevolmente più semplice, essendo possibile utilizzare
per il collegamento semplice ferramenta e non essendo necessaria la realizzazione di tracce o scassi;

v gli attrezzi utilizzati durante le fasi costruttive (martelli, seghe circolari, pialle, avvitatori, trapani, pistole
pneumatiche spara-chiodi) sono più leggeri rispetto a quelli utilizzati in un cantiere tradizionale (mazzuoli,
martelli pneumatici) con conseguente minor fatica e minor rischio per gli operatori;

v la gestione di un cantiere di un edificio di legno è molto più semplice. L’assenza pressochè totale di puntellature,
di getti e in generale della presenza d’acqua e materiali inerti consente di mantenere molto più pulito e ordinato
l’ambiente di lavoro e di poter organizzare meglio le diverse fasi di lavorazione;

v il minor uso d'acqua riduce anche il rischio di folgorazione da corrente elettrica.

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9 UNA STORIA NEL LEGNO

Il rischio comportato dalle lavorazioni di cantiere è circoscritto anche perché la durata del cantiere è limitata.
Le propagazioni di fango e polveri sono ridotte grazie ad una tipologia di montaggio interamente a secco,
senza utilizzo di sabbia o materiale fine e senza presenza di polveri derivanti da operazioni di demolizione
o perforazioni varie di strutture in calcestruzzo o muratura.

I rischi a cui viene sottoposto un operaio di un cantiere in legno nelle varie fasi operative, sono tuttavia gli stessi
di un cantiere tradizionale (punture, tagli e abrasioni; cadute di materiale dall’alto o a livello; urti, colpi e impatti).

Gli operatori devono quindi munirsi di dispositivi individuali di protezione: in particolare essendo un cantiere
prevalentemente di montaggio, durante le fasi di movimentazione degli elementi costruttivi è fondamentale l’utilizzo
di casco , e di guanti per il frequente maneggiamento di essi, per evitare ferite alle mani provocate dal distaccamento
di scaglie di legno. Questi ultimi inoltre, saranno necessari per fornire protezione nell’utilizzo di seghe a catena,
o circolari. L’utilizzo di calzature con suola imperforabile è un sistema di protezione estremamente importante
per un cantiere tradizionale, a maggior ragione in un cantiere in legno in cui è molto probabile calpestare chiodi o viti.

A questi rischi vanno uniti anche quelli di montaggio e smontaggio dei ponteggi: valgono le stesse indicazioni
legislative previste per un cantiere tradizionale, devono essere dotati di tutti i dispositivi di sicurezza e devono essere
redatto da una figura esperta e tecnica un piano di manutenzione, montaggio e smontaggio. Inoltre bisogna
coordinare le fasi di lavoro e le interferenze tra la ditta dei ponteggi (che redige il PIMUS) e la squadra di carpentieri
(che redige il POS sulla base del PSC). Solitamente nelle costruzioni di tipo tradizionale queste due fasi sono separate
a livello temporale.

Per alcune tecnologie costruttive in legno, come il Platform frame e il sistema a pannelli portanti XLAM (utilizzato
principalmente per gli edifici multipiano) il montaggio del ponteggio segue la costruzione dell’edificio: una volta che
viene montato il solaio interpiano questo diventa il vero piano di lavoro e anche di posa degli elementi successivi.
Le pareti interne vengono montate facilmente senza pericoli di caduta degli operatori. L’uso del ponteggio risulta
importante soprattutto per la parte di rifinitura esterna.

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UNA STORIA NEL LEGNO

LE OPERE DI FINITURA
E COMPLE TAMENTO
DI UN EDIFICIO
A STRUT TURA IN LEGNO

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10 UNA STORIA NEL LEGNO

LE OPERE DI FINITURA E COMPLETAMENTO


DI UN EDIFICIO A STRUTTURA IN LEGNO

Uno dei vantaggi derivanti dalla realizzazione degli edifici in legno sta proprio nella maggiore facilità con cui
si realizzano le coibentazioni termiche, poiché il legno, sebbene utilizzato come elemento strutturale, già di per se
esprime discrete capacità isolanti, specie se confrontato con i materiali “tradizionali“ come cemento armato,
laterizio e acciaio perché come già detto il legno è caratterizzato da una buona inerzia termica e una bassa
conducibilità termica, sinonimi di evitata fuga di calore verso l’esterno, nella stagione invernale, come succede con
le pareti in muratura. Mentre In estate invece le pareti esposte al sole, trattengono il calore, sprigionandolo verso
l’interno dopo alcune ore, quando ormai è diminuita la temperatura anche all’esterno.

La progettazione dell’isolameno nelle costruzioni in legno non ha metodologie differenti da quelle utilizzate
nelle strutture in muratura, ma essa rientra negli aspetti progettuali di grande rilievo per poter assicurare alla struttura
un’adeguata tenuta dell’involucro. Infatti una corretta scelta dei materiali isolanti, un corretto dimensionamento e
posizionamento degli stessi possono influenzare gli scambi di umidità all’interno della struttura e quindi determinare
il tenore di umidità interno agli elementi costruttivi.

Contrariamente a quanto si è portati a credere, il legno può inumidirsi ma è importante che abbia la possibilità di
asciugarsi in tempi rapidi: non è l’acqua in se ad essere dannosa, ma mantenere il legno in una situazione di umidità
eccessiva avvia inevitabili processi degenerativi con conseguente degrado delle strutture portanti lignee. Una
corretta progettazione ed un’ attenta costruzione sono determinanti affinché gli scambi di umidità attraverso la
struttura avvengano in chiave di efficienza e durabilità della struttura stessa.
Per procedere ad una puntuale valutazione dell’isolamento termico è necessario lavorare su aspetti quali:

v Isolamento invernale: ricerca di strutturazione di sistemi di isolamento che riducano al minimo le dispersioni
di calore durante la stagione fredda;

v Isolamento estivo: sistemi di ventilazione dell’involucro ed inerzia che riducano la potenza o, meglio, escludano
gli impianti di raffrescamento dalla dotazione impiantistica di base;

v Gestione della permeabilità al vapore: definizione di strutture dove sia minimizzato il rischio di condense
nterstiziali e, nel caso quest’ultime si verificassero, capaci di pronta asciugatura nel periodo estivo.

Questi aspetti devono essere coniugati insieme poiché i risultati dovranno essere ottenuti con uno stesso materiale
che dia il miglior risultato possibile per soddisfare le suddette esigenze.

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10 UNA STORIA NEL LEGNO
a

ISOLAMENTO INVERNALE

È la valutazione più semplice da fare poiché si opera in un regime stazionario.

Il parametro utilizzato per valutare l’attitudine di un materiale ad isolare termicamente è la Conduttività Termica λ
e definisce l’attitudine di un materiale a farsi attraversare dal calore.

La conducibilità termica è indipendente dallo spessore e dalla forma del materiale, mentre all’aumentare della
quantità del materiale isolante diminuirà la quantità di calore disperso.

La capacità isolante di un materiale in funzione dello spessore del materiale stesso è definita dalla Resistenza Termica.

R=d/λ d = spessore dello strato

Le strutture sono solitamente composte da più strati di materiali diversi, caratterizzati da diverse conduttività
termiche, diversi spessori e quindi diverse resistenze termiche per cui la resistenza termica complessiva di una
struttura composita si calcola come la sommatoria delle singole resistenze.
In questo calcolo viene inserita anche la resistenza termica offerta dallo strato di aria che lambisce le superfici interna
ed esterna. La quantità di calore che attraversa un elemento costruttivo sarà data dalla Trasmittanza Termica U
misurata in W/m2K ovvero quanti Watt attraversano un elemento di un m2 quando tra due facce vi sia una differenza
di 1 grado Kelvin.

U= 1/Rtot
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10 UNA STORIA NEL LEGNO
a

Dalla tabella sottostante si evince come il legno di per sé abbia già buoni valori di conduttività termica λ confrontati
con altri materiali.

Valori della conduttività λ di alcuni materiali ed elementi

λ λ
Materiale
[W/m*K] [ Kcal / m * h * °C ]
Acciaio 50 43
Alluminio 209 180
Bronzo 64 55
Legno (abete) 0,126 0,1
Legno (quercia) 0,18 0,155
Legno Truciolato 0,079 0,068
PVC Antiurto 0,162 0,14
Poliuretano 0,025 0,022
Vetro 1 0,86
Aria 0,026 0,022
Argon 0,01772 0,015
Krypton 0,00949 0,0082
Ferro 73 63
Rame 386 332
Piombo 35 30
Stagno 64 55
PVC 0,12 - 0,17 1,103 - 0,146

Con un’opportuna stratificazione le caratteristiche prestazionali dell’involucro possono essere incrementate


con l'accoppiamento di idonei materiali isolanti. La posizione dell’isolante rispetto alla struttura, ai fini del calcolo,
non ha alcuna influenza mentre ha grandissima importanza in funzione del controllo della migrazione del vapore
e il conseguente rischio di condense interstiziali.

Un sistema efficace è quello definito a cappotto. Esso consiste nel fissare all’esterno delle pareti lastre di materiale
isolante, coprendole poi con un opportuno sistema di rasatura-armatura-intonaco ed ottenendo così un aspetto
esterno dell’edificio di tipo tradizionale.

L’isolamento a cappotto delle pareti esterne offre notevoli vantaggi dal punto di vista del comportamento ambientale
dell’edificio. Permette l’eliminazione dei ponti termici: infatti, poiché l’isolamento dall’esterno può essere applicato
senza interruzioni, i ponti termici superficiali e lineari sono quasi completamente eliminati. Cosi, aumentando
lo spessore dell’isolante, si raggiungono bassi valori di trasmittanza termica, impossibili da raggiungere con
l’isolamento dall’interno o nell’intercapedine (tipico nell’edilizia convenzionale).

L’eliminazione dei ponti termici permette un maggiore comfort ed una migliore conservazione dell’edificio.
Infatti, una volta eliminate le zone fredde delle superfici interne in corrispondenza dei ponti termici, le pareti interne
saranno più calde, ad una temperatura prossima a quella interna (20 °C). Inoltre viene eliminata l’umidità interna da
condensa, che a lungo andare produce un decadimento delle prestazioni termoacustiche di pareti e solai, rendendo
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l’edificio più sano al suo interno e diminuendo il degrado delle superfici e delle finiture.
10 UNA STORIA NEL LEGNO
b

ISOLAMENTO ESTIVO

Se riscaldare una struttura rappresenta un motivo di dispendio energetico ed economico importante,


allo stesso tempo il raffrescamento oltre ai costi di impianto ed esercizio, vede come aspetto negativo l’insalubrità
tipica degli ambienti raffrescati artificialmente. La conduttività di un materiale e di conseguenza la trasmittanza
termica di una parete perimetrale non sono esaustive ai fini della determinazione del comfort ambientale in regime
estivo. In questo caso assume un ruolo determinante la capacità del componente edilizio nel suo insieme di assorbire
e rilasciare calore.

I parametri da considerare sono:

Trasmittanza termica periodica (Yie)


Definisce la relazione tra la variazione del flusso termico sulla superficie esterna di una parete e la variazione della
temperatura sulla superficie interna. Yie è espresso in W/m2K.
È buona norma tendere a progettare strutture verticali e di copertura che raggiungano, al minimo, un Yie = 0,10
W/m2 K, attestandosi al di sotto dei limiti di legge (Yie = 0,12 W/m2 K per pareti e Yie = 0,20 W/m2 K per coperture)

Yi,e = fa x U (W / m2K)
Con fa = fattore di attenuazione
U = trasmittanza termica in regime stazionario

Attenuazione (fa)

Definito dalla norma come rapporto tra la trasmittanza termica periodica (Yie) e la trasmittanza termica in condizioni
stazionarie (U) descrive la riduzione di ampiezza dell’onda termica nel passaggio dalla superficie esterna
alla superficie interna attraverso la struttura in esame. Per ottenere buoni risultati come sfasamento termico,
attenuazione e trasmittanza diventa necessario lavorare con isolanti con un alto calore specifico, una buona massa
ed una bassa conduttività termica. In merito alla massa è bene specificarne un aspetto importante:
Per il rispetto delle prescrizioni dettate dal D.lgs 311/2006 si deve garantire, in alcune aeree geografiche, che il valore
71 della massa superficiale MS delle pareti opache verticali, orizzontali o inclinate, sia maggiore di 230 Kg/m2.
10 UNA STORIA NEL LEGNO
b

Nelle pareti multistrato in legno la massa superficiale, però, dato il basso peso specifico dei vari elementi componenti
l’involucro, è inferiore al valore normativo. Un edificio con poca massa ha generalmente oscillazioni termiche
maggiori con conseguenza che in estate si avranno temperature massime più alte all’interno dell’edificio.
Dall’ analisi di un altro parametro invece, definito costante di tempo τ, che consente di valutare la capacità della parete
di smorzare e ritardare l'escursione termica esterna, si può evincere però che con pareti in legno associate a strati
isolanti si possono ottenere condizioni addirittura migliori:

Questo parametro può essere calcolato come segue:

τ = Rt x Ct
con Ct = ∑ n1 pk x ci x di
[ mJ k ]
2

ρk Densità
Ci Capacità termica specifica del solo lato interno dello strato i-esimo
Di Spessore dello strato i-esimo
Rt Resistenza termica totale della parete

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10 UNA STORIA NEL LEGNO
b

Si riporta qui di seguito un esempio di calcolo della costante di tempo per una stessa parete realizzata con un
pannello multistrato in legno, a confronto con una in calcestruzzo:

Conduttività termica Calore specifico Densità Massa superficiale Costante di tempo


λ (W/mK) C (J/kgK) ρ (Kg/m3) Ms (Kg/m2) τ (h)

PARETE REALIZZATA CON PANNELLO XLAM

Conduttività Calore specifico Densità Massa Costante


Spessore
termica (λ) (C) (ρ) specifica (Ms) di tempo (τ)

Cartongesso 12,5 0,210 1050 900

Intercapedine d’aria 15 0,025 1008 1

Pannello rigido in lana di roccia 6 0,033 1030 70


128,67 40,69
Pannello Xlam 14 0,13 1600 500

Pannello rigido
in lana di roccia doppia densità 8 0,036 1030 90

Intonaco di calce e cemento 2 1 1130 1800

PARETE REALIZZATA CON CLS

Conduttività Calore specifico Densità Massa Costante


Spessore
termica (λ) (C) (ρ) specifica (Ms) di tempo (τ)

Cartongesso 12,5 0,210 1050 900

Intercapedine d’aria 15 0,025 1008 1

Pannello rigido in lana di roccia 6 0,033 1030 70


366,67 14,44
Calcestruzzo 14 0,65 1000 2200

Pannello rigido
in lana di roccia doppia densità 8 0,036 1030 90

Intonaco di calce e cemento 2 1 1130 1800


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10 UNA STORIA NEL LEGNO
b

Si evince dal confronto che a parità di spessore della parete,la costante di tempo risulta maggiore per una parete
XLAM. Questo è possibile perché il legno possiede un valore maggiore di calore specifico ed un’elevata resistenza
termica, che compensano la massa ridotta. Quanto maggiore è la costante di tempo, tanto minori sono le oscillazioni
termiche interne e questo migliora il comportamento termico in regime estivo dell’involucro edilizio.

LA NORMA CONSENTE QUINDI DI UTILIZZARE ANCHE INVOLUCRI CON MASSA SUPERFICIALE DELL’ELEMENTO
OPACO < 230 KG/M2 PROPONENDO IN ALTERNATIVA CHE VENGANO RISPETTATI ALTRI PARAMETRI LIMITE,
COME AD ES Yie avendo:

Yi,e ≤ 0,12 W/m2K per le chiusure opache verticali


Yi,e ≤ 0,20 W/m2K per le chiusure opache orizzontali

Sfasamento (s) :
Definito come periodo di tempo tra l’ampiezza massima
di una causa e massima ampiezza dei suoi effetti, dove la
causa è il riscaldamento della superficie esterna di una
parete opaca e l’effetto è la conseguente variazione di
temperatura della superficie interna della parete stessa.
Con lo sfasamento si misura in ore il tempo che intercorre
tra l’istante in cui registra la massima temperatura sul lato
esterno e l’istante in cui registra la massima temperatura
sul lato interno.

Anche nel caso dell’isolamento estivo lo strato isolante è conveniente posizionarlo all’esterno del fabbricato,
poiché, cosi facendo, si riesce a sfruttare la massa della struttura, che rimanendo meno sollecitata dall’irraggiamento
solare potrà accumulare il calore prodotto e riversarlo all’interno dell’edificio.
Infatti tutte le fonti di riscaldamento che nella stagione fredda contribuiscono gratuitamente al comfort climatico
(calore emesso da elettrodomestici, abitanti, luce solare etc..) in estate possono creare problemi di surriscaldamento
interno anche in presenza di strutture altamente performanti in termini di sfasamento ed attenuazione. Per ovviare a
questo inconveniente è importante avere materiali “massivi” nella parte abitata in modo da sfruttarli come accumulo
del calore.

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10 UNA STORIA NEL LEGNO
b

Gestione della permeabilità al vapore


Per quanto riguarda la valutazione del comportamento del materiale rispetto all’umidità, oltre al parametro
di permeabilità al vapore µ , oltre alla capacità igroscopica, si dovrà analizzare anche il comportamento dell’isolante
in caso di condensa interstiziale nei termini di peggioramento della conduttività termica.
Secondo la norma UNI EN ISO 13788, è consentito un accumulo di condensa, in un periodo di 12 mesi che vanno
dal primo mese di accensione dell’impianto di riscaldamento al termine del dodicesimo mese successivo, sino ad un
quantitativo massimo di 500 gr per metro quadro.
Quindi, se dalla verifica termo-igrometrica, risulterà un accumulo di condensa all’interno della struttura,
si dovrà procedere verificando che:

v la quantità di condensa accumulata non ecceda al limite imposto dalla norma

vla condensa accumulata si deve asciugare completamente prima dell’inizio del successivo periodo di riscaldamento

v il peggioramento della conduttività termica dei materiali in presenza della quantità di acqua risultante dal calcolo,
non dovrà peggiorare al punto di compromettere l’isolamento termico calcolato nel progetto.

In conclusione si deve progettare la struttura in modo che sia permeabile al vapore, per facilitare l’asciugatura, ed il
meno possibile sensibile alla condensa, per non ridurre la capacità isolante, evento che porterebbe inevitabilmente
all’aumento della quantità di umidità condensata.

Alla luce di questo è necessario agire considerando:

v una scelta di isolanti che reagiscono al meglio in presenza di umidità condensata;

v un opportuno dimensionamento dello strato isolante, in maniera che dia una buona protezione alle parti
della struttura che non devono inumidirsi;

v un inserimento di elementi che rallentino il flusso del vapore senza costituire delle vere e proprie barriere.

Alla luce di questi punti è quindi deducibile che la scelta del coibente giusto gioca un ruolo molto importante per tutti
gli elementi opachi che confinano con l’esterno o con ambienti non riscaldati (vani scala, piani garage etc…).

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1 Fibra Cellulosa 10 Vermiculite Espansa


2 Vetro Cellulare 11 Polistirene Espanso Sinterizzato
3 Lana Di Vetro 12 Polistirene Espanso Estruso
4 Lana Di Roccia 13 Poliuretano Espanso
5 Schiuma Minerale 14 Polietilene
6 Perlite Espansa 15 Vacum Insulation Panel
7 Argilla Espansa 16 Isolanti Sottili Multiriflettenti
8 Calcio Silicato 17 Materiali A Cambiamento Di Fase
9 Calcestruzzo Cellulare 18 Aerogel

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10 UNA STORIA NEL LEGNO
b

Classificazione e confronto dei materiali coibenti


La classificazione dei materiali isolanti può essere effettuata in base alla loro origine o in base alla forma con cui sono
reperibili in commercio.

In base all'origine avremo quattro tipi di isolanti:

v Origine vegetale: fibra di legno, fibra di legno mineralizzata, fibra di cellulosa, fibra di kenaf, fibra di canapa,
fibra di lino, fibra di mais, fibra di cocco, fibra di juta, canna palustre, sughero.

v Origine animale: lana di pecora.


v Origine sintetica: polistirene espanso sinterizzato, polistirene espanso estruso, poliuretano espanso,
polietilene espanso, fibra di poliestere.

v Origine minerale: lana di vetro, lana di roccia, pomice naturale, argilla espansa, perlite espansa,
vermiculite espansa, vetro granulare espanso, calce-cemento cellulare, vetro cellulare.

In base alla forma in commercio si possono distinguere almeno dieci tipologie:

v Pannelli flessibili: fibra di legno, fibra di canapa, fibra di cocco, fibre di cellulosa, fibra di poliestere.
v Pannelli rigidi: fibra di legno, fibra di legno mineralizzata con cemento Portland, fibre di legno impregnate con
resine o bitume, calce-cemento cellulare, vetro cellulare, polistirene espanso sinterizzato, polistirene espanso
estruso, poliuretano espanso, polietilene espanso.

v Fibre sfuse: legno mineralizzato.


v Granuli sfusi: sughero naturale, sughero espanso, fibra cellulosa, argilla espansa, perlite espansa, vermiculite
espansa, pomice, polistirene espanso.

v Granuli impastati.
v Rotoli: feltro di juta, sughero, lana di pecora.
v Stuoie: canna palustre.
v Fiocchi: fibra cellulosa.
v Schiume: poliuretano.
v Materassini: lana di vetro, lana di roccia.

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10 UNA STORIA NEL LEGNO
b

I più comunemente usati sono il polistirene espanso o estruso, la fibra di legno, il sughero, la fibra di vetro e la lana
di roccia, il poliuretano.

Il polistirene espanso sinterizzato (o estruso), prende origine dallo stirene, un ricavato del petrolio che si trova anche
in alcuni alimenti. Questa materia viene polimerizzata per ottenere perle trasparenti. Per produrre il tipo sinterizzato,
queste perle, contenenti gas espandente, vengono trattate con vapore e sistemate in stampi, dove completano la loro
espansione e si saldano tra loro (sinterizzazione). Il polistirene espanso si trova sotto forma di pannelli o di perle.
Quello estruso invece si ottiene inserendo il granulato di polistirene insieme a polistirene di riciclo in una macchina:
qui la massa viene fusa e aggiunta a espandenti e ignifuganti. Ne risulta una schiuma che viene sagomata (estrusa)
attraverso un procedimento particolare ottenendo cosi pannelli a struttura cellulare chiusa.

I pannelli in fibra di legno, sono composti da materiale derivante da scarti di lavorazione oppure da legname
proveniente da boschi di riforestazione a cui vengono aggiunti resine o cemento – secondo i produttori e la
formulazione desiderata. Se si tratta di scarti, questi vengono ridotti sino ad assumere dimensioni costanti; le fibre
vengono poi raffinate e infine immerse in sospensioni con gli additivi. Aspirata l’acqua, i pannelli ottenuti passanoalla
pressatura e, con la fase di essiccazione, riducono l’umidità sino al 2% circa. In commercio sono disponibili pannelli
singoli di fibra di legno e anche accoppiati ad altri materiali (polistirolo o cartongesso).

Il sughero si ricava dalle piante grazie al procedimento di scorzatura. Stagionato, bollito e raschiato, viene fatto
essiccare e poi viene macinato per essere infine cotto. Durante questa fase, il materiale si espande, rilasciando della
resina, riutilizzata nel processo produttivo come legante. Alla fine si ottengono pannelli cellulari compatti. Il sughero
è commercializzato anche in granuli sciolti, che devono poi essere uniti con resine, strisce e fogli sottili.

La lana di roccia è una “miscela” di rocce di origine vulcanica o sedimentaria, con aggiunta di altri materiali.
La lavorazione trasforma il tutto in fibre e poi in pannelli, feltri e rotoli.

La lana di vetro viene prodotta portando a fusione ad una temperatura compresa tra i 1.300-1.500 °C una miscela
di vetro e sabbia che successivamente viene convertita in fibre, con l'aggiunta di un legante che aumenta la coesione
delle fibre stesse ottenute. Questa fibra viene quindi riscaldata a circa 200 °C e sottoposta a calandratura per conferirle
ulteriore resistenza meccanica e stabilità. Infine la lana di vetro viene tagliata ricavandone rotoli o pannelli per azione
di pressioni elevate.

I pannelli in Poliuretano espanso PUR sono fabbricati con materie prima come petrolio e zucchero da barbabietola.
È comune l’uso di schiume espanse e in poliuretano espanso per risarcire i giunti tra infisso e parete nella fase
di montaggio dei serramenti, ovvero per il fissaggio degli elementi costituenti il manto discontinuo di tegole.

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La scelta dei materiali da applicare per la realizzazione dell’involucro a perfetta tenuta è sicuramento molto
complicata. Una tabella riunisce le principali caratteristiche di alcuni di questi per poterli confrontare con più facilità.

EPS Lana Fibra


EPS 100 XPS Sughero Poliuterano
grafite di roccia di legno
Isolamento termico
λ(W/mK) 0,036 0,031 0,038 0,037 0,040 0,043 0,025

Traspirazione
30 - 70 20 - 40 80 - 200 2 15 5 30 - 50
μ
Sfasamento termico
½ ora 1 ora ¾ ora 1 - 2 ore 2 - 3 ore 4 - 5 ore
(pannello 10 cm)
Classe reazione
E E E A E E C
al fuoco
Densità
20 17 35 135 120 190 35
(Kg/m3)
Isolamento
NO NO NO SI SI SI NO
al rumore aereo

Si ricavano alcuni dati interessanti:

v i prodotti con maggior potere isolante sono i pannelli in poliuretano


v i prodotti con maggior potere di sfasamento termico sono la fibra di legno ed il sughero
v i prodotti più traspiranti sono lana di roccia, fibra di legno e sughero
v l prodotto con la migliore classe di reazione al fuoco (ignifugo) è la lana di roccia

L’isolamento termico di un pannello per cappotto deve essere il più elevato possibile per garantire elevati risparmi
energetici nel riscaldamento invernale e raffrescamento estivo: occorrono quindi materiali con conduttività termica
bassa. Sono preferibili isolanti con λ < 0,040. I pannelli in EPS100 con grafite hanno ad esempio, un eccellente valore
di lambda λ= 0,031 ma richiedono di schermare i ponteggi durante la posa per evitare problemi alla grafite, sensibile
al calore dei raggi solari. Tuttavia, poiché la traspirazione dei muri è sempre auspicabile per un elevato comfort
ambientale e salubrità delle pareti, è preferibile utilizzare materiali con bassa resistenza diffusione al vapore, “µ”.
Dal punto di vista della reazione al fuoco, tutti i prodotti della tabella sono autoestinguenti e quindi idonei per un
isolamento a cappotto, tuttavia solo la lana di roccia appartiene alla classe A antincendio (non partecipa al fuoco)
ed è inoltre un ottimo fonoassorbente e fonoisolante. La fibra di legno ha delle ottime qualità in termini di massa
superficiale e sfasamento, ma è più costosa ed ha una conducibilità termica (λ) peggiore rispetto agli altri prodotti
isolanti. Incrociando i dati, la scelta ottimale sembra ricadere sulla lana di roccia. (si veda allegato A).

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PACCHETTI E STRATIGRAFIE

Vi sono innumerevoli possibilità di abbinamento tra i diversi materiali, tali da ottenere delle stratigrafie dal corretto
comportamento termo-igrometrico e acustico. Se ne propongono di seguito alcune possibili configurazioni:

Stratigrafia solaio controterra

Il collegamento tra due elementi strutturali composti da materiali diversi , quali il calcestruzzo per la fondazione
e il legno per la struttura in elevazione, costituisce una zona sensibile dell’edificio. È opportuno che gli elementi
portanti in legno non siano posti a contatto diretto con le fondazioni, per cui Il piano grezzo di queste ultime deve
essere impermeabilizzato mediante guaina bituminosa dello spessore di 4 mm con caratteristiche di resistenza
a temperature di -10°.,in modo tale da proteggerle da risalita capillare. Per agevolare l’isolamento dall’umidità
di risalita si utilizza anche un elemento in legno di larice, che possiede anche funzione di ripartizione dei carichi
verticali e di marcatore per i fili fissi (spiccati) della costruzione.

v 7 cm di massetto alleggerito per il passaggio di impianti


v 8 cm di isolante in polistirene estruso
v 5 cm di sottofondo per la posa della pavimentazione
v Pavimentazione

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1,5 1,5
1,25 5 12 6

FINITURA ESTERNA

CAPPOTTO IN LANA DI ROCCIA sp. 6 cm

ISOLANTE LANA DI ROCCIA sp. 12 cm

LASTRA OSB sp. 1,5 cm

CONTROPARETE sp. 5 cm

LASTRA CARTONGESSO sp. 1,25 cm


GUAINA IMPERMEABILE

MASSETTO ALLEGGERITO PER PASSAGGIO IMPIANTI

ISOLANTE IN POLISTIRENE ESTRUSO

SOTTOFONDO PER PAVIMENTAZIONE

PAVIMENTAZIONE
1 ISOLANTE IN POLISTIRENE ESPANSO
35
8 5

TRAVERSO KVH 6x12 cm


5 7

TRAVE IN LARICE
40
35
40

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1.25 5 12 6

INTERNO ESTERNO

INTERNO ESTERNO
FINITURA ESTERNA

CAPPOTTO IN LANA DI ROCCIA sp. 6 cm

PANNELLO XLAM sp. 12 cm

CONTROPARETE sp. 5 cm

LASTRA CARTONGESSO sp. 1,25 cm

GUAINA IMPERMEABILE

MASSETTO ALLEGGERITO PER PASSAGGIO IMPIANTI

ISOLANTE IN POLISTIRENE ESTRUSO

SOTTOFONDO PER PAVIMENTAZIONE

PAVIMENTAZIONE
1 ISOLANTE IN POLISTIRENE ESPANSO
8 5

TRAVE IN LARICE
5 7
35
40

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Pareti

Si procede alla posa in opera di un cordolo in legno massello di larice delle dimensioni necessarie alla verifica
a schiacciamento rispetto ai carichi di progetto, largo generalmente come la parete strutturale stessa, il quale viene
posizionato al fine del tracciamento de fili dell’edificio, per le pareti portanti perimetrali e interne, ed anche come
isolamento dalla struttura in C.A.
L’elemento in larice ha larghezza almeno pari a quelle dell’elemento verticale di appoggio, avvitato ad esso mediante
viti autofilettanti ovvero con idoneo sistema di fissaggio, posizionato sul piano in cemento armato ben livellato,
anche grazie all’utilizzo di apposito autolivellante (max 2/3 cm di spessore e solo se necessario).

v Parete perimetrale (esterno)

t Portante xlam (in alternativa al punto successivo)


Parete strutturale in XLAM spessore complessivo in genere variabile tra 10 e 14 cm (per edifici ordinari).
I pannelli sono vincolati alla struttura in cemento armato per mezzo di connessioni metalliche fissati tramite l'ausilio
di viti e/o bulloni in numero sufficiente, secondo quanto disposto dal progettista strutturale.

t Struttura portante a telaio in legno di abete kvh (in alternativa al punto precedente)
Spessore complessivo di 15 cm. Montanti in KVH 6x12 cm con interasse 62,5 cm, controventati da OSB/3 spessore 15
mm con interposto isolante termoacustico in lana di roccia. Le pareti saranno vincolate alla struttura in cemento
armato per mezzo di connessioni metalliche fissati tramite l'ausilio di viti e/o bulloni in numero sufficiente,
secondo quanto disposto dal progettista strutturale.

t Cappotto termico
Nel collegamento tra la parete esterna e la fondazione assume particolare rilevanza la protezione dall’acqua,
sia di risalita che meteorica. A tal fine spesso si predilige optare per la soluzione del rivestimento a cappotto con un
particolare accorgimento nella zona più bassa a contatto con la fondazione. In generale si considerano spessori
di cappotto intorno dai 6 ai 12 cm. Viene inserito infatti per 40/60 cm di altezza un pannello isolante in polistirene
estruso XPS che assolve la funzione di zoccolatura del sistema a cappotto. Questo isolante ha una bassa permeabilità
al vapore, ma allo stesso tempo fornisce la giusta impermeabilizzazione per cui più adatto rispetto ad altri isolanti
a tenere lontana l’acqua che potrebbe essere assorbita per risalita capillare o per parti stagnanti di acqua. Tutto il resto
della superficie del cappotto è realizzato con lana di roccia che rispetto al polistirene garantisce una permeabilità
al vapore soddisfacente. I pannelli sono fissati con un sistema di tassellatura ideale per il legno e a taglio termico
per evitare la formazione dei ponti termici superficiali e lineari, limitando anche l’incidenza degli inevitabili ponti
termici puntuali (mediante utilizzo di tasselli speciali ed “isolanti”). La quantità a m2 di tasselli è definita dall’altezza
dell’edificio e dalla velocità specifica del vento appartenente alla zona in cui è ubicato lo stesso.

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CARATTERISTICHE TERMICHE E IGROMETRICHE DEI COMPONENTI OPACHI

Codice Struttura: ancitel_telaio_paret


Descrizione Struttura: Parete telaio 15 cm + cappotto + controparete

N. DESCRIZIONE STRATO s lambda C M.S. P<50*1012 C.S. R


(dall'interno all'esterno) [mm] [W/mK] [W/m2K] [kg/m2] [kg/msPa] [J/kgK] [m2K/W]
1 Adduttanza Interna 0 7.700 0 0.130
2 Cartongesso 13 0.210 16.154 11.70 0.019 1090 0.062
3 Isolante Lana di roccia Rockwool Acoustic 235 50 0.035 0.700 3.50 150.000 1030 1.429
4 Pannello OSB/3 - mv.400. 15 0.117 7.800 6.00 35.000 1500 0.128
5 Isolante Lana di roccia Rockwool Acoustic 235 120 0.035 0.292 8.40 150.000 1030 3.429
6 Pannello OSB/3 - mv.400. 15 0.117 7.800 6.00 35.000 1500 0.128
7 Pannello Isolante Rockwool Front-Rock Max E 60 0.036 0.600 5.40 137.857 1030 1.667
8 Malte di gesso per intonaci/pannelli senza inerti 5 0.174 34.800 3.00 18.000 1000 0.029
- mv.600.
9 Adduttanza Esterna 0 25.000 0 0.040
RESISTENZA = 7.041 m2K/W TRASMITTANZA = 0.142 W/m2K
SPESSORE = 278 mm CAPACITA' TERMICA AREICA (int) = 17.607 kJ/m2K MASSA SUPERFICIALE = 41 kg/m2
TRASMITTANZA TERMICA PERIODICA = 0.05 W/m2K FATTORE DI ATTENUAZIONE = 0.35 SFASAMENTO = 9.27 h

s = Spessore dello strato; lambda = Conduttività termica del materiale; C = Conduttanza unitaria; M.S. = Massa Superficiale; P<50*1012 =
Permeabilità al vapore con umidità relativa fino al 50%; C.S. = Calore Specifico; R = Resistenza termica dei singoli strati; Resistenza - Trasmittanza
= Valori di resistenza e trasmittanza reali; Massa Superficiale = Valore calcolato come disposto nell'Allegato A del D.Lgs.192/05 e s.m.i..

STRATIGRAFIA STRUTTURA DIAGRAMMI DELLE PRESSIONI

Ti [°C] Psi [Pa] Pri [Pa] URi [%] Te [°C] Pse [Pa] Pre [Pa] URe [%]
DIAGRAMMI DELLE PRESSIONI 20.0 2 337 1 168 50.0 0.0 611 243 39.8
Ti = Temperatura interna; Psi = Pressione di saturazione interna; Pri = Pressione relativa interna; URi = Umidità relativa interna; Te = Temperatura
esterna; Pse = Pressione di saturazione esterna; Pre = Pressione relativa esterna; URe = Umidità relativa esterna.

VERIFICA IGROMETRICA
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
URcf1 65.00 65.00 65.00 65.00 65.00 65.00 65.00 65.00 65.00 65.00 65.00 65.00
Tcf1 20.00 20.00 20.00 20.00 20.00 20.00 20.00 20.00 20.00 20.00 20.00 20.00
URcf2 81.90 77.30 67.00 65.70 66.80 65.40 56.30 63.80 66.80 72.40 83.00 81.10
Tcf2 7.60 8.70 11.40 14.70 18.50 22.90 25.70 25.30 22.40 17.40 12.60 8.90
Verifica Interstiziale VERIFICATA La struttura non è soggetta a fenomeni di condensa interstiziale.
Verifica Superficiale VERIFICATA Valore massimo ammissibile di U = 0.8536 (mese critico: Gennaio).
La verifica igrometrica è stata eseguita secondo UNI EN ISO 13788.
cf1 = Interno
cf2 = Esterno

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Topografia dell’intorno 1)
Velocità
del vento I II III
[m/s]
Altezza dell’edificio [m]

Vb < 10 10-25 > 25-50 < 10 10-25 > 25-50 < 10 10-25 > 25-50

≤ 28 6 6 6 6 6 6 6 6 6

28 - 32 8 8 10 8 6 8 6 6 8

> 32 10 12 12 8 10 10 6 8 10

I: edifici isolati
1) II: edifici in contesti isolati aperti
III: edifici in contesti urbani protetti dal vento
Le categorie I, II, III corrispondono alle categorie II, III,IV dell’Eurocodice EN 1991-1-4.
Dove Vb si ricava direttamente dalle formule contenute nel CAP. 3 del DM 14/01/2008

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Schema di tassellatura:

il sistema di tassellatura più adatto per l’isolamento termico con pannelli in lana di roccia è quello a W
(documentazione consorzio CORTEXA):

il sistema di tassellatura più adatto per l’isolamento termico con pannelli in EPS è quello a T
(documentazione consorzio CORTEXA):

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t Finitura esterna
I pannelli sono protetti sul lato esterno da uno strato di rasatura armato con rete di fibra minerale ed infine
un trattamento superficiale di finitura impermeabile all’acqua ma permeabile al vapore proveniente dall’interno.
La rete di armatura ha la funzione di sopportare le tensioni che si generano nello strato di rasatura a causa degli
sbalzi termici, indispensabile per prevenire la formazione di fessure nell’intonachino. L’intonachino è di fatto
l’elemento che garantisce la tenuta all’acqua del sistema cappotto. In caso di facciata ventilata, solitamente
si interpone una doppia orditura di listelli in abete (KVH), su cui si fissano elementi di finitura esterni in legno,
gres o materiali polimerici, a seconda del livello di finitura che si vuole ottenere. La camera di ventilazione
(non stagna) deve avere uno spessore massimo di 5 cm per evitare moti convettivi incontrollati dell’aria nella camera
e scongiurare quindi un peggioramento delle prestazioni isolanti.

v Parete perimetrale (interno)

L’interno delle pareti perimetrali, è rifinito diversamente a seconda che da progetto sia previsto o meno un vano
impianti. Se non previsto la finitura è unicamente con un pannello di Cartongesso da 12,5mm, fissato con viti,
e stuccato sulle giunture e pronto alla tinteggiatura. Se la parete da progetto prevede il vano porta impianti,
verrà prima posta una listellatura in travetti di abete da 5 cm in modo da creare l’intercapedine poi successivamente
alla posa degli impianti tale vano verrà chiuso prima con un pannello di Cartongesso da 1,25 cm, fissato con viti,
e stuccato sulle giunture e pronto alla tinteggiatura. Talvolta al cartongesso è abbinato un pannello di OSB
da 9 a 12 mm, avente funzione irrigidente.

Soglie esterne e interne a taglio termico

Lastre esterne di travertino/pietra serena di spessore cm 3, levigate nelle facce in vista, stuccate con cemento
idrofugo, con eventuale lavorazione a foro su tre lati, fornite e poste in opera con malta specifica per soglie semplici
e simili. Controsoglia interna in legno lamellare di abete, o comunque dello stesso materiale del telaio dell’infisso.

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10 UNA STORIA NEL LEGNO
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Solaio interpiano (si veda allegato “A”)

Struttura: non dovendo assolvere a funzioni termiche di compartimentazione con l’esterno, ma al massimo tra due
unità immobiliari indipendenti, il solaio interpiano è realizzato con travi lamellari di sezione variabile
(sezioni e interasse travi definiti in funzione di quanto necessario per la stabilità della casa e in conformità ai calcoli
strutturali e del progetto architettonico).
In genere entro i due livelli (o due livelli più mansarda), si può optare indifferentemente per un solaio a travi e travetti
ovvero un solaio a pannelli XLAM, andando a preferire quello che maggiormente si addice alle scelte architettoniche
della Committenza. Oltre i due livelli di costruzione diventa invece predominante l’aspetto del comportamento
strutturale sotto l’azione sismica dell’edificio, per cui si preferisce andare verso un solaio a pannelli XLAM. Questo
infatti consente di avere certezza sul comportamento scatolare del fabbricato in caso si abbiano le pareti in XLAM.
Discorso a parte merita il rispetto delle quote interpiano previste da progetto architettonico concessionato.
Solitamente i progetti concessionati non si riferiscono agli spessori ed alle caratteristiche dimensionali proprie
degli elementi costruttivi costituenti pareti e solai di una costruzione a struttura portante in legno. Questo aspetto
genera delle difficoltà per la necessità di convertire il progetto da “convenzionale” a edificio in legno, e generalmente
si dovranno valutare delle lievi ma decisive variazioni dimensionali degli spessori dei pacchetti, soprattutto
in riferimento agli spessori dei solai. Spesso i Regolamenti edilizi comunali differiscono tra loro, anche se molto si sta
facendo al riguardo al fine di unificare il più possibile tali strumenti attuativi. In tale ottica risulta doveroso sottolineare
come le altezze interpiano massime debbano essere considerate “sotto tavolato” e non “sotto travetto” nel caso
di solaio tradizionale (a travi e travetti). In tal caso si riuscirebbe facilmente a paragonare lo spessore proprio dei solai
a travi e travetti in legno, con quello di una costruzione convenzionale (laterocemento). Nel caso dei solai a pannelli
XLAM è invece più difficoltoso avere contemporaneamente i 2,70 m sotto solaio e i 30 cm di spessore complessivo
del solaio inteso come somma del pannello strutturale e degli strati di finitura. Generalmente 30 cm è lo spessore
che si considera per i solai al fine del progetto architettonico definitivo utilizzato per il calcolo di volumi e superfici
urbanistici e per l’ottenimento dei necessari permessi di costruire. Per rispettare questo vincolo, nel caso dell’XLAM
sarà necessario contenere le campate libere entro i 3-4 m, al fine di avere uno spessore dei pannelli strutturali
contenuto nei 14-16 cm ed avere cosi a disposizione 16-14 cm per gli strati di finitura.
Nel caso dei solai a travi e travetti al contrario sarebbe opportuno che tutti gli uffici tecnici Comunali considerino la
quota di riferimento dei 2,70 m interpiano presa all’intradosso del tavolato, in modo tale da avere ampia possibilità
di rientrare nello spessore “architettonico standard” dei 30 cm.
Nel caso del solaio tradizionale, da preferirsi per la sua valenza estetica e per il fatto di essere già con qualità “a vista”
all’intradosso senza bisogno di finiture ulteriori (spesso è sufficiente la mano di impregnante all’acqua che viene data
direttamente in stabilimento), al di sopra delle travi viene posizionato:

v Tavolato (2 cm) di spessore, maschiato e trattato con colorante protettivo nella parte a vista.
Per esigenze strutturali, ove necessario un comportamento a “piano rigido”, si prevede un doppio tavolato
(con il secondo disposto solitamente a 45° rispetto al primo).

v Massetto (10cm) ben costipato e livellato, gettato su foglio di Polietilene per contenerne il getto.
v Pavimentazione posta su uno strato di allettamento.
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10 UNA STORIA NEL LEGNO
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Tetto a falda ventilato

Si specifica che le valutazioni fatte per la scelta degli elementi portanti di solaio interpiano è estendibile anche al
tetto a falda, anche se generalmente si ha a che fare con carichi permanenti + accidentali di minore entità.

Struttura: orditura principale e secondaria in legno lamellare

v Perlinato di spessore 2 cm, maschiato e eventualmente impregnato con almeno una mano di impregnante
all’acqua

v Isolante in lana di roccia 10 cm


v Pannelli in lana di roccia con spessore inferiore, posizionati tra Listelli in legno ad interasse pari alla dimensione
del pannello isolante stesso

v Guaina traspirante
v Intercapedine per la ventilazione
v Rivestimento in tegole

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FINESTRE E SERRAMENTI

Le superfici vetrate ricoprono un ruolo molto importante ai fini del benessere all’interno di un edificio: da un lato
permettono il contatto visivo con il mondo esterno, ed essendo elementi costruttivi trasparenti favoriscono
il passaggio di luce solare, quindi permettono di apportare energia gratuitamente all’interno dell’edificio,
ma dall’altro possono essere punti di dispersione termica, se non sono costruite ed installate a regola d’arte.
È necessario considerare che una finestra non è solo composta dalla parte vetrata, ma che è composta da un buon
15-35% di telaio, quindi il materiale che lo compone influenza anch’esso il risparmio energetico.
Le finestre devono inoltre essere accuratamente sigillate, altrimenti saranno causa di spifferi e coibentate in modo
tale da impedire la formazione di superfici fredde che sottraggono calore agli ambienti e alle persone.

Orientamento delle finestre negli edifici di nuova costruzione

v Le superfici finestrate esposte a nord dovrebbero garantire solo una sufficiente luminosità agli ambienti.
La loro apertura complessiva non dovrebbe superare il 10 % della facciata nord.

v Ad est ed ovest il limite è del 15-30% della facciata, anche se ad ovest vi è più pericolo di surriscaldamento estivo
quindi è bene che siano dotate di efficaci sistemi di ombreggiatura.

v La superficie ottimale delle vetrate sul lato sud dell’edificio è di circa il 40% della superficie complessiva
della facciata.

Se supera il 50%, non aumentano i guadagni solari in inverno, mentre in estate si avrà un surriscaldamento dei locali
che riduce sensibilmente il benessere. Per contro, una riduzione della superficie vetrata al di sotto del 40% riduce
il pericolo di surriscaldamento in estate, ma l’illuminazione naturale sarà minore, con un aumento dei consumi
energetici per l’illuminazione.

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Tipologie di vetrate a risparmio energetico

Le vetrature permettono apporti di calore compatibili con il loro grado di trasmittanza : il valore g, detto anche grado
di trasmittanza totale, indica la porzione di irraggiamento solare che entra all’interno degli ambienti attraverso
la vetratura e che durante la stagione invernale può essere sfruttata per il riscaldamento interno dei locali. Quanto più
è elevato il valore g tanta più energia entra in maniera gratuita nell’ambiente. Si dovrebbero raggiungere valori
compresi tra 50 e 65 % persino nelle vetrate maggiormente basso emissive. È necessario realizzare una buona
protezione termica estiva per prevenire un eccessivo surriscaldamento della stanza.
Il parametro più importante da considerare è la trasmittanza termica del serramento Uw, ottenuta dal valore
della trasmittanza del vetro Ug e quella del telaio Uf effettuando una media ponderata con le relative superfici.

v Vetrocamere a due lastre

La vetrocamera è generalmente costituita da due


lastre con valore g di circa 70 % . le lastra sono
connesse mediante una cornice di collegamento
in alluminio. Questo vetro permette di dimezzare le
dispersioni termiche rispetto ad una finestra a vetro
singolo. Nonostante ciò ad oggi questo tipo è
superato dall’introduzione su mercato di vetrate
basso emissive.

Il vetro basso emissivo ha la funzione di riflettere verso l’interno il calore che tenderebbe normalmente a disperdersi
verso l’esterno, consentendo di risparmiare somme considerevoli per il riscaldamento invernale ma anche per il
raffreddamento estivo degli ambienti. Gli scambi termici totali che si verificano attraverso una parete vengono
espressi scientificamente con il valore della Trasmittanza Termica, U. Più basso è il valore della Trasmittanza Termica,
minori sono le dispersioni termiche.
Ad esempio: un vetro tradizionale, dello spessore di 5mm ha un valore di Trasmittanza Termica di 5.8 W/m2 K ,
un vetro basso emissivo arriva a 1.0 W/m2K.

97
10 UNA STORIA NEL LEGNO
d

v Doppio vetro basso emissivo

Le proprietà termoisolanti sono aumentate rispetto alla vetrocamera del 50-60 % . A questo si è arrivati tramite
riempimento dell’intercapedine con gas nobile (argon o kripton) ed un sottile strato invisibile di metallo vaporizzato
(solitamente argento) posto sulla superficie interna all’intercapedine della lastra più vicina alla stanza. Siamo su valori
di g circa tra 60 - 65%. I doppi vetri più utilizzati hanno 4 mm di spessore ed una intercapedine di 12mm.
Esistono anche intercapedini con uno spessore maggiore che assicurano un migliore isolamento acustico e termico.

v Triplo vetro basso emissivo

Attualmente questa tipologia di vetro ha valori di UW variabili intorno a 0,4 - 0,9 W/m2K offre la migliore protezione
termica (con valori g variabili da 25 a 58%). Il suo effetto basso emissivo viene raggiunto con l’inserimento di una terza
lastra, uno strato di metallo vaporizzato sulla superficie interna della lastra centrale e il riempimento
dell’intercapedine con gas nobile. Questa tipologia però risulta particolarmente dispendiosa.
Non esiste però esclusivamente questo tipo di vetri, ma anche i vetri solari e i vetri selettivi. La cosa che li accomuna
è semplicemente il loro scopo: migliorare il risparmio energetico dell’abitazione. Parlando di vetro bisogna tener
conto anche di un altro fattore, per essere certi di fare un buon bilancio energetico, cioè del fattore solare. I vetri infatti
sono sensibili all’irraggiamento solare e quindi va considerata la percentuale di energia che attraversa il vetro
in rapporto all’energia solare che incide. I vetri basso emissivi hanno un alto fattore solare, intorno al 70%.
Questo li rende perfetti per la stagione invernale, ma molto meno per quella estiva, soprattutto in zone molto calde.
Per ovviare a questo problema sono nati i vetri a controllo solare, cioè vetri che hanno un lato trattato con un
particolare deposito di metallo, in maniera da far passare la luce all’interno, ma da riflettere parte del calore
esternamente. Ciò potrebbe a sua volta essere un’arma a doppio taglio perché in estate se ne traggono tutti i benefici
perché la casa sarà più fresca, ma sarà più fresca anche nella stagione invernale, comportando la necessità
di aumentare il funzionamento del riscaldamento. L’evoluzione della tecnologia avanza cercando di eliminare anche
questo inconveniente e sono nati i vetri selettivi ( denominati quattro stagioni). Si tratta di vetri particolari capaci
di trattenere il calore dalla parte interna e di rifletterlo da quella esterna. Sono vetri decisamente costosi, il cui impiego
98 è giustificato quando ci sono condizioni particolari di ambientazione o clima.
10 UNA STORIA NEL LEGNO
d

Tipologie di telaio a risparmio energetico

Considerando che come già detto il materiale del telaio influisce sul risparmio energetico bisogna valutare quelli che
per la maggiore vanno sul mercato analizzandone pregi e difetti. I valori di trasmittanza termica del solo telaio,
indicati con il simbolo Uf, dipendono dalla conduttività termica dei materiali di cui è composto e dai relativi spessori.
Anche in questo caso più piccolo è il valore della trasmittanza, migliori sono le capacità termoisolanti del telaio.
I materiali che vanno per la maggiore sono il Legno, l’Alluminio o il Polivinile di cloruro (PVC).

v Legno

È un ottimo isolante termico e acustico ed è da sempre utilizzato per costruire e realizzare serramenti. La sua bellezza
estetica dipende dalla qualità del legno utilizzato che può variare notevolmente e incidere in modo determinante
nel prezzo di una finestra, da un’essenza all’altra e dalle varie finiture. Gli infissi in legno possono essere verniciaticon
tecniche differenti tra loro: laccature colorate coprenti, laccature a poro aperto che lasciano intravedere la venatura
sottostante oppure per mantenere l’aspetto naturale del legno vengono applicate generalmente vernici trasparenti.
Le finestre in legno sono molto resistenti e pregiate, tuttavia se non sottoposte a trattamenti e cicli di verniciatura
speciali e di alta qualità hanno bisogno di cura e manutenzione a seconda dell’esposizione al sole e alle intemperie
a cui sono sottoposte e devono essere quindi trattate e riverniciate ogni pochi anni.

v Alluminio

È un materiale leggero, robusto e resistente agli agenti atmosferici ed è molto utilizzato per realizzare serramenti
e persiane. L’alluminio può essere anodizzato, ossidato o verniciato con tecniche di verniciature a polveri
o verniciature a sublimazione.
I colori in cui può essere realizzato sono tutti i colori della scala RAL e tutte le varie finiture “effetto legno”, che tendono
a ricreare una resa estetica simile a quella del legno.
L’alluminio è un conduttore naturale, e quest’ultima proprietà non rende però molto performanti gli infissi
in alluminio nell’isolamento termoacustico.
Per ovviare a questo inconveniente e garantire buone prestazioni di isolamento gli infissi in alluminio vengono
prodotti con la tecnica del “taglio termico” che differisce dal comune “taglio freddo” per l’inserimento all’interno
delle camere d’aria dei profili, di listelli in materiali a bassa conducibilità termica, interrompendo la continuità
del metallo e isolando quindi la finestra da dispersioni termiche. Gli infissi in alluminio sono stabili, robusti,
molto semplici da pulire e non richiedono particolari accorgimenti o manutenzione.

99
10 UNA STORIA NEL LEGNO
d

v PVC

È un polimero termoplastico che riscaldato a una temperatura di circa 200° diventa viscoso e viene estruso
in differenti profili che una volta raffreddati saranno tagliati e saldati tra loro per produrre finestre e porte
dalle elevatissime prestazioni isolanti e dalla grande resa estetica.
Il PVC generalmente viene estruso nel colore bianco e la sua superficie è liscia. Per ricreare l’estetica del legno
vengono applicate durante il processo produttivo, subito dopo l’estrusione dei profili, pellicole con spessori di circa
200 micron che riproducono fedelmente la superficie e le venature del legno o di altri materiali.
Il PVC è un ottimo isolante termico e acustico, ed è resistente alle intemperie. La conducibilità termica molto bassa
assicura un totale isolamento dal gelo, dalla neve, dall’acqua e dal vento. È inoltre una vera e propria barriera agli
attacchi della salsedine (che invece attacca e danneggia gli infissi in alluminio) e degli agenti atmosferici
(piogge acide, inquinamento).
I serramenti in PVC non hanno bisogno di nessuna manutenzione nel tempo, hanno costi vantaggiosi e la pulizia
può essere effettuata facilmente con detergenti neutri o soluzioni acquose. Sono spesso abbinati alle abitazioni
a struttura portante in legno perché si riesce ad abbattere la trasmittanza termica media dell’involucro e si riesce
ad arrivare più facilmente in classe A, contenendo di molto le spese sia a livello di costo diretto degli infissi che a livello
di costo degli impianti (più contenuto perché dovranno fronteggiare minori dispersioni termiche).

v Materiali combinati

Negli ultimi anni si è andata affermando una soluzione ibrida, quella che vede soprattutto l’unione e la collaborazione
del legno e dell’ alluminio, la cui principale caratteristica diventa il livello di manutenzione prossimo allo zero.
In questo caso al serramento in legno viene applicato un guscio esterno in alluminio, che oltre a proteggerlo dona un
aspetto diverso alla confezione. Si tratta di una soluzione molto usata quando le necessità conservative impongono
l’uso del legno.

100
10 UNA STORIA NEL LEGNO
d

Valori Uf per telai in legno

Legno morbido λ = 0,13 W/mK Legno duro λ = 0,18 W/mK


Spessore
(mm) Temp. Superficiale Uf Temp. Superficiale
Uf in W/m2K interna (C°) interna (C°)
30 2,3 11 2,70 9,5
50 2,0 12,2 2,35 10,8
70 1,80 13° 2,05 12
90 1,60 13,8 1,85 12,8
110 1,40 14,5 1,65 13,5

Valori Uf per telai in PVC

Temp. Spuerficiale
Tipo di telaio Uf in W/m2K interna (C°)
Profili tubolari in PVC 2 camere 2,2 11,4
3 camere 2,0 12,2
5 camere 1,2 15,3

Valori Uf per telai in alluminio

Temp. Superficiale
Uf in W/m2K interna (C°)
Senza taglio termico 6 - 3,4
Con taglio termico 2,5 - 4,0 10,2 - 4,4
Con profili maggiorati e isolati 1,6 13,8

Valori Uf per telai isolati composti

Temp. Superficiale
Uf in W/m2K interna (C°)
Telaio in legno con anima in sughero 1,15 15,5
Telaio in legno con anima in poliuretano 0,7 - 0,8 17,3 - 16,9
Telaio in PVC a 5 camere riempite con isolante 0,8 16,9
Telaio composto legno-alluminio
0,85 16,7
con polistirolo espanso rigido

Temperatura esterna di riferimento: -10 °C

101
10 UNA STORIA NEL LEGNO
d

Posizionamento del serramento (si veda allegato “A”)

La qualità sempre migliore offerta dalla tipologia dei serramenti, in merito all’isolamento termico ed acustico,
deve essere affiancata però da un montaggio a regola d’arte per non vanificarne le caratteristiche. Anche i migliori
serramenti servono a poco se il montaggio è carente. Le qualità infatti dipendono da come vengono risolti i giunti
di collegamento. Una posa “filo interno” del serramento consente di eliminare i ponti termici in modo semplice,
attraverso il risvolto lungo i bordi del cappotto di isolamento esterno. Inoltre tale soluzione consente di poter
erminare il cantiere al grezzo strutturale in tempi più brevi, consentendo anche di far completare ad altra ditta esterna
(serramentisti specializzati) il cantiere a perfetta regola d’arte ed a seguito di rilascio di regolare posa in opera.

102
10 UNA STORIA NEL LEGNO
e

SISTEMI DI OMBREGGIAMENTO

Il loro scopo è quello di proteggere l’edificio e chi lo abita dagli effetti indesiderati della radiazione solare.

v Migliorano il comfort termico estivo, evitando il surriscaldamento


v Permettono lo sfruttamento della radiazione solare nella stagione fredda
v Migliorano il comfort visivo, riducendo gli effetti di abbagliamento e riflessione

L’efficacia di questi sistemi dipende dalla posizione rispetto al piano finestra e dal grado di adattabilità alle diverse
condizioni di luce.

La posizione può essere:

v All’esterno: sono quelli più efficaci contro il surriscaldamento estivo, in quanto impediscono ai raggi solari
di attraversare il vetro e trasformarsi in calore, rimanendo parzialmente imprigionati all’interno.

v Fra le lastre di vetro: meno efficaci di quelli esterni a ridurre il carico termico, sono sicuramente più protetti,
ma un’eventuale manutenzione è difficoltosa.

v All’interno della stanza: sono i meno efficaci per la protezione termica estiva in quanto la radiazione solare
è già entrata, per cui il calore può essere smaltito solo con la ventilazione. Sono più efficaci solo per schermare
la luce visibile.

103
10 UNA STORIA NEL LEGNO
e

I sistemi mobili più comunemente usati sono: tende alla veneziana, avvolgibili, gli scuri, le persiane con lamelle
regolabili, tutti posti preferibilmente all’esterno. Si adattano alle diverse condizioni esterne, ma richiedono
manutenzione e pulizia periodica, inoltre devono essere resistenti alle intemperie.
L’efficacia dei sistemi di schermatura solare si misura in % di energia solare che riesce comunque ad entrare
nell’ambiente ed è espressa mediante un fattore di riduzione.

Se quest’ultimo ha:

Valore = 1 allora tutta la radiazione solare penetra nell’ambiente.


Valore < 1 vorrà dire che la schermatura blocca parte della radiazione. Ad esempio: fattore di riduzione pari a 0,27
significa che poco più di un quarto della radiazione penetra ovvero più del 70% dell’energia solare viene bloccata.

Tipo di oscurante Fattore di riduzione

Senza ombreggiamento 1

Veneziane, tende interne 0,75

Veneziane tra due lastre di vetro 0,53

Tende da sole per esterni 0,43

Veneziane esterne, persiane 0,32

Ombreggiamento costruttivo,sporti,balconi 0,32

Avvolgibili, scuri 0,27

104
10 UNA STORIA NEL LEGNO
d

I sistemi più usati sono le PERSIANE e gli AVVOLGIBILI

Persiane

Si adattano a tutte le facciate, e permettono una regolazione della luce in ingresso consentendo allo stesso tempo
la ventilazione pur bloccando gran parte dell’energia solare in ingresso. Possono essere a lamelle fisse o orientabili.
La soluzione a pannello chiuso (portellone o “scuro”) viene preferita solo ove richiesto da vincoli di carattere estetico
(elementi in legno massello pieni e a vista). Sono elementi generalmente pesanti, dalla difficile manutenzione e la cui
stabilità dimensionale è da valutare in caso di applicazioni su strutture che non abbiano sufficienti protezioni
sulla facciata di riferimento (sporti di gronda molto pronunciati, verande, portici etc…)

Avvolgibili

Vantaggi:

v Proteggono maggiormente dalle intrusioni (se si installa la versione “blindata”).


v Proteggono il serramento dagli agenti atmosferici.
v Riducono il carico termico estivo.
v Migliorano le proprietà fonoisolanti del serramento grazie allo strato di aria ferma che si forma tra oscurante
e serramento.
v Migliorano le capacità termoisolanti del serramento in inverno.
v Riducono la pulizia dei vetri delle finestre.
v Sono regolabili senza necessità di aprire le finestre.
v con l’adozione dei cassonetti isolati non costituiscono più un grosso problema dal punto di vista di dispersione
termica.

Ciò che è importante è che i cassonetti degli avvolgibili siano isolati con materiale coibente non costituendo
problema dal punto di vista di dispersione termica. Il valore di trasmittanza del cassonetto deve essere simile a quello
della parete in cui è inserito o comunque fino al 15 % in meno. In tal modo non si parla di ponte termico e l’involucro
è correttamente studiato

105
10 UNA STORIA NEL LEGNO
f

IMPIANTI DI RISCALDAMENTO

L’impianto di riscaldamento gioca un ruolo fondamentale sul comfort ambientale di un edificio determinando il suo
riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria.
Un impianto di riscaldamento centrale, può funzionare a olio combustibile, a gas, a legna o a elettricità.

Fatta eccezione per quello a elettricità tutti questi sistemi sono


a circolazione d’acqua, che viene riscaldata da una caldaia
e l’acqua (fluido vettore), diminuendo di densità, sale poi lungo
una tubazione ascendente chiamata colonna. Questa alimenta
i radiatori situati nella varie stanze e sui diversi piani, e sfocia
in un serbatoio d’espansione situato nel sottotetto, dal quale
parte una colonna discendente che attraversa i radiatori
e ritorna alla caldaia. Negli edifici a più piani è necessario
montare una pompa per potenziare la spinta dell’acqua. Negli
impianti che forniscono anche l’acqua calda, la colonna
ascendente per il riscaldamento è separata da quella per
l’impianto idraulico.

La caldaia è il cuore dell’impianto di riscaldamento e la sua efficienza è uno degli elementi di primaria importanza
del sistema edificio-impianto ai fini del contenimento dei consumi e delle emissioni inquinanti in atmosfera.
Innanzitutto è fondamentale un corretto dimensionamento della caldaia sulla base del reale fabbisogno termico
dell’abitazione: invece spesso si tende a sovradimensionarla.

Classe di efficienza energetica


L’efficienza di una caldaia è quantificata tramite il rendimento di combustione, ossia la percentuale dell’energia
che deriva dalla combustione trasferita all’acqua che va nelle condutture: maggiore è il rendimento di combustione
e maggiore è il risparmio. Le caldaie sono classificate secondo la loro efficienza energetica, e tale classificazione
è definita nel D.P.R. 660/96. Il regolamento determina, in base alla potenza nominale, quattro classi di rendimento
delle caldaie:

1 stella
2 stelle
3 stelle*
4 stelle

* (sufficienti in genere per far arrivare in classe energetica A un’abitazione a struttura portante lignea)

106
10 UNA STORIA NEL LEGNO
f

In genere per le abitazioni a struttura portante in legno


è sufficiente una caldaia a 3 stelle collegata a semplici
radiatori terminali ai vari ambienti al fine di ottenere
una classe energetica A (si veda anche allegato “A”).
Ovviamente per raggiungere questo obiettivo
l’involucro dell’abitazione deve essere correttamente
dimensionato (trasmittanze componenti opache
U<0,20 W/mqK, infissi con Uw<1,1 W/mqK,
eliminazione completa di ponti termici superficiali
e lineari, minimizzazione dei ponti termici puntuali).
E’ proprio su questi aspetti che le costruzioni in legno
giocano un ruolo fondamentale, visto che con esse
si riescono ad ottenere eccellenti performance
dal punto di vista del contenimento dei costi
di gestione dell’edificio, attraverso una dotazione
impiantistica semplificata e conseguenti minori costi di
manutenzione. E’ chiaro che l’inserimento di una
caldaia più performante, ovvero l’utilizzo di generatori
di calore ancora più efficienti e con minor impatto per
l’ambiente fonti rinnovabili) incrementa i vantaggi sul
risparmio e sulla sostenibilità ambientale dell’intero
intervento.

Con la presente considerazione si vuole solo sottolineare che la progettazione di un involucro performante
sia in regime invernale che estivo consente di minimizzare il ricorso a dotazioni impiantistiche costose, ingombranti
e magari anche complesse da utilizzare e da gestire per l’utente finale. Le caldaie tradizionali, anche le più moderne
definite ad alto rendimento, riescono ad utilizzare solo una parte del calore: il loro rendimento è infatti nell’ordine
del 91-96%. Il vapore acqueo prodotto durante la combustione viene disperso in atmosfera attraverso il camino: la
quantità di calore in esso contenuta (calore latente) rappresenta ben l’11% dell’energia prodotta dalla combustione.

107
10 UNA STORIA NEL LEGNO
f

Le caldaie a 4 stelle sono quelle che permettono un maggiore risparmio energetico e quindi economico, anche se
prevedono un investimento iniziale più alto. Caldaie a 4 stelle possono essere:

v Caldaia a condensazione
recupera il calore di condensazione, cioè il calore contenuto nei fumi di espulsione raggiungendo cosi rendimenti
superiori al 100% . Questo calore latente viene recuperato attraverso uno scambiatore di calore. Cosi la temperatura
di uscita dei fumi risulta essere molto bassa circa 50° rispetto ai 130° della caldaie tradizionali. La caldaia a condensa-
zione produce ossido di azoto e residui inquinanti in bassa quantità (riescono ad ottenere emissioni di NOx e CO
anche al 70% in meno rispetto alle caldaie tradizionali). Queste caldaie sono generalmente a tiraggio forzato.
Le caldaie a condensazione funzionano bene con i termosifoni tradizionali, ma sono ottime con sistemi
ad irraggiamento, di cui i pannelli radianti costituiscono il principale esempio. Con la caldaia a condensazione si può
risparmiare fino al 20% sull’acqua calda a 80°C, fino al 30% sull’acqua calda a 60°C, e fino al 40% se la caldaia
è abbinata ad impianti ad irraggiamento, come appunto i pannelli radianti (siano essi a pavimento, a parete o
a soffitto). Se poi alla caldaia a condensazione si aggiunge l’installazione di pannelli solari, si può arrivare
a un risparmio del 50-60% rispetto ai consumi con impianti tradizionali.

v Caldaia a premiscelazione
ha un tipo di bruciatore in cui la combustione avviene sempre nelle condizioni ottimali, poiché c’è un bilanciamento
perfetto tra metano e aria. Il rendimento di tale caldaia si mantiene sopra il 90% anche nei periodi non freddi.
Le caldaie a premiscelazione consumano fino al 10% in meno rispetto a quelle tradizionali, permettendo notevoli
risparmi economici e basse emissioni inquinanti.

Discorso a parte meritano le caldaie a biocombustibili solidi: si tratta delle caldaie a pellet o a biomasse legnose.
Sono caldaie che permettono buoni risparmi economici ed energetici, e utilizzano combustibili solidi che le rendono
molto efficienti. Ne esistono di tre tipi:

v esclusivamente a pellet
v a pellet combinato con legna
v policombustibili, che utilizzano quindi biomasse di vario tipo

Il pellet e le biomasse sono ricavate da scarti e residui di lavorazione del legno e dal settore agroalimentare.
Le caldaie a pellet di nuova generazione sono fornite di controlli elettronici e controlli a distanza, sono facili da tenere
pulite e da mantenere, e possono essere integrate negli impianti di riscaldamento già esistenti.

108
10 UNA STORIA NEL LEGNO
f

Sistemi di distribuzione del riscaldamento

v Riscaldamento con radiatori

Nel riscaldamento con radiatori il fluido riscaldante


giunge ai corpi scaldanti attraverso la rete di
distribuzione: quando la superficie dei radiatori
si scalda il calore viene trasmesso all’aria
immediatamente circostante. L’aria calda aumenta
il proprio volume, diminuisce la densità e tende a
salire. Il flusso verso l’alto parte dal radiatore,
si sposta lungo la parete e lungo il soffitto, per poi
ridiscendere in una zona più fredda del locale.
Per ottenere risultati ottimali anche con sistemi
di distribuzione tradizionali come i radiatori,
si consiglia l’installazione su ogni elemento
terminale di valvole termostatiche, la cui
installazione è obbligatoria per i nuovi impianti.

Focus: Valvole termostatiche

Si tratta di un dispositivo che rende indipendente


il funzionamento dei vari termosifoni all’interno
dell’abitazione. Le valvole termostatiche regolano
automaticamente l’afflusso di acqua calda in base
alla temperatura scelta ed impostata su una
apposita manopola graduata: la valvola si chiude
mano a mano che la temperatura ambiente,
misurata da un sensore, si avvicina a quella
desiderata, consentendo di dirottare l’acqua calda
verso gli altri radiatori ancora aperti. L’installazione
delle valvole termostatiche è semplice e, regolate in
modo accorto, consente un risparmio di energia
attorno al 10%: Inoltre, se si tratta di un impianto di
riscaldamento di una villetta, le valvole termostatiche
agiscono sull’equilibrio termico delle diverse zone
dell’edificio: quando i piani più caldi arrivano a 20°C,
le valvole chiudono i radiatori consentendo un
109 maggiore afflusso di acqua calda verso i piani freddi.
10 UNA STORIA NEL LEGNO
f

Riscaldamento a pavimento (a umido o a secco)

Nel riscaldamento a pavimento il fluido riscaldante (acqua) viene pompato in tubazioni flessibili in PEX collocate
nel massetto del pavimento che viene gettato “umido” sullo strato di coibentazione, protetto da umidità
da una barriera al vapore. Il fluido circola ad una temperatura bassa circa 30° - 40° (rispetto ai 70° - 80° necessari
in un tradizionale impianto di riscaldamento).
Il massetto e la superficie del pavimento si scaldano e il pavimento cede cosi calore all’ambiente e alle persone.
Questo avviene prevalentemente per irraggiamento, le pareti e tutto l’ambiente stesso risultano più caldi e l’aria
più fresca. Proprio a causa di queste basse temperature di esercizio si prescrive l’abbinamento ad un generatore
di calore a condensazione, magari abbinata ad un KIT pannelli solari + boiler d’accumulo (300 lt sono più che
sufficienti per una famiglia da 4/5 persone).
Oltre alla possibilità di una posa ad umido di riscaldamento a pavimento vi è anche la possibilità di posare le tubazioni
direttamente su pannelli prefabbricati di coibente. Per migliorare la cessione del calore alla superficie del pavimento
si possono anche fissare ai tubi degli elementi di conduzione in lamiera. Nonostante il grande successo dei
riscaldamenti a pavimento, magari integrati con pannelli solari, per gli edifici in legno a telaio o in XLAM è possibile
raggiungere elevate prestazioni anche con impianti di tipo tradizionale (a radiatori).
Il segreto è nell’involucro a “perfetta tenuta”, senza particolari ponti termici e naturalmente isolante.
Abbinato alla scelta degli infissi in PVC, maggiormente performanti (a parità di prezzo) in modo da avere la minima
incidenza degli impianti. Nell’Italia centrale si stima che per arrivare in classe energetica A, in edifici a struttura
portante lignea è sufficiente installare una caldaia da 24 kW non a condensazione, ed utilizzare i normali termosifoni.
Non è necessario il costoso impianto di Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) o la Domotica, poiché si riesce
facilmente ad avere elementi opachi di involucro con trasmittanze tra loro simili e dal comportamento uniforme
(in genere ho sempre U =< 0,20 W/m2K).
110
UNA STORIA NEL LEGNO

LA SFIDA DELLA SOSTENIBILITA’


SI VINCE NELLE CIT TA’:
NASCONO GLI ECOQUAR TIERI

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11 UNA STORIA NEL LEGNO

LA SFIDA DELLA SOSTENIBILITA’ SI VINCE NELLE CITTA’:


NASCONO GLI ECOQUARTIERI

I luoghi ideali per produrre idee innovative riguardo la lotta contro il riscaldamento globale sono le nostre città.
Questo principio è alla base del “Patto dei sindaci”, con cui le città aderenti garantiscono il loro impegno
incondizionato a superare gli obiettivi posti dall’UE in materia di riduzione di emissioni di CO2. Oltre un terzo
dei consumi energetici del Paese è destinato all'abitare, soprattutto a causa della climatizzazione invernale ed estiva.
Un’abitazione italiana standard consuma annualmente, soltanto per il riscaldamento, circa 20 litri di petrolio a metro
quadro all'anno, un valore che supera notevolmente i corrispondenti livelli di consumo specifico di nazioni
caratterizzate da climi ben più rigidi, come la Germania e la Svezia. La diffusione della cultura della sostenibilità,
sia negli interventi di manutenzione e recupero dell’edilizia esistente, sia negli interventi di nuova costruzione,
può determinare una significativa riduzione dei consumi energetici legati al settore civile.

L'edificio ecocompatibile persegue l'obiettivo di un elevato grado di autosufficienza, tanto sul fronte degli input
(approvvigionamento di energia, acqua e materiali) quanto su quello degli output (reflui e rifiuti solidi urbani)
nella fase operativa del suo ciclo di vita. L'aspetto energetico assolve, a tale scopo, un ruolo fondamentale: durante
la vita di un edificio, infatti, la climatizzazione (legata al riscaldamento invernale ma, come dimostrano le statistiche,
nel nostro paese anche al raffrescamento) rappresenta senza dubbio la principale fonte di dissipazione di risorse
non rinnovabili: in termini diretti, attrave so la combustione di metano e gasolio nelle caldaie per il riscaldamento,
ma anche indiretti, a causa dell'approvvigionamento di energia elettrica che, in Italia, proviene prevalentemente
da impianti termoelettrici. Priorità strategica per il raggiungimento di questo scopo è la ricerca sul fronte delle
soluzioni passive per la climatizzazione degli edifici, attraverso il controllo della radiazione solare e della ventilazione
naturale. Un edificio ben progettato, da questo punto di vista, è in grado di ridurre in maniera considerevole il suo
fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione, e dunque il costo della dotazione impiantistica.

Alcuni approfondimenti hanno dimostrato che, confrontando gli impianti tecnici necessari per il riscaldamento
e raffrescamento in un edificio con struttura in legno rispetto ad uno con stesse dimensioni e forma in calcestruzzo,
nel primo caso si registra un risparmio del 15-16 % di energia impiegata per garantire il comfort termico interno.
Questo grazie alle caratteristiche tipiche di questo materiale naturale, che spesso si sente definire “caldo”,
perché caratterizzato da una bassa conducibilità termica e da una relativamente evata inerzia termica, sinonimi
di minor consumo per il riscaldamento in inverno e per il raffrescamento in estate. Infatti il comfort abitativo
è garantito dalla temperatura superficiale delle pareti in legno, che si mantiene uguale a quella della casa, evitando,
ad esempio in inverno, la fuga di calore verso l’esterno, come succede con le pareti in muratura. In estate invece
le pareti esposte al sole, trattengono il calore, sprigionandolo verso l’interno dopo alcune ore, quando ormai
è diminuita la temperatura anche all’esterno. Le suddette caratteristiche, unite all’elevata igroscopicità dei materiali
a base di legno, riducono quindi la necessità di raffrescamento e deumidificzione negli edifici con picchi
di affollamento, dal momento che tali materiali assorbono velocemente e cedono lentamente l’umidità prodotta
dagli utenti. La qualità dell’aria è quindi inoltre di netto migliore rispetto a quella ottenibile con strutture, isolamento
112 e finiture di altri materiali.
11 UNA STORIA NEL LEGNO

La scelta del legno come tecnologia costruttiva da utilizzare per la realizzazione di lottizzazioni e quartieri sostenibili
va sicuramente in questa direzione.

Di questa scelta singola, alcuni comuni ne hanno fatto già un intervento alla scala urbana.
Sono nati cosi gli Ecoquartieri. Rispetto alla realizzazione di singoli edifici infatti, per quanto progettati con criteridi
ecocompatibilità, la progettazione “per grandi insediamenti” è l'unica in grado di consentire il raggiungimento delle
economie di scala necessarie per l’adozione di soluzioni tecnologiche più efficienti dal punto di vista ambientale.
I principi dell'Ecoquartiere e della smart-city sono tutti contenuti in alcuni dei progetti già realizzati in Italia: sicurezza
sismica, pedonalità, integrazione delle diverse funzioni urbane, dotazione e centralità degli spazi verdi, materiali
ecocompatibili. La struttura portante in legno, gli accorgimenti ecologici e il sistema di riscaldamento-raffrescamento
a pompe di calore con utilizzo dell'acqua di falda consentono un risparmio nei consumi energetici del 70-80% e
hanno permesso di realizzare complessi abitativi in classe energetica A con elevate prestazioni in termini di sicurezza
strutturale, grandissima economia, un alto comfort e soprattutto un elevato senso di appartenenza al quartiere nelle
persone che lo abitano. In particolare la strategie progettuali degli Ecoquartieri si sviluppano su più livelli:

v Riduzione della domanda di energia attraverso l’utilizzo di strategie passive quali:

P Studio dell’orientamento dell’edificio ed il controllo degli apporti solari da sfruttare integralmente


nella stagione invernale e da inibire nella stagione estiva

P resistenza ai carichi verticali garantita dai montanti verticali. L’instabilizzazione per carico di punta nel piano della
parete è impedita dal pannello strutturale di rivestimento e i montanti stessi a loro volta impediscono
lo svergolamento dei pannelli per effetto di azioni di taglio.

v Ottimizzazione dei consumi energetici mediante impianti e sistemi tecnologici ad elevata efficienza come
ad esempio allacciamenti al sistema di teleriscaldamento urbano

v Utilizzo di fonti di energia rinnovabili per la produzione di energia come l’ installazione di impianti a pannelli solari
fotovoltaici, la cui energia prodotta potrà essere utilizzata per soddisfare parte del fabbisogno necessario
all’ illuminazione degli spazi comuni o delle aree esterne; o l’installazione di pannelli solari per la produzione
di acqua calda sanitaria.

v Utilizzo di materiali ecocompatibili :dove è tecnicamente conveniente, si prediligono materiali ‘naturali’,ovvero


prodotti non di sintesi chimica, di origine quindi naturale (minerale), che derivano da materiali rinnovabili, che
siano biodegradabili e riciclabili e che, durante il loro intero ciclo di vita (approvvigionamento delle materie prime,
processo produttivo, lavorazione e messa in opera, esercizio, dismissione) richiedano un basso consumo di energia
e non emettano sostanze nocive per l’ uomo e l’ ambiente.

113
11 UNA STORIA NEL LEGNO

Dal punto di vista applicativo riveste una grande importanza l’utilizzo della tecnologia a secco in legno strutturale
per interventi di ampliamento e sopraelevazione dell’esistente. In particolar modo con il sistema a pannelli portanti
in legno (XLAM) si riesce ad intervenire con rapidità esecutiva e sicurezza strutturale sul panorama edilizio esistente,
“saturando” il tessuto urbano di riferimento. Tale saturazione produce contemporaneamente un sostanziale
efficientamento energetico del nuovo, ed il risparmio economico che ne consegue nella gestione di tali “ampliamenti”
potrà essere utilizzato per efficientare energeticamente anche le porzioni esistenti dei fabbricati su cui si interviene.
Questo “circolo virtuoso” si è già potuto apprezzare in alcuni lodevoli interventi nel centro-nord Italia, e si attende una
matura diffusione su tutto il territorio nazionale. In tal modo non si aggiungono più elementi “energivori” all’interno
delle nostre città, e dal risparmio annuo che ne conseguirà per i cittadini (sia a livello di edilizia pubblica che privata)
si potrebbero accumulare risosrse e stanziare fondi per il risanamento dell’esistente, attivando l’ “Efficientamento
energetico a scala urbana”.

114
UNA STORIA NEL LEGNO

LA FORMA DELL’EDIFICIO

12
12 UNA STORIA NEL LEGNO

LA FORMA DELL’EDIFICIO

Un elemento che condiziona la prestazione energetica dell’edificio è proprio la forma. Lo scambio termico tra
ambiente interno e ambiente esterno avviene tramite la superficie dell’involucro, perciò quanto più è elevata
la superficie S che racchiude il volume riscaldato dell’edificio V, tanto più è maggiore la dispersione termica. Per cui
il modo migliore di intervenire è quello di costruire in modo compatto a livello di progettazione urbana, nonché del
singolo edificio. La compattezza di un edificio è definita dal rapporto S/V ossia il rapporto tra l’area delle superfici
disperdenti e il volume riscaldato che queste inglobano. Più questo valore è basso, più l’edificio è compatto, quindi
minori sono le dispersioni termiche “per forma” ed il fabbisogno energetico dell’edificio a parità di volume riscaldato.

Più superfici esposte significano maggiore energia in uscita, dunque più superfici da isolare e maggiori spessori
per l’isolamento, ripercuotendosi sui costi di realizzazione. Una soluzione più compatta rende più semplice anche la
gestione dei ponti termici, e la tenuta all’aria in quanto saranno minori i giunti tra gli elemnti costruttivi.

v Un edificio avente volumetria complessa, con aggetti, terrazze o logge, a parità di volume riscaldato, consumerà
di più di un edificio dalla forma più regolare perché sono generalmente maggiori le superfici a contatto con l’esterno;

v Un edificio ad un solo piano, a parità di volume, per lo stesso motivo consumerà più di un edificio su due piani;

v Case binate consumeranno meno di due case singole di ugual volume;

v Case disposte a schiera o blocchi edilizi compatti dove a parità di volume si minimizzano le superfici disperdenti,
consumeranno ancora meno.

Tipologia edilizia S/V

Villetta 0,80 circa

Villetta a schiera 0,65 circa

Edificio in linea 0,50 circa

Edificio a torre 0,30 circa

La forma dell’edificio deve tuttavia essere scelta e definita anche in funzione dei regolamenti comunali e delle
caratteristiche climatiche della zona. Nei climi più freddi è preferibile una forma edilizia più compatta, mentre nei
climi caldo umidi è preferibile utilizzare forme più allungate e articolate, per meglio facilitare la movimentazione
delle masse d’aria nei periodi estivi (al fine di favorire la ventilazione naturale).

116
11 UNA STORIA NEL LEGNO

2
1 Esempio di villetta singola
(Vasanello, Forest Legnami, 2012)

2 Esempio di villette a schiera


Roma, Forest Legnami, 2012)

3 Esempio di edificio in linea 3


(Paganica, Forest Legnami, 2011)

4 Esempio di edificio a torre


(Roccaraso, Forest Legnami, 2012)

117
UNA STORIA NEL LEGNO

IL GIUSTO ORIENTAMENTO
DELL’EDIFICIO

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13 UNA STORIA NEL LEGNO

IL GIUSTO ORIENTAMENTO DELL’EDIFICIO

Il grado di efficienza di un edificio rispetto agli scambi energetici deve essere valutato considerando inevitabilmente
l’orientamento dell’edificio e quindi la capacità delle varie superfici opache (e trasparenti) esposte di captare energia
solare, ossia la capacità di un edificio di raccogliere le radiazioni solari nei periodi in cui vi è più bisogno di energia
(in inverno), e di offrire poca superficie ai raggi solari nel periodo in cui vi è necessità di dissipare calore (in estate).
Spesso si trovano edifici molto efficienti nel periodo invernale, ma poco nel periodo estivo o viceversa.
A seconda del clima locale si deve scegliere se privilegiare una o l’altra condizione.

Ad esempio, nelle zone climatiche C e D nell’Italia Centrale (Roma, ad esempio):

T In inverno una parete verticale esposta a sud riceve un irraggiamento solare di debole intensità ma con angolo
di incidenza dei raggi molto piccolo, in seguito la modesta altezza del sole all’orizzonte. Questo implica un flusso
energetico comunque elevato (sia calore che luce).

R In estate al contrario, l’intensità dell’irraggiamento sulla facciata sud è ridotta rispetto alle facciate est e ovest
perché il sole è più alto all’orizzonte, i raggi del sole arrivano quasi radenti, limitando gli apporti di calore all’interno.

A seconda del clima locale però si potrà scegliere se privilegiare la condizione estiva o quella invernale.
Un edificio realizzato in una località montana potrà preoccuparsi poco dei problemi estivi e considerare quasi
solamente l’efficienza invernale. Al contrario un edificio più a sud avrà come principale obiettivo quello di ridurre
l’irraggiamento in estate.
Nell’area mediterranea invece vi è una compensazione di freddo e caldo, per cui è bene considerare entrambi i valori,
risolvendo i problemi relativi all’uno e all’altro in relazione alla maggiore o minore captazione di energia solare.
Per esempio in queste zone è bene ridurre le superfici orientate verso Est e verso Ovest irraggiate principalmente
nel periodo estivo e molto complicate da schermare. Allo stesso tempo per contenere l’influenza del freddo
è consigliabile ridurre le pareti finestrate a Nord e incrementare quelle finestrate a Sud anche perché queste
sono più semplici da proteggere dalla radiazione estiva.
119
UNA STORIA NEL LEGNO

CRITERI GENERALI
DI PR O GE T TAZIONE

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14 UNA STORIA NEL LEGNO

CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE

Le costruzioni devono avere, quanto più possibile,


struttura iperstatica caraterizzata da regolarità
in pianta e in altezza.

Se necessario ciò può essere conseguito suddividendo


la struttura, mediante giunti, in unità tra loro
dinamicamente indipendenti.

Questo è quanto le Norme Tecniche sulle Costruzioni specificano al punto 7.2.2 “Caratteristiche generali
delle costruzioni” al sottoparagrafo “Regolarità”.
Ciò non significa che con il legno si possa costruire solo edifici simmetrici, scatolari o privi di fantasia architettonica,
ma semplicemente far si che ad ogni piano si abbia una distribuzione più omogenea possibile delle pareti resistenti
e delle masse nelle due direzioni principali, per avere strutture che, indipendentemente dai materiali e dalle
tecnologie impiegati, abbiano un comportamento efficace in termini di dissipazione dell’energia sismica di progetto.

121
14 UNA STORIA NEL LEGNO

Elementi verticali resistenti alle azioni orizzontali


L’edificio deve resistere alle azioni verticali e orizzontali, quest’ultime determinate sia dal vento che dalle azioni
sismiche. Sono proprio le pareti a conferire resistenza alle azioni orizzontali, per cui devono essere previste
pareti portanti nelle due direzioni dell’edificio.

v La configurazione A ha insufficienti pareti in direzione Y

v La configurazione B ha sufficienti pareti in entrambe le direzioni

v La configurazione C ha sufficienti pareti in entrambe le direzioni, anche se nella direzione Y


sono eccessivamente decentrate, comportando effetti torcenti non trascurabili

122
14 UNA STORIA NEL LEGNO

È inoltre opportuno evitare pareti completamente aperte.


I maschi murari all’interno delle pareti portanti devono trovare corrispondenza ai vari piani
Le aperture per porte e finestre devono essere il più possibile allineate ai vari livelli.

v La configurazione A è ottimale, i setti murari sono allineati ai vari piani

v Nella configurazione B Il setto 1 non trova valido appoggio alla sua destra. Il setto 2, pur non trovando
corrispondenza al piano inferiore, ha validi appoggi da ambedue i lati.

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14 UNA STORIA NEL LEGNO

Diaframmi orizzontali
I solai a pannelli a strati incrociati, pur avendo un certo grado di ridistribuzione dei carichi a causa delle modalità
costruttive hanno un comportamento differente nelle due direzioni (anisotropo, più specificatamente ortotropo)
ed in pratica si possono assimilare ad un comportamento pressochè unidirezionale (con una direzione preferenziale
rispetto all’altra) , cioè si comportano come i solai a travi, pertanto è necessario individuare la direzione di orditura
e fare in modo da avere appoggi sufficienti.

Nei solai degli edifici Platform Frame invece la direzione dell’orditura è data direttamente dalle travi, sopra le quali
viene collegato il pannello strutturale di irrigidimento (pannello OSB superiore oppure doppia orditurra di tavole).

v Nella configurazione A il solaio non trova appoggio

v Nella configurazione B è visibile come Introducendo un pilastro d’angolo ed una trave di collegamento
è possibile la realizzazione del solaio con molta semplicità (senza cioè ricorrere ad onerosi artifici progettuali
per il sostegno dello sbalzo).

124
14 UNA STORIA NEL LEGNO

La configurazione A mostra come l’apertura del vano scale deve essere rinforzata con travi (elementi tratteggiati)
oppure nella configurazione B con un muro per appoggiare il solaio.
In generale si può rimarcare come la scelta della forma dell’edificio sia di fondamentale importanza per il costo
di costruzione, sempre in accordo con le prescrizioni del Regolamento Edilizio vigente e le Norme fissateda
Piano Regolatore.
Per tale motivo assume grande importanza la conoscenza degli aspetti di dettaglio delle tecnologie esposte
nella presente trattazione, al fine di predisporre piani di quartiere che tengano conto della ottimizzazione delle forme
e delle risorse, nel caso di nuove lottizzazioni oppure piani di riqualificazione con soluzioni opportunamente studiati

1 2

125
14 UNA STORIA NEL LEGNO

Fasi di montaggio di un edificio unifamiliare interamente in XLAM (tratto dalla tesi dell’ing. Sabrina Memeo,
“Particolari costruttivi nell’edilizia in legno XLAM”, Università di Tor Vergata, a.a. 2013-2014)

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UNA STORIA NEL LEGNO

CONCLUSIONI

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15 UNA STORIA NEL LEGNO

CONCLUSIONI

Da qualche decennio ormai si è constatata sul campo l’assoluta affidabilità e concorrenzialità dei sistemi costruttivi
a telaio in legno (platform frame) e a pannelli a strati di tavole incrociate (XLAM).

Le presenti linee guida vogliono essere un documento rappresentativo dei risultati ottenuti nella pratica edilizia
da questi sistemi innovativi, i quali stanno ottenendo una definitiva consacrazione nel panorama delle costruzioni
in Italia e nel mondo.

Sono in continua crescita gli esempi applicativi di questa tecnologia all’interno della pianificazione urbana, al fine
di favorire nuovi insediamenti di edilizia sostenibile con tempi di realizzazione relativamente brevi e con standard
qualitativi elevati, se paragonati alla qualità media del costruito. Allo stesso modo sarebbe auspicabile un massiccio
ricorso alle tecnologie leggere ed “a secco” per la saturazione del costruito.

Di notevole interesse infatti sono gli interventi di sopraelevazione ed ampliamento dell’esistente mediante il ricorso
a sistemi costruttivi platform frame o meglio ancora XLAM. L’utilizzo del legno consente di avere in genere maggiori
facilitazioni dal punto di vista delle fasi di cantiere ed un migliore controllo dei risultati dal punto di vista progettuale.
Generare degli eco-quartieri pressochè autosufficienti e non dipendenti dalle reti del gas, dell’elettricità e delle fonti
di energia non rinnovabili è un obbligo morale del nostro Paese ed un obbligo istituzionale se rapportato agli
impegni assunti nei confronti degli Stati aderenti al Protocollo di Kyoto.

RINGRAZIAMENTI

1945
2015

Si ringrazia in particolar modo Alfredo Di Romano, fondatore della Forest Legnami S.r.l.,che da 70 anni opera
nel campo della bioedilizia in legno, sviluppando il know how che oggi condivide con noi questa
fruttuosa collaborazione.

La Forest Legnami S.r.l., leader nel mondo del legno per il Centro Italia, si trova in Via Empolitana Km 6,400 - 00024
Castel Madama (RM) - tel. 0774 449263 - e.mail info@gruppoforest.it
128
UNA STORIA NEL LEGNO

BIBLIOGRAFIA

16
16 UNA STORIA NEL LEGNO

BIBLIOGRAFIA

CNR-DT 206/2007
Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo delle Strutture di Legno

DM 14/01/2008
Norme Tecniche per le costruzioni

GIACHINO DAVIDE
Manuale per progettare in Italia, Utet scienze tecniche

KӦNIGSTEIN THOMAS
Manuale per costruzioni a risparmio energetico, Edizioni Kӧnigstein, Hohenstein, 2010

LANER FRANCO
Il legno lamellare. Il progetto, Habitat legno, Edolo, 1988.

LANTSCHNER NORBERT
La mia CasaClima, Progettare, costruire, e abitare nel segno della sostenibilità, Edition Raetia, Bolzano 2009

PIAZZA M., TOMASI R., MODENA R.


Strutture in legno, Hoepli, 2005, Milano.

PRESUTTI A., EVANGELISTA P.


Edifici multipiano in legno a pannelli portanti in XLAM, Dario Flaccovio Editore, Ed. 2014,Palermo

REGIONE TOSCANA
Linee guida per l’edilizia in legno in Toscana, Edizione 2009

REGIONE TOSCANA
Linee guida sugli edifici in legno di supporto alle associazioni sportive, Edizione 2011

TOMASI R.
Corso di approfondimento: Case edifici di legno con struttura XLAM, Connessioni e collegamenti:
principi ed applicazioni, Promolegno, Edizione 2009

UNI EN 385
Legno strutturale con giunti a dita. Requisiti prestazionali e requisiti minimi di produzione.

UNI EN 386
Legno lamellare incollato. Requisiti prestazionali e requisiti minimi di produzione.

UNI EN 387
Giunti a dita a tutta sezione. Requisiti prestazionali e requisiti minimi di produzione.

UNI EN 14080
Requisiti di Strutture in Legno e Legno Lamellare Incollato.

Nota:
Parte del materiale fotografico utilizzato nel presente volume è stata fornita per gentile concessione
dalla Forest legnami S.r.l., via Empolitana Km 6,400 - 00024 Castel Madama (RM)
tel. 0774 449263, email: info@gruppoforest.it
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16 UNA STORIA NEL LEGNO

Articoli su riviste

Audis, Gbc Italia E Legambiente


ECOQUARTIERI IN ITALIA: UN PATTO PER LA RIGENERAZIONE URBANA.
Una proposta per il rilancio economico, sociale, ambientale e culturale delle città e dei territori

Cortexa
Manuale per l’applicazione del sistema a cappotto

ANCE
L’esperienza degli Ecoquartieri per ispirare la strutturazione di misure e progetti della nuova Asse urbana
dei Programmi Operativi Regionali 2014 / 2020 (Fondi europei FESR ed FSE)

Dossier Clima 2014


verso i nuovi impegni della CO2 per l’Italia

La guida del consumatore


L’efficienza energetica nelle nuove costruzioni

Legno Architettura
Repertorio delle aziende del legno che operano in Italia

Rothoblaas
Guida per edifici in legno

Rothouse
Prodotti per case e strutture in legno

Rockwool
Isolamento di facciata – Il cappotto in lana di roccia, brochure

Rockwool
Soluzioni costruttive per l’isolamento degli edifici in XLAM, brochure

Termok8
Sistema specializzato di isolamento termico – Risanamento - Qualificazione energetica

131
16 UNA STORIA NEL LEGNO

Riferimenti bibliografici a documenti online sitografia

Cenni storici sul legno lamellare


http://www.archweb.it/Tecnologia/legno_lamellare/il_legno_lamellare.htm

Certificazione FSC
http://it.fsc.org/certificazioni.12.htm

Certificazione PEFC e le opportunità per gli imprenditori


http://www.greenadvisor.it/certificazionepefc

Stratigrafie e tecniche costruttive


http://www.gruppoforest.it/category/approfondimento/sistemi-costruttivi/

Come scegliere i serramenti


http://www.omniaserramenti.com/come-scegliere-i-serramenti

Emissioni di CO2
http://www.officinaeverdi.it/macroscenario/emissioni

Finestra Qualità CasaClima


http://www.agenziacasaclima.it

Gli aspetti della fisica tecnica (coibentazione, trasmissione, vapore, impiantistica)


applicati agli edifici in legno.
http://www.promolegno.com/tecnologia/fisica-tecnica

Infissi in PVC e in PVC-alluminio ad alto isolamento termico e risparmio energetico


http://www.finstral.com/web/it/I-plus-degli-infissi-FIN-
STRAL/Infissi-PVC-e-PVCalluminio/Isolamento-termico-e-risparmio-energetico-U1254834027954U.html

L'importanza dei vetri e degli infissi per il risparmio energetico


http://www.nextville.it/Involucro_degli_edifici/75/Finestre_Vetri_Infissi

Materiali isolanti
http://caseprefabbricateinlegno.it/category/tecnologia/materiali-isolanti
http://www.risparmio-energetico-sicilia.it

Piano 20 20 20
http://www.reteclima.it/piano-20-20-20-il-pacchetto-clima-energia-20-20-20

Riscaldamento a pavimento o con termosifoni?


http://www.infoimpianti.it/temi/Impianti_e_Progetti/
articoli/Riscaldamento_a_pavimento_o_con_termosifoni.aspx

Sistemi costruttivi
http://www.promolegno.com/tecnologia/sistemi-costruttivi/xlam

Realizzazioni multipiano italia


http://www.gruppoforest.it/edifici-multipiano/

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UNA STORIA NEL LEGNO

Tutti i contenuti della seguente Guida, sia foto che testo, sono di proprietà intellettuale della
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una Collezione di Opere, su richiesta di qualsiasi Licenziante, devi rimuovere dalla Collezione di Opere stessa,

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c
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forma digitale, l'Opera (come definita dal succitato ar t. 1) o Collezione di Opere (come definita dal succitato ar t.

1), a meno che sia stata avanzata una richiesta ai sensi dell'ar t. 4.a, devi mantenere intatte tutte le informative

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richiesta dal presente ar t. 4.c può essere realizzata in qualsiasi maniera ragionevole possibile; in ogni caso,

in ipotesi di Collezione di Opere, qualora compaia una menzione di tutti i coautori della Collezione di Opere,

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di riconoscere la paternità dell'Opera nei modi sopra indicati e che, esercitando i Tuoi diritti ai sensi della

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sussista un apposito, espresso e preventivo consenso scritto dell'Autore Originario, del Licenziante e/o delle

Par ti Designate.

d
Al fine di evitare dubbi, è inteso che le restrizioni di cui ai precedenti punti 4.a, 4.b e 4.c non si applicano

a quelle par ti dell'opera che siano da considerarsi Opera ai sensi della presente Licenza solo in quanto protette

dal diritto sui generis su banca dati ai sensi delle norme nazionali di attuazione della Direttiva 96/9/CE

sulle banche dati.


e
Al fine di evitare dubbi è inteso che, se l'Opera sia di tipo musicale:

Compensi per la comunicazione al pubblico o la rappresentazione o esecuzione di opere incluse in reper tori.

I l Licenziante si riser va il diritto esclusivo di riscuotere compensi, personalmente o per il tramite di un ente

di gestione collettiva (ad es. SIAE), per la comunicazione al pubblico o la rappresentazione o esecuzione,

anche in forma digitale (ad es. tramite webcast) dell'Opera, se tale utilizzazione sia prevalentemente intesa

o diretta a perseguire un vantaggio commerciale o un compenso monetario privato.

II

Compensi per versioni cover. I l Licenziante si riser va il diritto esclusivo di riscuotere compensi, personalmente

o per il tramite di un ente di gestione collettiva (ad es. SIAE), per ogni disco che Tu crei e distribuisci a par tire

dall'Opera (versione cover), nel caso in cui la Tua distribuzione di detta versione cover sia prevalentemente

intesa o diretta a perseguire un vantaggio commerciale o un compenso monetario privato.

f
Compensi per la comunicazione al pubblico dell'Opera mediante fonogrammi. Al fine di evitare dubbi, è inteso

che se l'Opera è una registrazione di suoni, il Licenziante si riser va il diritto esclusivo di riscuotere compensi,

personalmente o per il tramite di un ente di gestione collettiva (ad es. IMAIE), per la comunicazione al pubblico

dell'Opera, anche in forma digitale, nel caso in cui la Tua comunicazione al pubblico sia prevalentemente intesa

o diretta a perseguire un vantaggio commerciale o un compenso monetario privato.

g
Altri compensi previsti dalla legge italiana. Al fine di evitare dubbi, è inteso che il Licenziante si riser va il diritto

esclusivo di riscuotere i compensi a lui attribuiti dalla legge italiana sul diritto d'autore (ad es. per l'inserimento

dell'Opera in un'antologia ad uso scolastico ex ar t. 70 l. 633/1941), personalmente o per tramite di un ente

di gestione collettiva (ad es. SIAE, IMAIE), se l'utilizzazione dell'Opera sia prevalentemente intesa o diretta

a perseguire un vantaggio commerciale o un compenso monetario privato. Al Licenziante spettano in ogni caso

i compensi irrinunciabili a lui attribuiti dalla medesima legge (ad es. l'equo compenso spettante all'autore

di opere musicali, cinematografiche, audiovisive o di sequenze di immagini in movimento nel caso di noleggio

ai sensi dell'ar t. 18-bis l. 633/1941).


A r t. 5
DICHIARAZIONI, GARANZIE ED ESONER O
DA RESPONSABILITÀ

SALVO CHE SIA ESPRESSAMENTE CONVENUTO ALTRIMENTI PER ISCRIT TO FRA LE PAR TI, IL LICENZIANTE OFFRE

L'OPERA IN LICENZA "COSÌ COM'È" E NON FORNISCE ALCUNA DICHIARAZIONE O GARANZIA DI QUALSIASI TIPO

CON RIGUARDO ALL'OPERA, SIA ESSA ESPRESSA O IMPLICITA, DI FONTE LEGALE O DI ALTRO TIPO, ESSENDO

QUINDI ESCLUSE, FRA LE ALTRE, LE GARANZIE RELATIVE AL TITOLO, ALLA COMMERCIABILITÀ, ALL'IDONEITÀ

PER UN FINE SPECIFICO E ALLA NON VIOLAZIONE DI DIRIT TI DI TERZI O ALLA MANCANZA DI DIFE T TI LATENTI

O DI ALTRO TIPO, ALL'ESAT TEZZA O ALLA PRESENZA DI ERRORI, SIANO ESSI ACCER TABILI O MENO.

ALCUNE GIURISDIZIONI NON CONSENTONO L'ESCLUSIONE DI GARANZIE IMPLICITE E QUINDI TALE ESCLUSIONE

PUÒ NON APPLICARSI A TE.

A r t. 6
LIMITAZIONE DI RESPONSABILITÀ

SALVI I LIMITI STABILITI DALLA LEGGE APPLICABILE, IL LICENZIANTE NON SARÀ IN ALCUN CASO RESPONSABILE

NEI TUOI CONFRONTI A QUALUNQUE TITOLO PER ALCUN TIPO DI DANNO, SIA ESSO SPECIALE, INCIDENTALE,

CONSEQUENZIALE, PUNITIVO O ESEMPLARE, DERIVANTE DALLA PRESENTE LICENZA O DALL'USO DELL'OPERA,

ANCHE NEL CASO IN CUI IL LICENZIANTE SIA STATO EDOT TO SULLA POSSIBILITÀ DI TALI DANNI.

NESSUNA CLAUSOLA DI QUESTA LICENZA ESCLUDE O LIMITA LA RESPONSABILITÀ NEL CASO IN CUI QUESTA

DIPENDA DA DOLO O COLPA GRAVE.


A r t. 7
RISOLUZIONE

a
La presente Licenza si intenderà risolta di diritto e i diritti con essa concessi cesseranno automaticamente,

senza necessità di alcuna comunicazione in tal senso da par te del Licenziante, in caso di qualsivoglia

inadempimento dei termini della presente Licenza da par te Tua, ed in par ticolare delle disposizioni di cui

ai punti 4.a, 4.b e/o 4.c, essendo la presente Licenza condizionata risolutivamente al verificarsi di tali

inadempimenti. I n ogni caso, la risoluzione della presente Licenza non pregiudicherà i diritti acquisiti

da individui o enti che abbiano acquisito da Te Collezioni di Opere, ai sensi della presente Licenza, a condizione

che tali individui o enti continuino a rispettare integralmente le licenze di cui sono par te. Le sezioni

1, 2, 5, 6, 7 e 8 rimangono valide in presenza di qualsiasi risoluzione della presente Licenza.

b
Sempre che vengano rispettati i termini e le condizioni di cui sopra, la presente Licenza è perpetua

(e concessa per tutta la durata del diritto d'autore applicabile sull'Opera). Nonostante ciò, il Licenziante si

riser va il diritto di rilasciare l'Opera sulla base dei termini di una differente licenza o di cessare la distribuzione

dell'Opera in qualsiasi momento; fermo restando che, in ogni caso, tali decisioni non compor teranno recesso

dalla presente Licenza (o da qualsiasi altra licenza che sia stata concessa, o che sia richiesto che venga concessa,

ai termini della presente Licenza), e la presente Licenza continuerà ad avere piena efficacia, salvo che vi sia

risoluzione come sopra indicato.


A r t. 8
VARIE

a
Ogni volta che Tu distribuisci, o rappresenti, esegui o reciti pubblicamente in forma digitale l'Opera o una

Collezione di Opere, il Licenziante offre al destinatario una licenza per l'Opera nei medesimi termini e condizioni

che a Te sono stati concessi tramite la presente Licenza.

b
L'invalidità o l'inefficacia, secondo la legge applicabile, di una o più fra le disposizioni della presente Licenza,

non compor terà l'invalidità o l'inefficacia dei restanti termini e, senza bisogno di ulteriori azioni delle par ti,

le disposizioni invalide o inefficaci saranno da intendersi rettificate nei limiti della misura che sia indispensabile

per renderle valide ed efficaci.

c
I n nessun caso i termini e le disposizioni di cui alla presente Licenza possono essere considerati rinunciati,

né alcuna violazione può essere considerata consentita, salvo che tale rinuncia o consenso risultino per iscritto

da una dichiarazione firmata dalla par te contro cui operi tale rinuncia o consenso.

d
La presente Licenza costituisce l'intero accordo tra le par ti relativamente all'Opera qui data in licenza.

Non esistono altre intese, accordi o dichiarazioni relative all'Opera che non siano quelle qui specificate.

I l Licenziante non sarà vincolato ad alcuna altra disposizione addizionale che possa apparire in alcuna

comunicazione da Te proveniente. La presente Licenza non può essere modificata senza il mutuo consenso

scritto del Licenziante e Tuo.

e
La presente licenza è stata redatta sulla base della legge italiana, in par ticolare del Codice Civile del 1942

e della legge 22 Aprile 1941, n. 633 e successive modificazioni sulla protezione del diritto d'autore e di altri

diritti connessi al suo esercizio.


NOTA FINALE

Forest Legnami non è par te della presente Licenza e non dà alcuna garanzia connessa all'Opera. Forest Legnami

non è responsabile nei Tuoi confronti o nei confronti di altre par ti ad alcun titolo per alcun danno, incluso,

senza limitazioni, qualsiasi danno generale, speciale, incidentale o consequenziale che sorga in connessione

alla presente Licenza. Nonostante quanto previsto nelle due precedenti frasi, qualora Forest Legnami

espressamente identificasse se stesso quale Licenziante nei termini di cui al presente accordo, avrà tutti i diritti

e tutti gli obblighi del Licenziante.

Salvo che per il solo scopo di indicare al pubblico che l'Opera è data in licenza secondo i termini di una Licenza,

nessuna par te potrà utilizzare il marchio "Forest Legnami" o qualsiasi altro marchio correlato, o il logo di Forest

Legnami, senza il preventivo consenso scritto di Forest Legnami. Ogni uso consentito sarà realizzato

in osser vanza delle linee guida per l'uso del marchio Forest Legnami, in for za in quel momento, come di volta

in volta pubblicate sul sito I nternet di Forest Legnami o altrimenti messe a disposizione a richiesta. Al fine

di evitare dubbi, è inteso che questa restrizione all'uso del marchio non fa par te della Licenza.

Forest Legnami può essere contattata al sito

w w w.gruppoforest.it
UNA STORIA NEL LEGNO

(Disponibile anche un estratto sintetico di suddetto documento, denominato Guida Rapida)

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