Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
2
INDICE
3
COSA VUOL DIRE COGENERAZIONE
P+Q
=
PF1 + PF2
è il rendimento energetico dell’impianto. E’ forse il parametro più usato anche se non tiene
conto della differenza di “qualità” tra energia meccanica e calore;
4
PF1
Qu
PF2
Qd
- rendimento exergetico
T0
P+Q 1
T
ex =
PF1 + PF2
5
P Q
iE = µ=
Q P
PF1 + PF2
iR = :
Q P
+
Q*
p P*
6
utenze, quali quelle industriali, che abbiano una richiesta termica costante nel tempo e di
lunga durata. Questi impianti raggiungono valori elevati del fattore di utilizzazione ( =
0.8÷0.9 e anche di più) grazie alle perdite ridottissime (praticamente solo quelle al camino
della caldaia); per contro il rendimento elettrico è basso ( el= 0.10÷0.20) sia perché manca
la parte di bassa pressione, sia perché vengono utilizzate apparecchiature poco sofisticate.
L’indice elettrico è circa 0.1÷0.3.
- impianti a derivazione e condensazione: in questo caso il vapore inviato all’utenza
termica è prelevato da uno spillamento della turbina a vapore (vedi Fig. 2.2). In questo caso
il rapporto tra energia meccanica/elettrica e termica prodotte non è costante per cui
l’impianto risulta più flessibile di quello a contropressione. Impianti di questo tipo sono
consigliabili in caso di richiesta termica molto variabile nel tempo (come ad esempio negli
impianti per il teleriscaldamento). L’utilizzo dell’energia è minore rispetto al caso
precedente ( = 0.6÷0.7) in quanto vi sono le perdite al condensatore; il rendimento elettrico
è invece maggiore ( el = 0.32÷0.38); l’indice elettrico è compreso tra 0.2 e 1.
Gli impianti a vapore sono in genere di grandi dimensioni e complessi, hanno un campo
di potenza di 1000÷100.000 kW e anche oltre, possono bruciare qualsiasi tipo di
combustibile, sono molto affidabili, il calore è fornito a temperatura costante. Poiché il
vapore per l’utenza è ottenuto a spese della produzione elettrica, tali impianti sono
vantaggiosi quando il calore è richiesto a temperature non molto elevate (circa fino ai
200°C).
7
P
PF1
Q
PF1 Q
8
(450-500°C) e perciò è conveniente che vi sia una richiesta di calore ad alta temperatura;
affinché poi vi sia un recupero completo del calore sensibile dei fumi è necessario che a tale
richiesta termica ne sia affiancata una a temperatura modesta. In genere le turbine a gas sono
molto affidabili, ma devono bruciare combustibile pregiato, hanno fattore di utilizzo =
0.7÷0.8 e un campo di applicazione tra 1 e 30-40 MW, ma, come vedremo, con l’avvento di
nuove tecnologie tale campo si sta allargando; l’indice elettrico è compreso tra 0.3 e 0.5.
PF1
Qd
Qu
degli impianti dell’ENEL) che li rende competitivi anche a carico termico nullo (ad esempio
nel periodo estivo); sono caratterizzati anche da alti valori dell’indice elettrico
(i E = 0.8 ÷ 1. 25); per contro il calore è disponibile a bassa temperatura (T<100°C). Ge-
neralmente sono utilizzati motori Diesel sovralimentati con potenze di 50-60 kW; per i
gruppi elettrogeni sono usati motori a ciclo Otto di potenza anche inferiore. Tali motori
richiedono l’uso di combustibile pregiato.
10
olio motore acqua motore aria sovral. fumi
60°C 90°C
Fig. 2.4 Motore a combustione interna: motore Diesel sovralimentato (schema semplificato).
PF1
P1
P
2
Si è già visto come sia implicita nel concetto di cogenerazione l’idea di un risparmio
energetico in termini di energia primaria rispetto ad una soluzione tradizionale. E’ però
necessario che a tale risparmio si affianchi anche un guadagno in termini economici (anzi
quasi sempre è la redditività dell’impianto che interessa maggiormente il possibile utente).
E’ dunque molto importante in fase di progetto valutare la convenienza di una soluzione
cogenerativa e, in tal caso, esaminare attentamente tutte le possibili alternative
confrontandole sia in termini di rendimento (energetico ed exergetico) che in termini
economici (ad esempio con il metodo del VAN o del tasso interno di redditività).
Lo studio di fattibilità naturalmente deve essere fatto caso per caso, ma è possibile
indicare alcuni criteri generali di scelta: la soluzione cogenerativa è tanto più opportuna
quanto più
• le richieste di calore e di elettricità si manifestano in luoghi vicini;
• tali richieste si manifestano contemporaneamente;
• il rapporto tra le due domande è costante;
• la domanda di calore è a bassa temperatura.
Per la scelta del tipo di impianto ci si può aiutare tenendo conto dei campi di
funzionamento di ciascuno di essi e riportati nelle pagine precedenti.
Nell’analisi economica bisogna tenere conto degli investimenti supplementari, dei costi
della manutenzione e del personale specializzato; inoltre si devono considerare le tariffe di
acquisizione e di vendita dell’energia elettrica, il costo del combustibile, le eventuali
agevolazioni fiscali e i contributi statali.
Un’attenzione particolare e sempre maggiore va spesa per l’analisi della minimizzazione
dell’impatto ambientale. Certamente gli alti rendimenti degli impianti cogenerativi sono già
positivi da questo punto di vista, ma è necessario controllare anche le emissioni dei gas di
scarico, l’inquinamento termico dell’aria e delle acque, la rumorosità dell’impianto e il suo
impatto architettonico.
12
Le turbine a gas e, ancor più, gli impianti combinati che bruciano metano, combustibile
“pulito”, sono ecologicamente vantaggiosi e lo saranno ancor più con lo sviluppo delle
nuove tecnologie per la riduzione delle emissioni.
13