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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PALERMO

DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA
CORSO DI LAUREA MAGISTRALE INGEGNERIA DEI SISTEMI EDILIZI
PROGETTI DI RECURO E CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI

RELAZIONE MASSERIA CALCIBAIDA

ELABORATO DI:
DELIA ALAMIA, NICOLA MARINO, ALESSANDRA ALERIO, MARCO BICA, CHIARA
BONVISSUTO, BARBARA DELMONTI, SALVATORE GAGLIO, GIOVANNI LASCARI, GIULIA
LUPARELLI, GIUSEPPE MATISI, ROSOLINO MUNI’, SALVATORE PECORARO
DOCENTE:
PROF.SSA TIZIANA CAMPISI
TUTOR:
ING. ANDREA D’AMORE
Sommario
MASSERIA CALCIBAIDA ................................................................................................................................. 3
Localizzazione ..................................................................................................................................................... 3
Descrizione dell’evoluzione storica del manufatto ..................................................................................... 3
Corpo masseria................................................................................................................................................ 3
Corpo stalla ...................................................................................................................................................... 4
RILIEVO DELLO STATO DI FATTO ............................................................................................................. 4
ANALISI DEI MATERIALI ................................................................................................................................ 5
ANALISI DEI DEGRADI E DEI DISSESTI ................................................................................................... 5
Indice di qualità muraria (I.Q.M.) ................................................................................................................... 6
INTERVENTO DI RECUPERO CONSERVATIVO ................................................................................. 12
NUOVA DESTINAZIONE D’USO ................................................................................................................ 12
Il Residence ....................................................................................................................................................... 12
Il ristorante......................................................................................................................................................... 13
La sala da pranzo ......................................................................................................................................... 13
La cucina ....................................................................................................................................................... 14
Il bar .................................................................................................................................................................... 16
IL PROGETTO ..................................................................................................................................................... 17
Esterno ................................................................................................................................................................ 17
Descrizione delle zone ............................................................................................................................... 18
Muratura portante............................................................................................................................................. 19
Solaio piano terra ............................................................................................................................................. 20
Analisi tecnologica...................................................................................................................................... 20
Analisi della stratigrafia ............................................................................................................................. 20
Scala .................................................................................................................................................................... 22
Solaio primo impalcato ................................................................................................................................... 23
Analisi tecnologica...................................................................................................................................... 23
Analisi della stratigrafia ............................................................................................................................. 23
Solaio di copertura ........................................................................................................................................... 24
Bibliografia ............................................................................................................................................................ 25

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MASSERIA CALCIBAIDA
Localizzazione

La masseria Calcibaida è situata nel comune di Caltavuturo (PA), ed è solo una delle
numerosissime masserie presenti nel territorio delle Madonie, si trova nella parte bassa di un
versante collinare e consta di due corpi di fabbrica separati: il corpo masseria che ha subito una
evoluzione del complesso delle abitazioni e degli ambienti ed il corpo stalla che si trova in una
zona più sopraelevata rispetto alla masseria seppur a poca distanza da essa (Tav. 1).
A questi due corpi sono annessi anche un abbeveratoio (la “gebbia”) che si frappone fra i due sul
quale è scolpita la data di costruzione (1883), e altri due piccoli fabbricati che presumibilmente
erano la casa dove alloggiava il contadino ed un magazzino per riporre i mezzi e gli utensili da
lavoro (Tav.1.1).
La Masseria è costruita con i materiali presenti nell’ambiente circostante e pertanto la sua
architettura è in perfetta armonia con il paesaggio confinante, quasi da sembrare una sua
evoluzione naturale.

Descrizione dell’evoluzione storica del manufatto


Corpo masseria
La tipologia a cui afferisce la masseria è quella di “corte chiusa” che si distingue da quelle “in
linea” o “ad agglomerato misto” poiché la sua struttura ripropone lo schema della casa con corte
interna agricola di tradizione mediterranea: è presente un recinto in muratura e l’ampio nucleo
centrale attorno cui si affacciano tutti gli ambienti. Inoltre la masseria Calcibaida è una masseria
“padronale” che differisce da quelle “contadine” proprio per la presenza della casa padronale,
espressione del potere del padrone e della società gerarchica. Questo fabbricato rurale risalente alla
fine del XIX secolo è sicuramente frutto di successive sovrapposizioni. L’edificio è
essenzialmente articolato in due corpi di fabbrica, entrambi ad una sola elevazione: la masseria
vera e propria destinata sia ad abitazione che a ricovero degli animali e la grande stalla, sviluppata
in lunghezza e scandita da una serie di arcate, adibita esclusivamente al ricovero del bestiame.
L’ipotesi di aggregazione storica dei volumi, da cui si evincono le diverse fasi costruttive,
evidenzia quattro fasi di costruzione alle quali successivamente seguì l’edificazione della cortina
muraria di protezione (Tav. 2). Di seguito vengono descritte le quattro fasi evolutive:
Fase 1
Casa padronale attorno alla corte centrale e comprende i vani a nord che individuano il corpo
principale, presumibilmente adibiti ad uso abitativo del padrone (contraddistinto dal miglior grado
di definizione costruttiva e per la presenza delle decorazioni) e dei braccianti;

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Fase 2
La seconda fase è caratterizzata dalla costruzione dei vani destinati al bestiame come testimoniano
gli anelli infissi nei muri perimetrali e le mangiatoie ancora presenti (porcile, ovile o stalla) situati
sul lato ovest della corte interna;
Queste prime due fasi costruttive furono probabilmente quasi contestuali.

Fase 3
Al terzo periodo afferiscono i vani costruiti con le tecniche più recenti, cioè ulteriori vani per il
ricovero degli animali ed i depositi dove è possibile notare la presenza di elementi come
mangiatoie in calcestruzzo e dunque ascrivibili ai primi del ‘900.

Fase 4
All’ultima fase appartengono gli ultimi vani che presumibilmente avevano la funzione di
piccionaia e di mangiatoia, (lo si evince anche dalla presenza di finestre murate e dalla creazione
di una nuova apertura).

Corpo stalla
Le dimensioni e le arcate del corpo stalla, costituiscono una caratteristica di originalità della
masseria Calcibaida. Interessante è un confronto con le altre 113 masserie del territorio Madonita,
molte delle quali si diversificano da quest’ultima sia per lo schema tipologico, sia per il loro
moderno riutilizzo che le vede ad oggi funzionanti in qualità di residence ed agriturismi (come ad
esempio la masseria Susafa). Altre ancora, pur avendo il medesimo “schema a corte chiusa”, sono
caratterizzate dalla presenza di una torre di controllo che serviva a controllare al contempo i
nemici e i lavoratori (Tav 2).

RILIEVO DELLO STATO DI FATTO


La documentazione fotografica costituisce un patrimonio informativo insostituibile e
indispensabile a qualunque tipo di analisi conoscitiva per integrare nel modo più esteso possibile le
informazioni geometriche del rilievo con quelle qualitative offerte dall’immagine fotografica. E ’
stato realizzato attraverso foto aeree tratte da Google Earth un inquadramento generale dell’area
pertinente dei fabbricati. Si è prestato molta attenzione ad effettuare il rilievo fotografico di
piccole porzioni della muratura, in modo da risultare ortogonali alla muratura stessa per effettuare
la trasposizione di quanto visto tramite una restituzione grafica. Nel rilievo architettonico sono
stati rilevati tutti i particolari architettonici, quali: la geometria dell’involucro edilizio, le
discontinuità dell’apparecchiatura muraria e tutti gli elementi decorativi del manufatto. Il rilievo
geometrico è stato eseguito sia tramite strumentazione semplice, quale metro rigido e rullina, sia
utilizzando metodi più complessi come il distanziometro laser per il rilevamento delle quote e
delle lunghe distanze.
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ANALISI DEI MATERIALI
La muratura portante del manufatto in questione è realizzata quasi totalmente in materiale lapideo
naturale tipico del luogo quale la calcarenite compatta sommariamente sbozzata di differente
pezzatura, in cui la stabilità viene assicurata dalle grandi dimensioni dei pezzi posti alla base; è
molto facile trovare negli interstizi una rinzeppatura per assestare la muratura. I vari elementi sono
poi tenuti assieme da malta di calce. Ritroviamo, inoltre, il laterizio, sia localmente nella muratura
come a sopperire al distacco dei singoli elementi che sono stati espulsi magari per la disgregazione
del giunto di malta ed usato anche per i muretti delle mangiatoie e la soglia delle finestre.

ANALISI DEI DEGRADI E DEI DISSESTI


La struttura muraria dell’edificio si trova in uno stato di conservazione mediocre, sono presenti
poche lesioni passanti e non vi sono cedimenti differenziali. Per quanto riguarda i degradi presenti
nel prospetto ritroviamo:
1- Alterazione cromatica: si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono
il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse secondo le condizioni
e può riferirsi a zone ampie o localizzate.
2- Alveolizzazione: degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e
dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme
(def. NORMAL 1182/2008).
3- Colonizzazione biologica: presenza riscontrabile macroscopicamente di micro e/o macro
organismi (alghe, funghi, licheni, muschi, piante superiori).
4- Disgregazione: decoesione, caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime
sollecitazioni meccaniche (def. NORMAL 1182/2008).
5- Distacco: soluzione di continuità tra strati di un intonaco, sia tra loro che rispetto al substrato,
che prelude, in genere, alla caduta degli strati stessi. Soluzione di continuità tra rivestimento ed
impasto o tra due rivestimenti.
6- Efflorescenza: formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto
cristallino o pulverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze
saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all’interno del materiale provocando il distacco
delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o sub
efflorescenza (def. NORMAL 1182/2008).
7- Erosione: asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando
sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione
(cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura
(cause antropiche) (def. NORMAL 1182/2008).

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8- Fratturazione o fessurazione: degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di
continuità nel materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti (def. NORMAL
1182/2008).
9- Mancanza: caduta e perdita di parti. Il termine, generico, si usa quando tale forma di
degradazione non è degli intonaci dipinti si adopera di preferenza lacuna (def. NORMAL
1182/2008).
10- Presenza di vegetazione: locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante (def.
NORMAL 1182/2008).
11- Crollo di parte di muratura: perdita di elementi costituenti la muratura.
12- Mancanza totale del manto di copertura: perdita di elementi costituenti il manto di
copertura legata alla vendita delle travi e dei coppi siciliani che lo componevano.
L’ordine degli elementi analizzati nelle schede di analisi costruttiva – tipologica allegate è il
seguente:
 Fondazione
 Apparecchiatura muraria
 Cantonali
 Archi
 Aperture
 Coperture

Indice di qualità muraria (I.Q.M.)


Il livello di conoscenza, introdotto nelle Norme Tecniche per le Costruzioni D.M. 17 gennaio 2018
mira a fornire il primo elemento e dato numerico al fine di effettuare un’analisi strutturale di un
manufatto esistente in muratura. Le indicazioni fornite dalle norme si concretizzano
nell’introduzione dell’Indice di Qualità Muraria quale strumento aggiuntivo per la valutazione
della risposta alle sollecitazioni che una determinata tipologia muraria può subire. Tale
metodologia, messa a punto dal progetto ReLUIS (Università-Dipartimento Protezione Civile) e
perfezionata dalle Unità di Ricerca del Politecnico di Milano e dallo IUAV di Venezia, ha come
obiettivi quelli di proporre un metodo per la valutazione della qualità muraria, utilizzabile anche
da tecnici non particolarmente esperti di murature, e di impiegare tale metodo per ricavare, in via
indiretta, ma con una buona aderenza alla realtà del caso specifico, una stima dei parametri
meccanici della muratura necessari per le verifiche di sicurezza richieste per gli edifici esistenti.
Tale Indice si valuta osservando la muratura e analizzando la presenza di quegli accorgimenti e
quelle tecniche del buon costruire che assicurano un buon comportamento meccanico d’insieme.

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Il criterio si basa sull’attribuzione di punteggi corrispondenti a sette parametri della regola
dell’arte, i quali, combinati, forniscono il valore dell’I.Q.M. ricercato:
 MA. Malta di buona qualità/Efficace contatto tra elementi/Zeppe;
il contatto tra gli elementi resistenti può avvenire in maniera diretta, quando i conci sono
squadrati e la muratura è di ottima fattura, oppure, nella maggior parte dei casi, tramite la
malta.
 P.D. Ingranamento trasversale/Presenza di diatoni;
nel caso di paramenti a più strati, tale requisito risulta essere di fondamentale importanza al
fine di far si che l’intero muro collabori e abbia un comportamento d’insieme.
 F.EL. Forma degli elementi;
aspetto rilevante ha anche la forma che costituisce gli elementi resistenti infatti, la presenza
di facce piane consente di avere il massimo attrito, grazie anche al peso proprio, tra due
elementi sovrapposti.
 D.EL. Dimensione degli elementi;
elementi resistenti di dimensioni rilevanti, rispetto allo spessore dell’intero muro,
assicurano un buon grado di monoliticità della parete.
 S.G. Sfalsamento dei giunti verticali;
un fattore rilevante, spesso sottovalutato, riguarda lo sfalsamento dei giunti verticali, i
quali, se sufficientemente sfalsati evitano l’innesco (e quindi anche il progredire) di lesioni
verticali dovute al solo peso proprio dato che, come noto, la muratura non resiste a
trazione.
 OR. Presenza di filari orizzontali;
tale requisito consente una buona distribuzione dei carichi verticali data la regolarità della
superficie di appoggio tra i vari elementi; è di fondamentale importanza in presenza di
azioni sismiche.
 R.EL. Resistenza adeguata degli elementi;
tale parametro dipende sia dallo stato di degrado che dal materiale con cui è realizzato
l’elemento resistente.
Il giudizio sul parametro si esprime come: R se rispettato; PR se parzialmente rispettato ed infine
NR se non rispettato, secondo la Tabella 1 di seguito riportata.

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Sulla base del giudizio dato si attribuiscono i punteggi utilizzando la Tabella 2, per tre diversi
valori riferiti alle varie direzioni di carico (verticale, ortogonale al piano e orizzontale nel piano).
La differenza fra i tre valori è dovuta al diverso peso attribuito ai parametri della regola dell’arte
per tre condizioni di carico differenti, a causa della diversa influenza che ogni parametro può avere
nella risposta della parete nei confronti del tipo di azione sollecitante considerata.

Si ottiene così un indice compreso tra 0 e 10 per ogni tipo di azione sollecitante e per ogni
tipologia muraria individuata, attraverso la seguente equazione:
I.Q.M. = R.EL.*(OR.+P.D.+F.EL.+S.G.+D.EL.+MA.)

Attraverso il valore I.Q.M. ottenuto si classifica la muratura secondo tre possibili categorie, dalla
A (la migliore) alla C (la peggiore) con riferimento alla Tabella 2 (Schede 2- Murature e 3-
Cantonali di Masseria e Stalla)

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Il comportamento meccanico delle murature in base alle categorie suddette è interpretabile come
segue:
- per azioni verticali:
 una muratura di categoria A difficilmente subisce lesioni e può essere considerata di buona
qualità;
 una muratura di categoria B ha bassa probabilità di collassare, ma può lesionarsi, può
considerarsi di media qualità;
 una muratura di categoria C ha elevata probabilità di subire lesioni o di andare fuori piano per
instabilità, specie se di spessore limitato e se molto caricata. Tale categoria di muratura va
considerata sempre di scarsa qualità;
- per azioni orizzontali fuori piano:
 una muratura di categoria A è in grado di mantenere un comportamento monolitico. Essa ha
una probabilità bassa di lesionarsi o di collassare per azioni fuori piano, se le pareti sono ben
collegate fra loro e ai solai. Le verifiche per meccanismi di collasso possono essere svolte
ipotizzando un comportamento monolitico delle pareti.
 una muratura di categoria B non è in grado di mantenere un comportamento monolitico, ma
comunque non si disgrega se sottoposta ad azioni orizzontali fuori piano. Per tale categoria di
murature è probabile avere lesioni o svergolamenti in caso di sisma, ma è difficile che esse
collassino se sono ben collegate agli orizzontamenti ed ai muri di spina. Le verifiche per
meccanismi di ribaltamento possono essere svolte, in favore di sicurezza, ipotizzando che la
muratura sia formata da due paramenti distinti e non efficacemente connessi.
 una muratura di categoria C tende a disgregarsi in caso di azioni cicliche ripetute (sisma); per
essa è probabile il collasso, anche in presenza di efficaci collegamenti. Tali murature sono da
ritenersi sempre di scarsa qualità. Le verifiche per meccanismi di ribaltamento sono
sostanzialmente non indicative, in quanto non sono rispettate le ipotesi di sufficiente coesione
degli elementi murari;
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- per azioni orizzontali nel piano:
 una muratura di categoria A ha basse probabilità di lesionarsi, essa può definirsi come una
muratura di buona qualità;
 una muratura di categoria B, in caso di sisma, ha buone probabilità di lesionarsi, specialmente
se le pareti sono sottili o se sono poche rispetto all’area coperta dall’edificio, tuttavia tali
lesioni saranno di scarsa entità; tale categoria definisce le murature di media qualità;
 una muratura di categoria C ha molte probabilità di lesionarsi nel piano delle pareti e le lesioni
che subirà saranno ampie, pertanto nella categoria C rientrano le murature di scarsa qualità.
Ottenuti i valori I.Q.M., per ogni condizione di carico, è possibile ricavare infine le
caratteristiche meccaniche della muratura.

INTERVENTO DI RECUPERO CONSERVATIVO


Per intervento di recupero conservativo s’intende quello rivolto a conservare l’organismo edilizio e
ad assicurare il funzionamento mediante un insieme sistematico d’opere che, nel rispetto degli
elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso
con essi compatibili, comprendendo il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio e
l’eliminazione di elementi estranei all’organismo edilizio stesso. La tendenza, quindi, è quella atta
non solo alla conservazione dell’edificio nella sua inscindibile unità strutturale ma anche quella
della valorizzazione dei suoi caratteri architettonico-decorativi, al ripristino di parti alterate e
all’eliminazione di superfetazioni.

NUOVA DESTINAZIONE D’USO


Nel progetto di recupero della “Masseria Calcibaida” è stata prevista una nuova destinazione
d’uso: residence con ristorante e bar.

Il Residence
Sono previste due tipologie di appartamenti:
- Appartamento per 2 persone di 72,2 mq suddiviso su due livelli. Al piano terra troviamo un
ambiente comune costituito da cucina e salone, l’antibagno e il bagno; nel soppalco la camera
da letto matrimoniale. Di questa tipologia sono previsti 3 appartamenti.
- Appartamento per 4 persone di 81,3 mq suddiviso su due livelli. Al piano terra il salone/cucina,
una camera da letto matrimoniale con bagno privato; nel soppalco la camera da letto
matrimoniale con bagno privato. Di questa tipologia sono previsti 3 appartamenti di cui uno è
predisposto per i disabili.

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Entrambe le tipologie di appartamento sono dotate di:
 bagni privati e completi di doccia, lavabo, wc e bidet;
 impianto di climatizzazione;
 impianto di riscaldamento a pavimento;
 cucina completa di piano cottura, forno e frigo; salone con TV;
 Wi-Fi;

Il ristorante

La sala da pranzo
Con riferimento ai regolamenti d’igiene locali o regolamenti delle ASL, la sala da pranzo risulta
verificare i seguenti requisiti minimi dimensionali:
- altezza minima: 2,70 m;
- cubatura minima: 25 m³;
- aerazione naturale diretta pari a 1/10 della superficie di calpestio del locale;
- illuminazione naturale diretta pari a 1/10 della superficie di calpestio del locale integrabile o
sostituibile con illuminazione artificiale;
- passaggio tra i tavoli non inferiore a 0,30/0,40 m;
- ingombro non inferiore a 1,20 m² per posto a sedere.
La capienza della sala da pranzo conta 70 posti a sedere, occupa una superficie di 103 mq. Nel
caso del calcolo della superficie di una sala ristorante, cioè l’area entro la quale vengono
consumati i pasti, il Disciplinare HACCP richiede per ogni coperto (CPT) un’area di
stazionamento pari a 1,2/1,5 metri quadri.

SUPERFICIE MINIMA SALA RISTORANTE (SMSR) = 70 CPT x 1,2 mq = 84 mq

Tale limite risulta ampiamente soddisfatto.

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Figura 1. Pianta della sala ristorante

I locali di igiene per la clientela si trovono nell’area Bar (si rimanda al sottoparagrafo “Il bar”).

La cucina
La cucina è l’area destinata alla preparazione dei pasti e come tale deve possedere alcune
caratteristiche che la rendano sicura per i lavoratori e che consentano di proteggere la sicurezza
alimentare dei consumatori. Durante la fase di progetto si sono distinti i percorsi puliti e i percorsi
sporchi. Il primo comprende il processo che parte dal ricevimento delle materie prime, prosegue
con la preparazione delle linee delle diverse portate e si conclude con il servizio in sala. Il secondo
riguarda invece la raccolta dei piatti e delle posate ritirati dalla sala e la loro sistemazione nei
lavelli e in lavastoviglie. In Figura 3 sono rappresentati le zone secondo le quali è stata divisa la
cucina della Masseria Calcibaida.

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Figura 2. Pianta della cucina

Figura 3. Divisione in zone della cucina

La superficie di una sala cucina deve essere non inferiore a 25 mq, inclusa la zona del lavaggio dei
piatti e della posateria, necessari a garantire una Capacità Produttiva per un numero di coperti
(CPT) non superiore a 50 unità. Per ogni coperto in più, la Norma invita ad aumentare
proporzionalmente la superficie di 0,50 mq. Nel nostro caso il numero di coperti è di 70 persone.

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Applicando la seguente formula è stato possibile calcolare la superficie minima che la cucina deve
ricoprire.
SUPERFICIE MINIMA CUCINA (SMC) = 25 mq + (CPT − 50) x 0, 50 = 35 mq
Tale limite risulta ampiamente soddisfatto. La zona di preparazione, cottura dei cibi e lavaggio
delle stoviglie occupa 45 mq.
L’altezza minima è di 3 m; anche questo limite è ampiamente rispettato.
All’interno dell’area cucina è necessario che 6 mq siano dedicati alla dispensa. Nel nostro caso, il
locale adibito alla conservazione di cibi deperibili e non deperibili ha una superficie di 10 mq ed è
attrezzato di due celle frigorifere, un freezer e tre scaffalature.
Per quel che riguarda il bagno dei dipendenti la sua superficie non deve essere inferiore a 1×1,20
mq e deve essere calcolato nella misura di uno ogni 10 dipendenti. Nel caso in esame, supponendo
un personale costituito da 7 dipendenti, il limite risulta ampiamente soddisfatto (3 mq).

Il bar
Il bar della Masseria Calcibaida fa parte del ristorante. È predisposto alla conservazione delle
bevande e alcuni tipi di cibo da snack e aperitivo.
I requisiti minimi che un bar deve possedere sono i seguenti (Figura 4):
- altezza interpiano 2,70 m ;
- larghezza dei percorsi interni 0,70 m;
- piano di appoggio bancone 0,30 m;
- piano di lavoro 0,70 m.
Nel caso in esame tali limiti sono verificati. La superficie costituita dall’area di seduta dei clienti e
l’area di preparazione e servizio occupa 32 mq.
L’area dei bagni dedicata alla clientela del bar e della sala ristorante garantisce l’accesso e la
presenza di servizi igienici dedicati alle persone con Handicap (le cue dimensioni non sono
inferiori al limite di 1,80x1,80 m). Le Norme HACCP prevedono che per un numero di coperti
compreso tra 31 e 80 bisogna prevedere due bagni. Nel nostro caso abbiamo previsto un bagno per
disabili, un wc per le donne e un wc per gli uomini con sala bagno comune.

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Figura 4. Divisione in aree della pianta nel bar

IL PROGETTO

Esterno
L’esterno è stato riorganizzato in zone funzionali per la nuova destinazione d’uso (vedasi Tav. 4).
Si distinguono le seguenti aree:
1. Zona Piscina
2. Zona pub e spogliatoi
3. Zona parco
4. Posteggi e piazzole
Sono stati progettati nuovi percorsi orizzontali attraverso la creazione di viali, marciapiedi e curati
spazi verdi per agevolare il collegamento tra una zona e l’altra. Lungo i viali si potrà godere
dell’ombra di cipressi posti lungo il perimetro. I viali saranno accuratamente illuminati con
lampade da terra a Led , in modo da garantire la sicurezza visiva durante le ore notturne ed, al
tempo stesso, far godere al turista del cielo stellato.

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Descrizione delle zone

Zona piscina
La piscina è situata a sud tra il corpo masseria ed il corpo stalla (Figura 5). Vi si accede scendendo
da due rampe. E’ progettata all’interno di un prato perfettamente curato punteggiato da palme,
arbusti ornamentali che donano un tocco esotico al giardino e sporcano poco, e pavimentazione in
legno. Da lì sarà possibile ammirare una splendida vista sulle colline che circondano la Masseria.
La piscina è di metri 15×8 e 1,6-2 di profondità, progettata in muratura (Creoverde S.R.L.). Per
tale profondità è necessaria la presenza di un assistente bagnanti.

Figure 5. Rendering zona piscina

Zona Pub e spogliatoi


Dalla zona piscina, attraverso una scalinata in pietra del luogo o una piattaforma autosollevante
(F.lli Rappa s.n.c. : qualificata da certificato DNV relativo alla normativa UNI EN ISO 9002) , è
possibile accedere alla zona spogliatoi, fornita di docce e W.C.
Allo stesso livello, in questa grande terrazza, sarà possibile intrattenersi in compagnia di un buon
aperitivo nella zona pub.

Zona parco
Dal corpo masseria, scendendo un piccolo viale, è possibile giungere ad un parco giochi

interamente circondato da prato calpestabile.

Posteggi e piazzole
Attraverso la nuova strada di accesso in terra battuta (N.T.A. S.r.l.), scelta per l’intervento meno
costoso, di più semplice realizzazione e con minore impatto ambientale (sia visivo sia dal punto di

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vista del consumo delle risorse), sarà possibile accedere sia alle piazzole di manovra davanti i
corpi masseria e stalla, previste per lo scarico bagagli, sia al posteggio riservato alla clientela.
La pavimentazione attorno la masseria e la stalla è progettata in cls stampato (Sira Pavimenti S.r.l.)
scelto per la velocità di realizzazione e la grande resistenza alle intemperie. Sono pavimenti che
necessitano di poca manutenzione, inattaccabili dagli agenti atmosferici e dai raggi U.V. Sono di
facile pulizia e resistenti ad oli, acqua e muffe.

Muratura portante
Allo scopo di perseguire il proposito del recupero edilizio, si è preferito lasciare a vista il
paramento esterno e prevedere un eventuale consolidamento dei giunti là dove la malta è erosa. La
scelta risulta adeguata per diversi motivi: lo spessore della muratura (60 cm) e le caratteristiche di
trasmittanza termica della pietra fanno si che l’involucro presenti un’elevata inerzia termica per
cui l’isolamento durante le ore calde della giornata è garantito; inoltre la possibilità di sfogo del
vapor d’acqua rende tale scelta ancora più opportuna. Le escursioni termiche tra l’interno e
l’esterno fanno si che la muratura se non adeguatamente progettata rappresenti una zona di
condensa, sia internziale che superficiale, che causa la formazione di muffe e una serie di problemi
connessi. È stato, invece, previsto l’isolamento termico della parete interna. Sono stati scelti i
seguenti strati come mostrati in Figura 6:
1. Doppia lastra in fibrogesso: possiede ottime caratteristiche di resistenza al fuoco, di isolamento
termico ed acustico, inoltre può portare fino a 60 kg per ogni singolo tassello ed è resistente al
vapore evitando la formazione di condensa superficiale;
2. Barriera al vapore: impedisce la formazione di condensa interstiziale. Il fornitore scelto è
l’azienda Riwega che produce barriere al vapore in PE retinato in rotoli di lunghezza 50 m,
larghezza 1,5 m, spessore 0,22 mm e conducibilità termica di 0,4 W/mK;
3. Isolamento termoacustico in pannelli di fibre di roccia: si è scelto il prodotto Isover Acustilaine
75 della casa produttrice Isover Saint-Gobain con una classe di resistenza al fuoco A1 e una
conducibilità termica di 0,034 W/mK. È fornito nelle dimensioni 600x1200 mm;
4. Muratura in pietra faccia a vista: come sopra spiegato.

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Figura 6. Stratificazione del sistema di isolamento termico della muratura

Solaio piano terra

Analisi tecnologica
La pavimentazione è costituita da un vespaio aerato, una tipologia di sotto struttura che viene
accompagnato alla fondazione con la finalità di limitare l'umidità proveniente dal terreno e
mantenere l'abitazione asciutta.

Analisi della stratigrafia


Gli strati, rappresentati in figura 7, sono costituiti da:
1. Magrone: realizzato in calcestruzzo magro dello spessore di 10 cm, fornito alla ditta Polytech
2. Vespaio aerato: realizzato mediante casseri a perdere in polipropilene (PP) rigenerato. Gli
elementi scelti di dimensione 58x58cm, collegati gli uni agli altri, compongono una struttura
autoportante atta a ricevere il getto di calcestruzzo. L'altezza del singolo elemento è pari a 35
cm. La ditta che fornirà gli elementi sarà Pontarolo Engineering.
3. Soletta in calcestruzzo armato con rete elettrosaldata: nel complesso l'intero strato ha uno
spessore di 15 cm, il calcestruzzo viene confezionato tramite il legante fornito dalla ditta
Italcem, i tondini necessari alla rete elettrosaldata sono del tipo B450C e diametro 8 mm forniti
dalla ditta Sider Sipe S.p.a.
4. Isolante: pannello in lana di vetro ad elevata prestazione meccanica ed elevato isolamento
termico, acquistato in dimensioni 60x120 cm, spessore di 4cm, fornito dalla ditta Isover.
5. Impianti: l’impianto elettrico è stato progettato al fine di fornire in ogni alloggio le prese per
l’utilizzo di dispositivi di prima necessità. La ditta scelta per tale fine è la Vimar. Per l’impianto
idrico è stata contattata la ditta System Group.

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6. Riscaldamento a pavimento: è costituito da pannelli con serpentina nella quale viene fatta
scorrere dell’acqua alla temperatura di 30\40 gradi centigradi. Per tale impianto è stata scelta la
ditta Home Improvemen.
7. Soletta in calcestruzzo armato: è realizzata tramite un getto di calcestruzzo additivato con un
agente fluidificante per ridurre il contenuto di acqua e aria per una migliore conducibilità
termica. Si posiziona nel massetto una rete elettrosaldata con maglie 50x50 mm ed un diametro
2 mm, al fine di contenere le fessurazioni durante la fase di maturazione e limitare gli effetti
della dilatazione e della contrazione dovuti alla differenza di temperatura.
8. Pannello in fibra di gesso: adatto per pavimenti radianti di dimensioni 60x120 cm, spessore di
1,5 cm forniti dalla ditta InLego. Il sistema risulta vantaggioso in quanto lo spessore minimo e
il peso contenuto riduce il tempo di posa della pavimentazione con una resa maggiore.
9. Parquet in rovere: ideale nel caso di istallazione di un impianto di riscaldamento a pavimento
poiché meno soggetto alle dilatazioni termiche e più resistente. La ditta che lo fornisce è
Italwood.

Figure 7. Particolare solaio di piano terra con pavimentazione

Scala
La scala (Figura 8) ha una struttura portante costituita da una rampa centrale in acciaio con profilo
a sezione rettangolare cava di spessore 8 mm, con pianerottolo di riposo. Le due rampanti sono
vincolate all’estremità con piastre bullonate (B.V. di Fagioli Carlo & C.S.A.S) alla struttura
principale (vedasi tav.4.3). La pedata in rovere (Falegnameria & Cangelosi), scelto per l’ ottima
resistenza agli urti e graffi, poggia su profilati metallici (Messina Ferro, S.R.L.) saldati alla trave
portante e l’alzata è in metallo con profilo rettangolare alleggerito saldato alla trave per supporto
gradino.

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La ringhiera (Greco S.R.L.), posta sul lato della scala esposta al vuoto, è in vetro temprato e
acciaio inox AISI 304 con finitura satinata e accessori in acciaio inox.

Figura. 8 Schematizzazione della scala

Solaio primo impalcato

Analisi tecnologica
Il soppalco (Figura 9) ha una struttura portante in acciaio con pilastri a sezione IPE in modo da
non dover ricercare delle soluzioni complesse al problema dell’ancoraggio al solaio del piano
terra.
L’intera struttura è interamente sconnessa dalla muratura perimetrale al fine di non aggravarla.
Con questa soluzione si sfrutta al meglio la volumetria degli appartamenti.

Analisi della stratigrafia


La struttura, rappresentata in figura 9, è costituiti da:
1-2- Pilastri e Travi a sezione IPE 270 rivestite in legno di quercia, in modo da armonizzare a
livello estetico la struttura con l’ambiente circostante. L’orditura principale è costituita da travi
portanti di dimensioni ben definite calcolate in funzione dei carichi che devono sopportare, la
distanza tra le ali del profilato è di 270 mm forniti dalla ditta Messina Ferro, S.R.L la scelta ricade
su codesto profilato in quanto permette di sopportare i carichi trasmessi. I rivestimenti in quercia
sono della ditta Falegnameria & Cangelosi.
3- Travi a sezione quadrata di lato 15 cm in legno di quercia della ditta Falegnameria & Cangelosi
che costituisce l’orditura secondaria.
4- Tavolato in legno di abete di spessore 3 cm e larghezza di 15 cm della ditta Falegnameria &
Cangelosi, per distribuire i carichi alla struttura portante.

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5- Massetto in cls di spessore 5 cm, è realizzata tramite un getto di calcestruzzo additivato con un
agente fluidificante per ridurre il contenuto di acqua e aria per una migliore conducibilità termica.
6- Strato dell’impianto di riscaldamento a pavimento di spessore 7cm, costituito da pannelli con
serpentina nella quale viene fatta scorrere dell’acqua alla temperatura di 30\40 gradi centigradi.
Per tale impianto è stata scelta la ditta Home Improvemen.
7- Parquet in rovere,di spessore di 1,5 cm ideale nel caso di istallazione di un impianto di
riscaldamento a pavimento poiché meno soggetto alle dilatazioni termiche e più resistente. La ditta
che lo fornisce è Italwood.

Figure 9. stratificazione soppalco

Solaio di copertura
La copertura a due falde inclinate è realizzata in legno lamellare, coibentato e ventilato.
La struttura in legno lamellare è composta da un’orditura di travi (da dimensionare secondo
calcolo strutturale) e da un tavolato dello spessore di 3 cm. Al di sopra del tavolato è previsto un
sistema di strati opportunamente scelti in modo da garantire un’adeguata ventilazione e isolamento
termico secondo gli standard di comfort termoigrometrico e risparmio energetico. Gli strati,
rappresentati in Figura 10, sono costituiti da:
1- Guaina ad alta traspirazione e ad esteso comportamento elastico (USB Classic RIWEGA). La
scelta ricade su questo elemento perché permette il passaggio verso l’esterno del vapor d’acqua
residuo, garantendo l’assenza totale di eventuali condense interstiziali. Inoltre le buone
caratteristiche di resistenza meccanica in campo elastico si adattano alle deformazioni del legno
per assorbimento di umidità.
Gli strati 2, 3, 4 e 5 compongono il Pannello isolante Winpor Plus 030 (Gruppo PORON)
costituito da:
2- Pannello isolante stampato in Neopor;

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3- Camere di ventilazione bidirezionali;
4- Pannello OSB tipo 3 di 13 mm, per garantire una superficie di messa in opera dei coppi;
5- Guaina impermeabile bituminosa ardesiata;
6- Coppi siciliani in laterizio (La Fauci Tegole) che garantiscono impermeabilità all’acqua e
resistenza al gelo.
7- Colmo ventilato rigido e autoportante in alluminio per lo sfogo dei canali di ventilazione;
8- Rete antipassero;
9- Elemento di battuta in legno.

Figura 10. Stratificazione della copertura

Al di sotto degli strati appena descritti è previsto il solaio costituito da un tavolato di legno
lamellare e un’orditura di travi perpendicolari alla pendenza della falda. Il produttore di
riferimento è un’azienda di Alcamo (PA) la LegnoFerro srl.

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Bibliografia
 L. Romana, Caltavuturo. Atlante dei beni culturali, Palermo 2009.
 Ing. Luigi Caleca, Architettuta tecnica, Palermo 1978.
 Regolamento CE 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2002 che
stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità
europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare.
 Regolamento CE 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio sull’igiene dei prodotti
alimentari.
 UNI 11186:2008 Beni culturali – Materiali lapidei naturali ed artificiali – Metodologia per l
esposizione a cicli di gelo e disgelo ICS.
 Decreto 17 gennaio 2018 in Gazzetta Ufficiale n°42 del 20/02/18 "Aggiornamento delle
Norme tecniche per le costruzioni".

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