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3) Filosofia TRASCENDENTALE
1) Negli studi giovanili si avvicina alla filosofia NATURALISTICA dell’illuminismo, qui mette le basi per il suo
pensiero sulla metafisica
2) Analizza gli EMPIRISTI INGLESI e inizia a vedere la METAFISICA come LIMITATICA e NEGATIVA;
IL CRITICISMO DI KANT
La filosofia di Kant è detta FILOSOFIA DELLA CRITICA (una critica ILLUMINISTICA, vista NON in senso
dispregiativo ma in senso PROPOSITIVO) -> lui esamina i FONDAMENTI umani utilizzando la RAGIONE, in
particolare su:
-> le POSSIBILITà;
-> Le VALIDITà;
-> I LIMITI;
In particolare questa critica è improntata soprattutto sui LIMITI, infatti la sua filosofia anche detta
FILOSOFIA DEL LIMITE –> ciò NON vuol dire che Kant sia SCETTICO, al contrario, riconoscere i LIMITI rende
VALIDO il concetto stesso.
Il criticismo si interroga sui fondamenti della CONOSCENZA UMANA, della MORALE e dell’ESTETICA. Per
questo Kant realizza 3 CRITICHE -> CRITICA DELLA RAGION PURA per la conoscenza umana;
Qui analizza i fondamenti del sapere. Per lui il sapere si sartiola in SCIENZA (MATEMATICA E FISICA) e in
METAFISICA. Lui si pone quindi 4 domande fondamentali.
3) Come è possibile la metafisica in quanto disposizione naturale? (poi si rende conto che non è sufficiente
e formula la quarta domanda)
Kant RIFIUTA lo scetticismo SCIENTIFICO di Hume perché crede che non abbia senso dubitare di un dato di
fatto; al contrario accetta lo scetticismo METAFISICO sebbene con un pensiero diverso -> mentre Hume
credeva che Non esistesse, Kant le riconosce un’importanza -> però crede che NON sia possibile come
SCIENZA (perché va al di fuori dell’esperienza) ma esiste in CAMPO MORALE. Le 3 idee della metafisica sono
-> di DIO, dell’ANIMA e del MONDO -> possiamo averli dentro di noi come concetti morali (Non stanno
quindi nella ragion pura ma nella ragion PRATICA). Però Kant dice che anche se NON possiamo conoscerla,
possiamo PENSARLA/POSTULARLA-> x farlo ho le FORME DELLA MORALE cioè una predisposizione al
trascendente, la legge morale è dentro di noi (il cielo stellato sopra di noi, la legge morale dentro di noi)
Kant crede che alla base della scienza ci siano dei principi assoluti e immutabili, degli strumenti di
ragionamento, ovvero i GIUDIZI. Per individuare il giudizio adatto per la scienza, analizza i GIUDIZI ANALITICI
A PRIORI e i GIUDIZI SINTETICI A PRIORI
Sono UNIVERSALI e NECESSARI, ma NON sono SINTETICI cioè NON ARRICCHISCONO LA NOSTRA
CONOSCENZA perché il predicato ripete ciò che è già presente nel soggetto. Ad esempio “tutti i corpi sono
estesi”, già sappiamo che il corpo è un’estensione
Sono SINTETICI infatti il predicato DICE QUALCOSA DI NUOVO RISPETTO AL SOGGETTO, ma NON
UNIVERSALI, infatti è SOGGETTIVO perché dovremmo fare esperienza di ogni cosa. Ad esempio “tutti i corpi
sono pesanti”, per verificarlo dovremmo fare esperienza di ogni singolo corpo.
Quindi per trovare una via di mezzo che unisca entrambi i lati positivi, introduce i GIUDIZI SINTETICI A
PRIORI -> sintetici perchè amplificano la conoscenza, a priori perché sono UNVERSALI E NECESSARI
IL FENOMENO -> dal greco che vuol dire “apparire”. È tutto ciò che ci circonda e ci appare che possiamo
conoscere con l’esperienza. È UNIVERSALE e NECESSARIO perché è uguale in tutti gli esseri viventi;
IL NOUMENO -> si contrappone il fenomeno. L’uomo tende a voler andare oltre la mente umana. È qui che
incontra il noumeno che dal greco significa “pensiero” ed è tutto ciò che non si può conoscere con
l’esperienza, è una x sconosciuta / incognita, è tutto cio che è metafisico
Il LIMITE della nostra conoscenza è il FENOMENO. Ma l’uomo per natura è portato a voler andare oltre la
realtà fenomenica, e a conoscere la COSA IN Sé ovvero il NOUMENO cioè qualcosa che va OLTRE il nostro
LIMITE. Ci si puo riferire al termine noumeno in senso NEGATIVO o POSITIVO:
-> NEGATIVO se intendo il noumeno come qualcosa che NON è oggetto della mia conoscenza sensibile
-> POSITIVO se mi riferisco al noumeno come qualcosa che è OGGETTO di una conoscenza NON SENSIBILE.
Perchè in questo modo NON lo escludo, ma presuppongo una particolare CONOSCENZA
- Inoltre Kant distingue 3 FACOLTÀ CONOSCITIVE:
-> SENSIBILITÀ;
-> INTELLETTO;
-> RAGIONE;
IL TRASCENDENTALE
Per Kant il trascendentale non è ciò che va oltre l’esperienza ma è ciò che la precede e riguarda lo STUDIO,
la CONOSCENZA degli elementi a priori
LA RIVOLUZIONE COPERNICANA
Kant opera in piena rivoluzione scientifica. Cosi come Copernico aveva messo al centro il sole, Kant mette al
centro il SOGGETTO -> fautore della sua conoscenza, è l’oggetto che si modella sul soggetto (però Non cade
nel soggettivismo, perché il soggetto possiede SOLO la forma, quindi ha sempre bisogno dell’esperienza).
Per Kant la conoscenza era una SINTESI tra FORMA e CONTENUTO. Il soggetto per conoscere ha delle
prerogative che sono appunto le FORME (come delle cartelle) -> sono UNIVERSALI e A PRIORI/INNATE.
Le conoscenze che NON fanno parte delle 12 categorie fanno parte della METAFISICA
ESTETICA TRASCENDENTALE
Come già abbiamo detto studia la SENSIBILITÀ (è passiva) e le sue forme a priori e quindi il TEMPO e lo
SPAZIO
- Inoltre lui spiega perché queste due forme sono A PRIORI nell’ESPOSIZIONE METAFISICA E
TRASCENDENTALE
ESPOSIZIONE METAFISICA
Lui critica la teoria degli empiristi che dicevano che queste due forme provenivano dall’esperienza e spiega
che NON possono DERIVARE dall’ESPERIENZA perché per fare un’esperienza qualsiasi dobbiamo GIÀ avere
in noi un’IDEA di TEMPO e SPAZIO (è impossibile che NON esistano già dentro di noi)
ESPOSIZIONE TRASCENDENTALE
Qui si serve della SCIENZA. LUI vede MATEMATISTICA E GEOMETRIA le scienze sintetiche a priori per
eccellenza. Sono SINTETICHE perché ampliano le nostre conoscenze; A PRIORI perché le formule
matematiche valgono sempre a prescindere se facciamo o no esperienza di un oggetto.
Crede quindi che nella GEOMETRIA risieda la forma dello SPAZIO; mentre nella MATEMATICA risiede la
forma del TEMPO
L’ANALITICA TRASCENDENTALE
studia l’INTELLETTO e le sue forme a priori. Una volta aver ottenuto i dati dall’esterno e averli messi nelle
forme, con l’INTELLETTO li combiniamo, li uniamo per creare i giudizi
Kant sostiene che la sensibilità e l’intelletto siano entrambi indispensabili alla conoscenza. senza la
sensibilità, nessun oggetto ci sarebbe dato (cioè non avremmo nessuno dato) e senza intelletto nessun
oggetto sarebbe pensato (cioè non potremmo mettere insieme i dati che la sensibilità ci fornisce)
Ma come facciamo ad unificare, a legare i dati che abbiamo? Attraverso i CONCETTI -> sono le operazioni
dell’intelletto, i modi di funzionamento dell’intelletto. I CONCETTI possono essere EMPIRICI o PURI ->
EMPIRICI se legano tra di loro dati che derivano dall’esperienza; PURI quindi A PRIORI se utilizza dati che
abbiamo A PRIORI dentro di noi. Questi concetti puri vengono dette CATEGORIE -> quindi le categorie sono i
modi di funzionamento dell’intelletto. Queste valgono però SOLO per il FENOMENO. Di per sé le categorie
sono VUOTE e quindi agiscono SOLO in relazione al FENOMENO
Le categorie principali sono QUANTITÀ, QUALITÀ, RELAZIONE e MODALITÀ (esempio: io ho delle mele, so
che sono 6 quindi uso i concetti a posteriori perché ne ho fatto esperienza. Ma se ne ho tot, ma non so
contare o non so precisamente quante sono, dico semplicemente che ne ho tante e quindi le metto nella
categoria della quantità)
Lui vuole valorizzare ancora di più il soggetto, perché fino ad adesso ha detto che tutti hanno le stesse
categorie per conoscere, ma ora dice anche che ognuno rielabora le cose a modo loro, dunque ognuno è
dotato di un’APPERCEZIONE che fa rielaborare le cose a modo loro, questa è l’IO PENSO -> è una categoria
che si trova al di fuori delle altre 12, e ha quindi una funzione unificatrice dei dati che fa in modo che gli
stessi oggetti di conoscenza, siano pensati, elaborati in modo diverso per ogni soggetto. Permette di
personalizzare, di interiorizzare e fare propri i dati che acquisiamo dall’esperienza
È anche un’attività SINTETIZZATRICE, supervisiona tutto il nostro materiale di conoscenza dalle 12 categorie,
e attraverso l’intelletto SCEGLIE, COSA è più ADATTO ALLA SITUAZIONE, cosa serve in quell’esatto
momento, avendo comunque sempre in mente le altre conoscenze. Quindi io le conoscenze ce le ho
sempre in mente, ma non le uso sempre, non attivo sempre tutte le categorie.
DIALETTICA TRASCENDENTALE
La considera in senso negativo perché ci porta a conoscere dei mondi che il soggetto non conosce.
L’uomo è portato per natura ad andare oltre la realtà fenomenica, quindi la ragione porta ad unificare:
Lui nella DIALETTICA, smentisce tutte le scienze razionali che dicono che l’ANIMA, IL MONDO ESTERNO e
DIO li POSSIAMO CONOSCERE RAZIONALMENTE e che vogliono trasformare queste, in delle REALTÀ (come
per esempio aveva fatto Locke)
Arriva alla conclusione che NON si possono conoscere RAZIONALMENTE perché sono AL DI FUORI
dell’ESPERIENZA.
Lui analizza La PSICOLOGIA (ANIMA), la COSMOLOGIA (MONDO ESTERNO) e la TEOLOGIA (DIO) dicendo alla
fine che sono infondate.
Molti filosofi parlano dell’io penso come una REALTÀ, come un’ANIMA, come un’ENTITÀ. Ma Kant
smentisce questa tesi dicendo che l’io penso NON è un’ENTITÀ bensì un’UNITÀ FORMALE, a cui non
possiamo applicare le categorie. Noi Non possiamo dunque conoscere l’io in sé ma possiamo conoscere
SOLO l’io FENOMENICO
La cosmologia studia il mondo intesa come IDEA DI MONDO, come insieme dei FENOMENI. Kant però dicer
che l’idea di mondo NON può darci una definizione chiara e precisa del mondo perché ciò di cui facciamo
esperienza NON ci da un’esperienza completa, quindi non possiamo affermare con certezza che il mondo
sia in un determinato modo. È per questo che discutendo dell’idea di mondo si cade nelle ANTINOMIE in cui
la ragione si trova in conflitto con sé stessa, in cui quindi ad una TESI troveremo sempre una ANTITESI che la
nega e viceversa
CIRTICA TEOLOGICA
La teologia si occupa del problema di Dio e Kant analizza le 3 PROVE utilizzate dai filosofi precedenti per
spiegare dio razionalmente, e queste sono:
PROVA ONTOLOGICA
Sostiene che solo l’esistenza dell’idea di Dio presuppone l’esistenza di Dio. Ma Kant smentisce questo
dicendo che l’esistenza NON è un predicato, quindi il concetto di essere NON presuppone che quell’oggetto
esista. NON è possibile saltare dalla realtà logica alla realtà ontologica.
PROVA COSMOLOGICA
Afferma che se qualcosa esiste, in questo caso io, ci deve essere un qualcosa di necessario che l’ha creato.
Kant smentisce questa tesi dicendo che è prova di autenticità per 2 motivi:
- l’uso illegittimo del principio di causa che partendo dall’esperienza pretende di arrivare oltre l’esperienza.
NON possiamo connettere un fenomeno con un oggetto che va oltre il fenomeno.
- Ricade nella prova ontologica affermando che il necessario coincida con l’idea di un ente perfetto, Dio
Afferma che l’universo ha un fine e questo è dio (anche gli illuministi dicevano che se esiste un orologio
deve esserci anche un orologiaio). Kant smentisce anche questa tesi.
Quindi le idee della ragion pura (metafisiche) NON servono a conoscere un oggetto MA possono
GUIDARCI/INDIRIZZARCI alla conoscenza. Quindi sono il MEZZO piuttosto che il punto d’arrivo ??
Nonostante ciò NON è scettico, perché l’uomo NON è solo RAGIONE ma anche SENTIMENTO, MORALE.
Quindi lui rivaluta tutte le componenti dell’uomo. Dio, o l’anima per esempio posso postularlo dentro di me
come morale (vabbuo già l’aveva detto)