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INTRODUZIONE MICROBIOLOGIA

Microbiologia: scienza che studia i microrganismi e la loro attività, essi sono talmente piccoli da
non poter essere osservati ad occhio nudo, ma solo tramite l’utilizzo di un microscopio,
i microorganismi sono i BATTERI, le ALGHE, i FUNGHI i VIRUS, i PROTOZOI, scoperti nel
1600 grazie appunti al microscopio.

Inizialmente si pensava che "la vita avesse origine dalla non vita, materiale
inanimato" ,Francesco Redi Riuscì con l’esperimento del barattolo chiuso di
carne dimostrò che:

“I microrganismi non si generano spontaneamente dalla materia inanimata o in


decomposizione ma si generano attraverso la replicazione di altri microrganismi “

•POSTULATO:
1. Il microrganismo deve essere presente in ogni caso di una malattia, ma assente
invece
negli organismi sani
2. Il microrganismo sospetto deve essere isolato dal malato e fatto crescere in
una coltura
pura
3. La stessa malattia deve riprodursi ogni volta che il microrganismo isolato
viene inoculato
in un ospite sano
4. Lo stesso microrganismo deve essere isolato nuovamente dall’ospite infettato
sperimentalmente.

Molte malattie sono causate da infezioni virali, batteriche, fungine e protozoarie

1. Il microrganismo deve essere presente in ogni caso di una malattia, ma assente


invece negli organismi sani
2. Il microrganismo sospetto deve essere isolato dal malato e fatto crescere in una
coltura pura
3. La stessa malattia deve riprodursi ogni volta che il microrganismo isolato viene
inoculato in un ospite sano
4. Lo stesso microrganismo deve essere isolato nuovamente dall’ospite infettato
sperimentalmente.

I microorganismi hanno un importante impatto sulla vita umana,

sono microrganismi endogeni che hanno diverse funzioni,


-partecipano al metabolismo di alimenti
-forniscono fattori di crescita essenziali
-proteggono l’invasione di altri microrganismi
-stimolano la risposta immunitaria
-POI ABBIAMO QUELLI LEGATI ALL’AGRICOLUTURA i quali aiutano a livello
delle radici le varie coltivazioni per far vivere la pianta (legumi)
-aiutano il processo digestivo degli animali ruminanti
-POI ABBIAMO QUELLI LEGATI ALL’INDUSTRIA ad esempio alimentare come
quella dei formaggi e dello yogurt
-POI ABBIAMO QUELLI METANOGICI quindi del metano, i quali aiutano l’uomo
con la produzione di energia.

DIVIDIAMO in 2 classi

Procariotici (BATTERI)
Eucariotici (ALGHE, FUNGHI, PROTOZOI)
virus parassita???

la prima è una cellula molto semplice, non ha un vero e proprio nucleo, il DNA non è
circondato da membrana ma localizzato all’interno del citoplasma, mentre gli
eucalipti hanno un vero e proprio nucleo circondato da membrana ,hanno dimensioni
più grandi, hanno sia l’apparato del golgi che il reticolo endoplasmatico che è assente
nel procariota, e soprattuto hanno i Mitocondri!!!
nel procariota l’attività mitocondriale è svolta da un invalidazione della membrana
plasmatica che viene detta Mesosoma.

Gli Eucarioti si riproducono per via sessuata ed asessuata


i procarioti solo per via asessuata quindi scissione binaria.

I BATTERI
Sono microrganismi unicellulari procarioti.
Sono spesso responsabili di malattie essendo patogeni, cioè producono sostanze che
possono danneggiare il nostro organismo.
-Essendo procarioti presentano un singolo cromosoma circolare super avvolto, che
rappresenta il materiale genetico della cellula, sprovvisto di membrana
citoplasmatica, quindi senza Nucleo. (Aploide)
Dalla membrana citoplasmatica dipartono delle invaginazioni dette Mesosomi, sono
strutture cellulari deputate alla respirazione cellulare.
Si riproducono per asessuata quindi per scissione binaria.
La parete Cellulare conferisce rigidità alla cellula preservando la pressione interna e
differenzia i batteri in due gruppi (Gram positivi e gran negativi)
il PEPTIDOGLICANO è l’elemento responsabile della rigidità cellulare, è costituito
da due derivati polisaccaridici (Acetilglucosamina e Acetilmuramico).

1)GRAM POSITIVI
presentano uno strato spesso di Peptogliccano, che presenta un acidi tecoici, che a
contatto con la membrana vengono chiamati acidi lipotecoici
2)GRAM NEGATIVI
presentano una struttura più complessa, in quanto è costituita da un sottile strato di
peptoglicano internamente in comunicazione con la membrana esterna tramite le
proteine di Brown?? oltre a questo vi è uno spazio periplasmatico con proteine ed
enzimi essenziali per la struttura della parete, sulla membrana esterna ci sono delle
proteine dette pori, a livello invece della membrana esterna troviamo il
lipopolisaccaride, una molecola virulenta e quindi tossica quando se ne viene a
contatto, costituita da acidi grassi e disaccaride-difosfato.

Nel momento in cui un batterio viene lisato viene rilasciata la porzione virulenta, che
va nel citoplasma dove incontrerà una proteina legante, la Banding-protein, e quindi
questo complesso andrà ad attivare a livello dei macrofagi un recettore che attiverà a
sua volta una proteina recettoriale che trasduce il segnale all’interno del citoplasma
fino al nucleo, qui si attiveranno fattori di trascrizioni che attiveranno oltre 100 geni
responsabili di citochine e quindi partirà una risposta infiammatoria.
E se la risposta infiammatoria non viene ridimensionata può indurre lo shock settico e
quindi indurre la morte.

La parete invece dei MICROBATTERI (esempio il batterio della tubercolosi)


ha uno strato sottilissimo di peptoglicano che prende contatto con vari strati (arabino-
galattino + lipo-arabino-galattino) tra cui un acido nell ultimo strato che garantisce
resistenza a molti composti chimici (acido-resistenti).

•Per osservare un microorganismo al microscopio


Vanno colorati (colorazione GRAM) vanno colorati per discriminare se sono
GRAM+ o GRAM-
1. Colorati di viola
2. Viene tolto il colore
3. Bianco GRAM- / rosa GRAM+
STRUTTURE SUPERFICIALI DEI BATTERI
Hanno diverse funzioni, come il movimento della cellula, far aderire la cellula ha
diverse superficie e proteggere la cellula da diverse insidie.

Troviamo i Flagelli deputati al movimento della cellula, sono appendici lunghi e


sottili, e in base alla localizzazione e al numero dei flagelli distinguiamo i batteri in
-Polari (un flagello solo)
-Lofotrichi (più flagelli sempre da una parte)
-peritrichi (più flagelli su tutto il batterio)
-Anfitrichi (presenti due flagelli opposti)
I flagelli nei procarioti sono più semplici, si divide in 3 regioni:
-Filamento, parte dalla base fino all estremità (costituito dalla proteina flagellina)
-Gancio o Uncino costituito da subunità proteiche
-Corpo basale, formato da più proteine che formano anelli connessi
nei gram negativi il corpo è formato da una doppia coppia di anelli
nei gram positivi c’è solo una coppia di anelli

Il flagello si muove grazie a due proteine:


-MOT per il controllo del motore infatti generano una forza motrice che ruta gli anelli
(detta FORZA PROTON MOTRICE)
-FIT queste proteine controllano l’inversione di rotazione del movimento, questa
variazione di direzione è dovuta a degli stimoli che il batterio recepisce

• Movimento in risposta ad uno stimolo


• - Chemiotassi: risposta ad una sostanza chimica
○ Positiva: se si muove verso una sostanza attrattiva
○ Negativa: quando si allontana dalla sostanza repellente
• maggiore è la capacità di attrazione della sostanza, maggiore è
l’avvicinamento batterico
• - Fototassi: risposta ad uno stimolo luminoso
• - Aerotassi: risposta ai livelli di ossigeno
• - Osmotassi: risposta alle diverse concentrazioni ioniche

LE FIMBRIE invece sono altre appendici superficiali con funzione di aderire alle
superfici , costituite da una proteina la PILINA, altre strutture sono i PILI che
stabiliscono connessioni con le cellule adiacenti, quindi passaggi di informazioni.

Un altra struttura dei procarioti caratteristica è la CAPSULA


un Materiale ricco di polisaccaridi organizzati rigidamente e impermeabile.
poi abbiamo anche la SPORA, una struttura solamente dei Gram positivi con gran
resistenza al calore, ad agenti chimici e fisici ed è impermeabile ai coloranti.
Il Batterio quando avverte di essere in presenza di pericoli in ambiente ostile, in
carenza di nutrienti, si attiva per formare la spora.

IL CICLO VITALE DI UN BATTERIO SPORIGERO (gram+)


cellula vegetativa, condizioni avverse, si incomincia a sviluppare la spora, con
germinazione della spora, poi si rilascia la spora in condizioni favorevoli

LA CRESCITA MICROBICA (consiste nell’aumento dei vari componenti cellulari)

La crescita è il processo conclusivo della vita di una cellula, grazie al quale da una
cellula se ne formano due.

I batteri si riproducono per scissione binaria, quindi per via asessuata, e consiste nella
duplicazione della cellula, partendo da una cellula madre per giungere a due cellule
figlie identiche!
Il primo passaggio è appunto la duplicazione della molecola di DNA!
nei procarioti il dna è una molecola circolare non circondata da membrana, quindi
osservando la cellula vedremo duplicare il dna e avremo una cellula con due
molecole di dna identiche fra di loro
Dopo questo passaggio la cellula formerà un setto di separazione fra le cellule, quindi
una INVAGINAZIONE della membrana plasmatica fino a generare una separazione
netta delle due Cellule!!!

possiamo osservare il ciclo di crescita diviso in 4 FASI:


-FASE DI LATENZA
-FASE ESPONENZIALE
-FASE STAZIONARIA
-FASE DI MORTE
-Nella fase di latenza abbiamo bisogno di un terreno ricco di nutrienti, i quali i
microrganismi andranno a sintetizzare tutte le componenti cellulare necessarie per la
replicazione ( più la cellula è giovane, più la fase è veloce!)
poi abbiamo la fase Esponenziale dove i microrganismi si iniziano a replicarsi
fino alla fase stazionaria dove vi è un equilibrio tra la fase di duplicazione e di morte.
quindi tanti si producono quanti muoiono.
Poi si arriva alla fase di morte quando non vi sono più nutrienti nell terreno e non ci
si può duplicare.

All’interno della cellula batterica avvengono una serie di reazioni biochimiche:


IL METABOLISMO BATTERICO.
Questo metabolismo è suddiviso in catabolismo (quando vi è ossidazione del
substrato con produzione di energia) ed anabolismo ( quando si usa energia per la
sintesi dei costituenti cellulari)

Durante il catabolismo l’energia viene ad essere conservata a livello dei legami


fosfati dell ATP, in presenza di acqua l’ATP rilascia gruppi fosfati, e da un punto di
vista nutrizionale possiamo dividere i batteri in
FOTOTROFI (utilizzano energia proveniente dai raggi solari)
CHEMIOLITOTROFI (energia da sostanze inorganiche)
CHIEMIOGANOTROFI (energia di ossidazione di sostanze organiche)

In base alla presenza di ossigeno poi il microrganismo è in grado o no di crescere:


-Anaerobi obbligati
-Aerobi Obligati
-Anaerobi facoltativi
-AUTOTROFI invece utilizzano fonti di carbonio e sostanze chimiche inorganiche
-ETEROTROFI utilizzanofonti di carbonio organiche

l’ATP all’interno di una cellula viene prodotta attraverso due vie metaboliche:
queste vie sono rappresentate dalla fermentazione(substrati) e dalla
respirazione(ossidazione).

LA GENETICA BATTERICA
I componenti che caratterizzano la cellula sonagli acidi nucleici (DNA E RNA) e le
proteine, inoltre vi è un polimero che è il peptoglicano.

nei batteri l’informazione genetica è contenuta in un unico cromosoma, con un unica


molecola di dna circolare (aploide).
la replicazione è di tipo semi-conservativo ed avviene in un punto preciso L’OR-
CI???
FASI DELLA DUPLICAZIONE
1) separazione dei filamenti di DNA ad opera di enzimi detti Elicasi che rompono i
legami idrogeno fra la basi azotate
2) si forma la forcella di replicazione, si rendono liberi i due filamenti di dna
3) sul filamento principale aperto si iniziano a legare i nuovi nucleotidi aventi basi
complementari ai nucleotidi———-sul filamento secondario interviene un enzima
che determina la sintesi di piccoli tratti di dna (detti frammenti di Okazaki).
Successivamente ad opera di un altro enzima detto LIGASI questi frammenti
vengono uniti.

ALL’interno dei procarioti sono presenti anche i PLASMIDI


Sono molecole di DNA circolare a doppio filamento che si replicano
indipendentemente dal cromosoma della cellula ospite e contengono geni accessori
non essenziali per la sopravvivenza del batterio e possiamo distinguere:

-I plasmidi coniugativi: possiedono un set di geni che permettono loro di essere


trasferiti da una cellula batterica ad un’altra.
-I plasmidi di resistenza ad un antibiotico Genetica batterica
-I plasmidi con geni che conferiscono virulenza
-I plasmidi che codificano batteriocine (sostanze tossiche)

Poi vi sono anche i TRASPOSONI


Sono elementi genetici mobili in grado di trasferire il DNA all’interno di una singola
cellula da una posizione ad un’altra del cromosoma o dal cromosoma ad un plasmide
e viceversa.
Questi fenomeni avvengono all interno della stessa cellula

Il trasferimento può avvenire secondo tre meccanismi diversi


1)TRASFORMAZIONE
si intende quel processo mediante il quale un DNA libero viene incorporato in una
cellula ricevente e determina un cambiamento genetico

2)TRASDUZIONE (generalizzata e specializzata)


si intende quel processo il quale il DNA viene trasferito da una cellula ad un’altra
cellula attraverso l’intervento di un virus batterico “batteriofago o fago”.

3)CONIUGAZINE (questo processo avviene attraverso i PILI!!!!)


è un processo invece di trasferimento genetico che comporta il contatto cellula-cellula
PATOGENICITA’ MICROBIOTICA
Si intende la capacità dei microorganismi di causare malattia.
La maggior parte delle specie batteriche esistenti vive nell’ambiente a spese di
materiale inanimato (vita saprofitica), mentre solo una minoranza è capace di vita
parassitaria a carico di organismi superiori.

Il parassitismo a facoltativo o obbligatorio appunto se è saprofiti oppure se ha


bisogno di un altro organismo per vivere, crescere e moltiplicarsi.

In base al rapporto con gli altri organismi distinguiamo


Batteri:
SIMBIONTI , sono utili agli ospiti
COMMENSALI sono indifferenti agli ospiti
PATOGENI sono microrganismi che causano malattie, infezioni.

Un patogeno è usualmente definito come un microrganismo in grado di invadere i


tessuti di un organismo umano e di moltiplicarsi, danneggiandone il normale
funzionamento con la produzione di una o più sostanze tossiche.

La virulenza invece è il grado di patogenicità di ciascun microrganismo, tanto è più


virulento, tanto è più in grado di produrre malattie.
I fattori di virulenza si riferiscono a prodotti genici che rendono il microrganismo
maggiormente abile nell’avviare un processo infettivo all’interno dell’organismo
ospite.

Nell’uomo le malattie da infezione sono dette esogene quando un microorganismo


passa da un individuo infettato ad un altro individuo, mentre sono dette endogene
quando microganismi commensali passano da un distretto dove questo organismo non
dovrebbe esistere (esempio dal’intestino all’apparato urinario).

Quelle Esogene si trasmettono orizzontalmente per via aerea, alimentazione,


inoculazione, conteggio sessuale o penetrazione traumatica(ferita).
La trasmissione verticale si ha invece ad esempio attraverso una madre infetta verso il
proprio feto (da madre a figlio per via transplacentare o perinatale).

Il processo patogenico si suddivide in FASI


1)Esposizione: del microrganismo con l agente ospite
2)Adesione: il Microogranismo aderisce all ospite,
3)Invasione: quando penetra all interno
4)Colonizzazione e crescita
5a)Tossicità:
5b)Invasività
6)Danno ai tessuti e quindi la malattia vera e propria.

Ogni microrganismo possiede fattori di virulenza e sono:


la capsula, le adesine, le invasine, gli enzimi degradativi, le tossine, e i vari
meccanismi per sfuggire all’eliminazione mediata dalle difese dell’ospite.

BIOFILM
hanno anche la caratteristica di generare il biofilm, costituito da cellule microbiche e
matrice extracellulare la quale è composta da polisaccaridi che determina la
composizione primaria
I batteri possono utilizzare meccanismi specifici per aderire e colonizzare le diverse
superfici del corpo. Molti batteri sono dotati di Adesine che si legano a specifici
recettori sulla superficie tissutale e ciò li preserva dall’essere rimossi.
Una struttura di derivazione batterica che facilita la colonizzazione, in particolar
modo nei dispositivi chirurgici è il Biofilm.

LE TOSSINE
sono molecole che vengono prodotte e danneggiano direttamente ai tessuti
innescando attività distruttive.
Si dividono in :
1)ESOTOSSINE: prodotte da gram+e- dotate di una specifica tossina, sono prodotti
proteici e vengono eliminate all’esterno. (termolabili)
2)ENDOTOSSINE sono i lipopolisaccaridi dei gran negativi, sono molecole stabili e
non vengono distrutte normalmente dalla sterilizzazione. (termostabili)

possiamo classificare le esotossine sulla specificità di bersaglio e sul meccanismo


d’azione della tossina

la prima la suddividiamo in:


•–neurotrope: agiscono a livello del sistema nervoso centrale o periferico (tossina
tetanica e botulinica)
•–enterotossine: agiscono sulla mucosa intestinale (tossina colerica, enterotossine di
E. coli)
•–pantrope: diffusione dei recettori cellulari (tossina difterica, tossina pertossica,
tossina di Shiga)
quelle del meccanismo d’azione:
•superantigeni (tossine tipo I) formando pori o canali transmembrana sulle membrane
integre
•esotossine che danneggiano le membrane della cellula ospite (tossine tipo II)
danneggiando la membrana cioè agendo enzimaticamente sui fosfolipidi di
membrana (Fosfolipasi C, emolisina termolabile di Pseudomonas aeruginosa)
• tossine A-B ed altre tossine che interferiscono con le funzioni della cellula ospite
(tossine tipo III) penetrando direttamente nel citoplasma delle cellule ospiti,
attraverso un meccanismo di endocitosi recettore-mediato

Le esotossine hanno una subunità A che penetra nella cellula e svolge la sua attività
enzimatica
e una subunità B che riconosce il legame specifico a cui legarsi

Tossina colerica
Le parti B, reagendo con i recettori specifici, modificano allostericamente il
complesso, traslocando attraverso la membrana cellulare il polipeptide A, che si
scinde in A1 ed A2. Il frammento A1 è enzimaticamente attivo;ADPribosilante per
una proteina di membrana che controlla l’AMP ciclasi. La tossina colerica induce una
notevole quantità di AMP-ciclico nelle cellule della mucosa intestinale e provoca una
pertubazione nel passaggio di acqua e elettroliti che si traduce in perdita di acqua
verso il lume intestinale e conseguente diarrea e disidratazione dell’organismo.

-Le esotossine superantigene


Legame del superantigene alle regioni extracellulari del recettore T (TCR) e del
complesso maggiore di istocompatibilità (MHC) di classe II

-Le Tossine neurotrope sono rappresentante dalla Tossina Tetanica e dalla Tossina
Carbonchiosa esse agiscono sul sistema nervoso centrale tramite una ferita e tramite
il sistema ematico agisce sulla organismo provocando la morte dopo l’instaurarsi di
una Paralisi Spastica per contrattura muscolare generalizzata

-Tossina Botulinica agisce a livello del sistema nervoso periferico e provoca la morte
in seguito all’instaurarsi di una Paralisi Flaccida grazie all’inibizione
dell’AcetilCoenzimaA, entra in contatto con l’organismo esterno tramite
l’alimentazione e l’assorbimento a livello intestinale.

-LE ENDOTOSSINE
Le endotossine batteriche sono rappresentate dalla componente lipopolisaccaridica
della membrana esterna tipica dei batteri gram-negativi la cui struttura e’ uguale in
tutte le specie, il che spiega perche’ in tutte le infezioni da gram-negativi esistano una
serie di sintomi comuni.

Il lipopolisaccaride è diviso in 3 regioni

-ANTIGENE O: è una catena terminale polisaccaridica, composta da sequenze


oligosaccaridiche ripetute che, differendo nei diversi batteri, sono responsabili della
specificita’ antigenica;
-CORE: è di natura polisaccaridica con composizione abbastanza costante in tutti i
batteri Gramnegativi;
-LIPIDE A: è un dimero fosforilato, responsabile dell’azione tossica del
lipopolisaccaride, di N acetilglucosammina uniti ad acidi grassi saturi.

Nel momento in cui un batterio viene lisato viene rilasciata la porzione virulenta, che
va nel citoplasma dove incontrerà una proteina legante, la Banding-protein, e quindi
questo complesso andrà ad attivare a livello dei macrofagi un recettore che attiverà a
sua volta una proteina recettoriale che trasduce il segnale all’interno del citoplasma
fino al nucleo, qui si attiveranno fattori di trascrizioni che attiveranno oltre 100 geni
responsabili di citochine e quindi partirà una risposta infiammatoria.
E se la risposta infiammatoria non viene ridimensionata può indurre lo shock settico e
quindi indurre la morte.

FARMACI ANTIBATTERICI
Non sono altro che i comuni antibiotici, il primo è stato scoperto casualmente da
fleming osservando al microscopio una piastra dove era cresciuto un batterio e notò
che la muffa prodotta dal penucillium andava ad inibirgli la crescita

Con il termine antibiotico si definiscono sostanze prodotte da batteri o funghi in


grado di inibire la crescita di altri microrganismi. Dal momento che attualmente
molte molecole vengono prodotte per via sintetica o semisintetica è preferibile
utilizzare il termine Chemioterapici antibatterici : perchè sintetizzate in laboratorio.

Il requisito fondamentale che deve avere è quello di colpire la cellula microbio senza
interferire con la cellula eucaristia dell organismo ospite, in modo selettivo.

Abbiamo due meccanismi d’azione dell antibiotico:


-BATERIOSTATICO quando fa si che non si moltiplichi il batterio
-BATTERICIDA quando uccide il batterio
Possiamo avere uno spettro d’azione AMPIO quando la molecola è attiva sia sui
gram+ che i gran negativi, MEDIO se la molecola è attiva verso i gram positivi e solo
alcuni negativi, e viceversa, RISTRETTO se invece è attiva solo su uno dei due Gram

I principali meccanismi quindi


inibiscono la sintesi di parete cellulare, acidi nucleici, sintesi proteica, disgregano la
struttura lipidica della membrana esterna dei gram-, è importante utilizzare
l’antibiotico specifico per i diversi microrganismi in quanto si potrebbe andare
incontro alla farmacoresistenza.

Questi antibiotici agiscono in maniera tale da non permettere ad esempio la sintesi del
peptioglicano, quindi la sintesi della parete.
Durante questa sintesi catalizzata da enzimi specifici, gli antibiotici B-Lattamici
vanno a legare con questi enzimi in modo da non far formare più legami covalenti
con il peptoglicano, in modo che non si formi la struttura a rete della parete batterica.
e sono BATTERICIDI.

Gli antibiotici che invece inibiscono la sintesi proteica interagiscono con le subunità
ribosomiale, bloccando le varie subunità con 2 effetti, o la formazione di proteine
aberranti oppure il rilascio prematuro dell’ Rna messaggero senza quindi produzione
di proteine.
Oppure altri antibiotici hanno attività Battericida legandosi al DNA polimerasi
inibendo la sintesi creando un danno abbastanza grave, altri ancora bloccano la sintesi
e la riparazione del DNA.

L’utilizzo inappropriato di antibiotici si aumenta l’insensibilità di un batterio ad un


determinato antibiotico, questa resistenza può essere
Primaria: quando il batterio è da sempre insensibile a quel antibiotico
Acquisita: Quando compaiono ceppi batterici (mutazioni genetiche) non vengono
distrutti o inibiti

i Meccanismi di resistenza sono diversi:


-Produzione di enzimi inattivanti il farmaco
-ridotta permeabilità al farmaco
-degradazione enzimatica del farmaco
-modificazione del bersaglio su cui agisce al farmaco
-creazione di una via metabolica alternativa

VALUTAZIONE della sensibilità, chiamata ANTIBIOGRAMMA


permette una valutazione non quantitativa delle sensibilità di un ceppo batterico a
diversi farmaci antibiotici. Si esegue osservando, in piastre di agar e dopo
incubazione per 16-20 ore a 37OC la crescita di un batterio in presenza di uno o più
farmaci tra quelli ai quali è normalmente sensibile.
Si dice che un batterio è SENSIBILE ai farmaci in presenza dei quali la sua crescita è
inibita (alone di inibizione). Si dice che un batterio è RESISTENTE ai farmaci in
presenza dei quali la sua crescita non è inibita.

-per stabilire la concentrazione di antibiotico da utilizzare si esegue la MIC

M.I.C (minima concentrazione inibente) è un esame quantitativo e rappresenta la


minima concentrazione (o la più alta diluizione) del farmaco alla quale è ancora
presente l’inibizione della crescita.
L’uso della M.I.C permette di scegliere tra diversi farmaci ai quali uno stesso batterio
è sensibile.

I PRINCIPALI BATTERI PATOGENI PER L’UOMO SONO:

STAFFILOCOCCHI
Sono Gram-positivi normalmente a grappolo, immobili, asporigeni, crescono a varie
temperature (10-42°C) con un ottimale di 37°C; sono aerobi o aerobi facoltativi e
crescono in terreni semplici, quindi crescono ottimamente nel nostro corpo,
una volta effettuata la crescita presentano una struttura a grappolo e una colorazione
violacea, proprio perchè trattengono il colorante a livello della parete batterica
costituita da uno spesso spessore di peptoglicano.
Hanno una rilevanza clinica notevole, divisi in tre specie
-aureus: genera infezioni della cute, ascessi, endocardite,osteomielite
-epidermidis: infezioni su protesi valvole cardiache venose
-saprophyticus: infezioni urinarie

L’Aureus Produce l’enzima Coagulasi che è in grado di coagulare il plasma, e la sua


proteina A agisce come fagocita in difesa dell organismo, produce anche varie tossine
come Enterotossina ( intossicazione alimentare) Esfoliativa (desquamazione cute)
Emolisina (lisi globuli rossi)
Leucocidina(lisi globuli bianchi e dei macrofagi)
Tossina dello shock tossico

STREPTOCOCCHI
Sono dei Gram-positivi, immobili, asporigeni, talvolta capsulati, crescono a
temperature 37°C; sono aerobi-anaerobi facoltativi e crescono in terreni arricchiti,
classificati in base all’Emolisi, in base agli antigeni di superficie e le reazione
chimiche

gli ALFA EMOLITICI si dividono in 2 :


-Gli streptococchi VIRIDANTI sono commensali delle vie respiratorie superiori e del
tratto gastroenterico dell’uomo.Sono aerobi facoltativi le colonie mostrano zone di
alfa emolisi. Possono causare carie dentale ed endocarditi

-Gli streptococchi PNEUMONIE sono dei normali colonizzatori del tratto


respiratorio superiore. Aerobi facoltativi capsulati. Causa otite medie sinusite,
infezione respiratorie profonde, meningite batterica.

i BETA EMOLTICI sono 3 gruppi A,B e C


Gruppo A)
Gli streptococchi beta-emolitici di gruppo A sono commensali del tratto respiratorio
superiori. (faringite, tonsillite, otite) La diffusione avviene principalmente attraverso
le goccioline respiratorie. Sono germi aerobi facoltativi:

Gruppo B)
Gli streptococchi beta-emolitici di gruppo B appartengono alla flora del perineo,
crescono bene in agar sangue. Causano setticemia e meningite nei neonati, negli
adulti sono causa di infezioni urinarie, sepsi post-partum e di endocarditi
Quindi spesso questi portano alla morte dell’individuo infettato

Gruppo C)
Gli streptococchi beta-emolitici di gruppo C sono rappresentati da molte specie
alcune delle quali sono importanti patogeni per gli animali quindi hanno un interesse
di tipo veterinario. Quando infettano l’uomo l’infezione è come quella causata dagli
streptococchi di gruppo A.

Gli Streptococchi producono diversi fattori di virulenza:


-L’Acido lipoteicoco che permette l’aderenza nel tessuto faringeo
-la Proteina M con fattori antifagocitari
-L’Emolisine che pisano gli eritrociti
-L’esotossina che permettono la loro diffusione nei tessuti

CLOSTRIDI
Sono dei Bacilli Gram positivi anaerobi stretti, sporigeni quindi che producono spore
e producono esotossine
tra le loro infezioni più famose c’è il Tetano e le intossicazioni alimentari, e il
botulismo

Il tetano è una patologia molto grave se non curata, perchè si verifica paralisi di tipo
spastica, e si va incontro a morte

ENTEROBATTERI
Sono Bacilli Gram negativi aerobi anaerobi facoltativi, asporigeni crescita ottimale a
37°C fermentano molti carboidrati, ossidasi negativi, catalasi positivi, fermentano il
glucosio,
vengono classificati in 3 ordini secondo il:
-Polisaccaride somatico O
-Antigene capsule K
-Proteina flagellare H

Provocano infezioni grastroenteritiche, urinarie, meningite neonata, polmoniti.

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I VIRUS

i virus come i batteri possono essere patogeni per l’uomo e quindi produrre malattie,
sono dei PARASSITI ENDOCELLULARI OBLIGATI, in quanto non riescono a
vivere in maniera autonoma, sono dipendenti sempre da una cellula ospite, e quindi
devono infettare un organismo per replicarsi e sopravvivere.

-I primi sono stati scoperti all’inizio del 900 in una malattia del tabacco della pianta.

- A metà del 900 è stato dimostrato che il suo RNA era infettante, non esistono in
natura altri organismi che presentano un genoma Virale.
La particella virale viene definita VIRIONE, ha la funzione di inserire il proprio
ACIDO NUCLEICO in una cellula ospite, l’acido ha una struttura che lo protegge
chiamato CAPSIDE con funzione di protezione appunto e consente l’adesione del
virino su specifici recettori della cellula da infettare.
Alcuni virus all’esterno della Capside presentano un rivestimento di proteine virali e
lipidi con il nome di PERICAPSIDE
insieme le due strutture formano il NUCLEOCAPSIDE!!!

il virus viene definito Nudo se possiede solo il CAPSIDE, il virus invece che possiede
entrambi viene definito Rivestito.

In base alla disposizione proteica intorno al genoma abbiamo due simmetrie, una
Elicoidale e una Icosaedrica(20facce!).

Solitamente i virus a DNA presentano una struttura Elicoidale sono costituite da unità
dette protomeri e sono virus rivestiti quindi con PERICAPSIDE

Invece i virus icosaedri le unità proteiche sono dette CAPSOMERI, e possono essere
in base alla disposizione PENTONI o ESONI

LA CLASSIFICAZINE DEI VIRUS è in base alla :Morfologici •Strutturali •Forma


•Dimensione •Tipo e struttura del genoma •Strategie Replicative

I virus con genoma all’RNA possono avere il genoma positivo o negativo..il genoma
polare positivamente ha un RNA messaggero, al contrario se negativo l’RNA deve
essere retrotrascritto da un enzima virale in maniera da ottenere un RNA a polarità
positiva.

I virusa a DNA sono invece in minoranza.

I virus sono in grado di esprimere il loro potenziale biologico, ossia di tradurre le loro
informazioni genetiche solo quando il loro genoma e’ Introdotto in una cellula,
spogliato dall’involucro e Tradotto a spese delle strutture metaboliche cellulare
dell’ospite
La sua REPLICAZIONE VIRALE è suddivisa in più FASI:
-Riconoscimento della cellula bersaglio, quindi specie specifica
poi vi è L’ATTACCO , poi la Penetrazione quindi l’ingresso nella cellula da
infettare , la Liberazione del genoma virale, la Sintesi delle macromalecolare virali,
l’Assemblaggio del nuovo virione formato , la Gemmazione dei virus dotati di
pericapside e così il Rilascio del virus pronto ad andare infettare altre cellule.

Il primo step il riconoscimento avviene tramite il recettore della cellula ospite e il


correcettore virale(proteico o residui di carboidrato).
Alcuni virus usano più di un recettore e quindi hanno più vie di ingresso nella cellula.
dopo il riconoscimento e l’attacco recettoriale vi è la fase della penetrazine con
ingresso del virus all interno del citoplasma, e richiede un alto consumo di energia
della cellula ospite, qui già il virus sfrutta l’apparato cellulare e quindi si spende già
molta energia. questa penetrazine avviene con diversi processi, ENDOCITOSI se il
virus è nudo oppure ENDOCITOSI E FUSIONE se è un virus rivestito
La Fusione è un riconoscimento recettoriale e legame e avviene la fusione fra
l’envelope virale e la membrana cellulare, con liberazione del nuclueocapside nel
citoplasma, in seguito scapsidamento del genoma delle proteine capsidiche

l’Endocitosi invece inizia uguale ma vi è un introduzione di una vescicola endocitica,


che si fonde con la membrana e in seguito liberazione del nucleocapside nel
citoplasma con esposizione del genoma virale, e da qui la replicazione del genoma
del virus.

LO SCAPSIDAMENTO
è una separazione del genoma virale dalle proteine che lo ricoprono, grazie a vari
meccanismi:
Tramite enzimi lisosomiali che si riversano all’interno degli endosomi
Tramite acidificazione dovuta a proteine
Tramite Acidificazine dovuta ad altri fattori

-Per alcuni virus (Herpes, Papova, Influenza) il nucleocapside migra sulla membrana
nucleare e introduce il genoma virale nel nucleo attraverso i pori della membrana
nucleare.

GEMMAZIONE VIRUS RIVESTITI (è l’ultimo meccanismo del ciclo replicativo)

Intervengono glicoproteine virus-specifiche che migrano verso la membrana cellulare


e si inseriscono in membrana dislocando in periferia le proteine di membrana, il
nucleocapside ( circondato dalla proteina M) interagisce con la coda
intracitoplasmatica delle glicoproteine virali e si ha un estroflessine della membrana e
si ha la gemmazione del virus rivestito dell’involucro con liberazione nell ambiente
esterno.

GEMMAZIONE VIRUS NUDI


La maturazione avviene nella matrice, i capsomeri si compongo fra di loro a formare
il capisde e si ha la formazione del genoma virale con maturazione del Virione, che
maturo viene ad essere liberato con la LISI della cellula.
VIRUS PATOGENI PER L’UOMO

i VIRUS sono dei PARASSITI ENDOCELLULARI OBLIGATI, in quanto non


riescono a vivere in maniera autonoma, sono dipendenti sempre da una cellula ospite,
e quindi devono infettare un organismo per replicarsi e sopravvivere.

Nell’uomo i virus che possono infettarlo sono molteplici e con diverse famiglie:
Famiglia Herpesviridae
Famiglia Papillomaviridae
Famiglia Orthomyxoviridae
Famiglia Retroviridae
Famiglia Virus dell’Epatite

HERPESVIRIDAE
lo dividiamo in 8 Tipi, 3 Alpha, 3 Beta e 2 Gamma,
ogni tipologia infetta una cellula specifica, ad esempio l’herpes di tipo 1 infetta
l’epitelio squamoso stratificato , mentre ad esempio il tipo 5 infetta epiteli ed endoteli
in generale.

La struttura di questi virus è a DNA circondato da un capisde ed un pericapside dopo


all’esterno troviamo delle glicoproteine con funzione antirecettoriale e correcetoriale.

tra il capisce e il pericapside c’è uno spazio chiamato Tegumento dove si trovano
proteine ed enzimi necessari nelle prime fasi del ciclo replicativo
Entra all’interno della cellula ospite tramite meccanismo di riconoscimento
recettoriale, da qui la penetrazione del citoplasma dove viene rilasciato il genoma,
che arriva a ridosso del poro nucleare e a livello del nucleo inizia la Trascrizione
Virale con un processo detto a cascata.
I primi geni ad essere tradotti sono i GENI IMMEDIATI PRECOCI che producono
PROTEINE ALPHA con funzione di regolare la trascrizione genica,
Poi vengono tradotti i GENI PROCOCI che producono PROTEINE BETA con fattori
di trascrizione Enzimatica tra cui la DNA POLIMERASI VIRALE
e infine i GENI TARDIVI che produrranno le PROTEINE GAMMA le quali
andranno a completare la struttura del Virione.

una volta venuta la trascrizione di tutte le proteine virali, si ha l’assemblaggio della


nuova particella virale con fuoriuscita del nuovo virione dal citoplasma verso
l’ambiente esterno tramite GEMMAZIONE.
Questi virus hanno la caratteristica di vivere una fase di LATENZA dove il virus
rimane inattivo, solo nel momento in cui il virus subisce degli impulsi esterni quali lo
stress , raggi ultravioletti, il virus comincia a sintetizzare le varie proteine necessarie
il ciclo replicativo.

I viorioni di HSV sono costituiti da 4 componenti principali •Un core che contiene il
DNA virale •Un capside icosaedrico costituito da 62 capsomeri •Uno strato di natura
proteica denominato tegumento che avvolge il capside •L’envelope

LE MANIFESTAZIONI CLINICHE SONO DIVERSE


-Herpes Neonatale
-Encefaliti erpetiche
-Cheratocongiuntiviti
-Herpes Genitali

Anche la VARICELLA è della famiglia degli Herpes,

Infezione primaria del virus VZV è rappresentata dalla varicella, tipica malattie
esentimatica dell’infazia, mentre ll’ Herpes zoster o fuoco di Sant’Antonio è
un’affezione sporadica che si verifica negli adulti ed è causata dall’infiammazione dei
gangli sensoriali!!!!!! che si accompagna a eruzioni vescicolari che rappresentano una
distribuzione limitata alla regione cutanea innervata dal nervo interessato.

Si verifica quando un adulto già infettato ha il virus in forma di latenza ed in casi


particolari di forte stress o immuni depressione il virus si riattiva provocando appunto
il fuoco di sana’antonio che va ad infiammare i gangli sensoriali.
Il virus riesce a penetrare attraverso le vie respiratore e tramite i linfonodi giunge al
circolo ematico fino a fegato e polmoni, si diffonde fino alla cute dove darà la classica
infezione da varicella creando delle pustole piene appunto di pus e di liquido.
L’incubazione varia da 1 a 2 settimane

L’EBV conosciuto come epsten-Bar o MONONUCLEOSI


la diffusione avviene per contatto salivare, quindi il sito d’infezione è l’epitelio della
faringe, dove il virus può restare dormiente all’interno delle cellule, e proprio i
monociti atipici all interno del sangue sono linfociti B infetti da questo virus.
L’infezione può degenerare giungendo alla morte dell’organismo infetto.

IL CITOMEGALOVIRUS sempre della famiglia degli HERPES


è un tipico patogeno opportunista che causa infezioni nei pazienti
immunocompromessi ed è la causa più frequente di difetti congeniti. La replicazione
del CMV è molto più lenta degli altri herpesvirus e richiede dagli 8 ai 14 giorni e
dopo l’infezione primaria, il CMV persiste nell’ospite in forma latente.
è un infezione che si può trasferire sia per via orizzontale che verticale e la sua
incubazione va da 4 a 8 settimane.

FAMIGLIA DEI PAPILLOMA VIRIDE


Sono virus icosaedri di piccole dimensioni, sono famosi perchè possono generare il
tumore al collo dell’utero.
Il Genoma è un DNA a Doppia elica circolare e costituito da 6 segmenti che generano
dei geni Early(precoci) e 2 Regione che andranno a strutturare delle proteine
strutturali (L1-L2).
è un virus che infetta le cellule epiteliali nello strato basale dell’epitelio e inizia a
replicare subito le proteine Early e poi quelle strutturali.

HPV infetta gli epiteli squamosi stratificati cheratinizzati (cute) e non cheratinizzati
(bocca, vie aeree superiori, vagina, cervice e canale anale), dove induce
proliferazione epiteliale.
L’infezione latente da HPV rappresenta la maggioranza delle infezioni da HPV

mentre i I papillomi sono lesioni epiteliali benigne che si sviluppano dopo un periodo
variabile di settimane o mesi dal momento dell’infezione.
I papillomi si sviluppano su epiteli squamosi stratificati, e quindi coinvolgono la cute
e vengono denominati verruche, o le mucose, denominati condilomi a livello genitale.

Essi sono caratterizzati da un ispessimento dello strato spinoso (acantosi), dello strato
granuloso (paracheratosi) e dello strato corneo (ipercheratosi).
Le cellule degli strati più superficiali dell’epidermide possono presentare tipiche
anomalie nucleari con nuclei eccentrici e picnotici (masse compatte e fortemente
colorate) circondati da un alone chiaro. Queste cellule sono denominate coilociti e la
loro presenza è fortemente indicativa di infezione da HPV.

HPV può provocare il calcinoma in quanto vi sono proteine (E6-E7) che bloccano le
proteine che bloccano i fattori trascrizionali e bloccano proteine che decidono se una
cellula può continuare il ciclo replicativo o no, quindi non vi è più controllo, e con
conseguente formazione del tumore.

La trasmissione avviene per:


1.Per contatto diretto e contratte tramite piccole lacerazioni cutanee o delle mucose;
2.Per contatto sessuale;
3.Durante il passaggio di un neonato attraverso il canale del parto infetto

ORTHOMYXOVIRIDAE

A questa famiglia appartengono i virus influenzali divisi in 3 tipi, A B C


dove solo a infetta anche gli animali.
Divisi anche dalla struttura delle loro glicoproteine di superficie.
La struttura del Virione del virus influenzale ha un genoma ad RNA negativa
costituita da 8 segmenti (A-B) 7 segmenti (il C)
Si andrà a legare con l’HA (emagluttina) con le cellule dell’apparato respiratorio con
ingresso per endocitosi, dove avviene il decapsicamento e fuoriuscita di Acido
nucleico che migrerà verso il nucleo.

Ha un sistema di nomenclatura particolare


1)Tipo di virus : A b o C
2) localizzazione geografica Es: Italia
3)il numero del ceppo
4)l’anno dell’isolamento

Il virus è molto variabile:


Antigenic Drift: quando si hanno piccolo differenze a livello genomico (ogni stagione
cambia) ma il nostro organismo riesce a captarlo
Antigenic Shift: quando avviene un vero riassorbimento genico, un virus di nuova
generazione, quando avvengono pandemie. (virus animale+virus umano che si
scambiano informazioni genetiche e formano un nuovo virus)

RETROVIRIDAE

appartiene a questa famiglia il Virus dell’ HIV, struttura complessa con il genoma che
ha 2 molecole di RNA positivo (diploide), le sue due glicoproteine (gp120 e gp41)
strutturali fungono da antirecettore all’interno delle cellule ospiti, va ad infettare i
Linfociti, ha oltre anche 3 proteine che sono geni strutturali, ed altri regolatori.

Una volta penetrato il virus per Fusione , avviene la retrotrascrizione e sintesi del
dna, l’integrazione del provirus nel genoma e dopo inizia la trascrizione con sintesi di
proteine virali, poi si passa l’assemblaggio dei nuovi Virioli e la fuori uscita del virus
per Gemmazione pronto ad infettare le altre cellule.
Si trasmette per via Sessuale, sanguigna, inoculazione parentale, trasmissione
perinatale.
La diagnosi è determinata tramite la ricerca degli anticorpi nel siero del paziente
isolando il virus all’interno nel sangue, e si misurano i Marker dello stato
dell’infezione, quindi la quantità di Rna virale presente.
è un virus che a tutto oggi non si ha un vaccino e quindi non si può eradicare al
momento però si può inibirlo con una buona terapia per allungare la qualità della vita
dei pazienti affetti dal virus (HAART TERAPIA)

EPATITE (a,b,c,d,e)

Epatite A (HAV)
Appartiene alla famiglia dei Picornaviridae con Piricaapside e RNA POSITIVO
Si trasmetto tramite l’infezione di cibo infetto, e dall’intestino entra nell’apparato
circolatorio per arrivare poi al fegato, infine eliminato attraverso le feci.
Non è un infezione mortale anzi spesso Asintomatica.

Eatite B
Appartiene alla famiglia dei Hepadnaviridae, è un infezione piuttosto seria per questo
abbiamo anche un vaccino, è composto da un genoma a DNA circolare bicatenario:
Gene S → codifica per le proteine dell’envelope (HBsAg)
Gene C → codifica per le proteine del core (HBcAg, HBeAg)
Gene X → codifica per la proteina X ad azione transattivante
Gene P → codifica per la DNA-polimerasi

L’infezione di HBV ha 3 diversi quadri clinici:


1)decorso acuto con completo recupero e immunità dall’infezione
2)fulminante: epatiti con mortalità del 90% (1% dei casi)
3) infezione cronica: persistenza del virus nell infettato e appunto il malato diventa
portatore (10% dei casi)

Vie di trasmissione
PARENTERALE CLASSICA -inoculazione di sangue o emoderivati infetti -uso di
aghi, siringhe, strumenti chirurgici contaminati -trapianto di organi infetti
PARENTERALE INAPPARENTE -oggetti da toilette taglienti o abrasivi (spazzolini
da denti, rasoi, forbici da unghie, spazzole da bagno,lamette) -strumenti non ben
sterilizzati (dentisti, agopuntura, estetista, barbiere, tatuaggi, piercing) SESSUALE
VERTICALE trasmissione materno-fetale (perinatale) V
EPATITE D

Appartiene alla famiglia deiFlaviviridae con RNA monocatenario circolare a polarità


negativa
il quale può presentarsi solo se già infettato dall’epatite B

EPATITE C
Il principale virus di causa di morte nel mondo, infetta molto gravemente l’ospitante,
non c’è tutt’oggi un vaccino.
Appartiene alla famiglia dei Flaviviridae con RNA a singola elica con polarità
positiva, esistono molti genotipi di questo tipo, e ognuno suddiviso in sottotipi
minori, e così durante la replicazioni commette errori replicando sempre nuovi
genotipi anche all interno dello stesso organismo.

Il virus si trasmette prevalentemente con il sangue •Post- trasfusionale


•Tossicodipendenza •Esposizione professionale •Trasmissione sessuale •Trasmissione
Parenterale Inapparente. •Trasmissione verticale

L’infezione acuta da HCV è spesso asintomatica. Quando sono presenti, i sintomi


sono: • Dolori muscolari • Nausea • Vomito • Febbre • Dolori addominali • Ittero

L’epatite cronicizza e può dar vita al tumore del fegato nei soggetti con cirrosi(5%)

EPATITE E
Appartiene alla famiglia dei Caliciiviridae con Genoma RNA a singola filamento
la via di trasmissione è oro-fecale prettamente. (acqua contaminata e cibi)
-Decorso: quasi sempre sintomatica, frequente forma colestatica andamento clinico
benigno come epatite A
-Mortalità: frequenti le forme fulminanti (1-12%) soprattutto nelle gravide con
mortalità del 40%
-L’epatite E non cronicizza mai e non esiste la condizione di portatore cronico del
virus!!!

LA PATOGENESI
-La patogenesi è il processo attraverso il quale un’infezione virale provoca una
malattia
-La penetrazione del virus nella cellula genera una nuova entità: la cellula infetta
La patogenesi in genere è legata: •all’attività patogena del virus stesso •alla
permissività o meno dell’ospite e dei suoi organi

Caratteristiche patogene dei virus


•INFETTIVITA’: capacità di penetrare e replicarsi in un certo tessuto (tropismo);
•PATOGENICITA’: capacità di arrecare danno e malattia; e quindi la malattia
•VIRULENZA: forza e aggressività con cui viene indotta la malattia;
•INVASIVITA’: efficacia con cui un certo tessuto o organo bersaglio viene colpito.

LA patogenesi si divide in più FASI:


1.Ingresso del virus nell’ospite
2.Replicazione nella sede di primo impianto
3.Diffusione agli organi bersaglio
4.Disseminazione agli organi bersaglio
5.Eliminazione del virus dall’organismo

L’ingresso è la prima tappa, ed il virus può entrare nelle diverse vie d’accesso,
respiratorie, gastrointestinale, genitale, attraverso lesioni, trasfusioni e a volte
trapianto d’organi

La diffusione del virus avviene attraverso la Stessa sede di impianto la via ematica e
nervosa

Le infezioni sono localizzate quando rimangono circoscritte ai tessuti del sito di


ingresso o a quelli ad esso contigui. Sono infezioni dell’epitelio superficiale: cute,
congiuntiva e mucose del tratto respiratorio, gastrointestinale e genitale. Es.
Rinovirus, l’infezione non va oltre le cavità nasali .

-Avvenuta la penetrazione, il virus va incontro ad una replicazione primaria nelle


cellule permissive dislocate in corrispondenza o in prossimità del sito di ingresso.
-Nel corso di alcune infezioni (da virus influenzale, rotavirus e altri agenti di enteriti
acute) la replicazione primaria può assumere estensione tale da divenire essa stessa
causa di malattia; in questi casi il processo infettivo può rimanere localizzato sia per
peculiari caratteristiche del virus, sia per una pronta attivazione delle risposte
immunitarie.

La diffusione vediamo che il virus penetra, avviene la replicazione e il virus rimane


nel sito d’ingresso. quindi come abbiamo detto poi si diffondo o nel sangue e sistema
linfatico o attraverso i nervi periferici fino al SNC, al cervello
L’ELIMINAZINE DEL VIRUS

Assicura al virus la sua permanenza nella sua particolare sfera ecologica e ne


determina le modalitàdi trasmissione.
Coinvolge:
•le vie respiratorie (Rinovirus, Influenza A) •L’apparato digerente (HAV) •la via
ematica (HCV, HIV, etc) •le secrezioni genitali (Herpes simplex II, HPV, HIV, etc)

La trasmissione può essere Verticale o Orizzontale

Una malattia da Virus è: l’espressione di danni strutturali e/o funzionali che il virus
direttamente o indirettamente provoca ai tessuti interessati e agli organi bersaglio
possono essere DIRETTI O INDIRETTI

I DANNI DIRETTI
•Effetto Citopatico (Adenovirus, Paramixovirus, Herpes-simplex…);
•Formazione Di Inclusioni Nucleari e/o citoplasmatiche (Rabdovirus, Poxvirus,
Herpes-simplex…);
•Blocco Dei Processi Cellulari;
•Apoptosi;
•Perdita Del Controllo Nella Proliferazione Cellulare

I DANNI indiretti
Sono dipendenti dal coinvolgimento del sistema immunitario dell’ospite e
comprendono:
•Interferone e Linfochine •Attivazione del complemento •Infiammazione indotta dalla
risposta cellulo-mediata •Accumulo di immunocomplessi nel sangue e nel rene

Esiti possibili dell’infezione sono diversi :


-Infezione Inapparente: portatore sano, rilevabile solo con indagini di laboratorio;
-Infezione abortiva: infezione non produttiva, in cui il virus non completa il suo ciclo
replicativo;
-Infezione Acuta Non Persistente: si estingue con la guarigione

La maggior parte delle infezioni virali si estingue con la guarigione e la scomparsa


del virus dall’organismo. Il virus non è più rilevabile, se non in caso di reinfezione.

-INFEZIONE PERSISTENTE: risulta da un delicato equilibrio tra virus e organismo


ospite.
Dopo la fase acuta, il virus adatta il suo ciclo replicativo e la sua patogenicità così da
evitare la morte dell’ospite e persistere per tutta la sua vita in forma di:
1.Infezione cronica: Sono caratterizzate dalla continua presenza del virus che
continua a essere prodotto, anche dopo la fase acuta, in genere a livelli molto più
bassi e per lungo tempo, compatibili con la sopravvivenza dell’ospite.

2.Infezione Latente :Il virus è rilevabile durante la fase acuta di replicazione, poi non
è più rilevabile come virus infettante negli intervalli tra successive riattivazioni. Il
virus rimane sotto forma di acido nucleico integrato nel genoma cellulare o presente
nel nucleo in forma episomica.
In alcune situazioni il virus può “risvegliarsi”e iniziare un nuovo ciclo di replicazione
produttiva (recidiva), che si conclude a sua volta con una fase di latenza

3.Infezioni lente: Sono caratterizzate da un lunghissimo periodo di incubazione che


può durare alcuni anni, seguito da una malattia progressiva: non si ha mai una fase
acuta. Vi appartengono le infezioni da “ agenti non convenzionali”detti prioni: con
progressiva degenerazione spongiforme del SNC, con esito letale.

Le infezioni inoltre possono essere 1)ASINTOMATICHE O 2)MANIFESTE


1) 1. Nessun danno al tessuto infettato da parte della replicazione virale 2. Il tessuto
infettato non ha un ruolo funzionale di rilievo 3. Il danno prodotto dall’infezione è
al di sotto della soglia di funzionalità del tessuto infettato 4. Il tessuto è
rapidamente riparato successivamente al danno prodotto dalla replica virale
2) 1. Il virus è direttamente citopatico e distrugge nella sua replicazione le cellule
infettate 2. Il virus ancorchè non direttamente citopatico, induce nella sua
replicazione una risposta citotossica verso le cellule infettate 3. Il virus non è
citopatico, ma nel corso dell’infezione fa acquisire alla cellula infettata, attraverso
diversi meccanismi, le caratteristiche di “cellule trasformata”

FARMACI ANTIVIRALI (agiscono sui virus) (antibiotici sui batteri)

I virus sono parassiti intracellulari OBBLIGATI che si moltiplicano utilizzando


strutture, organelli e enzimi propri della cellula, di conseguenza:
Difficoltà maggiore ⇒ è necessario sviluppare farmaci antivirali in grado di inibire
selettivamente la moltiplicazione virale senza danneggiare il metabolismo cellulare
Il Farmaco ideale ⇒ dovrebbe interrompe la replicazione virale in un punto specifico
ed essenziale del ciclo replicativo virale senza influenzare il normale metabolismo
cellulare.
I Bersagli migliori sono le ⇒ funzioni uniche del virus, senza controparte cellulare,
quindi le varie tappe del ciclo del virus, Assorbimento, penetrazione, replicazione,
trascrizione, sintesi proteica e assemblaggio

Le problematiche della chemioterapia antivirale sono la TOSSICITA’ CELLULARE,


perchè cmq potrebbero essere tossici per la cellula ospite e poi un altra problematica
è la FARMACO-RESISTENZA che determina la comparsa della variante genetica
del virus, quindi il farmaco perde la sua efficacia.

I farmaci sono suddivisi in base al bersaglio del ciclo:


-Inibitori della fusione -Inibitori della scapsidazione e Rilascio -Inibitori della sintesi
degli acidi nucleici virali -Inibitori delle proteasi

INIBITORI DELLA FUSIONE: si è costruito in laboratorio un peptide amminoacido


il quale ha la funzione di impedire l’attività fusoria del peptide del virus che aveva la
funzione di penetrazine.
INIBITORI DELLA SCAPSIDAZINE: sono farmaci che bloccano la proteina canale
M2 che ha la funzione di far penetrare gli Ioni H+ nell endosoma con acidificazione
interna e fuoriuscita del genoma virale…la sostanza farmaceutica blocca questa
proteina e quindi blocca l’acidificazione dell’endosoma.
INIBITORI DELLA SINTESI DEGLI ACIDI GRASSI
1)Inibitori della DNA polimerasi virale sono farmaci che vanno ad agire sulla
famiglia degli herpes viridae
L’aciclovir-ACV (deossi-guanosina aciclica), utilizzato nell’infezione da Herpes
simplex e varicella-zoster ,viene infatti: 1) attivata, mediante una fosforilazione
specifica, ad opera di una timidina chinasi virale 2) ha una elevata affinità per la DNA
polimerasi virale 3)viene incorporata nella catena nascente di DNA virale 4)
interrompe la crescita della catena nascente

2)Inibitori della trascrizione inversa: L’azidotimidina è un analogo della timidina in


cui il gruppo ossidrile in 3’ è sostituito con un gruppo azidico. Inibisce l’azione della
Rt nella trascrizione da RNA virale a DNA.Dopo la fosforilazione che avviene ad
opera di enzimi cellulari, viene riconosciuta come normale nucleotide dalla RT e
viene inserita come timidina nella catena di DNA. Ma così blocca l’elongazione della
catena nascente di DNA

3)Inibitori della RNA polimerasi -RNA dipendente


Nei virus a RNA la sintesi degli acidi nucleici avviene grazie alla presenza della
RpRd, quindi si possono utilizzare farmaci che inibiscono l’attività della RpRd.
INIBITORI DELLE PROTEASI
In alcune famiglie di virus (es. retrovirus) le proteine virali vengono sintetizzate come
poliproteine che sono poi tagliate da delle proteasi virali. Inibendo le proteasi virali
non vengono prodotte proteine funzionali è non si formano gli involucri virali. I
farmaci inibitori delle proteasi sono dei peptidi che mimano le sequenze riconosciute
dalle proteasi è di conseguenza si legano al sito attivo dell’enzima bloccandolo.

TERAPIA ANTIVIRALE COMBINATA

La terapia antivirale combinata con agenti che presentano profili farmacologici


differenti può produrre risultati più favorevoli di una monoterapia.
(si è visto che la monoterapia favorisce la farmaco resistenza)
La somministrazione di agenti che esercitano I loro effetti sullo stesso o su diversi
stadi del ciclo replicativo virale può ostacolare la replicazione del virus in maniera
più efficace di quanto faccia, individualmente, qualsiasi agente finora studiato. Pare
che la terapia combinata sia in grado di ritardare in maniera notevole lo sviluppo
della farmaco-resistenza. Inoltre, è possibile ridurre l’incidenza degli effetti tossici
prodotti dai farmaci con l’uso combinato delle dosi minime efficaci dei farmaci che
presentino un’azione sinergica. La terapia combinata si è dimostrata efficace nelle
infezioni sostenute dai virus dell’epatite C, dell’Herpes simplex, e dell’ HIV.

Altri tipi di intervento sono gli IMMUNOMODULATORI e gli INTERFERON

I VACCINI
Le vaccinazioni costituiscono uno dei principali strumenti di contenimento della
diffusione delle patologie infettive

Il vaccino è un prodotto costituito da una piccolissima quantità di microrganismi


(virus o batteri) uccisi o attenuati o da una parte di essi, progettato in modo da
stimolare nel corpo la naturale reazione immunitaria.

Tipi di Vaccini in Commercio


vVaccini costituiti da microrganismi viventi e attenuati (antimorbillo, antipolio tipo
Sabin)
vVaccini costituiti da microrganismi inattivati (anticolerico, antipolio tipo Salk)
vVaccini costituiti da componenti antigenici purificati (antinfluenzale)
vVaccini costituiti da anatossine (antidifterico,antitetanico)
vVaccino a DNA ricombinante (antipatie B)
STERILIZZAZIONE
è un procedimento in grado di uccidere tutti microrganismi,patogeni e non, e di
inattivare tutti i virus, presenti in un oggetto o in un ambiente.

Invece la DISINFEZIONE è un procedimento che si prefigge l’uccisione dei


microrganismi, inclusi i virus presenti in un oggetto o in un ambiente. Comunemente
prevede la semplice riduzione della carica patogena e prevede la rimozione delle
forme vegetative e dei patogeni non-sporigeni

la differenza fra i due procedimenti consiste nel fatto che la prima elimina
completamente la carica microbica mentre una la riduce, ed è una differenza molto
importante , perchè cmq nella disinfezione rimangono presenti dei microbi

I disinfettanti che utilizziamo normalmente vanno a Denaturare le proteine dei


microrganismi (ossidano i gruppi SH), e agiscono anche sulle membrane.

Un buon disinfettate deve avere: Attività germicida, deve avere uno spettro d’azione
esteso su più microrganismi, agisce anche in presenza di sostanze organiche
(urine,sangue,feci), deve avere un attività rapida massimo 10’ e non deve essere
tossico o nocivo all operatore.

Gli aspetti critici sono la temperatura ottimale 20-37°, se bassa riduce l’attività del
disinfettante, se alta disattiva alcuni disinfettanti.
un altro aspetto è la concentrazione che si utilizza che deve essere adeguata e
standardizzata e deve essere utilizzata un adeguata MIC (minima concentrazione
inibente) per evitare la selezione dei ceppi resistenti.

Sterilizzazione attraverso mezzi fisici:


CALORE
Agisce alterando le strutture macromolecolari dei microrganismi (principalmente
proteine e lipidi) mediante processi di ossidazione e denaturazione
Sensibilità dei microorganismi: maggiore è il numero di legami ad alta energia dell
microrganismo maggiore sarà la sua resistenza

Segue 3 Vie
-L’incenerimento o fiamma diretta detto anche combustione è un procedimento
distruttivo che viene messo in pratica solo per elementi da distruggere.
-Esposizione alla fiamma prodotta da un becco bunsen per la sterilizzazione delle
anse e delle spatole (semina campioni microbiologici)
-Il Calore secco sterilizza tramite aria calda
-Il calore Umido Sterilizza tramite vapore acqueo, in ebollizione o sottopressione, è
una sterilizzazione molto lunga ma consente la germinazione delle spore che viene
uccisa con appunto il trattamento termico

Radiazioni:
! Non ionizzanti: UV o microonde ! Ionizzanti: raggi X, raggi gamma
○ Filtrazione: sostanze liquide o gassose, il filtro trattiene tutti i microrganismi e batteri e
non virus
- Mezzi chimici
• ○ Liquidi:
○ Gas :
! Formaldeide
! Ozono
! Ossido di etilene

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