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DATI DELLO SPERIMENTATORE: SAPONARO MATTEO 4*CMNC 22/01/2022 BRINDISI

TITOLO: Prova di durezza Brinell e Rockwell

ANNOTAZIONE: Il presente documento è stato scritto dall’autore sopraindicato ed è frutto


del gruppo di lavoro della classe 4*CMNC attivo presso il laboratorio tecnologico meccanico
dell’istituto tecnico Carnaro-Marconi-Flacco-Belluzzi.

OBBIETTIVO: 1) Calcolare sperimentalmente il valore di durezza Brinell (HB)


2) Ricavare il valore del corrispondente carico di rottura
3) Favorire la ricerca verso la scoperta,invenzione di nuovi
strumenti/apparecchi , metodologie di lavoro e di studio
4) Capire se lo strumento/apparecchio preso in esame è di buona fattura,qualità ed
idoneo al nostro scopo.

ELENCO DEL MATERIALE ,REAGENTI,STRUMENTI,APPARECCHI,FLUIDI


UTILIZZATI DURANTE L’ESPERIENZA DI LABORATORIO:

1) DUROMETRO:
Il durometro è uno strumento di misura destinato alla misurazione della durezza dei
materiali. Esistono molti tipi di durometri, ognuno destinato ad una specifica applicazione e
dotato di una propria scala di misura.Per misurare la durezza di un materiale, il durometro
effettua su di esso una penetrazione, lasciando sul punto testato un'impronta (detta
testimone).La prova può essere definita un test non distruttivo, in quanto l'oggetto in esame
potrebbe mantenere la propria integrità e funzionalità. Il durometro lascia comunque
un'impronta, pertanto va usato, o in aree dove il testimone non dia fastidio, oppure su
appositi provini realizzati con lo stesso materiale da testare.È importante notare che la
prova non può essere ripetuta nella stessa posizione (o anche in prossimità di altri
testimoni): infatti la superficie in prossimità di un testimone viene geometricamente e
strutturalmente modificata e la ripetizione della prova comporterebbe grossi errori di misura.
2) IL DUROMETRO BRINELL:

E’ dotato di un incudine mobile su cui viene posto il provino, di una sede per l’alloggiamento
del penetratore selezionato, di una leva che consentirà di trasferire il peso del carico sul
penetratore, di due clessidre che permetteranno di valutare il tempo di applicazione e di
permanenza del carico , di un piattello dove si sistemeranno i pesi che corrispondono al
carico di prova

3) MICROSCOPIO MISURATORE DI IMPRONTE BRINELL

E’ il microscopio utilizzato appositamente per la misurazione dell’impronta ottenuta dalle


prove Brinell.
Essi sono generalmente forniti di un calibro che consente la lettura centesimale. Sono
spesso dotati della possibilità di ruotare sul piedistallo di 90° conferendo una maggiore
precisione alla lettura. La lampada in dotazione permette di regolare la luminosità della
zona da cui ricavare le misure.
Nei modelli elettrici più recenti il rilevamento avviene in autonomia, compresa la regolazione
di luminosità e contrasto. Le immagini ed i dati rilevati possono poi venir convertiti di
formato e direttamente stampati.
VALUTAZIONE DEI RISCHI: Durante la prova sono stati rispettati tutti gli articoli del Testo
unico sicurezza aggiornato – dlgs 81/2008 (novembre 2020) e nelle norme di
standardizzazione.Dunque l’operatore ha usato i DPI e i DPC come per esempio il camice
da lavoro, scarpe antinfortunistica,ecc.. E’ essenziale eseguire le seguenti norme di
precauzione: tenere la macchina pulita e chiudere l’alimentazione elettrica con il pulsante di
stop d’emergenza a fungo presente sull’unità di controllo se si dovessero presentare
problemi tecnici o operativi.

FORMULE, CALCOLI (CON RELATIVE UNITÀ DI MISURA), TABELLE, DIAGRAMMI:

DIMENSIONE DEI SAGGI

Lunghezza 60(mm)

Larghezza 18(mm)

Spessore 18(mm)

NORME E DIFFERENZA TRA UNI,EN E ISO: “Norma” è la specifica tecnica approvata da


un organismo riconosciuto a svolgere attività normativa per applicazione ripetuta o
continua, la cui osservanza non sia obbligatoria e che appartenga ad una delle seguenti
categorie.
UNI: contraddistingue tutte le norme nazionali italiane e nel caso sia l’unica sigla presente
significa che la norma è stata elaborata direttamente dalle Commissioni UNI o dagli Enti
Federati; – EN: identifica le norme elaborate dal CEN (Comité Européen de Normalisation).
Le norme EN devono essere obbligatoriamente recepite dai Paesi membri CEN e la loro
sigla di riferimento diventa, nel caso dell’Italia, UNI EN. Queste norme servono ad
uniformare la normativa tecnica in tutta Europa, quindi non è consentita l’esistenza a livello
nazionale di norme che non siano in armonia con il loro contenuto; – ISO: individua le
norme elaborate dall’ISO (International Organization for Standardization). Queste norme
sono un riferimento applicabile in tutto il mondo. Ogni Paese può decidere se rafforzare
ulteriormente il ruolo adottandole come proprie norme nazionali, nel qual caso in Italia la
sigla diventa UNI ISO (o UNI EN ISO se la norma è stata adottata anche a livello europeo).
NORME DI RIFERIMENTO: -La norma UNI EN 6506, essa specifica il metodo per la prova
di durezza Brinell per i materiali metallici. È applicabile sia a postazioni fisse sia a macchine
di prova di durezza portatili.

UNI EN 6508, essa specifica il metodo per la prova di durezza Rockwell e la durezza
Rockwell superficiale per i materiali metallici. È applicabile sia a postazioni fisse sia a
macchine di prova di durezza portatili.

RICHIAMI TEORICI: In questa prova bisogna avere le conoscenze delle proprietà dei
materiali ovvero quelle fisiche come il peso specifico, dilatazione termica, calore specifico e
conducibilità interna, quelle chimiche, quelle tecnologiche ed infine quelle meccaniche;
-Le principali proprietà tecnologiche sono:

● La DUTTILITA’ (ductility) è l’altitudine che hanno alcuni metalli a lasciarsi ridurre in


fili sottili se, per trazione, sono costretti a passare attrave
● rso un foro di forma e dimensioni opportune. Ciò avviene con la trafilatura ovvero
il processò che sfruttando la duttilità creà questi fili sottili che vengono chiamati
poi trafilati.
● La MALLEABILITA’ (malleability) è l’altitudine dei metalli a lasciarsi ridurre, a caldo
o a freddo, in lamine più o meno sottili senza fratturarsi. Questo processo avviene
attraverso la laminazione creando poi le lamini sottili che prendono il nome di
laminati.
● La ESTRUDIBILITA’ (extrudability) è la capacità di assumere forme determinate
se costretto per pressione a passare attraverso un foro sagomato. Questo
processo avviene attraverso la estrusione e i prodotti ottenuti sono detti estrusi.
● La PIEGABILITÀ (foldability) è la capacità di un materiale di essere piegato da
una pressa senza mai rompersi o fessurarsi.
● La IMBUTIBILITA’ (drawability) è l'attitudine di un materiale gia trasformato in
lamiera a lasciarsi deformare a freddo senza mai rompersi o fessurarsi ottenendo
così corpi cavi. Questo processo avviene attraverso l’imbutitura e i prodotti
ottenuti sono detti stampati.
● La TRUCIOLABILITA’ (cuttingability) è l’attitudine di un materiale a subire
lavorazioni con l’asporto di truciolo medianti utensili come torni,frese,ecc..
● La COLABILITA’ (castability) è l’attitudine di un materiale che una volta reso
liquido è tale da riempire completamente una forma in modo tale da ottenere un
prodotto finito denominato getto.
● La TEMPRABILITA’ (temperability) è l’altitudine di un materiale di modificare la sua
proprietà attraverso una struttura interna modificata con un trattamento detto
tempra.
Mentre le proprietà meccaniche principali sono:

● La DUREZZA (hardness) serve per determinare la resistenza offerta da un


materiale a lasciarsi penetrare da un altro . Esistono diverse scale per misurare la
durezza dei materiali. Le più usate sono infatti quella di Brinell, quella di Vickers e
infine quella di Rockwell
● La RESILIENZA (resiliency) è l'attitudine di un materiale a opporsi a una rottura
per flessione in seguito a una improvvisa sollecitazione impulsiva esterna come per
esempio un urto. La prova consiste nel misurare l’energia necessaria per rompere
il materiale con un solo urto di un oggetto già preimpostato.
● La SALDABILITA’ (weldability) è l'attitudine di un materiale a lasciarsi unire ad
altri parti attraverso un processo di fusione con aggiunta di materiale di apporto.
● La RESISTENZA ALLA TRAZIONE (resistance to the traction) è l’attitudine dell
materiale a supportare sforzi di trazione senza subire deformazioni permanenti
o rotture. Gli sforzi unitari di trazione vanno espressi in (N/mm*2) ovvero in
(MPa)

PROCEDIMENTO:

Per prima cosa si preme il penetratore con la pre-forza di prova (chiamata anche pre-forza
o pre-carico) fino alla profondità di penetrazione h0 nel campione da testare. h0 definisce il
livello di riferimento (base) per la successiva misurazione della profondità di penetrazione
residua (h).Successivamente si applica il carico di prova aggiuntivo per il tempo di
permanenza definito nella norma (parecchi secondi), durante il quale il penetratore penetra
nel campione fino alla profondità massima di penetrazione h1. La somma tra pre-carico di
prova e carico di prova aggiuntivo determina la forza di prova totale (chiamata anche forza
totale o carico principale).Al termine del tempo di permanenza viene tolto nuovamente il
carico di prova aggiuntivo, il penetratore ritorna nella posizione di partenza in base alla
quota elastica della profondità di penetrazione della forza di prova totale e si ferma
all'altezza della profondità di penetrazione residua h (espressa in unità di 0,002 o 0,001
mm). Questa viene anche definita differenza di profondità (differenza tra le profondità di
penetrazione prima e dopo l'applicazione della forza di prova totale). Con l'aiuto della
profondità di penetrazione residua h, viene calcolata la durezza Rockwell (HR) secondo una
formula definita nella norma utilizzando la scala di Rockwell applicata

OSSERVAZIONI:

Il durometro impiegato per la prova Rockwell consente non solo di svolgere le omonime
prove, ma permette anche di eseguire le prove Vickers e alcune prove Brinell, per cui la sua
casa costruttrice lo ha chiamato “Super durometro”.

I valori Rockwell, anche se convenzionali e di conseguenza approssimati, hanno il


vantaggio di fornire immediatamente un valore a seguito di una misurazione, mentre i valori
Brinell sono più affidabili ed espressi in una precisa unità di misura da cui è anche possibile
calcolare il carico di rottura del materiale in esame. Questi ultimi dati però, sono più scomodi
da ricavare data la complessa formula che si necessita di applicare.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI,SITOGRAFICI:

Appunti del corso di laboratorio meccanica e macchine del prof. Schirosi Davide,appunti
presi dal libro di meccanica e da wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Durometro)

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