Son contento di cominciare questo giorno, questa settimana
insieme soprattutto non ero… non mi ricordo… se sono venuto una volta col coro ospite ma non ero mai stato con calma, diciamo, in questa casa così bella, speriamo veramente che in questi giorni il Signore ci regali anche un po’il sole per poter vivere anche fisicamente questi giorni che spero siano luminosi per ciascuno di noi perché sono l’occasione che il Signore ha per incontrarci, per farci riposare in questi giorni un attimo, fermarci e cominciare con noi, ricominciare con noi magari un dialogo interrotto, magari, un momento che avevamo sospeso, dimenticato o risolvere qualche fatica che ci portiamo dentro oppure semplicemente di poter insieme a Lui, vivere un momento anche affettivo forte. Gli esercizi spirituali sono occasioni uniche, non tornano mai, se ciò che il Signore vuole darci in questi giorni, lo farà solo in questi giorni, poi altre volte farà altre cose ma non quelle che Lui ha riservato “hodie”, in questi giorni, questa grazia così attuale, -no? -, che è propria degli esercizi spirituali è sempre una cosa straordinaria a prescindere sia da me, che da situazioni esterne, mio è semplicemente un servizio di collegamento, non so come dire, sono un po’ il filo di una spina ma chi fa e farà non sono certo né io, né la casa, né Federico siamo qui semplicemente a creare un incontro, a favorire un incontro e questo incontro con Dio dobbiamo sfruttarlo in questi giorni, si parlava del silenzio, si parlava anche esternamente di una certa autodisciplina, non per fare giocare ai monaci – no?- Ma proprio per poter sospendere tutto il resto anche le preoccupazioni che ci portiamo dietro, le nostre, delle nostre incombenze pastorali, dei nostri servizi, dicevo, le nostre fatiche perché ci portiamo preoccupazioni o cose che bisogna risolvere o fare, tutto diventa secondario mentre invece il Signore diventa l'unica Cosa necessaria, “l’Unicum” necessario del Vangelo di Luca, quello di Maria, lasciamo che Marta lavori altrove noi saremo ai piedi del Signore e l’itinerario che vivremo insieme, io vi ho dato una specie di mappa, di schema, questi cinque personaggi che conosciamo benissimo ma che forse a volte siccome li conosciamo molto bene, come succede sempre nella scrittura, poi dimentichiamo di leggerli non semplicemente come si legge un brano conosciuto ma di farli penetrare profondamente in noi, quelle parole, quelle storie, quelle testimonianze Rappresentano 5 aspetti, 5 aspetti fondamentali della nostra vita sia cristiana sia religiosa, ma soprattutto sacerdotale, molti di voi sono sacerdoti, altri lo sono dal battesimo ma non ministerialmente ma riguarda anche le religiose come riguarda anche il nostro amico Andrea che è battezzato, noi vivremo insieme nel percorso insieme ad Abramo il mistero della fede di Abramo, nostro padre , padre nella fede di tutte le religioni monoteiste quindi pensate padre di quanti credenti: tutti i cristiani, tutti i mussulmani, tutti gli ebrei, trovano in Abramo il padre ed è significativa, interessante perché è una delle cose che ci unisce profondamente con le altre religioni ed è significativo che il Signore abbia voluto questo, come vedremo. La fede di Abramo e domani vivremo assieme a Mosè il mistero del servizio, del servizio al suo popolo, servire, qualcosa che noi facciamo continuamente più o meno convinti oppure più o meno veramente al servizio di Dio ma la difficoltà , il peso del servizio, mercoledì invece iniziamo questo cammino con questi personaggi neotestamentali sono ancora più vicino a noi, Pietro rappresenta il discepolo per eccellenza, e con lui vivremo il mistero della sequela di Cristo, seguire Cristo, essere discepoli di Cristo noi a volte lo diamo per scontato e così come con Giovanni, il mistero della contemplazione, della preghiera, contemplare, pregare entrare nel mistero stesso di Dio che Giovanni ci presenta in maniera molto particolare e anche non scontata. E poi l’ultimo giorno anche se siamo più stretti nel tempo, ma inevitabilmente , insieme a Paolo, questo mistero grande della missione, abbiamo un confratello che è reduce dalla missione, quindi… ce ne potrebbe dire tante di cose belle ma la missione proprio come dinamica tipica del cristiano. Il Papa ci sta sottolineando continuamente quest’aspetto il non rimanere mai seduti ma avere lo sguardo che va sempre oltre perché il Vangelo deve arrivare ai confini della terra perché la terra ha i confini sempre più larghi, è uno dei doni della modernità. Oggi iniziamo il nostro cammino con padre Abramo. Quando ci si avvicina al mistero della fede spesso dimentichiamo che la fede è un dono, ma non è un dono esclusivo, non è che Dio dona la fede soltanto così a qualcuno, non è in questo senso che è dono, non è un dono arbitrario di Dio. Ma è un dono perché viene da Dio perché nessuno di noi inventa la fede o si crea la propria fede, la fede poi non è semplicemente credere a dei dogmi o a un libro che si chiama catechismo perché è così, io imparo a memoria quel catechismo e dico ci credo, firmo un contratto questo viene in secondo, terzo forse livello, ma la fede è un incontro vivo con Dio ed è Dio che incontra me, Dio mi viene incontro e viene incontro ad ogni uomo, si direbbe che questa è una passione di Dio questa, non può farne a meno Dio e la scrittura, noi faremo riferimento alla Bibbia, per me è normale, una sorta di deformazione professionale ma credo per ogni cristiano è necessario perché anche se questo ricordiamoci , lo dirò spesso , è la Sacra Scrittura, non è la parola di Dio, la Parola di Dio è una persona il Verbo, e per noi il Verbo incarnato come dice la lettera agli ebrei all’inizio - “ Ha parlato in molti modi , in diversi tempi…” , in diversi modi ma ultimamente definitivamente ha parlato per noi per mezzo di Cristo ed è quello che ci aiuterà questo Mistero dell’Incarnazione e aiuta ciascuno di noi a capire come attraverso le parole si arriva all’ultima parola che è il Verbo Vivo ed è meraviglioso questo perché ciò che ci ha donato Dio con la Bibbia è un linguaggio multiparole diciamo perché son tante parole che riflettono l’unica parola, che esprimono l’unica parola, noi siamo esseri umani abbiamo bisogno di tante parole, discorsi, concetti ma in realtà tutto è molto più semplice e certo Dio non poteva comunicare se stesso a noi pronunciando semplicemente il suo Verbo, non avremmo mai compreso nulla, ma lui pronuncia il Verbo con linguaggio umano, con questo linguaggio meravigliosamente umano che è nella scrittura e che normalmente Lui esprime per noi, nella nostra vita personale, nella storia della chiesa, questo linguaggio umano trova nella Bibbia la sintesi perfetta ma che non è sufficiente pensate, a esaurire il Verbo di Dio , il Verbo di Dio è molto di più, perché Dio stesso ma qui c’è tutto quello che serve e troveremo tutto quello che serve, ecco questo grande mistero con cui Dio da subito ha iniziato il dialogo con l’uomo, da subito, e per capire Abramo bisogna capire anche il modo in cui viene raccontata la storia capire cosa era successo e come viene espresso dalla Bibbia quello che era successo. Quando noi leggiamo quei capitoli sublimi della creazione dell’uomo e del peccato originale, noi siamo sempre tentati da buoni occidentali a voler fare una bell’analisi storico critica per capire cosa è veramente successo senza pensare che quello che è raccontato lì succede ogni giorno come ci dice S. Paolo nella lettera ai Romani al capitolo 5 – il peccato, quel peccato, in Adamo nel quale tutti abbiamo peccato - Che vuol dire? Non che semplicemente noi occidentali sempre con…abbiamo l’orologio, il metro e tutti questi attrezzi per voler conoscere, noi pensiamo che conoscere significhi prendere le misure, mettere in una scatola, metterla da parte nel nostro archivio, no! Nella scrittura quello che dice è quello che dice, noi abbiamo peccato e pecchiamo proprio in Adamo ovverosia in quella realtà che in Adamo la scrittura rivela, manifesta e ogni volta che l’uomo pecca ritorna a quell’episodio, ritorna a quella realtà e quella realtà descrive un fatto storico che è il peccato dell’uomo, quando? Come? Non gliene importa niente alla Bibbia di sapere quando è successo, in quale anno, alla in quale anno, in quale giorno, ma vuole far capire cos’è il peccato e lo spiega mostrandone tutte le caratteristiche concrete e storicamente verificabili perché sono purtroppo quelle che noi viviamo e per capire la storia di Abramo bisogna capire quel modo di raccontare e di spiegare che Dio ha usato per farci capire cos’è il peccato. Quando Dio fa l’uomo, quando Dio ci crea, quando, dice Dante in un’espressione meravigliosa – Infonde l’anima nell’uomo in quel grumo di sangue- che è l’embrione, lui non parla di embrione, questa parola per lui non era ancora conosciuta, ma dice questo - grumo di sangue, informe- dice- ma in quel momento con un sorriso Dio dona l’anima. E’ la gioia con cui Dio crea l’uomo, perché quest’uomo possa essere per Lui con Lui, crea ognuno di noi con un sorriso, che significa con amore, con la gioia di incontrarlo come facciamo noi quando nascono i bambini, ci avviciniamo al neonato gli sorridiamo, no? Siamo felici che lui esista, e giochiamo cerchiamo di parlare, il bambino ancora non riesce a parlare, ci guarda magari ma quel dialogo dentro di noi è già l’immagine di Dio. Siamo immagine di Dio siamo fatti per incontrare Dio amarlo, conoscerlo, abbracciarlo, questo succede con Dio e con tutti gli esseri umani, l’uomo non nasce cattivo come ci vogliono far credere, l’uomo nasce così, l’uomo nasce come creatura che vuole amare, come nascono i bambini e questa meraviglia è l’innocenza originaria , ciò che Dio ha voluto per l’uomo ma Adamo che era stato creato per questo deve vivere questo nella libertà, la prova di Adamo è la prova che tutti noi abbiamo continuamente, è la prova di scegliere, noi siamo fatti ad immagine di Dio anche per questo, per la nostra libertà. Nella nostra innocenza originaria che portiamo dentro alle volte molto nascosta a volte dimenticata, chiusa a chiave chissà dove, noi dobbiamo scegliere Dio perché non si ama obbligatoriamente, Dio non permetterà mai che l’uomo lo ami per forza, anche noi, … è la prima domanda che si fa ai matrimoni… - Siete venuti qui a contrarre il matrimonio liberamente…no? Tutte quelle domande… , liberamente, senza costrizioni, che vuol dire? Che è invalido se no il matrimonio, ma perché invalido? Perchè non si ama per una necessità esterna imposta, rende invalido l’atto d’amore, l’atto d’amore è l’atto della libertà, il più bello , il più grande. Chi ama dona se stesso all’altro gratuitamente ed è proprio della gioia dell’amore questo, è questo che rende felice l’amore e Dio lo sa e ha dato all’uomo la possibilità di scegliere o no, e gli ha detto: “ Ti fidi di me? Mi ami veramente?” - Se ti fidi di me, io ti dico fai tutto ma non metterti in testa di uscire dai tuoi limiti da voler essere Dio- , questa è la grande tentazione degli uomini, sempre, da quando sono uomini, purtroppo, portano dentro sempre la tentazione di essere Dio, ossia di essere senza limiti, di essere onnipotenti, onniscenti, di voler fare quello che uno vuole, quell’istinto bruttissimo del mio, anche i bambini ce l’hanno, anche i bambini ce l’hanno il peccato originale, quando dicono:- MIO! - quando strappano all’altro bambino la cosa perché gliel’ha presa, quando c’è sempre quest’istinto di sopravvivenza, di insicurezza è un istinto che nasce proprio dalla conseguenza del peccato. L’uomo che era nato nudo nell’innocenza volendo… abbandonandosi a questo sogno diabolico, come dice il racconto, ovverosia indotto da un’altra creatura com’è il diavolo, che era già, diciamo, perduto, aveva fatto la sua scelta che induce l’uomo, lo spinge a essere come lui, - Fatti Dio!- non lo vedi quanto sei bello, quanto sei intelligente, quanto sei bravo, sai fare tutto… pensate a una persona, io penso sempre, no? Una persona che si è fatta dal nulla, economicamente è diventato un grande imprenditore, un grande riccone e pensa che nulla potrà mai fermarlo: chi potrà fermare uno che dal nulla si è fatto tutto, si è fatto tutto? Che può avere qualunque cosa desidera, basta che alzi il telefono e riceve qualunque cosa lui desideri, non c’è niente che possa fermarlo, ma potrebbe avere la tentazione di sentirsi Dio, e questo purtroppo capita tantissime volte, anche a noi, anche nel nostro piccolo, nel momento in cui sentiamo di aver raggiunto con le nostre forze gli scopi… però cosa succede? Che c’è sempre in momento in cui ci riscopriamo deboli e fragili, sarà una malattia, sarà la morte è un destino comune, sarà qualunque ostacolo, sarà un’alluvione, come avete avuto qua tanto, potrà essere una pioggia molto insistente improvvisamente tutto si ribalta l’uomo si trova nudo, spaurito perché ha fatto di sé stesso un idolo che si infrange. Nel racconto di Genesi, questo è meraviglioso, l’uomo cede a questa tentazione, volta le spalle a Dio dicendo: –“Non ho bisogno di Dio!- trasgredisce dicendo:- Dio è invidioso- Vi ricordate l’insinuazione del diavolo? -“…e io lo so perché non te lo fa mangiare perché se no diventi come Lui…e Dio non ama avere un antagonista, eppoi geloso Dio di te, Dio è geloso di te, quest’idea malsana che Dio non mi vuole bene, Dio mi sfrutta, Dio mi usa, queste idee vengono anche a noi ogni tanto, magari non in questi termini, soprattutto per i consacrati, questo succede ogni tanto, la chiesa mi sfrutta, mi usa, sono uno che lavora tanto e non ha mai soddisfazioni, gratificazione… quella situazione, guarda io la vittima di Dio…in qualche modo… ed ecco che la tentazione è quella di dire: - faccio da me- questo faccio da me apre gli occhi, aveva ragione il diavolo, gli occhi dell’uomo si aprono, come i nostri, si diventa scaltri no? La parola usata nella Bibbia è precisa, dice - HARUM- scaltri, come il serpente che era Harum, quel gioco di parole di Genesi,3 in cui il serpente è nudo, si dice harum con una leggera vocalizzazione diversa, significa scaltro, è il più scaltro degli animali, anche il più nudo: Questa nudità indica la povertà la miseria del diavolo anche eppure era harum, scaltro e l’uomo diventa harum come il serpente, scaltro i figli delle tenebre, dirà Gesù sono più scaltri dei figli della luce, ma è così, questa gente sa fare, sa vivere, non sono broccoli, sciocchi come certi,… quello è troppo buono, diciamo, una vittima, quello sì, quell’altro sì che sa fare; ed ecco che l’umanità si divide improvvisamente, per usare i termini biblici gli empi e i poveri usa questi termini la Bibbia, i potenti i superbi, gli affamati, i deboli, qual è la differenza? E’ chi salta il fosso dalla parte del diavolo, e chi invece rimane fedele a Dio, ci rimette, chi sta dall’altra parte, almeno umanamente ci rimette. E di fatti cosa succede. Lui andava sempre a parlare con Adamo, al pomeriggio andava a farsi una passeggiata, a farsi una bella partita a carte con Adamo erano amici, va nella brezza del meriggio, Adamo non lo trova più. – Adamo dove sei?-Ma dov’è andato a finire questo? Dove sta? Adamo si era nascosto perché aveva paura ecco che nasce una parola che non c’era, la paura, -Avevo paura, ho sentito il tuo passo e mi sono nascosto- un’altra parola che non c’era, l’uomo che si nasconde…- E ho avuto vergona ( un’altra parola che non c’era) perché ero nudo- Quest’altra parola che Adamo non doveva, lo diceva poco prima erano nudi non se ne accorgevano, no? E di fatti gli dice Dio- “ Chi ti ha detto che eri nudo?- Una frase straordinaria, Dio solo sapeva che l’uomo era nudo, Dio solo sa che noi siamo nudi, non ce lo dice , non ce lo dirà mai. Non gli piace di umiliare la sua creatura, rivede in se un disgraziato, - sei un nudo- questo è il diavolo che lo dice, l’accusatore, ma Dio non avrebbe mai detto ad Adamo - Tu sei nudo, chi ti ha detto che eri nudo?- Hai mangiato dell’albero, allora!- E lo manda via dall’Eden, vi ricordate? Quest’episodio che sta alla base, che non bisognerebbe mai dimenticare e approfondire perché il linguaggio e i simboli che ci sono dentro sono talmente vicini alla nostra vicenda che ogni volta ce la rifanno vedere ce la ripresentano, la nostra storia. E’ alla base poi insieme a tutti i peccati raccontati nei primi undici capitoli di Genesi perché questo è il fondamento e poi gli altri ne sono le manifestazioni, presentano quelle dinamiche come il fratricidio, come la violenza mafiosa di Lamech, come l’abuso di vita, di esistenza sessuale anche del diluvio, prima del diluvio e soprattutto quell’abuso politico, la torre di Babele qui l’uomo crede di poter fare anche con un regno, un impero, avevano presente loro l’impero babilonese, era insieme a quello egiziano, ma soprattutto quello Babilonese il più grande all’epoca , più potente, fare di tutto il mondo una sola lingua, pensate questa è una tentazione che abbiamo avuto anche noi nella chiesa, la tentazione di diventare impero, capite? Là è stata colpa un po’ dell’impero romano quando Costantino, di cui abbiamo … 1700 anni quest’anno, abbiamo celebrato l’editto per fortuna ci ha salvato dalle persecuzioni però ha appesantito, non volendolo, la chiesa di una struttura che è servita, ed è stata preziosissima nei primi secoli ma che poi alla lunga è diventata un peso, il potere temporale che poi è finito nel 1870 e forse ancora non ce ne siamo resi conto che è finito nel 1870, questa cosa che c’è servita nell’adolescenza della chiesa diciamo, ma ora basta, questa realtà che ci ha tentato e ci tenta sempre, il peccato è sempre dietro l’angolo. Una sola lingua, un solo potere, una sola… bisogna stare attenti, si corre il rischio… ed ecco che Dio comincia invece una Sua storia, la Sua storia, quella era quella degli uomini, come gli uomini la fanno e, com’è purtroppo ancora così, apriamo i giornali e troviamo lì Caino, Lamech, tutto…, Nimrod, tutti li troviamo, con altri nomi, ma purtroppo la storia è sempre quella, però troviamo, se stiamo attenti anche l’ altra storia quella di Noè, di Abele anche quella storia lì, e infatti in Genesi 12, in maniera straordinaria, bellissima, la Bibbia ci presenta la storia di Dio molto alternativa: Dio voleva incontrare l’uomo, l’uomo si nasconde, l’uomo si mette sempre chissà dove, e lo va a cercare, Dio diventa mendicante dell’uomo, pellegrino dell’uomo, guardate quello che Gesù fa, aveva già cominciato a farlo è dalla pienezza dei tempi, sceglie la via estrema, si direbbe, la via ormai definitiva, ma già aveva cominciato a rivelare questo mistero e nella nostra vita diventa anche, quante volte da subito diventa uno che bussa alla porta e sta lì a cercare: “ Quando ci vediamo? Ci incontriamo?” Ci chiama, ci manda una lettera, adesso direbbe ci manda un’e-mail , un sms. Ma Dio continuamente cerca noi, e infatti va a cercarselo, poi come fa sempre coi gusti di Dio, se lo va a cercare nei posti più impensati l’uomo, certamente non ama molto Dio, non ama molto i re , gli imperatori, non se li è mai cercati, perché sei vede ci ha provato qualche volta e questi non hanno nemmeno preso in considerazione la possibilità : tant’è vero che va a cercare a Ur dei Caldei, è una città pagana perché all’epoca non ce n’erano altre, un uomo, ma neanche, sì, un uomo benestante perché era figlio di una famiglia di Terach che era benestante, ma uno che non aveva famiglia di fatto, perché non aveva figli, con la moglie sterile, avanzato nell’età, all’epoca avere 40 anni significava essere avanzati molto nell’età, ‘somma poveretto, uno che non era molto considerato, neanche dai fratelli , da quello che sembra, né da Nahor l’altro era morto gli aveva lasciato un figlio, non avendo figli, lui si era affezionato a Lot come se fosse suo figlio, oppure addirittura come dirà più tardi al servo Eliezer che lui aveva adottato come figlio, perché? Perché non avendo figli propri a chi lasciare l’eredità del padre Terach che lui aveva ricevuto, all’epoca erano pecore, queste erano greggi, ma era eredità, ricchezza. E quest’uomo improvvisamente, dal racconto di Genesi com’è sempre essenziale perché la Bibbia è essenziale, non si mette a… lascia poi a noi di capire, di entrare sono sempre delle porte che si aprono, quando arriva dice: “ Il Signore disse ad Abraham” quando, quando si parla si dice – disse- nella Bibbia, ricordatevi, quando Dio parla, crea, e ogni volta che dice quella parola ha un effetto, Isaia ce lo spiega benissimo nel capitolo 55, Dio parla e questa parola non torna a lui senza effetto, in un modo o in un altro qualcosa combina, perché la Parola di Dio è la generazione del Verbo. Ogni volta che Dio apre bocca il Verbo si genera, il Verbo c’è e questa parola eterna di Dio crea il mondo , tutto è stato creato per mezzo di Lui, e tutto si crea, per quello Dio parla continuamente per generare vita, amore, verità e il Verbo e appena Dio dice, in ebraico bellissimo, - Lech lechà lli -, vattene via, è un imperativo molto forte, come dire “vattene con forza, subito, vattene via, dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre” non è uno scherzo ! Lo strappa da tutto, questo è il comando, non p che usa prima termini: “ Buongiorno Signor Abramo, io sono Dio..” non si presenta neppure, gli dice soltanto “ Vattene” e non gli dice dove, “ gli dice “Guarda, ti trasferisco da Ur a Canaan…” no! “Vattene dove io ti indicherò” come dire…” Poi ti dirò, ma tu vai adesso!” – Ma Dove devo andare?-“ Tu vai, vai dove?” Quest’inizio di Genesi 12, è a mio avviso sconvolgente, perché è la prima volta in cui Dio prende l’uomo, e prima lo aveva cacciato da Eden ma qui prende Abramo e lo caccia dalla faccia della terra sembra -“ Te ne devi andare, basta!” , e te ne devi andare - Lech lechà lli, in ebraico è come dire devi andartene via per te, tu, tu proprio te ne devi andar via - è una cosa che riguarda te …“Lech lechà lli”… E subito la promessa: “Io farò di te una grande nazione e ti benedirò”, attenzione - Io Farò io di te- , farò io di te, non farai niente, tu da te, non sei tu che devi andare a fare qualcosa che mi serve- come dire- guarda ti darò un incarico, vai lì e farai questo . Succederà con Mosè ma con Abramo dice soltanto “ Io farò di te”. “Farò di te una grande Nazione e ti benedirò”, ogni parola qui è un macigno e “ renderò grande il tuo nome” , proprio tutto quello che lui non aveva, non aveva famiglia, non aveva figli, non aveva neanche benedizione perché non avere figli significava essere maledetti nel mondo di Abramo e “Renderò grande il tuo nome” quando lui dice… “ io… andrò perduto perché non ho neanche un figlio, il mio nome andrà perduto”, no, “ farò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione” bellissimo…, addirittura lui stesso diventerà una “buraka” una benedizione. “ Benedirò coloro che ti benediranno, ma è coloro che ti malediranno, maledirò, in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra”. Ricordate cosa diceva Paolo, in Adamo tutti abbiamo peccato, in Abramo come dirà, siamo stati giustificati, in Abramo tutti saranno benedetti. Dio prende un omino, che Abramo è questo, un omino avremmo detto, il mondo avrebbe disprezzato Abramo, ma Dio prende lui per farlo diventare la benedizione della terra. Cosa pretende da Abramo? Ciò che Abramo non seppe dare, quella fiducia assoluta e deve andare però via da…, deve allontanarsi da…, deve rinunciare alla sua sicurezza per una promessa. La storia di Abramo è tutta qui, è lui che deve abbandonare per ricevere, e deve lasciarsi dietro le spalle tutto ciò che è umanamente una sicurezza, questo fa paura. Noi non sappiamo la reazione di Adamo, se ci sono stati turbamenti ma nella scrittura Abramo partì subito, in lui la risposta è immediata, e questo colpisce. Lui aderisce immediatamente a quella parola, diventa immediatamente colui che si pone al servizio della parola di Dio, della sua promessa e lo farà sempre anche se questo gli costerà continuamente un vattene. Nella storia di Abramo lui è costretto ad andare via continuamente, non finisce, non è una volta sola, ricordatevi che le vocazioni nella Bibbia sono dei riassunti, quando nella vocazione, sempre questa di Abramo, quella di Mosè, come quelle dei profeti, Geremia, pensate, no?, Sono racconti che riassumono una vita e sono raccontate col senno di poi. E’ come se io chiedessi a voi le vostre vocazioni. Oggi voi comprendete cos’è successo vent’anni fa, trent’anni fa, dieci anni fa e quando è stata la vocazione, ma allora è stata vissuta e basta, anzi uno dice – ma , perché l’ho fatto?- ci pensa e dice, - ma chi me l’ha fatto fare- no, ma a un certo punto ci ha i momenti di depressione, - Ma chi me l’ha fatto fare?? Poi se tu ci pensi bene…non lo so, -l’ho fatto, ho avuto fiducia, una pazzia- e col senno di poi possiamo dire:- “Beh, però il Signore mi ha condotto dove io non sapevo , mi ha fatto uscire da…mi ha fatto… poi ricomprendiamo la… la possiamo raccontare la nostra vocazione dopo ma quando la viviamo, la viviamo. E’ come negli innamoramenti no? Nell’innamoramento, quando due ragazzi si innamorano mica sanno cos’è successo, lo fanno, lo vivono, dopo magari ci ripensano… “ ti ricordi? Ci siamo incontrati là! Mi eri antipatica, mi eri antipatico, ti volevo ammazzare!- però dopo alla fine si sposano felicemente, no? Speriamo almeno, oggi sempre più felicemente, ma questo mistero della vocazione di Abramo e della vocazione in sé è il mistero del dell’incontro, non è molto spiegabile, è il coup de foudre, il colpo di fulmine strano per cui quella parola è per me, chissà se Dio abbia fatto questa proposta ad altri Abramo, ad altri uomini, Abramo però ha risposto, può essere non lo sappiamo, sicuramente Dio questa proposta la fa a tutti gli uomini, anche oggi, ma uscire dalla propria terra, abbandonare le proprie sicurezze, quanto ci costa e quanto costa a ciascuno di noi oggi: L’uomo tenta, tende sempre ad accomodarsi nella nuova situazione. Allora esce, immaginiamoci, il giovane va via da casa per andare in seminario, sente questo strappo, sente questa difficoltà i primi mesi, il primo anno, il secondo anno, poi si accomoda nella nuova situazione e sta bene, soprattutto gli anni si seminario di solito per noi preti sono sempre anni belli, simpatici, gioiosi, amici, cose ecc., con un sacco di problemi, problemetti piccoli no? Poi via dal seminario in una parrocchia sperduta, poi a volte capita nelle vostre diocesi che si va in paesi che manco sapevate che esistessero… “ Boh, Oddio, ‘mo come si fa? Come ce la faccio a stare qui? Questo primo mese, secondo… poi alla fine buono,uno bello, si sta bene, alla fine l’amicizia con tutti i parrocchiani, e la cosa ci si accomoda, poi via da quella cosa, via in città magari in una parrocchia difficile, complicata.. – Mamma mia, si stava meglio prima, adesso devo andare là…-… primi mesi, primi anni… poi uno si accomoda anche lì. Poi prende il Signore e dice – “Adesso Basta!” ti rimanda in un altro posto assurdo, boom.. e ti rimanda via - di solito capita questo anche alle suore, credo una cosa simile, forse ancora più che da noi, ma questo è la normalità per Dio perché Dio non vuole mandarci in un posto o a fare qualcosa, a Lui interessa noi, è come una persona che vuole stare con noi, quando vede che noi ci affezioniamo ad altre cose che non sia Lui, ci strappa, è gelosissimo Dio, Dio è geloso, perché lui ama e finché noi siamo per lui e con lui, dovunque ci manda stiamo bene, questo riguarda noi personalmente ed è quello che vuol far capire Dio ad Abramo. Qui il problema non è che tu mi sei utile di fatti non dice ad Abramo :” Guarda mi sarai utilissimo, perché mi risolvi un problema grosso …”, la redenzione universale, no,non gli dice questo, gli dice:” Guarda, tu sarai una benedizione, se tu mi dai retta, se vai dove io ti mando anche in capo al mondo, sarai una benedizione e tutti i popoli saranno benedetti in te. “ Grande mistero, è un mistero bellissimo, pensate certi santi, qui a Treviso, santa Bertilla, questa donna che non è mai uscita dalla cucina, dall’infermeria dove stava, insomma, uno dice –mamma mia, che vitaccia assurda, inutile, no? Inutile!- eppure quella creatura alla sua morte, quando tutta Treviso era lì e quella ha avuto quello, aveva ottenuto una grazia, quell’altra una consolazione, quell’altra un aiuto.. ma com’è possibile ?? Tante volte queste creature, basta una parola a volte, un sorriso, non è importante quello che tu fai, ma ciò che sei, con Dio. Quello che è fantastico, è Dio con noi, è il titolo di Dio, il nome di Dio, Dio con noi si rivela e diventa benedizione, beraka, ed è bello perché lui ti può prendere, e mandare, ti può strappare come fa sempre, credo sia una cosa che Lui fa costantemente, ti porta sempre in un paese straniero, ma lì è sicuro, sempre più sicuro che tu sei per Lui. La prima parte della storia di Abramo infatti termina con un’ Alleanza, un altro dei termini importanti, cos’è l’alleanza la berit? L’alleanza non è un contratto di lavoro, né… , ma un contratto di nozze, se proprio si vuole parlare di contratto, è un patto d’amore, ne troveremo di quest’idea delle nozze perché la Bibbia è piena di questi immagini, è un contratto d’amore tra Dio ed Abramo, quello di Abramo è proprio un’alleanza tra Dio e Abramo dicendo:” Senti Abramo, guarda il cielo conta le stelle, ce la fai…” e Abramo come i bambini conta uno, due tre… poi alla fine non ci riesce, - non è possibile…- gli dice - Ecco, così la tua discendenza, non è possibile contarla, nessuno potrà mai contarla, oggi ci provano gli scienziati ma sempre un po’….Oggi uno scienziato occidentale si alza non so quanti, trilioni di trilioni un numero alla potenza, alla decima, tutte queste cose che fanno i fisici e Dio direbbe – Di più, di più… tu non lo sai… guarda tale sarà la tua discendenza, facciamo questo contratto? Se tu mi sei fedele come sempre con me, io con te sarò fedele per sempre - e in questo contratto d’amore, il sacrificio vi ricordate ,un sacrificio di comunione, no? Perché lui prepara tutte le vittime, poi vengono spezzate in due e in mezzo alle due parti passa il fuoco di Dio, è la firma del contratto, lo Spirito di Dio, la fiamma, passa e firma il contratto, ma se vi ricordate bene, cosa succede ad Abramo? Abramo si addormenta, c’è quel -tard de ma- quella parola che torna tre volte nella Bibbia, nel sonno di Adamo, quando venne tratta Eva, qui e nella visione di cui parla Isaia, è un sonno mistico, la settanta la traduce con ecstasis, per far capire che quello di cui si parla non è un sonno, è il momento in cui Dio agisce e l’uomo non può capire, l’uomo sta in una situazione, noi diremmo passiva, sta nell’ecstasis in cui tutte le funzioni sono sospese e in cui Dio agisce con Grazia, e in quella Grazia Dio Firma. L’alleanza di Abramo è l’alleanza della Fede, e la Fede non è una questione intellettuale, mentale, celebrale, non è una questione che si studia a scuola, insomma, ma la Fede è un gesto d’amore totale, di abbandono totale, una pazzia si direbbe, qualcosa che va oltre la razionalità ma che è Fede, non è irragionevole ma non è razionalmente quantizzabile. Ed proprio è in questo gesto di Abramo che si recupera Adamo, il -dove sei?- , finalmente Dio dice -Tu sei con me!- ma non lo cerca più Dio, ma è contento, Abramo è con lui, tant’è vero che nell’immaginario del Nuovo Testamento si dirà – Nel seno di Abramo- il Paradiso è il seno di Abramo è il …stare nel grembo di Abramo, significa stare in braccio ad Abramo, capite? E’ stare al sicuro perché dove c’è Abramo c’è Dio, Abramo sta con Dio, è l’amico di Dio. L’unico che viene chiamato l’amico di Dio, amico di Dio, una parola forte, eh? E stare con lui, questo è l’uomo di fede, l’uomo di fede è l’amico di Dio, sempre un uomo di fede ha una via privilegiata, ci parla, ci discute, ci litiga anche, vi ricordate l’intercessione per Sodoma, no? Abramo ha una tale confidenza col Signore che contratta col Signore la salvezza di Sodoma perché? Perché voleva salvare Lot.- Mamma mia qua ammazza l’unico perente che c’ho, me l’ammazza pure.. ma insomma…, ma no… se fossero dieci- e Dio lo sta a sentire con una pazienza che è incredibile, ma perché Dio è così, Dio ha i suoi amici, li sta a sentire, quel patto è un patto a cui Dio è fedele, non so se ricordate quell’espressione di s. Teresa d’Avila, una donna molto simpatica, piena di humor, una mistica, che noi pensiamo sempre i mistici come persone molto seriose, ecco Teresa d’Avila non era molto così e durante una visione col Signore si lamentava un po’- Signore, mi fai sempre soffrire, sto male, mi vogliono bruciare, quell’altro mi vuole fare.-.. ma insomma-Ma io tratto così i miei amici? Gli dice Dio, Gesù gli dice così- e Teresa gli rispose- Ecco perché ce ne hai così pochi , Signore mio-Ma è così, con Abramo farà così, vedremo oggi pomeriggio come la storia si evolve ma povero Abramo dovrà volta dopo volta lasciare qualcosa, si direbbe che quelle vesti di cui aveva rivestito Dio, Adamo, vi ricordate, vesti di pelle, perché Dio non può vedere l’uomo nudo, nella miseria come un mendicante, umiliato dal peccato, allora gli ha fatto le vesti di pelle, sono poi tutte le protezioni che Dio ha dato all’uomo, la legge, la rivelazione dell’Antico Testamento, Paolo in questo è bellissimo, pedagogo descrive di tutto quello che ci ha educato, ci ha custodito, ma ad Abramo gli toglie tutte queste pelli, non gli rimane più niente , lo lascia nuovamente nudo fino alla fine. Questo lo fa con tutti noi, i santi poveracci se la son vista brutta e se la vedono brutta gli uomini in questo perché? Nella sua gelosia Dio li va a cercare e li vuole tutti per sé oggi pomeriggio riprendiamo da qui. Come pregare questa mattina… abbiamo poco tempo perché abbiamo iniziato più tardi ma io direi ritorniamo alla nostra vocazione, ogni tanto bisogna farlo, io direi sempre a ogni esercizio spirituale bisognerebbe rifarlo almeno per noi religiosi, preti e per i laici anche, povero Andrea, non deve sentirsi in minoranza e ricapire quando siamo stati incontrati da Dio, quando Dio s’è manifestato e vi accorgerete che era molto prima di quanto noi ufficialmente possiamo dire - ho sentito la vocazione- da sempre diremo. Però è importante ritornare e capire come io risposto, dove mi ha portato, dove io ti indicherò, dove mi ha portato e dove mi vorrà portare che noi non sappiamo ma con quale disponibilità io accetto. E pensare come io vivo questo , con gioia o con un pizzico di amarezza? Se la qualità della mia alleanza con Dio, qual è? Questa mia alleanza di fede, è un’alleanza vera o è un contratto che ho dovuto firmare “ ho torto o collo”? E’ una sorta di contratto capestro o è un atto di amore che io vivo con gioia? Che da questo dipende la nostra felicità e dipende dal fatto di essere noi benedizione per noi, per gli altri . I tristi, i cristiani tristi non esistono, non so’ cristiani , c’è qualcosa che non va se dovessero essere nella nostra vita questa tristezza a volte si trasforma la tristezza in rabbia, a volte ce la prendiamo con questo, con quell’altro… .Io conosco alcune persone che sono ex preti, e sono sempre un po’ arrabbiati, io non ho avuto modo mai di dirglielo, ma sono un po’ arrabbiati con chi? Se tu hai lasciato vuol dire che con libertà hai scelto di lasciare, quindi con chi te la prendi? Oppure, se era vero, se la tuavocazione era vera, dovevi rimanere a fare quello che facevi, se non era vera dovevi essere felice adesso che hai lasciato questa strada, la felicità doveva esserci per forza, no, è che in quel caso è incapacità di riconoscere che Dio ti ha incontrato e quindi ti scoccia perché hai detto no di fatto, è proprio la prova che l’alleanza tu l’hai stretta ma non l’hai osservata, se no uno dovrebbe essere felice uno perché dice –finalmente mi son liberato di una cosa che non era mio, quindi meditiamolo attentamente poi alla messa ci vediamo, celebreremo la messa allo Spirito Santo perché lo Spirito ci aiuti in questi giorni ci aiuti a incontrare il Signore, quindi cominciamo adesso nel silenzio, però a pranzo parleremo, cominciamo … siamo oggi in una giornata di decompressione, una camera di decompressione, faremo silenzio adesso , poi a pranzo si parlerà , dopo pranzo silenzio proprio, anche domani…, così che ci abituiamo piano piano a entrare … a entrare nel silenzio, ricordatevi l’espressione di s. Serafino di Sarov, questi russi antichi che noi siamo come delle bottiglie di acqua sporca in cui c’è tutte le nostre cose del mondo, le nostre preoccupazioni, per guardarci chiaro nella nostra vita, nella nostra anima non bisogna agitarsi, come la bottiglia, più la agiti, più si intorbida, no? Bisogna poggiarla ferma, non toccarla, lasciare che si decanti tutto ciò che… il torbido va in e rimane tutto limpido, diventerà poi una bottiglia limpidissima, quindi anche nella nostra vita gli esercizi, il primo giorno siamo tentati di agitarci ancora, di stare a muovere la nostra anima, lasciamola decantare che tutto che è sporco vada in fondo così che tutto rimanga pulito, poi è più facile ripulire quel fondo, lasciamo che l’anima si acquieti, e sentiamoci cercati da Dio stamattina, Adamo dove sei, dove sei… ECCOMI, quella parola di Abramo, bellissima “hinneni”, eccomi, sono qui, in latino è ad sum sono presente, presente! Lasciamoci cercare e diciamo eccomi, è la parola che dovrebbe risuonare in noi.