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GLI AGROFARMACI

INTERVENTI CHIMICI CON


SOSTANZE ATTIVE (Principi attivi)
OBIETTIVI

 PROTEGGERE (Insetticidi, acaricidi, fungicidi, etc)

 FAVORIRE O REGOLARE PROCESSI VITALI


(Fitoregolatori)

 CONSERVARE (Fisiofarmaci)

 ELIMINARE PIANTE INDESIDERABILI (Diserbanti)


TERMINOLOGIA
PRIMA ORA

 PRINCIPI ATTIVI  SOSTANZE ATTIVE

 FITOFARMACI, PESTICIDI,  PRODOTTI FITOSANITARI


ANTIPARASSITARI o AGROFARMACI
BREVE STORIA
PRIMA GENERAZIONE
1700-1800
 Prodotti semplici, quasi sempre inorganici
 Largo spettro, alcuni prodotti molto tossici
 Azione totale (distruzione)
 Esempi: Sali di rame, zolfo, arseniati, sali
mercurici
SECONDA GENERAZIONE
Tra le due guerre e anni ‘50
 Primi prodotti organici di sintesi
 Principio della selettività (anche se con
spettro relativamente ampio)
 Alcuni esempi: Carbammati, fosforganici,
derivati dell’urea
TERZA o ULTIMA GENERAZIONE
a partire dagli anni ‘60
 A causa dei primi danni ambientali si è
affinato il principio della SELETTIVITA’
(azione mirata)
 Introdotto il PRINCIPIO DEL CONTROLLO
 Bassa tossicità ambientale
 Alcuni esempi: Prodotti biotecnologici
(insetticidi a base di batteri, feromoni,
regolatori), antiperonosporici sintetici
PRINCIPALI TIPI DI PRODOTTI
FITOSANITARI
 Anticrittogamici o  Diserbanti
fungicidi  Rodenticidi
 Battericidi  Fitoregolatori
 Insetticidi (Biostimolanti)
 Acaricidi  Concimi fogliari
 Nematocidi  Repellenti
 Molluschicidi  Cicatrizzanti
 Modificatori del
comportamento (insetti)
COMPOSIZIONE
La quasi totalità dei prodotti fitosanitari sono commercializzati
sotto forma di MISCELE (detti anche PREPARATI, Formulati)
costituiti da tre tipi di sostanze:
 SOSTANZA ATTIVA: ha tossicità intrinseca ed espleta
la sua azione contro il PARASSITA/PATOGENO
Il TITOLO è la % di sostanza attiva presente nel
prodotto e deve essere riportato in etichetta
 COADIUVANTI: migliorano l’Azione o la Persistenza
(emulsionanti, adesivanti, antievaporanti,
antischiuma…)
 COFORMULANTI: diluiscono il principio attivo
(inerti)
COADIUVANTI
 TENSIOATTIVI o BAGNANTI: riducono la tensione superficiale
e fanno distendere le goccioline e quindi uno strato sottile e
uniforme
 EMULSIONANTI: emulsionano o disperdono i composti oleosi
in acqua per un trattamento uniforme
 DISPERDENTI: Distribuiscono le microparticelle insolubili
impedendo la precipitazione e favorendo la distribuzione
uniforme nella sospensione
 ADESIVANTI: consentono una maggiore permanenza del
trattamento sul vegetale
 ANTIDERIVA: appesantiscono il formulato perché non sia
disperso in atmosfera e raggiunga la superficie da trattare nel
minor tempo possibile
PRINCIPALI PREPARATI
POLVERI SECCHE

 Distribuite con impolveratrice


 SVANTAGGI: deriva, mancanza di uniformità,
difficoltà di distribuzione, fitotossicità, efficacia legata
a condizioni climatiche
 Esempio: Zolfo ventilato
 Ancora valide per la concia dei semi
PRINCIPALI PREPARATI
POLVERI BAGNABILI

 La polvere va dispersa in acqua e si distribuisce per


ASPERSIONE

 VANTAGGI: Facile conservazione e


commercializzazione
PRINCIPALI PREPARATI
POLVERI SOLUBILI

 Il preparato in polvere è solubile.

 Raro perché spesso le sostanze attive sono insolubili in


acqua.
PRINCIPALI PREPARATI
EMULSIONI OLIO/ACQUA
 La sostanza attiva è contenuta in goccioline oleose
disperse in acqua. Si diluisce in acqua e si irrora

EMULSIONE ACQUA/OLIO
 La sostanza attiva è contenuta in finissimi globuli
acquosi dispersi in una fase oleosa
PRINCIPALI PREPARATI
CONCENTRATI EMULSIONABILI
 La sostanza attiva insolubile in acqua si trova in
sostanza oleosa che viene diluita in solventi,
addizionata di emulsionanti e poi emulsionata in
acqua.
FLOWABLE (PASTA A SOSPENSIONE
CONCENTRATA)
 Polvere in sospensione concentrata (pasta fluida) che
viene diluita in acqua
PRINCIPALI PREPARATI
MICROINCAPSULATI (MICROCAPSULATI)
 Il preparato è in microcapsule che cedono il prodotto
lentamente al contatto con l’acqua

GRANULARI
 La sostanza attiva è in granuli (vegetali o minerali come
argilla) e distribuito tal quale. Disinfestazione di terreni e
terricci, cessione lenta
PRINCIPALI PREPARATI
FUMIGANTI
 Sostanze attive quasi in purezza che agiscono allo stato
gassoso

GRANULI DISPERSIBILI o
IDRODISPERSIBILI
 Si disperdono in acqua. Rispetto alle polveri sono più sicuri
e pratici perché non si disperdono in aria durante la
manipolazione. (Possono essere contenuti in sacchetti
idrosolubili)
CARATTERISTICHE AGROFARMACI
ASPETTI QUALITATIVI
TOSSICITA’ INTRINSECA
E’ il danno causato all’organismo bersaglio

 Meccanismo di azione
-Lisi della parete cellulare
-Penetrazione senza lisi

 Azione a livello cellulare


Sui sistemi biologici del patogeno
CARATTERISTICHE AGROFARMACI
ASPETTI QUALITATIVI
DISPONIBILITA’
Capacità di liberare e far arrivare al bersaglio la sostanza
attiva.
Dipende da molti fattori

ESEMPIO
 Presenza di coadiuvanti che migliorano le prestazioni
(ESEMPIO: Calce nella poltiglia bordolese consente al
rame un’azione prolungata)
CARATTERISTICHE AGROFARMACI
ASPETTI QUANTITATIVI (Influiscono sulla
DISPONIBILITA’)
 COPERTURA (delle superficie da trattare)
Dipende da dimensioni delle gocce (che dipendono dal mezzo irrorante) e
tensioattivi (distensione delle gocce)

 DEPOSITO (Quantità del prodotto che rimane sulla superficie


subito dopo il trattamento)
Dipende da Copertura, natura del preparato, delle superfici, carica
elettrica (vegetali -), adesivanti

 RESIDUO (Quantità di sostanza che rimane dopo un dato tempo).


Azione prolungata e preventiva. Attenzione all’ambiente!
Dipende da micronizzazione, clima, accrescimento di parti della pianta
che non risulteranno trattate
CARATTERISTICHE AGROFARMACI
ASPETTI COLLATERALI
 PRONTEZZA DI AZIONE (azione immediata)
 PERSISTENZA DI AZIONE (azione
prolungata)
 MISCIBILITA’ (compatibilità con altri prodotti
quindi minori passaggi di trattamento)
 Indifferenza
 Antagonismo
 Sinergismo
Può causare: minore solubilità o sospensività e
fitotossicità (tabelle di compatibilità)
CARATTERISTICHE AGROFARMACI
ASPETTI COLLATERALI

 RIDISTRIBUZIONE
Capacità di spostarsi e ridistribuirsi per
volatilizzazione, risolubilizzazione, trasporto
passivo – es. pioggia – Copre zone scoperte.

 CITOTROPISMO E SISTEMATICITA’
Azione endoterapica: la sostanza arriva dove vive il
patogeno/parassita
CARATTERISTICHE
Prodotti endoterapici

 CITOTROPICI
Azione sulle cellule limitrofe alla penetrazione
 TRANSLAMINARI
Passano da cellula a cellula in tutte le direzioni e quindi
anche da una pagina fogliare all’altra
 SISTEMICI
Entrano nel flusso linfatico di solito xilematico (dal
basso all’alto) ridistribuendosi internamente.
CARATTERISTICHE
Prodotti sistemici
 Non sempre i frutti riescono a richiamare sufficiente
quantità
 Selezione di ceppi resistenti
 Meno efficienti su piante stressate (stress idrico e
calorico che frenano il metabolismo)
VANTAGGI:
 Selettività
 Non dilavati
 Ridistribuzione interna verso parti non trattate
 Basso volume di distribuzione
TOSSICITA’
TOSSICITA’ (Intossicazioni)
 Accidentale
Durante la manipolazione

 Alimentare
Ingestione di derrate con residui tossici
TOSSICITA’ (vie di intossicazione)
 PER INALAZIONE
polvere o gas
 PER CONTATTO o DERMALE
intossicazione locale o sistemica
 PER INGESTIONE
di alimenti contaminati se non si è rispettato il periodo
di tutela o carenza

IMPORTANZA DEI DPI


TOSSICITA’ (effetti)
ACUTA
 Effetti di una sola somministrazione, entro breve
tempo

Si valuta attraverso:
DL50 – dose letale (ingestione e dermale)
CL50 – concentrazione letale (inalazione)
E’ la dose in mg (di sostanza attiva pura) che causa la
morte immediata del 50% di un kg di popolazione di
cavie.
TOSSICITA’ (effetti)
CRONICA
 Dosi relativamente basse e continue (accumulo) che
manifestano sintomi a distanza di tempo.

Si valuta attraverso la SOGLIA DI TOSSICITA’


Quantità massima espressa in ppm (es. mg/kg) che può
essere somministrata per un lungo periodo (sempre)
senza che determini variazioni fisiologiche e cito-
istologiche nelle cavie.
Subdola e di difficile misurazione (in vitro –colture cellulari–
e in vivo –cavie– )
CONTAMINAZIONE
RESIDUI

 SULLE COLTURE
 DERIVA SU COLTURE
NON TRATTATE
 FALDE ACQUIFERE E
CORSI D’ACQUA
 TERRENO
PERIODO DI CARENZA
(TEMPO DI SICUREZZA)
 Il tempo necessario
affinché la quantità di
residui di sostanza attiva (e
i suoi metaboliti) sui
vegetali siano tali da non
provocare danni all’uomo.

 Espresso in numero di
giorni dall’ultimo
trattamento alla raccolta e
eventuale consumo
(stabilito per legge e
riportato in etichetta)
LIVELLO MASSIMO DI RESIDUO
(LMR)
 Successivamente i residui devono essere entro valori
(LIMITI DI TOLLERANZA) che esprimono il
LIVELLO MASSIMO DI RESIDUO (LMR) in ppm.
(mg per kg di prodotto alimentare)
Dal 2 settembre 2008 i valori dei LMR sono stati armonizzati a
livello europeo attraverso l’applicazione del Regolamento CE
396/2005

 ESEMPIO: Il bromopropilato (acaricida) ha un LMR di


0,01 per le mele, pere, mandarini, limoni, etc. e di 0,02
per le mandorle, pinoli, pistacchi, etc .(ossia 0,01
oppure 0,02 mg/kg di prodotto)
TEMPO DI RIENTRO
 Il tempo che deve
intercorrere tra il
trattamento e il
momento in cui si
può rientrare
nell’area trattata
senza protezioni.
 Se non specificato
48 ore
Regolamento (CE) n. 1272/2008
CLP
Classification - Classificazione
Labelling - Etichettatura
Packaging - Imballaggio
delle sostanze e delle miscele
NATURA DEI PERICOLI

FISICI
SALUTE
AMBIENTE
PITTOGRAMMI DI PERICOLO
AVVERTENZE

PERICOLO (PIU’ GRAVI)

ATTENZIONE (MENO GRAVE)


 INDICAZIONI DI PERICOLO (HAZARD)
Frasi che descrivono la natura del pericolo

H2 - - Pericolo chimico-fisico
H3 - - Pericolo per la salute
H4 - - Pericolo per l’ambiente
 CONSIGLI DI PRUDENZA
(PRECAUTIONARY)

P SEGUITA DA 3 CIFRE

carattere generale, prevenzione, reazione,


conservazione, smaltimento
 https://www.syngenta.it/sites/g/files/zhg301/f/voliam_targo_-
_etichetta_clp.pdf?token=1529324688
DL50 E TOSSICITA’ (CATEGORIE)
SCHEDE DATI DI SICUREZZA
 Le schede dati di sicurezza (SDS) sono documenti sintetici che riportano in
modo conciso tutte le caratteristiche chimico-fisiche, tossicologiche,
ambientali e la classificazione di una sostanza chimica o di una miscela,
compresi gli agrofarmaci, obbligatorie se pericolosi. Le SDS sono articolate
in 16 diverse sezioni dove sono indicati i dati essenziali per l’identità, le
caratteristiche chimico-fisiche, la reattività, la tossicologia, l’ecotossicologia
e il comportamento ambientale, ma che riportano anche altre importanti
informazioni su come proteggere gli operatori, come manipolare
correttamente i prodotti e gestire eventuali incidenti come incendi,
versamenti accidentali o contatti involontari. Lo scopo di queste schede è
di comunicare nella lingua locale tutte queste informazioni lungo l’intera
catena di produzione e di distribuzione dei prodotti chimici, in modo che
siano sempre disponibili per consentire un uso sicuro di tutti i prodotti. I
fornitori hanno il dovere di consegnare le schede di sicurezza,
costantemente aggiornate, ai loro clienti. I produttori di agrofarmaci e i
distributori sono ovviamente soggetti a questi obblighi.
PATENTINO
 L’utilizzatore professionale di prodotti fitosanitari deve essere in
possesso di specifico certificato di abilitazione all’acquisto e
all’utilizzo rilasciato dall’autorità competente,
indipendentemente dalla classificazione dei prodotti
acquistati.
 Il certificato viene rilasciato dalle Regioni e Province autonome
alle persone maggiorenni che abbiano frequentato appositi corsi
di formazione con valutazione finale positiva nelle materie
elencate nell’Allegato I del D. Lgs. 150/2012. Sono esentati
dall’obbligo di frequenza del corso di formazione i soggetti in
possesso di diploma o laurea in discipline agrarie e forestali,
biologiche, naturali, ambientali, chimiche, farmaceutiche,
mediche e veterinarie. Tali soggetti sono però tenuti a superare
la valutazione finale e a partecipare, per il rinnovo del
patentino, ai corsi di aggiornamento previsti.

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