Una volta emersi come superpotenza dalla seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti erano
intenzionati ad imporre la propria egemonia sull’emisfero occidentale: con l’avvento della guerra
fredda, questa necessità di difendere il modello liberal-capitalista si fa ancora più marcata, e viene
declinata in una lotta globale contro l’avanzata del comunismo, in cui l’America Latina viene
invariabilmente coinvolta. Il continente diviene infatti un vero e proprio campo di battaglia nel
contesto della lotta bipolare, con interventi da parte degli Stati Uniti sempre più invasivi.
Reagire all’interventismo nord-americano sembrava più complicato in quel periodo: non era più
plausibile ricorrere alla protezione da parte di uno stato europeo; era inutile formulare dottrine
diplomatiche basate sul diritto internazionale e/o appellarsi ad un’azione restrittiva ad opera delle
organizzazioni internazionali; allo stesso tempo, non si poteva ambire al raggiungimento di
un’egemonia sub-regionale per garantirsi sicurezza e stabilità.
Quindi, rimanevano tre strategie per far fronte alla guerra fredda:
1) Sfidare gli Usa e intraprendere la strada del socialismo;
2) Cercare il supporto degli Stati Uniti, appellandosi a una solidarietà anticomunista;
3) Tentare una terza strategia, evitando l’allineamento o con l’Est o con l’Ovest così da potersi
assicurare l’indipendenza economica, politica e culturale.
Opzione 1: la strada socialista
Vi sono vari motivi che spiegano il successo dell’ideologia marxista in America Latina:
- Il conflitto di classe era facilmente applicabile alle disuguaglianze della regione;
- Il riferimento all’azione rivoluzionaria dava speranza ai lavoratori e contadini oppressi;
- I marxisti e i nazionalisti latino-americani avevano un nemico in comune, ovvero gli Stati
Uniti, leader del capitalismo mondiale e potenza dominante nell’emisfero occidentale;
- Le attenzioni verso la condizione degli oppressi del pensiero marxista-leninista si sposavano
bene con le tradizioni di resistenza latino-americane.
Partiti ed elezioni
Durante gli anni ’20, cominciarono a comparire primi partiti ispirati al marxismo, sostenitori di un
approccio pacifico piuttosto che insurrezionale. Durante gli anni ’30, questi partiti svilupparono
relazioni quasi servili con l’Unione Sovietica, e, con l’avvento della Guerra Fredda, i partiti si
divisero ancor di più, si indebolirono, oppure persero contatti con le proprie basi elettorali. In
particolare, si dimostrarono più interessati a confermare il proprio appoggio all’Unione Sovietica
piuttosto che al portar avanti una lotta al potere a livello nazionale. Tra gli anni ’60 e ’70 i partiti
comunisti erano diventati osservatori passivi della politica nazionale.
Fu solo in Guatemala (amministrazione Arbenz) che i partiti comunisti esercitarono una forte
influenza sulle politiche nazionali. In altri paesi, i partiti comunisti esercitavano un ruolo marginale
all’interno dei governi, e o non erano partecipi dei movimenti rivoluzionari oppure vi si
opponevano attivamente. La sfortuna dei partiti comunisti è anche legata al contesto della
competizione bipolare, dove la moderazione era svantaggiosa: per la destra, era impossibile fidarsi
della moderazione dei partiti comunisti; allo stesso modo, a causa di questa moderazione, non era
possibile per la sinistra estremista allearsi con i partiti comunisti.
Al contrario, i partiti socialisti riuscirono a giocare un ruolo più importante nel dopoguerra. Questi
partiti risultavano più credibili ed affidabili dei partiti comunisti, perché coniugavano l’analisi della
lotta di classe marxista con le istanza nazionaliste di difesa della sovranità e di denuncia
dell’imperialismo statunitense.
I più grandi successi dei partiti socialisti si verificarono nel Guatemala di Arbenz e nel Cile di
Allende. La sorte di questi paesi dimostrò, però, l’impossibilità di giungere pacificamente al
socialismo. In collaborazione con alleati locali, gli Stati Uniti rovesciarono Arbenz nel ’54 e
Allende nel ’73: questi avvenimenti confermarono come le elezioni non potessero essere una
modalità valida per l’affermazione del socialismo, l’unica possibilità era la rivoluzione armata.