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Sintesi di Chimica seconda parte

Giuseppe Donatiello
Aprile 2021

1 Tavola periodica

La tavola periodica è uno strumento che permette di visualizzare rapidamente


alcune proprietà degli elementi. Essa è una sorta di tabella composta da
colonne, i gruppi, e da righe, i periodi. Essa è suddivisa anche in blocchi,
per l’esattezza 4: il blocco s, il blocco p, il blocco d e il blocco f. Il blocco s
è quello composto dai primi due gruppi compreso l’He, il gruppo p è composto
da quegli elementi che occupano le colonne dal terzo al sesto gruppo, il blocco
d è composto dagli elementi di transizione in mezzo ai blocchi s e p, e infine il
blocco f che è il blocco staccato dal corpo centrale.

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Nel blocco p c’è una linea nera più spessa: gli elementi alla sua sinistra e il
blocco f sono metalli, gli elementi alla sua destra sono non metalli, gli ele-
menti dell’ultimo gruppo sono i gas nobili.

1.1 Configurazione elettronica esterna

La tavola periodica è utile quando si vuole conoscere rapidamente la configu-


razione elettronica esterna degli elementi. Per configurazione elettronica esterna
intendiamo la configurazione dell’ultimo livello energetico dell’atomo in ques-
tione. Essa la si indica con il simbolo del gas nobile che precede l’elemento
del quale vogliamo la configurazione e la configurazione dell’ultimo livello en-
ergetico. Ad esempio: configurazione elettronica esterna del sodio: Configu-
razione normale è: Z = 11 → 1s2 2s2 2p6 3s1 Configurazione esterna : sim-
bolo gas nobile che precede il sodio, in questo caso il Neon e la configurazione
dell’ultimo livello energetico, il 3 → [Ne] 3 s1 . Come risaliamo alla config-
urazione semplicemente guardando la tavola periodica? Il periodo indica il
numero quantico principale, il gruppo indica il numero di elettroni e il blocco
nel quale si trova l’elemento indica il tipo di orbitale.

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Esempio: scriviamo la configurazione esterna del potassio. La configurazione
estesa è la seguente: Z = 19 → 1s2 2s2 2p6 3s2 3p6 4s1 , la configurazione esterna
la scriviamo mettendo il simbolo dell’elemento che precede il potassio ovvero
l’argon e scrivendo la configurazione dell’ultimo livello che ricaviamo in questo
modo: il potassio si trova nel periodo 4 e nel gruppo 1, nel blocco s. Il periodo
indica il numero quantico principale, 4, il gruppo indica l’elettrone, in questo
caso è un elettrone nell’orbitale, e il blocco indica il tipo di orbitale, tipo s.
La configurazione esterna è [Ar] 4s1 . Il simbolo dell’Argon sintetizza la config-
urazione elettronica dell’argon che è la stessa del potassio eccezione fatta per
l’ultimo pezzo di configurazione che scriviamo dopo il simbolo dell’elemento.
Per scrivere la configurazione dell’elemento è necessario usare il principio Auf-
bau per scrivere correttamente gli orbitali rispettando l’ordine nel quale si riem-
piono. Scriviamo la configurazione elettronica di un altro elemento, il cloro.
La sua configurazione estesa è: Z = 17 → 1s2 2s2 2p6 3s2 3p5 , la configurazione
esterna sarà la seguente: [Ne] 3s2 3p5 .

Cosa abbiamo fatto? Abbiamo scritto il simbolo del gas nobile che precede
il cloro; il cloro si trova nel periodo 3, scriveremo quindi gli orbitali con il nu-
mero quantico 3. Nel livello 3 abbiamo due tipi di orbitali: il primo è di tipo s e
il secondo di tipo p. Iniziamo a scrivere l’orbitale s: il cloro si trova nel gruppo
7, ci sono 7 elettroni da spartire negli orbitali. Sappiamo che l’orbitale s ne può
occupare massimo 2, quindi scriviamo 3s2 , i 5 rimanenti andranno nell’orbitale
p e scriviamo quindi 3p5 .
Si può anche immaginare un percorso a ”passi”: troviamo il gas nobile che
precede il potassio, ci mettiamo nell’elemento successivo e iniziamo a contare
i passi. Ora ci troviamo nell’elemento successivo all’argon, siamo nel sodio
in corrispondenza del blocco s e del gruppo 1. Al momento abbiamo riem-
pito l’orbitale s con 1 elettrone, spostiamoci nell’elemento successivo, il mag-
nesio, e abbiamo messo un altro elettrone nell’orbitale s; proseguiamo e arriv-
iamo sull’alluminio: attenzione, siamo usciti dal blocco s e siamo entrati nel
blocco p, ora stiamo mettendo gli elettroni nell’orbitale p: in corrispondenza
dell’alluminio abbiamo messo 1 elettrone (perchè siamo nel primo gruppo del
blocco p), andiamo avanti e mettiamo il secondo elettrone, perchè siamo sul
silicio, secondo gruppo del blocco p. Arriviamo fino al cloro che si trova nel
quinto gruppo del blocco p, e abbiamo finito.

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1.2 Proprietà della tavola periodica

Osservando la tavola periodica si può facilmente notare che spostandoci da


destra verso sinistra si ha un calo del carattere metallico dell’elemento, ed infatti
a destra della linea spessa abbiamo i metalli, gli elementi che toccano la linea
spessa sono i semimetalli e a destra abbiamo i non metalli.
Tutti gli elementi del primo gruppo, se privati di un elettrone assumono la
configurazione elettronica del gas nobile precedente e diventano ioni positivi,
cationi. Se invece un elemento del settimo gruppo, ad esempio il cloro, acquista
un elettrone assume la configurazione del gas nobile successivo e diviene un
anione.
Le proprietà degli elementi sono correlate alla loro configurazione
elettronica.
Gli elementi del primo e secondo gruppo sono elementi che tendono a perdere
i due elettroni più esterni, quindi si ossidano.

1.2.1 Dimensioni atomiche

Il raggio atomico è definito come la semidistanza tra i nuclei di due atomi adi-
acenti. Esso non è facilmente misurabile per via della natura dell’atomo: la
nuvola elettronica non ha contorni definiti e quindi si deve ricorrere alla mis-
urazione per via sperimentale.

Spostandosi da sinistra verso destra di un periodo si ha una diminuzione del


raggio atomico, dall’alto verso il basso di un gruppo si verifica l’aumento.

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Perchè? Bisogna tener conto dell’attrazione esercitata dal nucleo nei confronti
degli elettroni e della loro repulsione reciproca: lungo un grupo, l’aumento del
numero atomico comporta un incremento del numero quantico principale per
cui gli elettroni esterni vengono a trovarsi ad una distanza maggiore dal nu-
cleo e quindi il raggio atomico cresce. Lungo un periodo non varia il numero
quantico principale ma l’aumento della carica nucleare comporta una maggiore
attrazione tra elettroni e nucleo e quindi il raggio diminuisce. Quando un
atomo è trasformato in catione, si ha una contrazione perchè la carica pos-
itiva (nucleo) è superiore a quella negativa visto che è stato ceduto un elet-
trone. Al contrario, quando l’atomo diventa un anione, si ha un incremento del
raggio perchè è il nucleo a perdere forza attrattiva avendo perso un protone.
Gli elementi a sinistra tendono a cedere elettroni, quelli a destra li prendono.

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1.2.2 Energia di ionizzazione

Viene definita come la minima quantità di energia necessaria per allontanare


uno degli elettroni più esterni a distanza infinita dall’atomo dell’elemento allo
stato gassoso. Abbiamo detto che gli elementi del primo e del secondo gruppo
tendono a cedere elettroni, quindi per allontanare il loro elettrone più esterno
ci vorrà una bassa energia di ionizzazione. Invece è più difficile strappare un
elettrone ad un gas nobile o ad un elemento del settimo gruppo. L’energia
per togliere il primo elettrone è l’energia di prima ionizzazione, quella per
togliere il secondo sarà di seconda ionizzazione e cosı̀ via. L’energia di seconda
ionizzazione è maggiore di quella di prima ionizzazione, perchè avendo già
tolto un elettrone l’atomo è diventato un catione e quindi il nucleo attira in
maniera più decisa gli elettroni rimanenti.

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1.2.3 Affinità elettronica

Si definisce tale l’energia che viene liberata da un atomo neutro isolato allo stato
gassoso quando acquista un elettrone in uno degli orbitali più esterni vuoto o
semivuoto trasformandosi in uno ione negativo
A(g) + e− → A− (g)

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1.2.4 Elettronegatività

Si parla di elettronegatività quando stiamo avendo a che fare con un composto.


Essa è la tendenza di un atomo ad attrarre verso di sè gli elettroni con i quali
si lega all’altro atomo in un composto. L’elemento più elettronegativo è il fluoro.

1.2.5 Carattere metallico

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2 Legame chimico

Qualunque oggetto, sostanza, composto possiamo osservare in natura è com-


posto da atomi legati tra di loro. Perchè gli atomi si legano tra di loro? Perchè
il composto che ne deriva ha una stabilità maggiore del singolo atomo. Si parla
quindi di una sorta di convenienza della quale gli atomi ”approfittano”, una
volta uniti sono più stabili e si fa fatica a separarli. Di legame chimico ce ne
sono di vari tipi:
• Legame covalente (puro/polare): Si forma quando due atomi mettono in
compartecipazione due elettroni non accoppiati. Si dice puro quando
gli atomi che si legano sono uguali; si dice polare quando a legarsi sono
diversi
• Legame ionico: si forma quando si uniscono atomi con elevata differenza
di elettronegatività: un esempio di composto ionico è il cloruro di sodio,
NaCl, infatti la differenza di elettronegatività tra i due elementi è di 2,23
(per essere ionico la differenza di elettronegatività deve essere maggiore di
1,7)
• Legami deboli: a ponte di idrogeno, dipolo-dipolo, ione-dipolo, legame di
van der Waals
Come si forma il legame in termini fisici? Prendiamo ad esempio l’atomo di H:
ha un elettrone spaiato che può mettere in compartecipazione con l’elettrone
di un altro atomo di H. I due atomi (immaginiamoli come sfere) si avvicinano
fino a quando non avviene una sovrapposizione delle loro aree.

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Come varia l’energia dei due atomi di H?

Avviene questo: abbiamo i due atomi di idrogeno separati, il sistema a questo


punto ha una certa energia. Gli atomi iniziano ad avvicinarsi sempre di più, le
nuvole di carica (l’area rossa che rappresenta l’atomo) iniziano a sovrapporsi,
gli elettroni vengono condivisi e l’energia si abbassa fino a raggiungere il legame
vero e proprio che si ha quando il raggio atomico è pari a 74pm, e a quel punto
l’energia sarà minima. La differenza tra l’energia degli atomi separati e quella
degli atomi legati è l’energia da fornire al composto creatosi per spezzarlo.
Man mano che gli atomi si avvicinano le nuvole di carica si deformano perchè
risentono dell’attrazione dell’altro atomo.
Succede però un’altra cosa: se continuiamo ad avvicinare gli atomi le forze re-
pulsive dei nuclei prevalgono e l’energia di legame sale.

2.1 Legame covalente

Come si forma un legame covalente? Si forma quando il legame viene formato


tramite la messa in compartecipazione di elettroni spaiati, ovvero quegli elet-
troni che occupano a metà un orbitale, come abbiamo visto precedentemente
per il cloro che aveva un orbitale p semivuoto. Il legame covalente può essere
puro se è formato da atomi uguali o polare se formato da atomi diversi. Saper
fare la configurazione elettronica degli elementi è quindi un requisito fondamen-
tale.

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Come si sovrappongono gli orbitali? Consideriamo due atomi di cloro che ha
un elettrone spaiato negli orbitali p, quelli a doppio lobo.

Avvicinandosi, notiamo che i lobi che si sovrappongono sono quelli paralleli


all’asse x. Formeranno un legame di tipo σ (sigma)

Consideriamo due atomi di ossigeno, che ha due elettroni spaiati negli orbitali
p. Se avviciniamo i due atomi, formeranno un legame non solo gli orbitali di
tipo σ ma anche gli orbitali paralleli all’asse y, avremo un legame π.

Il legame σ si forma quando gli orbitali coinvolti condividono lo stesso asse,


e quell’asse prende il nome di asse di legame (quello che congiunge i due nu-
clei); in questo caso l’asse di legame è l’asse x. Il legame π infatti avviene tra
gli orbitali che sono paralleli all’asse y, assi che non coincidono.

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Vediamo cosa avviene se si legano due atomi di un elemento con 3 elettroni
spaiati. Prendiamo l’atomo di azoto.

Si è formato un legame σ e due legami π.


Il legame σ è più forte del legame π, lo si evince anche guardando le immagini:
il σ comporta una distanza minore tra i due orbitali, che quindi si attraggono
in maniera più forte del π.

STRUTTURA DI LEWIS: è un modo di rappresentare atomi, molecole


o ioni. Proviamo a scrivere quella della molecola di azoto, N2 .
I pallini neri indicano gli elettroni situati nell’ultimo livello energetico, nel caso
dell’azoto abbiamo 5 elettroni nell’ultimo livello energetico. Gli elettroni si
dispongono assegnando un pallino per ogni lato. Otteniamo questo risultato

Nel primo passaggio c’è l’atomo di azoto, 5 pallini neri di cui due accoppiati
perchè occupano l’orbitale 2s e 3 spaiati perchè ognuno sta in un orbitale 2p.
La molecola è formata da due atomi di azoto, se li avviciniamo si forma un
triplo legame, un legame σ e due π.

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2.2 Legame covalente polare

Si definisce legame covalente polare quel legame covalente che unisce atomi
di elementi diversi che hanno quindi una differenza di elettronegatività, che ri-
cordiamo essere la tendenza dell’atomo ad attrarre verso di sè gli elettroni di
valenza, ovvero gli elettroni messi in compartecipazione. Prendiamo come es-
empio la molecola di cloruro di idrogeno, HCl. I due atomi formano la molecola
legandosi con un legame di tipo σ. Cerchiamo i valori di elettronegatività dei
due atomi

I due atomi formano un legame covalente polare: hanno valori diversi di elet-
tronegatività e questo significa che gli elettroni di valenza/legame trascor-
reranno più tempo in prossimità del cloro che è più elettronegativo. Per questo
motivo il cloro avrà una carica parziale negativa che indichiamo con il simbolo
δ seguito da un -, mentre l’idrogeno ne avrà una positiva. La struttura di lewis
è questa

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Facciamo un’altra molecola, quella dell’ammoniaca NH3 . L’azoto ha 3 elet-
troni spaiati, ognuno di essi servirà per legarsi con un atomo di idrogeno

La molecola di acqua è simile

se dovessimo scrivere la struttura di lewis faremmo gli angoli di 90°, come sug-
gerito dalla figura. Questo non è vero, vediamo perchè.

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3 Ibridazione

Diidruro di berillio, BeH2 . Come si forma questa molecola? Due atomi di


idrogeno si legano con un atomo di Berillio. L’idrogeno ha un elettrone spaiato,
il berillio ha invece questa configurazione:

Se il berillio non ha elettroni spaiati come fa a legarsi con i due atomi di


idrogeno? Immaginiamo che un elettrone dell’orbitale 2s si sposti in un or-
bitale 2p

In questo modo ci sono due elettroni liberi che possono legarsi con i due atomi di
idrogeno. Cosı̀ possiamo spiegarci tutti i composti che si legano non rispettando
la regola base. Questo avviene solo tra orbitali appartenenti allo stesso livello
energetico, perchè la differenza di energia tra 2s e 2p è piccola in confronto a
quella tra 2s e 3s ad esempio.
Il fatto che si leghino 2 atomi di idrogeno con un orbitale s e uno p potrebbe
far pensare che i legami siano diversi, ovvero che un legame si formi tra orbitale
s (H) ed s (elettrone sul 2s) e uno tra s (H) e p (elettrone sul 2p): questo non
avviene, i due legami sono esattamente uguali. Per spiegare ciò non basta la
semplice promozione dell’elettrone al livello energetico superiore ma entra in
gioco un altro fenomeno chiamato ibridazione.

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I due orbitali con gli elettroni spaiati, s e p, daranno una ibridazione, e
avremo come risultato due orbitali per l’appunto ibridi. Essi sono di tipo di-
rezionale esattamente come gli orbitali di tipo p, stessa forma (forma intesa
come i due lobi,le dimensioni differiscono ma lo vedremo poi) e stessa energia.
L’orbitale è una funzione matematica: che significa quindi l’ibridazione? Sig-
nifica fare delle combinazioni lineari delle funzioni d’onda che descrivono l’orbitale
s e p per avere due nuove funzioni d’onda che invece descrivono gli orbitali ib-
ridi. I due orbitali ibridi tenderanno a disporsi il più lontano possibile l’uno
dall’altro, per cui i due orbitali formeranno tra loro un’angolo di 180°.

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Visualizziamo la molecola di diidruro di berillio e poi scriviamone la struttura
di Lewis. Il berillio ha 4 elettroni, significa che un elettrone viene promosso
sull’orbitale 2p: abbiamo un orbitale 2s e uno 2p.

Abbiamo ora due elettroni spaiati. In seguito all’ibridazione, dall’avere due


orbitali 2s e 2p passeremo ad avere due orbitali ibridi sp

I due orbitali ibridi tenderanno a disporsi il più lontano possibile l’uno dall’altro,
quindi avremo un angolo di 180°, IBRIDAZIONE SP.

Passiamo al triidruro di boro.

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Abbiamo 3 elettroni spaiati, uno sul 2s e due sul 2p: ibridizzano dando 3
orbitali sp. La molecola ha questo aspetto

Angoli di 120°, IBRIDAZIONE sp2

Trifluoruro di boro. Tre atomi di fluoro F si legano ad un atomo di Boro.


Configurazioni elettroniche:

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Il boro promuove un elettrone, con l’ibridazione otteniamo 3 orbitali di tipo
sp, che si legheranno con l’orbitale p semivuoto dell’atomo di Fluoro corrispon-
dente

Questa è una ibridazione di tipo sp2 : l’atomo di fluoro ha un elettrone spaiato


in un orbitale di tipo p, si legherà con un orbitale di tipo sp del boro. La
struttura di Lewis è questa

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Vediamo il METANO, CH4 , 4 atomi di idrogeno legati ad un atomo di Car-
bonio, a ibridizzarsi sarà il carbonio, perchè l’idrogeno ha un solo elettrone

Abbiamo 4 elettroni spaiati, con l’ibridazione otteniamo 4 orbitali di tipo sp,


ognuno di essi si legherà ad un atomo di H, un orbitale di tipo s. Ricordando
che gli orbitali tendono a stare quanto più lontani possibile tra loro otteniamo
una figura con angoli di 109,5°

Questa è una IBRIDAZIONE sp3 . Ricapitoliamo i vari angoli per ogni ibri-
dazione:
• sp = 180°
• sp2 = 120°
• sp3 = 109,5°

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Poniamo l’attenzione su 3 molecole, ovver metano, ammoniaca e acqua.
Osserviamone la struttura di Lewis

Notiamo una differenza negli angoli: nel caso del metano, ibridazione sp3 e
angoli di 109,5°, è un normale tetraedro. Nell’ammoniaca, abbiamo un doppi-
etto elettronico: nell’ultimo livello energetico abbiamo un orbitale 2s pieno
che ”disturba” gli altri due elettroni e li respinge facendo diminuire l’angolo a
107°. Nell’acqua, il fenomeno è ancora più evidente: due doppietti elettronici
che fanno ridurre l’angolo fino a 104,5°. Questo accade perchè una coppia soli-
taria (lone pair) respinge in maniera più efficiente gli altri elettroni.

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4 Legame ionico

Il legame ionico avviene quando la differenza di elettronegatività tra i due ele-


menti che si legano è maggiore di 1,9. Per questo motivo la maggior parte dei
composti ionici (composti che vedono i propri componenti unirsi con un legame
ionico) sono quei composti formati da elementi del 1°/2° gruppo abbinati a quelli
del 6°/7°, ad esempio il cloruro di sodio, NaCl, che è un sale binario (tutti i sali
binari sono composti ionici).
In questo legame non ci sono elettroni messi in compartecipazione tra i due el-
ementi ma l’elemento più elettronegativo strappa l’elettrone all’altro elemento.
La struttura di questi composti è formata da una combinazione di ioni: se
l’elemento strappa un elettrone all’altro elemento, c’è uno sbilanciamento nella
carica negativa di chi strappa e uno sbilanciamento positivo nell’elemento meno
elettronegativo, quindi abbiamo un anione ed un catione.

Come si vede dalla figura, gli ioni sono più grandi dei cationi , e tutti insieme
formano questa struttura cubica. Il sodio tende a perdere facilmente l’elettrone,
perchè acquisterebbe la configurazione elettronica dell’elio, che essendo un gas
nobile è di per sè un elemento estremamente stabile. Discorso inverso per il
cloro, che l’elettrone tende a strapparlo per avere la configurazione dell’argon
per lo stesso motivo.

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Facciamo attenzione alla struttura: cosa succede quando proviamo a deformare
un granello di sale da cucina? Si sbriciola. Perchè ciò accade? Immaginiamo la
deformazione a livello atomico

Cercando di deformare quel granello, gli ”strati” della struttura del composto
ionico scorrono e gli ioni sono messi a contatto con ioni di carica uguale: cariche
uguali si oppongono, il risultato è la distruzione della struttura.

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5 Legame metallico

Questo legame è caratteristico appunto degli elementi metallici. La struttura


atomica di un metallo è un reticolo di ioni positivi e elettroni di core (interni)
immersi in una nube di elettroni di valenza mobili (delocalizzati) attorno ai
cationi. Che significa delocalizzati? Significa che gli elettroni non apparten-
gono più al proprio atomo ma formano una sorta di mare nel quale sono im-
mersi i cationi (i nuclei e gli elettroni di core sono cationi visto che perdono
l’elettrone che va a formare la nuvola), e per questo motivo gli elettroni sono
liberi di muoversi per tutta la struttura; è un sistema diverso dal legame co-
valente, perchè in quel caso gli elettroni erano messi in compartecipazione in
modo da formare una sorta di ”ponte” fisso tra i due atomi, e diverso anche dallo
ionico nel quale l’elettrone veniva strappato dall’atomo meno elettronegativo e
diventava un elettrone agganciato all’atomo dell’elemento più elettronegativo.

Questo spiega il perchè i metalli siano ottimi conduttori: la corrente elettrica è


un flusso di elettroni, in un metallo questo flusso di elettroni è libero di scorrere
tranquillamente perchè sfrutta la nube elettronica presente nella struttura.
Perchè il metallo si può deformare senza rompersi? Perchè nella strut-
tura, durante lo scorrimento degli strati, non avviene mai l’incontro tra cariche
uguali che si respingono, perchè quella nube è presente ovunque e impedisce
l’incontro.
C’è un’altra proprietà dei metalli, la conducibilità termica: quando prendi-
amo una lastra di metallo, e la mettiamo ad esempio su una sorgente di calore,
una fiamma, l’energia del calore fa in modo che gli atomi del metallo inizino
a muoversi sempre di più. Le vibrazioni, crescendo di intensità, iniziano a
riguardare non solo gli atomi direttamente posti sulla fiamma, ma si propagano
per tutta la lastra per via degli atomi che sbattono tra di loro.

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Quando aumenta la temperatura, aumenta anche la resistenza elettrica: nor-
malmente, la corrente passa in un corpo metallico per via della strada spi-
anata costituita dalla nube elettronica. Quando c’è il riscaldamento, gli atomi
muovendosi sempre di più occupano quella strada e il flusso di elettroni fa più
fatica a passare.

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6 Legame debole

Questa è una molecola di acqua. Tra ossigeno e idrogeno c’è una forte differenza
di elettronegatività e per questo motivo la molecola è polare. Quando ci sono
più molecole, può accadere che l’atomo di ossigeno di una molecola interagisca
con l’idrogeno di un’altra molecola, quindi le molecole di acqua si orientano in
modo tale che la parte della molecola con carica parziale negativa (O) sia indi-
rizzata verso la parte con la carica parziale positiva (H). Gli atomi di idrogeno
possono essere scambiati tra di loro.
Allo stato liquido, i legami si spezzano e si riformano in continuazione. Se
prendiamo una bottiglietta di acqua e la mettiamo nel frigo, le molecole si
muoveranno più lentamente di quando si trovano a temperatura ambiente. La
situazione cambia ancora di più se mettiamo l’acqua in freezer: ritroveremmo la
bottiglietta d’acqua solidificata con il tappo aperto e dell’acqua fuoriuscita, che
succede? Le molecole, quando l’acqua si raffredda, si riorganizzano formando
delle strutture di tipo esagonale, con degli spazi vuoti. Per questo motivo
l’acqua si espande quando congela, perchè la struttura che si è formata pre-
senta grossi spazi vuoti che aumentano quindi il volume del liquido una volta
congelato. Le molecole, allo stato solido, hanno solo moto vibrazionale, senza
moto traslazionale (gli atomi allo stato liquido vibravano e si muovevano nello
spazio tranquillamente, una volta passati allo stato solido gli atomi sono fermi
in una posizione e vibrano solamente).

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Cosa succede a livello atomico quando mettiamo del sale da cucina (NaCl,
composto ionico) in acqua? Essendo il sale un composto ionico, ha un reticolo
atomico formato da cationi e anioni. Abbiamo detto che l’acqua, o meglio, le
molecole d’acqua sono molecole polari: hanno una parte negativa e una parte
positiva. Quando il sale entra in acqua, viene aggredito dalle molecole di H2 O

I cationi del sale sono aggrediti dalle molecole di acqua che orientano verso il
catione la loro parte negativa, mentre gli anioni sono aggrediti dalle molecole
che espongono la loro parte positiva. Ogni ione del sale è aggredito e strappato
dalle molecole di acqua, fino alla completa distruzione del granello di sale.

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7 Ibridazioni del carbonio

Il diamante è la sostanza elementare più dura che esista, è formata da atomi di


carbonio, ma anche la grafite è una sostanza costituita da atomi di carbonio ma
si sfalda facilmente, basti provare a graffiare la punta di una matita, ma può
essere usata anche per fare elettrodi da saldatrice o come lubrificante solido.
Cosa cambia allora tra diamante e grafite se entrambi sono fatti da atomi di
carbonio? L’ibridazione.
Nel diamante, il carbonio è ibridizzato sp3 , ogni legame è un legame forte, gli
elettroni non sono liberi di muoversi.

La grafite è composta da atomi di C ibridizzato sp2

Quindi nel diamante abbiamo strutture tetraedriche, come abbiamo visto quando
vedevamo la molecola di CH4 , mentre nella grafite abbiamo gli atomi che si
legano ad altri atomi con angoli di 120° come nella molecola di trifluoruro di
boro.

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Focalizziamoci sulla molecola di metano. In questa molecola, il carbonio
ha un’ibridazione sp3 : la scrittura sp3 ci dice che normalmente il carbonio ha
un orbitale s e 3 orbitali p, quando questi orbitali si combinano otteniamo 4
orbitali ibridi i cui assi sono orientati verso i vertici di un tetraedro, formando
cosı̀ angoli di 109°.

Se al posto degli atomi avessimo avuto altri atomi di carbonio ibridati sp3
avremmo avuto carbonio allo stato allotropico di diamante, ottenendo cosı̀
la struttura vista prima.

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Passiamo al carbonio ibridato sp2 : un orbitale s si combina con due orbitali p,
abbiamo 3 orbitali ibridi che sul piano si orientano con angoli di 120°. Questa
ibridazione si ha nella grafite, ecco perchè ha quella struttura esagonale. In
questa ibridazione un elettrone non vi partecipa, quindi nella rappresentazione
degli orbitali l’orbitale non ibrido lo si raffiguta come ”uscente” dal piano nel
quale gli orbitali ibridi sono raffigurati come planari.

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Questo accade nell’etene (CH2 CH2 ): l’ibridazione tra i due atomi di C è di
tipo sp2 , su ogni carbonio ci sono 3 orbitali ibridi e un orbitale di tipo p. Si
forma un doppio legame tra i due atomi di carbonio, poi 4 atomi di idrogeno si
legano

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Acetilene C2 H2

Il carbonio ibrida sp: un orbitale s e un orbitale p danno vita a due orbitali


ibridi, rimangono due orbitali p. Si forma un triplo legame, un legame σ e due
π tra gli atomi di carbonio.

Diidruro di berillio BeH2

Il berillio quando ibrida ha un elettrone sull’orbitale 2s e uno sul 2p, otteni-


amo quindi due orbitali sp che si dispongono a 180° l’uno dall’altro. Ognuno si
lega con un atomo di idrogeno.

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Trifluoruro di boro BF3

Nel livello esterno, il fluoro usa l’elettrone spaiato per legarsi con un legame sin-
golo al boro, i 6 elettroni rimanenti sono doppietti elettronici che indichiamo
con i pallini. Il boro ibrida sp2 .

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Etano CH3 CH3

Il carbonio ibrida sp3 : il tetraedro formato da orbitali di tipo sp vede legarsi a 3


orbitali atomi di idrogeno e il quarto orbitale lo usa per legarsi all’altro atomo
di carbonio.

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Formaldeide CH2 O

anidride carbonica CO2

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Acetilene C2 H2

acido cianidrico HCN

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Etanolo CH3 CH2 OH

Acetaldeide CH3 CH O (un atomo di C ibrida sp3 e uno sp2

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Acido acetico

Benzene C6 H6

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