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Il protone è debolmente acido perché l’azoto quaternario, quindi carico positivamente, attrae elettroni e stabilizza
la base coniugata generata dalla rimozione del protone. Anche lo zolfo ceh si trova adiacente al carbonio paretecipa
a questa stabilizzazione sia in base alla sua elettronegatività sia perché grazie agli orbitali d vuoti può delocalizzare
parte della carica negativa che si genera su quest’atomo di carbonio. Diciamo che è una struttura molto particolare,
l’anello tiazolico con questi sostituenti, si può considerare un reagente chimico che la natura ha messo appunto con
delle proprietà ideali per la funzione biochimica che deve essere svolta da questa molecola, una serie di processi
enzimatici che man mano analizzaremo.
Per semplicità di rappresentazione possiamo scrivere la struttura mettendo in evidenza la struttura dell’anello
tiazolico, chimicamente attivo, che consente alla molecola di svolgere tutti i suoi ruoli meccanistici e semplificare la
stuttura indicando con R i sostituenti che sono disposti sull’anello tiazolico.
Una volta che il gruppo basico dell’enzima rimuove il protone (pKa di circa 12,7 più o meno il valore di un H
presente tra un carbonile e un estere, i protoni in alfa di un beta-chetoestere).
ILIDI un’ilide è una molecola dipolare, elettricamente neutra (anche se ha dei dipoli, la carica globale è 0),
contenente un atomo con una formula carica negativa (solitamente C) legato direttamente a un eteroatomo con una
formale carica positiva (N,P,S) e in cui entrambi gli atomi possiedono l’ottetto di elettroni completo. Le ilidi sono
composti 1,2-dipolari, con una formula generale
ampiamente utilizzati in chimica organica ( reazione di Witting utilizza le ilidi di fosforo, cicloaddizioni,
trasposizioni sigmotropiche, le ilidi di zolfo danno delle reazioni epossidazione etc.).
Nella reazione di Witting libera il fosforo, si formano intermedi, la betaina, l’ossofosforano che poi porta
all’eliminazione di un fosfossido con formazione del doppio legame
Formazione ilide dello zolfo sempre con un carbonile, addizione nucleofilca, forma la betaina che poi collassa
dando luogo ad un epossido.
Le aldeidi non aromatiche vanno in competizione con una condensazione aldolica formando una miscela di prodotti
non gestibili, quindi difficilmente danno condensazione benzoinica.
La benzaldeide reagisce con il CN in una miscela idroalcolica si forma l’alfa-idrossichetone che prende il nome di
BENZOINO. Il carbonio carbonilico dell’aldeide si è andato a legare al carbonio carbonilico di un’altra aldeide, e
contemporaneamente il carbonile è diventato un OH. Ci si rende conto che ci sono delle difficoltà concettuali perchè
abbiamo due carboni elettrofili che devono reagire tra di loro. La chiave della reazione è il cianuro, studi successivi
hanno dimostrato che la reazione può essere catalizzata con la tiamina.
MECCANISMO DI REAZIONE
Prendiamo la benzaldeide
trattiamola con l’ilide (formato per deprotonazione dell’anello tiazolico derivatizzato sull’azoto, è necessario che l’N
sia carico positivamente), il C negativo attacca il carbonile ,si genera l’intermedio, ossidrile è stato protonato e
successivamente il composto puo’ essere deprotonato grazie all’attrazione elettrofila dell’anello tiazolico carico +, si
genera il carbanione che viene stabilizzato per risonanza. Il carbonile elettrofilo attraverso l’attacco dell’anello
tiazolico e successiva deprotonazione otteniamo un c nucleofilo. Avremo due strutture di risonanza dell’intermedio
nucleofilo, comunemente chiamato come ”intermedi di Breslow” , il quale essendo nucleofilo è in grado di portare
un nuovo attacco nucleofilo su un altro equivalente di benzaldeide il nucleofilo attacca il carbonile, si genera
l’intermedio tetraedrico, la base rimuove il H, la coppia di elettroni ricostituisce il carbonile, viene espulso l’anello
tiazolico, si rigenera il catalizzatore che può essere riutilizzato, si ha il benzoino che è il prodotto di reazione. Questo
è il ciclo della CONDENSAZIONE BENZOINICA CATALIZZATA DALLA TIAMINA o anche semplicemente un ANELLO
TIAZOLICO CON UN AZOTO CARICO +.
RIASSUNTO:
molecola di piruvato con elimianzione di CO2. Somiglia ad una condensazione benzoinica, i 2 carboni
elettrofili si legano tra di loro e poi c’è l’espulsione di una molecola di CO2 che viene da una delle due
funzioni carbossiliche.
Tutto questo avviene all’interno del sito attivo dell’acetolattato sintasi, che è un enzima che poi interviene nella
biogenesi di VALINE e LEUCINE, è un passaggio preliminare che porta attraverso una serie di reazioni alla
biosintesi o della valina o della leucina.
Esso stabilizza elettrostaticamente il carbanione formato in seguito alla deprotonazione del C-2. Anche la presenza di
orbitali d del vicino S facilita la rimozione del protone. Il carbanione si addiziona al C carbonilico del piruvato.
Dopo che la TPP si e’ legata al substrato, l’azoto imminico agisce come trappola di elettroni per stabilizzare la carica
negativa che deve svilupparsi sul carbonio a cui e’ legata la TPP. Tale stabilizzazione si effettua per risonanza!
Vediamo adesso una delle reazioni più semplici, quella della piruvato decarbossilasi, in cui rappresentiamo in
maniera semplificata la struttura della tiamina, mettiamo in evidenza l’anello tiazolico con l’azoto sostituito con
carica positiva, c2, protone acido, sistema enzimatico, gruppo basico dell’enzima che rimuove questo protone acido
a C2, formando una struttura ilidica.
PIRUVATO DECARBOSSILASI
L’anione nucleofilo attacca il C carbonilico elettrofilo del piruvato, agevolato anche dalla presenza di un gruppo acido
dell’enzima che protona l’ossigeno. La regione carbanionica dell’ilide, quindi, si lega al C carbonilico del piruvato
generando un intermedio tetraedrico. A questo punto interviene la decarbossilazione con un flusso di e-, in cui la
coppia di e- dell’ossigeno forma il doppio legame con il carbonio, esce CO2, si forma il doppio legame tra il carbonio
e l’anello tiazolico, questa coppia di e- viene richiamata sull’azoto. È facile questa decarbossilazione perché in beta
alla funzione carbonilica c’è un gruppo a forte attrazione elettronica. È una decarbossilazione simile a quella di un
beta chetoacido, che decarbossila spontaneamente per semplice riscaldamento. In questo caso non avviene
riscaldamento perché siamo in condizioni fisiologiche, ma può facilmente decarbossilare grazie all’effetto di
attrazione elettronica del gruppo tiazolico con la carica sull’azoto.
Si ottiene, quindi, l’intermedio di Breslow, stabilizzato da 2 strutture di risonanza, in cui abbiamo una forma
dianionica dell’intermedio con il C che adesso è diventato nucleofilo. La reazione si interrompe a questo punto.
Successivamente l’enzima va a protonare il C carico negativamente, dopo di che un gruppo basico dell’enzima
rimuove il protone del gruppo ossidrilico, la coppia di elettroni va a ricostituire il doppio legame e questo anello
tiazolico viene espulso. Si rigenera il catalizzatore e si forma l’acetaldeide. I prodotti fondamentali sono la
formazione, per deprotonazione,
dell’agente nucleofilo che poi
attiva il piruvato nei confronti della
decarbossilazione che avviene
grazieall’importante effetto di
attrazione elettronica ch agisce
come trappoa di elettroni, che
attira verso di se gli e- agevolando
la decarbossilazione, si passa per
l’intermedio di Breslow e poi
abbiamo la formazione
dell’acetaldeide finale.
È una reazione di
decarbossilazione del piruvato che
avviene nel corso della
fermentazione alcolica. Si ha
eliminazione di CO2 e si libera
acetaldeide. Non c’è un processo
ossidativa. Nel corso della
fermentazione alcolica l’acetaldeide viene ridotta dall’alcol deidrogenasi NAD dipendente.
Nell’ultimo step di reazione, una base del sito attivo dell’enzima rimuove il protone dell’ossidrile dell’Idrossi-etil-TPP
promuovendo la scissione della molecola e la formazione di acetaldeide. DECARBOSSILAZIONE NON OSSIDATIVA.
TRANSCHETOLASI E FOSFOCHETOLASI
Le reazioni di transchetolasi e
fosfochetolasi, sono altre 2 reazioni, un
po’ più complesse, catalizzate dalla TPP.
C’è, tra le due, un’identità
meccanicistica. Quello che accade è che
la reazione avviene tra una specie che fa
da donatore di una porzione molecolare,
uno zucchero chetoso che fa da
donatore e un aldoso che fa da
accettore. Viene donato e accettato il
frammento in rosa. La porzione R1CHOH
(in blu) diventa un’aldeide, mentre
l’aldoso diventa un chetoso.
Riflessione in termini di condensazione
benzoinica. Ci troviamo, infatti, di fronte
a due carbonili elettrofili, quello in rosa
del chetoso e quello in nero dell’aldoso.
Si forma un alfa idrossichetone. Ha
qualcosa di meccanicistico che è correlata alla condensazione benzoinica. Ci deve essere un intermedio in
cui è avvenuta un’inversione di polarità al carbonile, e sarà l’intermedio di Breslow, che porterà all’attacco
nucleofilo del carbonile aldeidico per formare il chetoso.
La fosfochetolasi, invece, è un altro tipo di reazione in cui andremo a vedere la scissione di una molecola,
una reazione inversa alla condensazione benzoinica in cui si rompe un legame C-C di un alfa
idrossichetone, formando due prodotti ognuno con una propria funzione carbonilica.
Reazioni in cui TPP agisce da
cofattore
Reazione di
Transchetolasi
Reazione di
Fosfochetolasi
Meccanismo:
Si parte dalla forma deprotonata
della tiamina, sempre ad opera
del gruppo basico dell’enzima, si
forma sempre l’ilide del tiazolo e
il C nucleofilo attacca il C2 dello
zucchero chetoso xilulosio5P, di serie D. Il nucleofilo attacca lo zucchero al carbonile e si forma un
intermedio che si scinde. Il gruppo basico rimuove un protone dall’OH su C3, la coppia di e- forma un
carbonile e si rompe il legame C-C, da una parte esce la gliceraldeide e dall’altro un frammento che è
l’intermedio di Breslow, stabilizzato da 2 strutture di risonanza in cui l’azoto ha effetto di attrazione
elettrofila. Abbiamo un C nucleofilo, che prima era un carbonile elettrofilo, si ha avuta quindi un’inversione
di polarizzazione. Questo attacca il carbonio aldeidico dell’accettore. Lo xilulosio è il donatore dell’unità C2
che, attaccata alla tiamina PP, porta ad un attacco nucleofilo del carbonile aldeidico dell’accettore, ovvero
il ribosio 5P, si lega, si forma un nuovo legame C-C e si ha il distacco del catalizzatore. Il gruppo basico
rimuove il protone dall’OH dell’unità C2 legata alla tiamina, si forma il carbonile chetoso del sedoeptulosio
7P e si rompe il legame C-C tra lo zucchero e la tiamina.
Può essere visto come l’inverso della condensazione benzoinica.
La misura dell’attività
transchetolasica degli
eritrociti può essere
utilizzata come un
indicatore della
deficienza di tiamina.
C’è sempre un chetoso, il fruttosio 6P, in questo caso, e la fosfochetolasi rompe il legame C-C tra il
carbonile in 2 e il C3. Il C-2 non viene trasportato su un accettore ma viene connesso ad un fosfato, si ha
una deidratazione, eliminazione di OH
con formazione di acetil fosfato, un
fosfato ad alta energia, mentre il
frammento si distacca sottoforma di
carbonile come eritrosio 4P.
Inverso di una condensazione
benzoinica, un alfa idrossi chetone che
viene scisso formando due molecole con
funzione carbonilica.
MECCANISMO:
In questa reazione abbiamo una differenza meccanicistica in cui l’intermedio Breslow, in qualche modo,
deve eliminare l’acqua e legare un fosfato.
Prendiamo, ad esempio, il fruttosio 6P, l’ilide nucleofila attacca il carbonio carbonilico, si forma un
intermedio tetraedrico, si rompe il legame C-C, la base rimuove il protone dall’ossidrile in C3 e si forma un
carbonile con la coppia di elettroni che si sposta. Viene via eritrosio 4 P e si ha l’intermedio di Breslow che
può essere protonato dal gruppo acido dell’enzima, dando un intermedio che a sua volta può essere
deprotonato ed espellere il gruppo OH, questo può avvenire anche nella struttura di risonanza, in cui il
doppio legame va via e il gruppo OH viene protonato dal gruppo acido dell’enzima e viene rimossa l’acqua.
Si forma, così, un enolo che si converte a chetone, formando l’acetil TPP legato all’anello tiazolico. Adesso
abbiamo, in questo composto, una funzione acetilica legata ad un anello tiazolico carico positivamente,
buon gruppo uscente, si comporta quindi come un composto acilico attivato. Questo composto può reagire
al carbonile grazie all’attrazione elettronica del doppio legame C=N. Viene attivata, quindi, l’elettrofilicità
del C carbonilico, che viene attaccato dal gruppo fosfato, si forma un intermedio, la coppia di elettroni
dell’ossigeno migra per formare C=O e l’anello tiazolico esce, generando l’acetil fosfato e il catalizzatore
iniziale. L’acetil fosfato, contiene una funzione acetilica legata ad un fosfato, si tratta di un’anidride mista,
un composto ad alta energia che viene trasferita nel corso di numerose reazioni chimiche.
Vediamo ora due ulteriori processi in cui la TPP può agire come cofattore di numerosi enzimi, reazioni in
cui prendono parte complessi multienzimatici in cui ogni enzima svolge parte della reazione.
Reazioni di complessi enzimatici in cui TPP agisce da cofattore insieme ad altri coenzimi
Piruvato deidrogenasi (decarbossilazione ossidativa)
Piruvato Acetil-CoA + CO2
Sintesi di acetil-CoA
Abbiamo, il piruvato che oltre alla tpp richiede un nutrito complesso di coenzimi. Oltre ad effettuare il
processo di decarbossilazione del piruvato, connesso al meccanismo di reattività della TPP, abbiamo anche
un processo ossidativo perché in questo caso abbiamo una decarbossilazione ossidativa ad opera della
piruvato decarbossilasi. Questo piruvato, quindi, viene convertito prima in acetaldeide, poi in residuo di
acido acetico che viene legato al residuo di coA per dare l’acetil coA
Il tpp si interessa del processo di decarbossilazione mentre NAD e NADH con FAD e lipoato (riconversione
coenzima), partecipano all’ossidazione e il CoA al processo di sostituzione per formare l’acetil coA.
Alfa-chetoglutarato deidrogenasi
Alfa-chetoglutarato succinil-CoA + CO2
Ciclo dell’acido citrico
Il chetoglutarato viene
convertito in succinil coA
abbiamo anche qui
decarbossilazione grazie al
TPP, deidrogenasi ox il
carbonile e complesso
enzimatico che permette il
legame con il coA. Sono tre
processi successivi con
eliminazione di CO2, che
portano alla formazione del succinil coA. È un processo tipico del ciclo dell’acido citrico. Questo TPP non
agisce solo in alcuni processi metabolici come cofattore ma anche in processi enzimatici che comportano
trasformazioni con la partecipazione di altri numerosi cofattori, come in questi due esempi.