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LEZIONE 6

TIAMINA E TIAMINA PIROFOSFATO (TPP)

 Vitamina B1; vitamina anti


beri-beri e fattore
antineuritico
 E’ stata la prima vitamina
idrosolubile scoperta
(Eijkman)
 E’ acquisita dalla dieta
come tiamina (vitamin B1)
 Nell’organismo la tiamina è fosforilata (ad opera dell’ATP in una reazione catalizzata dall’enzima TPP
sintetasi) questo porta la formazione di un gruppo pirofosfato cioè due fosfati legati tra loro come
estere forsforico in questo ossidrile primario, la tiamina pirofosfato (TPP), la forma attiva dell’enzima
nelle reazioni cellulari.
 TPP interviene in numerose reazioni dei carboidrati e dei chetoacidi (agisce sul carbonio carbonilico)
 STRUTTURA: COMPOSTA DA UN ANELLO TIAZOLICO (carico positivamente; perché l’azoto porta 4
sostituenti formali) SOSTITUITO UNITO AD UNA PIRIMIDINA SOSTITUITA MEDIANTE UN PONTE
METILENICO, il braccetto terminale CH2CH2OH che quando viene fosforilato da luogo ad un gancio
chimico (braccetto chimico) che serve ad agganciare il coenzima all’interno del sito attivo dell’enzima.
 La porzione chiave dal pdv della reattività
di questo coenzima è l’anello tiazolico con
il suo idrogeno debolmente acido sul
carbonio 2.
 In presenza di funzioni basiche all’interno
del sito attivo dell’enzima quest’idrogeno
è rimosso, nel sito enzimatico con
formazione di ilidi (anione prossimo al
catione) con un carbonio nucleofilo il quale sarà in grado di reagire con dei siti elettrofili quali gli atomi di
C delle funzioni carboniliche dei carboidrati, del piruvato…
 L’anione puo’ quindi reagire con i gruppi carbonilici di alcune molecole come ad esempio il piruvato.
 Il pirofosfato agisce come braccio chimico che ancora il cofattore nel sito attivo dell’enzima.

IL PROTONE ACIDO DELL’ANELLO TIAZOLICO

Il protone è debolmente acido perché l’azoto quaternario, quindi carico positivamente, attrae elettroni e stabilizza
la base coniugata generata dalla rimozione del protone. Anche lo zolfo ceh si trova adiacente al carbonio paretecipa
a questa stabilizzazione sia in base alla sua elettronegatività sia perché grazie agli orbitali d vuoti può delocalizzare
parte della carica negativa che si genera su quest’atomo di carbonio. Diciamo che è una struttura molto particolare,
l’anello tiazolico con questi sostituenti, si può considerare un reagente chimico che la natura ha messo appunto con
delle proprietà ideali per la funzione biochimica che deve essere svolta da questa molecola, una serie di processi
enzimatici che man mano analizzaremo.

Per semplicità di rappresentazione possiamo scrivere la struttura mettendo in evidenza la struttura dell’anello
tiazolico, chimicamente attivo, che consente alla molecola di svolgere tutti i suoi ruoli meccanistici e semplificare la
stuttura indicando con R i sostituenti che sono disposti sull’anello tiazolico.

Una volta che il gruppo basico dell’enzima rimuove il protone (pKa di circa 12,7 più o meno il valore di un H
presente tra un carbonile e un estere, i protoni in alfa di un beta-chetoestere).

E’ molto importante che il valore del pKa non


sia troppo elevato e quindi poco acido o troppo
basso e quindi troppo acido per le funzioni che
deve svolgere, qualcosa che la natura che
calibrato esattamente per quello che deve
essere il ruolo di quella molecola.

Una volta rimosso il protone si genera un


intermedio che, perdendo il protone, ha una coppia elettronica con una carica negativa sull’atomo di C molecola
definita ILIDE oppure c’è una risonanza in cui la coppia di elettroni viene richiamata sull’azoto, il carbonio perde un
formale presenza di elettroni (infatti finisce ad avere un sestetto e un orbitale vuoto) e si forma una struttura del tipo
CARBENE una struttura non più carica e con un C con un orbitale vuoto. La risonanza delocalizza gli elettroni,
stabilizza l’intermedio e ci partecipa anche l’azoto che in parte è in grado di delocalizzare la carica negativa.
L’intermedio è un buon nucleofilo al C, per cui è in grado, attraverso la coppia di elettroni, di andare ad attaccare un
carbonio carbonilico (elettrofilo) e dare una reazione di addizione nucleofila al carbonile.

Un po’ di chimica organica:

ILIDI un’ilide è una molecola dipolare, elettricamente neutra (anche se ha dei dipoli, la carica globale è 0),
contenente un atomo con una formula carica negativa (solitamente C) legato direttamente a un eteroatomo con una
formale carica positiva (N,P,S) e in cui entrambi gli atomi possiedono l’ottetto di elettroni completo. Le ilidi sono
composti 1,2-dipolari, con una formula generale

ampiamente utilizzati in chimica organica ( reazione di Witting utilizza le ilidi di fosforo, cicloaddizioni,
trasposizioni sigmotropiche, le ilidi di zolfo danno delle reazioni epossidazione etc.).

Considerando l’ilide del fosforo possiamo avere


due strutture di risonanza con la forma dell’ilide
classica ma considerando che il fosforo è un
atomo che può estendere l’ottetto possiamo avere
anche la forma FOSFORANO che evidenza l’effetto
del fosforo a stabilizzare la struttura dell’ilide.

Esistono vari tipi di ilide all’azoto. L’azoto può


essere esercitare solo un effetto induttivo non
possiamo scrivere una struttura di risonanza con il
doppio legame perché l’azoto non può estendere l’ottetto per cui l’ilidi possono essere stabilizzati da gruppi ad
attrazione elettronica che siano legati al carbonio negativo.

Nella reazione di Witting libera il fosforo, si formano intermedi, la betaina, l’ossofosforano che poi porta
all’eliminazione di un fosfossido con formazione del doppio legame

Formazione ilide dello zolfo sempre con un carbonile, addizione nucleofilca, forma la betaina che poi collassa
dando luogo ad un epossido.

Le aldeidi non aromatiche vanno in competizione con una condensazione aldolica formando una miscela di prodotti
non gestibili, quindi difficilmente danno condensazione benzoinica.

La benzaldeide reagisce con il CN in una miscela idroalcolica si forma l’alfa-idrossichetone che prende il nome di
BENZOINO. Il carbonio carbonilico dell’aldeide si è andato a legare al carbonio carbonilico di un’altra aldeide, e
contemporaneamente il carbonile è diventato un OH. Ci si rende conto che ci sono delle difficoltà concettuali perchè
abbiamo due carboni elettrofili che devono reagire tra di loro. La chiave della reazione è il cianuro, studi successivi
hanno dimostrato che la reazione può essere catalizzata con la tiamina.

1o STADIO addizione nucleofila del CN al


carbonile aldeidico (elettrofilo)

CN attacca il C carbonilico, si genera


l’intermedio tetraedrico che viene protonato
dell’acqua nell’ambiente di reazione,
formando la cianidrina. L’H della cianidrina si
trova in alfa al CN che è un gruppo ad
attrazione elettrofila (è in grado di stabilizzare
l’anione, generato per rimozione del protone)
quindi è un protone acido. Nell’ambiente di
reazione il protone viene rimosso da una base,
si genera l’anione enolato stabilizzato dal
nucleo aromatico (per questo è importante
che la reazione sia fatta su aldeidi
aromatiche).

Ragioniamo sui passaggi precedenti, il C era


originariamente un C elettrofilo poi ha subito l’addizione del cianuro, è stato rimosso il H, si è generato il carbanione
stabilizzato per risonanza, ora l’atomo di C è un carbonio nucleofilo. Nei primi due stadi della reazione abbiamo
realizzato un’inversione di polarità o UMPOLUNG al carbonio da un carbonio elettrofilo lo abbiamo trasformato in
un carbonio nucleofilo. Il carbanione è in grado di attaccare il carbonile elettrofilo di un’altra molecola di aldeide, si
genera il nuovo legame C-C, l’ossidrile viene protonato, successivamente avverrà la deprotonazione dell’ossidrile e
l’eliminazione del cianuro, con formazione dell’alfa-idrossichetone e liberazione del cianuro che essendo un
catalizzatore può ricominciare il suo ciclo. Basta una piccola quantità di cianuro per innescare il processo e portare
alla condensazione benzoinica. La chiave di tutto questo fenomeno è l’effetto di inversione di polarità legata dalla
presenta di cianuro.

PROCESSO DI COREY E SEEBACH

Si prende un composto carbonilico(con


un C elettrofilo), lo si fa reagire con un
1,3 ditiano o 1,2 ditiano, avviene
addizione nucleofila con successiva
ciclizzazione dove viene formato il
tioetere ciclico che presenta un H con
proprietà acide(grazie all’effetto
elettronattrattore di questi due atomi di
S), tratto da una base forte (BuLi/ THF a
-30o) il protone viene rimosso generando
un anione litiato (forte nucleofilo) che è
in grado di reagire con diverse specie
elettrofile, perché l’atomo di carbonio
adesso è diventato un atomo di carbonio
nucleofilo. Esistono molte reazioni di
Corey e Seebach: può reagire con un alogenuro alchilico si ha la sostituzione nucleofila, con un epossido si ha
l’attacco del nucleofilo, gruppo carbolico… si forma degli intermedi che poi devono essere trasformati nel prodotto
finale tramite idrolisi di questi tioeteri (l’inversione della reazione di formazione). Spesso vengono usate delle idrolisi
acide o tramite acidi di lewis, in condizioni un po’ drastiche ma che comunque si riescono a realizzare e a sviluppare
queste procedure sintetiche.
STUDI DI BRESLOW

Breslow alla fine degli anni 1950


e inizi degli anni 1960, studiò i
meccanismi della condensazione
benzoinica e scoprì che la
condensazione benzoilica
potesse essere catalizzata oltre
che dal cianuro anche dalla
tiamina. Per dimostrare ciò, fece
dei modelli molecolari (composti
di tiazonio)e attraverso 2
pubblicazioni (1958/1962) chiarì
completamente il meccanismo di
reazione, scoprendo le basi
meccanicistiche della reattività
della tiamina nei sistemi
biologici.

MECCANISMO DI REAZIONE

Prendiamo la benzaldeide
trattiamola con l’ilide (formato per deprotonazione dell’anello tiazolico derivatizzato sull’azoto, è necessario che l’N
sia carico positivamente), il C negativo attacca il carbonile ,si genera l’intermedio, ossidrile è stato protonato e
successivamente il composto puo’ essere deprotonato grazie all’attrazione elettrofila dell’anello tiazolico carico +, si
genera il carbanione che viene stabilizzato per risonanza. Il carbonile elettrofilo attraverso l’attacco dell’anello
tiazolico e successiva deprotonazione otteniamo un c nucleofilo. Avremo due strutture di risonanza dell’intermedio
nucleofilo, comunemente chiamato come ”intermedi di Breslow” , il quale essendo nucleofilo è in grado di portare
un nuovo attacco nucleofilo su un altro equivalente di benzaldeide il nucleofilo attacca il carbonile, si genera
l’intermedio tetraedrico, la base rimuove il H, la coppia di elettroni ricostituisce il carbonile, viene espulso l’anello
tiazolico, si rigenera il catalizzatore che può essere riutilizzato, si ha il benzoino che è il prodotto di reazione. Questo
è il ciclo della CONDENSAZIONE BENZOINICA CATALIZZATA DALLA TIAMINA o anche semplicemente un ANELLO
TIAZOLICO CON UN AZOTO CARICO +.

RIASSUNTO:

abbiamo visto come la rimozione del


protone in posizione 2 dell’anello
tiazolico, della tiamina, generi un ilide.
L’ilide è stabilizzato da l’effetto di
attrazione elettronica dell’azoto e
anche dalla delocalizzazione
elettronica che può avvenire sullo
zolfo. Ha caratteri nucleofili sul
carbonio e quindi è in grado di
attaccare il carbonio carbonilico e
generare un intermedio di BRESLOW
in cui si è realizzata un’inversione di
polarizzazione al carbonio che
originariamente era un C elettrofilo di
un carbonile. Una volta fatto ciò
l’intermedio di Breslow è in grado di attaccare una varietà di altri composti carbonilici.
Reazioni in cui TPP agisce da cofattore

 Piruvato decarbossilasi  è una


reazione di decarbossilazione del
piruvato nel corso della fermentazione
alcolica. Partendo dal piruvato si fa
reagire con TPP e piruvato
decarbossilasi che contiene anche
Mg2+, viene eliminata la CO2 e si
libera acetaldeide è una reazione di
scissione alfa perché si rompe il C alfa, si
genera acetaldeide, non c’è un processo ossidativoe quindi possiamo dire che è una decarbosilazione non
ossidativa del piruvato. Nel corso della fermentazione alcolica l’aldeide viene ridotta dall’alcool deidrogenasi
e grazie all’impiego di NADH per formare l’etanolo.
 Acetolattato sintasi reaziome di condensazione del piruvato (alfa-condensazione) nella biosintesi di valina
e leucina. Il carbonio carbonilico di una molecola di piruvato si addiziona al carbonio carbonilico di un’altra

molecola di piruvato con elimianzione di CO2. Somiglia ad una condensazione benzoinica, i 2 carboni
elettrofili si legano tra di loro e poi c’è l’espulsione di una molecola di CO2 che viene da una delle due
funzioni carbossiliche.

Biosintesi di Valine e Leucine a partire dalla CONDENSAZIONE del piruvato.

Tutto questo avviene all’interno del sito attivo dell’acetolattato sintasi, che è un enzima che poi interviene nella
biogenesi di VALINE e LEUCINE, è un passaggio preliminare che porta attraverso una serie di reazioni alla
biosintesi o della valina o della leucina.

RUOLO DELL’AZOTO IMMINICO QUATERNARIO

Esso stabilizza elettrostaticamente il carbanione formato in seguito alla deprotonazione del C-2. Anche la presenza di
orbitali d del vicino S facilita la rimozione del protone. Il carbanione si addiziona al C carbonilico del piruvato.

Dopo che la TPP si e’ legata al substrato, l’azoto imminico agisce come trappola di elettroni per stabilizzare la carica
negativa che deve svilupparsi sul carbonio a cui e’ legata la TPP. Tale stabilizzazione si effettua per risonanza!

Vediamo adesso una delle reazioni più semplici, quella della piruvato decarbossilasi, in cui rappresentiamo in
maniera semplificata la struttura della tiamina, mettiamo in evidenza l’anello tiazolico con l’azoto sostituito con
carica positiva, c2, protone acido, sistema enzimatico, gruppo basico dell’enzima che rimuove questo protone acido
a C2, formando una struttura ilidica.
PIRUVATO DECARBOSSILASI

L’anione nucleofilo attacca il C carbonilico elettrofilo del piruvato, agevolato anche dalla presenza di un gruppo acido
dell’enzima che protona l’ossigeno. La regione carbanionica dell’ilide, quindi, si lega al C carbonilico del piruvato
generando un intermedio tetraedrico. A questo punto interviene la decarbossilazione con un flusso di e-, in cui la
coppia di e- dell’ossigeno forma il doppio legame con il carbonio, esce CO2, si forma il doppio legame tra il carbonio
e l’anello tiazolico, questa coppia di e- viene richiamata sull’azoto. È facile questa decarbossilazione perché in beta
alla funzione carbonilica c’è un gruppo a forte attrazione elettronica. È una decarbossilazione simile a quella di un
beta chetoacido, che decarbossila spontaneamente per semplice riscaldamento. In questo caso non avviene
riscaldamento perché siamo in condizioni fisiologiche, ma può facilmente decarbossilare grazie all’effetto di
attrazione elettronica del gruppo tiazolico con la carica sull’azoto.

Si ottiene, quindi, l’intermedio di Breslow, stabilizzato da 2 strutture di risonanza, in cui abbiamo una forma
dianionica dell’intermedio con il C che adesso è diventato nucleofilo. La reazione si interrompe a questo punto.
Successivamente l’enzima va a protonare il C carico negativamente, dopo di che un gruppo basico dell’enzima
rimuove il protone del gruppo ossidrilico, la coppia di elettroni va a ricostituire il doppio legame e questo anello
tiazolico viene espulso. Si rigenera il catalizzatore e si forma l’acetaldeide. I prodotti fondamentali sono la
formazione, per deprotonazione,
dell’agente nucleofilo che poi
attiva il piruvato nei confronti della
decarbossilazione che avviene
grazieall’importante effetto di
attrazione elettronica ch agisce
come trappoa di elettroni, che
attira verso di se gli e- agevolando
la decarbossilazione, si passa per
l’intermedio di Breslow e poi
abbiamo la formazione
dell’acetaldeide finale.

È una reazione di
decarbossilazione del piruvato che
avviene nel corso della
fermentazione alcolica. Si ha
eliminazione di CO2 e si libera
acetaldeide. Non c’è un processo
ossidativa. Nel corso della
fermentazione alcolica l’acetaldeide viene ridotta dall’alcol deidrogenasi NAD dipendente.

Nell’ultimo step di reazione, una base del sito attivo dell’enzima rimuove il protone dell’ossidrile dell’Idrossi-etil-TPP
promuovendo la scissione della molecola e la formazione di acetaldeide. DECARBOSSILAZIONE NON OSSIDATIVA.

Acetolattato Sintasi: si forma un α-idrossichetone


È una reazione che somiglia molto alla condensazione benzoinica. Allo stesso modo, si parte dalla
rimozione del protone acido, grazie al gruppo basico dell’enzima, si forma l’ilide, nucleofila, che attacca il
carbonile elettrofilo del piruvato, agevolata anche dalla protonazione dell’ossigeno. Abbiamo lo stesso
intermedio tetraedrico di prima, che decarbossila, grazie all’effetto di attrazione elettronica dell’azoto e
otteniamo, sempre, l’intermedio di Breslow. In questo intermedio si è realizzata l’inversione di polarità sul
C,(ha sempre le stesse strutture di risonanza di prima), in questo caso, però, la reazione procede dopo il
distacco del tiazolo, perche essendo diverso l’enzima, acetolattato sintasi, porta all’attacco nucleofilo al
carbonile di un altro equivalente di piruvato (qualcosa di analogo alla condesazione benzoinica). Si forma
un intermedio tetraedrico con un nuovo legame C-C, che si è formato grazie alla coppia di e- presente sul C
nucleofilo. Abbiamo, poi, protonazione sull’ossigeno ed ecco che si ha avuta la condensazione tra due unità
di piruvato. Ora abbiamo la scissione del gruppo tiazolico Il gruppo basico dell’enzima rimuove il protone
dall’OH, la coppia di e- genera il carbonile e il tiazolo viene spulso come catalizzatore iniziale con
formazione dell’acetolattato. Il ciclo poi può riprendere da capo ciclo dell’acetolattato sintasi:
condensazione del piruvato con
formazione di un alfa idrossi chetone.

Nell’ultimo step di reazione, una base


del sito attivo dell’enzima rimuove il
protone del derivato del TPP
promuovendo la scissione della
molecola e la formazione di α-
acetolattato. CONDENSAZIONE.

Il carbonio carbonilico di una molecola


di piruvato si lega ad un altro carbonio
carbonilico di un’altra molecola di
piruvato. Somiglia alla condensazione
benzoinica. Avveiene nel sito attivo
dell’enzima.

TRANSCHETOLASI E FOSFOCHETOLASI

Le reazioni di transchetolasi e
fosfochetolasi, sono altre 2 reazioni, un
po’ più complesse, catalizzate dalla TPP.
C’è, tra le due, un’identità
meccanicistica. Quello che accade è che
la reazione avviene tra una specie che fa
da donatore di una porzione molecolare,
uno zucchero chetoso che fa da
donatore e un aldoso che fa da
accettore. Viene donato e accettato il
frammento in rosa. La porzione R1CHOH
(in blu) diventa un’aldeide, mentre
l’aldoso diventa un chetoso.
Riflessione in termini di condensazione
benzoinica. Ci troviamo, infatti, di fronte
a due carbonili elettrofili, quello in rosa
del chetoso e quello in nero dell’aldoso.
Si forma un alfa idrossichetone. Ha
qualcosa di meccanicistico che è correlata alla condensazione benzoinica. Ci deve essere un intermedio in
cui è avvenuta un’inversione di polarità al carbonile, e sarà l’intermedio di Breslow, che porterà all’attacco
nucleofilo del carbonile aldeidico per formare il chetoso.
La fosfochetolasi, invece, è un altro tipo di reazione in cui andremo a vedere la scissione di una molecola,
una reazione inversa alla condensazione benzoinica in cui si rompe un legame C-C di un alfa
idrossichetone, formando due prodotti ognuno con una propria funzione carbonilica.
Reazioni in cui TPP agisce da
cofattore
 Reazione di
Transchetolasi
 Reazione di
Fosfochetolasi

REAZIONE DELLA TRANSCHETOLASI


Ci sono in verità più reazioni della transchetolasi, ma ne vedremo due che intervengono nella via dei
pentoso fosfato pathway, il ciclo biogenetico dei pentoso fosfati.
In questo caso abbiamo lo
xilulosio 5P, un chetoso, e un
ribosio 5P, entrambi a 5 atomi di
carbonio. Il frammento C-2 in
rosa, viene trasferito attraverso la
transchetolasi, con catalisi di
tiamina PP, sul carbonio carbonio
carbonilico del ribosio. C5+C2
porta alla formazione di uno
zucchero a 7 atomi di carbonio, il
sedoeptulosio 7P, mentre dalla
eliminazione del gruppo dallo
xilulosio otteniamo la gliceraldeide
3P.
Oppure vediamo, nel secondo
esempio, lo xilulosio 5P, chetoso,
con eritrosio 4P, abbiamo sembre
un chetoso, donatore, e un
aldoso, accettore, transchetolasi,
TPP, si forma la gliceraldeide 3P e
C2+C4, forma uno zucchero a sei
atomi di C, il fruttosio 6P.
Queste reazioni avvengono tutte
nella cellula, in condizioni
fisiologiche. Gli acidi e le basi
sono sempre gruppi del sistema
enzimatico.

Meccanismo:
Si parte dalla forma deprotonata
della tiamina, sempre ad opera
del gruppo basico dell’enzima, si
forma sempre l’ilide del tiazolo e
il C nucleofilo attacca il C2 dello
zucchero chetoso xilulosio5P, di serie D. Il nucleofilo attacca lo zucchero al carbonile e si forma un
intermedio che si scinde. Il gruppo basico rimuove un protone dall’OH su C3, la coppia di e- forma un
carbonile e si rompe il legame C-C, da una parte esce la gliceraldeide e dall’altro un frammento che è
l’intermedio di Breslow, stabilizzato da 2 strutture di risonanza in cui l’azoto ha effetto di attrazione
elettrofila. Abbiamo un C nucleofilo, che prima era un carbonile elettrofilo, si ha avuta quindi un’inversione
di polarizzazione. Questo attacca il carbonio aldeidico dell’accettore. Lo xilulosio è il donatore dell’unità C2
che, attaccata alla tiamina PP, porta ad un attacco nucleofilo del carbonile aldeidico dell’accettore, ovvero
il ribosio 5P, si lega, si forma un nuovo legame C-C e si ha il distacco del catalizzatore. Il gruppo basico
rimuove il protone dall’OH dell’unità C2 legata alla tiamina, si forma il carbonile chetoso del sedoeptulosio
7P e si rompe il legame C-C tra lo zucchero e la tiamina.
Può essere visto come l’inverso della condensazione benzoinica.

La misura dell’attività
transchetolasica degli
eritrociti può essere
utilizzata come un
indicatore della
deficienza di tiamina.

REAZIONE DELLA FOSFOCHETOLASI

C’è sempre un chetoso, il fruttosio 6P, in questo caso, e la fosfochetolasi rompe il legame C-C tra il
carbonile in 2 e il C3. Il C-2 non viene trasportato su un accettore ma viene connesso ad un fosfato, si ha
una deidratazione, eliminazione di OH
con formazione di acetil fosfato, un
fosfato ad alta energia, mentre il
frammento si distacca sottoforma di
carbonile come eritrosio 4P.
Inverso di una condensazione
benzoinica, un alfa idrossi chetone che
viene scisso formando due molecole con
funzione carbonilica.
MECCANISMO:
In questa reazione abbiamo una differenza meccanicistica in cui l’intermedio Breslow, in qualche modo,
deve eliminare l’acqua e legare un fosfato.
Prendiamo, ad esempio, il fruttosio 6P, l’ilide nucleofila attacca il carbonio carbonilico, si forma un
intermedio tetraedrico, si rompe il legame C-C, la base rimuove il protone dall’ossidrile in C3 e si forma un
carbonile con la coppia di elettroni che si sposta. Viene via eritrosio 4 P e si ha l’intermedio di Breslow che
può essere protonato dal gruppo acido dell’enzima, dando un intermedio che a sua volta può essere
deprotonato ed espellere il gruppo OH, questo può avvenire anche nella struttura di risonanza, in cui il
doppio legame va via e il gruppo OH viene protonato dal gruppo acido dell’enzima e viene rimossa l’acqua.
Si forma, così, un enolo che si converte a chetone, formando l’acetil TPP legato all’anello tiazolico. Adesso
abbiamo, in questo composto, una funzione acetilica legata ad un anello tiazolico carico positivamente,
buon gruppo uscente, si comporta quindi come un composto acilico attivato. Questo composto può reagire
al carbonile grazie all’attrazione elettronica del doppio legame C=N. Viene attivata, quindi, l’elettrofilicità
del C carbonilico, che viene attaccato dal gruppo fosfato, si forma un intermedio, la coppia di elettroni
dell’ossigeno migra per formare C=O e l’anello tiazolico esce, generando l’acetil fosfato e il catalizzatore
iniziale. L’acetil fosfato, contiene una funzione acetilica legata ad un fosfato, si tratta di un’anidride mista,
un composto ad alta energia che viene trasferita nel corso di numerose reazioni chimiche.

Questa della fosfochetolasi è una


reazione molto interessante perché
può dare numerose trasformazione. È
un processo che attraverso lo SHUNT
della fosfochetolasi può sostituire vari
processi della transchetolasi e
intervenire nel ciclo ossidativo dei
pentoso-fosfato e quindi correlare tra
loro, trasformare o generare tutta una
serie di importanti intermedi
saccaridici soprattutto a 5 atomi di C.
In questa slide vediamo rappresentato
questo SHUNT dei pentoso fosfati e
possiamo riconoscere 2 reazioni
appena analizzate.
 Il ribosio 6P che si scinde in C4
e C2, il C4 è in grado di acquisire tre atomi di C per formare il sedoeptulosio 7P che abbiamo visto
nel processo di transchetolasi, a sua volta nel processo di fosfochetolasi essere scisso in ribosio 5P e
acetil fosfato, quindi C5 e C2. Il ribosio può essere isomerizzato a xilulosio 5P, chetoso, che, grazie
alla fosfochetolasi, può essere scisso in gliceraldeide 3P e acetil fosfato.

Vediamo ora due ulteriori processi in cui la TPP può agire come cofattore di numerosi enzimi, reazioni in
cui prendono parte complessi multienzimatici in cui ogni enzima svolge parte della reazione.

Reazioni di complessi enzimatici in cui TPP agisce da cofattore insieme ad altri coenzimi
Piruvato deidrogenasi (decarbossilazione ossidativa)
Piruvato Acetil-CoA + CO2
Sintesi di acetil-CoA
Abbiamo, il piruvato che oltre alla tpp richiede un nutrito complesso di coenzimi. Oltre ad effettuare il
processo di decarbossilazione del piruvato, connesso al meccanismo di reattività della TPP, abbiamo anche
un processo ossidativo perché in questo caso abbiamo una decarbossilazione ossidativa ad opera della
piruvato decarbossilasi. Questo piruvato, quindi, viene convertito prima in acetaldeide, poi in residuo di
acido acetico che viene legato al residuo di coA per dare l’acetil coA
Il tpp si interessa del processo di decarbossilazione mentre NAD e NADH con FAD e lipoato (riconversione
coenzima), partecipano all’ossidazione e il CoA al processo di sostituzione per formare l’acetil coA.
Alfa-chetoglutarato deidrogenasi
Alfa-chetoglutarato succinil-CoA + CO2
Ciclo dell’acido citrico

Il chetoglutarato viene
convertito in succinil coA
abbiamo anche qui
decarbossilazione grazie al
TPP, deidrogenasi ox il
carbonile e complesso
enzimatico che permette il
legame con il coA. Sono tre
processi successivi con
eliminazione di CO2, che
portano alla formazione del succinil coA. È un processo tipico del ciclo dell’acido citrico. Questo TPP non
agisce solo in alcuni processi metabolici come cofattore ma anche in processi enzimatici che comportano
trasformazioni con la partecipazione di altri numerosi cofattori, come in questi due esempi.

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