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STORIA

IL FASCISMO E LA
CENSURA
Il 23 marzo del 1919 Benito Mussolini aveva fondato con l’appoggio
di poche centinaia di persone i Fasci di combattimento. Il
programma del movimento era eterogeneo e confuso.
L’ascesa del fascismo fu molto rapida. Nel 1919 Mussolini non
riuscì a farsi eleggere ma due anni dopo, lui e alcuni suoi deputati
furono eletti in parlamento. Nell’ottobre del 1922 il re Vittorio
Emanuele III conferì a Mussolini l’incarico di formare il governo e
nel 1925 l’Italia era divenuta una dittatura.

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LA CENSURA E LE MOTIVAZIONI
La censura fascista in Italia si ebbe nel ventennio tra il 1922 e il
1943. Essa si basa sulla limitazione della libertà di espressione,
attraverso il controllo dei mass media, della stampa, della
radiodiffusione, della parola, fino ad arrivare alla soppressione della
libertà di associazione e di religione. La censura era applicata
tramite uno stato di polizia. Un ulteriore rafforzamento della censura
si verificò con l’avvento delle leggi “fascistissime” e precisamente
con la legge sulla stampa, con la quale i giornali potevano essere
diretti e stampati solo da responsabili riconosciuti dallo stato,quindi
fascisti,altrimenti sarebbero stati illegali. Fu abolito il diritto allo
sciopero e la Camera dei Deputati fu soppressa e sostituita dalla
Camera dei Fasci e delle Corporazioni, mettendo così il potere
legislativo nel pieno controllo fascista. Tutto ciò fu operato senza
intaccare lo Statuto del Regno, e fu quindi del tutto costituzionale.

Insieme con le leggi fascistissime, entrò in azione una polizia


segreta, detta OVRA che aveva il compito di avere sotto controllo e
denunciare chiunque aveva atteggiamenti antifascisti o dannosi per
il regime.

Questa repressione spinse molti autori, redattori e registi


all’autocensura.

Gli scopi principali della censura si possono riassumere in quattro


punti:

 Controllo dell’opinione pubblica per ottenere consensi;


 Mantenimento della buona immagine del regime, ottenuto
tramite la soppressione di qualsiasi forma di critica o di
opposizione sul fascismo;

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 Creazione di schedature di tutti i cittadini contenenti
abitudini,idee e relazioni di ognuno al fine di controllarli e
creare uno Stato di polizia;
 Lotta a qualsiasi contenuto ideologico estraneo al fascismo e a
qualsiasi atto che potesse incoraggiare a credere in ideologie
diverse da quella fascista.

LE VARIE FORME DI CENSURA


Con l’evolversi dell’ideologia fascista aumentavano anche gli
argomenti censurati, fino a occultare tutto ciò che poteva essere
lesivo per il Duce e per la patria.

LA CENSURA DELLE COMUNICAZIONI


L’attività censoria fu intrapresa dal Ministero della Cultura Popolare.
Furono censurate tutte le parole non italiane, anche se era tuttavia
possibile leggere testi stranieri ed era permesso ad autori stranieri
di entrare in Italia e scrivere di essa.
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Addirittura chiacchierare in pubblico risultò una pratica molto poco
utilizzata,poiché apposite spie e poliziotti potevano accusare
chiunque di atteggiamenti anti-nazionali in seguito a discorsi sentiti;
perfino le telefonate vennero intercettate e in casi di violazione dei
principi fascisti venivano interrotte dai censori.

LA CENSURA DEI LIBRI


Nel 1930 fu proibita la distribuzione di libri che esponevano
l’ideologia marxista, i quali finivano insieme agli altri testi banditi in
biblioteche chiuse al pubblico.

Fra il 1938 e il 1942 si verificò un evento chiamato rogo dei


libri,termine simbolico che indicava la scomparsa totale di milioni di
libri riguardanti la cultura ebraica, la Massoneria e l’ideologia
comunista.

LA CENSURA DELLA STAMPA


La stampa fu sottoposta a censura e controllo, potevano richiedere
l’iscrizione all’ordine dei giornalisti solo i fascisti. Molto influenti
furono anche le azioni intimidatorie che portatono alla sospensione
o alla totale chiusura di testate giornalistiche.
Il Ministro della Cultura Popolare imponeva le notizie da poter
trasmettere e la forma nella quale esse potevano essere divulgate e
poiché le testate giornalistiche erano affidate a direttori nominati
dallo Stato, si può dire che la stampa italiana si autocensurava.

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LA STAMPA CLANDESTINA
In seguito all’intervento italiano nella guerra civile spagnola, molti
giornalisti chiedono la cancellazione dall’albo e passano alla
stampa clandestina. Questa si sviluppò a partire dal 1925 per opera
di alcuni giornalisti che crearono il primo quotidiano clandestino
chiamato “Non mollare” che, dopo essere stato soppresso dal
Prefetto di Milano, continuò ad essere pubblicato come settimanale
a Parigi e a Zurigo. La stampa clandestina mirava ad attaccare le
operazioni politiche.

LA CENSURA TEATRALE
Negli anni trenta toccò anche all’arte teatrale. Il governo fascista
gestiva le tournée delle compagnie teatrali e le sottoponeva a una
forte censura. Per i suoi scopi censori, il regime si serviva dei
giornalisti e talvolta degli spettatori.
Era molto raro che l’opera fosse soppressa del tutto, era molto più
abitudinario rivederle eliminando solo atti o battute che risultavano
dannose per il regime fascista. Il copione andava fatto controllare
due mesi dall’esordio dell’opera e ciò poteva portare a ritardi dello
spettacolo, ciò giustifica il perché molti autori si autocensurassero
e, molto spesso, utilizzassero frasi idilliache nei confronti del
regime.

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