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filosofia

Confronta il pensiero politico di Hobbes e quello di Locke.

Hobbes e Locke, partendo da idee molto simili riguardanti lo stato in


cui vivono gli uomini e i loro diritti, giungono a due conclusioni
opposte riguardo come dovrebbe essere la politica. Se, da una parte,
Hobbes pensa che la cosa migliore sia accentrare tutto il potere nelle
mani di un unico sovrano (lui lo chiama “Leviatano”), al contrario
Locke vuole evitare che un individuo prevalga sugli altri.
Ma ora entriamo un pochino più nel dettaglio.
Hobbes, con le sua famosa frase “bellum omnium contra omnes” (la
guerra di tutti contro tutti) ci fa capire che, secondo lui, gli uomini
sono in continuo conflitto e questo perché seguono il desiderio
naturale, secondo cui ogni individuo vuole godere da solo dei beni che
sarebbero a disposizione di tutti. A questo proposito, Hobbes prende il
concetto di ragione e spiega che è essa a permetterci di vivere in
un’organizzazione civile. Allora, per passare dallo stato di natura
(quindi quello in continuo conflitto) allo stato civile, ogni individuo
deve rinunciare al suo potenziale potere illimitato e lo deve attribuire
al sovrano assoluto, il Leviatano che e` talmente potente da non dover
nemmeno seguire le leggi dello Stato.
Come Hobbes, Locke parla di una legge di natura (che lui chiama
“legge di ragione”) secondo cui ogni uomo e` libero di possedere i beni
e perciò tutti gli individui sono uguali. L’agire dell’uomo e` limitato
dalla ragione, infatti nessuno agirà mai in modo da contrastare la
propria vita o i propri interessi e nemmeno quelli altrui in modo da
vivere in modo più pacifico. Ma, mentre Hobbes vede la soluzione in
un sovrano assoluto, Locke arriva a parlare di una società il cui scopo
sia quello di tutelare i diritti di tutti gli individui (infatti egli e` un forte
sostenitore della tolleranza religiosa ed e` anche il fondatore del
liberalismo moderno). Inoltre il contratto, a differenza di Hobbes, e`
tra i sudditi e il sovrano e non solo tra i sudditi.

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