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NEUROANATOMIA #5A

Prof.ssa Bianchi- 7/12/2021- Autore: Donato Tarantino, Revisore: Domenico Trotta

Fino ad adesso abbiamo incontrato più che altro dei nuclei intercalari propri discendenti, quindi a significato
motorio, adesso nel midollo allungato invece incontriamo dei nuclei intercalari ascendenti. Nel midollo
allungato troviamo quattro paia di nuclei propri. Tre sono localizzati nella porzione più posteriore del midollo
allungato e sono rappresentati dal nucleo gracile, dal nucleo cuneato e dal nucleo cuneato accessorio.
L’ultimo nucleo proprio del midollo allungato è rappresentato dal nucleo olivare inferiore, che invece si trova
in posizione più ventrale rispetto al precedente.
Nella morfologia esterna, sulla superficie anteriore avevamo visto l’oliva bulbare: essa in profondità
corrisponde al nucleo olivare inferiore, che è molto voluminoso. Sulla superficie posteriore, invece, avevamo
notato due tubercoli, due protuberanze: il tubercolo gracile e il tubercolo cuneato che in profondità
corrispondono a dei nuclei, che sono il nucleo gracile e quello cuneato. In linea generale la componente
funzionale rimane la stessa che avete incontrato nel midollo spinale perché il midollo allungato abbiamo detto
che è la diretta continuazione. Nel midollo spinale i corpi posteriori avevano un significato funzionale sensitivo
(afferente), mentre i corpi anteriori avevano un significato motorio (efferente). La stessa disposizione la
troviamo anche qui, quindi questi nuclei che voi vedete posteriormente (gracile, cuneato e cuneato accessorio)
hanno un significato funzionale sensitivo (afferente), quindi questo significa che i corpi cellulari dei neuroni
che stanno in quei nuclei proietteranno verso l’alto, invece il nucleo olivare, che sta più anteriormente avrà un
significato motorio.

È interessante notare che ad eccezione del nucleo cuneato accessorio i nuclei del bulbo hanno anche un
corrispettivo morfologico sulla superficie del midollo allungato stesso, infatti osservando il bulbo in proiezione
posteriore, nella sua superficie libera si potevano anche notare due rilievi, uno più mediale ed uno più laterale
che erano nominati rispettivamente come il tubercolo gracile (mediale) e il tubercolo cuneato (laterale),
separati tra loro da un solco chiamato solco intermedio posteriore. Questi due tubercoli si trovano
all’estremità rostrale di due cordoni, due fascicoli, uno mediale e l’altro laterale, che rappresentano la
continuazione degli omonimi fascicoli che si trovano anche nel cordone posteriore del midollo spinale, ossia
il fascicolo gracile, anche detto fascicolo di Goll, e il fascicolo cuneato o di Burdach.
Il cordone posteriore (sostanza bianca) del midollo spinale è completamente occupato da questi due fascicoli,
il gracile e il cuneato, la cui prosecuzione verso l’alto è rappresentata dagli stessi fascicoli che troviamo nel
midollo allungato, solo che nel midollo allungato in alto terminano con un rilievo che in profondità
corrisponderà ad un nucleo, quindi a corpi cellulari di neuroni, in cui quegli assoni mielinizzati che stanno
salendo dal midollo spinale andranno a fare sinapsi. Quindi avremo una stazione di vie ascendenti sensitive.

Questi fascicoli si ritrovano a livello del cordone posteriore del midollo spinale: osservando, invece, il midollo
allungato in proiezione anteriore, si poteva osservare un rilievo posto ai lati di quelle che erano le cosiddette
piramidi bulbari, che viene chiamato oliva bulbare, rilievo molto voluminoso, delimitata dal solco laterale
anteriore e dal solco laterale posteriore. Questo rilievo corrisponde in profondità al complesso olivare
inferiore. Quindi il nucleo gracile e il nucleo cuneato si trovano nella porzione dorsale del bulbo. Questi
rappresentano una stazione di relè della via del cordone posteriore, ovvero della via della sensibilità tattile
epicritica e propriocettiva cosciente (immagine sopra).
Esistono tanti tipi di sensazioni (lo farete con le vie di senso): esiste la sensibilità al dolore, la sensibilità tattile,
termica, e quella specifica (alla vista, all’olfatto, all’udito…). Tutti questi tipi di sensazioni hanno delle vie
nervose differenti. Questi due nuclei, che incontriamo adesso, sono stazioni di relè delle vie che portano questi
due tipi di sensibilità. Le vie completamente saranno viste alla fine, quando abbiamo tutte le varie porzioni,
dal nervo periferico al midollo spinale al talamo e poi alla corteccia. Per ora è necessario capire che qui c’è un
passaggio di informazione da un neurone che viene dalla periferia, che è entrato con la radice posteriore del
nervo spinale, è salito fino a qui e qui cambia il neurone, fa sinapsi con il corpo cellulare che sta in questi
nuclei, loro mandano il loro assone che continua a salire verso l’alto, e poi vedremo dove va a finire.
Questi neuroni sono “a T”, perché sono sempre i primi neuroni delle vie sensitive: le vie sensitive iniziano
sempre con un neurone “a T” o unipolare, che presenta un unico prolungamento con un ramo che va verso
la periferia, verso il recettore che funge da dendrite, e un ramo che invece entra dentro il sistema nervoso
centrale; nel caso del midollo spinale entra con la radice posteriore. Stessa cosa succede nei nervi cranici, solo
che nei nervi cranici non abbiamo una radice anteriore e posteriore, però lungo il decorso di alcuni nervi cranici
si troveranno dei gangli sensitivi che contengono dei neuroni “a T”. Quindi la morfologia è la stessa, ma i nervi
cranici, a differenza dei nervi spinali non sono sempre misti, ma possono essere misti, solo sensitivi o solo
motori. A seconda della tipologia di informazione che trasporta quel nervo, se ha una componente sensitiva
potremmo trovare un ganglio sensitivo lungo il decorso di questo nervo.

Per quanto riguarda il nucleo olivare inferiore, esso è molto importante perché rientra nei circuiti del controllo
del movimento volontario (immagine sopra). Si trova piuttosto anteriormente e lateralmente e avrà delle
connessioni con la corteccia cerebrale, con il nucleo rosso mesencefalico e anche con il cervelletto. Il nucleo
olivare invia un grosso contingente di fibre (lo vedrete quando farete il cervelletto) al cervelletto, andando a
fare sinapsi con dei neuroni che si trovano a livello della corteccia cerebellare. Quindi il nucleo rosso si mette
in contatto con il nucleo olivare inferiore, quest’ultimo si mette in sinapsi con il cervelletto: tutto questo lo
rincontrerete quando farete le vie motrici.
Nuclei dei nervi cranici
Abbiamo completato i nuclei propri, adesso dobbiamo concentrarci sui nuclei che invece danno origine ai nervi
cranici, che fuoriescono dal tronco encefalico, e troveremo diverse tipologie di nuclei, sia motori che sensitivi.

I nuclei dei nervi cranici rappresenteranno o il punto in cui originano le fibre motrici che appartengono a dei
nervi cranici motori o il punto di arrivo di neuroni sensitivi che apparterranno a nervi sensitivi. Il primo neurone
di una via sensitiva si trova all’esterno del sistema nervoso centrale, ed è un neurone “a T” e il prolungamento
centripeto di questo neurone a T andrà a terminare su un nucleo sensitivo all’interno del tronco encefalico.
Vedremo che esistono nuclei sensitivi somatici, viscerali, motorisomatici e nuclei visceroeffettori e li
classificheremo nell’ambito del tronco encefalico.
Prima di descrivere i nuclei dei nervi cranici è necessario fare una panoramica su questi nervi. Sono 12 paia di
nervi annessi all’encefalo: i primi 2 saranno annessi al telencefalo e al diencefalo; gli ultimi 10 saranno tutti
annessi al tronco encefalico. C’è una grossa differenza tra nervi cranici e nervi spinali, perché mentre i nervi
spinali sono tutti misti, nel caso dei nervi encefalici possiamo trovarci di fronte a dei nervi esclusivamente
sensitivi, esclusivamente motori oppure dei nervi misti. Il primo paio è chiamato nervo olfattivo, che è un
nervo esclusivamente sensitivo. Il secondo paio è il nervo ottico, ed è un nervo esclusivamente sensitivo.
Terzo paio, quarto e sesto paio sono tutti i nervi esclusivamente motori, destinati ai muscoli dell’occhio, e
prendono il nome rispettivamente di nervi oculomotore, nervo trocleare e nervo abducente. Il quinto paio
è detto nervo trigemino ed è un nervo misto, avrà una componente sensitiva che si occuperà della sensibilità
di gran parte della testa, e una componente motrice per i muscoli masticatori. Dopodichè abbiamo il settimo
paio, il nervo faciale, che presenta due componenti: faciale propriamente detto e il nervo intermedio di
Wrisberg, che è un nervo misto. L’ottavo paio è il nervo stato-acustico o vestibolococleare, che è un nervo
solo sensitivo. Il nono paio è il nervo glossofaringeo è un nervo misto. Il decimo paio è il nervo vago, ed è
misto. L’undicesimo paio è il nervo accessorio, un nervo motore. Il dodicesimo paio è il nervo ipoglosso,
motore.
Per quanto riguarda la disposizione dei nervi cranici, essi si dispongono in modo ordinato e simile alle colonne
del midollo spinale. Esiste, però, una differenza morfologica perchè nel midollo spinale le colonne venivano
descritte in senso ventro-dorsale, cioè antero-posteriore, mentre nel tronco encefalico la descrizione avviene
in senso medio-laterale.
Nell’ambito della sostanza grigia del midollo spinale, oltre al corno anteriore e al corno posteriore, essa è
suddivisa anche in lamine, che vengono numerate in senso antero-posteriore. La disposizione funzionale è
ordinata anche nel tronco encefalico, solo che invece che andare dall’avanti all’indietro (o dal dietro all’avanti),
andiamo in senso medio-laterale: è come se noi avessimo preso il midollo spinale e lo avessimo aperto e
disteso, perché questo dipende dallo sviluppo embrionale, cioè da come si è evoluto il tubo neurale durante
l’embriogenesi.

C’è una differenza rispetto alle colonne del midollo spinale, perché oltre alle colonne somatomotrici,
visceroeffettrici, viscerosensitive e somatosensitive, nel tronco encefalico andremo a descrivere anche una
componente effettrice branchiale, ossia sono sempre motoneuroni che vanno a controllare dei muscoli
somatici, ma sono muscoli che derivano dagli archi branchiali. Ma questo che significa? Si può fare una
classificazione morfologica e una classificazione funzionale, e questa è la classificazione funzionale: un
neurone motore-somatico innerva i muscoli somatici, cioè i muscoli volontari (scheletrici), e fa la placca
motrice; un neurone motore viscerale o visceroeffettore innerva i muscoli involontari, cioè i muscoli lisci,
quelli che stanno nella parete degli organi (per esempio quelli che stanno nella parete dell’intestino). Un
neurone motore-branchiale, invece, ha una diversa origine embrionale (dagli archi branchiali) ma è un
neurone motore-somatico funzionalmente.
Poi abbiamo la controparte sensitiva, e abbiamo la raccolta della sensibilità, o dal soma (la sensibilità
generale: tatto, temperatura e dolore), oppure una sensibilità viscerale, che deriva dai visceri. In genere la
sensibilità viscerale è una sensibilità che, a meno che non sia un dolore, non arriva a livello di coscienza,
perché è una sensibilità che ci serve solo per aggiustare le sensazioni corporee, ad esempio la peristalsi: arriverà
l’informazione del passaggio del cibo in un organo, e quell’organo si prepara per elaborare quel cibo. Quindi
diciamo che la componente motrice-viscerale, viscero-effettrice e quella viscero-sensitiva non arrivano ai
livelli di coscienza, perchè sono fenomeni che avvengono tutti al di sotto del livello di coscienza, è un
automatismo, si chiama sistema nervoso viscerale e serve per garantire la corretta funzionalità del cuore, dei
polmoni, della respirazione, della digestione. Invece la componente somato-sensitiva e la componente
motrice-somatica sono dettate dalla coscienza, perché la sensazione somatica arriva alla corteccia
telencefalica, l’ordine motorio del muscolo somatico parte dalla corteccia telencefalica. Poi abbiamo la
sensibilità speciale che è prerogativa di alcuni organi: c’è l’occhio per la vista, l’orecchio per l’udito, la lingua
per il gusto, quindi la sensibilità specifica è confinata a specifici organi.

Quindi, se noi andiamo ad osservare una sezione trasversale: nell’immagine sopra vediamo una sezione
trasversale a livello pontino, partendo dalla porzione mediale e spostandoci lateralmente, troviamo diverse
colonne con diverso significato funzionale. La prima colonna che troviamo è la colonna efferente somatica,
la somato-motrice. Dopodichè procediamo con la colonna efferente viscerale, viscero-effettrice. Ancora
più lateralmente troviamo la colonna della sensibilità viscerale e da ultima la colonna della sensibilità
somatica in generale. Variando il piano di sezione, ad esempio nell’immagine sopra abbiamo fatto una sezione
a livello della parte più craniale del bulbo midollo allungato, oltre alle colonne precedenti possiamo
individuare la colonna efferente branchiale, aggiuntiva rispetto ai corrispettivi delle colonne del midollo
spinale e una colonna afferente sensitiva somatica speciale, della sensibilità speciale, nello specifico si
tratta di nuclei che ricevono fibre che provengono dall’orecchio interno. Quindi se volessimo descrivere le
colonne dei nuclei dei nervi cranici proiettate sulla superficie dorsale del tronco encefalico, possiamo
individuare colonne motorie e colonne sensitive. Nella parte sinistra dell’immagine vedremo le colonne
motorie, nella parte destra invece le colonne sensitive.
Per quanto riguarda le colonne somato-motrici, individuiamo (sono le più mediali e sono colorate in rosso)
quattro raggruppamenti discreti a diversi livelli (quello più caudale risulta quello più voluminoso) distribuiti
in varie porzioni del tronco encefalico. Spostandoci più lateralmente, in giallo troviamo la colonna viscero-
effettrice, anche questa suddivisa in quattro raggruppamenti discreti, di cui anche qui il più caudale è il più
voluminoso. Ancor più lateralmente troviamo colorato in arancione quelli che sono i nuclei corrispondenti
alla colonna efferente branchiale. Essa, differenza delle altre si trova anche un po' più anteriormente rispetto
agli altri raggruppamenti nucleari. Anche qui troviamo diversi raggruppamenti, anche qui quattro
raggruppamenti, e in particolare l’ultimo andrà anche a sconfinare nel midollo spinale, perché rappresenterà
un nucleo accessorio e si chiama nucleo accessorio spinale dell’undicesimo paio di nervi cranici. Nella parte
destra dell’immagine abbiamo la rappresentazione delle colonne sensitive: per quanto riguarda la colonna
viscero-sensitiva, essa presenta un unico raggruppamento nucleare, molto esteso in senso cranio-caudale che
è colorato in verde. Più lateralmente, colorata in blu troviamo una colonna molto estesa, che coinvolge in
realtà tutte le porzioni del tronco encefalico, e andrà anche a spingersi a livello spinale dei primi neuromeri
della colonna spinale. Questa rappresenta la colonna sensitiva somatica generale. Dopodichè abbiamo un
ultimo raggruppamento sensitivo che è deputato alla sensibilità somatica speciale e corrisponde ai nuclei di
proiezione di strutture dell’orecchio interno: uno l’avevamo già incontrato (sezione trasversale), e qui vediamo
nuclei vestibolari, ma anche nuclei cocleari.
Andiamo quindi ad analizzare, per ciascun tratto del tronco encefalico, quali sono i nuclei dei nervi cranici
presenti (immagine sopra). Iniziamo con il mesencefalo: a livello mesencefalico troviamo due nuclei
somatomotori: uno si chiama il nucleo somatomotore del nervo oculomotore, in posizione mediana; l’altro
è il nucleo somatomotore del nervo trocleare, anch’esso in posizione mediana. Il nervo oculomotore e il
nervo trocleare saranno destinati ad innervare i muscoli estrinseci dell’occhio. Accanto, però, al nucleo del
nervo oculomotore, troviamo un altro piccolo nucleo le cui fibre viaggeranno con il nervo oculomotore stesso,
che prende il nome di nucleo accessorio dell’oculomotore o nucleo di Edinger-Westphal. Questo nucleo è
un nucleo a significato viscero-effettore e le fibre dei neuroni provenienti da questo nucleo saranno destinate
ad innervare i muscoli involontari che si trovano all’interno del bulbo oculare. Sempre nella regione del
mesencefalo è possibile individuare anche un nucleo sensitivo che rappresenta il nucleo mesencefalico del
nervo trigemino. Esso occupa tutte e tre le porzioni del tronco encefalico, e qui abbiamo la presenza della
cosiddetta radice mesencefalica del trigemino. Gli stessi nuclei possono essere osservati anche effettuando
una sezione sagittale mediana del mesencefalo per valutare la posizione reciproca e anche la posizione rispetto
a quello che era uno dei nuclei propri del mesencefalo, ossia il nucleo rosso.

Da questa proiezione si può notare che le fibre provenienti dal nucleo oculomotore, prima di raggiungere la
superficie del mesencefalo (quindi l’origine apparente del nervo oculomotore stesso) vanno proprio ad
attraversare in parte il nucleo rosso, ma anche la sostanza nera prima di emergere sulla superficie del tronco
encefalico.
Nel ponte troviamo diversi nuclei con diversi significati funzionali. Innanzitutto abbiamo un nucleo somato-
motore puro, che è il nucleo del nervo abducente in posizione mediana. Abbiamo poi due nuclei
somatomotori di tipo branchiale che sono rappresentati dal nucleo masticatorio (anche detto nucleo motore
del nervo trigemino) e dal nucleo somatomotore del nervo faciale propriamente detto (immagine sopra)
perché, in realtà, il nervo faciale è suddiviso in due porzioni che si chiamano: faciale propriamente detto e
nervo intermedio.
Dopo di che abbiamo due nuclei a significato visceroeffettore (motori viscerali), questi due nuclei, uno è più
voluminoso e meglio visibile si chiamano nucleo salivatorio superiore e nucleo muco naso lacrimale o anche
solo lacrimale. Per quanto riguarda le componenti sensitive (incomprensibile) a questo livello troviamo il
nucleo principale o pontino del nervo trigemino che è molto voluminoso e dal quale si stacca una radice che
va verso l’alto, una radice mesencefalica e una radice che va verso il basso e proseguirà nel midollo allungato.
Poi abbiamo, a questo livello, due nuclei sensitivi della sensibilità speciale che sono rappresentati dai nuclei
cocleari e dai nuclei vestibolari. I nuclei cocleari sono distinti in anteriore e posteriore e sono poco visibili,
meno voluminosi dei vestibolari.
I nuclei vestibolari sono più voluminosi dei precedenti e sono distinti in mediale, laterale (anche detto di
Deiters) e superiore.
I nuclei trocleari serviranno per la sensibilità uditiva, i nuclei vestibolari invece per l’equilibrio che sono due
informazioni che provengono dall’orecchio, però sono due sensibilità speciali che si studiano con l’orecchio e
con le vie acustiche.
La prof. chiarisce che l’VIII paio dei nervi cranici verrà affrontato successivamente in quanto è necessario
avere delle conoscenze sulle strutture dell’orecchio.
Gli stessi nuclei sono ovviamente visibili in proiezione laterale ed è interessante notare come i due nuclei
branchiali, ossia il nucleo motorio del trigemino e il nucleo somatomotore del faciale si trovino più
anteriormente rispetto, ad esempio, al nucleo del (incomprensibile) che è posto più dorsalmente, ed è anche
interessante notare come le fibre che lasciano il nucleo del nervo faciale non si portano anteriormente per
emergere direttamente con il nervo, ma si portano posteriormente andando a circondare il nucleo del nervo
abducente per poi portarsi anteriormente, Questo particolare andamento delle fibre è chiamato “ginocchio del
nervo faciale” e determina anche un rilievo sulla superficie del pavimento del IV ventricolo, sul triangolo
Pontino del IV ventricolo.
Nuclei del midollo allungato
Per quanto riguarda il midollo allungato anche qui abbiamo la presenza di numerosi nuclei, 7 paia in particolar
modo e di varia componente (parola incomprensibile). Innanzitutto loro, come nucleo motorio somatico,
troviamo, in posizione mediale, il nucleo somatomotore del nervo ipoglosso. Poi abbiamo due nuclei motori
branchiali che sono rappresentati del nucleo obliquo che fornirà fibre a più nervi cranici e non solo ad uno e
poi abbiamo un nucleo sempre motore somatico, detto “nucleo spinale del nervo accessorio”.
Abbiamo due nuclei a significato motore-viscerale (viscero-effettore) quindi abbiamo il nucleo salivatorio
inferiore nei pressi del salivatorio superiore che abbiamo osservato nel ponte e poi un nucleo voluminoso,
piuttosto importante, detto “nucleo motore dorsale del vago”.
Poi troviamo il “nucleo sensitivo del trigemino” che scende anche verso il basso prendendo il nome di “nervo
spinale del trigemino” e poi abbiamo un ultimo nucleo a significato viscero-sensitivo che è il “nucleo del tratto
solitario”, molto importante, insieme al nucleo motore dorsale del vago, per i riflessi viscerali (per questo si
trovano vicini).
Ovviamente le componenti motrici e le componenti sensitive cooperano insieme per i riflessi. Nel riflesso
spinale classico (già studiato) dove c’è un interneurone che entra e un neurone che esce. (parole
incomprensibili).
Lo stesso meccanismo avviene a livello viscerale, cioè quanto una sensibilità viscerale rileva una alterazione,
per esempio, quando si corre e c’è bisogno di più sangue ai muscoli. Il cuore deve quindi aumentare la gittata
cardiaca e la frequenza cardiaca. Allora la richiesta periferica di sangue dei muscoli genera un riflesso viscerale
che noi non percepiamo consciamente, ma tutto questo viene trasportato ad un nucleo viscero-sensitivo e si
genera una risposta viscerale per cui c’è una vasodilatazione a livello di determinati muscoli. Perciò il riflesso
viscerale funziona esattamente come il riflesso somatico solo che sfrutta neuroni viscerali (viscero-sentivi e
viscero-effettori).
Questi due nuclei (viscero-sentivi e viscero-effettori) spesso si trovano vicino perché devono comunicare fra
di loro e scambiarsi delle informazioni l’uno con l’altro, più
vicini sono dunque, più veloce è il riflesso.
Questi due nuclei (nucleo del tratto solidale e nucleo motore
dorsale del vago) stanno vicini perché sono la sede di gran
parte dei riflessi viscerali.
Andando ad osservare in proiezione laterale possiamo
notare come il nucleo ambiguo e il nucleo spinale
dell’accessorio si trovino in posizione più anteriore rispetto
agli altri nuclei che abbiamo descritto.
Si può anche notare come uno stesso nucleo (ad esempio il
nucleo ambiguo) possa fornire fibre a più nervi cranici. Nel
caso del nucleo ambiguo si nota come le fibre che vengono
da questo nucleo vanno a rifornire sia il nervo accessorio
(XI paio), sia il nervo vago (X paio) e anche il nervo
glossofaringeo. Quest’ultimo sarà rifornito dalla porzione
più cefalica, quello vago dalla porzione più intermedia e il
nervo accessorio dalla porzione più caudale dello stesso
nucleo. Nervi cranici
Quindi non sempre ad un nucleo corrisponde un nervo. Nel caso del nucleo ambiguo sarà il nucleo di
riferimento per più nervi.
(parte incomprensibile) sostanza bianca possono avere più andamenti: o un andamento longitudinale…

La prof. interrompe il filmato e dice che si stratta di una parte ostica da capire: se abbiamo capito i cordoni
di sostanza bianca del midollo spinale, qualcosa risulta essere più comprensibile, perché sono pezzi di assoni
mielinizzati che passano nel tronco encefalico. Quindi ci sono degli assoni che vengono dal basso, degli assoni
che vengono dall’alto e sono solo di passaggio e poi ci sono degli assoni che originano da quei nuclei e che
quindi devono passare all’interno del tronco encefalico.

… oppure un andamento orizzontale o obliquo. Le fibre a decorso longitudinale vanno distinte in fasci di
proiezione ascendenti, quindi faceti parte di vie afferenti e sensitive, fasci di proiezione discendenti, quindi
parti di vie efferenti motrici oppure fasci propri del tronco encefalico che originano e terminano all’interno del
tronco encefalico. Le fibre a decorso orizzontale o obliquo rappresentano o il tratto all’interno del sistema
nervoso delle componenti motrici e sensitive dei nervi cranici che per emergere sulla superficie dai rispettivi
nuclei o per raggiungere i rispettivi nuclei attraversano orizzontalmente il tronco encefalico oppure la porzione
crociata dei fasci di proiezione ascendente o discendente quando passano lateralmente.
Tralasciando questi due, volendo fare un esempio di un fascio longitudinale proprio del tronco encefalico che
nasce e muore nel tronco encefalico. Abbiamo visto il nucleo rosso, abbiamo il nucleo olivare, abbiamo detto
che erano collegati fra loro, ebbene ci sarà un fascio chiamato rublo-olivare che nasce dal nucleo rosso e finisce
nell’oliva, questo avrà decorso longitudinale proprio del tronco encefalico, ossia origina e termina all’interno
di questo. Gli altri ascendenti e discendenti, non hanno stazioni, ossia non si fermano nel tronco encefalico ma
sono fasci che scendono dal talamo, dalla corteccia ecc. e vanno al midollo spinale e viceversa, ossia che stanno
salendo dal midollo spinale, ad esempio, per raggiungere il talamo.
Le parti orizzontali (li abbiamo visti primi con i nuclei dei nervi cranici) facevano un tratto all’interno del
tronco encefalico per poi sbucare all’esterno e quindi avevamo un decorso orizzontale.
In alcuni casi possono incrociarsi, infitti non è detto che siano necessariamente rettilinei, ad esempio il
ginocchio del faciale che girava intorno, quindi possono avere anche un andamento obliquo o crociato.

Fasci ascendenti del


tronco encefalico
Per quanto riguarda i
fasci ascendenti del
tronco encefalico,
vanno distinti i fasci
che provengono dal
midollo spinale e fasci
che vengono a
costituirsi proprio
all’interno del tronco
encefalico.
Innanzitutto bisogna
dire che troviamo un
sistema di lemnischi:
un lemnisco mediale
che trasporta informazioni di tipo tattile epicritico e propriocettivo cosciente e rappresenta un tratto della linea
del cordone posteriore, infatti si origina a livello dei nuclei gracile e cuneato e andrà a proiettare al talamo,
quindi è la continuazione dei fasci gracile e cuneato che già sono stati osservati nel midollo spinale.
Poi abbiamo un lemnisco che si forma da fibre afferenti al nucleo
sensitivo del trigemino, quindi vanno a cogliere la sensibilità a
livello della regione della testa. Originerà a livello del nucleo del
trigemino. A pari livello abbiamo visto che il nucleo trigeminale
occupava tutto il tronco encefalico e andrà a proiettare a livello
talamico.
Sempre nel tronco encefalico andrà a costituirsi il lemnisco
laterale, anche detto lemnisco (incomprensibile), che ha appunto
la funzione di trasportare delle informazioni di tipo uditivo.
Questo lemnisco origina a livello dei nuclei cocleari e andrà a
portarsi a livello del tetto del mesencefalo del collicolo superiore
per poi proiettare ancora più in alto alla corteccia del riferimento.
Dopo di che abbiamo il sistema del lemnisco spinale, che, in
realtà è costituito da fasci provenienti dal midollo spianale, dalla
sostanza grigia del midollo spinale, e trasporta informazioni di
tipo tattile e protopatico termico e dolorifico. In realtà presenta
la continuazione della via del cordone laterale, quindi del fascio
spino-talamico al quale si andrà ad unire il fascio spino-tettale a
questo livello. Anche questa via (incomprensibile) e quindi
anche il sistema del lemnisco spinale è un sistema che deriva da
fascia già incontrati nella sostanza bianca del midollo spinale.
Troveremo anche i fasci spino-cerebellari che si esauriscono nel tronco encefalico provenienti anch’essi dal
midollo spinale e che dovranno trasportare delle informazioni di tipo propriocettivo incosciente al cervelletto.

Lemnisco mediale Questi fasci origineranno nel midollo spinale e andranno poi ad
esaurirsi nel tronco encefalico perché mediante i peduncoli
cerebellari entreranno all’interno del cervelletto. Dopodiché oltre ai fasci spinocerebellari abbiamo anche i
fasci trigemino cerebellari che trasporteranno sempre la sensibilità propriocettiva incosciente però della testa
alla corteccia cerebellare. Questi fasci origineranno dal nucleo mesencefalico del trigemino per portarsi anche
essi alla corteccia cerebellare, ovviamente sia i fasci spinocerebellari che quelli trigemino cerebellari
trasportano una informazione di tipo incosciente perchè non arriva alla corteccia cerebrale ma si ferma alla
corteccia cerebellare.
All'interno del tronco encefalico andrà a costituirsi un fascio di assoni mielinizzati che viene denominato tratto
solitario e servirà a trasportare la sensibilità gustativa, quindi uno dei sensi speciali, dal nucleo del tratto
solitario al talamo. Poco fa abbiamo detto che il nucleo del tratto solitario è la sede dei plessi viscerali adesso
diciamo che è la sede della sensibilità gustativa, in realtà è la sede di entrambi. Infatti il nucleo del tratto
solitario ha due porzioni: una porzione più alta dove risiede la sensibilità gustativa, che viene raccolta da diversi
nervi cranici, e una porzione più bassa dove viene raccolta la sensibilità viscerale.
Bisogna stare attenti con il nucleo del tratto solitario che ha due aree con significato funzionale diverso.
Andiamo ora ad osservare questi fasci a diverse sezioni, soprattutto seguendo l’andamento dei lemnischi.
Nella porzione inferiore del bulbo la sostanza bianca mantiene per un breve tratto le caratteristiche già
osservate al livello del midollo spinale, quindi potremmo andare a riconoscere i cordoni anteriori, laterali e
posteriori.
A livello dei cordoni laterali riconosciamo i tratti spinocerebellari posteriori e anteriori e, posto medialmente
rispetto a questi, il tratto spinotalamico laterale a cui si accompagna il tratto spino tettale e daranno poi origine
al lemnisco spinale. Posteriormente riconosciamo i due fascicoli: il fascicolo gracile, più mediale, e il fascicolo
cuneato, più laterale.
Quando gli assoni del fascicolo gracile e gli assoni del fascicolo cuneato raggiungono i nuclei omonimi
effettuano una sinapsi all'interno di questi nuclei e i neuroni daranno origine a degli assoni mielinizzati che si
incrociano sulla linea mediana. Queste fibre prendono il nome di fibre arcuate interne e daranno origine alla
cosiddetta degustazione dei dischi mediali. Questo ovviamente si realizza nella porzione più alta del midollo
allungato.
Il sistema invece antero-laterale permane
più o meno uguale alla sezione inferiore.
A questo punto il lemnisco mediale
inizierà ad ascendere nei pressi dell'oliva
bulbare, quindi medialmente all’oliva
bulbare, piuttosto in profondità troveremo
il lemnisco mediale che sale verso l’alto.
Il tratto spino-cerebellare posteriore
entrerà nella costituzione del peduncolo
cerebellare inferiore quindi si esaurisce al
livello del midollo allungato. Invece
quello anteriore o ventrale attraverserà
tutto il bulbo e anche il ponte per
raggiungere poi il peduncolo cerebellare
superiore. Ovviamente dovendo andare al
cervelletto, a seconda del momento in cui
lasciano il tronco encefalico per andare nel
cervelletto, se facciamo una sezione a
livello superiore, non lo troveremo più
perché se è entrato nel peduncolo
cerebellare è ovvio che si è esaurito quel
fascio spino-cerebellare. A livello della
parte alta del mesencefalo non ci saranno più fasci spino-cerebellari perché ormai abbiamo mandato tutto a
quello che dovevamo mandare al cervelletto. A livello del ponte i lemnischi vanno a porsi posteriormente alle
fibre trasversali di sostanza bianca alle quali sono frammiste i nuclei basilari del ponte e il lemnisco mediale,
come dice il nome, occuperà una posizione ai lati della linea mediana. Spostandoci più lateralmente troviamo
il lemnisco spinale costituito dai suoi due fasci che ha abbandonato la porzione antero-laterale del tronco
encefalico per entrare più in profondità.
A livello continuo, più lateralmente ancora andiamo a ritrovare il lemnisco laterale o acustico: bisogna
ricordare infatti che a livello continuo erano presenti i nuclei nucleari dai quali andranno ad originarsi degli
assoni mielinizzati che andranno a costituire il lemnisco laterale e quindi appare per la prima volta a livello
della sezione del ponte, non è possibile vederlo a livello delle sezioni del midollo allungato perché ancora non
si è costituito. Bisogna notare anche che a questo livello abbiamo il nucleo principale del trigemino e quindi
accanto a questo nucleo si andrà a costituire il tratto trigeminale, quindi il lemnisco trigeminale. A livello
mesencefalico il sistema lemniscale è localizzato nella regione del tegmento, al limite tra il tegmento e il piede;
si pone posteriormente rispetto alla sostanza nera e possiamo andare ad individuare in senso antero-posteriore
i vari lemnischi che abbiamo descritto finora.
Quindi in posizione anteriore troveremo il lemnisco mediale, a seguire il lemnisco spinale, dopo di che il
lemnisco trigeminale (a questo livello si è fatto piuttosto cospicuo perché ha raccolto quasi tutte le fibre
provenienti dai nuclei sensitivi del trigemino) e più posteriormente riconosciamo il lemnisco laterale o
acustico. Il lemnisco laterale poi proietta (parte incomprensibile), quindi in sezioni del mesencefalo effettuando
ad un livello più alto, questo lemnisco non sarà visibile perché si è esaurito andando a fare sinapsi al livello
del corridoio inferiore. Infatti facendo una sezione a livello più craniale notiamo, sempre in senso antero-
posteriore, il lemnisco mediale, il lemnisco spinale e il lemnisco trigeminale ma non vediamo più il lemnisco
laterale.
Per quanto riguarda invece i fasci discendenti anche qui bisogna fare una distinzione perché ci sono dei fasci
che si costituiscono a livello telencefalico o passano senza interruzione all’interno del tronco encefalico oppure
terminano a livello del tronco encefalico e dei fasci invece che originano a livello del tronco encefalico per poi
proiettarli al livello del midollo spinale. Queste due entità vengono lassivamente definite come appartenenti
alle vie motorie piramidali, quelle che con provenienza dalla corteccia, e invece appartenenti alle vie motorie
extrapiramidali quelle a partenza dal tronco encefalico.
Di recente il termine “extrapiramidali” è andato in disuso perché questo categorizzava in maniera un po’ troppo
stretta le vie di moto parallele alle vie cortico-spinali, dava una definizione e diceva “sono queste tre vie e
passa qui, qui e qui” invece in realtà si è scoperto che ci sono diverse connessioni tra queste strutture, tra questi
nuclei motori, perché ora abbiamo visto solo una parte del tronco encefalico, ma salendo ne troveremo degli
altri. Quindi, ad oggi, più che vie motorie extrapiramidali, è meglio parlare di “altre vie di moto”.
Questo concetto verrà approfondito dal prof. Macchiarelli nelle lezioni sui sistemi motori.
Nonostante i testi ancora riportino questa dicitura, si tratta di un concetto troppo restrittivo, ed è quindi
preferibile chiamarle “altre vie di moto, parallele alle vie di moto principale che sono i cortico-spinali”.
Il fascio cortico-spinale, come dice il nome, origina dalla corteccia cerebrale motoria, non si interromperà a
livello del tronco encefalico, ma andrà direttamente a fare sinapsi a livello della sostanza grigia del midollo
spinale, quindi rappresenterà un fascio di assoni continuo nel tronco encefalico.
Un fascio cortico (corteccia) – spinale, rappresenta il classico fascio che passa dentro al tronco encefalico solo
come assoni mielinizzati senza fare interruzione. Uno di quei fasci, lo abbiamo visto all’inizio nella
classificazione, fasci longitudinali discendenti, senza interruzione, sarà solo di passaggio.
Il fascio cortico-bulbare, si origina anch’esso dalla corteccia cerebrale, si esaurisce però a livello del tronco
encefalico, quindi non sarà più presente nel midollo spinale, perché andrà a fare sinapsi a livello dei nuclei
somatomotori di sostanza grigia del tronco encefalico.
Poi abbiamo, come vi
dicevo, una serie di fasci che
originano proprio a livello di
strutture del tronco
encefalico, per portarsi
sempre al midollo spinale.
Ovviamente sono tutti fasci
a significato motorio
discendenti efferenti.
Quindi abbiamo il fascio
tetto-spinale che origina a
livello dei collicoli
superiori, dei tubercoli
quadrigemelli superiori
(vedi immagine).
Anatomia del bulbo (o midollo allungato)
Il fascio rublo-spinale che
origina a livello del nucleo rosso mesencefalico.
Il fascio vestibolo-spinale che origina dai nuclei vestibolari.
Il fascio reticolo-spinale che origina dalla sostanza reticolare.
Tutti proiettano verso il basso alla sostanza grigia del midollo spianale.
Adesso cominciamo a dare un senso a tutti quei fasci che già abbiamo incontrato nella sostanza bianca del
midollo spinale, dei vari cordoni e che li ritrovavamo questo fascio rublo-spinale, quello vestibolo-spinale,
però non avevamo idea da dove venivano. Adesso che abbiamo visto dov’è il nucleo rosso, il tetto del
mesencefalo con i tubercoli quadrigemelli, adesso cominciamo a dare un senso, quantomeno alla provenienza,
di questi fasci già incontrati nel midollo spinale e che ritroviamo in diverse parti del tronco encefalico. Questo
perché il nome dei fasci è sempre riferito al punto di origine e al punto di terminazione.

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