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L’umore
È uno stato affettivo caratterizzato da:
p durata relativamente lunga (al contrario
delle emozioni che presentano insorgenza
veloce e breve durata)
p valenza che oscilla lungo un continuum
che va da un estremo di positività ad uno
di negatività
p capacità di influenzare i processi cognitivi
il comportamento, la sfera relazionale.
Umore +
Umore -
NORMALMENTE l’umore fluttua continuamente
accompagnato da fluttuazioni nel senso di
energia e nelle principali funzioni mentali. Tale
“mutevolezza” dipende:
p dall’azione regolatoria/modulatoria dall’attività
di alcune strutture cerebrali (in particolare
sistema limbico e lobo frontale) che influenzano
altri sistemi neurali e ormonali
p dalla estrema variabilità delle esperienze di vita
che le persone continuamente fanno
I poli dell’asse timico
p Crollo del tono dell’umoreà Depressione
l’opposto
Depressione Mania
I disturbi depressivi
I principali Disturbi depressivi
secondo il DSM-5
p Dimensione biologica
p Dimensione cognitiva
p Dimensione comportamentale
La dimensione
biologica
p Effetto
positivo dei farmaci che aumentano
la quantità di monoamine in circolo
ed usano delle
p Comportano:
1. distorsioni cognitive
2. spiegazioni pessimistiche degli eventi
negativi.
Le principali distorsioni cognitive
Tabella 6.9 Distorsioni cognitive comuni (da Beck, 1967)
depressione
La dimensione
comportamentale:
Il suicidio
Il suicidio
Distribuzione dei tentativi di suicidio
Le probabilità di tentare il suicidio sono
maggiori
In Italia (ISTAT)
• Il tasso di suicidio è più alto nei
maschi. Fra i M di 15-19 anni è passato
da 27.3 per milione (1969) a 48.3
(1994), mentre è sceso nelle femmine
da 23.2 a 10.8.
• Fra il 1993 e il 2009 la mortalità è
diminuita ulteriormente fino a 6,7
suicidi ogni centomila abitanti
• Il massimo del rischio suicidario
maschile era nel nord Italia prima del
1994 e rimane tutt’ora più alto in quelle
regioni anche fra le donne
Falsi miti sul suicidio
p Di solito non ci sono segni d'allarme per i tentativi di
suicidio. à In realtà, molti individui che tentano il
suicidio hanno comunicato le proprie intenzioni ad
altre persone. Quindi, ogni discorso o commento
riguardante il suicidio dovrebbe essere preso molto
seriamente.
p Parlare con un suicida dei suoi sentimenti aumenterà
la probabilità di un tentativo. à Al contrario, parlare
con i pazienti degli istinti suicidari diminuisce il
senso di isolamento e di disperazione. Il suicidio può
spesso essere prevenuto.
p I tentativi e i cenni di suicidio “manipolativi” non
sono in genere pericolosi. à Molte persone si sono
uccise accidentalmente durante quello che nelle loro
intenzioni era un tentativo di suicidio non letale.
I disturbi bipolari
Episodio maniacale
p Almeno una settimana di umore eccessivamente
e persistentemente elevato, espansivo o
irritabile, con compromissione del
funzionamento sociale e lavorativo (Criterio A),
caratterizzato da almeno tre dei seguenti
sintomi (Criterio B):
1. Aumento eccessivo dell’autostima o senso di
grandiosità
2. Diminuito bisogno di sonno
3. Eccesiva loquacità
4. Fuga delle idee
5. Estrema distraibilità
6. Aumento delle attività finalizzate (progettualità)
7. Eccessivo coinvolgimento in attività piacevoli ma
insensate (es. spese folli, promiscuità sessuale, ecc)
Episodio ipomaniacale
1 settimana
Disturbi bipolari
4. Disturbo bipolare I: il Disturbo Bipolare I ha un
decorso clinico caratterizzato dalla presenza di uno
o più Episodi Depressivi e di uno o più Episodi
Maniacali.
5. Disturbo bipolare II: decorso clinico
caratterizzato da uno o più Episodi Depressivi
Maggiori accompagnati da almeno un Episodio
Ipomaniacale. Si tratta, quindi, dell’alternanza
spesso ciclica fra episodi depressivi e ipomaniacali.
Gli Episodi Ipomaniacali non dovrebbero essere
confusi con le giornate di eutimia che seguono la
remissione da un Episodio Depressivo Maggiore. E’
un disturbo cronico che peggiora nel tempo se non
curato.
Disturbi bipolari
6. Disturbo ciclotimico: presenza, per
almeno due anni, di numerosi periodi con
sintomi maniacali che non soddisfano i
criteri per l’Episodio Maniacale e di
numerosi periodi con sintomi depressivi che
non soddisfano i criteri per l’Episodio
Depressivo Maggiore.