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POLITECNICO DI MILANO

D.I.C.A. – Sez. Infrastrutture di Trasporto e Geoscienze

Corso di
Tecnica delle Pavimentazioni
a.a. 2015-2016

Il Bitume
INDICE

1. Definizioni
2. La produzione
3. I componenti del bitume
4. Comportamento e struttura
5. Uso stradale
6. Test di laboratorio
IL BITUME: definizioni

BITUME (Asphalt, Bitumen):

Con il termine bitume si intende una miscela di idrocarburi naturali o


residuati derivanti dalla distillazione o raffinazione del greggio (petrolio)
IL BITUME: definizioni
CATRAMI (Tar):
Definizione (CNR 1/51): prodotti della distillazione dei combustibili fossili dotati di capacità
legante. Possiedono caratteristiche reologiche inferiori a quelle dei bitumi. Sostanza che
presenta una tossicità particolarmente elevata per il contenuto di idrocarburi aromatici.

ASFALTI:
Definizione (CNR 6/56): prodotti ottenuti dalla macinazione di rocce asfaltiche, cioè rocce
naturalmente impregnate di bitume.

NOTA: BITUME ed ASFALTO NON sono la stessa cosa!


IL BITUME: definizioni

CNR (Comitato Nazionale di Ricerca)

I bitumi per usi stradali sono miscele di idrocarburi e loro derivati non
metallici, completamente solubili in solfuro di carbonio e dotate di
proprietà leganti.

ASTM (American Society for Testing Materials)

Il bitume è una miscela di idrocarburi di origine naturale (frequentemente


accompagnati da loro derivati non metallici) che possono essere gassosi,
liquidi, semisolidi o solidi e che sono completamente solubili in solfuro di
carbonio.
IL BITUME: definizioni
LA PRODUZIONE
IL BITUME: chimica
COMPOSIZIONE CHIMICA MEDIA DEL BITUME

Il bitume si compone di una serie di sostanze raggruppabili in classi in funzione


della solubilità in specifici solventi

1. ASFALTENI

2. MALTENI
2.1 RESINE
2.2 OLI
2.2.1 SATURI
2.2.2 AROMATICI
IL BITUME: chimica
CLASSIFICAZIONE DELLE COMPONENTI DEL BITUME

DIVISIONE IN FUNZIONE DELLA


SOLUBILITA’ DELLA SOSTANZA
IL BITUME: componenti
ASFALTENI

Gli ASFALTENI (da 5% a 25% in massa sul bitume), sono MISCELE COMPLESSE
di IDROCARBURI, costituiti principalmente da composti aromatici condensati e
forniscono il contributo maggiore alla viscosità del bitume.

Sono la frazione molecolare più pesante (le masse molecolari risultano in


genere molto superiori a 3000), rimangono in FORMA SOLIDA A TEMPERATURA
AMBIENTE e conferiscono al bitume il classico colore bruno-nero.

FUNZIONE:
• conferiscono la capacità di RESISTERE alle SOLLECITAZIONI meccaniche;
• responsabili del comportamento VISCOELASTICO del bitume;
• responsabili della SUSCETTIVITÀ alle VARIAZIONI di TEMPERATURA.
IL BITUME: componenti
ASFALTENI

EFFETTI DELLA CARENZA DI ASFALTENI NEL BITUME:

• maggiore SUSCETTIBILITÀ alle deformazioni indotte da SOLLECITAZIONI MECCANICHE;


• maggiore SUSCETTIBILITÀ alle deformazioni di NATURA TERMICA;
• PERDITA di gran parte delle PROPRIETÀ ADESIVE.
IL BITUME: componenti
MALTENI

I MALTENI si presentano in forma liquida a temperatura ambiente e hanno una


reattività chimica variabile. Massa molecolare tra 300 e 1000.

FUNZIONI PRINCIPALI:

• influiscono sul comportamento a caldo, conferendo FLUIDITA’ e SCORREVOLEZZA;


• consentono la BAGNABILITA’ delle superfici da trattare.

EFFETTI (generali) DELLA CARENZA DI MALTENI NEL BITUME:

• PERDITA delle caratteristiche di FLUIDITÀ anche a temperature medio-alte;


• eccessiva DUREZZA e “APPICCICOSITÀ” per poter essere manipolato;
• PERDITA della capacità di SCORRIMENTO.
IL BITUME: componenti
RESINE

Le RESINE (sottocategoria dei malteni) sono i composti più polari e sono


spesso chiamate AROMATICI POLARI, molto viscose a T ambiente. Peso
molecolare stimato fra 500 e 1000.

FUNZIONI PRINCIPALI:
• disperdono le strutture macromolecolari di asfalteni;
• equilibrano le componenti chimicamente diverse del bitume (effetto ponte asfalteni/olii);
• conferiscono elasticità e duttilità.

EFFETTI DELLA CARENZA DI RESINE NEL BITUME:


• Instabilità delle componenti;
• Segregazione degli asfalteni sottoforma di agglomerato.
IL BITUME: componenti

AROMATICI

Gli AROMATICI (sottocategoria dei malteni) sono i composti più abbondanti (30-45%) e sono
spesso chiamati AROMATICI NAFTENICI. Il loro colore varia tra il giallo ed il rosso e sono
liquidi a temperatura ambiente.

SATURI

I SATURI (sottocategoria dei malteni) sono compresi tra il 5-15% in massa sul totale di
bitume, sono di colore bianco-giallastro e sono liquidi a temperatura ambiente.

NB: gli oli, essendo il mezzo disperdente, devono avere un buon potere solvente nei
confronti degli asfalteni. Le resine sono il fattore determinante per la stabilità del
sistema, dovendo presentare caratteristiche affini sia agli olii che agli asfalteni.
IL BITUME: chimica
COMPONENTI DEL BITUME
IL BITUME: comportamento e struttura
DEFINIZIONI della STRUTTURA del BITUME

TIPO SOL TIPO GEL

Asfalteni completamente circondati da resine Gli asfalteni reticolano tra loro per carenza di
e con buona mobilità nel bitume resine

Scarse proprietà a freddo


COMPORTAMENTO VISCO-ELASTICO
COMPORTAMENTO sia a caldo che a freddo
(FLUIDO NON NEWTONIANO)
da FLUIDO NEWTONIANO

NOTA: Se aumento la temperatura (oltre i 130-140 °C), il COMPORTAMENTO del bitume passa
da uno stato tipo «GEL» ad uno tipo «SOL» (la struttura a gel si “rompe” trasformandosi in
quella sol).
IL BITUME: comportamento e struttura
DEFINIZIONI della STRUTTURA del BITUME

GEL STRUCTURE
IL BITUME: comportamento e struttura
DEFINIZIONI della STRUTTURA del BITUME

• FLUIDO NEWTONIANO: la viscosità è indipendente dal gradiente di


deformazione. Proporzionalità lineare tra sforzo (Shear Stress) e velocità di
deformazione (Shear Rate). La viscosità varia soltanto con la Temperatura.

τ
η= [Pa ⋅ s ]
γ
• FLUIDO NON NEWTONIANO: la viscosità varia con il gradiente di deformazione
ovvero il valore di VISCOSITÀ NON è COSTANTE.

τ
η (γ ) = [Pa ⋅ s ]
γ
IL BITUME: comportamento e struttura
DEFINIZIONI della STRUTTURA del BITUME

τ Tensione applicata

γ Gradiente di deformazione

η Viscosità dinamica

τ τ

FLUIDO NEWTONIANO FLUIDO NON NEWTONIANO (Esempio


di fluido pseudo-plastico)
IL BITUME: uso stradale
Il bitume presenta comportamento VISCO-ELASTICO, fortemente influenzato
dalla TEMPERATURA e dalla VELOCITÀ di APPLICAZIONE dei CARICHI

T basse  solido elastico


T ambiente  fluido visco-elastico ad elevata viscosità
T elevate  fluido viscoso

TEMPERATURE DI INTERESSE PER LA TECNICA STRADALE

ESERCIZIO da - 15°C a 60°C VISCOSITÀ quasi costante e molto elevata

VISCOSITÀ molto bassa, prossima a


LAVORAZIONE da 140°C a 180°C
quella dell’acqua, per consentire il
confezionamento e la posa in opera delle
miscele
IL BITUME: le prove di laboratorio
COMPORTAMENTO E PRESTAZIONI DEL LEGANTE

PROVE TRADIZIONALI:

• penetrazione con ago;


• punto di rammollimento – Palla anello;
• punto di rottura Fraass;
• viscosità dinamica Brookfield;
• duttilità;
• infiammabilità;
• volatilità (in strato sottile)
IL BITUME: le prove tradizionali
PENETRAZIONE (CNR 24/71 - UNI EN 1426:2002)

I bitumi presentano una consistenza variabile in funzione della temperatura:


Incrementando la temperatura si passa dal comportamento tipo “solido elastico”
a quello “fluido Newtoniano”

Scelta una temperatura di riferimento (TREF) è possibile


classificare i bitumi in funzione della loro CONSISTENZA

Prova di PENETRAZIONE
(con ago) a 25 °C
IL BITUME: le prove tradizionali
PENETRAZIONE (CNR 24/71 - UNI EN 1426:2002)

MODALITA’ DI PROVA:

• si pone una quantità standard di bitume dentro un


contenitore cilindrico;
• si misura l’affondamento in dmm (1/10 mm), che un
ago normalizzato subisce sotto un carico di 100 gr in 5
secondi di tempo;
• TEMPERATURA 25 °C.
IL BITUME: le prove tradizionali
PENETRAZIONE (CNR 24/71 - UNI EN 1426:2002)

Classificazione CNR (B.U. 68/78) dei bitumi in base alla penetrazione

CLASSI PENETROMETRICHE:
35/50 BITUME DURO

50/70

“Durezza del bitume” 70/100


130/150
180/200 BITUME MOLLE

Es: un bitume 180/200 ha una penetrazione compresa tra 180 e 200 dmm

Es: ANAS propone per strati di base, binder e usura l’uso di bit. 50/70
IL BITUME: le prove tradizionali
PUNTO DI RAMMOLLIMENTO – PALLA ANELLO
(CNR 35/73 – UNI EN 1427:2002)

Il PUNTO di RAMMOLLIMENTO è il valore di TEMPERATURA raggiunto il quale il


bitume tende a perdere le sue caratteristiche di elasticità per entrare nello stato
di fluido newtoniano.

IL PUNTO DI RAMMOLLIMENTO È
DETERMINATO MEDIANTE LA PROVA
PALLA-ANELLO (R&B, Ring and Ball)

NOTA: La definizione di un valore di “soglia” è convenzionale, in realtà sarebbe più corretto


parlare di “intervallo di temperature”
IL BITUME: le prove tradizionali
PUNTO DI RAMMOLLIMENTO – PALLA ANELLO
(CNR 35/73 – UNI EN 1427:2002)

METODO DI PROVA:
• il campione di bitume viene colato in uno speciale ANELLO di OTTONE che viene posto quindi
in un bagno d’acqua;
• al centro dell’anello viene posta una sferetta di acciaio di peso e D standard;
• la temperatura T, viene aumentata secondo una scala d’incremento standard.

Il PUNTO di RAMMOLLIMENTO è la
TEMPERATURA in corrispondenza della
quale il bitume si deforma al punto da
permettere alla sferetta di toccare una
lastra posta alla distanza di 1 pollice (2.56
cm) sotto l’anello

NOTA: appare evidente che tra punto di rammollimento e penetrazione esiste un legame di
proporzionalità inversa
IL BITUME: le prove tradizionali
PUNTO DI RAMMOLLIMENTO – PALLA ANELLO
(CNR 35/73 – UNI EN 1427:2002)

1 inch

NOTA: valori consentiti: da 45 a 60 °C, in funzione della classe di penetrazione


IL BITUME: le prove tradizionali

1
2

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IL BITUME: le prove tradizionali
Pfeiffer e Van Doormaal hanno proposto un indice che potesse quantificare la
SUSCETTIVITÀ TERMICA del bitume. Tale indice è chiamato: INDICE di PENETRAZIONE.

log 800 − log P


IP = Indice di penetrazione →→→→ a =
TR & B − T
20 − 500a
IP = IP decresce all’aumentare della
Dove: 50a + 1 suscettività termica dei bitumi. I bitumi
con un più alto punto di rammollimento
P penetrazione in 1/10 mm alla temperatura T possiedono un valore IP maggiore, ovvero
una minor sensibilità alla temperatura.
TR&B temperatura di rammollimento [°C]
T temperatura della prova di penetrazione [°C]

Bitumen type Penetration Index PI


Blown bitumen (ossidato) >2
Conventional paving bitumen -2 to +2
Temperature susceptible < -2
bitumen
NOTA: Il calcolo si basa sull’assunto teorico che tutti i bitumi abbiano, in corrispondenza del punto
di Rammollimento, una Penetrazione pari a 800 dmm
IL BITUME: le prove tradizionali
PUNTO DI ROTTURA FRAASS (CNR 43/74 – UNI EN 12593:2001)

La prova determina la TEMPERATURA di INNESCO della FESSURAZIONE di uno


spessore noto di bitume all’abbassarsi della temperatura

METODO DI PROVA:

• stendere a caldo un velo di bitume di 0,4 g su


una lamina d’acciaio standard;
• porre la lamina in un VASO DEWAR a doppia
parete ed INFLETTERLA ad intervalli di tempo
regolari a temperature gradualmente più
basse (1 °C al minuto, partendo da 10 °C);
• il PUNTO di ROTTURA è la temperatura alla
quale la pellicola di bitume presenta la prima
fessurazione.

NOTA: Valori consentiti: da -6 a -14 °C, in funzione della classe di penetrazione


IL BITUME: le prove tradizionali
PUNTO DI ROTTURA FRAASS (CNR 43/74 – UNI EN 12593:2001)

manovella
d’azionamento

Posizione iniziale pellicola di bitume


del provino su lamina di acciaio
IL BITUME: le prove tradizionali
Viscosimetro Rotazionale (Brookfield Apparatus) (ASTM D4402)

La VISCOSITÀ (η) di un legante bituminoso è il rapporto tra la SOLLECITAZIONE


TANGENZIALE (τ) e il corrispondente GRADIENTE di DEFORMAZIONE (γ)

MODALITA’ DI PROVA:

La viscosità si calcola misurando la COPPIA necessaria per mantenere COSTANTE la VELOCITÀ


di rotazione di un piccolo cilindro metallico all’interno di un campione di legante mantenuto a
temperatura costante.

PARAMETRI DA CUI DIPENDE LA VISCOSITÀ:

• struttura chimica;
• temperatura;
• storia reologica;
• gradiente della velocità di scorrimento.

NOTA: La viscosità può essere espressa anche in CentiPoise: 1000 cP = 1 Pa.s


IL BITUME: le prove tradizionali
Viscosimetro Rotazionale (Brookfield Apparatus) (ASTM D4402)
IL BITUME: le prove tradizionali
Viscosimetro Rotazionale (Brookfield Apparatus) (ASTM D4402)

τ
η = VISCOSITA' DINAMICA = [Pa ⋅ s ]
γ
Dove:

τ = sforzo tangenziale
γ = gradiente di deformazione

Possibilità di sviluppare diagrammi temperatura-viscosità del legante utili a stabilire le temperature


di CONFEZIONAMENTO, STESA e COMPATTAZIONE del materiale
IL BITUME: le prove tradizionali
DUTTILITA’ (CNR 54/77)

La prova determina L’ALLUNGAMENTO che un provino normalizzato di bitume


sollecitato a TRAZIONE, secondo modalità e T prefissate, subisce prima di
rompersi

MODALITÀ DI PROVA:

• inserire un provino di bitume a “forma di 8” nel


DUTTILOMETRO, immerso in acqua a 25 °C;
• indurre a TRAZIONE il provino con una velocità di
sollecitazione di 5 cm/min;
• l’ALLUNGAMENTO [cm] subito dal provino prima della
rottura misura, la “duttilità” del bitume;
IL BITUME: le prove tradizionali
DUTTILITA’ (CNR 54/77)

NOTA: Valori consentiti: tra 70 e 100 cm in funzione della classe di penetrazione


IL BITUME: le prove tradizionali
INFIAMMABILITA’ (CNR 72/79)

La prova consente di determinare la temperatura alla quale può verificarsi


L’ACCENSIONE del BITUME (primo lampeggiamento) in presenza di una fiamma

APPARECCHIO CLEVELAND [A VASO APERTO]

Il campione di bitume viene riscaldato progressivamente e viene ripetutamente posta a


contatto con la sua superficie una fiamma fino a che si verifica la PRIMA ACCENSIONE

APPARECCHIO PENSKY MARTENS [A VASO CHIUSO]

I vapori che si sviluppano sulla superficie del campione sono trattenuti nel vaso  la
concentrazione di vapori necessaria per l’innesco si verifica a T più basse

NOTA: prove associabili ai laboratori chimici di produzione del bitume


IL BITUME: le prove tradizionali
VOLATILITA’ (CNR 50/76)

Valutazione degli effetti del riscaldamento sul comportamento del bitume

La volatilità del bitume rappresenta la


PERDITA PERCENTUALE in MASSA che
un provino subisce quando viene
riscaldato in determinate condizioni.

La prova simula gli effetti dello


stoccaggio del bitume in un
serbatoio riscaldato.

T = 200 °C per bitumi con penetrazione < 80 dmm


T = 163 °C per bitumi con penetrazione > 80 dmm

NOTA: Valori consentiti: 0.5-1% in funzione della classe di penetrazione


IL BITUME: le prove tradizionali
VOLATILITA’ IN STRATO SOTTILE (CNR 54/77)

La volatilità di un bitume in strato sottile rappresenta la perdita percentuale in


massa che un provino subisce quando viene riscaldato in determinate condizioni
operative

La prova simula gli effetti del


mescolamento a caldo con aggregati
lapidei sulle caratteristiche del
bitume.

T = 163 °C, t = 85 min

NOTA: valori consentiti: 0.5-1% in funzione della classe di penetrazione


IL BITUME: le prove tradizionali
VOLATILITA’ IN STRATO SOTTILE (CNR 54/77)
IL BITUME: le prove tradizionali

Esempio di classificazione per bitumi tratto dalle norme CNR

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