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Teoria delle sfere:

Monologo sulle poetiche


dello spazio*
—— Peter Sloterdijk

*Conferenza di Peter Sloterdijk tenutasi alla Harvard Graduate


School of Design il 17 febbraio 2009. Conferenza poi pubblicata
in “Harvard Design Magazine”, Spring/Summer 2009, 30, 1–8.
Ringraziamo l’autore e la Harvard Graduate School of Design
per la loro disponibilità e cortesia.

CARTOGRAFIE DELL’ATTUALITÀ. PER UNA CRITICA DELLA RAGION SPAZIALE


– PHILOSOPHY KITCHEN, ANNO 2, N. 2 – 2015. ISSN 2385-1945 – 125
– PETER SLOTERDIJK –
TEORIA DELLE SFERE: MONOLOGO SULLE POETICHE DELLO SPAZIO

Signor Sloterdijk, nella trilogia Sfe- cui Hegel e Heidegger – per cui il
re 1 propone di costruire una teo- Mondo dev’essere in sé interpre- 1 L’intera trilogia
“Sfere” è disponibile
ria che interpreta lo spazio come tato come qualcosa avente la ca­ in lingua originale:
una categoria antropologica chia- ratteristica di un’abitazione e che Peter Sloterdijk,
Sphären I – Blasen,
ve. Perché questa enfasi? le persone all’interno della cultu- Mikrosphärologie,
Suhrkamp, Frankfurt
Noi siamo obbligati a parlare di ra Occidentale vanno pensate non am Main 1998;
spazio perché gli umani sono in sé solo come mortali ma come abi­ta­to­- Peter Sloterdijk,
Sphären II – Globen,
la risultante dello spazio che essi ri di una casa. Il loro rapporto col Makrosphärologie.
Suhrkamp, Frankfurt
stessi creano. Si può comprendere Mondo nella sua interezza è pari a am Main 1999; Peter
l’evoluzione umana solo se pren­ quello degli abitanti di un edifi­cio Sloterdijk, Sphären
III – Schäume,
dia­mo in considerazione il feno­ affollato che noi chiamiamo “Cos­ Plurale Sphärologie,
Suhrkamp, Frankfurt
me­no dell’insularizzazione che ha mo”. Per cui le domande sono: per- am Main 2004.
determinato l’insorgenza degli es- ché il pensiero moderno dovrebbe Mentre, la traduzione
dei primi due volumi
seri umani: gli umani infatti non dire addio a questa identificazio­- sono stati pubblicati
recentemente per i
sono altro che quegli animali che ne tra casa e Mondo? Perché ab- tipi della Raffaello
si sono auto-addomesticati all’in- biamo bisogno di una nuova im- Cortina: Peter
Sloterdijk, Sfere /
terno di quegli incubatori che sono magine per designare il modo in cui Bolle vol. 1, Raffaello
Cortina, Milano 2014;
le primissime culture. I nostri pro- l’uomo moderno abita i contenito- Peter Sloterdijk,
genitori erano ben consapevoli che ri sociali e architettonici? Perché Sfere / Globi vol. 2,
Raffaello Cortina,
non ti puoi accampare fuori nella propongo proprio la metafora del- Milano 2014.

natura. I rifugi di oltre un milione la “schiuma”?


di anni fa dei nostri antenati indica- La risposta è semplice: perché
no che si stavano già distanziando sin dall’Illuminismo non abbiamo
dall’ambiente circostante. più avuto bisogno di una casa uni-
versale per rendere il Mondo un
Nella terza parte della sua trilo- posto in cui vale la pena abitare.
gia c’è un lungo capitolo dedicato È sufficiente un'unité d’habitation,
all’architettura, “Interni: architet- un numero accatastabile di celle
tura della schiuma”. Perché ha de- abitabili. Attraverso il motivo del-
ciso di utilizzare una metafora così la cella in-abitata posso sostenere
provocatoria? l’imperativo sferologico applica-
Prima di tutto per una ragio­ bile a tutte le forme di vita umane
ne di ordine filosofico: semplice- senza presupporre una totalità
mente non è più possibile man- cosmica. L’accostamento di celle
tenere la vecchia cosmologia che vanno a formare un blocco di
pro­pria dell’Europa antica ba­sata appartamenti, per esempio, non
su una sostanziale equi­valen­za genera la classica entità casa-Mon-
tra casa, abitazione e Mondo. La do, bensì una schiuma architettoni-
metafisica classica è il fantasma ca, un sistema di camere molteplici
di un motivo implicito, che venne costituito di mondi personali rela-
rilevato solo da pochi autori – tra tivamente stabili.

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Questo disgregamento della ca- spazio condiviso da tutti gli esseri


sa-Mondo, o della sfera onnicomp- viventi. Ogni creatura vivente ha
rensiva, in schiuma è una rappre- il proprio spazio particolare che è
sentazione dell’entropia? reale tanto quanto lo spazio pro-
Al contrario, nella modernità è prio degli esseri umani… Questa
stato possibile conservare molta pros­pettiva ci offre una visione
più complessità che sotto la prece- completamente nuova dell’univer-
dente nozione classica di unità. so come qualcosa che non consis­te
Non dobbiamo dimenticare che la semplicemente in una bolla di sa­
metafisica è il regno delle grandi pone che abbiamo gonfiato a una
semplificazioni, quindi capace pure grandezza tale da andare al di là
di produrre un effetto consolato- dei nostri orizzonti, assumendo
rio. La struttura della schiuma è in­fi­nite proporzioni, ma che è piut-
incompatibile con una forma men- tosto costituito da milioni di bolle
tis monosferica; l’intero non può nettamente distinte che si sovrap-
più essere rappresentato come un pongono e si intersecano ovunque.”
tutto grande e rotondo. Vorrei rac- Le Corbusier stesso ha usato l’im-
contare un aneddoto per illustra- magine della bolla di sapone per
re l’entità di questo cambiamento: spiegare l’essenza di un buon edifi-
nelle sue memorie, Albert Speer cio: “la bolla di sapone assume una
rammenta che il design della nuo- forma perfetta, se l’aria al suo inter-
va mastodontica Reichskanzlei a no è distribuita equamente e rego-
Berlino prevedeva una svastica a larmente. L’esterno è un prodotto
incoronare la cupola, che doveva dello spazio interno.” 2 Questa af- 2
Cfr. Le Corbusier,
essere alta più di 290 metri. Poi, in fermazione può essere presa come Verso una
un giorno d’estate del 1939 Hitler assioma della sferologia: lo spazio Architettura,
Longanesi, Milano
disse: “La corona del più grande edi- vitale può essere spiegato solo nei 2003.

ficio del mondo dev’essere l’aqui- termini di una priorità dello spazio
la sul globo.” Questa affermazione interno.
bisognerebbe considerarla come
testimonianza della brutale restau- Nella Sua esplorazione de “L’archi-
razione del pensiero monocentri- tettura della schiuma”, scrive che la
co imperiale – come se Hitler per modernità rende esplicita la prob-
un momento fosse intervenuto a lematica della residenza. Cosa in-
sostegno dell’agonizzante metafi- tende con ciò?
sica classica. Laddove, già attorno Qui amplio un’idea che Walter
al 1920, Jakob von Uexküll, nelle Benjamin affronta nel Passagen-
sue riflessioni sui fondamenti del- Werk. Lui parte dall’assunto antro-
la biologia teorica, aveva afferma- pologico che le persone in tutte le
to: “È stato un errore credere che epoche si impegnano a creare spazi
il mondo umano costituisse uno interni, cercando allo stesso tempo

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di liberare questa tesi dalla sua ap- del XX secolo, oltre che nel design
parente atemporalità. Poi, succes- del cen­tro commerciale e dello sta-
sivamente, pone la domanda: come dio – in quanto essi sono i tre para-
fa l’uomo capitalista nel XIX seco- digmi della fabbricazione moder-
lo a esprimere il suo bisogno di uno na: cioè la costruzione di micro – e
spazio interno? E la risposta è: uti- macro – interni.
lizza la tecnologia più avanzata per
orchestrare il più arcaico dei bi- Le Corbusier una volta disse che
sogni, la necessità di immunizzare dobbiamo scegliere tra rivoluzione
l’esistenza attraverso la costruzio- e architettura. Lui scelse a favore
ne di isole protettive. Nel caso del dell’architettura. Nella Sua inter-
passage, l’uomo moderno opta per pretazione questo significa che ha
il vetro, ferro battuto e un assem- scelto a favore di una spiegazione
blaggio di parti prefabbricate in delle condizioni residenziali?
modo da costruire uno spazio in- Rivoluzione è semplicemente
terno che sia il più grande possibile. una scelta di parole sbagliata per
In questo senso, il Crystal Palace di descrivere tale spiegazione. Un in-
Joseph Paxton, costruito a Londra gegnere opta sempre per la tec-
nel 1851, è l’edificio paradigmati- nologia migliore. Tutto ciò che ha
co. Esso forma il primo iper-inter- successo presenta una dimensione
no, capace di offrire una perfetta operativa, mentre le fasi rivoluzio-
espressione dell’idea spaziale del narie non ottengono nulla finché
capitalismo psichedelico. È il pro- non contengono delle reali poten-
totipo di tutti i successivi interni zialità. Ed è per questo che nessuno
dei parchi di divertimento e degli chiede quali programmi vengono
eventi d’architettura. Proclama l’a- annunciati, quanto piuttosto quali
bolizione del mondo esterno. Abo- programmi sono in fase di scrittu-
lisce i mercati all’aperto, per tra- ra. Scrivere è un’abilità archetipica:
scinarli al suo interno, in una sfera l’invenzione della scrittura segna
chiusa. Le forme spaziali antago- l’inizio di un sovvertimento opera-
niste del salone e del mercato si tivo del mondo esistente. Produce
fondono per formare un ibrido. È effetti solo ciò che estende la ma-
proprio questo ciò che Benjamin neggiabilità delle cose. Guarda ca-
vide come teoreticamente pregno: so, gli appartamenti moderni sono
il cittadino del XIX secolo mira a pieni di dispositivi tecnici tramite
espandere il suo soggiorno come cui la vita si esplicita all’interno
un cosmo, imprimendo allo stesso dell’abitazione. Gli attuali utensi-
tempo la forma dogmatica della li non hanno più le maniglie, per-
stanza all’intero universo. Questo ché le maniglie appartengono a
innesca una tendenza che si per- una fase ormai datata, lasciando il
feziona nel design d’appartamenti posto ai dispositivi digitali: siamo

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giunti nel mondo delle operazioni cata essenzialmente all’elaborazio-


a tocco di dita. ne di un concetto forte dell’intimi-
tà. Per fare questo, compio un movi­
Ritornando a Benjamin: fino a che mento espressamente regressivo,
punto dobbiamo leggere il suo riferi- in modo da affrontare il tema del-
mento ai grandi spazi interni come l’in-essere, come se fossi in retro-
una spiegazione del capitalismo? mar­cia. In primo luogo affronto
Come Freud aveva provato a il tema dell’interfaccialità. Permet­
spiegare i sogni, Benjamin proponeva ti­mi di spiegare: se le persone si
un’interpretazione dei sogni del cap- guar­dano l’un l’altro, quello che
italismo. Il mio lavoro di spiegazio- emerge non è uno spazio trivia­
ne invece si riferisce al dinamismo le, in­ter­p re­tabile come fisico o
spaziale del nostro essere-nel-mon- geome­trico, bensì uno spazio in-
do. Voglio mostrare come ogni for- terfacciale. Qui non aiuta prende-
ma di spazio prodotta implichi un re un metro e misurare la distanza
problema di proiezione. Gli umani tra la punta del mio naso e il tuo.
sono animali a cui piace muoversi, Piuttosto la relazione interfacciale
cambiano stanza, spazio e anche lo crea una relazione spaziale assai
stesso elemento in cui vivono. Sono uni­ca. Io descrivo quest’ultima nei
sempre in vita mentre sono in “movi- ter­mi­ni di una interfaccialità ma-
mento da A a B e indietro,” per citare dre-figlio, qualcosa che possia-
Andy Warhol, e sono quello che sono mo osservare anche nel regno ani-
perché portano con sé in ogni nuo- ma­le. Successivamente tento di
vo spazio la memoria di uno spazio interpretare le immagini di questa
differente in cui erano in preceden- relazione intercordiale che emer-
za. In altre parole, non puoi creare gono quando due persone si armo-
uno spazio assolutamente neutrale, nizzano tra di loro affettivamente,
e non puoi creare uno spazio assolu- così che due anime formano insie­
tamente nuovo; generi sempre spazi me uno spazio risonante, e qui il
differenziali distinti da un vecchio fattore metaforico aumenta. Infine
spazio precedente. L’Homo sapiens in punta di piedi avanzo verso la
possiede un dinamismo proiettivo più intima delle relazioni: quella tra
dovuto al fatto che la nostra spe- madre e figlio. All’interno di ques-
cie è dotata dei ricordi di situazioni to processo spiego come il sesso
prenatali. femminile sia un’unità architetto­
nica – almeno se si assume il punto
È corretto pensare questo prenata­ di vista del nascituro.
lismo come il leitmotif della prima I corpi delle donne sono appar-
parte del Suo progetto Sfere, inti- tamenti! Da questa tesi piuttosto
tolato Bolle? scioccante è possibile assumere
La prima parte di Sfere è dedi- una prospettiva alquanto dram-

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matica sulla storia naturale. Tra in- logica piuttosto esplicita per spie-
setti, rettili, pesci e uccelli – cioè la gare tutto ciò.
stragrande maggioranza delle spe-
cie – l’uovo fertilizzato, il portatore Lei vorrebbe dire che in tutte le at-
dell’informazione genetica, viene tività architettoniche è ancora ope-
deposto in un ambiente e­ster­no rativa la proiezione di questa pri-
che deve possedere almeno vaga- ma esperienza fondamentale?
mente le proprietà di un utero es- Esattamente. Qui emerge la di­-
terno o di un nido. Ora, qualcosa di men­sio­ne creativa sottesa alla proie-
incredibile accade nelle linea evo- zione. La proiezione evidentemen-
lutiva che porta ai mammiferi: il te non si riferisce, come nella psi-
corpo dei membri femminili di una coanalisi, solamente ai sentimen-
specie viene definita come una nic- ti (che non sono altro che affetti
chia ecologica per la sua progenie. confusi), ma al processo di crea-
Questo conduce a un drammatico zione spaziale di per sé. Quindi se
rivolgimento verso l’interno del- noi ci chiediamo: quali spazi interni
l’evoluzione. Quel che vediamo desidererebbero avere gli esseri
è un uso duplice dei membri fem- viventi che portano con sé il mar-
minili di una specie: d’ora in poi chio della nascita? La risposta sarà:
non saranno solo sistemi di depo- opteranno senza dubbio per gli spa­-
sizione delle uova (in un senso me- zi interni che gli permetteranno di
tabiologico la femminilità è la fase proiettare una traccia di quell’ar-
riuscita di un sistema di ovulazio- caico stato di protezione verso
ne), ma deporranno le uova in sé tutti gli involucri costruiti succes-
stesse, rendendo il loro stesso cor- sivamente. La costruzione di con-
po disponibile come nicchia ecolo- tenitori per la vita produce una se-
gia per la loro progenie. In questo rie di ripetizioni di uteri nei milieux
modo divengono delle madri ani- esterni. Gli architetti devono capire
mali integrate. Il risultato è un tipo che si trovano in mezzo tra la bio-
di evento che fino ad allora non era logia e la filosofia. La biologia ha a
mai esistito nel mondo: la nascita. È che fare con l’ambiente, la filosofia
il proto-dramma che modella il di­ col mondo.
stacco da una totalità prima in modo
da giungere all’individuo. Perciò, la Ma questo non spiega la grande
nascita è un tipo di evento biologi- diversità delle necessità spazia-
camente tardo e ha conseguenze li umane. Non tutti gli individua-
ontologiche. L’espressione “esser li trasmettono il desiderio per un
nato” evidenza la dimensione ani- “arcaico stato di protezione” sotto
male; l’espressione “vedere la lu­ce questa forma. All’interno di spazi
del giorno” invece esalta la dif­fe­ ristretti, molte persone si sentono
ren­za esistenziale. È richiesta una imprigionate e sviluppano risposte

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claustrofobiche. Potremmo divide- accettano i postulati, e insensato


re le persone in abitatori delle ca- per coloro invece non credono che
verne e in abitatori degli alberi – per qui ci sia alcuna questione rilevante.
i primi quello che conta è l’amore
per il guscio, per gli altri l’amore per Che ruolo assume l’atto di spie-
la spaziosità. gazione in questo contesto?
Io stesso non avrei potuto dir La spiegazione è una questio-
meglio. La teoria delle sfere non ne non solo degli strumenti con-
ambisce a spiegare tutto. Non è cettuali che noi mettiamo in campo
una teoria universale, ma una for- per illuminare i fenomeni della vita
ma esplicita di interpretazione spa- – come abitare, lavorare e amare –
ziale. Per inciso, puoi render conto e non è solamente un processo co-
di tanti tipi di spazi diversi dal pun- gnitivo. Piuttosto, ha a che fare
to di vista della prenatalità – dai con una elaborazione reale, che
vasti spazi oceanici a spazi atro- si può compiere solamente attra-
cemente confinati. Il primo volume verso una logica dell’espressione o
di Sfere affronta il fenomeno micro- una logica della produzione. Inutile
sferologico in generale. Per micro- dire che qui proseguo la tradizione
sferologia intendo una teoria gene- dell’antropologia marxista e/o prag-
rale dello spazio interno. Questi matica. Se è vero che è necessaria
fenomeni sono sempre struttural- tutta la storia naturale per spiegare
mente interpersonali, e la relazio- la formazione della mano umana (o
ne diadica ne offre un paradigma. piuttosto la differenza tra una zam-
Infatti dimostro come si dovreb- pa e una mano), allora è altrettanto
be interpretare la diade umana, ri- vero che abbiamo bisogno di tutta
portandola indietro fino alla pro- la storia della cultura per spiegare
to-intersoggettività prenatale. Qui le differenze tra suono e linguaggio.
la scoperta è che all’inizio non si ha Non tutto quello che esiste
tanto a che fare con una relazione implicitamente ha bisogno di es-
madre-figlio, bensì con una relazio- sere reso esplicito. Una spiegazio-
ne figlio-placenta. La coppia origi- ne comprende solo quelle parti
naria risiede a livello pre-personale del contesto della vita che posso-
nel legame del cosiddetto cordone no essere ricostruiti tecnicamente.
ombelicale psico-acustico. Qui pren- L’assunto sotteso al mio lavoro è
do spunto dalle riflessioni di Alfred condensabile in una proposizione
Tomatis e di altri autori che hanno metabiologica: quello che noi chia-
tentato di battere questo insidioso miamo tecnologia deriva dal tenta-
terreno. 3 Loro ritengono l’orecchio tivo di sostituire un sistema immu- 3 Cfr. Alfred
A. Tomatis, The
fetale come l’organo del legame nitario biologico-sociale implicito Conscious Ear,
originario. Questo è irritantemen- con un sistema immunitario sociale Station Hill Press,
Barrytown 1991.
te stimolante per coloro che ne esplicito. Devi comprendere cosa

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vuoi sostituire meglio di quanto dell’atmosferico, allora gli ar­chi­


lo capisca un semplice fruitore. Se tet­ti possono definitivamente in­
si desidera costruire una protesi, fe­ri­re da questo che non possono
si deve essere in grado di defini- assumere delle ideologie geo­me­
re la funzione dell’organo di sosti- triche come punto di partenza. In­
tuzione ancor più precisamente di ve­ce, devono pensare nei ter­mi­ni
quanto non accada usando l’orga- dell’effetto atmosferico dello spazio.
no originale. Qui ci si sposta dalla
dichiarazione delle funzioni attuali Questo richiede un forte atto di tra-
per andare al livello generale, per duzione. L’intimità è una catego-
poi tornare di nuovo al possibile ria intersoggettiva che può essere
equivalente funzionale. Da que­sto espressa spazialmente in molti
si possono riconoscere i funzio- modi diversi.
nalisti perché fanno sempre due Come ho detto, interpreto l’in-
domande: primo, cosa ci permette tersoggettività come una relazio-
di raggiungere il sistema nella sua ne spaziale non-fisica. Creature
forma attuale? E infine, cos’altro si del tipo umano possono, attraver-
potrebbe fare? so l’esser-insieme, generare un ef-
fetto di reciproco accomodamento.
Gli architetti sono piuttosto bra- Come mostra chiaramente l’esem-
vi a fare questo. Quando devo- pio della coppia di amanti, essi sono
no costruire una residenza priva- in un modo o nell’altro già insieme;
ta chiedono: quali caratteristiche loro sono, quando sono insieme,
deve avere questo spazio intimo? in una certa misura, uno nell’al-
Cosa dovrebbe essere in grado di tro. Questo significa che la clas-
fare? È soprattutto uno spazio pro- sica domanda “da me o da te?” è
tettivo, in grado di offrire confor- veramente superflua. Inoltre offre
to. Come possiamo rappresentar- un buon esempio di esplicitazione:
lo con mezzi tecnici? Gli architetti questo andare-insieme-altro­ve-es-­
probabilmente penseranno “dobbia- sendo-già-insieme è l’es­pli­ci­ta­zio­-
mo costruire degli spazi in cui ci si ne cinetica di cosa comporta l’es­-
possa cullare.” ser-insieme degli amanti.
E questo non sarebbe neanche
troppo lontano dal vero. Se chiedi Lei prende l’esempio architettoni-
cosa rappresenta una culla, allora co dell’appartamento per mostrare
nei termini di una analisi funzio- cosa può realizzare il processo di
nale giungi alla concettualizzazio- spiegazione per quel che riguarda
ne del “primato dell’atmosfera iso- l’abitare residenziale moderno?
lante.” Avendo riconosciuto l’origi- Interpreto la costruzione di
narietà di una tale atmosfera iso- appartamenti come la costruzio-
lante, quindi il carattere primario ne di un mondo-isola per la singo-

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la persona. Per comprendere ciò, deve esistere per azionare l’effetto


bisogna concedere che la parola antropogenico. Se anche solo una
mondo non significhi solamente dimensione è assente, non ottieni
quell'enorme intero che ha di fron- un essere umano completo. Tutto
te dio o altri osservatori gioviali. incomincia col chirotopo, lo spazio
Fin da subito, i mondi entrano in della mano. E cosa ha a che fare la
scena pluralmente e con una for- mano con la genesi dell’umano?
ma insulare. Le isole sono la minia- La risposta a questa domanda of-
tura di mondi che possono essere fre una prima versione di una teo-
abitati in quanto modelli di mondo. ria dell’azione, una pragmatica ele-
Per questa ragione, bisogna sapere mentare. Successivamente descri-
quali caratteristiche minime sono vo il fonotopo, lo spazio sonoro in
necessarie per costituire un’isola cui indugiano i gruppi che si a­scol-
completa, capace di essere un mon- tano. A seguire c’è l’uterotopo, lo
do. Nei miei studi sulle insulariz- spazio del senso di appartenen-
zazioni distinguo tre tipi diversi za che si radica profondamente
di isole: l’isola assoluta, come una a partire da caverne condivise; il
stazione spaziale, che si posizio- termotopo, la sfera del calore o lo
na come un mondo della vita com- spazio in cui si può essere viziati;
pletamente impiantato in un mi- e l’erototopo, il luogo della gelosia
lieu nemico alla vita; poi ci sono le e il campo del desiderio. Vorrei far
isole relative come le serre per le notare che l’emergenza della ge-
piante (basti pensare al ben noto losia specie-specifica fu di fonda-
esperimento della Biosfera II); e in- mentale importanza per la gene-
fine le isola antropogeniche, spazi si degli esseri umani, in quanto
costruiti in modo tale per cui pos- gli umani sono animali mimetici
sano emergere esseri umani. Essi che hanno sempre guardato at-
formano un sistema dinamico au- tentamente e gelosamente cosa
to-isolante che ricorda l’incuba- fanno gli altri umani, anche scim-
tore umano. Prima inserisci del- miottando, difatti, quelli che con
le scimmie, poi escono fuori degli successo si comportano come se
umani. Com’è possibile? Come pos- gli altri non li stessero osservan-
sono, usando un linguaggio filo- do. Le altre dimensioni sono l’ergo-
sofico-darwiniano, delle scimmie topo, il campo della guerra e del-
avere le condizioni spaziali per la fatica; il thanatotopo, lo spazio
avere un rapporto a sé? Come ha di coesistenza coi morti in cui pre-
fatto a mettersi in moto il motore valgono simboli religiosi; e infine
antropogenico? il nomotopo, lo spazio delle ten-
Descrivo l’isola antropogenica sioni legali che dota il gruppo di
come uno spazio a nove dimensioni uno scheletro normativo. Su tutto
dove ognuna di queste dimensioni questo la teoria delle tensegrità di

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Buckminster Fuller ha dato un ap- non-essere-in-grado-di-attendere.


porto importante. Ai tempi di Goethe, in Germania
Da questa teoria generale delle solo il 20% della popolazione era
isole possiamo far derivare la cul- urbanizzata; l’80% viveva anco-
tura moderna degli appartamenti, ra nelle vecchie condizioni rurali.
in quanto un appartamento può Heidegger, che, in questo contes-
funzionare solo se è convincente in to, mi piace pensare come l’ultimo
quanto isola-mondo minimamente pensatore della vita rurale, con-
completa per un individuo. tinua a pensare il tempo esisten-
ziale come tempo di attesa, e con-
Fin qui non sembra che questa de- seguentemente anche come noia.
scrizione includa la definizione di L’evento atteso è ovviamente qual-
residenza, dell’essere umano in cosa di tremendamente semplice,
quanto essere residenziale. ossia la maturazione di ciò che è
Bisogna capire che le case in presente nel campo arato. Il filo-
primo luogo sono macchine per sofo pone sullo stesso piano que­
ammazzare il tempo. Infatti, nella sto campo arato alla storia mon-
primitiva casa di campagna, le per- diale, senza tenere in mente che i
sone aspettano un evento silenzio- mondi delle città non possono più
so là fuori nei campi, su cui non assumere la forma del campo ara-
possono esercitare alcuna influen- to. Nella città, le cose non matu-
za ma che, grazie a dio, accade con rano, vengono prodotte.
regolarità – cioè il momento in cui Io vado oltre questa definizio-
i semi piantati portano i loro frut- ne dell’abitare residenziale come
ti. In altre parole, le persone inizial- essere-nel-mondo in attesa e della
mente vivono nelle case perché casa come luogo di attesa e come
ammettono il fatto che è gratifi- luogo di ricezione, in quanto luogo
cante attendere l’evento esterno in cui si riceve l’importante grano
dall’interno della casa. Nel mon- diviso dall’irrilevante lolla. La casa
do rurale, la struttura temporale originaria è un impianto abitativo.
dell’abitare nella casa va compresa Spendendo molto tempo in quel
nei termini di una pulsione all’atte- luogo, inconsciamente si crea l’abi­-
sa. Questo tipo di essere-nella-ca- tu­dine a formare un’unità con l’am­-
sa fu messo in discussione per la bien­te circostante; cioè si incomin­
prima volta nel corso del Medioevo, cia ad abitare per abitudine. Ot­te­
quando nell’Europa nord-occiden- nu­ta questa condizione, si crea
tale riemerse una cultura urba- lo sfondo su cui l’inusuale può e­mer­­-
na a più ampio raggio. Da allora, ge­ r e. L’abitare residenziale da
una porzione crescente degli abi- ques­to punto di vista è un’ope­-
tanti europei sono stati presi da razione dialettica – si rende uti­-
una cultura dell’impazienza, o del le per il suo opposto. Succes­si­va­-

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men­te, sviluppo la teoria del­l’in­ sportivo) è la principale icona ar-


corporazione o dell’immersione. chitettonica del Ventesimo secolo.
In questo contesto, la teoria filo- È necessaria oggi una monadologia
sofica dell’in-essere, come pensa- per pensare gli interni. Un uomo/un
to originariamente da Heidegger, appartamento, una monade/una
vie­ne portata oltre, rispondendo al- cella-mondo.
la domanda circa che cosa signi-
fichi essere in qualcosa. In che mo- … e pensare che agli inizi del mo-
do? Illustro queste questioni affi- dernismo architettonico l’adagio
dandomi alle affermazioni di Paul era: una persona non sposata/un
Valéry, il quale interpreta l’in-es- appartamento.
sere come paradigma dell’architet- Giusto. La costruzione di ap-
tura: per lui architettura vuol dire partamenti moderni dipende da
uomini che rinchiudono altri uomi- un’ontologia basata sul celibato.
ni in opere fatte dall’uomo. Qui toc- Come la moderna biologia definisce
chiamo la dimensione totalitaria la vita come la fase riuscita di un
dell’arte della costruzione. sistema immunitario, così possia-
Infine, come ultima modalità mo, all’interno di una teoria archi­
di spiegazione, metto in luce quello tettonica, definire l’esistenza come
che è essenzialmente il nervo cen- la fase riuscita di una abitazio­ne
trale del fenomeno della residenza, per persona singola. Tutto vie­ne
ovvero il destino della casa come portato dentro la sfera interiore
sistema immunitario spazializzato. dell’appartamento. Mondo e abi­ta-­
Qui mi focalizzo specificatamente zio­ne si fondono. Se l’esistenza del­-
sulla dimensione dell’atmosfera la singola persona può in qualche
progettata, come l’aria che respiria- modo riuscire, è grazie solamente
mo in un edificio. Parte dell’avven- all’esistenza di un supporto archi­
tura dell’architettura moderna è tettonico capace di fungere come
stata quella di aver esplicitato in un intero mondo prostetico. Gli ar-
termini tecnici ed estetici anche le chitetti della prima modernità erano
dimensioni apparentemente imma- in questo modo nel giusto quando
teriali dell’essere – cioè l’abitare si consideravano come i modellato-
umano in un setting atmosferico. La ri dell’umanità. Se uno ignora que­
moderna arte di abitare non può più sta sparata megalomane, ciò che
di tornare a uno stadio preceden- rimane è il fatto che gli architetti
te di progettazione di contenitori di appartamenti per singole per-
per umani. sone hanno permesso la versione
Una volta presi in considerazio- di massa di un singolo tipo storico
ne questi punti, diventa chiaro cosa di essere umano – un tipo che solo
intendo quando affermo che l’ap- i monaci eremiti cristiani, al limite,
partamento (assieme allo stadio avrebbero potuto prefigurare.

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Descrive l’appartamento come un sempre che tu tragga all’interno il


ufficio per studiare le relazioni col secondo polo, oltre che gli altri poli
sé. Se teniamo in mente che la sto- che partecipano a una struttura
ria dell’umanità incominciò quan- completa della personalità. Le basi
do si formarono le orde, con una per questa mossa psico-struttura-
rudimentale divisione del lavoro le erano presenti da lungo tempo
in cacciatori e nutrici, allora l’emer- nella cultura europea, ed elementi
genza di questo singolare tipo di essa possono essere rintraccia-
umano che si riproduce, capace ti nell’antichità classica. L’esempio
di vivere quasi autonomamente, archetipico sono i monaci eremiti
è leggermente preoccupante. Io che si spostarono nel deserto teba-
qui ho due domande: Lei descrive no, ad alcuni giorni di viaggio a sud
l’intimità, l’intimità diadica, come di Alessandria, per pregare. Per ciò
qualcosa che costituisce lo spazio. che sappiamo, condussero vite in-
Di questo cosa rimane nella cultu- teriori che includevano parecchie
ra di appartamento? E non ci sono relazioni; il più famoso tra di loro
forme di coesistenza che hanno un era sant’Antonio, che era tormen-
impatto sui poli estremi del sin- tato da spiriti così spesso che non
golo e della massa, del solitario e è possibile parlare nel suo caso di
dell’assembramento? una vita solitaria. Detto in termini
È più facile rispondere alla moderni, ha condiviso l’apparta-
prima domanda: gli individuali­ mento con le sue allucinazioni.
sti d’appartamento hanno scop-
erto un processo che gli permette Oggi probabilmente si troverebbe
di formare una coppia con sé stes- in un reparto psichiatrico stordi-
si – a questo proposito, Andy War- to fino al midollo dai tranquillanti.
hol, che ho già menzionato, è il pri- Come differisce questa estrema for-
mo a mostrarlo esplicitamente nel ma di individuazione dall’autismo?
momento in cui afferma di aver La persona autistica non pos-
sposato il suo videoregistratore. siede quella spazialità interiore
L’autogamia moderna implica la che gli permetterebbe di essere di
scelta di una posizione per fare es- compagnia a sé stesso. La struttu-
perienza della propria vita, in modo ra di auto-integrazione dell’indivi-
da visionarla criticamente dall’es- duo ha radici mediali-antropologi-
terno. Individui nell’età di una cul- che profonde e può essere spiega-
tura dell’esperienza sono costante- ta solo attraverso una storia dei
mente alla ricerca di una differenza media. La condizione formale mini-
da sé stessi. Essi possono sceglie- ma di auto-integrazione consiste
re come partner null’altro che sé del fatto che il cosiddetto indivi-
stessi in quanto Altro interiore. duo è integrato in una diade – cioè
Un forte individualismo presume con un Altro reale o immaginario.

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La questione della vita sociale per modernizzazione” per descrivere


l’individuo isolato è più difficile: come il centro svuotato della socie-
cosa succede a Homo sapiens, un tà venga riempito di immagini illu-
animale che vive in piccoli gruppi, sorie di un centro.
se si trova in una forma puramente In Sfere III tento di spiegare
individualista, quale abitante soli- non solo perché dovremmo pur-
tario del suo appartamento-mon- gare il nostro vocabolario dalle due
do? Due le possibili risposte, che portentose parole massa e rivolu-
possono sembrare ovvie: una è zione, ma anche perché dovremmo
che l’individuo da solo gioca a es- fare a meno del concetto di “socie-
sere l’intera orda. Questo implica tà”, la quale suggerisce una coe-
lo sforzo di rappresentare almeno renza che può essere ottenuta
dodici o venti persone, persone di solamente attraverso un violento
almeno tre generazioni, nel proprio conformismo autoaffermante. Il
mondo interiore. Per cui, in assenza conglomerato di esseri umani che
di Altri reali, deve essere simulata dal diciottesimo secolo ha inizia-
un’intera struttura sociale. to a chiamarsi “società”, in realtà
non si basa su quegli atomi che
La psicologia considera la forma­ noi chiamiamo individui. Piuttosto,
zione di una personalità multipla è un collage di milieux struttura-
come il sintomo di una malattia, un ti come subculture. Si pensi sola-
serio disturbo nello sviluppo della mente al mondo degli amanti di
personalità. cavalli – un’enorme subcultura in
Dal mio punto di vista, la per- cui potresti perderti per un’intera
sonalità multipla non è altro che la vita ma che può benissimo essere
risposta dell’individuo alla scom- completamente invisibile se non ne
parsa del suo reale ambiente so- fai parte. Se nell’attuale terreno so-
ciale circostante, ed è perciò una ciale ci sono centinaia, se non mi-
risposta plausibile alla mancanza gliaia, di milieux che dai rispettivi
cronica di una stimolazione sociale. punti di vista hanno la tendenza a
La seconda possibilità si riferisce formare il centro del mondo, tut-
alla pratica moderna di network- tavia allo stesso tempo possono
ing. L’orda ritorna nelle vesti della anche essere non-esistenti per al-
rubrica dell’iPhone. L’unione data tri. Li definisco “sistemi inter-igno-
dalla vicinanza fisica non è più una ranti”. Questi, tra l’altro, esistono in
condizione necessaria di socialità. virtù di una legge della reciproca
Il futuro appartiene al tele-socia- non-visibilità. Possono anche non
lismo, il passato ritorna come vita conoscersi l’un l’altro, in quanto al-
immersa in una tele-orda. trimenti i rispettivi membri sareb-
bero privati della gioia di essere i
Lei utilizza il titolo “Dialettica della pochi eletti di un gruppo ristretto.

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A livello di professioni, ci sono solo modernismo, attraverso Kisho Ku­


due o tre tipi di umani che posso- ro­kawa e, per quel che riguarda
no permettersi la poli-valenza nel- l’urbanistica, Constant. Poi l’archi­
la gestione di milieux. I primi sono tettura cambiò direzione, con al
gli architetti, che (almeno virtual- centro di nuovo la città – per la
mente) costruiscono contenitori precisione la città come qualcosa
per tutti; i secondi sono gli scritto- di intangibile, indefinibile, irriduci-
ri, che inseriscono persone prove- bile. Il concetto della capsula scom-
nienti da qualsiasi percorso di vita pare; la città viene pensata come
nei loro romanzi; e infine, i preti un tessuto. Il concetto di rete se-
che parlano durante la sepoltura di gna l’inizio della progressiva mar-
tutte le possibili classi di morti. E cia verso il post-modernismo, che
non dimentichiamoci, ovviamente, lascia ai margini l’individualismo
dei nuovi sociologi à la Latour. utopico degli anni Sessanta.
In altre parole, la personalità Ha ragione nella misura in cui
multipla da una parte e il costrut- la critica all’architettura delle cap-
tore di reti (networker) dall’altra sule sottintende una critica dell’au-
– queste sono le due opzioni che tismo urbano. Ma mi si permetta di
vedo aperte per le popolazioni in- illustrare anche un rischio comple-
dividualizzate. Il modo in cui Homo mentare. Tutto questo parlare di
sapiens veniva influenzato dai beni reti e tessuti tende a neutralizzare
ai tempi delle orde è senza dub- lo spazio esistenziale, e penso che
bio insormontabile, ma dato che il questo sia pericoloso quanto l’indi-
dispiegarsi di quella vecchia ere­ vidualismo capsulare. Il net-think-
dità prosegue in molteplici direzi- ing ammette solo punti e inter­
oni, gli elementi proto-sociali della facce che implicano la nozione di
vita dell’Homo sapiens possono es- due o più linee o curve intersecanti,
sere rielaborati. Essi portano a un offrendoti una Weltanschaaung il
tribalismo elettronico. Nei motivi cui elemento costitutivo è il punto.
diadici, invece, il dispiegarsi delle I teorici della rete pensano radical-
relazioni d’intimità è tale che l’in- mente in termini non-spaziali, vale
timità possa essere quasi letteral- a dire in due dimensioni; utilizzano
mente giocata attraverso la tecno- un concetto anoressico per descri-
logia mediale di auto-integrazione. vere il proprio rapporto con l’am-
Nel lungo termine, emergono tipi biente. I loro grafici rivelano che
umani che sono piuttosto diversi l’agentività del mondo individuale
da quelli conosciuti finora. viene vista come un’intersezione
tra linee quasi prive di volume. Io,
Gli anni Sessanta erano il periodo al contrario, opto per il concetto di
di splendore dei modelli di appar- bolla di schiuma o di mondo-cella
tamenti che Lei descrive, dal primo per mostrare che anche l’elemento

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individuale contiene già un’espan- alcuna primitiva struttura sferi-


sione intrinseca. Non dobbiamo ca, almeno nel momento in cui le
volgere a un’ontologia del punto, schiume superano la loro fase ba-
ma assumere nel nostro pensiero gnata o autistica. Al loro interno,
la variabile minima per cui anche reciproche forze deformanti sono
una cella è capace di costituire un sempre all’opera e ci assicurano di
mondo. Un poco di monadologia avere delle strutture che non siano
non può danneggiarci: la monade lisce e in cui prevalgono leggi geo-
non è un punto privo di estensione, metriche più complesse.
ha la caratteristica del micromon-
do. Il termine “cella” esprime il fat- Cos’ha contro gli angoli retti?
to che lo spazio individuale ha la L’idea sottesa a questa teoria
forma di un mondo. La metafora dei diversi spazi può essere colta
della rete o del tessuto al meglio solamente se consideriamo anche
può darti dei nodi minuscoli, però la riflessione sulle strutture por-
non è possibile abitare un nodo. Al tanti alternative che sta alla base
contrario, la metafora della schiu- della sferologia. Viviamo in un’era
ma mette in rilievo la spazialità mi- in cui le classiche strutture por-
crocosmica e intrinseca di ciascuna tanti basate sulla pressione ce-
singola cella. dono il posto a strutture basate
su forze tensili, cioè le unità in-
Tuttavia, questa metafora com- tegrate di tensione. Ovviamente
porta una domanda: a dove por- sto pensando soprattutto alle ben
ta ciò se operiamo in un contesto note tensegrità di Fuller, agli edifici
architettonico? Gli architetti ten- pneumatici e alle strutture ad aria
dono a prendere certe immagini del Ventesimo secolo. Questa nuo-
seriamente. va logica delle strutture agisce at-
Ciò succedeva tempo fa. Frei traverso e oltre i muri e le colonne.
Otto è uno degli architetti mod- Le tensegrità formano la transi­zio-­
erni che fece derivare strutture ne tecnica dalla metafora della
spaziali organomorfe o simil-nat- schiuma agli edifici moderni. La
urali da bolle di sapone. La meta- schiuma è un tipo di tensegrità na-
fora della schiuma possiede una turale, soprattutto quando cessa di
virtù intellettuale: ci impedisce assumere la forma di una schiuma
di tornare alle geometrie platon- “individualistica”, in cui, in una solu-
iche eccessivamente semplifican- zione liquida, bolle liquide galleg-
ti che furono portate avanti dalla giano una a fianco all’altra sfioran-
tradizionale storia dell’architet- dosi a malapena. Se una schiuma
tura. Non ci sono forme rettango- invecchia e si asciuga, emerge in
lari nella schiuma, e questa è una essa una complessa architettu-
novità interessante. E non c’è più ra interna. Molte bolle scoppiano;

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l’aria residua della bolla scoppiata pressione molto utile per quel
allora entra nelle bolle adiacenti, e che gli architetti chiamano den-
la schiuma si asciuga dall’interno. sità – un fattore neghentropico. La
Allora emergono strutture bellis- densità si può esprimere in termi-
sime e morfologicamente distinte: ni psicosociali attraverso un co-
le schiume poliedriche. Sono defini­- efficiente di mutua irritabilità. Le
te completamente dal motivo del persone ge­nerano atmosfera, eser-
co-isolamento, vale a dire dal fat- citando pressione reciprocamente
to che una cella della schiuma con- tra di loro, affollandosi tra di loro.
divide col proprio vicino il fatto di Non dobbiamo mai dimenticare
essere separati – i miei muri sono che quello che noi chiamiamo so-
i tuoi muri. Ciò che ci unisce è che cietà implica il fenomeno di vicini
ci volgiamo la schiena a vicenda. Il non-benvenuti. In questo modo,
concetto di co-isolamento è fonda- densità diventa anche espressi-
mentale per l’universo delle forme one del nostro stato di eccesiva
schiumose. L’adiacenza di progetti comunicazione, e, guarda caso,
di mondo o di spazi abitabili entro l’ideologia dominante della comu-
una struttura co-isolata è qualita- nicazione ci suggerisce continua-
tivamente diversa dalla vicinanza mente di estenderla ulteriormente.
di spazi delle tradizionali culture Chiunque prenda seria­mente la
segmentate. Là, tutto ciò che è so- densità finirà, per opposizione,
ciale viene parzializzato – il mon- per elogiare i muri. Questa osser-
do è un conglomerato di cortili ab- vazione non è più compatibile col
bandonati. L’immagine del sacco modernismo classico che istituiva
di patate che Marx utilizza ne Il l’ideale dell’abitare traspa­rente,
18 Brumaio di Luigi Bonaparte per l’ideale per cui le relazioni interi-
descrivere la situazione dei con- ori debbono riflettersi all’esterno
tadini piccoli proprietari terrieri e viceversa. Oggi stiamo ponen-
in Francia è una descrizione prima do ancora una volta in primo pia-
dello stato della schiuma bagnata. no il modo in cui un edificio è ca-
Similarmente, ogni cella galleggia pace di isolare, anche se ciò non va
accanto le altre celle senza tocca- confuso col suo essere massiccio.
rle, cieca rispetto al loro ambiente Visto come un fenomeno indipen­-
condiviso. dente, l’isolamento è una forma
di dispiegamento delle condizioni
Quanto della costituzione psicoso- necessarie per vivere coi vicini.
ciale dello spazio rimane nella me­ Qualcuno dovrebbe scrivere un
tafora della schiuma, e quanto del- elogio dell’isolamento, descriven-
la dimensione costruttivista dello do una dimensione della coesisten-
spazio costituente? za umana che riconosca il fatto che
Schiuma, a mio avviso, è un’es- le persone hanno anche un biso­gno

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infinito di non-comunicazione. I risposta tridimensionale alla do-


tratti dittatoriali della modernità manda di come qualcuno possa
derivano tutti da un’antropologia essere con qualcun altro e qual-
eccessivamente comunicativa: per cos’altro all’interno di qualcosa. A
troppo tempo l’idea dogmatica di loro modo, gli architetti interpre-
un’immagine eccessivamente co- tano la più enigmatica delle prep-
municativa dell’uomo è stata adot­ osizioni spaziali, ovvero l’“in”.
tata in maniera naif. Con i mezzi of-
ferti dall’immagine della schiuma Perché pensa che la preposizione
si può mostrare che piccole forme “in” sia enigmatica?
ci proteggono dalla fusione con la Perché mette in luce sia l’es­
massa e dalle corrispettive iperso- ser-contenuto-in che l’esser-fuori.
ciologie. In questo senso, la teoria Gli individui sono esseri ecstati­
della schiuma è una policosmologia. ci; sono, in termini heideggeria­
ni, sempre tenuti al di fuori di sé
Quindi ciascuna bolla di sapone è sull’aperto; non possono essere
un cosmo a sé? inclusi definitivamente in alcun
No, quella ancora sarebbe contenitore – eccezion fatta per le
una costruzione eccessivamente tombe ovviamente. In un senso on-
auti­stica. In verità qui abbiamo tologico, essi sono “fuori” nel mon-
a che fare con una teoria discre- do, ma possono esser-fuori solo
ta della coesistenza. Tutto l’es- nel momento in cui sono stabiliz-
ser-nel-mondo possiede i trat- zati dall’interno tramite qualcosa
ti della coesistenza. La questione che dia loro un ancoraggio solido.
dell’Essere dibattuta con così tan- Questo aspetto oggi dev’essere
to accanimento dai filosofi, può enfatizzato in opposizione all’at-
essere qui posta nei termini del- tuale romanticismo dell’apertura.
la coesistenza di persone e cose Sono i sistemi immunitari spazia-
in spazi connettivi. Questo com- li che ci permettono di dare all’es-
porta una relazione quadru­ p la: ser-fuori una forma sopportabile.
1) essere significa essere qualcu- Gli edifici sono perciò sistemi per
no 2) insieme con qualcun altro 3) compensare l’ec-stasi. Proprio in
con qualcos’altro 4) in qualcosa. questo punto l’architetto dovrebbe
Questa formula descrive la com- essere collocato, tipologicamente
plessità minima necessaria per allo stesso livello di preti e terapisti
cos­truire in modo tale da avere – come addetti al respingimento di
un appropriato concetto di mon- quell’ecstasi intollerabile. Tra l’al-
do. Gli architetti sono coinvolti in tro, in questo contesto Heidegger
questa analisi, in quanto per loro si focalizza meno sull’architettura
essere-nel-mondo vuol dire abi- e più sul linguaggio, e difatti è il lin-
tare in un edificio. Una casa è una guaggio nella sua forma abitua­le

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a essere il perfetto programma di lontano l’aperto. Malgrado ciò, oc-


compensazione per un’ecstasi in- casionalmente permettiamo ai vis-
desiderata. Dato che molte per- itatori di entrarci. Nelle relazioni
sone dicono sempre le stesse cose umane, parlare e costruire solita-
per tutta la vita – e i loro giochi mente creano sufficiente sicurezza
linguistici sono, di norma, comple- da permetterti ogni tanto l’ecsta-
tamente ripetitivi – viviamo in un si. Per questo motivo, dal mio pun-
mondo di ridondanza simbolica che to di vista l’architetto è uno che fa
funziona tanto bene esattamente filosofia in e attraverso i materiali.
quanto le spesse mura di una casa. Qualcuno che costruisce l’abitare
Heidegger postulò che “il linguag- o che erige un edificio per un’isti-
gio è la casa dell’Essere”, e ora stia­ tuzione fa una dichiarazione sul-
mo comprendendo gradual­mente la relazione tra l’ecstatico e l’en-
cosa intendeva quando disse quel- statico, o, se si vuole, tra il mondo
la frase. Il linguaggio è una solida come appartamento e il mondo
fortezza in cui possiamo tenere come agorà.

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