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Candido Emilio 5°G

VIOLENZA DI GENERE:
Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Questa è
stata istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite con l'obiettivo di
focalizzare l'attenzione dell'opinione pubblica su questo tema di grande attualità.
È stata scelta la data del 25 novembre per la giornata sulla violenza sulle donne per
ricordare 3 sorelle coraggiose, le sorelle Mirabal, assassinate il 25 novembre del 1960
da mandanti del dittatore Trujillo, il dittatore che sottomise la Repubblica
Dominicana tenendola nel caos per più di 30 anni in uno dei regimi più sanguinari
dell'America Latina. Le sorelle Mirabal avevano tentato di contrastare il regime di
Trujillo e, per questo, furono assassinate.
La violenza contro le donne è, da qualche tempo, sempre più al centro del dibattito
pubblico. Il motivo è chiaro: viviamo in un'epoca che si professa civilizzata eppure
un fenomeno così crudele sta raggiungendo dimensioni che definire barbariche è
poco.
Il progresso è infatti arrivato quasi in tutto: nella tecnologia, nei trasporti, nelle
comunicazioni, nell'alimentazione. Ma rapporti più civili tra i sessi sembrano essere
ancora una conquista molto lontana.
VIOLENZA E FEMMINICIDIO: I DATI
Nel settembre 2017 il dato era di:
• 3 milioni e 466 mila donne che in Italia negli ultimi 5 anni hanno dichiarato di
aver subito stalking
• Una donna uccisa ogni tre giorni
• 1.740 donne uccise negli ultimi 10 anni, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia.
Nel primo semestre del 2021 sono 178 le vittime di femminicidio.
Ad oggi, in Italia ogni 7 minuti un uomo tenta di stuprare una donna.
Ogni 3 giorni nel nostro Paese un uomo uccide una donna.
Statistiche certe non ce ne sono. Si potrebbero contare le sentenze di condanna per
fatti di violenza contro le donne ma non sarebbe un numero attendibile poiché sono
pochissime le donne che denunciano di aver subito violenza (circa una donna su 10),
e ancora meno i casi che arrivano a sentenza.
VIOLENZA E LOCKDOWN:
Nel corso del 2020 gli organismi governativi, gli attivisti e le organizzazioni che si
occupano della tutela delle donne hanno denunciato ovunque un aumento consistente
delle richieste d'aiuto per le violenze domestiche. La raccomandazione di stare a casa
Candido Emilio 5°G

per contrastare la diffusione del virus ha costretto le donne che convivono con un
partner o un altro familiare violento a rimanere isolate, 24 ore su 24 a contatto con il
loro abusante.
Le incertezze su lavoro e salute dovute alla pandemia, la necessità di ridurre i contatti
sociali e uscire solo per situazioni di emergenza e il disagio per la condivisione degli
spazi ristretti di casa hanno causato un aumento delle situazioni di violenza; tutto
questo avveniva mentre i servizi sanitari e di sicurezza avevano già raggiunto il limite
delle capacità di supporto e mentre i centri antiviolenza subivano chiusure e
restrizioni per le misure anti-covid.
La lontananza forzata dalle scuole ha esposto milioni di bambine, soprattutto nei
Paesi a basso reddito, a un rischio aumentato di violenza domestica e abusi sessuali.
PREVENIRE QUESTE VIOLENZE:
Ci sono alcune azioni concrete che tutti possiamo fare per iniziare a cambiare le cose.
Una di queste è fornire pieno spazio di ascolto, supporto e fiducia alle donne che
trovano il coraggio di raccontare le violenze subite, tenendo a mente che la sobrietà,
le inclinazioni sessuali, l'atteggiamento e l'abbigliamento della vittima sono del tutto
irrilevanti nelle discussioni sulla violenza subita e contrastando l'idea che spetti alle
donne evitare situazioni che potrebbero essere percepite come "pericolose".
Si tratta, in sintesi, di non attribuire alle vittime colpe che ricadono unicamente
sull'abusante.

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