LINGUISTICA è il ramo delle scienze umane che studia la lingua che si divide in due sotto-campi
- linguistica generale : cosa sono, come sono fatte e come funzionano le lingue
- linguistica storica : evoluzione e rapporto delle lingue nel tempo
Oggetto della Linguistica sono le lingue storico – naturali : nate spontaneamente nel corso della civiltà
umana, espresse tramite il linguaggio verbale umano.
Troviamo nel linguaggio umano il segno : qualcosa che sta per qualcos’altro e lo comunica.
Comunicazione è :
- in senso largo, tutto può comunicare qualcosa. È un passaggio di informazione.
- in senso stretto, il carattere principale è l’intenzionalità = comportamento prodotto da un emittente al
fine di far passare l’informazione e che viene recepito dal ricevente come tale. Se il ricevente non recepisce
si ha un passaggio di informazione.
Tre categorie della comunicazione :
A. In senso stretto → emittente e ricevente intenzionale
B. Passaggio di informazione → emittente non intenzionale, ricevente intenzionale
C. Formulazione di inferenze → nessun emittente e interprete
Comunicazione quindi è da intendere come trasmissione intenzionale di trasmissioni.
Comunicazione umana è basata su vari tipi di segni : -mimici -gestuali -verbali
La comunicazione verbale umana è basata sulle lingue storico – naturali e si serve di segni basati sul canale
fonico – acustico.
indice → motivati naturalmente e non intenzionali ( avere il raffreddore = starnuto )
segnale → motivati naturalmente e non intenzionali ( sbadiglio volontario = sono annoiato )
icone → motivati analogicamente e intenzionali ( carte geografiche o mappe )
simboli → motivati culturalmente e intenzionali ( colore nero o bianco = lutto )
segni → non motivati e intenzionali ( messaggi linguistici o suono occupato del telefono )
La motivazione che lega il qualcosa al qualcos’altro diventa più convenzionale. Nella comunicazione in
senso stretto ( A ) c’è un emittente che emette e produce intenzionalmente un segno per un ricevente.
CODICE : è un insieme di corrispondenze, fissatesi per convenzione, fra qualcosa e qualcos’altro che
fornisce le regole di interpretazione dei segni. Tutti i sistemi di comunicazione sono dei codici, di
conseguenza i segni linguistici costituiscono il codice della lingua.
LINGUA E SCRITTURA
Lingua : è il sistema dei segni verbali basati sul canale fonico – acustico .
Alcune lingue si servono di segni secondari basati sul canale visivo ovvero la Scrittura.
Scrittura : è un sistema derivato, ogni segno della scrittura corrisponde a un elemento della lingua
Le scritture possono essere :
- logo- e morfologiche ( ideografiche ), ogni sego rappresenta un elemento di significato della lingua orale
corrispondente. Significato del segno linguistico > Segno grafico
- fonografiche ( alfabetiche ), ogni segno rappresenta un elemento di significante della lingua orale
corrispondente. Significante del segno linguistico > Segno grafico
Es.
1) 4 scrittura logografica, quattro / four / vier scrittura fonografica
2) Stele di Rosetta : ha lo stesso testo in due varietà della stessa lingua, l’antico egizio e egizio tardo ed a tre
sistemi di scrittura, geroglifica, demotica e greca
LE PROPRIETÀ DELLA LINGUA
• Produttività e ricorsività
Produttività : è la possibilità di un codice di costruire nuovi segni ( in un numero illimitato )
lavorando su una base di un numero limitato di segni e regole per combinarli.
Ricorsività : è posseduta dalla lingua. Uno stesso procedimento è riapplicabile un numero illimitato
di volte se sono date le costruzioni strutturali.
Es. da una parola se ne ricavano altre mediante l’aggiunta di un suffisso.
atto → attuale → attualizzare → attualizzabile → attualizzabilità
• Distanziamento e libertà di stimoli
Distanziamento : è la possibilità di poter formulare messaggi relativi a cose lontane, distanti nel
tempo e spazio, la momento e luogo in cui si svolge l’interazione comunicativa.
Libertà da stimoli : tutti i segni linguistici rimandano a una elaborazione concettuale della realtà
esterna.
Complessità sintattica : i messaggi linguistici possono presentare un alto grado di elaborazione strutturale.
La disposizione e rapporto fra gli elementi non sono casuali essi sanno origine infatti alla complessità
sintattica.
Aspetti complessità sintattica
• Equivocità : la lingua è un codice equivoco. Pone corrispondenze plurivoche fra elementi di una lista
a questa associata. A un significante possono corrispondere più significati.
LINGUA : è un codice che organizza un sistema di segni dal significante primariamente fonico – acustico,
fondamentalmente arbitrari ad ogni loro livello e doppiamente articolati, capaci di esprimere ogni
esperienza esprimibile, posseduti come conoscenza interiorizzata che permette di produrre infinite frasi a
partire da un numero finito di elementi.
▪ SINCRONIA :è la considerazione delle lingue e degli elementi della lingua facendo un taglio
sull’asse del tempo e guardando a come essi si presentano in un determinato momento agli occhi e
esperienza dell’osservatore --- prescindendo da quella che è stata la loro evoluzione temporale e i
mutamenti che in questa si sono avuti.
Fare etimologia di una parola, infatti, vuol dire trovare la parola normalmente di un’altra lingua
precedentemente esistente da cui deriva.
▪ DIACRONIA: è la considerazione della lingua e degli elementi della lingua lungo lo sviluppo
temporale nella loro evoluzione storica
▪ SINTAGMATICHE : fra segni che si presentano in posizioni diverse nella stessa espressione
linguistica
▪ PARADIGMATICHE : fra segni che si presentano nella stessa posizione in alternativa fra loro
Gall- -o -ava
Una -a Osserv-
dei -i -ano
FONETICA
La fonetica è la componente fisica e materiale della comunicazione verbale.
Si distingue in tre campi che studiano i suoni del linguaggio
- fonetica articolatoria, in modo in cui vengono articolati
- fonetica acustica, in base alla loro consistenza fisica e modalità di trasmissione
- fonetica uditiva, al modo in cui vengono recepiti e decodificati dal cervello
I suoni del linguaggio vengono prodotti mediante espirazione quindi con un flusso d’aria egressivo
polmoni – bronchi - trachea – laringe → suono Nella laringe l’aria incontra le corde vocali che nella
fonazione si contraggono.
Uno di questi fenomeni, viene detto meccanismo laringeo perché avviene nella laringe.
Il luogo in cui viene articolato un suono costituisce un primo parametro fondamentale per la classificazione
e identificazione di suoni del linguaggio.
1) MODO DI ARTICOLAZIONE : è uno dei parametri fondamentali per individuare le grandi classi di suoni.
Tramite il modo di articolazione abbiamo individuato le VOCALI e le CONSONANTI.
I suoni vengono detti
- SONORI: prodotti con vibrazione delle corde vocali accostate e tese o
- SORDI: prodotti senza vibrazione corde vocali
AFFRICATE : consonanti che iniziano con una occlusiva ma finiscono con una fricativa.
- Grado di chiusura relativo a altri fattori dovuti da movimenti o atteggiamenti della Lingua o Naso
-Le consonanti vengono anche caratterizzate attraverso dei parametri come l’energia articolatoria con la
quale vengono prodotte
VOCALI
Sono suoni prodotti senza che si frapponga alcun ostacolo dell’aria nel canale orale. Le diverse vocali sono
caratterizzate a seconda delle diverse conformazioni che assume la cavità orale a seconda delle posizioni
che prendono gli organi mobili come : lingua, dal passaggio dell’aria proveniente dalla glottide.
Trapezio vocalico : la posizione in cui vengono articolate le vocali secondo il duplice asse orizzontale e
verticale può essere rappresentata da questo schema.
Altre
APPROSSIMANTI
Le approssimanti sono suoni con modo di articolazione intermedio fra vocale e consonante fricative.
Semplice inizio ristringimento del canale orale.
Fra le approssimanti troviamo le SEMIVOCALI, esse non possono costituire l’apice di sillaba e assieme alla
vocale a cui sono contigue nella catena formano un dittongo.
TRASCRIZIONE FONETICA
I diversi sistemi di scrittura utilizzati dalle diverse lingue rendono in varia maniera nel mezzo grafico la
realtà fonica della produzione verbale.
Le grafie alfabetiche : non sono univoche e coerenti. Non c’è rapporto biunivoco tra suoni e unità grafiche.
Allo stesso suono possono corrispondere nella stessa lingua o in lingue diverse più grafemi differenti.
Es. in italiano, Cane i Quadro hanno lo stesso suono ( iniziale c/q )
L’ortografia in italiano è fonografica, ovvero si associa il suono a una singola lettera .
Per avere le incongruenze delle grafie tradizionali e avere un suo strumento di rappresentazione grafica dei
suoni del linguaggio valido per tutte le lingue che riproduca scientificamente la realtà fonetica, i linguisti
hanno elaborato dei sistemi di trascrizione fonetica.
IPA o API ( italiano ) : ALFABETO FONETICO INTERNAZIONALE
CONSONANTI
❖ OCCLUSIVE
• Bilabiali : sorda → [ p ] pollo sonora → [ b ] bocca
• Dentali / Alveolari : sorda → [ t ] topo sonora → [ d ] dito
• Velari : sorda → [ k ] cane sonora → [ g ] gatto
• Uvulari : sorda → [ q ] Iraq in arabo
• Glottidali : sorda → [ ] inizio di parola cominciante per vocale in tedesco
❖ FRICATIVE
• Bilabiali : sorda → [ 0/ ] tipo con pronuncia fiorentina sonora → [ 0/ ] cabeza
• Labiodentali : sorda → [ f ] filo sonora → [ v ] vino
• Dentali : sorda → [ 0 - ] come think sonora → [ ] come in that
sorda → [ s ] sano sonora → [ z ] sbaglio
• Palatali : sorda → [ ] sci sonora → [ ]
• Velari : sorda → [ x ] buch in tedesco sonora → [ ] agua in spagnolo
• Uvulari: sorda → [ ] arabo Shaykh sonora → [ ] francese jour
• Faringali: sorda → [ ] arabo Iraq
• Glottidali : sorda → [ h ] have
❖ AFFRICATE
• Labio-dentali : sorda → [ pf ] tedesco, apfel
• Dentali : sorda → [ ts ] pazzo sonora → [ dz ] zona
• Palatali : sorda → [ t ] cibo sonora → [ d ] gelo
❖ NASALI
• Bilabiale : sonora → [m] mano
• Labiodentale: sonora → [m] invito
• Dentale: sonora → [n] nave
• Palatale : sonora → [ n ] gnocco
• Velare : sonora → [ n ] fango
❖ LATERALI
• Dentale : sonora → [ l ] lana
• Palatale : sonora → [ ] gli
❖ VIBRANTI
• Dentale : sonora → [ r ] riva
• Uvulare : sonora → [ R ] Rose in francese
VOCALI
❖ ANTERIORI
• Semiconsonante / Semivocale : [ j ] piano
• Vocali : Alte ( chiuse ) → [ i ] vino [ y ] zuppa in piemontese
Semialte → [ I ] bit
Medioalte → [ e ] meno [ o/] peu francese
Mediobasse → [ ] bene [ oe ] paura in francese Peur
Basse ( chiuse ) → [ ae ] bad in inglese
❖ CENTRALI
• Vocali : Medioalte → [ ] come in francese Je
Basse → [ a ] mano
❖ POSTERIORI
• Semiconsonante / Semivocale : [ w ] uomo
• Vocali : Alte (chiuse) → [ u ] muro
Semialte → [ ] full in ingelse
Medioalte → [ o ] bocca
Mediobasse → [ ] uomo [ ] but in inglese
Basse ( chiuse ) → [ a ] car
FONOLOGIA
Fono : ogni suono pronunciabile dall’apparato fonatorio umano rappresenta un potenziale suono del
linguaggio detto fono.
Esso indica un singolo suono e sia una classe di suoni concreti che condividono le stesse caratteristiche
articolatorie. È l’unita minima della fonetica.
Fonema : si parla di fonema quando i foni hanno valore distintivo ( si oppongono sistematicamente ad altri
foni nel distinguere e formare le parole di quella lingua ). È l’unità minima in fonologia
Fonologia : la fonologia studia l’organizzazione e il funzionamento dei suoni nel sistema linguistico
Es. MARE ha 4 foni m- -a -r -e
FONEMA : è l’unità minima di seconda articolazione del sistema linguistico. È una classe astratta di foni,
dotato di valore distintivo cioè tale da opporre una parola ad un’altra in una data lingua.
Con valore distintivo si intendono gli Allofoni, che sono varianti di un fonema es. mare maere
Allofoni : foni che non hanno valore distintivo ma sono varianti di uno stesso fonema.
- varianti libere, legate alle idiosincrasie di un parlante o un gruppo di parlanti
- varianti combinatorie, legate a un certo intorno fonetico
COPPIA MINIMA = una coppia minima di parole che sono uguali in tutto tranne che per la presenza di un
fonema al posto che un altro in una certa posizione.
Es. mare → pare → kare
Per dimostrare che un fonema è fonema in una data lingua bisogna quindi trovare in quella lingua, delle
coppie minime che lo oppongono ad un altro fonema.
Es. pattso – petso – pittso – pottso – puttso
I fonemi
- sono unità minime di seconda articolazione, i più piccoli segmenti a cui si arriva nella scomposizione del
significante dei segni linguistici.
- non sono scomponibili in segmenti più piccoli.
- si possono analizzare sulla base delle caratteristiche articolatorie che le contrassegnano es. t è una
occlusiva dentale sorda
- le caratteristiche articolatorie diventano proprietà che permettono di analizzare i fonemi in termini di
diverse combinazioni possibili di tratti facenti parte di un inventario comune
Queste caratteristiche portano alla TEORIA DEI TRATTI DISTINTIVI, che consente di rappresentare
economicamente tutti i fenomeni come un fascio di alcuni tratti distintivi con un valore di + o -
Alcuni esempi:
- Coronali, fono prodotti con la corona, cioè la parte anteriore della lingua, apice e lamina, sollevata rispetto
alla posizione di riposo
- Sonoranti, foni prodotti a canale vocale aperto e libero, senza turbolenze del flusso d’aria dovute a
differenze di pressione fra interno e esterno
- Ostruenti, il contrario dei sonanti
- Sillabici, fono che possono costruire un nucleo di sillaba
Il Tratto ATR contraddistingue i foni prodotti con la radice dalla lingua spostata in avanti come per es. i e u o
I FONEMI DELL’ITALIANO
Non tutte le lingue hanno gli stessi fonemi. Gli inventari fonematici delle diverse lingue del mondo sono
costituiti in genere da alcune decine di fenomeni.
L’italiano standard ha 30 fonemi.
L’inventario fonematico dell’italiano :
- è connesso con numerosi problemi partendo dal fatto che per trascrivere foneticamente occorre basarsi
sul modo in cui la parole è pronunciata ovvero, sulla fonia.
A) consonanti lunghe : o geminate. Se accettiamo che [‘kane] vs [‘kanne] costituisca una coppia minima lo è
se prendiamo [kanne] come formata non da 5 fonemi ma da 4
b) differenze regionali : evidenti nella pronuncia delle persone colte. Le opposizioni per esempio di s e z, ts
e dz, partecipano a formare un numero non alto di coppie minime.
c) differenza di apertura fra vocali medio alte e medio basse : essa si attua solo in tonica, cioè quando le
rispettive vocali sono in sillaba accentata ( toscana e roma )
d)
FENOMENI SOPRASEGMENTALI
SILLABA : è una sequenza di fono formata da attacco - nucleo – coda
Quando si parla di nucleo di intendono i vincoli fonotattici sulla formazione delle sillabe
- Molde lingue : solo vocali
ES. ITA asino [ ‘a zi no ] furto [‘fur to ]
- Altre lingue ( es. alcune lingue slave e germaniche ) : anche consonanti sonore nasali, laterali, vibrati
ING people [‘pi:pl ] botton [ ‘ ]
SLOVENO srce [‘sr tse] ‘cuore’ trg [‘trk] ‘piazza’
MORFEMI
Prendiamo in considerazione io piano del significante in quanto portatore di significato.
I morfemi sono unità minime di prima articolazione e andremo a vedere come queste si combinano.
Morfologia: è il livello di analisi e l’ambito di azione della morfologia è la forma, meglio la struttura della
parola.
Parola: è la minima combinazione di elementi minori dotati di significato, morfemi.
Ci sono criteri di definizione della parole
a) ordine dei morfemi è fisso es. gatt-o ogatt no
b) i confini della parola sono i punti di pausa del discorso
c) è separata nella scrittura
d) foneticamente la pronuncia di una parola non è interrotta
La scomposizione di parole in pezzi più piccoli formano i Morfemi es. dentale dent- al- e-
La parola si confronta con parole simili attraverso la Prova di commutazione
Morfema ( monema ) :
1. L’unità minima di 1° articolazione
2. È il più piccolo pezzo di significante di una lingua portatore di significato proprio, di valore e funzione
precisi
3. Minima associazione di un significante al significato
Morfo : morfema inteso come forma dal punto di vista del significante prima e indipendentemente dalla
sua analisi funzionale e strutturale. Es. il morfema del singolare è -e NO, il morfema del singolare è il morfo
-e SI
Allomorfo : variante formale di un morfema. È ciascuna delle diverse forme in cui si può presentare uno
stesso morfema.
Es. morfema con il significato “ spostarsi verso un luogo determinato” = venire
Ven → Venn- → Veng → Vien- → Ver ha 4 allomorfi
Cause di fenomeni di allomorfia : diacronia, trasformazioni nella forma delle parole / morfemi lungo l’asse
del tempo
Suppletivismo : morfema lessicale in certe parole derivate viene sostituto da un morfema dalla forma
diversa ma con lo stesso significato. Es. acqua idrico > acqu- idr- si riferiscono all’acqua
TIPOLOGIA DI MORFEMI
1) classificazione funzionale: in base alla funzione dei morfemi
2) classificazione posizionale : in base alla posizione die morfemi
1) → morfema che ha significato referenziale, concettuae, denotativo con riferimento alla realtà esterna =
MORFEMA LESSICALE es. dentale dent-
Vi è una distinzione fra MORFEMA LESSICALE E GRAMMATICALE:
MORFEMA LESSICALE: morfemi che stanno nel lessico e formano una classe aperta ( continuamente
arricchibile di nuovi elementi ). Non sempre è chiara perché esistono delle parole funzionali ovvero articoli,
pronomi, preposizioni, congiunzioni, che non sono del tutto classi grammaticali chiuse.
MORFEMA GRAMMATICALI:
- Derivazionali, derivazione che dà luogo a parole e ne regola i processi di formazione
- Flessionali, stanno nella grammatica e costituiscono una classe chiusa, flessione che dà luogo a forme di
una parola regolando il modo in cui si attualizzano nella frasi
Vi è una distinzione fra morfemi LIBERI o LEGATI
Di solito la derivazione agisce prima della flessione → conseguenza i morfemi flessionali stanno + lontano
dalla radice lessicale rispetto ai morfemi derivazionali.
2) → I morfemi grammaticali dal punto di vista della posizione, si suddividono in classi diverse a seconda
della posizione che assumono rispetto al morfema lessicale o radice.
Parola piena : deve contenere un morfema lessicale
I MORFEMI GRAMMATICALI possono essere chiamati
• AFFISSI : quando si combina con una radice
- Prefissi : prima della radice in- -utile
- Suffissi : dopo la radice cambiamento = -ament -o
-- Desinenze : hanno valore flessionale che in lingue come l’italiano stanno alla ultima posizione
- Infissi: sono affissi inseriti dentro la radice
- circonfissi: affissi che sono formati da due parti ( 1° prima 2° dopo ) e si incastrano
alternativamente
- transfissi: soprattutto in arabo es radice = ge -t ge- sagt
• MORFEMA ZERO: il morfema zero è una distinzione che è obbligatoriamente marcata nella
grammatica e che non viene rappresentata nel significante
es. plurali invariabili come sheep → sheep o città e città ( in italiano è diverso perché non è
aggiuntivo )
• SOPRASEGMENTALI : il valore morfologico si manifesta attraverso un tratto soprasegmentale come
accento (‘)
es. record record
• REDUPLICAZIONE: certi valori morfologici vengono affidati a processi non riducibili a specifici
morfemi segmentali. Meglio, consiste nella ripetizione della radice lessicale
anak → anak anak bambino → bambini
• CUMULATIVI : morfemi grammaticali che hanno più significato o valore
buone → -e femminile plurale
Ricapitoliamo
MORFEMA : è rappresentato da una regolarità strutturale astratta ( schema ) ricorrente all’interno
di paradigmi morfologici
latino → scrivo, scrivere base è scrib – script- scrips – nelle diverse forme verbali
• MORFEMA CUMULATIVO : AMALGAMA = fusione di due morfemi in maniera che nel morfema
risultante non è più possibile distinguere i due morfemi d’origine
Prefissazione e suffissazione
Esistono dei processi di formazione di parola essi prendono in italiano il nome di Suffissazione.
Fra i suffissi derivazionali più comuni ricordiamo : -zion- -ment-
La prefissazione al contrario di quello che avviene di solito con la suffissazione, non muta in italiano
la classe grammaticale di appartenenza della parola : -os- a noisa, noiosa cioè aggiungendo un
prefisso a un nome o ad un aggettivo riottengo un nome o rispettivamente un aggettivo
Nella suffissazione può essere inserito un processo chiamato ALTERAZIONE
Con i suffissi alternativi si creano parole che aggiungono al significato della base lessicale un valore
generalmente valutativo e associato a particolari contesti pragmatici che può essere diminutivo,
accrescitivo, peggiorativo.
Parasintetici: sono i verbi formati con suffissazione e prefissazione.
Fra i morfemi derivazionali quindi non è raro il caso di omonimia : im- come prefisso può avere
valore di negazione o di avvicinamento, ingresso, direzione immobile, immigrato
CONVERSIONE: rientra nei meccanismi di formazione di una parola, e vale a dire la presenza di coppie di
parole, un verbo e un nome o un aggettivo, aventi la stessa radice lessicale ed entrambi privi di suffisso e
non è possibile stabilire quale sia la parola primitiva e quale la parole derivata es. lavoro, lavorare o fiore e
fiorire
DERIVAZIONE ZERO: quando una coppia è costituita da un verbo e da un nome è spesso da assumere che la
base sia il verbo, in quanto il nome designa l’atto indicato dal verbo es. cambiare, cambio. Giocare, gioco.
Per concludere dal punto di vista della ‘storia’ derivazionale si danno i seguenti tipo morfologici di parole:
parole basiche o primitive → parole alternate → parole derivate → parole composte → unità
plurissematiche
Flessione e categorie grammaticali
I morfemi flessionali non modificano il significato della radice lessicale su cui operano. Essi intervengono
solamente nella parole che possono assumere tali specificazioni: operano sulle classi cosiddette variabili di
parole come nomi, verbi, aggettivi, articoli e pronomi. I morfemi flessionali realizzano i valori di una
determinata categoria grammaticale, essa è la marca di quel valore.
Fra le categorie grammaticali ci sono quelle flessionali che riguardano il livello dei morfemi stessi.
Distinguiamo le categorie flessionali in due grandi classi :
quelle che operano sui verbi e quelle che operano su i nomi.
La morfologia nominale in italiano, ha come categorie fondamentali il genere e il numero
• Modo: esprime la modalità cioè la maniera nella quale il parlante si pone nei confronti del
contenuto di quanto vien detto o della realtà dell’evento rappresentato es. indicativo, mangio vs
condizionale, mangerei
• Tempo: appunto colloca nel tempo assoluto e relativo
• Aspetto: riguarda la maniera in cui vengono osservati e presentati in relazione al loro svolgimento
l’azione o l’evento o il processo espressi dal verbo
• Azionalità: o carattere dell’azione, riguarda il modo oggettivo in cui si svolge nello sviluppo
temporale l’azione o l’evento o il processo espressi dal verbo
• Persona: indica chi compie l’azione o più in generale riferisce e collega la forma verbale al suo
soggetto e si manifesta con morfemi deittici o di accordo.
Parti del discorso: sono categorie grammaticali a livello di parola che classificano le parole
raggruppandole in classi a seconda della natura del loro significato, del loro comportamento nel
discorso e delle loro caratteristiche flessionali. Nella grammatica tradizionale la parti del discorso sono
9: ( di molte parole non è definibile l’appartenenza a una classe determinata)
-nome o sostantivo - aggettivo - verbo -pronome -articolo -preposizione -coniugazione -avverbio -
interazione
La classificazione delle parole a categorie o classi lessicali diverse avviene in base a 3 criteri
fondamentali:
Le categorie grammaticali che abbiamo affrontato fino ad adesso sono definibili nell’asse
paradigmatico.
Nell’asse sintagmatico troviamo le funzioni sintattiche :categorie che operano sul sintagma cioè
rientrano nel dominio nella sintassi. Meglio, nozioni definite dall’analisi logica, come soggetto,
predicato, oggetto, complemento di termine, complemento di specificazione, complemento di
luogo, complemento di modo, complemento di mezzo ec…
La distinzione fra sintagmatico e paradigmatico è importante per distinguere due diversi modi di
funzionamento della morfologia flessionale :
❖ Flessione inerente: riguarda la marcatura a cui viene assoggettata una parola in isolamento,
a seconda della classe di appartenenza per il solo fatto di essere selezionata nel lessico e
compare in un messaggio es.gatto o gatti cat o cats
❖ Flessione contestuale: dipende dal contesto, specifica una forma e seleziona i relativi
morfemi flessionali in relazione al contesto sintattico in cui la parola viene usata es. unA
bellA tortA
Meccanismo chiamato ‘accordo’ : prevede che tutti gli elementi soggetti a flessione all’interno
prendano le marche delle categorie flessionali per le quali è marcato l’elemento a cui si
riferiscono o da cui dipendono.
SINTASSI
Come si analizza una frase? Per analizzare la struttura delle frasi bisogna rendersi conto del
modo in cui si organizzano fra loro le parole i gruppi di parole che insieme costituiscono una
frase.
Primo step → è basato per i livelli di analisi inferiori ( morfologia e fonologia)
Secondo step → a un livello elementare, dipendenze fra gli elementi della frase in pezzi più
piccoli. ( introdotta negli anni ’30 strutturalismo americano)
Questa analisi veniva chiamata ‘analisi in costituenti immediati’ :
individua diversi sottolivelli di analisi e i costituenti che si isolano a ciascun livello ‘costituiscono
immediatamente’ il sottolivello di analisi superiore. Questo criterio si attua attraverso i ‘tagli’ e
prova di commutazione.
Esempio di analisi di costituenti →
Il primo ‘taglio’ : si confronta con un’altra frase più semplice ma che abbia la stessa struttura.
Perché? Così individuiamo i costituenti immediati della frase stessa.
Secondo ‘taglio’: si analizzano i costituenti immediati che vengono tagliati fino ad arrivare alle
parole.
1)mio cugino ha comprato una macchina nuova 2) Gianni legge
FRASI COMPLESSE
Nelle frasi complesse si parla di sintassi di periodo : è un’ulteriore importante sottolivello di
analisi del sistema linguistico.
Vi è una distinzione classica di analisi del periodo fra COORDINATE e SUBORDINATE.
COORDINATE : si hanno quando diverse preposizioni vengono accostate l’una all’altra senza
che si ponga tra esse un rapporto di dipendenza ( e o ma ) .
SUBORDINATE : quando vi è un rapporto di dipendenza tra le preposizioni, in quanto una si
presenta gerarchicamente inferiore ad un’altra. ( che, perché, quando, mentre, benchè,
finchè )
Gli elementi che realizzano i rapporti di connotazione o subordinazione sono detti
connettivi.
Le frasi subordinate si possono distinguere in tre principali categorie a seconda del modo
strutturale in cui si agganciano alla frase principale :
- Avverbiali : frasi subordinate che modificano l’intera frase da cui dipendono
ES Mentre Luigi mangia le fragole, Carla gioca a ramino
- Completive : frasi subordinate causali, temporali, ipotetiche e finali. Oggettive o
Soggettive.
ES sembra che faccia bel tempo Giorgio diche che Chombsky ha ragione
- Relative : frasi subordinate che modificano un costituente nominale della frase, hanno
sempre un nome come testa
ES non ho più visto lo studente a cui ho dato il libro
TESTI
Al di sopra dell’unità frase bisogna riconoscere un altro livello di analisi, quello dei testi.
Contesto: si intende il contesto linguistico, cioè la parte di comunicazione verbale che
precede e che segue il testo in oggetto
Ora entriamo nella linguistica testuale e ci soffermiamo sulla pronominalizzazione.
Prendiamo come esempio : il cane abbaia. Maria si affaccia alla finestra. Lo vede tutto
infuriato.
‘ Lo ‘ è impossibile spiegarlo rimanendo all’interno delle strutture delle singole frasi,
bisogna riferirsi al contesto precedente. In questo caso lo si riferisce a cane. Fenomeni di
questo tipo si chiamano anafore. Catafora se il contesto è quello seguente.
Deissi : parliamo di deissi per riferirci alla proprietà di base dei segni linguistici di indicare
cose o elementi presenti nella situazione extralinguistica e in particolare nello spazio e nel
tempo. Vi sono vari tipi di deissi
Deissi temporale : codifica il riferimento al parlante io tu lei mio tuo suo ecc..
Deissi spaziale: codifica le posizioni delle entità chiamate in causa rispetto al luogo in cui si
trovano i partecipanti questo quello qui la qua a destra a sinistra in alto
Deissi temporale : ieri, il giorno prima dieci anni fa dieci anni prima
Deissi sociale : tu e lei, tu e vous
TIPOLOGIA LINGUISTICA
Con tipologia linguistica si intende la prospettiva che occupa di individuare che cosa c’è di
uguale e che cosa c’è di differente nel modo in cui le diverse lingue storico naturali sono
organizzate e strutturate. La tipologia è connessa con lo studio degli universali linguistici,
cioè le proprietà ricorrenti nella struttura delle lingue.
Un ‘tipo’ linguistico è un insieme di tratti strutturali correlati gli uni agli altri. Con tipo
intendiamo un concetto molto idealizzato a un livello più alto di astrazione che non
sistema. Cioè – un sistema linguistico realizza un certo tipo linguistico mescolando però a
questo caratteri di altri tipi linguistici.
TIPOLOGIA MORFOLOGICA
Un primo modo di individuare tipi linguistici diversi e di classificare le lingue è basato sulla
morfologia, cioè sulla struttura della parola.
A seconda di come è fatta una parola in una lingua e del rapporto che c’è fra parole e
morfemi si distinguono 4 tipi morfologici fondamentali della lingua:
1 tipo morfologico → Isolante: è una lingua in cui la struttura della parola è la più semplice
possibile. Meglio, ogni parola è costituita da un solo morfema e il rapporto fra morfemi e
parole è generalmente 1:1 - indice di sintesi.
Questo indice di sintesi, si ottiene dividendo in un testo il numero dei morfemi per il
numero delle parole. Più è basso l’indice più il numero dei morfemi tende a coincidere con
quello delle parole. Isolanti perché si isolano in blocchi e esprimono significati complessi
isolandoli. Esse non hanno morfologia flessionale o derivazionale.
ES: inglese. Presenta alcuni caratteri di lingua isolante, grazie alla morfologia ridotta che
possiede. Anche il vietnamita, lingua a toni, le parole costruiscono frasi nella dorma di
radici lessicali senza morfemi grammaticali.
2 tipo morfologico → Agglutinante : cioè una lingua in cui le parole hanno una struttura
complessa e sono formate dall’opposizione di + morfemi. Le parole che si presentano nelle
frasi come file compatte di morfemi ciascuno ben riconoscibile.
ES: il turco è la lingua agglutinante per eccellenza.
In una lingua agglutinante le parole possono essere molto larghe e sono costituite da una
radice lessicale a cui sono attaccati più affissi.
3 tipo morfologico → Flessive: le lingue che presentano parole complesse, costituite da una
base lessicale semplice o derivata e da uno o più affissi flessionali che spesso sono morfemi
cumulativi. Hanno un indice di sintesi minore rispetto le agglutinanti. Esse vengono anche
chiamate fusive perché hanno la caratteristica di riunire più significati su un solo morfema
flessionale e di fondere più morfemi rendendo difficile comprendere la struttura.
ES: italiano nel ( in + il ) , latino e russo
4 tipo morfologico → Polisintetico dette anche incorporanti: lingue che sono quelle che
hanno la struttura della parola più complessa. Come le parole agglutinanti hanno la parola
formata da più morfemi attaccati assieme ma presentano la caratteristiche che in una
parola compaiono due o più radici lessicali, morfemi pieni.
ES: groenlandese
Passando dal tipo linguistico isolante a polisintetico vediamo un passaggio dove si complica
la struttura della parola. Le lingue isolanti sono lingue analitiche mentre polisintetiche,
sintetiche.
L’italiano è una lingua flessiva anche se tuttavia in settori della formazione della parola
troviamo altri tipo morfologici come auto civetta – agglutinante
TIPOLOGIA SINTATTICA
Un secondo criterio di classificazione delle lingue in tipo linguistici è basato sulla sintassi.
Questo viene detto ordine basico.
Gli elementi sintattici presi in considerazione sono il Soggetto il Verbo e Il complemento
oggetto o diretto.
Ordine basico : SOV più frequente. SVO secondo in frequenza. VSO terzo in frequenza e poi
VOS Gli altri ordini sono marginali.
SOV : latino, ungherese, turco, giapponese, coreano, lingue indeuropee dell’area indiana
SVO: lingue indoeruopee EU, finlandese, ebraico moderno , swahili , tedesco
VSO: gaelico, gallese, arabo classico, ebraico classico
Perché gli ordini più frequenti sono questi ? perché una frase coincide con il tema, ed
agiscono due principi:
- principio di precedenza, il soggetto e priorità logica e deve precedere all’oggetto
- principio di adiacenza, verbo e oggetto devono essere contigui a causa della loro
dipendenza.
Alcuni studiosi hanno cercato di costruire tipologie complesse a partire dalla collocazione
del verbo e oggetto
lingue VO: ‘costruiscono a destra’, cioè con l’ordine operando e poi operatore
lingue OV: il contrario
In ogni lingua c’è sempre incoerenza tipologica.
Repertorio linguistico : è l’insieme delle varietà di lingua presenti presso una certa
comunità sociale . Le varietà possono essere varietà della stessa lingua o varietà di oiù
lingue diverse.
Per comunità che coincidono con stati o paesi almeno una delle lingue presenti nel
repertorio e in particolare la lingua nazionale e ufficiale del paese, ha una varietà standard.
Lingua standard: lingua codificata, dotata di una norma prescrittiva e con un repertorio di
manuali di riferimento è ritenuta la dai parlanti della comunità la buona o corretta lingua.
Dialetto : termine utilizzato per casi di due tipi
- sistemi linguistici imparentati strettamente con la lingua standard ma con una loro
struttura e autonomia
ES. dialetti italiani o meglio italo-romanzi
-varietà risultanti della diversificazione su base territoriale di una certa lingua dopo che
questa si è diffusa nel paese
ES. nel medioevo c’erano volgari romanzi che derivavano dal latino fra cui il fiorentino che
fu codificato come italiano standard nel 500.
Minoranze linguistiche: varietà di lingua non imparentate con la lingua standard e
rappresentano una cultura o tradizione etnica diverse da quella del paese in cui si trova.
Repertori plurilingui: in repertori plurilingui è raro che i diversi sistemi linguistici presenti
stiano sullo stesso piano negli usi e negli atteggiamenti della comunità parlante. Nel caso di
bilinguismo in cui due lingue coprono ambiti differenti, si riferisce di solito a diglossia.
Diglossia: nella diglossia una delle lingue parlate è insegnata a scuola quindi formale e
scritta e non viene parlata in famiglia normalmente.
Dilalia: una situazione presente in molte regioni italiane in cui sono presenti italiano e
dialetto ma hanno caratteristiche diverse. Le due varietà di lingua sono utilizzate
diversamente in diversi ambiti. Dialetto nell’uso informale e italiano formale, a differenza
della siglossia, l’italiano viene impiegata anche nel parlato quotidiano.
IL CONTATTO LINGUISTICO
Fra le lingue diverse presenti in un repertorio, ci crea una serie di fenomeni di contato. Fra i
principali fenomeni e conseguenze del contatto linguistico vanno menzionati :
Interferenza: l’influenza e l’azione che il sistema linguistico può avere su un altro.
Prestito: elementi del lessico presi da un’altra lingua non necessariamente implica un
bilinguismo.
I prestiti possono essere morfologici o fonetici. Esempio jogging, corsa moderata a scopo di
esercizio fisico e stagista chi partecipa a stage.
Il calco: quando cioè che passa da una lingua a un’altra non è una parola ma il suo
significato o la struttura interna si dice calco es. grattacielo in inglese sky scraper ovvero
raschiatore del cielo.
La commutazione di codice: il vasto insieme di interferenze, calchi e prestiti riguarda il
piano del sistema linguistico mente la commutazione di codice riguarda i fenomeni che
avvengono sul piano del discorso ed è tipico del comportamento dei parlanti bilingui.