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Capitolo 1 – La critica testuale

- Def. Filologia/Critica Testuale/Ecdotica


 Filologia: amore per parola, erudizione, studio comparato lingue e letterature
romanze secondo approccio diacronico e comparativo.
 Critica testuale: disciplina che indaga genesi e evoluzione di un’opera
letteraria, con l’obiettivo di arrivare alla stesura di un’edizione critica,
l’edizione più attendibile del testo originario (punta alla sua ricostruzione
tenendo conto dei processi che il testo originale ha potuto subire durante la
trasmissione).
 Ecdotica: sottolinea gli aspetti editoriali e di presentazione del testo
- Storia del processo di trasmissione dei manoscritti (pg. 13,15)
1. Fino all’invenzione della stampa (1400)  copiatura amanuense (problemi che qui
derivano) con invenzione stampa (problema sostituzione matrici..)
- Quando è necessario uno studio di critica testuale (pg. 22)
1. Quando non esiste più l’originale, quando esiste ma ce ne sono altri, quando la
pubblicazione dell’ originale non è stata curata direttamente dall’autore
- Def. Edizione Critica
1. Edizione scientifica dell’opera, ricostruzione (o ipotesi di ricostruzione) più
affidabile e oggettiva. (destinata agi studiosi più che al pubblico).
- Tipi di Filologie e Strumenti della critica testuale
1. Filologia germanica, romanza, latina ecc.
2. Paleografia, papirologia, codicologia, storia del libro e della stampa
- Genesi del Metodo Filologico, come si forma e cambia
1. Coscienza del problema dei manoscritti fin dall’antichità
2. Svolta in età umanistica (importanza cultura e autori classici) ma non metodo
oggettivo: si partiva da un codex optimus (edizione ritenuta superiore) e con
emendatio ope codicum, emendatio ope ingenii si ricava un’edizione manoscritta.
Nel caso di un’edizione a stampa  editio princeps. Criteri di tipo maggioritario
Svolta nel 700/800: metodo del Lachmann, metodo stemmatico.

Capitolo 2 – Filologia dell’originale non conservato


Che cosa fa in questa situazione la critica testuale? la critica testuale si occupa di ricostruire/studiare la
tradizione dell’opera:

- Studio della Tradizione dell’opera


 Def. Tradizione di un’opera: (diretta o indiretta); Storia della Tradizione; Importanza del suo
studio: Diasistema di Giorgio Pasquali
 La ricognizione dei testimoni
 La collazione
Si tratta del confronto (collatio) fra vari testimoni, al fine di individuarne le differenze, per mezzo
dell’esemplare di collazione (il modello, che funge da testo-base) (si registrano tutte le lezioni in cui il
singolo testimone diverge dal testo-base. I criteri con cui l’esemplare di collazione viene scelto sono per
lo più arbitrari: in genere edizione critica precedente (vantaggio essere un testo già controllato ma testo
contaminato anche dalle congetture dell’editore), edizione princeps (vantaggio di essere più leggibile
rispetto al manoscritto, ma stesso valore dei manoscritti) o manoscritto più antico (svantaggio problemi
di leggibilità). Regola generale: comodità
 Recensio 
- Def: Valutazione dei testimoni  ne stabilisce appunto il valore. Mezzo: stemma codicum 
ricostruendo lo stemma codicum
- Ruolo degli Errori Guida/Innovazioni distintive/errori congiuntivi/monogenetici
- A) Individuo le innovazioni:
1. Involontarie, Inconsapevoli / errori meccanici, poligenetici:
gli errori poligenetici, (inconsapevoli): errori (che ritrovo uguali anche in più manoscritti)
che logicamente mi farebbero presumere che quei manoscritti siano imparentati (che
l’errore sia stato ereditato perché copiato) ma che in realtà non lo sono, perché sono errori
che sono avvenuti in maniera indipendente l’uno dall’altro.
 Lapsus Calami, dittografia, Aplografia, Errore polare, salto da pari a pari
(omeoteleuto/omearco), salto di un verso o di un foglio
 sostituzione/omissione/ripetizione/trasposizione
2. Volontarie / interpolazioni:
 Riduzione, amplificazione, rielaborazione stilistica, ipercorrettismo, sostituzione di
un contenuto
 le innovazioni reversibili (errore grammaticale evidente, introduzione di glosse).
3. Forzose / errori monogenetici (gli errori guida) contrario dell’errore poligenetico
- B) Attraverso l’utilizzo dello stemma: eliminatio codicum descriptorum e eliminatio lectionum
singularium (varianti adiafore)
- C) Postulazione degli Archetipi (trovare un’innovazione sicura, tale da farmi pensare di non avere
nelle mani il testo originale. Es, vasta lacuna)
 Constitutio textus
 Selectio
Paul Maas: scelta tra lezioni alternative
 Tradizione multipartita: si procede in modo matematico/meccanico  criterio
maggioranza numerica
 Tradizione bipartita: deve intervenire l’editore utilizzando determinati criteri:
Criteri per la selectio:
 Lectio difficilior (diffrazione – G. Contini)
 usus scribendi
 loci paralleli
 Comportamento dei sub archetipi
 Selezione su base statistica
 Emendatio
 Tradizioni a testimone unico: il testimone unico è l’archetipo dell’opera. L’editore non
dispone di una tradizione ricca, sicuramente migliore di una povera, dunque deve
procedere con cautela nell’emendatio.
 Tradizioni sovrabbondanti

Recensio aperta e chiusa: chiusa se posso studiare la tradizione di un’opera attraverso lo stemma,
seguendo quindi criteri di maggioranza. Aperta se invece mi occorrono i criteri della lectio difficilior, usus
scribendi, loci paralleli ecc

 Importanza dei recentiores e metodo dei loci critici. Non tutti i recentiores devono per forza
essere descripti di altri, quindi non vanno scartati a priori solo perché si trovano nel ramo più basso
dello stemma! Infatti ad esempio se un manoscritto recentior risultasse immune da tutte le
innovazioni che hanno permesso di identificare le varie famiglie di testimoni, il suo valore
aumenterebbe enormemente perché si dovrebbe pensare che esso rappresenti un ramo
sconosciuto della tradizione.
Il metodo dei loci critici consiste nel creare uno stemma codicum sulla base di testimoni
considerati a priori come migliori (in genere quelli più antichi).

- Casi di tradizione indiretta: citazioni di un’opera in un’altra opera, anche se: uno dei limiti: il fatto ad
esempio che le citazioni, in genere sempre fatte a memoria, potevano essere state riportate male.
 Limiti del metodo stemmatico:
o Il fatto che si basa su un processo di trasmissione lineare dell’opera (non può tenere conto dei
casi in cui i copisti colti sono intervenuti sul testo azzerando le innovazioni precedenti  il
metodo si basa sul concetto di degradazione lineare e progressiva dell’opera.
o L’esistenza di innovazioni veramente molto difficili da riconoscere per l’editore
o Individuare i casi di contaminazione. Def. Cause, def. Editio variorium

 Metodi ricostruttivi non stemmatici


o Metodi tassonomici:
 Henri Quentin propone una ricostruzione che si basa su tutte le varianti attestate, che
vengono classificate senza distinguerle in lezioni originali o innovazioni
o Metodo aree geografiche:
o Ricostruzione ecclettica
 Metodi non ricostruttivi
o Il codex optimus – Joseph Bedìre
o La copia scribale  è la riproduzione del testo di un manoscritto, che evidenzia un momento
particolare della ricezione del testo. Il problema dell’originale passa in secondo piano, con la
copia scribale si riproduce di fatto un testo storico, storicamente esistito, effettivamente
copiato in un certo momento e in un certo luogo e letto e utilizzato dai lettori contemporanei in
quella forma. La copia scribale non è un’edizione critica.

Capitolo 3 – Filologia dell’originale conservato


- Riconoscere l’originale (per mezzo dell’autografo)
- Procedere comunque a un emendatio, volta a correggere eventuali errori (laptus calami)
- Tenere conto della varianti d’autore  diverse redazioni

Capitolo 4 – Anatomia dell’edizione critica


Capitolo 5 – Presente e Futuro della critica testuale

Idiografo
Trascrizione diplomatica
Antigrafo e apografo
Varianti di forma, varianti di sostanza e varianti adiafore
Incunabolo
Le abbreviazioni
Adespoto
Anepigrafo
Edizione interpretativa
Apparato critico positivo e negativo

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