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2019
CON I GIOVANI n. 3
« Entendre et proposer l’Évangile avec les jeunes »
Introduzione
Andrea MAGNANI
che conosce circa il posto dei giovani nella Chiesa fare con un linguaggio contestualizzato, entra in
(vedi la sua testimonianza), nel momento di chiu- dialogo con una cultura particolare, comunica in
sura del convegno aveva reagito su quanto detto modo diverso, etc.
ed emerso durante i tre giorni di convegno affer- È alla luce di questa convergenza che s’intende
mando e ribadendo più volte che in tutto quello presentare le relazioni / gli atti del convegno qui
che la Chiesa fa e dice deve sempre mettere al raccolti e cosa significa «ascoltare e proporre il
centro l’annuncio di Gesù Cristo morto e risorto. Vangelo con i giovani» da questi punti di vita.
Ai nostri orecchi, questa affermazione potrebbe Già è stato detto sopra delle relazioni di Moog e
suonare astratta e scontata. Ma se questo giova- Biemmi, che hanno introdotto dal punto di vista
ne, che è diventato cristiano nella notte di Pasqua teologico la questione cui il convegno ha inteso
di due anni fa, a partire dalla sua esperienza ha rispondere. Esse sono precedute da quella di Ros-
messo l’accento su questo aspetto centrale della sano Sala («Chiamati a “frequentare il futuro”. Ri-
nostra fede, la cosa – al di là delle modalità lettura teologica del Sinodo») che, in qualità di
espressive – non va liquidata troppo facilmente. segretario speciale del Sinodo, offre come ele-
Essa, infatti, ci ricorda che ogni riforma ecclesiale menti di rilettura teologica dell’esperienza sino-
ha il suo fondamento nel criterio cristologico, dale lo stile di “sinodalità missionaria” della Chie-
cioè nel suo agire in conformità allo stile di Gesù sa, la trasmissione della fede dentro la logica della
che ha dato la sua vita perché tutti non perdano condivisione dei cammini personali e del discer-
la propria. nimento ecclesiale (cf. icona biblica di Emmaus),
Dal punto di vista pratico, gli ateliers hanno co- una rinnovata pastorale giovanile missionaria.
stituito una parte fondamentale del convegno Lo studio e la riflessione sociologica di Joël
perché i convenisti, suddivisi in gruppi, hanno Morlet e Marco Piovesan («L’engagement des
provato – grazie anche ai vari contributi offerti jeunes: enquête sociologique»5) sulla vita e le opi-
en plénière – ad affrontare la medesima questione, nioni dei giovani da un lato, e le motivazioni che
riflettendo a partire da una prassi ecclesiale con i li spingono a impegnarsi in un servizio umanita-
giovani, a discernerla attraverso una griglia di rio dall’altro, mettono in luce che l’attenzione ai
ascolto, apportando poi il frutto di questo lavoro processi di comunicazione/trasmissione del Van-
in assemblea, l’ultimo giorno. Di questa logica e gelo s’innesta tanto nel bisogno di un discerni-
contributo parla Giuseppe Laiti. mento vocazionale quanto nella necessità di la-
sciarsi interrogare sul concetto e sulla pratica del-
3. Le relazioni la “appartenenza comunitaria”.
La relazione di Ivo Seghedoni («Occorre che lui
La tematica del convegno è stata affrontata da
cresca e io diminuisca. Quando l’adulto è Vangelo
diversi punti di vista: teologico, pedagogico/an-
per i giovani») sottolinea, dal punto di vista peda-
tropologico, vocazionale, storico, sociologico, di-
gogico/antropologico, come «ascoltare e proporre
gitale, ecclesiologico (e biblico4). A un primo
il Vangelo con i giovani» significa che la Chiesa
sguardo potrebbe dare l’idea di un convegno che
deve riconoscersi e accettarsi come adulta e an-
ha aperto varie questioni e toccato diversi aspetti
ziana. Adulta perché è chiamata a riconoscere
in maniera più o meno dispersiva. In realtà, le re-
che tra lei e i giovani c’è una distanza; anziana
lazioni lasciano intravvedere un punto di conver-
perché è chiamata a riconoscere che il futuro è lo
genza comune che si potrebbe riassumere in que-
spazio che è proprio dei giovani 6. Se non si tiene
sti termini: rendersi attenti ai processi di comuni-
in considerazione ciò, il rischio in cui si incorre è
cazione/trasmissione, annuncio del Vangelo (o,
quello di non avere una sana distanza critica da
detto in maniera più attiva: accettare di entrare in
ciò che si intende oggi per giovinezza. Infatti, dal
nuovi processi) e non difendere le nostre «forme»
punto di vista sociologico, il canadese Jean-Phi-
(Serena Noceti parla di morphé) o modelli o modi
lippe Perrault rende il lettore accorto di come la
di organizzare/strutturare la Chiesa in un conte-
giovinezza oggi sia una costruzione sociale e che
sto, in un luogo. Detto altrimenti, la Chiesa, ogni
solo a una prima vista essa ha a che fare con un
Chiesa in un luogo, ha una componente storica e
dunque provvisoria; di conseguenza essa ha a che 5 «L’impegno dei giovani: inchiesta sociologica».
6 Ecco perché la Chiesa è chiamata a rendersi attenta
4 Purtroppo non ci è possibile pubblicare la relazione ai processi e a non difendere i propri «risultati»
che il biblista Philippe Lefebvre ha tenuto al conve- (cioè alle sue forme/modelli di Chiesa o modo di or-
gno. ganizzarsi/strutturarsi in un luogo).
Introduzione 4
gruppo sociale; un tempo di vita che sembra non l’approccio ai giovani da parte di un papa con
finire perché anche la questione del divenire an- quello dei suoi predecessori: il fatto che i giovani
ziani, vecchi, è letta dentro la prospettiva siano ritenuti soggetti e non oggetto della pasto-
dell’eterna giovinezza, di un diverso modo di con- rale; il fatto che per vari motivi (interni ed ester-
cepire il tempo, di una società definita come ni) la giovinezza diventi sempre più l’età dell’ade-
«post-mortale» (dal momento che essa tende a sione personale e della scelta alla Chiesa; la valo-
eclissare, per quanto le è possibile, il tema del rizzazione della libertà dell’atto di fede e il suo as-
morire). sentimento; l’importanza della testimonianza, del
Tuttavia, tenendo conto di quanto François dialogo, dell’inculturazione del messaggio,
Moog afferma nella sua relazione «Da “per” a dell’esperienza personale e della centralità della
“con” i giovani», considerare la Chiesa come Scrittura; etc.
adulta e anziana non significa forse cadere nuo- Dal canto suo, il ricercatore Renaud Laby («Jeu-
vamente in un rapporto estrinseco tra Chiesa e nes et réseaux sociaux. Limites et opportunités
giovani? Solo apparentemente. Perché promuove- pour l’évangélisation»8), attraverso un’analisi e
re e valorizzare una prospettiva inclusiva non si- un confronto del profilo digitale dei giovani cat-
gnifica annullare la distanza, ma riconoscere (e ri- tolici francesi con quello degli altri giovani della
spettare) la diversità dei membri del popolo di loro generazione, nel presentare i limiti e le op-
Dio, e al tempo stesso, lo specifico dei giovani. portunità che il web offre per «ascoltare e pro-
Non c’è, dunque, un rapporto estrinseco in questa porre il Vangelo con i giovani» mette a vivo la
distanza da promuovere e custodire. Per dirlo con questione (non solo tecnica) sia dei processi di
un esempio – quello dei rapporti tra i genitori e i comunicazione/trasmissione e annuncio del Van-
figli in una famiglia – la famiglia è il soggetto e il gelo sia delle “forme” comunicative.
luogo dove la diversità e lo specifico di ciascuno Proprio tale questione, Serena Noceti la affronta
sono custoditi, promossi, garantiti grazie alla di- e sviluppa dal punto di vista ecclesiologico («La
stanza che c’è e che si vive (o si dovrebbe vivere) parola di tutti noi costituisce la Chiesa. Dinami-
tra genitori e figli. che di comunicazione e di partecipazione per una
La relazione di Salvatore Currò, permette di co- Chiesa inclusiva»). L’ecclesiologa fa presente che
gliere che «ascoltare e proporre il Vangelo con i «ascoltare e proporre il Vangelo con i giovani»
giovani» vuol dire fare spazio allo statuto voca- significa essere di nuovo la Chiesa che ascolta
zionale dell’esistenza che l’età giovanile vive al l’annuncio del Vangelo insieme a tutti i membri
punto “critico”; che la Chiesa cioè dovrebbe esse- del popolo di Dio come sorgente per tutto il mon-
re meno interessata a proposte o progetti che vor- do; e che, a partire da qui, attraverso e grazie
rebbero inquadrare il nuovo e più attenta a una all’incontro e al dialogo costruisce il consensus fi-
vocazione che si configura come scoperta di esse- dei (ossia, una chiesa sinodale, contro una chiesa
re riconosciuti e invito a riconoscere. Purtroppo, dove tutto è già formulato, definito, stabilito, ri-
nel tempo, la Chiesa (noi!) ha fatto coincidere tualizzato). Alla luce di ciò, «ascoltare e proporre
questi due aspetti: quello dello statuto vocaziona- il Vangelo con i giovani» equivale a rivisitare la
le dell’esistenza e quello della scelta personale. dinamica della tradizione come tensione tra me-
Charles Mercier, attraverso una rilettura storica moria (fedeltà) e profezia (in quanto il vangelo è
della relazione tra i papi del XX secolo e i giovani inesauribile e domanda trasformazione).
(«Les papes et les jeunes: un essai de mise en per-
spective historique»7), rileva un cambio di para- 4. Concludendo: guadagni, prospetti-
digma da parte di papa Francesco rispetto ai suoi ve e interrogativi aperti
predecessori in riferimento al modo di «ascoltare
I partecipanti sono entrati in un convegno sui
e proporre il Vangelo», che trova nella pericope
giovani e sono usciti con un convegno sulla Chie-
di Emmaus la sua icona. Esso privilegia un pro-
sa! Solo a prima vista è venuto in primo piano
cesso induttivo capace di mettere in dialogo la
che la questione dei giovani è una questione set-
proposta pastorale con le realtà quotidiane delle
toriale. In realtà, è la Chiesa stessa che viene in-
nuove generazioni. Al tempo stesso, – senza ne-
terrogata circa il suo modo di porsi nel mondo di
gare questa direzione – lo storico rende ragione
oggi e i processi che essa adotta per comunicare/
di alcune continuità sotterranee che rilegano
7 «I papi e i giovani: un tentativo di messa in prospet- 8 «Giovani e reti sociali. Limiti e opportunità per
tiva storica». l’evangelizzazione».
5 Esperienza e Teologia, n.s. 3 – 2019
trasmettere la fede e annunciare il Vangelo. Que- dagno e un’ulteriore prospettiva che non solo le
sto un primo guadagno. relazioni ma anche gli ateliers ci consegnano.
Di conseguenza, ascoltare il vangelo con i gio- Infine, gli ateliers ci invitano a non separare la
vani chiede un ritorno delle comunità cristiane su riflessione e la pratica, cioè a fare i conti con la
se stesse. Ritorno delle comunità su se stesse, storia concreta, con l’azione dello Spirito in essa e
però, non significa eccelsiocentrismo, ma intra- ad apprendere a rielaborare insieme “pratiche”
prendere quel passaggio che porta da una centra- che dicono Chiesa, il suo modo di venire al mon-
lità sociologica (di Chiesa coincidente con un ter- do e di crescere. Quarto guadagno e prospettiva.
ritorio, una mentalità, etc. ormai tramontata e da Tra i vari aspetti toccati e le questioni a essi le-
oltrepassare senza rimpianti) a un ricentramento gati, ce n’è uno che forse vale la pena sottolineare
cristologico (vedi quanto detto sopra circa l’inter- e far presente sia per l’attenzione che ha avuto
vento di chiusura del convegno da parte di all’interno dell’Instrumentum laboris, prima, e del
Adrien) che abilita tutti a divenire una chiesa in Documento finale, poi; sia per quanto le relazioni
uscita (Emmaus). Questo un secondo guadagno offerte lasciano intravvedere: la questione voca-
che è anche una prospettiva. zionale. Da quanto detto (en plénière) e ascoltato/
Essere comunità cristiane luogo/luoghi dove i osservato (negli ateliers), la domanda vocazionale
giovani possono trovare ascolto, agire anche sco- chiede di essere liberata dallo schema predetermi-
modando le nostre abitudini, da un lato; chiedere nista (che intende la vocazione come ciò che Dio
di poter essere presenti nei luoghi di vita dei gio- ha stabilito per ciascuno) e di emergere come esi-
vani, ripristinando relazioni di fiducia: invita a to di un incontro e come tema che è in sintonia
fare dell’ospitalità (in senso attivo e passivo) la ci- con la stagione giovanile, ma non solo affare suo.
fra dell’agire pastorale/ecclesiale. È il terzo gua-