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CRIMINI JURIS GENTIUM pt.

2:
-Patto di Londra 1945delinea 3 tipologie di crimini inter:
- contro umanità
- di guerra
- di aggressione (o contro la pace)
-Statuto di Roma 1994 viene aggiunto il genocidio
Art. 6 della Corte Penale Internazionale: il genocidio è l’uccisione, del tutto o in parte, di membri di un
gruppo, con l’intenzione di eliminare un gruppo etnico, religioso, linguistico (anche lesioni fisiche che ne
portano alla distruzione fisica) + no comprimere le nascite.
Art. 7: crimini contro umanità (popolazione civile)
Art. 8: crimini di guerra
Art. 5: di aggressione o contro la pace

TRIBUNALI AD HOC:
In caso in cui queste violazioni siano accertate e che le autorità locali non vogliano/possano perseguire i
crimini in oggetto.
Risoluzione 827 del ’93: adottare tutte le misure necessarie per perseguire i colpevoli e obbligo di cooperare
con il tribunale.
I tribunali ad hoc sono una misura coercitiva senza l’uso della forza (Art. 41). È cronologicamente l’ultima
istituzione. Nasce la Corte di Giustizia Penale inter (operativa dal 2004). 128 articoli, più di 100 membri, tra
quelli che NON hanno ratificato ci sono R, C, USA, India, Iran, Israele (no riconoscimento principio di
giurisdizione universale). Non giudica il terrorismo inter, all’Aja, 18 magistrati, Presidente della Corte+
collegio giudicante+ collegio dell’accusa+ Corte d’appello. Vige il principio di irretroattività
Art. 4: giurisdizione complementare a quelle nazionali, può agire solo in determinate condizioni. Non può
procedere se è già stato avviato un processo interno allo stato, non può intervenire se lo stato ha un barlume
di possibilità di riuscirci (principio di pariteticità tra soggetti del D.I.).
È necessaria la deliberatoria del CdS
Ad oggi non ha emanato neanche una sentenza (commessi sempre da stati non aderenti).

ISLAMISMO:
distacco completo dalla piattaforma giuridica internazionale (di base laica) a favore di una giurisdizione
sottomessa alla religione. Noi iniziamo a parlare di D.U. negli anni ‘40/’50, loro ‘90/’00. 2 fonti:
-Dichiarazione del Cairo (conferenza Islamica), 1990:
di matrice confessionalista islamica. I diritti e i doveri dell’uomo sono tali solo in quanto comandamenti
divini e vincolanti. I contenuti sono riformulazioni della legge coranica.
Art. 24-25: diritti subordinati alla sharia (interpretazione di merito e non di metodo)
Preambolo: Boris Borman i diritti di libertà sono citati con a fianco il versetto del Corano che li giustifica
Art.10: Islam è la religione naturale dell’uomo
Art. 19: non esistono diritti né pene se non quelli previsti dalla Sharia (monopolio delle fonti di produzione
del diritto)
-Carta araba dei diritti umani (Lega Araba), 1994/2004:
si propone di inserirsi nello schema pattizio- convenzionale tipico del multilateralismo ma mantenendo un
approccio nazionale panarabo e religioso islamico.
Preambolo: esplicito riferimento a dichiarazione del Cairo
Art. 3: eguale godimento dei diritti e libertà tra i due sessi (ma paragrafo 3: discriminazione positiva tra i
sessi)
Art. 1: natura dei diritti dell’uomo connessa con contenuto identitario nazionale dei paesi arabi (es. rifiuta
sionismo come razzismo, smentisce l’art. 3).
Art. 38: diritto di famiglia si rifà a quello interno del diritto dei coniugi
Art. 25-26-27: minoranze
Popolo: 3 soggetto di D.I. uno dei tre elementi costitutivi dello stato. Insieme dei cittadini. Principio di
autodeterminazione: diritto di un popolo sottoposto a dominio coloniale o straniero di determinare
autonomamente il proprio destino politico e istituzionale, cioè di conseguire indipendenza statuale, se
associarsi liberamente ad un altro stato o prendere lo status più opportuno. Anni ’60 decolonizzazione=
rinuncia spontanea a seguito della risoluzione 1514 delle NU del 1961. Da anni ’70 si estende ad altre ipotesi
(segregazione raziale, dominio straniero, es. risoluzione 181 del 1948). + mancanza di territorio = sovranità
embrionale.
Insorti: tutti i movimenti politici che lottano in un contesto non internazionale contro il governo legittimo e
sovrano dello stesso paese. Esclusa l’aspirazione a diventare soggetti di D.I. tranne se: riconoscimento come
combattenti legittimi (C. di Ginevra 1949 + protocolli aggiuntivi ’77). + valutazione progressiva della
qualificazione giuridica (eventuale riconoscimento se il governo viola i DU).
Santa sede: vertice direttivo della chiesa. Ha personalità giuridica. Sia lei che il vaticano sono soggetti di DI,
con entrambi a capo il papa. La SS rappresenta l’unità dei fedeli cattolici nel mondo. Monarchia teocratica
assoluta. I trattati sono i concordati e la diplomazia si chiama nunziatura apostolica. Membro NU come
osservatore. È priva di territorio, esercita il suo potere sovrano sul Vaticano.
Convenzioni: trattati scritti che disciplinano il rapporto tra stati. Incontro tra 2 o + manifestazioni di volontà
da parte dei soggetti di DI, volti a creare modificare o estinguere norme. Generano norme particolari e ne
sono soggetti solo gli stati che sottoscrivono.
Consuetudini: insieme di norme non scritte che disciplinano la coesistenza di soggetti sovrani di DI. È
cogente verso tutti i membri della comunità inter. 2 elementi: diuturnitas (ripetizione costante e uniforme) e
opinio juris iac necessitatis (doverosità e moralità della norma). Vale a prescindere delle norme pattizie.
Valgono tranne che per gli obiettori persistenti (es. Montego Bay). Il carattere soggettivo viene interpretato
dai membri dell’OI.
Trattati: bilaterali, multilaterali, a fronte aperto, chiusi. Oggetto: politico, cooperazione militare,
commerciale. La fonte giuridica è la Convenzione di Vienna dal 1999. Introduce il procedimento solenne:
negoziazione, firma e ratifica + esiste la forma semplificata = basta la firma del ministro competente (solo
per chi ha ratificato questa norma di procedura formale). + clausola di adesione per stati che non hanno
partecipato alla stesura, prendono in toto le norme. +revisione: atto unilaterale con il quale si esprime la
volontà di non accettare alcune clausole del trattato stesso. Deroga di una norma se annunciato sin dalla
stesura (solo se non viola i fini del trattato e se viene accettata da tutte le parti contraenti. Tempistiche: entra
in vigore una volta esaurito il deposito (art. 24), tranne che per le clausole che possono essere applicate ‘’dies
a quo’’ dell’entrata in vigore del trattato o del deposito di determinati strumenti. Applicazione: art. 26, da
quel momento in poi le parti sono vincolate (quindi pacta sunt servanda). Valgono:
- Principio di irretroattività
- Applicazione su tutto il territorio
- Non avvantaggiano né svantaggiano le parti terze

Obblighi: obbligo cogente per la parte terza+ la parte terza deve accettare l’obbligo sancito; diritti: non si
possono attribuire diritti a parti terze senza il consenso dei beneficiari. Interpretazione: può essere oggettiva
letterale o in base alla volontà concettuale delle parti. In UE si traducono in tutte e 48 le lingue (anche
minoranze). Trasmissibilità: si trasmettono ai nuovi stati (trattati localizzabili= che disciplinano i diritti di
natura reale) + non trasmissibilità dei trattati politici (principio della tabula rasa per i non localizzabili) +
quando uno stato annette un territorio estende a questo tutti i suoi trattati. Estinzione: ‘cessazione definitiva
di qualsiasi effetto giuridico del trattato tra le parti contraenti. Può essere legata alla volontà delle parti
(scadenza, condizione risolutiva, raggiungimento dello scopo, denunzia o recesso) o a vicende successive
(art. 60 può essere causa dell’estinzione + qualunque stato può chiederne la sospensione quando la
violazione ne modifica i fini). Si estinguono se le parti contraenti sono belligeranti, se non possono
adempiere ai doveri, clausola rebus sixtantibus.
Risoluzione pacifica: dal ’45 la guerra cessa di essere strumento diplomatico e si riducono radicalmente le
guerre (combinato disposto art. 1-2). Controversia: ‘’disaccordo interpretativo o opposizione di tesi’’. 2
strumenti: prevenire o gestire le controversie in sede extragiudziale; risolvere pacificamente in sede
giudiziale. I primi sono diplomatici non vincolanti: negoziato, buoni uffici, mediazione, conciliazione,
inchiesta. Gli altri sono:
Arbitrale: È caratterizzato dall’ intervento di un organo giudicante terzo scelto dalle parti in causa (clausola
compromissoria), chiamato ad emettere una sentenza di carattere vincolante (ha efficacia giuridica). Gli stati
partecipano attivamente in merito alle norme e alla procedura da seguire. Con la sentenza deve emettere la
documentazione normativa (perché si è giunti a quella conclusione) + possibilità di revisioni.
Giudiziale vera e propria: prevede una corte giudicante (precostituita, preesistente, iter processuale
precostituito). Possono richiederne l’intervento solo gli stati (requisiti= esistenza di controversia + titolo di
giurisdizione). Ha una fase scritta e una orale. Art. 59: la sentenza è inappellabile.
Il processo inter si distingue da quello nazionale perché ha il consenso delle parti in causa, ad eccezione di
quelli di gross violations.

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